Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale – DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46) art. 1, comma 1 CNS-VE. Aut. Trib. VE n° 30 del 02/10/2006.
In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di venezia cmp
bimestrale - n°17 - marzo/aprile 2009 - Euro 3,00
prossimi al campionato
italiano
Calcio 5
Salute
sport per prevenire
ricordo di un bambino
Subaquea
una grande amicizia
Equitazione
SPORT NAZIONALE
Abbonamenti - 5 copie € 10,00
9219 copie di questo numero
spedite per abbonamento postale
Stampato per conto del:
CENTRO NAZIONALE SPORTIVO
FIAMMA - SPORT NAZIONALE
ANNO IV
Marzo - Aprile 2008
Numero 12
Direttore Responsabile:
Paolo Lazzaro
Direttore Editoriale:
Vito Orlando
Comitato di Direzione:
Fiorenzo Pesce, Stefano Tringali,
Roberto Avena, Antonio Albano, Achille Reali,
Ilario Lazzaroni, Cesare Mevoli
Redazione:
Via Panisperna, 209 - 00184 Roma
Fax 06 23328443
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Sport Nazionale
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Copie stampate: 20.000
Distribuzione:
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Registrazione:
Tribunale di Venezia n° 30 del 02/10/2006
ALLE SOCIETA’ AFFILIATE
Sport Nazionale è un formidabile veicolo di comunicazione e d’informazione. Ecco i dati della nostra divulgazione.
123
- Comitati Regionali e Provinciali del Coni
588
52
- Federazioni sportive nazionali
146
- Federazioni sportive o grosse associazioni
370
- Assessorati Regionali e Provinciali allo Sport, ai Servizi Sociali, alla Cultura
1674
- Centri Ippici
50
- Assessorati allo sport dei maggiori Comuni italiani
792
- Associazioni di danza
43
- Tour Operator
2036
- Associazioni sportive di vario genere
709
- Aziende, principalmente del settore sanitario e laboratori ortopedia
10.000
- Copie distribuite in occasione delle maggiori manifestazioni sportive
349
- Aziende produzione/commercializzazione prodotto per l’equitazione
1124
- Associazioni di Judo
1003
- Associazioni di Karate
160 - Associazioni di Lotta
20,000
- Associazioni di Sport da Combattimento
Copie stampate a numero, con 30.000 lettori
stimati. Condividi con noi questa favolosa
opportunità, collabora con Sport Nazionale.
SOMMARIO
Editoriale
6
8
9
10
14
28
6 - Intervista a Sakorzy
8 - Fitness: il Winterpark
Calcio
9 - Calcio
10 - Braccio di Ferro
11 - Il Pancrazio
Arti Marziali
13 - Karate tradizionale
14 - Taekwondo
15 - Mae Mai Muay Thay
16 - Le Parate
18 - Judo una nuova visione
19 - K1 Max
Benessere
22 - LHS Life Healt School
24 - Sport sicuro
28 - Rugby
Subacquea
30 - Ricordo di un bambino
30
32
38
49
Equitazione
32 - Natura a cavallo
35 - Viaggio a Santiago di Compostela
36 - A Pasqua esplorazione in territorio etrusco
37 - Il vero West in territorio toscano
38 - Il lavoro in sezione
41 - Storia di una grande amicizia
43 - Le società scrivono
Soliedarietà
47 - Per i bambini di Beslan
48 - Storia dello stemma araldico
49 - Intervista al Principe E. Filiberto di Savoia
50 - Il Tipì
51 - Tomahawak
0404
Sono ormai 60 gli anni del nostro Centro.
12 lustri trascorsi interamente nei campi di
gara di tutta Italia, portando spesso i nostri
atleti a vestire la maglia azzurra e raggiungendo talune volte i più alti gradini del podi
internazionali e olimpici. Abbiamo saputo
consegnare alla nazione delle vittorie raggiunte grazie al contribuito e alla costante
caparbietà di milioni di nostri associati, di
allenatori e di dirigenti che, spesso mettendo le mani nelle proprie tasche per finanziare il gruppo sportivo di appartenenza, hanno
permesso questi successi.
Indicatori dello sport che non è solo pratica
sportiva ma spirito, sentimento e cultura di
un intero popolo.
Seguendo questa traccia, sono ormai tre
anni che la nostra rivista esce con continuità, aumentando il numero delle copie e distribuite attraverso l’abbonamento postale.
Risultati dei quali è necessario essere fieri
che, uniti ai complimenti di chi la riceve, ci
lusingano nel proseguire su questa strada.
Attorno alla rivista sta crescendo un nuovo
mondo di società, di organizzazioni federate
e di aziende che individuano in essa lo strumento migliore per raggiungere gli sportivi
di ogni genere.
Presentare lo sport di base, lo sport sociale,
lo sport praticato dalla grande massa degli
italiani anche se in taluni casi si tratta di attività di nicchia è stata la strategia vincente
che ci ha permesso di differenziarci dalle
altre riviste di settore e trasmettere un messaggio innovativo.
Come spesso è stato citato nei numeri precedenti, la nostra non è un’attività statica,
non è la riproduzione con parole diverse delle solite argomentazioni.
Essa è l’attività spumeggiante, paragonabile all’onda del mare che s’infrange sugli
scogli, sempre alla ricerca della novità e
desiderosa di sperimentare nuove vie con
un costante desiderio di confrontarsi con
la società civile, per essere antagonisti allo
sclerotico e assuefatto mondo conservatore
che ci circonda.
Non intendo essere blasfemo o rendere
offesa ai cattolici, la mia è solo una considerazione personale su alcuni appartenenti
al genere umano, che desidero sottoporre ai
nostri lettori.
Rifacendomi alla Genesi, quando nel sesto giorno Dio creò a sua immagine e somiglianza l’uomo, deve aver commesso un
qualche errore perché ho l’impressione che
il risultato di tale impresa non sia stato tra
i migliori.
Una delle cause la si può addebitare alla
stanchezza, dovuta al super lavoro dei giorni
precedenti e dove effettivamente creò alla
perfezione la separazione della luce dalle
tenebre, la divisione delle acque e da queste la terra emersa dove generò il regno
vegetale, la costruzione del firmamento con
le sue luci maggiori, quali il sole e la luna.
Il quinto giorno creò gli esseri marini e gli
uccelli, benedicendoli affinché potessero
moltiplicarsi. Fin qui fu un lavoro perfetto.
Le leggi che determinano la natura sono
ineccepibili e si regolano con una tale perfezione che solo un buon orologio svizzero ha
qualche possibilità di tenere il confronto.
Ma il sesto giorno deve essere accaduto
qualcosa a noi sconosciuto perché è stata
commessa un’evidente svista.
La mia supposizione è rafforzata dal fatto
che il giorno successivo il settimo ha pensato bene di riposarsi e di fermarsi nella
creazione.
Forse un pulviscolo gli è entrato nell’occhio,
come un granellino di sabbia che penetra
nella cassa di un orologio e lo inceppa, così
per il nostro Signore, nel creare l’uomo a
sua immagine e somiglianza, quando si è
accorto dell’errore commesso, era purtroppo ormai troppo tardi. Infatti, ho difficoltà a
credere che certi individui possano essere
figli di Dio, anche se figli di qualcuna certamente lo sono. Il loro comportamento e le
loro azioni, nulla hanno a che vedere con il
disegno divino.
Le loro gesta sono di bassa manovalanza e
ispirate solo a interessi mercenari del momento, senza nessun logico progetto, se
non quello materiale del riempimento della
propria pancia e, soprattutto, della propria
tasca.
Mi da speranza che il nostro è un Dio giusto, che nell’offrire a tutti questi umanoidi
la possibilità di redimersi dai loro peccati
sa altrettanto punire chi non si ravvede e
si pone fuori di quei valori di giustizia, di
lealtà, di solidarietà e di rispetto altrui, che
dovrebbero essere patrimonio d’ogni uomo.
Valori che, purtroppo, non sempre si riscontrano nelle persone.
Nell’attesa che il Sommo Tribunale faccia
eterna giustizia dei malvagi, è opportuno
che anche nelle cose terrene sia fatta giustizia attraverso i mezzi leciti della nostra
legge.
Per il nostro Centro, il 2008 è importante.
Con esso sono 60 gli anni d’attività, svolti
ininterrottamente affrontando momenti indimenticabili e superando difficoltà d’ogni
tipo.
60 anni portati bene, in costante crescita
per numero di tesserati, di società affiliate
e per il continuo ampliarsi delle attività.
Un compleanno che non potrà essere rovinato da chi, macchinando nell’ombra e alle
nostre spalle, ha operato malamente per
liberarsi di un serio interlocutore o di un temibile concorrente.
Le ultime avversità non sono state altro che
la brutta caduta dovuta ad un inaspettato
sgambetto messo sulla nostra pista, avver-
04
EDITORIALE
sità dalla quale ci siamo subito ripresi per
proseguire con una carica maggiore, la nostra corsa verso gli obiettivi che ci siamo da
sempre prefissati.
I nostri avversari, che sportivi non sono perché il loro meschino comportamento nulla
ha a che fare con i principi della lealtà sportiva, ci hanno reso un grande servizio e ci
hanno aperto gli occhi verso quanti ci stanno attorno. Per rispetto degli altri e per una
convivenza pacifica, fino ad ora abbiamo
limitando il nostro desiderio di novità.
Ora, finalmente liberi da queste virtuali catene che c’impedivano d’essere noi stessi,
possiamo e dobbiamo pretendere regole
chiare e giuste per tutti, base essenziale per
ogni sana comunità.
Rifuggiamo da chi ha fatto dei sotterfugi,
sottintesi, compromessi sottobanco, interessi di lobby o personali,il loro modello di
vita.
Questi comportamenti non ci appartengono
e vogliamo essere i guardiani dei valori sani
dello sport, delle qualità indicate dal Dio
vero, non da quello artefatto del denaro che
affossa l’uomo e il suo futuro per gli interessi di pochi.
È una bella battaglia difficile ma giusta
che combatteremo ogni giorno della nostra
vita perché non vogliamo vivere in mezzo al
doping sociale che uccide le speranze dei
nostri figli e della nostra società. Vogliamo
regole chiare e precise, valide per tutti e che
siano rispettate da tutti, e non tirate fuori
improvvisamente dal cilindro di uno o l’altro
prestigiatore del momento, per garantirsi il
proprio personale interesse.
Andiamo avanti con i programmi e le nostre
attività, per continuare a crescere ed essere, sempre di più, interlocutore importante
nell’impegno di migliorare la qualità della
vita di tutti i cittadini. Alla fine, come nel
passato, la vittoria sarà nostra.
Fiorenzo Pesce
Presidente Nazionale
NEWS
COMUNICAZIONI DALLA
SEGRETERIA GENERALE
La Finanziaria 2008 ha modificato
gli obblighi fiscali delle associazioni
Modalità di versamento delle imposte
sui redditi sia per i soggetti con esercizio sociale coincidente con l’anno solare
(1/1 - 31/12) che per i soggetti con esercizio sociale a cavallo (es. 1/7 - 30/06)
la scadenza relativa al pagamento del
saldo e del 1° acconto è fissata al giorno
16 del 6° mese successivo alla chiusura
dell’esercizio.
Aliquote IRES e IRAP
Dal 1° gennaio 2008 per tutte le associazioni con esercizio sociale coincidente con l’anno solare:
-l’aliquota IRES passa dal 33% al
27,50%
-l’aliquota IRAP passa dal 4,25% al
3,90%
Per tutte le associazioni con esercizio sociale a cavallo (es.1/07-30/06)
la variazione entra in vigore dall’esercizio successivo a quello in corso al
31.12.2007.
Manifestazioni di particolare interesse
storico, artistico, culturale (legate alle
tradizioni ed usi locali).
In applicazione delle disposizioni relative alla finanziaria dello scorso anno
è stato adottato il provvedimento di approvazione del modello di domanda per
essere inseriti nell’elenco dei beneficiari
di esenzione da IRES per le manifestazioni suindicate.
Le domande vanno presentate entro 60
gg. in via telematica e si riferiscono agli
anni 2007 e 2008. Dal 2009 le domande
devono essere presentate tra il 20 luglio
ed il 20 settembre.
Nuovi modelli IVA per inizio attività
A decorrere dal 01.01.2008 tutte le associazioni in possesso del solo codice
fiscale e che intendono iniziare una attività commerciale devono richiedere la
partita IVA utilizzando i nuovi moduli.
La richiesta può essere presentata entro
30 giorni in via telematica, direttamen-
te o a mezzo posta. L’invio telematico
può essere effettuato dal contribuente o
da un intermediario abilitato. Rimangono invariate le modalità ed i tempi (30
giorni) di presentazione delle variazioni dati. Nuove norme per pagamenti in
contanti ed a mezzo assegni
Dal 30.04.2008 è vietato per tutti pagare in contanti per somme da 5.000 €. in
su.Dal 30.04.2008 gli assegni dovranno
essere emessi con la clausola “non trasferibile”. Chi vorrà gli assegni trasferibili li dovrà richiedere, pagare l’imposta
di €. 1,5 e su ogni girata riportare il Codice Fiscale del girante.
Dal 30.04.2008 i libretti di deposito
bancari o postali al portatore non potranno avere un saldo pari o superiore a
5.000 Euro, pena una sanzione dal 20%
al 40% del saldo.
Per le associazioni sportive dilettantistiche rimane confermato il divieto a
pagare e riscuotere somme in contanti
superiori ad €. 516,47.
Nuovi codici di attivita’ dal
01.01.2008
A decorrere dal 01.01.2008 tutti gli atti
e tutte le dichiarazioni da presentare all’Agenzia delle Entrate devono riportare
i nuovi codici di attività indicati nell’apposita tabella.
Evidenziamo i codici più frequenti utilizzati:
Attività Vecchio Codice Nuovo Codice
Assoc.
Sportive
92621
931910
Ass. Ricer.
Culturali
91332
949920
Registro del Coni
La Segreteria di Sport Nazionale è a
disposizione di qualsiasi associazione
sportiva che desidera ottenere l’iscrizione al Registro del Coni. Dal momento
della richiesta, alla ricezione del Certificato rilasciato dal Coni, il periodo varia dai 15 ai 30 giorni.
Per informazioni: tel. 0412621679
06
IL
Intervista a Sakorzy
È figlio di un aristocratico ungherese naturaliz-
zato francese - Pál Sárközy, poi ribattezzato Paul
Sarkozy - e della figlia di un medico ebreo sefardita di Salonicco convertito al cattolicesimo.
È stato allevato dalla madre Andrée Mallah,
lasciata dal padre, che si è poi risposato ed è
andato a vivere negli Stati Uniti. Entra in politica
nel 1974, partecipando alla campagna elettorale
del candidato gollista alla presidenza della Repubblica Jacques Chaban-Delmas.
Eletto il 6 maggio 2007, è il 23° Presidente della
Repubblica Francese.
Sin dai primi giorni del suo mandato, Sarkozy
ha dimostrato un’inedita originalità politica. Ha
aperto il governo ad alte personalità dell’area
socialista affidando loro ministeri o missioni internazionali, dimostrando di essere il presidente
di tutti i francesi.
Presidente, non è al politico ma all’uomo
che ci rivolgiamo. Il successo personale
ottenuto e l’attenzione che i media le dedicano negli ultimi tempi è enorme, i nostri
lettori vorrebbero conoscere la sua quotidianità, anziché la parte pubblica.
Quali sensazioni le sono rimaste impresse
tra i suoi ricordi di bambino?
La mia famiglia originaria, sebbene appartenente a un periodo storico dove il vincolo familiare
era molto forte, non ha retto alle rivoluzionarie
spinte culturali degli anni sessanta e con il divorzio, mio padre ci ha abbandonato quando avevo
appena quattro anni, trasferendosi negli Stati
Uniti. Di quegli anni conservo la forte solidarietà
con mia madre e i miei fratelli, io sono il secondo
di tre figli. Il nonno materno ci ha sostenuto e
per me è stato il vero padre. Anche questo è un
sentimento molto forte che provo ancora oggi.
Della mia giovinezza ricordo molte umiliazioni
subite, questo ha contribuito a creare quel carattere combattivo e concreto che oggi possiedo.
Lei ha parlato degli anni sessanta, per la
Francia sono stati anni molto importanti,
con gli avvenimenti della Sorbona e il ’68.
Quanto hanno influito questi fatti per le
scelte future del giovane Sarkozy?
Sono stati veramente anni “caldi”, quelli della
contestazione giovanile. Non dimentichiamo
che mio padre era un esule dell’Ungheria, sfuggito all’occupazione sovietica di questo paese
e privato di ogni suo bene.Questo avvenimento
storico, che comunque indirettamente ha coinvolto economicamente la mia famiglia creandoci
ovviamente delle difficoltà, che sono perdurate
nel tempo, mi risvegliava un senso di menomazione nei confronti del gran numero dei giovani
contestatori di allora, che generalmente erano
figli della borghesia parigina. Io, proveniente da
una famiglia che aveva subito dei torti, non capivo perché dei giovani benestanti si ponessero
idealmente dalla stessa parte di chi, solo qualche anno prima, li avrebbero privati di tutto.
Comunque, anche mio nonno Benoit, fervente
gollista, ebbe la sua parte. Le sue amicizie e le
persone che frequentava mi avvicinarono a Jacques Delmas per il quale feci campagna elettorale e quindi entrai ufficialmente in politica nel
1974.
Non parliamo dell’uomo politico, ma solo
dell’uomo. Quali sono le sue passioni?
Con questa domanda mi riporta alla politica. È
questa la mia grande passione. Chi fa politica,
e questo accade senza accorgersene, subisce
un fascino ideale che in poco tempo riesce a
coinvolgerlo sempre di più, sottraendo tempo ed
energia ad altre attività.
La politica può essere paragonata ad una droga,
quando inizi ad occupartene non riesci più farne
a meno.
Comunque non sono unidirezionale, la mia professione di avvocato mi ha abituato a leggere,
cosa che faccio con piacere perché comunque
mi dedico a letture leggere e non impegnate, da
utilizzare come relax. Amo anche praticare dellosport quando ne ho occasione.
Quali Sport?
Nessuno nello specifico, ne ho fatti molti. Posso
dire che amo sperimentare differenti sensazioni
e la pratica di discipline diverse tra loro aiuta
a considerare sotto molteplici aspetti anche le
vicende della vita. Queste esperienze possono
esserti utili in ogni momento della tua vita. Senza togliere nulla a chi pratica una sola disciplina
sportiva, decisione personale che non può essere messa in discussione, io ho ancora un gran
desiderio di ampliare le mie esperienze.
Forse anche per questo le sue esperienze
sentimentali sono state movimentate?
Il fatto che mi sono sposato tre volte non è
anormale. Quanti uomini e donne lo hanno fatto? Certamente l’attore, l’industriale, il politico,
insomma chi è nell’attenzione dei media fa più
notizia, d’altronde i giornali devono vendere e
la televisione deve fare odiens. Ma anche tra
la gente normale questo accade, senza che ciò
susciti scandalo. Per quanto mi riguarda, le mie
esperienze matrimoniali sono state determinate
dal concreto desiderio di avviare un percorso comune con la persona che mi stava a fianco e di
legittimazione dei figli che da queste unioni sarebbero nati. Poi, nella vita le cose cambiano, le
motivazioni, i desideri, le aspettative assumono
altra forma e viene a decadere il supporto principale che ha costituito il matrimonio.
Ritengo che non esista una memoria delle origini
alla quale si debba restare fedeli, penso che esista essenzialmente il presente e il futuro.
Quindi, pur senza vivere sentimentalmente alla
giornata, ritengo che ogni persona abbia la necessità di far riferimento al momento nel quale
vive, agire secondo coscienza e seguire quanto il
cuore gli/le suggerisce. Questo evita molte infelicità personali.
Cosa ci racconta del matrimonio con la
PERSONAGGIO
EMOZIONI
Winterpark è il fitness
d’inverno
nostra connazionale Carla Bruni?
Non racconto nulla per rispetto della privacy,
soprattutto se questo riguarda una terza persona. A parte ciò, è tale principio che mi interessa
sottolineare. Ritengo che una persona pubblica,
proprio per il ruolo che riveste, deve essere tutelata per l’aspetto privato. È pur vero che con
Carla ho fatto molte apparizioni in pubblico e
ho avuto il piacere di presentarla ai miei collaboratori, ma questo rientra sempre nelle scelte
personali di ciascuno.
Ogni persona innamorata ha il piacere di stare
assieme al proprio partner e questo desiderio
non deve essere una questione di Stato, anche
se l’interessato è il Presidente della Repubblica
Francese. Mi sono comportato come una persona normalissima, e chiedo rispetto per questo
atto privato.
La carica che ricopro e gli impegni che essa mi
riversa quotidianamente addosso, sono inimmaginabili per qualsiasi persona. L’opportunità
di stare assieme a Carla, non è dettata dall’etichetta ma dal cuore.
Ritengo sia prerogativa di ogni democrazia tutelare e rispettare la piena distinzione tra sfera
pubblica e privata. Importante è che il lavoro
svolto non sia influenzato dalle faccende personali. Sono due realtà completamente diverse,
pertanto è ingiusto e scorretto pretendere che
la parte privata sia di dominio pubblico. Intendo
inoltre sottolineare che il mio comportamento in
merito a tale vicenda nasce dalla volontà di non
essere un ipocrita, conseguentemente ho fatto
quanto ritenevo giusto, senza nasconderlo e nel
contempo sbandierarlo impudentemente.
Come ha detto lei all’inizio, rivolgiamoci al politico quando è ora di farlo ma lasciamo tranquillo
l’uomo a pensare ai fatti propri.
Presidente, la ringrazio per averci offerto
la possibilità di questa intervista virtuale
e le esprimiamo tutta la nostra simpatia,
come uomo.
GT
La manifestazione è organizzata in collaborazione con il Festival del Fitness,
il più grande evento di sport praticato
al mondo.
Oggi la palestra è un luogo di sport ma
anche un centro di aggregazione e di socializzazione; insomma si frequenta la
palestra per allenarsi, tenersi in forma,
stare bene con se stessi e con gli altri
in un luogo all’insegna del benessere e
del relax, una scelta condivisa da oltre
7 milioni di persone. Si tratta di un numero destinato a salire nella misura del
10% all’anno.
Torino Winterpark è un concentrato di
energia dove il pubblico si diverte e si
emoziona partecipando alle varie attività come:
• 500 km, una staffetta di corsa su tapis
roulant che proseguirà senza interruzioni notte e giorno per tutta la durata della
manifestazione
• Ponte tibetano – Mountain Bike Challenge, una pista attrezzata con spettacolari ostacoli
• Aerobica Stellare, coreografie di fitness non-stop
• Bosu Stage, diffusione dell’attrezzo
del fitness
mondiale moderno
• Macuba Stage, lezioni alternate di ritmi latino americani
• Indoor Cycling Stage, per gli amanti
dello Spinning
• Healthness Village, esaltazione della
qualità della vita
• Roller Action Village, lezioni di pattinaggio dai principianti agli atleti esperti.
• Kid’s Village, attività ludico-sportive
dedicate ai più piccoli
1°) Fit Futsal Cup, torneo nazionale di
calcio a 5 riservato a palestre e fitness
club.
1°) Fit Futsal Cup è un torneo nazionale
di calcio a 5, che si disputa nelle date
del Festival.
La prima tappa si svolgerà a Torino dal
15 al 17 febbraio all’interno dell’Oval.
L’iscrizione è gratuita ed è aperta a tutte
le palestre o fitness club che vogliano
partecipare.
Le iscrizioni verranno chiuse al raggiungimento di 16 squadre e non oltre
il 10 febbraio.
Tutte le squadre riceveranno in omaggio un pallone da gara ed un gioco di
maglie che potrà essere personalizzato
con il logo o nome della palestra. Ogni
squadra disputerà 3 gare ed eventuali
finali.
La squadra campione vincerà viaggio
e soggiorno sulla costiera amalfitana e
partecipazione alle finali nazionali che
si terranno dal 24 al 26 ottobre a Salerno all’interno del 3° Costiera Amalfitana Fitfestival.
IL PL ANTARE PE R IL C ALCIO
09
CALCIO A 5
A FIRENZE,
UN BEL MOVIMENTO
NEL C5 E C7
La Midland Firenze che opera sul territorio di
Firenze e provincia da oltre 10 anni, in queste
ultime 2 stagioni collabora con Sport Nazionale
e grazie a questa sinergia i campionati di calcio
a 5, calcio a 7 e femminili hanno avuto un ulteriore beneficio.
Quest’anno le squadre iscritte hanno sfiorato le
200 unità, con un buon incremento rispetto alla
passata stagione.
Un bel risultato anche per l’ente che in Toscana
ha ormai un movimento significativo,con diverse
province coinvolte e centinai di squadre che si
danno vita anche delle finali regionali di ottimo
livello.
Il responsabile di Firenze, Luca Marè, guida la
sezione fiorentina con impegno e passione, cercando di selezionare i migliori impianti sportivi
ma anche collaboratori e squadre, con risultati
negl’anni che hanno portato ad un livello qualitativo, anche se per campionati pur sempre
amatoriali, altissimo, con di contorno iniziative
praticamente in esclusiva e spesso uniche.
