CRES – CLIMARESILIENTI
Informare ed educare alla sostenibilità
Energia 1 – Clima 1 e 2
Kyoto Club
•
Il Kyoto Club è un'organizzazione no-profit, nata nel
1999, costituita da imprese, enti, associazioni e
amministrazioni locali, impegnati nel raggiungimento
degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas-serra
assunti con il Protocollo di Kyoto e quelli al 2020 resi
obbligatori con il pacchetto europeo clima-energia.
•
Kyoto
Club
promuove
quindi
iniziative
di
sensibilizzazione, informazione e formazione nei campi
dell’efficienza energetica, dell’utilizzo delle rinnovabili
e della mobilità sostenibile. Inoltre, in qualità di
interlocutore di decisori pubblici, Kyoto Club si impegna
a stimolare proposte e politiche di intervento mirate e
incisive nel settore energetico-ambientale.
2
Kyoto Club – Attività
 Corsi di formazione rivolti a professionisti, operatori del settore,
amministratori pubblici, sui temi più attuali del contesto energeticoambientale;
 Workshop, convegni, seminari normativi e tecnologici di aggiornamento
con esperti del settore e in collaborazione scientifica a eventi fieristici
di settore;
 Comunicazione e informazione attraverso il sito dell’associazione
Kyotoclub.org, la Newsletter online KyotoClubNews, la rivista bimestrale
QualEnergia e il portale Qualenergia.it;
 Documenti e position paper curati dall’Associazione e dai Gruppi di
Lavoro;
 Campagne e progetti: Campagna di sensibilizzazione su Solare e
Risparmio Energetico nell’Edilizia Pubblica; Enti locali per Kyoto; Parchi
per Kyoto; Scuole per Kyoto; CRES-climaresilienti;
 I Gruppi di lavoro tematici: Agricoltura e foreste; Efficienza
energetica; Finanza; Fonti rinnovabili; Meccanismi flessibili; Mobilità
sostenibile; Protocollo di Kyoto ed Enti locali; Recupero e riciclo;
Università ed Enti di ricerca.
3
Mitigazione
Mitigazione dei cambiamenti climatici
tutte le azioni volte a ridurre la concentrazione di gas climalteranti in
atmosfera. Tali azioni mirano a ridurre le fonti di emissione (le CAUSE
del cambiamento climatico) e ad aumentare lo stoccaggio della CO2
prodotta attraverso i Carbon sinks (sistemi naturali o artificiali che
assorbono e trattengono CO2, sottraendola all’atmosfera).
Le azioni di mitigazione mirano a rallentare i cambiamenti climatici
riducendo o eliminando i fattori antropici (emissioni) che lo provocano.
Il protocollo di Kyoto è un esempio di politica di mitigazione.
L’applicazione delle fonti rinnovabili e il miglioramento dell’efficienza
energetica sono altri esempi di interventi di mitigazione.
4
Fonte: www.liferaces.eu
Adattamento
Adattamento ai cambiamenti climatici
sono tutte le azioni volte a ridurre gli EFFETTI del cambiamento
climatico, sono quindi piani e interventi volti a preparare il territorio
agli impatti dovuti all’alterazione del clima, tendono a ridurre la
vulnerabilità territoriale, e minimizzare i danni sociali ed economici.
Per poter attuare delle azioni di adattamento è necessario studiare le
caratteristiche dei luoghi (monitoraggio, simulazioni, scenari),
conoscerne i rischi e valutare i possibili impatti.
Un tetto verde, esempio di
Adattamento e mitigazione
Fonte: daku.it
Adattamento in Biston betularia
5
Fonte: www.liferaces.eu
ADATTAMENTO E RESILIENZA
6
Mitigazione e Adattamento
una azione integrata !
Gli effetti delle politiche di mitigazione sul clima si manifestano
solo a lungo termine. Anche attuando dei tagli drastici nelle emissioni
di gas serra, il meccanismo di alterazione climatica è già innescato e
passerebbero decenni prima che si inverta il processo e che si vada
verso un’attenuazione dell’effetto serra ”non naturale”. Quindi, “nel
frattempo” siamo comunque esposti alle variazioni climatiche in corso.
