Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature prodotte dalle Aziende del Distretto Calzaturiero
Standard di qualità
e sicurezza misurabili
per le calzature prodotte
dalle Aziende
del Distretto Calzaturiero
Progetto di Ricerca: Relazione Finale
Metadistretto Calzaturiero Veneto
Via Mazzini, 2 – 30039 Stra (Ve) Italy
tel. +39.049.9801422
fax. +39.049.9800503
[email protected]
www.distrettocalzaturieroveneto.it
Si ringraziano per la collaborazione alla realizzazione del progetto:
Michele Modesti, Alessia Maria Spaliviero
Dipartimento di processi chimici dell'ingegneria dell'Università di Padova
Gianpiero Menegazzo
Rappresentante Patto di Distretto
Mauro Tescaro, Mario Zambelli
Politecnico Calzaturiero scarl
Franco Cestonaro, Vittorino Martarello
CNA di Rovigo (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa)
Franco Scantamburlo
Associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”
Consorzio Maestri Calzaturieri del Brenta
Le Aziende che hanno partecipato al CTS:
Ballin Franco & C. s.r.l., Ballin Srl, Barbato s.r.l, Gritti Srl, Kallistè Srl, Mitica Srl, Original
Sergio Salmaso Srl, Rossimoda Spa, Stivali Srl
Partner del progetto:
Ruggero Armelli, Adriano Peruzzi
Analytical srl
Roberto Santolamazza, Stefano Zambon
Treviso Tecnologia
Gli esperti del settore:
Ettore Alfano, Alessandro Ballin,Giuseppe Bellotti, Monica Cavallin, Pietro Cacciavillani,
Marcellino Doni, Laetitia Gandouin, Gustavo Linguanti, Silvano Menin, Marco Rimini,
Daniele Salmaso, Mauro Zampieri
Realizzazione testi:
Alessia Maria Spaliviero
Progetto grafico:
Lucio Monaro
Stampa:
Grafiche la Press - Fiesso d’Artico (Ve)
Con il contributo della Regione Veneto L.R. 8/2003
In collaborazione con:
Rovigo
Standard di qualità
e sicurezza misurabili
per le calzature prodotte
dalle Aziende
del Distretto Calzaturiero
Progetto di Ricerca: Relazione Finale
PREMESSA
I punti di forza delle calzature prodotte nel Distretto Calzaturiero
Veneto, sono da sempre la qualità delle materie prime e delle lavorazioni e
la capacità di rispondere prontamente alle innovazioni stilistiche e tecniche
richieste dal mercato e delle grandi case di moda che, da anni, hanno scelto
di affidarsi all’esperienza delle Aziende del Distretto.
Il progetto “Standard di qualità e sicurezza misurabili per le
calzature prodotte dalle Aziende del Distretto Calzaturiero” è stato
realizzato nell’ambito della Legge Regionale 4 aprile 2003, n. 8 –
“Disciplina dei distretti produttivi ed interventi di politica industriale
locale” – Bando 2009, ed ha l’obiettivo di sviluppare un modello di
certificazione volontaria di prodotto finalizzato rendere misurabile e
riconoscibile l’eccellenza delle calzature prodotte dalle Aziende del
Distretto Calzaturiero Veneto.
Il marchio collegato al modello di certificazione è uno strumento
comunicativo dalle grandi potenzialità che consente di associare al prodotto,
in modo chiaro e tangibile, una serie di caratteristiche tecnico-qualitative
che ne costituiscono l’intrinseca essenza.
Le attività di ricerca hanno considerato l’insieme del corpo normativo
presente a livello internazionale selezionando, ove possibile, quelle regole
che consentono di misurare i parametri ai quali il consumatore finale è più
sensibile. Il modello di certificazione, composto dal disciplinare e dal
dispositivo tecnico, esamina e valorizza le caratteristiche legate alla
sicurezza ed alla salubrità del prodotto.
Il modello proposto è applicabile al singolo prodotto o a più prodotti
di una linea e consente un approccio incrementale che può essere adottato
sia dalle Aziende che producono per i propri marchi sia dalle Aziende che
operano in rete con le più importanti griffe della Moda.
Una parte importante delle attività è stata dedicata alla
i
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
sperimentazione degli strumenti sviluppati per verificare la rispondenza e la
sostenibilità del modello.
I primi risultati ottenuti appaiono positivi e costituiscono un solida
base di partenza per completare un percorso che ha come obiettivo la
costituzione del marchio e l’avvio di attività promozionali utili a valorizzare
la sua immagine sul mercato.
Marcellino DONI
(Presidente Politecnico Calzaturiero)
ii
Premessa
CONTRIBUTO UNIVERSITA’ DI PADOVA
La collaborazione tra il Politecnico Calzaturiero e il Dipartimento di
Processi Chimici dell’Ingegneria – Università di Padova, è iniziata diversi
anni or sono (nel 2004) e da allora è continuata ininterrottamente fino ad
oggi.
In questi anni sono stati sviluppati assieme diversi progetti di ricerca
che vengono di seguito riassunti:
- Laboratorio di controllo qualità materiali finalizzato alla fornitura di
servizi di assistenza tecnica, ricerche di settore, effettuazione di
prove e tarature (Bando 2004)
- Innovazione di prodotto: Le nanotecnologia applicate alle pelli, ai
tessuti ed ad altri componenti strutturali (Bando 2004)
- MATRIX - Processi e materiali innovativi per lo sviluppo di nuove
funzionalità nelle calzature (Bando 2008)
- Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature prodotte
dalle Aziende del Distretto Calzaturiero (Bando 2009).
Come si può notare si è passati dalla creazione di un Laboratorio di
controllo qualità sui materiali per il settore calzaturiero, inaugurato nel 2006
e cresciuto sempre più negli anni, alle numerose altre iniziative finalizzate
ad avvicinare le Aziende Calzaturiere alla ricerca di nuovi materiali diversi
da quelli tradizionalmente utilizzati.
In particolare in questi anni sono state realizzate importanti attività di
ricerca applicata che hanno consentito di sperimentare nel settore
calzaturiero innovazioni sviluppate per altri ambiti operativi, ad esempio
partendo dall’applicazione delle nano-tecnologie ai materiali utilizzati per i
tacchi al fine di migliorarne le caratteristiche meccaniche fino ai trattamenti
al plasma per conferire alla pelle ed ai tessuti nuove proprietà funzionali.
Non da ultimo, alcuni giovani ricercatori formati nel corso di questi
progetti sono entrati nelle più prestigiose aziende del Distretto andando a
qualificare l’area del controllo qualità e dell’innovazione di prodotto.
Per quanto riguarda l’attuale progetto sugli “Standard di qualità e
iii
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
sicurezza per le calzature prodotte dalle Aziende del Distretto” questo è
senza dubbio uno dei più importanti ed ambiziosi che abbiamo affrontato.
La collaborazione di molte aziende e la partecipazione al progetto di
un gruppo di lavoro ben selezionato, con competenze specifiche e
complementari, ha permesso di sviluppare un disciplinare di estrema
validità ed utilità, che potrà essere utilizzato da tutte quelle aziende che
hanno interesse a valorizzare ulteriormente i loro prodotti (peraltro già ben
conosciuti) arrivando quindi alla creazione di uno specifico marchio di
qualità.
Ritengo infine che questa continua collaborazione tra mondo
Universitario e Aziende o Enti privati costituisca un modello virtuoso che
deve essere mantenuto e possibilmente potenziato.
Desidero a tal fine ringraziare il Politecnico Calzaturiero per averci
coinvolti in questi progetti ma anche la Regione Veneto che, grazie alla
legge sui distretti industriali, permette l’intensificarsi delle relazioni
Università-Impresa riuscendo così a rispondere alle richieste del mercato in
termini di formazione di capitale umano e trasferimento di conoscenze.
Prof. Michele Modesti
(DPCI – Università di Padova)
iv
Premessa
CONTRIBUTO ANALYTICAL SRL
Le prove di laboratorio permettono di caratterizzare un materiale dal
punto di vista scientifico, rendendo il risultato oggettivo e sintetizzabile in
un semplice giudizio di conformità del tutto indipendente da fattori
emozionali grazie al confronto con valori definiti.
Nell'ambito del progetto il primo periodo è stato dedicato allo studio
dei regolamenti applicabili alla calzatura, un percorso che ha portato alla
definizione di un disciplinare comprensivo di prove chimiche e fisiche
largamente condivise e basate sulle attese di un consumatore attento a tutti
gli aspetti del prodotto.
La definizione del capitolato tecnico è stata orientata quanto possibile
alla valutazione delle materie prime per poter condividere i benefici di un
rapporto più diretto con i fornitori e per evitare di eseguire lavorazioni che
non produrranno alcun reddito.
I responsabili degli acquisti e della produzione possono ottenere
informazioni di immediata interpretazione per l'accettazione e, nel mediolungo periodo, effettuare elaborazioni statistiche per la valutazione dei
fornitori e delle prestazioni della produzione.
L'approvvigionamento del calzaturificio è legato alla stagionalità delle
collezioni alle quali corrispondono forniture dilazionate nel tempo e
differenti per colore e lotti. Si tratta di ulteriori variabili che devono essere
considerate in sede di campionamento poiché aumentano la complessità del
sistema e la sua incertezza.
Da queste considerazioni è facile comprendere anche l'importanza
del rapporto con il fornitore in quanto esperto conoscitore del proprio
prodotto e dalla collaborazione con il quale si possono ottenere vantaggi in
termini di tempi e costi del controllo analitico.
Molto spesso si obietta che i costi di un controllo programmato e
ripetitivo diventano insostenibili per il calzaturificio. In realtà è oggi
possibile definire un controllo sistematico sulle sole forniture non ripetitive
che permette di rispettare i limiti definiti e basati su disposizioni legislative,
v
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
sul regolamento Reach o su marcature private richieste dal mercato. Inoltre
la possibilità di testare e monitorare anche la calzatura finita è di supporto
per un miglioramento del confort e della durata.
Le verifiche ed i controlli necessari per garantire l'immissione nel
mercato di un prodotto sicuro e conforme alle specifiche sono un costo
prevedibile mentre non lo sono così facilmente i benefici ottenuti dalla
certezza di evitare danni di immagine, mancata produzione, sostituzione o
riparazione in quanto condizioni aleatorie.
Da un punto di vista analitico queste considerazioni interessano sia i
parametri chimici, in quanto coinvolti direttamente in precise disposizioni
di legge, quanto i parametri fisici e tintoriali legati invece alla durata della
calzatura finita e alla soddisfazione del cliente.
L'approccio al controllo del prodotto e delle materie prima
rappresenta per l'azienda moderna una attività strategica.
La calzatura è un bene di consumo fortemente legato a canoni di
natura estetica ed emozionale sui quali ciascun imprenditore lavora per il
successo del proprio prodotto. La produzione della Riviera del Brenta è
costituita prevalentemente da articoli destinati alla fascia alta del mercato
tuttavia, considerando il numero di paia prodotte, i controlli devono essere
predisposti secondo un criterio industriale.
La definizione della frequenza e tipologia delle verifiche vengono stabilite
in base a criteri generali, ricavabili dai sistemi di gestione della qualità e
dalla statistica, adattati alla realtà aziendale tenendo conto delle criticità del
prodotto e delle esperienze maturate.
Ing. Adriano Peruzzi
vi
Premessa
CONTRIBUTO TREVISO TECNOLOGIA
Il settore calzaturiero, pur con le profonde trasformazioni degli ultimi
anni, rimane un settore fondamentale dell’economia e dell’occupazione nel
Veneto.
Treviso Tecnologia fin dalla sua nascita ha sempre posto attenzione a
questo settore mettendo a disposizione delle aziende i propri servizi: dal
supporto in campo normativo, alla nuove tecnologie di prototipazione
rapida, ai servizi di laboratorio fino alla formazione ed alla consulenza
nell’implementazione dei sistemi di gestione qualità-sicurezza-ambiente.
Tale impegno deriva dalla considerazione che la sfida in atto a livello
di mercato globale non possa essere affrontata dalle nostre aziende in un
braccio di forza su quantità e prezzo ma si debba puntare all’innovazione, al
buon stile italiano (leggi “fare moda”), alla qualità e sicurezza di prodotto.
Sono questi gli elementi che possono creare valore agli occhi del
Cliente e del consumatore e indirizzarne la scelta nell’acquisto.
Ma quanti produttori conoscono esattamente (con misurazioni
attendibili effettuate) le prestazioni dei propri prodotti e le caratteristiche
fisiche e chimiche dei materiali che li compongono?
E come far giungere in modo semplice ed efficace tali informazioni al
consumatore?
La volontà di dare risposte a questi quesiti ha portato Treviso
Tecnologia come partner nel progetto del Politecnico Calzaturiero
finalizzato non alla sola crescita culturale di un gruppo di aziende, ma nel
fornire degli strumenti, dei metodi e dei servizi da adottare nei rapporti con
i fornitori e con i Clienti.
L’intervento è stato suddiviso nelle seguenti fasi:
1. ricerca normativa (su base nazionale ed internazionale) riferita alle
caratteristiche di qualità e sicurezza dei materiali e delle calzature
finite;
2. coinvolgimento tecnico e delle aziende nella identificazione delle
caratteristiche più significative;
vii
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
3. creazione di un disciplinare che definisca le modalità di controllo
di tali caratteristiche e le figure coinvolte nel processo di
certificazione;
4. adesione di un limitato numero di aziende ad attività di
sperimentazione;
5. immissione sul mercato di prodotti provvisti di “marchio”.
Le competenze interne a Treviso Tecnologia hanno permesso un
attivo contributo alle prime due fasi coinvolgendo il Punto UNI e punto
CEI, lo Sportello Ambiente della CCIAA di Treviso ed il personale tecnico
del Laboratorio Prodotti presso la sede operativa CERT di Rustignè di
Oderzo (TV).
Le caratteristiche identificate sono state attentamente valutate non
solo in funzione di un rispetto legislativo ma anche di mercato definendo i
limiti prestazionali che identificano un prodotto di qualità. Risulta evidente
che gestire a livello aziendale tali aspetti comporta un nuovo modo di
approcciare i propri fornitori e terzisti (comakership).
Definiti criteri e campi di applicazione, è risultato fondamentale
stabilire in un disciplinare le regole a garanzia del rispetto di tali requisiti
di qualità.
La costruzione e definizione di tale disciplinare si è basata sui
seguenti principi:
 coinvolgimento di tutte le parti interessate;
 volontarietà nell’adesione;
 valorizzazione del contesto produttivo locale;
 trasparenza;
 competenze tecniche;
 indipendenza nella valutazione.
Trattandosi di una vera e propria certificazione di prodotto si è presa
a riferimento la norma EN 45011.
E’ solo tramite il rispetto di tale disciplinare che un calzaturificio può
ottenere, da una terza parte indipendente, la possibilità di sfruttare a livello
viii
Premessa
commerciale il riconoscimento della qualità e della sicurezza dei propri
prodotti.
L’esperienza ha dimostrato che l’immediatezza di trasferire al
consumatore informazioni qualitative è possibile con l’uso di un marchio.
Ovviamente in questo caso stiamo facendo riferimento ad un marchio
collettivo e non commerciale di un produttore.
Il marchio, se ben comunicato, è l’elemento differenziale e, come tale,
porta valore al prodotto.
La sensazione di vivere un momento di inflazione di marchi che,
invece di fare chiarezza, rischia di complicare la visione del consumatore è
in realtà frutto di esperienze di alcuni cattivi utilizzi di questi strumenti.
Chi di noi, come consumatori, non è in grado di riconoscere marchi di
prodotto soprattutto nel settore alimentare, elettrico e dell’abbigliamento,
oppure riferiti alle caratteristiche di provenienza, ambientali o di sicurezza?
Nelle stesse calzature un esempio di successo è stato, nei paesi di
cultura tedesca, il marchio identificativo dell’assenza di sostanze tossiconocive.
Un marchio di successo deve essere:
 leggibile e di semplice comprensione,
 diffuso (e pertanto riconosciuto),
 protetto,
 selettivo,
 regolamentato nell’uso.
La serietà (e severità) di controllo di chi gestisce la certificazione di
prodotto, atto a verificare l’applicazione del disciplinare e rivolto alla
concessione all’uso del marchio, diviene l’indicatore del valore e della
credibilità dello stesso.
Ing. Stefano Zambon
ix
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
x
Indice
1. INTRODUZIONE ...................................................................................... 1
1.1 Fasi del progetto......................................................................................... 2
2. CORPO NORMATIVO IN AMBITO CALZATURIERO........................ 5
2.1 Corpo normativo obbligatorio.................................................................... 5
2.1.1 Regolamento Europeo 1907/2006/CE Reach ........................................ 6
2.1.2 Normative nazionali ................................................................................ 9
2.2 Corpo normativo volontario..................................................................... 14
2.2.1 La normativa tecnica ............................................................................. 14
2.2.2 Marchi di qualità ecologica................................................................... 17
3. DOCUMENTO TECNICO...................................................................... 21
3.1 Le specifiche tecniche ............................................................................. 21
3.1.1 Selezione specifiche tecniche............................................................... 22
3.2 La struttura del documento tecnico ........................................................ 29
3.2.1 Caratteristiche eco-tossicologiche dei materiali .................................. 30
3.2.2 Caratteristiche fisico-meccaniche dei componenti.............................. 34
3.3 Valori limite delle specifiche tecniche .................................................... 42
4. MODELLI DI CERTIFICAZIONE DI PRODOTTO.......................... 45
4.1 Marchio di qualità “Seri.Co italiano........................................................ 45
4.1.1 Soggetti Coinvolti.................................................................................. 46
4.1.2 Requisiti per la domanda di certificazione........................................... 47
4.1.3 Iter di certificazione.............................................................................. 48
4.1.4 Tariffario ................................................................................................ 50
4.2 Marchio di qualità ecologica Ecolabel .................................................... 50
4.2.1 Soggetti coinvolti................................................................................... 51
4.2.2 Iter di certificazione.............................................................................. 52
4.2.3 Tariffario ................................................................................................ 53
xi
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
5. DISCIPLINARE CALZATURE RIVIERA DEL BRENTA.................. 55
5.1 Soggetti coinvolti...................................................................................... 56
5.2 Iter di certificazione................................................................................. 58
5.3 Tariffario ................................................................................................... 61
6. SPERIMENTAZIONE ............................................................................. 63
6.1 Protocollo di sperimentazione ................................................................. 63
6.2 Laboratori ................................................................................................. 65
6.2.1 Politecnico calzaturiero......................................................................... 65
6.2.2 Analytical Srl ......................................................................................... 67
6.2.3 Treviso Tecnologia ................................................................................ 69
ALLEGATO I ................................................................................................ 73
Prove sulle materie prime............................................................................. 73
Prove sui componenti..................................................................................... 77
ALLEGATO II............................................................................................... 82
Valori limite specifiche tecniche ................................................................... 80
INDICE DELLE TABELLE....................................................................... 86
xii
Capitolo I
INTRODUZIONE
La Riviera del Brenta rappresenta l’area geografica che si estende da
Padova a Venezia. Essa, dal 1898, quando Luigi Voltan diede vita a Stra alla
prima industria calzaturiera italiana meccanizzata, racchiude il centro della
produzione della calzatura di qualità.
In particolare il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta si
caratterizza non solo per la produzione di calzature da uomo/ donna di tipo
lusso, fine, medio-fine, ma anche per l’ideazione, la produzione e la
commercializzazione delle calzature delle più importanti griffe presenti nel
mercato mondiale.
E’ in questo contesto che nasce e si sviluppa l’idea di realizzare e di
definire uno standard di conformità di carattere volontario per valorizzare la
qualità e la sicurezza delle calzature prodotte in Riviera del Brenta,
finalizzato a costituire un marchio di qualità (certificazione di prodotto) di
natura collettiva. Esso deve attestare in modo misurabile la qualità e
l’affidabilità del prodotto realizzato, implementando ulteriormente
l’immagine di elevata qualità dello stesso sia nel mercato nazionale che
internazionale.
Si tratta di uno strumento comunicativo dalle grandi potenzialità in
quanto consente di associare ad un determinato prodotto in modo
immediato, chiaro e soprattutto tangibile una serie di caratteristiche
qualitative e tecniche.
Consente di unire ai requisiti estetici caratteristiche di qualità che
tutelano il consumatore e garantiscono il prodotto sia dal punto di vista
tossicologico che della sicurezza. Le caratteristiche prese in esame si
riferiscono alla qualità dei materiali, dei componenti e dell’assemblaggio
della calzatura.
1
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Il marchio fornisce al consumatore, nel momento d’acquisto, una
garanzia aggiuntiva e la consapevolezza che il prodotto risponde non solo ad
esigenze emozionali ma anche a requisiti prestazionali.
Non bisogna inoltre dimenticare che produrre con determinati
standard qualitativi, in alcuni casi, anche più elevati rispetto a quelli da
normativa tecnica, può rappresentare un’attrattiva e aumentare le
collaborazioni tra imprese dal momento che acquistare da un fornitore
qualificato significa ottenere un’ampia serie di garanzie che travalicano gli
aspetti estetici.
1.1 FASI DEL PROGETTO
Il progetto ha l’obiettivo di definire uno standard di conformità di
carattere volontario ( certificazione di prodotto) che valorizzi le calzature
prodotte dalle Aziende del Distretto Calzaturiero, mettendo in evidenza:
sicurezza del consumatore, facendo riferimento ai requisiti fissati
da normative, come ad esempio tenuta del tacco, scivolosità della
calzatura
salubrità per il consumatore, intesa come tutela della salute del
consumatore,
strettamente
correlata
con
le
sostanze
potenzialmente dannose per l’uomo
La realizzazione di una certificazione di prodotto richiede la
creazione di un disciplinare per la definizione delle linee guida per le
aziende che vogliono certificare i loro prodotti e un documento tecnico che
prevede le specifiche tecniche necessarie per certificare la calzatura
Definita la lista delle specifiche tecniche, definite responsabilità e
garanzie si è proceduto nell’aspettativa di migliorare la qualità intrinseca
delle calzature prodotte in Riviera, elevando, ove possibile, i valori limite di
accettabilità indicati dalle normative europee ed internazionali
Per la stesura del documento tecnico si è partiti inizialmente con
2
Capitolo I – Introduzione
l’analisi e lo studio della normativa cogente e volontaria presente a livello
nazionale, europeo ed internazionale (UNI, ISO, REACH, ECOLAB….) in
materia di qualità e sicurezza delle calzature, dei componenti e dei materiali
con cui è realizzata.
Le norme che regolano la qualità delle calzature si dividono
principalmente in due categorie, quelle che fanno riferimenti alla salubrità
del consumatore (proprietà chimiche) e quelle che fanno riferimento alla
sicurezza del consumatore (proprietà fisico-meccaniche).
La ricerca ha evidenziato che il numero di specifiche relative al
prodotto calzatura è molto elevato e non potendo considerarle tutte,
altrimenti il produrre in qualità richiederebbe un aumento sostanziale di
tempi e costi di produzione, è stata effettuata una selezione sulla base della
“qualità percepita dal consumatore finale”.
Sono state interrogati gli esperti del settore, in particolare i
responsabili della qualità, i responsabili commerciali di importanti aziende e
gli imprenditori calzaturieri con l’obiettivo di selezionare le specifiche
idonee a valorizzare in modo misurabile le caratteristiche di tipo
SOSTANZIALE, strettamente correlate alla salubrità e sicurezza del
consumatore, e di tipo EMOZIONALE, quelle cioè che colpiscono la sfera
emotiva del consumatore.
Le specifiche sono di riferimento ai produttori per il rilascio del
certificato di “conformità”, la realizzazione di tali controlli oltre ad
introdurre dei tempi di attesa nella realizzazione del prodotto introduce una
nuova serie di costi correlati. Quindi, il modello per essere sostenibile dovrà
minimizzare l’impatto dei costi trasferendo all’esterno, almeno, quelli
collegati al controllo delle materie prime e dei componenti.
Per questo motivo le caratteristiche segnalate nelle diverse interviste
e quindi prese in esame, sono state articolate in quattro diversi tipi di
qualità, che verranno descritti in modo più approfondito nei capitoli
successivi:
 QUALITA’ DELLA PROGETTAZIONE;
 QUALITA’ DEI MATERIALI/COMPONENTI;
3
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
 QUALITA’ DELL’ASSEMBLAGGIO;
 QUALITA’ POST-VENDITA.
La qualità dei materiali e dei componenti e la qualità post-produzione
dovrà essere garantita dai fornitori dei materiali (conceria, fornitori di
accessori, suolificio, sacchificio) mentre la qualità dell’assemblaggio dovrà
essere garantita dalle aziende della Riviera.
Con riferimento alle caratteristiche eco-tossicologiche è stato
possibile elevare per alcuni requisiti i limiti di accettabilità. Per quanto
concerne invece le caratteristiche fisico-meccaniche,i tecnici impegnati
nella stesura delle norme europee in ambito calzaturiero hanno indicato che
i valori presenti nella normativa corrispondono ad uno standard qualitativo
di livello medio. Questo significa che il rispettare i limiti di normativa è
indice di produzione di buon livello qualitativo.
La stesura del disciplinare ha richiesto inizialmente uno studio e
un’analisi delle certificazioni di prodotto esistenti per realizzare un modello
idoneo a valorizzare le calzature prodotte in Riviera Del Brenta. In
particolare si sono considerati il marchio Ecologico Ecolabel e il marchio di
qualità Seri.co.
Sono stati considerati i soggetti interessati e le loro attività, la
documentazione da esibire, i possibili laboratori di prova e soprattutto l’iter
di certificazione. Studiati i due diversi modelli ci si è indirizzati verso un
iter di certificazione più simile a quella dell’ Ecolabel. Il prodotto calzatura
è infatti un prodotto molto complesso e le collezioni prevedono un numero
elevato di modelli e tempi di produzione molto ridotti.
E’ stata avviata una fase di sperimentazione nelle Aziende del
Distretto calzaturiero.
4
Capitolo II
CORPO NORMATIVO IN AMBITO
CALZATURIERO
La prima azione intrapresa per la costituzione del documento tecnico,
anima della certificazione di prodotto, è stata quella di studiare e analizzare
gli standard qualitativi che vengono richiesti al prodotto calzatura. Questo
ha evidenziato che esistono due tipologie di standard qualitativi:
standard qualitativi legati a normative nazionali ed internazionali
di carattere obbligatorio;
standard qualitativi di tipo volontario come la normativa tecnica,
etichette ecologiche e marchi privati
2.1 CORPO NORMATIVO OBBLIGATORIO
Il quadro delle normative nazionali sebbene complesso può essere suddiviso
in due categorie principali:
 Norme relative all’IMMISIONE e USO di sostanze pericolose e
preparati pericolosi: fanno parte di questa categoria le disposizioni
dettate a livello europeo dall’Unione Europea e recepite a livello
nazionale da parte dei singoli Stati;
 Norme relative alla SICUREZZA GENERALE DEI PRODOTTI
e alla tutela dei consumatore: fanno parte di questa categoria le
norme che valgono in modo generale per tutti i prodotti immessi
sul mercato che devono essere “sicuri” per il consumatore e
utilizzatore finale. [1]
5
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
2.1.1 Regolamento Europeo 1907/2006/CE Reach
Per quanto riguarda la normativa europea sulle sostanze pericolose, in
particolare l’immissione sul mercato di sostanze sicure per l’uomo e per
l’ambiente, il 1 giugno 2007 è entrato in vigore il Regolamento Europeo
1907/2006/CE per la registrazione, la valutazione e l’autorizzazione delle
sostanze chimiche (REACH).
Il Regolamento Europeo REACH stabilisce una serie di obblighi per
i produttori, per gli importatori e gli utilizzatori di sostanze chimiche in
Europa con l’obiettivo principale di:
 migliorare la conoscenza dei pericoli e dei rischi derivanti dai
prodotti chimici già esistenti e nuovi attraverso studi chimicofisici, tossicologici ed eco-tossicologici :
 identificare una correlazione tra la sostanza, la sua pericolosità e il
campo d’impiego;
 mappare tutte le sostanze chimiche presenti sul mercato europeo
(sostanze, preparati, articoli);
 sostituire le sostanze più problematiche con sostanze o tecnologie
meno pericolose;
 armonizzare e semplificare a livello europeo la legislazione sui
prodotti chimici.
Si applica in tutti gli Stati membri, a partire dal 1° giugno 2007 in
modo scalare e secondo scadenze che interessano dapprima solo alcune
parti del regolamento e successivamente, nell’arco di un triennio,tutte le
restanti parti.
Costituito da 141 articoli e 17 allegati tecnici esso prevede la
creazione di un unico sistema di gestione del rischio delle sostanze
attraverso la Registrazione di tutte le sostanze che superano la produzione
di 1 ton/anno basandosi su informazioni fornite dall’industria; la Valutazione
delle sostanze in modo tale da permettere alle autorità di esaminare
6
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
proposte per eventuali ulteriori test, di evitare i test non necessari e di
verificare il rispetto delle procedure previste per la registrazione delle
sostanze, l’Autorizzazione di sostanze ad altro rischio rilasciata solamente
nei casi in cui i rischi associati alle sostanze siano tenute sotto controllo.
Il Regolamento, si applica direttamente in tutti gli Stati membri a
partire dal 1 giugno del 2007 in modo scalare, in particolare:
le disposizioni riguardanti il Titolo IV (Informazioni nella Catena
di Approvigionamento), il Titolo IX (Tariffe), Titolo X (Agenzia),
Titolo XIII (Autorità competenti), Titolo XIV (Applicazione),
Titolo XV ( Disposizioni transitorie e finali) sono state applicate
immediatamente;

