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03/02/2014 - Vercelli - Società e Costume
VERCELLI - Musica, letteratura e poesia con l’Associazione Italia Israele di Vercelli per celebrare la
XIV Giornata della Memoria
Musica, letteratura e poesia: questi i mezzi attraverso i quali
l’Associazione Italia Israele di Vercelli ha celebrato la XIV
Giornata della Memoria.
Il discorso introduttivo dell’ex Presidente dell’Associazione, dott.
Marco Ricciardiello, è stato seguito dalle riflessioni proposte
dall’attuale Presidente, il Prof. Giacomo Ferrari. «Siamo qui per
ricordare uno dei momenti più oscuri della Storia, se non il più
oscuro: quello in cui l’antiebraismo si è trasformato in un vero e
proprio programma di Governo.
Commemorazione del 26 gennaio al Dugentesco
L’antiebraismo ha radici antichissime: esso è documentato anche
nella Bibbia e, dalla Diaspora causata dai Babilonesi, si passa alle
persecuzioni volute dall’Impero romano ed alle persecuzioni in tempo medievale…fino ai pogrom
dell’Europa dell’Est, nell’Ottocento.
Ciò che è avvenuto con l’instaurazione del regime nazista presenta tratti di maggiore atrocità:
l’obiettivo non era esclusivamente quello di eliminare fisicamente l’ebreo. L’ebreo doveva essere
anche privato della sua dignità di essere umano. I tedeschi hanno usato il vecchio escamotage: “quelli
non sono uomini e quindi possiamo fare loro ciò che vogliamo”.
Ecco, la Giornata della Memoria dovrebbe permetterci di fare un passo in più, di andare oltre le sterili
polemiche: in questi giorni, capita di leggere articoli su articoli dedicati alla Memoria ed alle
polemiche che – spesso stupidamente – vengono sollevate in occasione della ricorrenza. Lo stesso
vale per la valanga di pubblicità – dedicata ai libri sull’Olocausto – che invade le nostre caselle mail
proprio in questi giorni.
Ebbene: la Giornata della Memoria va ben aldilà del mero dato “consumistico”, non serve a metterci
la coscienza a posto per quei due o tre giorni dell’anno adibiti al Ricordo. Bisogna superare la fase
emotiva per passare a quella critica. Le sfide sono ancora tante. Dobbiamo fare i conti con il
negazionismo, ad esempio. L’obiettivo dei negazionisti è quello di colpire indirettamente l’altra parte:
“voi difendete un popolo di mentitori” cercano di farci credere. Ed è un processo di screditamento che
ritroviamo anche nell’elaborazione di documenti falsi, come i Protocolli di Sion, che attribuivano agli
ebrei una sorta di volontà cospiratoria diretta alla conquista del mondo. E’ uno screditamento che
colpisce l’ “emotività”, ma che nulla ha di scientifico: tutti sappiamo che esistono prove storiche che
accertano l’Olocausto dato che si è trattato di un annientamento programmato.
E’ evidente che negare l’Olocausto non ha senso. In fondo, non ci si deve stupire: questo
“screditamento” ha operato, nel mondo moderno, anche per altri frammenti di Storia, come la
Resistenza». In conclusione: «C’è l’antiebraico per ragioni politiche, l’antiebraico per tifo calcistico,
l’antiebraico per “estetica”, l’antiebraico che lo è perché ha semplicemente bisogno di sentirsi parte di
un gruppo portatore di una determinata ideologia. Come sconfiggere questi comportamenti?
Reprimendo, innanzitutto dentro di noi, ogni minima traccia di comportamento razzista. E poi,
soprattutto, opponendoci con la forza della ricostruzione storica e della morale: la nostra coscienza
deve rimanere sempre sveglia!».
http://www.pmnet.it/dett_news.asp?titolo=VERCELLI_-_Musica__letteratura_e_poes... 10/02/2014
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E’ stata poi la volta dell’Assessore alla Cultura del Comune di Vercelli dott. Pier Giorgio Fossale:
«Partecipo alla Giornata della Memoria con profonda convinzione. Mi domando sempre come sia
stato possibile che, in una Nazione moderna ed illuminata come la Germania, il nazismo abbia preso
il sopravvento. Effettivamente, questo movimento che si è presentato come una tempesta devastante,
aveva qualcosa di “esoterico”: con il suo estremismo, toccava l’inconscio dell’essere umano. I
tedeschi non furono infatti capaci di opporre, all’emotività, la forza del ragionamento. Ma noi, nella
realtà contemporanea, dobbiamo fare in modo che prevalga lo spirito di opposizione contro ogni
forma di discriminazione. Perché il Male vinca, ne sono convinto, basta che un Bene timido e
riservato taccia. Non deve prevalere il compromesso, la rinuncia ai valori, ma deve prevalere il
Valore. Questa scintilla che si oppone al Male deve essere sempre tenuta viva, dentro di noi». Mentre
il Provveditore agli Studi, dott. Antonio Catania, ha affermato: «Dobbiamo fare attenzione anche alle
barbarie presenti nella nostra società: il razzismo è molto più diffuso di quanto si possa credere. Il
razzismo che si limita a “criticare” l’opinione diversa dalla nostra può culminare nell’odio più
profondo, quello stesso odio che ha dato origine all’Olocausto. Perché ricordare? Perché da noi
dipendono le scelte future. Bisogna stimolare la partecipazione alla vita politica, ad esempio, per
evitare che la disinformazione più bieca prenda il sopravvento in questo momento di crisi…
approfittando delle condizioni di debolezza delle persone. Soltanto la vera democrazia, secondo la
mia opinione, può insegnarci ad accettare le differenze, arginando il rischio del ricorso alla violenza».
