C Coom muunnee ddii BBeerrggeeggggii D Riiss DiippTTeeR (Provincia di Savona) Dipartimento per lo studio del Territorio e delle sue Risorse Via De Mari 28 D, 17028 Bergeggi (SV) tel. 019 25.7901 fax: 019 25.790.220 sito: www.comune.bergeggi.sv.it Corso Europa 26, 16132 GENOVA tel. 010 353 8298 fax: 010 3538147 sito: www.dipteris.unige.it Università degli Studi di Genova CONTRATTO DI RICERCA relativo al monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica dell’Area Marina Protetta “Isola di Bergeggi” (D.M. 7 maggio 2007) RELAZIONE FINALE a cura di Carlo Nike Bianchi, Monica Montefalcone e Carla Morri DipTeRis, Università degli Studi di Genova, Corso Europa 26, 16132 Genova responsabile per il Comune di Bergeggi Laura Garello Aree Marina Protetta “Isola di Bergeggi” c/o Via de Mari 28 D, 17028 Bergeggi (SV) AREA MARINA PROTETTA “Isola di Bergeggi” Genova, ottobre 2009 1 INDICE Premessa pag. 3 Introduzione pag. 5 Richiamo del piano di monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica pag. 11 Materiali e metodi pag. 13 1. Piano di campionamento pag. 13 2. Descrittori utilizzati ed elaborazione dei dati pag. 14 Densità assoluta pag. 14 Ricoprimento del fondo pag. 15 Densità relativa pag. 15 Indici ecologici pag. 17 Transetto permanente pag. 20 Risultati pag. 21 1. Descrittori strutturali pag. 21 Densità assoluta pag. 21 Ricoprimento del fondale pag. 24 Densità relativa pag. 26 2. Indici ecologici pag. 32 Indice di Conservazione pag. 32 Indice di Sostituzione pag. 36 Indice di Phase Shift pag. 37 Indice di Frammentazione pag. 40 3. Transetto permanente pag. 42 Considerazioni conclusive pag. 64 Bibliografia pag. 68 Allegati pag. 72 2 Premessa Il Decreto di istituzione dell'Area Marina Protetta denominata "Isola di Bergeggi" emesso dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in data 7 maggio 2007 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 206 del 5 settembre 2007 affida al soggetto gestore dell’AMP il “monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e socio-economiche” (Art. 11). Il Comune di Bergeggi, cui lo stesso Decreto istitutivo affida provvisoriamente la gestione dell’AMP (Art. 7), aveva già in precedenza richiesto al DipTeRis (Dipartimento per lo Studio del Territorio e delle sue Risorse) dell’Università di Genova la realizzazione di un progetto per la pianificazione di un’attività di monitoraggio periodico dell’ambiente marino, attraverso la definizione dei parametri da tenere sotto controllo, della tempistica per la realizzazione delle attività di monitoraggio e delle modalità esecutive. Per l’individuazione dei parametri più rilevanti per la gestione dell’AMP di Bergeggi e per la scelta delle metodiche specifiche ai problemi ed alle necessità locali, è necessario innanzitutto tenere sotto controllo le potenziali cause di alterazione degli ecosistemi marini della zona. È dunque indispensabile che il soggetto gestore dell’AMP “Isola di Bergeggi” attui in primo luogo il monitoraggio della frequentazione antropica: la balneazione, il diportismo nautico (inclusi gli ancoraggi), l’attività subacquea, e la pesca (professionale e sportiva). Il monitoraggio ambientale dovrà quindi riguardare le biocenosi su cui queste attività principalmente insistono e quei descrittori che maggiormente risentono dei potenziali impatti, tenendo anche conto della cartografia territoriale prodotta dal DipTeRis nel 2007 ed inserita nella relazione finale (Bianchi et al., 2007). Le attività di monitoraggio nelle AMP devono infatti comprendere sia l’inventario sia il controllo continuo nel tempo che prenda in considerazione un numero ridotto di specie e di habitat. Il monitoraggio dovrà riguardare non solo la verifica della presenza ma anche il rilevamento di qualche parametro quantitativo e dovrà definire, il più rigorosamente possibile, la quantità e lo stato di conservazione di alcune specie selezionate. Il tipo di 3 campionamento da adottare per il controllo nel tempo nelle AMP dovrà prevedere inoltre l’uso di tecniche non distruttive, che non richiedano la raccolta ed il sacrificio di esemplari. Nella relazione finale del 2007 venivano proposti possibili scenari di monitoraggio per l’AMP “Isola di Bergeggi”. Tra questi, il monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica risultava prioritario, anche in virtù del fatto che rappresentano l’unico habitat per il quale vi siano metodiche non solo ben consolidate scientificamente ma anche recepite da strumenti legislativi. Per la Liguria, ad esempio, può essere ricordato il decreto pubblicato sul Bollettino della Regione 177 Liguria del 30.3.2003 riguardante la determinazione dello stato di conservazione delle praterie di P. oceanica (Regione Liguria, 2003). Un fattore di rischio emerso nel corso dello studio realizzato nel 2007 era l’espansione dell’areale di Caulerpa racemosa che aveva ricolonizzato primariamente la matte morta ed in minor misura i fondi detritici e la roccia infralitorale con popolamenti algali fotofili e emifotofili. Per monitorare l’evoluzione nel tempo dell’espansione di questa specie a Bergeggi è di conseguenza necessario un piano di monitoraggio che contempli anche un’analisi della distribuzione di questa specie invasiva. 4 INTRODUZIONE Posidonia oceanica L. (Delile) è una fanerogama marina endemica del Mediterraneo, in grado di sviluppare estese praterie dalla superficie del mare fino ad una profondità massima di circa 40 m. Le praterie di P. oceanica rivestono un ruolo fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi marini costieri e svolgono un ruolo esclusivo per la protezione dei fondali e dei tratti di litorale antistanti (Boudouresque et al., 2006). Le praterie stanno subendo un progressivo ed intenso fenomeno di regressione in molte aree del Mediterraneo, sia a causa degli effetti diretti di distruzione conseguenti l’intensa urbanizzazione della fascia costiera, sia a causa di effetti indiretti (erosione dovuta ai cambiamenti nel regime delle correnti, insabbiamento, regressione delle parti profonde delle praterie a causa dell’aumento della torbidità dell’acqua, etc.) (Marbà et al., 1996; Montefalcone et al., 2007 a). In Liguria, in particolare, l’intenso sviluppo industriale ed urbano avvenuto a cavallo degli anni ’60 del secolo scorso ha provocato un massiccio declino delle praterie di P. oceanica (Peirano e Bianchi, 1997; Peirano et al., 2005) e le cause principali sembrano essere state l’aumento di torbidità delle acque e l’infangamento dei fondali, alle quali si devono poi aggiungere una ampia serie di impatti locali. Evidenze sperimentali hanno inoltre segnalato come la regressione delle praterie di P. oceanica sia spesso accompagnata dalla ricolonizzazione della matte morta da parte di una serie di potenziali sostituti che possono essere o un’altra fanerogama marina comune in Mediterraneo, Cymodocea nodosa, che è una specie più tollerante di P. oceanica, oppure le alghe verdi del genere Caulerpa, ovvero C. prolifera e le due specie invasive C. taxifolia e C. racemosa (Montefalcone et al., 2006 a, 2007 a). Tutti i sopraccitati sostituti possiedono una più bassa capacità a funzionare sia come “ingegneri” sia come “strutturanti” dell’ecosistema rispetto alla stessa P. oceanica. La regressione delle praterie di P. oceanica può quindi portare ad un “cambiamento di fase” nell’ecosistema (phase shift), che inizia con la comparsa della matte morta per poi evolvere, 5 aggravandosi, verso la sostituzione con altre specie a minore capacità strutturante (Montefalcone et al., 2007 a, b). Fortunatamente negli ultimi decenni diversi sforzi sono stati fatti per tutelare e salvaguardare le praterie di P. oceanica: la specie è citata nell’Annesso I (specie rigorosamente protette) della Convenzione di Berna e nell’Annesso II (specie minacciate) del Protocollo delle Aree Specialmente Protette della Convenzione di Barcellona. Le praterie di P. oceanica sono inoltre state inserite tra gli habitat prioritari nell’Annesso I della Direttiva “Habitat” EC 92/43/EEC del 21 maggio 1992 relativa alla Conservazione degli Habitat Naturali e della Fauna e della Flora Selvatiche. La Direttiva definisce questi habitat prioritari come Siti di Interesse Comunitario (SIC), la cui conservazione richiede la designazione di Aree Speciali di Conservazione. Qualsiasi intervento antropico lungo la fascia costiera, qualora in presenza di una prateria di P. oceanica nel tratto di mare antistante, deve necessariamente essere sottoposto ad una Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che verifichi l’immunità della prateria stessa all’intervento programmato. L’Annesso V della Direttiva Quadro per le Acque (WFD, 2000/60/EC) dichiara che le fanerogame marine sono da considerarsi degli elementi biologici di qualità che devono essere usate negli studi di monitoraggio ambientale per definire lo stato ecologico delle acque costiere, poiché sono altamente sensibili ai disturbi antropici (Foden e Brazier, 2007). Con queste premesse si rendono quindi necessari degli adeguati piani di monitoraggio delle praterie di P. oceanica, utili per la valutazione dello stato di salute delle praterie al fine di una corretta gestione dei SIC già riconosciuti e per la proposta di futuri SIC. Bell et al. (2001) affermano che i piani gestionali per la conservazione delle fanerogame marine dovrebbero includere una valutazione dei valori soglia per il mantenimento delle condizioni delle praterie e la stessa WFD sottolinea la necessità di individuare dei valori di riferimento per i descrittori comunemente utilizzati nella valutazione dello stato e dell’abbondanza (per esempio, densità e ricoprimento) delle fanerogame marine (Foden e Brazier, 2007). 