ALLEGATO 1 Le opere inutili e dannose 1) Pedemontana Lombarda Tra le opere più dannose per l’ambiente ed il territorio della Lombardia, la nuova autostrada Pedemontana attraverserà per 87 km le province di Bergamo, Monza, Milano, Como e Varese. Il progetto, i cui lavori sono iniziati nel febbraio 2010 per concludersi nel 2016, prevede una spesa totale di 4,11 miliardi di euro con un contributo statale che ammonta a 1,2 miliardi. Tra le criticità maggiori di questa nuova infrastruttura c’è senza dubbio lo spropositato consumo di suolo che questa nuova autostrada avrà, a cui va ad aggiungersi l’attraversamento e l’inevitabile compromissione di numerose aree protette. 2) TEEM (Tangenziale Est Esterna Milano) Il progetto dell’altra grande infrastruttura prevista in Lombardia prevede un costo di 1.578 milioni di euro per realizzare un’autostrada di 33 km dall’allacciamento con l’autostrada A4 al Comune di Cerro al Lambro. Il sistema infrastrutturale che si andrà a creare finirà inevitabilmente per impattare sulla qualità dell’aria visto lo spropositato incremento del numero di autoveicoli circolanti nell’Est Milanese, stimato nell’ordine dei 60/70.000 autoveicoli al giorno per lo più diretti verso Milano. Ovviamente tale incremento sarebbe maggiore se contemporaneamente non venisse realizzato il previsto adeguamento delle linee metropolitane come purtroppo prospettato nel corso degli ultimi mesi. Inoltre i sistemi di mitigazione degli impatti acustici previsti dal progetto sembrano insufficienti a garantire condizioni sufficienti di comfort acustico agli abitati esposti (Agrate Brianza, Melzo, Paullo in particolare) oltre a compromettere seriamente le attività agricole ed i suoli dell’area, fatto ancor più grave se si tiene conto che per buon parte si tratta di un territorio classificato come Parco Agricolo Regionale. Non ultimo in ordine di importanza è il tema delle cave di prestito, sollevato dal Comune di Melzo e supportato dalla Provincia, che ha portato al recepimento del ricorso al TAR e di conseguenza allo stop dei lavori. 3) Bre.Be.Mi. Un’ennesima inutile autostrada sul territorio lombardo è la Bre.Be.Mi., la direttissima BresciaMilano, che avrebbe come obiettivo l’alleggerimento della A4. Si tratta a tutti gli effetti di una “replica” della Milano-Venezia, realizzata in parallelo, per 62 km da Brescia alla già citata nuova Tangenziale Est di Milano. Tra i pericoli maggiori che derivano da quest’opera c’è il rischio di una speculazione immobiliare, con centri commerciali e lottizzazioni a ridosso dei nuovi caselli autostradali, senza precedenti. Inoltre la nuova autostrada sta portando alla distruzione di almeno 950 ettari di suolo agricolo. 4) Autostrada Regionale Cremona-Mantova Questa ennesima nuova infrastruttura, di 60 km di lunghezza, oltre a risultare palesemente dannosa per l'ambiente ed il territorio deve essere considerata senza dubbio inutile. Infatti sottrarre ulteriore territorio all'agricoltura, incentivare l'uso del trasporto su gomma con le relative ricadute sull'inquinamento dell'aria, agevolare le trasformazioni urbanistiche nei pressi del tracciato e degli svincoli non porterà alcun beneficio alla collettività, ma servirà semplicemente a realizzare nuovi facili tentavi di speculazioni immobiliari. Inoltre sono previsti numerosi siti per l’apertura di nuove cave di prestito per il reperimento dei materiali da rischiando di compromettere definitivamente l'equilibrio ambientale di tutta l'area interessata dal tracciato. Infine l’intersezione della Cremona-Mantova con l’altra autostrada che incombe in quest’area, la Tirreno-Brennero (da Parma a Verona), andrà a creare una “grande croce di asfalto” in uno degli ultimi ambiti agricoli rimasti liberi da infrastrutture, attraversato dal Po, dall’Oglio e dal Mincio. 