procedura
PROTESICA
2015
per sistema implantare
Proc. 02/10-12 May 01, 2015
SISTEMA IMPLANTARE EXACONE® LEONE • procedura protesica
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AVVERTENZA
La Procedura Protesica descritta nelle seguenti pagine per l’utilizzo dei prodotti del sistema implantare EXACONE® Leone è rivolta a professionisti
esperti del settore.
Qualora si ritenga di non possedere le nozioni appropriate, si consiglia di frequentare corsi specifici al fine di raggiungere un elevato grado di conoscenza
e di pratica dell’uso dei sistemi implantari. Le norme di utilizzo descritte costituiscono un insieme di istruzioni standard che devono essere adattate alle
singole esigenze ed alle particolari situazioni che si presentano in base alla manualità, all’esperienza e alla diagnosi effettuata dal medico legalmente
abilitato. Inoltre, l’uso del prodotto e la procedura seguita sono al di fuori del controllo del produttore. La responsabilità del corretto ed appropriato utilizzo degli strumenti e dei prodotti del Sistema Implantare EXACONE® Leone è quindi a carico dell’utilizzatore. La prassi suggerita ha valore meramente
indicativo essendo ogni singolo caso concreto demandato alla professionalità dell’operatore. Come ogni operatore sa perfettamente, inoltre, anche una
corretta prassi ed una perfetta realizzazione del dispositivo talora possono essere seguiti da un risultato non soddisfacente per circostanze non ascrivibili
a responsabilità dell’operatore o della ditta produttrice.
PREMESSA
La tecnica protesica del sistema implantare EXACONE® Leone è analoga a quella utilizzata sui denti naturali.
Per la preparazione del moncone e la realizzazione della protesi definitiva su impianti è possibile seguire una “Tecnica Diretta” o una “Tecnica Indiretta”.
La Tecnica Diretta consiste nell’inserimento del moncone direttamente in bocca al paziente e nella sua lavorazione in situ. La presa dell’impronta e la
preparazione della protesi avvengono seguendo la stessa metodica utilizzata per i monconi di denti naturali.
La Tecnica Indiretta consiste nella presa dell’impronta con l’inserimento del transfer all’interno degli impianti per riprodurre l’esatta posizione sul
modello di gesso. L’impronta ed i transfer vengono inviati al laboratorio odontotecnico dove si realizzeranno i monconi, l’eventuale provvisorio, a giudizio
dell’odontoiatra, per l’ulteriore condizionamento e per l’applicazione di un carico progressivo, e la protesi definitiva.
ATTENZIONE: nel caso di correzioni di notevole disparallelismo tra impianti e quindi utilizzo degli appositi monconi, si consiglia di seguire la tecnica
indiretta.
Per la realizzazione di protesi provvisorie sono disponibili i monconi temporanei.
Per ogni piattaforma implantare (standard, large e slim) sono disponibili monconi cilindrici e per il recupero del disparallelismo.
Per la piattaforma standard sono disponibili monconi anatomici diritti e angolati.
Per la realizzazione di protesi rimovibili su impianti sono a disposizione i monconi a testa sferica e monconi per protesi avvitata adatti per la realizzazione
di overdenture su barra.
Per la realizzazione di protesi avvitate sono a disposizione gli appositi monconi.
Per la scelta del moncone più appropriato per il caso in esame sono disponibili due kit di monconi di prova, uno specifico per i monconi anatomici e
uno per tutti i rimanenti monconi.
ATTENZIONE: si ricorda di istruire il paziente sulle precauzioni da prendere dopo l’installazione della protesi implantare per evitare complicazioni e peggioramenti nelle prestazioni del dispositivo: assicurare una buona igiene orale ed effettuare controlli periodici.
La stesura della Procedura Chirurgica e della Procedura Protesica è stata realizzata con il prezioso contributo del Dr. Leonardo Targetti a cui va il nostro ringraziamento.
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1) TECNICA INDIRETTA: PRESA DELL’IMPRONTA
1.1 Dopo aver rimosso il tappo di guarigione,
inserire il transfer corrispondente all’impianto ed alla piattaforma scelta. Dopo aver
trovato l’ingaggio esagonale, esercitare una
pressione sopra il transfer in modo da accertarsi del suo completo inserimento.
1.2 Presa dell’impronta con pasta unica
o con due paste (con tecnica mono o bifasica). Nel caso di presa dell’impronta con
due paste ed in due fasi, dopo aver rilevato
la prima impronta senza transfer si crea una
sede adeguata nel materiale per rilevare
la seconda impronta di precisione con una
pasta ribasante light.
1.3 Il transfer rimane nell’impronta grazie
alle ritenzioni.
Ove ciò non avvenga la sua specifica forma
ne facilita il riposizionamento nell’impronta.
1.4 Invio dell’impronta al laboratorio odontotecnico e posizionamento di un tappo di
guarigione sull’impianto secondo le procedure già illustrate in precedenza.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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2) TECNICA INDIRETTA: PREPARAZIONE DEL MODELLO DI GESSO
2.1 Verifica dell’esatta posizione del transfer sull’impronta ed eventuale riposizionamento.
2.2 Verificare la corrispondenza delle dimensioni e del codice colore indicati sulle superfici dell’analogo e del transfer. Per la realizzazione di modelli con gengiva di silicone,
si consiglia l’utilizzo dell’analogo lungo.
Inserimento dell’analogo sul transfer grazie all’esagono di posizionamento presente
sul transfer. Esercitare una lieve pressione
sull’analogo fino al completo inserimento.
2.3 ATTENZIONE: l’analogo deve essere
completamente inserito per evitare errori
nella realizzazione del modello di gesso.
2.4 Inserimento del pin sull’analogo.
L’accoppiamento tra i due elementi avviene
tramite un’interferenza conica, pertanto non
necessita di ulteriori metodi di fissaggio.
2.5 Posizionamento di una pallina di cera
sull’estremità del pin. La posizione della
pallina indicherà la presenza del pin qualora
quest’ultimo non fuoriuscisse dal modello di
gesso. In questa fase è possibile l’utilizzo di
un materiale resinoso morbido per la simulazione dei tessuti molli sul modello di gesso.
Colatura del materiale che simula la gengiva
attorno alla zona dell’analogo.
2.6 Colatura del gesso facendo attenzione
che la posizione del pin non subisca variazioni.
