CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 1 CAVALLINO TREPORTI 13 08 febbraio Direttore Responsabile: Alberto Cavazzini - Editore: Associazione Ideazione, piazza S.M. Elisabetta 10, Cavallino Treporti Registrazione presso il Tribunale di Venezia n. 16/06 del 09/05/2006 - Anno 3 - n°13 - febbraio2008 - Stampa: Grafiche Nardin, Ca’ Savio [email protected] PERIODICO DELL’ASSOCIAZIONE IDEAZIONE 2008 [email protected] Le donne delle associazioni locali preparano la festa dell’8 marzo Urbanizzare nuove aree o riqualificare l’esistente? FESTA DELLA DONNA Testimonianze, appunti e idee [pagine 4, 5] FATTI E PERSONE Il nuovo Vescovo Beniamino Pizziol [a pagina 7] SPORT La squadra di calcio femminile di Treporti [pagine 10, 11] Il nostro gruppo consigliare ha recentemente organizzato un'iniziativa pubblica, che ha visto una grande e interessata partecipazione, sulle scelte urbanistiche per il futuro di Cavallino Treporti in concomitanza con la presentazione del Documento Preliminare al Piano di Assetto Territoriale (PAT) da parte dell'Amministrazione Comunale. Con la collaborazione del prof. Francesco Sbetti, noto studioso che fa parte della Giunta Esecutiva Nazionale dell'Istituto di Urbanistica e che ha curato la revisione degli strumenti urbanistici nella precedente amministrazione, e avvalendoci di supporti visivi informatici abbiamo ripercorso la "storia" dell'attività svolta nel biennio fine 2002- fine 2004 che ha prodotto alcuni importantissimi documenti per la ricostruzione del quadro urbanistico territo- riale e per quella che doveva essere la stesura dei futuri strumenti urbanistici. A partire dal convegno dell'ottobre 2002 sul paesaggio (per noi l'esaltazione dell'unicità paesaggistica ambientale è il vero punto di forza e di partenza di qualsiasi strategia urbanistica), alle collaborazioni con lo IUAV di Venezia e la Facoltà di Architettura di Ferrara, all’approvazione del Documento di indirizzi per la redazione degli strumenti urbanistici nel dicembre 2003, all'approvazione del Progetto Preliminare al PRG del settembre 2004, all'adozione della Variante per l'adeguamento al Palav e la classificazione delle zone di degrado urbanistico dell'ottobre 2004. segue a pag 2 CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 2 DAI BANCHI DELL’OPPOSIZIONE di Claudio Orazio segue dalla prima pagina Nel corso di quegli anni si sono dunque costruite solide fondamenta per proseguire sulla strada di dotare il nostro Comune di un suo nuovo quadro urbanistico, che noi abbiamo definito fondativo in quanto primo strumento urbanistico frutto di scelte autonome del nuovo Comune dopo la sua costituzione. Stupisce che gran parte di questo lavoro straordinario, di grande spessore "culturale", tanto da essere pubblicato nel 2005 in un numero speciale di Urbanistica Dossier, una rivista specializzata a livello nazionale, e dalla rivista di Unindustria, sia stato praticamente abbandonato dall'attuale amministrazione che ha preferito ricominciare da capo un percorso con evidente spreco di tempo e di denaro. Non è mancato, nel corso dell'iniziativa, un riferimento anche a questioni di stretta attualità e in particolare all'intervento di espansione edilizia a Treporti e a Ricevitoria (dove sono previsti oltre 100.000 metri cubi di nuova edificazione) proposto da imprenditori privati e definito dagli amministratori comunali come "rispettoso delle indicazioni del Piano di Assetto Territoriale" e come esempio del rapporto tra pubblico e privato. Abbiamo rilevato come ci sia una contraddizione tra queste dichiarazioni e quanto scritto nel Documento Preliminare predisposto dalla stessa Amministrazione, laddove si afferma che, qualora ci sia bisogno di nuove costruzioni per residenza, queste vanno collocate all'interno di aree già urbanizzate o aree già manomesse da recuperare, senza ricercare nuove aree di espansione da urbanizzare, senza cioè "sprecare" ulteriore territorio. È peraltro sorprendente come sia possibile per degli amministratori dichiararsi a priori a favore di un intervento di questa consistenza senza aver prima definito il "dimensionamento" futuro del Comune all'interno del nuovo piano regolatore e cioè quanti abitanti potrà o dovrà avere il nostro paese. Invitiamo quindi l'Amministrazione Comunale a riflettere bene sul "dimensionare" la crescita edilizia, ricordando alcuni Veduta dall’alto di Cavallino-Treporti dati relativi all'andamento demografico del Comune che in 25 c'è già una potenzialità edificaanni, dal 1981 al 2007, è cresciu- toria per oltre 4000 nuovi abito di 2.500 abitanti passando da tanti che significa cioè aumentare di 10.300 a 12.800, confermando un terzo l'attuale popolazione. quindi una crescita di 1000 Con questi dati e queste prospettive, /1200 abitanti ogni 10 anni e non è forse meglio concentrarsi su ricordando che in base agli strumenti scelte che incentivino la riqualificaziourbanistici già vigenti, agli interventi ne urbana con la dotazione di già in corso, ai recuperi che si posso- moderni servizi e strutture civili e culno e si devono fare all'interno dei turali e la valorizzazione delle risorse centri urbani, a quanto si può realizza- ambientali, piuttosto che puntare a re nelle zone di degrado urbanistico nuove espansioni? Perché mi sono rivolto al Prefetto di Claudio Castelli È opportuno dare una spiegazione su quanto riportato dalla stampa locale in merito alle mancate risposte del Sindaco Vanin a molte nostre interrogazioni e alla mia decisione di rivolgermi al Prefetto e al Difensore Civico Regionale perché credo sia giusto che i cittadini vengano messi a conoscenza del modo di agire dell'Amministrazione Comunale. Diritto/dovere dei consiglieri di opposizione è quello di controllare e fare luce su aspetti dell'attività amministrativa che a una prima disamina risultano poco chiari; diritto/dovere del Primo Cittadino è quello di rispondere secondo i criteri di trasparenza propri della pubblica amministrazione. Quando ciò non avviene si lede il principio basilare del funzionamento 2 della pubblica amministrazione e cioè quello della correttezza. Tutto ha inizio a fine agosto dello scorso anno, quando mi sono accorto che il commercio ambulante praticato sulle aree pubbliche, in più occasioni a mio avviso, non rispettava la normativa regionale. Mi sono allora fatto promotore di un'interrogazione al Sindaco alla quale dopo sei mesi non è stata data ancora alcuna risposta. Dopo una settimana ho presentato un'altra interrogazione chiedendo questa volta chiarimenti sul posizionamento di alcuni manufatti sull'arenile. Anche su questa interrogazione non ho ricevuto ancora nessuna risposta. Il Regolamento Comunale prevede che alle interrogazioni il Sindaco debba rispondere entro 30 giorni dalla loro presentazione, ma conscio del fatto che spesso i tempi della pubblica amministrazione possono essere dilatati da molti fattori ho pensato bene di lasciare tempo al tempo confidando che le risposte sarebbero presto arrivate. A oggi, fine febbraio 2008, non ho ancora rice- Il Municipio a Ca’ Savio vuto alcuna risposta. Da qui la decisione, dopo tanta paziente e vana attesa, di rivolgermi al Prefetto e al Difensore Civico Regionale per segnalare questo anomalo e irrispettoso comportamento del Sindaco chiedendo anche se ciò non configurasse una qualche responsabilità amministrativa. Non so spiegarmi questo comportamento del Sindaco anche perché le mancate risposte su specifiche richie- ste di chiarimenti inducono a pensare che ci sia qualcosa che non va. Per questi motivi, per fugare qualsiasi dubbio, penso che dare risposte esaustive entro i termini regolamentari sarebbe da parte del Sindaco un segnale di correttezza e di trasparenza. Purtroppo, a distanza di mesi, ciò non è ancora avvenuto. CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 3 Qualità della vita ed edilizia sostenibile di Susanna Enzo Recentemente abbiamo avuto modo di ascoltare l'architetto Michele Busarello, che, in occasione dell'ultima conferenza del ciclo L'impronta leggera, spiegava ai presenti alcuni aspetti primari del complesso argomento della sostenibilità ambientale. Per saperne qualcosa di più, e per capire in che modo ognuno di noi può orientarsi verso scelte consapevoli nel settore dell'edilizia sostenibile, lo abbiamo incontrato. Qual è il rapporto fra edilizia e ambiente? “L'edilizia ha finora guardato all'ambiente come serbatoio inesauribile da cui attingere aree e materie prime. Se mi è consentito un excursus storico a grandi linee, posso affermare che si è assistito ad un cambiamento dei canoni costruttivi dal secondo dopoguerra ad oggi. Dapprima si privilegiavano aspetti di igiene e funzionalità nella costruzione. Man mano che cresceva il benessere della nazione, a questi elementi si è aggiunta la scelta di materiali costosi o esteticamente d’effetto. Bisogna arrivare agli anni Ottanta per cominciare a riscontrare un'attenzione verso l'ambiente e l'ecologia. Quello di quegli anni era un ambientalismo diverso da quello odierno, in quanto ci si orientava verso una determinata specie in via d'estinzione. Attualmente si cerca, per quanto possibile, di preservare gli ecosistemi nella loro interezza. Che detta così sembra un'azione immane, ma invece è resa possibile dai gesti quotidiani di ciascuno di noi”. Come applicare tali gesti in edilizia? “Innanzitutto