Alcune di queste sono, l’annuale Almanacco delle squadre che raccoglie foto e tutti i dati di ogni
squadra che partecipa ai campionati, un libro che
rimane nella storia della squadra con un ricordo
bello ed indelebile della stagione sportiva, l’opera ha sempre uno scopo benefico devolvendo il
100% dei proventi in beneficenza, nella maggior
parte dei casi a enti cittadini.
Ma anche altre iniziative come la redazione
sportiva del bel sito internet che propone giornalmente articoli, interviste, foto e cronache di
gare e tante news di ogni tipo.
Quest’anno addirittura è stata prodotta una trasmissione TV in onda sull’emittente regionale
Toscana TV, ogni martedì e giovedì dalle 20 alle
20.30, che sulla falsa riga dei programmi sportivi della domenica come ad esempio la Domenica
Sportiva
o Pressing, propone i servizi e le sintesi corredate da grafiche e interviste, di alcune gare della
settimana trascorsa, ma anche servizi su altri
eventi sportivi, un contenitore che Midland condividerà con Sport Nazionale allargando a tutta
la Toscana coinvolgendo infatti almeno anche i
campionati provinciali di Pistoia, Pisa e Arezzo a
partire dal mese di gennaio 2008.
Tutto questo lancia Midland e Sport Nazionale
toscano in una dimensione di spicco già in questa stagione sportiva, ponendo le basi per un ulteriore miglioramento per la prossima stagione e
sia nel già affermato campo del calcio a 5, a7 e
femminile, ma anche in altre discipline.
Luca Marè
(prosegue dal numero precedente)
La creazione di un torneo unico per il calcio a
cinque attirò anche un certo interesse dei media, in particolare dei giornalisti Raul Tabajara
e José Antônio Inglêz, della Gazeta Esportiva,
Inglêz è accreditato come il primo a coniare
l’acronimo Futsal per definire tale sport.
Nel 1954 venne fondata la Federação Metropolitana de Futebol de Salão, poi diventata Federação de Futebol de Salão do Estado do Rio de
Janeiro; nel 1955 fu fondata la Federação Paulista de Futebol de Salão. Nel 1956, Luiz Gonzaga
de Oliveira, della Federação Paulista de Futebol
de Salão scrisse il primo libro delle regole, posteriormente adottato dalla FIFUSA (Federação
Internacional de Futebol de Salão).
Verso la fine del decennio si costituirono altre
federazioni, non sempre uniformi nel tipo di regolamento da applicare, nel 1958 le federazioni
di Sao Paulo e Rio de Janeiro erano ancora in
disputa per decidere il regolamento ufficiale,
di cui se ne occupò direttamente quall’anno la
Confederação Brasileira de Desportos.
Molti dei più grandi campioni di calcio a 11 verdeoro hanno iniziato la loro carriera come calciatori di calcio a 5: Pelé, Zico, Socrates, Ronaldinho e Ronaldo per nominarne solo alcuni.
La prima denominazione del gioco fu fútbol de
salón nei paesi sudamericani di lingua ispanica,
mentre in Brasile esso prese piede con il nome
di futebol de salão. Nel 1965 si formò il primo
organismo internazionale per il governo di questo sport, ad Asuncion in Paraguay venne fondata la Confederación Sudamericana de Fútbol
de Salón, che nello stesso anno indisse il primo
torneo continentale per squadre nazionali, che si
svolse nella medesima Asuncion e vide i padroni di casa del Paraguay battere il Brasile.
Nel 1971 fu poi fondata la Federação Internacional de Futebol de Salão (FIFUSA), a São Paulo.
La istituzione contava 32 paesi partecipanti che
praticavano questo sport con la modalità brasiliana, il primo presidente fu Joao Havelange, il
primo segretario fu Luiz Gonzaga de Oliveira.
Il Brasile si avviava a dominare il calcio a 5, con
la sua squadra nazionale che vinceva due successive edizioni del Campeonato Sul-Americano, e replicava le vittorie per tutto il decennio
nelle edizioni del 1973, 1975, 1976, 1977, 1979,
quest’ultimo anno segna anche la nascita della
Confederação Brasileira de Futebol de Salão, in
Oggi in Italia, molte sono le organizzazioni che
praticano l’attività del “calcetto”. La base sono
le miriadi di tornei locali che in ogni parte della
penisola vengono organizzati sotto diverse sigle,
poche sono invece le organizzazioni che riescono a produrre un campionato nazionale con tutte
le selezioni provinciali e regionali.
10
BRACCIO DI FERRO
LA KENO TANI TRAPANI DEL M° RINO CRAPAROTTA
VINCE IL GRAN PREMIO DI BRACCIO DI FERRO CITTA’ DI
SAN VITO LO CAPO
Domenica 9 settembre 2007 organizzato
dall’A.S.D. Keno Tani Trapani con il patrocino del comune di San Vito Lo Capo, sotto l’egida, del Centro Nazionale Sportivo
Fiamma Com Prov.le Trapani e l’organizzazione tecnica della Federazione Italiana
Pesistica Cultura Fisica Settore Braccio di
Ferro di cui è delegato per la Sicilia il M°
Rino Craparotta, si è svolto il Gran Premio di
Braccio di Ferro Città di S. Vito Lo Capo.
La manifestazione era riservata alle classi
giovani, speranze, juniores, senior e master
maschili e femminili. Alla manifestazione
hanno partecipato diversi campioni e vice
campioni italiani vecchi e nuovi tra i quali
Paladino Alessandro R.C., Savona Salvatore
TP, Cacciatore Liborio TP, D’Angelo Daniele TP, Agosta Rosario TP, Milana Antonino
TP, Caleca Antonio TP, Cappello Salvatore
Modica (SR), che hanno dato vita ad incontri molto belli e spettacolari sotto l’aspetto
agonistico di cui alla fine è risultato vincitore degli Open l’atleta Agosta Rosario della
Keno Tani Trapani già vincitore dei Recenti
Campionati Italiani svoltisi a Reggio Calabria il 25-26 agosto scorso e terzo assoluto
in Italia.
Giudici di gara della manifestazione sono
stati il Prof. Romeo Salvatore Bianco R.C.,
Presidente di Giuria, Allenatore Rozzisi
Andrea, Presidente di Giuria Valderice, M°
Rino Craparotta arbitro TP, Piazzese Vincenzo arbitro Roslini (SR), Tommaselli Emilio
arbitro (RC).
Di seguito è riportata la classifica:
Classe Seniores
Categoria KG. 60
1°) Classificato: MARTINI SALVATORE KENO
TANI (TRAPANI)
2°) Classificato: CALECA ANTONIO KENO TANI
(TRAPANI)
3°) Classificato: CICERO GIORGIO MODICA (SR)
Categoria KG. 65
1°) Classificato: BADALUCCO MASSIMO KENO
TANI (TRAPANI)
2°) Classificato: INCAMMISA ANTONINO KENO
TANI (TRAPANI)
3°) Classificato: LEOCATA GIOVANNI ISPICA
(SR)
Categoria KG. 70
1°) Classificato: DE LINA PIETRO ROSOLINI (SR)
2°) Classificato: BADALUCCO MASSIMO KENO
TANI (TRAPANI)
Categoria KG. 75
1° CLASS. CAPPELLO SALVATORE MODICA (SR)
2° CLASS. PALADINO ALESSANDRO TEAM
TOMMASELLI (RC)
3° CLASS. DE LINA PIETRO ROSOLINI (SR)
Categoria KG. 80
1° CLASS. SAVONA SALVATORE KENO TANI
TRAPANI
Categoria KG. 85
1° CLASS. MILANA ANTONINO KENO TANI
TRAPANI
Categoria KG. 90
1° CLASS. CARNEVALE TULLIO OLIMPIA CLUB
BIANCO (RC)
Categoria KG. 100
1° CLASS. D’ANGELO DANIELE KENO TANI
TRAPANI
2° CLASS. VICARI ALBERTO MODICA (SR)
3° CLASS. MILAZZO ANTONINO KENO TANI
TRAPANI
Categoria KG. +100
1° CLASS. AGOSTA ROSARIO KENO TANI
TRAPANI
2° CLASS. SALVO SALVATORE KENO TANI
TRAPANI
3° CLASS. CACCIATORE LIBORIO KENO TANI
TRAPANI
JUNIORES FEMMINILE
1° CLASS. AGOSTA LAURA KENO TANI
TRAPANI
2° CLASS. AMORUSO ORSOLA KENO TANI
TRAPANI
OPEN
1° CLASS. AGOSTA ROSARIO KENO TANI
TRAPANI
2° CLASS. SAVONA SALVATORE KENO TANI
TRAPANI
3° CLASS. D’ANGELO DANIELE KENO TANI
TRAPANI
11
IL PANCRAZIO
FRAMMENTI DI STORIA
Il Pancrazio è una antichissima arte marziale greca la quale ha dato origine a tutte le altre conosciute ai nostri giorni provenienti dall’oriente, il
nome Pancrazio deriva dai vocaboli Pan + Kratos
(tutta la forza) oggi diventa Athlima (disciplina),
consiste in un combattimento totale controllato.
Il Pancrazio inizia la sua antichissima storia
come arte di guerra, con lo scopo principale
della sopravvivenza, successivamente furono
fissate delle regole e usato come spettacolo di
intrattenimento, fino ad arrivare al 648 a. C. periodo in cui le regole di gara vennero raffinate e
introdotto nei settori sportivi dei giochi olimpici,
diventando una disciplina di tutto rispetto.
Successivamente Alessandro Magno vissuto dal
356 al 323 a. C. (grande appassionato di Pancrazio insieme al padre Re Filippo) dette un’impulso
enorme alla conoscenza di questa arte marziale
diffondendola in tutte le terre da lui conquistate,
fino al punto che nel 200 a. C. vennero introdotte le gare ai giochi olimpici anche per bambini. Il
Pancrazio (come tutte le arti marziali odierne) già
dai tempi antichi aveva un contenuto formativo
psicofisico con dei valori morali ed etici che ci
vengono riportati fino a noi.
Tutti i praticanti di arti marziali dovrebbero sentire il dovere morale di praticare il Pancrazio
Athlima per riappropiarci di un pezzo di storia
che ci appartiene, per dirigersi successivamente
verso altre discipline.
La parte agonistica del Pancrazio Athlima rispecchia il combattimento dei giochi olimpici, con
delle regole simili. I due atleti si confrontano fino
alla fine del tempo di gara, senza interruzione, a
meno che non c’è una resa da parte di uno dei
due. Il fine del combattente di Pancrazio Athlima
è molto nobile che non è quello di vincere il suo
avversario con un solo colpo, ma quello di sopraffarlo tecnicamente e portarlo nella polvere
per indurlo alla resa.
Il Pancrazio Athlima appare in Italia nel settembre 2002 dopo che il maestro Italo Morello riceve l’incarico di referente della WPAF
(World Pangration Athlima Federation) per la
diffusione in Italia di questa disciplina moderna
che proviene dall’antico, la quale si distingue da
tutte le altre per la sua completezza, una spinta
di qualità a questa disciplina viene data dopo il
riconoscimento FIJLKAM.
Da quel momento sono state fatte molte cose
con tanti sacrifici e molte soddisfazioni:
1° Campionato Mondiale,
l’Italia 2° classificata; 1° Campionato Europeo,
l’Italia 2° classificata; 2° Campionato del mondo, l’Italia 3° classificata.
La FIPA organizza corsi di formazione per Insegnati Tecnici in tutte le regioni d’Italia. Al corso
possono prendere parte Insegnanti Tecnici di altre discipline sportive o almeno cinture nere.
Per gli interessati possono contattare direttamente la federazione
Tel. 328/0258398 – 320/7244447
oppure visitare il sito federale
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Maestro Italo Morello
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13
ARTI MARZIALI
STAGE DI KARATE
TRADIZIONALE
Lo scorso 16 dicembre, si è svolto presso Pa-
lazzetto dello Sport di Caiazzo un paese in provincia di Caserta lo Stage di Karate Tradizionale,
sotto la guida del Docente Internazionale di altissimo livello nonché Direttore Tecnico Shihan
Toshio YAMADA c.n. 7° Dan proveniente
dalla JAPAN KARATE ASSOCIATION, si tratta
dell’università più prestigiosa del Giappone,
dove si sono laureati i più grandi esponenti del
karate mondiale.
Una mattina fredda, ma che nonostante questo
non ha impedito agli atleti di mancare all’ appuntamento.
Nutrito anche il numero degli spettatori i quali
sono stati colpiti dall’ottima organizzazione che,
ha visto la partecipazione di circa 150 addetti
tra atleti e insegnanti tecnici provenienti dalle
migliori scuole di Karate della regione Campania.
La manifestazione, uno tra gli avvenimenti di
grande rilievo socio-sportivo è stata organizzata, sotto l’egida di Sport Nazionale, dal gruppo
campano che, nonostante l’enorme mole di lavoro che la gestione di un organismo richiedeva,
tutto è filato liscio, grazie soprattutto alla passione, all’impegno e all’instancabile lavoro dei
Maestri Angelo DEL ROSSO, Vincenzo
PAONE, Luigi MARINO, Giovanni LABAGNARA e alla professionalità dei Maestri
Antonio GRASSO e Nicolino ZULLO, che
hanno con entusiasmo messo a disposizione la
loro esperienza e la loro conoscenza.
L’obiettivo iniziale del gruppo era creare un organismo che potesse promuovere e diffondere il
settore delle Arti Marziali in particolare il Karate
Tradizionale FIAMMA svincolandolo da un ottica che privilegia quasi esclusivamente il Karate
Sportivo.
Obiettivo raggiunto, a quanto pare, anche grazie all’ottimo lavoro svolto dal Presidente della
“A.S.D. MOUC MORE” Benito PALAZZO il quale,
si è reso disponibile affinchè gli atleti e dirigenti
casertani, avrebbero avuto l’appoggio totale per
la manifestazione.
Prima dell’inizio dello Stage, il M° Nicolino
ZULLO ha sottolineato l’importanza di questa giornata nel cammino di crescita del gruppo
FIAMMA per il Karate Tradizionale, con una
figura carismatica del Karate nazionale e non
solo, ormai una istituzione nel mondo del Karate, alla guida come Direttore Tecnico Nazionale,
Shihan YAMADA, il quale, ha illustrato i suoi
studi sull’applicazione dei kata (forme) e delle
tecniche di Kumite (combattimento), con la semplicità di chi insegna ciò che ama e in cui crede.
Per l’occasione erano presenti: il Sindaco della
Stage di Karate Tradizionale a Caserta
città di Caiazzo (CE) a cui vanno i nostri ringraziamenti e il Presidente del Centro Nazionale
Sportivo FIAMMA.
Il programma non è stato di quelli impegnativi,
ma con un insegnamento diversificato per i vari
gradi di preparazione, spiegando dei concetti
basilari, ma significativi ai bambini e agli adulti,
ma allo Stage erano presenti circa una trentina
di bambini e il M° YAMADA ha concentrato
tutto l’allenamento imperniato su di loro con lo
studio degli spostamenti abbinati alle tecniche
di base, e sul ripasso dei kata, dando un sacco
di consigli e creando un’atmosfera di attenzione
eccezionale.
Attorniati dal calore dei propri genitori, i ragazzi
hanno avuto modo durante l’allenamento, di socializzare e confrontarsi nello studio dei Kata e
delle tecniche di base.
Per la pausa pranzo, tutti insieme al Ristorante
“Villa Ariella” costruita alla fine del ‘600 sulla
cima di una collinetta che, per l’occasione, ha rifocillato tutti i presenti e nel parco adiacente ha
consentito l’opportuno relax prima della ripresa.
Il pomeriggio, alle ore 15,00 ripresa dello Stage
e l’allenamento è proseguito con le cinture superiori studiando alcune tecniche di kumite sia
di difesa che di contrattacco rapido, mentre con
le cinture nere il M° YAMADA ha insegnato la
corretta esecuzione del kata “Enpi”, con relativo
“bunkai” (applicazione) e lo studio del kata “Sochin” che tutti hanno seguito con interesse la lezione riscoprendo appunto tecniche abbastanza
insolite ma molto interessanti.
Più volte si è soffermato ad evidenziare la ne
cessità di un perfetto equilibrio mente-corpo affinchè ognuno possa affrontare con tranquillità
ogni cosa. L’entusiasmo da parte dei partecipanti e dei genitori presenti è stato altissimo e
rimarrà per molto tempo impresso nelle nostre
menti.
Dopo lo Stage restano le forti sensazioni e le
emozioni trasmesse da questo grande uomo e
grande Maestro, che arricchiranno ulteriormente
il bagaglio tecnico e spirituale dei partecipanti.
Lo stage ha avuto molto successo: in molti hanno espresso personalmente la propria soddisfazione per la lezione impartita da Shihan Toshio
YAMADA, personalità rimarchevole sia dal
punto di vista tecnico sia e soprattutto, da quello umano.
A differenza di altri maestri, il suo karate è naturale, come se fosse stato ideato per lui, infatti
durante gli Stages o raduni tecnici, da sempre
riesce a dare un saggio di eleganza nei movimenti, nell’esprimere quanto c’è da imparare
anche dalla singola tecnica. Egli, con la solita
calma e semplicità di espressione, è riuscito a
catturare l’attenzione dei più piccoli e ad affascinare come sempre.
E l’augurio di Shihan
Toshio YAMADA ?“continuare per crescere
e raggiungere traguardi sempre più importanti”
Appuntamento nel Casertano con data da destinarsi per il prossimo Stage interprovinciale
FIAMMA.
M° Antonio Grasso
14
N
e VI secolo la Corea era divisa in tre stati:
Silla, Koguro e Paekche. Il regno di Silla era mi-
nacciato dai guerrieri Koguryo, e Re Chingchung
sapeva che il suo esercito non sarebbe stato in
grado di affrontare l’invasione. Il re si rivolse allora al monaco buddista Won Kwang Bopsa, che
istituì in breve tempo un ordine di guerrieri chiamato Hwarang (“fior della gioventù”). A questi
guerrieri, scelti tra i giovani nobili del regno,
venne insegnato un sistema di combattimento
chiamato Taekkyeon (“combattimento con le
gambe”).
I membri del Hwarang furono educati secondo i
principi della filosofia buddista e seguivano un
codice d’onore i cui cinque punti fondamentali
sono:
1) lealtà verso la patria
2) lealtà verso i propri genitori
3) fratellanza e fiducia reciproca tra i membri del
Hwarang
4) coraggio: mai ritirarsi di fronte al nemico
5) senso di giustizia: mai sacrificare una vita
senza una valida ragione.
Grazie ai guerrieri del Hwarang, la dinastia Silla
riuscì a difendersi dall’attacco degli invasori e
successivamente i tre regni verranno unificati.
L’arte del Taekkyeon continuerà ad essere praticata dai militari coreani.
Nel 1910 il Giappone invade la Corea, vietando
la pratica di ogni arte marziale. Alcuni marzialisti emigrano in Giappone per apprendere le arti
locali, altri continuano a praticare il Taekyeon
clandestinamente. Al termine della seconda
guerra mondiale il Giappone, sconfitto, ritira le
sue truppe dalla Corea, che torna ad essere libera così come la pratica delle arti marziali: nascono così diverse scuole aperte a tutti.
Parallelamente a queste crisi politico-sociali avviene una crisi delle arti marziali: si sono sviluppati infatti molti stili differenti che hanno subito
pesantemente l’influenza giapponese.
Ed è in questi anni che il grande maestro Choi
Hong Hi fonda il Taekwondo. Nel 1955 viene
indetta un’assemblea, con l’intenzione di riunire
i diversi stili nati dall’operato del generale Choi:
lo stesso generale propone il nome Taekwondo, che viene adottato ufficialmente nel 1958.
Nel 1966, in seguito a un viaggio di promozione
del Taekwondo in Nord Corea, il generale Choi
cade in disgrazia con il governo della Corea del
Sud. Di conseguenza egli fonda l’ITF International Taekwon-Do Federation un’organizzazione
privata e indipendente. Nel 1973 in Corea del
Sud viene costituita la WTF World Taekwondo
ARTI MARZIALI
Federation.Nel 15 Giugno 2002, il Generale Choi
si spegne a Pyongyang a causa di un tumore allo
stomaco. Ci lascia senza essere riuscito a portare a termine il suo sogno, far tornare la sua
creatura nel suo paese di origine.
In Italia, con gli accordi del 2007, sono confluite
nel Cns fiamma, con pari dignità e assumendo completa autonomia tecnico gestionale, le
migliori organizzazioni italiane di settore. In
particolare si sono gettate le basi per un reale
e consistente sviluppo del Taekwondo stile
W.T.F.– E.T.O. in tutto il territorio nazionale.
Con la Federazione Dilettantistica Taekwondo
Italia, già dal mese di ottobre si sono visti gli sviluppi di questo accordo: a Barcellona durante il
1° campionato E.T.O., la nostra squadra nazionale si è classificata al 2° posto, a testimonianza
dell’ ottimo livello tecnico dei ragazzi.
Tra novembre e dicembre si sono svolte in tutto
il territorio nazionale le varie sessioni di DAN
che hanno visto oltre 150 atleti compiere il primo giro di boa ed acquisire la cintura nera 1°
DAN: la consistenza di un’organizzazione si vede
anche dal numero delle associazioni e dalla dislocazione territoriale delle stesse ed avere 150
nuove cinture nere farà certamente aumentare
il numero di aspiranti tecnici ai prossimi corsi e
di riflesso aumenteranno le associazioni sportive
che promuovono il Taekwondo.
In Liguria si è inoltre svolto il Trofeo Canaletti,
gara nazionale di combattimento che ha visto
oltre 100 atleti provenienti da tutta Italia in gara
a La Spezia.
Per concludere le attività del 2007 sotto il segno del Taekwondo e dell’amicizia, a dicembre
si sono svolti numerosi tornei per bambini e
ragazzi: tra questi, ricordiamo il 23° trofeo città
di Samarate che ogni anno richiama nel piccolo
Comune della Provincia di Varese oltre 150 tra
bambini e ragazzi tra i 5 ed i 17 anni.
Siamo così arrivati nel 2008 con un inizio anno
contrassegnato da un corso di aggiornamento
per Ufficiali di Gara con offerta da parte della
Federazione Dilettantistica Taekwondo Italia
di vitto ed alloggio a tutti i partecipanti .
La classe arbitrale è da sempre quella più penalizzata nei giudizi ma allo stesso tempo quella
più importante nel creare un buon clima durante
una gara.
Nelle stesse giornate del 19 e 20 gennaio si è
svolta l’Assemblea Ordinaria della Federazione
Dilettantistica Taekwondo Italia con l’approvazione del bilancio consuntivo e preventivo e la
stesura del calendario nazionale.
I lavori si sono conclusi con un Convegno che ha
visto la partecipazione di tutti i Presidenti Regionali finalizzato a formalizzare, in accordo con le
direttive del Consiglio Federale, una strategia
condivisa per un più reale ed efficace sviluppo
del nostro Taekwondo.
Nel 2008 un’attenzione particolare verrà rivolta
non solo alle gare ma soprattutto ai tecnici:
sono stati stabilite le date per i corsi di aggiornamento regionale ed interregionale che vedranno
il Direttore Tecnico Nazionale,
M° Gaspare Cervo (7° dan), recarsi tra febbraio e maggio in tutte le regioni d’Italia.
Durante il Corso Nazionale previsto per il prossimo mese di ottobre sarà probabilmente presente
il M° Andrè Carbonel (6° dan di Hapkidò) che
rappresenta l’aspetto più marziale dell’attuale
Taekwondo.
Tutto ciò, unitamente ad una corretta azione
politico/sportiva tra le organizzazioni italiane di
settore, per rilanciare finalmente anche in Italia
la disciplina ad altissimi livelli.
Prof. Vito Monti
15
L’ALLENAMENTO
Il Mae Mai Muay Thai, tanto bistrattato dai
più fino a qualche tempo fa, sta riscuotendo,
ultimamente,un grande interesse nella comunità
marziale italiana.
Purtroppo,però,c’è ancora chi ritiene l’allenamento del Muay Thai una versione “alleggerita”
della MT sportiva. Probabilmente, ciò dipende
dal fatto che alcuni personaggi, fiutando l’affare,
cercano di vendere una versione “alleggerita”
della Muay Thai Sportiva, in modo da “acchiappare” anche quella nutrita schiera di praticanti
che proprio non ne vuole sapere di lividi o tibie
doloranti, facendo credere che nella MT esistano delle “forme prestabilite”(il corrispettivo dei
kata giapponesi o loo cinesi). Niente è più lontano dalla verità!
