Gesù, prima di morire, chiamò i suoi discepoli per
celebrare la Pasqua con loro.
Durante quella cena spezzò il pane e diede loro il
vino dicendo «Questo è il mio corpo e il mio sangue
che è dato per voi».
Poi disse ai
discepoli
«fate questo
in memoria di
me».
Dopo la resurrezione e la
discesa dello Spirito Santo i
discepoli cominciarono a
portare la Buona Notizia
tra la gente.
Parlavano dei suoi
insegnamenti e di tutto
quello che Gesù aveva detto
e fatto.
Ogni giorno la Chiesa
cresceva.
I primi cristiani non avevano
un luogo dove ritrovarsi.
Frequentavano il Tempio di
Gerusalemme mentre gli
Apostoli cominciarono a
viaggiare e, nelle sinagoghe,
dove si raccoglievano gli ebrei,
parlavano di Gesù.
Tanti chiesero di diventare
discepoli e furono battezzati.
Ogni primo giorno della
settimana i cristiani si
riunivano nelle case.
Ognuno portava qualcosa ed
insieme condividevano la cena in
amicizia e fraternità parlando
del Signore.
Alla fine ricordavano l’ultima
Cena, nello Spezzare il Pane
come Gesù aveva chiesto di
fare in memoria di lui.
Quel pane e quel vino erano il
corpo e il sangue del Signore.
Anche noi oggi, ogni primo giorno
della settimana, che abbiamo
chiamato Domenica, ci troviamo in
parrocchia per
* fare memoria di tutto quello che
Gesù ha detto e fatto,
* per spezzare il pane
* Lodare e ringraziare Dio.
Iniziamo con il canto, così la
comunità fa festa per
l'incontro con il Signore e
invita tutti a mettersi alla
sua presenza.
Il segno di croce è memoria del battesimo
che abbiamo ricevuto nel nome del Padre e
del Figlio e dello Spirito Santo.
Dice la fede nella salvezza perché con la
croce segno il mio corpo.
Nell’ATTO PENITENZIALE riflettiamo sulle nostre giornate,
sul comportamento in famiglia e con gli amici, sui nostri
impegni per chiedere perdono a Dio dei peccati commessi.
Signore pietà!
Cristo pietà!
Signore pietà!
Anche noi, come i primi
cristiani, vogliamo sapere la
storia di Gesù, la sua vita, per
questo leggiamo la Bibbia.
Prima leggiamo la storia del
suo popolo, Israele, (Antico
Testamento)
Dopo, degli amici che vissero
con lui (Epistola)
E, finalmente, i VANGELI, che ci
raccontano la vita di Gesú.
L’inizio della lettura del Vangelo è
accompagnato dal triplice segno
della croce:
- (sulla fronte): «Apri il mio spirito,
Signore, perché io comprenda la
tua Parola».
- (sulle labbra): «Apri la mia bocca,
Signore, perché io proclami la tua
Parola» .
- (sul petto): «Apri il mio cuore,
Signore, perché io accolga la tua
Parola e la viva».
Quando il Vangelo è proclamato
nella liturgia è Gesù stesso,
presente , che ci parla.
Ci aiuta a capire la volontà di Dio,
illumina la nostra vita, e a
crescere nella fede.
Il celebrante tiene l’OMELIA che
letteralmente significa
«conversazione».
È la spiegazione del vangelo
ascoltato, ci aiuta a scoprire
come viverlo «qui» ed «ora»
rafforzando la speranza e
sostenendo la carità.
La PREGHIERA DEI FEDELI è la
prima nostra risposta
all’ascolto della Parola di Dio:
pregare per gli altri e il mondo.
Dopo presentiamo le offerte del Pane e Vino, nati
dalla nostra terra, e frutto del nostro lavoro. Ma
anche quanto necessario alla Comunità per vivere
e per esprimere la carità.
Insieme
esprimiamo la
volontà di
partecipazione al
sacrificio
eucaristico.