valutando, nel momento in cui si opera una scelta di tipo edilizio, non solo i vantaggi economici, estetici e funzionali di una costruzione, ma anche quelli ambientali. Mi spiego meglio: se si decide di acquistare un immobile, si dovrebbero considerare sia i costi di costruzione che quelli di uso e di smaltimento alla fine di un ciclo medio di esistenza di un'abitazione. Quindi, se è vero che inizialmente i costi di costruzione in base a parametri bioedilizi possono sembrare maggiori rispetto a quelli generalmente adottati, si assisterà ad un assorbimento di tali spese nell'utilizzo dell'abitazione che consentirà risparmio energetico, salubrità dell'edificio e minore incidenza ambientale. Inoltre bisogna tenere conto anche dei costi di smaltimento dei materiali di costruzione quando l'immobile, dopo settanta o ottanta anni, verrà demolito”. Sembra molto sensato, ma in realtà non si ha la percezione che attualmente si applichino tali accorgimenti su larga scala. Come mai? “Presumo dipenda dal mercato edilizio che è in mano a immobiliaristi e società che costruiscono condomini a scopo di profitto. Il cittadino che costruisce per se stesso, più attento a determinati requisiti edilizi perché costituiscono un investimento in qualità di vita, è purtroppo una nicchia. Credo che un cambiamento potrebbe verificarsi se l'utenza iniziasse ad informarsi in tal senso e richiedesse abitazioni che rispondano a parametri di edilizia sostenibile”. Qualche consiglio pratico per chi si vuole orientare verso costruzioni rispettose dell'ambiente? “Darsi delle priorità e domandarsi qual è l'uso che si intende fare di quella abitazione. Chiedere che vengano utilizzati materiali rinnovabili e riciclabili che hanno riflessi positivi su ambiente e salute. Meglio ancora se si tratta di materiali locali, che hanno un minor costo di trasporto e una provenienza controllata e, in genere, consentono di realizzare costruzioni che si integrano meglio con il paesaggio circostante. Per esempio, se si usano Michele Busarello materiali naturali come il legno, accertarsi che siano certificati e cioè che provengano da vivai creati all'occorrenza e non da luoghi di cui si possa compromettere la biodiversità”. Lasciamo l'architetto portando con noi ancora molta curiosità su un argomento che ci tocca da vicino e che ci dà motivo di riflettere. Viene da chiedersi come modificare le nostre abitudini quotidiane per affrontare in un futuro piuttosto prossimo l'esaurimento di risorse non sostenibili. Senza voler essere allarmisti, è il caso di iniziare ad attivarci. Cos'è la bio-architettura di Martina Bacciolo* La bio-architettura è una metodologia costruttiva piuttosto complessa, che si basa sull'approfondimento di numerose tematiche, tra le più importanti la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico e non da meno la salubrità degli edifici per il benessere dei fruitori. Le fasi di un buon progetto di bio-architettura sono: lo studio del sito e del suo clima, quindi della quantità di irraggiamento naturale e dei venti, quindi si valuta la presenza di campi magnetici di grande intensità e la possibile presenza di gas naturali come il radon (non presente nella nostra zona). La seconda fase è il progetto: l'edificio viene posto nel lotto in modo tale da essere illuminato il più possibile dalla luce del sole, creando grandi vetrate a sud e meno finestre possibili a nord. Infatti nei progetti di bioarchitettura è fondamentale l'apporto di luce naturale all'interno degli edifici, sia per il benessere psicofisico che portano questi raggi al corpo umano, sia perché riscaldano gli ambienti illuminati, riducendo il consumo di energia (sia per l'elettricità che per il riscaldamento). Per questo motivo ogni stanza viene posizionata rispetto ai punti cardinali a seconda della funzione alla quale è destinata e alla quantità di luce che necessità durante l'arco della giornata. La luce diretta a sud, viene studiata e indirizzata in modo tale che entri nel- l'edifico durante il periodo invernale e sia schermata durante l'estate. Lo stadio successivo è lo studio dei materiali. Questi vengono scelti in modo tale che siano garantite le tre caratteristiche fondamentali: la sostenibilità ambientale, la salubrità e ovviamente delle ottime qualità tecniche. Ogni parte del fabbricato dalle fonda zioni, alle pareti, fino ai solai e alla copertura va studiata calcolandone la trasmittanza termica singola e complessiva in modo tale che sia garantito un elevato risparmio energetico e un ottimo comfort igrometrico (aria e umidità). I materiali usati sono in prevalenza materiali tradizionali come il laterizio, calce e legno. Alcuni si spingono fino al recupero di tecniche antiche come l'uso della terra cruda, sia per mattoni che per intonaci, al riuso della canna lacustre o della paglia per isolare ecc. Una nuova tendenza è la prefabbricazione in legno che raggiunge altissimi standard qualitativi. L'importante è che ogni tecnica usata garantisca, appunto, il benessere del fruitore utilizzando materiali naturali che non emettano sostanze nocive, come avviene spesso, invece, anche se non ce ne accorgiamo, utilizzando materiali di sintesi chimica. Gli isolanti naturali (come ad esempio il sughero, la fibra di legno, la canapa, le fibre mineralizzate, l'argilla espansa e molti altri) sono materiali derivati da fonti rinnovabili, per la cui produzione viene consumata pochissima energia a differenza dei materiali di sintesi chimica che derivano principalmente dal petrolio e sono prodotti ad elevate temperature. L'isolante naturale e quello di sintesi garantiscono la medesima trasmittan- za termica per l'isolamento invernale, ma per l'estate è necessario che i materiali abbiano una massa consistente per ritardare il tempo che impiega il flusso di calore a penetrare all'interno (sfasamento termico). Questo è possibile con i materiali naturali, in quelli di sintesi, infatti, è pressoché inesistente. La fase successiva è la progettazione degli impianti: gli impianti termici sono calcolati alla massima efficienza, senza sprechi energetici. Il sistema più diffuso è un impianto integrato a bassa temperatura che utilizza un riscaldamento a pannelli radianti a pavimento o parete, nei quali scorre acqua calda riscaldata da un sistema abbinato tra collettori solari termici (pannelli solari), e caldaia a condensazione (elevata efficienza). Gli impianti elettrici vengono studiati, tramite l'uso di nuovi sistemi di domotica, in modo che si creino meno campi magnetici possibili, che possano essere esclusi completa mente nelle camere durante la notte. Il tutto viene realizzato in modo da ottenere il miglior comfort al minor costo di manutenzione e spesa energetica possibile. A sostegno di queste metodologie edilizie numerose normative incentivano il risparmio energetico come le Leggi finanziarie 2006/2007; altre a favore dell'edilizia biosostenibile come la L.R. Veneto n. 4 del 9 marzo del 2007, che prevede dei contributi tramite bandi e altri incentivi non ancora ben definiti per progetti biosostenibili; mentre molti Comuni tra i quali quello di Venezia hanno già istituito commissioni speciali che valutano i progetti presentati, prevedendo lo scomputo parziale degli oneri per i fabbricati che saranno costruiti con i sistemi di bio-architettura. *architetto 3 CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 4 PAGINE IN ROSA Che forza ragazze! della mia ricerca. La relatrice che mi ha seguita mi ha lasciata piuttosto libera nella stesura, così ho potuto orientare le mie scelte man mano che procedevo nell'analisi dei dialetti. di Susanna Enzo Come ti sei interessata alle lingue dell'Eurasia? È stata una lunga e piacevole chiacchierata quella con Ilaria Targhetta e Martina Tardivo, classe 1985, laureate nel pieno rispetto dei tempi e col massimo dei voti, rispettivamente, in Lingue e culture dell'Eurasaia e del Mediterraneo e in Ingegneria dei Materiali. Entrambe stanno ora proseguendo il loro percorso di studi per conseguire la laurea specialistica. Sicuramente due scelte impegnative e particolari. Facciamoci raccontare le loro esperienze. A che facoltà sei iscritta attualmente, Ilaria? Sono iscritta alla laurea specialistica in Antropologia culturale, etnologia ed etnolinguistica. Quindi mi sono trasferita dalla facoltà di Lingue e letterature straniere a quella di Lettere. Questo è stato possibile grazie al nuovo ordinamento dei corsi che consente lo spostamento tra facoltà e anche Università estere per il conseguimento della laurea specialistica. Parlaci per sommi capi della tua tesi. È uno studio sulla dialettologia turca. Ho avuto modo di scrivere parte della tesi e di fare le mie ricerche a Samsun, dove ho trascorso cinque mesi con il progetto Erasmus. Il mio lavoro è frutto di interviste e registrazioni effettuate su cinque città campione. La permanenza in Turchia è stata preziosa perché mi ha consentito di riconoscere i vari dialetti ma anche di focalizzare meglio la finalità lavoro. È stato un lavoro che ha richiesto parecchio impegno. In collaborazione con un professore di ingegneria aerospaziale ho studiato il fenomeno dell'impatto iperveloce con l'obiettivo di sviluppare, per quanto possibile, un modello capace di prevedere il comportamento di alcune tipologie di materiali sottoposti a tale fenomeno. In realtà avrei voluto concentrarmi sui