6 I piani di monitoraggio delle praterie di P. oceanica previsti dalla Regione Liguria, comunemente utilizzati per la gestione dei SIC liguri, riportano una serie di analisi da condurre su di una prateria al fine di determinarne lo stato di conservazione (Regione Liguria, 2003). Allo stesso modo anche nelle “Metodologie analitiche di riferimento” del Ministero dell’Ambiente e della Difesa del Territorio (Cicero e Di Girolamo, 2001) si fa riferimento ad una serie di descrittori da rilevare per seguire nel tempo l’evoluzione e la vitalità di una prateria, descrittori che sono anche stati adottati dalle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente. Tra i vari descrittori proposti vengono individuati come prioritari alcuni parametri strutturali della prateria quali la densità dei fasci fogliari (sia assoluta sia relativa) ed il ricoprimento del fondo con P. oceanica viva (Buia et al., 2003; Pergent-Martini et al., 2005; Montefalcone, 2009). Vi è attualmente un crescente interesse nell’uso di indici ecologici sintetici per la valutazione dello stato di conservazione e per la gestione sostenibile degli ecosistemi naturali (Hambright et al., 2000). Gli indici ecologici possiedono infatti una serie di importanti requisiti: sono facilmente misurabili, anticipatori, integrativi e sensibili agli stress ambientali. In generale, sono in grado di “catturare la complessità di un ecosistema pur rimanendo sufficientemente semplici da essere facilmente e routinariamente monitorati” (Dale e Beyeler, 2001). Un ulteriore vantaggio legato all’utilizzo degli indici sintetici è che la loro misura non richiede la raccolta di piante; al contrario, la maggior parte dei descrittori utilizzati per determinare lo stato di salute di una prateria di P. oceanica (come ad esempio i parametri fenologici) (Pergent-Martini et al., 2005) richiedono il prelievo di campioni biologici e sono, pertanto, delle tecniche distruttive. L’Indice di Conservazione (CI) di Moreno et al. (2001) è stato il primo indice sintetico applicato ad una prateria di P. oceanica. Il CI fornisce una misura della quantità di matte morta presente all’interno di una prateria ed è un buon indicatore delle perturbazioni di origine antropica in atto su di una prateria, rappresentando quindi un utile strumento di indagine per valutare lo stato di conservazione di una prateria (Montefalcone, 2009). L’utilizzo del CI si è rivelato uno strumento adeguato per la valutazione dello stato di salute delle 7 praterie fortemente impattate della Liguria (Montefalcone et al., 2006 a, b; 2007 a, b; 2009 a), dove la maggior parte delle aree di matte morta presenti si suppone siano il risultato di disturbi indotti dall’uomo che hanno iniziato a colpire le coste liguri a partire dagli anni ’60 del XX secolo (Bianchi e Peirano, 1995; Peirano et al., 2005). L’Indice di Conservazione, però, non contempla nella sua formulazione la possibilità che le aree degradate di matte morta possano venire, nel tempo, ricolonizzate da parte dei sostituti. Per tale motivo è stato proposto l’Indice di Sostituzione (SI) (Montefalcone et al., 2006 a; Montefalcone, 2009) che permette di quantificare il grado di sostituzione di una prateria invasa da uno dei potenziali sostituti. È stato anche proposto un ulteriore indice sintetico, l’Indice di Phase Shift (PSI), al fine di misurare l’intensità del phase shift in atto all’interno di una prateria (Montefalcone et al., 2007 a; Montefalcone, 2009). Se comunque può ancora esistere una potenzialità di recupero in quelle praterie che mostrano poche e piccole aree di matte morta, una regressione a larga scala delle praterie di P. oceanica deve invece considerarsi irreversibile per lo meno su una scala di vita umana, e quindi su scala gestionale. Il recupero delle condizioni originarie potrebbe essere immaginato solo su tempi molto lunghi (secoli), qualora le perturbazioni che hanno provocato la regressione vengano completamente eliminate. L’Indice di Phase Shift può quindi essere un utile strumento gestionale poiché, oltre a misurare l’intensità del fenomeno, fornisce un valore di sintesi del livello di irreversibilità dei cambiamenti che stanno verificandosi in una prateria in regressione. Per l’Indice di Conservazione, l’Indice di Sostituzione e l’Indice di Phase Shift sono state proposte, a fianco delle scale ordinali “relative” usate fino ad ora (Moreno et al., 2001; Montefalcone et al., 2006 a), delle scale ordinali “assolute” a livello regionale (Montefalcone, 2009), che possono fornire dei valori di riferimento per quantificare lo stato di conservazione delle praterie di P. oceanica e, quindi, quei valori di riferimento richiesti anche dalla Direttiva Quadro per le Acque della Comunità Europea (WFD, Directive 2000/60/EC, Official Journal of the European Communities, L327, 22/12/2000) (Foden e Brazier, 2007). Secondo la scala assoluta proposta per il PSI, quando in una 8 prateria il phase shift è molto forte (valori di PSI maggiori di 0,5), la prateria non possiede più una reale potenzialità di recupero e deve perciò considerarsi definitivamente persa. Al contrario, le praterie che mostrano un livello del phase shift da iniziale ad avanzato (valori di PSI minori di 0,25) potrebbero anche venire negli anni recuperate interamente, nonostante la presenza di insediamenti urbani lungo la costa, grazie alla rimozione delle principali cause di disturbo e con degli specifici programmi di riforestazione. Infine, nel presente monitoraggio, è stato applicato un ulteriore indice ecologico recentemente proposto, l’indice di Frammentazione (PI) (Montefalcone et al., 2009 b), in grado di fornire una misura del livello di frammentazione di una prateria di P. oceanica. Monitorare l’evoluzione delle praterie di posidonia nel tempo è di fondamentale importanza ai fini gestionali. L’analisi diacronica, ovvero il confronto di dati su lunghe scale temporali, si è già dimostrata uno strumento efficace per la valutazione delle dinamiche temporali delle fanerogame marine (Barsanti et al., 2007, e bibliografia ivi citata). In questo piano di monitoraggio sono stati confrontati i dati raccolti in quattro differenti periodi su una pozione di prateria di P. oceanica di Bergeggi al fine di valutare i cambiamenti avvenuti negli ultimi 22 anni. Nella carta delle biocenosi marine prodotta dal DipTeRis nel 2007 ed inserita nella relazione finale (Bianchi et al., 2007) era stata riportata la distribuzione spaziale e la morfologia di tutte le praterie di P. oceanica presenti sui fondali dell’AMP “Isola di Bergeggi”. Su tale carta erano descritte tre principali praterie di P. oceanica: la prateria di fronte a Punta del Maiolo che si sviluppa a ponente verso Spotorno e che raggiunge il settore nord dell’Isola di Bergeggi, la prateria davanti alla spiaggia delle Sirene e la prateria davanti alla spiaggia di Bergeggi. Da tale carta appariva evidente lo stato di generale regressione che caratterizzava diverse porzioni delle praterie di Bergeggi, in particolare modo in corrispondenza dei limiti inferiori e superiori ed in misura ancora più marcata nelle praterie che si sviluppano davanti alla spiaggia delle Sirene ed alla spiaggia di Bergeggi. Scopo del presente piano di monitoraggio, scaturito da 9 una collaborazione tra il Comune di Bergeggi e il DipTeRis, è quindi quello di fornire indicazioni sullo stato di salute delle praterie di P. oceanica presenti sui fondali dell’AMP “Isola di Bergeggi”, al fine di creare la base di dati necessari per un monitoraggio costante nel tempo. Nel monitoraggio sono state incluse tutte e tre le principali praterie individuate sulla carta delle biocenosi marine. 10 RICHIAMO DEL PIANO DI MONITORAGGIO DELLE PRATERIE DI POSIDONIA OCEANICA DI BERGEGGI Le praterie di Posidonia oceanica oggetto del presente monitoraggio sono le tre formazioni principali presenti all’interno dei confini dell’AMP “Isola di Bergeggi” ed evidenziate sulla carta delle biocenosi marine in precedenza realizzata dal nostro gruppo di lavoro ed inserita all’interno della relazione finale presentata dal DipTeRis nel 2007 (Bianchi et al., 2007). Principale obiettivo del monitoraggio è la valutazione dello stato di salute delle praterie di P. oceanica attraverso rilevamenti in immersione subacquea e successiva elaborazione dei dati raccolti. La valutazione dello stato di salute delle praterie è stata quindi effettuata mediante l’applicazione integrata di una serie di descrittori indicativi dello stato del posidonieto, ovvero: 1 Misure di densità assoluta dei fasci fogliari 2 Stime di ricoprimento del fondo con P. oceanica viva e con matte morta 3 Calcolo della densità relativa dei fasci fogliari 4 Stime di ricoprimento del fondo con i potenziali sostituti di P. oceanica già rilevati a Bergeggi, ovvero la fanerogama marina Cymodocea nodosa e l’alga verde invasiva Caulerpa racemosa 5 Applicazione di indici ecologici sintetici indicativi dello stato del sistema, ovvero l’Indice di Conservazione (CI), l’Indice di Sostituzione (SI), l’Indice di Phase Shift (PSI) e l’Indice di Frammentazione (PI). Il piano di monitoraggio prevede inoltre la realizzazione di un transetto di profondità ortogonale permanente, in corrispondenza dell’estremità del settore orientale della prateria di Spotorno/Bergeggi, dove già esiste una serie storica di dati. Nel piano di monitoraggio sono pertanto previste 7 distinte attività che vengono di seguito sinteticamente elencate. Per maggiori dettagli sulle singole attività si faccia riferimento al relativo piano di monitoraggio ed alla relazione 11 intermedia contenente il resoconto delle attività di campo consegnata a giugno 2009. 