le disposizioni riguardanti il Titolo II (Registrazione), Titolo III
(Condivisione dei dati e registrazione preliminare delle sostanze
“soggette a regime transitorio”), Titolo V (Utilizzatori a valle),
Titolo VI (Valutazione), Titolo VII (Autorizzazione), Titolo XI
(Inventario delle classificazioni), Titolo XII (Informazioni) si
applicano a partire dal 1 giugno 2008;

le disposizioni riguardanti le restrizioni (Titolo VIII) si applicano a
partire dal 1 giugno 2009;

gli obblighi di registrazione per le sostanze che sono “soggette a
regime transitorio” e per cui è stata condotta una “registrazione
preliminare” entrano in vigore in modo graduale e sono collegati
sia alla fascia di tonnellaggio in cui ricade la sostanza, sia alla
relativa pericolosità.
Esso fa riferimento alle sostanze in quanto tali o in quanto
componenti di preparati o di articoli prodotte o importate nell’unione
Europea. In dettaglio, per sostanza si indica ogni elemento chimico e i
relativi composti, per preparato invece si indica la miscela di due o più
composti e infine l’articolo è l’oggetto a cui sono dati durante la produzione
una forma, una superficie o un disegno particolari che ne determinano la
funzione in misura maggiore della sua posizione chimica.
7
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Le sostanze definite “estremamente preoccupanti”, classificate come
Substances of very High Concern (SVHC) sono inserite all’interno
dell’Allegato XIV e sono sostanze:
cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione (CMR);
sono Persistenti, Bioaccumulabili, Tossiche (PBT) oppure molto
persistenti e molto bioaccumulabili (vPvB).
Le sostanze soggette a restrizione sono contenute invece, all’interno
dell’Allegato XVII, il quale sostituisce l’allegato I della direttiva
76/769/CEE Per queste sostanze è stato provato il loro impatto sull’uomo e
sull’ambiente.
Consideriamo l’applicazione del Reach in relazione al settore calzaturiero:
 la scarpa rappresenta l’articolo;
 il calzaturificio è un produttore di articoli;
 i materiali maggiormente utilizzati come pelli, tessuti, finte pelli,
materiali plastici, accessori metallici sono anch’essi articoli;
 i prodotti come collanti, cere, solventi, detergenti sono preparati e
il calzaturificio che li utilizza, in questo caso, è appunto un
utilizzatore a valle (:= ogni persona fisica o giuridica stabilita nella
Comunità diversa dal fabbricante o dall’importatore che utilizza
una sostanza, in quanto tale o in quanto componente di un
preparato, nell’esercizio delle sue attività industriale o
professionali).
Quali sono dunque gli obblighi per il calzaturificio come produttore
di articoli?
Per quanto riguarda le sostanze presenti nella Candidate List (SVHC),
quelle definite “problematiche”, i calzaturifici, qualora il loro articolo, la
calzatura, ne contenga una concentrazione superiore allo 0.1%, devono
fornire informazioni adeguate al destinatario dell’articolo e, su richiesta, al
consumatore entro 45 giorni dalla richiesta. Qualora, invece, la sostanza sia
contenuta all’interno dell’articola in quantità superiore allo 0.1% e la
produzione di calzature sia maggiore dei 10000 paia è necessario presentare
8
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
all’ECHA (European Chemicals Agency) una notifica.
Per quanto riguarda invece le sostanze soggette a Restrizione
(Allegato XVII), i limiti sono specifici per preparati o articoli e la restrizione
prescinde dal limite quantitativo di 1 tonnellata annua.
Nel caso in cui vengano immesse sul mercato o vengano utilizzate sostanze
contenute all’interno dell’allegato XIV e XVII del Regolamento sono
previste oltre al ritiro della merce anche sanzioni di tipo penale. [2]
Oltre al calzaturificio anche i conciatori, essendo produttori
dell’articolo cuoio, devono necessariamente sottoporre a controllo il loro
articolo finito e verificare con i propri fornitori, se le sostanze elencate nella
lista SVHC o nell’allegato XVII sono presenti nei prodotti chimici che
utilizzano durante i loro processi.
Per esempio gli ftalati (DBT,DEHP,BBP..), che sono i plastificanti
utilizzati soprattutto nel PVC e quindi possono essere presenti ad esempio,
nei polimeri di rifinizione (cuoi rifiniti), i cloro alcani C10- C13 derivanti
dall’impiego di ingrassanti di natura sintetica a base di cloro paraffina, sono
sostanze contenute all’interno della Candidate list, mentre ad esempio
nell’allegato XVII vi è una restrizione per quanto riguarda il rilascio di
Nichel potenzialmente presente negli accessori utilizzati in una calzatura.
2.1.2 Normative nazionali
Per le diverse sostanze contenute nei materiali e nei componenti delle
calzature ogni nazione ha una propria legislazione al riguardo e requisiti da
rispettare differenti.
Il quadro delle normative nazionali si presenta maggiormente
complesso rispetto le normative dettate dall’Unione Europea, a causa del
difficile reperimento delle Gazzette Ufficiale dei singoli paesi riguardo alle
leggi che regolano i parametri eco-tossicologici dei materiali e dei prodotti,
in particolare delle calzature.
Per quanto riguarda l’Italia, essa ha regolamentato la materia della
9
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
sicurezza del prodotto recependo a livello nazionale, in adempimento agli
obblighi derivanti dall’appartenenza alla Comunità Europea, le varie
direttive europee.
Consideriamo ora i limiti richiesti dalla legislatura nazionale nei
diversi Paesi europei ed extra-europei per le sostanze strettamente correlate
alla tutela della salute del consumatore;
CROMO VI:
In Germania secondo la “Germany Food and Consumer Good
Commodity (30 LFGB) il Cromo esavalente deve essere non rilevabile nei
vestiti e nelle calzature
CADMIO (METALLI PESANTI):
Il cadmio e i suoi composti sono contenuti nei materiali d’imballaggio,
nella pelle artificiale, negli accessori e nei componenti in plastica.
In Germania secondo la“Verordnungen zum Chemikaliengesetz,
Annex IV No17, 10/93 è proebito usare il cadmio come colorante nei
materiali quali per esempio il PVC, il poliuretano, invece per prodotti quali
materiali per imballaggi, indumenti e accessori, pelle artificiale il valore
limite di cadmio è di 100 mg/kg .
Stesso valore limite è richiesto anche in Olanda secondo la
“Cadmiumbesluit” (Cadmium Resolution) 12.10.90 e in Svizzera secondo la
Stoffverordnung, Annex 4.11.
NICHEL:
In Germania secondo la “Commodities Ordinance (Annex 9-10,
Para.6) i prodotti che contengono nichel, che vengono a contatto con la pelle
e rilasciano il medesimo devono essere etichettati come “Erzeugnis ist
10
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
nickelhalting” (Prodotti contenenti nichel). Il 23 giugno 2000 è stata
pubblicata nella gazzetta ufficiale del governo federale la settima modifica
sugli articoli di prima necessità. La normativa UE 94/27 è stata recepita
dalla legge tedesca e vieta l’impiego di parti metalliche contenenti nichel a
contatto con la pelle è stata recepita dalla legge tedesca.
Esonerati sono gli articoli rivestiti di uno strato protettivo che
garantisce di non rilasciare, per la durata di due anni e per l’uso normale,
una concentrazione superiore a 0.5 g/cm2 di nichel alla settimana. La
settima modifica del decreto sugli articoli di prima necessità prevede i
seguenti termini:
23/06/2000 recepimento della legge nazionale tramite pubblicazione nella
gazzetta ufficiale del governo federale;
21/10/2000 divieto dell’importazione e della produzione;
21/10/2001 divieto della vendita.
Il divieto di vendita rappresenta un rafforzamento dei regolamenti del
“Bedarfsgegenstandeverordnung” (“Ordinanza sui beni di prima necessità”)
che avevano previsto la sola etichettatura di prodotti contenenti nichel.