materiali compositi, ma durante lo studio il mio elaborato ha assunto una piega diversa. Ora, però, seguendo i corsi di laurea specialistica ho scoperto un nuovo interesse per quelle che possono essere le applicazioni dell'ingegneria dei materiali in campo biomedico e penso che dirigerò il mio percorso di studio in tale direzione. Martina e Ilaria, oltre al brillante percorso di studio, condividono anche determinate opinioni ed esperienze. Entrambe, Martina Tardivo infatti, sono consapevoli che la fine della laurea specialistica per loro significherà cercare lavoro o proseguire gli studi lontano da casa, perché una realtà piccola come la nostra non offre spazio per gli ambiti di loro competenza. Nonostante questo, dimostrano di essere molto affezionate al loro comune e alla tranquillità che ancora offre e di aver imparato ad apprezzarlo di più proprio in seguito alla permanenza in città. E provano orgoglio per le esperienze lavorative stagionali, peculiari del nostro territorio, che hanno consentito loro un minimo di autonomia economica e un supporto alla famiglia che le ha sostenute. Sono anche consapevoli che i loro progetti futuri potranno essere rallentati dal fatto di essere donne in un mondo lavorativo che, ancora, non tutela del tutto il diritto di una donna alla maternità. Ciononostante da questo incontro sono emersi il loro amore per lo studio che, pur richiedendo costanti sacrifici, non manca di essere fonte di soddisfazione, e la determinazione di arrivare dove si sono prefissate, qualità ammirevoli in ragazze così giovani. Non ci resta che far loro i complimenti per i traguardi raggiunti e augurare a entrambe vento in poppa per quelli futuri. Quanto ti è costato, in termini di sacrificio, laurearti così presto e con il massimo dei voti? Ilaria Targhetta Da bambina sognavo di imparare molte lingue perché provavo curiosità per la "diversità". L'interesse mi è rimasto anche in seguito e mi ha portato a frequentare il liceo linguistico. Per la scelta universitaria ero dapprima incuriosita dalle lingue orientali, però poi, con una conoscenza più approfondita, mi sono rivolta al Medio Oriente e soprattutto alla Turchia che è così vicina a noi ma così diversa. Martina, tu ti sei laureata in Ingegneria dei materiali con una tesi sui materia li soggetti ad impatto iperveloce, e cioè con delle applicazioni in ambito aerospaziale: beh, hai di certo opera- Le donne del ‘700 a teatro Lunedì 10 marzo, alle ore 20.45 al Centro Civico di Ca' Savio, l'associazione Tra Mar e Laugna presenta Popolane e nobildonne nelle isole treportine nel Settecento, serata storico-documentale che ripercorre la storia al femminile del nostro territorio. L'appuntamento, curato dal professor Piero Santostefano, sarà l'occasione per indagare sulle vite di Angela Smerghetto Berton e di Caterina Sagredo, nobildonne del Settecento. L'ingresso alla serata è libero. Scrivici Se volete dare notizia di particolari iniziative nel nostro territorio o esprimere la vostra opinione su temi che riguardano il nostro Comune, potete scriverci al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] o tramite posta all’indirizzo: Cittadini al Centro, piazza S. M. Elisabetta, 10/11 - Cavallino. Cittadini al Centro può essere letto anche on line su www.cavallinotreporti.net. 4 to una scelta tosta! Mi sono resa conto che ho dovuto tenere un ritmo molto serrato in questi tre anni dedicati quasi esclusivamente allo studio. Lo stare dentro a determinati tempi ti consente di iscriverti subito alla laurea specialistica senza perdere dei mesi. Ora, però, voglio prendermi degli spazi anche per la vita sociale. Prospettive future di lavoro? Il tipo di facoltà che ho scelto ha una applicazione diretta nel mondo del lavoro. Conosco ragazzi che appena conseguita la laurea specialistica sono stati contattati da aziende per sostenere colloqui. Io sarei interessata a proseguire con un eventuale dottorato di ricerca, per quanto possa essere difficile riuscire ad ottenerlo nel settore che mi interessa, e poi pensare al Complimenti alle donne Lella Doratiotto, 81 anni, è una grande appassionata di poesia. Ha inviato alla nostra redazione questa immagine che la ritrae con altre undici donne (lei è la quarta da sinistra) del nostro Comune durante la serata "Premio donna" dello scorso 12 dicembre. La redazione di Cittadini al Centro ringrazia la signora Lella per aver inviato questa foto e fa un augurio a lei e a tutte le altre donne del nostro comune che si sono distinte in particolari settori e che per questo sono state premiate. La speranza è che dopo questa serata e dopo tutte le feste organizzate, l'Amministrazione Comunale, attraverso la commissione Pari Opportunità, individui altre occasioni per celebrare le donne mettendo il contenuto davanti all'immagine. Buon lavoro! CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 5 Il talento di Megghi Donaggio (autore della famosa canzone degli anni '60 Io che non vivo) abbia creduto subito in lei e l'abbia indirizzata ad Angela Milanese, nota pianista e maestra di canto, fondatrice, con Luca Pitteri, di Venice Gospel, nonché autrice di sigle televisive come quella di Don Matteo. Ma non sono davanti ad una ragazzina che insegue il sogno del mondo dello spettacolo costruendo castelli in aria, senza avere fondamenta solide. Lei frequenta il quinto anno al liceo linguistico e contemporaneamente studia canto e pianoforte e il prossimo anno intende iscriversi all'Accademia di canto e recitazione di Milano. È il soprano basso dei Joy Singers guiMegghi Minio, voce dell’Aurora Wind Band dati dal maestro Andrea Lo ammetto: mentre Megghi cantava My heart D'Alpaos, coi quali si è esibita a Treporti will go on mi sono emozionato. Credo che la durante i festeggiamenti per il Natale 2007. musica sia una delle forme dell'arte capace di Questa carrellata di successi, in un mondo che suscitare emozioni e Megghi, nonostante la spesso ci appare effimero, non l'ha trasformagiovane età, le evoca. Mi pare di vederla, fra le ta minimamente in una persona frivola. mura un po' grigie della scuola media Megghi non ha perso il contatto con la realtà. Carpaccio, sotto lo sguardo attento di colui Al contrario, si è arricchita di queste esperienche l'ha "scoperta", il suo insegnante di musi- ze e insegue piena di speranze, ma anche lucica, Mariano De Rossi, mentre per la prima dissima, il suo sogno. Alla fine dell'intervista, aggiunge, tranquilla e sicura: "Se non riuscirò volta si esibisce in pubblico. Oppure durante una delle nostre manifesta- a cantare, mi iscriverò a Lingue e letterature zioni preferite, Canzoni sotto le stelle, mentre straniere a Ca' Foscari e mi occuperò di qualinterpreta Doppiamente fragile della cos'altro". Tatangelo. Mentre mi racconta le sue esperien- Hai le carte in regola per farcela, Megghi, e ze musicali - e sono già parecchie e di ottimo sono convinto che ce la farai. In bocca a lupo livello considerando che ha solo 18 anni è per la tua meravigliosa scalata alle stelle! anche una delle cantanti dell'Aurora Wind Band - mi rendo conto che Megghi interpreta Mirco Bodi benissimo Doppiamente fragile, ma lei di sicuro non lo è! Mi spiega di come Pino Sabato 8 Marzo 2008, ore 20.45, al Centro Sociale Polivalente DONNE & DONNE “Un incontro a più voci” Anche Ideazione, assieme a molte altre Associazioni, partecipa all'iniziativa del Gruppo Parola di Donna per l'8 marzo 2008. Quello che si sta preparando NON è uno spettacolo, ma un momento di condivisione fra donne (e non solo), più raccolto e semplice rispetto a quelli svolti negli ultimi tre anni. Quest'anno il tema è l'incontrarsi e il riconoscersi fra donne che hanno radici diverse, che cioè sono nate o cresciute in posti differenti: - In cosa siamo diverse? - Cosa abbiamo in comune? - Cosa portiamo di originale dalle nostre culture? - Cosa abbiamo imparato le une dalle altre? - Com'è stato, e com'è l'incontrarci fra noi? Nella serata non mancherà qualche nota musicale, e qualche piccola sorpresa. L'ingresso sarà libero e per tutti. info: Cinzia 340 0053550, Lucia 329 1658449. Col patrocinio e il contributo del Comune di Cavallino-Treporti. La nostra storia Quando eravamo... profughi di guerra Mia zia Suor Sandra (classe 1918) racconta sempre, con l'orgoglio di chi sa di essere stata protagonista di qualcosa di importante, di essere nata a Ceva, in provincia di Cuneo, quando la sua famiglia era profuga nella Prima Guerra Mondiale. Stimolata da questa particolarità, decido un giorno di andare con la mia famiglia a cercare quel convento che la vide nascere e magari è stato l'imprinting per la sua scelta di vita. Per prima cosa verifichiamo telefonicamente che siano consultabili i registri di battesimo in parrocchia. Proviamo anche a telefonare in biblioteca per sapere se per caso è stato pubblicato qualcosa sui profughi della Grande Guerra: nulla, ma una bibliotecaria gentile ci mette in contatto con l'archivista del Comune il quale ci fa sapere che esiste un carteggio a riguardo. Ceva è un paese molto lontano da Cavallino, sta sui monti del cuneese, proprio a ridosso della provincia di Savona ma ha la ferrovia che arriva fin proprio davanti al convento dei frati cappuccini dove nacque la zia suor Sandra. Troviamo l'elenco di tutti e dove erano alloggiati, la nota della diaria che percepivano i grandi e pure quella dei bambini, le