1 Attività 1: Misure di densità assoluta dei fasci fogliari 2 Attività 2: Stime di ricoprimento del fondo con P. oceanica viva e con matte morta 3 Attività 3: Calcolo della densità relativa dei fasci fogliari 4 Attività 4: Stima del ricoprimento del fondo da parte dei potenziali sostituti di P. oceanica 5 Attività 5: Applicazione di indici ecologici sintetici indicativi dello stato del sistema, ovvero l’Indice di Conservazione (CI), l’Indice di Sostituzione (SI), l’Indice di Phase Shift (PSI) e l’Indice di Frammentazione (PI) 6 Attività 6: realizzazione del transetto di profondità ortogonale permanente 12 MATERIALI E METODI 1. PIANO DI CAMPIONAMENTO Le attività di rilevamento sono state condotte in immersione subacquea con autorespiratore ad ARA dal 4 al 5 maggio 2009. Per il monitoraggio dello stato di salute delle praterie i campionamenti sono stati effettuati in corrispondenza di 3 intervalli batimetrici: presso il limite superiore (stazioni A), nella zona centrale della prateria (stazioni B) e presso il limite inferiore (stazioni C). Sono stati individuati 4 siti distribuiti nelle porzioni principali di prateria presenti nell’AMP “Isola di Bergeggi”: prateria di fronte a Punta del Maiolo (sito 1 Punta Maiolo), prateria davanti alla spiaggia delle Sirene (sito 2 Sirene), prateria davanti alla spiaggia di Bergeggi (sito 3 Bergeggi), prateria presente nel versante occidentale dell’Isola di Bergeggi (sito 4 Isola). Nel sito 4 i campionamenti sono stati condotti esclusivamente nella stazione presso il limite superiore della prateria. In totale sono state quindi individuate 10 stazioni (Figura 1) indicate con le seguenti sigle: Sito 1 (Punta Maiolo), stazione presso il limite superiore: A1 Sito 1 (Sirene), stazione nella zona centrale: B1 Sito 1 (Bergeggi), stazione presso il limite inferiore: C1 Sito 2 (Punta Maiolo), stazione presso il limite superiore: A2 Sito 2 (Sirene), stazione nella zona centrale: B2 Sito 2 (Bergeggi), stazione presso il limite inferiore: C2 Sito 3 (Punta Maiolo), stazione presso il limite superiore: A3 Sito 3 (Sirene), stazione nella zona centrale: B3 Sito 3 (Bergeggi), stazione presso il limite inferiore: C3 Sito 4 (Isola), stazione presso il limite superiore: A4 13 PRATERIE P.TA MAIOLO SIRENE BERGEGGI ISOLA 1 2 3 4 B3 A4 SITI PROFONDITÀ A1 B1 C1 A2 B2 C2 A3 REPLICHE: QUADRATI i......v ................................................................... LIT i....iv ................................................................... Figura 1. Schema del disegno di rilevamento adottato nel piano di monitoraggio delle praterie di Posidonia oceanica nell’AMP “Isola di Bergeggi”. 2. DESCRITTORI UTILIZZATI ED ELABORAZIONE DEI DATI Densità assoluta Le misure di densità dei fasci fogliari sono state effettuate in corrispondenza delle 10 stazioni di campionamento. I conteggi di densità sono effettuati dai ricercatori subacquei dopo aver lasciato cadere, in modo casuale al di sopra della prateria, una cornice quadrata di 40 cm × 40 cm, in un numero di repliche per ogni stazione pari a 5. La densità assoluta è stata poi espressa come numero dei fasci presenti su ogni m2 di fondo ed i valori medi di densità assoluta per stazione (10 valori) sono stati successivamente classificati secondo gli stadi previsti da Giraud (1977) e da Pergent et al. (2005). 14 Ricoprimento del fondo Le stime di ricoprimento del fondo (in percentuale) di Posidonia oceanica, dei sostituti (Caulerpa racemosa) e di matte morta utili per il calcolo degli indici sintetici ecologici sono state registrate nelle 10 stazioni di campionamento. La metodica utilizzata è quella dei transetti ad intersezione lineare (Line Intercept Transect o LIT) (Montefalcone, 2009), che sono stati realizzati mediante una cima centimetrata della lunghezza pari a 25 m stesa sul fondo in direzione parallela alla linea di costa. La direzione del transetto viene mantenuta attraverso una bussola subacquea. Sono stati effettuati 4 LIT per ciascuna stazione posizionati in maniera casuale e distanziati di circa 10 m l’uno dall’altro, per un totale di 40 LIT nell’intera area del monitoraggio. Per ciascun LIT veniva annotata su una lavagnetta in PVC l’intercetta al centimetro più vicino che corrisponde al punto dove l’attributo cambia al di sotto della cima. Per ogni LIT la lunghezza di ciascun attributo (Lx) è data dalla distanza che intercorre tra due intercette registrate e viene calcolata per sottrazione. I valori di ricoprimento del fondo in percentuale (R%) di ciascun attributo lungo ciascun transetto sono stati calcolati utilizzando la seguente formula (Bianchi et al., 2003): R% = ∑ (Lx / 25 · 100) Densità relativa La densità relativa è stata calcolata in ciascuna stazione rapportando i valori di densità assoluta dei fasci fogliari ai valori di ricoprimento percentuale del fondo con P. oceanica stimati visivamente in corrispondenza di ciascuna stazione (Romero, 1986). I valori medi di densità assoluta ottenuti in ciascuna delle 10 stazioni sono stati quindi moltiplicati per i valori di ricoprimento del fondo con P. oceanica. 15 Per le porzioni più superficiali delle praterie della Liguria (presenti a profondità minori di 10 m), poiché maggiormente soggette ad un notevole grado di pressione antropica, la Regione Liguria ha proposto di introdurre un fattore di correzione finalizzato ad un maggiore grado di tutela. Il fattore di correzione viene quindi applicato ai valori di ricoprimento del fondo (R) secondo la seguente formula (Regione Liguria, 2003): R corretto = R + R (100 - R)/100 Ai valori di ricoprimento del fondo con posidonia ottenuti nelle stazioni posizionate a batimetrie inferiori ai 10 m è stato pertanto applicato tale fattore di correzione ed è stato successivamente calcolato il nuovo valore di densità relativa. Tali valori sono infine stati classificati secondo la classificazione proposta dalla Regione Liguria (Tab. 1) che individua, in funzione del fattore batimetrico, tre stati di salute della prateria: prateria in uno stato di conservazione non soddisfacente, prateria in uno stato di conservazione soddisfacente, prateria in uno stato di conservazione eccezionale. 16 Tabella 1. Classificazione della densità (fasci · m-2) di Posidonia oceanica in base al numero di fasci fogliari per m2 in funzione della profondità (Regione Liguria, 2003). Profondità Stato di Stato di Stato di (m) conservazione non conservazione conservazione soddisfacente soddisfacente eccezionale 0-3 < 550 da 550 a 900 > 900 3,01 - 5 < 420 da 420 a 700 > 700 5,01 - 7 < 330 da 330 a 600 > 600 7,01 - 10 < 240 da 240 a 500 > 500 10,01 - 14 < 160 da 160 a 400 > 400 14,01 - 18 < 90 da 90 a 350 > 350 18,01 - 23 < 30 da 30 a 280 > 280 Oltre 23 < 10 da 10 a 200 > 200 Indici ecologici Per ciascun LIT i valori di ricoprimento del fondo con P. oceanica, con matte morta e con i sostituti hanno permesso di calcolare una serie di indici ecologici sintetici quali l’Indice di Conservazione (CI), l’Indice di Sostituzione (SI) e l’Indice di Phase Shift (PSI) (Montefalcone, 2009). Pertanto sono stati ottenuti un totale di 40 valori per ciascuno dei 3 indici all’interno dell’area prevista per il monitoraggio. Il CI (Moreno et al., 2001) misura l’abbondanza relativa di matte morta rispetto a posidonia viva e viene calcolato mediante la formula CI = P / (P + D), dove P è la percentuale di ricoprimento del fondo con posidonia viva mentre D è la percentuale di ricoprimento del fondo con matte morta. I valori medi di CI ottenuti per ciascuna stazione (10 valori) sono stati classificati secondo la scala 17 assoluta recentemente proposta da Montefalcone (2009) che prevede 5 livelli di qualità per classificare lo stato delle praterie, in analogia con la Direttiva Quadro per le Acque (WFD) della Comunità Europea: 1) CI < 0,3: pessimo stato di conservazione 2) 0,3 < CI < 0,5 escluso: cattivo stato di conservazione 3) 0,5 <CI < 0,7 escluso: moderato stato di conservazione 4) 0,7 < CI < 0,9 escluso: buono stato di conservazione 5) CI ≥ 0,9: elevato stato di conservazione Il SI (Montefalcone, 2009) misura il grado di sostituzione di P. oceanica da parte delle specie sostitutrici ed è espresso dalla formula SI = S / (P + S), dove P è la percentuale di ricoprimento del fondo con P. oceanica mentre S è la percentuale di ricoprimento del fondo con i sostituti (in questo caso Caulerpa racemosa). I valori medi di SI ottenuti per ciascuna stazione (10 valori) sono stati classificati secondo la scala assoluta proposta da Montefalcone (2009) che prevede 5 livelli di qualità: 1) SI < 0,1: limitata sostituzione 2) 0,1 < SI < 0,25 escluso: bassa sostituzione 3) 0,25 <SI < 0,4 escluso: moderata sostituzione 4) 0,4 < SI < 0,7 escluso: significativa sostituzione 5) SI ≥ 0,7: elevata sostituzione Il PSI (Montefalcone, 2009) misura l’intensità del phase shift in atto all’interno di una prateria (Montefalcone et al., 2007 a) ed è espresso dalla formula: 18 PSI = {[D/(P+D) · 1]+[Cr/(P+Cr) · 5]}/6 dove D è la percentuale di ricoprimento del fondo con matte morta, P è la percentuale di ricoprimento del fondo con P. oceanica viva e Cr di Caulerpa racemosa. La formula è stata semplificata rispetto alla sua formulazione originaria in quanto nelle praterie di Bergeggi è stata riscontrato solo C. racemosa come sostituto. I valori medi di PSI ottenuti per ciascuna stazione (10 valori) sono stati classificati secondo la scala assoluta proposta da Montefalcone (2009) che prevede 5 livelli di qualità: 1) PSI < 0,08: stadio iniziale del phase shift 2) 0,08 < PSI 0,16 escluso: basso phase shift 3) 0,16 < PSI < 0,25 escluso: moderato phase shift 4) 0,25 < PSI < 0,5 escluso: significativo phase shift 5) PSI ≥ 0,5: forte phase shift Per ciascun LIT è stato anche calcolato un quarto indice ecologico che è l’Indice di Frammentazione (PI), che fornisce informazioni sul grado di frammentazione dell’habitat (Montefalcone et al., 2009 b). Per il calcolo di PI vengono contate il numero delle chiazze di P. oceanica presenti all’interno di ciascun LIT e, pertanto, anche per il PI sono stati ottenuti un totale di 40 valori per l’intera area. La formula per il calcolo del PI è la seguente: PI = (n/L) · 100, dove n è il numero delle chiazze di P. oceanica presenti in un LIT e L è la lunghezza del transetto in metri (in questo caso pari a 25 m). 