AZOCOLORANTI:
La legge capostipite di tutte le normative attualmente presenti è
l’“Ordinanza
tedesca
sui
beni
di
prima
necessità”
(“Bedarfsgegenstandeverordnung”) costituita da 6 emendamenti pubblicati
dal 15.07.1994 al 07.03.2000. In accordo con questa normativa viene
proebito l’ingresso nel territorio tedesco di materiali tessili che contengano
coloranti azoici che, per degradazione riduttiva, possano generare una delle
20 ammine aromatiche. la regolamentazione tedesca esclude il divieto per
quei pigmenti che, anche se nella loro molecola contengono una delle
ammine vietate, nelle condizioni del test analitico non liberano le ammine in
oggetto.
Oltre all’“Ordinanza tedesca sui beni di prima necessità” la
regolamentazione riguardante i coloranti azoici è presente anche in altri
11
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Paesi Europei, come Olanda, “Warenwetregeling Azo-kleurstoffen”
(commodity Legislation, Azo dyes) con un limite di 30 mg/kg, Austria,
“Azoverordnung” (Azo Ordinance) con un limite di 30 mg/kg, ed extraEuropei in particolare Cina, “The National Standard of People’s Republic of
China GB18401” con un limite di accettabilità pari a 20 mg/kg.
Per rendere omogenea la situazione nella Comunità Europea il
Regolamento REACH riporta le 22 ammine proebite.

COLORANTI ALLERGENICI
Sono piccole molecole di materie coloranti che nella loro interezza
possiedono caratteristiche allergeniche. Per coloranti allergenici s’intende
coloranti generalmente di carattere tintoriali disperso, impiegati nella
tintura di fibre di poliestere, rayon acetato e talvolta poliammide.
Allo stato attuale non esiste nessuna regolamentazione specifica in
Italia, mentre in Germania l’“Ordinanza sui beni di prima necessità” LMBG
§30 (“Bedarfgegenstoendeverodnung”) pone un limite di 5 mg/l (su estrattoDIN 54231). Quest’ultima dichiara che è vietato produrre o distribuire
prodotti che “se usati regolarmente, potrebbero costituire un pericolo per la
salute a causa della loro composizione, in particolare per la presenza di
sostanze tossicologiche o impurità”.

FORMALDEIDE
La presenza di formaldeide, principalmente nei prodotti tessili, viene
presa in considerazione da numerose legislazioni nazionali. In Italia non è
presente nessuna regolamentazioni che limiti l’uso di formaldeide.
In Germania, secondo la “Gefahrstoffverordnung” (Ordinanza sulle
sostanze pericolose), Annex III, No 9, il prodotto se contiene più di 1500
mg/kg di formaldeide deve essere etichettato.
In Francia, secondo la Gazzetta ufficiale della Repubblica Francese
12
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
97/0141/F il limite varia a seconda del contatto con la pelle, cioè maggiore è
il contatto dell’articolo con la pelle minore è la quantità di formaldeide che
deve essere contenuta nel medesimo. In particolare se l’articolo non è a
contatto diretto con la pelle il contenuto di formaldeide può arrivare a 400
mg/kg, se l’articolo è a diretto contatto con la pelle il contenuto di
formaldeide può arrivare a 200 mg/kg.
In Austria, secondo la Formaldehydverordung, BGBL Nr 194/1990, Il
prodotto deve essere etichettato se contiene > 1500 mg/kg.
In Giappone, secondo la Law 112, il contenuto di formaldeide varia
da 13 mg/kg a 300 mg/kg a seconda del prodotto.

PENTACLOROFENOLO, TETRACLOROFENOLO
Considerata la pericolosità di tali sostanze numerosi paesi, con in
testa la Germania, possiedono legislazioni restrittive che vietano l’uso e la
fabbricazione del pentaclorofenolo (PCP) e del tetraclorofenolo (TCP) nei
propri paesi e l’importazione di qualsiasi materiale, tessile come cuoio e
pelli, che contengono quantità di PCP e TCP generalmente superiori a 5
ppm.
In Germania, secondo la “Chemikaliengesetz” (Chemicals Law),
Article 15, Annex to § 1, valida per tutti i prodotti e i materiali, il contenuto
di tali sostanze non deve superare i 5 mg/kg.
In Francia, secondo la Gazzetta ufficiale della Repubblica Francese
97/0141/F,il contenuto varia a seconda del contatto dell’articolo con la pelle,
se è a contatto il contenuto deve essere minore di 0.5 mg/kg, se invece
l’articolo non è a contatto il contenuto non deve essere maggiore di 5 mg/kg.
In Austria, secondo la Verbot von PCP,BGBL Nr. 58/1991 e in
Olanda, secondo la Act on PCP, 18.02.94 il limite è di 5 mg/kg.
In Svizzera, secondo la Stoffverordnung, Anhang 3.1 PCP und TeCP
(Ordinance on substance posing a Hazard to the Environment, PCP and
TeCP and other pesticide), la quale è valida per tutti i prodotti e i materiali
il limite di accettabilità è di 10 mg/kg.
13
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
2.2 CORPO NORMATIVO VOLONTARIO
Le azioni volontarie che possono venir intraprese per descrivere le
caratteristiche ecologiche, quindi funzionali alla tutela del consumatore e
alla sua sicurezza, e le prestazioni d’uso di un prodotto possono essere
principalmente due:
l’osservanza della normativa tecnica, documento che dice “come
fare bene le cose”;
la creazione di etichette e marchi di qualità ecologica.
2.2.1 La normativa tecnica
Secondo la Direttiva Europea 98/34/CE del 22 giugno 1998: “norma”
è la specifica tecnica approvata da un organismo riconosciuto a svolgere
attività normativa per applicazione ripetuta o continua, la cui osservanza
non sia obbligatoria e che appartenga ad una delle seguenti categorie:
 norma internazionale (ISO)
 norma europea (EN)
 norma nazionale (UNI).
Le norme, quindi, sono documenti che definiscono le caratteristiche
(dimensionali, prestazionali, ambientali, di qualità, di sicurezza, di
organizzazione ecc.) di un prodotto, processo o servizio, secondo lo stato
dell'arte e sono il risultato del lavoro di decine di migliaia di esperti in Italia
e nel mondo. La normativa tecnica quindi, costituita da documenti indicati
con un codice alfanumerico, consiste in una specifica approvata da un
organismo riconosciuto, abilitato ad emanare atti di normalizzazione.
L’osservanza degli standard tecnici non è obbligatoria, anche se
potrebbe diventarlo in casi specifici, ossia quando la sua applicazione sia
prevista per legge, venga cioè imposta, per consentire la circolazione di un
prodotto, l’attestazione di conformità, rispetto alla normativa di riferimento.
14
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
Le caratteristiche peculiari delle norme tecniche sono:
 CONSENSUALITA’: devono essere approvate con il consenso di
coloro che hanno partecipato ai lavori;
 DEMOCRATICITA’: tutte le parti economico/sociali interessate
possono partecipare ai lavori e, soprattutto, chiunque è messo in
grado di formulare osservazioni nell'iter che precede
l'approvazione finale;
 TRASPARENZA: UNI segnala le tappe fondamentali dell'iter di
approvazione di un progetto di norma, tenendo il progetto stesso a
disposizione degli interessati;
 VOLONTARIETA’: le norme sono un riferimento che le parti
interessate si impongono spontaneamente.
Essa fornisce indicazione idonee a realizzare un prodotto in modo
tecnicamente corretto in modo tale da garantire sicurezza, rispetto per
l’ambiente e determinate prestazioni.
Le norme in vigore in Italia sono pubblicate dall’UNI (ENTE
NAZIONALE ITALIANO di UNIFICAZIONE) che svolge attività
normativa in quasi tutti i settori industriali, commerciali e del terziario e
partecipa, in rappresentanza dell’Italia, all’attività normativa degli organismi
sovranazionali di formazione: ISO (INTERNATIONAL ORGANIZATION
FOR STANDARDIZATION) e CEN (COMITE’ EUROPEEN DE
NORMALISATION).
L'iter che porta alla nascita di una norma si articola in diverse fasi: la
messa allo studio di un progetto di norma, la stesura del documento,
l'inchiesta pubblica, l'approvazione da parte della Commissione Centrale
Tecnica e la pubblicazione.
A livello nazionale ciò avviene a seguito della ratifica del presidente
dell’UNI. A livello europeo i progetti vengono sottoposti al voto degli
organismi di formazione nazionali e, in caso di approvazione, la norma viene
ratificata e resa disponibile. Tuttavia si può parlare di pubblicazione
effettiva su tutto il territorio europeo soltanto quando ogni organismo di
normazione nazionale ha assolto l’obbligo di “recepire” la norma EN (che
15
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
diventa UNI EN in Italia), eventualmente pubblicandola nella propria
lingua e ritirando quella/e nazionale/i esistenti sul medesimo argomento.
Anche a livello internazionale i progetti vengono sottoposti al voto
degli organismi di formazione nazionali e, in caso di approvazione, la norma
viene pubblicata quale norma ISO.
Non bisogna però pensare che tutte le norme ISO siano state
elaborate per riferirsi ad un unico mercato globale. Una norma ISO, infatti,
può essere adottata a livello nazionale quale norma UNI ISO, in italiano,
quando ciò venga ritenuto un utile completamento del parco normativo
nazionale; diventando una normativa UNI ISO diventa così un documento
di riferimento anche per le transizioni che si svolgono all’interno delle
frontiere dell’Italia. Come è accaduto per le norme nazionali, anche il
mercato unico europeo valuta la validità di quanto già esistente in ISO per,
eventualmente, adottarlo senza modifiche con la sigla EN ISO. La
differenza importante rispetto all’ISO risiede nella regola che obbliga al
recepimento nazionale delle norme EN ed al ritiro delle norme nazionali in
contrasto.
In Italia si hanno le seguenti possibilità:
 norme ISO non adottate a livello nazionale ( prefisso: ISO);
 norme ISO adottate a livello nazionale (prefisso: UNI ISO);
 norme ISO adottate dal CEN (prefisso: EN ISO) e
conseguentemente adottate a livello nazionale (prefisso: UNI ISO);
 norme CEN (prefisso: UNI EN);
 norme UNI (prefisso: UNI);
Le prove di laboratorio, le loro metodologie di esecuzione sono
regolate da norme al fine di garantirne l’attendibilità d la ripetibilità delle
procedure. In particolare, per quanto riguarda gli standards che riguardano
il prodotto calzatura, i suoi materiali e componenti, le norme possono essere
divise in due grandi gruppi:
1) tipologia di utilizzo/ componente;
16
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
2) tipologia di materiale.
Il primo insieme di norme è piuttosto recente ed in continuo
perfezionamento e, riferendosi esplicitamente all’ambito della calzatura,
annovera tra gli oggetti di prova tomai, fodere, sottopiedi, suole, tacchi,
ecc.., indipendentemente dal particolare materiale che li costituisce.
Il secondo insieme invece include materiali come il cuoio, tessuti, non
tessuti, supporti rivestiti, elastomeri, spalmati, ecc.. senza fare esplicito
riferimento alla loro applicazione nell’industria calzaturiera. Quindi, si può
così capire che il materiale non viene classificato e qualificato in base al suo
nome ed alle sue proprietà intrinseche, bensì rispetto al campo di
applicazione prescelto, in questo caso la calzatura.
Per la produzione dei suoi componenti si può così pensare di
utilizzare qualsiasi materiale, sia totalmente nuovo, che proveniente da altri
settori merceologici, purché sia in grado di superare le prove normate per
quella precisa destinazione d’uso ( tomaia, fodera,ecc…).
2.2.2 Marchi di qualità ecologica
Dall’inizio degli anni ’80 molti dei paesi europei hanno istituito
marchi di qualità ecologica nazionale: ha iniziato la Germania nel 1979 con
l’Angelo Azzurro, seguita poi da Francia, Regno Unito, Olanda, Danimarca
e Portogallo. Per uniformare poi il contesto comunitario ed evitare che lo
stesso prodotto fosse etichettato con marchi ecologici differenti, nel 1992
l’Unione Europea ha emanato il Regolamento CEE n. 880/92, aggiornato
nel 2000, con cui ha introdotto un sistema di assegnazione di un marchio di
qualità ecologica.
Il sistema si basa su un elenco fissato dalla Comunità Europea di
gruppi di prodotti, tra cui anche le calzature, per i quali è possibile
richiedere il marchio. Il marchio si chiama ECOLABEL ed è
contraddistinto da una margherita e ha come obiettivo quello di promuovere
prodotti e servizi che durante l’intero ciclo di vita presentino un minor
17
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
impatto ambientale dalla produzione all’utilizzo fino alla smaltimento finale,
orientando i consumatori verso scelte di consumo sostenibili.
Il marchio Ecolabel si basa principalmente su un’ecologia di
produzione dal momento che, come descritto precedentemente, mira a
ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla salute del consumatore introducendo
dei limiti che riguardano le sostanze potenzialmente contenute sui materiali
con cui vengono prodotte le calzature e dei limiti che regolamentano i
processi e i prodotti chimici utilizzati nel corso di tutto il ciclo
produttivo,nonché le emissioni in atmosfera e lo scarico nelle acque reflue
di determinati composti nocivi per l’ambiente.
Un’altra azione volontaria presente nel mercato internazionale che
coinvolge il settore della calzatura e in particolare dei materiali utilizzati
nella calzatura, è il marchio OEKO-TEX STANDARD. Alla fine degli anni
’80 l’Istituto di ricerca tessile austriaco OTI preparò uno schema di prove da
eseguire sui prodotti tessili, relativamente alle sostanze tossiche che
possono contenere. Nel 1992, basandosi su questa esperienza ed unendola a
quella di “Oko-Check”, sviluppato in Germania, l’istituto austriaco e quello
tedesco si sono uniti a costituire l’ “International Association for Research
and Testing in the field of textile Ecology”, il cui primo obiettivo è stata
l’elaborazione dell’Oeko-tex Standard 100.
Esso è un marchio strettamente tessile volto verso un’ “ecologia
umana”, ovvero che prende in considerazione le sostanze potenzialmente
pericolose che potrebbero essere contenute nel prodotto finale e quindi
venire a contatto con il consumatore.
Lo standard contiene una serie di test analitici da eseguire su
determinati parametri e ne specifica i limiti in base a considerazioni
scientifiche. Mirando a ridurre l’impatto del prodotto finale sulla salute del
consumatore suddivide i manufatti tessili in quattro classi, a seconda che
siano rivolti ai bambini al di sotto dei 2 anni (classe I), che entrino a contatto
con la pelle (classe II) o meno (classe III) e che siano utilizzati come
materiale decorativo (classe IV).
18
Capitolo II – Corpo normativo in ambito calzaturiero
Nel seguente progetto di ricerca è stato preso in considerazione
anche il marchio tedesco SG®, marchio per i prodotti in pelle a basso
contenuto di sostanze inquinanti. Esso è nato dal fatto che i materiali naturali
come la pelle per raggiungere le caratteristiche desiderate devono essere
conciati e colorati e soprattutto devono contenere determinate sostanze
chimiche per la conservazione durante l’immagazzinamento e il trasporto.
Per questo motivo, per garantire la protezione della salute del
consumatore è necessario controllare che queste sostanze siano usate
correttamente durante la produzione e che i materiali prodotti non contengano,
o contengano in concentrazioni molto basse, le sostanze dannose per l’uomo.
Quando un prodotto è marchiato SG® il consumatore è sicuro che il
medesimo è stato prodotto facendo particolare attenzione che:
coloranti che possono rilasciare ammine cancerogene non siano
presenti,
 il limite di formaldeide contenuta sia al di sotto del limite espresso
all’interno della Kosmetik-Verordnung,
 il limite di pentaclorofenolo e degli altri clorofenoli sia al di sotto di
quello previsto dalla “Chemikalien-Verbotsverordnung”.
Nei marchi ecologici, quali Ecolabel, Oeko-Tex Standard, SG® i limiti
richiesti per ciascuna sostanza chimica pericolosa sono più restrittivi rispetto a
quelli richiesti all’interno delle normative tecniche.
19
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
20
Capitolo III – Documento tecnico
Capitolo III
DOCUMENTO TECNICO
Lo studio e l’analisi del corpo normativo presente a livello europeo ed
internazionale, sia che esso faccia parte delle azioni obbligatorie che
volontarie, ha evidenziato l’elevata numerosità delle specifiche tecniche che
caratterizzano il prodotto calzatura.
Situazione non difficile da comprendere se si pensa alla complessità
della calzatura non solo per il numero di componenti di cui è costituita ma
anche per i tanti e diversi materiali che si possono utilizzare per produrla.
Per questo motivo per la redazione del documento tecnico si è condotta una
vera a propria selezione di specifiche tecniche.
Il lavoro è stato svolto in due direzione:
1) costituzione di un documento tecnico la cui consultazione per
l’utilizzatore fosse più rapida e facile possibile;
2) verificare ed elevare il valori del limite d’accettabilità delle
specifiche tecniche contenute all’interno del documento,
avvalendosi di quello indicato dalle normative internazionali
descritte precedentemente come punto di partenza.
3.1 LE SPECIFICHE TECNICHE
Le specifiche tecniche che caratterizzano le calzature sono valutate
principalmente tramite prove di laboratorio. Esse si suddividono in:
prove sulle materie prime: pellami, tessuti, non tessuti, spalmati;
prove sui componenti:tomaia, fodera, sottopiede interno,
sottopiede di montaggio, sottopiede asportabile (fussbett), suola,
tacchi, soprattacchi, contrafforti e puntali, cambriglioni,
21
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
accessori,cerniere lampo, chiusure strappo;
prove sui prodotti finiti: calzatura completa;
Il primo insieme include i materiali senza fare esplicito riferimento
alla loro applicazione nell’industria calzaturiera, nel secondo insieme invece
il materiale non viene classificato e qualificato in base al suo nome e alle sue
proprietà intrinseche ma bensì rispetto al suo campo d’applicazione. Per
questo motivo per la produzione dei componenti della calzatura si può
pensare di utilizzare qualsiasi materiale purchè sia in grado di superare le
prove normate per quella precisa destinazione d’uso (tomaio, fodera,….)
La lista completa delle prove di laboratorio inerenti al prodotto calzatura
sono espresse nell’Allegato I (pag 73)
3.1.1 Selezione specifiche tecniche
Come viene messo in evidenza dalla lista precedente se si volesse
produrre in qualità compiendo tutte le prove che possono essere eseguite in
una calzatura questo significherebbe un aumento di costi e di tempi di
produzione, difficile da sostenere per un calzaturificio. Per questo motivo si
è deciso di selezionare le specifiche tecniche da inserire all’interno del
documento. Quest’ultime infatti sono il risultato di un’attenta selezione
ottenuta seguendo le indicazioni fornite dagli esperti di qualità del settore
quali, responsabili qualità di importanti griffe ed responsabili commerciali e
imprenditori calzaturieri.
L’obiettivo è stato quello di individuare le specifiche che
valorizzassero in modo misurabile le caratteristiche di tipo:
 sostanziale, ossia le caratteristiche che fanno riferimento alla
salubrità e alla sicurezza del consumatore;
 emozionale, ossia le caratteristiche che coinvolgono la sfera
emotiva del consumatore.
22
Capitolo III – Documento tecnico
Nella tabella sottostante (Tab. III.1) sono raccolte le prime indicazioni
ottenute:
Tabella III.1– Qualità percepita dal consumatore
QUALITA’ PERCEPITA DAL CONSUMATORE
Calzabilita’ / Forma
Struttura in riferimento al paese di set inazione
Progettazione
Instabilità legata ai tacchi
Tracciabilità
Cuciture non perfette
Pellami/cuoio
Pelle con vernice
Tomaia
Materiali/componenti
Fodera
Accessori
Suola
Sottotacchi
Tenuta del tacco
Inchiodatura
Incollaggio (adesione suola/tomaia)
Sandali: tenuta dell’infradito
Struttura assemblata
Tenuta sottopiede
Tenuta delle cuciture
Tenuta incollaggio puntale,contrafforte
Verificare che all’interno della calzatura non esistano punti d’attrito e
abrasione con il piede
23
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
A partire dalle informazioni raccolte esse sono state poi suddivise in
quattro tipologie di qualità differenti:




QUALITA’ PROGETTUALE (Tab. 7);
QUALITA’ MATERIALI/COMPONENTI IN INGRESSO(Tab. 8);
QUALITA’ CALZATURA COMPLETA(Tab. 9);
QUALITA’ POST PRODUZIONE(Tab. 10).
Tabella III.2– Qualità progettuale
QUALITA’ PROGETTUALE
Calzabilita’ / Forma
Struttura in riferimento al paese di set inazione
Tacchi diversificati
24
Capitolo III – Documento tecnico
Tabella III.3– Qualità materiali/componenti
QUALITA’ MATERIALI/ COMPONENTI
Pieghe
Pellami/cuoio
Resistenza allo strappo
Prova di trazione
Pelle con vernice
Pieghe
Tomaia
Difetti estetici
Fodera
Scoloritura
Nichel free
Corrosione
Materiali/componenti
Accessori
Tenuta/allungamento degli elastici
Tenuta ancoraggio
Tenuta materiali porta occhielli
Tenuta velcri/occhielli
Suola
Spessore
Flessione
Sottotacchi
Abrasione
Tacchi
Resistenza all’impatto
25
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Tabella III.4– Qualità calzatura completa
QUALITA’ CALZATURA COMPLETA
Tenuta del tacco
Inchiodatura
Incollaggio (adesione suola-tomaia)
Calzatura completa
(struttura assemblata)
Sandali: tenuta dell’infradito
Tenuta sottopiede
Tenuta delle cuciture nei sovrapposti e nelle scarniture
Tenuta incollaggio del puntale, contrafforte
Verificare che all’interno della calzatura non esistano punti d’attrito e
abrasione con il piede
Tabella III.5– Qualità post- produzione
QUALITA’ POST PRODUZIONE
Prove umidità
Tomaia:Invecchiamento alla luce
Post produzione
Trasporto/esposizione nei negozi
solare(acqua)
Suola: invecchiamento alla luce
solare/acqua
Si è deciso fin da subito di non considerare nella redazione del
documento tecnico la qualità di tipo progettuale (Tab. 7) essendo essa una
qualità intrinseca del prodotto realizzato in Riviera Del Brenta e
difficilmente misurabile e determinabile in modo univoco.
Per fare ulteriore selezione è stato proposto infine un questionario,
all’interno del quale le specifiche indicate inizialmente venivano valutate
26
Capitolo III – Documento tecnico
secondo una scala da 1 a 5, dove 1 rappresenta una caratteristica della
calzatura trascurabile e 5 invece una caratteristica molto importante.
Facendo poi la media ponderata dei risultati ottenuti si è potuto ridurre
ulteriormente il loro numero scegliendo le specifiche tecniche necessarie
per una calzatura per ottenere questa certificazione.
Le caratteristiche eco-tossicologiche sono state ritenute da tutti gli
esperti interrogati come caratteristiche fondamentali che la calzatura deve
possedere in quanto la maggior parte già obbligatorie nei diversi
Regolamenti europei e nazionali .Nella scelta delle caratteristiche chimiche,
legate quindi alla salubrità del consumatore, si è fatto riferimento sia al
corpo normativo obbligatorio europeo e nazionali, in particolar modo alle
legislazioni dei paesi in cui si hanno più contatti commerciali, sia alle
normative UNI (UNI 10594: “Caratteristiche dei cuoi destinati all’industria
calzaturiera”), sia ai marchi ecologici quali Ecolabel per le calzature, OekoTex per i tessuti ed infine il marchio tedesco SG® .
I requisiti chimici da rispettare per ottenere la certificazione sono:
 CROMO VI;
 AZOCOLORANTI che possono liberare ammine aromatiche
pericolose;
 FORMALDEIDE LIBERA e IDROLIZZATA;
 METALLI PESANTI (As, Cd, Pb, Hg)
 pH DELL’ESTRATTO ACQUOSO;
 PENTACLOROFENOLO, TETRACLOROFENOLO
(PCP,TPC);
 ALCANI;
 FTALATI (DBP,BBP,DINP,DNOP,DIDP,DEHP);
 DIMETILFUMARATO (DMFU);
 N-NITROSAMMINE;
 NICHEL
27
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Per quanto riguarda invece le caratteristiche fisico meccaniche sono
state considerate importanti:

TOMAIA:
 Resistenza alla trazione,
 Carico di strappo;
 Resistenza alla flessione;
 Permeabilità al vapore acqueo;
 Solidità del colore.

FODERA:
 Resistenza all’abrasione,
 Permeabilità al vapore acqueo;
 Solidità del colore.

SOTTOPIEDE INTERNO:
 Resistenza all’abrasione,
 Permeabilità al vapore acqueo;
 Solidità del colore;
 Assorbimento acqua;
 Ceneri solfatate idrosolubili.

SOTTOPIEDE INTERNO:
 Resistenza a fatica;
 Rigidità longitudinale.

SUOLA:
 Resistenza all’abrasione,
 Permeabilità allo strappo;
 Resistenza alle flessioni ripetute.
28
Capitolo III – Documento tecnico

TACCHI:
 Resistenza agli urti ripetuti;
 Determinazione della capacità di tenuta dei chiodi;
 Resistenza a fatica.

SOPRATTACCHI:
 Resistenza all’abrasione.

ACCESSORI METALLICI
 Resistenza alla corrosione;
 Resistenza all’abrasione;

PROVA SU CERNIERE:
 Determinazione della resistenza all’apertura laterale;
 Determinazione della tenuta della chiusura;
 Determinazione della resistenza a trazione del dispositivo di presa.

CALZATURA COMPLETA
 Adesione suola tomaia;
 Tenuta del tacco;
3.2 LA STRUTTURA DEL DOCUMENTO TECNICO
Una volta definite le specifiche tecniche e i relativi metodi da
raccogliere nel documento tecnico la fase successiva è stata quella di
preparare una struttura dello stesso che, come descritto precedentemente,
fosse il più possibile facile da consultare per l’utilizzatore.
Per questo motivo la prima decisione presa è stata quella di dividere
le caratteristiche che la calzatura certificata deve possedere in due gruppi
principali:
 caratteristiche eco-tossicologiche materiali (vedi Allegato II);
29
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
 caratteristiche fisico-meccaniche dei componenti (vedi Allegato
II).
3.2.1 Caratteristiche eco-tossicologiche dei materiali
I materiali che vengono utilizzati maggiormente nella produzione di
una calzatura sono: pellame, tessuto, non tessuto, spalmati, ossia supporti
tessili con rivestimento polimerico, materiali polimerici, come gomma, TPU
(poliuretano termoplastico), PVC.
Con il medesimo materiale si possono inoltre produrre diverse
componenti, ad esempio il PVC può essere utilizzato come materiale per la
fabbricazione di suole ma allo stesso tempo, soprattutto nei modelli estivi,
può essere utilizzato come materiale per tomaia.
Il pellame e anche lo stesso tessuto viene utilizzato sia come materiale
da tomaia che come materiale per la fodera e per il sottopiede di pulizia.
Per questo motivo si è deciso di suddividere le caratteristiche ecotossicologiche per tipologia di materiale, indipendentemente dalla precisa
destinazione d’uso, in modo tale che, conoscendo il materiale di cui è
costituito il componente,la presa visione delle specifiche tecniche da
rilevare sia più facile.
30
Capitolo III – Documento tecnico
1.1 PELLE/CUOIO PER TOMAIA, FODERA, SOTTOPIEDE DI
PULIZIA, SUOLA:
Tabella III.6– Caratteristiche eco-tossicologiche pelle/cuoio
CROMO VI
AZOCOLORANTI (liberano ammine aromatiche pericolose)
FORMALDEIDE LIBERA E IDROLIZZATA
METALLI PESANTI (ARSENICO,CADMIO,PIOMBO,MERCURIO)
pH dell’ESTRATTO ACQUOSO
PENTACLOROFENOLO,TETRACLOROFENOLO
ALCANI C10- C13 ( cloro paraffine a catena corta)
31
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
1.2 CUOIO RIVESTITO PER TOMAIE:
Tabella III.7– Caratteristiche eco-tossicologiche cuoio rivestito
CROMO VI
AZOCOLORANTI (liberano ammine aromatiche pericolose)
FORMALDEIDE LIBERA E IDROLIZZATA
METALLI PESANTI (ARSENICO,CADMIO,PIOMBO,MERCURIO)
pH dell’ESTRATTO ACQUOSO
PENTACLOROFENOLO,TETRACLOROFENOLO
ALCANI C10- C13 ( cloro paraffine a catena corta)
FTALATI (DBP,DEHP,BBP,DINP,DNOP,DIDP,DIBP)
32
Capitolo III – Documento tecnico
1.3
TESSUTI, NON TESSUTI, SUPPORTI RIVESTITI
MATERIALE POLIMERICO PER TOMAIA
TESSUTI PER TOMAIA,FODERA,SOTTOPIEDE INTERNO
Tabella III.8– Caratteristiche eco-tossicologiche tessuti,non tessuti
AZOCOLORANTI (liberano ammine aromatiche pericolose)
FORMALDEIDE LIBERA E IDROLIZZATA
METALLI PESANTI (ARSENICO,CADMIO,PIOMBO,MERCURIO)
pH dell’ESTRATTO ACQUOSO
PENTACLOROFENOLO,TETRACLOROFENOLO
ALCANI C10- C13 ( cloro paraffine a catena corta)
FTALATI (DBP,DEHP,BBP,DINP,DNOP,DIDP,DIBP)
DIMETILFUMARATO (DMFU)
1.4 MATERIALI POLIMERICI PER TOMAIE, SUOLE
Tabella III.9– Caratteristiche eco-tossicologiche materiali polimerici
ALCANI C10- C13 ( cloro paraffine a catena corta)
FTALATI (DBP,DEHP,BBP,DINP,DNOP,DIDP,DIBP)
33
CON
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
1.5 GOMMA PER SUOLE
Tabella III.10– Caratteristiche eco-tossicologiche gomma
ALCANI C10- C13 ( cloro paraffine a catena corta)
N-NITROSAMMINE
1.6 ACCESSORI
Tabella III.11– Caratteristiche eco-tossicologiche accessori
NICHEL
3.2.2 Caratteristiche fisico-meccaniche dei componenti
Per quanto riguarda invece le caratteristiche fisico-meccaniche dei
componenti, per ogni componente le specifiche tecniche sono state
suddivise per tipologia di materiale che lo costituisce.
Infatti, le prestazioni di un determinato componente, e di
conseguenza i valori limiti accettabili, cambiano a seconda del materiale
utilizzato
34
Capitolo III – Documento tecnico

1 TOMAIA:
1.1 TOMAIA IN PELLE:
Tabella III.12– Caratteristiche fisiche-meccaniche TOMAIA in pelle
RESISTENZA ALLA TRAZIONE
CARICO DI STRAPPO
RESISTENZA ALLA FLESSIONE CONTINUA A SECCO
RESISTENZA ALLA FLESSIONE CONTINUA A UMIDO
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO SECCO LATO A CONTATTO CON IL PIEDE
(calzature sfoderate)
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO SECCO LATO NON A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO CON IL SUDORE ARTIFICIALE
(calzature sfoderate)
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLA PERSPIRAZIONE
(calzature sfoderate)
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO UMIDO LATO NON A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO ALLA LUCE ARTIFICIALE
35
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
1.2 TOMAIA IN PELLE RIFINITA:
Tabella III.13– Caratteristiche fisiche-meccaniche TOMAIA in pelle rifinita
RESISTENZA ALLA TRAZIONE
CARICO DI STRAPPO
RESISTENZA ALLA FLESSIONE CONTINUA A SECCO
RESISTENZA ALLA FLESSIONE CONTINUA A UMIDO
RESISTENZA ALLA FLESSIONE CONTINUA A FREDDO
ADESIONE DELLE RIFINIZIONI A SECCO
ADESIONE DELLE RIFINIZIONI A UMIDO
PERMEABILITA’ AL VAPORE ACQUEO
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO SECCO LATO NON A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO UMIDO LATO NON A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO ALLA LUCE ARTIFICIALE
36
Capitolo III – Documento tecnico
1.3 TOMAIA IN ALTRI MATERIALI:
Tabella III.14– Caratteristiche fisiche-meccaniche TOMAIA in altri materiali
RESISTENZA ALLA TRAZIONE
CARICO DI STRAPPO
RESISTENZA ALLA FLESSIONE CONTINUA A SECCO
PERMEABILITA’ AL VAPORE ACQUEO
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO SECCO LATO NON A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO UMIDO LATO NON A CONTATTO CON IL PIEDE

2 FODERA:
2.1 FODERA IN PELLE:
Tabella III.15– Caratteristiche fisiche-meccaniche FODERA in pelle
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A SECCO
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A UMIDO
PERMEABILITA’ AL VAPORE ACQUEO
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO SECCO LATO A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO CON SUDORE ARTIFICIALE
LATO A CONTATTO CON IL PIEDE
37
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
2.2 FODERA IN ALTRI MATERIALI:
Tabella III.16– Caratteristiche fisiche-meccaniche FODERA in altri materiali
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A SECCO
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A UMIDO
PERMEABILITA’ AL VAPORE ACQUEO
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO CON SUDORE ARTIFICIALE
LATO A CONTATTO CON IL PIEDE

