Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. Aut. Trib. VE n° 30 del 02/10/2006. In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di venezia cmp bimestrale - n°17 - marzo/aprile 2009 - Euro 3,00 prossimi al campionato italiano Calcio 5 Salute sport per prevenire ricordo di un bambino Subaquea una grande amicizia Equitazione SPORT NAZIONALE Abbonamenti - 5 copie € 10,00 9219 copie di questo numero spedite per abbonamento postale Stampato per conto del: CENTRO NAZIONALE SPORTIVO FIAMMA - SPORT NAZIONALE ANNO IV Marzo - Aprile 2008 Numero 12 Direttore Responsabile: Paolo Lazzaro Direttore Editoriale: Vito Orlando Comitato di Direzione: Fiorenzo Pesce, Stefano Tringali, Roberto Avena, Antonio Albano, Achille Reali, Ilario Lazzaroni, Cesare Mevoli Redazione: Via Panisperna, 209 - 00184 Roma Fax 06 23328443 Amministrazione: Via Panisperna, 209 - 00184 Roma Fax 06 23328443 Grafica ed impaginazione: Gruppo M&A. Tel.041 5352410 mail: [email protected] Archivio fotografico: Centro Nazionale Sportivo Fiamma Stampa: Comp Editoriale Veneta Via Cappelletto, 12 - 30170 Mestre (VE) Tel 041 2517411 Editore: 1000 Idee S.r.l. Via Tevere, 2/C - 30173 Mestre (VE) Pubblicità: 1000 Idee S.r.l. Via Tevere 2/C 30173 Mestre (VE) Tel. 041 5352410 mail: [email protected] Invio articoli e foto: Sport Nazionale C.P. 235 Mestre 8 - 30170 Mestre (VE) Tel. 041 2621679 mail: [email protected] Copie stampate: 20.000 Distribuzione: Abbonamento postale Registrazione: Tribunale di Venezia n° 30 del 02/10/2006 ALLE SOCIETA’ AFFILIATE Sport Nazionale è un formidabile veicolo di comunicazione e d’informazione. Ecco i dati della nostra divulgazione. 123 - Comitati Regionali e Provinciali del Coni 588 52 - Federazioni sportive nazionali 146 - Federazioni sportive o grosse associazioni 370 - Assessorati Regionali e Provinciali allo Sport, ai Servizi Sociali, alla Cultura 1674 - Centri Ippici 50 - Assessorati allo sport dei maggiori Comuni italiani 792 - Associazioni di danza 43 - Tour Operator 2036 - Associazioni sportive di vario genere 709 - Aziende, principalmente del settore sanitario e laboratori ortopedia 10.000 - Copie distribuite in occasione delle maggiori manifestazioni sportive 349 - Aziende produzione/commercializzazione prodotto per l’equitazione 1124 - Associazioni di Judo 1003 - Associazioni di Karate 160 - Associazioni di Lotta 20,000 - Associazioni di Sport da Combattimento Copie stampate a numero, con 30.000 lettori stimati. Condividi con noi questa favolosa opportunità, collabora con Sport Nazionale. SOMMARIO Editoriale 6 8 9 10 14 28 6 - Intervista a Sakorzy 8 - Fitness: il Winterpark Calcio 9 - Calcio 10 - Braccio di Ferro 11 - Il Pancrazio Arti Marziali 13 - Karate tradizionale 14 - Taekwondo 15 - Mae Mai Muay Thay 16 - Le Parate 18 - Judo una nuova visione 19 - K1 Max Benessere 22 - LHS Life Healt School 24 - Sport sicuro 28 - Rugby Subacquea 30 - Ricordo di un bambino 30 32 38 49 Equitazione 32 - Natura a cavallo 35 - Viaggio a Santiago di Compostela 36 - A Pasqua esplorazione in territorio etrusco 37 - Il vero West in territorio toscano 38 - Il lavoro in sezione 41 - Storia di una grande amicizia 43 - Le società scrivono Soliedarietà 47 - Per i bambini di Beslan 48 - Storia dello stemma araldico 49 - Intervista al Principe E. Filiberto di Savoia 50 - Il Tipì 51 - Tomahawak 0404 Sono ormai 60 gli anni del nostro Centro. 12 lustri trascorsi interamente nei campi di gara di tutta Italia, portando spesso i nostri atleti a vestire la maglia azzurra e raggiungendo talune volte i più alti gradini del podi internazionali e olimpici. Abbiamo saputo consegnare alla nazione delle vittorie raggiunte grazie al contribuito e alla costante caparbietà di milioni di nostri associati, di allenatori e di dirigenti che, spesso mettendo le mani nelle proprie tasche per finanziare il gruppo sportivo di appartenenza, hanno permesso questi successi. Indicatori dello sport che non è solo pratica sportiva ma spirito, sentimento e cultura di un intero popolo. Seguendo questa traccia, sono ormai tre anni che la nostra rivista esce con continuità, aumentando il numero delle copie e distribuite attraverso l’abbonamento postale. Risultati dei quali è necessario essere fieri che, uniti ai complimenti di chi la riceve, ci lusingano nel proseguire su questa strada. Attorno alla rivista sta crescendo un nuovo mondo di società, di organizzazioni federate e di aziende che individuano in essa lo strumento migliore per raggiungere gli sportivi di ogni genere. Presentare lo sport di base, lo sport sociale, lo sport praticato dalla grande massa degli italiani anche se in taluni casi si tratta di attività di nicchia è stata la strategia vincente che ci ha permesso di differenziarci dalle altre riviste di settore e trasmettere un messaggio innovativo. Come spesso è stato citato nei numeri precedenti, la nostra non è un’attività statica, non è la riproduzione con parole diverse delle solite argomentazioni. Essa è l’attività spumeggiante, paragonabile all’onda del mare che s’infrange sugli scogli, sempre alla ricerca della novità e desiderosa di sperimentare nuove vie con un costante desiderio di confrontarsi con la società civile, per essere antagonisti allo sclerotico e assuefatto mondo conservatore che ci circonda. Non intendo essere blasfemo o rendere offesa ai cattolici, la mia è solo una considerazione personale su alcuni appartenenti al genere umano, che desidero sottoporre ai nostri lettori. Rifacendomi alla Genesi, quando nel sesto giorno Dio creò a sua immagine e somiglianza l’uomo, deve aver commesso un qualche errore perché ho l’impressione che il risultato di tale impresa non sia stato tra i migliori. Una delle cause la si può addebitare alla stanchezza, dovuta al super lavoro dei giorni precedenti e dove effettivamente creò alla perfezione la separazione della luce dalle tenebre, la divisione delle acque e da queste la terra emersa dove generò il regno vegetale, la costruzione del firmamento con le sue luci maggiori, quali il sole e la luna. Il quinto giorno creò gli esseri marini e gli uccelli, benedicendoli affinché potessero moltiplicarsi. Fin qui fu un lavoro perfetto. Le leggi che determinano la natura sono ineccepibili e si regolano con una tale perfezione che solo un buon orologio svizzero ha qualche possibilità di tenere il confronto. Ma il sesto giorno deve essere accaduto qualcosa a noi sconosciuto perché è stata commessa un’evidente svista. La mia supposizione è rafforzata dal fatto che il giorno successivo il settimo ha pensato bene di riposarsi e di fermarsi nella creazione. Forse un pulviscolo gli è entrato nell’occhio, come un granellino di sabbia che penetra nella cassa di un orologio e lo inceppa, così per il nostro Signore, nel creare l’uomo a sua immagine e somiglianza, quando si è accorto dell’errore commesso, era purtroppo ormai troppo tardi. Infatti, ho difficoltà a credere che certi individui possano essere figli di Dio, anche se figli di qualcuna certamente lo sono. Il loro comportamento e le loro azioni, nulla hanno a che vedere con il disegno divino. Le loro gesta sono di bassa manovalanza e ispirate solo a interessi mercenari del momento, senza nessun logico progetto, se non quello materiale del riempimento della propria pancia e, soprattutto, della propria tasca. Mi da speranza che il nostro è un Dio giusto, che nell’offrire a tutti questi umanoidi la possibilità di redimersi dai loro peccati sa altrettanto punire chi non si ravvede e si pone fuori di quei valori di giustizia, di lealtà, di solidarietà e di rispetto altrui, che dovrebbero essere patrimonio d’ogni uomo. Valori che, purtroppo, non sempre si riscontrano nelle persone. Nell’attesa che il Sommo Tribunale faccia eterna giustizia dei malvagi, è opportuno che anche nelle cose terrene sia fatta giustizia attraverso i mezzi leciti della nostra legge. Per il nostro Centro, il 2008 è importante. Con esso sono 60 gli anni d’attività, svolti ininterrottamente affrontando momenti indimenticabili e superando difficoltà d’ogni tipo. 60 anni portati bene, in costante crescita per numero di tesserati, di società affiliate e per il continuo ampliarsi delle attività. Un compleanno che non potrà essere rovinato da chi, macchinando nell’ombra e alle nostre spalle, ha operato malamente per liberarsi di un serio interlocutore o di un temibile concorrente. Le ultime avversità non sono state altro che la brutta caduta dovuta ad un inaspettato sgambetto messo sulla nostra pista, avver- 04 EDITORIALE sità dalla quale ci siamo subito ripresi per proseguire con una carica maggiore, la nostra corsa verso gli obiettivi che ci siamo da sempre prefissati. I nostri avversari, che sportivi non sono perché il loro meschino comportamento nulla ha a che fare con i principi della lealtà sportiva, ci hanno reso un grande servizio e ci hanno aperto gli occhi verso quanti ci stanno attorno. Per rispetto degli altri e per una convivenza pacifica, fino ad ora abbiamo limitando il nostro desiderio di novità. Ora, finalmente liberi da queste virtuali catene che c’impedivano d’essere noi stessi, possiamo e dobbiamo pretendere regole chiare e giuste per tutti, base essenziale per ogni sana comunità. Rifuggiamo da chi ha fatto dei sotterfugi, sottintesi, compromessi sottobanco, interessi di lobby o personali,il loro modello di vita. Questi comportamenti non ci appartengono e vogliamo essere i guardiani dei valori sani dello sport, delle qualità indicate dal Dio vero, non da quello artefatto del denaro che affossa l’uomo e il suo futuro per gli interessi di pochi. È una bella battaglia difficile ma giusta che combatteremo ogni giorno della nostra vita perché non vogliamo vivere in mezzo al doping sociale che uccide le speranze dei nostri figli e della nostra società. Vogliamo regole chiare e precise, valide per tutti e che siano rispettate da tutti, e non tirate fuori improvvisamente dal cilindro di uno o l’altro prestigiatore del momento, per garantirsi il proprio personale interesse. Andiamo avanti con i programmi e le nostre attività, per continuare a crescere ed essere, sempre di più, interlocutore importante nell’impegno di migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. Alla fine, come nel passato, la vittoria sarà nostra. Fiorenzo Pesce Presidente Nazionale NEWS COMUNICAZIONI DALLA SEGRETERIA GENERALE La Finanziaria 2008 ha modificato gli obblighi fiscali delle associazioni Modalità di versamento delle imposte sui redditi sia per i soggetti con esercizio sociale coincidente con l’anno solare (1/1 - 31/12) che per i soggetti con esercizio sociale a cavallo (es. 1/7 - 30/06) la scadenza relativa al pagamento del saldo e del 1° acconto è fissata al giorno 16 del 6° mese successivo alla chiusura dell’esercizio. Aliquote IRES e IRAP Dal 1° gennaio 2008 per tutte le associazioni con esercizio sociale coincidente con l’anno solare: -l’aliquota IRES passa dal 33% al 27,50% -l’aliquota IRAP passa dal 4,25% al 3,90% Per tutte le associazioni con esercizio sociale a cavallo (es.1/07-30/06) la variazione entra in vigore dall’esercizio successivo a quello in corso al 31.12.2007. Manifestazioni di particolare interesse storico, artistico, culturale (legate alle tradizioni ed usi locali). In applicazione delle disposizioni relative alla finanziaria dello scorso anno è stato adottato il provvedimento di approvazione del modello di domanda per essere inseriti nell’elenco dei beneficiari di esenzione da IRES per le manifestazioni suindicate. Le domande vanno presentate entro 60 gg. in via telematica e si riferiscono agli anni 2007 e 2008. Dal 2009 le domande devono essere presentate tra il 20 luglio ed il 20 settembre. Nuovi modelli IVA per inizio attività A decorrere dal 01.01.2008 tutte le associazioni in possesso del solo codice fiscale e che intendono iniziare una attività commerciale devono richiedere la partita IVA utilizzando i nuovi moduli. La richiesta può essere presentata entro 30 giorni in via telematica, direttamen- te o a mezzo posta. L’invio telematico può essere effettuato dal contribuente o da un intermediario abilitato. Rimangono invariate le modalità ed i tempi (30 giorni) di presentazione delle variazioni dati. Nuove norme per pagamenti in contanti ed a mezzo assegni Dal 30.04.2008 è vietato per tutti pagare in contanti per somme da 5.000 €. in su.Dal 30.04.2008 gli assegni dovranno essere emessi con la clausola “non trasferibile”. Chi vorrà gli assegni trasferibili li dovrà richiedere, pagare l’imposta di €. 1,5 e su ogni girata riportare il Codice Fiscale del girante. Dal 30.04.2008 i libretti di deposito bancari o postali al portatore non potranno avere un saldo pari o superiore a 5.000 Euro, pena una sanzione dal 20% al 40% del saldo. Per le associazioni sportive dilettantistiche rimane confermato il divieto a pagare e riscuotere somme in contanti superiori ad €. 516,47. Nuovi codici di attivita’ dal 01.01.2008 A decorrere dal 01.01.2008 tutti gli atti e tutte le dichiarazioni da presentare all’Agenzia delle Entrate devono riportare i nuovi codici di attività indicati nell’apposita tabella. Evidenziamo i codici più frequenti utilizzati: Attività Vecchio Codice Nuovo Codice Assoc. Sportive 92621 931910 Ass. Ricer. Culturali 91332 949920 Registro del Coni La Segreteria di Sport Nazionale è a disposizione di qualsiasi associazione sportiva che desidera ottenere l’iscrizione al Registro del Coni. Dal momento della richiesta, alla ricezione del Certificato rilasciato dal Coni, il periodo varia dai 15 ai 30 giorni. Per informazioni: tel. 0412621679 06 IL Intervista a Sakorzy È figlio di un aristocratico ungherese naturaliz- zato francese - Pál Sárközy, poi ribattezzato Paul Sarkozy - e della figlia di un medico ebreo sefardita di Salonicco convertito al cattolicesimo. È stato allevato dalla madre Andrée Mallah, lasciata dal padre, che si è poi risposato ed è andato a vivere negli Stati Uniti. Entra in politica nel 1974, partecipando alla campagna elettorale del candidato gollista alla presidenza della Repubblica Jacques Chaban-Delmas. Eletto il 6 maggio 2007, è il 23° Presidente della Repubblica Francese. Sin dai primi giorni del suo mandato, Sarkozy ha dimostrato un’inedita originalità politica. Ha aperto il governo ad alte personalità dell’area socialista affidando loro ministeri o missioni internazionali, dimostrando di essere il presidente di tutti i francesi. Presidente, non è al politico ma all’uomo che ci rivolgiamo. Il successo personale ottenuto e l’attenzione che i media le dedicano negli ultimi tempi è enorme, i nostri lettori vorrebbero conoscere la sua quotidianità, anziché la parte pubblica. Quali sensazioni le sono rimaste impresse tra i suoi ricordi di bambino? La mia famiglia originaria, sebbene appartenente a un periodo storico dove il vincolo familiare era molto forte, non ha retto alle rivoluzionarie spinte culturali degli anni sessanta e con il divorzio, mio padre ci ha abbandonato quando avevo appena quattro anni, trasferendosi negli Stati Uniti. Di quegli anni conservo la forte solidarietà con mia madre e i miei fratelli, io sono il secondo di tre figli. Il nonno materno ci ha sostenuto e per me è stato il vero padre. Anche questo è un sentimento molto forte che provo ancora oggi. Della mia giovinezza ricordo molte umiliazioni subite, questo ha contribuito a creare quel carattere combattivo e concreto che oggi possiedo. Lei ha parlato degli anni sessanta, per la Francia sono stati anni molto importanti, con gli avvenimenti della Sorbona e il ’68. Quanto hanno influito questi fatti per le scelte future del giovane Sarkozy? Sono stati veramente anni “caldi”, quelli della contestazione giovanile. Non dimentichiamo che mio padre era un esule dell’Ungheria, sfuggito all’occupazione sovietica di questo paese e privato di ogni suo bene.Questo avvenimento storico, che comunque indirettamente ha coinvolto economicamente la mia famiglia creandoci ovviamente delle difficoltà, che sono perdurate nel tempo, mi risvegliava un senso di menomazione nei confronti del gran numero dei giovani contestatori di allora, che generalmente erano figli della borghesia parigina. Io, proveniente da una famiglia che aveva subito dei torti, non capivo perché dei giovani benestanti si ponessero idealmente dalla stessa parte di chi, solo qualche anno prima, li avrebbero privati di tutto. Comunque, anche mio nonno Benoit, fervente gollista, ebbe la sua parte. Le sue amicizie e le persone che frequentava mi avvicinarono a Jacques Delmas per il quale feci campagna elettorale e quindi entrai ufficialmente in politica nel 1974. Non parliamo dell’uomo politico, ma solo dell’uomo. Quali sono le sue passioni? Con questa domanda mi riporta alla politica. È questa la mia grande passione. Chi fa politica, e questo accade senza accorgersene, subisce un fascino ideale che in poco tempo riesce a coinvolgerlo sempre di più, sottraendo tempo ed energia ad altre attività. La politica può essere paragonata ad una droga, quando inizi ad occupartene non riesci più farne a meno. Comunque non sono unidirezionale, la mia professione di avvocato mi ha abituato a leggere, cosa che faccio con piacere perché comunque mi dedico a letture leggere e non impegnate, da utilizzare come relax. Amo anche praticare dellosport quando ne ho occasione. Quali Sport? Nessuno nello specifico, ne ho fatti molti. Posso dire che amo sperimentare differenti sensazioni e la pratica di discipline diverse tra loro aiuta a considerare sotto molteplici aspetti anche le vicende della vita. Queste esperienze possono esserti utili in ogni momento della tua vita. Senza togliere nulla a chi pratica una sola disciplina sportiva, decisione personale che non può essere messa in discussione, io ho ancora un gran desiderio di ampliare le mie esperienze. Forse anche per questo le sue esperienze sentimentali sono state movimentate? Il fatto che mi sono sposato tre volte non è anormale. Quanti uomini e donne lo hanno fatto? Certamente l’attore, l’industriale, il politico, insomma chi è nell’attenzione dei media fa più notizia, d’altronde i giornali devono vendere e la televisione deve fare odiens. Ma anche tra la gente normale questo accade, senza che ciò susciti scandalo. Per quanto mi riguarda, le mie esperienze matrimoniali sono state determinate dal concreto desiderio di avviare un percorso comune con la persona che mi stava a fianco e di legittimazione dei figli che da queste unioni sarebbero nati. Poi, nella vita le cose cambiano, le motivazioni, i desideri, le aspettative assumono altra forma e viene a decadere il supporto principale che ha costituito il matrimonio. Ritengo che non esista una memoria delle origini alla quale si debba restare fedeli, penso che esista essenzialmente il presente e il futuro. Quindi, pur senza vivere sentimentalmente alla giornata, ritengo che ogni persona abbia la necessità di far riferimento al momento nel quale vive, agire secondo coscienza e seguire quanto il cuore gli/le suggerisce. Questo evita molte infelicità personali. Cosa ci racconta del matrimonio con la PERSONAGGIO EMOZIONI Winterpark è il fitness d’inverno nostra connazionale Carla Bruni? Non racconto nulla per rispetto della privacy, soprattutto se questo riguarda una terza persona. A parte ciò, è tale principio che mi interessa sottolineare. Ritengo che una persona pubblica, proprio per il ruolo che riveste, deve essere tutelata per l’aspetto privato. È pur vero che con Carla ho fatto molte apparizioni in pubblico e ho avuto il piacere di presentarla ai miei collaboratori, ma questo rientra sempre nelle scelte personali di ciascuno. Ogni persona innamorata ha il piacere di stare assieme al proprio partner e questo desiderio non deve essere una questione di Stato, anche se l’interessato è il Presidente della Repubblica Francese. Mi sono comportato come una persona normalissima, e chiedo rispetto per questo atto privato. La carica che ricopro e gli impegni che essa mi riversa quotidianamente addosso, sono inimmaginabili per qualsiasi persona. L’opportunità di stare assieme a Carla, non è dettata dall’etichetta ma dal cuore. Ritengo sia prerogativa di ogni democrazia tutelare e rispettare la piena distinzione tra sfera pubblica e privata. Importante è che il lavoro svolto non sia influenzato dalle faccende personali. Sono due realtà completamente diverse, pertanto è ingiusto e scorretto pretendere che la parte privata sia di dominio pubblico. Intendo inoltre sottolineare che il mio comportamento in merito a tale vicenda nasce dalla volontà di non essere un ipocrita, conseguentemente ho fatto quanto ritenevo giusto, senza nasconderlo e nel contempo sbandierarlo impudentemente. Come ha detto lei all’inizio, rivolgiamoci al politico quando è ora di farlo ma lasciamo tranquillo l’uomo a pensare ai fatti propri. Presidente, la ringrazio per averci offerto la possibilità di questa intervista virtuale e le esprimiamo tutta la nostra simpatia, come uomo. GT La manifestazione è organizzata in collaborazione con il Festival del Fitness, il più grande evento di sport praticato al mondo. Oggi la palestra è un luogo di sport ma anche un centro di aggregazione e di socializzazione; insomma si frequenta la palestra per allenarsi, tenersi in forma, stare bene con se stessi e con gli altri in un luogo all’insegna del benessere e del relax, una scelta condivisa da oltre 7 milioni di persone. Si tratta di un numero destinato a salire nella misura del 10% all’anno. Torino Winterpark è un concentrato di energia dove il pubblico si diverte e si emoziona partecipando alle varie attività come: • 500 km, una staffetta di corsa su tapis roulant che proseguirà senza interruzioni notte e giorno per tutta la durata della manifestazione • Ponte tibetano – Mountain Bike Challenge, una pista attrezzata con spettacolari ostacoli • Aerobica Stellare, coreografie di fitness non-stop • Bosu Stage, diffusione dell’attrezzo del fitness mondiale moderno • Macuba Stage, lezioni alternate di ritmi latino americani • Indoor Cycling Stage, per gli amanti dello Spinning • Healthness Village, esaltazione della qualità della vita • Roller Action Village, lezioni di pattinaggio dai principianti agli atleti esperti. • Kid’s Village, attività ludico-sportive dedicate ai più piccoli 1°) Fit Futsal Cup, torneo nazionale di calcio a 5 riservato a palestre e fitness club. 1°) Fit Futsal Cup è un torneo nazionale di calcio a 5, che si disputa nelle date del Festival. La prima tappa si svolgerà a Torino dal 15 al 17 febbraio all’interno dell’Oval. L’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutte le palestre o fitness club che vogliano partecipare. Le iscrizioni verranno chiuse al raggiungimento di 16 squadre e non oltre il 10 febbraio. Tutte le squadre riceveranno in omaggio un pallone da gara ed un gioco di maglie che potrà essere personalizzato con il logo o nome della palestra. Ogni squadra disputerà 3 gare ed eventuali finali. La squadra campione vincerà viaggio e soggiorno sulla costiera amalfitana e partecipazione alle finali nazionali che si terranno dal 24 al 26 ottobre a Salerno all’interno del 3° Costiera Amalfitana Fitfestival. IL PL ANTARE PE R IL C ALCIO 09 CALCIO A 5 A FIRENZE, UN BEL MOVIMENTO NEL C5 E C7 La Midland Firenze che opera sul territorio di Firenze e provincia da oltre 10 anni, in queste ultime 2 stagioni collabora con Sport Nazionale e grazie a questa sinergia i campionati di calcio a 5, calcio a 7 e femminili hanno avuto un ulteriore beneficio. Quest’anno le squadre iscritte hanno sfiorato le 200 unità, con un buon incremento rispetto alla passata stagione. Un