19 Transetto permanente Il transetto di profondità ortogonale permanente realizzato in corrispondenza dell’estremità del settore orientale della prateria di Spotorno/Bergeggi (davanti al tratto di spiaggia rientrante nel Comune di Bergeggi) (Sito Tp) è stato posizionato in corrispondenza di un settore di prateria dove già esiste una serie storica di dati: dati del 1987 (Vetere e Pessani, 1989), dati del 1992 (Sandulli et al., 1994) e dati del 2004 (Montefalcone et al., 2007 c). Il transetto di profondità è stato realizzato in immersione subacquea. Partendo da un punto prestabilito verso riva è stata stesa sul fondo una cima metrata ogni 5 m fino al limite inferiore della prateria, seguendo la direzione prestabilita di 150°N con una bussola subacquea. I ricercatori subacquei, durante la percorrenza del transetto così steso, hanno registrato sulla lavagnetta subacquea in PVC la distanza lungo la cima e la profondità dove gli attributi di interesse cambiano (es. Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa, Caulerpa racemosa, matte morta, sabbia e roccia). I dati così ottenuti sono stati successivamente elaborati in un profilo grafico (realizzato mediante i software AutoCad ® e Corel Draw ®) dove è rappresentato l’andamento del fondale in corrispondenza del transetto e la relativa morfologia della prateria. Sono state calcolate le abbondanze relative di ciascun attributo sul transetto e queste sono state infine confrontate con i dati ricavati nei tre periodi di indagine della serie storica (1987, 1992 e 2004). 20 RISULTATI 1. Descrittori strutturali Si faccia riferimento ai dati riportati nell’allegato 1 alla fine della presente relazione per i valori dei dati strutturali registrati durante le attività di campo. Densità assoluta I valori medi di densità assoluta dei fasci fogliari di Posidonia oceanica ottenuti in ognuna delle 10 stazioni di campionamento sono riportati in figura 2. Il valore minimo di densità assoluta è stato registrato in corrispondenza delle stazioni C1 e C2 (208 ± 33 fasci m-2 e 208 ± 25 fasci m-2 rispettivamente) mentre il valore massimo in corrispondenza della stazione A4 (372 ± 161 fasci m-2). Tutte le stazioni superficiali mostrano dei valori di densità assoluta superiori rispetto alle stazioni intermedie e profonde, risultato legato alla fisiologica riduzione del parametro densità con il fattore batimetrico, tranne la stazione A2 dove sono stati registrati valori simili a quelli delle stazioni profonde. 21 600 500 fasci m ‐2 400 300 200 100 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 2: valori medi (+ s.d.) della densità assoluta dei fasci fogliari di Posidonia oceanica in ognuna delle 10 stazioni di campionamento. E’ stato calcolato il valore medio di densità assoluta dei fasci fogliari per fascia batimetrica (Figura 3). Dal grafico appare evidente la fisiologica riduzione di tale descrittore con la profondità. 22 fasci m ‐2 400 350 300 250 200 150 100 50 0 INF INT SUP Figura 3: valori medi (+ d.s.) della densità assoluta dei fasci fogliari di Posidonia oceanica per fascia batimetrica (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). Classificando i valori di densità assoluta secondo Giraud (1977) e secondo Pergent et al. (1995) si ottengono i risultati riportati in tabella 2. Entrambe le classificazioni adottate mostrano con chiarezza lo stato di elevata sofferenza della prateria in tutte le stazioni di campionamento. La classificazione di Giraud (1977) identifica tutte le stazioni con densità che varia da rada a molto rada. La classificazione di Pergent et al. (1995), che prende in considerazione anche il fattore batimetrico, individua in tutte le stazioni una condizione di densità bassa o anormale, ovvero una situazione di prateria disturbata o molto disturbata (Buia et al., 2003), ad eccezione della stazione C1 sul limite inferiore dove le densità normali individuano una porzione di prateria in equilibrio. 23 Tabella 2: classificazione dei valori di densità assoluta secondo Giraud (1977) e secondo Pergent et al. (1995). Stazioni Profondità Densità assoluta Classificazione Classificazione (m) (media ± d.s.) Giraud Pergent A1 8,5 315 ± 38 Rada Densità bassa B1 13 257 ± 35 Molto rada Densità bassa C1 19,6 208 ± 33 Molto rada Densità normale A2 5 212 ± 26 Molto rada Densità anormale B2 9,3 297 ± 37 Molto rada Densità bassa C2 15,3 208 ± 25 Molto rada Densità bassa A3 5 315 ± 81 Rada Densità anormale B3 8 237 ± 81 Molto rada Densità anormale C3 11 225 ± 55 Molto rada Densità bassa A4 7,5 372 ± 161 Rada Densità bassa Ricoprimento del fondale I valori di ricoprimento del fondale con Posidonia oceanica viva in ognuna delle 10 stazioni di campionamento sono riportati in figura 4. Il valore più basso è stato rilevato in corrispondenza della stazione A1 (60 %) mentre valori di ricoprimento pari al 100 % sono stati registrati nelle stazioni C1, C3, A3, A4. Il ricoprimento mostra un andamento molto discontinuo tra le diverse stazioni di campionamento e tra le diverse profondità. Analizzando i valori medi di ricoprimento per fascia batimetrica (Figura 5) è possibile osservare che tutte e tre le profondità sono caratterizzati da valori medi superiori all’80 %. 24 % 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 4: valori di ricoprimento del fondo con Posidonia oceanica viva in ognuna delle 10 stazioni di campionamento. 100 80 % 60 40 20 0 INF INT SUP Figura 5: valori medi (+ d.s.) di ricoprimento del fondale con Posidonia oceanica per fascia batimetrica (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). 25 Densità relativa I valori medi di densità relativa dei fasci fogliari di Posidonia oceanica ottenuti in ognuna delle 10 stazioni di campionamento sono riportati in figura 6 ed in tabella 2. Essendo i valori di ricoprimento del fondo con P. oceanica viva spesso inferiori al 100 %, in corrispondenza di 6 stazioni i valori di densità relativa si discostano da quelli di densità assoluta. Il valore minimo di densità relativa è stato registrato in corrispondenza della stazione A2 (138 ± 17 fasci m-2), mentre il valore massimo in corrispondenza della stazione A4 (372 ± 161 fasci m-2). Differentemente dai dati di densità assoluta, i dati di densità relativa non mostrano la tendenza alla riduzione in relazione al fattore batimetrico. Classificando i valori di densità relativa (Tab. 3) si può osservare come la stazione A1 passi da rada a molto rada secondo Giraud (1977) e la densità da bassa ad anormale secondo Pergent et al. (1995); la stazione A2 passa da molto rada a semiprateria mentre la stazione B2 da densità bassa ad anormale. 600 500 fasci m ‐2 400 300 200 100 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 6: valori medi (+ s.d.) della densità relativa dei fasci fogliari di Posidonia oceanica in ognuna delle 10 stazioni di campionamento. 26 I valori di densità relativa ottenuti sono stati infine classificati secondo la classificazione proposta dalla Regione Liguria (2003). Secondo tale classificazione la metà delle stazioni di campionamento mostra uno stato di conservazione non soddisfacente, in particolare nei siti 2 e 3 in corrispondenza delle porzioni superficiali ed intermedie delle praterie. 27 Tabella 3: classificazione dei valori di densità relativa secondo Giraud (1977), secondo Pergent et al. (1995) e secondo i criteri della Regione Liguria (2003). In neretto sono indicate le stazioni dove i valori di densità relativa sono differenti da quelli di densità assoluta. NS = stato di conservazione non soddisfacente; S = stato di conservazione soddisfacente. Stazioni Prof. (m) Densità Classificazione Classificazione Classificazione relativa Giraud Pergent Regione (media ± d.s.) A1 8,5 189 ± 22 Molto rada Densità anormale NS B1 13 206 ± 28 Molto rada Densità bassa S C1 19,6 208 ± 33 Molto rada Densità normale S A2 5 138 ± 17 Semiprateria Densità anormale NS B2 9,3 238 ± 30 Molto rada Densità anormale NS C2 15,3 156 ± 19 Molto rada Densità bassa S A3 5 315 ± 81 Rada Densità anormale NS B3 8 201 ± 69 Molto rada Densità anormale NS C3 11 225 ± 55 Molto rada Densità bassa S A4 7,5 372 ± 161 Rada Densità bassa S Correggendo i valori di ricoprimento inferiori al 100 % con il fattore di correzione previsto per le stazioni a profondità inferiore ai 10 m (Regione Liguria, 2003) si ottengono i dati corretti di ricoprimento (Figura 7) e i dati corretti di densità relativa (Figura 8). Anche questi ultimi sono quindi stati classificati secondo la classificazione della Regione (Tab. 4). Le stazioni A1 e B2, applicando al 28 calcolo delle densità relative i valori di ricoprimento corretti, passano da uno stato di conservazione non soddisfacente a soddisfacente. In questo modo viene garantito a tali stazioni un maggiore grado di tutela. Le stazioni A2 e B3 mantengono inalterato la classificazione del loro stato di conservazione. 