sidereus AVVISO ASTRONOMICO CHE CONTIENE E SPIEGA OSSERVAZIONI DI RECENTE CONDOTTE CON L'AIUTO DI UN NUOVO OCCHIALE SULLA FACCIA DELLA LUNA, SULLA VIA LATTEA E LE NEBULOSE, SU INNUMEREVOLI STELLE FISSE, E SU QUATTRO PIANETI DETTI ASTRI MEDICEI NON MAI FINORA VEDUTI Introduzione …pianeti che con moto diverso, attorno a Giove nobilissima Stella, come progenie sua schietta, compiono l'orbita loro con celerità mirabile, e nello stesso tempo con unanime concordia compiono tutte insieme ogni dodici anni grandi rivoluzioni attorno al centro del mondo, cioè al Sole. Imprimatur […] nel libro intitolato: SIDEREUS NUNCIUS etc. di D. Galileo Galilei non si trova alcuna cosa contraria alla Santa Fede Cattolica, Prencipi e buoni costumi, e che è degno di stampa, concedono licenza che possi esser stampato in questa Città. Datum die primo Martii 1610. Giovanni Paolo II Paradossalmente, Galileo, sincero credente, si mostrò su questo punto più perspicace dei suoi avversari teologi. “Se bene la Scrittura non può errare, scrive a Benedetto Castelli, potrebbe nondimeno talvolta errare alcuno de’ suoi interpreti ed espositori, in vari modi”.[…] [Ma] egli rifiutò il suggerimento che gli era stato dato di presentare come un’ipotesi il sistema di Copernico, fin tanto che esso non fosse confermato da prove irrefutabili. Era quella, peraltro, un’esigenza del metodo sperimentale di cui egli fu il geniale iniziatore. Bellarmino Dico che mi pare che V.P. et il Sig.re Galileo facciano prudentemente a contentarsi di parlare ex suppositione e non assolutamente, come io ho sempre creduto che habbia parlato Copernico. .... Il ritener per vera quella ipotesi è cosa molto pericolosa non solo di irritare tutti i filosofi e theologi scolastici, ma anche di nuocere alla Santa Sede con render false le Sacre Scritture. Dico che quando ci fusse vera dimostrazione che il Sole stia fermo, ma la Terra circonda il Sole allhora bisogneria andar con molta considerazione in esplicare le Scritture che paiano contrarie, e più tosto dire che non l’intendiamo, che dire che sia falso quello che si dimostra. Keplero riferendosi chiaramente a Galileo Alcuni per il loro imprudente contegno, l'hanno portato [il tentativo di divulgare il pensiero copernicano al di fuori della ristretta cerchia degli specialistici] a tal punto che la lettura dell'opera del Copernico, assolutamente libera per ottant'anni, è ora proibita. Galileo, Dialogo sui massimi sistemi […] non posso trovar termine all'ammirazione mia, come abbia possuto in Aristarco e nel Copernico far la ragion tanta violenza al senso, che contro a questo ella si sia fatta padrona della loro credulità. Leopardi : Il Copernico Sole: Io sono stanco di questo continuo andare intorno a far lume a quattro animaluzzi che vivono in su un pugno di fango, tanto piccino che io, che ho buona vista, non l’arrivo a vedere. Ora prima: Vostra Eccelleza vuol dire, se intendo bene, che quello che per lo passato ha fatto lei, ora lo faccia la Terra? Sole: Sì; ora e per l’innanzi Luigi Prandello : Il fu Mattia Pascal Io dico che quando la Terra non girava l’uomo, vestito da greco o da romano, vi faceva bella figura e tanto si compiaceva della propria figura. Copernico, Copernico, don Eligio, ha rovinato l’umanità irrimediabilmente. Ormai noi tutti ci siamo poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinta nostra piccolezza. …. Storei di vermucci ormai le nostre ! nord nord nord nord nord sud sud EUDOSSO ( 408 - 355 a. c.) nord sud sud sud sud est est Moto retrogrado dei pianeti Platone 427 -347 ac Tuttavia (i pianeti) essendo anch’essi corpi celesti, debbono sicuramente muoversi in maniera conforme al loro rango elevato: i loro moti devono perciò derivare da una qualche combinazione di cerchi perfetti Platone: Timeo EUDOSSO ( 408 - 355 a. c.) ARISTOTELE 384-322 a.c. Gli astri e le stelle fisse sono inserite in sfere cristalline che ruotano