date di arrivo e di ritorno a casa. Appare allora più chiaro il percorso che ha portato mia nonna fin lì. In parrocchia vediamo il registro dei battezzati e il giorno 17 ottobre 1918 troviamo registrato il suo battesimo con il nome di Angela Martin, nata il 13 ottobre 1918 alle ore 12.00: padrino suo zio Elia Martin e madrina la sorella Cecilia Martin. Scopro così che il mio povero bisnon no Salvatore, a 70 anni era partito con la moglie Rosa, un figlio troppo grande per la guerra (42 anni), e uno stuolo di giovani donne: due figlie con i loro bambini e sette nuore con i loro piccoli. Nell'archivio comunale invece troviamo una cartella di documenti dal titolo Profughi veneti. Non senza emozione cominciamo a scorrere questi carteggi e leggiamo la corrispondenza tra la Prefettura di Venezia e quella di Cuneo per individuare i luoghi dove alloggiare gli abitanti di Cavallino che, in seguito dell'avanzare del fronte dopo la disfatta di Caporetto, avrebbero dovuto lasciare le loro terre. Solo così la famiglia arrivava ad un totale di 35 persone senza gli uomini che erano tutti in guerra. Di lì a poco sarebbe aumentata ancora di una unità perché nonna Margherita era incinta di suor Sandra, al secolo Angela chiamata da tutti Angelina. Una volta tornati da questo viaggio, indagando tra gli atti e dai ricordi di paesani, abbiamo scoperto che molti degli abitanti di Cavallino nati nel 1918 sono venuti alla luce proprio nelle località dove le famiglie erano sfollate. Dagli atti di chi è nato fuori paese abbiamo individuato una ventina di Comuni prevalentemente (ma non solo) del Nord Italia dove stiamo allargando le ricerche per fare una mappatura dello sfollamento del litorale. Chi avesse notizie di genitori o parenti sfollati ce lo faccia sapere: potrebbe contribuire a ricostruire un altro pezzo di storia della Grande Guerra che anche il nostro paese ha così faticosamente e dolorosamente vissuto. La storia dei nostri anziani riserva sempre delle sorprese. Non perdia mo questi preziosi ricordi. Chi ha altre notizie sui profughi di guerra del nostro paese può scrivere alla nostra redazione. Sandra Martin 5 CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 6 CULTURA & TERRITORIO Testi tosti - letture al femminile di Cinzia Condotta Mamma non mamma (Storia dell'affido di due gemellini a una single) di Carla Forcolin Marsilio editore Venezia 2007 pp. 128 - Euro 11,00 Amiche per la pelle di Laila Wadia Edizioni E/O 2007 pp. 160 - Euro 14,00 Racconta la vita nel condominio di una strada immaginaria - via Ungaretti a Trieste dimenticata sia dal sole, sia dal Comune - di quattro famiglie immigrate: i Kumar (indiani), i Fong (cinesi), i Zigovic (bosniaci), i Dardani (albanesi). L'unico inquilino italiano il sig. Rosso, settantenne solitario e bisbetico, appassionato di poesia e letteratura, è un estimatore del duce e mal sopporta gli stranieri. Ma sarà proprio la poesia a far da ponte tra lui e gli altri. Il romanzo parla al femminile col sorriso sulle labbra. Quattro donne alle prese con l'apprendimento della cultura e della lingua italiana che, con fatica e alcuni buffi scivoloni, cercano di costruire una rete di amicizie, perché unite si è più forti e si può fronteggiare l'imminente sfratto. Una storia bella, spesso divertente, qualche volta amara, per ricordarci che la diversità può essere una preziosa risorsa. L'autrice, indiana di Bombay, vive a Trieste dove lavora come collaboratore esperto linguistico presso l'Università. Traduttrice e interprete, da qualche tempo si dedica con successo alla scrittura in lingua italiana perché, dice la lingua del paese dove vivi è l'unica vera chiave d'accesso all'integrazione. Con questo libro ha ottenuto nel 2006, il premio "Popoli in cammino" per opere inedite. La testimonianza di un'esperienza personale affettiva gratificante, non priva di difficoltà gestionali e burocratiche. Il desiderio di prendersi cura di un bambino viene inaspettatamente esaudito con l'affido di due gemellini nigeriani di tre anni, vissuti fino ad allora con la madre detenuta nel carcere femminile della Giudecca. Le tematiche affrontate sono legate alle scelte politiche del nostro Paese in materia di immigrazione, affidamento, infanzia. L'autrice, veneziana, già insegnante elementare, insegnante di lettere, formatrice di insegnanti, insegnante yoga, è fondatrice e presidente dell'associazione per l'adozione e l'affidamento "La gabbianella e altri animali" con sede a Venezia - (Tel. 041.5281954 - www.lagabbianella.org. ) Ha già pubblicato: Il gabbianello Marco e altri animali (Piazza); I figli che aspettano (Feltrinelli). N.B. Entrambi i libri sono disponibili anche in Biblioteca a Cavallino. Pensieri inversi e diversi Da qualche anno assistiamo ad un inaspettato ritorno d'amore per la poesia. Indizi congiunti lo confermano: i grandi ascolti e la nutrita partecipazione alle pubbliche letture di Dante da parte di Roberto Benigni, l'esorbitante numero di pagine che si aprono su Google cliccando la parola "poesia," seconda voce più digitata in Internet, il successo di vendita dei volumi di liriche abbinati ai maggiori quotidiani nazionali. Sono tutte espressioni di un bisogno, condiviso da molti, di recuperare il senso profondo e la sostanza autentica del vivere. La poesia, spesso con echi di spiritualità, richiama alla verità dentro la parola e spinge ad una crescita interiore. "I poeti sono gli inconsolabili consolatori dell'umanità" scrisse il poeta greco Ritsos. Avvicinarsi a quest'arte con fiducia ci aiuta a combatte- re il senso di vuoto e d'insoddisfazione che ci procura spesso il nostro vivere quotidiano impregnato di falsi valori, del culto delle apparenze e del fatuo e di una imperante visione mercantilistica e superficiale dell'esistenza. Leggiamo poesie dunque, per ritrovare noi stessi, per elevarci attingendo alla purezza di emozioni e sentimenti universali, per nutrire lo spirito di profondità e bellezza! Con semplicità, senza pretese letterarie o noiosi pedagogismi, con questa rubrica intendiamo offrirvi dei versi frutto della fulgente creatività di artisti celebri o meno famosi, del passato o contemporanei. Obiettivo centrato se riusciremo a regalarvi qualche momento intenso e se qualcuno deciderà di inserire qualche verso nel suo iPod o ritaglierà qualche lirica per conservarla. Giuseppe Ungaretti (1888-1970) grande poeta del Novecento italiano, celebre per le sue poesie brevi ma efficaci nell'esprimere in poche parole profonde verità, scrisse in "Commiato": Poesia è il mondo, l'umanità / la pro pria vita / fiorite dalla parola / la limpida meraviglia / di un delirante fer mento / Quando trovo / in questo mio silenzio / una parola / scavata è nella mia vita / come un abisso. E ancora: Io credo che il giorno in cui non ci sarà più la poesia, non ci sarà nemmeno l'uomo. (cit. da Giuseppe Ungaretti, La grande Poesia. Arnoldo Mondadori Edizioni 2004) PS: un ringraziamento speciale ai responsabili di questo periodico per lo spazio concesso. Nel nostro Comune nessuna iniziativa di rilievo è pensata ed organizzata dalla Pubblica Amministrazione per valorizzare l'arte poetica e i concittadini che compongono poesie. In altre realtà gli amministratori sarebbero orgogliosi di sostenere talenti, sensibilità e ingegni che sono una ricchezza e un valore aggiunto per una comunità. Chi è interessato a confrontarsi su questi temi, può scrivere all'indirizzo di posta elettronica: [email protected] o tramite posta all'indirizzo: Cittadini al Centro, piazza S.M. Elisabetta,10/11- Cavallino. Donatella Nardin L'abito fa il monaco di Mirco Bodi Di certo Remo Tognati, detto Renzo, avrebbe negato, sorridendo, questa affermazione così lontana dal suo animo, così genuino e semplice. Eppure nel suo caso corrispondeva a verità. Il suo stile sobrio, pulito, i tagli classici e proprio per questo sempre attuali riflettevano appieno la sua personalità. Lui, che negli anni Cinquanta, lasciò il suo nebbioso Polesine - Frassinelle nel cuore della provincia di Rovigo - per imparare nella bottega dello zio Aquilino a Merano, l'arte sartoriale. E i Tognati, a 6 dire il vero, avevano ben poco da imparare in fatto di sartoria. In famiglia il taglio e il cucito si imparava ancor prima di far di conto. Era una passione prima che un lavoro. A 27 anni, con l'inseparabile fratello Mario, arrivava finalmente nel nostro litorale, su suggerimento dello zio Aquilino, che a ragione riteneva che qui mancassero mani abili a ricavar vestiti da stoffe e tessuti. Aveva visto bene lo zio: Renzo aprì la sua piccola bottega appena arrivato, nel '56, in via Treportina, vicino al barbiere Romano, e fu subito un successo! Era l'anno in cui tutti si commossero per la morte di 139 emigranti minatori italiani in Belgio a Marcinelle. Ma era anche l'anno del debutto del Re del rock'n roll Elvis Presley. La tv in casa era appannaggio di pochi e la gente si accalcava nei bar per non perdersi Lascia o Raddoppia. Cavallino gli fu galeotta: volteggiando a ritmo di valzer in una balera Renzo incontrò Elda e fu amore per tutta la vita! Arrivarono presto le amatissime figlie Monica e Fulvia. Era molto stimato, Renzo, dalla gente del Cavallino. Si era inserito benissimo nel tessuto sociale, fatto di gente dedita al lavoro e fortunatamente ancora capace di vedere la bellezza delle piccola cose. Un mago dei tagli maschili: e