Inizia il grande «ringraziamento»
- EUCARESTIA – a Dio per tutto
quello che Gesù ha detto e fatto
per noi; alla fine cantiamo
insieme:
SANTO SANTO SANTO
IL SIGNORE DIO DELL'UNIVERSO
I CIELI E LA TERRA SONO PIENI
DELLA SUA GLORIA
OSANNA NELL'ALTO DEI CIELI
BENEDETTO COLUI CHE VIENE
NEL NOME DEL SIGNORE
OSANNA NELL'ALTO DEI CIELI
Manda, Signore, il tuo Spirito
a santificare i doni…
Il gesto dell’imposizione delle
mani è l’invocazione dello
Spirito Santo, perché i doni
offerti dagli uomini diventino
il Corpo e il Sangue di Cristo:
è il momento culmine della
celebrazione.
Dopo il memoriale, si
invocherà ancora lo Spirito
Santo perché faccia di tutti
noi un solo corpo.
Ripetendo le parole e i gesti di Cristo
si fa memoria dell’Ultima Cena
quando Cristo offrì il suo Corpo e il
Suo Sangue nel segno del pane e del
vino, lo diede a mangiare e a bere
agli Apostoli.
Gesù aveva detto «Fate questo in memoria di me».
Così ripetendo
quello che Gesù ha
fatto, quel pane e
quel vino diventano
veramente il Corpo
e il Sangue del
Signore.
Annunziamo la tua morte, Signore,
proclamiamo la tua risurrezione,
nell'attesa della tua venuta.
Ogni volta che celebriamo
l’Eucarestia noi ricordiamo
la morte e la resurrezione
del Signore, ma ci
ricordiamo anche che
tornerà ancora una volta e
noi staremo sempre con
lui.
Per Cristo, con Cristo e in Cristo
a te, Dio Padre onnipotente
nell'unità dello Spirito Santo
ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli.
Amen.
La parola AMEN è
l’espressione di fede e
consenso:
sì è proprio così!
Letteralmente vuol dire:
«mi appoggio» … «è il
sostegno della mia vita».
Con la preghiera del PADRE NOSTRO possiamo
«abbracciare» Dio Padre attraverso il Suo figlio
Gesù che ce l’ha insegnata, pregando il Padre
preghiamo anche il Figlio che siede accanto a Lui,
ed è con noi nella vita.
Noi cristiani ci diamo la mano
in segno di pace proprio come
Gesú ce l’ha data.
Così perdoniamo e ci facciamo
amici di tutti. È un segno di
comunione che anticipa e
spiega la Comunione con il
Signore che stiamo per
ricevere.
«O Signore, non sono
degno di partecipare alla
tua mensa: ma di
soltanto una PAROLA e
io sarò salvato».
Riceviamo il corpo e il sangue
di Gesú, nella COMUNIONE.
Non si mangia un pane
qualsiasi, perché fare la
Comunione sigifica entrare in
una vita distinta, che ti aiuta
a VEDERE E VIVERE le cose
come le vede e le vive Gesú.
IL CORPO DI CRISTO!
Amen
La comunione nella mano deve manifestare il rispetto verso
la presenza del Cristo nell'eucaristia.
Il gesto del fedele ha qualche cosa di nobile ricevendo il pane
eucaristico sul palmo:
«la mano sinistra un trono per la mano destra, perché
questa deve ricevere il Re».
Dopo la comunione c’è un
tempo di silenzio affinché si
possa liberare la preghiera,
si possa far nostro il dono
ricevuto: «Maria, da parte
sua, serbava tutte queste
cose meditandole nel suo
cuore». (Luca 2,19)
La Benedizione ha il significato del
ringraziamento per il dono ricevuto,
ma anche del dono che la speranza,
animata dalla fede, già vede nel futuro.
Noi cristiani dobbiamo andar via dalla chiesa
contenti: abbiamo ricevuto Gesú e ora il suo
SPIRITO ci accompagna.
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