5) Autostrada Ti.Bre. Come accennato anche la Tirreno-Brennero, un’autostrada di 85 km che attraverserà tre Regioni per collegare il traffico della Cisa all'A22, andrà ad impattare su un enorme fascia della Pianura Padana. I costi dell’opera sono tra l’altro enormi: 2,7 miliardi di euro. Tutto ciò a fronte di notevoli impatti ambientali sui territori della bassa parmense e del mantovano, in particolare sul Sito di Interesse Comunitario “Area delle risorgive di Viarolo, Bacini di Torrile, Fascia golenale del Po”, all’interno del quale la Regione Emilia-Romagna ha recentemente istituito una Riserva naturale. 6) Pedemontana Veneta Lunga 94,7 km, l'infrastruttura avrà un costo di 2.391 milioni di euro, di cui 173 provenienti da fondi pubblici (dalla Regione Veneto). Anche in questo caso lo scempio paesaggistico e territoriale è enorme perché l’opera va ad interessare aree di grande pregio ambientale peraltro sopravvissute all’interno dell’urbanizzazione diffusa veneta, fatta di capannoni ed abitazioni nate senza una dovuta programmazione. Si tratta poi di una superstrada che rappresenta un modello di viabilità vecchio e obsoleta, fatta di pochissimi accessi, lontana dai centri di traffico e con continue interferenze ambientali. 7) Nuova Autostrada Romea La Nuova Autostrada Orte-Cesena-Mestre risulta senza dubbio uno dei progetto a più elevato impatto ambientale e con un costo esorbitante di 9.768 milioni di euro, di cui 1,4 miliardi pubblici. Quest’opera purtroppo è stata inserita dal Governo Monti fra le opere prioritarie da realizzare in project financing con gli incentivi fiscali previsti dalla legge 183/2011. L’autostrada attraverserà cinque Regioni (Lazio, Umbria, Toscana, Emilia-Romagna e Veneto), con un tracciato prevede solo in parte la riqualificazione della esistente E-45, sviluppandosi poi in parallelo alla SS 309 Romea per un totale di 396 km di lunghezza, di cui 139 km di ponti e viadotti, 64 km di gallerie. Questa nuova autostrada provoca gravi danni ambientali a carico di importanti zone di interesse storico, paesistico, ambientale (es. Parco del delta del Po, Valli di Comacchio e Mezzano, Laguna sud, Riviera del Brenta, Parco delle Foresti Casentinesi, valli dell’Appennino centrale), e privilegia per l’ennesima volta il trasporto su gomma a scapito di quello ferroviario (e marittimo nel caso del trasporto merci) senza avere giustificazione sui flussi di traffico attuali e futuri. Tra l’altro in questo caso l’alternativa già esiste: la messa in sicurezza della E-45 con il rifacimento del manto stradale, la predisposizione di corsie di emergenza, di piazzole di sosta, il miglioramento della segnaletica, l’eliminazione degli incroci a raso. 8) Raccordo Campogalliano-Sassuolo L'opera consiste in una bretella autostradale, di circa 15 km, di collegamento tra l'A22, l'A1 e la SS 467 Pedemontana, la cui funzione dovrebbe consistere nella connessione del comprensorio ceramico di Sassuolo e dei comuni limitrofi con il sistema viabilistico nazionale. Il CIPE, nella seduta del 22 luglio 2010, ha deliberato uno stanziamento pubblico di 234,6 milioni di euro pari a circa il 50% del costo complessivo dell’opera per un costo complessivo dell'infrastruttura superiore ai 500 milioni di euro. Il progetto definitivo approvato, risale al 2005 e, da allora ad oggi, non solo è mutato lo scenario economico, ma anche quello infrastrutturale. Sassuolo è già servita da due linee ferroviarie e da cinque collegamenti stradali, due dei quali con caratteri di superstrada. Inoltre l’ autostrada che correrebbe parallelamente al Secchia andrebbe ad impattare in modo notevole su un territorio già degradato: infrastrutture, insediamenti e aree per l’estrazione degli inerti hanno peggiorato in modo consistente, negli ultimi decenni, l’ambiente di pianura e il paesaggio. A queste criticità si assomma infine una situazione di rischio idraulico che potrebbe causare alluvioni ad enormi porzioni del territorio modenese. Sarebbe quindi importante e sufficiente indirizzare gli investimenti nella realizzazione della parte dell’opera che interessa il potenziamento e il collegamento della rete ferroviaria, stradale e autostradale esistenti, con il nuovo scalo merci di Marzaglia rinunciando alla realizzazione del tratto parallelo al fiume Secchia. 