È dunque indispensabile che si mettano in atto delle strategie di
adattamento per poter arginare i danni.
Allo stesso tempo, però, le sole politiche di adattamento non
garantiscono una protezione dai danni climatici, anche perché
difficilmente è possibile “adattarsi” a tutti gli eventi e gli impatti
previsti. Se non si intraprendono politiche di mitigazione, che agiscano
sulle cause dei danni, il clima rischia di continuare a variare in modi
imprevedibili, vanificando e neutralizzando qualsiasi tentativo di
adattamento.
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Fonte: www.liferaces.eu
Indice
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Energia
Risorse della natura
Ambiente
Clima
Cambiamento climatico
Effetto serra
Protocollo di Kyoto e direttiva UE 20-20-20
Sviluppo Sostenibile
Impronta ecologica
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L’Energia del cibo
Il lavoro che l'uomo compie si genera dall'energia che egli acquisisce attraverso il cibo.
Gli elementi nutrienti che costituiscono l'alimentazione dell'uomo si classificano in tre
categorie:
Carboidrati
Molecole che contengono
atomi di H e O2 e
variano dall’essere molto
semplici come lo zucchero
o molto complesse come
l’amido
Proteine
Grassi
Molecole che
contengono atomi di
C, O2, H e N,
contenute nella
carne, latte,
uova,frutta e
verdura
Molecole
costituite da
atomi di C, H e
O2, presenti nei
grassi animali e
oli vegetali
Molti dei cibi di cui si nutre l’uomo contengono tutte e tre le
categorie in diverse quantità
9
L’Energia del cibo
Informazioni nutrizionali di una merendina tipo
(Fonte AIDI - Associazione Industrie Dolciarie Italiane)
10
L’Energia del cibo
Calcolo delle calorie di un pranzo
Cibo
Kcal
Hamburger
275
Hot dog
300
Patatine fritte
250
Mela
70
Bibita
87
Totale
982
FONTE: www.progettogea.com
Il corpo umano è considerato come un sistema chiuso in cui il cibo ingerito
è trattato come un combustibile che, metabolizzato completamente, serve
a ogni organismo per crescere e svilupparsi
11
Piccolo glossario dell’energia
 Energia: capacità di un corpo o di una sostanza di compiere
lavoro: l’energia si trasforma, ovvero si realizza, un lavoro. Anche il
“calore” è una forma di energia. L’energia si misura in J (joule)
oppure in kcal (chilocaloria) oppure in kWh (chilowattora). Per
misurare energia e lavoro vengono utilizzate le stesse unità di
misura: diverse a seconda del tipo di energia prodotta o convertita,
ma che possono essere messe tra loro in relazione di equivalenza.
 Potenza: energia nell’unità di tempo, si misura in W (watt) ed i suoi
multipli, es. kW (chilowatt). Si può misurare anche in kcal/h
(chilocaloria all’ora).
Esempio: un forno elettrico della potenza di 1000 Watt cioè 1
chilowatt (1kW ) se tenuto acceso per due ore “consuma” 1 x 2 = 2
chilowattora (2 kWh ).
12
Piccolo glossario dell’energia
 kW: abbreviazione di chilowatt o kilowatt, è l’unità di misura della
potenza, generalmente quella elettrica (ma può essere anche quella
termica, ad esempio di una caldaia). Corrisponde a 1000 Watt.
1 kW = 860 kcal/h
 kcal: abbreviazione di chilocaloria, corrispondente a 1000 calorie. E’
l’unità di misura del “calore” trasmesso o ricevuto. Il “calore” è una
forma di energia, quindi anche la chilocaloria può essere usata per
misurare l’energia; infatti esiste la corrispondenza
1 kcal = 1,162 Wh
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Tabella delle equivalenze
EQUIVALENZE TRA UNITA’ DI MISURA
kJ
kcal
kWh
tep
Btu
1 kJ
1
0,239
0,278x10-3
23,88x10-9
0,948
1 kcal
4,1868
1
1,163x10-3
0,1x10-6
3,968
1 kWh
3.600
860
1
86x10-6
3.413
1 tep
41,87x106
10x106
11,63x103
1
39,68x106
1 Btu*
1,055
0,252
0,293x10-3
25,2x10-9
1
* British termal unit
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Tipologie di energia
 Energia Potenziale: è quella posseduta dall’acqua
trattenuta da un invaso di montagna, che si
trasforma in energia meccanica quando l’acqua
fa girare una turbina, ed in energia elettrica
nell’alternatore azionato dalla turbina;
 Energia Termica: Il calore posseduto da un corpo
ad elevata temperatura;
 Energia chimica: Le reazioni chimiche
fra diverse sostanze.