3 SOTTOPIEDE INTERNO (di pulizia)
3.1 SOTTOPIEDE IN PELLE/CUOIO:
Tabella III.17– Caratteristiche fisiche-meccaniche SOTTOPIEDE in pelle/cuoio
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A SECCO
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A UMIDO
ASSORBIMENTO ACQUA
CENERI SOLFATATE IDROSOLUBILI
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO SECCO LATO A CONTATTO CON IL PIEDE
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO CON SUDORE ARTIFICIALE
LATO A CONTATTO CON IL PIEDE
38
Capitolo III – Documento tecnico
3.2 SOTTOPIEDE IN ALTRI MATERIALI:
Tabella III.18– Caratteristiche fisiche-meccaniche SOTTOPIEDE in altri materiali
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A SECCO
RESISTENZA ALL’ABRASIONE A UMIDO
ASSORBIMENTO ACQUA
CENERI SOLFATATE IDROSOLUBILI
SOLIDITA’ DEL COLORE ALLO STROFINIO CON SUDORE ARTIFICIALE
LATO A CONTATTO CON IL PIEDE

4 CAMBRIGLIONE
4.1 CAMBRIGLIONE IN LAMINA D’ACCIAIO AL C:
Tabella III.19– Caratteristiche fisiche-meccaniche CAMBRIGLIONE
RESISTENZA A FATICA
RIGIDITA’ LONGITUDINALE
39
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
5 SUOLA
5.1 SUOLA IN CUOIO:
Tabella III.20– Caratteristiche fisiche-meccaniche SUOLA in cuoio
RESISTENZA ALL’ABRASIONE
RESISTENZA ALLO STRAPPO
RESISTENZA ALLE FLESSIONI RIPETUTE (Metodo Bennewart)
5.2 SUOLA IN ALTRI MATERIALI:
Tabella III.21– Caratteristiche fisiche-meccaniche SUOLA in altri materiali
RESISTENZA ALL’ABRASIONE
RESISTENZA ALLO STRAPPO
RESISTENZA ALLE FLESSIONI RIPETUTE (Metodo Bennewart)
40
Capitolo III – Documento tecnico

5 TACCHI
5.1 TACCHI IN TUTTI I MATERIALI:
Tabella III.22– Caratteristiche fisiche-meccaniche TACCHI in tutti i materiali
RESISTENZA AGLI URTI
DETERMINAZIONE CAPACITA’ DI TENUTA DEI CHIODI
RESISTENZA A FATICA

6 SOPRATTACCHI
6.1 SOPRATTACCHI IN TUTTI I MATERIALI:
Tabella III.23– Caratteristiche fisiche-meccaniche SOPRATTACCHI in tutti i materiali
RESISTENZA ALL’ABRASIONE

7 ACCESSORI
7.1 ACCESSORI:
Tabella III.24– Caratteristiche fisiche-meccaniche ACCESSORI in tutti i materiali
RESISTENZA ALLA CORROSIONE (se metallici)
RESISTENZA ALL’ABRASIONE
41
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
7.2 CERNIERE:
Tabella III.25– Caratteristiche fisiche-meccaniche CERNIERE
RESISTENZA ALL’APERTURA LATERALE DELLA CERNIERA
DETERMINAZIONE TENUTA DELLA CHIUSURA (CURSORE)
RESISTENZA A TRAZIONE DEL DISPOSITIVO DI PRESA

