AHL DIANE COLE, Due Sali Sebastiallo di Bellozzo Go:r.zoli a Sali Gimigliano: 1111 contributo al
p"'biema del/a pittura per la peste I/el 'I/wl/rocel/III , Rivis'" d'arte, 40 (1988) p.31
DIANE COLE AHL
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
A SAN GIMIGNANO:
UN CONTRIBUTO AL PROBLEMA DELLA PITTURA PER LA PESTE
NEL QUATTROCENTO I
A seguito della pubblicazione nel 1951 del noto studio di Millard
Meiss, si è discusso molto dell'influenza della peste sull'arte alla metà del
Trecento.' Alcuni studiosi si sono sforzati di avvalorare la spiegazione proposta dal Meiss per i cambiamenti stilistici ed iconografici osservati negli
anni attorno al 1350. Secondo loro, la devastante moria ed il crollo socioeconomico di metà secolo determinarono il carattere della pittura toscana
nei decenni successivi. Altri invece hanno contestato sia gli assunti teorici
che i dati di fatto apportati dal Meiss. Per le opere d'arte collegate alla
peste hanno proposto nuove datazioni e, cosa ancora più significativa, di-
1 Per il generoso appoggio al mio lavoro sono grata al Committee of Advanced Study
and Research di Lafayette College. Il personale della Biblioteca Comunale di San Gimignano
e dell'Archivio di Stato di Pisa ha gentilmente facilitato la mia ricerca. Gino Corti ha controllato le trascrizioni di tutti i dorumcnci qui presentati e mi ha aiutato in ogni possibile modo .
Per i loro consigli sono in debito con James Banker, Paul Barolsky e Louise Marshall. Una
versione molto abbreviata di questo studio fu presentata al 21st lnternational Congress for
Medieval Studies, Western Michigan University, Kalamazoo, Michigan, nel maggio del 1986.
2 M. MEISS, Painting in Florence and Siena after tbe Black Deatb, Princeton, Princeton
University Press 1951 (ed. italiana: Pittura a Firenze e Siena dopo [a morte nera: arte~ religione
e società alla metà del Trecento, Torino, Einaudi 1982) . Gli studiosi dell'arre rinascimentale
italiana sono certamente al corrente del problema che non verrà ricapitolato in questa sede.
Incoraggiata in parte dallo stesso MEISS (Notable Disturbances in tbe Classification 01 T uscan
Trecento Paintings, «Burlington M.gazino», CXllI, 1971 , pp. 171·186) e da J. POLZER (Arista/le, Mohammed and Nicholas V in Hell. « Art Bulletin », XL, 1964, pp. 457-469; e Aspect'
01 the Fourteenth-Century Iconography oj Death and the Plague, io The Black Death: The
I mpact 01 the Four/eenth-Century Plague, a cura di D . W. WILLIMAN, Bingharntoo, Center
for Medieval and Early Reo.issance Studies 1982, pp 107·130), la critica recente ha messo in
dubbio alcuni assunti del Meiss. Tipica dell'opinione revisionista è l'interpretazione della pittura
della. roetà deI Trecento espressa da A. unIs , Taddeo Gaddi, Columbia-Londra, University
01 Missoun Ptess 1982; mentre H. VAN Os, The Black Deatb and Sienese Painting: A Problem
01 Inter:pretotion, « Art History », IV, 1981, pp. 237-249, conforta diversi aspetti della tesi
del Melss.
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
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verse interpretazioni. Il dibattito continua. Esso ha prodotto una vivace
letteratura sugli effetti della catastrofe sulla pittura devozionale, che però
si è limitata al solo Trecento. Nonostante la notevole attenzione sollevata
da questo fenomeno, l'influenza sull'arte delle numerose ondate successive
di peste 3 è stata praticamente ignorata.
Studiosi di altre discipline, tra cui la storia medica, legale e sociale,
hanno registrato risposte drammatiche alle pestilenze ricorrenti nel quindicesimo secolo" La peste del 1347-1351 fu di gran lungo la più devastante,
ma in quell'occasione il contagio si dilagò con una tale rapidità che furono
possibili soltanto alcune misure ad hoc. Così i primi lazzaretti in Toscana
furono fondati soltanto a partire dalla metà del Quattrocento e non, come
ci si sarebbe potuti aspettare, cento anni prima,' Sebbene qualche commissione sanitaria provvisoria fosse stata istituita a Firenze già nel 1348, le
prime magistrature permanenti per la salute pubblica non furono nominate
prima della metà del quindicesimo secolo: anche queste in risposta alle frequenti ondate di pestilenza. Il diritto a radunarsi pubblicamente in tempo
di peste, l'uso delle campane di morte, le norme per il servizio dei becchini
e dei medici: tutti questi e altri aspetti ancora dello stato di emergenza
furono severamente regolamentati. Nel sesto e settimo decennio del Quattrocento perfino gli obblighi dei comuni e delle corporazioni artigiane per
la celebrazione della festa del principale santo della peste, Sebastiano, furono in molti casi dettati per legge. Ad esempio, nel 1457 i priori di Firenze decretarono che i capitani delle Arti facessero offerte alla cappella
3 Si veda lo studio magistrale di A, CORRADI, Annali delle epidemie occorse in Italia dalle
prime memorie fino al 1850, Bologna, Forni 1972·1973 (ristampa dell'edizione di Bologna,
Gamberini e Parmeggiani 1865-1894, 8 voll,), con la documentazione delle ricorrenze della peste
città per città, per lo spazio di cinquecento anni.
4 Un'ampia bibliografia sulla peste, ma con particolare attenzione alla Francia, si trova
in J, N, BIRABEN, Les Hommes et la peste en France et dans les pays européens et méditerranéens, II, Parigi, Mouton 1975-1976, pp, 186-413. Tra le pubblicazioni recenti si segnalano
L. DEL PANTA, Le epidemie nella storia demografica italiana (secoli XIV-XIX) Torino
Loescher - Università 1980; A. CARMICHAEL, Plague Legislation and the Italian Re~aissance'
«Bulletin of the History of Medicine », LVII, 1983, pp. 504-525: e ID., Plague and th~
Poor in Fifteenth-Century Florence, Cambridge-Londra-New York, Cambridge University
Press 1986.
5 Ve~ CA~ICH~~L).P~ague fnd ,the Poor ~cit, in, n?ta_ 4), p. 120, tay. 5·1, 'per un elenco
delle ~ate in cm undICI atta dell Italia settentrIonale .IstItmrono lazzarettl. Il prImo di questi,
costrutto espressamente come lazzaretto, fu a VeneZIa: vedi R. PALMER L'azione della Re-
pubblica di Venezia nel controllo della pesta, in Venezia e la pesta 1348/1797 Venezia
"
,
CORSINI, La moria del 1464 in Toscana e l'istituzione
Mar.ilio 1979, pp. 103-111: 109.
6 Si veda lo studio comprensivo di A.
dei primi lazzaretti in Firenze ed in Pisa, Firenze, Tipografia e libreria Claudiana 1911 e
q.uell~ più r~ent~ di c.. CIPOLLA, Origini e sviluppo degli uffici di sanità in Italia, «Ann~es
clsaIpmes d'hlstOlre SOCIale », IV, 1973, pp. 83-101, dove si sottolinea la natura provvisoria
delle prime commissioni sanitarie.
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problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
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intitolata al martire nella chiesa dell'Annunziata, « accioché non le nuoca
la peste».'
Anche se le ricorrenze del morbo in Toscana nella seconda metà del
Quattrocento furono meno devastanti in termini di mortalità di quella della
metà del Trecento, il loro effetto sulla vita religiosa e civica appare chiaro.
Poco considerata finora, l'influenza della peste sull'iconografia e la committenza artistica in questo periodo meriterebbe una più attenta indagine,
Nel settimo e ottavo decennio in tutta la Toscana numerose immagini di
San Sebastiano furono commissionate a Botticelli, Pollaiuolo, Benozzo Gozzoli e Antonio Rossellino, per ricordare soltanto i fiorentini,8 Di come queste opere siano identificabili quali Pestbilder ci si è naturalmente accorti,
ma le circostanze storiche e la committenza non sono state studiate con
attenzione, Sorgono invece molti interrogativi al riguardo: in quale contesto legislativo e devozionale furono prodotte le opere? Fino a che punto
la loro esecuzione costituiva una risposta diretta alla peste? È possibile
conoscere quanta era considerata la loro efficacia? Esistono norme di iconografia, di committenza o di contesto materiale comuni a tutte?
Voler rispondere a queste domande per tutti i San Sebastiano dipinti
attorno alla metà del Quattrocento andrebbe ben oltre lo scopo del presente studio. È però possibile esaminare in questi termini due affreschi di
Benozzo Gozzoli a San Gimignano grazie a una documentazione inedita
che rivela l'atteggiamento di questo Comune di fronte ad un episodio del
morbo. La prima immagine (fig. 1), datata con un'iscrizione al 28 luglio
7
G. RICHA, Notizie istoriche delle chiese fiorentine, VIII, Firenze, p, G. Viviani 1759,
p.53.
8 Sul San Sebastiano di Botticelli (Berlino, Dahlem), si veda R. LIGHTBOWN, Botticelli:
Lile and Works, 2 voll. Berke1ey-Los Angeles, University of California Press 1978; I, pp. 36-37;
II, pp. 27-28, con riferimento alla data del gennaio 1473/4 fornito dall'Anonimo magliabechiano.
La tavola di Antonio e Piero del Pollaiuolo (Londra, National Gallery) per l'oratorio di San
Sebastiano nella chiesa dell' Annunziata, di patronato della famiglia Pucci, viene datata al
1475 nella seconda edizione di G. VASARI, Le Vite dei più illustri scultori~ pittori ed archi·
tettori, a cura di G. MILANESI, III, Firenze, Sansoni, ristampa del 1973 dell'edizione del
1906, pp. 292-293. Su quest'opera e sul perduto gonfalone processionale del santo ricordato
dal RICHA (cit. in nota 7), X, p. 355, in San Jacopo sopr'Arno, si veda L. ETTLINGER, Antonio
and Piero del Pollaiuolo, Oxford-New York, Phaidon 1978, pp. 36-51, 139-140, 164. La
scultura di Antonio Rossellino nella Galleria della Collegiata di Empoli è stata datata al 1457
da G. GAYE, Carteggio inedito d'artisti dei secoli XIV} XV} XVI, I, Firenze, G. Molini 1839,
p. 188 n. LXXIII nota, e al 1470-71 da L. PLANISCIG, Bernardo und Antonio Rossellino,
Vienna, A. Schroll 1942, p. 56. Per uno sguardo generale sulle immagini del santo, vedi
D. VON HADELN, Die wichtigste Darstellungen des heiligen Sebastian in der italienischen
Malerei bis zum Ausgang des Quattrocento, Strasburgo~ Univ.~buchdr. von J. H. E. Heitz 1906;
~. RICCI, San Sebastiano, Roma, Società editrice d'arte illustrata 1924; G. ROUCHES, Le thème
lconographique de Saint Sébastien vétu dans la peinture en occiJent au moyen age, «Revue
de l'art », LXI, 1932, pp. 117-130; J. DAMANE, Saint Sébastien dans l'bistoire de l'art depuis
le. XV' siècle, Parigi, J. Damase 1979; e E. SGlIFERL, Iconography 01 Plague Saints in
Fzfteenth-Century Italian Painting, «Fifteenth-Century Studies », VI, 1985, pp. 205-224.