100 90 80 % 70 60 50 40 30 20 10 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 7: valori corretti di ricoprimento del fondale con Posidonia oceanica viva in ognuna delle 10 stazioni di campionamento. In verde brillante sono indicate le stazioni dove è stato applicato il fattore di correzione. 29 600 500 fasci m ‐2 400 300 200 100 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 8: valori corretti di densità relativa in ognuna delle 10 stazioni di campionamento. In azzurro più scuro sono indicate le stazioni dove è stato corretto il valore di densità relativa. 30 Tabella 4: valori di densità relativa corretti e classificazione secondo i criteri della Regione Liguria (2003). In neretto sono indicate le stazioni dove i valori di densità relativa sono stati corretti e dove la classificazione è risultata differente. NS = stato di conservazione non soddisfacente; S = stato di conservazione soddisfacente. Stazioni Prof. (m) Densità Classificazione Classificazione Classificazione relativa Giraud Pergent Regione (media ± d.s.) A1 8,5 264 ± 32 Molto rada Densità anormale S B1 13 206 ± 28 Molto rada Densità bassa S C1 19,6 208 ± 33 Molto rada Densità normale S A2 5 186 ± 23 Semiprateria Densità anormale NS B2 9,3 285 ± 36 Molto rada Densità anormale S C2 15,3 156 ± 19 Molto rada Densità bassa S A3 5 315 ± 81 Rada Densità anormale NS B3 8 201 ± 69 Molto rada Densità anormale NS C3 11 225 ± 55 Molto rada Densità bassa S A4 7,5 372 ± 161 Rada Densità bassa S 31 2. Indici ecologici Si faccia riferimento all’allegato 2 presente alla fine della relazione per i valori di ricoprimento dei singoli attributi calcolati per ciascun LIT ed utilizzati per il calcolo degli indici. Indice di Conservazione Il grafico in figura 9 mostra l’andamento dei valori medi dell’Indice di Conservazione (CI) ottenuti in ciascuna delle 10 stazioni di campionamento. I valori di CI più alti corrispondono a porzioni di prateria con un maggiore stato di conservazione. In generale non sono mai stati registrati alti valori di CI, ad indicare una costante presenza di vaste di aree di matte morta in corrispondenza di tutte le stazioni. Il valore medio più alto di CI è stato ottenuto nella stazione A1 (0,8 ± 0,25), mentre il valore più basso (0,29 ± 0,3) in corrispondenza della stazione A3. 32 1 0.9 0.8 0.7 CI 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 9: valori medi (+ d.s.) di CI in ciascuna delle 10 stazioni di campionamento. I valori di CI sono stati classificati secondo la scala di classificazione assoluta proposta da Montefalcone (2009) (Figura 10). La stazione A1 è l’unica che presenta un buono stato di conservazione (classe 4). La maggior parte delle stazioni presenta un moderato stato di conservazione (classe 3), ad esclusione delle stazioni A2 e B3 che mostrano un cattivo stato di conservazione (classe 2) e della stazione A3 che mostra un pessimo stato di conservazione (classe 1). Le stazioni superficiali (A) sono quelle che, tendenzialmente, mostrano un più basso stato di conservazione. La prateria del sito 1 (Punta Maiolo) e quella del sito 4 (Isola) mostrano uno stato di conservazione maggiore rispetto alle altre due praterie del sito 2 (Sirene) e del sito 3 (Bergeggi). 33 5 4 3 CI 2 1 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 10: appartenenza alle 5 classi del valore medio di CI ottenuto in tutte le 10 stazioni di campionamento. Calcolando i valori medi di CI per fascia batimetrica (Figura 11) e classificando tali valori con la scala assoluta (Figura 12) è possibile osservare come le porzioni superficiali di prateria mostrino un minore stato di conservazione (0,51 ± 0,22); ciononostante tutte e tre le fasce batimetriche risultano classificate in un moderato stato di conservazione (classe 3). 34 1.00 0.90 0.80 0.70 0.60 CI 0.50 0.40 0.30 0.20 0.10 0.00 INF INT SUP Figura 11: valore medio (+ d.s.) di CI ottenuto nelle tre fasce batimetriche (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). 5 4 3 CI 2 1 0 INF INT SUP Figura 12: appartenenza alle 5 classi del valore medio (+ d.s.) di CI ottenuto nelle tre fasce batimetriche) (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). 35 Indice di Sostituzione Nelle praterie di Bergeggi è stato trovato solo uno dei potenziali sostituti di Posidonia oceanica, ovvero l’alga verde invasiva Caulerpa racemosa. Il grafico in figura 13 mostra l’andamento dei valori medi dell’Indice di Sostituzione (SI) ottenuti in ciascuna delle 10 stazioni di campionamento. SI individua porzioni di prateria dove il sostituto è presente e dove la matte morta è stata ricolonizzata dal medesimo sostituto; viceversa, bassi valori o valori nulli di SI individuano porzioni di prateria dove il sostituto è solo occasionale o totalmente assente. C. racemosa è stata osservata solo in corrispondenza della stazione A3 (0,54 ± 0,47), dove ha ricolonizzato le vaste aree di matte morta presenti: proprio nella stazione A3 sono stati registrati i più bassi valori di CI ed è stato riscontrato un pessimo stato di conservazione. SI 1 0.9 0.8 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 13: valori medi (+ d.s.) di SI in ciascuna delle 10 stazioni di campionamento. I valori di SI sono stati classificati secondo la scala di classificazione assoluta proposta da Montefalcone (2009) (Figura 14). La stazione A3 è l’unica a presentare una moderata sostituzione (classe 3). Tutte le restanti stazioni non 36 presentano sostituzione (classe 1). La prateria nel sito 3 (spiaggia di Bergeggi) è quindi l’unica interessata dal fenomeno di sostituzione. 5 4 3 SI 2 1 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 14: appartenenza alle 5 classi del valore medio di SI ottenuto in tutte le 10 stazioni di campionamento. Indice di Phase Shift (PSI) La presenza di aree di matte morta e la loro successiva ricolonizzazione da parte dei sostituti (in questo caso C. racemosa) ha portato ad una cambiamento di fase nell’ecosistema delle praterie di Posidonia oceanica di Bergeggi, indicato con il termine di phase shift. L’intensità di tale fenomeno è stata misurata in ciascuna stazione di campionamento ed in ognuna delle tre fasce batimetriche attraverso l’Indice di Phase Shift. Il grafico in figura 15 mostra chiaramente come in tutte le stazioni, a causa della costante presenza di aree di matte morta e talvolta dei sostituti, il fenomeno di phase shift sia iniziato. I valori più alti dell’indice sono stati registrati in corrispondenza della stazione A3 (0,57 ± 0,44). Tutte le restanti stazioni 37 mostrano valori molto più bassi e simili tra loro. Il valore più basso di PSI è stato registrato in corrispondenza della stazione A1 (0,03 ± 0,04). 1 0.9 0.8 0.7 0.6 PSI 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 15: valori medi (+ d.s.) di PSI in ciascuna delle 10 stazioni di campionamento. I valori medi di PSI sono stati classificati secondo la scala di classificazione assoluta proposta da Montefalcone (2009) (Figura 16). La stazione A3 è l’unica che presenta un forte phase shift (classe 5). La maggior parte delle stazioni presentano uno stadio iniziale del phase shift (classe 1), ad esclusione delle stazioni A2, B3 e A4 che mostrano un basso phase shift (classe 2). Ancora una volta la prateria del sito 1 (Punta Maiolo) è quella che mostra un livello di phase shift minore rispetto alle altre praterie. Calcolando i valori medi di PSI per fascia batimetrica (Figura 17) e classificando tali valori con la scala assoluta (Figura 18) è possibile osservare come le porzioni superficiali di prateria mostrino i più alti valori di PSI (0,2 ± 0,25), ad indicare un phase shift moderato. Le restanti fasce batimetriche (intermedia e profonda) presentano invece uno stadio iniziale del phase shift (classe 1). 38 5 4 3 PSI 2 1 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 16: appartenenza alle 5 classi del valore medio di PSI ottenuto in tutte le 10 stazioni di campionamento. 0.50 0.45 0.40 0.35 0.30 PSI 0.25 0.20 0.15 0.10 0.05 0.00 INF INT SUP Figura 17: valore medio (+ d.s.) di PSI ottenuto nelle tre fasce batimetriche (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). 39 5 4 3 PSI 2 1 0 INF INT SUP Figura 18: appartenenza alle 5 classi del valore medio (+ d.s.) di PSI ottenuto nelle tre fasce batimetriche (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). Indice di Frammentazione Dal grafico in figura 19 è possibile osservare come esista una forte variabilità nei valori di frammentazione tra le varie stazioni e soprattutto tra le tre fasce batimetriche. Il valore di PI più alto è stato registrato nella stazione C1 (14 ± 6,9), dove il limite inferiore della prateria in corrispondenza di Punta del Maiolo (sito 1) è risultato particolarmente frammentato da numerose chiazze di matte morta e di sabbia, seguito poi dalla stazione C2 dove ancora una volta è il limite inferiore della prateria della spiaggia delle Sirene (sito 2) a presentare i più alti livelli di frammentazione. I valori più bassi di PI sono stati registrati in corrispondenza della stazione B3 (3 ± 3,8). Questi bassi valori di frammentazione nella prateria della spiaggia di Bergeggi (sito 3) sono legati al fatto che il fondo è soprattutto caratterizzato da matte morta e sabbia e la prateria è presente in poche e piccole chiazze molto degradate. 40 Analizzando i valori medi di PI per fascia batimetrica (Figura 20) si evidenza come la fascia profonda delle praterie, in corrispondenza del limite inferiore, sia quella caratterizzata dai più alti gradi di frammentazione mentre la fascia superficiale sia quella con i valori più bassi di PI. 25 20 15 PI 10 5 0 C1 B1 A1 C2 B2 A2 C3 B3 A3 A4 Figura 19: valori medi (+ d.s.) di PI in ciascuna delle 10 stazioni di campionamento. 