8 CALZATURA COMPLETA
Tabella III.26– Caratteristiche fisiche-meccaniche CALZATURA COMPLETA
ADESIONE SUOLA-TOMAIA
TENUTA DEL TACCO
3.3 VALORI LIMITE DELLE SPECIFICHE TECNICHE
Un altro aspetto molto importante da considerare è stato quello
riguardante il limite di accettabilità delle specifiche scelte. Infatti nell’ottica
di valorizzare la qualità delle calzature prodotte in Riviera Del Brenta e in
particolare di mettere in evidenza la qualità dei materiali, dei componenti si
è lavorato con l’obiettivo di elevare il valore del limite di accettabilità
indicato dalle normative internazionali, norme tecniche e dai marchi
ecologici più importanti.
Per fare questo l’etichette ecologiche a cui abbiamo fatto riferimento
42
Capitolo III – Documento tecnico
sono l’Ecolabel per le calzature e l’Oeko-Tex Standard per i tessuti, per i
cuoi abbiamo invece fatto riferimento ai limiti evidenziati dalla UNI 10594 e
come legislazione comunitaria abbiamo fatto riferimento all’Allegato XVII
del Regolamento (CE) n.1907/2006 del 18 marzo 2006 (REACH) e relative
modifiche.
La legislazione comunitaria, le leggi nazionali e le norme tecniche
sono caratterizzate da valori limiti meno restrittivi rispetto ai marchi
ecologici. Nella tabelle contenute nell’allegato II, pagina 83 sono raccolte
per ogni parametro eco-tossicologico considerato i valori limite dalle diverse
fonti prima citate.
In base ai dati raccolti nelle tabelle (allegato III) e agli incontri con
esperti di prove di laboratorio nel settore conciario, tessile, calzatura sono
stati scelti per le caratteristiche tossicologiche i seguenti valori limite(tab.
39). Le celle delle tabelle evidenziate in grigio rappresentano le specifiche i
cui valori limite sono state oggetto di miglioramento rispetto ai valori prima
indicati dalle norme tecniche o dalla stessa legislazione comunitaria.
43
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Tabella III.27 – Valore limite documento tecnico
Ph DELL’ESTRATTO ACQUOSO e
INDICE DIFFERENZIALE
pH ≥ 3.2
pH < 0.7
FORMALDEIDE LIBERA E IDROLIZZATA
≤ 75 mg/kg
AZOCOLORANTI che possono liberare
ammine pericolose
≤ 30 mg/kg
DIMETILFUMARATO (DMFU
≤ 0.1 mg/kg
CROMO VI
METALLI PESANTI (As, Cd, Pb)
≤ 3 mg/kg
As: ≤ 1.0 mg/kg;
Cd: ≤ 1.0 mg/kg;
Pb: ≤ 5.0 mg/kg;
Hg: ≤ 1.0 mg/kg
NICHEL
ASSENTE
FTALATI
∑ (DINP,DNOP,DIDP,
BBP, DEHP,DBP,DIBP)
≤ 0.1% in massa
plastificata
ALCANI C10-C13
Non rilevabili
PENTACLORFENOLO,
TETRACLOROFENOLO,
TRICLOROFENOLO
≤ 0.5 mg/kg
N-NITROSAMMINE
Non rilevabili
Per quanto riguarda invece le caratteristiche fisico-meccaniche non è stata
apportato nessun miglioramento del valore limite dal momento che i valori
di normativa rappresentano già un buon livello qualitativo.
44
Capitolo IV
MODELLI DI CERTIFICAZIONE
DI PRODOTTO
La certificazione di prodotto è il logo (o marchio) rilasciato dall’ente
di certificazione, concesso in uso all’azienda che ha deciso di esporlo sui
prodotti immessi sul mercato.
Questo tipo di certificazione ha l’obiettivo di assicurare al
consumatore che il prodotto è conforme a determinati requisiti stabiliti dal
documento tecnico di riferimento e ciò significa che possiede particolari e
significative caratteristiche che differenziano il prodotto certificato dagli
altri della stessa categoria.
Per certificare un prodotto è necessario redigere un disciplinare e un
documento tecnico. Per comprendere quale potesse essere il disciplinare
più adatto a valorizzare le calzature prodotte in Riviera del Brenta,
inizialmente è stato necessario considerare diversi modelli, presi anche in
diversi settori rispetto a quello calzaturiero. Tra tutti, abbiamo preso come
riferimento i due modelli che meglio rispondevano alle nostre esigenze:
 Marchio di qualità prodotto “Seri.co italiano”;
 Marchio di qualità ecologica “Ecolabel”,
4.1 MARCHIO DI QUALITA’ “SERI.CO ITALIANO”
Il marchio di qualità del Prodotto Italiano Seri.co è stato creato per
tutelare il prodotto e le aziende del sistema serico italiano, in particolare la
loro tradizione di qualità e creatività riconosciuta in tutto il mondo.
Il prodotto serico è un prodotto tessile fabbricato in seta o sue miste
oppure fabbricato con ordito e filo immagliato in fibra continua di
45
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
qualunque natura.
Il disciplinare stabilisce le norme relative all’utilizzazione del
Marchio e definisce non solo le condizioni alle quali è data la licenza
dell’uso del marchio stesso alle aziende che lo richiedono ma anche le
regole per il corretto utilizzo di esso da parte delle imprese con prodotti
certificati e da parte delle imprese che abbiano acquistato da quest’ultime
tessuti certificati per rivenderli per confezionare capi di abbigliamento,
elementi di arredo o accessori.
4.1.1 Soggetti coinvolti
Il marchio è proprietà del Tessile di Como Spa Consortile, società
nata nel 1983 come società di servizi a capitale misto pubblico-privato,
senza scopo di lucro creata per supportare le esigenze delle aziende del
sistema tessile/abbigliamento. E’ stato creato non solo per il servizio di
analisi, prove, controlli a favore dell’industria tessile ma anche come
strumento qualificato per la crescita della cultura tessile e la salvaguardia
del patrimonio industriale, artigianale, commerciale e professionale del
territorio, erogando servizi al passo con le trasformazioni e le esigenze di
mercato.
Il Tessile di Como spa Consortile si accerta solamente che le aziende
che presentino la domanda di certificazione soddisfino i requisiti inziali dal
momento che ha conferito a Certitex, organo di certificazione, un apposito
mandato per il rilascio e la sorveglianza sul suo utilizzo. Certitex effettua:
 valutazione delle conformità dei prodotti rispetto ai requisiti
raccolti all’interno del disciplinare;
 emissione del certificato di conformità che consente la licenza
dell’uso del marchio Seri.co qualora l’esito sia favorevole,
non assumendosi la responsabilità né sulla validità tecnica delle scelte
tecniche o organizzativa messe in atto per ottenere il rispetto dei requisiti
46
Capitolo IV – Modelli di certificazione di prodotto
richiesti per i prodotti certificati, né sulle verifiche di specifici requisiti di
legge.
E’ inoltre presente un Comitato di certificazione nel quale sono
rappresentate tutte le parti interessate, con il compito di sorvegliare
sull’applicazione imparziale del regolamento.
4.1.2 Requisiti per la domanda di certificazione
La certificazione è possibile per i prodotti fabbricati in serie,
riproducesti un tipo o modello definito, rappresentativo della produzione, e
rientrante in una delle categorie previste dal Disciplinare. Uno stesso tipo
può avere più varianti, ma solo se le differenze fra le varianti non abbiano
influenza sui requisiti di sicurezza e di prestazioni definiti da norma tecnica.
Per ogni ti prodotto di cui si è fatta domanda per il marchio, l’azienda
deve avere accertato e conoscere le caratteristiche richiamate nelle schede
tecniche del disciplinare. Le informazioni devono essere registrate e
disponibili attraverso una scheda tecnica per valutare la conformità del
prodotto ai requisiti.
L’azienda che fa domanda di certificazione elenca i tipo di prodotto
secondo lo schema dettato dal disciplinare e deve soddisfare dei requisiti
minimi di tipo organizzativo per tenere sotto controllo il processo di
fabbricazione garantendo così la conformità dei prodotti. Essa deve, in
riferimento al modello della norma ISO9001:2000
 conoscere le caratteristiche dei prodotti prima di metterli sul
mercato conducendo un’adeguata analisi dei rischi;
 identificare i propri prodotti e permetterne la tracciabilità;
 disporre in produzione di un piano dei controlli adeguato, basato
sugli aspetti di maggior rischio connessi ai prodotti;
 tenere sotto controllo, nel caso, i processi affidati all’estero;
 gestire correttamente gli strumenti di misura e le apparecchiature
di prova;
47
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
 tenere sotto controllo i prodotti non conformi,
 avere un’ efficace gestione dei reclami.
4.1.3 Iter di certificazione
Certitex effettua un audit presso l’azienda per accertare la conformità
ai requisiti indicati. Nel corso dell’audit prende in esame a campione :
1. le prove eseguite dall’azienda sui prodotti;
2. le modalità dei controlli attuati in produzione (piani di
campionamento, frequenza delle prove, registrazione dei risultati);
e valuta le dichiarazioni di conformità dei prodotti rilasciate dai fornitori per
i processi non svolti internamente. Nel caso in cui l’azienda disponga di un
sistema di gestione per la qualità certificato secondo la norma ISO
9001:2000, l’audit si può limitare alla verifica che lo scopo della
certificazione di sistema comprenda la produzione degli articoli da
certificare.
Le prove eseguite presso l’azienda verranno accettate dal Gruppo di
verifica, il quale viene nominato dall’organo di certificazione e può essere
composto da auditors non dipendenti dell’organo stesso ma del cui operato
però risponde l’organo medesimo. Esse vengono accettate come valide solo
se eseguite con i metodi definiti dalla norma tecnica di prodotto e con
apparecchiature in corretto stato di taratura. La valutazione delle
dichiarazioni di conformità dei fornitori è condotta tenendo presente anche
l’attività di riesame che su di essa effettua l’azienda. Inoltre il gruppo di
verifica può richiedere di effettuare prove aggiuntive sui prodotti, qualora
valuti che il piano dei controlli effettuati in precedenza dall’azienda o per
conto di essa non siano facilmente disponibili, significative, adeguate alla
valutazione di tutte le caratteristiche degli articoli.
Per quanto riguarda l’esecuzione delle prove richieste da Certitex,
esse sono valide se sono effettuate da:
48
Capitolo IV – Modelli di certificazione di prodotto
laboratori qualificati per la prova stessa in conformità all’ISO/IEC
17025;
altri laboratori, anche interni all’azienda, riconosciuti da Certitex
adeguati all’esecuzione delle prove.
La scelta dei laboratori spetta all’azienda e i rapporti di prova relativi
ai campioni prelevati devono essere conformi ai requisiti definiti dalla
norma ISO/IEC 17025 (“requisiti generali per la competenza dei laboratori
di prova e taratura”).
La verifica dei requisiti relativi a codice etico, ambientale,
deontologic, necessarie per ottenere il marchio, è condotta utilizzando una
Check kist che l’azienda riceve prima dell’avvio dell’iter di certificazione.
Per quanto riguarda il codice ambientale se l’azienda non dispone delle
necessarie autorizzazioni, rilasciate dalle autorità preposte, può essere
ammessa al rilascio del marchio solo se da evidenza di avere inoltrato le
relative domande da almeno sei mesi, e dia conferma nella visita di
rispettare in ogni modo, nel caso, eventuali limiti di legge.
Se l’iter ha avuto esito positivo, Certitex emette il certificato di
conformità, in particolare devono essere verificate insieme queste due
condizioni:
 verifica del sistema di gestione qualità aziendale abbia avuto esito
positivo;
 tutte le prove sui campioni prelevati abbiano dato esito positivo.
Una volta ottenuto il marchio di qualità verrà svolta un’attività di
sorveglianza sul mantenimento delle conformità ai requisiti del
Disciplinare. Il controllo avviene con visite di sorveglianza presso l’azienda
in modo da verificare a campione tutti gli elementi necessario per il
mantenimento delle conformità, esso sarà svolto in analogia all’attività per la
certificazione iniziale. L’intensità della sorveglianza è stabilita dall’organo di
certificazione in rapporto alla complessità e alla numerosità dei tipi di
prodotto approvati.
49
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
4.1.4 Tariffario
I costi per ottenere il marchio di qualità Seri.co comprende:
 TARIFFA DI ISCRIZIONE,
 TARIFFA DI CERTIFICAZIONE,
 TARIFFA DI MANTENIMENTO ANNUALE.
LA TARIFFA DI ISCRIZIONE è costituita dai costi di registrazione
dell’azienda e dai costi avvio pratica.
LA TARIFFA DI CERTIFICAZIONE si paga all’inizio dell’iter di
certificazione e comprende la pianificazione del campionamento dei
prodotti, il loro prelevamento e la valutazione dei rapporti di prova, l’audit
presso l’azienda, la verifica dell’adeguatezza della documentazione
predisposta (fascicoli tecnici,schede tecniche…) e infine la presentazione
della domanda al Comitato di Certificazione e la registrazione della
certificazione concessa.
LA TARIFFA DI MANTENIMENTO ANNUALE comprende la copertura
dei costi connessi all’attività di sorveglianza svolte durante l’anno.
4.2 MARCHIO DI QUALITA’ ECOLOGICA ECOLABEL
Il marchio di qualità ecologica Ecolabel (Regolamento 66/2010 del
25/11/2009) è uno strumento di gestione ambientale introdotto dalla
Comunità Europea rivolto ai prodotti e servizi con lo scopo di incoraggiare
le aziende a progettare prodotti che rispettino l’ambiente durante il loro
ciclo vita e a dare ai consumatori la possibilità di fare scelte d’acquisto
ambientalmente consapevoli e affidabili.
I prodotti Ecolabel europeo sono beni di consumo e servizi di uso
comune presenti nei 27 stati Membri dell’Unione Europea. Per ottenere il
marchio di qualità ecologico europeo le calzature devono soddisfare i criteri
Ecolabel intesi a limitare il livello di residui tossici,limitare le emissioni di
50
Capitolo IV – Modelli di certificazione di prodotto
composti organici volatili e promuovere prodotti più durevoli. L’unità
funzionale è un paio di calzature.
4.2.1 Soggetti coinvolti
E’ presente un Organismo Competente, che in Italia è rappresentato
dalla sezione Ecolabel del Comitato Ecolabel- Ecoaudit. Esso è costituito da
un presidente, un vicepresidente e da 12 rappresentanti dei seguenti
Ministeri: ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio (4),
Ministero dello Sviluppo Economico (4), Ministero della Salute (2) e
Ministero dell’Economia e delle Finanze (2).
La sezione Ecolabel del Comitato riceve la domanda e la
documentazione da parte dell’azienda richiedente ed è responsabile del
rilascio del marchio.
Il supporto tecnico al Comitato è svolto dall’I.S.P.R.A (Istituto
Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).Ad essa sono affidati
diversi compiti:
 Istruttoria e valutazione delle domande per l’assegnazione del
marchio;
 Elaborazione e distribuzione dei manuali per l’utente per la
concessione del marchio;
 Informazione al pubblico e alle imprese;
 Istituzione e gestione di registri degli Ecolabel assegnati;
 Promozioni di studi e ricerche;
 Verifiche ispettive;
 Supporto alle aziende per la preparazione della domanda di
concessione del marchio e del dossier tecnico allegato.
51
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
4.2.2 Iter di certificazione
Le domande di assegnazione del marchio di qualità ecologica possono
essere presentate da produttori, fabbricanti, importatori, fornitori di servizi
e venditori all’ingrosso e al dettaglio. Il richiedente per ottenere la
concessione del marchio deve soddisfare i criteri ecologici e prestazionali
definiti per ogni gruppo di prodotto all’interno del manuale tecnico. Per
questo motivo dovrà redigere un dossier contenente:
 i modelli specifici compilati;
 i rapporti di prova;
 tutte le dichiarazione riferite al prodotto da etichettare.
In particolare i rapporti di prova sono considerati idonei solamente se
le prove sono eseguite utilizzando i metodi definiti dalla norma tecnica ed
eseguiti in laboratori accreditati. per questo motivo è necessario inviare
anche l’indicazione dei riferimenti relativi all’accreditamento dei laboratori
che hanno effettuato le prove.
Una volta redatto il dossier tecnico,l’azienda lo presenterà al Comitato
Ecolabel-ecoaudit insieme a:
domanda di assegnazione del marchio;
ricevuta del pagamento dell’istruttoria;
certificato d’iscrizione nel registro delle imprese;
copia di eventuali altre certificazioni;
formulario tecnico e/o rapporto tecnico specifico contenuto nella
parte tecnica del manuale del prodotto;
foto dei prodotti per i quali è richiesta la certificazione.
La verifica della conformità ai criteri Ecolabel si esegue mediante l’esame,
da parte dell’Ispra, delle prove e delle dichiarazioni presentate dal
richiedente all’atto della domanda. Se l’istruttoria ha avuto esito positivo il
Comitato rilascia il marchio.Il tempo necessario per ottenere il contratto
d’uso è massimo 3 mesi dalla data di ricevimento della domanda. Nel caso in
cui la documentazione presentata con la domanda risulti insufficiente
l’istruttoria viene sospesa fino al ricevimento delle integrazioni necessarie.
52
Capitolo IV – Modelli di certificazione di prodotto
Al fine di verificare il mantenimento delle condizioni necessarie per
l’ottenimento dell’Ecolabel, il Comitato e i suoi rappresentanti possono
richiedere al titolare l’accesso agli stabilimenti o a parte di essi. Durante
queste visite i rappresentati autorizzati effettueranno una verifica ispettiva
nel luogo di fabbricazione del prodotto.
L’azienda che ottenei marchio può partecipare, durante la durata del
contratto d’uso, agli studi e /o ricerche per definire nuovi criteri per i singoli
gruppi di prodotti e/o revisione dei criteri definiti per ciascun gruppo di
prodotto
4.2.3 Tariffario
I costi per ottenere il marchio Ecolabel comprende:
 SPESA D’ISTRUTTORIA,
 COSTO DIRITTO D’USO,
 COSTO DIRITTO D’USO PER GLI ANNI SUCCESSIVI AL PRIMO,
 SPESE PER LE VERIFICHE SUPPLEMENTARI DEL COMITATO.
In particolare il COSTO DIRITTO D’USO corrisponde ad una cifra pari
allo 0.15% del fatturato relativo a volume delle vendite nello spazio
economico europeo del prodotto etichettato in base ai prezzi franco
fabbrica. Qualora il prodotto sia nuovo, il fatturato è calcolato su un’ipotesi
di vendite, adeguatamente documentata.
In particolare il COSTO DIRITTO D’USO PER GLI ANNI SUCCESSIVI AL
PRIMO viene determinato in base al fatturato annuo del prodotto, almeno un
mese prima della scadenza annuale del contratto. Nel caso in cui il fatturato
relativo al prodotto non sia già certificato, il comitato si riserva di effettuare
le opportune verifiche a spese del titolare.
53
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
54
Capitolo V
DISCIPLINARE CALZATURE
RIVIERA DEL BRENTA
Analizzati i marchi di qualità descritti nel capitolo precedente si è
cercato di capire quale dei due potesse essere preso come riferimento per
quanto riguarda la documentazione da presentare, i soggetti coinvolti, ma
soprattutto la procedura per l’assegnazione del marchio. Per quanto
riguarda quest’ultima la nostra attenzione è stata rivolta in particola modo al
marchio di qualità ecologico Ecolabel in quanto il marchio di qualità
Seri.Co certifica non solo la qualità del prodotto ma anche quella di sistema.
Per questo motivo, essendo il prodotto calzatura un prodotto
estremamente complesso, in cui i modelli prodotti e disponibili sono elevati
e i tempi di produzione sono molto ristretti data la stagionalità del
medesimo ed avendo come obiettivo quello di creare un disciplinare per le
calzature prodotte in Riviera del Brenta che valorizzasse il prodotto
calzatura senza un eccessivo aggravio di costi e impegno per le aziende del
distretto si è deciso di utilizzare un approccio “incrementale”.
Ciò significa che il marchio non certificherà anche una qualità di
sistema e che inizialmente esso certificherà solamente uno o più prodotto,
con l’obiettivo di estenderlo nel tempo alla produzione completa.
In collaborazione con l’Ing. Zambon (Treviso Tecnologia az. Speciale
per l’Innovazione della CCIAA di Treviso) è stato redatto il Disciplinare
Calzature Riviera Del Brenta che verrà descritto, nei suoi punti più
importanti, cioè soggetti coinvolti, documentazione da presentare, iter per
ottenere l’assegnazione del marchio, nei paragrafi successivi.
L’adesione al presente disciplinare è su base volontaria ed è
indirizzata ai calzaturifici situati in Riviera Del Brenta esclusivamente in
riferimento al prodotto “calzature donna/uomo” principalmente di tipo
55
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
classico e di fascia media-fine e fine. I requisiti fisico-meccanici che si
trovano all’interno dell’allegato tecnico fanno riferimento alla tipologia
“calzatura moda” ossia, secondo definizione, una calzatura ideata e
progettata per uso leggero in cui lo stile è prevalente.
Per il raggiungimento dell’assegnazione del marchio saranno
impegnati i calzaturifici ma soprattutto i fornitori, i quali infatti verranno
coinvolti attivamente per l’ottenimento della documentazione tecnica
necessaria al comitato di valutazione per il rilascio del medesimo.
5.1 SOGGETTI COINVOLTI
Il marchio è proprietà dell’Acrib Servizi Srl, società che quest’anno
festeggia cinquant’anni, la quale si occupa di servizi e iniziative a favore del
settore calzaturiero, mettendosi a disposizione delle aziende per studio e
realizzazione di progetti ed iniziative individuali, rendendo servizi
specialistici a favore dei calzaturifici italiani per promuovere, sostenere e
sviluppare iniziative inerenti il commercio interno ed esterno.
Il supporto tecnico è svolto dal Politecnico Calzaturiero Scarl
all’interno del quale la gestione delle diverse attività quali la verifica della
conformità, di rilascio della dichiarazione e di autorizzazione all’uso del
marchio sono suddivise in tre aree principali:
 Direzione
 Area pianificazione e programmazione attività di valutazione e di
sorveglianza;
 Area tecnica.
DIREZIONE: ha il compito di valutare le informazioni pervenute
dall’Area Tecnica e di verificare che l’azienda richiedente assolva, oltre ai
requisiti tecnici, le indicazioni dettate dal proprio statuto. E’ l’unico ente
56
Capitolo V – Disciplinare calzature Riviera Del Brenta
autorizzato alla firma del documento attestante la conformità e valido per
l’utilizzo del marchio.
AREA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DELL’ATTIVITÀ DI
VALUTAZIONE E SORVEGLIANZA: svolge attività di coordinamento e di
segreteria con le aziende associate.
Riceve e registra le comunicazioni in entrata ed in uscita riferite ai
processi di richiesta di adesione del disciplinare,:
Pianifica e affida le attività di test, il rilascio della documentazione
di conformità e uso del marchio.
AREA TECNICA: è affidata dalla Direzione a figure di comprovata
esperienza nell’ambito calzaturiero, liberi da ogni influenza nelle attività di
verifica tecnica. Essa ha il compito di raccogliere tutta la documentazione
relativa ai test effettuati e/o eventualmente richiesta alle aziende in merito ai
processi produttivi elaborando un rapporto tecnico con giudizio sul rispetto
dei requisiti presenti nel disciplinare. Questo rapporto andrà trasmesso alla
Direzione.
E’ presente inoltre un Comitato di salvaguardia costituito da 5 o più
membri in rappresentanza delle parti interessate al settore calzaturiero e
presenti sul territorio (es. CCIAA, Enti pubblici, Associazioni
consumatori….). Il comitato si riunisce ogni 6 mesi per riesaminare il
corretto svolgimento delle attività finalizzate al rilascio della dichiarazione
di conformità e uso del marchio. Viene convocato in forma straordinaria
nell’eventualità di reclami e/o contenziosi la cui gestione da parte del
Direttore non sia stata sufficiente.
57
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
5.2 ITER DI CERTIFICAZIONE
La procedura per l’assegnazione del marchio è stata suddivisa
principalmente in 4 fasi.
FASE I
Durante la realizzazione del campionario l’azienda richiedente decide
di voler certificare all’interno della propria collezione un modello con unica
variante il colore. Come detto precedentemente, il rilascio del marchio
verrà rilasciato solo a fronte del pieno rispetto ai requisiti espressi
all’interno di questo disciplinare, in particolare all’interno del documento
tecnico “Qualità delle calzature” per i componenti della calzatura in esame.
L’azienda richiedente, quindi, ricerca materiale informativo
riguardante la certificazione nel sito internet del Politecnico Calzaturiero,
all’interno del quale oltre a trovare una copia formato file del disciplinare
stesso, in modo tale da essere facilmente consultabile, troverà anche il
Modulo di Richiesta.
Il Modulo di Richiesta rappresenta il documento con cui l’azienda fa
richiesta formale di certificazione per il modello di calzatura scelto e
all’interno del quale sono specificate anche le spese d’istruttoria.. Esso deve
essere inviato al Politecnico Calzaturiero dall’azienda richiedente compilato
e quindi completo delle informazioni necessarie per ottenere la
certificazione, in particolare deve contenere una foto e la descrizione
dettagliata del modello da certificare, ossia una descrizione di materiali
utilizzati per ogni componente o una distinta base.
FASE II
Il Politecnico Calzaturiero, una volta ricevuto dall’azienda il Modulo
di Richiesta, lo esamina e qualora non siano presenti motivi di ostacolo,
58
Capitolo V – Disciplinare calzature Riviera Del Brenta
pianifica, in base all’esame del modello da certificare, quali sia la
documentazione che l’azienda richiedente deve presentare per ottenere la
piena copertura ai requisiti richiesti.
Definiti i requisiti tecnici che quel determinato modello deve
possedere, verrà inviato all’azienda un documento, Documento di
Conferma, il quale rappresenta il contratto tra il Politecnico Calzaturiero e
l’azienda richiedente. In esso sarà contenuta la lista dei rapporti di
prova/analisi da presentare suddivisa per ogni per ogni materiale e
componente e il costo per l’attività di prove necessarie.
Per quanto riguarda le analisi da presentare e condotte dai fornitori,
per essere riconosciute come valide ai fini della valutazione di conformità,
dovranno essere effettuate da laboratori accreditati e i rapporti di prova
dovranno essere accompagnati da:
1. DATI DEL LABORATORIO;
2. DATA DELLA CONDUZIONE DELLA PROVA;
3. DESCRIZIONE DEL CAMPIONE che permetta la successiva
tracciabilità riferita al prodotto finito;
4. METODO DI ANALISI;
5. RISULTATO ESPRESSO COME VALORE CON UNITA’ DI
MISURA;
6. RESPONSABILITA’ DEL RILASCIO DEI DATI (firma del
tecnico abilitato o del Responsabile di laboratorio).
Qualora l’Azienda richiedente non fosse in grado di ottenere la
necessaria documentazione da parte dei proprio fornitori e quindi non fosse
in grado di ottenere la documentazione indispensabile per l’ottenimento
della certificazione diviene necessario il completamento delle analisi. In tale
situazione l’azienda potrà richiedere tale servizio al Politecnico Calzaturiero
e mettere a disposizione dello stesso dei campioni rappresentativi dei
materiali utilizzati.
59
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
FASE III
Firmato il Documento di Conferma da parte dell’azienda richiedente, essa
invia al Politecnico Calzaturiero tutta la documentazione richiesta. L’Area
pianificazione e programmazione provvede alla gestione dei rapporti di
prova e delle analisi costituendo un fascicolo tecnico completo delle
informazioni ricevute dalle aziende.
A questo punto la Direzione prenderà in esame ogni fascicolo tecnico
e, in funzione di un’analisi di tutti i valori delle caratteristiche oggetto del
disciplinare, autorizzerà il rilascio della dichiarazione di conformità e l’uso
del marchio.
Qualora l’esito della valutazione del fascicolo tecnico sia positivo, vi
sarà il rilascio della certificazione (marchio), nel caso in cui invece alcune
caratteristiche non rientrino nei limiti previsti dal disciplinare tecnico, verrà
inviato un avviso scritto all’azienda richiedente e bloccato l’iter di
valutazione fino al ricevimento delle integrazioni necessarie.
FASE IV
Ottenuto il marchio di qualità verrà svolta un’attività di sorveglianza
sul mantenimento delle conformità ai requisiti del Disciplinare. Il controllo
avviene durante il periodo di validità del marchio attraverso visite ispettive
presso l’azienda in modo da:
verificare a campione la documentazione relativa ai materiali e
componenti utilizzati
condurre test di laboratorio sulle calzature, prese a campione, in
produzione.
60
Capitolo V – Disciplinare calzature Riviera Del Brenta
5.3 TARIFFARIO
I costi per ottenere la certificazione si possono suddividere in due
gruppi principali:
1) COSTI FISSI;
2) COSTI VARIABILI:
I costi fissi comprendono:
 ESAME DOMANDA DI CERTIFICAZIONE E/O ESTENSIONE;
 GESTIONE SEGRETERIA COMPRENSIVA DELLA REGISTRAZIONE
CERTIFICAZIONE E/O ESTENSIONE
 VERIFICHE ISPETTIVE PER PRIMA EMISSIONE DEL CERTIFICATO O
SORVEGLIANZA.
 SPESE PER LE VERIFICHE SUPPLEMENTARI DEL COMITATO.
I costi variabili comprendono:
 TEST DI LABORATORIO.
Vengono definiti variabili in quanto sono strettamente correlati alla
maggiore o minore facilità con cui i fornitori provvedono ad effettuare
loro stessi le analisi richieste dall’azienda e a fornire quindi i rapporti
di prova richiesti per ogni materiale/componente che costituisce il
modello da certificare. Maggiori analisi l’azienda richiedente riuscirà
ad ottenere dal proprio fornitore minore sarà la spesa che dovrà
sostenere per l’esecuzione dei test attestanti la conformità alle
specifiche richieste per l’ottenimento della certificazione.
61
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
62
Capitolo VI
SPERIMENTAZIONE
6.1 PROTOCOLLO DI SPERIMENTAZIONE
La fase successiva alla realizzazione del disciplinare è stata quella di
avviare la fase di sperimentazione in modo tale da capirne la fattibilità ed
evidenziarne eventuali limiti o problematiche.
In primis, la sperimentazione ha l’obiettivo di capire la quantità di
documentazione tecnica (rapporti di prova) in possesso del calzaturificio nel
momento di consegna da parte dei fornitori di materiali e componenti per
l’assemblaggio della calzatura.
Questo è un punto molto importante da valutare dal momento che
maggiore sono i rapporti di prova ottenuti dai fornitori, minori saranno le
prove di laboratorio a carico dei calzaturifici per attestare il pieno rispetto
dei requisiti stabiliti all’interno del documento tecnico.
Allo stesso tempo, con l’attività di sperimentazione si potrà vedere la
risposta dei fornitori alla richiesta da parte dei calzaturifici di fornire, per i
materiali e componenti appartenenti al modello da certificare acquistati, la
documentazione (rapporti di prova) attestante la conformità alle specifiche
richieste. A seconda poi delle maggior o minore difficoltà da parte dei
fornitori di dotare i prodotti richiesti della sopraccitata documentazione si
vaglierà se richiedere, almeno inizialmente, che le prove siano effettuate in
laboratorio accreditati o meno.
La sperimentazione, ora condotta su un solo modello con unica
variante il colore, permetterà di rendersi conto della tempistica necessaria
per compiere l’intero iter di certificazione e di una possibile o meno futura
estensione a tutta la produzione, in termini non solo di tempo ma anche
economici.
63
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Facendo riferimento ai presupposti sopra citati si è pensata alla
seguente procedura di sperimentazione coinvolgendo inizialmente tre
calzaturifici (Kallistè Srl, Gritti Srl, Ballin Srl).
1. L’azienda coinvolta nella fase di sperimentazione è stata
contattata telefonicamente per spiegarle l’iter di certificazione
2. Il Politecnico Calzaturiero invia alle aziende richiedenti il
modello “DOMANDA DI CERTIFICAZIONE” da compilare
una volta scelto il modello da certificare.
3. L’azienda sceglie il modello e invia al Politecnico Calzaturiero il
documento Domanda di certificazione completo di tutte le
informazioni.
4. Il Politecnico ricevuta la Domanda di Certificazione prepara il
DOCUMENTO DI CONFERMA con all’interno la lista delle
prove/requisiti per ottenere la certificazione e lo porta
direttamente in azienda per spiegare all’azienda richiedente ciò
che dovrà richiedere ai fornitori. Verrà fornito un format da
inviare ai fornitori stessi.
5. L’azienda contatta i fornitori per richiedere i rapporti di prova
testanti la conformità ai requisiti richiesti.
6. Una volta ricevuti i rapporti di prova da parte dei fornitori il
Politecnico andrà direttamente in azienda a valutare la
documentazione ottenuta. In particolare tra la documentazione
pervenuta si valuteranno il numero di rapporti di prova condotti
in laboratori accreditati.
64
Capitolo VI – Sperimentazione
7. Nel caso di documentazione mancante le prove verranno
condotte a spese del Politecnico Calzaturiero all’interno del
Politecnico stesso o nei laboratori dei partner scientifici di
progetto descritti nel paragrafo successivo.
6.2 LABORATORI
Nell’ambito della sperimentazione, come descritto precedentemente,
sono stati coinvolti i laboratori con l’obiettivo di integrare la
documentazione tecnica (rapporti di prova), qualora quest’ultima non fosse
presentata in modo completo da parte dei fornitori, e per lo svolgimento
delle analisi da condurre sulla calzatura completa ( adesione suola-tomaia,
tenuta del tacco) a carico dei calzaturifici.
Data la richiesta all’interno del disciplinare che le prove siano
effettuate da laboratori accreditati i laboratori considerati sono il Politecnico
Calzaturiero, in fase di accreditamento, Analytical Srl e Treviso Tecnologia
(Azienda Speciale per l’innovazione), già accreditati.
6.2.1 Politecnico Calzaturiero
Il Politecnico Calzaturiero opera in un’ottica integrata ed in
partnership con altri soggetti per costruire una rete formativa, a supporto
delle aziende di tutta la filiera e svolge attività di formazione, di ricerca e
servizi di consulenza nel campo della qualità aziendale e della sicurezza
negli ambienti di lavoro.
E’ costituito da tre aree principali:
1) Area formazione;
2) Area dell’innovazione tecnologica;
3) Area del controllo qualità e controllo dei materiali.
Per quanto riguarda l’area del controllo qualità e controllo dei
65
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
materiali il politecnico ha un laboratorio qualità di circa 80 mq., dotato di un
sistema di condizionamento che mantiene la temperatura e l’umidità
costanti e delle seguenti attrezzature:
Abrasimetro a tamburo rotante per la prova di abrasione di suole,
gomma ed elastomeri,
Abrasimetro di tipo Martindale per la prova di abrasione di tomai,
cuoi, tessuti, non tessuti;
Bilancia elettronica;
Dinamometro elettronico per la prova di resistenza a trazione,
flessione, compressione taglio, carico alternato ed altri tipi di
sollecitazione dinamica;
Apparecchio Dome per la misurazione della resistenza alla messa
in forma di contrafforti e puntali,
Durometro Shore per la determinazione della durezza di gomma,
elastomeri e materie plastiche.
Apparecchio per la misurazione della resistenza all’impatto
continuo dei tacchi per calzature donna;
Flessimetro tipo Bally normale e un flessimetro Bally per le basse
temperature per lo svolgimento di prove atte alla determinazione
della resistenza alle flessioni ripetute di tomai, cuoi e pelle
artificiali;
Flessimetro tipo Bennewart per la misurazione della resistenza a
flessioni ripetute delle suole;
Flessimetro tipo Ross per la misurazione della resistenza a
flessioni ripetute delle suole;
Apparecchio per la misurazione della resistenza all’impatto laterale
continuo dei tacchi per calzature donna;
Apparecchio per la determinazione dell’impermeabilità del cuoio
delle suole;
Lampada allo Xeno per la misurazione dell’invecchiamento
66
Capitolo VI – Sperimentazione
accelerato alla luce artificiale delle calzature;
Apparecchio per la determinazione della permeabilità dinamica
dei tomai;
Apparecchio per la determinazione della permeabilità al vapor
d’acqua dei tomai;
Perspirometro per la misurazione della resistenza alla migrazione
del colore per contatto di tomai, fodere, sottopiedi di pulizia;
Apparecchio idoneo alla determinazione della resistenza alla
screpolatura dei cuoi;
Spessimetro per la misurazione dello spessore dei cuoi;
Veslic per la determinazione della solidità del colore di tomai,
fodere, sottopiedi e supporti rivestiti allo strofinio;
Apparecchio per la determinazione della resistenza allo strappo
dei cuoi.
6.2.2 Analytical Srl
Analytical viene fondata nel 1983 come laboratorio di analisi chimiche
e chimico fisiche per industria e ambiente. Nel corso del tempo il
laboratorio cresce, mantenendo però la propria struttura di ricerca e analisi
sempre indipendente.
Nel 1988 Analytical ottiene l’iscrizione all’Albo nazionale dei
laboratori di ricerca altamente qualificati.
Negli anni successivi estende i propri programmi di ricerca a nuovi
settori. Cresce la dotazione tecnica interna, aggiornata ai protocolli di
ricerca. L’impegno e i riconoscimenti ottenuti dal Laboratorio richiamano
nuove risorse umane che entrano nel team, arricchendolo di know how
specializzato.
I continui investimenti in tecnologia e formazione professionale
hanno dato vita oggi a una struttura efficiente, finalizzata a perseguire un
miglioramento continuo e basata su tecnici selezionati e qualificati.
67
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Analytical è certificata ACCREDIA n. 0386 e opera in conformità con
la normativa UNI CEI EN ISO/IEC 17025. Quale laboratorio altamente
qualificato nel settore ricerca Analytical è iscritta al registro MIUR presso il
Ministero per garantire al cliente i massimi standard di qualità, risultati
certificati e sicurezza.
L'attività viene gestita da quattro settori specializzati che cooperano
tra loro in perfetta sinergia per dare un servizio quanto più completo al
cliente:
 Ambientale: analisi acque, aria, terreni, rifiuti, bonifiche
ambientali;
 Industriale: analisi chimiche e fisiche su cuoio, sintetici, tessuti,
resine, prodotti chimici;
 Partnership: servizi di consulenza tecnica, sicurezza in ambiente di
lavoro, certificazione, redazione VIA, VAS, SISTRI;
 Techno: Servizi di ingegneria e realizzazione di impianti di
depurazione per acqua e aria.
Analytical è da sempre attività nella ricerca e controllo del settore
conciario e delle industrie di trasformazione con analisi accreditate su cuoio,
pelli, tessuti e materiali sintetici.
Il laboratorio offre una gamma completa di prove chimiche per la
verifica del rispetto dei limiti di legge e di capitolati di fornitura tra le quali
ricordiamo:
determinazione dei metalli pesanti;
ammine aromatiche vietate;
composti organostannici e bromurati;
pestici e conservanti come fenoli clorurati, pesticidi e antimuffa;
formaldeide ed aldeidi;
idrocarburi policiclici aromatici, PCB, PCT;
paraffine clorurate;
ftalati;
composti organici volatili;
68
Capitolo VI – Sperimentazione
sostanze SVHC e incluse nell'allegato XIV del Regolamento
Reach;
sostanze vietate dal Regolamento Reach all'allegato XVII;
Anche nel campo delle prove fisiche e tintoriali il laboratorio è dotato
di strumentazione accreditata per testare la resistenza e durata dei prodotti
all'uso e agli agenti atmosferici.
La partecipazione ai gruppi di lavoro degli enti di normazione ed il
costante aggiornamento del personale tecnico e della strumentazione
contribuiscono ad offrire un servizio altamente qualificato in un progetto di
crescita con il cliente.
E' questa l'anima del servizio Partnership che beneficia della
esperienza dei diversi settori integrando le competenze per la massima
efficienza nella informazione del cliente e nella gestione di problematiche
specifiche.
Una assistenza al cliente che vuole soddisfare sia la richiesta di
verifiche analitiche sui materiali sia lo sviluppo di processi efficienti dal
punto di vista qualitativo e ambientale per la valorizzazione di una qualità
totale del prodotto.
6.2.3 Treviso Tecnologia (Azienda Speciale per
l’innovazione)
Treviso Tecnologia è l’Azienda Speciale per l’innovazione, creata nel
1989 dalla Camera di Commercio di Treviso allo scopo di sviluppare ed
alimentare una cultura di impresa orientata all’innovazione, affiancando
costantemente le imprese attraverso:
 la offerta di servizi e progetti ad elevato contenuto innovativo e
tecnologico, in connessione con il mondo scientifico e l’università
 la sviluppo di percorsi formativi mirati alla creazione di
professionalità e competenze specialistiche, innovative e
69
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
cosmopolite in un contesto di lifelong learning
 la diffusione e l’assistenza tecnica per la realizzazione di progetti
mirati alla certificazione dei prodotti e dei sistemi aziendali
Treviso Tecnologia agisce come facilitatore nell’informazione,
formazione e sviluppo di servizi per una costante diffusione della
innovazione tecnologica presso le imprese attraverso la leva fondamentale
del network tra il mondo della ricerca, dell’università, degli enti pubblici e
delle associazioni.
Conta su un organico di circa 50 persone tra dipendenti e
collaboratori, allargato ad un network di quasi un centinaio di professionisti,
docenti e manager selezionati, che operano tra le sedi di Lancenigo di
Villorba (Formazione, Servizi alle Imprese) e di Rustignè di Oderzo
(Laboratori CERT).
L’offerta di Treviso Tecnologia è articolata su tre Aree di Attività che
raggruppano per competenze ed obiettivi i servizi disponibili:
Innovazione e trasferimento tecnologico
I servizi offerti sono mirati allo sviluppo di una cultura di impresa
orientata all’innovazione, attraverso azioni di diffusione, sperimentazione e
sviluppo completo di progetti pilota finanziati a livello locale o
internazionale.
Progetti particolarmente avanzati sono realizzati sfruttando le nuove
tecnologie e le opportunità offerte dalle più recenti innovazioni in ambito
ICT.
La collaborazione con le Università e strutture di ricerca
internazionali permette lo sviluppo di progetti finalizzati alla
sperimentazione ed alla crescita delle imprese locali in ambiti
particolarmente competitivi su scala internazionale (Programmi Quadro
europei, design industriale e innovazione di prodotto ad alto valore
aggiunto).
70
Capitolo VI – Sperimentazione
Il laboratorio “Neroluce” è nato attraverso un progetto cofinanziato
dalla Regione Veneto e dalla Camera di Commercio di Treviso per
supportare le aziende nello sviluppo di nuovi prodotti, con lo scopo da un
lato di “migliorare” il prodotto in via di sviluppo, grazie al supporto di
tecnologie e metodologie innovative, dall’altro di permettere alle aziende di
contenere i costi del processo di sviluppo stesso.
Il laboratorio è nato sulla base della consistente esperienza sviluppata
da Treviso Tecnologia sui temi dell'innovazione di prodotto, del design ed
in generale del supporto alla creatività come fattore chiave per la
competitività delle aziende, e svolgerà la sua attività in modo collaborativo e
sinergico con le realtà già presenti nel territorio, fungendo quindi anche da
"facilitatore" per l'accesso ai servizi qualificati offerti da altre realtà.
Si tratta di una struttura per la ricerca applicata - realizzata all'interno
dell'incubatore La Fornace di Asolo - che offre una serie di servizi per
permettere alle aziende un approccio più mirato ed analitico nello sviluppo
di nuovi prodotti: un approccio che può permettere grossi risparmi di
tempo, denaro e risorse rispetto all'approccio basato solamente
sull'intuizione, dove spesso si procede "per tentativi", con il rischio di
significativi sprechi.
 Prototipazione Virtuale (Virtual Prototyping) di prodotti, grazie a
tecniche di modellazione solida e tridimensionale (digital mock up)
e tecnologie per la riproduzione con tecniche di proiezione 3D ai
fini della creazione di una pilot room per la presentazione
interattiva di nuovi prodotti non ancora esistenti, nemmeno come
prototipi fisici.
 L'ergonomia e l'usabilità dei prodotti: servizi di test, assistenza
tecnica e consulenza su questi temi sempre più strategici per la
realizzazione di prodotti di successo e che possano affermarsi nella
competizione internazionale.
 Servizi a supporto dell'approccio strategico dell'impresa per la
valorizzazione della proprietà intellettuale relativa ai modelli di
design ed ai marchi comunitari
71
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
 L'informazione, l'assistenza per la conoscenza e l'utilizzo di
materiali innovativi, al fine anche di favorire la contaminazione tra
settori industriali
Formazione specialistica e manageriale;
Servizi alle imprese e tutela della proprietà industriale:
Si tratta di servizi innovativi di consulenza, assistenza tecnica e
formazione specialistica su temi fondamentali per lo sviluppo e la
competitività delle imprese sui mercati globali.
Le principali componenti sono i laboratori CERT ed i servizi InfoTech.
Il CERT – nella sede di Rustignè di Oderzo- è Centro per la
Certificazione e Test dei prodotti, che sviluppa sul territorio investimenti,
conoscenze e servizi di laboratorio accreditati a livello nazionale e
internazionale, al fine di promuovere la qualificazione e il riconoscimento
dei prodotti delle imprese del territorio sul mercato interno ed
internazionale.
I servizi InfoTech sviluppano un’efficace attività di informazione
tecnica e tecnologica, di iniziative divulgative e supporto operativo su
 Proprietà Intellettuale;
 Marchi e Brevetti;
 Design Comunitario;
 Norme e Standard.
Treviso Tecnologia è PATLIB (Patent Library Office), nodo diretto
dell’Ufficio Europei Brevetti, e Punto UNI/CEI/EN per la normativa
tecnica nazionale e internazionale.
72
Allegati
ALLEGATO I :
Prove sulle materie prime