15
Energia primaria e secondaria
L’energia, nelle sue varie forme, è disponibile racchiusa nelle fonti
energetiche, classificate in primarie e secondarie.
Le fonti primarie sono quelle esistenti in natura: sole, vento, carbone,
petrolio, gas naturale, ecc..
Sole
la fonte primaria per
eccellenza da cui derivano
tutte le altre fonti primarie!
carbone
vento
16
petrolio
Energia primaria e secondaria
Le fonti energetiche secondarie derivano dalla trasformazione di
fonti primarie o di altre fonti secondarie: benzina o gasolio, derivati
del petrolio, energia elettrica generata nelle centrali termoelettriche,
e così via.
17
Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
Cosa sono:
Sono tutte quelle fonti che non si
esauriscono in tempi paragonabili
con l’attività umana (per esempio
l’energia del sole ci sarà per altri
milioni di anni), o che possono
essere ripristinate in tempi
comparabili con le attività umane
(ad es. per ogni albero utilizzato
per la produzione di energia
elettrica in una centrale a
biomasse, un altro può essere
piantato e crescere in pochi anni).
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Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
Le FER hanno un triplice vantaggio:
- rispettano l’ambiente,
- fanno risparmiare,
- Sono durevoli.
A differenza delle fonti di origine fossile:
- non presentano emissioni di gas che alimentano l’effetto serra,
- non emettono sostanze nocive per la salute,
- non modificano pesantemente i territori con impianti di
trivellazione e grosse centrali.
Inoltre il loro utilizzo evita il ricorso alle fonti “tradizionali” di origine
fossile quali petrolio, gas e carbone che emettono grandi quantità di
CO2.
19
Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
 Energia solare: La radiazione solare per produrre energia termica
(riscaldamento e acqua calda) ed elettrica:
20
Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
 Energia eolica: Le masse d’aria in movimento per produrre energia
elettrica e meccanica:
21
Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
 Energia geotermica: Il calore presente nel sottosuolo utile per
produrre energia elettrica, riscaldare gli ambienti e l’acqua:
22
Fonti Energetiche Rinnovabili (FER)
 le biomasse (energia termochimica): La combustione di biocarburante per produrre energia termica ed elettrica:
> Solide: biomasse legnose (legna da ardere,
cippato, pellet) e biomasse erbacee (miscanthus,
cereali)
> Liquide: biodiesel,
bioetanolo
> Gassose: biogas
23
Le biomasse solide
nocciolino
di sansa
cereali
pellet
mais
legna
pellet di
sansa
pellet di
barbabietole
gusci di
nocciola
cippato
24
Le biomasse liquide e gassose
Biodiesel
Biogas
25
Tipologie di Energia - Energia
Nucleare
è l’Energia immagazzinata nel nucleo degli atomi, è una fonte
FOSSILE a tutti gli effetti poiché l’elemento di partenza è
l’URANIO un minerale presente sulla terra in quantità limitate.
Pregi:
-
Difetti:
Minore emissione di CO2
Grande quantità di energia
prodotta
-
-
26
Rischi ambientali ed alla salute
(tumori) legati alla Radioattività
localizzata al sito della centrale
(raggio di 10-20 km).
Rischi dovuti per fughe
accidentali di Radioattività.
Gestione e stoccaggio delle
scorie radioattive
Rischio terrorismo
Ambiente
L'ambiente può essere definito come un sistema di condizioni esterne
materiali in cui un organismo vive.
