AUTOMAZIONE E TELECONTROLLO DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE Varese 18/11/2005 SIBA S.p.A. PROGRAMMA I. II. III. IV. Presentazione di SIBA S.p.A. Definizione di automazione, telecontrollo e supervisione Automazione, telecontrollo e supervisione negli Impianti di Depurazione Evoluzione dell’automazione, telecontrollo e supervisione nel Tempo I. Presentazione di SIBA S.p.A. SIBA S.p.A. PRESENTAZIONE GENERALE z z Siba SpA opera, da più di 30 anni, nel settore del trattamento delle acque reflue civili. La sua tradizionale attività comprende in particolare la progettazione, costruzione e gestione per: ● impianti di potabilizzazione ● impianti di trattamento acque reflue z z z z Attiva esclusivamente in Italia, HQ a Milano, uffici operativi a Roma, Napoli e Palermo Più di 100 WWTP (tra cui Torino 1.6MPE, Milano Nosedo 1.25MPE e Roma Est 0.9MPE) Fortemente presente nel settore della privatizzazione delle risorse idriche Con l’acquisizione di USF Smogless WWT è di recente formazione e sviluppo un’attività operante nel campo degli impianti di trattamento acque reflue industriali DATI SOCIETARI z z z z Composizione azionaria: Veolia Water Systems 75% Emit 25% Capitale sociale: 30 M€, Dipendenti : ~100 2004 Fatturato: 42 M€ Società con attestazione SOA* e certificazione ISO 9001 *categorie OS22 classifica VIII (importo illimitato) OG6 classifica VI (10 M€) OS19 categoria III (1 M€) qualificazione per progettazione e costruzione fino alla classifica VIII (importo illimitato) ESEMPI SIGNIFICATIVI z z z NOSEDO PESCHIERA BORROMEO IDRAFANGHI (ATHOS®) Nuovi impianti ad elevata potenzialità e tecnologia innovativa, a servizio di Milano e Provincia II. Definizione di automazione, telecontrollo e supervisione SIBA S.p.A. SIGNIFICATO DELLE PAROLE AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE AUTOMAZIONE AUTOMAZIONE z Con il termine automazione s’intende definire una tecnica che consente - tramite idonee macchine, apparecchiature e procedure - di rendere un processo sempre meno dipendente dall’intervento umano, sia di carattere fisico che intellettuale. AUTOMAZIONE AUTOMAZIONE z Il nucleo di un sistema automatico è rappresentato dal sistema di controllo il quale acquisisce, converte elabora ed emette le informazioni inerenti il processo. AUTOMAZIONE z z Per acquisire le informazioni ci si avvale di sensori esterni e di sensori interni. Sensori esterni Sensori interni I sensori esterni sono sensori che intervengono esternamente sul processo automatico come ad esempio i pulsanti, i selettori attraverso i quali l’operatore può impostare i dati o comandare il sistema. I sensori interni acquisiscono invece le informazioni inerenti la posizione o lo stato assunto da una parte integrante del sistema. Lo scopo dei sensori è quello di trasformare una grandezza fisica, a cui sono sensibili, in un’informazione di tipo elettrico, comprensibile dal sistema di controllo. AUTOMAZIONE AUTOMAZIONE z z I segnali dei sensori una volta convertiti in informazioni leggibili dal controllore, vengono elaborati e confrontati al fine di prendere le decisioni sulle azioni che la singola utenza o l’impianto intero devono intraprendere. Una parte dei segnali in uscita dal controllore sono destinati ad informare l’operatore circa lo stato in cui si trova il processo in ogni istante. (segnalazione luminosa, display alfanumerico, video sinottico ecc …) AUTOMAZIONE TELECONTROLLO TELECONTROLLO z I sistemi di telecontrollo sono utilizzati per la sorveglianza ed il controllo di processi che sono geograficamente distribuiti. Essi comprendono tutte le apparecchiature e le funzioni per l’acquisizione, l’elaborazione, la trasmissione e la visualizzazione delle necessarie informazioni di processo. TELECONTROLLO TELECONTROLLO z Prescrizioni di un sistema di telecontrollo: – Caratteristiche funzionali Corretta informazione con risposte veloci ed accurate – Condizioni ambientali Funzionamento corretto in condizioni ambientali specifiche – Affidabilità, disponibilità e sicurezza Funzionamento sicuro con segnalazione immediata dei guasti – Manutenibilità, facilità d’uso ed espandibilità HW