Infatti,essendo un’Arte Marziale (=da guerra)
l’allenamento al Mae Mai è,semmai,molto più
duro dell’allenamento sportivo, in cui si studiano
solo le tecniche “da ring”,ed in cui è previsto un
regolamento mediato da un arbitro. Se la Muay
Thai non è per tutti, il Mae Mai Muay Thai è veramente per pochi! Senza voler apparire come
unico detentore della verità, è importante sottolineare quale sia la vera pratica del Mae Mai: una
pratica fatta di sacrifici,dolore fisico, abnegazione, in cui i nostri sforzi sono portati,spesso,ai limiti della sopportazione umana. Questo è il Mae
Mai, e diversamente non potrebbe essere!
L’equivoco generato da sedicenti “Maestri”,
che, ripeto,offrono una versione “ammorbidita” e completamente denaturata del Mae Mai,
preoccupa chi,come me ed altri,si dedicano
a questa pratica, consapevoli del fatto che è
un’antica Arte Marziale, e come tale dev’essere concepita e praticata. Per esemplificare
SPORT DA COMBATTIMENTO
quanto detto, mostrerò di seguito un allenamento tipico della nostra scuola (o di qualunque altra, che,nel mondo, si occupi seriamente di Mae Mai Muay Thai). Tengo,inoltre,ad
aggiungere,che nel Mae Mai si studiano anche
le tecniche “da ring”,oltre,ovviamente,a tutte le
altre tecniche,che su un ring sportivo sarebbero
inapplicabili,ma che venivano applicate efficacemente dagli antichi guerrieri Thai. Per lo studio
corretto del Mea Mai, è necessaria un’adeguata
preparazione fisica.
Nella nostra scuola, parte fondamentale della
lezione è occupata dal condizionamento fisico. Infatti,la preparazione atletica occupa circa
un terzo della lezione: corsa,corda ed esercizi
vari,propedeutici alla lotta ed al combattimento.
Poi,si passa al lavoro tecnico: studio delle tecniche singolarmente e a coppie. Dopodiché,si
passa al lavoro agli attrezzi (sacchi,pao,focus,att
rezzi vari,ecc.), per sviluppare potenza e velocità
esplosiva nei colpi.
Grossa importanza è data al condizionamento delle varie parti del corpo, tibie,ginocchia e
gomiti in particolare,che diventano delle vere e
proprie armi,se correttamente allenate. Una cura
particolare è riservata al Chap Ko (Clinch), in cui
si studiano tecniche di presa,sbilanciamento
e proiezione, in combinazione con percussioni,
strangolamenti e leve articolari, numerose nel
Mae Mai.
Poiché nel Mae Mai il combattimento è concepito nella sua totalità,ed il corpo viene addestrato
a diventare esso stesso un’arma, lo studio è suddiviso in equa misura tra le varie distanze (corta,
media,lunga,clinch, finalizzazioni al suolo).
Il lavoro di sparring, nelle varie distanze, è fon-
damentale sia per la pratica marziale che per
quella sportiva (nella scuola ci sono diversi
agonisti), così come il lavoro a coppie permette di applicare,in maniera realistica, tutte le
combinazioni e le tecniche del Mae Mai, in cui
vengono utilizzate tutte le parti del corpo, per un
combattimento totale: pugni,calci,gomitate,gin
occhiate,testate,lotta. Il lavoro di pugilato, sostanzialmente diverso dal Pugilato occidentale,
viene svolto tenendo conto del fatto che nella
MT le tecniche di Pugno sono state modificate
per poter essere applicate in un contesto a molte variabili (fondamentalmente diverso da quello
del Pugilato, in cui le uniche distanze contemplate sono la corta e la media).
Le lezioni si chiudono sempre con sedute di
esercizi vari per sviluppare i distretti muscolari
particolarmente coinvolti (addominali,lombari,g
ambe,braccia,collo,schiena), seguiti da un lungo
rilassamento muscolare,indotto da esercizi specifici di stretching, per defaticare e rilassare tutto il corpo,affaticato dall’intenso allenamento.
Qualche minuto di respirazione per “calmare lo
spirito”, e....la lezione è terminata!
Quindi,come si evince, una pratica tutt’altro che
“light”..... Il modo migliore per conoscere una
disciplina (ed una persona!), in ogni caso, resta
sempre la pratica. Per tale motivo, invito chiunque volesse provare, a partecipare ad una lezione, tenute ormai un po’ in tutta Italia.
Saluti e.....buona pratica a tutti!
Ajarn Aldo Chiari
D.T. Naresuan Institute
Responsabile Muay Thai Tradizionale
Kombat League
16
PARATE - BLOCCAGGI - DEVIATE
(prosegue dal numero precedente)
Le parate costituiscono l’ostruzione o l’intercettazione delle
tecniche di attacco dell’avversario, impedendone così l’impatto
contro le arre deboli. L’uso delle parate, in pratica, risulta efficace ed appropriato soprattutto quando non è possibile utilizzare nessun tipo di schivata per evitare l’attacco fulmineo che
viene sferrato dall’avversario. Le parate si possono effettuare
con deviate e bloccaggi, da fermi con schivate in flesso torsione, con spostamenti e semispostamenti.
Il bloccaggio è l’interposizione di un arto tra il colpo d’attacco
e il bersaglio.
La deviata è lo spostamento che il colpo d’attacco subisce variando la sua traiettoria originaria per evitare di essere colpiti.
Le parate alte proteggono la zona medio – alta del corpo, cioè
più o meno la zona del viso e delle spalle, si può parare con la
mano e con l’avambraccio. Con la mano è possibile proteggere
la testa: la parte frontale con il bloccaggio del colpo a mano
aperta, laterale sinistra con la deviata della mano destra o il
bloccaggio con il dorso della mano sinistra e la parte destra
con la deviata della mano sinistra o il bloccaggio con il dorso
della mano destra.
Le parate medie o medio/basse sono in genere i bloccaggi e
le deviate con l’avambraccio che difendono il tronco e l’addome, a seconda della direzione del calcio o del pugno, sono così
classificate:
– con avambraccio;
– con gomito (vietate in competizione);
– braccia incrociate in diagonale davanti al corpo;
– braccia attaccate al petto con avambracci uniti;
– inocchia: solleviamo il ginocchio per parare i calci
all’addome o al tronco.
Le parate basse sono i Bloc che si effettuano su attacchi di
low kick. Per difenderci da un attacco di calcio circolare basso
indirizzato alla coscia, occorre sollevare il ginocchio in direzione del calcio, la nostra tibia difenderà il bersaglio.
Tutte le parate vengono utilizzate solo quando non è possibile
schivare o evitare l’impatto con i colpi, poiché è evidente che il
contatto continuo può provocare traumi che possono compromettere l’incolumità fisica.Le schivate oltre a costituire un sistema tattico, sono vere e proprie tecniche. Vengono utilizzate
soprattutto in azioni difensive. Evitano l’impatto dell’attacco
avversario tramite uno spostamento anticipato parziale o totale
del corpo. Schivare vuol dire spostarsi, lasciare vuoto lo spazio
prima occupato, dove è in arrivo l’attacco avversario e possono
SPORT DA COMBATTIMENTO
essere così codificate:
schivate in linea, schivate laterali o oblique, schivate di tronco o di busto. Le schivate di linea possono essere effettuate:
avanzando o indietreggiando, con semispostamento o spostamento.
Le schivate laterali e oblique possono essere: verso sinistra o
verso destra, con semispostamento o con spostamento.
Le schivate di busto o di tronco sono: laterale a sinistra o a
destra, in flesso – torsione a sinistra o a destra, in basso (con
la flessione delle gambe) e indietro. A questi movimenti di
busto, da fermi, è possibile aggiungere semispostamenti e
spostamenti.
Precisazione su alcuni termini tecnici:
semispostamento: è il movimento di un solo arto inferiore in
tutte le direzione cardinali ( in avanti, indietro, laterale sinistra, laterale destra, obliquo: in avanti, indietro, a sinistra, a
destra).
spostamento: è il movimento di entrambi gli arti inferiori
in tutte le direzione cardinali (come i semispostamenti ma
con l’aggiunta di perno e rotazione e l’eventuale cambio di
guardia).
flesso – torsione: è il particolare movimento eseguito dal
tronco per evitare gli attacchi avversari. Per effettuare la
flesso – torsione a destra, per schivare il diretto sinistro
avversario, è necessario piegare il busto verso destra, contemporaneamente si effettua un avvitamento in senso orario
dell’anca, portando la spalla sinistra verso destra, sinergicamente le gambe ammortizzano e accompagnano l’intero
movimento. La flesso – torsione a sinistra e leggermente più
complessa. In genere si effettua su attacco avversario di diretto destro, la catena cinetica inizia con il piegamento verso
sinistra del busto.
Nello stesso istante si esegue una rotazione del bacino in senso antiorario portando la spalla destra verso sinistra, come
per il flesso – torsione a destra, il movimento è coadiuvato
dai muscoli delle gambe.
(Continua nel prossimo numero)
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18
ARTI MARZIALI
Judo una nuova visione
Sabato 12 gennaio si è svolta a Solferino (MN),
la prima riunione dei tecnici di judo del C.N.S.F.
Sport Nazionale.
Nella suggestiva cornice dell’agriturismo “LE
SORGIVE” si è insediata la Commissione Tecnica
Nazionale presieduta dal M.o Bruno Carmeni.
Una relazione introduttiva ha evidenziato tutta
l’attività svolta, ha sottolineato l’ottimo rapporto
instaurato con la FiJLKAM a seguito della sottoscrizione della convenzione che ha portato il
Fiamma ad essere uno degli Enti ufficialmente
accreditati presso la Federazione.
Il cordiale preliminare avuto tra il M.o Carmeni
ed il Vice Presidente del settore Judo M. o Franco Cappelletti ha portato al concretizzarsi di un
rapporto ottimale tra il Presidente Federale Dr.
Matteo Pellicone ed il Presidente del CNSF
Sport Nazionale, Fiorenzo Pesce.
Sono stati illustrati i difficili rapporti con il
CONI.
Si è poi aperta un’ amichevole chiacchierata durante la quale sono stati toccati tutti i temi e i
problemi più importanti che caratterizzano il judo
italiano ed internazionale: l’abbandono precoce
dell’agonismo da parte dei giovani; la voglia di
competere ancora da parte dei “Master”; la notevole disparità tra una cintura nera sempre più
difficile da prendere in gara in confronto a quella
conseguita per esame; la necessità di creare una
“cultura del judo” attorno alla quale lavorare per
crescere.
Sono stati nominati i membri della CTN individuati nel M.o Giovanni Cocheo siciliano di Capaci (PA) che ha sviluppato nella sua regione il
settore judo attraverso una attività promozionale di spessore culminata nell’organizzazione
del Trofeo Internazionale a squadre “Falcone e
Borsellino” al quale il Fiamma ha partecipato
con ben 5 squadre tra rappresentative nazionali,
regionali e provinciali.
L’altro membro nominato è il “lombardo/veneto”
M.o Vittorio Serenelli di Solferino (MN) che si
sta particolarmente distinguendo in un’ attività
didattica rivolta anche ai diversamente abili,
basata sul judo adattato al fine di aumentare le
capacità individuali all’apprendimento.
I due Tecnici hanno accettato l’incarico e a termini di regolamento notificheranno alla Federa-
zione la loro adesione. Il M.o Carmeni ha, in un’
ampia relazione, illustrato le competenze proprie
di un Ente di Promozione rispetto a quelle “istituzionali” della Federazione chiarendo ambiti di
intervento e ruoli. Ha sottolineato di essere il
“garante” presso il Presidente Dr. Pellicone della correttezza dell’operato dell’Ente.
Ha poi illustrato quella che sarà la linea programmatica dell’Ente per tutto il 2008.
Sono stati individuati alcuni punti da sviluppare come il judo per la terza età; una particolare
attenzione è stata rivolta al judo per i diversamente abili e all’aspetto “culturale” proprio del
judo.
Senza trascurare l’aspetto agonistico/spettacolare è stata individuata nella gara a squadre la
formula più avvincente e spettacolare che nel
contempo contiene tempi di gara e spese organizzative. Si sono quindi prospettati alcuni trofei
da mettere in cantiere a livello nazionale. Si è
lanciata una proposta, della quale è già stato
discusso con il Vice Presidente di settore M.o
Franco Cappelletti per l’organizzazione di una
gara a squadre per Enti di Promozione.
E’ stato prospettato un corso di aggiornamento
per tecnici da tenersi a Ostia presso il Centro
Preolimpico federale, così come proposto dal
Presidente Pellicone.
Si è parlato di un potenziamento dell’attività di
“difesa personale” con particolare riferimento
al metodo “M.G.A.”, che sta particolarmente a
cuore del Presidente Pellicone, da proporre alle
donne, alle persone anziane e ai tutori dell’ordine, naturalmente con le dovute differenziazioni
didattiche.
Il CNSF - Sport Nazionale potrebbe presentare i
vari corsi presso gli Enti Locali e le amministrazioni pubbliche al fine di una corretta diffusione.
fornendo l’eventuale collaborazione di un avvocato ed uno psicologo.
La proficua giornata di lavoro si è felicemente
conclusa presso un tipico ristorante che ha sapientemente presentato pietanze e vini della
zona.
Domenica 13 gennaio, sempre presso l’Agriturismo “Le Sorgive”, nei locali della palestra su
di un “tatami” professionalmente allestito il M.o
8° Dan Bruno Carmeni ha tenuto in mattinata
uno stage tecnico per Esordienti “B” e Cadetti,
proseguito nel pomeriggio con due ore di “randori”. Buona la partecipazione nonostante i ristrettissimi tempi di organizzazione; bellissimo
il clima di amicizia ed impegno che ha visto gli
atleti di diverse società della Lombardia e del
Veneto cimentarsi prima tecnicamente e poi
agonisticamente. Ottima la conduzione del M.o
Carmeni che ha saputo infondere l’entusiasmo
necessario. Esperienza sicuramente da ripetere.
S.T.
MONTEBELLUNA (TV) 16 FEBBRAIO
L’ A.S.D. Judo Montebelluna, affiliata al CNSFSport Nazionale, in collaborazione con l’Associazione Sport Life Onlus, con il patrocinio del
Comune di Montebelluna, ha organizzato un incontro sul tema:
“Un programma di attività fisica può stimolare la
crescita intellettiva?”
JUDO ADATTATO E PREREQUISITI
ALL’ APPRENDIMENTO
La disciplina del judo: un’opportunità motoria ed
educativa, mirata a facilitare la maturazione e la
crescita di capacità ed abilità strumentali negli
apprendimenti di lettura, scrittura e calcolo.
Sono intervenuti:
Dott. Fabio Tognon, pedagogista, membro del
Gruppo di Studio e ricerca di Pedagogia Speciale presso la facoltà di Scienze della Formazione
dell’Università degli studi di Verona. Collaboratore del Prof. Sangalli e della Prof.ssa Pedrinazzi
presso il Servizio Consulenza Riabilitativa per
bambini cerebrolesi di Milano.
M.o 5° Dan FiJLKAM Vittorio Serenelli abilitato
all’insegnamento del judo presso L’Accademia
Nazionale di judo di Roma, attualmente delegato CONI della FiJLKAM per la provincia di Mantova nonché membro della Commissione Tecnica
Nazionale del CNSF - Sport Nazionale.
I lavori sono stati brillantemente organizzati e
coordinati dal M.o Adriano Pizzolon e dalla
Sig.ra Marta Durante dell’ A.S.D. Judo Momtebelluna.
S.T.
19
SPORT DA COMBATTIMENTO
DOPO IL TEAM AERTS ITALY APPRODA PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA
ANCHE IL K-1 MAX ITALIAN ELIMINATION.
10 MAGGIO 2008 MODENA!!!!
Continua senza sosta la grande attività internazionale della KL, dopo i
molti gala professionistici promossi dalla nostra Federazione ora arriva
in Italia anche il K-1 MAX, il più grande e prestigioso circuito mondiale
per la Kickboxing e a rappresentarlo sarà proprio la KL.
Possiamo realmente affermare, che questa Federazione in continua crescita ha questa volta ottenuto, il più grande dei risultati mai raggiunto da
nessun altro organizzatore in Italia: l’organizzazione del K-1 MAX ELIMINATION, ITALIAN-CHAMPIONSHIP, evento ufficiale che darà l’accesso
al miglior –70 kg italiano al grande circuito mondiale giapponese.
Grazie alla costanza, l’impegno e la passione, che sanno trasmettere
ad ogni singolo membro che entra a far parte della loro ormai grande
organizzazione, il presidente della KL Max Baggio, ed il Vice presidente
Emiliano Lanci, sono finalmente riusciti a dare una svolta al mondo delle
arti marziali in Italia ed a raggiungere il traguardo più importante di tutti:
Il Giappone.
Teatro dell’evento sarà il Palapanini di Modena, la data il 10 maggio
2008, durante l’Italian Extreme VI, evento annuale, già conosciuto ormai
su tutto il territorio per la spettacolarità e per l’altissimo livello tecnico
sia degli atleti italiani che degli sfidanti internazionali.
Gli atleti già selezionati per la partecipazione al torneo ad otto (scelti
durante le qualificazioni per il Team Aerts Italy), sono 4:
ROSARIO PRESTI, JAWAD EL BYARI,
MOHAMED MOJAID, MASSIMO BARONE
In questo momento non abbiamo ancora la conferma del Superfight che si
disputerà all’interno della serata ma seguite il nostro portale ufficiale www.
kombatleague.com per tutte le info
Durante la serata si avranno due superfight di MMA Dream Rules
Michele Verginelli affronta la giovane promessa italiana Aramis Alberti dello
Shootteam mentre Fabricio Nascimento attende il nome dell’avversario che
cercherà di strappargli la cintura iridata.
Due grandissimi fight di MMA per una serata indimenticabile!!!
LE PREVENDITE UFFICIALI SI POSSONO
RICHIEDERE A:
[email protected] – o chiamando il 338/2873360
20
LA KOMBAT LEAGUE APPRODA
IN GIAPPONE
PUBBLICATA LA CARD
UFFICIALE DEL K-1 MAX 16
ELIMINATION
09 APRILE 2008 HIROSHIMA
SARO “THE SICILIAN DON”
PRESTI TRA I PROTAGONISTI
Finalmente un’atleta italiano della Kombat League, combatterà in Giappone in uno
degli eventi di maggior prestigio del K-1 Max.
Saro “The Sicilian Don” Presti che era già in programma disputasse lo scorso anno un
match nel K-1 Max in Giappone, ha ora la possibilità di giocarsi la più grande chance
della sua vita, essendosi già guadagnato l’accesso diretto, alla finale dei migliori 16.
La card è davvero impressionante...
Per l’allievo del M° M. Samperi l’occasione per difendere i colori italiani all’interno
del più prestigioso circuito della Kickboxing mondiale.
La finale con i migliori 16 è il preludio alla scelta degli otto che disputeranno per
l’appunto il torneo a 8, dal quale verranno selezionati gli ultimi 4 partecipanti al
torneo finale.
Da quest’anno infatti, la disputa della finale, non è più a otto come negli anni precedenti ma bensì a quattro, affinchè gli atleti possano dare il meglio di loro stessi.
Le tappe quindi saranno 3, compresa la finale.
K-1 WORLD MAX 2008
World Championship Tournament - FINAL16 Date : Wednesday 9 April 2008, Open 4:30PM, Start 6:00PM Place : Hiroshima Green
Arena, Hiroshima, Jjapan
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/3Min. 3R Ext.1R
Masato
Japan / Silver Wolf
VS
Virgil Kalakoda
South Africa / Warrior’s Mixed Martial Arts Academy
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/3Min. 3R Ext.1R
Buakaw Por. Pramuk
Thailand / Por.Pramuk Gym
VS
Albert Kraus
Holland / Team Super Pro
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/3Min. 3R Ext.1R
Andy Souwer
Holland / Shooto Boxing Holland
VS
Mike Zambidis
Greece / Zambidis Club
21
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/ 3Min. 3R Ext.1R
Yoshihiro Sato
Japan / FULLCAST /
Nagoya JK Factory
VS
Murat Direkci
Turky / Universal Gym
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/ 3Min. 3R Ext.1R
Drago
Armenia / SHOW TIME
VS
GORI
Rota / PUREBRED OSAKA
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/ 3Min. 3R Ext.1R
Artur Kyshenko
Ukraine / Captain Odessa
VS
Jordan Tai
New Zealand / Ray Sefo Fight Academy
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/ 3Min. 3R Ext.1R
Rosario Presti
Italy / Team Aerts
VS
Warren Stevelmans
South Africa / Vos Gym
World Championship Tournament FINAL 16 : K-1 Rules
/ 3Min. 3R Ext.1R
Chi Bin Lim
Republic of Korea / KHAN GYM
VS
Yasuhiro Kido
Japan / Taniyama Gym
Opening Fight / K-1 Rules / 3Min. 3R Ext.1R
Yuya Yamamoto
Japan / Seishunjuku
VS
Marfio “THE WARRIOR TIGER” Canoletti
Brazil / Sit Master Roney
K-1 WORLD YOUTH 2008 Special Match :
Special provisions for K-1 WORLD YOUTH 2008 / 3min.
x 3R
HIROYA
Japan / Freelance
NASCE IN QUESTI GIORNI LA C.I.J.J.E. CONFEDERAZIONE ITALIANA JIU JITSU ESPORTIVO
Grossa novita’ nel panorama Italiano dello sport da combattimento.
Nasce in questi giorni la C.I.J.J.E., Confederazione Italiana Jiu Jitsu
Esportivo, confederazione ufficialmente riconosciuta dalla C.B.J.J.E. ,
Confederação Brasileira Jiu Jitsu Esportiva, ( http://www.cbjje.com.br/
index.php ).
Merito della nascita di questo progetto va attribuito al lavoro ed all’impegno di Fabricio Nascimento che grazie ai suoi contatti in Brasile e’
riuscito a definire e ad ultimare questa operazione. L’organigramma della
nuova Confederazione e’ il seguente:
Presidente : Emiliano Lanci
Vice-Presidente: Max Baggio
Direttore Tecnico: Fabricio Nascimento
Obiettivo della Confederazione e’ proporsi C.I.J.J.E. come punto di riferimento in Italia per il BJJ ed il No Gi, al fine di raggiungere sempre una
maggiore divulgazione e regolamentazione delle discipline lottatorie in
Italia.
Il primo evento organizzato dalla CIJJE sara’ il PRIMO MONTANA INTERNATIONAL JIU JITSU CUP ITALY organizzata dal Maestro Paolo Salati.
Il torneo riconosciuto e ufficializzato dalla C.B.J.J.E. vedra’ l’importante
presenza del capo settori arbitri della Federazione Brasiliana: Maestro
Alexandre Wendell cintura nera V dan che di recente la palestra Shoot
Team di Modena ha avuto l’onore di ospitare per uno stage di vale tudo.
La CIJJE ha gia’ in programma un corso arbitrale con il maestro Wendell in date da definire (il 23 o il 29 marzo), a cui presto daremo indicazioni piu’ precise.
22
Non solo una scuola del benessere, ma una
esigenza nata per contrastare i continui malesseri che lo stress della vita quotidiana procura
ogni giorno al nostro corpo e alla nostra mente.
Sono sempre maggiori gli studi che indicano
come la vita frenetica, l’ansia e le preoccupazioni di tutti i giorni incidono negativamente sulla
nostra salute: non pretendiamo certo di avere la
soluzione a tutti i problemi ma riteniamo di poter
migliorare sensibilmente la qualità del quotidiano attraverso una serie di proposte alla persona
nella sua globalità.
La Life Health School nasce dalla volontà di giovani dottori in Scienze Motorie e Diplomati ISEF
specializzati in ambiti diversi, che desiderano
mettere a frutto le loro conoscenze e che hanno
messo a punto diversi moduli di lavoro ed esercizi finalizzati ad imparare e mantenere uno stile
di vita che porti al raggiungimento di un benessere psico-fisico duraturo nel tempo.
Siamo consci del fatto che questo è un progetto
ambizioso ed affascinante, ma siamo anche consapevoli delle nostre competenze e delle nostre
esperienze durante anni passati ad ascoltare ed
a cercare di risolvere le varie problematiche motorie dei nostri clienti.
Nella valutazione paziente/cliente la LHS School
prevede un’anamnesi completa della persona
attraverso i metodi che rilevano le condizioni
posturali, corporee generali per decidere quale
attività sia più idonea affrontare.
CENTRO CHINESIOLOGICO
Studio della postura, dell’ergonomia e delle
valutazioni funzionali del movimento umano in
ambito sportivo, correttivo, antalgico, rieducativo. Utilizzo di tecniche di allungamento posturale globale decompensato mediante Pancafit®
Metodo Raggi®, tecniche P.N.F., massoterapia
sportiva, metodiche di rieducazione posturale
globale, allenamento sportivo e preparazione
fisica, valutazione corporea, valutazione propiocettiva.