9) Autostrada Cisterna-Valmontone e corridoio Roma-Latina Il progetto complessivo di queste due nuove autostrade laziali prevede un costo di 2,8 miliardi di euro, di cui il 40% pubblici, per realizzare i 99 km della Roma-Latina ed i 31,5 km della CisternaValmontone oltre a 46,2 chilometri di viabilità secondaria. Si tratta di due opere che porterebbero a devastazioni di interi territori partendo dalle centinaia di ettari di terreni espropriati, l'abbattimento di decine di case, lo sventramento del Parco Regionale di Decima-Malafede, il forte impatto sull'area golenale del Tevere e sulla Riserva Statale del litorale Romano, l'interferenza con due siti d'importanza comunitaria e con due aree archeologiche, la chiusura di aziende agricole. Sarebbe decisamente più utile e meno dispendiosa l’adeguamento e la messa in sicurezza di tutta la Via Pontina da Roma a Terracina affiancando ad essa la realizzazione di una metropolitana leggera Roma-Pomezia-Ardea o il raddoppio del binario della linea ferroviaria Nettuno-Roma. 10) Quadrilatero Umbro-Marchigiana Nel centro Italia l’opera che più fa discutere è la cosiddetta Quadrilatero, autostrada che interessa le regioni Marche ed Umbria e suddivisa in un collegamento Foligno-Civitanova Marche (attraverso l'ammodernamento della Strada Statale 77 della Val di Chienti) ed un collegamento PerugiaAncona (attraverso l'ammodernamento della Strada Statale 76 della Val d'Esino), nonché da assi viari trasversali secondari. Anche in questo caso sono evidenti le conseguenze disastrose per il territorio e per gli Enti Locali, in aree fatte di qualità del territorio e rafforzamento delle realtà interne, di prodotti agricoli e beni culturali, di paesaggio e turismo diffuso. Con l’inserimento di questa autostrada, solo per la parte relativa al completamento della SS 77, serviranno quasi 100 milioni di Euro dagli Enti Locali e 11,7 milioni di metri cubi di nuovi capannoni e edifici. Per di più nel progetto non si fa cenno alcuno ai servizi sociali né alle residenze per gli occupati, né d’altronde è possibile che le amministrazioni locali possano farsi carico delle abitazioni o di altri servizi pubblici (scuole, asili, ambulatori ecc.) poiché gli introiti derivanti dalle urbanizzazioni sono già ‘impegnati’ per tempi lunghissimi al finanziamento dell’opera pubblica stradale. 11) Ponte sullo Stretto La grande opera più discussa da decenni è senza dubbio il Ponte sullo Stretto, che dovrebbe collegare Sicilia e Calabria. Estremamente dannoso per gli impatti ambientali, naturalistici, paesaggistici ed idrogeologici che si verrebbero a creare è evidente come questa infrastruttura porti ad una spesa faraonica, al momento valutata in 8,5 miliardi di euro. Oltre alle criticità ambientali il Ponte risulta inutile per la mobilità del Paese: l’opera è sovradimensionata, poiché sarà utilizzata a regime in una percentuale compresa tra il 10 e il 15% della propria capacità (11,6 milioni di auto l’anno, a fronte di un ponte che ne può portare oltre 105 milioni). Il Governo Monti nei mesi scorsi ha deciso di prorogare per un periodo di 2 anni i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte continuando così l’opera di spreco di denaro pubblico.