intorno alla Terra immobile al centro dell’Universo (modello geocentrico) COSMOLOGIA ARISTOTELICA Sfere di Eudosso 1+(2x3) + (5x4) = 27 Sfere di Aristotele 1 + 2x(3+3) + 5x(4+4) = 53 FISICA ARISTOTELICA Dalla cosmologia all’astronomia Inoltre i pianeti appaiono talvolta vicini a noi, talvolta essersi allontanati, come è evidente alla vista. Aristotele rilevò il fenomeno ma non ritenne di modificare il suo modello cosmologico a sfere concentriche fondato sul modello di Eudosso. Sarà pertanto più vantaggioso seguire quegli astronomi che meglio resero ragione delle apparenze. SIMPLICIO Commento al ‘De coelo’ Scuola alessandrina 250-100 a.C TOLOMEO 100-175 d.C. epiciclo deferente epiciclo deferente MERCURIO VENERE MARTE GIOVE SATURNO d = 60 d = 60 d = 60 d = 60 d = 60 e = 22.5 e = 43.2 e = 39.5 e = 11.5 e = 6.5 Per rendere conto del fatto che Mercurio e Venere non si allontanano mai dal Sole, i centri degli epicicli dei due pianeti erano vincolati a rimanere allineati con la Terra e il Sole, mentre le retrogradazioni di Marte, Giove e Saturno in corrispondenza delle opposizioni venivano spiegate imponendo che le congiungenti i centri degli epicicli coi pianeti rimanessero parallele alla direzione Terra-Sole. il periodo del moto lungo il deferente per i pianeti interni e quello lungo l’epiciclo per quelli esterni coincide con quello del sole (un anno) [tutti gli astri] prendono guida dal movimento del più degno fra i Pianeti come da un Re e si muovono di conseguenza. Stevino Deferente ed epiciclo non sono altro che l’orbita del pianeta e quella della terra intorno al sole (o viceversa) Deferente ed epiciclo non sono altro che l’orbita del pianeta e quella della terra intorno al sole (o viceversa) Deferente ed epiciclo non sono altro che l’orbita del pianeta e quella della terra intorno al sole (o viceversa) Deferente ed epiciclo non sono altro che l’orbita del pianeta e quella della terra intorno al sole (o viceversa) La falsificazione del sistema tolemaico ? SIMP. "Ma da che argumentate voi che non la Terra, ma il Sole, sia nel centro delle conversioni de' pianeti?" SALV" Concludesi da evidentissime, e perciò necessariamente concludenti, osservazioni: delle quali le più palpabili, per escluder la Terra da cotal centro e collocarvi il Sole, sono il ritrovarsi tutti i pianeti ora più vicini ed ora più lontani dalla Terra, con differenze tanto grandi, che, verbigrazia, Venere lontanissima si trova sei volte più remota da noi che quando ell'è vicinissima, […] Vedete intanto se Aristotele s’ingannò di qualche poco in credere che e’ fussero sempre egualmente remoti da noi F. Selleri :Galileo e la falsificazione della cosmologia tolemaica Un'ulteriore conferma del sistema copernicano viene dalle osservazioni del disco di Marte che risulta al cannocchiale variare effettivamente la propria superficie apparente di circa 60 volte, come previsto da Copernico, e non di poche volte come previsto da Tolomeo. Anche in questo caso siamo di fronte ad una precisa falsificazione del sistema tolemaico! [...] si può ben dire che le dimensioni osservate al telescopio di Venere e di Marte costituivano un altro colpo mortale al sistema tolemaico". Costruzione di una ellisse Costruzione di una ellisse Costruzione di una ellisse Eccentrico equante TOMMASO D’AQUINO 1225 - 1274 Aristotele: praecursor Christis in naturalibus “Dio è 'l’amor che move il sole e l’altre stelle'”. COPERNICO 1473 - 1543 De revolutionibus orbium coelestium Sebbene l'idea mi sembrasse assurda, poiché sapevo che ad altri (*) prima di me era stata data la libertà di immaginare una cosa del genere ..., pensai che anche a me sarebbe concesso di ricercare se, assunto per ipotesi un certo moto della Terra, fosse possibile trovare dimostrazioni della rivoluzione delle sfere celesti più sicure delle loro [cioè di quelle tolemaiche]. Eraclide Pontico (385-310) Aristarco di Samo (310 a.C. - 230 