2.7 Dopo che il gesso ha fatto presa, rimozione con cura del modello dall’impronta
e verifica dell’assenza di imperfezioni. Il
transfer grazie al suo design particolarmente
ritentivo rimane all’interno dell’impronta.
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Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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2.8 Squadratura del modello di gesso fino
all’esposizione della cera sopra il pin.
2.9 Eventuale allargamento del gesso intorno al pin se il varco creato
dalla pallina di cera non è sufficientemente grande da permettere
l’estrazione del pin.
2.10 Estrazione del pin dal modello di gesso con una pinza da laboratorio. In
tal modo viene creato un canale di accesso posteriore all’analogo.
2.11 Risultato finale: modello di gesso con l’analogo inserito nell’esatta posizione dell’impianto in bocca al paziente.
3) TECNICA INDIRETTA: PREPARAZIONE DEL MONCONE
3.1 Con l’ausilio dei monconi di prova (pagg. 15 e 28) scegliere il moncone
idoneo ed inserirlo nell’analogo con l’applicazione di una forza impulsiva
(battere sopra leggermente con un martellino), ponendo attenzione a trovare
l’ingaggio nell’esagono interno, per la verifica delle dimensioni e pianificazione delle successive modifiche.
3.2 Inserimento dell’apposita asta per rimozione monconi sul fondo
del modello tramite il canale di accesso precedentemente creato.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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3.3 Battuta con un martellino e conseguente
estrazione del moncone dall’analogo.
3.4 Inconamento del moncone sull’apposito
manico per monconi, ponendo attenzione a
trovare l’ingaggio nell’esagono interno.
Il manico agevola la fresatura del moncone
evitando danni sullo stesso nonché problemi
di surriscaldamento e prese non stabili.
3.5 Prima fase di fresatura del moncone sul
manico per monconi.
I monconi del sistema implantare EXACONE®
Leone, grazie alla particolare qualità del
titanio utilizzato ed al loro design (monconi
pieni), permettono un facile adattamento
sia in laboratorio che in bocca al paziente.
Particolarmente indicati per eseguire questo
tipo di lavoro sono i dischi per separazione
e le frese di carburo di tungsteno a taglio
incrociato.
3.6 Estrazione del moncone dal manico.
Il manico è dotato di uno speciale pulsante
che permette una semplice e rapida espulsione del moncone.
3.7 Inserzione del moncone semilavorato
nell’analogo e applicazione di una forza
impulsiva. Se necessario, rifinitura del moncone sul modello di gesso con fresatore
parallelometro.
3.8 Inserimento dell’apposita asta per rimozione monconi sul fondo del modello tramite
il canale di accesso precedentemente creato. Battuta con un martellino e conseguente
estrazione del moncone dall’analogo.
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Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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ATTENZIONE: nel caso di monconi angolati, fare una tacca in
asse al cono che diventerà la sede per l’apposito percussore
o asta con martelletto. Tramite questa tacca si effettuerà una
corretta percussione del moncone sull’impianto. Nel caso dei
monconi anatomici la tacca in asse al cono è già presente sul
pezzo. La percussione sui monconi anatomici e sui monconi
inclinati su cui si sia ricavata la tacca dovrà essere eseguita
con l’apposita punta piatta Cat.156-1008-06, facendo atten-zione a inclinare lo strumento lungo l’asse dell’impianto. In
caso contrario la punta potrebbe non trovare il giusto appoggio
sulla tacca e scivolare lateralmente.
Per ottenere una connessione permanente si consiglia di effet-tuare almeno 2 percussioni consecutive.
3.9 Ceratura, fusione e prova della cappetta o della travata
metallica sui monconi che saranno contrassegnati con i numeri relativi alla posizione e con un segno dal lato vestibolare.
Realizzazione di un provvisorio.
Invio dei monconi e delle cappette o delle travate metalliche e
del provvisorio allo studio medico.
4) TECNICA INDIRETTA: SCELTA, UTILIZZO E POSIZIONAMENTO
DEI MONCONI ANATOMICI EXACONE® 360°
4.1 Evidenziare le diverse inclinazioni degli impianti inserendo negli analoghi le aste (incluse nella
confezione) oppure gli appositi monconi di prova.
4.2 Scelta, dal kit di monconi di prova
EXACONE® 360° (Cat.160-0001-03), del
moncone più appropriato al caso specifico.
In questo modo è possibile ordinare il moncone selezionato.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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4.3 Nel moncone anatomico EXACONE® 360° l’esagono apicale è inserito ma non è connesso
in maniera permanente: ciò consente un posizionamento libero a 360° sul modello. Allo stato
di fornitura la connessione conica autobloccante fra l’esagono e il moncone non è stata
attivata, quindi l’esagono può ruotare rispetto al moncone stesso.
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4.4 Inserimento, con una lieve pressione, del moncone nell’analogo corrispondente sul modello, ponendo
attenzione a trovare l’ingaggio nell’esagono interno.
Attenzione: non inserire il moncone anatomico EXACONE® 360° senza esagono nel modello.
4.5 La posizione angolare dell’esagono è casuale, lo è di conseguenza
anche quella dell’emergenza del moncone.
4.6 Afferrare il moncone anatomico EXACONE® 360° e ruotarlo, fino ad
individuarne la corretta posizione angolare. Utilizzare eventualmente una
pinza universale.
4.7 In questo modo è stato determinato il miglior parallelismo possibile
tra i monconi ed è stato scelto l’asse di inserimento.
4.8 Fissare la posizione scelta tramite l’applicazione di una forza impulsiva sui monconi.
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Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
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ESAGONO
STACCATO
1
ANALOGO
2
MONCONE
4.9 Inserimento dell’apposita asta per la
rimozione dei monconi nel canale di accesso
situato sul fondo del modello.
MODELLO
4.10 Applicazione di una forza impulsiva sull’asta. L’esagono è così collegato in maniera permanente
al moncone e allo stesso tempo il moncone è rimosso dall’analogo.
4.11 Estrazione del moncone dal modello.
L’esagono è ora fissato al moncone nella posizione più favorevole ai fini
del restauro protesico ed è stato portato a battuta sul corpo del moncone.
Rifinire, se necessario, il moncone e realizzare la sovrastruttura facendo
riferimento alle indicazioni dei punti 3.4-3.9.