CHINESIOLOGIA–POSTUROLOGIA
Il compito del Posturologo è quello di scoprire
attraverso quale meccanismo il corpo ha perso
il proprio equilibrio e lo stato di benessere. Grazie al riequilibrio della postura, al rilascio delle
tensioni eccessive, il posturologo ripristina la
funzionalità delle varie articolazioni che erano
bloccate o doloranti. Oltre alla valutazione clinica-posturologica classica (test attitudinali, lo
scoliosometro, il podoscopio, la linea di Barrè,
filo a piombo - aplomb); il professionista si avvale anche di strumenti tecnici elettronici. Tali
strumenti misurano e rilevano gli appoggi anomali dei piedi, l’alterata distribuzione del carico
sugli stessi, le relative modificazioni strutturali
e le torsioni che vengono imposte dalle articolazioni sovrastanti le estremità . Questi strumenti inoltre, attraverso l’esame dell’appoggio
del piede, sono in grado di rilevare le numerose
incongruenze e problematiche dei vari distretti
articolari che stanno al di sopra del piede, fino
all’articolazione temporo-mandibolare, del sistema vestibolare e degli occhi. Oltre alle misurazioni appena citate, con questo strumento
sono rilevabili le difficoltà o le incongruenze del
sistema tonico posturale.
PANCAFIT ® METODO RAGGI ®
Pancafit® è rivolta: A tutti coloro che... soffrono
di tutti quei disturbi legati alle tensioni muscolari e allo stress etc. soffrono dei più svariati
disturbi (cervicalgie, lombalgie, lombosciatalgie,
tendiniti, borsiti, sinoviti, nevriti, periartriti, dolenzie alla spalle, alle mani, crampi, rigidità alle
anche, artrosi alle anche, alla colonna, alle spalle, alle mani, protrusioni discali, ernie discali) A
coloro che soffrono di problemi circolatori; infatti
utilizzando specifiche posture si può intervenire
su ristagni venosi e linfatici alle gambe, traendone notevoli benefici. A chi vuole migliorare la
propria respirazione, agendo sia sul diaframma
che sui muscoli dorsali (corresponsabili di rigidità della gabbia toracica e dunque dei blocchi
respiratori). Ai ragazzi per correggere gli atteggiamenti viziati assunti portando zaini pesanti e
trascorrendo molte ore curvi sui banchi di scuola
e sui libri.Agli atleti o sportivi ”amatori dilettanti” per ristabilire dolcemente un equilibrio dopo
una saltuaria attività fisica. Agli “atleti professionisti” perchè un giusto assetto del corpo significa ottimizzare il funzionamento muscolare e
quindi migliorare il rendimento della performance, riducendo il rischio degli infortuni. Alle persone anziane che vogliono mantenersi attive ma
non devono stancarsi o fare fatica. Giorno dopo
giorno recupereranno maggiore scioltezza e mobilità ma con dolcezza e senza fatica. Il modo di
camminare, di muoversi, di flettersi, migliorerà
notevolmente in breve tempo. Agli insegnanti ed
ai tecnici che tengono corsi nelle palestre, per
proporre un ottimo stretching decisamente innovativo a tutti quegli utenti che vogliono migliorare la propria salute.Al medico, al chinesiologo...
al fisioterapista e al professionista del settore
per guidare alla ginnastica medica, correttiva,
riabilitativa, posturale, antalgica, decontratturante. A chi ama... dedicare qualche minuto ad
un prezioso, piacevole ed innovativo rilassamento antistress, garantendosi così una miglior salute.E’ inoltre indicata per ottimi e facili esercizi a
carattere preventivo.
KINESIOLOGIA E BIOENERGETICA PER IL
RICONDIZIONAMENTO CORPOREO
Il corpo è percorso da onde energetiche oscillanti tra la parte superiore e inferiore del corpo. La
parte superiore è deputata ad assorbire energia
sia sotto forma di cibo che di ossigeno e di stimoli sensoriali, al contrario la parte terminale
inferiore serve come scarico per l’energia in eccesso attraverso il movimento.
Questi due processi basilari di carica e scarica
sono normalmente in equilibrio, in modo che la
23
corrente oscillante di sensazioni di energia del
corpo risulti come un grande pendolo che mantiene la vita in movimento naturalmente e senza
sforzo.
Ma se una persona non riuscirà a caricarsi adeguatamente sarà debole senza vitalità; allo stesso modo se non potrà scaricarsi adeguatamente
resterà in uno stato di sofferenza non coscientemente avvertito, che avrà come conseguenza un
irrigidimento della struttura localizzato in diversi
distretti corporei.
Nella filosofia giapponese la zona fra il quadrato
dei lombi e il traverso dell’addome e chiamato
“Hara” ed è considerato il centro vitale attraverso cui la persona entra in sintonia con tutte
le forze del mondo esterno, poiché chi possiede
Hara è bilanciato fisicamente ed equilibrato psicologicamente, di conseguenza i suoi movimenti fluiscono in armonia come risposta di tutto
l’essere ad una determinata situazione. Infatti
l’Hara è il segreto del tiro con l’arco Zen (Kyudo)
che rappresenta l’armonia tra l’essere umano e
l’universo. Anche nelle diverse rappresentazioni
sia del Buddha che delle altre divinità, il ventre
è sempre mostrato come il centro da cui fluisce
tutto il movimento e da cui il movimento riceve
forza.
Questo punto di vista giapponese può essere o
meno accettato e condiviso, comunque sia bisogna riconoscere che proprio nel ventre la vita si
forma e si apre alla luce, pertanto è importante
imparare ad entrare in contatto con questa nostra parte del corpo e percepirne l’energia.
Il meccanismo respiratorio è basato su movimenti involontari ed inconsci del diaframma e
dei muscoli accessori che provocano aperture e
chiusure toraciche. Concentrandosi sulla respirazione e rendendola profonda ed addominale
possiamo percepire le sensazioni del nostro corpo e diventarne consapevoli.
La respirazione addominale profonda inizia con
un onda inspiratoria nell’Hara e và verso l’alto
per poi scendere nella direzione opposta con
movimento espiratorio. Queste onde possono
essere piene e libere oppure limitate e spastiche. Quando ciò accade siamo in presenza di
blocchi che si possono trovare in diverse parti
BENESSERE
del corpo.
Il primo passo per il ricondizionamento corporeo
e bionergetico e legato alla respirazione.
PILATES
“ È la mente che costituisce il corpo” è la frase
che riassume la filosofia alla base del metodo
allenante creato dal ginnasta tedesco con discendenze greche Joseph Hubertus Pilates.
Attraverso questo metodo è possibile raggiungere un equilibrio biodinamico e psicofisico ottimale grazie ad esercizi a forte valenza coordinativa
e propricettiva usando tecniche provenienti dalla
ginnastica posturale e riabilitativa.
L’obbiettivo è permettere all’individuo di muoversi in armonia perfezionando la postura,
l’equilibrio e la fluidità dei movimenti, attraverso
il rispetto dei sei principi che ne costituiscono
la tecnica: concentrazione, controllo, baricentro,
fluidità, precisione e respirazione.
In sintesi il Pilates è un metodo efficace per educare se stessi e capire, attraverso il movimento,
come lavora il nostro corpo nelle sue singole
parti e globalmente.
I benefici si riscontrano a livello delle capacità
condizionali nell’aumento della flessibilità, della
coordinazione e della forza e a livello estetico
nel miglioramento delle simmetrie corporee e
dell’equilibrio posturale attraverso il bilanciamento di rapporti tra forza muscolari agoniste ed
antagoniste.
YOGAFLEX
Lo Yogaflex è programma globale, in quanto stimola il corpo allenando intere catene cinetiche
e non singoli distretti muscolari, per sviluppare
in questo modo flessibilità, forza e resistenza.
Lo Yogaflex è adatto sia a chi ricerca il benessere psico-fisico, sia a chi intende incrementare
le capacità prestative in qualsiasi tipo di sport,
pertanto può essere proposto in classi fitness,
oppure in programmi di preparazione atletica.
Il modulo prevede una parte mirata ad aumentare la flessibilità e ad eliminare le tensioni
muscolari imposte dalla vita quotidiana, e una
parte finalizzata a sviluppare la forza muscolare
e migliorare la capacità articolare nel sopportare
stress sempre più intensi. Il programma di forza utilizza esercizi a catena cinetica chiusa ed
esercizi monoarticolari per migliorare il tono di
gambe, addominali, glutei, pettorali, tricipiti,
deltoidi, oltre a fornire uno stimolo ai muscoli
stabilizzatori.
Attraverso le posizioni tipiche dello Yoga “Asana” si lavora sull’allineamento dei distretti corporei per il tono ed il miglioramento dell’equilibrio posturale.
Da questo lavoro gli organi interni, il circolo sanguigno e linfatico trarranno notevoli benefici,
inoltre verrà migliorata la percezione del corpo
e curata la respirazione fino al raggiungimento
della sensazione di calma interiore e relax simile
a quella prodotta dal sonno.
LA NUOVA FRONTIERA DEL FITNESS E
DELL’ARTE MARZIALE YING & YANG
Fusione di tecniche provenienti dalle Arti Marziali e dall’atleticità armonica della Ginnastica,
che innestano un fattore di contaminazione della
Danza. I movimenti marziali e le evoluzioni rappresentano lo Ying e lo Yang, la lotta interiore
attraverso la ciclicità dell’esistenza, una lotta
passionale fatta di complicità tra fattori opposti
ma coincidenti, di separazione e di profonda ed
inseparabile unione.Il risultato di un’analisi che
fà trasparire gli elementi che lo Ying ha nell’interiorità dello Yang e viceversa, che lo rendono
una cosa unica ed inscindibile, così come la filosofia cinese ci insegna.
Secondo la medicina cinese il nostro corpo
(microcosmo) così come tutto l’universo (macrocosmo), è animato dall’energia vitale, il “Ki”
costituito dal reciproco alternarsi di due forze
contrapposte: Ying e Yang.
È considerato Ying tutto ciò che è buio, scuro,
freddo, umido, nascosto, femminile, passivo;
Yang ciò che è luminoso, chiaro, caldo, asciutto,
visibile, maschile, attivo.
Ogni persona possiede caratteristiche sia Ying
sia Yang. La predominanza di un tipo di energia
rispetto all’altra determina la tipologia di appartenenza e permette anche di conoscere (e correggere) eventuali squilibri.
LM
24
Torino, 29 settembre 2007, Sala Convegni
Dipartimento di Medicina dello Sport
Sisport – FIAT
La Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute CNSFIAMMA ha organizzato per sabato 29
settembre un Convegno Nazionale nell’ambito
dell’ormai consueta manifestazione Sport Sicuro, un progetto che la Commissione porta avanti
dalla fine degli anni ’90, incentrato sulla comunicazione, divulgazione e informazione verso la
popolazione sui temi dello sport, della salute,
della prevenzione e del miglioramento delle condizioni di vita.
Il convegno di sabato 29 settembre ha misto la
presenza di relatori di altissimo rilievo, tra i quali
spiccano la Dottoressa Roberta Pacifici, rappresentante dell’Istituto Superiore di Sanità C.V.D.
Roma, il Dottor Giuseppe Massazza, Direttore
dei servizi Medici per Torino 2006, il Dottor Paolo
Borrione, Direttore dell’Osservatorio Centro Antidoping “A. Bertinaria” di Orbassano e membro
della Procura Antidoping del CONI nazionale e il
Dottor Carlo Picco, Direttore del Dipartimento di
Medicina dello Sport – Sisport Fiat.
Proprio il Dottor Picco è stato il nostro ospite,
in quanto il convegno si è svolto nella sala conferenze Sisport Fiat di Torino, un centro multimediale, sede adatta ad un evento di così alto
profilo.
La giornata ha visto i relatori impegnati su due
temi principali, articolati in tre sessioni. si è
parlato della lotta al doping, sia da un punto di
vista medico sia da un punto di vista politico e
organizzativo; ma si è anche posta attenzione
alla comunicazione che viene prodotta da vari
enti per combattere questo fenomeno e informare la popolazione sulle sue caratteristiche e sui
suoi pericoli. In secondo luogo, si è parlato di
prevenzione, nello sport così come nella vita di
tutti i giorni, concentrandosi in particolar modo
sulla biomeccanica dell’arto inferiore.
Dopo una breve introduzione ai temi della giornata da parte di Ilario Lazzaroni, Presidente della
Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute,
la prima sessione, moderata dal Dottor Carlo
Picco, ha visto succedersi due relatori.
Il Dottor Giuseppe Massazza, Direttore dei
servizi Medici per Torino 2006, come detto, ha
tenuto una relazione dal titolo “Antidoping alle
Olimpiadi, l’esperienza di Torino 2006”. Il Dottor
Massazza ha illustrato tutte le azioni messe in
atto dal suo gruppo per gestire i servizi di controllo antidoping durante le Olimpiadi Invernali
di Torino 2006. Il quadro che ne è emerso è quello di un’organizzazione efficiente ed efficace,
in grado di svolgere al meglio i propri compiti,
rimanendo super partes e garantendo l’imparzialità di ogni atto.
Un’attività che ha chiuso il bilancio in pareggio,
cosa non da poco per eventi di questo tipo, e che
ha lasciato sul territorio nazionale un patrimonio
di migliaia di medici sportivi formati contro la
lotta al doping, nonché protocolli di intervento
dagli standard molto elevati. Insomma, un bilancio positivo su tutta la linea.
Il secondo relatore, il Professor Marco Vincenti,
Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del
Centro Regionale Antidoping “A. Bertinaria” di
Orbassano, con una relazione dal titolo “I Controlli antidoping tra mito e realtà” ha utilmente
portato il confronto sul rapporto tra le tante cose
che si dicono sul doping e l’antidoping, le tante
“voci di corridoio”, e la realtà dei fatti. Infatti, a
fronte di campagne comunicative che spesso vogliono vedere tutti gli atleti come dopati, i controlli inefficaci e concentrati su atleti di secondo
piano e la creazione continua e quotidiana da
parte dei trasgressori di nuove sostanze dopanti,
Vincenti ha illustrato come, invece, molte di queste voci siano infondate, errate e fuorvianti.
Ciò che emerge, invece, è una realtà ben strutturata, a livello nazionale e internazionale, in grado
di compiere numerosi controlli e di intercettare
comportamenti scorretti. Tuttavia, spesso i risultati del lavoro contro il doping non sono visibile,
forse anche perché i mass media sono più attratti dalla spettacolarizzazione del campione incriminato anziché da lavoro costante e sottovoce
di tutti coloro che sono impegnati, quotidianamente, contro questa piaga dello sport. Inoltre,
Vincenti porta l’attenzione su un argomento che
anche alla Commissione Tecnica Nazionale sta a
cuore, ovvero l’attenzione maggiore che occorre
porre nei confronti dei giovani atleti e degli atleti dilettanti ed amatori, quelli che partecipano a
competizioni di più basso profilo o quelli che si
stanno formando ad una certa pratica sportiva.
Sono costoro che occorre informare, seguire,
monitorare per combattere quei comportamenti e quegli atteggiamenti che possono favorire
una cultura sbagliata nello sport, una cultura
incentrata sul risultato positivo, sulla vittoria a
tutti i costi, sulla bellezza fisica da raggiungere
facilmente.
È in queste fasce della popolazione che occorre
spendere di più per dare un impulso decisivo alla
lotta al doping e anche alla lotta a certi anti-valori ormai troppo presenti.
La seconda sessione della mattinata è stata moderata dal Dottor Giuseppe Vitello, Coordinatore
Regionale Medico – Legale INPS, ed ha visto
susseguirsi cinque interventi, che qui brevemente richiamiamo.
Il Dottor Paolo Borrione, Direttore dell’Osservatorio Centro Antidoping “A. Bertinaria” di
Orbassano e membro della Procura Antidoping
del CONI nazionale, ha tenuto una relazione dal
titolo “Il sottile confine tra effetti positivi e potenziali rischi per la salute nello sport”.
Borrione ha sottolineato come recenti studi facciano intravedere alcuni sostanziali problemi per
la salute degli atleti agonisti, portando la platea
a riflettere sulle differenze tra una concezione di
“atleta completo”, e ciò che oggi si intende per
sportivo agonista. La relazione ha evidenziato le
esasperazioni alle quali oggi gli atleti agonisti
vanno incontro, per raggiungere risultati che
nulla hanno a che fare con la salute personale
ma che sono, invece, concentrati sul risultato
positivo ad ogni costo. Si tratta di un processo
molto più profondo di quello che potremmo immaginare, perché coinvolge in modo massiccio
la popolazione sportiva giovanile e non solo gli
atleti più famosi che siamo abituati a vedere in
tv. Sono sempre di più i giovani che praticano
sport in modo agonistico e lo iniziato sempre prima, con bambini già sottoposti a carichi di lavoro
da professionisti. Le ricadute sulla salute fisica
BENESSERE
sono enormi e gravissime. A questo si aggiunge
l’atteggiamento di cui dicevamo prima, incentrato sulla vittoria ad ogni costo, sul vedere il proprio corpo crescere rapidamente e a dismisura,
sulle proprie prestazioni migliorare sensibilmente nell’arco di pochi mesi di allenamento.
Questo porta al doping, all’uso di sostanze proibite, pericolosissime per la salute, alle quali si
ricorre sempre più. Il ricorso al doping è percepito come un’utile scorciatoia, per arrivare laddove
si arriverebbe solo dopo molto tempo con allenamenti estenuanti, o dove addirittura non si arriverebbe mai. Borrione riporta una dichiarazione
di Ken Caminiti, grande campione del baseball
Usa, morto a 41 anni per arresto cardiaco.
In una intervista a “Sport Illustrated” ammette di aver usato anabolizzanti durante i 15 anni
della sua carriera, e dice: “Ero diventato molto
forte e molto veloce. Avevo muscoli enormi. Ma
i tendini si rompevano perché i muscoli erano
troppo potenti.
Adesso il mio corpo non produce più testosterone. Come ci si sente in queste condizioni? Si
vive come in letargo. È avvilente. Io cado molto
spesso in depressione”. Pur ammettendo l’uso
di sostanze vietate, e pur finendo la dichiarazione con frasi che dovrebbero spaventare tutti gli
atleti, Caminiti inizia comunque sottolineando
gli aspetti positivi del ricorso ad anabolizzanti:
potenza e velocità mai viste. È contro questo atteggiamento che dobbiamo combattere, è questo tarlo che dobbiamo togliere dai ragionamenti
degli atleti, dei giovani sportivi e delle loro famiglie, interrogandoci, tutti quanti, su cosa voglia
dire oggi essere un “atleta”.
La Dottoressa Roberta Pacifici, Rappresentante
dell’Istituto Superiore di Sanità C.V.D. Roma, ha
illustrato, nella sua relazione dal titolo “Il ruolo
delle istituzioni nella lotta al doping e nella tutela della salute dello sport”, i risultati raggiunti
dalla Commissione per la vigilanza ed il controllo
sul doping e per la tutela della salute nelle attività sportive, istituita presso il Ministero della
Salute. Con la Legge 14 dicembre 2000 n. 376,
infatti, la Commissione viene investita di alcuni
compiti che costituiscono una svolta nella lotta
al doping, innanzitutto perché lo stesso titolo della legge, “Disciplina della tutela sanitaria delle
attività sportive e della lotta contro il doping”,
ricolloca il fenomeno all’interno di un orizzonte
più vasto, che riguarda appunto la tutela sanitaria delle attività sportive. Questo significa che il
doping viene visto come elemento che contrasta
la salute nelle attività sportive e il loro regolare
svolgimento, inglobando quindi nella azioni della Commissione anche attività volte a parlare a
tutto tondo della salute degli atleti. Alcuni dei
compiti assegnati alla commissione sono di particolare rilievo.
L’articolo 2 dice che la commissione deve occuparsi della “Determinazione delle classi di farmaci, di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e delle pratiche, il cui impiego
è considerato doping”. Inoltre, la legge affida
alla Commissione il compito di “Implementare le
conoscenze in materia di doping attivando programmi di ricerca scientifica sui farmaci, sulle
sostanze e sulle pratiche mediche utilizzabili a
fini di doping nelle attività sportive” (art. 3, comma 1 lett. C).
Nel quadriennio 2002-2006, la Commissione ha
finanziato 88 progetti, con programmi di ricerca
che hanno coinvolto Istituzioni, Università ed
enti del Servizio Sanitario Nazionale, per un finanziamento totale di 5.465.000,00.
Le tematiche di cui si occupano i progetti finanziati riguardano alcuni ambiti particolari: promuovere la salute e la prevenzione del doping nelle
attività sportive; approfondire la conoscenza degli effetti fisiologici, tossici e dei danni apportati
all’organismo dall’uso dei farmaci, sostanze e
pratiche mediche vietate per doping; sviluppare metodi di indagine per evidenziare l’abuso di
sostanze vietate per doping e di altre sostanze
biologicamente attive, in grado di influenzare la
performance sportiva; promuovere studi farmacoepidemiologici sull’uso di farmaci vietati e non
vietati per doping nei praticanti attività sportiva
sia a livello agonistico che amatoriale.
Oltre a questo, la Commissione ha sostenuto
campagne informative e formative nei mondi
della sanità, della scuola, dello sport e anche
della giustizia, attività svolte in collaborazione
con gli Enti di Promozione Sportiva, tra i quali il
Centro Nazionale Sportivo FIAMMA.
In quest’ambito la Commissione ha lanciato un
“Call for proposal” nazionale antidoping con un
bando di formazione per il 2007, bando di gara
che prevede la presentazione di progetti di formazione / informazione per la tutela della salute
nelle attività sportive e di prevenzione del doping. Il bando è disponibile sul sito del Ministero
della Salute nella sezione antidoping all’indirizzo
http://www.ministerosalute.it/bandi/dettaglio.
jsp?id=43.
Infine, la Commissione si è occupata della creazione e gestione dei Laboratori regionali antidoping, che riguardano l’attività principale della
Commissione, impegnata nella lotta contro il
doping, attraverso controlli e strutture in grado
di coadiuvare l’azione di medici, tecnici della sanità, operatori.
L’intervento della Dottoressa Pacifici è stato
particolarmente rilevante per un convegno come
questo, in quanto, oltre a sottolineare i buoni
rapporti con il Ministero e la Commissione, ha
evidenziato gli sforzi che le istituzioni stanno
attuando in questo campo, con importanti possibilità di collaborazione e di creazione di eventi
e interventi mirati.
La relazione successiva è stata tenuta dal Dottor Michele Manocchi, Sociologo dell’Università
degli Studi di Torino, con il titolo “Per una comunicazione interpersonale efficace”.
Manocchi ha evidenziato dapprima la bizzarria
del collocare una relazione sulla comunicazione
efficace tra altre di carattere medico e tecnico
rivolte alla lotta al doping, ma subito dopo ha
invece elencato le ragioni che rendono indispensabile, anche in questo campo come in altri,
possedere alcuni strumenti, alcune conoscenze
di base, per poter instaurare con i propri interlocutori comunicazioni efficaci, che aiutino chi
parla a raggiungere gli scopi prefissi.
È, infatti, ovvio ma altrettanto poco considerato,
in fatto che se un medico o un allenatore hanno
a che fare con un paziente o con un atleta, prima
di tutto quel paziente e quell’atleta sono perso-
26
ne, individui che si esprimono in un certo modo,
comprendono quanto viene loro detto, partecipano attivamente alla costruzione dei significati di
ciò che entra a far parte dello scambio comunicativo.
La comunicazione è sempre una relazione, che
si contraddistingue per tre caratteristiche fondamentali: il modo nel quale si comunica è inscindibile dai contenuti della comunicazione, e
atteggiamenti negativi, ad esempio, possono
inficiare messaggi che invece volevano essere
positivi; la comunicazione non verbale, ovvero i
messaggi che il nostro corpo lancia durante una
interazione sociale, è potentissima, ed è in grado, da sola, di fornire molte informazioni utili a
chi osserva e parla per capire come sta andando
la comunicazione, se l’interlocutore è attento e
partecipe o distratto e assente; infine, la cosa
più importante per riuscire a comunicare efficacemente è ascoltare il nostro interlocutore, perché ascoltare attivamente chi ci parla, collaborare con lui o lei alla costruzione comune di senso,
riprendere parte dei discorsi dell’altro per capire
se si è compreso il significato che l’interlocutore
voleva dare ad una certa espressione, sono le
azioni fondamentali per attuare una scambio comunicativo e relazionale proficuo e solido.
Anche nella lotta al doping, nell’educazione dei
giovani atleti, nello spiegare le azioni che si vogliono intraprendere ad un giudice o a un carabiniere, ad un insegnante o a un medico sportivo, attuare una comunicazione efficace diventa
indispensabile, affinché i molti forzi profusi per
la creazione di progetti e azioni non vengano vanificati da una comunicazione poco attenta alle
esigenze dell’altro, ai segnali di rimando, e, in
una parola, poco efficace.
A seguire, il Dottor Carlo Picco, Direttore del
Dipartimento di Medicina dello Sport – Sisport
Fiat, ha evidenziato come l’uso degli integratori
sia estremamente diffuso tra giovani in età evolutiva e atleti in età senile, oltre che nel mondo
delle palestre, con una relazione dal titolo “Educazione al buon uso dei farmaci integratori rivolta alla popolazione sportiva infradiciottenne ed
ultrasessantenne”.