a.C.) TOLOMEO RIVOLUZIONE COPERNICANA RIVOLUZIONE COPERNICANA MERC d = 60 VENERE d = 60 MARTE d = 60 GIOVE d = 60 SATUR d = 60 e = 22.5 e = 43.2 e = 39.5 e = 11.5 e = 6.5 e/d = 0.37 e/d = 0.72 d/e = 1.52 d/e = 5.20 d/e = 9.20 0.38 ua 0.72 ua 1.52 ua 5.18 ua 9.52 ua Assunti quindi i moti che nell'opera io attribuisco alla Terra, ..., non solo tutti i fenomeni trovano conferma, ma anche l'ordine e la magnificenza di tutte le stelle (i pianeti) e le sfere e il cielo stesso risulta così collegato che in nessuna sua parte non si può spostare nulla senza generare confusione delle parti e del tutto. Moto retrogrado di Marte I tre moti della terra 1. Rotazione 2. Rivoluzione 3 Precessione dell’asse terrestre Tolomeo ‘ Introduzione dell’Almagesto’, Ci sono alcuni che […] ritengono che […] il cielo sia immobile e la Terra ruoti attorno allo stesso asse da occidente verso oriente, compiendo un giro ogni giorno. […] Ora, per quanto concerne i fenomeni celesti, non c'è forse nulla che si oppone a che la cosa stia secondo questa più semplice congettura; ma sfugge a costoro che, in base a ciò che accade tra noi nell'aria, siffatta tesi non può che apparire del tutto ridicola. Infatti [se la Terra ruotasse], tutti i corpi non appoggiati alla terra appariranno compiere un solo movimento, quello contrario alla Terra, e non si vedrà mai andare verso oriente una nuvola, né nient'altro che voli o sia scagliato ..perchè solo la Luna …. “Dio è 'l’amor che move il sole e l’altre stelle'”. ‘ ? TYCHO BRAHE (Ticone)1546 - 1601 Copernico Tycho Brahe Tycho Brahe Una prova dell’immobilità della Terra: la mancanza di parallasse T2/r3 = cost KEPLERO 1571 - 1630 GALILEO GALILLEI 1564 - 1642 maggio 1609 Circa dieci mesi fa (maggio 1609) ci giunse notizia che era stato costruito da un certo Fiammingo un occhiale per mezzo del quale gli oggetti visibili, pur distanti assai dall'occhio di chi guarda, si vedevan distintamente come fossero vicini [….], non risparmiando fatiche e spese, venni a tanto da costruirmi uno strumento così eccellente, che gli oggetti visti per il suo mezzo appaiono ingranditi quasi mille volte e trenta volte più vicini che visti a occhio nudo. 2 agosto 1609 campanile di S. Marco Quali e quanti siano i vantaggi di un simile strumento, tanto per le osservazioni di terra che di mare, sarebbe del tutto superfluo dire 2 agosto 1609 campanile di S. Marco 2 agosto 1609 campanile di S. Marco 2 agosto 1609 - Campanile di S. Marco Novembre 1609 Novembre 1609 “lasciate le cose terrestri “ osò puntare per la prima volta il cannocchiale verso il cielo e ciò che vide gli confermerà la validità del sistema copernicano, che da quel momento difenderà e propaganderà strenuamente con molta abilità e, forse, con un po’ d’arroganza. Ciò che vide …….chi vide sotto l’etereo padiglion rotarsi più mondi e il sole irradiarli immoto, onde all’anglo che tanta ala vi stese, sgombrò primo le vie del firmamento. Foscolo: I sepolcri Che cosa vide Primamente vidi la Luna così vicina come distasse appena due raggi terrestri[…] …. e allo stesso modo della Terra, presentarsi ricoperta in ogni parte di grandi prominenze, di profondi valli e anfratti . Che cosa vide Primamente vidi la Luna così vicina come distasse appena due raggi terrestri[…] …. e allo stesso modo della Terra, presentarsi ricoperta in ogni parte di grandi prominenze, di profondi valli e anfratti . alle tre già prima note della Cintura e alle sei della Spada ne aggiungemmo ottanta viste di recente “Come mai la natura, che di solito è così frugale e saggia, si è resa responsabile di questa sproporzione creando tutti questi eccessi di corpi totalmente inutili?”