e SW manutenibili e facilmente adattabili a future espansioni del processo TELECONTROLLO TELECONTROLLO z Le caratteristiche che differenziano i sistemi di telecontrollo dai sistemi di controllo locale sono le seguenti: – – – Garanzia della qualità dei dati da trasmettere ed il necessario tempo complessivo di trasferimento; Protocollo di trasmissione dati adatto alla presenza di eventuali rumori; Controllo centralizzato di numerosi impianti geograficamente distribuiti. TELECONTROLLO TELECONTROLLO z z z Il sistema di trasmissione dati utilizza principalmente cavi di comunicazione pubblici o privati oppure canali radio. Eventuali limitazioni imposte dai canali di telecomunicazione possono pesantemente condizionare l’efficienza complessiva del sistema. Il sistema di trasmissione dati deve essere considerato parte integrale del sistema di telecontrollo. TELECONTROLLO z CONFIGURAZIONE PUNTO A PUNTO Questa configurazione collega due stazioni di telecontrollo ed è la più semplice possibile. Centro di controllo Linea trasmissione dati Stazione periferica TELECONTROLLO z CONFIGURAZIONE PUNTO A PUNTO MULTIPLA Il centro di controllo è collegato alle stazioni periferiche con un terminale di linea per stazione. In ogni momento tutte le stazioni periferiche possono trasmettere dati al centro di controllo che a sua volta può trasmettere messaggi simultaneamente ad una o più stazioni periferiche. Centro di controllo Linea trasmissione dati Linea trasmissione dati Stazione periferica Stazione periferica Linea trasmissione dati Stazione periferica TELECONTROLLO z CONFIGURAZIONE MULTIPUNTO A STELLA Il centro di controllo è collegato a più di una stazione periferica con un terminale di linea comune. In ogni momento solo una stazione periferica può trasmettere dati al centro di controllo. L’apparecchiatura di telecontrollo centrale può trasmettere sia dati ad una o più stazioni periferiche selezionate sia messaggi globali a tutte le stazioni periferiche simultaneamente. Centro di controllo Linea tras miss ati issione d m s a tr a e Lin ione dati Linea trasmissione dati Stazione periferica Stazione periferica Stazione periferica TELECONTROLLO z CONFIGURAZIONE MULTIPUNTO OMNIBUS Il centro di telecontrollo è collegato a più di una stazione periferica con un collegamento comune. Le limitazioni imposte allo scambio tra posto centrale e stazioni periferiche sono le stesse che nella configurazione multipunto a stella. Centro di controllo Stazione periferica Stazione periferica Linea trasmissione dati Linea trasmissione dati Linea trasmissione dati Linea trasmissione dati Stazione periferica Stazione periferica TELECONTROLLO z CONFIGURAZIONE MULTIPUNTO AD ANELLO La linea di comunicazione tra tutte le stazioni forma un anello. Questo metodo è preferito per migliorare la disponibilità delle comunicazioni. Se il collegamento è interrotto in un punto qualunque, si mantengono completamente le comunicazioni poiché ogni stazione può essere raggiunta dai due lati dell’anello. Centro di controllo Stazione periferica Stazione periferica Linea trasmissione dati Stazione periferica Stazione periferica TELECONTROLLO z CONFIGURAZIONE COMPLESSA Le configurazioni dei tipi indicati in precedenza possono essere combinate in una grande varietà di configurazioni complesse. La più importante composizione è la configurazione a rete magliata in cui si possono avere comunicazioni tra qualsiasi coppia di stazioni. Si possono inserire punti per la raccolta, la concentrazione e lo scambio delle informazioni. Centro di controllo Punto di raccolta Centro di controllo principale Centro di controllo Punto di raccolta Stazione periferica Stazione periferica Stazione periferica Stazione periferica Stazione periferica Stazione periferica SUPERVISIONE SUPERVISIONE z z La supervisione è la tecnologia che grazie alla semplice interfaccia grafica ed alla continua raccolta di informazioni in tempo reale ci mostra con immediatezza lo stato di tutte le apparecchiature collegate. L’interfaccia uomo-macchina viene definita come il confine in comune tra il terminale di un sistema di elaborazione dati e l’operatore che