Picco ha mostrato, infatti, i risultati di due lavori
di ricerca condotti, il primo, su giovani e anziani atleti e il secondo sul mondo delle palestre,
prendendo dati dai bodybilder. Ne emerge un
quadro allarmante, con molte ore per gli atleti
giovani passate in palestra oltre a quelle sui
campi da gioco per gli allenamenti, e con un uso
massiccio di integratori di vario genere, con uno
scarsissimo ruolo da parte del medico nei processi decisionali di assunzione degli integratori,
con una iniziale negazione del fenomeno da parte dei tecnici, seguita da una lenta presa di coscienza delle proporzioni del fenomeno stesso,
e con un ruolo, invece, preponderante, di canali
informali e non specialistici come la pubblicità,
il passaparola, l’allenatore, gli amici.
Letto alla luce delle altre relazioni presentate
nella mattinata, e che sottolineavano il nuovo
peso dello sport agonistico tra i giovani e i molto
giovani, e le difficoltà nel far passare certi valori,
certi significati tra gli atleti agonisti e amatoriali, l’intervento di Picco assume ancora maggior
rilievo nel sottolineare come il fenomeno sia diffuso e radicato in un modo di “pensare” lo sport
oggi.
La mattinata è stata chiusa dall’intervento del
Dottor Carlo Villoso, della Federazione Medico
Sportiva Italiana di Cuneo, intitolato “Il doping
negli sport di montagna”. Il Dottor Villoso ha approfittato della presenza dei suoi colleghi e della
Dottoressa Pacifici dell’Istituto Superiore di Sanità, per aprire un confronto su come si agisce
nella lotta al doping. Lui ritiene che occasioni di
richiamo mondiale, come sono state le Olimpiadi
Invernali di Torino 2006, debbano essere sfruttate a fondo per dare la massima eco alle azioni
che sono in campo contro il doping. In effetti, Torino 2006 è stata definita la prima olimpiade pulita, e tutti ricorderanno come alcune federazioni
nazionali avessero timore nel mandare i propri
atleti a gareggiare, spaventate dalla perfetta
macchina organizzativa dei controlli antidoping.
E infatti, Villoso ha ribadito la bontà delle azioni
compiute e la professionalità degli interventi.
Tuttavia, ha voluto rimarcare come la lotta al
doping debba diventare un imperativo per tutti
coloro che si occupano di sport, attorno al quale costruire una nuova concezione della pratica
sportiva, della performance e del benessere dell’atleta.
L’ultima sessione, pomeridiana, dedicata alla
prevenzione nell’arto inferiore, è stata moderata
dal Dottor Manilo Di Mattei, Primario provinciale INPS. Questa parte del convegno ha voluto
illustrare, da una parte, l’importanza del piede e
dell’arto inferiore non solo in praticamente tutte
le attività sportive, ma anche nella vita di tutti i
giorni. Il piede, infatti, è uno dei distretti più sollecitati del corpo umano e nella pratica sportiva
può raggiungere livelli di stress elevatissimi.
Fare prevenzione in questo senso significa educare gli atleti e le persone ad assumere certi
comportamenti che possono garantire un duraturo benessere al piede, una maggior capacità
di reggere gli sforzi e prevenire gli infortuni, con
ricadute indubbiamente positive per il futuro
della persona, durante la vecchiaia o al termine
dell’attività agonistica.
Gli interventi hanno coinvolto ancora il Presidente della Commissione Tecnica Nazionale Sport
e Salute, Ilario Lazzaroni, e il Dottor Michele
Manocchi, questa volta in qualità di Responsabile Eventi per l’Istituto Italiano di Cultura e
Formazione, Organo della Commissione Tecnica
Nazionale Sport e Salute, oltre alla Dottoressa
Mara Bancale, del Team studi Sisport Fiat, la
quale ha sottolineato le particolarità del piede,
visto come espressione di gestualità, oltre che
“semplice” strumento di deambulazione.
È stata l’occasione per presentare, da una parte,
un progetto a livello nazionale che la Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute vorrebbe
concretizzare e che riguarda, appunto, la prevenzione nel piede; e, dall’altra, la creazione del
Centro Studi BAI – Biomeccanica dell’Arto Inferiore, in collaborazione con il Centro di Medicina
Sportiva Sisport Fiat.
Il progetto nazionale sulla prevenzione del piede
vuole raggiungere il più alto numero di atleti e
di cittadini, per divulgare informazioni corrette e
utili sulla prevenzione.
Fare informazione sulla prevenzione, infatti,
BENESSERE
significa spiegare agli atleti, non solo ai giovani e forse soprattutto a quelli maturi, che una
corretta prevenzione del piede passa per certe
pratiche, certi esercizi, certi esami strumentali,
al fine di evitare spiacevoli conseguenze, ed è
anche indispensabile se si vogliono migliorare le
proprie performance.
L’azione sarà condotta a livello nazionale, e
pensiamo che una buona formula possa essere
quella delle giornate dedicate alla prevenzione
del piede, rivolte alla popolazione con particolare attenzione agli ambienti sportivi. Il progetto
vuole raggiungere un numero elevato di persone,
renderle protagoniste del proprio benessere e su
questo chiede il coinvolgimento di enti pubblici
e privati, istituzioni, associazioni, aziende, e tutti
coloro che, a vario titolo, hanno a cuore il benessere e la salute.
Per fare questo, le azioni saranno pensate insieme alle associazioni sportive e culturali del territorio, alle quali la Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute dedicherà parte delle proprie
energie per elaborare insieme progetti che non
solo costituiranno l’ossatura della lotta al doping e della prevenzione nell’arto inferiore, ma
che porteranno sicuri giovamenti alle associazioni stesse, in termini formativi e divulgativi.
Infine, il Presidente Lazzaroni ha presentato il
Centro studi BAI – Biomeccanica dell’Arto Inferiore, che nasce dalla collaborazione tra la
Commissione Tecnica Nazionale Sport e Salute
e il Centro di Medicina Sportiva Sisport Fiat, con
l’intento di porre particolare attenzione all’arto
inferiore, alle innovazioni disponibili, agli interventi e alla prevenzione, sviluppando sinergie
con altri centri, scambiandosi informazioni e
dando luogo a una serie di seminari di informazione.
Il Dottor Carlo Picco, in qualità di Direttore del
Dipartimento di Medicina dello Sport – Sisport
Fiat, ha concluso i lavori, ringraziando tutti i relatori e il pubblico intervenuto, e dando appuntamento alle future e numerose iniziative che da
questo convegno nasceranno.
C.T.N. Sport e Salute
28
RUGBY
Come ogni anno, si ripete anche stavolta la se-
colare disputa del tradizionale Torneo delle Sei
Nazioni, a partire dal mese di febbraio. Il Sei Nazioni è il più antico torneo a squadre del mondo
e la più importante competizione internazionale
di rugby dell’emisfero settentrionale. La sua nascita risale al 1883, come Home Championship,
ed era disputato tra le quattro nazionali delle
isole britanniche (Galles, Inghilterra, Irlanda e
Scozia). Successivamente, nel 1910, divenne
Cinque Nazioni con l’ingresso della Francia, per
poi arrivare all’attuale torneo con l’ammissione
dell’Italia nel 2000.
Il torneo si disputa con un girone di partite di
sola andata, che si svolgono annualmente tra
febbraio e marzo nelle capitali delle rispettive
nazioni, all’interno di stadi che, in alcuni casi,
rappresentano dei veri e propri templi del rugby.
Se a Roma le partite si giocano allo Stadio Flaminio, e a Parigi nello Stade de France, diviso
con il calcio, in Inghilterra il torneo è ospitato
nello stadio di Twickenham, nei pressi di Londra,
in Scozia in quello di Murrayfield ad Edinburgo,
e in Galles nel Millennium Stadium a Cardiff,
che ha il tetto che si può chiudere totalmente
per tenere lontane le intemperie dal campo di
gioco. Gli stadi britannici trasudano tradizione e
hanno visto svolgersi incontri che sono entrati
nella storia del rugby.
Un capitolo a parte merita il Croke Park di Dublino in Irlanda. Per i profani del rugby, però, prima
è meglio ricordare che nel rugby, le due Irlande,
la repubblica dell’Eire, cattolica, e l’Irlanda del
Nord (Ulster), protestante, che appartiene al Regno Unito, giocano unite in un’unica nazionale,
con una sola maglia verde e un unico simbolo,
il trifoglio.
La casa della nazionale irlandese a Dublino è
l’antico e stadio di Landsdowne Road, attualmente in ristrutturazione. Lo stadio di Croke
Park, capace di 80.000 spettatori, è lo stadio
dei cosiddetti sport Gaelici, l’hurling e il Gaelic
football. In questo stadio, il 21 novembre 1920,
durante una partita di Gaelic Football, l’esercito
britannico sparò sulla folla uccidendo 14 civili.
Da allora tutti gli sport non gaelici sono stati interdetti all’uso dello stadio, in segno di rispetto
per le vittime irlandesi, fino allo scorso anno. A
causa dell’inagibilità di Lansdowne Road, chiuso per lavori, infatti, l’Associazione degli Sport
Gaelici ha tolto il divieto e ha consentito l’uso
dello stadio per il rugby.
Quando nel febbraio 2007 l’Inghilterra è scesa in
campo contro l’Irlanda a Croke Park, nello stadio
si respirava una emozione intensa, che è stata
pienamente recepita dal XV irlandese che ha
sconfitto gli avversari con il più pesante passivo
di sempre negli scontri diretti: 43-13.
Il Torneo di quest’anno si preannuncia incerto,
anche perché quasi tutte le nazionali stanno
cominciando a reimpostare le squadre dopo la
disputa della Rugby World Cup dello scorso ottobre.
Tranne la Scozia, che continua con la equilibrata
squadra che è giunta ai quarti nel mondiale, sia
l’Inghilterra, la Francia e l’Irlanda partono con
uno svecchiamento dei giocatori e con un inevitabile scarso affiatamento, che rende imprevedibile stabilirne a priori il rendimento. Un discorso
a parte merita il Galles, che non è riuscito a entrare nei quarti al mondiale, sconfitto da Figi, e
che cercherà di riscattarsi immediatamente nel
RUGBY
Sei Nazioni 2008, puntando anche al successo
finale.
Anche l’Italia ha avviato un rinnovamento, partendo addirittura dalla sostituzione del tecnico,
che è il sudafricano Nick Mallett, e il prossimo
torneo sarà pieno di incognite e, si spera, anche
di piacevoli sorprese.
Si parte il 2 febbraio con Irlanda – Italia e Inghilterra – Galles, e il giorno dopo Scozia-Francia.
L’Italia poi giocherà le sue due partite interne
il 10 febbraio contro l’Inghilterra e il 15 marzo contro la Scozia, in quella che al momento
sembrerebbe essere la partita più abbordabile
per gli azzurri. Sarà comunque uno spettacolo,
da godersi negli stadi o per televisione, con le
dirette de La7. Buon divertimento, quindi, e ......
fiumi di birra per tutti, nella migliore tradizione
rugbystica.
Leo Ilare
30
Non sono più capace, ammesso che lo
sia mai stato di descrivere emozioni, di
trasmettere in modo vivido e sognante di
quello che provo, vedo, odoro.
Ho imparato a vivere emozioni solo per
me stesso al punto di non essere più in
grado di descriverle se non ai miei ricordi,
per puro godimento privato.
Potrei scrivere dei dolcissimi momenti
vissuti con elisa, dei rapimenti goduti con
chiara, delle angosce con Laura..., ma non
riuscirei comunque Ra trasmettervi quei
brucianti ricordi con la stessa intensità
che solo a me stesso riesco a rivolgere.
Non stupitevi perciò se parlando di subacquea non vi sentirete attratti, rapiti e meravigliati come lo sono stato io la prima
volta che mi sono immerso.
Ricordo ancora la domenica seguendo
mio padre dalla barca, o meglio seguendone le bolle fantasticavo di cosa stesse facendo, esploratore nelle profondità
mentre io bambino, al sicuro nell’abbraccio dell’aria aspettavo impaziente le cose
che mi avrebbe raccontato. Cinque metri,
conchiglie, punta Gro.
C’è chi ha iniziato meglio C’è chi non ha
mai iniziato Cinque metri, conchiglie,
Punta Gro: ecco dove e come ho iniziato.
Ricordo ancora l’ennesima domenica passata sul Lago di Garda a seguire le battute
di pesca subacquea di mio padre e dei suoi
amici sub, giornate estenuanti sotto il sole
che invariabilmente finivano all’isola dei
Conigli mangiando panini o grigliando
anguille appena pescate.
La segreta e continua speranza del bambino era che il padre, uscito dall’immersione avesse in scorta un po’ di voglia e di
aria nelle bombole per accompagnarmi in
acqua, rigorosamente a braccetto e rigorosamente per cinque minuti...
La maggior parte delle volte era così, forse anche per non affrontare i musi che
all’epoca riuscivo a sostenere; del resto la
passione me la stava trasmettendo tutta e
non poteva certo rimproverarmi una sana
curiosità e testardaggine che solo il decenne suo figlio poteva avere.
Quelle domeniche di fine estate erano
particolarmente intense per quel gruppo
di pazzi subacquei che formavano il Circolo Subacqueo Mantovano di allora. Ricordo personaggi che anche senza la fantasia di un bambino riuscivano ad essere
leggenda.
C’era Francesco la bestia: l’esagerazione
fatta sub, gran mangiatore, gran pescatore, con una voce che potevi sentire a chilometri di distanza come il rombo di un
tuono ...
C’era il Bito, l’uomo che annusava le
tracce dei pesci: si narra che riuscisse (e
riesca tuttora) a sapere quando sotto al
gommone ci fosse il pesce ... ma non un
pesce qualunque, Il pesce ovvero al grido
di “ferma ferma ferma” in piena navigazione, spenti i motori, caricato il fucile,
tuffato, risalito con cernia o anguilla che
fosse di taglia enorme, da campionato (almeno da quanto narra la leggenda).
Rigorosamente apneista, a volte risaliva
in barca con un sottile filo di sangue che
gli usciva dalle orecchie... beata testardaggine.
C’era Carlo: il saggio, l’istruttore, quello
che aveva dato gli esami a Nervi, con Duilio Marcante; uomo di poche parole , ma
sempre rispettato e di compagnia anche se
a suo modo.
Erano diventati i miei compagni della domenica.
Passavo i fine settimana ad ascoltare le
avventure di pesca di uno e dell’altro incredulo, a volte scettico, a volte credulone.
Li vedevo imprecare per indossare la
muta: questa seconda pelle stretta, squamosa, con una cerniera che si rompeva
una volta si ed una si e quindi il fedelissimo neoprene liquido, questo tubetto di liquido nero ed appiccicoso indispensabile
che mio padre teneva chiuso a chiave nella cassetta degli attrezzi sapendo benissimo che se mi fosse capitato tra le mani,
nonostante i suoi avvertimenti sarebbe
diventato un blob inutilizzabile di gomma
solidificata.
E poi il sottomuta a maglietta
I calzari (e se fa freddo i sacchetti di plastica sotto)
I guanti da operaio metalmeccanico della
FIAT: non per tenere caldo, ma per stringere il pesce arpionato, che non scivoli
dalle mani.
Poi lo sputo nella maschera poi riempita di acqua e appoggiata sul pagliolo del
gommone: attento a non ribaltare nemmeno una goccia d’acqua.
Pesantissimo il Bibombola, regola gli
spallacci, infila la cintura dei piombi: a
che profondità si scende? Domanda fon-
SUBACQUEA
damentale perché nell’era pre GAV la pesata è in funzione della profondità: si deve
essere molto pesanti all’inizio dell’immersione (e quindi sul fondo) per non fare la
fine del tappo di sughero durante la decompressione (a bombola quasi vuota).
Si perché le immersioni erano praticamente tutte fuori curva di sicurezza, ma in
quegli anni da quasi pionieri il computer
doveva ancora nascere: c’era il
DECOMPRESSIMETRO.
Ricordo da bambino il timore riverenziale
di fronte a questo strumento per me incomprensibile allora come adesso.
A domanda risposta: più stai sotto più
l’ago dello strumento si sposta sul rosso
poi risali per un po’ e ti fermi fino a quando torna sul verde, poi risali e se torna sul
rosso ti rifermi fino al verde e così via finche non sei fuori e adesso mangia se poi
vuoi fare il bagno.
Poi, finalmente si avvicina, si siede sul
mio telo e chiede “cosa dici... ti andrebbe
di scendere in acqua?” Chiaramente non
potevo dargli la soddisfazione di rispondere subito: maschietto orgoglioso. Dopo
qualche istante in cui consideravo se continuare a lanciare i sassi in acqua la mia
risposta era sempre, comunque, si.
E per l’ennesima volta eccomi a riascoltare come funziona un erogatore, come si
sputa nella maschera, come si deve pinneggiare...
E’ sempre stato così con mio padre. Ancora adesso, quando facciamo qualcosa
insieme si sente obbligato ad indossare
l’abito dell’insegnante, spiegandomi le
cose dall’inizio, come se fosse la prima
volta che affronto l’argomento.
Lui è sempre stato un sostenitore del Manuale.
Non ha mai acquistato o fatto nulla che
non fosse provvisto di manuale da studiare, nelle lunghe serate invernali, seduto
sulla sua poltrona.
Personalmente sono sempre stato più portato ad utilizzare i manuali come ausili,
non come guide: radio, videoregistratori, programmi per computer li ho sempre
imparati smanettando e solo arrivato ai
punti morti ho utilizzato le guide.
Si può capire quindi i conflitti nati tra noi
due in materia di addestramento... o forse la mia “manualità” nasce proprio per
conflitto con il suo sistema, vallo a sapere.
Comunque eccoci, anzi eccomi finalmente
vestito di quella muta così stretta che mi
dolevano sempre le dita, dopo, dal gran
tirare per infilarla.
Ed ancora lui che parla, le ultime raccomandazioni e soprattutto, spesso, l’ultima
frase:”comunque stiamo a braccetto”.
Con un tuffo al cuore capisco che non è
in vena di lasciarmi solo e, stanco com’è
l’immersione si risolverà in pochi minuti.
Non so se riesco a descrivere, e forse chi
non va sott’acqua non capirebbe comunque, quel sentimento misto di delusione
ma comunque gioia, perché in fondo, seppur non alle condizioni che avrei voluto,
posso andare sott’acqua. Ed ancora di più,
quando la lezione pre tuffo si concludeva
con la frase “fai il bravo”, che sottolineava il fatto che sarei sceso da solo, provavo
una emozione che forse adesso non riesco
più a ritrovare, se non andando a pensare a momenti quali la prima volta che ho
visto la ragazza che sarebbe diventata mia
moglie, il mio matrimonio, la nascita di
mio figlio ... cose così.
A questo punto ero talmente emozionato
che non ascoltavo più mio padre: per me
c’era solo il vento che mi sfiorava il viso
quasi coperto dal cappuccio mentre con il
gommone ci avvicinavamo al punto in cui
mi sarei immerso.
Pregustavo già il sapore dolciastro e fresco dell’aria compressa e con la coda dell’occhio scorgevo la preoccupazione di
mia madre e l’orgoglio malcelato di papà.
Finalmente siamo sul punto.
Un rapido controllo con l’ecoscandaglio
conferma che sotto (in realtà perfetta-
mente visibile ma papà ci teneva) vi era
un pianoro assolutamente spoglio la cui
profondità massima era cinque metri.
Lo strumento in questione era ben lungi
dall’assomigliare a quello che si vede anche sulle riviste subacquee.
Al posto del display a cristalli liquidi c’era
un foglio di carta sul quale un pennino,
simile a quello dei sismografi, disegnava
il profilo del fondale il tutto nelle dimensioni di una valigetta 24 ore.
Di nuovo le raccomandazioni, i controlli
sul manometro, gli sputi nella maschera
e, finalmente il tuffo rinfrescante nelle
acque del lago.
Mio padre, avvicinatosi mi passa l’erogatore e finalmente, attesa, sognata inizia
l’Immersione.
Sandro Pulleghini
Istruttore TDI-PSS
32
L’Associazione Natura a Cavallo è un’associazione nazionale, senza sco-
po di lucro che si propone di valorizzare il rapporto fra il cavallo e l’ambiente naturale mediante attività promozionali e di sostegno alle attività
di turismo equestre.
Ampiamente presente sul territorio nazionale organizza annualmente un
Raduno Nazionale, occasione per tutti i soci provenienti da ogni regione
d’Italia di incontrarsi, scambiare le proprie esperienze, rinnovare vecchie
amicizie e farne di nuove, nonché trascorrere momenti spensierati in compagnia dell’amato amico cavallo.
Il raduno, giunto ormai alla settima edizione, è organizzato a rotazione
dalle sezioni provinciali, che facendosi carico di tutte le incombenze organizzative, pianificano nei minimi dettagli ogni istante della manifestazione, dalle escursioni a cavallo alle serate conviviali. Il Raduno Nazionale
2008 sarà organizzato dalla sezione di Como e si terrà dal 1 al 5 maggio.
L’idea di un raduno nella provincia di Como è venuta ad Adriano Mason,
referente locale di Natura a Cavallo, che durante una passeggiata a cavallo con l’amico di sempre, Guido Margheritis, in una giornata di sole
primaverile in Valle d’Intelvi rimaneva incantato dallo splendido scenario
del posto così come accadeva, fin dalla fanciullezza, ogni volta che usciva
in passeggiata in questi meravigliosi scorci di natura vera e spontanea.
Così cominciò a fantasticare con gli amici sulla bellezza del territorio e
sul desiderio di condividere con gli amici di Natura a Cavallo ogni singolo
tramonto di queste valli, riscontrando da subito un vivo interessamento
all’idea di organizzare un Raduno Nazionale dell’Associazione.
La Valle d’Intelvi fu immediatamente individuata come luogo ideale, grazie
alla bellezza dei suoi panorami, per ospitare l’organizzazione dell’evento.
E’ una valle molto verde, ricca di boschi e pascoli con scorci panoramici
mozzafiato situata tra il ramo ovest del lago di Como ed il Lago di Lugano,
al confine con la Svizzera. I sentieri si snodano ad una altezza tra gli 800
metri ed i 1200 metri, lungo gli antichi percorsi tracciati dai contrabbandieri nel secolo scorso.
Alla velocità di un rullo di tamburo è nata l’idea, è stato effettuato il sopralluogo, tastato il polso alle amministrazioni locali ed ai cavalieri della
valle, si è interpellato il presidente Italo d’Incà e si è avanzata la candidatura.
Il programma del raduno prevede nelle prime due giornate delle passeggiate di circa 5/6 ore accompagnati da esperti cavalieri della zona ed alla
sera la cena quale momento importante di aggregazione e svago.
L’ultimo giorno si chiuderà in bellezza la manifestazione con una sfilata
nel centro del Comune di Como, dove le autorità locali precederanno la
processione a bordo di una carrozza d’epoca guidata dal mitico Giorgione,
folcloristico personaggio di Pian del Tivano. La sfilata terminerà con lo
schieramento dei cavalieri in piazza Duomo accolti dall’inno della banda e
salutati dal discorso di commiato delle autorità civili e religiose.
Guido Margheritis sottolinea come Natura a Cavallo possa rappresentare
un ottimo mezzo per conoscere la nostra bellissima penisola in compa-
gnia del nostro fidato amico cavallo.
A lui si aggiunge Luigi Righetti, uno dei cavalieri della Valle Intelai,
che ritiene questa un’ottima opportunità per far conoscere a moltissimi cavalieri le meraviglie e le possibilità di trekking che offre la
nostra Valle.
Chi abbisognasse di maggiori informazioni, può contattare adriano.
[email protected]
EQUITAZIONE
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EQUITAZIONE
Viaggio a Santiago de Compostela
Questa la méta del viaggio intrapreso da Va-
leriano Cacciotti di Carpineto (Rm), Appio De
Rocchis e Mauro Rossi di Sezze (Lt). Butteri appartenenti alla Compagnia delle Vie Orientali,
un’associazione nata con lo scopo di promuovere il turismo equestre.
È stata una cavalcata certamente ardua ma carica di fascino.
Sono stati dieci giorni di viaggio tra imponenti
monumenti e pianure sconfinate, tra contadini
sgarbati e fedeli convinti, tra bestie ed automobili. Dieci giorni di viaggio in cui tutto era stranamente irreale ma incantevole ed affascinante.
Il viaggio sponsorizzato dall’Astral – Azienda
Strade Lazio S.p.A – dalla XVIII Comunità Montana Area Romana e da Billy Bar di Sezze si è
svolto lungo quel “Cammino di Santiago” che
nel corso dei secoli, grazie alle vie tracciate dai
pellegrini di tutta Europa, ha rappresentato il
collegamento al grande Santuario Galiziano simbolo eterno della fede cristiana.
Tale Santuario, fin dal Medioevo, era meta di
pellegrinaggio per tutti i cristiani d’Occidente. Si
dice che fu Alfonso II il casto, re dell’Asturie e
della Galizia ad ordinare la costruzione del tempio intorno all’800.
Ma solo nel 893 con l’arrivo dei monaci benedettini iniziarono i pellegrinaggi verso la tomba
dell’apostolo Giacomo.