ATTENZIONE: prima di effettuare rifiniture o prove della sovrastruttura,
fissare sempre i monconi tramite l’applicazione di una forza impulsiva
per evitare movimenti indesiderati dell’esagono.
4.12 La connessione conica autobloccante, una volta attivata, garantisce
la stabilità dell’esagono in sede e, quindi, il posizionamento del moncone
in bocca è univoco.
Per il posizionamento finale del moncone seguire le indicazioni generali
riportate nei punti 5.1-5.6.
In caso di scelta di un moncone anatomico EXACONE® 360° angolato a
15° o 25°, la battuta di attivazione della connessione dovrà essere eseguita sull’apposita tacca con la punta piatta Cat. 156-1008-06.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
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5) TECNICA INDIRETTA:
POSIZIONAMENTO FINALE PER PIATTAFORME STANDARD E LARGE
La tecnica protesica del sistema implantare EXACONE® Leone è analoga a quella da sempre utilizzata su denti naturali.
Lo studio medico riceve dal laboratorio i monconi lavorati, la cappetta o la travata metallica e il provvisorio.
Per la realizzazione di provvisori con monconi temporanei si veda il paragrafo 12.
5.1 Sblocco del tappo di guarigione con l’apposito estrattore a testa esagonale Cat. 156-1006-00. L’estrattore, munito di un foro per l’inserimento
di un filo di sicurezza, viene inserito nell’esagono presente sulla testa del
tappo di guarigione e successivamente ruotato, con movimento alternato
in senso orario o antiorario, per sbloccare il tappo di guarigione. Con
l’ausilio di una pinzetta, completare la rimozione del tappo dall’impianto.
Accurato lavaggio e successiva asciugatura dell’interno dell’impianto.
5.2 Per la prova dei monconi è sufficiente appoggiare i monconi dentro
gli impianti facendo attenzione ai numeri corrispondenti.
Trovare l’ingaggio esagonale ed effettuare manualmente una lieve pressione su di essi. In questo modo i monconi saranno sufficientemente
ritenuti negli impianti e, se necessario, al termine della prova potranno
essere agevolmente rimossi manualmente o con l’aiuto di una pinza tipo
Weingart Cat. Leone ortodonzia P2104-00.
5.3 Prova della cappetta o della travata metallica sui monconi. Verificata
la perfetta congruenza della struttura metallica con i monconi, invio della
stessa al laboratorio per il completamento del lavoro.[1]
[1]
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Nell’eventualità di una non perfetta corrispondenza della travata, secondo il
giudizio dell’odontoiatra si può procedere al taglio e al riposizionamento della
stessa sui monconi. Verificata la corrispondenza della travata, si procede con il
fissaggio con resina fotopolimerizzante o autopolimerizzante in bocca al pazien-te. Una volta indurita la resina, presa dell’impronta con la struttura metallica
ancora in posizione. La travata ritenuta nell’impronta è inviata al laboratorio per
la saldatura definitiva in modo analogo a come si procede per le strutture fuse
realizzate per denti naturali.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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5.4 L’odontoiatra può optare per l’inserzione
definitiva dei monconi negli impianti applicando
una protesi provvisoria. In questo caso si procede inserendo i monconi mediante l’applicazione
di una forza impulsiva sull’asse longitudinale
degli impianti con l’apposito percussore. Per
ottenere una connessione permanente si consiglia di effettuare 2 percussioni consecutive.
In caso di fissaggio di un moncone in regione
posteriore, utilizzare l’apposita punta curva per
battuta Cat.156-1008-02. In tal caso si consiglia di effettuare 3 percussioni consecutive. In
caso di fissaggio di un moncone angolato, si
faccia riferimento alle indicazioni di pag. 97.
5.5 Applicare una protesi provvisoria può
favorire un ulteriore condizionamento dei
tessuti molli e l’applicazione di un carico
progressivo. In alternativa si può procedere
rimuovendo i monconi con una pinza e riposizionando i tappi di guarigione. Al completamento della protesi definitiva, rimuovere i
tappi di guarigione, inserire definitivamente
i monconi e applicare la protesi.
5.6 Al momento in cui il protesista decida di
inserire il lavoro definitivo, rimozione del provvisorio. Eventuali ritocchi, lucidatura, posizionamento della protesi definitiva e successiva
cementazione.
6) TECNICA INDIRETTA: POSIZIONAMENTO FINALE PER PIATTAFORMA SLIM
6.1 Rimozione del tappo di guarigione con l’apposito strumento per tappi Cat. 156-1003-00.
Lo strumento per tappi deve essere avvitato
nella testa del tappo di guarigione per poter
esercitare una trazione sufficiente a rimuovere il tappo.
6.2 Inserzione definitiva del moncone
nell’impianto mediante l’applicazione di
una forza impulsiva sull’asse longitudinale
dell’impianto con l’apposito percussore. Per
ottenere una connessione permanente si
consiglia di effettuare 2 percussioni consecutive.
6.3 Cementazione della corona con chiusura
sul collo dell’impianto.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
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7) TECNICA DIRETTA:
POSIZIONAMENTO E PREPARAZIONE DEL MONCONE,
PRESA DELL’IMPRONTA PER PIATTAFORME STANDARD E LARGE
7.1 Sblocco del tappo di guarigione con
l’apposito
posito estrattore a testa esagonale
Cat. 156-1006-00. Con l’ausilio di una pinzetta, completare la rimozione del tappo
dall’impianto. Accurato lavaggio e successiva asciugatura dell’interno dell’impianto.
7.2 Scelta, dal kit di monconi di prova Standard e Large (Cat. 160-0001-04), del moncone più appropriato al caso specifico. Prova del moncone in bocca al paziente. Inserimento del moncone nell’impianto ponendo attenzione a trovare l’ingaggio nell’esagono interno. Successiva pressione in modo
da ottenere una ritenzione del moncone all’interno dell’impianto. Evidenziazione di eventuali parti da
sgrossare. Rimozione del moncone digitalmente o con l’aiuto di una pinza tipo Weingart (Cat. Leone
Ortodonzia P2104-00).
7.3 Eventuale sgrossatura, soprattutto in
altezza, del moncone con l’ausilio dell’apposito manico per monconi.
7.4 A sgrossatura terminata inserire il moncone nell’impianto ponendo attenzione a
trovare l’ingaggio nell’esagono interno.