infatti, chi non si è rivolto a lui per farsi confezionare l'abito per il proprio matrimonio o per accompagnare la figlia all'altare? È San Silvestro 2006. Renzo sta rientrando a casa dopo una serata con gli amici di sempre, Elio, Marcello "Ceo", Nerio, Orlando, Roberto. Quattro chiacchiere sul lavoro e l'appuntamento per domani per la partita a carte e chissà, anche forse anche con la speranza di vittoria della squadra del cuore - il Milan - di cui era un gran Remo (Renzo) Tognati tifoso. Lo attendono invano a casa le figlie, Elda, Mario e il suo tesoro, la nipote Carlotta, per salutare il vecchio anno. Ma non arriverà questa volta. La sua umiltà, la sua proverbiale giovialità e le sue preziose creazioni rimangono nei cuori dei famigliari e nell'affettuoso ricordo di tutta Cavallino Treporti. CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 7 (A)RISTODEMO: IL NOSTRO VESCOVO Il 24 febbraio l'ordinazione episcopale in Basilica a San Marco di Patrizia Castelli Appartiene alla nostra terra, è cresciuto con le abitudini e le tradizioni di Cavallino-Treporti. Abbiamo incontrato Sua Eccellenza, Beniamino Pizziol, che ci parla della sua infanzia e invia così un messaggio alla nostra comunità. I suoi ricordi non sono sbiaditi, legati a qualcosa di lontano, ma a tutto ciò che ha rappresentato la sua esistenza, quando si stava formando la sua personalità, quando il suo Paese d'origine è entrato nel suo DNA. Cresciuto in una famiglia numerosa la mamma aveva nove fratelli Ristodemo, così veniva chiamato, è vissuto a Ca'Vio dal '47 al '57. "Ritengo i primi dieci anni della mia vita felicissimi, anni in cui mi sono rapportato al nostro territorio e alle persone dal profondo senso del lavoro, della serietà, della fedeltà - racconta sua Eccellenza-. Ricordo la raccolta delle pesche poi scomparse con l'inondazione del '66, quando andavo nei campi con i miei zii. Ricordo l'uccisione del maiale e il salame che la nonna conservava in cantina per noi nipotini". A Ca'Vio, dove ora c'è la Chiesa, Aristodemo ha giocato a calcio con i suoi compagni fino alla IV elementare ricorda il Parroco di Treporti, oggi monsignore, don Serafino Tenderini. "Il gioco, il sole, gli spazi, la natura, le spiagge allora deserte. Ricordo il bar da Bainado sulla spiaggia e le sue granatine. Penso al forte senso della comunità, all'impegno nello studio e all'insegnamento che ho ricevuto nei piccoli lavori di casa, nel vangare e zappare, nella semina. Poi i raccolti, lo scandire il tempo delle stagioni e tutto questo è entrato nel mio DNA che ora, a distanza di decenni, considero un fondamento della mia personalità. Dentro di me ci sono i dieci anni di Ca' Vio, di Treporti". Con l'autonomia da Venezia, il Comune ha ulteriormente favorito questo senso di comunità e si cominciano timidi passi verso una piena aggregazione. Ora che la nomina a Vescovo, e quindi i suoi impegni lo porteranno lontano dal nostro Litorale, ci chiediamo se riuscirà a dedicare ancora del tempo alla sua terra: "La mia terra fa parte della Diocesi di Venezia e io vengo invitato più volte a celebrare cerimonie o altre celebrazioni particolari a Ca'Vio, Treporti, Ca'Savio e a Cavallino - dice sua Eccellenza-. Ogni qual volta varco il ponte di Cavallino sento di entrare nella mia Patria, anche se questo territorio è cambiato molto nel suo aspetto. In genere prediligo percorrere la strada lungo la Laguna, via Pordelio, in cui ci sono anche le abitazioni di mia mamma, di mio fratello e mia cognata. Ho sempre occasioni che mi portano alla mia terra ed esiste sempre quel legame privilegiato che non sarà esclusivo, ma che la nomina di Vescovo non diminuirà". Da cappellano, don Beniamino ha passato un'estate a fare campeggio in un'area messa a disposizione dal campeggio Marina, e dove ritornerà in veste di Vescovo la prossima estate a celebrare Messa in occasione dei 50 anni di attività. Il nostro Litorale è cambiato, è cresciuto proprio dagli anni '60, quando è iniziata la villeggiatura dei turisti tedeschi, ma ciò che vogliamo chiedere a sua Eccellenza, Beniamino è se questa crescita sia positiva o se ravvisa anche una perdita di valori e tradizioni, come è stato detto in occasione della visita pastorale: "I valori di quel tempo, come la fatica, la serietà nel lavoro, la socialità, abbiamo rischiato di perderli. Dal '66 molti agricoltori hanno deciso di destinare la terra ad usi più proficui nel breve periodo confrontandosi con persone europee di diversa nazionalità". L'ospitalità ai "foresti" ha significato un forte impatto per la nostra comunità e secondo sua Eccellenza: "Non siamo riusciti a metabolizzare tutto questo, soprattutto i giovani. Abbiamo rischiato di perdere l'identità del territorio e ci siamo un po' dispersi creando quella "doppia stagione" in cui d'estate gran parte delle persone sono impegnate in attività turistiche". "Oggi l'economia del Paese è ancora prevalentemente agricola, innovativa e turistica. Per questo è necessario trovare dei collegamenti fra le due realtà come ha fatto e sta facendo il Comune. Inoltre, - prosegue il Vescovo -, è necessario valorizzare la bellezza del nostro territorio, magari con i fiori lungo il muretto della Sua Eccellenza Beniamino Pizziol Laguna in via Pordelio, facendo conoscere Lio Piccolo, continuando a curare le spiagge, perché questi sono doni che abbiamo ricevuto". La realtà e i cambiamenti sociali apportati anche dai giovani che sempre più numerosi sono laureati, hanno favorito la crescita del Litorale. "In campo pastorale, le quattro realtà sono ancora individualizzate, distinte, legate alla particolarità di ogni singola parrocchia, trascurando l'idea della comunità. Noi, invece, Patriarca e Don Beniamino insieme ai parroci, abbiamo puntato alla prospettiva di comunità pastorale che significa valorizzare le singole comunità ma in una visione unitaria. Così, ad esempio, la pastorale giovanile è diventata una per tutte le quattro parrocchie". Sua Eccellenza conosce bene quelli che sono stati i problemi apportati da questi cambiamenti: la diffusione di droghe fra i giovani, le invasioni delle spiagge la sera, un lieve aumento della popolazione straniera, tutti feno meni contemporanei che propone di affrontare innestando i valori del pas sato in questa nuova situazione per ritrovare il senso d'identità perduta. Questo è quello che Sua Eccellenza aveva in serbo di dire oltre a precisare che, riguardo alla sua nomina: "Da una parte c'è la mia persona con le sue relazioni umane, dall'altra, il compito che mi è stato affidato. Non è la singola persona a cambiare, ma le è riconosciuto un ruolo che è così grande da essere accentuato come un dono venuto da Dio. A me suona insolito comunque sentirmi chiamare Eccellenza". Soprattutto se a farlo è un familiare orgoglioso che Aristodemo, don Beniamino, sia diventato Vescovo il 24 febbraio 2008. 7 CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 8 CULTURA & SOCIETÀ Il Panevin, gran falò dell'Epifania di Vanda Enzo Durante le ultime Feste di Natale e Capodanno abbiamo avuto modo di incontrare chi, nel nostro paese, di solito in quei giorni lavora per dar vita alle tradizioni più radicate della nostra cultura, come il Paviner o Beroeon. Questo rito propiziatorio (si celebra ogni anno il 5 gennaio) ha origini antichissime ed è una consuetudine delle famiglie contadine, ripresa per ravvivare la tradizione dall’associazione culturale “Usi e costumi”, presieduta dal Cav. Artiano Bodi, che premia il miglior Paviner tra quelli costruiti dai vari comitati che fanno a gara per erigere la catasta più alta e più significa- tiva. Questa festa, un tempo molto più religiosa, rimane sempre piena di emozioni perché i ricordi affondano le radici negli affetti familiari e nell'amore per la terra che le famiglie coltivano faticosamente. Del mondo contadino ha, infatti, il significato di invocare la rinascita della terra: il fuoco consuma le cose vecchie in una pira di sterpaglie, stoppie di granoturco e vecchie fascine, purificando così la terra che si prepara al rinnovamento della stagione. Abbiamo dunque rivolto alcune domande ai quattro gruppi più rappresentativi del nostro litorale, quelli a cui è affidata ogni anno la realizzazione dei pavineri: Club Negroni di Ca' Ballarin, Amici del Paviner di Cavallino, Compagnia dei Tiraca di Ca' Pasquali e El Beroeon di Treporti. Davide, Alessio e Giuliano - Amici del Paviner Gino Bardella impegnato nei lavori del Paviner "Il nostro gruppo si chiama Amici del Paviner ed è composto da 14 persone. La nostra amicizia nasce esattamente 26 anni fa, quando alcuni di noi erano ancora troppo piccoli per lavorare ma già desiderosi di farlo. Siamo orgogliosi, perché il nostro Panevin è giunto alla 26esima edizio- ne. Il nostro palo viene solitamente messo in un fosso, così si mantiene anche per l'anno successivo (una volta ne adoperammo uno per ben sei volte). Quest'anno il palo ha raggiunto l'altezza di 22 metri e per la sua costruzione abbiamo usato tre impalcature prestateci gentilmente dalla ditta Bastianello, così come il terreno, che è privato. Attorno al palo principale abbiamo messo ben 12 tiranti in ferro zincato. Per il nostro Paviner usiamo solo canne di granoturco che raccogliamo dagli agricoltori del posto. Ha una forma conica e viene costruito al contrario: partendo cioè dal punto più alto inseriamo un solo giro di