RomArché 2015 a Piazza Navona Er mercato de Piazza Navona Ch’er mercoledì a mmercato, ggente mie, sce siino ferravecchi e scatolari, rigattieri, spazzini, bbicchierari, stracciaroli e ttant’antre marcanzie, nun c’è ggnente da dì. Ma ste scanzie de libbri, e sti libbracci, e sti libbrari, che cce vienghen’ a ffà? ccosa sc’impari da tanti libbri e ttante libbrarie? Tu pijja un libbro a ppanza vòta, e ddoppo che ll’hai tienuto per cquarc’ora in mano, dimme s’hai fame o ss’hai maggnato troppo. Che ppredicava a la Missione er prete? “Li libbri non zò rrobba da cristiano: fijji, per ccarità, nnu li leggete”. (Giuseppe Gioacchino Belli, 20 marzo 1834) Con questo particolare sonetto Belli traccia un rapido e vivacissimo schizzo di una delle piazze più celebri di Roma, Piazza Navona, dove, ai suoi tempi, si teneva ancora con regolarità settimanale il mercato, citato anche in un altro sonetto in cui la stessa piazza viene evocativamente definita “un teatro, una fiera, un’allegria”. Il lungo perimetro che ricalca le gradinate dell’antico e imponente stadio di Domiziano, dedicato all’atletica, il primo in muratura dell’antichità, all’epoca del Belli era considerato “la piazza del mercato” più grande e rumoroso di Roma – teatro di scene di vita quotidiana impersonate dalla variopinta plebe romana – che, soprattutto di mercoledì, si trasformava in una fiera caotica e multicolore dove si vendeva di tutto, persino i libri! In questo ritratto, forse ispirato proprio dal nascente commercio di libri usati o anche dalla prima diffusione dei lunari (calendari popolari ragionati che tanta fortuna ebbero nell’Ottocento), in maniera sorprendente Belli non allude ai vecchi utensili normalmente in mostra nelle giornate di mercato – come ad esempio casseruole e cuccume varie, fusi e conocchie, scialli e berretti, martelli e seghe – ma, appunto, si concentra sui libri, che di nuovo oggi, dopo 180 anni, tornano ad animare questa piazza e i suoi resti, con la sesta edizione di RomArché – il Salone dell’Editoria Archeologica che si svolgerà dal 20 al 24 maggio nella sede dell’École française de Rome, al numero 62 della storica piazza, e nell’area archeologica dello Stadio di Domiziano cui si accede – per il tramite di una scala che porta a circa 4 metri di profondità dal piano stradale – da via di Tor Sanguigna 3. Nel sito musealizzato, che occupa una superficie di 800 mq, sono visibili i resti delle sostruzioni su cui si impostavano anticamente le gradinate dello Stadio occupate dagli spettatori. La sua riapertura al pubblico, nel gennaio 2014, è stata l’occasione per dare vita a un ambizioso esperimento di collaborazione pubblicoprivato: grazie a un importante intervento di restauro e valorizzazione, opera della società MKT121 (gruppo Markonet) cui compete anche la gestione del monumento, di concerto con la Sovraintendenza Capitolina ai Beni Culturali, è oggi possibile riscoprire le maestose strutture della curva nord dello Stadio. Fra gli imponenti resti, risalenti all’86 d.C., si svolgerà RomArché 2015, altro esempio di collaudata cooperazione pubblico-privato, iniziativa che si è andata via via definendo negli anni come luogo privilegiato d’incontro e di scambio culturale tra case editrici specializzate e operatori del settore, Istituzioni, Enti Pubblici, Musei, Università, Centri di ricerca, Società e Cooperative archeologiche, Agenzie specializzate nel Turismo culturale, Associazioni Culturali. Curata e organizzata dalla Fondazione Dià Cultura e dal mensile archeologico Forma Urbis, con il sostegno della società informatica Siaed, l’edizione del 2015 del Salone dell’Editoria Archeologica ha come tema centrale il limes romano, sia nell’accezione di confine e limite che di via e tramite. Un filo doppio che ispira e raccorda le diverse iniziative proposte in un confronto dialettico e interdisciplinare tra archeologia, storia, antropologia e geopolitica. «Conoscere il passato per comprendere il presente e immaginare il futuro», questa l’aspirazione dell’iniziativa. Simona Sanchirico, Direttore editoriale di Forma Urbis Fondazione Dià Cultura Particolare della scala. Area archeologica dello Stadio di Domiziano 1 Sommario Editoriale: RomArché 2015 a Piazza Navona 3 1 di Simona Sanchirico Limes et Campus 4 di Valentino Nizzo Lo Stadio di Domiziano: nuovi dati sulla architettura del monumento 12 di Jean-François Bernard e Paola Ciancio Rossetto L’area dello stadio e dell’odeion di Domiziano in età imperiale 20 di Maria Letizia Caldelli Piazza Navona nel Medioevo 25 di Anna Modigliani L’esplorazione archeologica nelle cantine dell’immobile sito in Piazza Navona, 62 (fine del XV e XVI secolo) 27 di Martine Dewailly, Julie Leone, Edwige Lovergne, Jacopo Russo, Claudio Taffetani Il progetto di restauro e valorizzazione di Piazza Navona, 62 33 di Giovanni Carbonara Il quartiere di Piazza Navona fra 1450 e 1870 di Bernard Gauthiez 44