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7.5 Battuta del moncone con apposito percussore
sull’asse longitudinale dell’impianto. Per una connessione permanente si consiglia di effettuare 2
percussioni consecutive. In caso di fissaggio di un
moncone in regione posteriore, utilizzare l’apposita
punta curva per battuta Cat.156-1008-02. In tal
caso si consiglia di effettuare 3 percussioni consecutive. In caso di fissaggio di un moncone angolato,
si faccia riferimento alle indicazioni di pag. 97.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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7.6 Fresatura del moncone direttamente in bocca al paziente, con abbondante irrigazione. I monconi del sistema implantare EXACONE® Leone, grazie
alla particolare qualità del titanio utilizzato, con basso coefficiente di conducibilità termica, permettono una facile preparazione sia in laboratorio che
in bocca al paziente.
7.6a Per tagli importanti in altezza e sgrossature, utilizzo della fresa di
carburo di tungsteno (tipo taglia corona) Cat. 153-1221-02 oppure
Cat. 153-1235-02 contenuta nell’apposito organizer.
Si consiglia di preparare il moncone a chamfer.
7.6b Per la successiva rifinitura, utilizzo della fresa diamantata a grana
grossa Cat. 153-1610-01 oppure Cat. 153-1810-01, contenuta nell’apposito organizer.
7.7 Presa dell’impronta con tecnica classica come sui denti naturali ed invio della stessa al laboratorio odontotecnico per la preparazione della protesi.
È consigliabile l’applicazione di una protesi provvisoria per ottenere un condizionamento dei tessuti molli guidato dal provvisorio stesso.
8) OVERDENTURE SU MONCONI A TESTA SFERICA
8.1 A guarigione dei tessuti molli avvenuta, presa
dell’impronta con i transfer standard, invio dell’impronta al laboratorio e realizzazione del modello in gesso
(par. 1 e 2 della procedura protesica). Scelta dal kit di
monconi di prova Cat. 160-0001-04 dei monconi a testa
sferica in base allo spessore della gengiva disponibile e
all’inclinazione degli impianti. Il moncone deve emergere
dalla gengiva almeno di 1 mm per evitare che successivamente le cuffie comprimano i tessuti molli.
8.2 Se vengono utilizzati monconi a testa sferica angolati EXACONE® 360°,,
la procedura per il fissaggio permanente dell’esagono al corpo del moncone
è analoga a quella per monconi anatomici EXACONE® 360° (punti 4.3 – 4.11
della procedura protesica). Invio del modello e dei monconi scelti allo studio.
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8.3 Dopo aver rimosso i tappi di guarigione (punto 7.5 della
procedura chirurgica) e aver lavato ed asciugato accuratamente
l’interno dell’impianto, inserzione del moncone a testa sferica
nell’impianto con l’applicazione di una forza impulsiva (battuta
con apposito percussore) sull’asse longitudinale.
Per ottenere una connessione permanente, si consiglia di effettuare 2 percussioni consecutive sui monconi diritti e 4 percussioni sui monconi angolati.
8.4 Scelta del tipo di attacco da fissare nella protesi mobile fra
le seguenti opzioni:
1) cuffia con O-Ring
2) micro-cuffia con micro O-Ring
3) micro-cuffia con cappetta.
Tutti gli attacchi devono essere della stessa tipologia.
8.5 Inserzione delle cuffie scelte sulla testa dei monconi. Presa
dell’impronta e invio in laboratorio. In questo modo la realizzazione della protesi definitiva potrà avvenire con uno spazio
opportuno in corrispondenza delle cuffie. Rimozione delle cuffie
ed eventuale adattamento della protesi provvisoria.
8.6 Verifica della protesi definitiva, in particolare dello spazio
lasciato per l’alloggiamento delle cuffie.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
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8.7 Eventuale scarico della protesi definitiva in corrispondenza
degli alloggiamenti per ottenere un perfetto appoggio mucoso
della protesi senza frizioni sulle cuffie.
ATTENZIONE: Si consiglia in una prima fase di consegnare la
protesi definitiva senza cuffie in modo da adattare i tessuti e
correggere eventuali decubiti. Lasciare stabilizzare la protesi per
un periodo adeguato a giudizio dell’odontoiatra.
8.8 A stabilizzazione avvenuta, posizionamento, in corrispondenza di ciascun moncone, dell’anello distanziale corrispondente alla cuffia scelta.
Gli anelli distanziali consentono un preciso fissaggio della cuffia nella protesi senza dislocamenti, favoriscono la corretta resilienza della protesi e
impediscono la colata della resina nei sottosquadri delle teste.
micro cuffia
con cappetta
cuffia o
micro cuffia
con O-ring
micro cuffia
con cappetta
ANELLO
BASSO
8.8a L’anello distanziale BASSO si utilizza per il
fissaggio nella protesi della cuffia con O-Ring e
della micro-cuffia con micro O-Ring.
ANELLO
ALTO
8.8b L’anello distanziale ALTO si utilizza per il
fissaggio nella protesi della micro cuffia con
cappetta in asse con la testa del moncone.
10°
ANELLO
ANGOLATO
8.8c L’anello distanziale ALTO ANGOLATO, facilmente riconoscibile dalla presenza della protuberanza che ne indica il massimo spessore,
consente il fissaggio della micro cuffia con
cappetta nella protesi con un’angolazione maggiorata di 10° rispetto alla testa del moncone.
In questo modo si può favorire il recupero del
disparallelismo fra le teste dei monconi.
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8.9 Posizionamento, in corrispondenza di ciascun moncone, di
un quadrato di diga per evitare che i tessuti molli vengano in
contatto con l’acrilico.
8.10 Inserzione delle cuffie sulla testa dei monconi. Si ricorda
che tutte le cuffie devono essere fissate nella protesi nello stesso
momento e non in tempi diversi.
8.11 Colatura di acrilico sulle cuffie.
8.12 Riempimento con acrilico degli alloggiamenti per le cuffie
ricavati nella protesi.
8.13 Applicazione della protesi in bocca al paziente sopra i
monconi.
8.14 Chiusura della bocca del paziente in posizione occlusale
corretta.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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8.15 Al termine del processo di polimerizzazione dell’acrilico,
rimozione della protesi dalla bocca del paziente. Le cuffie,
grazie alla loro superficie particolarmente ritentiva, rimangono
all’interno della protesi. Rimozione delle dighe e degli anelli
distanziali dai monconi.
