16° incontro 21 febbraio 2013 Oggi cominciamo il nostro incontro con queste parole dette la settimana scorsa dal Papa Benedetto XVI Vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio , sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”. “Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice” “Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero , e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”. Voi siete testimoni di un fatto storico : le dimissioni di un Papa ! Solo una volta nella storia della chiesa è avvenuto un fatto simile, nel 1294 con Celestino V ; anche se altri Papi (5) dovettero lasciare il papato ma non furono dimissioni volontarie. 1) Papa Clemente I (92-99 d.C.), dovette dimettersi per forza di cose, infatti fu arrestato ed esiliato, e per evitare di lasciare la Chiesa senza guida spirituale, lasciò a favore di Evaristo. 2) Papa Ponziano (230-235 d.C.), si trovò da esiliato in Sardegna; in quel periodo la Chiesa viveva un momento di forte crisi interna, anche in questo caso per non lasciare il Papato senza vertice, permise così l'elezione di un nuovo Papa, che prese il nome di Antero. 3) Papa Silverio (536-537 d.C.), fu vittima di un complotto, fu portato in esilio a Patara, fece poi ritorno in Italia, ma quello che doveva essere suo successore, fece in modo di allontanarlo di nuovo, facendogli firmare un documento di rinuncia a suo papato e divenne Papa, Vigilio. 4) Papa Benedetto IX (1033-1045 d.C.), qui la storia ci racconta qualcosa di impensabile ai tempi odierni, divenne infatti Pontefice probabilmente a soli 11 anni. Così dovette rinunciare a favore di Silvestro III, ma poi riprese la carica. Successivamente ammise di volersi sposare, e fu allora costretto ad abdicare a favore di Gregorio VI. 5) Papa Celestino V (dal 29 agosto al 13 dicembre 1294 d.C.) costituisce il caso più noto di dimissioni; riconosciuto infatti come il Papa del gran rifiuto, senza motivi dovuti a forzature (come appunto Benedetto XVI) decise di dimettersi e condurre fino alla morte una vita da eremita, gli successe Papa Bonifacio VIII. La peculiarità di Celestino V che non ha eguali nella sua carica di Pontefice, fu che sin da giovane era portato a fare l'eremita e a vivere nell'ascetismo, non fu strano che fece la stessa scelta di vita anche dopo le dimissioni 6) Papa Gregorio XII (1406-1415 d.C.); qui ci troviamo in una situazione anomala. A causa dello scisma d'Occidente, ognuno aveva il suo regno locale, Gregorio XII era il Papa di Roma, Benedetto XIII quello di Avignone, e poi c'era l'antipapa Giovanni XXIII. In seguito al Concilio di Costanza, avrebbero dovuto abdicare, ma Benedetto si rifiutò, Giovanni fuggì, mentre Gregorio riuscito così a prendere il primato nel Papato, per mettere fine alla scissione, abdicò per far eleggere un unico Pontefice. Solo che il nuovo Papa fu eletto due anni dopo la morte di Gregorio, e fu così eletto Martino V. Papa Ratzinger ha fatto osservare il senso di nullità causato dal fatto che in Occidente (Europa e America) Dio viene sempre più escluso dalla cultura e dalla vita pubblica e come la fede in Lui diventi più difficile perché i credenti vivono in un mondo che si presenta sempre più come opera umana, mentre Dio sembra diventato superfluo se non estraneo ed inutile. Il rischio è che ne consegua una radicale riduzione dell'uomo ad un semplice prodotto della natura e non realmente libero ma che può essere trattato come ogni altro animale, cosa che costituisce un capovolgimento del punto di partenza della cultura moderna che partiva dalla centralità dell'uomo e dal valore della sua libertà. La fede deve essere vissuta nella sua autenticità, essa ha il suo inizio con un incontro, con un avvenimento, con una Persona, Cristo morto e risorto, che dà alla vita umana una nuova direzione decisiva. In Cristo morto e risorto noi incontriamo Dio che si rivela come Verità-Amore, come Esserci-per-l'altro, e in questo incontro, ricreandoci a sua immagine, ci trasforma e ci dona di amare e di camminare sulle vie della riconciliazione e della pace. Oggi uomini e donne, ragazzi e ragazze, sono tutti chiamati a essere persone nuove, testimoni con la vita della resurrezione e dell'iniziativa amorevole di Dio per l'umanità e in tal modo portatori della gioia e della speranza nel mondo. Per questo più volte Benedetto XVI in modo accorato ha invitato tutta la Chiesa a convertirsi rinnovando la fedeltà al Vangelo e alla sua missione, fedeltà a quella missione di testimonianza e di amore che proprio il giorno della confermazione dovrete pubblicamente rinnovare. Questo gesto delle dimissioni non è un tirarsi indietro di fronte alle proprie responsabilità ma bensì un atto di enorme umiltà e consapevolezza della importanza e della grandezza dei compiti di un Papa. E proprio quando non ci si sente più fisicamente capaci di sostenere tali compiti è giusto che un altro prenda quel così gravoso incarico. Quello a cui voi avete avuto la fortuna di assistere è proprio una opera dello Spirito Santo ! Egli fa in modo di mettere la nostra mente in comunicazione con Dio ed a farci compiere quelle azioni che talvolta nessuno penserebbe di fare. Ha detto Benedetto XVI che la pietas, è l’amore che dobbiamo avere per il padre nostro che è nei cieli, ci aiuta a riempire i nostri gesti di significato : un abbraccio, un sorriso, un gesto affettuoso, un silenzio rispettoso, tutto questo può essere amore. In questa prima settimana di quaresima dobbiamo prendere due impegni : Il primo è impegnarsi a chiedere scusa nei momenti di tensione o di fatica in famiglia riconoscendo i propri sbagli e rimediando con un gesto di amore. Il secondo impegno è quello di pensare concretamente agli altri raccogliendo dei generi alimentari da distribuire alle famiglie più bisognose.