bel risultato anche per l’ente che in Toscana ha ormai un movimento significativo,con diverse province coinvolte e centinai di squadre che si danno vita anche delle finali regionali di ottimo livello. Il responsabile di Firenze, Luca Marè, guida la sezione fiorentina con impegno e passione, cercando di selezionare i migliori impianti sportivi ma anche collaboratori e squadre, con risultati negl’anni che hanno portato ad un livello qualitativo, anche se per campionati pur sempre amatoriali, altissimo, con di contorno iniziative praticamente in esclusiva e spesso uniche. Alcune di queste sono, l’annuale Almanacco delle squadre che raccoglie foto e tutti i dati di ogni squadra che partecipa ai campionati, un libro che rimane nella storia della squadra con un ricordo bello ed indelebile della stagione sportiva, l’opera ha sempre uno scopo benefico devolvendo il 100% dei proventi in beneficenza, nella maggior parte dei casi a enti cittadini. Ma anche altre iniziative come la redazione sportiva del bel sito internet che propone giornalmente articoli, interviste, foto e cronache di gare e tante news di ogni tipo. Quest’anno addirittura è stata prodotta una trasmissione TV in onda sull’emittente regionale Toscana TV, ogni martedì e giovedì dalle 20 alle 20.30, che sulla falsa riga dei programmi sportivi della domenica come ad esempio la Domenica Sportiva o Pressing, propone i servizi e le sintesi corredate da grafiche e interviste, di alcune gare della settimana trascorsa, ma anche servizi su altri eventi sportivi, un contenitore che Midland condividerà con Sport Nazionale allargando a tutta la Toscana coinvolgendo infatti almeno anche i campionati provinciali di Pistoia, Pisa e Arezzo a partire dal mese di gennaio 2008. Tutto questo lancia Midland e Sport Nazionale toscano in una dimensione di spicco già in questa stagione sportiva, ponendo le basi per un ulteriore miglioramento per la prossima stagione e sia nel già affermato campo del calcio a 5, a7 e femminile, ma anche in altre discipline. Luca Marè (prosegue dal numero precedente) La creazione di un torneo unico per il calcio a cinque attirò anche un certo interesse dei media, in particolare dei giornalisti Raul Tabajara e José Antônio Inglêz, della Gazeta Esportiva, Inglêz è accreditato come il primo a coniare l’acronimo Futsal per definire tale sport. Nel 1954 venne fondata la Federação Metropolitana de Futebol de Salão, poi diventata Federação de Futebol de Salão do Estado do Rio de Janeiro; nel 1955 fu fondata la Federação Paulista de Futebol de Salão. Nel 1956, Luiz Gonzaga de Oliveira, della Federação Paulista de Futebol de Salão scrisse il primo libro delle regole, posteriormente adottato dalla FIFUSA (Federação Internacional de Futebol de Salão). Verso la fine del decennio si costituirono altre federazioni, non sempre uniformi nel tipo di regolamento da applicare, nel 1958 le federazioni di Sao Paulo e Rio de Janeiro erano ancora in disputa per decidere il regolamento ufficiale, di cui se ne occupò direttamente quall’anno la Confederação Brasileira de Desportos. Molti dei più grandi campioni di calcio a 11 verdeoro hanno iniziato la loro carriera come calciatori di calcio a 5: Pelé, Zico, Socrates, Ronaldinho e Ronaldo per nominarne solo alcuni. La prima denominazione del gioco fu fútbol de salón nei paesi sudamericani di lingua ispanica, mentre in Brasile esso prese piede con il nome di futebol de salão. Nel 1965 si formò il primo organismo internazionale per il governo di questo sport, ad Asuncion in Paraguay venne fondata la Confederación Sudamericana de Fútbol de Salón, che nello stesso anno indisse il primo torneo continentale per squadre nazionali, che si svolse nella medesima Asuncion e vide i padroni di casa del Paraguay battere il Brasile. Nel 1971 fu poi fondata la Federação Internacional de Futebol de Salão (FIFUSA), a São Paulo. La istituzione contava 32 paesi partecipanti che praticavano questo sport con la modalità brasiliana, il primo presidente fu Joao Havelange, il primo segretario fu Luiz Gonzaga de Oliveira. Il Brasile si avviava a dominare il calcio a 5, con la sua squadra nazionale che vinceva due successive edizioni del Campeonato Sul-Americano, e replicava le vittorie per tutto il decennio nelle edizioni del 1973, 1975, 1976, 1977, 1979, quest’ultimo anno segna anche la nascita della Confederação Brasileira de Futebol de Salão, in Oggi in Italia, molte sono le organizzazioni che praticano l’attività del “calcetto”. La base sono le miriadi di tornei locali che in ogni parte della penisola vengono organizzati sotto diverse sigle, poche sono invece le organizzazioni che riescono a produrre un campionato nazionale con tutte le selezioni provinciali e regionali. 10 BRACCIO DI FERRO LA KENO TANI TRAPANI DEL M° RINO CRAPAROTTA VINCE IL GRAN PREMIO DI BRACCIO DI FERRO CITTA’ DI SAN VITO LO CAPO Domenica 9 settembre 2007 organizzato dall’A.S.D. Keno Tani Trapani con il patrocino del comune di San Vito Lo Capo, sotto l’egida, del Centro Nazionale Sportivo Fiamma Com Prov.le Trapani e l’organizzazione tecnica della Federazione Italiana Pesistica Cultura Fisica Settore Braccio di Ferro di cui è delegato per la Sicilia il M° Rino Craparotta, si è svolto il Gran Premio di Braccio di Ferro Città di S. Vito Lo Capo. La manifestazione era riservata alle classi giovani, speranze, juniores, senior e master maschili e femminili. Alla manifestazione hanno partecipato diversi campioni e vice campioni italiani vecchi e nuovi tra i quali Paladino Alessandro R.C., Savona Salvatore TP, Cacciatore Liborio TP, D’Angelo Daniele TP, Agosta Rosario TP, Milana Antonino TP, Caleca Antonio TP, Cappello Salvatore Modica (SR), che hanno dato vita ad incontri molto belli e spettacolari sotto l’aspetto agonistico di cui alla fine è risultato vincitore degli Open l’atleta Agosta Rosario della Keno Tani Trapani già vincitore dei Recenti Campionati Italiani svoltisi a Reggio Calabria il 25-26 agosto scorso e terzo assoluto in Italia. Giudici di gara della manifestazione sono stati il Prof. Romeo Salvatore Bianco R.C., Presidente di Giuria, Allenatore Rozzisi Andrea, Presidente di Giuria Valderice, M° Rino Craparotta arbitro TP, Piazzese Vincenzo arbitro Roslini (SR), Tommaselli Emilio arbitro (RC). Di seguito è riportata la classifica: Classe Seniores Categoria KG. 60 1°) Classificato: MARTINI SALVATORE KENO TANI (TRAPANI) 2°) Classificato: CALECA ANTONIO KENO TANI (TRAPANI) 3°) Classificato: CICERO GIORGIO MODICA (SR) Categoria KG. 65 1°) Classificato: BADALUCCO MASSIMO KENO TANI (TRAPANI) 2°) Classificato: INCAMMISA ANTONINO KENO TANI (TRAPANI) 3°) Classificato: LEOCATA GIOVANNI ISPICA (SR) Categoria KG. 70 1°) Classificato: DE LINA PIETRO ROSOLINI (SR) 2°) Classificato: BADALUCCO MASSIMO KENO TANI (TRAPANI) Categoria KG. 75 1° CLASS. CAPPELLO SALVATORE MODICA (SR) 2° CLASS. PALADINO ALESSANDRO TEAM TOMMASELLI (RC) 3° CLASS. DE LINA PIETRO ROSOLINI (SR) Categoria KG. 80 1° CLASS. SAVONA SALVATORE KENO TANI TRAPANI Categoria KG. 85 1° CLASS. MILANA ANTONINO KENO TANI TRAPANI Categoria KG. 90 1° CLASS. CARNEVALE TULLIO OLIMPIA CLUB BIANCO (RC) Categoria KG. 100 1° CLASS. D’ANGELO DANIELE KENO TANI TRAPANI 2° CLASS. VICARI ALBERTO MODICA (SR) 3° CLASS. MILAZZO ANTONINO KENO TANI TRAPANI Categoria KG. +100 1° CLASS. AGOSTA ROSARIO KENO TANI TRAPANI 2° CLASS. SALVO SALVATORE KENO TANI TRAPANI 3° CLASS. CACCIATORE LIBORIO KENO TANI TRAPANI JUNIORES FEMMINILE 1° CLASS. AGOSTA LAURA KENO TANI TRAPANI 2° CLASS. AMORUSO ORSOLA KENO TANI TRAPANI OPEN 1° CLASS. AGOSTA ROSARIO KENO TANI TRAPANI 2° CLASS. SAVONA SALVATORE KENO TANI TRAPANI 3° CLASS. D’ANGELO DANIELE KENO TANI TRAPANI 11 IL PANCRAZIO FRAMMENTI DI STORIA Il Pancrazio è una antichissima arte marziale greca la quale ha dato origine a tutte le altre conosciute ai nostri giorni provenienti dall’oriente, il nome Pancrazio deriva dai vocaboli Pan + Kratos (tutta la forza) oggi diventa Athlima (disciplina), consiste in un combattimento totale controllato. Il Pancrazio inizia la sua antichissima storia come arte di guerra, con lo scopo principale della sopravvivenza, successivamente furono fissate delle regole e usato come spettacolo di intrattenimento, fino ad arrivare al 648 a. C. periodo in cui le regole di gara vennero raffinate e introdotto nei settori sportivi dei giochi olimpici, diventando una disciplina di tutto rispetto. Successivamente Alessandro Magno vissuto dal 356 al 323 a. C. (grande appassionato di Pancrazio insieme al padre Re Filippo) dette un’impulso enorme alla conoscenza di questa arte marziale diffondendola in tutte le terre da lui conquistate, fino al punto che nel 200 a. C. vennero introdotte le gare ai giochi olimpici anche per bambini. Il Pancrazio (come tutte le arti marziali odierne) già dai tempi antichi aveva un contenuto formativo psicofisico con dei valori morali ed etici che ci vengono riportati fino a noi. Tutti i praticanti di arti marziali dovrebbero sentire il dovere morale di praticare il Pancrazio Athlima per riappropiarci di un pezzo di storia che ci appartiene, per dirigersi successivamente verso altre discipline. La parte agonistica del Pancrazio Athlima rispecchia il combattimento dei giochi olimpici, con delle regole simili. I due atleti si confrontano fino alla fine del tempo di gara, senza interruzione, a meno che non c’è una resa da parte di uno dei due. Il fine del combattente di Pancrazio Athlima è molto nobile che non è quello di vincere il suo avversario con un solo colpo, ma quello di sopraffarlo tecnicamente e portarlo nella polvere per indurlo alla resa. Il Pancrazio Athlima appare in Italia nel settembre 2002 dopo che il maestro Italo Morello riceve l’incarico di referente della WPAF (World Pangration Athlima Federation) per la diffusione in Italia di questa disciplina moderna che proviene dall’antico, la quale si distingue da tutte le altre per la sua completezza, una spinta di qualità a questa disciplina viene data dopo il riconoscimento FIJLKAM. Da quel momento sono state fatte molte cose con tanti sacrifici e molte soddisfazioni: 1° Campionato Mondiale, l’Italia 2° classificata; 1° Campionato Europeo, l’Italia 2° classificata; 2° Campionato del mondo, l’Italia 3° classificata. La FIPA organizza corsi di formazione per Insegnati Tecnici in tutte le regioni d’Italia. Al corso possono prendere parte Insegnanti Tecnici di altre discipline sportive o almeno cinture nere. Per gli interessati possono contattare direttamente la federazione Tel. 328/0258398 – 320/7244447 oppure visitare il sito federale www.pancrazio.org. Maestro Italo Morello SONO I MIGLIORI ! • • • • • JUDO KARATE JU JUTSU LOTTA AIKIDO • • • • • KICK BOXING VALE TUDO MUAY THAI YOGA SHIATSU Tatami da 20 e 40 mm bicolori, con disegno a paglia di riso, anallergici, atossici, certificati, prodotti e distribuiti direttamente senza passaggi intermedi, per offrirti i migliori tatami ai prezzi più convenienti! (NUOVI - USATI - A NOLEGGIO) www.tatami.tv - [email protected] - tel. 041.454391 13 ARTI MARZIALI STAGE DI KARATE TRADIZIONALE Lo scorso 16 dicembre, si è svolto presso Pa- lazzetto dello Sport di Caiazzo un paese in provincia di Caserta lo Stage di Karate Tradizionale, sotto la guida del Docente Internazionale di altissimo livello nonché Direttore Tecnico Shihan Toshio YAMADA c.n. 7° Dan proveniente dalla JAPAN KARATE ASSOCIATION, si tratta dell’università più prestigiosa del Giappone, dove si sono laureati i più grandi esponenti del karate mondiale. Una mattina fredda, ma che nonostante questo non ha impedito agli atleti di mancare all’ appuntamento. Nutrito anche il numero degli spettatori i quali sono stati colpiti dall’ottima organizzazione che, ha visto la partecipazione di circa 150 addetti tra atleti e insegnanti tecnici provenienti dalle migliori scuole di Karate della regione Campania. La manifestazione, uno tra gli avvenimenti di grande rilievo socio-sportivo è stata organizzata, sotto l’egida di Sport Nazionale, dal gruppo campano che, nonostante l’enorme mole di lavoro che la gestione di un organismo richiedeva, tutto è filato liscio, grazie soprattutto alla passione, all’impegno e all’instancabile lavoro dei Maestri Angelo DEL ROSSO, Vincenzo PAONE, Luigi MARINO, Giovanni LABAGNARA e alla professionalità dei Maestri Antonio GRASSO e Nicolino ZULLO, che hanno con entusiasmo messo a disposizione la loro esperienza e la loro conoscenza. L’obiettivo iniziale del gruppo era creare un organismo che potesse promuovere e diffondere il settore delle Arti Marziali in particolare il Karate Tradizionale FIAMMA svincolandolo da un ottica che privilegia quasi esclusivamente il Karate Sportivo. Obiettivo raggiunto, a quanto pare, anche grazie all’ottimo lavoro svolto dal Presidente della “A.S.D. MOUC MORE” Benito PALAZZO il quale, si è reso disponibile affinchè gli atleti e dirigenti casertani, avrebbero avuto l’appoggio totale per la manifestazione. Prima dell’inizio dello Stage, il M° Nicolino ZULLO ha sottolineato l’importanza di questa giornata nel cammino di crescita del gruppo FIAMMA per il Karate Tradizionale, con una figura carismatica del Karate nazionale e non solo, ormai una istituzione nel mondo del Karate, alla guida come Direttore Tecnico Nazionale, Shihan YAMADA, il quale, ha illustrato i suoi studi sull’applicazione dei kata (forme) e delle tecniche di Kumite (combattimento), con la semplicità di chi insegna ciò che ama e in cui crede. Per l’occasione erano presenti: il Sindaco della Stage di Karate Tradizionale a Caserta città di Caiazzo (CE) a cui vanno i nostri ringraziamenti e il Presidente del Centro Nazionale Sportivo FIAMMA. Il programma non è stato di quelli impegnativi, ma con un insegnamento diversificato per i vari gradi di preparazione, spiegando dei concetti basilari, ma significativi ai bambini e agli adulti, ma allo Stage erano presenti circa una trentina di bambini e il M° YAMADA ha concentrato tutto l’allenamento imperniato su di loro con lo studio degli spostamenti abbinati alle tecniche di base, e sul ripasso dei kata, dando un sacco di consigli e creando un’atmosfera di attenzione eccezionale. Attorniati dal calore dei propri genitori, i ragazzi hanno avuto modo durante l’allenamento, di socializzare e confrontarsi nello studio dei Kata e delle tecniche di base. Per la pausa pranzo, tutti insieme al Ristorante “Villa Ariella” costruita alla fine del ‘600 sulla cima di una collinetta che, per l’occasione, ha rifocillato tutti i presenti e nel parco adiacente ha consentito l’opportuno relax prima della ripresa. Il pomeriggio, alle ore 15,00 ripresa dello Stage e l’allenamento è proseguito con le cinture superiori studiando alcune tecniche di kumite sia di difesa che di contrattacco rapido, mentre con le cinture nere il M° YAMADA ha insegnato la corretta esecuzione del kata “Enpi”, con relativo “bunkai” (applicazione) e lo studio del kata “Sochin” che tutti hanno seguito con interesse la lezione riscoprendo appunto tecniche abbastanza insolite ma molto interessanti. Più volte si è soffermato ad evidenziare la ne cessità di un perfetto equilibrio mente-corpo affinchè ognuno possa affrontare con tranquillità ogni cosa. L’entusiasmo da parte dei partecipanti e dei genitori presenti è stato altissimo e rimarrà per molto tempo impresso nelle nostre menti. Dopo lo Stage restano le forti sensazioni e le emozioni trasmesse da questo grande uomo e grande Maestro, che arricchiranno ulteriormente il bagaglio tecnico e spirituale dei partecipanti. Lo stage ha avuto molto successo: in molti hanno espresso personalmente la propria soddisfazione per la lezione impartita da Shihan Toshio YAMADA, personalità rimarchevole sia dal punto di vista tecnico sia e soprattutto, da quello umano. A differenza di altri maestri, il suo karate è naturale, come se fosse stato ideato per lui, infatti durante gli Stages o raduni tecnici, da sempre riesce a dare un saggio di eleganza nei movimenti, nell’esprimere quanto c’è da imparare anche dalla singola tecnica. Egli, con la solita calma e semplicità di espressione, è riuscito a catturare l’attenzione dei più piccoli e ad affascinare come sempre. E l’augurio di Shihan Toshio YAMADA ?“continuare per crescere e raggiungere traguardi sempre più importanti” Appuntamento nel Casertano con data da destinarsi per il prossimo Stage interprovinciale FIAMMA. M° Antonio Grasso 14 N e VI secolo la Corea era divisa in tre stati: Silla, Koguro e Paekche. Il regno di Silla era mi- nacciato dai guerrieri Koguryo, e Re Chingchung sapeva che il suo esercito non sarebbe stato in grado di affrontare l’invasione. Il re si rivolse allora al monaco buddista Won Kwang Bopsa, che istituì in breve tempo un ordine di guerrieri chiamato Hwarang (“fior della gioventù”). A questi guerrieri, scelti tra i giovani nobili del regno, venne insegnato un sistema di combattimento chiamato Taekkyeon (“combattimento con le gambe”). I membri del Hwarang furono educati secondo i principi della filosofia buddista e seguivano un codice d’onore i cui cinque punti fondamentali sono: 1) lealtà verso la patria 2) lealtà verso i propri genitori 3) fratellanza e fiducia reciproca tra i membri del Hwarang 4) coraggio: mai ritirarsi di fronte al nemico 5) senso di giustizia: mai sacrificare una vita senza una valida ragione. Grazie ai guerrieri del Hwarang, la dinastia Silla riuscì a difendersi dall’attacco degli invasori e successivamente i tre regni verranno unificati. L’arte del Taekkyeon continuerà ad essere praticata dai militari coreani. Nel 1910 il Giappone invade la Corea, vietando la pratica di ogni arte marziale. Alcuni marzialisti emigrano in Giappone per apprendere le arti locali, altri continuano a praticare il Taekyeon clandestinamente. Al termine della seconda guerra mondiale il Giappone, sconfitto, ritira le sue truppe dalla Corea, che torna ad essere libera così come la pratica delle arti marziali: nascono così diverse scuole aperte a tutti. Parallelamente a queste crisi politico-sociali avviene una crisi delle arti marziali: si sono sviluppati infatti molti stili differenti che hanno subito pesantemente l’influenza giapponese. Ed è in questi anni che il grande maestro Choi Hong Hi fonda il Taekwondo. Nel 1955 viene indetta un’assemblea, con l’intenzione di riunire i diversi stili nati dall’operato del generale Choi: lo stesso generale propone il nome Taekwondo, che viene adottato ufficialmente nel 1958. Nel 1966, in seguito a un viaggio di promozione del Taekwondo in Nord Corea, il generale Choi cade in disgrazia con il governo della Corea del Sud. Di conseguenza egli fonda l’ITF International Taekwon-Do Federation un’organizzazione privata e indipendente. Nel 1973 in Corea del Sud viene costituita la WTF World Taekwondo ARTI MARZIALI Federation.Nel 15 Giugno 2002, il Generale Choi si spegne a Pyongyang a causa di un tumore allo stomaco. Ci lascia senza essere riuscito a portare a termine il suo sogno, far tornare la sua creatura nel suo paese di origine. In Italia, con gli accordi del 2007, sono confluite nel Cns fiamma, con pari dignità e assumendo completa autonomia tecnico gestionale, le migliori organizzazioni italiane di settore. In particolare si sono gettate le basi per un reale e consistente sviluppo del Taekwondo stile W.T.F.– E.T.O. in tutto il territorio nazionale. Con la Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia, già dal mese di ottobre si sono visti gli sviluppi di questo accordo: a Barcellona durante il 1° campionato E.T.O., la nostra squadra nazionale si è classificata al 2° posto, a testimonianza dell’ ottimo livello tecnico dei ragazzi. Tra novembre e dicembre si sono svolte in tutto il territorio nazionale le varie sessioni di DAN che hanno visto oltre 150 atleti compiere il primo giro di boa ed acquisire la cintura nera 1° DAN: la consistenza di un’organizzazione si vede anche dal numero delle associazioni e dalla dislocazione territoriale delle stesse ed avere 150 nuove cinture nere farà certamente aumentare il numero di aspiranti tecnici ai prossimi corsi e di riflesso aumenteranno le associazioni sportive che promuovono il Taekwondo. In Liguria si è inoltre svolto il Trofeo Canaletti, gara nazionale di combattimento che ha visto oltre 100 atleti provenienti da tutta Italia in gara a La Spezia. Per concludere le attività del 2007 sotto il segno del Taekwondo e dell’amicizia, a dicembre si sono svolti numerosi tornei per bambini e ragazzi: tra questi, ricordiamo il 23° trofeo città di Samarate che ogni anno richiama nel piccolo Comune della Provincia di Varese oltre 150 tra bambini e ragazzi tra i 5 ed i 17 anni. Siamo così arrivati nel 2008 con un inizio anno contrassegnato da un corso di aggiornamento per Ufficiali di Gara con offerta da parte della Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia di vitto ed alloggio a tutti i partecipanti . La classe arbitrale è da sempre quella più penalizzata nei giudizi ma allo stesso tempo quella più importante nel creare un buon clima durante una gara. Nelle stesse giornate del 19 e 20 gennaio si è svolta l’Assemblea Ordinaria della Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia con l’approvazione del bilancio consuntivo e preventivo e la stesura del calendario nazionale. I lavori si sono conclusi con un Convegno che ha visto la partecipazione di tutti i Presidenti Regionali finalizzato a formalizzare, in accordo con le direttive del Consiglio Federale, una strategia condivisa per un più reale ed efficace sviluppo del nostro Taekwondo. Nel 2008 un’attenzione particolare verrà rivolta non solo alle gare ma soprattutto ai tecnici: sono stati stabilite le date per i corsi di aggiornamento regionale ed interregionale che vedranno il Direttore Tecnico Nazionale, M° Gaspare Cervo (7° dan), recarsi tra febbraio e maggio in tutte le regioni d’Italia. Durante il Corso Nazionale previsto per il prossimo mese di ottobre sarà probabilmente presente il M° Andrè Carbonel (6° dan di Hapkidò) che rappresenta l’aspetto più marziale dell’attuale Taekwondo. Tutto ciò, unitamente ad una corretta azione politico/sportiva tra le organizzazioni italiane di settore, per rilanciare finalmente anche in Italia la disciplina ad altissimi livelli. Prof. Vito Monti 15 L’ALLENAMENTO Il Mae Mai Muay Thai, tanto bistrattato dai più fino a qualche tempo fa, sta riscuotendo, ultimamente,un grande interesse nella comunità marziale italiana. Purtroppo,però,c’è ancora chi ritiene l’allenamento del Muay Thai una versione “alleggerita” della MT sportiva. Probabilmente, ciò dipende dal fatto che alcuni personaggi, fiutando l’affare, cercano di vendere una versione “alleggerita” della Muay Thai Sportiva, in modo da “acchiappare” anche quella nutrita schiera di praticanti che proprio non ne vuole sapere di lividi o tibie doloranti, facendo credere che nella MT esistano delle “forme prestabilite”(il corrispettivo dei kata giapponesi o loo cinesi). Niente è più lontano dalla verità! Infatti,essendo un’Arte Marziale (=da guerra) l’allenamento al Mae Mai è,semmai,molto più duro dell’allenamento sportivo, in cui si studiano solo le tecniche “da ring”,ed in cui è previsto un regolamento mediato da un arbitro. Se la Muay Thai non è per tutti, il Mae Mai Muay Thai è veramente per pochi! Senza voler apparire come unico detentore della verità, è importante sottolineare quale sia la vera pratica del Mae Mai: una pratica fatta di sacrifici,dolore fisico, abnegazione, in cui i nostri sforzi sono portati,spesso,ai limiti della sopportazione umana. Questo è il Mae Mai, e diversamente non potrebbe essere! L’equivoco generato da sedicenti “Maestri”, che, ripeto,offrono una versione “ammorbidita” e completamente denaturata del Mae Mai, preoccupa chi,come me ed altri,si dedicano a questa pratica, consapevoli del fatto che è un’antica Arte Marziale, e come tale dev’essere concepita e praticata. Per esemplificare SPORT DA COMBATTIMENTO quanto detto, mostrerò di seguito un allenamento tipico della nostra scuola (o di qualunque altra, che,nel mondo, si occupi seriamente di Mae Mai Muay Thai). Tengo,inoltre,ad aggiungere,che nel Mae Mai si studiano anche le tecniche “da ring”,oltre,ovviamente,a tutte le altre tecniche,che su un ring sportivo sarebbero inapplicabili,ma che venivano applicate efficacemente dagli antichi guerrieri Thai. Per lo studio corretto del Mea Mai, è necessaria un’adeguata preparazione fisica. Nella nostra scuola, parte fondamentale della lezione è occupata dal condizionamento fisico. Infatti,la preparazione atletica occupa circa un terzo della lezione: corsa,corda ed esercizi vari,propedeutici alla lotta ed al combattimento. Poi,si passa al lavoro tecnico: studio delle tecniche singolarmente e a coppie. Dopodiché,si passa al lavoro agli attrezzi (sacchi,pao,focus,att rezzi vari,ecc.), per sviluppare potenza e velocità esplosiva nei colpi. Grossa importanza è data al condizionamento delle varie parti del corpo, tibie,ginocchia e gomiti in particolare,che diventano delle vere e proprie armi,se correttamente allenate. Una cura particolare è riservata al Chap Ko (Clinch), in cui si studiano tecniche di presa,sbilanciamento e proiezione, in combinazione con percussioni, strangolamenti e leve articolari, numerose nel Mae Mai. Poiché nel Mae Mai il combattimento è concepito nella sua totalità,ed il corpo viene addestrato a diventare esso stesso un’arma, lo studio è suddiviso in equa misura tra le varie distanze (corta, media,lunga,clinch, finalizzazioni al suolo). Il lavoro di sparring, nelle varie distanze, è fon- damentale sia per la pratica marziale che per quella sportiva (nella scuola ci sono diversi agonisti), così come il lavoro a coppie permette di applicare,in maniera realistica, tutte le combinazioni e le tecniche del Mae Mai, in cui vengono utilizzate tutte le parti del corpo, per un combattimento totale: pugni,calci,gomitate,gin occhiate,testate,lotta. Il lavoro di pugilato, sostanzialmente diverso dal Pugilato occidentale, viene svolto tenendo conto del fatto che nella MT le tecniche di Pugno sono state modificate per poter essere applicate in un contesto a molte variabili (fondamentalmente diverso da quello del Pugilato, in cui le uniche distanze contemplate sono la corta e la media). Le lezioni si chiudono sempre con sedute di esercizi vari per sviluppare i distretti muscolari particolarmente coinvolti (addominali,lombari,g ambe,braccia,collo,schiena), seguiti da un lungo rilassamento muscolare,indotto da esercizi specifici di stretching, per defaticare e rilassare tutto il corpo,affaticato dall’intenso allenamento. Qualche minuto di respirazione per “calmare lo spirito”, e....la lezione è terminata! Quindi,come si evince, una pratica tutt’altro che “light”..... Il modo migliore per conoscere una disciplina (ed una persona!), in ogni caso, resta sempre la pratica. Per tale motivo, invito chiunque volesse provare, a partecipare ad una lezione, tenute ormai un po’ in tutta Italia. Saluti e.....buona pratica a tutti! Ajarn Aldo Chiari D.T. Naresuan Institute Responsabile Muay Thai Tradizionale Kombat League 16 PARATE - BLOCCAGGI - DEVIATE (prosegue dal numero precedente) Le parate costituiscono l’ostruzione o l’intercettazione delle tecniche di attacco dell’avversario, impedendone così l’impatto contro le arre deboli. L’uso delle parate, in pratica, risulta efficace ed appropriato soprattutto quando non è possibile utilizzare nessun tipo di schivata per evitare l’attacco fulmineo che viene sferrato dall’avversario. Le parate si possono effettuare con deviate e bloccaggi, da fermi con schivate in flesso torsione, con spostamenti e semispostamenti. Il bloccaggio è l’interposizione di un arto tra il colpo d’attacco e il bersaglio. La deviata è lo spostamento che il colpo d’attacco subisce variando la sua traiettoria originaria per evitare di essere colpiti. Le parate alte proteggono la zona medio – alta del corpo, cioè più o meno la zona del viso e delle spalle, si può parare con la mano e con l’avambraccio. Con la mano è possibile proteggere la testa: la parte frontale con il bloccaggio del colpo a mano aperta, laterale sinistra con la deviata della mano destra o il bloccaggio con il dorso della mano sinistra e la parte destra con la deviata della mano sinistra o il bloccaggio con il dorso della mano destra. Le parate medie o medio/basse sono in genere i bloccaggi e le deviate con l’avambraccio che difendono il tronco e l’addome, a seconda della direzione del calcio o del pugno, sono così classificate: – con avambraccio; – con gomito (vietate in competizione); – braccia incrociate in diagonale davanti al corpo; – braccia attaccate al petto con avambracci uniti; – inocchia: solleviamo il ginocchio per parare i calci all’addome o al tronco. Le parate basse sono i Bloc che si effettuano su attacchi di low kick. Per difenderci da un attacco di calcio circolare basso indirizzato alla coscia, occorre sollevare il ginocchio in direzione del calcio, la nostra tibia difenderà il bersaglio. Tutte le parate vengono utilizzate solo quando non è possibile schivare o evitare l’impatto con i colpi, poiché è evidente che il contatto continuo può provocare traumi che possono compromettere l’incolumità fisica.Le schivate oltre a costituire un sistema tattico, sono vere e proprie tecniche. Vengono utilizzate soprattutto in azioni difensive. Evitano l’impatto dell’attacco avversario tramite uno spostamento anticipato parziale o totale del corpo. Schivare vuol dire spostarsi, lasciare vuoto lo spazio prima occupato, dove è in arrivo l’attacco avversario e possono SPORT DA COMBATTIMENTO essere così codificate: schivate in linea, schivate laterali o oblique, schivate di tronco o di busto. Le schivate di linea possono essere effettuate: avanzando o indietreggiando, con semispostamento o spostamento. Le schivate laterali e oblique possono essere: verso sinistra o verso destra, con semispostamento o con spostamento. Le schivate di busto o di tronco sono: laterale a sinistra o a destra, in flesso – torsione a sinistra o a destra, in basso (con la flessione delle gambe) e indietro. A questi movimenti di busto, da fermi, è possibile aggiungere semispostamenti e spostamenti. Precisazione su alcuni termini tecnici: semispostamento: è il movimento di un solo arto inferiore in tutte le direzione cardinali ( in avanti, indietro, laterale sinistra, laterale destra, obliquo: in avanti, indietro, a sinistra, a destra). spostamento: è il movimento di entrambi gli arti inferiori in tutte le direzione cardinali (come i semispostamenti ma con l’aggiunta di perno e rotazione e l’eventuale cambio di guardia). flesso – torsione: è il particolare movimento eseguito dal tronco per evitare gli attacchi avversari. Per effettuare la flesso – torsione a destra, per schivare il diretto sinistro avversario, è necessario piegare il busto verso destra, contemporaneamente si effettua un avvitamento in senso orario dell’anca, portando la spalla sinistra verso destra, sinergicamente le gambe ammortizzano e accompagnano l’intero movimento. La flesso – torsione a sinistra e leggermente più complessa. In genere si effettua su attacco avversario di diretto destro, la catena cinetica inizia con il piegamento verso sinistra del busto. Nello stesso istante si esegue una rotazione del bacino in senso antiorario portando la spalla destra verso sinistra, come per il flesso – torsione a destra, il movimento è coadiuvato dai muscoli delle gambe. (Continua nel prossimo numero) Acquista il libro di Franco Scorrano 180 pagine - Euro 20,00 cell. 338 7059641 18 ARTI MARZIALI Judo una nuova visione Sabato 12 gennaio si è svolta a Solferino (MN), la prima riunione dei tecnici di judo del C.N.S.F. Sport Nazionale. Nella suggestiva cornice dell’agriturismo “LE SORGIVE” si è insediata la Commissione Tecnica Nazionale presieduta dal M.o Bruno Carmeni. Una relazione introduttiva ha evidenziato tutta l’attività svolta, ha sottolineato l’ottimo rapporto instaurato con la FiJLKAM a seguito della sottoscrizione della convenzione che ha portato il Fiamma ad essere uno degli Enti ufficialmente accreditati presso la Federazione. Il cordiale preliminare avuto tra il M.o Carmeni ed il Vice Presidente del settore Judo M. o Franco Cappelletti ha portato al concretizzarsi di un rapporto ottimale tra il Presidente Federale Dr. Matteo Pellicone ed il Presidente del CNSF Sport Nazionale, Fiorenzo Pesce. Sono stati illustrati i difficili rapporti con il CONI. Si è poi aperta un’ amichevole chiacchierata durante la quale sono stati toccati tutti i temi e i problemi più importanti che caratterizzano il judo italiano ed internazionale: l’abbandono precoce dell’agonismo da parte dei giovani; la voglia di competere ancora da parte dei “Master”; la notevole disparità tra una cintura nera sempre più difficile da prendere in gara in confronto a quella conseguita per esame; la necessità di creare una “cultura del judo” attorno alla quale lavorare per crescere. Sono stati nominati i membri della CTN individuati nel M.o Giovanni Cocheo siciliano di Capaci (PA) che ha sviluppato nella sua regione il settore judo attraverso una attività promozionale di spessore culminata nell’organizzazione del Trofeo Internazionale a squadre “Falcone e Borsellino” al quale il Fiamma ha partecipato con ben 5 squadre tra rappresentative nazionali, regionali e provinciali. L’altro membro nominato è il “lombardo/veneto” M.o Vittorio Serenelli di Solferino (MN) che si sta particolarmente distinguendo in un’ attività didattica rivolta anche ai diversamente abili, basata sul judo adattato al fine di aumentare le capacità individuali all’apprendimento. I due Tecnici hanno accettato l’incarico e a termini di regolamento notificheranno alla Federa- zione la loro adesione. Il M.o Carmeni ha, in un’ ampia relazione, illustrato le competenze proprie di un Ente di Promozione rispetto a quelle “istituzionali” della Federazione chiarendo ambiti di intervento e ruoli. Ha sottolineato di essere il “garante” presso il Presidente Dr. Pellicone della correttezza dell’operato dell’Ente. Ha poi illustrato quella che sarà la linea programmatica dell’Ente per tutto il 2008. Sono stati individuati alcuni punti da sviluppare come il judo per la terza età; una particolare attenzione è stata rivolta al judo per i diversamente abili e all’aspetto “culturale” proprio del judo. Senza trascurare l’aspetto agonistico/spettacolare è stata individuata nella gara a squadre la formula più avvincente e spettacolare che nel contempo contiene tempi di gara e spese organizzative. Si sono quindi prospettati alcuni trofei da mettere in cantiere a livello nazionale. Si è lanciata una proposta, della quale è già stato discusso con il Vice Presidente di settore M.o Franco Cappelletti per l’organizzazione di una gara a squadre per Enti di Promozione. E’ stato prospettato un corso di aggiornamento per tecnici da tenersi a Ostia presso il Centro Preolimpico federale, così come proposto dal Presidente Pellicone. Si è parlato di un potenziamento dell’attività di “difesa personale” con particolare riferimento al metodo “M.G.A.”, che sta particolarmente a cuore del Presidente Pellicone, da proporre alle donne, alle persone anziane e ai tutori dell’ordine, naturalmente con le dovute differenziazioni didattiche. Il CNSF - Sport Nazionale potrebbe presentare i vari corsi presso gli Enti Locali e le amministrazioni pubbliche al fine di una corretta diffusione. fornendo l’eventuale collaborazione di un avvocato ed uno psicologo. La proficua giornata di lavoro si è felicemente conclusa presso un tipico ristorante che ha sapientemente presentato pietanze e vini della zona. Domenica 13 gennaio, sempre presso l’Agriturismo “Le Sorgive”, nei locali della palestra su di un “tatami” professionalmente allestito il M.o 8° Dan Bruno Carmeni ha tenuto in mattinata uno stage tecnico per Esordienti “B” e Cadetti, proseguito nel pomeriggio con due ore di “randori”. Buona la partecipazione nonostante i ristrettissimi tempi di organizzazione; bellissimo il clima di amicizia ed impegno che ha visto gli atleti di diverse società della Lombardia e del Veneto cimentarsi prima tecnicamente e poi agonisticamente. Ottima la conduzione del M.o Carmeni che ha saputo infondere l’entusiasmo necessario. Esperienza sicuramente da ripetere. S.T. MONTEBELLUNA (TV) 16 FEBBRAIO L’ A.S.D. Judo Montebelluna, affiliata al CNSFSport Nazionale, in collaborazione con l’Associazione Sport Life Onlus, con il patrocinio del Comune di Montebelluna, ha organizzato un incontro sul tema: “Un programma di attività fisica può stimolare la crescita intellettiva?” JUDO ADATTATO E PREREQUISITI ALL’ APPRENDIMENTO La disciplina del judo: un’opportunità motoria ed educativa, mirata a facilitare la maturazione e la crescita di capacità ed abilità strumentali negli apprendimenti di lettura, scrittura e calcolo. Sono intervenuti: Dott. Fabio Tognon, pedagogista, membro del Gruppo di Studio e ricerca di Pedagogia Speciale presso la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli studi di Verona. Collaboratore del Prof. Sangalli e della Prof.ssa Pedrinazzi presso il Servizio Consulenza Riabilitativa per bambini cerebrolesi di Milano. M.o 5° Dan FiJLKAM Vittorio Serenelli abilitato all’insegnamento del judo presso L’Accademia Nazionale di judo di Roma, attualmente delegato CONI della FiJLKAM per la provincia di Mantova nonché membro della Commissione Tecnica Nazionale del CNSF - Sport Nazionale. I lavori sono stati brillantemente organizzati e coordinati dal M.o Adriano Pizzolon e dalla Sig.ra Marta Durante dell’ A.S.D. Judo Momtebelluna. S.T. 19 SPORT DA COMBATTIMENTO DOPO IL TEAM AERTS ITALY APPRODA PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA ANCHE IL K-1 MAX ITALIAN ELIMINATION. 10 MAGGIO 2008 MODENA!!!! Continua senza sosta la grande attività internazionale della KL, dopo i molti gala professionistici promossi dalla nostra Federazione ora arriva in Italia anche il K-1 MAX, il più grande e prestigioso circuito mondiale per la Kickboxing e a rappresentarlo sarà proprio la KL. Possiamo realmente affermare, che questa Federazione in continua crescita ha questa volta ottenuto, il più grande dei risultati mai raggiunto da nessun altro organizzatore in Italia: l’organizzazione del K-1 MAX ELIMINATION, ITALIAN-CHAMPIONSHIP, evento ufficiale che darà l’accesso al miglior –70 kg italiano al grande circuito mondiale giapponese. Grazie alla costanza, l’impegno e la passione, che sanno trasmettere ad ogni singolo membro che entra a far parte della loro ormai grande organizzazione, il presidente della KL Max Baggio, ed il Vice presidente Emiliano Lanci, sono finalmente riusciti a dare una svolta al mondo delle arti marziali in Italia ed a raggiungere il traguardo più importante di tutti: Il Giappone. Teatro dell’evento sarà il Palapanini di Modena, la data il 10 maggio 2008, durante l’Italian Extreme VI, evento annuale, già conosciuto ormai su tutto il territorio per la spettacolarità e per l’altissimo livello tecnico sia degli atleti italiani che degli sfidanti internazionali. Gli atleti già selezionati per la partecipazione al torneo ad otto (scelti durante le qualificazioni per il Team Aerts Italy), sono 4: ROSARIO PRESTI, JAWAD EL BYARI, MOHAMED MOJAID, MASSIMO BARONE In questo momento non abbiamo ancora la conferma del Superfight che si disputerà all’interno della serata ma seguite il nostro portale ufficiale www. kombatleague.com per tutte le info Durante la serata si avranno due superfight di MMA Dream Rules Michele Verginelli affronta la giovane promessa italiana Aramis Alberti dello Shootteam mentre Fabricio Nascimento attende il nome dell’avversario che cercherà di strappargli la cintura iridata. Due grandissimi fight di MMA per una serata indimenticabile!!! LE PREVENDITE UFFICIALI SI POSSONO RICHIEDERE A: [email protected] – o chiamando il 338/2873360 20 LA KOMBAT LEAGUE APPRODA IN GIAPPONE PUBBLICATA LA CARD UFFICIALE DEL K-1 MAX 16 ELIMINATION 09 APRILE 2008 HIROSHIMA SARO “THE SICILIAN DON” PRESTI TRA I PROTAGONISTI Finalmente un’atleta italiano della Kombat League, combatterà in Giappone in uno degli eventi di maggior prestigio del K-1 Max. Saro “The Sicilian Don” Presti che era già in programma disputasse lo scorso anno un match nel K-1 Max in Giappone, ha ora la possibilità di giocarsi la più grande chance della sua vita, essendosi già guadagnato l’accesso diretto, alla finale dei migliori 16. La card è davvero impressionante... Per l’allievo del M° M. Samperi l’occasione per difendere i colori italiani all’interno del più prestigioso circuito della Kickboxing mondiale. La finale con i migliori 16 è il preludio alla scelta degli otto che disputeranno per l’appunto il torneo a 8, dal quale verranno selezionati gli ultimi 4 partecipanti al torneo finale. Da quest’anno infatti, la disputa della finale, non è più a otto come negli anni precedenti ma bensì a quattro, affinchè gli atleti possano dare il meglio di loro stessi. Le tappe quindi saranno 3, compresa la finale. K-1 WORLD MAX 2008 World Championship Tournament - FINAL16 Date : Wednesday 9 April 2008, Open 4:30PM, Start 6:00PM Place : Hiroshima Green Arena, Hiroshima, Jjapan World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules /3Min. 3R Ext.1R Masato Japan / Silver Wolf VS Virgil Kalakoda South Africa / Warrior’s Mixed Martial Arts Academy World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules /3Min. 3R Ext.1R Buakaw Por. Pramuk Thailand / Por.Pramuk Gym VS Albert Kraus Holland / Team Super Pro World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules /3Min. 3R Ext.1R Andy Souwer Holland / Shooto Boxing Holland VS Mike Zambidis Greece / Zambidis Club 21 World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R Yoshihiro Sato Japan / FULLCAST / Nagoya JK Factory VS Murat Direkci Turky / Universal Gym World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R Drago Armenia / SHOW TIME VS GORI Rota / PUREBRED OSAKA World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R Artur Kyshenko Ukraine / Captain Odessa VS Jordan Tai New Zealand / Ray Sefo Fight Academy World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R Rosario Presti Italy / Team Aerts VS Warren Stevelmans South Africa / Vos Gym World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R Chi Bin Lim Republic of Korea / KHAN GYM VS Yasuhiro Kido Japan / Taniyama Gym Opening Fight / K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R Yuya Yamamoto Japan / Seishunjuku VS Marfio “THE WARRIOR TIGER” Canoletti Brazil / Sit Master Roney K-1 WORLD YOUTH 2008 Special Match : Special provisions for K-1 WORLD YOUTH 2008 / 3min. x 3R HIROYA Japan / Freelance NASCE IN QUESTI GIORNI LA C.I.J.J.E. CONFEDERAZIONE ITALIANA JIU JITSU ESPORTIVO Grossa novita’ nel panorama Italiano dello sport da combattimento. Nasce in questi giorni la C.I.J.J.E., Confederazione Italiana Jiu Jitsu Esportivo, confederazione ufficialmente riconosciuta dalla C.B.J.J.E. , Confederação Brasileira Jiu Jitsu Esportiva, ( http://www.cbjje.com.br/ index.php ). Merito della nascita di questo progetto va attribuito al lavoro ed all’impegno di Fabricio Nascimento che grazie ai suoi contatti in Brasile e’ riuscito a definire e ad ultimare questa operazione. L’organigramma della nuova Confederazione e’ il seguente: Presidente : Emiliano Lanci Vice-Presidente: Max Baggio Direttore Tecnico: Fabricio Nascimento Obiettivo della Confederazione e’ proporsi C.I.J.J.E. come punto di riferimento in Italia per il BJJ ed il No Gi, al fine di raggiungere sempre una maggiore divulgazione e regolamentazione delle discipline lottatorie in Italia. Il primo evento organizzato dalla CIJJE sara’ il PRIMO MONTANA INTERNATIONAL JIU JITSU CUP ITALY organizzata dal Maestro Paolo Salati. Il torneo riconosciuto e ufficializzato dalla C.B.J.J.E. vedra’ l’importante presenza del capo settori arbitri della Federazione Brasiliana: Maestro Alexandre Wendell cintura nera V dan che di recente la palestra Shoot Team di Modena ha avuto l’onore di ospitare per uno stage di vale tudo. La CIJJE ha gia’ in programma un corso arbitrale con il maestro Wendell in date da definire (il 23 o il 29 marzo), a cui presto daremo indicazioni piu’ precise. 