E, come per continuare una tradizione millenaria,
i nostri cavalieri, con molto ardore e con un pizzico di follia, hanno deciso di ripercorrere questo
faticoso quanto meraviglioso pellegrinaggio.
Il viaggio ha previsto un avvicinamento al Santuario con un camion. All’interno, oltre ai cavalcanti c’erano Gold e Romanella esemplari di
razza maremmana e Ladia di razza araba.
Dopo la partenza da Carpineto avvenuta nella
serata del 31 Agosto, dopo un breve soggiorno
a Lieve, vicino Chiavari, domenica 2 settembre
i cavalieri sono arrivati in Francia a Biarritz. Un
accampamento di fortuna fornisce riparo per la
notte sia ai cavalieri che ai cavalli.
Astorga, cittadina che dista 50 km da Leon è stata la meta raggiunta il giorno dopo. Qui è stato
parcheggiato il camion nel piazzale di un hotel
appartenente al “Camino de Santiago”. Nel pomeriggio dello stesso giorno, dopo aver bardato i
cavalli con scafarde e bardelle (tipica montatura
buttera), è iniziata la cavalcata verso Santiago.
“Ci basta poco per capire che la difficoltà maggiore dell’intero viaggio sarà provvedere all’alimentazione dei cavalli.
Pur essendo il territorio a forte vocazione agricola con numerosi allevamenti di bestiame incontrati lungo il viaggio, i contadini non sempre
si sono mostrati accoglienti e acquistare il fieno
per i cavalli è stato molto difficile”.
Questo il racconto dei cavalcanti. “Fatta eccezione di queste difficoltà, il percorso si è rilevato
piacevole e molto accessibile, tanto da permettere lunghi tratti di trotto e anche di galoppo.
Dopo otto giorni di viaggio, in cui la bellezza del
panorama ci lasciava continuamente senza fiato,
arriviamo a Brea, piccola città poco distante da
Santiago.
Qui, veniamo a conoscenza che la polizia di
Santiago non gradisce i cavalli all’interno della
città.
Tuttavia decidiamo di azzardare. Arriviamo di
buonora dinanzi al Santuario, riusciamo però
solo a scattare qualche foto perché, come da
copione, la polizia ci invita a raggiungere la
zona periferica della città. Sistemiamo i cavalli
a Monte de Goz, cittadina a 4 km da Santiago.
Torniamo al Santuario grazie all’aiuto di Manuel
un gentilissimo galiziano che senza crearsi troppi problemi ci aiuta nella nostra impresa.
Arrivati dinanzi al Santuario molte persone, per
via del nostro abbigliamento da butteri, ci guardano incuriosite.
Entriamo nella Basilica: una sensazione quasi
irreale ci pervade l’animo. Tutto è enorme, silenzioso e ricoperto d’oro.
Una visita, qualche foto rubata qua e la e poi il
ritorno verso Monte de Gozo a riprendere i cavalli, fare i preparativi, e per ripartire per l’Italia”.
Una sorta di Grand Tour moderno e per di più a
cavallo quello che i nostri cavalieri hanno voluto
intraprendere.
Un viaggio questo all’insegna della fede, della
tradizione e della passione che lega tre uomini
ad un animale che da sempre è il simbolo per
eccellenza delle fatiche e delle conquiste dell’uomo.
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A Pasqua: esplorazione del
territorio etrusco
Il nostro viaggio ci condurra’ nel territorio Etru-
sco, nelle zone comprese tra Tarquinia e il lago
di Vico. Numerosi i punti di interesse storico,
archeologico e ambientalistico. Partiremo da
Canale Monterano all’altezza del Ponte Sodo,
grandiosa opera idraulica etrusca, scavata nel
tufo tenero,per rifornire d’acqua la citta di Veio,
adiacente al parco di Stigliano per dirigerci verso Vejano, antica città Etrusca di cui rimane ben
poco a testimoniare la sua importanza, paragonabile all’Atene di Pericle. Le imponenti rovine della
città medioevale di Monterano,abbandonata per
la malaria ai primi dell’800 ci appariranno dopo
aver guadato i torrenti Palombara e Mignone.
Dopo aver attraversato una parte del parco naturale Marturanum raggiungeremo Barbarano
Romano con la necropoli rupestre di S Giuliano e
la colossale Tomba Cima, a tumulo,e visiteremo
la Tomba della Regina.
Raggiungeremo Blera percorrendo sentieri scavati nel tufo sul fondo di veri canyon percorribili
solo a cavallo e visiteremo le tombe a Dado.
Si prosegue sulla antica via Clodia per raggiungere le suggestive rovine di Norchia con le sue
tombe a facciata e la chiesa romanica di San
Pietro e guadato il Biedano si raggiunge la Rocca di Respampani dove pernotteremo nel famoso castello.
Dalla Rocca di Respampani, per un percorso
lungo e suggestivo, attraverso il poligono di tiro
dell’esercito di Monte Romano, dove il tempo e
sembra essersi fermato, cavalcando tra mandrie
di cavalli e vacche brade, lontani da qualsiasi
cenno di attività umana, arriveremo alla Farnesiana e poi Allumiere e la Tolfa con i suoi monti fino a 500 mt di altezza ricoperti da una fitta
vegetazione a macchia che nascondono numerose testimonianze del periodo etrusco arcaico
e dello sfruttamento delle miniere di pirite e
alumite. Dalla Tolfa, percorso il parco naturale
di Stigliano popolato da numerosa selvaggina, si
raggiunge nuovamente Casale Monterano.
Ma, se è difficile illustrare le innumerevoli testimonianze etrusche che troveremo sul nostro
percorso, che sembra essere studiato appositamente per i cavalli, è impossibile descrivere la
bellezza dei paesaggi che potremo ammirare,
la sensazione di un salto indietro nel tempo,un
tempo dove il cavallo era l’unico mezzo di trasporto ed era protagonista indiscusso di quei
tempi. Percorsi non difficili ma impegnativi che
lasceranno ricordi indelebili dentro di voi.
Programma:
Mercoledì 19 Marzo arrivo partecipanti
a Canale Monterano cena e briefing
20- 3 - 08 :Canale Monteranno > Vejano > Barbarano Romano > Civitella Cesi
21- 3 - 08 : Civitella Cesi > Norchia > Rocca di
Respampani
22- 3- 08 : Rocca Respampani > Monte Romano
> La Farnesiana >Tolfa
23- 3 - 08 : Tolfa - Bagni di Stigliano > Canale
Monteranno
24- 3 - 08 : Canale Monterano > Parco di Stigliano con i butteri allo smandriamento e merca >
Canale Monterano ( solo mattina)
Pomeriggio rientro partecipanti al paese di origine.
Itinerario:
I tratti asfaltati saranno circa il 3%su tutto il percorso. Le andature saranno passo e trotto, con
una percorrenza di ca sei ore a tappa .Le tappe
verranno effettuate anche in caso di pioggia.
Requisiti :
Adeguata preparazione fisica sia per il cavallo
che per il cavaliere per affrontare l’intero itinerario . Un’adeguata bardatura per il cavallo ed
un abbigliamento adatto per il cavaliere (i dettagli verranno forniti agli iscritti del trekking).
Non sono ammessi cavalli interi, cavalli senza
libretto ASL o non in regola con il COGGINS test.
I cavalli dovranno essere ferrati da non più di 20
giorni
Pernotto :
I cavalli verranno ricoverati in box, poste o paddock muniti di capanna.
I cavalieri saranno ospitati in agriturismo con camere a più letti, con possibilità di appartamenti
o camere singole/matrimoniali.
Una macchina appoggio si occuperà del trasferimento dei bagagli da una tappa all’altra.
Guide :
Il viaggio verrà condotto da Fabrizio Simonetti e
Laura Lami, entrambi muniti di Brevetto di Istruttori di Turismo Equestre. Durante il percorso
saremo affiancati da esperti butteri e personale
della Forestale a cavallo.
Costi :
Il Centro Ippico Fioralice metterà a disposizione i
cavalli della scuola idonei al trekking.
Iscrizioni: 50.00 per ogni partecipante e/o accompagnatore
80.00 gg comprende colazione – pranzo -cenapernotto cavaliere e cavallo
70.00 gg per accompagnatori senza cavallo
60.00 gg cavalli scuola per Soci 80.00 gg non
Soci 230.00 costo trasporto cavalli andata e ritorno a cavallo per van 6 cavalli.
Numero minimo di partecipanti a cavallo 10, numero massimo 15. Verrà consegnata a tutti i partecipanti a cavallo una targa ricordo con inciso il
percorso effettuato
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rispetto, stima e amicizia nei confronti
di questo animale, poderosa macchina di
muscoli e d’energia che ha accompagnato la storia dell’umanità in tanti secoli. Il
secondo perché ha voluto sintetizzare la
propria esperienza d’istruttore “vissuta
sul campo”, il terzo, e forse più importante motivo, per offrire ad ogni cavaliere esperto o neofita - un momento di verifica
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EQUITAZIONE
The real West, no games!
Il vero west americano in toscana
Jason Buckingham ha il piacere di presentare
il vero West in un ranch molto simile alla realtà
del lontano ovest americano.
In Toscana è nato un vero Working Ranch di
1500 ettari dove si alleva il bestiame in completa libertà e dove si lavora a cavallo per diverse
ore al giorno.
Qui il “Ranching lifestyle”, nato da horsemanship ed esperienza, può offrire insegnamento e
pratica oltre ad una reale esperienza di vita giorno dopo giorno.
Jason Buckingham, Cowboy di professione, dedica la sua vita all’insegnamento professionale
delle vere tradizioni del ranching americano e
dell’odierna cultura del Working Cowboy.
Nato e cresciuto in un Ranch in Idaho (USA)
dove venivano allevati 4.500 capi di bestiame in
65.000 acri di sconfinata terra, addestrò il suo
primo puledro a nove anni.
Sin da tenera età fu influenzato dai tradizionali
metodi di addestramento dei Vaqueros di vecchio stampo. Dedito principalemente alle discipline di Working Cows e Ranch Roping
segue in prima persona l’applicazione di tutte le
metodologie di addestramento naturale.
Alleva ed addestra cavalli per il lavoro da ranch
e per le competizioni nelle varie discipline western. Partecipa ai Ranch Rodeo in tutti gli Stati
Uniti sin da giovane età.
Roper Champion - Campione di Roping
del Nord West americano Ranch Rodeo
Champion
- Campione di Ranch Rodeo del Nord West
americano.
US T.R.C. United States Team Roper
Champion - Campione US di Team Roping
Fondatore e presidente dell’associazione
N.W.W.C.A.
(North West Working Cowboys Association) ha, in USA, una scuola di formazione
professionale per Cowboys e professionisti di
Ranch Roping.
Nel 2004 è giunto in Europa per divulgare professionalmente la vera cultura e le vere tradizioni del “Western lifestyle” che, soprattutto in
Italia, sono state del tutto travisate.
È il primario insegnante tecnico di tutti i corsi
di Animantia dove gestisce, assieme ad Elena
Bajona, diversi corsi di formazione.
Le principali attività svolte nel Ranch:
- Colt starting (ammansimento puledri e addestramento)
Problem Solving (risoluzione di problemi
comportamentali su cavalli giovani e anziani)
- Corsi di Ranch Roping
- Cattle Drive (transumanza a cavallo per lo
spostamento del bestiame)
- Corsi sul Comportamento Equino (Brevetti riconosciuti CNSF, Coni)
Preparazione ed addestramento di cavalli da
Ranch
Cos`è il Roping?: il Roping era ed è tutt’ora un
metodo di lavoro usato nei ranch americani per
prendersi cura del bestiame che vive libero in
sconfinate terre.
Viene usato il rope (lazo) da cavallo per prendere
un vitello o un capo di bestiame alla testa ed ai
piedi al fine di poterlo vaccinare o curare.
Lo sport che oggi viene praticato deriva dalla
competizione portata dai Cowboys che lavoravano nei ranch.
Animantia
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Il lavoro in sezione,
Come si lavora in campo con i nostri allievi ed i
nostri cavalli????
Il lavoro in ripresa può svolgersi fondamentalmente attraverso tre metodi:
- il lavoro in sezione o in più sezioni;
- il lavoro individuale;
- il lavoro a volontà.
Ovviamente sta all’istruttore scegliere all’inizio
della ripresa il tipo di lavoro dar far eseguire ed
il tipo di metodo da utilizzare, la scelta del metodo è influenzata da numerosi fattori, alcuni di
questi sono:
- le dimensioni del maneggio;
- il numero dei cavalli;
- il livello tecnico dei cavalieri;
- la preparazione fisica e tecnica dei cavalli;
- il tipo di cavalli impiegati;
- la conoscenza che l’istruttore ha del binomio;
- gli scopi che si vogliono raggiungere;
- il tempo a disposizione;
- etc..., etc..........
Il lavoro in sezione è uno dei tre metodi cui abbiamo accennato precedentemente, in genere
è il più usato quando si hanno degli allievi alle
prime armi e l’istruttore ha la necessità di doverli tenere d’occhio tutti contemporaneamente, in
modo che se qualche allievo dovesse avere dei
problemi con il suo cavallo, egli possa intervenire prontamente.
Per sezione intendiamo l’insieme di più cavalieri
(il numero è variabile) che seguono, a distanza
stabilita, le orme del cavaliere che sta in testa,
chiamato capo-sezione, e che eseguono gli ordini dell’istruttore.
L’ordine che l’istruttore darà per iniziare il lavoro in sezione è il seguente: «In sezione dietro
...(nome del capo-sezione)..., a ...(numero cardinale)... lunghezze di distanza, sulla pesta a mano
...(dx o sx)..., passsoo...oooo».
Esempio: «In sezione dietro Tizio, a due lunghezze di distanza, sulla pesta a mano dx, passsoooooo».
Gli ordini dell’istruttore sono rivolti a tutta la
sezione, in caso diverso l’istruttore specificherà il nome del cavaliere che deve eseguire un
particolare esercizio. Durante tutta la durata del
lavoro, il cavaliere non può lasciare il suo posto
nella sezione, se non per ordine dell’istruttore.
Per tenere sempre vivo l’interesse di tutti e mantenere alta la curva dell’attenzione sul lavoro
comune, quando la preparazione dei cavalli e dei
cavalieri lo consentano, è utilissimo alternare a
capo-sezione i vari cavalieri.
Come accennavamo precedentemente, il lavoro
in sezione è utile all’istruttore, quando i cavalieri
sono principianti o numerosi o quando montano
cavalli giovani o quando le dimensioni della cavallerizza sono contenute in spazi ristretti.
Quando lavoriamo in sezione con cavalieri principianti il lavoro deve essere ispirato alla maggiore semplicità possibile e limitato ad alcuni
dei movimenti classici del maneggio, e l’istruttore deve cercare di mettere come capo-sezione
il cavaliere più esperto e con il cavallo più tranquillo per consentire che il lavoro della sezione
si svolga nel modo più regolare.
Inoltre l’istruttore deve curare oltre la scelta del
capo-sezione anche la posizione di ogni singolo
binomio, mettendo in coda alla sezione i cavalli
più irrequieti in modo che disturbino il meno possibile il lavoro della sezione.
Nel comandare i movimenti di maneggio, l’istruttore deve aver cura di impostarli prima con una
sintetica spiegazione generale, quindi di farli
eseguire.
L’esecuzione dei movimenti classici di maneggio
favorisce la concentrazione sul lavoro da parte
di tutti i cavalli, evitando ribellioni al lavoro o
rallegrate di questo o di quel puledro.
Mentre quando lavoriamo in sezione con cavalieri esperti che montano cavalli giovani, questo
tipo di lavoro regolarizzerà il comportamento generale dei cavalli, soprattutto se il capo-sezione
monterà un cavallo particolarmente tranquillo.
Il lavoro in più sezioni è molto utile ed interessante, anche se è molto difficile da gestire e
presenta delle difficoltà nella condotta e nell’organizzazione.
Questo va eseguito in genere con cavalieri molto esperti e con cavalli tranquilli, ovviamente in
maneggi di dimensioni idonee. E’ un lavoro che
ha una notevole spettacolarità, soprattutto se
ben gestito, tenendo le sezioni diametralmente
opposte, rispetto al centro del maneggio, che si
muovono a mani differenti e facendo eseguire
loro figure simmetriche, portandole ad incrociarsi o a procedere appaiate, soprattutto nei cambiamenti o nei tagliate.
Durante tutta la ripresa l’istruttore deve continuamente e instancabilmente correggere i difetti
di assetto o semplicemente le posizioni di questa
o quella parte del corpo del cavaliere, e dare le
indicazioni necessarie per una buona conduzione
del cavallo nelle varie figure di maneggio.
Il lavoro in sezione, nonostante abbia molti limiti
per quanto riguarda l’istruzione del cavaliere e
l’addestramento del cavallo, consente all’istruttore di dare a tutti gli allievi una buona impostazione generale, sia come assetto sia come posizione a cavallo, che come condotta del cavallo
stesso.
EQUITAZIONE
individuale e a volontà
Riassumendo in genere adotteremo il lavoro in
sezioni, quando si verificano una o più delle seguenti condizioni:
- maneggio piccolo;
- tanti cavalli;
- cavalieri principianti;
- cavalli giovani;
- mantenere i cavalli in ordine e tranquilli;
- poco tempo;
- etc..., etc..........
Mentre adotteremo il lavoro con più sezioni
quando si verificano una o più delle seguenti
condizioni:
- maneggio grande;
- tanti cavalli;
- cavalieri esperti;
- cavalli tranquilli;
- fare figure di maneggio più complicate;
- fare un lavoro più difficile, per far concentrare
l’attenzione dell’allievo non solo su se stesso ma
pure sugli altri;
- molto tempo;
- etc..., etc..........
Il lavoro individuale è il secondo metodo di organizzazione del lavoro nella cavallerizza.
Il lavoro organizzato individualmente consente
all’istruttore di non aver più i cavalieri riuniti in
sezione, ma distribuiti sulla pesta della cavallerizza in intervalli uguali.
L’istruttore ricorrerà al lavoro individuale con cavalieri già padroni del cavallo che montano e in
grado di eseguire, individualmente, gli esercizi
previsti.
Questo tipo di lavoro darà la possibilità ai cavalieri di svolgere un lavoro più personale, inteso
ad ottenere dal cavallo rispondenze sempre più
strette alle azioni della mano e delle gambe.
Ovviamente per poter lavorare correttamente e
tranquillamente i cavalieri non devono essere
tanti e la cavallerizza deve essere abbastanza
grande da poterli contenere sulla pesta con comodi intervalli tra l’uno e l’altro.
L’ordine che l’istruttore darà per iniziare il lavoro
individuale è il seguente: «Per uno sulla pesta a
mano ...(dx o sx)..., passsoo...oooo».
Nel lavoro individuale ogni cavaliere, portandosi
sulla pesta della cavallerizza alla mano e all’andatura indicati dall’istruttore, potrà dedicarsi
meglio alla condotta del suo cavallo, perché non
disturbato dai cavalli che lo precedono o che lo
seguono.
Il cavaliere dovrà cercare di mantenere gli intervalli invariati, cosa indispensabile per l’esecuzione di alcuni movimenti di maneggio, e per
riuscire in questo sfrutterà gli angoli del maneggio, entrandovi o tagliandoli per allungare o ac-
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corciare le distanze dal cavallo che lo precede,
oppure potrà eseguire dei tagliate o delle volte.
Questi movimenti consentono all’istruttore di verificare il grado di attenzione dei cavalieri.
Gli ordini dell’istruttore si rivolgono a tutti i cavalieri, in caso diverso l’istruttore specificherà il
nome del cavaliere che deve eseguire un particolare esercizio, e gli ordini per eseguire le figure di maneggio sono preceduti da:
«Per uno ...(figura di maneggio)...».
Riassumendo, in genere adotteremo il lavoro
individuale quando si verificano una o più delle
seguenti condizioni:
- maneggio grande;
- non troppi cavalli;
- cavalieri esperti;
- cavalli tranquilli;
- lavoro più personale;
- ottenere dal cavallo rispondenze maggiori alle
azioni della mano e delle gambe;
- etc..., etc..........
Il lavoro a volontà è il terzo metodo di organizzazione del lavoro nella cavallerizza.
L’istruttore ricorrerà a questo metodo quando
si troverà di fronte una ripresa costituita da cavalieri con una certa esperienza su cavalli ben
addestrati e quando le dimensioni della cavallerizza ed il numero di cavalieri lo consentano.
Questo è un metodo avanzato di lavorare in ripresa, in quanto i cavalieri stabiliscono da sé il
lavoro che andranno a svolgere e saranno liberi
di lavorare alle due mani ed alle tre andature, effettuando il lavoro più idoneo per il loro cavallo,
ovviamente cercando di non intralciare il lavoro
degli altri cavalieri componenti la ripresa.
Dovranno preoccuparsi unicamente della condotta del proprio cavallo, adeguandosi alle esigenze
che di volta in volta si vengono a creare, senza
dover seguire una istruzione comune.
Inoltre l’istruttore avrà più tempo e maggiori
possibilità di intervento su questo o quel cavaliere, non dovendo seguire un’intera sezione ma
potendosi dedicare ad un cavaliere alla volta,
ovviamente continuando sempre a tener d’occhio l’operato di tutta la ripresa, ciò gli darà la
possibilità di curare più nel dettaglio alcune sfumature riguardanti sia il cavallo sia il cavaliere.
L’istruttore può passare dal lavoro in sezione o
in più sezioni al lavoro individuale e quindi al lavoro a volontà e viceversa, tutto per rendere il
lavoro più vivo ed interessante.
Questo sempre in funzione della preparazione
dei cavalieri e dell’organizzazione della ripresa
da parte dell’istruttore.
Il lavoro a volontà può iniziare in tanti modi come
abbiamo già detto l’istruttore può iniziare con il
EQUITAZIONE
lavoro in sezione per poi passare al lavoro individuale e quindi a quello a volontà, o iniziare dal
lavoro in sezione per poi passare direttamente
a quello a volontà, o iniziare con il lavoro individuale e passare successivamente a quello a
volontà, oppure può iniziare direttamente con il
lavoro a volontà. Gli ordini che l’istruttore darà
per iniziare il lavoro a volontà possono essere
i seguenti:
- «A volontà a mano ...(dx o sx)..., passsoo...
oooo»;
- «A volontà alle due mani, passo e trotto»;
- «A volontà alle due mani e alle tre andature».
La scelta da parte dell’istruttore tra l’uno o l’altro
modo di impostare il lavoro a volontà dipenderà
naturalmente dal numero e dal grado di addestramento di cavalli e cavalieri.
Il lavoro a volontà, in particolar modo se effettuato da un numero elevato di cavalieri ed in una
cavallerizza di dimensioni limitate, comporta la
conoscenza delle regole generali del lavoro nella
cavallerizza, la cui osservanza da parte di tutti
assicura il buon andamento del lavoro stesso.
Alcune delle regole da rispettare in questo tipo
di lavoro al fine di evitare incidenti e scompiglio
all’interno della cavallerizza sono le seguenti:
- non seguirsi;
- incrociandosi tenere la dx;
- evitare di sostare oppure di lavorare sulla pesta
della cavallerizza per molto tempo;
- evitare l’uso della voce o della frusta;
- controllare sempre la propria posizione in relazione a quella degli altri cavalieri.
Inoltre l’istruttore dovrà tener conto dei cavalli
con cui sta lavorando per poter dare al cavaliere
indicazioni di carattere generale sul tipo di lavoro da eseguire in base al temperamento del
cavallo, per esempio:
- con cavalli in avanti, eseguire spesso degli alt
ed effettuare spesso dei tagliate o cambiamenti
di mano;
- con cavalli in avanti e contro la mano lavorare
molto in volta ed in circoli di dimensioni differenti;
- evitare, in ogni caso, di lavorare troppo a lungo
con un cavallo contro la mano;
- con cavalli pigri che cercano di evitare di impegnarsi nel lavoro effettuare frequenti cambiamenti di cadenza e frequenti transizioni di
andatura.
Riassumendo in genere adotteremo il lavoro a
volontà quando si verificano una o più delle seguenti condizioni:
- maneggio grande;
- non troppi cavalli;
- cavalieri esperti;
- cavalli addestrati;
- lavoro più personale;
- ottenere dal cavallo rispondenze maggiori alle
azioni della mano e delle gambe;
- l’istruttore avrà più tempo e maggiori possibilità di intervento su questo o quel cavaliere;
- possibilità di curare più nel dettaglio alcune
sfumature riguardanti sia il cavallo che il cavaliere;
- etc..., etc.........
Bucefalo
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EQUITAZIONE
STORIA DI UNA GRANDE AMICIZIA
Sally è una deliziosa cavallina di circa 13 anni, trascorre le sue
giornate in un ampio paddok, dove il suo proprietario ha costruito di proprio pugno un box comodo con vista panoramica sulle
maestose alpi Apuane, montagne di marmo, gioiello naturalistico protetto da un parco naturale regionale e meta ideale per gli
amanti della natura.