È formato da:
elementi abiotici
elementi biotici
energia
FONTE: www.anisn.it
La Terra riceve dal sole un flusso ininterrotto di energia che oltre a
permettere tutti i processi vitali, vegetali ed animali, determina il
clima, scioglie i ghiacci ed alimenta il ciclo dell’acqua tra mare ed
atmosfera, produce i venti, fa crescere le piante che nel corso di
milioni di anni si sono trasformate, con i resti di organismi animali, in
petrolio per decomposizione anaerobica, carbon fossile e gas naturale:
i combustibili fossili.
27
Clima e cambiamento climatico
• Il “clima” è una condizione atmosferica a lungo termine, il “tempo”
varia costantemente;
• I mutamenti del clima sono naturali: ad esempio, dopo l’ultima era
glaciale (11.500 anni fa) le temperature medie globali erano di 5 °C
inferiori a quelle attuali;
• Ma ora gli innalzamenti delle temperature si producono a velocità
senza precedenti;
• Gli scienziati ritengono che le attività umane ne siano responsabili;
• I gas presenti nell’atmosfera intrappolano il calore proveniente dal
sole;
• Le emissioni di gas aumentano a causa delle attività umane;
• L’accumulo dei gas provoca un surriscaldamento a lungo termine = il
cambiamento climatico!
28
www.climatechange.eu.com
Clima - Il sistema climatico
29
Il Ciclo del Carbonio
Le emissioni globali di CO2 riconducibili alle attività umane ammontano a 30
miliardi di tonnellate (Gt) all’anno, corrispondenti a 8,1 Gt di carbonio: 6,5 Gt
derivano dai combustibili fossili e 1,6 Gt dalla deforestazione e dalle pratiche
agricole. Parte delle 8,1 Gt di carbonio vengono riassorbite dalla vegetazione,
mentre 3,5 Gt si accumulano nell’atmosfera contribuendo al riscaldamento
globale e 2,5 Gt vengono assorbite dagli oceani aumentandone l’acidificazione.
(© BRGM im@gé)
30
Fonte: co2club.it
Dati sul cambiamento climatico
• Le temperature in Europa sono aumentate di quasi 1 °C
(0,76°C) dal 1850;
• Un ulteriore aumento di 1,2 °C potrebbe provocare
mutamenti ambientali irreversibili, su larga scala e
potenzialmente catastrofici;
31
www.climatechange.eu.com
Dati sul cambiamento climatico
• Gli eventi atmosferici estremi (tempeste, alluvioni,
siccità e ondate di calore) diventano più frequenti e più
acuti;
• Il 90% delle catastrofi naturali in Europa dal 1980 è
stato provocato dal tempo e dal clima;
32
www.climatechange.eu.com
Dati sul cambiamento climatico
• I ghiacciai europei hanno perso due terzi della propria
massa dal 1850, e la tendenza sta accelerando;
• Milioni di persone in tutto il pianeta sono minacciate da
carenze idriche, fame e povertà;
33
www.climatechange.eu.com
Dati sul cambiamento climatico
• La banchisa polare si sta sciogliendo e il livello dei mari
si sta innalzando a un tasso doppio rispetto a 50 anni fa.
Banchisa polare a confronto anno 1979 e 2005
34
www.climatechange.eu.com
Qual è la causa?
• Gli esseri umani stanno immettendo più “gas a effetto
serra” nell'atmosfera;
• L’atmosfera si comporta come le pareti in vetro di una
serra;
• I gas a effetto serra naturali aiutano a trattenere il
calore: senza di loro, le temperature sarebbero inferiori
di 30 °C;
• Ma le emissioni di gas a effetto serra imputabili all’uomo
sono aumentate del 70% dal 1970, pertanto
nell’atmosfera resta intrappolata una maggior quantità di
calore, più del necessario.