L’Associazione Italia-Israele ha peraltro deciso di onorare l’Assessore alla Cultura ed il Provveditore
agli Studi di Vercelli con la piantagione, in Israele, di venti alberi: i dieci alberi a nome di Fossale ed i
dieci a nome di Catania verranno piantati tramite il Fondo Nazionale d'Israele - Keren Kayemet leYisrael. Tra le attività istituzionali del Fondo, infatti, rientra anche la celebrazione dei Giusti d'Israele
con la piantagione di un albero tanto a Yad VaShem, quanto nel Paese dove hanno operato salvando
vite umane. Fossale e Catania riceveranno, in seguito, l’attestato della piantagione.
Presente alla serata anche Mons. Giuseppe Cavallone: «I membri del popolo di Israele sono i nostri
“fratelli maggiori”. In questi giorni ho letto parecchie testimonianze, riguardanti la città di Roma ed i
suoi dintorni, da cui si evinceva che molti ebrei sono stati nascosti e salvati proprio da esponenti della
religione cattolica…ebbene, questo – per la Chiesa – è un vanto. Per quanto riguarda il negazionismo,
devo dire che ho visitato alcuni campi di concentramento e non può che risultare evidente la follia dei
negazionisti: i cristiani devono impegnarsi a difendere, in ogni luogo e tempo, la dignità di tutti i
popoli. Il nostro compito è stato, e resterà per sempre, quello di instaurare una comunità in cui a
prevalere siano la Giustizia e l’Amore per l’altro». Mirella Carpanese, Presidente dell’Associazione
Janusz Korczak, ha portato il suo saluto: «Sono qui anche per ricordare il nostro eroe, Janusz
Korczak, medico ebreo polacco che fu deportato nel campo di sterminio di Treblinka. Morì, insieme a
tutti i bambini ospiti dell'orfanotrofio ebraico del Ghetto di Varsavia e agli educatori».
Quattro i canti proposti – in lingua ebraica - dal coro dell’Università Popolare di Vercelli, diretto da
Gabriella Greco. Ai brani biblici cantati in lingua ebraica (tratti da Isaia, Geremia e Cantico dei
Cantici) è seguita una suggestiva interpretazione di Yerushalaim Shel Zahav: Gerusalemme d’Oro,
canzone popolare ebraica, simbolo della vittoria nella Guerra dei Sei Giorni e che –di fatto- viene
considerata il secondo inno nazionale dello Stato di Israele.
Gli attori Licia di Pillo e Renzo Bellardone hanno contribuito recitando “Il diario di Anne Frank”,
poesia dello scrittore milanese Roberto Malini, ed alcuni brani tratti da “Terezin. Il ghetto modello di
Eichmann”, libro scritto dal sopravvissuto Benjamin Murmelstein. Terezin, campo di sterminio in
Repubblica Ceca, che fu inizialmente spacciato come città generosamente “donata” agli ebrei: in esso
si consumavano le peggiori atrocità ma, in occasione delle visite delle autorità internazionali – tra cui
la Croce Rossa Internazionale – il regime tedesco provvedeva a distorcere la realtà. I Ministri europei
in visita a Terezin, infatti, vedevano orchestre che suonavano gioiosamente ed ebrei che lavoravano in
condizioni di perfetta pulizia e serenità: ma, non appena le autorità giravano lo sguardo - in buona o
mala fede - il Male prendeva nuovamente il sopravvento. Al pari di quanto accadeva ad Auschwitz o
Mauthausen.
L’Ensemble Italia-Israele, guidato dal Maestro Giuseppe Canone, e il carisma della cantante
Francesca Borsetti hanno infine trascinato il pubblico in un viaggio emozionante, attraverso le
atmosfere della musica Yiddish. Anche la musica Yiddish contribuisce al Ricordo: infatti, essa
appartiene alla tradizione culturale degli ebrei dell’Est Europa, tra i più “bersagliati” dall’odio nazista
e colpiti dallo sterminio. Dalle note più cupe, permeate di sofferenza, ai ritmi più cadenzati, tendenti
alla gioia, alla celebrazione della vita. «Ringraziamo l’Associazione Italia Israele – ha concluso il
Maestro Canone –per averci dato la possibilità di celebrare la Memoria nel nostro modo, attraverso la
nostra passione, il nostro sentimento: la Musica».
ENSEMBLE ITALIA - ISRAELE
Direzione e clarinetti
CANONE Giuseppe
Fisarmonica
BERETTA Paolo
http://www.pmnet.it/dett_news.asp?titolo=VERCELLI_-_Musica__letteratura_e_poes... 10/02/2014
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Voce
BORSETTI Francesca
Contrabbasso
PROFETA Stefano
Chitarra
SAVINI Matteo
Così recita un verso biblico: “I mattoni sono caduti, ma noi ricostruiremo con pietre squadrate; i
sicomori sono stati tagliati, ma noi li sostituiremo con i cedri”.
Naase venishma: ascoltermo e agiremo.
“Il diario di Anne Frank” di Roberto Malini è stato pubblicato nel suo libro
DICHIARAZIONE, Edizioni Il Foglio
Il testo presentato è stato scelto dal libro di Benjamin Murmelstein,
“TEREZIN. Il ghetto modello di Eichmann”, Editrice La Scuola
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