. Milton Paradise lost I Satelliti di Giove […] Il giorno sette gennaio dell'anno milleseicentodieci, a un'ora di notte, mentre col cannocchiale osservavo gli astri mi si presentò Giove; … vidi che intorno gli stavano tre stelle piccole ma luminosissime e quantunque le credessi del numero delle fisse, mi destarono una certa meraviglia, perché apparivano disposte esattamente secondo una linea retta e parallela all'eclittica, e più splendenti delle altre di grandezza uguale alla loro[…]. Quando, non so da qual destino condotto, mi rivolsi di nuovo alla medesima indagine il giorno otto, vidi una disposizione ben diversa. A questo punto, non pensando assolutamente allo spostamento delle stelle, […] ebbi il dubbio che Giove […] avesse col proprio moto oltrepassato quelle stelle. Ma il giorno dieci ve n'erano due soltanto, ed entrambe orientali. Quando vidi questo e compresi che in alcun modo potevano attribuirsi a Giove simili spostamenti, mutando la perplessità in meraviglia, compresi che l'apparente mutazione non era di Giove ma delle stelle da me scoperte; e per questo pensai di dovere da allora in poi osservare a lungo il fenomeno attentamente e scrupolosamente. “Stabilii dunque e conclusi fuor d'ogni dubbio che in cielo v'erano stelle vaganti attorno a Giove, come Venere e Mercurio attorno al Sole” “Abbiamo dunque un valido ed eccellente argomento per togliere ogni dubbio a coloro che, accettando tranquillamente la rivoluzione dei pianeti intorno al Sole, sono tanto turbati dal moto della sola Luna intorno alla Terra, […] , da ritenere si debba rigettare come impossibile questa struttura dell'universo [sistema Copernicano ]” La sensata esperienza ci mostra [ora] quattro stelle erranti attorno a Giove, così come la Luna attorno alla Terra […] “Abbiamo dunque un valido ed eccellente argomento per togliere ogni dubbio a coloro che, accettando tranquillamente la rivoluzione dei pianeti intorno al Sole, sono tanto turbati dal moto della sola Luna intorno alla Terra, […] , da ritenere si debba rigettare come impossibile questa struttura dell'universo [sistema Copernicano ]” La sensata esperienza ci mostra [ora] quattro stelle erranti attorno a Giove, così come la Luna attorno alla Terra […] Leopardi: Il Copernico Sole: Senti Copernico, tu sai che un tempo io sono stato profeta. Ti dico che forse dopo di te, ad alcuni potrà essere che tocchi qualche scottatura, o altra cosa simile, ma tu non patirai nulla. Ma se vuoi essere più sicuro, prendi questi partito: il libro che tu scriverai dedicalo al Papa. Nuove osservazioni a Firenze : Saturno Saturno, ho osservato essere non una stella sola, ma tre insieme, e costituite in questa guisa oOo; Or ecco trovata la corte a Giove, e due servi a questo vecchio, che l'aiutano a camminare né mai se gli staccano dál fianco A Giuliano De' Medici In Praga (Firenze, 13 novembre 1610) La comunicazione scientifica nel ‘600 Agosto 1610, Galileo all'ambasciatore toscano a Praga, Giuliano de' Medici. SMAISMRMILMEPOETALEUMIBUNENUGTTA URIAS” Keplero, “SALVE UMBISTINEUM GEMINATUM MARTIA PROLES (Salve, furiosi gemelli, prole di Marte)”, 13 novembre 1610 Galileo ALTISSIMUM PLANETAM TERGEMINUM OBSERVAVI. LE FASI DI VENERE un altro particolare osservato da me nuovamente, il quale si tira dietro la decisione di grandissime controversie in astronomia, et in particolare contiene in sé un gagliardo argomento per la constituzione Pythagorea et Copernicana. Galileo a [Giuliano De' Medici in Praga]. Firenze, 11 dicembre 1610. 11 dicembre dello stesso anno Galileo “HAEC IMMATURA A ME IAM FRUSTRA LEGUNTUR” Keplero : MACULA RUFA IN IOVE EST GYRATUR MATHEM ECC. (C'è una macchia rossa in Giove che gira matematicamente)” 1 gennaio 1611 Galileo CYNTHIAE FIGURAS AEMULATUR MATER AMORUM, Venere imita le figure della luna. COPERNICO TOLOMEO TICHO BRAHE osò puntare per la prima volta il suo nuovo “perspicillum” verso il cielo Senso superiore e più eccellente dei comuni che ho costruito fondandomi sulla dottrina delle rifrazioni Galileo: Dialogo Tu [Galileo] lasciata da parte ogni diffidenza ti sei rivolto direttamente alla testimonianza degli occhi. Keplero, Eppure ebbe successo! Ancora