8.16 Asportazione dell’acrilico in eccesso fino a totale scopertura del bordo inferiore delle cuffie. Asportazione dell’acrilico
che potrebbe causare decubiti nella zona vicino agli impianti.
Successiva lucidatura. Consegna della protesi al paziente.
SOSTITUZIONE DEGLI O-RING
Al momento della sostituzione di un O-ring, dopo aver rimosso dalla cuffia metallica l’O-ring da sostituire, spruzzare
sul nuovo O-ring dello spray siliconico o lubrificarlo con della vaselina per favorirne la scorrevolezza nella cuffia
metallica. Quindi, dopo averlo spinto all’interno della cuffia con delle pinzette in plastica, portarlo in sede con uno
strumento di utilità arrotondato, la cui testa si inserisca nel foro degli O-ring. Sono sufficienti dei piccoli movimenti
circolari per alloggiare l’O-ring nella sua sede. Si consiglia di lavorare sotto un visore ad almeno 4 ingrandimenti per
una migliore visibilità dell’operazione.
SOSTITUZIONE DELLE CAPPETTE
Al momento della sostituzione di una cappetta, dopo aver rimosso dalla cuffia metallica la cappetta da sostituire, inserire la nuova cappetta nella cuffia per mezzo dell’apposito strumento per montaggio cappetta Cat.156-1004-00. Dopo
aver posizionato la cappetta sulla punta di tale strumento, è sufficiente spingere con questo la cappetta all’interno
della cuffia, fino a percepire uno scatto che indica l’avvenuto ingaggio. Verificare comunque, al termine dell’operazione, che la cappetta sia alloggiata completamente nella cuffia metallica e che il suo bordo sia a livello con quello
della cuffia stessa.
MANUTENZIONE DELLA PROTESI
Si raccomanda il follow-up del paziente con cadenza almeno semestrale, con contestuale verifica della ritentività ed
eventuale sostituzione delle femmine (O-ring o cappette) se rovinate o, nel caso delle cappette, se il paziente necessitasse di un diverso livello di ritenzione. In caso di ribasatura della protesi mobile, sostituire sempre gli O-ring o le
cappette al termine dell’operazione. Qualora non fosse sufficiente una semplice ribasatura della protesi ma fosse
necessario procedere con un riposizionamento ex novo delle cuffie metalliche all’interno dell’overdenture, rimuovere
le cuffie dalla struttura in resina con una piccola fresa e sostituirle con cuffie nuove, seguendo le indicazioni sopra
riportate (punti 8.8 – 8.16). Si ricorda che si devono sempre riposizionare tutte quante le cuffie presenti nella protesi
e non solamente una o una parte di esse.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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9) OVERDENTURE SU BARRA E PROTESI AVVITATE
9.1 A guarigione dei tessuti molli avvenuta, presa
dell’impronta con i transfer standard, invio dell’impronta
al laboratorio e realizzazione del modello in gesso (par.
1 e 2 della procedura protesica). Progettazione della riabilitazione protesica e scelta, dal kit di monconi di prova
Cat. 160-0001-04, dei monconi per protesi avvitata in
base allo spessore della gengiva disponibile e all’inclinazione degli impianti.
9.3 Dopo aver rimosso i tappi di guarigione
(punto 7.5 della procedura chirurgica) e aver
lavato ed asciugato accuratamente l’interno
dell’impianto, inserzione dei monconi negli
impianti e applicazione di una forza impulsiva
(battuta con apposito percussore) sulla testa dei
monconi. Per ottenere una connessione permanente, si consiglia di effettuare 2 percussioni
consecutive sui monconi diritti e 5 percussioni
sui monconi angolati.
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9.2 Se vengono utilizzati monconi per protesi avvitata angolati EXACONE®
360°, la procedura per il fissaggio permanente dell’esagono al corpo del
moncone è analoga a quella per monconi anatomici EXACONE® 360° (punti
4.3 – 4.11 della procedura protesica). Si ricorda la necessità di fissare
i monconi sul modello tramite l’applicazione di un numero sufficiente di
percussioni. Invio del modello e dei monconi scelti allo studio.
9.4 PRESA DELL’IMPRONTA SUI MONCONI
Avvitare manualmente gli appositi transfer per
monconi sui monconi del diametro corrispondente, fino a portarli a battuta.
9.5 Presa dell’impronta monofasica impiegando tecnica e materiale idonei (si consiglia un polietere). La geometria del transfer
consente un’agevole rimozione dell’impronta.
I transfer restano avvitati sui monconi, mentre nel materiale da impronta resta la loro
copia in negativo.
Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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9.6 Dopo aver svitato manualmente i transfer
dai monconi, invio dell’impronta e dei transfer al
laboratorio odontotecnico e posizionamento delle
cuffie di protezione sui monconi. Le cuffie, fornite nella confezione dei transfer, vengono fissate
tramite le viti di connessione standard utilizzando l’apposito raccordo Cat. 126-0002-00 montato sull’avvitatore manuale Cat. 156-1001-01.
In caso di utilizzo di una protesi pre-esistente,
scaricarla adeguatamente in corrispondenza dei
monconi, in modo da poterla collocare in sede
senza precontatti.
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9.7 Avvitamento dell’analogo-moncone, facilmente identificabile con il codice colore, sul
transfer corrispondente, accertandosi di portarlo
a battuta.
9.8 Riposizionamento dell’insieme analogo+
transfer nell’impronta.
La specifica forma del transfer consente di
percepire facilmente il raggiungimento della
quota corretta.
MODELLO
ANALOGOMONCONE
TRANSFER
IMPRONTA
9.9 In caso di impiego dell’analogo-moncone angolato, la geometria simmetrica del
transfer consente di ruotare la posizione dell’insieme analogo+transfer nell’impronta
fino a determinare la posizione più favorevole alla realizzazione del modello.
Ruotare in senso orario per evitare svitamenti fra le parti.
9.10 Realizzazione di un nuovo modello master in cui
sono inglobati gli analoghi-moncone.
Si suggerisce di utilizzare un gesso duro di tipo 4.
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a) REALIZZAZIONE DI UNA BARRA TRADIZIONALE
9.11a Se si opta per la realizzazione di una barra tradizionale (es. tipo Dolder), possono essere utilizzate le cappette calcinabili
standard.