22 Non solo una scuola del benessere, ma una esigenza nata per contrastare i continui malesseri che lo stress della vita quotidiana procura ogni giorno al nostro corpo e alla nostra mente. Sono sempre maggiori gli studi che indicano come la vita frenetica, l’ansia e le preoccupazioni di tutti i giorni incidono negativamente sulla nostra salute: non pretendiamo certo di avere la soluzione a tutti i problemi ma riteniamo di poter migliorare sensibilmente la qualità del quotidiano attraverso una serie di proposte alla persona nella sua globalità. La Life Health School nasce dalla volontà di giovani dottori in Scienze Motorie e Diplomati ISEF specializzati in ambiti diversi, che desiderano mettere a frutto le loro conoscenze e che hanno messo a punto diversi moduli di lavoro ed esercizi finalizzati ad imparare e mantenere uno stile di vita che porti al raggiungimento di un benessere psico-fisico duraturo nel tempo. Siamo consci del fatto che questo è un progetto ambizioso ed affascinante, ma siamo anche consapevoli delle nostre competenze e delle nostre esperienze durante anni passati ad ascoltare ed a cercare di risolvere le varie problematiche motorie dei nostri clienti. Nella valutazione paziente/cliente la LHS School prevede un’anamnesi completa della persona attraverso i metodi che rilevano le condizioni posturali, corporee generali per decidere quale attività sia più idonea affrontare. CENTRO CHINESIOLOGICO Studio della postura, dell’ergonomia e delle valutazioni funzionali del movimento umano in ambito sportivo, correttivo, antalgico, rieducativo. Utilizzo di tecniche di allungamento posturale globale decompensato mediante Pancafit® Metodo Raggi®, tecniche P.N.F., massoterapia sportiva, metodiche di rieducazione posturale globale, allenamento sportivo e preparazione fisica, valutazione corporea, valutazione propiocettiva. CHINESIOLOGIA–POSTUROLOGIA Il compito del Posturologo è quello di scoprire attraverso quale meccanismo il corpo ha perso il proprio equilibrio e lo stato di benessere. Grazie al riequilibrio della postura, al rilascio delle tensioni eccessive, il posturologo ripristina la funzionalità delle varie articolazioni che erano bloccate o doloranti. Oltre alla valutazione clinica-posturologica classica (test attitudinali, lo scoliosometro, il podoscopio, la linea di Barrè, filo a piombo - aplomb); il professionista si avvale anche di strumenti tecnici elettronici. Tali strumenti misurano e rilevano gli appoggi anomali dei piedi, l’alterata distribuzione del carico sugli stessi, le relative modificazioni strutturali e le torsioni che vengono imposte dalle articolazioni sovrastanti le estremità . Questi strumenti inoltre, attraverso l’esame dell’appoggio del piede, sono in grado di rilevare le numerose incongruenze e problematiche dei vari distretti articolari che stanno al di sopra del piede, fino all’articolazione temporo-mandibolare, del sistema vestibolare e degli occhi. Oltre alle misurazioni appena citate, con questo strumento sono rilevabili le difficoltà o le incongruenze del sistema tonico posturale. PANCAFIT ® METODO RAGGI ® Pancafit® è rivolta: A tutti coloro che... soffrono di tutti quei disturbi legati alle tensioni muscolari e allo stress etc. soffrono dei più svariati disturbi (cervicalgie, lombalgie, lombosciatalgie, tendiniti, borsiti, sinoviti, nevriti, periartriti, dolenzie alla spalle, alle mani, crampi, rigidità alle anche, artrosi alle anche, alla colonna, alle spalle, alle mani, protrusioni discali, ernie discali) A coloro che soffrono di problemi circolatori; infatti utilizzando specifiche posture si può intervenire su ristagni venosi e linfatici alle gambe, traendone notevoli benefici. A chi vuole migliorare la propria respirazione, agendo sia sul diaframma che sui muscoli dorsali (corresponsabili di rigidità della gabbia toracica e dunque dei blocchi respiratori). Ai ragazzi per correggere gli atteggiamenti viziati assunti portando zaini pesanti e trascorrendo molte ore curvi sui banchi di scuola e sui libri.Agli atleti o sportivi ”amatori dilettanti” per ristabilire dolcemente un equilibrio dopo una saltuaria attività fisica. Agli “atleti professionisti” perchè un giusto assetto del corpo significa ottimizzare il funzionamento muscolare e quindi migliorare il rendimento della performance, riducendo il rischio degli infortuni. Alle persone anziane che vogliono mantenersi attive ma non devono stancarsi o fare fatica. Giorno dopo giorno recupereranno maggiore scioltezza e mobilità ma con dolcezza e senza fatica. Il modo di camminare, di muoversi, di flettersi, migliorerà notevolmente in breve tempo. Agli insegnanti ed ai tecnici che tengono corsi nelle palestre, per proporre un ottimo stretching decisamente innovativo a tutti quegli utenti che vogliono migliorare la propria salute.Al medico, al chinesiologo... al fisioterapista e al professionista del settore per guidare alla ginnastica medica, correttiva, riabilitativa, posturale, antalgica, decontratturante. A chi ama... dedicare qualche minuto ad un prezioso, piacevole ed innovativo rilassamento antistress, garantendosi così una miglior salute.E’ inoltre indicata per ottimi e facili esercizi a carattere preventivo. KINESIOLOGIA E BIOENERGETICA PER IL RICONDIZIONAMENTO CORPOREO Il corpo è percorso da onde energetiche oscillanti tra la parte superiore e inferiore del corpo. La parte superiore è deputata ad assorbire energia sia sotto forma di cibo che di ossigeno e di stimoli sensoriali, al contrario la parte terminale inferiore serve come scarico per l’energia in eccesso attraverso il movimento. Questi due processi basilari di carica e scarica sono normalmente in equilibrio, in modo che la 23 corrente oscillante di sensazioni di energia del corpo risulti come un grande pendolo che mantiene la vita in movimento naturalmente e senza sforzo. Ma se una persona non riuscirà a caricarsi adeguatamente sarà debole senza vitalità; allo stesso modo se non potrà scaricarsi adeguatamente resterà in uno stato di sofferenza non coscientemente avvertito, che avrà come conseguenza un irrigidimento della struttura localizzato in diversi distretti corporei. Nella filosofia giapponese la zona fra il quadrato dei lombi e il traverso dell’addome e chiamato “Hara” ed è considerato il centro vitale attraverso cui la persona entra in sintonia con tutte le forze del mondo esterno, poiché chi possiede Hara è bilanciato fisicamente ed equilibrato psicologicamente, di conseguenza i suoi movimenti fluiscono in armonia come risposta di tutto l’essere ad una determinata situazione. Infatti l’Hara è il segreto del tiro con l’arco Zen (Kyudo) che rappresenta l’armonia tra l’essere umano e l’universo. Anche nelle diverse rappresentazioni sia del Buddha che delle altre divinità, il ventre è sempre mostrato come il centro da cui fluisce tutto il movimento e da cui il movimento riceve forza. Questo punto di vista giapponese può essere o meno accettato e condiviso, comunque sia bisogna riconoscere che proprio nel ventre la vita si forma e si apre alla luce, pertanto è importante imparare ad entrare in contatto con questa nostra parte del corpo e percepirne l’energia. Il meccanismo respiratorio è basato su movimenti involontari ed inconsci del diaframma e dei muscoli accessori che provocano aperture e chiusure toraciche. Concentrandosi sulla respirazione e rendendola profonda ed addominale possiamo percepire le sensazioni del nostro corpo e diventarne consapevoli. La respirazione addominale profonda inizia con un onda inspiratoria nell’Hara e và verso l’alto per poi scendere nella direzione opposta con movimento espiratorio. Queste onde possono essere piene e libere oppure limitate e spastiche. Quando ciò accade siamo in presenza di blocchi che si possono trovare in diverse parti BENESSERE del corpo. Il primo passo per il ricondizionamento corporeo e bionergetico e legato alla respirazione. PILATES “ È la mente che costituisce il corpo” è la frase che riassume la filosofia alla base del metodo allenante creato dal ginnasta tedesco con discendenze greche Joseph Hubertus Pilates. Attraverso questo metodo è possibile raggiungere un equilibrio biodinamico e psicofisico ottimale grazie ad esercizi a forte valenza coordinativa e propricettiva usando tecniche provenienti dalla ginnastica posturale e riabilitativa. L’obbiettivo è permettere all’individuo di muoversi in armonia perfezionando la postura, l’equilibrio e la fluidità dei movimenti, attraverso il rispetto dei sei principi che ne costituiscono la tecnica: concentrazione, controllo, baricentro, fluidità, precisione e respirazione. In sintesi il Pilates è un metodo efficace per educare se stessi e capire, attraverso il movimento, come lavora il nostro corpo nelle sue singole parti e globalmente. I benefici si riscontrano a livello delle capacità condizionali nell’aumento della flessibilità, della coordinazione e della forza e a livello estetico nel miglioramento delle simmetrie corporee e dell’equilibrio posturale attraverso il bilanciamento di rapporti tra forza muscolari agoniste ed antagoniste. YOGAFLEX Lo Yogaflex è programma globale, in quanto stimola il corpo allenando intere catene cinetiche e non singoli distretti muscolari, per sviluppare in questo modo flessibilità, forza e resistenza. Lo Yogaflex è adatto sia a chi ricerca il benessere psico-fisico, sia a chi intende incrementare le capacità prestative in qualsiasi tipo di sport, pertanto può essere proposto in classi fitness, oppure in programmi di preparazione atletica. Il modulo prevede una parte mirata ad aumentare la flessibilità e ad eliminare le tensioni muscolari imposte dalla vita quotidiana, e una parte finalizzata a sviluppare la forza muscolare e migliorare la capacità articolare nel sopportare stress sempre più intensi. Il programma di forza utilizza esercizi a catena cinetica chiusa ed esercizi monoarticolari per migliorare il tono di gambe, addominali, glutei, pettorali, tricipiti, deltoidi, oltre a fornire uno stimolo ai muscoli stabilizzatori. Attraverso le posizioni tipiche dello Yoga “Asana” si lavora sull’allineamento dei distretti corporei per il tono ed il miglioramento dell’equilibrio posturale. Da questo lavoro gli organi interni, il circolo sanguigno e linfatico trarranno notevoli benefici, inoltre verrà migliorata la percezione del corpo e curata la respirazione fino al raggiungimento della sensazione di calma interiore e relax simile a quella prodotta dal sonno. LA NUOVA FRONTIERA DEL FITNESS E DELL’ARTE MARZIALE YING & YANG Fusione di tecniche provenienti dalle Arti Marziali e dall’atleticità armonica della Ginnastica, che innestano un fattore di contaminazione della Danza. I movimenti marziali e le evoluzioni rappresentano lo Ying e lo Yang, la lotta interiore attraverso la ciclicità dell’esistenza, una lotta passionale fatta di complicità tra fattori opposti ma coincidenti, di separazione e di profonda ed inseparabile unione.Il risultato di un’analisi che fà trasparire gli elementi che lo Ying ha nell’interiorità dello Yang e viceversa, che lo rendono una cosa unica ed inscindibile, così come la filosofia cinese ci insegna. Secondo la medicina cinese il nostro corpo (microcosmo) così come tutto l’universo (macrocosmo), è animato dall’energia vitale, il “Ki” costituito dal reciproco alternarsi di due forze contrapposte: Ying e Yang. È considerato Ying tutto ciò che è buio, scuro, freddo, umido, nascosto, femminile, passivo; Yang ciò che è luminoso, chiaro, caldo, asciutto, visibile, maschile, attivo. Ogni persona possiede caratteristiche sia Ying sia Yang. La predominanza di un tipo di energia rispetto all’altra determina la tipologia di appartenenza e permette anche di conoscere (e correggere) eventuali squilibri. LM 24 Torino, 29 settembre 2007, Sala Convegni Dipartimento di Medicina dello Sport Sisport – FIAT La Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute CNSFIAMMA ha organizzato per sabato 29 settembre un Convegno Nazionale nell’ambito dell’ormai consueta manifestazione Sport Sicuro, un progetto che la Commissione porta avanti dalla fine degli anni ’90, incentrato sulla comunicazione, divulgazione e informazione verso la popolazione sui temi dello sport, della salute, della prevenzione e del miglioramento delle condizioni di vita. Il convegno di sabato 29 settembre ha misto la presenza di relatori di altissimo rilievo, tra i quali spiccano la Dottoressa Roberta Pacifici, rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità C.V.D. Roma, il Dottor Giuseppe Massazza, Direttore dei servizi Medici per Torino 2006, il Dottor Paolo Borrione, Direttore dell’Osservatorio Centro Antidoping “A. Bertinaria” di Orbassano e membro della Procura Antidoping del CONI nazionale e il Dottor Carlo Picco, Direttore del Dipartimento di Medicina dello Sport – Sisport Fiat. Proprio il Dottor Picco è stato il nostro ospite, in quanto il convegno si è svolto nella sala conferenze Sisport Fiat di Torino, un centro multimediale, sede adatta ad un evento di così alto profilo. La giornata ha visto i relatori impegnati su due temi principali, articolati in tre sessioni. si è parlato della lotta al doping, sia da un punto di vista medico sia da un punto di vista politico e organizzativo; ma si è anche posta attenzione alla comunicazione che viene prodotta da vari enti per combattere questo fenomeno e informare la popolazione sulle sue caratteristiche e sui suoi pericoli. In secondo luogo, si è parlato di prevenzione, nello sport così come nella vita di tutti i giorni, concentrandosi in particolar modo sulla biomeccanica dell’arto inferiore. Dopo una breve introduzione ai temi della giornata da parte di Ilario Lazzaroni, Presidente della Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute, la prima sessione, moderata dal Dottor Carlo Picco, ha visto succedersi due relatori. Il Dottor Giuseppe Massazza, Direttore dei servizi Medici per Torino 2006, come detto, ha tenuto una relazione dal titolo “Antidoping alle Olimpiadi, l’esperienza di Torino 2006”. Il Dottor Massazza ha illustrato tutte le azioni messe in atto dal suo gruppo per gestire i servizi di controllo antidoping durante le Olimpiadi Invernali di Torino 2006. Il quadro che ne è emerso è quello di un’organizzazione efficiente ed efficace, in grado di svolgere al meglio i propri compiti, rimanendo super partes e garantendo l’imparzialità di ogni atto. Un’attività che ha chiuso il bilancio in pareggio, cosa non da poco per eventi di questo tipo, e che ha lasciato sul territorio nazionale un patrimonio di migliaia di medici sportivi formati contro la lotta al doping, nonché protocolli di intervento dagli standard molto elevati. Insomma, un bilancio positivo su tutta la linea. Il secondo relatore, il Professor Marco Vincenti, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Centro Regionale Antidoping “A. Bertinaria” di Orbassano, con una relazione dal titolo “I Controlli antidoping tra mito e realtà” ha utilmente portato il confronto sul rapporto tra le tante cose che si dicono sul doping e l’antidoping, le tante “voci di corridoio”, e la realtà dei fatti. Infatti, a fronte di campagne comunicative che spesso vogliono vedere tutti gli atleti come dopati, i controlli inefficaci e concentrati su atleti di secondo piano e la creazione continua e quotidiana da parte dei trasgressori di nuove sostanze dopanti, Vincenti ha illustrato come, invece, molte di queste voci siano infondate, errate e fuorvianti. Ciò che emerge, invece, è una realtà ben strutturata, a livello nazionale e internazionale, in grado di compiere numerosi controlli e di intercettare comportamenti scorretti. Tuttavia, spesso i risultati del lavoro contro il doping non sono visibile, forse anche perché i mass media sono più attratti dalla spettacolarizzazione del campione incriminato anziché da lavoro costante e sottovoce di tutti coloro che sono impegnati, quotidianamente, contro questa piaga dello sport. Inoltre, Vincenti porta l’attenzione su un argomento che anche alla Commissione Tecnica Nazionale sta a cuore, ovvero l’attenzione maggiore che occorre porre nei confronti dei giovani atleti e degli atleti dilettanti ed amatori, quelli che partecipano a competizioni di più basso profilo o quelli che si stanno formando ad una certa pratica sportiva. Sono costoro che occorre informare, seguire, monitorare per combattere quei comportamenti e quegli atteggiamenti che possono favorire una cultura sbagliata nello sport, una cultura incentrata sul risultato positivo, sulla vittoria a tutti i costi, sulla bellezza fisica da raggiungere facilmente. È in queste fasce della popolazione che occorre spendere di più per dare un impulso decisivo alla lotta al doping e anche alla lotta a certi anti-valori ormai troppo presenti. La seconda sessione della mattinata è stata moderata dal Dottor Giuseppe Vitello, Coordinatore Regionale Medico – Legale INPS, ed ha visto susseguirsi cinque interventi, che qui brevemente richiamiamo. Il Dottor Paolo Borrione, Direttore dell’Osservatorio Centro Antidoping “A. Bertinaria” di Orbassano e membro della Procura Antidoping del CONI nazionale, ha tenuto una relazione dal titolo “Il sottile confine tra effetti positivi e potenziali rischi per la salute nello sport”. Borrione ha sottolineato come recenti studi facciano intravedere alcuni sostanziali problemi per la salute degli atleti agonisti, portando la platea a riflettere sulle differenze tra una concezione di “atleta completo”, e ciò che oggi si intende per sportivo agonista. La relazione ha evidenziato le esasperazioni alle quali oggi gli atleti agonisti vanno incontro, per raggiungere risultati che nulla hanno a che fare con la salute personale ma che sono, invece, concentrati sul risultato positivo ad ogni costo. Si tratta di un processo molto più profondo di quello che potremmo immaginare, perché coinvolge in modo massiccio la popolazione sportiva giovanile e non solo gli atleti più famosi che siamo abituati a vedere in tv. Sono sempre di più i giovani che praticano sport in modo agonistico e lo iniziato sempre prima, con bambini già sottoposti a carichi di lavoro da professionisti. Le ricadute sulla salute fisica BENESSERE sono enormi e gravissime. A questo si aggiunge l’atteggiamento di cui dicevamo prima, incentrato sulla vittoria ad ogni costo, sul vedere il proprio corpo crescere rapidamente e a dismisura, sulle proprie prestazioni migliorare sensibilmente nell’arco di pochi mesi di allenamento. Questo porta al doping, all’uso di sostanze proibite, pericolosissime per la salute, alle quali si ricorre sempre più. Il ricorso al doping è percepito come un’utile scorciatoia, per arrivare laddove si arriverebbe solo dopo molto tempo con allenamenti estenuanti, o dove addirittura non si arriverebbe mai. Borrione riporta una dichiarazione di Ken Caminiti, grande campione del baseball Usa, morto a 41 anni per arresto cardiaco. In una intervista a “Sport Illustrated” ammette di aver usato anabolizzanti durante i 15 anni della sua carriera, e dice: “Ero diventato molto forte e molto veloce. Avevo muscoli enormi. Ma i tendini si rompevano perché i muscoli erano troppo potenti. Adesso il mio corpo non produce più testosterone. Come ci si sente in queste condizioni? Si vive come in letargo. È avvilente. Io cado molto spesso in depressione”. Pur ammettendo l’uso di sostanze vietate, e pur finendo la dichiarazione con frasi che dovrebbero spaventare tutti gli atleti, Caminiti inizia comunque sottolineando gli aspetti positivi del ricorso ad anabolizzanti: potenza e velocità mai viste. È contro questo atteggiamento che dobbiamo combattere, è questo tarlo che dobbiamo togliere dai ragionamenti degli atleti, dei giovani sportivi e delle loro famiglie, interrogandoci, tutti quanti, su cosa voglia dire oggi essere un “atleta”. La Dottoressa Roberta Pacifici, Rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità C.V.D. Roma, ha illustrato, nella sua relazione dal titolo “Il ruolo delle istituzioni nella lotta al doping e nella tutela della salute dello sport”, i risultati raggiunti dalla Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive, istituita presso il Ministero della Salute. Con la Legge 14 dicembre 2000 n. 376, infatti, la Commissione viene investita di alcuni compiti che costituiscono una svolta nella lotta al doping, innanzitutto perché lo stesso titolo della legge, “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”, ricolloca il fenomeno all’interno di un orizzonte più vasto, che riguarda appunto la tutela sanitaria delle attività sportive. Questo significa che il doping viene visto come elemento che contrasta la salute nelle attività sportive e il loro regolare svolgimento, inglobando quindi nella azioni della Commissione anche attività volte a parlare a tutto tondo della salute degli atleti. Alcuni dei compiti assegnati alla commissione sono di particolare rilievo. L’articolo 2 dice che la commissione deve occuparsi della “Determinazione delle classi di farmaci, di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche, il cui impiego è considerato doping”. Inoltre, la legge affida alla Commissione il compito di “Implementare le conoscenze in materia di doping attivando programmi di ricerca scientifica sui farmaci, sulle sostanze e sulle pratiche mediche utilizzabili a fini di doping nelle attività sportive” (art. 3, comma 1 lett. C). Nel quadriennio 2002-2006, la Commissione ha finanziato 88 progetti, con programmi di ricerca che hanno coinvolto Istituzioni, Università ed enti del Servizio Sanitario Nazionale, per un finanziamento totale di 5.465.000,00. Le tematiche di cui si occupano i progetti finanziati riguardano alcuni ambiti particolari: promuovere la salute e la prevenzione del doping nelle attività sportive; approfondire la conoscenza degli effetti fisiologici, tossici e dei danni apportati all’organismo dall’uso dei farmaci, sostanze e pratiche mediche vietate per doping; sviluppare metodi di indagine per evidenziare l’abuso di sostanze vietate per doping e di altre sostanze biologicamente attive, in grado di influenzare la performance sportiva; promuovere studi farmacoepidemiologici sull’uso di farmaci vietati e non vietati per doping nei praticanti attività sportiva sia a livello agonistico che amatoriale. Oltre a questo, la Commissione ha sostenuto campagne informative e formative nei mondi della sanità, della scuola, dello sport e anche della giustizia, attività svolte in collaborazione con gli Enti di Promozione Sportiva, tra i quali il Centro Nazionale Sportivo FIAMMA. In quest’ambito la Commissione ha lanciato un “Call for proposal” nazionale antidoping con un bando di formazione per il 2007, bando di gara che prevede la presentazione di progetti di formazione / informazione per la tutela della salute nelle attività sportive e di prevenzione del doping. Il bando è disponibile sul sito del Ministero della Salute nella sezione antidoping all’indirizzo http://www.ministerosalute.it/bandi/dettaglio. jsp?id=43. Infine, la Commissione si è occupata della creazione e gestione dei Laboratori regionali antidoping, che riguardano l’attività principale della Commissione, impegnata nella lotta contro il doping, attraverso controlli e strutture in grado di coadiuvare l’azione di medici, tecnici della sanità, operatori. L’intervento della Dottoressa Pacifici è stato particolarmente rilevante per un convegno come questo, in quanto, oltre a sottolineare i buoni rapporti con il Ministero e la Commissione, ha evidenziato gli sforzi che le istituzioni stanno attuando in questo campo, con importanti possibilità di collaborazione e di creazione di eventi e interventi mirati. La relazione successiva è stata tenuta dal Dottor Michele Manocchi, Sociologo dell’Università degli Studi di Torino, con il titolo “Per una comunicazione interpersonale efficace”. Manocchi ha evidenziato dapprima la bizzarria del collocare una relazione sulla comunicazione efficace tra altre di carattere medico e tecnico rivolte alla lotta al doping, ma subito dopo ha invece elencato le ragioni che rendono indispensabile, anche in questo campo come in altri, possedere alcuni strumenti, alcune conoscenze di base, per poter instaurare con i propri interlocutori comunicazioni efficaci, che aiutino chi parla a raggiungere gli scopi prefissi. È, infatti, ovvio ma altrettanto poco considerato, in fatto che se un medico o un allenatore hanno a che fare con un paziente o con un atleta, prima di tutto quel paziente e quell’atleta sono perso- 26 ne, individui che si esprimono in un certo modo, comprendono quanto viene loro detto, partecipano attivamente alla costruzione dei significati di ciò che entra a far parte dello scambio comunicativo. La comunicazione è sempre una relazione, che si contraddistingue per tre caratteristiche fondamentali: il modo nel quale si comunica è inscindibile dai contenuti della comunicazione, e atteggiamenti negativi, ad esempio, possono inficiare messaggi che invece volevano essere positivi; la comunicazione non verbale, ovvero i messaggi che il nostro corpo lancia durante una interazione sociale, è potentissima, ed è in grado, da sola, di fornire molte informazioni utili a chi osserva e parla per capire come sta andando la comunicazione, se l’interlocutore è attento e partecipe o distratto e assente; infine, la cosa più importante per riuscire a comunicare efficacemente è ascoltare il nostro interlocutore, perché ascoltare attivamente chi ci parla, collaborare con lui o lei alla costruzione comune di senso, riprendere parte dei discorsi dell’altro per capire se si è compreso il significato che l’interlocutore voleva dare ad una certa espressione, sono le azioni fondamentali per attuare una scambio comunicativo e relazionale proficuo e solido. Anche nella lotta al doping, nell’educazione dei giovani atleti, nello spiegare le azioni che si vogliono intraprendere ad un giudice o a un carabiniere, ad un insegnante o a un medico sportivo, attuare una comunicazione efficace diventa indispensabile, affinché i molti forzi profusi per la creazione di progetti e azioni non vengano vanificati da una comunicazione poco attenta alle esigenze dell’altro, ai segnali di rimando, e, in una parola, poco efficace. A seguire, il Dottor Carlo Picco, Direttore del Dipartimento di Medicina dello Sport – Sisport Fiat, ha evidenziato come l’uso degli integratori sia estremamente diffuso tra giovani in età evolutiva e atleti in età senile, oltre che nel mondo delle palestre, con una relazione dal titolo “Educazione al buon uso dei farmaci integratori rivolta alla popolazione sportiva