35
www.climatechange.eu.com
Effetto Serra
36
Gas a effetto serra
Biossido di carbonio o
anidride carbonica
(CO2)
- combustione di carbone, petrolio
e gas per energia, calore e
trasporti
Protossido di azoto
(N2O)
– Siti di smaltimento dei rifiuti,
dell'agricoltura e del bestiame
Metano (CH4)
Idrofluorocarburi (HFC) – Utilizzo in sistemi frigoriferi,
aria condizionata
Perfluorocarburi (PFC)
Esafluoruro di zolfo
(SF6)
37
www.climatechange.eu.com
Effetti Del Cambiamento Climatico
Considerando un aumento della temperatura a +2°C rispetto
al periodo pre-industriale:
 Livello del mare: + 0.09/0.88 m (aumento medio: 0.48 m),
considerati gli 89.000 km di sviluppo costiero in Europa, 68 milioni di
persone saranno interessate;
 Eventi climatici estremi: frequenza in aumento di ondate di calore e
di freddo, inondazioni e siccità estreme. Si stima che già un aumento di
1.4°C esporrà 10 milioni di persone in Europa al rischio di inondazioni
in zone costiere;
 Ecosistemi: per alcuni ecosistemi forestali è previsto un aumento di
produttività ma anche un incremento del rischio di incendio e malattia.
Spostamenti nella distribuzione degli ecosistemi (15-20% dell’area
mondiale) e delle specie insieme alla scomparsa di specie minacciate
sono considerate molto probabili;
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Effetti Del Cambiamento Climatico
Considerando un aumento della temperatura a +2°C rispetto
al periodo pre-industriale:
Agricoltura: benefici per l’Europa Centrale e Settentrionale dovuti
all’aumento di CO2 e temperatura; la superficie agricola potrà
espandersi a nord e la stagione vegetativa potrà prolungarsi;
nell’Europa del Sud aumenteranno i periodi di siccità e l’incidenza di
eventi meteorologici estremi;
 Salute pubblica: un aumento di temperatura di 2°C esporrà 210
milioni di persone nel mondo al rischio di malaria; + 30-50% di aumento
del rischio di contrarre la “dengue”.
39
Dove sono le prove?
La principale autorità scientifica in materia di cambiamento
climatico è il Comitato intergovernativo delle Nazioni Unite sul
cambiamento climatico (IPCC):
• Coordina le scoperte di 2.500 esperti di tutto il mondo,
• Il Terzo Rapporto sul Clima del Panel Intergovernativo sui
Cambiamenti Climatici (IPCC), ha elaborato i diversi scenari
possibili di aumento della temperatura in relazione alle emissioni
ed alla concentrazione di CO2 in atmosfera. Il Rapporto considera
“accettabile” una crescita della temperatura media del pianeta
attorno ai 2°C entro la fine del secolo al quale
corrisponderebbero effetti climatici “governabili”, sia in termini
di aumento del livello dei mari che di incremento della frequenza
e dell’intensità degli eventi estremi. E per raggiungere tale
concentrazione, le emissioni globali di anidride carbonica
dovranno essere ridotte, a partire dal 2030-2050, nella misura
di almeno il 50% rispetto ai livelli attuali.
40
www.climatechange.eu.com
Conclusioni del quarto rapporto di
valutazione
Il quarto rapporto di valutazione (AR4) è stato pubblicato
a novembre 2007, l’AR4 rappresenta 6 anni di ricerche e
analisi, un approccio scientifico rigoroso e cauto alle sue
conclusioni, Premio Nobel per la pace nel 2007.
• L’AR4 contiene prove decisive che il riscaldamento globale è
dovuto alle attività umane,
• Se le temperature aumentano di oltre 2 °C, gli effetti potrebbero
essere improvvisi e irreversibili,
• Abbiamo ancora tempo per rallentare il cambiamento climatico
o adattarci a esso,
• Esistono già molte tecnologie valide e sensate dal punto di vista
economico. Ma è necessario agire ora!
41
Conclusioni del quarto rapporto di
valutazione
• Prove decisive che il riscaldamento globale è dovuto alle attività
umane,
• Se le temperature aumentano di oltre 2 °C, gli effetti potrebbero
essere improvvisi e irreversibili,
• Abbiamo ancora tempo per rallentare il cambiamento climatico
o adattarci a esso,
• Esistono già molte tecnologie valide e sensate dal punto di vista
economico.
• … ma è necessario agire ora!
42
www.climatechange.eu.com
I Cambiamenti Climatici:
43
I Cambiamenti Climatici:
 Emissioni di GHG da attività
umane aumentano ed
alterano l’atmosfera
 La concentrazione di GHG
nell’atmosfera aumenta
quindi come effetto delle
attività umane
 Il tasso corrente di aumento
della concentrazione di CO2
non ha precedenti nei
passati 10.000 anni
44
Cosa stanno facendo i governi?