l’utilizza. SUPERVISIONE SUPERVISIONE z I tipi di informazione sono in genere visualizzati dai seguenti dispositivi: – – – – – – – Quadro sinottico Consolle di operatore Strumenti indicatori (analogici e/o digitali) Schermi video Apparati di registrazione Segnalazioni acustiche Apparati di manutenzione SUPERVISIONE STRUTTURA DEGLI IMPIANTI DI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE STRUMENTAZIONE STRUMENTAZIONE z z La strumentazione misura una grandezza fisica e/o uno stato in cui si trova una parte dell’impianto e la converte in una forma leggibile dall’apparato periferico. Gli strumenti utilizzati maggiormente negli impianti sono di due tipi analogico e digitale. STRUMENTAZIONE DIGITALE z z Un segnale digitale è usato per caratterizzare gli stati che variano in modo discreto (ON/OFF). L’informazione digitale è rappresentata da segnali binari individuali aventi due livelli distinti ed esclusivi. STRUMENTAZIONE DIGITALE STRUMENTAZIONE ANALOGICA z z Un segnale analogico è associato ad una grandezza che può variare entro valori predeterminati (Zero/Fondo Scala). Il campo di segnale della misura analogica può rappresentare una sorgente di informazione variabile nel campo fisico dell’utenza. STRUMENTAZIONE ANALOGICA APPARATI PERIFERICI APPARATI PERIFERICI z z Gli apparati periferici sono i mezzi attraverso i quali è possibile leggere le informazioni della strumentazione installata in campo ed elaborarle e/o inviarle al centro di controllo. Gli apparati periferici si dividono in sistemi a logica cablata e sistemi a logica programmabile. SISTEMI A LOGICA CABLATA z z z z Appartengono a questa categoria tutti quei sistemi costituiti da componenti discreti, tra loro collegati secondo una precisa configurazione. I collegamenti sono fissi: si parla più propriamente di cablaggio. Eseguire modifiche è possibile ma con difficoltà spesso notevoli e comunque non come prassi normale. La caratteristica saliente di un sistema a logica cablata è data dall’elaborazione parallela dei segnali SISTEMI A LOGICA CABLATA SISTEMI A LOGICA PROGRAMMABILE z z z z In questa categoria di sistemi troviamo i controllori programmabili o PLC (Programmable Logic Controller) controllore logico programmabile. Un PLC è un sistema a base elettronica al quale sono collegabili, tramite moduli di ingresso e di uscita, i segnali che provengono dal processo e che devono giungere al processo controllato. Il programma è memorizzato sotto forma di istruzioni in una memoria interna al PLC e viene elaborato in sequenza. In questo caso le modifiche sono facilmente apportabili senza particolari difficoltà. SISTEMI A LOGICA PROGRAMMABILE SISTEMA DI TRASMISSIONE DATI SISTEMA DI TRASMISSIONE DATI z Si usano tre metodi basilari per la trasmissione dei dati nei sistemi di automazione, telecontrollo e supervisione: – – – z Trasmissione inizializzata (trasmissione spontanea) Trasmissione su richiesta Trasmissione ciclica da un evento Le soluzioni sopra indicate possono essere combinate tra di loro e generare una moltitudine di soluzioni diverse. TRASMISSIONE SPONTANEA z z z La trasmissione dati è inizializzata da eventi, nelle stazioni dove essi si verificano, quali cambiamenti di stato e/o dei valori misurati ecc. Questo metodo soddisfa nel modo migliore le prescrizioni per i sistemi in tempo reale. Il corretto funzionamento della trasmissione è verificato con l’invio periodico di informazioni di prova (funzione watchdog). TRASMISSIONE SU RICHIESTA z z In questo caso la stazione centrale chiede alla stazione periferica di trasmettere lo stato effettivo delle informazioni. In caso di parecchie stazioni periferiche questa modalità è chiamata anche modalità ad interrogazione. TRASMISSIONE CICLICA z z z Questa modalità è frequentemente usata per la trasmissione dei valori misurati dalle stazioni periferiche al centro di controllo. Gruppi di valori misurati e/o informazioni di stato sono trasmessi secondo uno schema a divisione di tempo. Questo tipo di trasmissione provoca un ritardo nell’aggiornamento che aumenta con l’aumento delle informazioni da esplorare in un ciclo. CENTRO DI CONTROLLO CENTRO DI CONTROLLO z