infradiciottenne ed ultrasessantenne”. Picco ha mostrato, infatti, i risultati di due lavori di ricerca condotti, il primo, su giovani e anziani atleti e il secondo sul mondo delle palestre, prendendo dati dai bodybilder. Ne emerge un quadro allarmante, con molte ore per gli atleti giovani passate in palestra oltre a quelle sui campi da gioco per gli allenamenti, e con un uso massiccio di integratori di vario genere, con uno scarsissimo ruolo da parte del medico nei processi decisionali di assunzione degli integratori, con una iniziale negazione del fenomeno da parte dei tecnici, seguita da una lenta presa di coscienza delle proporzioni del fenomeno stesso, e con un ruolo, invece, preponderante, di canali informali e non specialistici come la pubblicità, il passaparola, l’allenatore, gli amici. Letto alla luce delle altre relazioni presentate nella mattinata, e che sottolineavano il nuovo peso dello sport agonistico tra i giovani e i molto giovani, e le difficoltà nel far passare certi valori, certi significati tra gli atleti agonisti e amatoriali, l’intervento di Picco assume ancora maggior rilievo nel sottolineare come il fenomeno sia diffuso e radicato in un modo di “pensare” lo sport oggi. La mattinata è stata chiusa dall’intervento del Dottor Carlo Villoso, della Federazione Medico Sportiva Italiana di Cuneo, intitolato “Il doping negli sport di montagna”. Il Dottor Villoso ha approfittato della presenza dei suoi colleghi e della Dottoressa Pacifici dell’Istituto Superiore di Sanità, per aprire un confronto su come si agisce nella lotta al doping. Lui ritiene che occasioni di richiamo mondiale, come sono state le Olimpiadi Invernali di Torino 2006, debbano essere sfruttate a fondo per dare la massima eco alle azioni che sono in campo contro il doping. In effetti, Torino 2006 è stata definita la prima olimpiade pulita, e tutti ricorderanno come alcune federazioni nazionali avessero timore nel mandare i propri atleti a gareggiare, spaventate dalla perfetta macchina organizzativa dei controlli antidoping. E infatti, Villoso ha ribadito la bontà delle azioni compiute e la professionalità degli interventi. Tuttavia, ha voluto rimarcare come la lotta al doping debba diventare un imperativo per tutti coloro che si occupano di sport, attorno al quale costruire una nuova concezione della pratica sportiva, della performance e del benessere dell’atleta. L’ultima sessione, pomeridiana, dedicata alla prevenzione nell’arto inferiore, è stata moderata dal Dottor Manilo Di Mattei, Primario provinciale INPS. Questa parte del convegno ha voluto illustrare, da una parte, l’importanza del piede e dell’arto inferiore non solo in praticamente tutte le attività sportive, ma anche nella vita di tutti i giorni. Il piede, infatti, è uno dei distretti più sollecitati del corpo umano e nella pratica sportiva può raggiungere livelli di stress elevatissimi. Fare prevenzione in questo senso significa educare gli atleti e le persone ad assumere certi comportamenti che possono garantire un duraturo benessere al piede, una maggior capacità di reggere gli sforzi e prevenire gli infortuni, con ricadute indubbiamente positive per il futuro della persona, durante la vecchiaia o al termine dell’attività agonistica. Gli interventi hanno coinvolto ancora il Presidente della Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute, Ilario Lazzaroni, e il Dottor Michele Manocchi, questa volta in qualità di Responsabile Eventi per l’Istituto Italiano di Cultura e Formazione, Organo della Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute, oltre alla Dottoressa Mara Bancale, del Team studi Sisport Fiat, la quale ha sottolineato le particolarità del piede, visto come espressione di gestualità, oltre che “semplice” strumento di deambulazione. È stata l’occasione per presentare, da una parte, un progetto a livello nazionale che la Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute vorrebbe concretizzare e che riguarda, appunto, la prevenzione nel piede; e, dall’altra, la creazione del Centro Studi BAI – Biomeccanica dell’Arto Inferiore, in collaborazione con il Centro di Medicina Sportiva Sisport Fiat. Il progetto nazionale sulla prevenzione del piede vuole raggiungere il più alto numero di atleti e di cittadini, per divulgare informazioni corrette e utili sulla prevenzione. Fare informazione sulla prevenzione, infatti, BENESSERE significa spiegare agli atleti, non solo ai giovani e forse soprattutto a quelli maturi, che una corretta prevenzione del piede passa per certe pratiche, certi esercizi, certi esami strumentali, al fine di evitare spiacevoli conseguenze, ed è anche indispensabile se si vogliono migliorare le proprie performance. L’azione sarà condotta a livello nazionale, e pensiamo che una buona formula possa essere quella delle giornate dedicate alla prevenzione del piede, rivolte alla popolazione con particolare attenzione agli ambienti sportivi. Il progetto vuole raggiungere un numero elevato di persone, renderle protagoniste del proprio benessere e su questo chiede il coinvolgimento di enti pubblici e privati, istituzioni, associazioni, aziende, e tutti coloro che, a vario titolo, hanno a cuore il benessere e la salute. Per fare questo, le azioni saranno pensate insieme alle associazioni sportive e culturali del territorio, alle quali la Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute dedicherà parte delle proprie energie per elaborare insieme progetti che non solo costituiranno l’ossatura della lotta al doping e della prevenzione nell’arto inferiore, ma che porteranno sicuri giovamenti alle associazioni stesse, in termini formativi e divulgativi. Infine, il Presidente Lazzaroni ha presentato il Centro studi BAI – Biomeccanica dell’Arto Inferiore, che nasce dalla collaborazione tra la Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute e il Centro di Medicina Sportiva Sisport Fiat, con l’intento di porre particolare attenzione all’arto inferiore, alle innovazioni disponibili, agli interventi e alla prevenzione, sviluppando sinergie con altri centri, scambiandosi informazioni e dando luogo a una serie di seminari di informazione. Il Dottor Carlo Picco, in qualità di Direttore del Dipartimento di Medicina dello Sport – Sisport Fiat, ha concluso i lavori, ringraziando tutti i relatori e il pubblico intervenuto, e dando appuntamento alle future e numerose iniziative che da questo convegno nasceranno. C.T.N. Sport e Salute 28 RUGBY Come ogni anno, si ripete anche stavolta la se- colare disputa del tradizionale Torneo delle Sei Nazioni, a partire dal mese di febbraio. Il Sei Nazioni è il più antico torneo a squadre del mondo e la più importante competizione internazionale di rugby dell’emisfero settentrionale. La sua nascita risale al 1883, come Home Championship, ed era disputato tra le quattro nazionali delle isole britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda e Scozia). Successivamente, nel 1910, divenne Cinque Nazioni con l’ingresso della Francia, per poi arrivare all’attuale torneo con l’ammissione dell’Italia nel 2000. Il torneo si disputa con un girone di partite di sola andata, che si svolgono annualmente tra febbraio e marzo nelle capitali delle rispettive nazioni, all’interno di stadi che, in alcuni casi, rappresentano dei veri e propri templi del rugby. Se a Roma le partite si giocano allo Stadio Flaminio, e a Parigi nello Stade de France, diviso con il calcio, in Inghilterra il torneo è ospitato nello stadio di Twickenham, nei pressi di Londra, in Scozia in quello di Murrayfield ad Edinburgo, e in Galles nel Millennium Stadium a Cardiff, che ha il tetto che si può chiudere totalmente per tenere lontane le intemperie dal campo di gioco. Gli stadi britannici trasudano tradizione e hanno visto svolgersi incontri che sono entrati nella storia del rugby. Un capitolo a parte merita il Croke Park di Dublino in Irlanda. Per i profani del rugby, però, prima è meglio ricordare che nel rugby, le due Irlande, la repubblica dell’Eire, cattolica, e l’Irlanda del Nord (Ulster), protestante, che appartiene al Regno Unito, giocano unite in un’unica nazionale, con una sola maglia verde e un unico simbolo, il trifoglio. La casa della nazionale irlandese a Dublino è l’antico e stadio di Landsdowne Road, attualmente in ristrutturazione. Lo stadio di Croke Park, capace di 80.000 spettatori, è lo stadio dei cosiddetti sport Gaelici, l’hurling e il Gaelic football. In questo stadio, il 21 novembre 1920, durante una partita di Gaelic Football, l’esercito britannico sparò sulla folla uccidendo 14 civili. Da allora tutti gli sport non gaelici sono stati interdetti all’uso dello stadio, in segno di rispetto per le vittime irlandesi, fino allo scorso anno. A causa dell’inagibilità di Lansdowne Road, chiuso per lavori, infatti, l’Associazione degli Sport Gaelici ha tolto il divieto e ha consentito l’uso dello stadio per il rugby. Quando nel febbraio 2007 l’Inghilterra è scesa in campo contro l’Irlanda a Croke Park, nello stadio si respirava una emozione intensa, che è stata pienamente recepita dal XV irlandese che ha sconfitto gli avversari con il più pesante passivo di sempre negli scontri diretti: 43-13. Il Torneo di quest’anno si preannuncia incerto, anche perché quasi tutte le nazionali stanno cominciando a reimpostare le squadre dopo la disputa della Rugby World Cup dello scorso ottobre. Tranne la Scozia, che continua con la equilibrata squadra che è giunta ai quarti nel mondiale, sia l’Inghilterra, la Francia e l’Irlanda partono con uno svecchiamento dei giocatori e con un inevitabile scarso affiatamento, che rende imprevedibile stabilirne a priori il rendimento. Un discorso a parte merita il Galles, che non è riuscito a entrare nei quarti al mondiale, sconfitto da Figi, e che cercherà di riscattarsi immediatamente nel RUGBY Sei Nazioni 2008, puntando anche al successo finale. Anche l’Italia ha avviato un rinnovamento, partendo addirittura dalla sostituzione del tecnico, che è il sudafricano Nick Mallett, e il prossimo torneo sarà pieno di incognite e, si spera, anche di piacevoli sorprese. Si parte il 2 febbraio con Irlanda – Italia e Inghilterra – Galles, e il giorno dopo Scozia-Francia. L’Italia poi giocherà le sue due partite interne il 10 febbraio contro l’Inghilterra e il 15 marzo contro la Scozia, in quella che al momento sembrerebbe essere la partita più abbordabile per gli azzurri. Sarà comunque uno spettacolo, da godersi negli stadi o per televisione, con le dirette de La7. Buon divertimento, quindi, e ...... fiumi di birra per tutti, nella migliore tradizione rugbystica. Leo Ilare 30 Non sono più capace, ammesso che lo sia mai stato di descrivere emozioni, di trasmettere in modo vivido e sognante di quello che provo, vedo, odoro. Ho imparato a vivere emozioni solo per me stesso al punto di non essere più in grado di descriverle se non ai miei ricordi, per puro godimento privato. Potrei scrivere dei dolcissimi momenti vissuti con elisa, dei rapimenti goduti con chiara, delle angosce con Laura..., ma non riuscirei comunque Ra trasmettervi quei brucianti ricordi con la stessa intensità che solo a me stesso riesco a rivolgere. Non stupitevi perciò se parlando di subacquea non vi sentirete attratti, rapiti e meravigliati come lo sono stato io la prima volta che mi sono immerso. Ricordo ancora la domenica seguendo mio padre dalla barca, o meglio seguendone le bolle fantasticavo di cosa stesse facendo, esploratore nelle profondità mentre io bambino, al sicuro nell’abbraccio dell’aria aspettavo impaziente le cose che mi avrebbe raccontato. Cinque metri, conchiglie, punta Gro. C’è chi ha iniziato meglio C’è chi non ha mai iniziato Cinque metri, conchiglie, Punta Gro: ecco dove e come ho iniziato. Ricordo ancora l’ennesima domenica passata sul Lago di Garda a seguire le battute di pesca subacquea di mio padre e dei suoi amici sub, giornate estenuanti sotto il sole che invariabilmente finivano all’isola dei Conigli mangiando panini o grigliando anguille appena pescate. La segreta e continua speranza del bambino era che il padre, uscito dall’immersione avesse in scorta un po’ di voglia e di aria nelle bombole per accompagnarmi in acqua, rigorosamente a braccetto e rigorosamente per cinque minuti... La maggior parte delle volte era così, forse anche per non affrontare i musi che all’epoca riuscivo a sostenere; del resto la passione me la stava trasmettendo tutta e non poteva certo rimproverarmi una sana curiosità e testardaggine che solo il decenne suo figlio poteva avere. Quelle domeniche di fine estate erano particolarmente intense per quel gruppo di pazzi subacquei che formavano il Circolo Subacqueo Mantovano di allora. Ricordo personaggi che anche senza la fantasia di un bambino riuscivano ad essere leggenda. C’era Francesco la bestia: l’esagerazione fatta sub, gran mangiatore, gran pescatore, con una voce che potevi sentire a chilometri di distanza come il rombo di un tuono ... C’era il Bito, l’uomo che annusava le tracce dei pesci: si narra che riuscisse (e riesca tuttora) a sapere quando sotto al gommone ci fosse il pesce ... ma non un pesce qualunque, Il pesce ovvero al grido di “ferma ferma ferma” in piena navigazione, spenti i motori, caricato il fucile, tuffato, risalito con cernia o anguilla che fosse di taglia enorme, da campionato (almeno da quanto narra la leggenda). Rigorosamente apneista, a volte risaliva in barca con un sottile filo di sangue che gli usciva dalle orecchie... beata testardaggine. C’era Carlo: il saggio, l’istruttore, quello che aveva dato gli esami a Nervi, con Duilio Marcante; uomo di poche parole , ma sempre rispettato e di compagnia anche se a suo modo. Erano diventati i miei compagni della domenica. Passavo i fine settimana ad ascoltare le avventure di pesca di uno e dell’altro incredulo, a volte scettico, a volte credulone. Li vedevo imprecare per indossare la muta: questa seconda pelle stretta, squamosa, con una cerniera che si rompeva una volta si ed una si e quindi il fedelissimo neoprene liquido, questo tubetto di liquido nero ed appiccicoso indispensabile che mio padre teneva chiuso a chiave nella cassetta degli attrezzi sapendo benissimo che se mi fosse capitato tra le mani, nonostante i suoi avvertimenti sarebbe diventato un blob inutilizzabile di gomma solidificata. E poi il sottomuta a maglietta I calzari (e se fa freddo i sacchetti di plastica sotto) I guanti da operaio metalmeccanico della FIAT: non per tenere caldo, ma per stringere il pesce arpionato, che non scivoli dalle mani. Poi lo sputo nella maschera poi riempita di acqua e appoggiata sul pagliolo del gommone: attento a non ribaltare nemmeno una goccia d’acqua. Pesantissimo il Bibombola, regola gli spallacci, infila la cintura dei piombi: a che profondità si scende? Domanda fon- SUBACQUEA damentale perché nell’era pre GAV la pesata è in funzione della profondità: si deve essere molto pesanti all’inizio dell’immersione (e quindi sul fondo) per non fare la fine del tappo di sughero durante la decompressione (a bombola quasi vuota). Si perché le immersioni erano praticamente tutte fuori curva di sicurezza, ma in quegli anni da quasi pionieri il computer doveva ancora nascere: c’era il DECOMPRESSIMETRO. Ricordo da bambino il timore riverenziale di fronte a questo strumento per me incomprensibile allora come adesso. A domanda risposta: più stai sotto più l’ago dello strumento si sposta sul rosso poi risali per un po’ e ti fermi fino a quando torna sul verde, poi risali e se torna sul rosso ti rifermi fino al verde e così via finche non sei fuori e adesso mangia se poi vuoi fare il bagno. Poi, finalmente si avvicina, si siede sul mio telo e chiede “cosa dici... ti andrebbe di scendere in acqua?” Chiaramente non potevo dargli la soddisfazione di rispondere subito: maschietto orgoglioso. Dopo qualche istante in cui consideravo se continuare a lanciare i sassi in acqua la mia risposta era sempre, comunque, si. E per l’ennesima volta eccomi a riascoltare come funziona un erogatore, come si sputa nella maschera, come si deve pinneggiare... E’ sempre stato così con mio padre. Ancora adesso, quando facciamo qualcosa insieme si sente obbligato ad indossare l’abito dell’insegnante, spiegandomi le cose dall’inizio, come se fosse la prima volta che affronto l’argomento. Lui è sempre stato un sostenitore del Manuale. Non ha mai acquistato o fatto nulla che non fosse provvisto di manuale da studiare, nelle lunghe serate invernali, seduto sulla sua poltrona. Personalmente sono sempre stato più portato ad utilizzare i manuali come ausili, non come guide: radio, videoregistratori, programmi per computer li ho sempre imparati smanettando e solo arrivato ai punti morti ho utilizzato le guide. Si può capire quindi i conflitti nati tra noi due in materia di addestramento... o forse la mia “manualità” nasce proprio per conflitto con il suo sistema, vallo a sapere. Comunque eccoci, anzi eccomi finalmente vestito di quella muta così stretta che mi dolevano sempre le dita, dopo, dal gran tirare per infilarla. Ed ancora lui che parla, le ultime raccomandazioni e soprattutto, spesso, l’ultima frase:”comunque stiamo a braccetto”. Con un tuffo al cuore capisco che non è in vena di lasciarmi solo e, stanco com’è l’immersione si risolverà in pochi minuti. Non so se riesco a descrivere, e forse chi non va sott’acqua non capirebbe comunque, quel sentimento misto di delusione ma comunque gioia, perché in fondo, seppur non alle condizioni che avrei voluto, posso andare sott’acqua. Ed ancora di più, quando la lezione pre tuffo si concludeva con la frase “fai il bravo”, che sottolineava il fatto che sarei sceso da solo, provavo una emozione che forse adesso non riesco più a ritrovare, se non andando a pensare a momenti quali la prima volta che ho visto la ragazza che sarebbe diventata mia moglie, il mio matrimonio, la nascita di mio figlio ... cose così. A questo punto ero talmente emozionato che non ascoltavo più mio padre: per me c’era solo il vento che mi sfiorava il viso quasi coperto dal cappuccio mentre con il gommone ci avvicinavamo al punto in cui mi sarei immerso. Pregustavo già il sapore dolciastro e fresco dell’aria compressa e con la coda dell’occhio scorgevo la preoccupazione di mia madre e l’orgoglio malcelato di papà. Finalmente siamo sul punto. Un rapido controllo con l’ecoscandaglio conferma che sotto (in realtà perfetta- mente visibile ma papà ci teneva) vi era un pianoro assolutamente spoglio la cui profondità massima era cinque metri. Lo strumento in questione era ben lungi dall’assomigliare a quello che si vede anche sulle riviste subacquee. Al posto del display a cristalli liquidi c’era un foglio di carta sul quale un pennino, simile a quello dei sismografi, disegnava il profilo del fondale il tutto nelle dimensioni di una valigetta 24 ore. Di nuovo le raccomandazioni, i controlli sul manometro, gli sputi nella maschera e, finalmente il tuffo rinfrescante nelle acque del lago. Mio padre, avvicinatosi mi passa l’erogatore e finalmente, attesa, sognata inizia l’Immersione. Sandro Pulleghini Istruttore TDI-PSS 32 L’Associazione Natura a Cavallo è un’associazione nazionale, senza sco- po di lucro che si propone di valorizzare il rapporto fra il cavallo e l’ambiente naturale mediante attività promozionali e di sostegno alle attività di turismo equestre. Ampiamente presente sul territorio nazionale organizza annualmente un Raduno Nazionale, occasione per tutti i soci provenienti da ogni regione d’Italia di incontrarsi, scambiare le proprie esperienze, rinnovare vecchie amicizie e farne di nuove, nonché trascorrere momenti spensierati in compagnia dell’amato amico cavallo. Il raduno, giunto ormai alla settima edizione, è organizzato a rotazione dalle sezioni provinciali, che facendosi carico di tutte le incombenze organizzative, pianificano nei minimi dettagli ogni istante della manifestazione, dalle escursioni a cavallo alle serate conviviali. Il Raduno Nazionale 2008 sarà organizzato dalla sezione di Como e si terrà dal 1 al 5 maggio. L’idea di un raduno nella provincia di Como è venuta ad Adriano Mason, referente locale di Natura a Cavallo, che durante una passeggiata a cavallo con l’amico di sempre, Guido Margheritis, in una giornata di sole primaverile in Valle d’Intelvi rimaneva incantato dallo splendido scenario del posto così come accadeva, fin dalla fanciullezza, ogni volta che usciva in passeggiata in questi meravigliosi scorci di natura vera e spontanea. Così cominciò a fantasticare con gli amici sulla bellezza del territorio e sul desiderio di condividere con gli amici di Natura a Cavallo ogni singolo tramonto di queste valli, riscontrando da subito un vivo interessamento all’idea di organizzare un Raduno Nazionale dell’Associazione. La Valle d’Intelvi fu immediatamente individuata come luogo ideale, grazie alla bellezza dei suoi panorami, per ospitare l’organizzazione dell’evento. E’ una valle molto verde, ricca di boschi e pascoli con scorci panoramici mozzafiato situata tra il ramo ovest del lago di Como ed il Lago di Lugano, al confine con la Svizzera. I sentieri si snodano ad una altezza tra gli 800 metri ed i 1200 metri, lungo gli antichi percorsi tracciati dai contrabbandieri nel secolo scorso. Alla velocità di un rullo di tamburo è nata l’idea, è stato effettuato il sopralluogo, tastato il polso alle amministrazioni locali ed ai cavalieri della valle, si è interpellato il presidente Italo d’Incà e si è avanzata la candidatura. Il programma del raduno prevede nelle prime due giornate delle passeggiate di circa 5/6 ore accompagnati da esperti cavalieri della zona ed alla sera la cena quale momento importante di aggregazione e svago. L’ultimo giorno si chiuderà in bellezza la manifestazione con una sfilata nel centro del Comune di Como, dove le autorità locali precederanno la processione a bordo di una carrozza d’epoca guidata dal mitico Giorgione, folcloristico personaggio di Pian del Tivano. La sfilata terminerà con lo schieramento dei cavalieri in piazza Duomo accolti dall’inno della banda e salutati dal discorso di commiato delle autorità civili e religiose. Guido Margheritis sottolinea come Natura a Cavallo possa rappresentare un ottimo mezzo per conoscere la nostra bellissima penisola in compa- gnia del nostro fidato amico cavallo. A lui si aggiunge Luigi Righetti, uno dei cavalieri della Valle Intelai, che ritiene questa un’ottima opportunità per far conoscere a moltissimi cavalieri le meraviglie e le possibilità di trekking che offre la nostra Valle. Chi abbisognasse di maggiori informazioni, può contattare adriano. [email protected] EQUITAZIONE 35 EQUITAZIONE Viaggio a Santiago de Compostela Questa la méta del viaggio intrapreso da Va- leriano Cacciotti di Carpineto (Rm), Appio De Rocchis e Mauro Rossi di Sezze (Lt). Butteri appartenenti alla Compagnia delle Vie Orientali, un’associazione nata con lo scopo di promuovere il turismo equestre. È stata una cavalcata certamente ardua ma carica di fascino. Sono stati dieci giorni di viaggio tra imponenti monumenti e pianure sconfinate, tra contadini sgarbati e fedeli convinti, tra bestie ed automobili. Dieci giorni di viaggio in cui tutto era stranamente irreale ma incantevole ed affascinante. Il viaggio sponsorizzato dall’Astral – Azienda Strade Lazio S.p.A – dalla XVIII Comunità Montana Area Romana e da Billy Bar di Sezze si è svolto lungo quel “Cammino di Santiago” che nel corso dei secoli, grazie alle vie tracciate dai pellegrini di tutta Europa, ha rappresentato il collegamento al grande Santuario Galiziano simbolo eterno della fede cristiana. Tale