UNIVERSITÀ DEGLI STUDI CHIETI Clinica Psicologica e Psicopatologia Psicosomatica Abuso sessuale e scuola CORSO INTEGRATO DI PSICOLOGIA CLINICA Prof. Salvatore Sasso a.a.2009-2010 Per alcuni bambini mettere piede a scuola è una tragedia. I capricci però non c’entrano LA SCUOLA E L’ABUSO SESSUALE ALL’INFANZIA QUALE PREVENZIONE? Dott.ssa Sonia Ruggieri DEFINIZIONE DEL FENOMENO “Quel comportamento che coinvolge bambini, non autonomi e non ancora sviluppati, in attività sessuali che essi non comprendono in modo completo, per le quali non sono in grado di dare risposte adeguate, o che violano i tabù dei ruoli familiari”. (pedofilia, stupro ed incesto). KEMPE (1980, p.69) Negli anni Ottanta RUSH scriveva “esiste un consenso diffuso nel ritenere che l’abusante è solitamente di sesso maschile (80-90% della totalità dei casi), che nell’80% dei casi appartiene alla famiglia allargata o è una persona ben conosciuta dalla vittima e dalla sua famiglia, che la maggior parte degli episodi d’abuso non viene denunciata e non rientra in alcuna statistica ufficiale e che l’abuso è un fenomeno trasversale presente in tutte le classi sociali, in ogni luogo e all’interno di ogni gruppo razziale”. Tipo di rapporto vittima abusante • Abuso sessuale intra-familiare • Abuso sessuale extra-familiare Tipo di atto sessuale (esplicito o implicito) • Abuso sessuale manifesto • Abuso sessuale mascherato Pseudo-abuso Falsa rivelazione di abuso da parte di un genitore a danno dell’altro o del figlio ai danni di un genitore A.M.A. (1995) Abuso sessuale epidemia silenziosa (fenomeno diffuso ma misconosciuto e sottostimato) Fattori responsabili della sottostima dell’abuso sessuale • Problemi di definizione e di rilevazione del fenomeno • Meccanismi di difesa • Carenza di formazione specifica sul tema tra gli operatori • Carenza di modelli di prevenzione e di intervento unitari ed integrati a livello nazionale ed internazionale IL RUOLO DELLA SCUOLA SCUOLA prima linea nel contrasto della violenza all’infanzia, in quanto osservatorio privilegiato per l’individuazione dei segnali di disagio e la promozione della tutela della salute fisica e mentale dell’infanzia (Adelmar, Taylor, 1998) Ruolo dell’insegnante Insegnante Osservatore quotidiano e costante dello sviluppo cognitivo, affettivo e sociale dell’alunno, il quale occupa una posizione chiave nella vita dello stesso e attraverso la relazione educativa può individuare e monitorare eventuali situazioni di pregiudizio L’ASCOLTO Principale strumento della promozione e della realizzazione di ogni ambito di benessere e salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Art. 12 della Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo) Diritto all’ascolto proprio del bambino e competenza all’ascolto propria dell’insegnante (osservazione partecipe e ascolto emotivo) Compiti della scuola • Rilevazione precoce dei segnali di disagio dell’alunno e degli indicatori sensibili in caso di abuso sessuale • Segnalazione di situazioni di sospetto pregiudizio Nodi problematici nella rilevazione dell’abuso • Decodificazione dei messaggi ambigui dell’alunno (richiesta d’aiuto silenziosa, espressa prevalentemente attraverso il canale non verbale)) • Gestione delle potenti emozioni attivate dalla percezione di un presunto abuso • Gestione della relazione con la famiglia • Gestione della relazione con il personale scolastico • Gestione della comunicazione con i professionisti ed i servizi extrascolastici di competenza in queste situazioni • Gestione della comunicazione con l’Autorità Giudiziaria L’INTERVENTO DI RETE “Il tipo di disagio del bambino conseguente ad una situazione di maltrattamento e/o abuso richiede un intervento complesso e l’attivazione di contesti di riparazione non solo intrapsichici, ma relazionali ed istituzionali in un intreccio complesso di competenze e percorsi” (Giordano, Scapicchio, 1995, pag. 95) GLI INDICATORI (funzione orientativa e non diagnostica) Indicatori nel bambino Indicatori nell’ambiente (Carini et al, 2001) INDICATORI NEL BAMBINO Indicatori fisici primari • Ferite e contusioni ai genitali, al seno, alle cosce. • Ferite anali, dilatazione dell’ano, insufficiente tono sfinterico. • Presenza di liquido seminale sul corpo e sugli indumenti. • Infezioni o infiammazioni nella zona orale, genitale o anale. • Ferite alla bocca. • Gravidanza precoce. • Malattie sessualmente trasmissibili INDICATORI NEL BAMBINO • • • • • Indicatori fisici secondari Difficoltà a camminare e a stare seduti Perdite vaginale e uretrali Dolori o pruriti nella zona genitale o anale Dolore nell’urinare Indumenti intimi lacerati o macchiati di sangue INDICATORI COMPORTAMENTALI COMPORTAMENTI SESSUALIZZATI • Conoscenze di tipo sessuale inadeguate all’età • Comportamenti sessuali inadeguati • Atteggiamento seduttivo e sessualizzato nei confronti di adulti • Masturbazione eccessiva • Disegni di organi genitali • Imposizioni di pratiche sessuali a coetanei o a bambini d’età inferiore • Prostituzione e promiscuità sessuale • Rivelazione spontanea e diretta d’abuso sessuale INDICATORI COMPORTAMENTALI ALTERAZIONI DEL COMPORTAMENTO • Rifiuto di