3
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problema della pittllra per la pe.'te ileI qllattrocento , Rivista d'arIe, 40 (1988) p.31
Fig. L - Benozzo Gozzoli, San Sebastiano, San Gimignano, chiesa di
Sant' Agostino.
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problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
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1464, si trova nella chiesa di Sant'Agostino: L'altra (figg. 2 e 3), che si
trova nella Collegiata (allora Pieve), reca la firma e la data del 18 gennaio 1465/6,10 Queste opere sollevano una serie di quesiti, Perché nello
spazio di diciotto mesi furono dipinte nella piccola città di San Gimignano
due immagini dello stesso santo? Che rapporto corre tra le due opere,
apparentemente così diverse tra di loro? Che spiegazione possiamo trovare
per le due distinte iconografie? Specificatamente, perché San Sebastiano
appare vestito e atteggiato come una Madonna della Misericordia nell'affresco di Sant'Agostino, quando egli era più frequentemente rappresentato
nudo e trafitto dalle frecce del martirio, come lo vediamo nell'affresco della
Pieve? Grazie ai documenti qui presentati sono possibili nuovi passi verso
la ricostruzione e la comprensione delle circostanze che portarono alla committenza di queste due immagini.
Nel sesto e settimo decennio del Quattrocento San Gimignano era considerato un rifugio dalla peste. Tra gli illustri fiorentini che vi trovarono
riparo furono Luca Pitti e Giovanni RucellaU' Benché la città murata si
fosse dimostrata impermeabile al contagio nei tardi anni cinquanta, la peste vi ,irruppe nel dicembre del 1462, falciando come prima vittima un
prete. u Una pronta risposta della città è documentata nella relativa delibera del consiglio comunale (doc, 1). «Intuitu caritatis et ad evitandam
interim contagionem morbi, attento terrore quem incussit in animos omnium
presens mors ser Johannis ... presbiteri », si decretò che il defunto fosse
subito seppellito fuori delle mura in modo da prevenire il contagio. l3 Si
9
Una bibliografia completa si trova nell'ottima monografia di A.
PADOA RIZZO,
Benozzo
Gozzoli pittore fiorentino, Firenze, Edam 1972, p. 132.
10 Per la bibliografia si veda PADOA RIZZO (cit. in nota 9). La data nell'iscrizione segue
naturalmente lo stile fiorentino; in stile comune corrisponde al 1466. Si noti che la chiesa
principale della città, elevata a collegiata con bolla di Sisto IV nel 1474, prima costituiva
pieve e così compare denominata nelle fonti. Nella discussione che segue, verrà usato il titolo
riportato dai documenti dell'epoca.
11 L. PECORI, Storia di San Gimignano, Firenze, Tipografia Galileiana 1853, pp. 224.225,
237-239. Per il soggiorno di Giovanni Rucellai nella città, si veda Giovanni Rucellai ed il suo
Zibaldone, Parte I: Zibaldone quaresimale, a cura di A. PEROSA, Londra, The Warburg
Institute, University of London 1960, pp. 2, 123·124.
12 PECORI (cit. in nota 11), p. 237, che però non pubblica iI documento in questione né
cita la fonte. Presumibilmente si tratta del doc. 1 qui in appendice.
13 Altre precauzioni furono prese nei mesi successivi. I documenti relativi si trovano
nella Biblioteca Comunale di San Gimignano (da ora in poi BCSG), Archivio del Comune
(da ora in poi AC), NN 126 (Libro di deliberazioni e rifonne G, 1459·1462), c. 384v, partito
del 18 febbraio 1462/3; e in BCSG, AC, NN 127 (Libro di deliberaaioni e rifanne K, 1462·
1465; da ora in poi NN 127), c. 50, partito del 16 giugno 1463; c. 51, partito del 17 giugno
1463; cc. 54·54v, partito del 21 giugno 1463; e c. 99, partito del 31 agosto 1463. Si tratta
soprattu~to di provvedimenti per il controllo delle porte della città per sbarrare l'accesso agli
~ppesta~l, mentre le delibere del 17 e 21 giugno delimitano la raccolta del grano alle zone
Slcure dove la peste non era penetrata.
Sarebbe utile potere confrontate i provvedimenti del Comune di San Gimignano tesi a
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problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
Fig. 2. - Benozzo Gozzoli, San Sebastiano, San Gimignano, Collegiata (già Pieve).
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Fig. 3. - Parete occidentale della Collegiata (già Pieve) con l'affresco di San Sebastiano,
San Gimignano.
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DIANE COLE AHL
decise di ricorrere, oltre che a questa misura pratica, anche alla preghiera,
I priori ed i capitani di Parte furono incaricati di chiedere agli Ordini religiosi locali di supplicare la misericordia di Dio con messe e preghiere e di
fare celebrare il più presto possibile solenni oflìci nella Pieve « sub commemoratione beatissimi ac gloriosissimi martiris eius Sancti Sebastiani,
cuius precibus ac meritis ipse Deus faciliores precibus aures et petitorum
effectum dementer prebeat».
Contemporaneamente cominciano nei protocolli comunali i riferimenti
alla celebrazione della festa di San Sebastiano. I priori ed i capitani di
Parte, « eius populi intentione inspecta de placando Deo et ceteris sacris
et piis agendis», decretarono la celebrazione della ricorrenza «tam in
plebe ( .. ,) quam in omnibus ecclesiis religiosorum de Sancto Geminiano »
(doc. 2). Specificarono le offerte in denaro e in candele da accendersi in
onore del martire. Ben sette partiti documentano il sostegno del Comune
alla devozione a San Sebastiano nel periodo dal dicembre 1463 a tutto
il 1465." Dato che per lo stesso periodo nei documenti civici non sono
reprimere la peste con quelli di altre città italiane. Purtroppo, non disponiamo ancora di uno
studio generale sulla legislazione legata alla peste, benché diversi ottimi contributi trattino la
materia in contesti locali. Tra la ricca letteratura in proposito si segnalano: L. BANCHI, Prov~
visioni della repubblica di Siena contro la peste degli anni 1411 e 1463, «Archivio storico
italiano », s. IV, XIV, 1884, pp. 325-332; A. CHIAPPELLI, Gli ordinamenti sanitari del comune
di Pistoia, «Archivio storico italiano », s. IV, XX, 1887, pp. 3-24; F. CARABELLESE, La peste
del 1348 e le condizioni della sanità pubblica in Toscana, Rocca San Casciano, Cappelli 1897;
CORSINI (cit. in nota 6); C. DECIO, La peste in Milano nell'anno 1451 e il primo lazzaretto
a Cusago: appunti storici e note inedite tratti dagli archivi milanesi, Milano, Cogliati 1881;
C. CIPOLLA, Cristofano and the Plague, Berkeley, University of California Press 1973 (ed. italiana: Cristofano e la peste. Un caso di storia del sistema sanitario in Toscana nell'età di
Galileo, Bologna, Il Mulino 1976); ID., Fighting the Plague in Seventeenth-Century Italy,
Madison, University of Wisconsin Press 1981; M. BROGI CIOFI, La peste del 1630 a Firenze
con particolare riferimento ai provvedimenti igienico-sanitari e sociali, «Archivio storico
italiano », CXLII, 1984, pp. 47-75; e CARMICHAEL, Plague and the Poor (cit. in nota 4).
L'esame delle più recenti tra queste pubblicazioni rivela che almeno due delle precauzioni
prese dal Comune di San Gimignano erano tipiche delle città italiane. Spinti dai maltrattamenti agli appestati così morbosamente evocati dal BOCCACCIO (Decameron, a cura di
V. BRANCA, Torino, Einaudi 1980, pp. 21-23), gli Ufficiali della Grascia di Firenze regolamentavano il comportamento dei becchini, come annota CARMICHAEL, Plague and the Poor (cit. in
nota 4), p. 28 e sgg. Le guardie appositamente appostate alle porte cittadine si trovano in
tutta Italia in tempi di pestilenza. Tale misura è documentata a Firenze (1383), Mantova (1374
e 1400), Milano (1399), Siena (1485) e Venezia (1348 e 1456), come dice CARMICHAEL, ivi,
pp. 99, 112, 113, 124 e 116-117. Le mie specifiche ricerche non hanno invece portato alla
luce esempi di legislazione limitativa per la raccolta del grano in altre città italiane. James
Banker e Ann Carmichael mi comunicano verbalmente che tale provvedimento fu forse limitato
a San Gimignano, almeno per quanto si può dedurre dalle fonti pubblicate.
14 Oltre alle delibere del 22 e 23 dicembre 1462 (docc. 1-2), si segnalano: BCSG, AC,
NN 127, c. 160 (16 gennaio 1463/4), cc. 213-213v (10 giugno 1464), c. 248 (14 gennaio
1464/5), c. 250 (24 gennaio 1464/5); e BCSG, AC, NN 128 (Libro di deliberazioni e riforme L;
da ora in poi NN 128), cc. 79-79v (26 gennaio 1465/6).
Una simile deliberazione senese del 2 dicembre 1463 è trascritta dal BANCHI (cit. in
nota 13), p. 330. In questo caso le preghiere, anziché a San Sebastiano, sono offerte «al sommo
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______________~D~U~E~SA=N~~SE=B~ASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
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ricordate messe per altri santi, queste donazioni acquistano un preciso
significato.
La rinnovata devozione emerge anche dai riferimenti all'intenzione di
commettere un'immagine di San Sebastiano nella Pieve, Benché una cappella dedicata a lui ed a San Fabiano vi fosse stata fondata fin dal 1348,"
la venerazione per i due santi sembra essere diminuita con la regressione
della paura della peste. Entro il 1427 Ventura di Moro vi affrescò una
Annunciazione," e i documenti fino ai primi anni sessanta descrivono il
sito come « la cappella ( ... ) dove ora è l'immagine della Vergine Maria madre di Nostro Signore Gesù Cristo e dell'Angelo Annunziato ».17 Pochi
giorni dopo la prima morte per peste, avvenuta alla fine del 1462, il Comune decise di farvi dipingere un'immagine del martire. Il 4 gennaio
1462/3 il consiglio del popolo deliberò di onorare in questo modo il glori<.\sissimo San Sebastiano affinché egli «impetraret sospitare ac bonam
valetudinem geminianensi populo procuratetque tutelam a morbo » (doc. 3).