41 20 15 PI 10 5 0 INF INT SUP Figura 20: valori medi (+ d.s.) di PI nelle tre fasce batimetriche (INF = fascia profonda sul limite inferiore; INT = fascia intermedia; SUP = fascia superficiale sul limite superiore). 3. Transetto permanente In corrispondenza dell’estremità del settore orientale della prateria di Spotorno/Bergeggi (davanti al tratto di spiaggia rientrante nel Comune di Bergeggi) (Sito Tp) è stato realizzato il transetto di profondità ortogonale permanente, posizionato in corrispondenza di un settore di prateria dove già esiste una serie storica di dati (1987, 1992 e 2004). Dal profilo rappresentato in figura 21 si osserva come il primo tratto del transetto, dalla linea di riva fino alla batimetrica di circa 6,5 m, sia caratterizzato da sabbia grossolana (Foto 1). Il limite superiore della prateria di Posidonia oceanica si posiziona a 7 m, ad una distanza di circa 70 m dalla linea di riva. Il limite superiore è di tipo netto in regressione, con aree di matte morta in corrispondenza del limite con ricoprimenti inferiori al 20 % (Foto 2). La prateria 42 prosegue verso il fondo con ricoprimenti sempre elevati (>80%) ed è continua (Foto 3), talvolta è interrotta da piccole chiazze di sabbia e da canali intermatte (Foto 4) e da chiazze di matte morta il cui ricoprimento non supera mai il 40 % (Foto 5). La prateria si sviluppa sempre su di un fondale di matte. In corrispondenza delle chiazze di sabbia o dei canali intermatte è stato possibile misurare lo spessore della matte pari a circa 30-40 cm. In molte zone della prateria sono stati osservati rizomi ortotropi (Foto 6) e plagiotropi (Foto 7) notevolmente scalzati. Alla profondità di 9 m la prateria viene interrotta da un grosso canale di sabbia (Foto 8), per poi riprendere omogenea e continua a partire dai 10 m. La prateria termina alla profondità di 20 m con un limite inferiore di tipo netto in regressione (Foto 9). Oltre tale limite il fondo è caratterizzato da matte morta fino alla profondità di 26 m dove è stato concluso il transetto (Foto 10). Nelle vicinanze del limite inferiore sono stati osservati isolotti testimoni di P. oceanica viva tra la matte morta (Foto 11). Non è mai stata rilevata la presenza di Caulerpa racemosa sulla matte morta. La lunghezza totale della prateria costa-largo è di circa 410 m. 43 Figura 21: profilo del transetto permanente descritto nella prateria di Bergeggi durante il monitoraggio del 2009. 44 Foto 1: fondale di sabbia che caratterizza il primo tratto del transetto dalla linea di riva fino alla batimetrica di circa 6,5 m (foto M. Montefalcone). 45 Foto 2: limite superiore della prateria di P. oceanica di tipo netto in regressione (foto M. Montefalcone). 46 Foto 3: prateria continua con alti ricoprimenti (>80%) (foto M. Montefalcone). 47 Foto 4: canale intermatte che interrompe la prateria (foto M. Montefalcone). 48 Foto 5: chiazza di matte morta all’interno della prateria (foto M. Montefalcone). 49 Foto 6: rizomi ortotropi scalzati (foto M. Montefalcone). 50 Foto 7: rizomi plagiotropi scalzati (foto M. Montefalcone). 51 Foto 8: grosso canale di sabbia che interrompe la prateria alla profondità di 9 m (foto M. Montefalcone). 52 Foto 9: limite inferiore di tipo netto in regressione (foto M. Montefalcone). 53 Foto 10: fondo caratterizzato da matte morta presente oltre il limite inferiore fino alla profondità di 26 m (foto M. Montefalcone). 54 Foto 11: isolotti testimoni di P. oceanica viva tra la matte morta presenti nelle vicinanze del limite inferiore (foto M. Montefalcone). 55 Nella descrizione del 1987 (Vetere e Pessani, 1989) (Figura 22) gli Autori rilevavano, dopo un primo tratto caratterizzato da grossi ciottoli, il limite superiore della prateria ad una profondità di 7,1 m ed a circa 80 m di distanza dalla costa. P. oceanica formava un mosaico con la matte morta ed erano inoltre presenti diverse chiazze di C. nodosa tra gli 8 e i 10 m di profondità. La matte si interrompeva con un gradino di circa 1 m di altezza. Seguiva un ampio canale intermatte orientato nella stessa direzione dello stretto che separava Punta del Maiolo dall’isola. A 11 m ricominciava la porzione di prateria su matte più estesa che proseguiva fino a circa 500 m dalla costa fino ad una profondità di 19 m. Anche in questa zona era presente un mosaico di prateria viva e morta. La matte era sovente interrotta da canali intermatte. Dopo i 19 m la prateria diventava rada su di un fondo sabbioso fino al limite inferiore che era posto a 20,5 m. Era stata inoltre osservata la presenza di matte morta, al di sotto della sabbia, oltre il limite per una distanza lineare di circa 40 m, fino alla profondità di 22 m. Nella descrizione del 1992 (Sandulli et al., 1994) (Figura 23) gli Autori rilevavano una prateria ininterrotta tra gli 8 e i 20 m di profondità, per una distanza totale costa-largo di 380 m. Il limite superiore era posto a 160 m dalla costa ed era preceduto da un fondale di sabbia e da un piccolo prato di C. nodosa. Per la maggior parte della sua estensione la prateria era continua ed omogenea con ricoprimenti intorno al 90 %; talvolta erano stati osservati canali intermatte. Il limite inferiore era posto a 20 m dove P. oceanica formava delle piccole chiazze tra la sabbia. Nella descrizione del 2004 (Montefalcone et al., 2007 c) (Figura 24) gli Autori rilevavano un primo tratto caratterizzato da ciottoli e sabbia ricoperta da un prato di C. nodosa attorno ai 5-6 m di profondità. Il limite superiore della prateria era posizionato ad una profondità di 8 m ed a circa 75 m di distanza dalla costa. La prateria proseguiva verso il fondo con ricoprimenti generalmente superiori al 80%, interrotta talvolta da canali di sabbia e da aree di matte morta interamente ricolonizzate da C. racemosa fino ai 10 m di profondità circa. Oltre tale profondità la prateria mostrava una struttura più compatta ed omogenea, con ricoprimenti del fondo pari al 100 %. A 13 m era presente un grosso canalone di 56 sabbia. La prateria finiva alla profondità di 20,6 m con un limite inferiore di tipo netto in regressione. Oltre tale limite il fondo era caratterizzato esclusivamente da matte morta interamente ricoperta da C. racemosa fino alla batimetria di 25 m dove era stato concluso il transetto. 57 Figura 22: profilo del transetto permanente descritto nella prateria di Bergeggi da Vetere e Pessani (1989). 58 Figura 23: profilo del transetto permanente descritto nella prateria di Bergeggi da Sandulli et al. (1994). 59 Figura 24: profilo del transetto permanente descritto nella prateria di Bergeggi da Montefalcone et al. (2007 c). 60 In figura 25 sono riportate le misure, espresse come percentuale dei metri lineari occupati da ciascuno degli attributi sulla lunghezza dell’intero transetto, dei vari attributi rilevati lungo il transetto permanente in ciascuno dei 4 periodi di campionamento. Effettuando il confronto diacronico dei dati è possibile evidenziare che, tra i dati registrati nel 1987, nel 1992 e nel 2004 esistano notevoli differenze (Tab. 5). Nel 1987, infatti, gli Autori rilevavano come attributi dominanti P. oceanica viva e matte morta, mentre negli anni successivi l’attributo di gran lunga dominante era diventato P. oceanica. Nella descrizione del 1992, la roccia tende a scomparire e la matte morta si riduce di oltre il 25 % in soli 5 anni. Tra il 1992 ed il 2004 si osserva un forte incremento della quantità di matte morta, con conseguente diminuzione di P. oceanica e la comparsa cospicua di C. racemosa solo nel rilevamento del 2004, con una estensione lineare pari alla metà di quella di P. oceanica. Confrontando i dati rilevati nel 2004 con quelli del 2009 le uniche differenze sostanziali riscontrate sono la totale scomparsa di C. nodosa e di C. racemosa nell’ultimo rilevamento. Una tendenza alla regressione da parte di C. nodosa era del resto già stata evidenziata dal confronto dei dati tra il 1992 ed il 2004. I metri lineari di transetto coperti da sabbia rimangono inalterati, quelli con matte morta aumentano di circa 30 m ma anche quelli di posidonia viva aumentano di circa 24 m dopo cinque anni. Per quanto riguarda la profondità e la distanza dalla linea di riva del limite superiore e la profondità del limite inferiore non si osservano notevoli differenze tra i quattro periodi considerati. 61 Figura 25: percentuale dei metri lineari occupati da ciascuno degli attributi descritti nel transetto permanente condotto sulla prateria di Bergeggi nel 1987, 1992, 2004, 2009. 