PELLAMI/CUOIO:
 Determinazione pH e dell’indice differenziale;
 Determinazione Cromo VI;
 Determinazione di alcuni metalli (Al, P,Fe,Si, Zr…)dopo
digestione acida:
 Determinazione del contenuto di alcuni metalli su estratto con
soluzione di sudore artificiale;
 Determinazione contenuto formaldeide;
 Determinazione pentaclorofenolo e altri fenoli clorurati (TeCP)
 Determinazione contenuti azocoloranti;
 Determinazione contenutodi Arsenico Piombo e Cadmio;
 Determinazione del contenuto di dimetilfumarato;
 Determinazione delle sostanze solubili in acqua, delle sostanze
inorganiche e organiche solubili in acqua;
 Determinazione delle ceneri solfatate totali insolubili in acqua;
 Determinazione delle sostanze volatili;
 Determinazione dello spessore;
 Determinazione dello spessore della rifinizione;
 Determinazione della massa volumica (densità) apparente;
 Resistenza a trazione ed allungamento % a rottura;
 Assorbimento statico dell’acqua (Kubelka);
 Carico di strappo singolo (provino a pantalone)
strappo su due bordi (provino a fessura);
 Determinazione della distensione e della resistenza a trazione del
fiore di un cuoio leggero. Metodo della biglia.
 Resistenza all’acqua (impermeabilità dinamica) del cuoio leggero;
73
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
 Resistenza alla screpolatura del fiore e dell’indice di screpolatura
del fiore dei cuoi pesanti;
 Temperatura di rottura a freddo della rifinizione;
 Permeabilità al vapore acqueo;
 Assorbimento di vapore acqueo;
 Temperatura di contrazione (TG) fino a 100°C;
 Resistenza a flessione mediante flessione continua (Metodo Bally);
 Resistenza a flessione con il metodo “vamp flex”;
 Resistenza all’abrasione del cuoio per suola;
 Resistenza all’incollaggio;
 Resistenza alla cucitura;
 Resistenza allo strappo al punto di cucitura (cuoio suola);
 Resistenza a flessione cuoi pesanti;
 Adesione della rifinizione;
 Stabilità dimensionale;
 Assorbimento e de assorbimento d’acqua;
 Permeabilità al vapore acqueo;
 Assorbimento d’acqua per capillarità (wicking test);
 Resistenza al calore secco;
 Determinazione temperatura di rottura a freddo della rifinizione
 Invecchiamento accelerato;
 Determinazione della morbidezza;
 Solidità del colore alla luce artificiale (Xeno Test);
 Solidità del colore alle gocce d’acqua;
 Solidità del colore all’acqua;
 Solidità del colore alla perspirazione;
 Solidità del colore rispetto alla migrazione nel PVC plastificato;
 Solidità del colore allo strofinio (Veslic);
 Solidità del colore allo sfregamento (crocking);
 Solidità del colore all’invecchiamento accelerato;
 Determinazione del grado di oleorepellenza;
74
Allegati