Santuario, fin dal Medioevo, era meta di pellegrinaggio per tutti i cristiani d’Occidente. Si dice che fu Alfonso II il casto, re dell’Asturie e della Galizia ad ordinare la costruzione del tempio intorno all’800. Ma solo nel 893 con l’arrivo dei monaci benedettini iniziarono i pellegrinaggi verso la tomba dell’apostolo Giacomo. E, come per continuare una tradizione millenaria, i nostri cavalieri, con molto ardore e con un pizzico di follia, hanno deciso di ripercorrere questo faticoso quanto meraviglioso pellegrinaggio. Il viaggio ha previsto un avvicinamento al Santuario con un camion. All’interno, oltre ai cavalcanti c’erano Gold e Romanella esemplari di razza maremmana e Ladia di razza araba. Dopo la partenza da Carpineto avvenuta nella serata del 31 Agosto, dopo un breve soggiorno a Lieve, vicino Chiavari, domenica 2 settembre i cavalieri sono arrivati in Francia a Biarritz. Un accampamento di fortuna fornisce riparo per la notte sia ai cavalieri che ai cavalli. Astorga, cittadina che dista 50 km da Leon è stata la meta raggiunta il giorno dopo. Qui è stato parcheggiato il camion nel piazzale di un hotel appartenente al “Camino de Santiago”. Nel pomeriggio dello stesso giorno, dopo aver bardato i cavalli con scafarde e bardelle (tipica montatura buttera), è iniziata la cavalcata verso Santiago. “Ci basta poco per capire che la difficoltà maggiore dell’intero viaggio sarà provvedere all’alimentazione dei cavalli. Pur essendo il territorio a forte vocazione agricola con numerosi allevamenti di bestiame incontrati lungo il viaggio, i contadini non sempre si sono mostrati accoglienti e acquistare il fieno per i cavalli è stato molto difficile”. Questo il racconto dei cavalcanti. “Fatta eccezione di queste difficoltà, il percorso si è rilevato piacevole e molto accessibile, tanto da permettere lunghi tratti di trotto e anche di galoppo. Dopo otto giorni di viaggio, in cui la bellezza del panorama ci lasciava continuamente senza fiato, arriviamo a Brea, piccola città poco distante da Santiago. Qui, veniamo a conoscenza che la polizia di Santiago non gradisce i cavalli all’interno della città. Tuttavia decidiamo di azzardare. Arriviamo di buonora dinanzi al Santuario, riusciamo però solo a scattare qualche foto perché, come da copione, la polizia ci invita a raggiungere la zona periferica della città. Sistemiamo i cavalli a Monte de Goz, cittadina a 4 km da Santiago. Torniamo al Santuario grazie all’aiuto di Manuel un gentilissimo galiziano che senza crearsi troppi problemi ci aiuta nella nostra impresa. Arrivati dinanzi al Santuario molte persone, per via del nostro abbigliamento da butteri, ci guardano incuriosite. Entriamo nella Basilica: una sensazione quasi irreale ci pervade l’animo. Tutto è enorme, silenzioso e ricoperto d’oro. Una visita, qualche foto rubata qua e la e poi il ritorno verso Monte de Gozo a riprendere i cavalli, fare i preparativi, e per ripartire per l’Italia”. Una sorta di Grand Tour moderno e per di più a cavallo quello che i nostri cavalieri hanno voluto intraprendere. Un viaggio questo all’insegna della fede, della tradizione e della passione che lega tre uomini ad un animale che da sempre è il simbolo per eccellenza delle fatiche e delle conquiste dell’uomo. 36 A Pasqua: esplorazione del territorio etrusco Il nostro viaggio ci condurra’ nel territorio Etru- sco, nelle zone comprese tra Tarquinia e il lago di Vico. Numerosi i punti di interesse storico, archeologico e ambientalistico. Partiremo da Canale Monterano all’altezza del Ponte Sodo, grandiosa opera idraulica etrusca, scavata nel tufo tenero,per rifornire d’acqua la citta di Veio, adiacente al parco di Stigliano per dirigerci verso Vejano, antica città Etrusca di cui rimane ben poco a testimoniare la sua importanza, paragonabile all’Atene di Pericle. Le imponenti rovine della città medioevale di Monterano,abbandonata per la malaria ai primi dell’800 ci appariranno dopo aver guadato i torrenti Palombara e Mignone. Dopo aver attraversato una parte del parco naturale Marturanum raggiungeremo Barbarano Romano con la necropoli rupestre di S Giuliano e la colossale Tomba Cima, a tumulo,e visiteremo la Tomba della Regina. Raggiungeremo Blera percorrendo sentieri scavati nel tufo sul fondo di veri canyon percorribili solo a cavallo e visiteremo le tombe a Dado. Si prosegue sulla antica via Clodia per raggiungere le suggestive rovine di Norchia con le sue tombe a facciata e la chiesa romanica di San Pietro e guadato il Biedano si raggiunge la Rocca di Respampani dove pernotteremo nel famoso castello. Dalla Rocca di Respampani, per un percorso lungo e suggestivo, attraverso il poligono di tiro dell’esercito di Monte Romano, dove il tempo e sembra essersi fermato, cavalcando tra mandrie di cavalli e vacche brade, lontani da qualsiasi cenno di attività umana, arriveremo alla Farnesiana e poi Allumiere e la Tolfa con i suoi monti fino a 500 mt di altezza ricoperti da una fitta vegetazione a macchia che nascondono numerose testimonianze del periodo etrusco arcaico e dello sfruttamento delle miniere di pirite e alumite. Dalla Tolfa, percorso il parco naturale di Stigliano popolato da numerosa selvaggina, si raggiunge nuovamente Casale Monterano. Ma, se è difficile illustrare le innumerevoli testimonianze etrusche che troveremo sul nostro percorso, che sembra essere studiato appositamente per i cavalli, è impossibile descrivere la bellezza dei paesaggi che potremo ammirare, la sensazione di un salto indietro nel tempo,un tempo dove il cavallo era l’unico mezzo di trasporto ed era protagonista indiscusso di quei tempi. Percorsi non difficili ma impegnativi che lasceranno ricordi indelebili dentro di voi. Programma: Mercoledì 19 Marzo arrivo partecipanti a Canale Monterano cena e briefing 20- 3 - 08 :Canale Monteranno > Vejano > Barbarano Romano > Civitella Cesi 21- 3 - 08 : Civitella Cesi > Norchia > Rocca di Respampani 22- 3- 08 : Rocca Respampani > Monte Romano > La Farnesiana >Tolfa 23- 3 - 08 : Tolfa - Bagni di Stigliano > Canale Monteranno 24- 3 - 08 : Canale Monterano > Parco di Stigliano con i butteri allo smandriamento e merca > Canale Monterano ( solo mattina) Pomeriggio rientro partecipanti al paese di origine. Itinerario: I tratti asfaltati saranno circa il 3%su tutto il percorso. Le andature saranno passo e trotto, con una percorrenza di ca sei ore a tappa .Le tappe verranno effettuate anche in caso di pioggia. Requisiti : Adeguata preparazione fisica sia per il cavallo che per il cavaliere per affrontare l’intero itinerario . Un’adeguata bardatura per il cavallo ed un abbigliamento adatto per il cavaliere (i dettagli verranno forniti agli iscritti del trekking). Non sono ammessi cavalli interi, cavalli senza libretto ASL o non in regola con il COGGINS test. I cavalli dovranno essere ferrati da non più di 20 giorni Pernotto : I cavalli verranno ricoverati in box, poste o paddock muniti di capanna. I cavalieri saranno ospitati in agriturismo con camere a più letti, con possibilità di appartamenti o camere singole/matrimoniali. Una macchina appoggio si occuperà del trasferimento dei bagagli da una tappa all’altra. Guide : Il viaggio verrà condotto da Fabrizio Simonetti e Laura Lami, entrambi muniti di Brevetto di Istruttori di Turismo Equestre. Durante il percorso saremo affiancati da esperti butteri e personale della Forestale a cavallo. Costi : Il Centro Ippico Fioralice metterà a disposizione i cavalli della scuola idonei al trekking. Iscrizioni: 50.00 per ogni partecipante e/o accompagnatore 80.00 gg comprende colazione – pranzo -cenapernotto cavaliere e cavallo 70.00 gg per accompagnatori senza cavallo 60.00 gg cavalli scuola per Soci 80.00 gg non Soci 230.00 costo trasporto cavalli andata e ritorno a cavallo per van 6 cavalli. Numero minimo di partecipanti a cavallo 10, numero massimo 15. Verrà consegnata a tutti i partecipanti a cavallo una targa ricordo con inciso il percorso effettuato Per informazioni: Tel. 050659101 Un importante Manuale che non può mancare nella tua libreria! Piero Acquaro ha scritto questo manuale per tre essenziali motivi: il primo per rispetto, stima e amicizia nei confronti di questo animale, poderosa macchina di muscoli e d’energia che ha accompagnato la storia dell’umanità in tanti secoli. Il secondo perché ha voluto sintetizzare la propria esperienza d’istruttore “vissuta sul campo”, il terzo, e forse più importante motivo, per offrire ad ogni cavaliere esperto o neofita - un momento di verifica e di crescita delle proprie conoscenze. 203 pagine, con illustrazioni a colori Per richiederlo: tel. 0412621679 – mail: [email protected] A SOLI € 18,OO PER L’ACQUISTO TEL. O41.2621679 37 EQUITAZIONE The real West, no games! Il vero west americano in toscana Jason Buckingham ha il piacere di presentare il vero West in un ranch molto simile alla realtà del lontano ovest americano. In Toscana è nato un vero Working Ranch di 1500 ettari dove si alleva il bestiame in completa libertà e dove si lavora a cavallo per diverse ore al giorno. Qui il “Ranching lifestyle”, nato da horsemanship ed esperienza, può offrire insegnamento e pratica oltre ad una reale esperienza di vita giorno dopo giorno. Jason Buckingham, Cowboy di professione, dedica la sua vita all’insegnamento professionale delle vere tradizioni del ranching americano e dell’odierna cultura del Working Cowboy. Nato e cresciuto in un Ranch in Idaho (USA) dove venivano allevati 4.500 capi di bestiame in 65.000 acri di sconfinata terra, addestrò il suo primo puledro a nove anni. Sin da tenera età fu influenzato dai tradizionali metodi di addestramento dei Vaqueros di vecchio stampo. Dedito principalemente alle discipline di Working Cows e Ranch Roping segue in prima persona l’applicazione di tutte le metodologie di addestramento naturale. Alleva ed addestra cavalli per il lavoro da ranch e per le competizioni nelle varie discipline western. Partecipa ai Ranch Rodeo in tutti gli Stati Uniti sin da giovane età. Roper Champion - Campione di Roping del Nord West americano Ranch Rodeo Champion - Campione di Ranch Rodeo del Nord West americano. US T.R.C. United States Team Roper Champion - Campione US di Team Roping Fondatore e presidente dell’associazione N.W.W.C.A. (North West Working Cowboys Association) ha, in USA, una scuola di formazione professionale per Cowboys e professionisti di Ranch Roping. Nel 2004 è giunto in Europa per divulgare professionalmente la vera cultura e le vere tradizioni del “Western lifestyle” che, soprattutto in Italia, sono state del tutto travisate. È il primario insegnante tecnico di tutti i corsi di Animantia dove gestisce, assieme ad Elena Bajona, diversi corsi di formazione. Le principali attività svolte nel Ranch: - Colt starting (ammansimento puledri e addestramento) Problem Solving (risoluzione di problemi comportamentali su cavalli giovani e anziani) - Corsi di Ranch Roping - Cattle Drive (transumanza a cavallo per lo spostamento del bestiame) - Corsi sul Comportamento Equino (Brevetti riconosciuti CNSF, Coni) Preparazione ed addestramento di cavalli da Ranch Cos`è il Roping?: il Roping era ed è tutt’ora un metodo di lavoro usato nei ranch americani per prendersi cura del bestiame che vive libero in sconfinate terre. Viene usato il rope (lazo) da cavallo per prendere un vitello o un capo di bestiame alla testa ed ai piedi al fine di poterlo vaccinare o curare. Lo sport che oggi viene praticato deriva dalla competizione portata dai Cowboys che lavoravano nei ranch. Animantia 38 Il lavoro in sezione, Come si lavora in campo con i nostri allievi ed i nostri cavalli???? Il lavoro in ripresa può svolgersi fondamentalmente attraverso tre metodi: - il lavoro in sezione o in più sezioni; - il lavoro individuale; - il lavoro a volontà. Ovviamente sta all’istruttore scegliere all’inizio della ripresa il tipo di lavoro dar far eseguire ed il tipo di metodo da utilizzare, la scelta del metodo è influenzata da numerosi fattori, alcuni di questi sono: - le dimensioni del maneggio; - il numero dei cavalli; - il livello tecnico dei cavalieri; - la preparazione fisica e tecnica dei cavalli; - il tipo di cavalli impiegati; - la conoscenza che l’istruttore ha del binomio; - gli scopi che si vogliono raggiungere; - il tempo a disposizione; - etc..., etc.......... Il lavoro in sezione è uno dei tre metodi cui abbiamo accennato precedentemente, in genere è il più usato quando si hanno degli allievi alle prime armi e l’istruttore ha la necessità di doverli tenere d’occhio tutti contemporaneamente, in modo che se qualche allievo dovesse avere dei problemi con il suo cavallo, egli possa intervenire prontamente. Per sezione intendiamo l’insieme di più cavalieri (il numero è variabile) che seguono, a distanza stabilita, le orme del cavaliere che sta in testa, chiamato capo-sezione, e che eseguono gli ordini dell’istruttore. L’ordine che l’istruttore darà per iniziare il lavoro in sezione è il seguente: «In sezione dietro ...(nome del capo-sezione)..., a ...(numero cardinale)... lunghezze di distanza, sulla pesta a mano ...(dx o sx)..., passsoo...oooo». Esempio: «In sezione dietro Tizio, a due lunghezze di distanza, sulla pesta a mano dx, passsoooooo». Gli ordini dell’istruttore sono rivolti a tutta la sezione, in caso diverso l’istruttore specificherà il nome del cavaliere che deve eseguire un particolare esercizio. Durante tutta la durata del lavoro, il cavaliere non può lasciare il suo posto nella sezione, se non per ordine dell’istruttore. Per tenere sempre vivo l’interesse di tutti e mantenere alta la curva dell’attenzione sul lavoro comune, quando la preparazione dei cavalli e dei cavalieri lo consentano, è utilissimo alternare a capo-sezione i vari cavalieri. Come accennavamo precedentemente, il lavoro in sezione è utile all’istruttore, quando i cavalieri sono principianti o numerosi o quando montano cavalli giovani o quando le dimensioni della cavallerizza sono contenute in spazi ristretti. Quando lavoriamo in sezione con cavalieri principianti il lavoro deve essere ispirato alla maggiore semplicità possibile e limitato ad alcuni dei movimenti classici del maneggio, e l’istruttore deve cercare di mettere come capo-sezione il cavaliere più esperto e con il cavallo più tranquillo per consentire che il lavoro della sezione si svolga nel modo più regolare. Inoltre l’istruttore deve curare oltre la scelta del capo-sezione anche la posizione di ogni singolo binomio, mettendo in coda alla sezione i cavalli più irrequieti in modo che disturbino il meno possibile il lavoro della sezione. Nel comandare i movimenti di maneggio, l’istruttore deve aver cura di impostarli prima con una sintetica spiegazione generale, quindi di farli eseguire. L’esecuzione dei movimenti classici di maneggio favorisce la concentrazione sul lavoro da parte di tutti i cavalli, evitando ribellioni al lavoro o rallegrate di questo o di quel puledro. Mentre quando lavoriamo in sezione con cavalieri esperti che montano cavalli giovani, questo tipo di lavoro regolarizzerà il comportamento generale dei cavalli, soprattutto se il capo-sezione monterà un cavallo particolarmente tranquillo. Il lavoro in più sezioni è molto utile ed interessante, anche se è molto difficile da gestire e presenta delle difficoltà nella condotta e nell’organizzazione. Questo va eseguito in genere con cavalieri molto esperti e con cavalli tranquilli, ovviamente in maneggi di dimensioni idonee. E’ un lavoro che ha una notevole spettacolarità, soprattutto se ben gestito, tenendo le sezioni diametralmente opposte, rispetto al centro del maneggio, che si muovono a mani differenti e facendo eseguire loro figure simmetriche, portandole ad incrociarsi o a procedere appaiate, soprattutto nei cambiamenti o nei tagliate. Durante tutta la ripresa l’istruttore deve continuamente e instancabilmente correggere i difetti di assetto o semplicemente le posizioni di questa o quella parte del corpo del cavaliere, e dare le indicazioni necessarie per una buona conduzione del cavallo nelle varie figure di maneggio. Il lavoro in sezione, nonostante abbia molti limiti per quanto riguarda l’istruzione del cavaliere e l’addestramento del cavallo, consente all’istruttore di dare a tutti gli allievi una buona impostazione generale, sia come assetto sia come posizione a cavallo, che come condotta del cavallo stesso. EQUITAZIONE individuale e a volontà Riassumendo in genere adotteremo il lavoro in sezioni, quando si verificano una o più delle seguenti condizioni: - maneggio piccolo; - tanti cavalli; - cavalieri principianti; - cavalli giovani; - mantenere i cavalli in ordine e tranquilli; - poco tempo; - etc..., etc.......... Mentre adotteremo il lavoro con più sezioni quando si verificano una o più delle seguenti condizioni: - maneggio grande; - tanti cavalli; - cavalieri esperti; - cavalli tranquilli; - fare figure di maneggio più complicate; - fare un lavoro più difficile, per far concentrare l’attenzione dell’allievo non solo su se stesso ma pure sugli altri; - molto tempo; - etc..., etc.......... Il lavoro individuale è il secondo metodo di organizzazione del lavoro nella cavallerizza. Il lavoro organizzato individualmente consente all’istruttore di non aver più i cavalieri riuniti in sezione, ma distribuiti sulla pesta della cavallerizza in intervalli uguali. L’istruttore ricorrerà al lavoro individuale con cavalieri già padroni del cavallo che montano e in grado di eseguire, individualmente, gli esercizi previsti. Questo tipo di lavoro darà la possibilità ai cavalieri di svolgere un lavoro più personale, inteso ad ottenere dal cavallo rispondenze sempre più strette alle azioni della mano e delle gambe. Ovviamente per poter lavorare correttamente e tranquillamente i cavalieri non devono essere tanti e la cavallerizza deve essere abbastanza grande da poterli contenere sulla pesta con comodi intervalli tra l’uno e l’altro. L’ordine che l’istruttore darà per iniziare il lavoro individuale è il seguente: «Per uno sulla pesta a mano ...(dx o sx)..., passsoo...oooo». Nel lavoro individuale ogni cavaliere, portandosi sulla pesta della cavallerizza alla mano e all’andatura indicati dall’istruttore, potrà dedicarsi meglio alla condotta del suo cavallo, perché non disturbato dai cavalli che lo precedono o che lo seguono. Il cavaliere dovrà cercare di mantenere gli intervalli invariati, cosa indispensabile per l’esecuzione di alcuni movimenti di maneggio, e per riuscire in questo sfrutterà gli angoli del maneggio, entrandovi o tagliandoli per allungare o ac- 40 corciare le distanze dal cavallo che lo precede, oppure potrà eseguire dei tagliate o delle volte. Questi movimenti consentono all’istruttore di verificare il grado di attenzione dei cavalieri. Gli ordini dell’istruttore si rivolgono a tutti i cavalieri, in caso diverso l’istruttore specificherà il nome del cavaliere che deve eseguire un particolare esercizio, e gli ordini per eseguire le figure di maneggio sono preceduti da: «Per uno ...(figura di maneggio)...». Riassumendo, in genere adotteremo il lavoro individuale quando si verificano una o più delle seguenti condizioni: - maneggio grande; - non troppi cavalli; - cavalieri esperti; - cavalli tranquilli; - lavoro più personale; - ottenere dal cavallo rispondenze maggiori alle azioni della mano e delle gambe; - etc..., etc.......... Il lavoro a volontà è il terzo metodo di organizzazione del lavoro nella cavallerizza. L’istruttore ricorrerà a questo metodo quando si troverà di fronte una ripresa costituita da cavalieri con una certa esperienza su cavalli ben addestrati e quando le dimensioni della cavallerizza ed il numero di cavalieri lo consentano. Questo è un metodo avanzato di lavorare in ripresa, in quanto i cavalieri stabiliscono da sé il lavoro che andranno a svolgere e saranno liberi di lavorare alle due mani ed alle tre andature, effettuando il lavoro più idoneo per il loro cavallo, ovviamente cercando di non intralciare il lavoro degli altri cavalieri componenti la ripresa. Dovranno preoccuparsi unicamente della condotta del proprio cavallo, adeguandosi alle esigenze che di volta in volta si vengono a creare, senza dover seguire una istruzione comune. Inoltre l’istruttore avrà più tempo e maggiori possibilità di intervento su questo o quel cavaliere, non dovendo seguire un’intera sezione ma potendosi dedicare ad un cavaliere alla volta, ovviamente continuando sempre a tener d’occhio l’operato di tutta la ripresa, ciò gli darà la possibilità di curare più nel dettaglio alcune sfumature riguardanti sia il cavallo sia il cavaliere. L’istruttore può passare dal lavoro in sezione o in più sezioni al lavoro individuale e quindi al lavoro a volontà e viceversa, tutto per rendere il lavoro più vivo ed interessante. Questo sempre in funzione della preparazione dei cavalieri e dell’organizzazione della ripresa da parte dell’istruttore. Il lavoro a volontà può iniziare in tanti modi come abbiamo già detto l’istruttore può iniziare con il EQUITAZIONE lavoro in sezione per poi passare al lavoro individuale e quindi a quello a volontà, o iniziare dal lavoro in sezione per poi passare direttamente a quello a volontà, o iniziare con il lavoro individuale e passare successivamente a quello a volontà, oppure può iniziare direttamente con il lavoro a volontà. Gli ordini che l’istruttore darà per iniziare il lavoro a volontà possono essere i seguenti: - «A volontà a mano ...