una volta l’ignoranza, o la superficialità o la mancanza di rigore si risolsero in una benedizione. Feyerabend si è trattato in effetti di una equazione a due incognite: il cannocchiale forniva una visione fedele del cielo in quanto confermava le previsioni copernicane; il sistema copernicano era nel giusto in quanto era confermato da quanto si vedeva con il cannocchiale Da quando Galileo era copernicano ? Galileo a Keplero 4 agosto 1597 “E lo farò tanto più volentieri [la lettura del Mysterium cosmographicum] per il fatto che molti anni fa sono venuto dell’opinione di Copernico (in Copernici sententiam venerim) e da tale posizione sono state da me anche scoperte le cause di molti effetti naturali (multorum etiam naturalium effectuum caussae sint a me adinventae) che senza dubbio sono inspiegabili per mezzo di ipotesi comuni. Ho scritto molte ragioni e confutazioni degli argomenti contrari che tuttavia fino ad ora ho preferito non pubblicare spaventato dalla fortuna dello stesso nostro maestro Copernico, il quale, benchè abbia acquistato fama immortale presso alcuni, è tuttavia deriso e disapprovato da infiniti (tale è infatti la moltitudine degli stolti). Oserei senza dubbio presentare le mie considerazioni [se fossero rivolte] a molti quali tu sei. Ma siccome così non è soprassederò a questo affare”. Trattato della Sfera o di Cosmografia da alcuni è stato creduto … che più presto la Terra dia una volta da ponente verso levante. Le cause di molti effetti naturali che senza dubbio sono inspiegabili per mezzo di ipotesi comuni. …… dal rapporto tra i venti ed i moti dei mari tu ritieni si deducano argomenti per il moto della Terra, … e siccome poco fa Galileo, Matematico Patavino, in lettere a me inviate, avrebbe affermato di avere dedotto, dall’ipotesi di Copernico, in modo esattissimo le cause di moltissimi fatti della natura, che gli altri non possono riprodurre dalle nozioni comuni, …, io supposi che ciò riguardasse il flusso del mare. Ma tuttavia, se soppeso più accuratamente la cosa, non ci sembra di doverci allontanare dalla luna, fintanto che cerchiamo di dedurre da quella le ragioni dei flussi. Kepler a Herwart von Hohenburg 26.3.1598 Lettera alla Granduchessa Cristina del 1615 effetti naturali, le cause de' quali in altro modo non si possono assegnare Lettera al cardinale Orsini del 8.1.1616 “Discorso del flusso e reflusso del mare” Nella quale assumendo che “la ragione dei flussi e dei reflussi delle acque marine potesse resiedere in un movimento dei vasi che le contengono.” ipotizza i moti della terra (rotazione e rivoluzione) come possibili cause delle maree “prendendo quello come cagione di questo e questo come indizio ed argomento di quello” Periodo giornaliero Periodo mensile Ho scritto molte ragioni e confutazioni degli argomenti contrari Gli studi sul moto iniziati a Pisa (1589-92), continuati e in gran parte conclusi a Padova prima del 1609 De motu “ In quo contra Aristotelem concluditur ……( 1592) Dicimus mobilia eiusdem speciei quammvis mole differant, tamen eadem cum celeritate moveri, nec citius descendere maior lapis quam minor Se supponiamo, infatti, che a e b siano mobili uguali e siano vicinissimi fra loro, allora, siamo tutti d'accordo, si muoveranno con uguale celerità: pertanto, se immaginiamo che essi durante il movimento si ? uniscano, perché, domando, come voleva Aristotele, raddoppieranno la celerità del moto o la aumenteranno? Isocronismo delle oscillazioni pendolari Galileo a Guidobaldo del Monte Galileo, 1602 L'esperienza, ch'ella mi dice aver fatta nello scatolone, può essere assai incerta…... Piglio dunque due fili sottili lunghi ugualmente due o tre braccia l'uno e gli appicco a due chiodetti e nell'altre estremità lego due palle di piombo uguali (se ben niente importa se fussero disuguali), ma non però consuma più tempo il mobile B a passare tutto l'arco BCD, che si faccia l'altro mobile F a