canne fino ad arrivare alla base con circa ottanta mazzi di canne. Questa particolarità lo fa bruciare molto bene, in fretta e senza lasciare tracce o residui inquinanti. Per quanto riguarda la Befana in cima al palo, cerchiamo ogni anno di cogliere un tema di attualità del nostro litorale. Così come l'anno scorso abbiamo realizzato una Befana a bordo di un pattino con la Bandiera Blu dell'Unione Europea, quest'anno abbiamo realizzato una Befana che brinda al nuovo stemma di Cavallino Treporti. Tutti questi preparativi li facciamo di sera, nella serra di Alessio Munerotto, con molta passione, molte discussioni, ma sempre con tanta amicizia sincera. Anche in amicizia, e a turno, le ultime due sere sono per la sorveglianza. Così accade che restiamo svegli tutta la notte per controllare che qualche balordo non dia fuoco al Paviner vanificando il lavoro di due mesi. Fino a qualche anno fa, inoltre, c'era l'usanza di sparare dei colpi di fucile verso la Befana, ma noi abbiamo deciso di sostituire il fucile con petardi e fuochi d'artificio, per conservare comunque qualche gesto goliardico e allegro. Per quanto riguarda, invece, i pronostici, visto che il fumo è andato prima verso il mare e poi improvvisamente verso levante, pensiamo e speriamo di avere un 2008 buono almeno per metà!" Michele Tonon - Club Negroni "Il gruppo del quale faccio parte si chiama Club Negroni ed è composto da 23 persone. Il presidente è Robertino Marangon e la sede è in via dell'Aviere 7 a Cavallino. Costruiamo il Paviner da otto anni, da tre per la frazione di Ca' Ballarin. Verso i primi di dicembre cominciamo a raccogliere tutta la legna necessaria e dopo le feste di Natale ci troviamo quotidianamente per lavorare assieme. Su un terreno che ci ospita, un po' discosto dal centro abitato, piantiamo un palo alto 18 metri. È già il terzo anno che adoperiamo lo stesso palo. Lo sosteniamo con dei tiranti di ferro zincato per sicurezza, poi andiamo in alto con un'impalcatura e usiamo dei macchinari che la ditta Costantini ci mette gentilmente a disposizione. 8 Il parroco è già il terzo anno che viene a benedire il nostro Paviner. L'idea di come fare la Befana in cima al palo ci era già venuta lo scorso anno. Le idee ci vengono lavorando in gruppo, questa è la forza dell'associazione. Non potremmo fare nulla se non ci fossero gli amici e le famiglie di Ca' Ballarin che ci sostengono e ci supportano con i viveri mentre lavoriamo (la porchetta non manca mai, e nemmeno un'ombretta...). Il Paviner viene acceso purtroppo alle 19.30 (dico purtroppo perché l'orario sarebbe molto prima, al suono dell'Ave Maria, ma dobbiamo dar modo alle persone di vedere anche quelli che vengono accesi prima del nostro). Noi ci teniamo e crediamo nelle tradi- zioni. La tradizione è il collante che ci tiene insieme, è la spinta a continuare e quando al momento dell'accensione accompagniamo la mano del bambino più piccolo ad accendere il fuoco, attorniati da centinaia di persone, ebbene quell'istante magico ci dà un'emozione così intensa che ci ripaga di ogni fatica. Mettiamo i petardi ed i fuochi artificiali perché fanno rumore e allegria quando gridiamo: "Pan e vin, a beroa soto el camin!" Per quanto riguarda i pronostici, i vecchi dicono da sempre che, anche se il fumo e le scintille "girano", la stagione è comunque destinata ad essere promettente". CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 9 Valentino Bortoluzzi Compagnia della Tiraca Saverio Bubacco - Il "Beroeon" di Treporti "La nostra Befana a detta di molta gente era molto bella. Si trattava di una struttura tridimensionale costruita tutta in metallo e cartapesta. L'altezza raggiungeva i 21 metri. Questo lavoro e la raccolta di legna, canne, ramaglie, sparasine, cassette ecc. ha impegnato il nostro gruppo di dieci persone per almeno quaranta giorni lavorativi. Per la costruzione del Paviner ci siamo serviti di due ceste meccaniche così abbiamo lavorato in tutta sicurezza. Ci piace stare insieme e facciamo il Paviner perché è una tradizione. Mentre lavoriamo non pensiamo di vincere ma se dopo accade ne siamo ben felici. L'anno scorso ci siamo classificati terzi, quest'anno siamo arrivati primi e vogliamo condividere la gioia con tutti coloro che hanno collaborato per il nostro gruppo e vogliamo ringraziare Aldo Castelli per l'ospitalità del suo capannone che ha permesso al gruppo di lavorare bene e di creare una "beroea" diversa dal solito. Abbiamo fatto una magnifica festa con tanta gente intorno. Anche noi abbiamo offerto cibi e bevande tipiche durante la serata. La gente era tanta, anche se è stato molto impegnativo, la soddisfazione del gruppo è stata davvero enorme. Alle 20.00 abbiamo dato fuoco al Beroeon. Il pubblico ha garantito uno scenario spettacolare su cui ha dominato il falò: vero attore della serata! Grazie tutti!" "Il nostro fantoccio è una befana che scende in un camino alla vallesana con tanto di cappa di sette metri e che al posto della scopa tiene tra le mani una grande stella cometa lunga cinque metri! A fine novembre cominciamo la raccolta delle canne nei campi dei fratelli Cimarosto. Il Beroeon lo facciamo l'ultimo giorno. Un grosso palo di rovere fornitoci dalla ditta Gregolin Lavori Marittimi, viene innalzato da terra con la gru di Giorgio Bacciolo. La cappa del camino viene tutta rivestita da mazzetti di canne legate strettissime perché in questo bruciano più a lungo. Dal "fogher" al camino, raggiungiamo l'altezza di 20 metri. Per sicurezza abbiamo quattro tiranti di cordino di acciaio. Bruciamo tutte le potature che dà la vigna. L'area della festa è il campo del cavalier Nardin. Lì si raduna tutta la comunità di Treporti e facciamo una festa ai bambini regalando loro una calzetta di dolciumi. Prima di cominciare, il padre spirituale del Beroeon, Don Giorgio Barzan di Treporti, benedice questo rito. L'acqua benedetta, la luce del fuoco, le invocazioni, i tre pali che tengono quello principale sono tutti elementi che ci ricordano la nascita di Gesù e la lunga strada dei Re Magi per arrivare ad adorarlo. Il giorno dopo, grazie alla nostra esperienza, riusciamo a pulire tutto con gran velocità. La legna dei campi ha ben bruciato e non ha lasciato tracce. Siamo pronti per l'anno prossimo, abbiamo già una nuova idea. Per i pronostici anche quest'anno si prospetta una nuova annata perché "quando il fumo va a marina, tanto vin, tanta farina!". Un ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato e uno in particolare a Mario Nardin capo - beroeon che ci dà animo a continuare e al quale dico "Ti gà ragion"!" Il bilancio dello sportello di segretariato sociale Progetti e prospettive per il 2008 Dopo la sperimentazione del 2006, UILDM Ve ha deciso di continuare l'attività di gestione dello Sportello di Segretariato Sociale anche per il 2007. Il servizio è stato calibrato unicamente sull'utenza e sulle richieste della stessa con interventi che hanno spaziato dalle consulenze, ai sostegni tecnici fino a quelli di carattere sia sanitario che sociale. Durante il 2007 sono stati avviati tre tipi di intervento: la publicizzazione del servizio con locandine e brochure, incontri con l'utenza dopo aver fissato l'appuntamento, l'attivazione di un numero telefonico attivo 24 ore su 24 che si è rivelato idoneo alle risposte veloci da dare. Lo sportello ha consolidato le collaborazioni con altre associazioni locali: Cisiamoanchenoi, i Volontari del soccorso, l'Auser di Cavallino e inoltre con il Distretto Sanitario e i Servizi Sociali del Comune, che si sono sem- pre dimostrati disponibili all'aiuto e ai chiarimenti di volta in volta richiesti. I punti di forza dello sportello si sono rivelati l'immediatezza delle risposte, la flessibilità del servizio, la conoscenza del territorio e delle sue risorse umane e tecniche, il continuo aggiornamento finalizzato a dare sempre preparate risposte all'utenza. Inoltre, il fatto di non essere legati alla struttura pubblica ha permesso un rapporto diretto e immediato con i vari interlocutori, che di conseguenza hanno dato le relative risposte con immediatezza. Si è confermata inoltre la compatibilità fra i servizi effettuati dallo Sportello ed i servizi erogati dall'Ente Pubblico, per cui non risulta ci siano mai stati problemi (confermati fra l'altro dall'ottima collaborazione esistente fra i Servizi Comunali e Distrettuali) di conflitti di competenze. I proponimenti per il 2008 sono quelli di continuare le attività già attivate potenziando le informazioni sui diritti sociali che spettano all'utenza auspicando ancora una volta che l'Amministrazione Comunale valuti i risultati ottenuti dello Sportello tornando a ripensare alle attività dello stesso, come un servizio offerto dalla stessa Pubblica Amministrazione. L'impegno della UILDM con lo Sportello di Segretariato Sociale - e con il sostegno del Comune - è quello di riuscire a far riaprire i servizi del Distretto Sanitario che recentemente sono stati chiusi. La battaglia portata avanti quasi quotidianamente è stata voluta per dar seguito alle raccolte firme che sono state fatte negli ultimi periodi e che vedono sempre più cittadini propensi al passaggio verso l'Asl di San Donà. Gianfranco Bastianello Progetto Punto Ambiente L'associazione Verdelitorale ha presentato anche per il 2008 il Progetto Punto Ambiente che comprende tutta una serie di iniziative che hanno lo scopo stimolare e sensibilizzare cittadini e turisti sui problemi ambientali. In particolare il progetto si pone precisi obiettivi: far conoscere la ricca avifauna tipica della zona costiera e lagunare, sviluppare una maggiore consapevolezza in tema di risparmio energetico e proporre una riflessione sulla mobilità sicura, in particolare sull'utilizzo delle piste ciclabili. Allo scopo di riflettere sulla necessità di difendere l'ambiente nel quale viviamo, l'associazione Verdelitorale ha definito la realizzazione di alcuni progetti: entro il 10 marzo gli studenti delle scuole del Comune potranno partecipare al concorso letterario che ha come tema l'albero, inoltre, venerdì 21 marzo verrà, organizzata una passeggiata ecologica a quiz che coinvolgerà le famiglie. Comincerà, invece, martedì 4 marzo, presso il Centro Civico di Ca'Savio, il corso base di bird watching mentre domenica 11 maggio si svolgerà Bimbimbici manifestazione che promuove la sicurezza stradale. 