Sei giorni dopo - e solo dieci prima della festa del santo il 20 gennaio due cittadini furono nominati per stabilire il luogo e il prezzo dell'opera,
« de quo nihil egenum» (doc. 4), come indicato in una glossa al margine.
Nonostante la vivace retorica, certamente ispirata in parte dall'imminenza
della festa del santo, non si hanno tuttavia notizie di passi concreti per la
realizzazione dell'iniziativa. Forse questo rallentarsi dell'intento dipese dall'apparente liberazione della città dal temuto morbo. Entro la fine d'agosto furono infatti licenziate le guardie dislocate alle porte."
Entro il marzo del 1464, però, la peste colpì i porti di Pisa e Livorno,"
e entro il giugno essa ricominciava a seminare morte anche a San Gimignano. Il Comune delegò due uomini a determinare le esigenze del popolo
colpito. 20 Benché la prima delibera per l'esecuzione di un'immagine per la
e clemente Dio et alla sua Madre Vergine Maria et al glorioso Sancto Bernardino et Sancta
Chaterina da Siena, che intercedino per noi che conservi la città et contado vostro da la peste
et ogni altra adversità
" PECORI (cit. in nota 11), p. 511.
16 Ivi, p. 651 (doc. XCIV). Non sappiamo se l'Annunciazione sostitul una precedente
raffigurazione dei santi titolari.
17 Cfr., ad esempio. docc. 3 e 6.
18 BCSG, AC, NN 127, c. 99, partito del 31 agosto 1463.
19 CoRSJNI (cit. in nota 6), pp. 4-16. In CORRADI (cit. in nota 3) non si trova alcun
riferimento all'effetto di tale ondata della peste su queste o altre città toscane colpite. A. tale
mancanza fa da remedio il documentatissimo studio del CORSINI, ma neanche questo conSIdera
la città di S. Gimignano.
20 BCSG, AC, NN 127, c. 215, partito del 13 giugno 1464. Per provvedimenti simili ",?che
a Firenze nel 1348 vedi CARABELLESE (cit. in nota 13), pp. 45-46, 55, 58; e per quelll di un
secolo più tardi n~lla stessa città consigliati da Sant'Antonino, vedi le fonti citate da CARMI000
}),
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Pieve fosse rimasta senza esito per ben diciotto mesi, il consiglio cittadino
ribadiva l'intenzione di fare dipingere il martire «ut melius, commodius
et ornatius fieri poterit» (doc. 5), La definizione del ruolo del santo in
quest'occasione - « qui intercedat apud ipsum Deum pro salute a presenti
morbi » - dà il senso dell'immediata emergenza, e lo stesso tono informa
la delibera seguente (doc. 6), dove si ricordano la passata efficacia della
intercessione del santo e le speranze ora poste dalla comunità nel suo aiuto.
Vengono stabiliti i particolari della commemorazione della festa del martire che, anche in mancanza dell'immagine promessa, verrà celebrata nella
Pieve con vespri e messe e con suono di campane e trombe « summa rum
devotione ».
Il 28 luglio 1464, solo cinque settimane dopo tale risoluzione, Benozzo
Gozzoli finnò un affresco raffigurante San Sebastiano nella chiesa di Sant'Agostino." L'artista era impegnato già dalla primavera nella pittura del
coro su mandato di fra' Domenico Strambi, un dotto frate del convento."
Si è creduto che fra' Domenico sia stato il donatore anche del San Sebastiano ," benché manchino prove storiche a sostegno di tale ipotesi. Ora
nuovi documenti possono contribuire alla nostra comprensione dell'immagine e delle sue connessioni. Il primo è un passo di uno spoglio settecentesco (doc. 7) eseguito nel convento su un perduto originale." Vi si dichiara
che la città di San Gimignano fu liberata dalla peste il 28 luglio 1464 gra-
CHAEL, Pingue and tbe Poor (cit. in nota 4), pp. 158, note 28-29. Una revisione delle norme
di tassazione fu deliberata in risposta alla peste il 7 ottobre 1464: BCSG, AC, NN 127,
c. 219v. L'unico analogo esempio a mia conoscenza della remissione delle tasse è quella del
1349 a Siena, per cui si veda W. BowsKY, The Impact ol the Black Death upon Sienese
Government and Society , «Speculum », XXXIX, 1964, pp. 1-34: 25, 27.
21 Sul piano del piedistallo dove posano i piedi del santo si legge: ANNO DOMINI MILLESIMO
QVADRIGENTE$IMO LXIII!. Sull'orlo ria1zato del pavimento sottostantc: XXVIII IVLII FVIT HOC
OPVS EXPLETVM, DIEQVE SEQVENTI HOC IN ALTARI EXTITIT PRIMATVS CELEBRATVM MCCCCLXIIII.
22 Per la più recente discussione su questa committenza e la ricostruzione della vita del
donatore, vedi D. COLE AHL, Benozzo Gozzo/i's Frescoes 01 the Li/e ol Saint Augustine in
San Gimignano: Their Meaning in Context, «Artibus et Historiae », XIII , 1986, pp. 35-53.
23 J. A. CROWE .nd G. B. CAVALCASELLE, A New History 01 Painling in Ilaly, II, Londra,
Dent 1909, pp. 477-478, 10 descrivono come « the votive gift of Domenico Strambi », e notano
le lettere P.D.M.P. (Frater Dominicus Magister Parisiensis) sulla cornice dell'affresco sotto la
tavoletta della Crocifissione. Ma il tratto delle lettere suggerisce che l'iscrizione sia di tarda
data. N. BALDORIA, Monumenti artistici in San Gimignano, ({ Archivio storico dell'arte », III,
1890, pp. 35-68: 48, pur non arrivando ad identificare il committente con Domenico Strambi,
descrive l'opera come una commissione agostiniana.
24 Per il testo completo si veda il doc. 7. La calligrafia del documento è settecentesca e,
secondo una citazione interna, la notizia fu presa da un «Libro di Memoria di Santa Maria
Maddalena », un convento locale. Le nostre ulteriori ricerche non hanno portato alla luce
altre notizie attinenti a questa commissione: né il fondo archivistico di Sant'Agostino, né
quello di Santa Maria Maddalena, ora conservati nell' Archivio di Stato di Pisa, contengono
altri riferimenti all'affresco di San Sebastiano.
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AHL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GO'!.l.o!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocell/() , Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
41
zie all'intercessione di San Sebastiano e che Benozzo, che vi raffigurò trentotto persone salvate dal morbo, aveva eseguito il dipinto per conto di
« detta comunità ». Pare probabile che questa dicitura indichi la comunità
dei frati piuttosto che la città di San Gimignano: dato che la memoria faceva parte dell'archivio del monastero, «detta comunità» dovrebbe infatti avere questo senso. Tale interpretazione sembra inoltre confermata
dal fatto che negli archivi comunali, dove si conserva una fitta documentazione sull'immagine della Pieve che va dalla prima idea per la commissione all'ultimo saldo al pittore, non si trova alcun riferimento all'affresco
di Sant' Agostino,
Se la memoria conservata nello spoglio del Settecento ci aiuta ad individuare la committenza dell'affresco, un altro documento illumina il contesto devozionale dell'opera. Quasi contemporanea all'immagine è la notizia (doc. 9) del 24 gennaio 1464/5 dell'impegno del Comune a donare
dieci libbre di fiaccole per la celebrazione della festa di San Sebastiano in
Sant'Agostino. Tale offerta viene fatta direttamente alla compagnia di San
Sebastiano, come contributo a sostegno delle sue buone opere. Anche in
mancànza di ogni altra documentazione sulla confraternita," il nuovo documento è sufficiente a provare un suo preciso legame all'altare entro sei 'mesi
dall'esecuzione dell'affresco. Cosl, anche se la comunità agostiniana sembra
essere stata il committente dell'immagine, la compagnia del santo risulta
avere ricoperto un ruolo importante nella cura della cappella. La circostanza del congiunto impegno del convento e della compagnia può fornire
una chiave di lettura per l'iconografia dell'affresco.'"
A differenza che nella più usuale immagine del martire nudo e trafitto
dalle frecce, qui il santo appare vestito,27 eretto in preghiera e frontale
25 Una compagnia di disciplinati di Sant'Agostino è ricordata da E. FnJMl, Storia econo·
mica c sociale di San Gimignano , Firenze, Olsch.ki 1961, p. 223, tav. VII, ma non sono state
pubblicate informazioni al riguardo. Non è chiaro se questa compagnia debba identificarsi con
quella di San Sebastiano, finora sconosciuta, la ricerca delle cui carte ha dato esito nega.tivo
nella BCSG e negli Archivi di Stato di Firenze, Pisa e Siena. Non abbiamo quindi molti dati
sulla base dei quali congetturare la natura della confraternita. Riferisco quanto JAMES BANKER
mi ha gentilmente suggerito, e cioè «the possibility thar tbe fraternity was formcd in the
1464 plague to receÌve wax sod attcnd the a11ar ». A Firenze era intitolato a San Sebastiano
una compagnia di 1audesi che recitava salmi penitenziali e seppelliva i morti: R. WEISSMAN ,
Ritual Brotherhood in Renaissance Florence, New York, Academic Press 1982, pp. 58, 86,
180-186.
" Il più completo catalogo delle ralligurazioni di San Sebastiano, pubblicato da HADELN
(cit. in nota 7) ne e1enca 289 esempi, ma non si occupa della loro committenza.
17 ROUCHES (cit. in nota 8) è l'unico a considerare la rappresentazione del santo come
figura vestita, ma senza essere di tt?OJt? aiuto: l'autore, infatti vede. ~~e n0!1Dale. il Sebastiano vestito cd invece le raffigurazloru dei santo nudo come aberrazlOfil 1n CUI «satnt Séba·
stien [est ) devenu un bana! Adonis» (p. 120). L'abbigliamento del martire è spedficamente
descritto negli Acta Sancti Sebastiani. ed. in ]. P. MIGNE, Patrologiae cursus completus ...•
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
42
DIANE COLE AHL
come una figura iconica. Il composto viso barbuto e la capigliatura mossa
in riccioli rassomigliano all'aspetto del radioso Cristo soprastante. In alto
un Dio iroso circondato da angeli lancia le frecce della pestilenza. Sotto
di lui, inginocchiato, il Salvatore rivela le sue piaghe e la Vergine i seni
in gesti di misericordia. Sotto ancora vi sono tre coppie di angeli: una
spezza le aste delle frecce; un'altra regge la corona sopra l'aureola del santo 28
e porge la palma e la freccia, simboli del martirio; la terza sorregge il
largo mantello che difende il popolo dalle frecce. Così protetti, i devoti si
dispongono attorno al martire, con gli uomini alla sua destra. Il santo,
dalle proporzioni gerarchicamente ingigantite, sta su un piedistallo recante
l'iscrizione, SANCTE SEBASTIANE INTERCEDE PRO DEVOTO POPVLO TVO,
in asse con un quadretto della Crocifissione illusionisticamente sovrapposto alla raffigurazione della predella sottostante.