(dx o sx)..., passsoo... oooo»; - «A volontà alle due mani, passo e trotto»; - «A volontà alle due mani e alle tre andature». La scelta da parte dell’istruttore tra l’uno o l’altro modo di impostare il lavoro a volontà dipenderà naturalmente dal numero e dal grado di addestramento di cavalli e cavalieri. Il lavoro a volontà, in particolar modo se effettuato da un numero elevato di cavalieri ed in una cavallerizza di dimensioni limitate, comporta la conoscenza delle regole generali del lavoro nella cavallerizza, la cui osservanza da parte di tutti assicura il buon andamento del lavoro stesso. Alcune delle regole da rispettare in questo tipo di lavoro al fine di evitare incidenti e scompiglio all’interno della cavallerizza sono le seguenti: - non seguirsi; - incrociandosi tenere la dx; - evitare di sostare oppure di lavorare sulla pesta della cavallerizza per molto tempo; - evitare l’uso della voce o della frusta; - controllare sempre la propria posizione in relazione a quella degli altri cavalieri. Inoltre l’istruttore dovrà tener conto dei cavalli con cui sta lavorando per poter dare al cavaliere indicazioni di carattere generale sul tipo di lavoro da eseguire in base al temperamento del cavallo, per esempio: - con cavalli in avanti, eseguire spesso degli alt ed effettuare spesso dei tagliate o cambiamenti di mano; - con cavalli in avanti e contro la mano lavorare molto in volta ed in circoli di dimensioni differenti; - evitare, in ogni caso, di lavorare troppo a lungo con un cavallo contro la mano; - con cavalli pigri che cercano di evitare di impegnarsi nel lavoro effettuare frequenti cambiamenti di cadenza e frequenti transizioni di andatura. Riassumendo in genere adotteremo il lavoro a volontà quando si verificano una o più delle seguenti condizioni: - maneggio grande; - non troppi cavalli; - cavalieri esperti; - cavalli addestrati; - lavoro più personale; - ottenere dal cavallo rispondenze maggiori alle azioni della mano e delle gambe; - l’istruttore avrà più tempo e maggiori possibilità di intervento su questo o quel cavaliere; - possibilità di curare più nel dettaglio alcune sfumature riguardanti sia il cavallo che il cavaliere; - etc..., etc......... Bucefalo 41 EQUITAZIONE STORIA DI UNA GRANDE AMICIZIA Sally è una deliziosa cavallina di circa 13 anni, trascorre le sue giornate in un ampio paddok, dove il suo proprietario ha costruito di proprio pugno un box comodo con vista panoramica sulle maestose alpi Apuane, montagne di marmo, gioiello naturalistico protetto da un parco naturale regionale e meta ideale per gli amanti della natura. Ho conosciuto Sally in passeggiata con Dab, un quarab in mezza fida di 4 anni che ne combinava di tutti i colori nonostante la sua estrema bontà. Dopo alcuni mesi il mio amico Dab fu venduto e mi fu proposto di accudire la dolce Sally. Accettai subito soprattutto perché sapevo che lei era molto sola, usciva di rado e il suo sguardo era spesso triste e perso nel vuoto, nonostante il suo proprietario avesse fatto di tutto per ricreare un’ambiente quanto più possibile idoneo alle necessità della sua amica. Così abbiamo iniziato ad uscire insieme, ero al settimo cielo perché l’idea di occuparmi di lei mi riempiva il cuore di felicità, sapere che Sally mi aspettava al mattino dava un senso speciale alla mia giornata. Non ho mai amato alzarmi presto ma all’improvviso, da quando c’era Sally nella mia vita, quel problema era scomparso completamente! Giorno dopo giorno ha iniziato a regalarmi passeggiate stupende ed emozioni meravigliose, con lei mi sentivo totalmente sicura, la sua saggezza e grande generosità mi hanno resa in pochissimo tempo padrona di ogni sentiero della zona, peraltro bella come poche, si tratta del Parco Naturale di Monte Marcello. Avevo riempito il vuoto che c’era nella noiosa vita di Sally e ogni qual volta si imboccava la strada del rientro al paddok dai suoi occhi incominciava a trasparire un velo di tristezza. Fu così che pensai di trovarle una compagnia! Dopo pochissimo tempo arrivò Fiocco, un coniglio bianco che suo malgrado si tro- vò a condividere il fienile con quel gigante mai visto, infatti alla prima occasione scappò via a zampe levate lasciando Sally sola e piuttosto perplessa! Niente da fare, dopo tanti ragionamenti abbiamo capito che alle dolce Sally occorreva un animale che amasse la compagnia dei cavalli, le lunghe passeggiate e che fosse soprattutto fedele. Così entra in scena Doria: un batuffolo di border-collie dagli occhi azzurri, tremante e avido di affetto. La prima volta che Doria incontrò Sally aveva solo due mesi ed era un cucciolo ciondolante terrorizzato dalla mole del grande animale, ma il suo cuoricino coraggioso sentiva che poteva fidarsi e così pian piano hanno iniziato a conoscersi e a desiderare la compagnia l’una dell’altra. Era rimasto un solo problema da risolvere, cioè insegnare a Doria ad inseguire Sally ovunque! Un impresa difficile ma avvincente. Quante volte abbiamo immaginato di galoppare lungo un sentiero alberato con accanto il nostro amico a quattro zampe che corre libero e felice? Ma come ben sappiamo i luoghi dove si può passeggiare a cavallo, senza macchine e moto che sfrecciano incuranti della nostra presenza, sono ormai davvero pochi, anche se si vive in zone di campagna o poco urbanizzate. Se prima, attraversare strade trafficate e a percorrenza veloce, era una “passeggiata” da sola con Sally con l’arrivo di Doria tutto ciò era diventato estremamente pericoloso. In quel momento mi balenò nella mente che forse avrei potuto insegnare a quel cucciolo qualcosa di piuttosto insolito per un cane: andare a cavallo. Montare in sella con me sarebbe stata l’unica soluzione per evitare il pericolo che rappresentavano le macchine, anche se si trattava di brevissimi tratti che portavano ai sentieri tanto ago- 42 gnati! Così una mattina decisi di fare una prova, presi Doria in braccio e, una volta montata a cavallo, con voce tranquilla rassicurai prima la cagnolina, che era piuttosto sconvolta, e poi Sally che come tutti i cavalli sentiva ogni nostra emozione. Sapevo con certezza che, anche in un’occasione così delicata, Sally non avrebbe deluso le mie aspettative, infatti, senza dare il minimo segno di nervosismo, rimase immobile respirando piano per non spaventare la piccola intrusa. Doria, dal canto suo, dopo qualche momento di paura, iniziò ad annusare qua e là la criniera e il garrese di Sally. Quando mi resi conto che tutto era sotto controllo, con una leggerissima pressione delle gambe, chiesi a Sally di partire al passo. Mentre eravamo in circolo nel paddok Doria si era completamente tranquillizzata al punto che di tanto in tanto la adagiavo dietro l’arcione della sella. In pochissimi giorni, con l’aiuto di una pettorina per cani e qualche premio goloso Doria imparò a salire a cavallo ed appena montavo in sella e la chiamavo lei arrivava, un po’ dubbiosa si alzava sulle due zampette posteriori e con quelle anteriori si appoggiava sull’avambraccio di Sally, sporgendomi afferravo l’imbracatura e la tiravo su. Grazie a questa idea in pochissimi giorni siamo uscite in passeggiata, qualche metro prima di arrivare su strade trafficate la facevo salire in sella ed appena superato il pericolo scendeva tranquilla nonostante la considerevole altezza. Quando imboccavamo un sentiero adatto lanciavo Sally al galoppo e Doria divertita ci seguiva senza esitazioni, ma la vera soddisfazione è stata vedere Sally dondolare la testa e sgroppare di gioia mentre correva accanto alla sua amica. Si, libere e felici tra i filari d’uva, sugli argini sterrati o su morbidi tappeti erbosi dove davamo il meglio di noi stesse. Oggi Doria è quasi adulta, macina chilometri di passeggiate, guada il fiume Magra insieme a Sally, conosce alla perfezione ogni angolo dei posti che frequentiamo e sa esattamente quando ci dobbiamo fermare per attraversare una strada. Quando porto Sally a pascolare vicino al fiume Doria ne approfitta per scatenare tutte le sue energie, si lancia all’inseguimento delle anatre che vivono lì, loro ormai la conoscono bene, sanno che ha solo tanta voglia di giocare e si allontanano starnazzando per tornare indietro un attimo dopo. Per Sally le passeggiate che prima erano monotone ora sono divertenti e piene di brio, la compagnia di Doria ha riacceso l’entusiasmo e risvegliato tante emozioni sopite. Circondate da una natura palpitante di vita percorriamo sere- EQUITAZIONE ne viottoli e sentieri, costeggiamo il Magra dove incontriamo di continuo aironi e cigni, soprattutto fagiani e lepri selvatiche perfettamente ambientate in questo straordinario paesaggio alpino, che racchiude un’incredibile varietà di fiori e piante rare. Oltre le Apuane si estende la Lunigiana, terra meravigliosa attraversata da itinerari medioevali della Via Francigena. Questa affascinante vallata appenninica offre una natura incontaminata da vivere a cavallo tra castagneti secolari ed estesi boschi di faggio dove non è raro avvistare caprioli o scorgere nel cielo falchi e poiane, sono davvero meravigliosi questi rapaci quando, volando bassi , si lasciano ammirare in tutto il loro splendore. Immersa in questo paesaggio paradisiaco, in compagnia delle mie inseparabili amiche, mi accorgo che vivo un sogno che si realizza giorno per giorno grazie a loro: Doria e Sally. Molte volte mi meraviglio di come Doria abbia imparato così velocemente ad andare a cavallo, senza alcun problema fa le prime due andature, passo e trotto, anche se di solito è sufficiente andare al passo perchè Doria monta con me solo quando è necessario attraversare strade trafficate, per tutto il resto della passeggiata lei saltella qua e la annusando e rincorrendo farfalle e cavallette. Durante le nostre escursioni a tre raccogliamo consensi ovunque, le persone che incontriamo rimangono sempre piacevolmente sorprese nel vedere Doria sulla sella davanti a me e Sally proseguire placida e tranquilla per la sua strada. Capita anche di uscire in gruppo con gli amici del maneggio, qualche volta ci scambiamo i cavalli per brevi tratti ma Doria, dopo aver osservato ogni nostra mossa, segue Sally imperterrita nonostante sia cambiato il cavaliere! E’ una scena buffa che provoca l’ilarità dei miei compagni di viaggio ma nello stesso tempo molto tenera perché dimostra quanto attaccamento ci sia tra Doria e Sally, quanto la cagnetta si senta al sicuro solo accanto alla sua amica. Ogni qualvolta si presenta una situazione rischiosa Doria si affianca a Sally e insieme affrontano qualsiasi novità incontriamo durante le nostre avventure. Quante emozioni indescrivibili ci regalano i nostri amici animali e la natura intorno a noi, in cambio ci chiedono solo rispetto e amore, diamoci da fare....in fondo non ci costa nulla! 43 LE SOCIETA’ CI SCRIVONO Palermo 1° Meeting regionale preagonisti inter-enti ma- schile e femminile II° Judo Games. È stato difficile trovare spazio nel parterre di gara e pochissimi i posti a sedere nelle tribune. Questo il metro di valutazione per definire la splendida manifestazione di Domenica 04 Novembre al Palaoreto di via Santa Maria di Gesù di Palermo. Più di 250 bambini e bambine, tra 5 ed i 12 anni, in rappresentanza di oltre 50 società siciliane. Il circuito ludico-motorio per i mini atleti ed il regolamento federale del “Judo Protetto” sotto la supervisione egregia del M.stro Giovanni Cocheo, quale commissario ufficiali di gara, sono stati alla base del successo della manifestazione. La manifestazione organizzata da CNS FIAMMA, ASC Sicilia ed MSP Sicilia, tre enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, ha consolidato le premesse di collaborazione tra enti diversi già iniziata in Sicilia nell’aprile scorso. Francesco Cocheo, Beppe Mannoja e Francesco Bondì i fiduciari regionali per il judo rispettivamente degli enti C.N.S. FIAMMA, A.S.C Sicilia e MSP Sicilia si sono detti soddisfatti della riuscita dell’evento ed hanno messo in risalto la possibile e fattiva collaborazione tra gruppi diversi che lavorano per lo stesso obbiettivo. Marina di Sibari (CS) Il 28 ottobre, presso l’Hotel Sybaris di Marina di Sibari si è svolto un’importante convegno sportivo sul tema : PROPORRE LO SPORT CON NUOVO METODO GLOBALE E INTEGRATO. La riunione in presenza di 200 persone circa ha spaziato con vari punti importanti .Il Doping,come si lotta per allontanarlo, è stato ricordato Pantani e tanti atleti rimaste vittime da anabolizzanti letali. La presenza inoltre del Presidente Provinciale della Federazione Motociclistica Italiana Ernesto Montalto e Gaetano Gatto che hanno “battezzato” la nascita di un nuovo Club di centauri denominato “ BULLS FURIOS SYBARYS MOTO CLUB” e che a presto sarà affiliato al Centro Sportivo Nazionale Fiamma. Per opportuna conoscenza il M° Antonino Gattu- so comunicava all’uditorio la presentazione del MOTOCLUB l’8 Gennaio 2008 con una grande esibizione presso il Villaggio Olimpico di Villapiana di Moto Trial laddove lo sport estremo sfodererà tutto il suo fascino. Il M° Gattuso, Presidente dell’A.S. Nautilus Sport Center di Corigliano da qualche giorno affiliata al Centro Nazionale Sportivo Fiamma ha poi preso la parola è ha veramente dato una chicca importante al convegno. Da Gennaio afferma il Maestro Gattuso, il C.N.S.Fiamma - Sport Nazionale in rappresentanza del suo V.Presidente del Consiglio Nazionale Giovanni Martino di Castrovillari , il Villaggio Olimpico di Villapiana Lido sarà teatro di un programma Sport Nazionale che terrà banco per tutto l’anno. Sono previsti all’interno del calendario : lo Sport con campionati Interregionali di Atletica Leggera ,Equitazione , Arti Marziali , Calcio a 5 , Danza Sportiva , Tiro con l’Arco , Nuoto , Pugilato e King Boxing. Per il Settore Culturale saranno impegnate varie associazioni del Centro Fiamma settore Teatrale e convegnistico Socio-Medico Sportivo. Sarà programmato inoltre il 1° Premio Uomini e Aziende 2008,aziende prescelte che si sono maggiormente distinte nei propri settori. L’ Ambiente C.N.S. Fiamma come settore d’attualità sarà impegnato per corsi di formazione di Polizia Ambientale , cinofilia , salvamento e Guardia Costiera. Il Settore Turistico dello Sport Nazionale Cosenza sarà presente con un campo fieristico e stand’s allo scopo di far conoscere culture nazionali ed internazionali sia per le loro capacità culturali che tecnologiche. Lo Spettacolo sarà la punta di diamante del Centro Nazionale Sportivo Fiamma all’interno del calendario prenderanno posto concerti di musica Pop, Rock e Classico con artisti di statura internazionale. Sarà prevista la finale Regionale di Miss Fiammetta Italia 2008 e Danza Sportiva , non mancheranno i festival, della canzone lirica dedicato a Luciano Pavarotti, della canzone napoletana dedicato a Mario Merola, del varietà dedicato a Gigi Sabani, un personaggio che si può dimenticare così presto, in Italia è stato dopo Alighiero Noschese il più grande imitatore di tutti i tempi. Non mancheranno infine i corsi di formazione Sport Nazionale di: Canto , Danza, Recitazione, Mimo, Portamento. Insomma il Maestro Gattuso neo dirigente Provinciale del Fiamma ha le idee chiare è forte della sua benevole accoglienza con l’amministrazione Comunale di Villapiana che dal pulpito manda calorosi saluti. Vergosa (CO) Nel mese di ottobre si è svolto un corso organizzato dal Fiamma per tecnici di equiturismo presso il Centro Ippico Vergosa in provincia di Como. Il corso è stato coordinato da il proprietario del centro il signor Marcello Biava e da il capitano Andrea Pantano, entrambi istruttori Fise. I partecipanti hanno avuto la possibilità di usufruire dei cavalli messi a disposizione dal centro ippico, oppure di portare nel maneggio i propri. E’ stato quindi possibile analizzare cavalli di differenti morfologie e tipologie vedendo direttamente le peculiarità delle diverse razze, caratteri e comportamenti sia nel lavoro in campo sia in campagna. I partecipanti al corso venivano da esperienze equestri differenti come accompagnatori di turismo equestre, animatori pony, proprietari di 44 agriturismo, proprietari di centro ippico o semplici appassionati. Tutti comunque accomunati dal desiderio di imparare qualcosa di nuovo e di mettersi alla prova. I due istruttori hanno curato tutte le diverse parti del programma del corso, dividendosi gli argomenti. Il signor Biava si è occupato di insegnare la gestione del cavallo in scuderia, il governo della mano e nozioni di tecnica equestre. Il capitano Pantano si è occupato di ippologia, topografia ed orientamento, regolamenti e nozioni giuridiche. Le lezioni pratiche in campo e in campagna sono state invece impartite da entrambi gli istruttori, durante le quali sono stati spiegati argomenti fondamentali, come il governo della mano, la preparazione dei cavalli, il lavoro in campo, l’organizzazione di una ripresa, la gestione della vita di scuderia e infine, un percorso in campagna con differenti situazioni ambientali. La parte teorica del corso ha previsto anche l’intervento dell’ingegnere Franco Mosca che ha chiaramente esposto la parte riguardante il ruolo del tecnico nel mondo equestre di oggi e del futuro, l’importanza del marketing e della comunicazione. Tutti i partecipanti hanno attivamente preso parte al corso proponendo anche diverse discussioni e dibattiti sugli argomenti, sintomo di grande interessamento e coinvolgimento riguardo le materie trattate. La prova d’esame è consistita in una prova pratica, di cui una parte in sella e un’altra parte nel ruolo di istruttore e nella quale sono state valutate l’idoneità tecnica e pratica nel gestire una ripresa. C’è stata anche una prova scritta con domande inerenti agli argomenti trattati ed infine una prova orale. Tutti i partecipanti al corso hanno superato brillantemente l’esame conseguendo meritatamente il titolo di Tecnico di Equiturismo. Reggio Calabria Ai campionati regionali individuali allievi (maschili e femminili) su pista, disputati al campo scuola d’atletica leggera “Aldo Penna” di Reggio Calabria, non sono mancati risultati di rilievo, soprattutto nel settore dei lanci. Alla manifestazione del calendario agonistico 2007 programmato dal Comitato regionale della Fidal Calabria, i migliori atleti di categoria della Calabria hanno dato vita a gare entusiasmanti. Una piacevole conferma s’è avuta per opera di tre atleti reggini che hanno tentato di migliorare i primati regionali delle loro specialità: Piergiuseppe Ranieri (N.A.Fiamma Aranca RC) e Giovanna Smorto (Fiamma Atletica Olympus RC), attuali detentori del titolo regionale nel lancio del martello, rispettivamente con 65,50 e 48,46 metri, e Antonio Martino (N.A.Fiamma Aranca RC) che, nel getto del peso, ha cercato di battere il primato di 16,40 metri che resiste dal lontano 1 ottobre 1960 ed appartiene all’indimenticabile Bruno Gerocarni. I tre promettenti atleti, già ai vertici delle graduatorie nazionali 2007, hanno solo sfiorato gli obiettivi prefissati con le seguenti prestazioni: Piergiuseppe Ranieri, primo nel martello con 64,40 metri; Antonio Martino, primo nel peso con 16,34 metri (a soli 6 centimetri dal primato); Giovanna Smorto, prima nel martello con 44,77 metri. Gli atleti che hanno vinto nelle altre specialità, sono stati: Francesco Franconieri (Atletica Minniti RC) nei 100 e 200 metri con 11”45 e 23”79, Emidio Bagnato (Icaro RC) nei 400 metri con 55”38, Antonio Guzzi (L. Atletica Lamezia) nei 1500 metri con 4’25”18 e negli 800 metri con 2’00”66, Federico Larosa (Atletica Minniti RC) nel triplo con 13,71 metri, Dmytro Dzyubenko (N.A.Fiamma Aranca RC) nel disco con 36,50 metri, Francesco Sofia (Fiamma Bramatletica RC) nel giavellotto con 37,24 metri, Alberto Tassone (Atletica Pizzo 97) nei 3000 metri con 9’17”04, Marco Elia (Fiamma Atletica CZ) nei 400 ostacoli con 57”55, Luca Sergi nel lungo con 5,95 metri, Paola Campolo (Atletica Reggina) nei 100 metri con 14”77 e nel lungo con 4,11 metri, Rosa Nicolò (Atletica Reggina) nei 400 metri con 1’05”21 e negli 800 metri con 2’25”87, Rosa Petruzza (Podistica Corvo CZ) nei 1500 metri con 7’08”20, Vania De Stefano (Atletica Reggina) nei 2000 siepi con 9’13”49 e nell’asta con 2,40 metri, Katerina Fiorino (Violettaclub Lamezia) nei km. 5 di marcia con 28’32”75, Manuela Caracciolo (Fiamma Bramatletica RC) nel peso con 7,99 metri. Nella gara di contorno di salto in alto categoria ragazze c’è stata l’affermazione di Claudia Iacopino ( Fiamma A. Olympus ) che ha superato l’asticella a 1 metro e 40 centimetri. Al secondo posto s’è classificata Celeste Procopio (Fiamma Bramatletica RC) con un salto di 1 metro e 31 centimetri. Grosseto Continuano i corsi per i nuovi professionisti in campo, per aiutare uomini e cavalli, organizzati da Animantia. Tra i brevettati per Assistente Comportamentista Equino di Luglio, Chiara Montanari ha detto: “il corso ha superato di gran lunga le mie aspettative, sono stata molto contenta e non vedo l’ora di fare un altro corso con voi! Ammetto che è stato molto impegnativo, ha succhiato tutte le mie energie, ma ne è valsa la pena! ora ho le idee più chiare, so che ci sono persone come voi su cui poter contare e che si può veramente fare qualcosa di più per i cavalli, penso che forse 10 giorni sono pochi per poter assimilare bene tutte le nuove informazioni, ma evidentemete se uno si impegna per tutto il tempo ce la fa lo stesso!“. A settembre si sono invece brevettati Alessia D’Alessandro e Andrea Bandieri che asseriscono: Il Corso A.C.E. che ho frequentato mi ha aperto un nuovo mondo nell’Unierso equestre. Se prima consideravo il cavallo un animale sul quale applicare una tecnica per cavalcare, ora mi sono reso conto che il rapporto che si può instaurare va oltre la cavalcata e comprende la comunicazione che non si ottiene con le redini. Ho imparato che i cavalli ti possono insegnare qualcosa e che noi possiamo insegnare ai cavalli parlando un linguaggio a loro più comprensibile. A dimostrazione che la professionalità porta i suoi frutti. Augusta (SR) L’Asd Windsurf Augusta organizza: 18 maggio il Trofeo san Domenico F.W.I 13 -23-fun; il 14 giugno la Regata Stella Maris F.W.I 13-23-fun; il 13 luglio la Regata Flos Carmeli F.W.I. 13-23-fun e il 14 settembre la terza edizione della CUP Sport Nazionale F.W.I. 13-23- Novara Nella cornice dello splendido e rilassante scenario del Monte Oro Country Club di Ameno, si è svolto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre il Corso di “Tecnico di Equiturismo” organizzato dal CNSF, il Centro Nazionale Sportivo Fiamma, ente promozionale riconosciuto dal CONI, in collaborazione con la Confederazione Tecnici Equestri, promotrice anch’essa della formazio- 45 LE SOCIETA’ CI SCRIVONO ne professionale e dello sviluppo della cultura equestre. Il corso si è svolto in diverse giornate, con la presenza di più docenti che hanno messo a disposizione la propria pluriennale esperienza equestre ad un folto numero di aspiranti Tecnici di Equiturismo. E proprio i partecipanti sono stati messi subito alla prova ed hanno affrontato lezioni pratiche a cavallo, sia in maneggio che all’esterno, durante le quali si è insistito sul miglioramento delle capacità tecniche nel montare a cavallo. Inoltre gli esaminati hanno dovuto dimostrare di saper condurre una ripresa da terra individuando i “difetti” dei cavalieri e utilizzando con precisione la terminologia equestre corretta per rivolgersi ai futuri praticanti. All’esame pratico è stata affiancata la prova teorica sia scritta che orale; durante il corso sono infatti state impartite dai docenti lezioni sulle principali nozioni equestri di base, dalla morfologia del cavallo, alle andature, alle malattie più comuni, ma sono stati fatti approfondimenti anche sulle responsabilità civili e penali di chi è responsabile di un centro equestre e dei propri allievi. Insomma un esame completo e interessante così come l’intero corso che si è concluso con un ottimo pranzo tra docenti e neo - Tecnici di Equiturismo nella bella atmosfera della campagna novarese. Palermo Patrocinata dalla Presidenza della Regione Siciliana, dalla Provincia Regionale di Palermo e dalla Città di Palermo, domenica 11 Novembre 2007 presso il Palaoreto di Palermo, si è svolto il 14° Trofeo Kimono d’oro manifestazione di karate rivolta a preagonisti e agonisti organizzata dalla A.S.D. SHOTOKAN KARATE SICILIA di Palermo e dal Centro Nazionale Sportivo Fiamma, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI. Numeroso il pubblico presente sugli spalti, oltre 1000 unità e 350 gli atleti partecipanti in rappresentanza di 25 società sportive provenienti, oltre che dalla Sicilia, anche da altre regioni d’Italia. La manifestazione è risultata essere veloce e scorrevole e senza contestazioni di rilievo con a metà mattinata un intermezzo musicale che ha rilassato tutti i presenti per alcuni minuti. Tra gli atleti che hanno vinto questa quattordicesima edizioni troviamo Antonino Papa e Alessia Mirabella tra i senior, Giuseppe Di Verde e Ro- saria Glorioso tra i cadetti e Sami El Haquuhi e Giusy Mariondi tra gli esordienti. Sant’Olcese (GE) Nei giorni 1-2-3 febbraio 2008 si è svolto uno dei molti Corsi di Accompagnatore di Turismo Equestre presso la sala di Villa Serra ove, grazie al Comune e al Dr. Vidini, Assessore allo sport, è stato possibile eseguire una parte teorica diretta docenti esperti e professionali tra i quali il Fiduciario della Regione Piemonte Salvatore Manfredi. Il tutto è stato seguito dalla signorina Coregli Vanessa, gestrice del maneggio “Le colline di Bionda”, dove invece è stato possibile praticare le prove pratiche, sempre seguite dal Cap. dr. Andrea Pantano. Il week-end è stato molto interessante, formativo e divertente quindi per coloro che volessero intraprendere questa professione si consiglia vivamente la partecipazione ai corsi per diventare quadri