9 CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 10 SPORT Calcio femminile al debutto gruppo. Curiosa e avvincente è stata la sua idea di realizzare in rete il blog della nostra squadra. Colgo l'occasione per invitare, gli interessati a partecipare alle nostre vivaci discussioni e 23 settembre 2007. Una data che entrerà a far parte degli annali della storia del calcio di Cavallino Treporti. Per la prima volta, una squadra di calcio femminile del nostro Comune ha esordito nel Campionato di calcio femminile di serie D. "Tutto è iniziato circa due anni fa, in un campetto di calcetto, dove, un piccolo gruppo di amiche accomunate dalla passione del calcio, si dava appuntamento per giocare". "In seguito - continua Dory - con l'intento di migliorare le nostre capacità al gioco, abbiamo contattato Fabio Enzo e sotto la sua guida abbiamo iniziato ad allenarci e giocare con più costanza e frequenza. Infine, ad agosto dell'anno scorso il "contatto" con l'ACD Treporti, l'iscrizione della squadra al Campionato, l'inizio degli allenamenti, il debutto! Tutto si è svolto in tempi ristretti: è stata una scelta coraggiosa perché il Mister poteva contare su una rosa ristretta di tesserate (12/13). Tutte noi, del resto, eravamo consapevoli di essere impreparate ad affrontare un Campionato vero. Chi ci ha sempre creduto e si è adoperata con notevole determinazione per formare la squadra è stata Silvia Valentini: è lei l'artefice di questa entusiasmante avventura. Noi tutte, sue compagne di squadra le siamo grate per il suo continuo e importante apporto al nostro Quanti allenamenti vengono svolti durante la settimana? "Ci alleniamo due volte la settimana: di martedì e di giovedì, dalle 20.00 alle 21.30, presso il Campo Comunale Azzurri d'Italia a Ca' Savio. È sullo stesso terreno di gioco che la domenica, di pomeriggio, disputiamo le partite di Campionato davanti ad un pubblico casalingo che piano, piano, di domenica in domenica, sta scoprendo il calcio femminile nostrano ed inizia ad essere sempre più numeroso. di Massimo Vianello Esordisce così Dory Cannalire, capitano della formazione di calcio femminile dell'Associazione Calcio Dilettantistica Treporti. Veniamo contagiati dal suo smagliante sorriso, dai suoi gioiosi occhi e dal suo giovane entusiasmo per l'avventura sportiva iniziata qualche mese fa, assieme alle sue compagne e amiche di squadra. Da subito s'intuisce che sono un gruppo vero, unito, solidificato da legami di amicizia e di passione per lo sport che praticano: il calcio. soddisfazione poter esultare per una vittoria. Noi ce la metteremo tutta". Oltre a Dory, all'incontro organizzato dalla Dory Cannalire, il capitano prendere visione delle foto e dei divertenti filmati presenti nel nostro sito". Come sta procedendo la vostra prima partecipazione al campionato di serie D? "Sino ad oggi abbiamo disputato 14 partite e non abbiamo nessun punto in classifica. Confesso che l'inizio del Campionato è stato, per tutte noi, un po'... traumatico! Siamo però consapevoli sia dei nostri limiti, che dei valori dell'avversario. Per noi è tutto nuovo, pertanto, non potrebbe essere altrimenti, quindi ci conforta che l'avvio del girone di ritorno non è stato disastroso come quello dell'andata e questo rivela il nostro lento e progressivo miglioramento che ci dà fiducia per il prossimo futuro. Dalla partita d'esordio altre ragazze si sono unite al gruppo iniziale. Ora contiamo 23 tesserate con una fascia d'età compresa dai 14 ai 35 anni. Ci stiamo convincendo che vi sia qualche squadra avversaria alla nostra portata. Sarebbe una bellissima Fabio Enzo, l’allenatore Redazione Sportiva di questo giornale, c'è anche l'allenatore Fabio Enzo. Mentre il capitano esponeva il suo pensiero, si capiva, dalla gestualità e dalle espressioni che assumeva che era partecipe e condivideva le sue parole: ora muovendo il capo in segno di approvazione, ora spalancando gli occhi, ora accennando un sorriso, ora allargando le braccia... ca del nostro Comune la tua esperienza maturata nel calcio da professionista. Negli ultimi anni ti dedichi con passione all'insegnamento del calcio alle formazioni giovanili. Nel presente, oltre a quest'ultimo aspetto, la tua esperienza è stata messa al servizio di una squadra femminile... "È la mia prima volta e sto maturando un'esperienza di questo tipo. Non nascondo di essere travolto e coinvolto dall'entusiasmo delle ragazze, dalla loro voglia di fare, dalla loro passione per il calcio. C'è molto da lavorare per raggiungere dei buoni risultati e questo loro lo sanno. Accettano e svolgono con serietà e impegno, ad ogni allenamento, i carichi di lavoro da me proposti. Presentano lacune tecniche e tattiche dovute al fatto che si sono avvicinate a questo sport un po' in ritardo rispetto alle tabelle di marcia. Adesso è essenziale colmare quel vuoto, ossia porre rimedio all'assenza dell'insegnamento all'avvio di questa disciplina sportiva, svolto in età già evoluta. Ad ogni buon conto, sono molto fiducioso perché le ragazze stanno migliorando ad ogni partita. Sono convinto che non appena riusciranno ad acquisire e mantenere tatticamente, la posizione nel campo di gioco, i risultati non tarderanno ad arrivare. È importante evidenziare che questo è il loro primo campionato. L'obiettivo primario di questa stagione agonistica è di fare esperienza. Ognuna di loro deve convincersi che è possibile raggiungere il livello di gioco espresso in campo dalle squadre avversarie. Queste ultime sono avvantaggiate rispetto a loro, perché hanno maturato un'esperienza di gioco decennale ed inoltre hanno partecipato a campionati di serie superiore. Pertanto, devono credere nelle loro potenzialità e non demordere. Se riusciranno in questo e concretizzeranno i miei insegnamenti, soddisfazioni e divertimento non mancheranno". Siamo convinti che i primi punti in classifica arriveranno presto! In bocca al lupo ragazze da tutta la Redazione Sportiva di Cittadini al Centro. Fabio una vita dedicata al calcio! Da anni metti a disposizione della realtà calcisti- Le prossime partite di Campionato 10 Marzo Aprile 02, Union Maser - Treporti 06, Vicenza Calcio Femm. - Treporti 09, Union Villanova - Treporti 13, Treporti - Dinamo Vellai 30, Treporti - ACS Lughetto 20, 1919 Cadore - Treporti Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi alla segreteria dell'ACD Treporti, via Vettor Pisani s.n. Cà Savio, telefono 041 5300937. CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 11 La mia esperienza con la squadra di calcio femminile Mauro Burighel, accompagnatore ACD Treporti femminile, ci ha fatto avere la “telecronaca” che segue. “Mi presentai al calcio Treporti proponendomi alla guida della prima squadra maschile, Gianni Pettenò mi dirottò a quella femminile. Accettai. Dopo neppure una settimana di preparazione alla prima uscita, a Spinea, prendemmo 21 goal. Alla seconda, in casa, contro L'Alpes di Cesiomaggiore (BL), che nel campionato precedente aveva fatto solo due punti, ne prendemmo quattordici, di goal fatti neanche a sognarsi. La trasferta successiva fu a Pieve d'Alpago (BL) dove a causa dell'indisponibilità del campo di casa ci aspettava la Transalpina di Belluno. Loro avevano perso i play off del campionato 2006 - 2007, sai che ridere trovarsele di fronte. Giornata fredda. Io, Fabio e la Monica Vanin potevamo solo arrancare e lasciar passare i minuti che ci separavano dal fischio finale. Ah benon, cinque goal in un quarto d'ora, otto al trentesimo, undici alla fine del primo tempo. All'intervallo sentimmo attraverso i muri Aldo Borsato, incazzatissimo allenatore dell'altra squadra, che gridava. Undici a zero alla fine del primo tempo e grida? Pensai e guardai Fabio che mi disse, lascia perdere, sono un po' tutti così gli allenatori. Dodici. Tredici. La Polcino che segnava anche di testa, la Petra che di cognome fa Invidia sembrava un Eurostar, che se gli metti un traliccio in mezzo ai binari non gli fai neanche fresco, volava, facendomi invidia. Quattordici. Aldo Borsato espulso per aver protestato con l'arbitro dopo un fallo fischiato a nostro favore. Dai esagerato! Fabio lo guardò di sghimbescio, disse: "Bravo!". Quindici. Sedici. Il tremendo grido spaccò le Alpi, alle 16.07, una cosa terrificante, una tipa delle nostre di là del campo stava gridando come King Kong facendo vibrare il quinto grado della scala Mercalli, lasciandoci