passare l'arco FIG. B F C I D G MOTO VIOLENTO MOTO NATURALE […] Quanto poi al parere irragionevole che, pigliandosi [un quarto di cerchio lungo] 100 miglia, due mobili uguali possino passarla, uno tutta, e l'altro un palmo solo, in tempi uguali, dico esser vero che ha dell'ammirando; ma […] questa proposizione ha seco per avventura più inverisimilitudine di quello che si habbia che i triangoli tra le medesime parallele et in basi uguali siano sempre uguali, potendone fare uno brevissimo e l'altro lungo mille miglia. La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto. Galileo : Il saggiatore 160r (1602) 147v (1603) a g b e d f c […] quia impetus per bd ad impetum per bc est ut eg ad be; ut autem eg ad be, ita be ad bf, ob similitudinem triangulorum geb, bef; ergo ut bf spacium ad spacium be ita impetus per bf ad impetum per be: ergo eodem tempore fiet motus per bf et per be. p(bd) : p(bc) = eg : be eg : be =be : bf p(bf) : p(be) = bf : be t(bf) = t(be) De motu antiqiuora O H A D E B C p(D) : p(E) = OH : OD = OH : OE A p(AB) : p(AC) =AC : AB = sin abc Stevino C B p(AB) : p(AC) =n(AB) : n(AC) = =AC : AB A D B C p(AD) : p(AC) = AC : AB = AD : AC assumendo v p v(AD) : v(AC) = AD : AC t(AD) = t(AC) A D B C p(AB) :p(AC) = AC : AB = AD : AC vp v(AD) : v(AC) = AD : AC t(AD) = t(AC) LA LEGGE DI CADUTA DEI GRAVI 1604 gli spazii passati dal moto naturale esser in proporzione doppia dei tempi, et per conseguenza gli spazii passati in tempi eguali esser come i numeri impari ab unitate, S 0 S 1 1 4 3 9 5 16 7 Galileo a Paolo Sarpi 16 ottobre 1604 Ripensando circa le cose del moto, nelle quali, per dimostrare li accidenti da me osservati, mi mancava principio totalmente indubitabile da poter porlo per assioma, mi son ridotto ad una proposizione la quale ha molto del naturale et dell'evidente; et questa supposta, dimostro poi il resto, cioè gli spazii passati dal moto naturale esser in proporzione doppia dei tempi, et per conseguenza gli spazii passati in tempi eguali esser come i numeri impari ab unitate, et le altre cose. Et il principio è questo: che il mobile naturale vadia crescendo di velocità con quella proportione che si discosta dal principio del suo moto; 1. Drake 1600 1 4 9 16 25 36 49 64 1 32 2 130 3 298 4 526 5 824 6 1192 7 1620 8 2104 13 44 60 780 44 824 2. Renn 1592 merely a trivial consequence of the recognition of the parabolic shape of the trajectory ’ (Guidobaldo del Monte) 3. Piano inclinato e teorema delle corde Galileo a Baliani del 1° agosto del 1639 […]la scesa di quella palla che io fo scendere per quel canale ad arbitrio nostro inclinato, ci darà tutti i tempi non solo delle cento braccia, ma di qualsivoglia altra quantità di caduta perpendicolare, atteso che, come ella medesima sa, la lunghezza del detto canale, o vogliamo dire piano inclinato, è media proporzionale tra la perpendicolare elevatione di detto piano e la lunghezza di tutto lo spazio perpendicolare che nel medesimo tempo si passerebbe dal mobile cadente AC = AB*CD B C A D 4 Teoricamente Torricelli a Ranieri 1647 La prima di queste due supposizioni [cioè che le discese dei gravi in intervalli di tempo eguali e consecutivi stiano tra loro come i numeri dispari] è tanto vera che la natura, quando benanche vi volesse, non può fare altrimenti. Eccone una prova […]. Supponiamo che un grave discendente in tempi eguali passi li spazi per esempio così: nel primo tempo un braccio, nel secondo braccia 2, nel terzo braccia 3, e così via. Facciami ora V.S. la grazia di raddoppiare i tempi. Ella troverà che nei tempi raddoppiati, che pure saranno tempi eguali, nel primo farà braccia 3 [1 + 2], nel secondo braccia 7 [3 + 4] nel terzo braccia 11 [5 + 6] ecc, la qual proporzione è molto diversa da che s’era supposto. L’istessa esorbitanza troverà V.S. in qualsiasi altra serie di numeri, fuorchè in quella del Galileo [infatti in questo caso gli spazi percorsi saranno 