Il concetto del martire interamente vestito che raccoglie i fedeli sotto
un mantello azzurro sembra ispirato alle immagini della Madonna della
Misericordia.lO Il più noto esempio di tale iconografia è certamente il polittico di Borgo Sansepolcro di Piero della Francesca (fig. 4), commissionato
nel 1444 da una compagnia della misericordia." Nel pannello centrale è
raffigurata la Madonna della Misericordia attorno alla quale sono inginocchiati il popolo e i confratelli incappucciati. È significativa anche la rappresentazione di San Sebastiano in uno dei laterali, visto che la confraternita si dedicava anche ad atti di misericordia quali l'assistenza dei malati,
il seppellimento e offici funebri per i confratelli di cui alcuni certamente
abbattuti dalla peste. Rapporti particolari della Madonna misericordiosa
ser. prima, XVII, Parigi, Petit-Montrouge 1845, col. 1022, come la clamide - «tantum sub
chlamyde terreni imperii Christi militem agebat absconditum» - oppure, col. 1025, l'abito
militare - «militaris habitus, et ch1amydis obumbrabat aspectus ». La frequente menzione di
una divisa atta ad identificarlo come soldato romano, anzi, come capo della Prima Coorte
sotto gli imperatori Diocleziano e Massimiano, sembra in voluto contrasto con il suo ruolo di
«milites Christi» (col. 1025) e con l'ignominia della spoliazione e del martirio quasi da nudo.
Benozzo ha rappresentato Sebastiano vestito in altre due sue opere. II santo appare ammantato nella predella della Madonna dell'Umiltà con santi, datata 1456, nella Galleria Nazionale
dell 'Umbria a Perugia, opera esegui ta per la compagnia gerolimiana della stessa città (illustrata
in PADOA RIZZO, cito in nota 9, fig. 97); e nel dipinto di Quattro santi con donatori, datato
1481, già nella raccolta Pourtalès e ora nel Metropolitan Museum of Art di New York (ilI. in
PADOA R=o, fig. 215).
28 Sul significato dell'aureola con corona, vedi E. HALL e H. UHR, Aureola super Auream:
Crowns and Related Symbols of Special Distinction for Saints in Late Gothic and Renaissance
Iconography, «Art Bulletin », LXVII, 1985, pp. 567-603, con discussione dell'affresco in
Sant'Agostino a p. 573.
29 Per questa iconografia della Vergine e per il suo rapporto con la peste, vedi P. PERDRIZET, La Vierge de Miséricorde. Étude d'un thème iconographique, Parigi, A. Fontemoing
1908, pp. 137-149.
30 Per la commissione, vedi E. BATTISTI, Piero della Francesca, II, Milano Istituto editoriale italiano 1971, pp. 14-15.
'
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
Fig. 4. - Piero della Francesca, Madonna della Misericordia, pannello centrale del trittico,
Borgo Sansepolcro, Pinacoteca Comunale.
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
44
DIANE COLE AHL
con la peste sono indicati anche da diversi gonfaloni processionali umbri
che trovarono impiego in tempo di pestilenza." I loro committenti sembrano essere stati quasi esclusivamente le confraternite, e le iscrizioni di
diversi di essi implorano misericordia," Nell'affresco di Benozzo questa preghiera è espressa anche dalla Vergine che mostra i seni e dal Cristo che
indica le piaghe. Tali gesti appaiono in una tela (fig. 5), ora nei Cloisters
di New York, che fu dipinta per la cattedrale di Firenze attorno al 1400.33
Le iscrizioni che escono dalle bocche della Vergine e del Figlio implorano
la misericordia di Dio per il suo popolo."
Ispirato da tali immagini di misericordia, l'affresco di Sant'Agostino
sembra rispecchiare i temi della carità e dell'intercessione vissute con emotiva immediatezza in quel momento di pestilenza, L'iscrizione sul piedistallo rende esplicito il ruolo del martire e mette in risalto il carattere collettivo e devozionale dell'immagine. L'affresco si presenta quindi come un
ex voto per commemorare la fine della peste in San Gimignano, proprio
come indica la memoria del 28 luglio 1464. Tra la gente inginocchiata ai
piedi del santo si riconoscono alcuni ritratti che potrebbero raffigurare
qualcuno dei sopravissuti a cui fa riferimento la memoria citata." Il dipinto suscita una moltitudine di pie associazioni. La già menzionata donazione di cera alla cappella da parte del Comune rivela la gratitudine che la
città portava al martire e l'importanza attribuita a questo altare.
S'impone la domanda se l'affresco in Sant'Agostino usurpò o subentrò
nel ruolo attribuito al dipinto della Pieve. La devozione al santo continuava
in questa sede anche senza la promessa immagine. Il 14 gennaio 1464/5,
i priori ed i capitani di Parte, mentre stanziavano i fondi per la cera della
3~ Su questi gonfaloni, vedi W. BOMBE, Gonfaloni umbri (studi iconografici), «Augusta
PerusIa~,
II, 1907, pp, 1-7; e F. SANTI, Gonfaloni umbri del Rinascimento, Perugia, Editrice
Volumma 1976.
32 La più prolissa e drammatica di tali scritte è quella del gonfalone di Benedetto Bonfigli proveniente da San Fiorenzo a Perugia, il cui testo è riportato per intero da BOMBE
(cit. in nota 31), p. 5.
33 Il principale studio su questa opera e la sua problematica paternità, è M, MEISS, An
Early Aftarpiece from the Cathedral of Florence, «The Metropolitan Museum of Art BuI·
ledn », XII, 1954, pp. 302-317, Soprattutto per le grandi dimensioni Meiss dubitava che la
tela fosse un gonfalone, ma le misure di alcuni gonfaloni riportate in SANTI (cit. in nota 31)
superano quelle della tela newyorkese.
34 L'iscrizione del Cristo è: PADRE MIO SIENO SALVI CHOSTORO PEQVALI 'l'U VOLESTI CHIO
PATISSI PASSIONE. Quella della Vergine: DOLCIXIMO FIGLIVOLO PELLACTE CHIO 'l'IDIE ABBI
MI[ SERICORDI]A DI CHOSTORO.
35 I due agostiniani inginocchiati a sinistra del santo potrebbero essere fra' Domenico
Strambi e fra' Gherardo, ambedue nominati in BCSG, AC, NN 128, cc. 79-79v, 26 gennaio
1465/6, come celebranti della festa di San Sebastiano, in «nomine Comunis ». Altri tre
uomini dalle marcate fisionomie potrebbero raffigurare ufficiali della confraternita o della città.
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
Fig. 5. - Anonimo fiorentino, L'intercessione di Cristo e della Vergine, New York,
Metropolitan Museum of Art, The Cloisters, cat. 1953 (53.37),
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problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
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DIANE COLE AHL
festa del santo, nominarono due persone «ad locandum picturam Sancti
Sebastiani in plebe» (doc, 8). Il 25 febbraio gli stessi ufficiali accoglievano la commissione fatta per l'affresco a « magistro Benotio de Florentia,
pictori eximio» e stanziavano 1O fiorini per l'opera da pagarsi a lavoro
ultimato (doc. 10).36 In quel momento, secondo la memoria tramandata
(doc. 7), la città di San Gimignano era già libera dalla peste da sette mesi.
Il pagamento all' artista da parte del Comune della somma concordata è
registrata il 26 ottobre 1465 (doc, 12); mentre una somma maggiore di
una sola lira è registrata nel libro di entrata e uscita dell'Opera della Pieve
in data 20 settembre (doc. 11). Lo stesso libro dell'Opera ricorda anche
due pagamenti del 6 febbraio 1465/6 e del 16 giugno 1466 per lavori di
pittura alla cappella in aggiunta a quanto allogato dal Comune (docc. 13
e 14), ma è possibile che anche l'esecuzione dell' affresco principale si sia
protratta un po' nel tempo. Benozzo infatti si firmò sulla cornice dipinta
soltanto il 18 gennaio 1465/6,37 due giorni prima della ricorrenza del santo.
Erano così passati più di tre anni tra la delibera originale dei priori e la
realizzazione dell'opera."
Se l'affresco in Sant'Agostino presenta San Sebastiano in veste di intercessore e protettore, quello della Pieve lo raffigura nell'atto del mar-
36 PECORI (cit. in nota 11), p. 650, doc. XCIII, cita il documento senza trascriverlo.
Come molti studiosi dell'epoca, egli non riportò le date allo stile comune (in questo caso dal
1464 al 1465). Questo fatto non è stato considerato da molti studiosi moderni che hanno, di
conseguenza, sbagliato di un anno la data dell'opera.
37 Il testo dell'iscrizione è: AD LAVDEM GLORIOSISSIMI ATHLETE SANCTI SEBASTIANI HOC
OPVS CONSTRVCTVM FVIT DIE XVIII. ]ANVARII. M.CCce.LXV. BENOZIVS FLORENTINVS PINXIT.
Le decorazioni della cornice sono attribuibili alla oottega di Benozzo. Una presenza estesa
di aiuti nell'esecuzione dell'affresco è stata segnalata dalla maggior parte della critica, da
BALDORA (cit. in nota 23), p. 54, che lo attribuisce «quasi totalmente ... al suo aiuto Giusto
d'Andrea, dopo averne eseguiti di sua mano i disegni », a PADOA RIZZO (cit. in nota 9), p. 133.
Dal punto di vista qualitativo l'affresco non è tra i migliori di Benozzo, così che il giudizio
critico più diffuso appare giustificato.