• I governi lavorano congiuntamente in seno alla convenzione
quadro ONU sul cambiamento climatico,
• L’attuale accordo, il protocollo di Kyoto, fissa obiettivi di
emissione vincolanti per i paesi industrializzati aderenti,
• Molti dei paesi non aderenti al protocollo di Kyoto hanno iniziato
a fissare obiettivi propri di riduzione delle emissioni.
45
www.climatechange.eu.com
Protocollo di Kyoto 1/2
Il Protocollo di Kyoto è un trattato internazionale e
stabilisce che i Paesi industrializzati debbano ridurre le
proprie emissioni di quantità definite in % partendo dalle
emissioni misurate nel 1990, entro una data definita
GAS
ANNO BASE
PERIODO DI IMPEGNO
TARGET
CO2, CH4 (metano), N2O (protossido di azoto), HFC, PFC,
SF6
1990 (1995 per HFC, PFC, SF6)
5 anni (2008 – 2012)
Italia Δ 6,5%(100 milioni di t CO2 Eq), EU Δ 8%
Almeno il 5% per i paesi dell’Annesso 1 (ANNEX 1)
Il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore il
16 febbraio 2005
e coinvolge i paesi responsabili del 55% delle emissioni di
CO2 dei Paesi industrializzati (rif.al 1990)
46
Protocollo di Kyoto 2/2
Definisce regole diverse per due gruppi di Paesi
Paesi industrializzati
e con economia in
transizione
Paesi in via di
sviluppo
Obiettivi: riduzione delle
emissioni di GHG,
diversificati per paese,
da realizzarsi nel
periodo 2008-2012
Nessuna
limitazione o
riduzione di
emissioni
e INDIA e CINA?
47
Direttiva UE 20-20-20
E dopo Kyoto? La direttiva UE 20-20-20 dell’Unione Europea, fissa
un triplice obiettivo, entro il 2020, di riduzione dei consumi finali del
20% al di sotto del tendenziale, incremento dell’uso di energia
rinnovabile per una quota pari al 20% dei consumi e taglio delle
emissioni di CO2 di un eguale 20%. Calcolando per ciascun paese la sua
quota e applicando una componente fissa di base e una componente
variabile in funzione del PIL di ogni Membro.
L’Italia dovrà, entro
il 2020, soddisfare il
17% dei propri
consumi finali di
energia ricorrendo
alle risorse
rinnovabili, partendo
dal 5,2% del 2005.
48
EU Roadmap al 2050
La Roadmap europea al 2050 per il clima prevede per la UE un taglio
delle emissioni di CO2 rispetto ai livelli del 1990 del 40% al 2030, del
60% al 2040 e dell’80% al 2050
49
EU Roadmap al 2050
Obiettivi
– La scienza richiede che le emissioni globali siano ridotte del
50% entro 2050 rispetto al1990
– Obiettivo UE di riduzione delle emissioni di gas effetto serra del 8095% entro 2050 rispetto al1990, nel contesto delle necessarie
riduzioni dei paesi sviluppati
– Bisogno di una strategia a basso contenuto di carbonio per il
2050, il quadro di riferimento per una azione a più lungo termine
– Bisogno di fissare stadi intermedi verso l’obiettivo del 2050
– Bisogno di rivedere gli sviluppi su base regolare
50
EU Roadmap al 2050
La prima analisi generale e globale di come l’obiettivo a lungo termine
possa essere raggiunto :
 identifica un percorso efficiente dal punto di vista dei costi, con
obiettivi intermedi
 Identifica le tecnologie chiave in grado di guidare ricerca e sviluppo
 Identifica bisogni per investimenti e benefici
 Identifica opportunità e trade-offs
 Guida le politiche nazionali e regionali UE
 Indica la direzione al settore privato per investimenti a lungo termine
51
EU Roadmap al 2050
Efficienza energetica sarà l’elemento chiave
80% riduzione interna
nel 2050 è possibile
Con le attuali tecnologie
disponibili,
Con un cambiamento dei
comportamenti indotto dai
prezzi
Se tutti I settori economici
contribuiscono
Percorso
efficiente:
- 25% in 2020
- 40% in 2030
- 60% in 2040
100%
100%
80% Power Sector
80%
Current policy
60%
Residential & Tertiary
60%
Industry
40%
40%
Transport
20%
20%
Non CO2 Agriculture
Non CO2 Other Sectors
0%
1990
2000
2010
52
2020
2030
2040
0%
2050
EU Roadmap al 2050
Efficienza energetica sarà l’elemento chiave
• Efficienza energetica è il contributo singolo più
importante in particolare sino al 2020
• Essenziale anche a breve termine
– Politiche attuali risultano solo in un aumento
efficienza energetica del 10%
– La tabella di marcia conferma il ruolo chiave
dell’efficienza sino al 2020 e oltre
– Sforzi verso obiettivo efficienza 20% risulteranno
in una riduzione gas serra del 25%
– L’Emissions Trading System è uno strumento per
produrre l’efficienza aggiuntiva
53
Sviluppo Sostenibile
Lo
sviluppo sostenibile permette di utilizzare le risorse della natura senza
compromettere la possibilità delle future generazioni di svilupparsi, preservando cioè
la qualità e la quantità del patrimonio e delle risorse naturali disponibili nel nostro
pianeta.