9.12a Unione delle cappette agli analoghi-moncone
tramite le viti di connessione standard utilizzando l’apposito raccordo Cat. 126-0002-00 montato
sull’avvitatore manuale Cat. 156-1001-01. Fare
attenzione a non serrare eccessivamente le viti sulle
cappette calcinabili.
9.14a Dopo la rimozione delle cuffie di protezione, posizionamento della struttura ed avvitamento sui monconi.
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9.13a Realizzazione della barra con varie opzioni:
1) utilizzo delle cappette calcinabili standard;
2) tecniche CAD-CAM.
Dopo aver ultimato la struttura, realizzazione della
protesi o adattamento della pre-esistente con un’adeguata sede per la barra e realizzazione dei mezzi
di ancoraggio alla barra stessa.
Trasferimento del lavoro allo studio.
9.15a Aggancio della protesi sulla barra per mezzo degli
appositi attacchi.
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b) REALIZZAZIONE DI UNA PROTESI AVVITATA
9.11b Se si opta per la realizzazione di una barra fresata o di una protesi avvitata (es. Toronto Bridge), si possono utilizzare le
cappette calcinabili alte, le cappette in titanio oppure le viti lunghe di lavoro Cat. 126-0020-05, che consentono di realizzare, al
momento della modellazione della struttura, un canale di dimensioni adeguate per l’accesso delle viti di connessione.
9.12b In caso di utilizzo delle cappette calcinabili alte, unione delle cappette agli analoghimoncone tramite le viti di connessione a
testa alta, utilizzando l’apposito raccordo Cat.
126-0002-00 montato sull’avvitatore manuale
Cat. 156-1001-01.
9.13b Realizzazione della struttura con tecnica
tradizionale o con tecnica CAD-CAM. È possibile procedere scegliendo fra diversi accessori disponibili:
1) utilizzo delle cappette calcinabili alte e/o standard;
2) utilizzo delle cappette in titanio;
3) utilizzo delle viti lunghe di lavoro.
Ultimazione della protesi. Trasferimento del lavoro allo
studio.
9.14b Dopo la rimozione delle cuffie di
protezione, posizionamento della protesi
ed avvitamento sui monconi.
Utilizzo delle cappette in titanio
Di seguito si riporta un esempio di utilizzo delle cappette in titanio: realizzazione di una protesi avvitata provvisoria in una procedura di carico immediato.
Cappette in titanio avvitate sui monconi sul modello
in gesso e modellato dello scheletrato di rinforzo.
Protesi provvisoria scaricata in corrispondenza delle
cappette.
Protesi provvisoria posta sul modello: su questa si
stabilisce l’eventuale riduzione in altezza delle cappette.
Fissaggio in bocca della protesi alle cappette avvitate
sui monconi, ottenendo così la passività della struttura.
Protesi rifinita con le cappette incollate al suo
interno.
Protesi provvisoria avvitata in bocca.
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l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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Uso della sincristallizzatrice
Le cappette in titanio, avendo uno spessore adeguato, possono essere solidarizzate con un filo in titanio attraverso un processo di saldatura, che può
essere effettuata sia intra-oralmente che su modello di laboratorio. La saldatura endorale, effettuata con apposite apparecchiature dette sincristallizzatrici, consente la solidarizzazione degli impianti senza alcun surriscaldamento dei tessuti peri-implantari, assicurando una perfetta passività della
struttura. È una tecnica che, solidarizzando gli impianti, aumenta la predicibilità delle procedure di carico immediato.
PROTESI TIPO ALL-ON-FOUR O ALL-ON-SIX
Per evitare procedure di chirurgia avanzata, in caso di arcate totalmente edentule e fortemente atrofiche, esiste la possibilità di posizionare un numero
ridotto di impianti – normalmente 4 o 6 – collocando i due impianti distali con una elevata angolazione (“tilted implants”) in modo da avere l’emergenza
protesica più posteriore possibile. Si realizza così una protesi fissa avvitata che, se ne esistono i presupposti, si associa a procedure di carico immediato.
L’elevata robustezza della connessione a cono Morse e la presenza di monconi angolati ad elevata inclinazione rende la sistematica EXACONE® ideale
per tale tipo di soluzione.
Per facilitare la presa di impronta su monconi non ben parallelizzati, sono stati realizzati dei transfer per impronta in tecnica pick-up.
Di seguito si riportano i passaggi che, con tali accessori, vanno a sostituire quelli riportati ai punti 9.4 – 9.8 della procedura protesica.
PRESA DELL’IMPRONTA SUI MONCONI IN TECNICA PICK-UP
Dopo aver posizionato gli appositi transfer pick-up sui monconi del
diametro corrispondente, avvitare la vite pick-up Cat.126-0012-01 con
l’apposito avvitatore corto Cat.126-0002-01, fino a portare la vite a
battuta sul transfer.
Presa dell’impronta monofasica impiegando
tecnica e materiali idonei. Una volta che il
materiale è indurito, svitare le viti pick-up e
rimuoverle dai transfer.
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Utilizzare un portaimpronta forato personalizzato, verificando che le teste
delle viti pick-up emergano dalla base del cucchiaio o eventualmente
scoprendole prima dell’indurimento del materiale.
Rimozione del cucchiaio dal cavo orale: i transfer pick-up restano inglobati nel materiale da
impronta. Invio dell’impronta e delle viti pick-up
al laboratorio odontotecnico. Posizionamento
delle cuffie di protezione sui monconi (vedi
punto 9.6).
Avvitamento su ciascun transfer dell’analogo-moncone del diametro corrispondente
per mezzo della vite pick-up, accertandosi di
portare i pezzi a battuta.
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l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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10) MONCONI MULTITECH: INDICAZIONI DI USO
Verificare sempre che il condizionamento dei tessuti molli permetta il corretto ingaggio
del moncone personalizzato nell’impianto. In caso di utilizzo della cappetta calcinabile per
la modellazione della porzione personalizzata, utilizzare per il condizionamento il tappo di
guarigione della piattaforma Large.
ATTENZIONE: nel caso in cui la piattaforma del moncone personalizzato sia più ampia del tappo di guarigione Large,
prevedere un condizionamento specifico dei tessuti molli.
Se viene utilizzato un moncone MultiTech angolato EXACONE® 360°, la procedura per il fissaggio permanente dell’esagono al corpo del moncone è analoga a quella per monconi anatomici EXACONE® 360° (punti 4.3 – 4.11 della procedura
protesica).