38 I documenti non indicano la ragione del ritardo di circa tre anni tra il primo voto
del consiglio per far eseguire l'immagine e la sua esecuzione. Per il primo lasso di tempo dopo
la delibera del 4 gennaio 1462/3 (doc. 3) abbiamo ipotizzato un calo di motivazione dovuto al
superamento dell'emergenza della peste. La ripresa del proposito avvenne infatti nel giugno
del 1464 (doc. 5), di fronte alla nuova minaccia del morbo, mentre l'allogazione del lavoro a
Benozza viene riferita soltanto nel febbraio del 1464/5 (doc. lO), per giungere all'ultimazione
dell'opera nell'autunno o nell'inverno seguenti (secondo l'interpretazione che si vuole dare
ai pagamenti e alla data dell'iscrizione) e del suo contesto nel giugno 1466. Per il ritardo del
1464 si potrebbe avanzare l'ipotesi che Benezzo fosse così impegnato per il coro di Sant'Ago~
stino, a cui lavorò da quell'anno fino a un imprecisato momento dell'anno successivo (COLE
AHL, cito in nota 22, p. 51, note 26, 27), da non potere attuare alcuna interruzione. Anche
l'esecuzione del San Sebastiano per la stessa chiesa può avere contribuito in un primo momento
alla limitata disponibilità del pittore; dopo, invece, l'esistenza di un luogo alternativo di venerazione del santo IX>teva rendere, in qualche modo, meno urgente il compimento dell'opera
civica. Risulta comunque chiaro (docc. 6 e 8) che il culto di San Sebastiano restava attivo
anche nella cappella della Pieve, ancora adorna soltanto dell'Annunciazione di Ventura del Moro.
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AHL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo Gou.o!i a San Gimignano: UII contributo al
problema della pittllra per la peste ilei qllal/rocellto ,Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLl
47
tirio." Trafitto dalle numerose frecce, il santo, legato e quasi nudo, si erge
sul podio che rassomiglia ad un altarino. Gli arcieri e i soldati romani lo
assalgono da destra e da sinistra, sottolineando una simmetria marcata a
cui fa da controparte il ridente paesaggio dello sfondo. Un'aureola che racchiude Cristo e la Vergine con cherubini e serafini domina la fascia alta
dell'affresco. 10 spazio tra cielo e terra è mediato da due paia di angeli, di
cui quelli centrali reggono la corona sopra l'aureola del santo e quelli laterali la palma e l'arco del martirio. Con le formelle mistilinee ornate di
finto marmo, i girari fogliati e i quadrilobi con busti di santi, la cornice
costituisce una ricca e decorosa inquadratura dell'opera.'"
Nell'affresco della Pieve, San Sebastiano è commemorato come imitatore di Cristo, il primo martire. L'iconografia del martirio sembra volere
ricordare quella della Flagellazione," come rivela il confronto con la tavola
di Antonio Veneziano a Palermo (fig. 6)." Nel dipinto del Gozzoli non
solo i motivi della nudità del soggetto con le mani legate e la carne mortificata richiamano la rappresentazione pittorica della Flagellazione, ma anche la rassomiglianza fisica tra santo e Salvatore rende esplicito il concetto.
Il viso, la barba e i capelli che ricadono riccioluti sulle spalle sono quasi
identici a quelli del Cristo che dal suo nimbo, in alto, guarda attentamente
il destino del martire.'3 Quasi volesse sottolineare il parallelismo, Benozzo
39 HADELN (cit. in nota 8), p. 17, indica la rappresentazione del martirio del san to come
un fatto iconografico squisitamente fiorentino.
40 Si noti come la cornice e l'insistenza sui particolari dell'immagine corrispondano al
gusto degli affreschi della navata, come si può vedere nella fig. 3. Questo fatto rivela una
sensibiJità di Benozza all'ambiente della Pieve, una delle chiese più ornate della Toscana. 1...1
sua capacità di adattarsi a diverse norme estetiche come, per esempio, alle convenzioni dell'arazzeria nella cappella di Palazzo Medici e aUa distesa copertura narrativa degli affreschi
trecenteschi nel Camposanto di Pisa, non è stata finora rilevata, ma dimostra certamente la
flessibilità dell'artista. L'aspeuo decorativo del San Sebastiano della Pieve appare del tutto
appropriato al contesto preesistente.
41 Sia M. LEVI D 'ANCONA, An 1mage noI made by Chance: The Vienna St. Sebastian by
.Mantegna, in Studies in lAte Medieval and Renaissance Painting in Honor oj Mil/ard Meiss,
a cura di I. LAVIN e J. PWMMER, I, New York, New York University Press 1977, pp. 98-1I4:
J 10-114; che SCHIFERL (cir. in nota 8), pp. 215-216, vedono nell'iconografia della Flagellazione
l'i spirazione per le rafEgurazioni del martirio di San Sebastiano. Benché questi studiosi non
citino testi scritti a sostegno di tale ipotesi, le prove visive e tipologiche sono convincenti.
42 Si veda la rccente discussione della tavola di J. G. CzARNECKl, Antonio Veneziano;
A Fiorentine Painter 01 the lAte Trecento, tesi di PhD, Bloomington, Indiana University 1978,
pp. 100-106. Benché la Flagellazione di Urbino di Piero della Francesca sia più vicina nel
tempo all'afIresco di Benozzo del dipinto di Antonio del 1387, la sua problematico iconografia
non permette un confronto significativo; comunque l'aspetto del Cristo di Piero, per quanto
danneggiato, non è dissimile da quello del Sebastiano di Benozzo.
43 La rassomiglianza tra i lineamenti del viso sia del Cristo che di ~an Se~ast.iano è. presente in altre opere - per esempio il trittico del Martirio di San Sebasttano di G!ovafl!ll del
Biondo nel fiorentino Museo dell'Opera del Duomo, illustrato in B. BERENSON, llalta" Plclures
oj the Renaissance, Fiorentine School, Londra, Phaidon Press 1963, tav. 293 - certamente con
rintento di indicare la corrispondenza tra il santo e Cristo.
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AHL, DfANE COLE, Due San Sebastiano di Bellozzo GOl.l.oli a San Gimignallo: tifi contributo al
problema della pitt/lra per la peste ilei q/laurocellio ,Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
48
DIANE COLE "HL
/
,',
~
Fig. 6 . - Antonio Veneziano, particolare della Flagellazione di Cristo con elenco dei
confratelli di San Niccolò, Palermo, Museo Diocesano (già San Niccolò Reale ).
colloca la mano del Signore (con la vistosa piaga) in asse sulla corona dell'aureola, testimonianza dell'eccezionale merito del santo, sopra il martire
eretto sul podio-altare, e sopra il Cristo sanguinante dell'illusionistica tavoletta della Crocifissione sulla cornice. L'assimilazione del Signore al suo
imitatore è proclamata dalI'iscrizione della cornice con la dedica dell'altare,
AD LAVDEM GLORIOSI SSIMI ATHLEl'E SANCl'I SEBASl'IANI. La denominazione « athletas Dei» appare negli Acta del martirio di Sebastiano," ed
evoca l'ascetismo e la virtù del santo, la sua qualifica di difensore ed imitatore di Cristo." Dal punto di vista iconografico, questo San Sebastiano
quasi nudo si presenta come la controparte ideale dell'ammantato protet-
.. MIGNE (cit. in nota 27), col. 1025.
45 Sui rapporti tra l'ascesi e 1' « atblelas Dei », vedi C. EISLER, Tbe Atblete 01 Virtue:
Tbe Iconogropby of Arceticism, in De Artibus Opllscttlo XL: Euays in Honor 01 Erwin
Ponolsky, a cura di M. MEISS, I, New York, New York University Pre,s 1961, pp. 82-97.
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DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
49
tore in Sant'Agostino perché proprio la sua fortitudo nell'atto del martirio
lo rende capace di salvare il Comune dalla pestilenza.
Quanto agli aspetti compositivi ed iconografici, infatti, le due immagini del santo stanno in un rapporto che non è stato finora rilevato e che
si può definire complementare, arricchendosi vicendevolmente di significato. Gli elementi compositivi sono dal pittore ripetuti, quasi volesse
esporre formalmente tale rapporto di interdipendenza. Un buon terzo dei
due affreschi è dominato dall'aureola angelica attorno al Signore, Cristo e
la Vergine. Tale enfasi circa il ruolo di intercessione del Salvatore e della
Madre Vergine non ha precedenti,46 e rende estremamente significativo il
risalto dato in questo caso. Il senso di gerarchia, di simmetria e di solennità che pervade i due affreschi; la Crocifissione e l'iscrizione didattica alla
base dei due dipinti; il santo di media età, identico nella statura e nel viso
in èntrambe le rappresentazioni e che rassomiglia così marcatamente al
Salvatore: sono tutti elementi che mettono in stretto rapporto le due
opere e ci impongono di guardarle insieme. Lungi dal tradire un difetto
di immaginazione da parte dell'artista, questi parallelismi dimostrano una
similitudine voluta: il martire tormentato dalle frecce è lo stesso uomo del
Sebastiano in atto di proteggere,
I! rapporto tra i due Pestbilder è quindi strettissimo, In ambedue i
dipinti il testo pittorico e le relative iscrizioni sottolineano il doppio ruolo
del santo, sia come martire che come protettore, su cui insistono anche le
delibere comunali." Le due immagini seguono certamente un programma
teologico il cui autore fu, con ogni probabilità, fra' Domenico Strambi.
Questi, già menzionato quale donatore del ciclo affrescato nel coro di
Sant'Agostino, dovette rimanere in stretto contatto con il Gozzoli per tutta
la durata del lavoro di cui aveva presumibilmente composto il programma ....
A favore di quest'interpretazione sono il suo rapporto con il Comune, documentato a partire dagli anni 50; " la sua presenza come celebrante della
messa di San Sebastiano nel 1466; '" la sua probabile associazione nella
4é Benché alcuni martiri raffigurati più tardi, tra cui la tavola del Signorelli di Città di
Castello dei 1493, rappresentino il Dio Padre sopra Sebastiano, la presenza dei Figlio e di
Maria negli affreschi di San Gimignano costituisce un unicum. In questo caso si vuole certamente mettere in risalto il loro ruolo, già indicato per l'affresco in Sant'Agostino e per la tela
dei Cloisters, come intercessori.
47 Vedi docc. 1 3 5 e 6. Nel doc. 3, ad esempio, dopo il riferimento al «gloriosissimo
martiri Sancto Sebas~ia~o », si esprime la speranza che «idem Sebastianus impetraret sospitare
ac bonam valetudinem geminianensi populo procuraretque tutelam a morbo ... ».
48 Vedi COLE AHL (cit. in nota 22), pp. 47, 53.
49 Vedi ivi, pp. 47-53, per una ricostruzione della vita del donatore.
50 Vedi nota 35.
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50
DIANE COLE AHL
confraternita di San Sebastiano, forse come consigliere spirituale; 51 la sua
erudizione quale dottore in teologia."