tecnici. zato dalla FILA. L’Italia ha partecipato con sei atleti classificandosi al 2° posto della classifica generale dietro la Grecia ma davanti ad America e Russia. E’ da apprezzare il clima sportivo di tutti gli atleti delle varie nazioni, riconoscendo la superiorità dell’avversario accettando la sconfitta e mettendo in atto quella fratellanza che spesso viene detta da molti, ma mettono in atto da pochi. In pratica si è messo in atto il vecchio detto che lo sport unisce ciò che la politica divide. Gli atleti italiani hanno colto il frutto di tanti allenamenti, maggiormente durante il periodo estivo. Si sono piazzati in posti prestigiosi della classifica nei settori agonistici del Palesmata (difesa a due), Polydamas (difesa a quattro, uno contro tre armati), Pancrazio (combattimento totale) con i seguenti risultati: Palesmata maschile: Marangi Francesco – Mazzotta Francesco argento; misto: Polito Giancarlo – D’Elia Antonella argento; Polydamas maschile: Marangi Francesco – Mazzotta Francesco – Polito Giancarlo – Moresca Andrea argento; misto: D’Elia Antonella – Marangi Francesco – Mazzotta Francesco Moresca Andrea argento; Pancrazio: 78 Kg. D’Elia Antonella argento, 66 Kg. Moresca Andrea bronzo, 71 Kg. Polito Giancarlo bronzo, 83 Kg. Marangi Francesco bronzo, 100 Kg. Mazzotta Francesco bronzo, + 100 Kg. Daniele Ferdinando bronzo. Tallin (Estonia) ... E DALL’ESTERO Antalya (Turchia) Dal 6 al 9 settembre 2007 La Nazionale Italiana ha preso parte al 3° Campionato del Mondo di Pancrazio Athlima svoltosi nella città di Antalya (Turchia) organiz- Sei sono le punte degli atleti italiani impegnati nel Campionato Europeo di Taekwon-do a Tallinn in Estonia 46 Gli atleti rappresentano l’Italia in una competizione che vede coinvolti 28 team nazionali, sotto la direzione del M° Ruggiero Lanotte e M° Giuseppe Lanotte. I sei sono: il capitano della squadra Vincenzo Sinisi, già distintosi nella scorsa competizione mondiale a Bled in Slovenia come migliore atleta italiano; Francesco Di Cosimo già classificatosi terzo nel settembre 2006; l’ottimo e veloce Alessandro Desario ormai diventato atleta titolare nella categoria -64 kg, e ben tre nuove promesse del taekwon-do Allegretti Giuseppe, I sei sono: il capitano della squadra Vincenzo Sinisi, già distintosi nella scorsa competizione mondiale a Bled in Slovenia come migliore atleta italiano; Francesco Di Cosimo già classificatosi terzo nel settembre 2006; l’ottimo e veloce Alessandro Desario ormai diventato atletatitolare nella categoria -64 kg, e ben tre nuove promesse del taekwon-do Allegretti Giuseppe, Zagara Giuseppe e Vincenzo La Macchia. Il coach della nazionale italiana, M° Lanotte Giuseppe e il Presidente della delegazione arbitrale italiana dott. Giuseppe Garofoli nella consueta conferenza stampa dopo la trasferta internazionale, hanno espresso la loro lusinghiera soddisfazione per il 3° posto nella cat. -63 kg conseguito dal Barlettano Vincenzo La macchia. LE SOCIETA’ CI SCRIVONO L’unico rimpianto è per il podio perso per l’infortunio del capitano della Squadra italiana Vincenzo Sinisi (Andriese). Comunque il calendario gli vedrà i nostri atleti in altre competizioni internazionali in Russia, Socozia, Giappone ecc...e questo non è altro che l’inizio di una lunga serie di successi x questa giovanissima nazionale. Faro (Portogallo) Campionati Europei cadetti/Juniores Dopo aver conquistato il titolo di campioni Italiani e Coppa Del Presidente 2007, tre giovani atleti della società sportiva Fiamma Fighting Ring di Bojano CB, hanno rappresentato l’Italia nelle rispettive discipline con la Nazionale Italiana F.I.K.B. ai Campionati Europei Cadetti/Juniores che si sono svolte a Faro (Portogallo) dal 06 al 12 novembre. Monaco Antonio Light Contact Cadetti - 47 Kg, Gagliardi Giuseppe Light Contact Juniores - 63 Kg, Carbone Ivan Semy Contact Cadetti - 69 Kg, La soddisfazione di Fabrizio Carbone e Gabriele D’Andrea allenatori di questi ragazzi, è un onore per noi rappresentare l’Italia in una competizione dove ci saranno le migliori scuole e Maestri Europei, dove ancora una volta Bojano, (il piccolo centro Matesino, avrà in rappresentanza addirittura tre atleti). (Nei Mondiali D’Ungheria 06 due atleti nella Nazionale maggiore con un 3°posto di Sara Reale). La passione e i sacrifici che dedichiamo a questa disciplina ci viene ripagata da questi ragazzi eccezionali, saremo con loro per sostenerli e incoraggiarli in una competizione che è già una vittoria esserci lo sarebbe ancora di più vedere almeno uno di loro salire sul podio dei migliori. 47 SOLIDARIETA’ Cultura & Sport si è presentata ai giovani bellunesi con un’iniziativa che ha trovato ampia voce sui media locali. La “Festa dei pirati” ha infatti affiancato allo svago del calciobalilla e degli scacchi, una importante iniziativa di solidarietà a favore dei bambini di Beslan, colpiti il 1 settembre 2004 da uno degli atti terroristici più orribili della storia. Un commando ceceno si introduceva in una scuola elementare della povera Repubblica dell’Ossezia e si dava a dimostrazioni di efferatezza per piegare le autorità russe. Quel dramma non è stato dimenticato e, messici in contatto con gli intermediari italiani del “Coordination Solidarité Enfants Martyrs de Beslan” ci siamo allora mossi in modo da contribuire alla raccolta di giocattoli e vestiti. Furono presi in ostaggio bambini e genitori. Per piegare le autorità statali si torturò e si uccise. E ora molti di quei bambini, seppur cresciuti, portano ancora tracce profonde di quelle ore da prigionieri ed hanno bisogno di essere recuperati alla vita. C’è chi come Mkrtich Mkrtchyan (1995) che, in stato depressivo, ha ancora nel cranio oggetti metallici nonostante numerose operazioni subite. O Alina Gullaeva (1993) che, paralizzata ad un braccio, rifiuta le amicizie dopo aver assistito alla morte della sorella e della mamma durante l’attentato. Questa organizzazione si limita ad adottare a distanza quei bambini non tanto per inviare loro denaro, quanto per trasmettere affetto. La serata, animata da dj set ed abbondante buffet, si è prolungata dalle 18 alle 24 e, grazie alla partecipazione non solo di amici e coetanei, ma anche di persone conosciute la stessa sera per la prima volta, tra partite di calciobalilla, canti e festeggiamenti, si è arrivati a raccogliere regali in modo da riempire diversi scatoloni. Ogni bambino riceverà sicuramente più di un giocattolo, speriamo che i nostri doni possano aiutare a rasserenare le loro vite certamente ancora turbate. Daniele Pastori 48 CARABINIERI Storia dello stemma araldico In settanta anni di storia lo stemma dell’Arma dei Carabinieri ha subito varie evoluzioni, fino a recuperare tutti gli elementi araldici del primo con il Decreto del Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, del 21 maggio 2002, che ne ha disciplinato la configurazione attuale. Il diritto a fregiarsi dello stemma araldico viene concesso all’Arma con il Decreto Regio del 7 luglio 1932, ma il primo stemma risale al maggio del 1935. Sotto lo stemma, su un nastro di color azzurro, vi e` la scritta “nei secoli fedele” che deriva dai motti araldici e che rimarrà in uso fino ai giorni nostri. La prima modifica è del dopoguerra, quando il Ministero della Difesa emanò due circolari, una nel 1948 e l’altra nel 1950, per adeguare gli stemmi araldici dei Corpi militari dello Stato all’immagine repubblicana abolendo i richiami alla monarchia. In ottemperanza a tali norme, il Comando Generale dei Carabinieri avanzò la proposta di un nuovo stemma araldico che conservava i colori rosso e azzurro del precedente, la granata dorata diventava argentata e veniva posta sopra lo scudo al posto del cimiero. Fu il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi a firmare il Decreto con cui venne concesso all’Arma questo nuovo fregio in data 27 dicembre 1952, progettato dal Collegio Araldico. Passarono 24 anni e nel 1976 lo stemma cambiò ancora forma. Il Ministero della Difesa, infatti, accolse la proposta del Comando Generale dell’Arma di inserire le cifre d’onore “R.I.” intrecciate sulla granata. Un anno dopo un Decreto del Presidente Leone modificò la parte riguardante le ricompense cosicché, i nastri, da undici diventarono diciannove. Nel 1987 una circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito emanò direttive che prevedevano nuovi criteri per tutte le Armi dell’ Esercito in possesso di uno stemma. Quello dei Carabinieri venne ridisegnato, pur mantenendo gli elementi tradizionali del precedente datato 1977. Fu rimosso il palo d’azzurro dalla parte d’oro, in alto, e gli ornamenti caratterizzanti della raffigurazione precedente; venne anche ridotto il numero dei nastri ai lati dello scudo, mentre rimase inalterata la simbologia delle figure, ottenendo un risultato più stilizzato. Si arriva quindi al maggio 2002, quando il Decreto che descrive il nuovo fregio così recita: “Lo scudo è timbrato dalla corona turrita d`oro, merlata alla guelfa, murata di nero, formata dal cerchio, rosso all’interno con due cordonate di muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili)”. L’attuale stemma è dunque il risultato del recupero della maggior parte degli elementi del primo, dando quindi l’impressione di voler tornare all’immagine degli anni `30 con un modello grafico più semplice ed armonico. MONICA GARAVAGLIA Convenzione Sport Nazionale / Italcard per metterti a disposizione una Carta di Credito con un plafond immediato, fino a 3.600 euro utilizzabili secondo necessità e rimborsabili mensilmente. • ItalCard Visa è una Carta di Credito utilizzabile per acquisti presso 28 milioni di esercizi convenzionati. • ItalCard Visa è una Carta Bancomat per prelevare denaro contante in 800 mila sportelli. • ItalCard Visa è una Carta Sconti per acquistare a condizioni agevolate prodotti e servizi offerti da partner selezionati. • ItalCard Visa è una Carta Servizi per fruire di assistenza e consulenza legale, finanziaria e assicurativa. • ItalCard Visa è gratuita per tutto il 2008. • ItalCard Visa 49 INTERVISTA Uno degli uomini piu` sognati dalle giovani italiane UNITI PIU` CHE MAI SOTTO IL SEGNO DELLO SPORT Lo sport può essere un mezzo di condivisione del proprio tempo libero con le persone a noi più care, ne è un esempio il Principe Emanuele Filiberto. Domanda: S.A.R. esiste uno sport che Le piace e L’appassiona fin da quando era bambino? Risposta: Si, lo sci nautico. La passione mi è stata trasmessa da mia madre che fu quattro volte campionessa mondiale. Iniziai questo sport a soli sei anni. Mi ricordo ancora, come se fosse ieri, che mi trovavo negli Stati Uniti a Cypress Gardens, in Florida, a passare le vacanze con la mia famiglia. La passione per lo sci da neve, invece, mi è stata trasmessa da mio padre, con lui vado a sciare soprattutto a Gstaad, dove abbiamo una casa. Domanda: Spesso lo sport è un momento per stare insieme alle persone, ne esiste uno che ama condividere con alcuni membri della Sua famiglia? Risposta: Il trekking. Ho iniziato a praticarlo per corteggiare mia moglie, è Lei la grande appassionata. Siamo stati in posti magnifici, dove sei sempre e veramente a contatto con la natura incontaminata, in località come Nuova Delhi, in India, o come l’ Arizona in America, ma anche sulle montagne intorno a Gstaad dove si vedono le fattorie ed i contadini che fanno il formaggio a mano. Domanda: C’è qualche posto di questi dove tornerebbe? Risposta: Tornerei in tutti perché ho dei ricordi molto belli di me e mia moglie insieme. Domanda: Quale sport avrebbe sempre voluto fare e quale non si stancherebbe mai di praticare? Risposta: Avrei sempre voluto giocare a calcio ed anche se ho fatto quattro anni di “Quelli che il calcio” di Fabio Fazio, mi intendo di questo sport ma non so giocare bene a pallone. Lo sci montano, invece, che pratico dalle elementari, mi piace e mi diverte perché allo stesso tempo mi rilassa e mi dà carica. Domanda: Nel Suo libro “Sognando l’Italia”, Lei parla del paracadutismo, sport che praticava insieme a Suo padre, fate ancora qualche lancio insieme? Risposta: Non più. A dir il vero, al paracadutismo preferivamo il parapendio. In Svizzera, intorno a Gstaad, ci sono dei posti molto belli. Con mia moglie, qualche mese fa, abbiamo patrocinato un’iniziativa davvero emozionante, il “Battesimo del volo e lanci in Tandem per i diversamente Abili”, che si è svolta a Bresso vicino a Milano, ed è stata promossa dall’Associazione Nazionale Paracadutisti, dalla Fondazione Prosperini e dalla Regione Lombardia. In questa occasione mi sono lanciato in tandem con una persona diversamente abile. Domanda: Ha mai giocato a golf? Risposta: Si, da piccolo seguivo mio padre sui campi da golf, ora, sinceramente, mi manca il tempo, sono molto impegnato nel portare avanti il progetto del Movimento da me fondato “Valori e Futuro” (www.valoriefuturo.it). Il golf è uno sport che richiede tempo e che si fa da piccoli o quando si hanno realizzati tutti i progetti di vita. Io sono ancora a metà strada. MONICA GARAVAGLIA 50 Per due mesi all’anno viviamo nelle favo- lose dimore dei cacciatori nomadi a cavallo delle grandi pianure del nord america. La vita all’interno delle tende è organizzata in modo tradizionale, i giacigli sono lungo le pareti oltre il fuoco con i bauli che tengono le cose e l’equipaggiamento necessario. Il fuoco è il centro del tipì: scalda, illumina, fa bollire il caffè. Il caffè, da quando i bianchi lo hanno portato, è diventato la bevanda più diffusa. Si ottiene versando del caffè macinato nell’acqua bollente della caffettiera, quella bella panciuta, annerita dal fumo, che non stona. I sacchi per dormire sono sistemati su pelli di cervo crude, isolano bene dall’umidità della notte. Perché racconto questa cosa? Per farmi capire. Perché noi confezioniamo abiti e utensili che gli indiani usavano quando vivevano liberi, in quanto oggi ovviamente vestono come noi dell’Alpitrek. Ottimi artigiani confezionano oggi i loro abiti, la maggior parte negli Stati Uniti, ma qualcuno anche in Europa. Esistono anche dei raduni dove le persone si travestono da trapper e da indiani e vivono qualche giorno nelle tende. Noi no. Gli abiti li abbiamo ma raramente li indossiamo. Abbiamo la penna di Wambli Glenska ma difficilmente i turisti la vedono. L’abbiamo e basta. Quando il momento è Wakan si sfila dalla custodia e viene esposta e il fumo di salvia sale verso il cielo, ma difficilmente le persone che frequentano i nostri accampamenti vedono queste cose. La banda dell’Alpitrek non appartiene alle genti che seguono le mode culturali, spirituali o western. Siamo un mondo a parte, deludente per molti, perché non usiamo gesti o parole politicamente corrette. Le cose semplici sono amate e privilegiate, perché selvagge e primitive. La parola “nativi” è orrore per noi, abituati da sempre, per ovvi motivi, a chiamare indiani gli indiani, sapendo che anche loro si chiamano così. Perché siamo sempre stati dalla parte dell’AIM e del Red Power, esal- LA RISERVA tato nel 1973 per i fatti di Wonded Knee, e siamo stati spiritualmente a fianco di Baky Keel Straight e Giorgio Salvatori nel ’90 nel Sitanka Wokisuye. Sappiamo che il mercato “indiano” è nelle mani dei bianchi alcuni dei quali preparati e in gamba, i manufatti migliori sono ovviamente confezzionati dagli indiani, ma la maggior parte dei manufatti commerciali sono cinesi vietnamiti, l’argento è thailandese, le ossa dei pettorali sono fatte in India, e ci fanno sorridere quelli che vogliono comprare “cose originali” perché non conoscono molto il meccanismo produttivo e vogliono illudersi di comprare cose vere. Il commercio ha sempre attratto gli uomini selvaggi. E’ più che capibile l’attrazione che si può avere per un coltello con la lama di ferro quando si ha a disposizione solo osso o selce. Meno capiamo un ragazzino che si compra l’ultimo modello di cellulare quando ne ha tre che funzionano bene. Noi commerciamo con gli indiani e con i bianchi nei nostri trading post. MA NON SIAMO COMMERCIATI. Siamo gente che vive a cavallo , che dorme all’aperto il più possibile ,che ha i vestiti impregnati dal (per noi buono) odore del fumo dei bivacchi,ecco il punto. Vivere nei tipì una parte dell’anno ci permette di aver testa per poter ri-creare i loro manufatti nel loro vecchio stile di vita:Andare a cavallo nelle quattro stagioni è per noi la condizione per capire e afferrare il loro spirito e far uscire l’urlo selvaggio che alcune persone, non tutte, hanno ancora nella pancia nonostante secoli di “ civilizzazione “. P.S. Frequentando mostre e lavorando nell’ambiente devo ammettere che buona parte della gente , che vive all’ombra del mito indiano, vive nella normalità piccolo borghe- se troppo diffusa. I filantropi e gli idealisti hanno dal 1860 a oggi commesso l’errore di credere che i sioux, le nuvole azzurre e i cheyennes fossero e ragionassero esattamente come gli uomini bianchi ma loro per fortuna sono altra cosa, altra gente, sono ancora , quelli rimasti fedeli alla tradizione, selvaggi come lupi,amare la loro fiera libertà ci permette di vivere ,in parte, con loro i gloriosi rudi tempi passati I vecchi grandi capi, non solo Tasunko Wicto ma lo stesso Nuvola Rossa per non parlare di Coda Chiazzata si sono sempre opposti alla influenza dell’uomo bianco, all’agricoltura ,all’educazione, al cristianesimo, soprattutto a quello episcopale,le tre principali armi usate per distruggere la cultura tribale, esplosa dopo la disfatta militare del 77, del 1877. Ovviamente molti indiani erano e sono con l’uomo bianco, vengono chiamati dall’AIM mele perché rossi fuori ma bianchi dentro. Questo conflitto è vivo a tutt’oggi? Personalmente non ho mai nutrito uno stato d’inferiorità nei loro confronti. Ci sono indiani migliori di me, ce ne sono di peggiori, la maggior parte sono più belli ma solo perché sono particolarmente brutto, ma so anche che non è un delitto esserlo, devo confessare anche che non mi piacciono i furfanti bianchi o indiani che siano. Ma una cosa devo a loro: l’aiuto che costantemente mi danno. Tutte le associazioni che conoscono sono “pro native”, cioè politicamente religiosamente corrette, affermano prepotentemente di aiutarli soprattutto a parole. L’Alpitrek no, l’Alpitrek è esattamente il contrario, l’Alpitrek è sempre stato aiutato da loro. Ndt wambli glenska è l’aquila chiazzata Wakan è il sacro AIM è American Indian Moviment 53 La caduta di una Civiltà Nella seconda metà del V secolo d.C., l’Italia cominciò a essere invasa da orde barbariche di origine germanica che ormai da lungo tempo premevano ai confini dello Stato, nel tentativo di sfiancarne la potenza, debellarlo e conquistarlo. Noi le chiamiamo invasioni barbariche, perché l’Italia effettivamente fu invasa; per loro si trattò soltanto della conquista di nuovi spazi vitali. Cominciò un lungo periodo sventurato per l’Italia, implose la potenza della Roma imperiale ed ebbe inizio quella fase di predomini stranieri, variamente alternati fra loro, che ebbe fine solo nella seconda metà del XIX secolo con il Risorgimento. Molteplici furono le cause che portarono a questa lenta e inesorabile decadenza, tanto da non essere inizialmente percepita nemmeno dai suoi stessi più autorevoli personaggi. Anche se alcuni antropologi fanno ricadere la colpa della decadenza romana dalla diffusa consuetudine all’uso di recipienti a base di piombo per contenere alimenti e bevande che, con il rilascio di particelle nocive, contaminò il corpo e la mente dei romani, la causa principale fu un’altra. La si può individuare nella disgregazione e degenerazione morale che coinvolse un’intera nazione. L’abbandono della realtà, il rifugiarsi nei piaceri, la corruzione, la dissolutezza di tutta una classe politica interessata più ai suoi appetiti materiali, anziché assolvere il compito al quale era stata demandata, influì per grande parte di questa decomposizione imperiale. È innegabile che un susseguirsi di scandali, di interessi privati nella cosa pubblica, nel nepotismo per occupare i posti di potere, di incarichi prestigiosi affidati a personaggi dalla limitata statura morale per non creare degli alter-ego, hanno determinato la disaffezione del popolo verso l’apparato statale, generando una irreversibile spirale disgregatrice e autolesionista. La convinzione di essere per sempre “la potenza” del mondo allora conosciuto, la certezza di governare il proprio futuro e la sostituzione dei valori tradizionali con gli interessi morali del momento, hanno contribuito a diffondere tra la “gentes” italica un lassismo e una abitudine a demandare ad altri (i barbari, prima sottomessi e poi liberati) la difesa e la cura di molte competenze dello Stato.Ma l’influenza e il potere senatoriale, già indebolito da secoli di regime autocratico imperiale, esistevano ormai solo di nome: i veri padroni dello Stato erano quei generali, che eleggevano e deponevano a loro piacimento gli imperatori, anch’essi divenuti ormai impotenti figure simboliche nella mani dei primi. A determinare questo stato di cose, contribuì la mancanza di una politica più accorta e lungimirante che avrebbe dovuto e potuto canalizzare a beneficio dell’Impero le energie umane nuove provenienti dall’Europa settentrionale ed orientale, creando delle forme statuali più evolute che tendessero a conciliare il centralismo romano con le spinte confederali delle genti germaniche. Dal principio le classi dirigenti barbare, riconobbero sempre, o quasi sempre, le autorità romane del tempo, anche se spesso non quelle legittime, data la confusione e la sovrapposizione di poteri che purtroppo contraddistinsero il V secolo. Questo contribuì a far sorgere, nei nuovi cittadini, la convinzione che lo Stato romano era un apparato in decadenza, al quale facilmente ci si poteva frapporre, se non sostituire. La storia c’insegna che le ripetizioni cicliche sono un fatto indiscutibile e, se si raffigurassero con un diagramma gli avvenimenti di ogni nazione, ci si accorgerebbe che la rappresentazione grafica riproduce una sequenza sinusoidale con gli apici che coincidono al massimo splendore raggiunto, per poi decadere inesorabilmente. Roma è solo un esempio, molti altri Stati possono essere citati. Alla base del loro declino ci fu una comunanza incredibile: la caduta di quei valori che li avevano resi uniti e forti. A rileggere la storia antica, sembra di sfogliare un quotidiano dei nostri giorni, non sembra esserci nulla di nuovo sotto il sole, segno questo di una ciclicità consolidata che si ripete. Può sembrare un monito rivolto agli uomini d’oggi: il vostro futuro è già stato tracciato perché ripercorrete gli stessi cammini di chi vi ha preceduto. C’è da sperare solo che con l’accelerazione degli avvenimenti, non si debba attendere altri 1300 anni prima di ritrovare la nostra dignità di italiani, che certamente andremo a perdere in un prossimo futuro. La volontà globalizzatrice che tendendo al guadagno immediato è riuscita ad abbattere ogni barriera all’insegna del libero mercato, rendendo in schiavitù economica popolazioni agli antipodi del mondo, si accorgerà ben presto di aver sbagliato i propri conti. Forse per noi si preannuncia un futuro di etnia da salvare dall’estinzione e, ai curiosi visitatori che ci ammireranno come fossimo racchiusi in uno zoo, cartelli con delle strane scritte a caratteri sconosciuti, racconteranno del nostro passato. Marco Righetti BORSAMERCATO INTERNAZIONALE DI EQUITAZIONE febbraio marzo 2008 7 SPECIALE STALLONI • IL MERCATO DEL CAVALLO • A NTEPRIMA TRAVAGLIATO • SPECIALE ATTACCHI a l o c i in ed o i a r b a fe b € 5,00