spogliarsi (nelle attività sportive o nelle visite mediche). • Improvvisi cambiamenti d’umore e crisi di pianto • Senso di vergogna • Alterazioni delle abitudini alimentari • Inadempienza scolastica frequente e ingiustificata • Eccessiva permanenza nella scuola, anche oltre l’orario d’entrata e uscita • Cali improvvisi nel rendimento scolastico • Fughe da casa • Uso di sostanze stupefacenti e alcol INDICATORI COMPORTAMENTALI DISTURBI DELLA SFERA EMOTIVA • • • • • • Relazioni negative tra pari Atteggiamenti provocatori e ribelli Isolamento sociale e incapacità a stabilire relazioni con i coetanei Autolesionismo Depressione Tentativi di suicidio ALTERAZIONI DI CARATTERE SOMATICO • • • • Disturbi del sonno notturno Eccessiva sonnolenza durante il giorno Enuresi-diuresi Encopresi Indicatori nell’ambiente • • • • • • • • Denuncia d’abuso da parte di un familiare Genitori separati o in via di separazione Conflitti tra genitori Eccessiva intimità fisica tra genitori e figli Isolamento sociale Relazioni carenti tra coniugi e tra parenti Storia pregressa di abuso sessuale in famiglia Abuso su fratelli/sorelle La segnalazione Obblighi di legge e sotto-segnalazione (vedi p. 6) Principali ostacoli alla segnalazione (vedi p. 6 e 7) A chi segnalare? • Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni (compito di attivazione delle misure di protezione per il minore) • Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario (compito di accertare la notizia del reato e perseguire il colpevole RUOLO DELL’INSEGNANTE NEI CASI DI SOSPETTO ABUSO • • • • • effettuare un monitoraggio costante delle situazioni a rischio senza escludere a priori la possibilità di un abuso sessuale in atto in condizioni di grave disagio del bambino; rilevare segnali di disagio nel bambino riconducibili a situazioni di sospetto abuso, utilizzando come griglia di osservazione gli indicatori fisici e comportamentali di abuso sessuale, oltre che prestando attenzione agli indicatori nell’ambiente; avviare un dialogo fra colleghi per un confronto su tutti gli indicatori rilevati e informare il dirigente in modo da concordare una strategia di intervento condivisa; ricercare un confronto con le figure professionali dei servizi competenti del territorio (es. servizio sociale territoriale); informare le autorità competenti L’obbligo dell’insegnante e della scuola è di informare l’autorità giudiziaria, l’informazione/segnalazione, perché obbligatoria, non espone ad alcuna conseguenza legale; anzi secondo gli art. 362 e 365 del codice penale l’omessa denuncia di reato o l’omissione di referto da parte di un incaricato di pubblico servizio in reati procedibili d’ufficio è soggetta a pena pecuniaria). VALENZA PREVENTIVA DELLA SCUOLA NELL’ABUSO SESSUALE • a livello di prevenzione primaria, tramite l’acquisizione da parte degli insegnanti di una cultura di reale attenzione al bambino ed ai suoi bisogni e di un’adeguata formazione/informazione sul fenomeno abuso (Pellai, 2005), in modo da promuovere la creazione nel gruppo classe di un clima relazionale positivo, che stimoli l’espressione del disagio e favorisca eventuali rilevazioni in minori vittime di abuso (Miragoli, Caravita, 2007); • a livello di prevenzione secondaria, tramite la rilevazione precoce degli indicatori fisici, psicologici e comportamentali del disagio del bambino e l’attivazione precoce di una rete che intervenga tempestivamente con la presa in carico; • a livello di prevenzione terziaria tramite la segnalazione delle situazioni di sospetto abuso; in ambito di prevenzione terziaria inoltre la scuola può dare un contributo importante, l’insegnante può infatti raccogliere informazioni importanti che possono essere messe a disposizione degli altri operatori coinvolti nel caso: la rete non è fondamentale solo in fase di rilevazione e di segnalazione, ma continua ad esserlo per tutta la durata dell’intervento (Giordano, Scapicchio, 1999). FORMARE PER PREVENIRE • sapere (acquisire informazioni sul fenomeno abuso, sulle conseguenze a breve e lungo termine sullo sviluppo del bambino; sulle procedure di rilevazione degli indicatori sensibili in caso di abuso sessuale e sulle procedure di segnalazione alle autorità competenti); • saper essere (accrescimento delle capacità empatiche di osservazione ed ascolto e rafforzamento dell’autoefficacia percepita); • saper fare (apprendere come e cosa osservare; come relazionarsi al bambino ed alla famiglia in caso di sospetto abuso sessuale; cosa e come segnalare) TRACCIA PER LA SEGNALAZIONE • • • • • • • • • • Dati anagrafici del Segnalante (intestazione della scuola) Luogo e data A chi si segnala (destinatario) Oggetto (segnalazione per …ai danni del minore…) Dati anagrafici del minore Indicazioni sul minore (indicatori rilevati o contenuto della rivelazione del minore; contesto dell’osservazione o del racconto e periodo di osservazione di quanto riferito) Eventuali altre generali informazioni sul minore già in possesso del segnalante Eventuali interventi attivati Indicazioni sul presunto abusante (se si posseggono informazioni in merito) Firme (del/i segnalante/i e del dirigente scolastico)