Rimarrebbe ancora da chiedersi in quale misura, dal punto di vista del·
l'iconografia, della committenza e del contesto materiale, le opere di San Gi·
mignano possano considerarsi tipiche della pittura quattrocentesca finaliz·
zata a combattere la peste; ma è difficile rispondere, data la mancanza di
studi generali dei Pestbilder del Rinascimento che affrontino tali problemi.53
L'affresco in Sant'Agostino ci risulta un unicum per la sua iconografìa ispi·
rata ai temi della misericordia, mentre il dipinto della Pieve è conforme
alle raflìgurazioni del tempo, tra cui la pala di Londra del Pollaiuolo," In
termini di committenza, l'opera della Pieve appare come esempio eccezio·
naie di immagine di San Sebastiano promossa da un comune in un contesto
ecclesiastico. Soltanto altri due affreschi quattrocenteschi del martire sono
noti come ordinazioni pubbliche: il ciclo della vita del santo nella cappella
del Comune del Duomo di Parma, datato tra il 1411 e il 1436 e attribuito
con cautela a Bertolino de' Grossi; 55 e l'immagine di San Sebastiano tra i
Santi Rocco e Pietro del 1478 nella chiesa di Santa Maria a Cerqueto, di·
pinta dal Perugino,56 Pale d'altare dedicate al santo nelle chiese, e partico·
larmente nelle cattedrali dei principali comuni, possono essere dovute alla
committenza pubblica, come lo era la pala di Giovanni del Biondo per il
Duomo fiorentino,57 ma la committenza privata sembra essere stata più fre·
quente.58 In mancanza di prove documentarie o di altro tipo, la ricostru·
zione del contesto di tali opere è estremamente problematica.
51 Certamente nessuno altro frate del convento di Sant'Agostino era più dotto di lui.
Vedi anche nota 35.
" COLE ARL (cit. in nota 22), pp. 48-50.
53 Gli studi citati nelle note 8 e 41 non tentano un approccio storico-sociale. La tesi, in
corso di preparazione, di LoUISE MARSHALL, University of Pennsylvania, Philadelphia, sulle
immagini create per la peste e il loro contesto, dovrebbe colmare questa lacuna. Sono in debito
con lei di molte informazioni sulla committenza pubblica presentate in questo penultimo
paragrafo del nostro studio.
54 Sia !'immagine della Pieve che quella di Londra rappresentano il martirio del santo
e non il santo martirizzato privo di contesto narrativo. Quest'ultimo tipo è esemplificato dalla
tavola di Berlino di Botticelli e anche dalle rafI:ìgurazioni dci santo all'interno delle 'sacre
conversazioni " tra cui la pala che ha dato il nome al Maestro di San Miniato.
55 L'opera è illustrata da G. KAFTAL con F. BISOGNI, Iconograpby oj tbe Saints in tbe
Painling 01 North Easl ltaly, Firenze, Sansoni [c. 1985], pp. 910-920.
56 L'affresco faceva parte di un complesso ora perduto commissionato al Perugino dalla
compagnia di Santa Maria .Maddalena, ma in parte finanziato, per vie non più ricostruibili,
dal Comune_ Vedi P. SCARPELLINI, Perugino, Milano, Electa Editrice 1984, pp. 27, 76. In
questo, come nel caso del San Sebastiano di Sant'Agostino, sembra di capire che correva
uno stretto rapporto tra comune e confraternita.
57 Vedi il riassunto in L. BECHERUCCI e G. BRUNETTI, Il Museo delrOpera del Duomo
a Firenze, II, Firenze, Electa Editrice 1971, pp. 283-284.
58 Si arriva a questa conclusione attraverso un controllo delle opere elencate da HADELN
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
51
Gli affreschi di Benozzo a San Gimignano sono le immagini meglio
documentate tra le tante di San Sebastiano risalenti al XV secolo. Il clima
di fervore religioso e civico in cui furono commissionate ed eseguite emerge
dalle fonti e dagli stessi testi pittorici. Le delibere del Comune di San Gimignano indicano che l'offerta di un'immagine sacra era considerata una
risposta appropriata alla minaccia della pestilenza, una risposta prammatica
e necessaria quanto il controllo delle porte cittadine e la regolamentazione
del seppellimento delle vittime. L'impegno di adempiere al voto sembra
essere cresciuto o diminuito di pari passo con la peste. Con il cessare del
contagio, la risoluzione sembrò meno impellente; ma quando il male si
riaffacciò nel 1464, la promessa fu rinnovata con ardente retorica. Una
volta che la peste fu di nuovo sradicata, passò ancora più di un anno prima
che fosse finito il dipinto della Pieve. Nel frattempo la cappella accudita
dalli! compagnia di San Sebastiano in Sant'Agostino era stata affrescata su
mandato del convento. È auspicabile la continuazione della ricerca sulle
immagini di San Sebastiano e sul modo in cui riflettono le pietà pubblica,
ecclesiastica e privata dell'epoca. Studiate nel loro contesto, queste opere
potranno arricchire la nostra conoscenza sul ruolo della pittura di fronte
alla peste in epoca rinascimentale.
Referenze fotografiche: Alinari, figg. 1, 2, 4; Andrew Ladis, fig. 3; Metropolitan Museum
01 Art, fig. 5; Ubliloto, Palermo, fig. 6.
(eit. in nota 8), pp. 45·60, nelle monografie sui relativi ar.tisti,. nelle guide e. nei ca~alogh~
di musei per le località elencate. Ma, data la m.ancanz~ dl datl .s~a provemenz~ di tant~
San Sebastiano sarebbe arrischiato tentare una concluslOne definitlva sulla committenza di
queste opere n~l loro insieme.
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ARL, DIANE COLE, Due Sali Sebastiano di Benozzo GOl.l.oli a Sali Gimigliano: un cOlltributo al
problema della pillllra per la pesle ilei qllal/roeelllo , Rivista d'arte, 40 ( 1988) p.3 1
APPENDICE DOCUMENTARIA
1,
1462 dicembre 22. Delibera del consiglio del popolo di San Gimignano in
occasione della morte di un prete per la peste: istruzioni per il seppellimento
del suo corpo ammorbato e per la celebrazione di messe in onore di San
Sebastiano.
Biblioteca Comunale di San Gimignano (da ora in poi BCSG), Archivio del C0mune (da ora in poi AC), NN 126, Libro di deliberazioni e riforme segnato G, 1459·
1462, cc. 355-356.
Dicto die, post predicta I
Magnifici domini priores populi et vexillifer justitie C.. ) providerunt et
ordinaverunt super omnibus et singulis infrascriptis in infrascripto modo et
forma, videlicet.
Primo. Intuitu caritatis et ad evitandam interim contagionem morbi, attento terrore quem incussit in animos omnium presens mors ser Johannis ...
presbiteri, adea ut eum nullus sepelire audeat, consilio sapientis viri ser Michaelis ser Stephani de Gentiluziis, de numero venerabilium sexdecim expensarum,
intelligatur et sÌ! provisum quod domini Il (c. 355v) priores populi et spectabiles capitanei Partis Guelfe vigore huius provisionis habeant commissionem,
auctoritatem, potestatem, et baliam providendi circa predicta presentia pericula meliori modo et salubriori possibili et perciore' impensa, tam in sepultura ipsus presbiteri defuncti quam in providendo deinde demissos extra
oppidum ipsos sepellitores et sequestratos a ceteris, ne contaminentur teliquos.
Quam impensam lotam et sepulture et provisionis dimissorum, ad ipsorum dominorum priorum et capitaneorum stanti.mentum, c.mer.rius dicti Comunis
et conservatores grani Comunis prefati solvant de grano dicti Comunis non
assign.to, tam de grano ipso quam de pecunia inde habita de vendita ad incantum per offidales gabelle more solito.
Secundo. Cum supra omnes provisiones utiles indemnitati hominum et
saluti vite et sospitatis eotum sit in primis plorare Deum ipsum et Dominum
1
2
Titolo nel margine sinistro: -« Pro evitanda contagiane morbi ».
Parola di lettura incerta; nd testo sembra «ciore ».
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ARL, DIANE COLE, Due San Sehastiano di Benozzo Gou.oli a San Gimignano: III' cOlllrihuto al
problema della piu/lra per la peste ilei quattrocento, Rivista d'arle, 40 (1988) p.3l
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
53
nostrum Yesum Christum, qui cum Patre et Spiri tu Sancto unus idem est Deus
et Dominus noster vivens et immortalis, que quidem placatio nullo modo fit
melius quam per 3 emendationem vitiorum et pravarum voluntatum mutationem,
cum scriptum sit propter peccata venire adversa, tamen perinde per orationes
et preces, quibus ut exempla plurima extant, sepe ipse benignus ac misericors
Deus placatus est et redditus precanti populo suo pacificus, consilio spectabilis
viri prefati intelligatur et sit provisum quod ipsi domini priores et spectabili
capitanci, nomine Comunis Sancti Geminiam , rogent singulas religiones de terra
et comitatu Sancti Geminiani et aliunde prout cis videbitor, ut precantur per
missas et orationes eorum ipsum Deum et Dominum nostrum Jesum dignetor
avertere a nobis fidelibus suis supplicibus hanc morbi equam ac dignam sceleribus et erroris nostris penam. Et insuper ad consequenda facilius postulata, faciant ipsi domini priore. et capitanei, nomine dicti Comunis, celebrari solemniter in plebe Sancti Geminiani missas et sacrificia et orationes solempnes, cum
omni' honore ecclesiastico, die una conveniente, quam citius, ipsi Deo et D0mino nostro Jesu, sub commemoratione beatissimi ac gloriosissimi martiris eius
Sancti Sebastiani, cuius precibus ac meritis ipse Deus faciliores precibus aures et
petitorum effectum clementer prebeat. Quibus omnibus religionibus et sacerdotibus elemosinas erogent de Comuni Il (c. 356) et publico grano sive de pecunia
inde exacta, solvenda ad stantiamentum ipsorum dominorum priorum et spetabilium capitaneorum per camerarium et conservatores dicti grani Comunis. Et
venditio fiat ad incantum , more solito.
2_ 1462 dicembre 23_ I priori ed i capitani di Parte decretano la celebrazione della
festa di San Sebastiano da parte delle istituzioni religiose della città.
BCSG, AC, NN 126, c. 356v.
Dieto die'
Magnifici domini priores populi et vexillifer justlcle suprascripti, una cum
spectabilibus capitaneis et vexillifero Partis Guelfe, adunati in palatio populi, et
adtendentes ad provisionem factam per consilium populi super hoc previam diem
et eius populi intentione inspecta de placando Deo et ceteris sacris et piis
agendis, vigore auctoritatis eorum et post hanc rem praticatam, decreverunt et deliberaverunt celebrationem memorie prefati Sancti Sebastiani et orationes religiosorum fieri debere die jovis proximo, qui erit dies xxx presentis mensis, tam in
plebe Sancti Geminiani guam in omnibus ecclesiis religiosorum de Sancto Ge-
3
4
La parola «per» è ripetuta nel testo.