62 Tabella 5: confronto dei dati registrati (espressi in metri lineari e in % sulla lunghezza dell’intero transetto) nel transetto permanente descritto nella prateria di Bergeggi durante i quattro diversi periodi di rilevamento. Lunghezza transetto 1987 1992 2004 2009 600 m 600 m 600 m 600 m Roccia 80 m (13,4 %) 12,2 m (2 %) 5 m (0,8 %) Sabbia 81,5 m (13,6 %) 135,8 m (22,6 %) 94 m (15,6 %) Matte morta 176 m (29,3%) 25 m (4,2 %) 145,8 m (24,3 %) 176 m (29,3 %) P. oceanica 247,5 m (41,2 %) 367 m (61,2 %) 306,2 m (51 %) 95 m (15,7 %) 330 m (55 %) 158,8 m (26,6 %)* C. racemosa 60 m (10 %) 30 m (5 %) Distanza dalla costa del 80 m limite superiore 160 m 75 m 70 m Profondità del limite 7,1 m superiore 8m 8m 7m Profondità del 20,5 m limite inferiore 20 m 20,6 m 20 m C. nodosa 15 m (2,5 %) * C. racemosa è presente, oltre che su sabbia, anche sopra la matte morta e la somma dei metri lineari dei vari attributi supera pertanto il valore massimo di 600 m. 63 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE I risultati ottenuti dall’analisi dei descrittori strutturali (densità assoluta, densità relativa e ricoprimento del fondo) evidenziano il generale stato di sofferenza delle praterie di Posidonia oceanica presenti sui fondali dell’AMP “Isola di Bergeggi”. I valori di densità assoluta in tutti i siti monitorati identificano praterie rade o molto rade. Prendendo in considerazione anche il fattore batimetrico, le praterie risultano quasi sempre in una condizione di densità bassa o anormale, densità che rispecchiano situazioni di praterie disturbate o molto disturbate. Solo la stazione posizionata sul limite inferiore del sito 1 (Punta del Maiolo) mostra densità normali che individuano così una limitata porzione di prateria in equilibrio. Prendendo in considerazione i valori di densità relativa in molte stazioni di campionamento, caratterizzate da valori di ricoprimento del fondo con P. oceanica viva minori del 100 %, i valori di densità si riducono ulteriormente. Risulta significativa la situazione della stazione posta sul limite superiore del sito 2 (spiaggia delle Sirene) dove la prateria passa da molto rada a semiprateria. Classificando i valori di densità relativa secondo la classificazione proposta dalla Regione Liguria la metà delle stazioni di campionamento mostra uno stato di conservazione non soddisfacente, soprattutto in corrispondenza delle porzioni superiori ed intermedie delle praterie nel sito 2 (spiaggia delle Sirene) e nel sito 3 (spiaggia di Bergeggi). Applicando successivamente il fattore di correzione, solo le stazioni A1 e B2 passano da uno stato di conservazione non soddisfacente a soddisfacente, che ne garantisce così un maggiore grado di tutela. Anche i risultati dell’applicazione degli indici ecologici confermano lo stato di avanzata regressione delle praterie di Bergeggi. Le classificazioni dei valori dell’Indice di Conservazione, dell’Indice di Sostituzione e dell’Indice di Phase Shift secondo le scale assolute proposte per la Liguria permettono di valutare lo stato di qualità dell’habitat in conformità con le indicazioni fornite dalla Direttiva Quadro per le Acque (WFD). Applicando l’Indice di Conservazione solo la stazione sul limite superiore del sito 1 (Punta del Maiolo) presenta un buono 64 stato di conservazione. La maggior parte delle porzioni di prateria nella fascia intermedia e profonda presentano invece un moderato stato di conservazione mentre le porzioni di prateria sul limite superiore nel sito 2 (spiaggia delle Sirene) e nel sito 3 (spiaggia di Bergeggi) mostrano un cattivo o un pessimo stato di conservazione. Tra i potenziali sostituti di P. oceanica solo Caulerpa racemosa è stata trovata a Bergeggi e solo in corrispondenza della porzione superficiale di prateria altamente degradata nel sito della spiaggia di Bergeggi (sito 3). Tutte le restanti porzioni di prateria non presentano sostituzione. Rilevamenti in immersione subacquea effettuati su queste praterie nel 2004 avevano evidenziato una cospicua presenza di C. racemosa che aveva ricolonizzato tutte le aree di matte morta rilevate (con ricoprimenti sulla matte morta spesso pari al 100%). Contrariamente da quanto previsto, i risultati del presente monitoraggio sembrano quindi indicare una tendenza alla regressione di tale sostituto. Risulta quindi estremamente necessario un monitoraggio costante nel tempo al fine di verificare la reale evoluzione di questa specie invasiva. L’Indice di Phase Shift ha evidenziato, infine, come in tutte le praterie di Bergeggi il fenomeno del cambiamento di fase sia iniziato e, in alcuni casi, sia forte (in corrispondenza sempre della porzione superficiale di prateria nel sito della spiaggia di Bergeggi). Il cambiamento di fase è essenzialmente legato alla regressione generalizzata di tutte le praterie di Bergeggi, ed in minima parte anche dalla ricolonizzazione delle aree di matte morta con C. racemosa in una porzione limitata di prateria. Ad esclusione della porzione superficiale di prateria nel sito della spiaggia di Bergeggi, dove gli alti valori del PSI lasciano intravedere il rischio di una irreversibilità del fenomeno di cambiamento di fase e di un recupero delle condizioni naturali non più immaginabile su scale di tempo gestionali, in tutte le restanti porzioni di praterie i valori di PSI ottenuti suggeriscono una concreta potenzialità di recupero, anche se in tempi lunghi, qualora le fonti di disturbo che possono avere causato tale regressione venissero completamente eliminate e qualora la tendenza alla regressione di C. racemosa venisse mantenuta nel tempo. 65 L’analisi diacronica condotta sul transetto permanente ha evidenziato come le differenze emerse tra il 1987 ed il 1992, cioè la scomparsa pressoché totale sia di matte morta sia di roccia, appaiano inverosimili e possano essere prevalentemente spiegate da errori nel posizionamento del transetto, effettuato tramite mire a terra prese da rilevatori differenti nei due anni. La presenza nel 2004 di uno dei ricercatori che aveva partecipato ai rilievi del 1992 dovrebbe invece aver permesso di ridurre al minimo l’errore legato al posizionamento del transetto. La diminuzione di P. oceanica viva e l’aumento di matte morta riscontrate tra il 1992 ed il 2004 possono pertanto essere imputate ad una reale regressione subita dalla prateria in questi dodici anni. Nel 2004 la matte morta era quasi interamente ricolonizzata da C. racemosa (Montefalcone et al., 2007 c). I rilevamenti condotti durante il presente monitoraggio hanno evidenziato un sostanziale mantenimento delle condizioni della prateria negli ultimi 5 anni ma hanno altresì dimostrato la totale scomparsa nel 2009 (per lo meno in corrispondenza di questo settore di prateria) del prato di Cymodocea nodosa davanti alla spiaggia e di C. racemosa sulle aree di matte morta. La tendenza alla regressione del prato di C. nodosa era già stata evidenziata dai dati del 2004. Per quanto riguarda la profondità e la distanza dalla linea di riva del limite superiore e la profondità del limite inferiore non si osservano notevoli differenze in questi 22 anni di osservazioni. L’insieme di questi risultati, se da un lato conferma l’efficacia dell’analisi diacronica per seguire l’evoluzione nel tempo delle praterie marine, dall’altro mette in guardia sulla difficoltà di utilizzare dati rilevati con tecniche di posizionamento non sufficientemente precise. Il posizionamento tramite GPS effettuato nel 2004 e nel 2009 dovrebbe consentire, nei monitoraggi futuri, di mettere in evidenza solo quelle differenze che riflettono reali cambiamenti nell’ecosistema. Essendo l’AMP “Isola di Bergeggi” di recente istituzione sarà necessario monitorare nel tempo gli effetti della protezione sui principali ecosistemi marini presenti, in modo particolare per quegli habitat prioritari quali sono le praterie di P. oceanica. Recenti osservazioni sulle praterie di posidonia della Liguria hanno evidenziato come molte praterie presenti all’interno di AMP, sia in quelle di recente istituzione sia in quelle istituite da più tempo, presentino bassi stati di 66 conservazione, del tutto paragonabili a praterie sviluppate in aree costiere fortemente urbanizzate (Montefalcone et al., 2009 a). Tale inaspettato risultato sottolinea ancora di più la necessità di proteggere tali habitat prioritari soprattutto all’interno delle AMP e di monitorarne costantemente lo stato di salute. Nell’AMP “Isola di Bergeggi” l’habitat praterie di posidonia, oltre ad occupare porzioni di territorio molto vaste, presenta vulnerabilità elevata secondo RAC SPA. La buona qualità dei risultati del presente monitoraggio costituisce quindi la base di dati sullo stato di salute delle praterie di P. oceanica nell’AMP “Isola di Bergeggi” necessari per le future comparazioni: la ripetizione a scadenze regolari (possibilmente annuali) del monitoraggio costituirà infatti il principale approccio per valutare l’efficacia della gestione dell’Area Marina Protetta. L’Indice di Conservazione, l’Indice di Sostituzione, l’Indice di Frammentazione e l’Indice di Phase Shift rappresentano degli efficienti strumenti di misura dell’integrità di una prateria di P. oceanica e devono pertanto essere utilizzati nei piani di monitoraggio delle praterie, in alternativa ad alcune delle metodiche comunemente adottate che richiedono il prelievo delle piante oppure in aggiunta ad esse. L’analisi dei parametri strutturali della prateria ed il confronto diacronico forniscono inoltre degli strumenti di indagine aggiuntivi ed adeguati per una valutazione concreta dell’evoluzione nel tempo delle praterie di Bergeggi. 67 BIBLIOGRAFIA Barsanti M., Delbono I., Ferretti O., Peirano A., Bianchi C. N., Morri C., 2007. Measuring change of Mediterranean coastal biodiversity: diachronic mapping of the meadow of the seagrass Cymodocea nodosa (Ucria) Ascherson in the Gulf of Tigullio (Ligurian Sea, NW Mediterranean). Hydrobiologia, 580: 35-41. Bianchi C. N., Morri C., Parravicini V., Rovere A., 2007. Realizzazione di cartografia tematica sull’ambiente marino costiero di Bergeggi ed elaborazione di un piano di monitoraggio. Relazione finale. Aree Protette di Bergeggi, Bergeggi. Bianchi C. N., Peirano A., 1995. Atlante delle fanerogame marine della Liguria: Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa. ENEA, Centro Ricerche Ambiente Marino, La Spezia, 146 pp. Bianchi C. 