Ho conosciuto Sally in passeggiata con Dab, un quarab in mezza
fida di 4 anni che ne combinava di tutti i colori nonostante la sua
estrema bontà. Dopo alcuni mesi il mio amico Dab fu venduto e
mi fu proposto di accudire la dolce Sally.
Accettai subito soprattutto perché sapevo che lei era molto sola,
usciva di rado e il suo sguardo era spesso triste e perso nel vuoto,
nonostante il suo proprietario avesse fatto di tutto per ricreare
un’ambiente quanto più possibile idoneo alle necessità della sua
amica.
Così abbiamo iniziato ad uscire insieme, ero al settimo cielo perché l’idea di occuparmi di lei mi riempiva il cuore di felicità,
sapere che Sally mi aspettava al mattino dava un senso speciale
alla mia giornata.
Non ho mai amato alzarmi presto ma all’improvviso, da quando
c’era Sally nella mia vita, quel problema era scomparso completamente! Giorno dopo giorno ha iniziato a regalarmi passeggiate
stupende ed emozioni meravigliose, con lei mi sentivo totalmente
sicura, la sua saggezza e grande generosità mi hanno resa in pochissimo tempo padrona di ogni sentiero della zona, peraltro bella come poche, si tratta del Parco Naturale di Monte Marcello.
Avevo riempito il vuoto che c’era nella noiosa vita di Sally e ogni
qual volta si imboccava la strada del rientro al paddok dai suoi
occhi incominciava a trasparire un velo di tristezza.
Fu così che pensai di trovarle una compagnia! Dopo pochissimo
tempo arrivò Fiocco, un coniglio bianco che suo malgrado si tro-
vò a condividere il fienile con quel gigante mai visto, infatti alla
prima occasione scappò via a zampe levate lasciando Sally sola
e piuttosto perplessa! Niente da fare, dopo tanti ragionamenti
abbiamo capito che alle dolce Sally occorreva un animale che
amasse la compagnia dei cavalli, le lunghe passeggiate e che fosse soprattutto fedele.
Così entra in scena Doria: un batuffolo di border-collie dagli
occhi azzurri, tremante e avido di affetto.
La prima volta che Doria incontrò Sally aveva solo due mesi ed
era un cucciolo ciondolante terrorizzato dalla mole del grande
animale, ma il suo cuoricino coraggioso sentiva che poteva fidarsi e così pian piano hanno iniziato a conoscersi e a desiderare la
compagnia l’una dell’altra.
Era rimasto un solo problema da risolvere, cioè insegnare a Doria ad inseguire Sally ovunque! Un impresa difficile ma avvincente.
Quante volte abbiamo immaginato di galoppare lungo un sentiero alberato con accanto il nostro amico a quattro zampe che
corre libero e felice? Ma come ben sappiamo i luoghi dove si può
passeggiare a cavallo, senza macchine e moto che sfrecciano incuranti della nostra presenza, sono ormai davvero pochi, anche
se si vive in zone di campagna o poco urbanizzate.
Se prima, attraversare strade trafficate e a percorrenza veloce,
era una “passeggiata” da sola con Sally con l’arrivo di Doria
tutto ciò era diventato estremamente pericoloso. In quel momento mi balenò nella mente che forse avrei potuto insegnare a quel
cucciolo qualcosa di piuttosto insolito per un cane: andare a cavallo.
Montare in sella con me sarebbe stata l’unica soluzione per evitare il pericolo che rappresentavano le macchine, anche se si
trattava di brevissimi tratti che portavano ai sentieri tanto ago-
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gnati!
Così una mattina decisi di fare una prova, presi Doria in braccio
e, una volta montata a cavallo, con voce tranquilla rassicurai
prima la cagnolina, che era piuttosto sconvolta, e poi Sally che
come tutti i cavalli sentiva ogni nostra emozione.
Sapevo con certezza che, anche in un’occasione così delicata,
Sally non avrebbe deluso le mie aspettative, infatti, senza dare il
minimo segno di nervosismo, rimase immobile respirando piano
per non spaventare la piccola intrusa.
Doria, dal canto suo, dopo qualche momento di paura, iniziò ad
annusare qua e là la criniera e il garrese di Sally.
Quando mi resi conto che tutto era sotto controllo, con una leggerissima pressione delle gambe, chiesi a Sally di partire al passo.
Mentre eravamo in circolo nel paddok Doria si era completamente tranquillizzata al punto che di tanto in tanto la adagiavo
dietro l’arcione della sella.
In pochissimi giorni, con l’aiuto di una pettorina per cani e qualche premio goloso Doria imparò a salire a cavallo ed appena
montavo in sella e la chiamavo lei arrivava, un po’ dubbiosa si
alzava sulle due zampette posteriori e con quelle anteriori si appoggiava sull’avambraccio di Sally, sporgendomi afferravo l’imbracatura e la tiravo su.
Grazie a questa idea in pochissimi giorni siamo uscite in passeggiata, qualche metro prima di arrivare su strade trafficate
la facevo salire in sella ed appena superato il pericolo scendeva
tranquilla nonostante la considerevole altezza.
Quando imboccavamo un sentiero adatto lanciavo Sally al galoppo e Doria divertita ci seguiva senza esitazioni, ma la vera
soddisfazione è stata vedere Sally dondolare la testa e sgroppare
di gioia mentre correva accanto alla sua amica.
Si, libere e felici tra i filari d’uva, sugli argini sterrati o su morbidi tappeti erbosi dove davamo il meglio di noi stesse.
Oggi Doria è quasi adulta, macina chilometri di passeggiate,
guada il fiume Magra insieme a Sally, conosce alla perfezione
ogni angolo dei posti che frequentiamo e sa esattamente quando
ci dobbiamo fermare per attraversare una strada.
Quando porto Sally a pascolare vicino al fiume Doria ne approfitta per scatenare tutte le sue energie, si lancia all’inseguimento
delle anatre che vivono lì, loro ormai la conoscono bene, sanno
che ha solo tanta voglia di giocare e si allontanano starnazzando
per tornare indietro un attimo dopo.
Per Sally le passeggiate che prima erano monotone ora sono divertenti e piene di brio, la compagnia di Doria ha riacceso l’entusiasmo e risvegliato tante emozioni sopite.
Circondate da una natura palpitante di vita percorriamo sere-
EQUITAZIONE
ne viottoli e sentieri, costeggiamo il Magra dove incontriamo di
continuo aironi e cigni, soprattutto fagiani e lepri selvatiche perfettamente ambientate in questo straordinario paesaggio alpino,
che racchiude un’incredibile varietà di fiori e piante rare.
Oltre le Apuane si estende la Lunigiana, terra meravigliosa attraversata da itinerari medioevali della Via Francigena.
Questa affascinante vallata appenninica offre una natura incontaminata da vivere a cavallo tra castagneti secolari ed estesi
boschi di faggio dove non è raro avvistare caprioli o scorgere
nel cielo falchi e poiane, sono davvero meravigliosi questi rapaci quando, volando bassi , si lasciano ammirare in tutto il loro
splendore.
Immersa in questo paesaggio paradisiaco, in compagnia delle
mie inseparabili amiche, mi accorgo che vivo un sogno che si
realizza giorno per giorno grazie a loro: Doria e Sally.
Molte volte mi meraviglio di come Doria abbia imparato così velocemente ad andare a cavallo, senza alcun problema fa le prime
due andature, passo e trotto, anche se di solito è sufficiente andare al passo perchè Doria monta con me solo quando è necessario
attraversare strade trafficate, per tutto il resto della passeggiata
lei saltella qua e la annusando e rincorrendo farfalle e cavallette.
Durante le nostre escursioni a tre raccogliamo consensi ovunque, le persone che incontriamo rimangono sempre piacevolmente sorprese nel vedere Doria sulla sella davanti a me e Sally
proseguire placida e tranquilla per la sua strada.
Capita anche di uscire in gruppo con gli amici del maneggio,
qualche volta ci scambiamo i cavalli per brevi tratti ma Doria,
dopo aver osservato ogni nostra mossa, segue Sally imperterrita
nonostante sia cambiato il cavaliere!
E’ una scena buffa che provoca l’ilarità dei miei compagni di
viaggio ma nello stesso tempo molto tenera perché dimostra
quanto attaccamento ci sia tra Doria e Sally, quanto la cagnetta
si senta al sicuro solo accanto alla sua amica.
Ogni qualvolta si presenta una situazione rischiosa Doria si affianca a Sally e insieme affrontano qualsiasi novità incontriamo
durante le nostre avventure.
Quante emozioni indescrivibili ci regalano i nostri amici animali
e la natura intorno a noi, in cambio ci chiedono solo rispetto e
amore, diamoci da fare....in fondo non ci costa nulla!
43
LE SOCIETA’ CI SCRIVONO
Palermo
1° Meeting regionale preagonisti inter-enti ma-
schile e femminile II° Judo Games.
È stato difficile trovare spazio nel parterre di
gara e pochissimi i posti a sedere nelle tribune.
Questo il metro di valutazione per definire la
splendida manifestazione di Domenica 04
Novembre al Palaoreto di via Santa Maria di
Gesù di Palermo.
Più di 250 bambini e bambine, tra 5 ed i 12
anni, in rappresentanza di oltre 50 società siciliane.
Il circuito ludico-motorio per i mini atleti ed il
regolamento federale del “Judo Protetto” sotto
la supervisione egregia del M.stro Giovanni Cocheo, quale commissario ufficiali di gara, sono
stati alla base del successo della manifestazione.
La manifestazione organizzata da CNS FIAMMA, ASC Sicilia ed MSP Sicilia, tre enti di
promozione sportiva riconosciuti dal CONI,
ha consolidato le premesse di collaborazione
tra enti diversi già iniziata in Sicilia nell’aprile
scorso.
Francesco Cocheo, Beppe Mannoja e Francesco
Bondì i fiduciari regionali per il judo rispettivamente degli enti C.N.S. FIAMMA, A.S.C
Sicilia e MSP Sicilia si sono detti soddisfatti
della riuscita dell’evento ed hanno messo in
risalto la possibile e fattiva collaborazione tra
gruppi diversi che lavorano per lo stesso obbiettivo.
Marina di Sibari (CS)
Il 28 ottobre, presso l’Hotel Sybaris di Marina di
Sibari si è svolto un’importante convegno sportivo sul tema : PROPORRE LO SPORT
CON NUOVO METODO GLOBALE E
INTEGRATO.
La riunione in presenza di 200 persone circa ha spaziato con vari punti importanti .Il
Doping,come si lotta per allontanarlo, è stato
ricordato Pantani e tanti atleti rimaste vittime da
anabolizzanti letali.
La presenza inoltre del Presidente Provinciale
della Federazione Motociclistica Italiana Ernesto Montalto e Gaetano Gatto che hanno “battezzato” la nascita di un nuovo Club di centauri
denominato “ BULLS FURIOS SYBARYS MOTO
CLUB” e che a presto sarà affiliato al Centro
Sportivo Nazionale Fiamma.
Per opportuna conoscenza il M° Antonino Gattu-
so comunicava all’uditorio la presentazione del
MOTOCLUB l’8 Gennaio 2008 con una grande
esibizione presso il Villaggio Olimpico di Villapiana di Moto Trial laddove lo sport estremo
sfodererà tutto il suo fascino.
Il M° Gattuso, Presidente dell’A.S. Nautilus
Sport Center di Corigliano da qualche giorno
affiliata al Centro Nazionale Sportivo Fiamma
ha poi preso la parola è ha veramente dato una
chicca importante al convegno.
Da Gennaio afferma il Maestro Gattuso, il
C.N.S.Fiamma - Sport Nazionale in rappresentanza del suo V.Presidente del Consiglio
Nazionale Giovanni Martino di Castrovillari , il
Villaggio Olimpico di Villapiana Lido sarà teatro
di un programma Sport Nazionale che terrà banco per tutto l’anno.
Sono previsti all’interno del calendario : lo Sport
con campionati Interregionali di Atletica Leggera ,Equitazione , Arti Marziali , Calcio a 5 , Danza Sportiva , Tiro con l’Arco , Nuoto , Pugilato
e King Boxing. Per il Settore Culturale saranno
impegnate varie associazioni del Centro Fiamma
settore Teatrale e convegnistico Socio-Medico
Sportivo.
Sarà programmato inoltre il 1° Premio Uomini
e Aziende 2008,aziende prescelte che si sono
maggiormente distinte nei propri settori.
L’ Ambiente C.N.S. Fiamma come settore
d’attualità sarà impegnato per corsi di formazione di Polizia Ambientale , cinofilia , salvamento
e Guardia Costiera.
Il Settore Turistico dello Sport Nazionale Cosenza sarà presente con un campo fieristico e
stand’s allo scopo di far conoscere culture nazionali ed internazionali sia per le loro capacità
culturali che tecnologiche.
Lo Spettacolo sarà la punta di diamante del
Centro Nazionale Sportivo Fiamma
all’interno del calendario prenderanno posto
concerti di musica Pop, Rock e Classico con artisti di statura internazionale. Sarà prevista la finale Regionale di Miss Fiammetta Italia
2008 e Danza Sportiva , non mancheranno i
festival, della canzone lirica dedicato a Luciano
Pavarotti, della canzone napoletana dedicato a
Mario Merola, del varietà dedicato a Gigi Sabani, un personaggio che si può dimenticare così
presto, in Italia è stato dopo Alighiero Noschese
il più grande imitatore di tutti i tempi.
Non mancheranno infine i corsi di formazione
Sport Nazionale di:
Canto , Danza, Recitazione, Mimo, Portamento.
Insomma il Maestro Gattuso neo dirigente Provinciale del Fiamma ha le idee chiare è forte della sua benevole accoglienza con l’amministrazione Comunale di Villapiana che dal pulpito manda
calorosi saluti.
Vergosa (CO)
Nel mese di ottobre si è svolto un corso organizzato dal Fiamma per tecnici di equiturismo
presso il Centro Ippico Vergosa in provincia di
Como.
Il corso è stato coordinato da il proprietario del
centro il signor Marcello Biava e da il capitano
Andrea Pantano, entrambi istruttori Fise.
I partecipanti hanno avuto la possibilità di usufruire dei cavalli messi a disposizione dal centro
ippico, oppure di portare nel maneggio i propri.
E’ stato quindi possibile analizzare cavalli di differenti morfologie e tipologie vedendo direttamente le peculiarità delle diverse razze, caratteri
e comportamenti sia nel lavoro in campo sia in
campagna.
I partecipanti al corso venivano da esperienze
equestri differenti come accompagnatori di turismo equestre, animatori pony, proprietari di
44
agriturismo, proprietari di centro ippico o semplici appassionati. Tutti comunque accomunati
dal desiderio di imparare qualcosa di nuovo e di
mettersi alla prova.
I due istruttori hanno curato tutte le diverse parti
del programma del corso, dividendosi gli argomenti.
Il signor Biava si è occupato di insegnare la gestione del cavallo in scuderia, il governo della
mano e nozioni di tecnica equestre.
Il capitano Pantano si è occupato di ippologia,
topografia ed orientamento, regolamenti e nozioni giuridiche.
Le lezioni pratiche in campo e in campagna sono
state invece impartite da entrambi gli istruttori,
durante le quali sono stati spiegati argomenti fondamentali, come il governo della mano,
la preparazione dei cavalli, il lavoro in campo,
l’organizzazione di una ripresa, la gestione della
vita di scuderia e infine, un percorso in campagna con differenti situazioni ambientali.
La parte teorica del corso ha previsto anche
l’intervento dell’ingegnere Franco Mosca che
ha chiaramente esposto la parte riguardante il
ruolo del tecnico nel mondo equestre di oggi e
del futuro, l’importanza del marketing e della
comunicazione.
Tutti i partecipanti hanno attivamente preso parte al corso proponendo anche diverse discussioni e dibattiti sugli argomenti, sintomo di grande
interessamento e coinvolgimento riguardo le
materie trattate.
La prova d’esame è consistita in una prova pratica, di cui una parte in sella e un’altra parte nel
ruolo di istruttore e nella quale sono state valutate l’idoneità tecnica e pratica nel gestire una
ripresa. C’è stata anche una prova scritta con domande inerenti agli argomenti trattati ed infine
una prova orale.
Tutti i partecipanti al corso hanno superato brillantemente l’esame conseguendo meritatamente il titolo di Tecnico di Equiturismo.
Reggio Calabria
Ai campionati regionali individuali allievi (maschili e femminili) su pista, disputati al campo
scuola d’atletica leggera “Aldo Penna” di Reggio
Calabria, non sono mancati risultati di rilievo,
soprattutto nel settore dei lanci.
Alla manifestazione del calendario agonistico
2007 programmato dal Comitato regionale della
Fidal Calabria, i migliori atleti di categoria della
Calabria hanno dato vita a gare entusiasmanti.
Una piacevole conferma s’è avuta per opera di
tre atleti reggini che hanno tentato di migliorare
i primati regionali delle loro specialità:
Piergiuseppe Ranieri (N.A.Fiamma Aranca RC) e
Giovanna Smorto
(Fiamma Atletica Olympus RC), attuali detentori del titolo regionale nel lancio del
martello, rispettivamente con 65,50 e 48,46 metri, e Antonio Martino (N.A.Fiamma Aranca RC)
che, nel getto del peso, ha cercato di battere il
primato di 16,40 metri che resiste dal lontano 1
ottobre 1960 ed appartiene all’indimenticabile
Bruno Gerocarni.
I tre promettenti atleti, già ai vertici delle graduatorie nazionali 2007, hanno solo sfiorato gli
obiettivi prefissati con le seguenti prestazioni:
Piergiuseppe Ranieri, primo nel martello con
64,40 metri;
Antonio Martino, primo nel peso con 16,34 metri
(a soli 6 centimetri dal primato);
Giovanna Smorto, prima nel martello con 44,77
metri.
Gli atleti che hanno vinto nelle altre specialità,
sono stati:
Francesco Franconieri (Atletica Minniti RC) nei
100 e 200 metri con 11”45 e 23”79,
Emidio Bagnato (Icaro RC) nei 400 metri con
55”38, Antonio Guzzi (L. Atletica Lamezia) nei
1500 metri con 4’25”18 e negli 800 metri con
2’00”66,
Federico Larosa (Atletica Minniti RC)
nel triplo con 13,71 metri, Dmytro Dzyubenko
(N.A.Fiamma Aranca RC)
nel disco con 36,50 metri, Francesco Sofia (Fiamma Bramatletica RC)
nel giavellotto con 37,24 metri, Alberto Tassone
(Atletica Pizzo 97)
nei 3000 metri con 9’17”04, Marco Elia (Fiamma Atletica CZ) nei 400 ostacoli con 57”55, Luca
Sergi
nel lungo con 5,95 metri, Paola Campolo (Atletica Reggina) nei 100 metri con 14”77 e nel lungo
con 4,11 metri,
Rosa Nicolò (Atletica Reggina) nei 400 metri con
1’05”21 e negli 800 metri con 2’25”87,
Rosa Petruzza (Podistica Corvo CZ) nei 1500 metri con 7’08”20,
Vania De Stefano (Atletica Reggina) nei 2000
siepi con 9’13”49 e nell’asta con 2,40 metri,
Katerina Fiorino (Violettaclub Lamezia) nei km.
5 di marcia con 28’32”75, Manuela Caracciolo
(Fiamma Bramatletica RC) nel peso con 7,99 metri.
Nella gara di contorno di salto in alto categoria
ragazze c’è stata l’affermazione di Claudia Iacopino ( Fiamma A. Olympus ) che ha superato l’asticella a 1 metro e 40 centimetri.
Al secondo posto s’è classificata Celeste Procopio (Fiamma Bramatletica RC) con un salto di 1
metro e 31 centimetri.
Grosseto
Continuano i corsi per i nuovi professionisti in
campo, per aiutare uomini e cavalli, organizzati
da Animantia.
Tra i brevettati per Assistente Comportamentista Equino di Luglio, Chiara Montanari ha detto:
“il corso ha superato di gran lunga le mie aspettative, sono stata molto contenta e non vedo
l’ora di fare un altro corso con voi! Ammetto che
è stato molto impegnativo, ha succhiato tutte le
mie energie, ma ne è valsa la pena! ora ho le
idee più chiare, so che ci sono persone come voi
su cui poter contare e che si può veramente fare
qualcosa di più per i cavalli, penso che forse
10 giorni sono pochi per poter assimilare bene
tutte le nuove informazioni, ma evidentemete
se uno si impegna per tutto il tempo ce la fa lo
stesso!“.
A settembre si sono invece brevettati Alessia
D’Alessandro e Andrea Bandieri che asseriscono: Il Corso A.C.E.
che ho frequentato mi ha aperto un nuovo mondo nell’Unierso equestre. Se prima consideravo
il cavallo un animale sul quale applicare una tecnica per cavalcare, ora mi sono reso conto che il
rapporto che si può instaurare va oltre la cavalcata e comprende la comunicazione che non si
ottiene con le redini. Ho imparato che i cavalli
ti possono insegnare qualcosa e che noi possiamo insegnare ai cavalli parlando un linguaggio a
loro più comprensibile.
A dimostrazione che la professionalità porta i
suoi frutti.
Augusta (SR)
L’Asd Windsurf Augusta organizza:
18 maggio il Trofeo san Domenico F.W.I 13
-23-fun; il 14 giugno la Regata Stella Maris
F.W.I 13-23-fun; il 13 luglio la Regata Flos Carmeli F.W.I. 13-23-fun e il 14 settembre la
terza edizione della CUP Sport Nazionale
F.W.I. 13-23-
Novara
Nella cornice dello splendido e rilassante scenario del Monte Oro Country Club di Ameno, si è
svolto tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre
il Corso di “Tecnico di Equiturismo” organizzato
dal CNSF, il Centro Nazionale Sportivo Fiamma, ente promozionale riconosciuto dal CONI,
in collaborazione con la Confederazione Tecnici
Equestri, promotrice anch’essa della formazio-
45
LE SOCIETA’ CI SCRIVONO
ne professionale e dello sviluppo della cultura
equestre.
Il corso si è svolto in diverse giornate, con la
presenza di più docenti che hanno messo a disposizione la propria pluriennale esperienza
equestre ad un folto numero di aspiranti Tecnici
di Equiturismo.
E proprio i partecipanti sono stati messi subito
alla prova ed hanno affrontato lezioni pratiche a
cavallo, sia in maneggio che all’esterno, durante
le quali si è insistito sul miglioramento delle capacità tecniche nel montare a cavallo.
Inoltre gli esaminati hanno dovuto dimostrare di
saper condurre una ripresa da terra individuando
i “difetti” dei cavalieri e utilizzando con precisione la terminologia equestre corretta per rivolgersi ai futuri praticanti.
All’esame pratico è stata affiancata la prova
teorica sia scritta che orale; durante il corso
sono infatti state impartite dai docenti lezioni
sulle principali nozioni equestri di base, dalla
morfologia del cavallo, alle andature, alle malattie più comuni, ma sono stati fatti approfondimenti anche sulle responsabilità civili e penali
di chi è responsabile di un centro equestre e dei
propri allievi.
Insomma un esame completo e interessante
così come l’intero corso che si è concluso con
un ottimo pranzo tra docenti e neo - Tecnici di
Equiturismo nella bella atmosfera della campagna novarese.
Palermo
Patrocinata dalla Presidenza della Regione Siciliana, dalla Provincia Regionale di Palermo e
dalla Città di Palermo, domenica 11 Novembre
2007 presso il Palaoreto di Palermo, si è svolto il
14° Trofeo Kimono d’oro
manifestazione di karate rivolta a preagonisti e
agonisti organizzata dalla A.S.D. SHOTOKAN KARATE SICILIA di Palermo e dal
Centro Nazionale Sportivo Fiamma, Ente di Promozione Sportiva riconosciuto
dal CONI.
Numeroso il pubblico presente sugli spalti, oltre 1000 unità e 350 gli atleti partecipanti in rappresentanza di 25
società sportive provenienti, oltre che
dalla Sicilia, anche da altre regioni d’Italia.
La manifestazione è risultata essere veloce e
scorrevole e senza contestazioni di rilievo con a
metà mattinata un intermezzo musicale che ha
rilassato tutti i presenti per alcuni minuti.
Tra gli atleti che hanno vinto questa quattordicesima edizioni troviamo Antonino Papa e Alessia
Mirabella tra i senior, Giuseppe Di Verde e Ro-
saria Glorioso tra i cadetti e Sami El Haquuhi e
Giusy Mariondi tra gli esordienti.
Sant’Olcese (GE)
Nei giorni 1-2-3 febbraio 2008 si è svolto uno dei
molti Corsi di Accompagnatore di Turismo Equestre presso la sala di Villa Serra ove,
grazie al Comune e al Dr. Vidini, Assessore allo
sport, è stato possibile eseguire una parte teorica diretta docenti esperti e professionali tra i
quali il Fiduciario della Regione Piemonte Salvatore Manfredi.
Il tutto è stato seguito dalla signorina Coregli
Vanessa, gestrice del maneggio “Le colline
di Bionda”, dove invece è stato possibile praticare le prove pratiche, sempre seguite dal
Cap. dr. Andrea Pantano.