« Lo Sviluppo sostenibile è uno sviluppo che garantisce
i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la
possibilità che
le generazioni future riescano a soddisfare i propri*»
« La terra non è un’eredità dei nostri padri, ma un prestito dei
nostri figli »
*Definizione contenuta nel rapporto Brundtland (dal nome della presidente della Commissione, la norvegese Gro
Harlem Brundtland) del 1987 e poi ripresa dalla Commissione mondiale sull’ambiente e lo sviluppo dell’ONU (World
Commission on Environment and Development, WCED)
54
Impronta Ecologica
L‘ Impronta Ecologica è un bioindicatore che mette in relazione il consumo
umano di risorse naturali con la capacità della Terra di rigenerarle.
FONTE: www.helianthus.altavista.org
In parole povere, si tratta dell'area biologicamente produttiva di mare e di
terra necessari per rigenerare le risorse consumate da una popolazione
umana e per assorbire i rifiuti corrispondenti, dovuti principalmente alla
tecnologia.
55
Impronta Ecologica
Utilizzando l'impronta ecologica, è
possibile stimare quanti pianeta
Terra servono per sostenere
l'umanità qualora tutti vivessero
secondo un determinato stile di
vita.
Confrontando l'impronta di un individuo (o
regione o stato) con la quantità di terra
disponibile pro-capite (cioè il rapporto tra
superficie totale e popolazione mondiale)
si può capire se il livello di consumi del
campione è sostenibile o meno.
56
Impronta Ecologica
Gli alimenti
 1 kg di pane in un anno: circa 30 m²
7 e 1/2
 1 kg di carne bovina in un anno:
circa 300 m²
1
 1 bicchiere di latte all’anno:
4 m²
1
57
Impronta Ecologica
I trasporti
 una persona che percorre 5 km due volte al giorno lavorativo consuma in un
anno circa 120 m² se usa la bicicletta, 500 m² se usa l’autobus e 2.500
m² se usa l’automobile
30
6
3
58
Impronta Ecologica
L’abitazione
Le case creano un’impronta ecologica sia per l’occupazione del suolo che
per il consumo di energia e materiali usati per realizzarle e per
mantenerle.
Per esempio un’abitazione di 120 m² crea un’impronta ecologica di circa
15.000 m², che sarà minore al crescere del numero delle persone
che vi abitano*.
2
*Fonte: Medielettra Educational
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Cosa possiamo fare?
Le semplici azioni quotidiane hanno un ruolo importante nella lotta
al cambiamento climatico
Quindi…
– Riciclate,
– Risparmiate acqua calda facendo la doccia anziché il bagno
(4 volte meno energia),
– Piantate un albero a scuola, nel vostro giardino o nel
quartiere,
– Usate i mezzi pubblici, andate in bicicletta, camminate,
– Non lasciate gli apparecchi in stand-by: usate il tasto on/off,
– Non lasciate il caricabatterie nella presa quando non state
ricaricando il cellulare.
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Sergio Andreis
[email protected]
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