Tirolo nel margine sinistro: « Pro festo Sancti Sebastiani celebrando ».
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
54
DIANE COLE AHL
miniano, videlicet fratrum Sancti Augustini, fratrum Sancti Dominici, fratrum
Sancti Francisci, fratrum Sancte Marie de Monte Oliveto, fratrum Sancti Francisci de Sancto Lucchese juxta Podium Bonizi, monasterii Sancti Hyeronimi,
monasterii Sancte Marie Magdalene, monasterii Sancte Caterine et monasterii
Sancte Clare de Sancto Geminiano. Quibus omnibus decreverunt et ordinaverunt et stantiaverunt elemosinas infrascriptas, videlicet:
Plebi Sancti Geminiani libras sex denariorum et libras guatuor cere.
Conventui Sancti Augustini libras duas denariorum et libras duas cere.
( ••. ) 5
3. 1462/3 gennaio 4. Il consiglio del popolo delibera di fare dipingere l'immagine di San Sebastiano nella cappella a lui intitolata nella Pieve e di nominare due persone delegate a stabilirne il sito esatto e l'ammontare della
spesa.
BCSG, AC, NN 126, c. 362v.
(4 January 1462/3) 6
Primo. Vt ad gloriam omnipotentis Dei reddatur debitus ac diu destinatus
honor gloriosissimo martiri Sancto Sebastiano, in cuius memoriam diu edificata
fuit per Comune Sancti Geminiani ac dotata cappella in plebe Sancti Geminiani,
ubi nunc est simulacrum gloriosissime Virginis Marie, matris Domini nostri
Yesu Christi et angeli nuntiantis etc. salurn, ut idem Sebastianus impetraret
sospitare ac bonam valetudinem geminianensi populo procuraretgue tutelam a
morbo, consilio sapientis viri Berti Jacobi de Piehena, de numero venerabilium
sedecim expensarum, intelligatur et sit provisum quod ibidem in dieta cappella
pingi debeat ymago ipsius Sancti Sebastiani, et quod propterea domini priores
populi et vexillifer justitie teneantur et debeant deputare duos viros ydoneos
quos volent ad videndum examinandum et intelligendum de loco convenienti
et impensa diete ymaginis et pieture, et ea omnia ipsis prioribus referendum,
eaque sie relata dominis prioribus prefatis referant et nota faciant consilio populi ut inde provideri possit de pecunia opportuna ad exequendum predieta.
5 Segue l'elenco delle istituzioni religiose nominate nel testo con le relative donazioni
del Comune.
6 Titolo nel margine sinistro: «De ymagine Sancti Sebastiani facienda ».
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problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
55
4. 1462/3 gennaio lO. I priori ed i capitani di Parte nominano i due incaricati
a fissare il luogo e il costo dalla pittura di San Sebastiano.
BCSG, AC, NN 126, c. 366v.
(lO January 1462/3) 7
Magnifici dominipriores populi et vexillifer justitie suprascripti, una cum
spectabilibus capitaneis et vexillifero Partis Guelfe, actenta provisione facta per
consilium populi de pingenda figura Sancti Sebastiani et commissione cis facta,
deputaverunt ad examinandum et referendum locum et impensam prudentes
Vlros:
Ser Jeronimum Niccolai de Casucciis et
,Dominicum Fruosini de Ficarellis.
5. 1464 giugno lO. Il consiglio, composto dai priori riuniti con i principali ufficiali del Comune, rinnova la risoluzione per la pittura di un'immagine votiva
di San Sebastiano nella già indicata cappella e autorizza le spese di dieci fiorini per la realizzazione dell'opera.
BCSG, AC, NN 127, Libro di deliberazioni e riforme segnato K, 1462-1465,
c. 213.
Dicto die
Magnifici domini priores populi et vexillifer justitie suprascripti, etc., absente
ser Micaele eorum collega excusato, adunati collegialiter in palatio populi, una
cum omnibus de spectabilibus capitaneis et vexillifero Partis Guelfe et quindecim de venerabilibus sedicem expensarum sufficiente in totum numero xxv, presentia magnifici domini potestatis ad deliberationem dictorum priorum de voluntate eorum prepositi, dato misso facto et celebrato solempni et secreto scrutinio
ad fabas nigras et albas secundum ordinamento dicti Comunis, providerunt et
ordinaverunt super omnibus et singulis infrascriptis modo et forma, videlicet:'
Primo. Ad honorem Dei et reverentiam gloriosi martyris sui Sancti Sebastiani, qui intercedat apud ipsum Deum pro salute a presenti morbo, consilio
sapientis viri Angeli Romei Salvucciis de numero venerabilium sedecim expensarum predictorum, intelligatur et sit provisum:
7 Titolo nel margine SIn1stro: «Deputatio ad referendum impensam et locum picture
Sancti Sehastiani, de quo nihil egenum ».
8 Titolo neI margine sinistro: «Pro pictura Sancti Sebastiani in plebe ».
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ARL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GOl.zo!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocento, Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
56
DIANE COLE AHL
Quod sicut laudabiliter alias provisum fuit, ita domini priores populi et
vexillifer justitie, rursus vigore presentis provisionis, possint et teneantur et
debeant pingi facere honorabiliter et devote imaginem Sancti Sebastiani prefati
ad cappellam eiusdem in plebe, ubi nunc est ymago Anunciate Virginis Marie,
matris Domini nostri Yesu Christi, ut melius, commodius et ornatius fieri poterit, non excedendo summam impense florenorum decem librarum quatuor florenorum parvorum pro quolibet florenorum predictorum. Quam impensam camerarius dicti Comunis, vigore huius provisionis, solvere teneatur habere debentibus pro dicta causa, ad stantÌamentum dictorum priorum et capitaneorum,
de omni pecunia Comunis, omni exceptione remota, sub pena ordinamentorum.'
6. 1464 giugno 10. Lo stesso consiglio, ricordando che la cappella sulla facciata
interna della Pieve fu anticamente costruita dal Comune e intitolata a San
Sebastiano in riconoscenza della sua intercessione in occasione della peste,
delibera, nella speranza di nuovi benefici, di farvi celebrare in perpetuo la
ricorrenza del santo con vespri e messe solenni in presenza degli ufficiali
del Comune e di offrire ogni anno dieci libbre di cera per tale festa.
BCSG, AC, NN 127, cc. 213-213v.
(lO June 1464)
IO
Secundo. Cum antiquitus cappella sila in plebe Sancti Geminiani inter duo
hostia introitus anterioris diete plebis, et ubi nunc est ymago Virginis Marie
matris Domini nostri Yesu Christi et angeli annuntiantis, fuerit edificata per
Comune Sancti Geminiani sub titulo nominis gloriosissimi martyris Sancti Sebastiani ad honorem Dei et reverentiam et memoriam recepte sanitatis a Deo de
instanti lunc peste, precibus et intercessionibus eiusdem gloriosissimi martyris
Sancti Sebastiani prefati: consilio sapientis viri prdati, ob memoriam beneficiorum tunc receptorum et eorum que ad presens comunitas Sancti Geminiani
prefati / / (c. 213v) 11 sperat consequi apud Deum, meritis et precibus suis,
cui devotissime supplicat ipsa comunitas, intelligatur et sit provisum quod deinceps omni anno in futurum, die festi gloriosissimi martyris Sebastiani predicti,
domini priores et vexillifer justitie et spectabiles capitanei et vexillifer Partis
Guelfe terre Sancti Geminiani prefate, qui pro tempore erunt, teneantur et de-
9 Segue immediatamente il testo che qui è presentato separatamente come doc. 6 dato
che tratta di altra materia.
'
IO Titolo nel margine sinistro: « Pro festo perpetuis annis in honorem Sancti Sebastiani
die publico ».
11 Titolo nel margine sinistro: «Quoo in perpetuum fiat festum Sancti Sebastiani in plebe
ad cappellam suam pro Comuni ».
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AHL, DIANE COLE, Due San Sebastiano di Benozzo GO'!.l.o!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la peste nel quattrocell/() , Rivista d'arte, 40 (1988) p.31
DUE SAN SEBASTiANO DI BENOZZO GOZZOLI
57
beant, nomine Comunis Sancti Geminiani celebrare ad dictam cappeliam festum
Sancti Sebastiani prdati , proprio die festivitatis eius currente secundum ordinem
Sancte matris Ecclesie , cum vesperis vigilie, cum missis et vesperis die festi
predicti, solempniter et honorifice, pulsatione campanarum Comunis et tubarum,
et presentia dominorum priorum et spectabilium capitaneorum prefatorum, cum
comitiva quam simul secum vocabunt, honorabilem, ad devotam pompam diei
predicti, summa cum devotione.
Pro honore cuius festi prdati camerarius Comunis qui pro tempore erit,
de omni pecunia Comunis et sui introitus, sioe aliqua exceptione) teneatur et
debeat solvere ad stantiamentum dominorum priorum et spectabilium capitaneorum prdatorum quantitates illfrascriptas ut infra, videlicet: pro libris decem
cere, pecuniam oportunam , et ipsa cera que facto festo supererit, sit opere sacristie plebis. Item cuilihet sacerdoti seculari ve! religioso, qui aderit oflitio
festi prdati in primis vesperis vigilie et in missa solempni et in vesperis diei
festi ;' soldos sex nitidos. Nec aliter stantiari eis possit prdata elemosina nec per
camerarium solvi de pecunia Comunis prefati, quam si aderint ad predicta oflitia
ut supra: de quibus qui aderint, sacrista opere sacristic plebis teneatur computum. 12
7. 1746 (con riferimento a 1464 luglio 28). Memoria della commemorazione annuale nella chiesa di Sant'Agostino per la cessazione della peste nel 1464
grazie all'intercedere di San Sebastiano B
Archivio di Stato di Pisa, Corporazioni religiose soppresse, 1931 (Sant'Agostino
di San Gimignano) intitola to «N. 14. Convento di Sant'Agostino di San Gimignano:
scritre private, partiti e altre memorie del convento dal 1500 circa al 1790 », fascicolo
all'inremo che comincia « Origine dcgl'oblighi di messe cantate e lette che ha questa
chiesa di San Gimignano ( ... ) estratta da' libri del convento l'anno 1746. Vedi Gavardi a c. 179
~>J
carte non numerate.
Nell'anno 1464 il dì 28 luglio, ultima domenica del mese, cessò qui la peste
per intercessione di San Sebastiano. Onde la comunità in ringraziamento ogn'anno, nell'ultima domenica, fa celebrare una messa cantata al suo altare di nostra
chiesa, dando l'Opera per limosina lire 6; e detta comunità fe' dipingere dal
Benozzo l'altare di San Sebastiano, con 38 persone restate libere dalla peste.