Il week-end è stato molto interessante, formativo e divertente quindi per coloro che volessero
intraprendere questa professione si consiglia vivamente la partecipazione ai corsi per diventare
quadri tecnici.
zato dalla FILA.
L’Italia ha partecipato con sei atleti classificandosi al 2° posto della classifica generale dietro la Grecia ma davanti ad America e Russia.
E’ da apprezzare il clima sportivo di tutti gli atleti
delle varie nazioni, riconoscendo la superiorità
dell’avversario accettando la sconfitta e mettendo in atto quella fratellanza che spesso viene
detta da molti, ma mettono in atto da pochi.
In pratica si è messo in atto il vecchio detto che
lo sport unisce ciò che la politica divide.
Gli atleti italiani hanno colto il frutto di tanti
allenamenti, maggiormente durante il periodo
estivo.
Si sono piazzati in posti prestigiosi della classifica nei settori agonistici del Palesmata (difesa a
due), Polydamas (difesa a quattro, uno contro tre
armati), Pancrazio (combattimento totale) con i
seguenti risultati:
Palesmata maschile:
Marangi Francesco –
Mazzotta Francesco argento;
misto:
Polito Giancarlo – D’Elia Antonella argento;
Polydamas
maschile:
Marangi Francesco – Mazzotta Francesco –
Polito Giancarlo – Moresca Andrea argento;
misto: D’Elia Antonella – Marangi Francesco –
Mazzotta Francesco Moresca Andrea argento;
Pancrazio: 78 Kg. D’Elia Antonella argento,
66 Kg. Moresca Andrea bronzo,
71 Kg. Polito Giancarlo bronzo,
83 Kg. Marangi Francesco bronzo,
100 Kg. Mazzotta Francesco bronzo,
+ 100 Kg. Daniele Ferdinando bronzo.
Tallin (Estonia)
... E DALL’ESTERO
Antalya (Turchia)
Dal 6 al 9 settembre 2007 La Nazionale Italiana ha preso parte al 3° Campionato del
Mondo di Pancrazio Athlima
svoltosi nella città di Antalya (Turchia) organiz-
Sei sono le punte degli atleti italiani impegnati
nel Campionato Europeo di Taekwon-do a
Tallinn in Estonia
46
Gli atleti rappresentano l’Italia in una competizione che vede coinvolti 28 team nazionali, sotto la direzione del M° Ruggiero Lanotte e
M° Giuseppe Lanotte.
I sei sono: il capitano della squadra Vincenzo
Sinisi, già distintosi nella scorsa competizione
mondiale a Bled in Slovenia come migliore atleta
italiano; Francesco Di Cosimo già classificatosi
terzo nel settembre 2006; l’ottimo e veloce Alessandro Desario ormai diventato atleta titolare
nella categoria -64 kg, e ben tre nuove promesse
del taekwon-do Allegretti Giuseppe,
I sei sono: il capitano della squadra Vincenzo
Sinisi, già distintosi nella scorsa competizione
mondiale a Bled in Slovenia come migliore atleta
italiano; Francesco Di Cosimo già classificatosi
terzo nel settembre 2006; l’ottimo e veloce Alessandro Desario ormai diventato atletatitolare
nella categoria -64 kg, e ben tre nuove promesse
del taekwon-do Allegretti Giuseppe, Zagara Giuseppe e Vincenzo La Macchia.
Il coach della nazionale italiana, M° Lanotte Giuseppe e il Presidente della delegazione arbitrale
italiana dott. Giuseppe Garofoli nella consueta
conferenza stampa dopo la trasferta internazionale, hanno espresso la loro lusinghiera soddisfazione per il 3° posto nella cat. -63 kg conseguito dal Barlettano Vincenzo La macchia.
LE SOCIETA’ CI SCRIVONO
L’unico rimpianto è per il podio perso per l’infortunio del capitano della Squadra italiana Vincenzo Sinisi (Andriese).
Comunque il calendario gli vedrà i nostri atleti
in altre competizioni internazionali in Russia,
Socozia, Giappone ecc...e questo non è altro che
l’inizio di una lunga serie di successi x questa
giovanissima nazionale.
Faro (Portogallo)
Campionati Europei cadetti/Juniores
Dopo aver conquistato il titolo di campioni Italiani e Coppa Del Presidente 2007,
tre giovani atleti della società sportiva Fiamma
Fighting Ring di Bojano CB, hanno rappresentato l’Italia nelle rispettive discipline con la
Nazionale Italiana F.I.K.B.
ai Campionati Europei Cadetti/Juniores che si
sono svolte a Faro (Portogallo) dal 06 al 12 novembre.
Monaco Antonio
Light Contact Cadetti - 47 Kg,
Gagliardi Giuseppe
Light Contact Juniores - 63 Kg,
Carbone Ivan
Semy Contact Cadetti - 69 Kg,
La soddisfazione di Fabrizio Carbone e Gabriele
D’Andrea allenatori di questi ragazzi, è un onore
per noi rappresentare l’Italia in una competizione dove ci saranno le migliori scuole e
Maestri Europei, dove ancora una volta Bojano,
(il piccolo centro Matesino, avrà in rappresentanza addirittura tre atleti).
(Nei Mondiali D’Ungheria 06 due atleti nella Nazionale maggiore con un 3°posto di Sara Reale).
La passione e i sacrifici che dedichiamo
a questa disciplina ci viene ripagata da questi
ragazzi eccezionali, saremo con loro per sostenerli e incoraggiarli in una competizione
che è già una vittoria esserci lo sarebbe ancora
di più vedere almeno uno di loro salire sul podio
dei migliori.
47
SOLIDARIETA’
Cultura & Sport si è presentata ai giovani bellunesi con un’iniziativa che ha trovato ampia voce sui
media locali. La “Festa dei pirati” ha infatti affiancato allo svago del calciobalilla e degli scacchi, una
importante iniziativa di solidarietà a favore dei bambini di Beslan, colpiti il 1 settembre 2004 da uno
degli atti terroristici più orribili della storia.
Un commando ceceno si introduceva in una scuola elementare della povera Repubblica dell’Ossezia
e si dava a dimostrazioni di efferatezza per piegare le autorità russe.
Quel dramma non è stato dimenticato e, messici in contatto con gli intermediari italiani del “Coordination Solidarité Enfants Martyrs de Beslan” ci siamo allora mossi in modo da contribuire alla raccolta di giocattoli e vestiti.
Furono presi in ostaggio bambini e genitori. Per piegare le autorità statali si torturò e si uccise. E ora
molti di quei bambini, seppur cresciuti, portano ancora tracce profonde di quelle ore da prigionieri
ed hanno bisogno di essere recuperati alla vita. C’è chi come Mkrtich Mkrtchyan (1995) che, in stato
depressivo, ha ancora nel cranio oggetti metallici nonostante numerose operazioni subite.
O Alina Gullaeva (1993) che, paralizzata ad un braccio, rifiuta le amicizie dopo aver assistito alla
morte della sorella e della mamma durante l’attentato.
Questa organizzazione si limita ad adottare a distanza quei bambini non tanto per inviare loro denaro, quanto per trasmettere affetto.
La serata, animata da dj set ed abbondante buffet, si è prolungata dalle 18 alle 24 e, grazie alla partecipazione non solo di amici e coetanei, ma anche di persone conosciute la stessa sera per la prima
volta, tra partite di calciobalilla, canti e festeggiamenti, si è arrivati a raccogliere regali in modo da
riempire diversi scatoloni.
Ogni bambino riceverà sicuramente più di un giocattolo, speriamo che i nostri doni possano aiutare
a rasserenare le loro vite certamente ancora turbate.
Daniele Pastori
48
CARABINIERI
Storia dello stemma
araldico
In settanta anni di storia lo stemma dell’Arma dei Carabinieri ha subito
varie evoluzioni, fino a recuperare tutti gli elementi araldici del primo con il
Decreto del Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, del 21 maggio
2002, che ne ha disciplinato la configurazione attuale.
Il diritto a fregiarsi dello stemma araldico viene concesso all’Arma con il
Decreto Regio del 7 luglio 1932, ma il primo stemma risale al maggio del
1935. Sotto lo stemma, su un nastro di color azzurro, vi e` la scritta “nei
secoli fedele” che deriva dai motti araldici e che rimarrà in uso fino ai giorni
nostri.
La prima modifica è del dopoguerra, quando il Ministero della Difesa emanò due circolari, una nel 1948 e l’altra nel 1950, per adeguare gli stemmi
araldici dei Corpi militari dello Stato all’immagine repubblicana abolendo i
richiami alla monarchia.
In ottemperanza a tali norme, il Comando Generale dei Carabinieri avanzò
la proposta di un nuovo stemma araldico che conservava i colori rosso e azzurro del precedente, la granata dorata diventava argentata e veniva posta
sopra lo scudo al posto del cimiero.
Fu il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi a firmare il Decreto con cui
venne concesso all’Arma questo nuovo fregio in data 27 dicembre 1952,
progettato dal Collegio Araldico.
Passarono 24 anni e nel 1976 lo stemma cambiò ancora forma.
Il Ministero della Difesa, infatti, accolse la proposta del Comando Generale
dell’Arma di inserire le cifre d’onore “R.I.” intrecciate sulla granata.
Un anno dopo un Decreto del Presidente Leone modificò la parte riguardante le ricompense cosicché, i nastri, da undici diventarono diciannove.
Nel 1987 una circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito emanò direttive
che prevedevano nuovi criteri per tutte le Armi dell’ Esercito in possesso di
uno stemma.
Quello dei Carabinieri venne ridisegnato, pur mantenendo gli elementi
tradizionali del precedente datato 1977. Fu rimosso il palo d’azzurro dalla parte d’oro, in alto, e gli ornamenti caratterizzanti della raffigurazione
precedente; venne anche ridotto il numero dei nastri ai lati dello scudo,
mentre rimase inalterata la simbologia delle figure, ottenendo un risultato
più stilizzato.
Si arriva quindi al maggio 2002, quando il Decreto che descrive il nuovo
fregio così recita: “Lo scudo è timbrato dalla corona turrita d`oro, merlata
alla guelfa, murata di nero, formata dal cerchio, rosso all’interno con due
cordonate di muro sui margini, sostenente otto torri (cinque visibili)”.
L’attuale stemma è dunque il risultato del recupero della maggior parte
degli elementi del primo, dando quindi l’impressione di voler tornare all’immagine degli anni `30 con un modello grafico più semplice ed armonico.
MONICA GARAVAGLIA
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49
INTERVISTA
Uno degli uomini piu` sognati dalle giovani italiane
UNITI PIU` CHE MAI SOTTO IL SEGNO DELLO SPORT
Lo sport può essere un mezzo di condivisione
del proprio tempo libero con le persone a noi
più care, ne è un esempio il Principe Emanuele
Filiberto.
Domanda:
S.A.R. esiste uno sport che Le piace e L’appassiona fin da quando era bambino?
Risposta:
Si, lo sci nautico. La passione mi è stata trasmessa da mia madre che fu quattro volte campionessa mondiale. Iniziai questo sport a soli sei
anni. Mi ricordo ancora, come se fosse ieri, che
mi trovavo negli Stati Uniti a Cypress Gardens, in
Florida, a passare le vacanze con la mia famiglia.
La passione per lo sci da neve, invece, mi è stata
trasmessa da mio padre, con lui vado a sciare
soprattutto a Gstaad, dove abbiamo una casa.
Domanda:
Spesso lo sport è un momento per stare insieme alle persone, ne esiste uno che ama
condividere con alcuni membri della Sua
famiglia?
Risposta:
Il trekking. Ho iniziato a praticarlo per corteggiare mia moglie, è Lei la grande appassionata.
Siamo stati in posti magnifici, dove sei sempre e
veramente a contatto con la natura incontaminata, in località come Nuova Delhi, in India, o come
l’ Arizona in America, ma anche sulle montagne
intorno a Gstaad dove si vedono le fattorie ed i
contadini che fanno il formaggio a mano.
Domanda:
C’è qualche posto di questi dove tornerebbe?
Risposta:
Tornerei in tutti perché ho dei ricordi molto belli
di me e mia moglie insieme.
Domanda:
Quale sport avrebbe sempre voluto fare e
quale non si stancherebbe mai di praticare?
Risposta:
Avrei sempre voluto giocare a calcio ed anche
se ho fatto quattro anni di “Quelli che il calcio”
di Fabio Fazio, mi intendo di questo sport ma non
so giocare bene a pallone. Lo sci montano, invece, che pratico dalle elementari, mi piace e mi
diverte perché allo stesso tempo mi rilassa e mi
dà carica.
Domanda:
Nel Suo libro “Sognando l’Italia”, Lei
parla del paracadutismo, sport che praticava insieme a Suo padre, fate ancora
qualche lancio insieme?
Risposta:
Non più. A dir il vero, al paracadutismo preferivamo il parapendio. In Svizzera, intorno a Gstaad,
ci sono dei posti molto belli.
Con mia moglie, qualche mese fa, abbiamo
patrocinato un’iniziativa davvero emozionante,
il “Battesimo del volo e lanci in Tandem per i
diversamente Abili”, che si è svolta a Bresso vicino a Milano, ed è stata promossa dall’Associazione Nazionale Paracadutisti, dalla Fondazione
Prosperini e dalla Regione Lombardia.
In questa occasione mi sono lanciato in tandem
con una persona diversamente abile.
Domanda:
Ha mai giocato a golf?
Risposta:
Si, da piccolo seguivo mio padre sui campi da
golf, ora, sinceramente, mi manca il tempo, sono
molto impegnato nel portare avanti il progetto
del Movimento da me fondato “Valori e Futuro”
(www.valoriefuturo.it).
Il golf è uno sport che richiede tempo e che si
fa da piccoli o quando si hanno realizzati tutti i
progetti di vita. Io sono ancora a metà strada.
MONICA GARAVAGLIA
50
Per due mesi all’anno viviamo nelle favo-
lose dimore dei cacciatori nomadi a cavallo
delle grandi pianure del nord america.
La vita all’interno delle tende è organizzata
in modo tradizionale, i giacigli sono lungo
le pareti oltre il fuoco con i bauli che tengono le cose e l’equipaggiamento necessario.
Il fuoco è il centro del tipì: scalda, illumina,
fa bollire il caffè.
Il caffè, da quando i bianchi lo hanno portato, è diventato la bevanda più diffusa.
Si ottiene versando del caffè macinato nell’acqua bollente della caffettiera, quella
bella panciuta, annerita dal fumo, che non
stona.
I sacchi per dormire sono sistemati su pelli
di cervo crude, isolano bene dall’umidità
della notte.
Perché racconto questa cosa?
Per farmi capire.
Perché noi confezioniamo abiti e utensili
che gli indiani usavano quando vivevano
liberi, in quanto oggi ovviamente vestono
come noi dell’Alpitrek.
Ottimi artigiani confezionano oggi i loro
abiti, la maggior parte negli Stati Uniti, ma
qualcuno anche in Europa.
Esistono anche dei raduni dove le persone si
travestono da trapper e da indiani e vivono
qualche giorno nelle tende. Noi no.
Gli abiti li abbiamo ma raramente li indossiamo. Abbiamo la penna di Wambli
Glenska ma difficilmente i turisti la vedono. L’abbiamo e basta.
Quando il momento è Wakan si sfila dalla
custodia e viene esposta e il fumo di salvia
sale verso il cielo, ma difficilmente le persone che frequentano i nostri accampamenti vedono queste cose.
La banda dell’Alpitrek non appartiene alle
genti che seguono le mode culturali, spirituali o western. Siamo un mondo a parte,
deludente per molti, perché non usiamo gesti o parole politicamente corrette.
Le cose semplici sono amate e privilegiate,
perché selvagge e primitive.
La parola “nativi” è orrore per noi, abituati
da sempre, per ovvi motivi, a chiamare indiani gli indiani, sapendo che anche loro si
chiamano così. Perché siamo sempre stati
dalla parte dell’AIM e del Red Power, esal-
LA RISERVA
tato nel 1973 per i fatti di Wonded Knee, e
siamo stati spiritualmente a fianco di Baky
Keel Straight e Giorgio Salvatori nel ’90 nel
Sitanka Wokisuye.
Sappiamo che il mercato “indiano” è nelle
mani dei bianchi alcuni dei quali preparati
e in gamba, i manufatti migliori sono ovviamente confezzionati dagli indiani, ma la
maggior parte dei manufatti commerciali
sono cinesi vietnamiti, l’argento è thailandese, le ossa dei pettorali sono fatte in India, e ci fanno sorridere quelli che vogliono
comprare “cose originali” perché non conoscono molto il meccanismo produttivo e
vogliono illudersi di comprare cose vere.
Il commercio ha sempre attratto gli uomini
selvaggi.
E’ più che capibile l’attrazione che si può
avere per un coltello con la lama di ferro
quando si ha a disposizione solo osso o selce. Meno capiamo un ragazzino che si compra l’ultimo modello di cellulare quando ne
ha tre che funzionano bene.
Noi commerciamo con gli indiani e con i
bianchi nei nostri trading post.
MA NON SIAMO COMMERCIATI.
Siamo gente che vive a cavallo , che dorme all’aperto il più possibile ,che ha i vestiti
impregnati dal (per noi buono) odore del
fumo dei bivacchi,ecco il punto.
Vivere nei tipì una parte dell’anno ci permette di aver testa per poter ri-creare i loro
manufatti nel loro vecchio stile di vita:Andare a cavallo nelle quattro stagioni è per
noi la condizione per capire e afferrare il
loro spirito e far uscire l’urlo selvaggio che
alcune persone, non tutte, hanno ancora
nella pancia nonostante secoli di “ civilizzazione “.
P.S. Frequentando mostre e lavorando nell’ambiente devo ammettere che buona parte
della gente , che vive all’ombra del mito indiano, vive nella normalità piccolo borghe-
se troppo diffusa.
I filantropi e gli idealisti hanno dal 1860
a oggi commesso l’errore di credere che i
sioux, le nuvole azzurre e i cheyennes fossero e ragionassero esattamente come gli
uomini bianchi ma loro per fortuna sono
altra cosa, altra gente, sono ancora , quelli
rimasti fedeli alla tradizione, selvaggi come
lupi,amare la loro fiera libertà ci permette
di vivere ,in parte, con loro i gloriosi rudi
tempi passati
I vecchi grandi capi, non solo Tasunko
Wicto ma lo stesso Nuvola Rossa per non
parlare di Coda Chiazzata si sono sempre
opposti alla influenza dell’uomo bianco,
all’agricoltura ,all’educazione, al cristianesimo, soprattutto a quello episcopale,le
tre principali armi usate per distruggere la
cultura tribale, esplosa dopo la disfatta militare del 77, del 1877.
Ovviamente molti indiani erano e sono con
l’uomo bianco, vengono chiamati dall’AIM
mele perché rossi fuori ma bianchi dentro.
Questo conflitto è vivo a tutt’oggi?
Personalmente non ho mai nutrito uno stato
d’inferiorità nei loro confronti.
Ci sono indiani migliori di me, ce ne sono
di peggiori, la maggior parte sono più belli
ma solo perché sono particolarmente brutto, ma so anche che non è un delitto esserlo,
devo confessare anche che non mi piacciono i furfanti bianchi o indiani che siano.
Ma una cosa devo a loro: l’aiuto che costantemente mi danno.
Tutte le associazioni che conoscono sono
“pro native”, cioè politicamente religiosamente corrette, affermano prepotentemente
di aiutarli soprattutto a parole.
L’Alpitrek no, l’Alpitrek è esattamente il
contrario, l’Alpitrek è sempre stato aiutato
da loro.
Ndt wambli glenska è l’aquila chiazzata
Wakan è il sacro AIM è American Indian
Moviment
53
La caduta di una Civiltà
Nella seconda metà del V secolo d.C., l’Italia cominciò a essere invasa da orde barbariche di origine germanica che ormai da
lungo tempo premevano ai confini dello Stato, nel tentativo di
sfiancarne la potenza, debellarlo e conquistarlo. Noi le chiamiamo invasioni barbariche, perché l’Italia effettivamente fu invasa;
per loro si trattò soltanto della conquista di nuovi spazi vitali.
Cominciò un lungo periodo sventurato per l’Italia, implose la
potenza della Roma imperiale ed ebbe inizio quella fase di predomini stranieri, variamente alternati fra loro, che ebbe fine solo
nella seconda metà del XIX secolo con il Risorgimento.
Molteplici furono le cause che portarono a questa lenta e inesorabile decadenza, tanto da non essere inizialmente percepita
nemmeno dai suoi stessi più autorevoli personaggi.
Anche se alcuni antropologi fanno ricadere la colpa della decadenza romana dalla diffusa consuetudine all’uso di recipienti
a base di piombo per contenere alimenti e bevande che, con il
rilascio di particelle nocive, contaminò il corpo e la mente dei
romani, la causa principale fu un’altra. La si può individuare nella disgregazione e degenerazione morale che coinvolse un’intera
nazione.
L’abbandono della realtà, il rifugiarsi nei piaceri, la corruzione,
la dissolutezza di tutta una classe politica interessata più ai suoi
appetiti materiali, anziché assolvere il compito al quale era stata demandata, influì per grande parte di questa decomposizione
imperiale.
È innegabile che un susseguirsi di scandali, di interessi privati
nella cosa pubblica, nel nepotismo per occupare i posti di potere,
di incarichi prestigiosi affidati a personaggi dalla limitata statura morale per non creare degli alter-ego, hanno determinato la
disaffezione del popolo verso l’apparato statale, generando una
irreversibile spirale disgregatrice e autolesionista.
La convinzione di essere per sempre “la potenza” del mondo allora conosciuto, la certezza di governare il proprio futuro e la sostituzione dei valori tradizionali con gli interessi morali del momento, hanno contribuito a diffondere tra la “gentes” italica un
lassismo e una abitudine a demandare ad altri (i barbari, prima
sottomessi e poi liberati) la difesa e la cura di molte competenze
dello Stato.Ma l’influenza e il potere senatoriale, già indebolito
da secoli di regime autocratico imperiale, esistevano ormai solo
di nome: i veri padroni dello Stato erano quei generali, che eleggevano e deponevano a loro piacimento gli imperatori, anch’essi
divenuti ormai impotenti figure simboliche nella mani dei primi.
A determinare questo stato di cose, contribuì la mancanza di una
politica più accorta e lungimirante che avrebbe dovuto e potuto
canalizzare a beneficio dell’Impero le energie umane nuove provenienti dall’Europa settentrionale ed orientale, creando delle
forme statuali più evolute che tendessero a conciliare il centralismo romano con le spinte confederali delle genti germaniche.
Dal principio le classi dirigenti barbare, riconobbero sempre, o
quasi sempre, le autorità romane del tempo, anche se spesso non
quelle legittime, data la confusione e la sovrapposizione di poteri che purtroppo contraddistinsero il V secolo. Questo contribuì
a far sorgere, nei nuovi cittadini, la convinzione che lo Stato
romano era un apparato in decadenza, al quale facilmente ci si
poteva frapporre, se non sostituire.
La storia c’insegna che le ripetizioni cicliche sono un fatto indiscutibile e, se si raffigurassero con un diagramma gli avvenimenti di ogni nazione, ci si accorgerebbe che la rappresentazione grafica riproduce una sequenza sinusoidale con gli apici che
coincidono al massimo splendore raggiunto, per poi decadere
inesorabilmente.
Roma è solo un esempio, molti altri Stati possono essere citati.
Alla base del loro declino ci fu una comunanza incredibile: la
caduta di quei valori che li avevano resi uniti e forti.
A rileggere la storia antica, sembra di sfogliare un quotidiano
dei nostri giorni, non sembra esserci nulla di nuovo sotto il sole,
segno questo di una ciclicità consolidata che si ripete. Può sembrare un monito rivolto agli uomini d’oggi: il vostro futuro è già
stato tracciato perché ripercorrete gli stessi cammini di chi vi
ha preceduto.
C’è da sperare solo che con l’accelerazione degli avvenimenti,
non si debba attendere
altri 1300 anni prima di ritrovare la nostra dignità di italiani,
che certamente andremo a perdere in un prossimo futuro.
La volontà globalizzatrice che tendendo al guadagno immediato
è riuscita ad abbattere ogni barriera all’insegna del libero mercato, rendendo in schiavitù economica popolazioni agli antipodi del mondo, si accorgerà ben presto di aver sbagliato i propri
conti.
Forse per noi si preannuncia un futuro di etnia da salvare dall’estinzione e, ai curiosi visitatori che ci ammireranno come
fossimo racchiusi in uno zoo, cartelli con delle strane scritte a
caratteri sconosciuti, racconteranno del nostro passato.
Marco Righetti
BORSAMERCATO INTERNAZIONALE DI EQUITAZIONE
febbraio marzo 2008
7
SPECIALE
STALLONI
• IL MERCATO
DEL CAVALLO
• A NTEPRIMA
TRAVAGLIATO
• SPECIALE
ATTACCHI
a
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€ 5,00
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SN numero 17 - Sport Nazionale