LO SVILUPPO PERSONALE
BASATO SULLE COMPETENZE
PER LAVITA
Progetto della Scuola Silvestri
Massimo Tomassini
Tre incontri con i genitori
(febbraio-aprile 2010)
Primo incontro
La doppia funzione
della scuola
Trasmettere il sapere
Sviluppare la persona
Razionalità
Emozioni
Logica
Creatività
Linearità
Immaginazione
Analisi
Sintesi
3 TIPI DI SAPERE
“SAPERE”
(teoria)
“SAPER FARE”
(pratica)
“SAPER ESSERE”
(persona)
… il sapere più
difficile …
Il “saper essere” richiede l’attivazione di una
specifica intelligenza …
INTELLIGENZA EMOTIVA
legata alla capacità di provare emozioni, riconoscerle e
viverle in modo consapevole
COMPONENTI DELL’INTELLIGENZA
EMOTIVA
Consapevolezza di sé
riconoscere le proprie emozioni
Dominio di sé
Usare positivamente
i propri sentimenti
Motivazione
scoprire i veri motivi che spingono all’azione
Empatia
percepire il senso del contatto con gli altri
Socialità
stare insieme agli altri comprendendo ciò che accade
“LIFE SKILLS”: LA LISTA OMS
Consapevolezza di sé: conoscere i propri punti forti e deboli
Gestione delle emozioni: essere consapevoli della loro influenza sul
comportamento
Gestione dello stress: conoscere e controllare le fonti di tensione
Senso critico: analizzare informazioni ed esperienze in modo oggettivo
Decision making: decidere in modo consapevole e costruttivo
Problem solving: affrontare e risolvere i problemi
Creatività: generare idee originali, utili per le decisioni e le soluzioni necessarie
Comunicazione efficace: esprimersi in modo efficace e congruo
Capacità di relazioni interpersonali: creare e mantenere relazioni soddisfacenti
Empatia: immedesimarsi negli altri; saper offrire sostegno a che ha bisogno di
cure
LIFE SKILLS: UNA VISIONE EVOLUTIVA
Consapevolezza di sé
soluzione di
problemi
presa di
decisioni
Gestione
emozioni
gestione stress
Senso critico Empatia
creatività
relazioni
interpersonali
comunicazione
Area logico-razionale
Area emozionale
Consapevolezza di sé
Gestione
emozioni
soluzione di
problemi
presa di
decisioni
gestione stress
Creatività
Senso critico
relazioni interpersonali
comunicazione efficace
Empatia
Area logico-razionale
Area emozionale
Consapevolezza di sé
Gestione
emozioni
soluzione di
problemi
presa di
decisioni
gestione stress
Creatività
Senso critico
relazioni interpersonali
comunicazione efficace
Empatia
Life skills: un crescente
interesse di governi e istituzioni
Organizzazione Mondiale della
Sanità
Ministero della Salute
Ministero dell’Istruzione
Aziende Sanitarie
Life skills: un’opportunità
di crescita dal basso
Piccole comunità a livello
di scuole, gruppi di
insegnanti, associazioni
genitori
OBIETTIVI DI PREVENZIONE
- bullismo
- uso di sostanze
- incidenti
OBIETTIVI DI INCORAGGIAMENTO
- cooperazione
- auto-efficacia
- resilienza
Il progetto LIFE SKILLS della scuola Silvestri
BAMBINI
INSEGNANTI
FAMIGLIE
Esercizi di auto-presentazione;
di riconoscimento delle
emozioni; di correlazione tra
emozioni, pensieri e
comportamenti
BAMBINI
INSEGNANTI
Giochi di ruolo, scambi di
esperienze, visioni su nuovi stili
professionali
GENITORI
Incontri per lo sviluppo della
consapevolezza riguardo alle
pratiche educative
BAMBINI
GENITORI
INSEGNANTI
Pratiche
riflessive
- apprendere dall’esperienza
- condividere ipotesi e soluzioni
- analizzare i quadri di riferimento e, se
necessario, cambiarli
Programma incontri genitori: una proposta
Primo incontro (Oggi)
Presentazione, discussione
Secondo incontro (5 marzo)
I genitori raccontano brevi
“storie” sui temi dei life skills
Terzo incontro (9 aprile)
Lavoro collettivo su “parole chiave”
Ipotesi per sviluppi ulteriori
Secondo incontro
RACCONTARE STORIE
• può essere più efficace di
trasmettere teorie
• aiuta a comprendersi
• facilita la partecipazione
• permette di ricordare con
più facilità
Come deve essere una storia
• vera (o molto verosimile)
• capace di veicolare emozioni
• capace di far emergere domande
• esemplare di una situazione rilevante
• comprensibile
• capace di attivare scambi tra i partecipanti
• breve
Storia n. 1
Sono le 6 del pomeriggio. Giovanna è a casa da una
mezz’ora. Ha acceso la televisione e guarda
distrattamente cartoni e pubblicità.