1 + 3 = 4; 5 + 7 = 12; 5 . Merton College Heytesbury, Probationes conclusionum tractatus regolrum solvendi sophismata. un mobile, sia che acquisti o perda uniformemente un incremento di velocità, percorrerà in un tempo assegnato una grandezza esattamente eguale che se si muovesse nello stesso tempo di moto continuo con una velocità pari al suo grado medio […]. S = v(½ t).t = a. ½t.t = ½ a t2 Se un mobile accelera uniformemente dal grado zero fino ad un certo grado di velocità in un’ora, nella seconda mezz’ora percorrerà una distanza tre volte maggiore di quella percorsa nella prima [mezz’ora]. Th.2 cor […] ipsa spatia erunt inter se ut numeri impares ab unitate, scilicet ut 1, 3, 5, 7: I tempi di caduta lungo piani inclinati aventi la stessa altezza sono proporzionale A alle rispettive lunghezze B C p(AB) :p(AC) = AC : AB vp v(AB) : v(AC) = AC : AB t 1/v t(AB) : t(AC) = AB : AC I tempi di caduta lungo piani inclinati aventi la stessa altezza sono proporzionale A alle rispettive lunghezze B C vm(AB) = vm(AC) v = ½vf v(B) = v(C) Per ora basta al nostro Autore che noi intendiamo che egli ci vuole investigare e dimostrare alcune passioni di un moto accelerato (qualunque si sia la causa della sua accelerazione) talmente, che i momenti della sua velocità vadano accrescendosi, dopo la sua partita dalla quiete, con quella semplicissima proporzione con la quale cresce la continuazion del tempo. Fermata cotal Definizione, un solo Principio domanda e suppone per vero l'Autore, cioè: Accipio, gradus velocitatis eiusdem mobilis super diversas planorum inclinationes acquisitos tunc esse aequales, cum eorumdem planorum elevationes aequales sint. Galileo: Discorsi IL PRINCIPIO DI “INERZIA” GALILEIANO un mobile grave e perfettamente rotondo, il quale, se si porrà sopra un piano pulitissimo ed alquanto inclinato, da per sé stesso naturalmente vi scenderà, acquistando sempre velocità maggiore…. ma se, per l’opposito, dalla parte bassa si vorrà quello cacciare in su, ci bisognerà conferirgli impeto, il quale si anderà sempre diminuendo e finalmente annichilando; IL PRINCIPIO DI “INERZIA” GALILEIANO ma se il piano non sarà inclinato, ma orizontale, tal solido rotondo, postovi sopra, farà quello che piacerà a noi, cioè, se ve lo metteremo in quiete, in quiete si conserverà…. ….e dandogli impeto verso qualche parte, verso quella si moverà, conservando sempre l’istessa velocità che dalla nostra mano averà ricevuta, non avendo azione né di accrescerla né di scemarla, non essendo in tal piano né declività né acclività: Galileo si riferisce idealmente ad una palla perfettissimamente rotonda su un piano esquisitamente pulito, rimossi tutti gli impedimenti esterni ed accidentarii . A differenza però del Principio di Inerzia di Newton si tratta di una inerzia circolare, cioè lungo una circonferenza intorno al centro della Terra, e il corpo non si trova in assenza di forze applicate ma sottoposte a forze di risultante nulla. Infatti l’azione del peso è annullata dalla reazione del piano. Purtroppo nel moto lungo un piano non è possibili eliminare gli attriti e il moto risulterà sempre decelerato. è manifesto che tal grado di velocità non si andrà piu augumentando, essendo tolta la cagione dello augumento, che era la gravità propria di esso grave descendente, la quale non opera più, essendo tolta la sua propensione di scendere dalla ripugnanza del salire di altrettanto peso del suo compagno Ne risulterà quindi un moto uniforme verticale Macchina di Atwood Moto uniformemente accelerato a = g [m/(2M+m)] Velocità istantanea (in un moto variabile) è la velocità del moto uniforme assunto dal corpo quando vengano meno le cause della variabilità Moto uniforme v MOTO PARABOLICO DEI PROIETTILI Sono adesso intorno ad alcune questioni che mi restano intorno al moto de i proietti, tra le quali molte appartengono a i tiri dell'artiglierie Galileo ad A. de' Medici 11.2.1609 