Libro eli Memorie di Santa Maria Maddalena, a c. 104.
12 Segue, come «tertio ». la delibera di soccorrere gli ammorbati. TI titolo è «Quedam
pìa provisio tempore pestis)';.
13 Per la fonte di questo documento, vedi nota 24 al testo.
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AHL, DrANE COLE, Dlle San Sebastiano di Benozzo GOl.l.o!i a San Gimignano: un contributo al
problema della pittura per la pe.' te ilei quattrocellto , Rivista d'arte, 40 (1988) p.3 1
58
DIANE COLE AHL
8. 1464/5 gennaio 14. I priori ed i capitani di Parte stanziano la spesa per l'of·
ferta di dieci libbre di cera per la festa di San Sebastiano nella Pieve e
delegano due uomini che, insieme all'Operaio Onofrio di Pietro, potranno
allogare la pittura del santo.
BCSG, AC, NN 127, c. 248.
Dicto die
14
Magnioci domini priores populi et vexillifer justltle suprasctlptl, una cum
spectabilibus capitaneis et vexillifero Partis Guelfe legitime obtento partito, stano
tiaverunt:
Pr=nti camerario, pro libris decem cere in faleulis oblatis per priores, ca·
pitaneos et collegas plebi, in festo gloriosissimi martiris Sancti Sebastiani facto
et celebrato presenti anno, libras sex ..... Iib. VI .....
Insuper domini priores et spectabiles capitanci prefati, vigore ordinamenti
consilii populi, deputaverunt ad locandum picturam Sancti Sebastiani in plebe,
juxta provisionem prefatam:
Ser Ugonem PIaciti de Bruogjs et
Ser Marioctum ser Angeli de Ridolos
de Sancto Geminiano, simul cum
HODOfrio Petri, Operarjo Opere sa·
cristie plebis prefate.
9. 1464/5 gennaio 24. In riconoscenza delle buone opere della compagnia di
San Sebastiano, il governo cittadino delibera di offrire all'altare del santo
nella chiesa di Sant'Agostino dieci libbre di cera per la prossima ricorrenza
del titolare.
BCSG, AC, NN 127, c. 250 .
Die XXIIII januarii IS
Primo. Ad honorem Dei et reverentiam gloriosissimi martlrlS eius Sancti
Sebastiani, consilio sapientis viri Augustini de Abracciabenis de numero vene·
rabilium sedecim expensarum predictorum, intelligatur et sit provisum quod
hoc presenti anno et anno proxime venturo domini priores populi et vexillifer
justitie et spectabiles capitanei et vexillifer Partis Guelfe, una cum offida colle·
14 Titolo nel margine SInIStro: « Stantiamentum ilIorum Sancti Sebastiani ~).
15 Titolo nel margine sinistro: «In honorem et reverentiam Sancti Sebastiani et Sancti
Augustini ».
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DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
59
giorum et magnifico domino potestate nomine Comunis Sancti Geminiani, teneantur et debeant in de festi prefati Sancti Sebastiani - quod festum fiat et celebrabitur ad altare suum in ecclesia Sancti Augustini de Sancto Geminiano prefato offerant libras decem cere in falculis. Que oblatio sit societatis Sebastiani predicti,
in subsidium bonorum et laudabilium operum suorum. Pro qua quantitate cere
camerarius qui pro tempore erit, vigore huius provisionis solvat de omni pecunia
Comunis non assignata, quantitatem oportunam lidte.
10. 1464/5 febbraio 25. In base alla delibera del giugno precedente e alla relazione fatta dai delegati circa l'avere allogato la pittura di San Sebastiano
nella Pieve a Benozzo Gozzoli, i priori e i capitani di Parte stanziano la
somma di dieci fiorini da pagarsi al pittore a lavoro ultimato.
'BCSG, AC, NN 127, c. 261v.
Dieto die 16
Magnifici domini priores populi et vexillifer justitie suprascripti, absente Dominico excusato, una cum spectabilibus capitaneis Partis Guelfe, adunati more
solito et servatis servandis in palatio populi secundum ordinamenta dicti Comunis, et attento tenore et forma provisionis consilii populi de et super pictura
Sancti Sebastiani martiris gloriosissimi in plebe, de qua provisione apparet in
presenti libro deliberationum a c. 213, sub die XIII mensis junii anni presentis
1465,17 et contentis in ea, et deputatione alias per eos facta de his qui locare
debent ipsam pieturam, videlicet ser Ugone PIaciti et domine Mariotto de Ridolfis, et eorum relatione facta qualiter ipsam picturarn prefatam locaverunt
spectabili magistro Benotio de FIorentia, pietori eximio, quam picturam immediate est incohaturus, dato misso et facto et celebrato solempni et secreto scrutinio ad fabas nigras et albas secundum ordinamenta dicti Comunis, et legitime
obtento partito per fabas novem nigras redditas per lo sì, una in contrarium
alba non obstante per lo no, stantiaverunt 18 ipsi magistro Benotio florenos decem,
ad rationem librarum quatuor florenorum parvorum pro quolibet floreno predictorum, tunc sibi solvendos per camerarium quando integraliter erit completa et
facta pictura omnis predicta et secundum quod per ipsam provisionem dicitur et
disponitur, et de pecunia Comunis ad id assignata et de qua per ipsam provisionem fit mentio spedalis.
16 Titolo nel margine sinistro: «Stantiamentum florenorum X pro pictura Sancti Sebastiani in plebe ». II documento è citato, ma non trascritto, da PECORI (cit, in nota 11 al testo),
p. 650, con la data in stile antico, Vedi a proposito la nota 36 al testo.
17 Così nel testo, errore dello scrivano per « 1464 ».
18 Annotazione nel margine sinistro: «Positus creditor in libro debitorum 0, a c, 209 ».
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AHL, DrANE COLE, Dlle San Sebastiano di Benozzo GOl.l.o!i a San Gimignano: un contributo al
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60
DIANE COLE AHL
11. 1465 settembre 20. L'Opera della Pieve registra un pagamento di 41 lire a
Benozw per l'esecuzione dell'affresco di San Sebastiano.
BCSG, AC, QQ3, Libro d'entrata e d'uscita dell'Opera dell'Insigne Collegiata,
1464-1493, c. 103v."
!tem adì 20 di settembre a maestro Benozw dipintore da Firenze lire quarantuna per sua manifattura e dipinmra del Sancto Sebastiano si dipinse alla
l. 41 s. - d. Numiata
12. 1465 ottobre 26. Il camarlingo del Comune paga 40 lire a Benozzo Gozzoli per la pittura di San Sebastiano nella Pieve.
BCSG, AC, Rll , Debitori e creditori dell. Comunità segnato 0, 1461-1467,
c. 209 .
Opus picture Sancti Sebastiani ad cappellam Anuntiate Virginis Marie, fartam
per magistrum Benotium Besis 20 de Florentia, et ipse magister Benotius pictor
prefatus habere debent a dicto Comuni, vigore provisionis super hoc facte de
anno 1464 et de mensemaii dicti anni, ut patet in libro reformationum K,
c. 213 , et vigore stantiamenti dominorum priorum et capitaneorum [ ... ]," ut
patet in dicto libro reformationum K, c. 261, florenos decem, ad rationem librarum quatmor pro quolibet floreno largo
l. X4
1465, die XXVI mensis ottobris, Damianus olim domini Bemardi de Gamuccis, camerarius dicti Comunis Sancti Geminiani, solvit suprascripto magistro
Benozio dictas Iibras qu.dr.ginta in pecuni. numetata, in presentia mei notarii
infrascripti, in florenis septem auri largis et residuum in moneta occasione predicta, ut patet ad exitum dicti camerarii, c. 90.
l. X4
Ego Antonius olim Juliani notarius subscripsi, substitutus ser Michaelis ser
Stefani, notarii dicti camerarii et gabelle.
IO Il documento è stato pubblicato da E. CASTALDI, Scritta per la costruzione della Cappella ~i San Bartolo su disegni di Giuliano da Maiano, Colle Val d'Elsa, St.b. Ti~Litogr.ficc
Meom 1921, p. 11; e da I. CECCARINI , Duomo di Salt Gimignano, Poggibonsi, Arti Grafiche
Nencin.i 1979, p. 46. La presente trascrizione, benché differente in alami particolari non
cambia il senso dei testi noti ed è offena in questa sede allo scopo di completezza d;ta 1a
non facile reperibilità deDe edizioni precedenti. 10 stesso vale per i documenti 13 e
20 Cosl nel testo; il patronimico corretto è «Lesis»,
21 Seguono due parole illeggibili, presumibIlmente «Partis Guelfe o.
14.
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ARL, DIANE COLE, Due San Sehastiano di Benozzo Gou.oli a San Gimignano:
III'
cOlllrihuto al
problema della piu/lra per la peste "el quattrocento, Rivista d'arle, 40 (1988) p.3 l
DUE SAN SEBASTIANO DI BENOZZO GOZZOLI
61
13. 1465/6 febbraio 6. L'Opera della Pieve registra un pagamento di 20 lire e
lO soldi a Benozzo per la pittura dei pilastri della cappella di San Sebastiano.
BCSG, AC, QQ3,
C.
105.22
Item a dì detto detti e pagai a maestro Benozzo dipintore lire venti e soldi
dieci per sua manifattura per dipintura di due pilastri alla cappella di Sancto
Sebastiano, i quali erano fuori della somma della allogazione latta peI Comune;
e perché detta cappella si finisse, feci fare detti pilastri, cioè dove sono Sancto
Augustino, Sancto Girolamo e quegli altri santi.
1. 20 s. 10 d. -
14. 1466 giugno 16. L'Opera della Pieve registra un pagamento di lO soldi a
,Benozzo per la pittura di due armi nella cappella di San Sebastiano.
BCSG, AC, QQ3 , c. 105v21
!rem a dì 16 di detta a maestro Benozzo dipintore per sua fatica a dipingere
due armi, cioè uno Gesù e l'arme dell'Opera nella cappella di Sancto Bastiano,
soldi dieci
l. - s. lO d. -
22 Citato da !'ECORI (cit. in nota 11 al testo), p. 510, nota 1, e da CASTALDI (cit. in
nota 19 ai documenti), p. 46. Perori dà l'anno 1465, e Castaldi addirittura 1464.
23 CASTALDI
(cit. in nota 19 ai documenti), pp. 11. 12, and CECCARl.Nl (cit. ~n nota 19
:U
documenti), p. 46. La data « 1465» in cima a11. pagina riguarda la pr1Illa parelt> del foglIO
del 9 febbraio 1465/6.
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