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M., Panayotidis P., Peirano A., Pergent G., Piazzi L., Pirrotta M., Relini G., Romero J., Sanchez-Lizaso J. L., Semroud R., Shembri P., Shili A., Tomasello A., Velimirov B., 2005. Descriptors of Posidonia oceanica meadows: use and application. Ecological Indicators, 5: 213-230. Regione Liguria, 2003. Criteri per la valutazione degli impatti diretti e indiretti sugli Habitat naturali marini – art. 16 l.r. 38/98. Bollettino Ufficiale della Regione Liguria, Anno XXXIV, N° 31, parte II: 2161-2169. Romero J., 1986. Note sur une méthode d’évaluation de la densité des faisceaux dans les herbiers de Posidonies. Rapports de la Commission International pour l’Exploration Scientifique de la Mer Méditerranee, 30 (2): 1-266. Sandulli R., Bianchi C. N., Cocito S., Morgigni M., Sgorbini S., Silvestri C., Morri C., Peirano A., 1994. Status of some Posidonia oceanica meadows on the Ligurian coast influenced by the “Haven” oil spill. 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RELATIVA CORRETTO CORRETTA 206,3 212,5 262,5 175,0 187,5 33,4 5,4 208,8 33,5 100,0 0,0 208,8 33,5 40 35 43 38 50 250,0 218,8 268,8 237,5 312,5 80 80 80 80 80 200,0 175,0 215,0 190,0 250,0 41,2 5,7 257,5 35,7 80,0 0,0 206,0 28,6 52 60 44 47 49 325,0 375,0 275,0 293,8 306,3 60 60 60 60 60 195,0 225,0 165,0 176,3 183,8 84 84 84 84 84 273,0 315,0 231,0 246,8 257,3 50,4 6,1 315,0 38,2 60,0 0,0 189,0 22,9 84,0 0,0 264,6 32,1 72 ALLEGATO 1: dati dei descrittori strutturali rilevati nel sito 2 durante le attività di campo ed elaborazione. SITO PROFONDITA' STAZIONE 2 DENSITÀ 40X40 C2 36 30 37 36 28 15,3 MEDIE D.S. 2 9,3 B2 MEDIE D.S. 2 5 A2 MEDIE D.S. DENSITÀ RICOPRIMENTO ASSOLUTA 225,0 75 187,5 75 231,3 75 225,0 75 175,0 75 DENSITÀ RIC. RELATIVA CORRETTO 168,8 140,6 173,4 168,8 131,3 DENS. REL. CORRETTA 33,4 4,1 208,8 25,6 75,0 0,0 156,6 19,2 44 40 48 50 56 275,0 250,0 300,0 312,5 350,0 80 80 80 80 80 220,0 200,0 240,0 250,0 280,0 96 96 96 96 96 264,0 240,0 288,0 300,0 336,0 47,6 6,1 297,5 37,9 80,0 0,0 238,0 30,3 96,0 0,0 285,6 36,4 38 28 31 36 37 237,5 175,0 193,8 225,0 231,3 65 65 65 65 65 154,4 113,8 125,9 146,3 150,3 88 88 88 88 88 208,4 153,6 170,0 197,4 202,9 34,0 4,3 212,5 26,9 65,0 0,0 138,1 17,5 87,8 0,0 186,5 23,6 73 ALLEGATO 1: dati dei descrittori strutturali rilevati nel sito 3 durante le attività di campo ed elaborazione. SITO PROFONDITA' STAZIONE 3 11 C3 MEDIE D.S. 3 8 B3 MEDIE D.S. 3 5 A3 MEDIE D.S. DENSITÀ 40X40 32 29 51 37 31 DENSITÀ RICOPRIMENTO ASSOLUTA 200,0 100 181,3 100 318,8 100 231,3 100 193,8 100 DENSITÀ RIC. DENS. REL. RELATIVA CORRETTO CORRETTA 200,0 181,3 318,8 231,3 193,8 36,0 8,9 225,0 55,6 100,0 0,0 225,0 55,6 57 27 38 43 25 356,3 168,8 237,5 268,8 156,3 85 85 85 85 85 302,8 143,4 201,9 228,4 132,8 98 98 98 98 98 348,2 165,0 232,2 262,7 152,7 38,0 13,0 237,5 81,3 85,0 0,0 201,9 69,1 97,8 0,0 232,2 79,4 51 67 36 39 59 318,8 418,8 225,0 243,8 368,8 100 100 100 100 100 318,8 418,8 225,0 243,8 368,8 60 60 60 60 60 191,3 251,3 135,0 146,3 221,3 50,4 13,1 315,0 81,9 100,0 0,0 315,0 81,9 60,0 0,0 189,0 49,2 74 ALLEGATO 1: dati dei descrittori strutturali rilevati nel sito 4 durante le attività di campo ed elaborazione. SITO PROFONDITA' STAZIONE 4 7,5 A4 MEDIE D.S. DENSITÀ 40X40 36 28 70 84 80 DENSITÀ ASSOLUTA 225,0 175,0 437,5 525,0 500,0 RICOPRIMENTO 100 100 100 100 100 DENSITÀ RELATIVA 225,0 175,0 437,5 525,0 500,0 59,6 25,9 372,5 161,6 100,0 0,0 372,5 161,6 75 RIC. CORRETTO DENS. REL. CORRETTA ALLEGATO 2: dati rilevati durante la descrizione dei LIT nel sito 1 nelle attività di campo ed elaborazione delle percentuali di ricoprimento. P = Posidonia oceanica; S = sabbia; R = roccia; MM = matte morta; C.r. = Caulerpa racemosa. SITO 1 LIT STAZIONE PROF. (m) m LINEARI ATTRIBUTO LUNGHEZZA (m) RICOPR. % 1 C1 19,4 0,0 P 19,2 6,2 MM 6,2 24,8 15,2 P 9,0 36,0 15,9 MM 0,7 2,8 17,0 P 1,1 4,4 17,4 MM 0,4 1,6 18,8 19,9 P 2,5 10,0 20,2 MM 0,3 1,2 19,0 25,0 P 4,8 19,2 2 19,7 19,7 19,3 19,3 0,0 1,5 2,1 2,9 3,5 13,2 14,3 18,8 20,6 25,0 P P MM P MM P MM P MM P TOT 100,0 1,5 0,6 0,8 0,6 9,7 1,1 4,5 1,8 4,4 6,0 2,4 3,2 2,4 38,8 4,4 18,0 7,2 17,6 TOT 100,0 76 %P 30,4 16,4 %S %R %MM %C.r. tot 69,6 100 83,6 100 N° CHIAZZE 5 5 3 18,2 18,1 18,1 18,5 4 1 18,9 19,0 19,1 19,1 B1 13,2 13,4 13,3 2 13,5 13,6 13,4 13,3 0,0 5,0 6,0 25,0 0,0 9,8 11,0 25,0 0,0 0,1 5,6 25,0 0,0 6,5 8,8 10,5 11,4 25,0 P MM P MM P MM P P P MM P P P P MM P MM P 5,0 1,0 19,0 20,0 4,0 76,0 TOT 100,0 9,8 1,2 14,0 39,2 4,8 56,0 TOT 100,0 0,1 5,5 19,4 0,4 22,0 77,6 TOT 100,0 6,5 2,3 1,7 0,9 13,6 26,0 9,2 6,8 3,6 54,4 77 97,0 3,0 100 2 95,2 4,8 100 2 78,0 22,0 100 2 38,8 61,2 100 3 3 14,0 13,7 13,7 13,7 14,1 13,8 13,5 13,5 4 1 14,1 13,8 13,8 13,6 13,5 13,1 13,5 A1 0,0 4,7 5,0 7,0 9,0 16,0 18,0 25,0 0,0 1,4 4,0 9,0 19,0 22,0 25,0 0,0 1,1 5,1 10,9 11,8 17,5 P MM P MM P MM P P MM P MM P MM P P MM MM P MM S MM TOT 100,0 4,7 0,3 2,0 2,0 7,0 2,0 7,0 18,8 1,2 8,0 8,0 28,0 8,0 28,0 TOT 100,0 1,4 2,6 5,0 10,0 3,0 3,0 5,6 10,4 20,0 40,0 12,0 12,0 TOT 100,0 1,1 4,0 5,8 0,9 5,7 6,3 22,9 33,1 5,1 32,6 78 82,8 17,2 100 4 62,4 37,6 100 3 33,1 32,6 34,3 99,7 1 2 8,5 8,7 9,0 9,3 9,5 3 4 7,4 7,7 7,4 7,3 7,3 7,6 7,8 8,3 0,0 7,5 9,7 13,8 18,2 21,4 25,0 0,0 5,0 15,0 25,0 0,0 7,0 14,0 25,0 P P MM P MM P MM P R P R P R P P TOT 100,0 7,5 2,2 4,1 4,4 3,2 3,6 30,0 8,8 16,4 17,6 12,8 14,4 TOT 100,0 5,0 10,0 10,0 20,0 40,0 40,0 TOT 100,0 7,0 7,0 11,0 28,0 28,0 44,0 TOT 100,0 79 70,8 29,2 100 3 60,0 40,0 100 2 72,0 28,0 100 2 ALLEGATO 2: dati rilevati durante la descrizione dei LIT nel sito 2 nelle attività di campo ed elaborazione delle percentuali di ricoprimento. P = Posidonia oceanica; S = sabbia; R = roccia; MM = matte morta; C.r. = Caulerpa racemosa. SITO 2 LIT STAZIONE PROF. (m) m LINEARI ATTRIBUTO LUNGHEZZA (m) RICOPR. % 1 C2 P 15,6 0,0 P 3,8 3,8 15,2 MM 15,8 5,9 2,1 8,4 P 9,9 4,0 16,0 S 11,4 1,5 6,0 P 15,4 12,8 1,4 5,6 S 23,2 10,4 41,6 P 15,3 25,0 1,8 7,2 2 15,7 15,8 16,0 16,0 15,5 0,0 0,5 4,2 12,2 13,5 14,5 15,3 17,6 18,0 20,2 21,4 24,1 25,0 P P MM P MM P MM P MM S P MM P TOT 100,0 0,5 3,7 8,0 1,3 1,0 0,8 2,3 0,4 2,2 1,2 2,7 0,9 2,0 14,8 32,0 5,2 4,0 3,2 9,2 1,6 8,8 4,8 10,8 3,6 TOT 100,0 80 %P %S %R %MM %C.r. tot 71,2 12,8 16,0 100 37,6 4,8 57,6 100 N° CHIAZZE 4 6 3 15,1 15,2 15,5 4 1 15,2 15,0 14,9 15,4 15,3 15,3 B2 9,2 9,1 9,3 2 8,9 8,7 0,0 16,0 25,0 0,0 3,0 8,0 21,4 23,3 25,0 0,0 5,2 7,8 20,0 21,1 25,0 0,0 1,4 4,8 P S S MM S MM MM P P S S P S P S P P MM 16,0 9,0 64,0 36,0 TOT 100,0 3,0 5,0 13,4 1,9 1,7 12,0 20,0 53,6 7,6 6,8 TOT 100,0 5,2 2,6 12,2 1,1 3,9 20,8 10,4 48,8 4,4 15,6 TOT 100,0 1,4 3,4 5,6 13,6 81 64,0 36,0 14,4 20,0 65,6 25,2 74,8 42,8 23,6 57,2 100 1 100 1 100 2 100 2 9,1 9,2 3 11,0 11,7 11,4 11,1 10,6 4 1 10,5 10,0 9,7 8,7 A2 5,3 5,1 5,2 19,1 25,0 0,0 7,2 16,0 22,0 25,0 0,0 15,0 17,0 25,0 0,0 5,5 6,3 10,2 12,1 15,8 25,0 P P S P S P P S MM P P S S P S MM P P 14,3 5,9 57,2 23,6 TOT 100,0 7,2 8,8 6,0 3,0 28,8 35,2 24,0 12,0 TOT 100,0 15,0 2,0 8,0 60,0 8,0 32,0 TOT 100,0 5,5 0,8 3,9 1,9 3,7 9,2 22,0 3,2 15,6 7,6 14,8 36,8 TOT 100,0 82 47,2 52,8 100 2 32,0 60,0 8,0 100 1 52,4 25,2 22,4 100 2 2 5,1 5,4 5,0 5,2 3 4 0,0 8,2 13,7 14,3 16,2 17,7 25,0 P P MM S P MM MM 8,2 5,5 0,6 1,9 1,5 7,3 32,8 22,0 2,4 7,6 6,0 29,2 TOT 100,0 4,1 4,5 0,0 25,0 S S 25,0 100,0 5,1 5,3 5,2 5,3 5,4 5,2 5,4 0,0 5,0 5,5 8,0 17,3 23,0 25,0 MM S MM S MM P P 5,0 0,5 2,5 9,3 5,7 2,0 20,0 2,0 10,0 37,2 22,8 8,0 TOT 100,0 38,8 7,6 53,6 100,0 83 8,0 39,2 52,8 100 2 100 0 100 1 ALLEGATO 2: dati rilevati durante la descrizione dei LIT nel sito 3 nelle attività di campo ed elaborazione delle percentuali di ricoprimento. P = Posidonia oceanica; S = sabbia; R = roccia; MM = matte morta; C.r. = Caulerpa racemosa. SITO 3 LIT STAZIONE PROF. (m) m LINEARI ATTRIBUTO LUNGHEZZA (m) RICOPR. % 1 C3 P 10,3 25,0 P 26,3 1,3 5,2 MM 28,6 2,3 9,2 P 10,9 32,3 3,7 14,8 MM 33,6 1,3 5,2 P 43,5 9,9 39,6 MM 11,0 50,0 6,5 26,0 2 3 4 TOT 100,0 10,7 10,4 0,0 25,0 P P 25,0 100,0 19,7 9,9 0,0 25,0 S S 25,0 100,0 9,9 11,0 10,8 10,8 0,0 21,0 23,0 25,0 S MM P P 21,0 2,0 2,0 84,0 8,0 8,0 TOT 100,0 84 %P %S 45,4 %R %MM %C.r. 54,6 100,0 100,0 8,0 84,0 8,0 tot N° CHIAZZE 100 3 100 1 100 0 100 1 1 B3 6,6 6,5 6,4 6,5 6,1 2 6,8 6,3 6,5 6,6 3 7,9 7,6 7,0 6,8 25,0 27,1 29,6 33,5 35,0 43,1 44,0 49,1 50,0 0,0 3,6 3,9 10,3 17,1 23,8 25,0 0,0 4,5 8,0 25,0 S S MM S MM S MM S S P P MM P S MM MM S MM P P 2,1 2,5 3,9 1,5 8,1 0,9 5,1 0,9 8,4 10,0 15,6 6,0 32,4 3,6 20,4 3,6 TOT 100,0 3,6 0,3 6,4 6,8 6,7 1,2 14,4 1,2 25,6 27,2 26,8 4,8 TOT 100,0 4,5 3,5 17,0 18,0 14,0 68,0 TOT 100,0 85 31,6 68,4 100 0 42,6 26,8 30,6 100 2 68,0 18,0 14,0 100 1 4 1 A3 6,9 7,3 0,0 25,0 S S 25,0 100,0 100,0 4,5 25,0 32,6 37,6 50,0 MM+C.r. MM+C.r. S MM+C.r. 7,6 5,0 12,4 30,4 20,0 49,6 49,6 50,4 25,2 125,2 0 TOT 100,0 5,5 3,4 1,3 3,9 2,5 1,7 1,1 3,5 2,1 22,0 13,6 5,2 15,6 10,0 6,8 4,4 14,0 8,4 8,4 36,4 3,4 103,4 3 TOT 100,0 25,0 100,0 100 1 4,0 2 5,0 5,2 5,4 4,5 3 6,7 6,5 0,0 5,5 8,9 10,2 14,1 16,6 18,3 19,4 22,9 25,0 0,0 25,0 P P P MM P MM+C.r. P MM S MM S S 86 55,2 100,0 100 0 4 6,5 5,7 9,4 0,0 18,0 25,0 MM+C.r. P P 18,0 7,0 72,0 28,0 TOT 100,0 87 28,0 72,0 36,0 136 1 ALLEGATO 2: dati rilevati durante la descrizione dei LIT nel sito 4 nelle attività di campo ed elaborazione delle percentuali di ricoprimento. P = Posidonia oceanica; S = sabbia; R = roccia; MM = matte morta; C.r. = Caulerpa racemosa. SITO 4 LIT STAZIONE PROF. (m) m LINEARI ATTRIBUTO LUNGHEZZA (m) RICOPR. % 1 A4 MM 7,4 25,0 MM 26,2 1,2 4,8 S 7,1 29,9 3,7 14,8 P 31,9 2,0 8,0 S 7,3 32,7 0,8 3,2 P 34,8 2,1 8,4 S 35,9 1,1 4,4 P 7,3 40,2 4,3 17,2 MM 7,5 50,0 9,8 39,2 2 6,4 6,8 7,2 7,4 3 7,6 7,4 7,6 0,0 9,3 10,6 18,7 25,0 0,0 18,0 25,0 P P MM S P MM P P TOT 100,0 9,3 1,3 8,1 6,3 37,2 5,2 32,4 25,2 TOT 100,0 18,0 7,0 72,0 28,0 TOT 100,0 88 %P %S %R %MM %C.r. tot N° CHIAZZE 3 46,8 33,6 19,6 100 42,4 25,2 32,4 100 2 28,0 72,0 100 1 4 7,0 7,0 0,0 25,0 S S 25,0 89 100,0 100,0 0