TESSUTI/NON TESSUTI/ SPALMATI:
 Determinazione Cromo VI:
 Determinazione formaldeide libera ed idrolizzata;
 Determinazione quantitativa di metalli pesanti con estrazione
mediante sudore acido (As, Pb, Cd, Ni, Hg, Cu…)
 Rilevazione di coloranti dispersi e allergenici,
 Determinazione contenuti di Polibromobifenili (PBB PBDE);
 Determinazione di policlorobifenili (PCB);
 Determinazione di pentaclorofenolo e tetraclorofenolo e relativi
Sali ed esteri,
 Determinazione azocoloranti;
 Determinazione composti organo stannici ( TBT, DBT, MBT,
TTBT),
 Determinazione del contenuto di ftalati ( DEHP, DBP, BBP,
DINP, DIDP, DNOP);
 Determinazione del contenuto di Alchilfenoli
 Determinazione del contenuto di Alchilfenoli Etossilati;
 Determinazione del contenuto di dimetilfumarato (DMFU);
 Determinazione della massa areica dei tessuti e non tessuti (a
temperatura ambiente);
 Determinazione della massa areica dei tessuti e non tessuti (dopo
essicazione);
 Determinazione dello spessore dei tessuti e non tessuti;
 Determinazione del numero di fili per unità di lunghezza nei
tessuti ortogonali;
 Determinazione della resistenza a trazione e dell’allungamento;
 Prova a trazione con il metodo Grab;
 Determinazione della forza massima di rottura delle cuciture con
metodo Greb;
 Determinazione della forza massima di rottura delle cuciture con il
metodo della striscia;
75
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero

























76
Resistenza alla lacerazione su provette a pantalone;
Resistenza alla lacerazione su provette ad ala;
Resistenza alla lacerazione su provette a linguetta;
Resistenza alla perforazione con il metodo della sfera;
Resistenza alle flessioni ripetute (Metodo Bally);
Resistenza alle flessioni ripetute (Metodo vamp Flexing);
Determinazione del ph dell’estratto acquoso;
Resistenza all’abrasione (Martindale);
Tendenza alla formazione di pelosità superficiale e di palline di
fibre (pilling)- Metodo martingale modificato;
Prova di migrazione del colore;
Invecchiamento al sudore artificiale;
Determinazione del tempo d’assorbimento di acqua nei non tessuti
(metodo della goccia);
Determinazione della variazione dimensionale a caldo nei nontessuti;
Invecchiamento accelerato;
Determinazione della resistenza alla lacerazione al chiodo;
Solidità del colore allo sfregamento (Crocking);
Solidità del colore allo strofinio (Veslic);
Solidità del colore alla luce artificiale (Xeno Test);
Determinazione del grado di oleorepellenza (resistenza agli
idrocarburi);
Solidità del colore all’invecchiamento scellerato;
Valutazione della migrazione dei colori dei tessili nei rivestimenti
di PVC;
Determinazione delle variazioni dimensionali. Metodo della
bagnatura a freddo dei tessuti,
Solidità del colore allo sfregamento con solventi organici;
Solidità del colore all’acqua (Metodo Hydrotest),
Solidità del colore all’acqua di mare (Metodo Hydrotest);
Allegati
 Solidità del colore all’acqua clorata di piscina (Metodo Hydrotest);
 Solidità del colore al sudore acido e alcalino (Metodo hydrotest);
 Solidità del colore alla goccia d’acqua.
Prove sui componenti

TOMAIA:















Resistenza alla trazione e all’allungamento percentuale a rottura;
Resistenza alla lacerazione (provino a pantalone);
Resistenza alla delaminazione;
Determinazione dell’attitudine al montaggio (prova di scoppio),
Resistenza alle flessioni ripetute (metodo Bally);
Resistenza alle flessioni ripetute (metodo Vamp Flex);
Resistenza alla cucitura;
Permeabilità al vapore d’acqua e assorbimento del vapore d’acqua;
Solidità del colore allo strofinio (Veslic);
Solidità del colore allo sfregamento (Crocking);
Solidità del colore alla migrazione;
Solidità del colore rispetto alla migrazione su PVC plastificato;
Resistenza all’acqua (impermeabilità dinamica);
Resistenza all’abrasione (metodo Martindale);
Determinazione della capacità all’incollaggio;

FODERA e SOTTOPIEDI DI PULIZIA:






Resistenza alla trazione e all’allungamento percentuale a rottura;
Resistenza alla lacerazione (provino a pantalone);
Resistenza alle flessioni ripetute (metodo Bally);
Resistenza alle flessioni ripetute (metodo Vamp Flex);
Resistenza alla cucitura;
Permeabilità al vapore d’acqua e assorbimento del vapore d’acqua;
77
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero





Determinazione assorbimento statico e deassorbimento d’acqua;
Solidità del colore allo strofinio (Veslic);
Solidità del colore alla migrazione;
Resistenza all’abrasione (metodo Martindale);
Determinazione della resistenza al sudore;

SOTTOPIEDI DI MONTAGGIO:










Resistenza alla lacerazione (provino a pantalone;
Resistenza alla cucitura;
Resistenza alla sfaldatura (a secco e a umido);
Resistenza alla perforazione del chiodo;
Determinazione assorbimento statico e deassorbimento d’acqua;
Determinazione assorbimento dinamico e deassorbimento
d’acqua;
Resistenza all’usura;
Stabilità dimensionale;
Resistenza al sudore;
Determinazione sostanze idrosolubili;

SOTTOPIEDI ASPORTABILI (fussbett):





78
Solidità del colore allo strofinio (Veslic);
Solidità del colore al sudore;
Determinazione energia di compressione;
Determinazione della resistenza alla compressione ripetuta;
Resistenza alla de laminazione.
Allegati

SUOLA:
 Determinazione della massa volumica e della massa volumica
apparente in suole in gomma o materia plastica;
 Resistenza alle flessioni ripetute –Metodo Bennewart;
 Resistenza alle flessioni ripetute –Metodo Ross;
 Resistenza a rottura spontanea- metodo della cinghia (Belt flex);
 Resistenza all’abrasione;
 Resistenza alla lacerazione;
 Determinazione stabilità dimensionale;
 Resistenza al punto di cucitura;
 Resistenza alla de laminazione e al distacco tra gli strati;
 Determinazione dell’energia di compressione;
 Determinazione dell’assorbimento di energia nella zona del
tallone;
 Resistenza alla perforazione della suola;
 Resistenza alla trazione ed allungamento percentuale a rottura;
 Determinazione della capacità all’incollaggio;
 Determinazione della durezza Shore;
 Solidità del colore alla luce;
 Invecchiamento acellerato;
 Determinazione delle ceneri per suole in sintetico;
 Resistenza allo scivolamento;
 Determinazione sostanze idrosolubili;
 Identificazione degli elastomeri tramite FT-IR

TACCHI:




Resistenza all’inchiodatura (estrazione del chiodo);
Resistenza alle compressioni ripetute del tacco,
Determinazione della resistenza del tacco all’impatto laterale;
Resistenza a fatica del tacco.
79
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero

SOPRATTACCHI:







Resistenza all’abrasione;
Tenuta del soprattacco al tacco;
Resistenza alle compressioni ripetute del tacco;
Determinazione della deformazione residua dopo compressione;
Determinazione dell’energia di compressione;
Variazione dimensionale sotto compressione;
Determinazione durezza Shore.

CONTRAFFORTI e PUNTALI:
 Determinazione della capacità dell’incollaggio,

CAMBRIGLIONI:
 Determinazione della resistenza a fatica;
 Determinazione della rigidità longitudinale;

ACCESSORI:
 Resistenza alla corrosione da solfuri degli accessori metallici;
 Resistenza alla corrosione salina degli accessori metallici;
 Determinazione dello spessore di rivestimento di accessori
metallici;
 Determinazione della resistenza si ancoraggio di elementi
incastonati o incollati (strass, vetri, gemme..);
 Invecchiamento accelerato;
 Solidità del colore alla luce;
 Determinazione quantitativa del rilascio di Nichel.
80
Allegati

CERNIERE LAMPO (ZIP):












Resistenza all’ apertura laterale della cerniera;
Determinazione della tenuta della chiusura (cursore);
Resistenza dei finecorsa in chiusura;
Resistenza dei finecorsa in apertura,
Resistenza a trazione del tiralampo;
Resistenza a fatica;
Resistenza alla corrosione da solfuri degli accessori metallici;
Resistenza alla corrosione salina degli accessori metallici;
Solidità del colore alla luce;
Solidità del colore all’acqua;
Invecchiamento accelerato
Determinazione quantitativa del rilascio di Nichel.

CHUSURE A STRAPPO:
 Resistenza a taglio (shear) delle chiusure a strappo;
 Resistenza alla separazione (peel);
 Invecchiamento accelerato;

CALZATURE COMPLETE:








Resistenza al distacco della tomaia dalla suola;
Resistenza al distacco della tomaia dalla suola sulla punta;
Tenuta del tacco;
Resistenza alle flessioni ripetute della calzatura completa;
Resistenza a trazione dei lacci infradito (centrali e laterali);
Resistenza delle cuciture laterali della tomaia;
Invecchiamento accelerato;
Solidità del colore alla luce;
81
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
ALLEGATO II :
VALORI LIMITE SPECIFICHE TECNICHE

Ph DELL’ESTRATTO ACQUOSO e INDICE
DIFFERENZIALE:
Tabella III.28 – Valore limite pH estratto acquoso e indice differenziale
LIMITE
NORMA
UNI 10594
pH ≥ 3.2
ΔpH< 0.7
(UNI EN ISO
4045)
LIMITE
ECOLABEL
-
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
Allegato XVII
REACH
6 ≤ pH ≤ 9
(ISO 3071)
-
FORMALDEIDE LIBERA E IDROLIZZATA:
Tabella III.29 – Valore limite formaldeide libera e idrolizzata
LIMITE
NORMA
UNI 10594
≤ 150 mg/Kg
(EN ISO 177261/2)
82
LIMITE
ECOLABEL
cuoio:
≤150mg/kg;
(EN ISO 177261/2)
tessuti:
non rilevabile
lim di ril:
20 mg/Kg
(EN ISO 14184
- 1)
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
diretto contatto
con la pelle:
≤ 75 mg/Kg;
no diretto
contatto pelle:
≤ 300 mg/Kg;
Allegato XVII
REACH
-
Allegati
AZOCOLORANTI che possono liberare ammine aromatiche
pericolose:
Tabella III.30 – Valore limite azocoloranti
LIMITE
NORMA
UNI 10594
ASSENTI
il contenuto della
singola ammina
≤ 30 mg/Kg
LIMITE
ECOLABEL
cuio:
≤ 30 mg/Kg;
(CEN ISO TS
17234)
lim di rilevam.:
30 ppm
tessuti:
≤ 30 mg/Kg
(EN ISO 143621/2)
lim di rilevam.:
30 ppm
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
≤ 20 mg/Kg;
(EN 14362-1/2)
lim rilevamento:
20 mg/Kg)
Allegato XVII
REACH
≤ 30 mg/Kg
Articoli tessili e
cuoio che
potrebbero
entrare in
contatto diretto e
prolungato con la
pelle
83
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero

DIMETILFUMARATO (DMFU):
Tabella III.31 – Valore limite dimetilfumarato
LIMITE
NORMA
UNI 10594
LIMITE
ECOLABEL
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
Allegato XVII
REACH
-
-
0.1 mg/Kg
-
CROMO VI:
Tabella III.32 – Valore limite cromo VI
LIMITE
NORMA
UNI 10594
≤ 3 mg/Kg
(UNI EN ISO
17075)
84
LIMITE
ECOLABEL
ASSENTE
(UNI EN ISO
17075)
Lim rilevamento:
3 mg/kg
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
≤ 0.5 mg/Kg
(ESTRAZIONE
SUDORE
ACIDO)
Allegato XVII
REACH
Fa parte della
lista SVCH
compresa
nell’Appendice 1
“Sostanze
cancerogene
categoria 1”
Allegati
METALLI PESANTI (Arsenico, Cadmio, Piombo):
Tabella III.33 – Valore limite metalli pesanti (arsenico,piombo,cadmio)
LIMITE
NORMA
UNI 10594
LIMITE
ECOLABEL
DEVONO
ESSERE
ASSENTI
(EN 14602)
(sotto il limite
di rilevabilità)
-
LIMITE OEKO-TEX
STANDARD
Allegato XVII
REACH
ARSENICO,PIOMBO:
≤ 1 mg/Kg
CADMIO:
≤0. 1 mg/Kg
MERCURIO:
≤ 0. 02 mg/Kg
(estrazione in sudore
acido)
CADMIO:
≤ 0.01% in
massa del
polimero
NICHEL:
Tabella III.34 – Valore limite Nichel
LIMITE
NORMA
UNI 10594
LIMITE
ECOLABEL
-
-
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
Allegato XVII
REACH
-
≤ 0.5
μg/cm2/settimana
85
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
FTALATI:
Tabella III.35 – Valore limite ftalati
LIMITE
NORMA
UNI 10594
-
LIMITE
ECOLABEL
NON SONO
CONSENTITI
NEL
PRODOTTO
DNOP, DINP,
DIDP
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
∑ (DEHP,BBP,
DBP,DIBP)
≤ 0.1% in massa
plastificata
Allegato XVII
REACH
-
ALCANI C10-C13:
Tabella III.36 – Valore limite alcani C10-C13
LIMITE
NORMA
UNI 10594
-
86
LIMITE
ECOLABEL
NON DEVONO
ESSERE
PRESENTI IN
CUOIO,GOMMA,
E
COMP.TESSILI
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
Allegato XVII
REACH
≤ 0.1% nei
prodotti
d’ingrasso dei
cuoi
Allegati
PENTACLOROFENOLO,TETRACLOROFENOLO,
TRICLORFENOLO:
Tabella III.37 – Valore limite pentaclorefenolo,tetraclorofenolo,triclorofenolo
LIMITE
NORMA
UNI 10594
≤ 1 mg/Kg
LIMITE
ECOLABEL
Cuoio:
ASSENTI
(EN IAO 17010)
(lim di rilev: 0.1
mg/Kg);
tessile:
ASSENTI
(lim di rilev: 0.05
mg/Kg)
(XP G 08-015)
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
≤ 0.5 mg/Kg
Allegato XVII
REACH
≤ 0.1% in massa
nelle sostanze e
nei preparati
immessi nel
mercato
N-NITROSAMMINE
Tabella III.38 – Valore limite N-nitrosammine
LIMITE
NORMA
UNI 10594
-
LIMITE
ECOLABEL
NON RILEVABILE
COMPON.GOMMA
(EN 12868 )
LIMITE
OEKO-TEX
STANDARD
Allegato XVII
REACH
-
-
87
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
88
INDICE TABELLE
Tab. III.1 – Qualità percepita dal consumatore ........................................... 23
Tab. III.2 – Qualità progettuale .................................................................... 24
Tab. III.3 – Qualità materiali e componenti ................................................. 25
Tab. III.4 – Qualità calzatura completa ........................................................ 26
Tab. III.5 – Qualità post-produzione ............................................................ 26
Tab. III.6 – Caratteristiche eco-tossicologiche pelle/cuoio ......................... 31
Tab. III.7 – Caratteristiche eco-tossicologiche cuoio rivestito .................... 32
Tab. III.8 – Caratteristiche eco-tossicologiche tessuti/non tessuti.............. 33
Tab. III.9 – Caratteristiche eco-tossicologiche materiali polimerici ........... 33
Tab. III.10 – Caratteristiche eco-tossicologiche gomma.............................. 34
Tab. III.11 – Caratteristiche eco-tossicologiche accessori........................... 34
Tab. III.12 – Caratteristiche fisico-meccaniche tomaia in pelle.................. 35
Tab. III.13 – Caratteristiche fisico-meccaniche tomaia pelle rifinita.......... 36
Tab. III.14 – Caratteristiche fisico-meccaniche tomaia altri materiali........ 37
Tab. III.15 – Caratteristiche fisico-meccaniche fodera in pelle .................. 37
Tab. III.16 – Caratteristiche fisico-meccaniche fodera altri materiali ........ 38
Tab. III.17 – Caratteristiche fisico-meccaniche sottopiede pelle................ 38
Tab. III.18 – Caratteristiche fisico-meccaniche sottopiede altri
materiali .................................................................................... 39
Tab. III.19 – Caratteristiche fisico-meccaniche cambriglione .................... 39
Tab. III.20 – Caratteristiche fisico-meccaniche suola in cuoio ................... 40
Tab. III.21 – Caratteristiche fisico-meccaniche suola altri materiali .......... 40
Tab. III.22 – Caratteristiche fisico-meccaniche tacchi tutti materiali........ 41
Tab. III.23 – Caratteristiche fisico-meccaniche soprattacchi tutti
materiali ................................................................................... 41
Tab. III.24 – Caratteristiche fisico-meccaniche accessori in tutti i
materiali ................................................................................... 41
Tab. III.25 – Caratteristiche fisico-meccaniche cerniere ............................ 42
89
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature delle aziende del distretto calzaturiero
Tab. III.26 – Caratteristiche fisico-meccaniche calzatura completa ........... 42
Tab. III.27 – Valore limite documento tecnico ............................................ 44
Tab. III.28 – Valore limite ph estratto acquoso e indice differenziale ........ 82
Tab. III.29 – Valore limite formaldeide libera e idrolizzata ........................ 82
Tab. III.30 – Valore limite azocoloranti ........................................................ 83
Tab. III.31 – Valore limite dimetilfumarato ................................................. 84
Tab. III.32 – Valore limite cromo VI ............................................................ 84
Tab. III.33 – Valore limite metalli pesanti (As, Cd, Pb)............................... 85
Tab. III.34 – Valore limite Nichel................................................................. 85
Tab. III.35 – Valore limite ftalati................................................................... 86
Tab. III.36 – Valore limite alcani C10 - C13 .................................................... 86
Tab. III.37 – Valore limite pentaclorofenolo, tetraclorofenolo .................... 87
Tab. III.38 – Valore limite N-nitrosammine................................................ .87
90
Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature prodotte dalle Aziende del Distretto Calzaturiero
Standard di qualità
e sicurezza misurabili
per le calzature prodotte
dalle Aziende
del Distretto Calzaturiero
Progetto di Ricerca: Relazione Finale
Scarica

Standard di qualità e sicurezza misurabili per le calzature prodotte