tutti esterrefatti, spettatori compresi. Era la Saretta Berton che in un impeto d'ira ricordava alla sua maniera che Vittorio Grandin (Cioppe), imprenditore edile di Punta Sabbioni, aveva promesso a tutte la pizza al primo goal. "Disgrassiae, uno, el ga dito che ne basta uno (omissis), voemo farlo, sì o no? Uno el ga dito...". E così facendo scagliò stizzita la palla in retropassaggio, costringendo la Dora a rimetterla in gioco di prima. Giusto la Silvia lì davanti la riprese, trasferendola sulla fascia destra alla Charly, che superata la linea mediana del campo vide la Lorena in campo per miracolo - zoppicava da 83 minuti - la quale cosa mi fa? Nientetepopodimenoche un taglio completo di campo destra - sinistra lungo venti metri. Fantastico! Direbbe chiunque, brava, pensai, ma c'è un dettaglio: al centro della difesa c'è giustappunto la Calcinoni, una specie di chimera ventunenne bravissima travestita da gazzella che su cento rinvii dall'area, ne ha presi novantanove a centro campo con la gamba tesa, chiamando all'ordine la difesa ogni trenta secondi, roba da mal di testa cronico. Non so se si accorse, non so se la vide, ma la palla probabilmente accompagnata dall'Arcangelo Gabriele in persona la superò. Si girò per rincorrerla, poco male, abbiate fede. L'avevamo anche noi la Fede, due metri più in là, in atteggiamento di attesa aquilina in cotanto sito tenuta in gioco da una terzina di rientro, per sì e no, mezzo metro, l'arbitro in linea attento non fischiò, di cognome (lei) Patalossi, agganciata alla palla fece due metri e rabbiosamente rasoiò l'erba dell'area, mentre Figaro in giornata d'oro, spendendo la palla fece due metri alla sinistra dell'incolpevole portiere giusto dieci metri dal palo, lasciando quest'ultima di stucco, per così dire da noi, col "barbusso incantà". La palla non fece a tempo a riempire la rete di tutta la nostra gioia che stavamo saltando come cavallette, io, Fabio, la Monica e le ragazze. I pochi spettatori infreddoliti non capivano, tanta felicità non era giustificata, forse preoccupati che cento trenta chilometri in direzione equatore, il Cioppe aveva sentito una fitta al centro dello sterno, fecero appena in tempo a dirgli che lasciasse perdere il 118. Non era un infarto, c'era da prenotare in pizzeria. Perdemmo 18 a 1, ma chi vuoi che se ne freghi. Treporti femminile era entrato nella storia, avevamo fatto il primo goal. Lor signore e signorine sono prime in classifica. Sissignore. Sono prime in classifica in tutti il Veneto per la Coppa Disciplina. Mi pregio di ricordare che la classifica della Coppa Disciplina è determinata dal comportamento dei giocatori, dalle ammonizioni e dalle espulsioni, dalle giornate di squalifica, dai ritardi e soprattutto dal comportamento del pubblico, perché gli insulti all'arbitro sono conteggiati come penalità e in modo pesante. Vero è che il pubblico che assiste alle partite della squadra femminile non sembra lo stesso della prima squadra, anche se è vero il contrario, ma per le ragazze ha un comportamento differente. Che abbiano fatto un corso di educazione alle suore Orsoline? Continuate così! Grazie di cuore. 11 CaC1_08_ultimo 25-02-2008 9:28 Page 12 LETTERE & CURIOSITÀ Questione ospedale Oramai i tasselli cominciano a combaciare ed il quadro della situazione dell'Ospedale di Jesolo assume contorni ben definiti. Riteniamo che in realtà della struttura ospedaliera interessa ben poco ai politici locali; gli interessi sono altri e molto appetitosi. Cerchiamo di capire cosa sta succedendo. Si vuole a tutti i costi privatizzare l'Ospedale di via Levantina e, fallita l'operazione Casa di Cura Rizzola, si riparte con il San Raffaele di Milano. Sorge spontanea una domanda: per quale motivo gli ostacoli che hanno impedito l'operazione Rizzola dovrebbero essere superati con il San Raffaele. Intanto la struttura di via Levantina viene sempre più svilita e soprattutto sempre più vengono demotivati i medici, gli infermieri ed i lavoratori tutti dell'Ospedale che, quotidianamente, vivono una forte situazione di disagio non avendo nessuna prospettiva per il futuro se non la sensazione di essere in realtà merce di scambio. Non parliamo poi di ciò che provano i cittadini del litorale. Evidentemente ciò corrisponde esattamente ai disegni di coloro che vogliono cha vada così. Per quale motivo il privato dovrebbe essere migliore del pubblico? In ogni caso è chiaro che il problema non è l'ospedale ma il disegno collegato allo svilimento della sanità in zona per poter poi procedere all'acquisizione delle aree circostanti allo scopo di creare uno stabilimento che non la sanità ha ben poco a che vedere. Interessi e speculazioni, altro che sviluppo dell'assistenza sanitaria. Grave, a nostro modo di vedere, la posizione presa dagli esponenti dei partiti del centro-sinistra in merito. Appoggiare la privatizzazione e riprendere il discorso della Croce Rossa di via Levantina non fa altro che far diventare i nostri dubbi certezze. Che si faccia chiarezza. Rifondazione è per una Sanità pubblica; che gli altri, a cominciare dal PD dichiarino in modo netto e preciso per cosa sono. La nuova presidente di Ideazione Susanna Enzo è la nuova presidente dell'associazione Ideazione, eletta in sostituzione di Cristina Darisi. Il consiglio direttivo dell'associazione, rimasto invariato, ringrazia Cristina per il lavoro svolto e fa i suoi migliori auguri a Susanna. Da sinistra nella foto: Martina Bacciolo, Sandra Bozzato, la neo eletta presidente Susanna Enzo, Alfio Chiaranda, Massimo Vianello e Stafania Facco. In primo piano (da sinistra) Cristina Darisi e Claudio Castelli. Nella foto manca Mirco Bodi. Una simpatica iniziativa è nata a Natale dal gruppo di scrittura che s'incontra ancora presso l'ex scuola Pascoli. Un po' di magia e tanti sogni per colorare un Natale diverso. Davanti al forte vecchio, chi non conosce uno degli alberi più belli del nostro territorio: il vecchio gelso robusto e misterioso che ad ogni stagione ci incanta. A Natale, bambini e adulti si potevano recare sotto i suoi rami, trovavano una filastrocca magica ed augurale ed apprendevano i loro messaggi. Un gioco? Una fantasia? Chi lo sa. Sicuramente un modo simpatico per farsi gli auguri e sperare che si avveri qualche sogno nascosto. (La foto è di Andrea Salvi). Il coordinamento comunale del PD 12 Spettabile Redazione, prima di tutto volevo augurare a tutti voi un felice e sereno 2008 e complimentarmi per il bellissimo articolo che mi avete dedicato. Grazie infinite! Il 2008, per me, è iniziato con qualche inaspettata sorpresa e desidero che voi, visto il vostro prezioso interesse nei confronti dei miei versi, siate i primi a sapere. Ho vinto il primo premio al concorso nazionale di poesia per giovani autori "Cosa farò per te" (NA), inoltre, sono stata informata che una mia poesia sta concorrendo per i primi posti al premio letterario nazionale "Emozioni in bianco e nero", promosso dalla casa editrice Il Poggio di Foggia. Sono sicura che sarà stato il vostro articolo a portarmi fortuna! Mando un caro saluto a tutti voi. Alessia Barbaro Salvatore Esposito Rifondazione Comunista Jesolo-Cavallino Coordinamento Circoli Veneto Orientale Il gelso del forte vecchio, guardiano delle fate Si sono svolte il 9 febbraio scorso le elezioni per il Coordinamento Comunale del Partito Democratico. Vi hanno partecipato oltre 200 persone a testimonianza dell'interesse e delle aspettative suscitate con la nascita del nuovo partito nella scena politica nazionale e locale. Nel Coordinamento Comunale, compo- Ringraziamenti sto in misura paritaria da donne e uomini sono stati eletti: Sandra Bozzato, Cristina Piroddi, Elia Rui, Lucia Zanella, Susanna Enzo, Ivana Perissinotto, Vanda Enzo, Barbara Dalla Mora, Elisabetta Nardin, Mariuccia Tonon, Giovanni Lazzarini, Eros Grandin, Silvio Meneghello, Vincenzo Gaeta, Sandro Bergamo, Massimo Vianello, Paolo Spezzani, Aldo Scarpi, Roberto Scarpa e Giuseppe Piovesan. Del Coordinamento Comunale faranno parte di diritto i consiglieri comunale che aderiranno al PD. Delegato nel Coordinamento Provinciale del Partito Democratico è stato invece eletto Claudio Orazio. Capodanno al bacio È di Stella Bozzato e Andrea Ballarin il primo bacio scoccato in piazza San Marco alla mezzanotte del 31 dicembre e immortalato dal fotografo de Il Gazzettino. Lo ricorderete: il San Silvestro veneziano è iniziato con il bacio che migliaia di innamorati si sono scambiati all'ombra della Basilica per dare il benvenuto al nuovo anno sotto il segno dell’amore. L'immagine dei due innamorati di Cavallino è diventata il simbolo dell'evento grazie alla foto apparsa sulla prima pagine del quotidiano veneziano. Che questo sia un buon augurio per Stella e Andrea e per tutti gli abitanti del Comune! Davanti alle quinte Continua il programma della rassegna teatrale del Comune di Cavallino Treporti che si svolge nella sala Teatro di via Concordia. Questi i prossimi spettacoli in calendario: domenica 2 marzo, Strada Carrara con la prestigiosa compagnia dei Fratelli Carrara. Venerdì 7 marzo appuntamento con lo spettacolo La casa nova, mentre venerdì 14 marzo in scena Il Gobbo di Rialto. La conclusione della rassegna è affidata allo spettacolo Mozart e Salieri in programma venerdì 21 marzo. Tutti gli spettacoli iniziano alle ore 20.45. Biglietto intero 8,00 euro, ridotto 6,00 euro.