Moto equabile su un piano orizzontale Moto equalibe su un piano orizzontale Moto equalibe su un piano orizzontale Se non ci fosse la gravità continua il moto equabile Se non ci fosse la gravità continua il moto equabile Se non ci fosse la gravità continua il moto equabile Se non ci fosse la gravità continua il moto equabile Per effetto della solo gravità Per effetto della solo gravità Per effetto della solo gravità Per effetto della solo gravità composizione indisturbata dei moti composizione indisturbata dei moti composizione indisturbata dei moti composizione indisturbata dei moti COMPOSIZIONE INDISTURBATA DEI MOTI x = v.t y=at2 y=kx2 COMPOSIZIONE INDISTURBATA DEI MOTI x = v.t y=at2 y=kx2 t1 = t2 = t3 = t3 […] la palla uscita del pezzo, sia spinta da molta o da pochissima polvere o anco da quanta basti solamente a farla uscir del pezzo, viene sempre declinando et abbassandosi verso terra con la medesima velocità, sì che nell'istesso tempo, in tutti i tiri livellati, la palla arriva in terra; et siano i tiri lontanissimi o brevissimi, Galileo ad A. de' Medici 11.2.1609. SALV.. […] Se la Terra sta ferma, il sasso si parte dalla quiete e scende perpendicolarmente; ma se la Terra si muove, […] non si parte dalla quiete, ma dal moto eguale a quel della Terra, col quale mescola il sopravegnente in giú. […] Rispetto alla Terra, alla torre e a noi, che tutti di conserva ci moviamo, col moto diurno, insieme con la pietra, il moto diurno è come se non fusse, resta insensibile, resta impercettibile, è senza azione alcuna, e solo ci resta osservabile quel moto del quale noi manchiamo, che è il venire a basso lambendo la torre. LEGGE DI CADUTA DEI GRAVI S t2 h x .Il trampolino è agganciato ad un sostegno che permette di variarne l'altezza h rispetto al piano di appoggio. La pallina viene sempre lasciata cadere dall'estremo superiore O del trampolino e acquista quindi a fine corsa la stessa velocità orizzontale vo in ogni lancio. Pertanto la gittata x = vot rappresenta un orologio, non tarato, in grado di misurare il tempo di caduta verticale dall'altezza h. h x2 t2 LEGGE DI CADUTA DEI GRAVI vh h x Il trampolino viene fissato ad una altezza ho dal piano di appoggio e la pallina viene lasciata cadere da posizioni diverse lungo il trampolino. In questo caso il tempo di caduta verticale to della pallina è sempre lo stesso e la gittata x = vto è proporzionale alla velocità v raggiunta dalla pallina al termine della discesa lungo il trampolino. vxh Teorema della doppia distanza Un mobile con la velocità raggiunta cadendo da una altezza h percorrerebbe nello stesso tempo della caduta su un piano orizzontale con moto uniforme uno spazio 2h h h Sperimentalmente x x < 2h ? h h 2h A B D C Se t(AB) = AB t(AB) : t(BC) = AB : BC t (BC) = AB.BC = BD se in t(AB) percorre 2 AB in t(BC) percorrerà 2 BD A B D C S = v. t = (2g.AB). (2BC/g) = = 4AB.BC = 2BD B D D’ C C’ A E G V(A) = vo = 2gh vY = vocos = 2ghcos2 = 2gAD vX = vosin = 2ghsin2 = 2gBD AG = vX. 2 t(DA) = 2gBD .2 ( 2gAD )/g = 4DC Squadra militare di Tartaglia B 10 2 8 A 6 4 C o squadra con le gambe diseguali congiunta con un quadrante, unica regolatrice de' Bombardieri, non solo per adoprar l'artiglieria, e alzarla in quei tiri, che essi chiamano di volata, ma anco per livellarla negli orizontali. Divise il Tartaglia quel quadrante in 12 parti eguali (punti), suddivise anco ciascuna di esse in altre 12 parti eguali (minuti) Squadra militare di Torricelli 200 150 B 100 10 50 H 0 O A 30 80 B' 10 H 50 70 70 60 50 H 90 50 B' 0 H B 40 (b) AB AB’ 10 30 D A (a) A 20 C 30 20 C H' C' A H B C (b) HC H’C’ AH AH’ vdt dx r 2 2 dx =r +(vdt) - r = 2 2 = r(1 + ½ (vdt) / r ) – r = 2 2 = ½ (v /r) dt P.Feyerabend Ai tempi di Galileo la Chiesa si mantenne più fedele alla ragione di Galileo stesso e prese in considerazione le conseguenze etiche e sociali della sua dottrina. Il processo contro Galileo fu razionale e giusto.