La madre le segnala che è ora fare di compiti.
Giovanna resiste. Tra le due si crea un po’ di
tensione.
Allora la mamma le dice che dopo cena c’è un
DVD nuovo da vedere insieme (almeno la prima
parte). Quindi è meglio non perdere tempo, fare i
compiti e prepararsi a vedere una cosa interessante.
Giovanna capisce. Spegne e va a fare i compiti.
Quali competenze
emotive ha messo in
campo la mamma?
Quali competenze
emotive ha cercato
di stimolare nella
figlia?
Ci sono altri modi
per gestire questo
tipo di situazioni?
Storia n. 2
Alberto torna a casa piuttosto contrariato. Si
confida con il padre riguardo al fatto che ha
risposto male alla maestra di matematica. Questa, a
suo dire, l’ha trattato troppo pesantemente quando
lui ha fatto un errore alla lavagna.
Il padre cerca di capire cosa prova Alberto: è
pentito? Pensa che sia stato solo uno scatto? È
sicuro di aver capito ciò che ha detto la maestra?
Antonio, il padre, si annota mentalmente la cosa.
Ne parlerà con l’insegnante. Intanto si occupa di
mettere il figlio in condizioni di andare a scuola più
sereno e, se possibile, di arrivare da solo a un
miglior rapporto con la maestra.
Alberto ripensa a quanto è accaduto.
1. Quali
competenze
emotive ha messo
in campo il padre?
2. Quali
competenze
emotive ha cercato
di stimolare nel
figlio?
3. Ci sono altri
modi per gestire
questo tipo di
situazioni?
Storia n. 3
Riccardo racconta che, come ormai accade da un
po’di tempo, durante la ricreazione è stato preso in
giro da Mario e, quando ha reagito, è entrato in
azione Roberto alzando le mani. Per caso
l’insegnante si è girata da quella parte e Mario e
Roberto si sono subito allontanati.
La madre lo rassicura: se la cosa si ripeterà lei
chiederà un incontro con gli insegnanti e con il
comitato genitori per chiedere interventi. Intanto lo
spinge a riflettere sul fatto che ci sono altri
compagni, più simpatici, con i quali vale la pena di
giocare. E che forse anche Mario e Roberto in
futuro, crescendo, avranno un altro tipo di
comportamento.
Riccardo non è del tutto convinto perché con Mario
e Roberto si diverte molto, ma … si vedrà
Quali competenze
emotive ha messo
in campo la
madre?
Quali competenze
emotive ha cercato
di stimolare nel
figlio?
Ci sono altri modi
per gestire questo
tipo di situazioni?
GENERAZIONE DI STORIE *
Il gruppo si familiarizza gradualmente con il metodo delle storie.
A partire da alcuni commenti alle tre storie-esempio, vengono
proposte via via alcune piccole storie di cui i partecipanti sono
stati protagonisti con i loro figli.