Realizzazione della porzione di moncone personalizzata:
CON TECNOLOGIA CAD/CAM tramite acquisizione digitale della posizione del moncone sul modello, modellazione della porzione di moncone personalizzata
con software dedicato e lavorazione in laboratorio con macchinario CAM dedicato o invio del file ad un centro di lavorazione per la realizzazione definitiva.
Modello più MultiTech
Scannerizzazione
Progettazione
Realizzazione con macchina CAM
Nel caso di utilizzo di zirconia, sinterizzare
Per l’incollaggio della porzione personalizzata su
MultiTech, nel caso di zirconia, si consiglia di utilizzare NIMETIC CEM (3M Espe) o MULTILINK HYBRID
ABUTMENT (Ivoclar Vivadent)
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Modello più MultiTech
Scannerizzazione
Progettazione
Invio del progetto al centro di lavorazione
Ricevimento del manufatto
Per l’incollaggio del manufatto su MultiTech, nel caso
di metallo, si consiglia di utilizzare NIMETIC CEM (3M
Espe) o cemento composito trasparente
CON METODICA TRADIZIONALE tramite utilizzo del preformato calcinabile posizionato sul moncone, adattato e modellato in cera e/o resina, e realizzazione della porzione di moncone personalizzata tramite fusione.
Modello più MultiTech
Posizionamento del preformato calcinabile su
MultiTech
Adattamento del preformato calcinabile
Modellazione del manufatto con cera
Fusione
Per l’incollaggio della porzione personalizzata su
MultiTech, nel caso di metallo, si consiglia di utilizzare NIMETIC CEM (3M Espe) o cemento composito
trasparente
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11) SCANSIONE INTRAORALE E UTILIZZO DEI MONCONI TI-BASE
Impronta digitale
11.3 Rimozione del posizionatore per scan post.
11.1 Collegare l’apposito posizionatore allo
scan post, ingaggiandolo sul pilastro coronale.
11.2 Con l’ausilio del posizionatore, inserire
lo scan post nell’impianto: dopo aver trovato
l’ingaggio esagonale, esercitare una pressione
sopra lo scan post in modo da accertarsi del
suo completo inserimento.
11.4 Dopo aver scelto il tipo di scan body
(bianco o grigio) in funzione dello scanner
intraorale, collocare lo scan body sopra lo scan
post, utilizzando il repere angolare per trovare
la corretta posizione e accertandosi di averlo
portato a battuta.
11.5 Una volta che i componenti sono correttamente in sede, acquisire l’impronta con apposito scanner intraorale. È possibile eseguire la procedura anche su modello, inserendo l’insieme composto da
scan post e scan body nell’analogo e acquisendo l’impronta con apposito scanner da laboratorio.
Per maggiori dettagli sulla procedura, si faccia riferimento al materiale esplicativo associato al
codice QR.
Realizzazione del manufatto protesico
Per quanto riguarda le fasi di realizzazione del manufatto protesico con l’impiego dei monconi Ti-Base, si faccia riferimento al materiale esplicativo
associato al codice QR.
ATTENZIONE: in caso di utilizzo del moncone Ti-Base per impianto 3,3 mm, utilizzare per il condizionamento dei tessuti molli il tappo di guarigione della
piattaforma Large.
La continua e rapidissima evoluzione delle tecnologie digitali implica un costante aggiornamento tanto delle procedure quanto dei componenti
ad esse associati. Si rimanda pertanto alla versione online della procedura protesica e ai video esplicativi ad essa associati per la consultazione
dei relativi aggiornamenti.
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12) MONCONI TEMPORANEI: PROCEDURA DI IMPIEGO
I monconi temporanei EXACONE® sono accessori protesici destinati a supportare una protesi provvisoria su impianti. Per la loro finalità sono monconi
destinati ad essere mantenuti all’interno del cavo orale per un periodo di tempo limitato e comunque non superiore a 6 mesi. I monconi temporanei
EXACONE® sono fabbricati con un ultrapolimero – cioè un polimero con elevatissime caratteristiche meccaniche – altamente biocompatibile e facilmente
fresabile. Tale materiale è radiotrasparente e può essere sterilizzato in autoclave a 135°C.
Possono essere utilizzati sia in tecnica diretta che in tecnica indiretta; possono pertanto essere preparati sia direttamente in bocca che in laboratorio.
La protesi provvisoria deve essere sempre in sotto-occlusione, al fine di ridurre l’effetto del carico masticatorio.
Si suggerisce di non utilizzare monconi temporanei Ø3,3 per riabilitazioni protesiche singole.
POSIZIONAMENTO DEL MONCONE TEMPORANEO
12.1 Moncone temporaneo cilindrico in PEEK.
Si può osservare come il tratto di accoppiamento sia analogo a quello dei
monconi definitivi in titanio, con connessione EXACONE®.
12.2a Inconamento del moncone sull’apposito manico per monconi,
ponendo particolare attenzione a trovare l’ingaggio dell’esagono interno.
Successiva fresatura del moncone.
Si suggerisce l’impiego di frese diamantate a grana grossa; si suggerisce
di usare le frese a basso numero di giri ed esercitando poca pressione.
In alternativa è possibile preparare il moncone direttamente in bocca.
La rimozione dal manico per monconi avviene grazie all’apposito pulsante. L’eventuale rifinitura del moncone può
essere effettuata sul modello in gesso oppure direttamente in
bocca. In caso di preparazione sul modello in gesso, si faccia
riferimento al paragrafo della Procedura Protesica “Tecnica
indiretta: preparazione del moncone”.
12.2b In caso di impiego di un moncone temporaneo angolato, è necessario realizzare
una tacca in asse al cono che diventerà la sede per l’appoggio dell’apposito percussore.
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12.3 Inserire il moncone temporaneo nell’impianto,
ponendo particolare attenzione a trovare l’ingaggio
dell’esagono interno.
12.4a Applicare sul moncone una forza impulsiva
diretta lungo l’asse longitudinale dell’impianto con
l’apposito percussore.
Si consiglia di effettuare due percussioni consecutive.
12.4b Attenzione: a causa della natura del materiale,
la punta del percussore potrebbe tendere a scivolare
durante l’applicazione della battuta.
Si suggerisce, in tal caso, di sorreggere la punta con le
dita durante l’operazione.
12.4c In caso di impiego di un moncone temporaneo
angolato, la percussione dovrà essere eseguita con l’apposita punta piatta Cat. 156-1008-06, facendo attenzione a inclinare lo strumento lungo l’asse dell’impianto.
Per il fissaggio della protesi provvisoria ai monconi si suggerisce l’impiego di un cemento per uso temporaneo.
ATTENZIONE: non cementare extra-oralmente la corona provvisoria ma fissarla al moncone sempre dopo che questo è già stato inconato nell’impianto.
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RIMOZIONE DEL MONCONE TEMPORANEO
Nel caso in cui si voglia rimuovere il moncone dall’impianto con l’intenzione di riposizionarlo in un secondo momento, è necessario estrarlo ponendo
particolare attenzione ad evitarne la deformazione. Per prima cosa, rimuovere la protesi provvisoria dal moncone con un apposito strumento leva-corone.
12.5a Utilizzando delle pinze da estrazione o altro tipo di pinze con
branche curve e ritentive, afferrare l’emergenza del moncone il più vicino
possibile al margine gengivale ed applicare una forza di trazione.
Si suggerisce di proteggere l’arcata antagonista frapponendo un dito fra
questa e il moncone da rimuovere.
12.5b In caso di impiego di un moncone temporaneo angolato, la forza di
trazione deve essere diretta come l’asse del cono e non come l’emergenza
del moncone.
ATTENZIONE: è importante evitare movimenti, anche piccoli, di torsione,
per evitare di danneggiare l’esagono apicale.
In alternativa alla procedura sopra indicata, dopo aver rimosso la protesi provvisoria, è possibile rimuovere il moncone anche applicando una rotazione
pura oppure una flessione pura. In entrambi i casi, però, il moncone resterà deformato in maniera permanente e non sarà quindi più riposizionabile.
A titolo esemplificativo si riporta di seguito la procedura di rimozione per flessione.
12.6a Utilizzando delle pinze da estrazione, afferrare l’emergenza del
moncone il più vicino possibile al margine gengivale ed applicare una
flessione continua. Deformare il moncone fino a percepire una perdita di
tenuta del suo tratto conico di accoppiamento.
12.6b Una volta piegato a sufficienza il moncone, rimuoverlo con una
semplice trazione.
Si suggerisce di proteggere l’arcata antagonista frapponendo un dito fra
questa e il moncone.
ATTENZIONE: è importante che il moncone venga flesso con un movimento
continuo e non con un movimento alternato.
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SISTEMA IMPLANTARE EXACONE® LEONE • rimozione dei monconi
INDICAZIONI PER LA RIMOZIONE DEL MONCONE LEONE
I monconi Leone sono caratterizzati da una connessione conica autobloccante, che, una volta attivata, determina una unione molto forte (saldatura a freddo) con l’impianto dentale. Occasionalmente si possono presentare dei casi in cui si desideri sostituire il moncone connesso all’impianto con uno nuovo di
diversa geometria, essenzialmente in seguito alla necessità di un cambio di tipologia di riabilitazione protesica. Per casi come questi è stato sviluppato
uno strumento dedicato alla rimozione di monconi Leone, derivato da delle pinze da estrazione appositamente modificate. Tale dispositivo si basa sul
cosiddetto “effetto cuneo”, in cui si sviluppa una forza estrattiva che dipende dalla geometria del moncone, in particolare del suo tratto transmucoso.
ATTENZIONE:
per il corretto funzionamento dello strumento il tratto transmucoso del moncone deve risultare totalmente integro e non alterato dalla preparazione
protesica.
Sono stati pertanto realizzati due diversi strumenti, uno specifico per monconi della piattaforma protesica Standard e l’altro specifico per monconi della
piattaforma protesica Large. Ciascuno dei due strumenti è, invece, universale per quanto riguarda il diametro di connessione, ovverosia può essere utilizzato indifferentemente su monconi Ø3,3 – Ø4,1 – Ø4,8 mm.
13.1 Per l’impiego dello strumento è necessario esporre la superficie coronale del colletto implantare, preferibilmente
attraverso l’apertura di un lembo a spessore totale. Questo permette allo strumento di andare in appoggio sul colletto
dell’impianto e anche di ottenere una perfetta visibilità della zona e di eliminare ogni ostacolo legato ai tessuti molli. Per
il corretto funzionamento dello strumento è inoltre necessario rimuovere la corona - se presente - dal moncone, in modo
da evitare che questa possa ostacolare la chiusura delle branche della pinza.
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SISTEMA IMPLANTARE EXACONE® LEONE • rimozione dei monconi
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13.2a, b Dopo essere state inserite a livello del tratto transmucoso del moncone ed essere andate in appoggio sul colletto
dell’impianto, le branche dello strumento, stringendosi, esercitano sul moncone una forza estrattiva. Tale spinta verso
l’esterno si sviluppa per “effetto cuneo”, grazie all’angolazione della superficie interna delle branche.
CLICK!
13.3 Una volta afferrato saldamente il moncone, si deve proseguire nello stringere le pinze spingendole verso il colletto
dell’impianto: in questo modo, per “effetto cuneo”, si determina l’estrazione del moncone, percependo chiaramente un
rumore di sblocco. Se tale operazione non dovesse essere sufficiente, una volta portate le branche a battuta sul colletto
implantare si può favorire l’estrazione applicando una forza composta di trazione e torsione.
È fondamentale, in questa fase, proteggere adeguatamente l’arcata antagonista, in quanto lo sblocco e la conseguente
rimozione del moncone avvengono in maniera molto brusca, quindi lo strumento utilizzato potrebbe andare a sbattere
contro gli elementi antagonisti.
ATTENZIONE: Con la procedura riportata si danneggia il moncone a livello della connessione conica, rendendolo così
inutilizzabile. Risulta pertanto necessario sostituirlo con un moncone nuovo.
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Le illustrazioni e le indicazioni descritte in questa pagina sono da intendersi di carattere generale e non costituiscono indicazioni terapeutiche od operative per il Medico Chirurgo, l’Odontoiatra,
l’Odontotecnico né tanto meno per il paziente. La Leone S.p.A. non si assume alcuna responsabilità né fornisce alcuna garanzia circa l’esattezza o l’attinenza delle informazioni fornite in queste pagine.
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Procedura Protesica