Storie che toccano temi come: assistere a programmi tv; la cura
dell’ordine personale e della stanza; la differenza dei rapporti con
i figli quando a interloquire è un singolo genitore o la coppia (le
storie-esempio sono solo del primo tipo).
Emerge progressivamente:
-la necessità di ri-comprendere, in una logica di intelligenza
emotiva e di life skills, questioni che sono generalmente
affondate nelle routine quotidiane e alle quali spesso non si pone
sufficientemente attenzione;
- la crucialità della dimensione “famiglia” che implica una
prospettiva sulle life skills forse diversa dalla dimensione
“individuo”.
* Questa slide è stata preparata dopo l’incontro, sintetizzando i risultati principali della
discussione
Terzo incontro
Verso qualche conclusione:
- a partire dall’esperienza dei partecipanti;
- in collegamento con i progressi nella
prima area di intervento (i bambini)
- aperta verso ulteriori opportunità
L’esperienza dei bambini * (1)
Isabella Ottavi, la psicologa che sviluppa il progetto nella sua
sezione più delicata, quella che coinvolge i bambini, mette in
evidenza alcuni aspetti significativi:
- i bambini seguono questa esperienza con attenzione e
interesse;
- gli insegnanti sono attivamente coinvolti nell’esperienza
stessa, fornendo di fatto una guida indispensabile per la sua
prosecuzione;
- l’esperienza fa risaltare le differenze che i bambini annettono
ai loro due fondamentali ambienti di riferimento: la scuola e la
famiglia.
* Questa slide e le due successive sono state preparate dopo l’incontro, sintetizzando i
risultati principali del report di Isabella e della discussione
L’esperienza dei bambini (2)
- la scuola è (percepita come) un ambiente nel quale bisogna
conformarsi a un certo numero di regole, che richiedono
un’attivazione abbastanza continuativa delle life skills.
Nonostante una serie di fattori di crisi, la scuola è “un sistema
che tiene”, capace di fungere da contenitore alle spinte tipiche
dell’età evolutiva.
- la famiglia è (percepita come) un ambiente in cui le regole
sono più incerte e nel quale l’intelligenza emotiva è
continuamente messa alla prova da incertezze su ruoli e doveri,
le quali hanno radici nell’evoluzione complessiva della società
e del costume.
L’esperienza dei bambini (3)
- la scuola Silvestri rappresenta una straordinaria palestra per lo
sviluppo delle competenze per la vita, grazie alla compresenza
di persone di diversa condizione e abilità (sordi/utenti) e alla
continua interazione tra diverse forme di esperienza della realtà
e della vita
- le esperienze dei bambini della Silvestri, riflesse nei giochi
che sono stati loro proposti all’insegna delle life skills,
mostrano l’esistenza di un ricchissimo patrimonio di sviluppo
personale accumulato nel tempo
- l’interazione tra diverse forme di esperienza della realtà e
della vita produce nel tempo una comprensione reciproca che
andrebbe molto approfondita
Esercizio per i genitori
Scrivere le parole-chiave attraverso cui, a
vostro avviso si può:
- caratterizzare l’esperienza sin qui fatta
(post-it gialli);
- proporre i lineamenti di un ulteriore
intervento (post-it verdi)
Raccomandazioni:
Scrivere in modo rapido raccogliendo le
prime indicazioni che vengono alla mente
Obiettivi:
- condividere significati, identificare
percorsi comuni
- mettere in luce esigenze
PAROLE CHIAVE DELLA CONDIVISIONE* (1)
CARATTERIZZAZIONE DELL’ESPERIENZA
* Questa slide e la successiva sono state preparate dopo l’incontro, riportando le parolechiave poste sul cartellone attraverso il software worlde (in cui a più frequenti ricorrenze
dello stesso termine corrispondono maggiori dimensioni grafiche)
PAROLE CHIAVE DELLA CONDIVISIONE (2)
IPOTESI PER UN INTERVENTO ULTERIORE
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Consapevolezza di sé