z Il Centro di Controllo provvede alla gestione ed al monitoraggio di tutte le variabili del sistema e rappresenta il nodo centrale ove convergono tutti i parametri funzionali. Il Centro di Controllo deve garantire l’interrogazione dei nodi periferici, l’interfaccia videografica delle informazioni dell’impianto via software, l’archiviazione, la visualizzazione e la stampa dei dati. HARDWARE z z L’hardware del centro di controllo è tipicamente costituito da uno o più elaboratori. Ci sono diversi modi di configurare un Centro di Controllo i più diffusi sono: – – Configurazione Client – Server Configurazione Distribuita HARDWARE SOFTWARE z z Il software sviluppato, installato e configurato presso il centro di controllo, ha il compito di garantire la gestione dell’intero impianto. Le principali funzioni del software di supervisione, sono le seguenti: – – – – – Gestione dei dati e messaggi Gestione allarmi Comandi ed acquisizioni Stampe ed archivi Configurazioni ed impostazioni BENEFICI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE OBIETTIVI DEI SISTEMI DI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE BENEFICI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE z Gli obiettivi che un sistema di telecontrollo permette di conseguire mirano a migliorare la gestione dell’impianto in termini di: – – – – – – – – Centralizzazione delle informazioni Espansioni future Centralizzazione degli allarmi e degli stati Messaging Prevenzione di guasti e anomalie Riduzione dei costi di gestione Rotazione di funzionamento degli apparati Acquisizione sistematica di dati statistici relativi all’impianto CARATTERISTICHE DEI SISTEMI DI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE BENEFICI AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE z Il sistema di telecontrollo assicura requisiti essenziali in termini strutturali e funzionali: – – – – – – – – Modularità Flessibilità Integrabilità Facilità d’uso Standardicità Sicurezza dati Economia di esercizio e manutenzione Qualità dei componenti e dell’integrazione III. Automazione, telecontrollo e supervisione negli impianti di depurazione SIBA S.p.A. CARATTERISTICHE DELL’AUTOMAZIONE NEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE TIPOLOGIA DI UTENZE z Le utenze che generalmente vengono installate in un impianto di depurazione sono di diverso tipo: – – – – – Utenze manuali (Saracinesche, Valvole ecc) Utenze elettriche (Griglie, Pompe, Mixer, Nastri trasportatori, Carroponti, ecc) Quadri Package (Autoclave, Preparazione polielettrolita, Filtropresse ecc) Utenze pneumatiche (Valvole) Strumentazione (Livelli, Portate, Pressioni ecc) TIPOLOGIA DI UTENZE TIPOLOGIA DI PROCESSO z z z z z L’impianto di depurazione non è tra i più complessi da automatizzare, telecontrollare e supervisionare. La struttura dell’impianto di depurazione facilita l’uso di logiche locali. Alcune macchine richiedono poca gestione. Il processo è relativamente lento, cioè risponde lentamente ai comandi. L’impianto di depurazione non si può fermare, in quanto l’utenza non si ferma. TIPOLOGIA DI SCELTA z z z z Strumentazione che garantisca una misura corretta e costante. Apparati periferici di categoria medio/alta che in caso di guasto o malfunzionamento permettano interventi rapidi e senza blocchi di tutto o parte dell’impianto. Sistema di trasmissione dati ridondato con cavo schermato ed armato. Supervisione che permetta una veloce diagnosi in caso di anomalie e che riduca al minimo le conseguenze di guasto su una postazione operatore. PROGETTAZIONE DI UN NUOVO IMPIANTO SUDDIVISIONE DELL’IMPIANTO IN SEZIONI FUNZIONALI z z La suddivisione in sezioni dell’impianto aiuta a capire come suddividere la gestione delle utenze tra i vari apparati periferici. La documentazione che si utilizza è la planimetria dell’impianto insieme ai disegni (P&I) che il processista ha sviluppato. SUDDIVISIONE DELL’IMPIANTO IN SEZIONI FUNZIONALI CALCOLO INGRESSI E USCITE E DIMENSIONAMENTO PLC z z z Elaborare uno tipico per utenza al fine da avere uno standard per tutte le utenze con le stesse caratteristiche . Conta delle utenze ed il conseguente calcolo degli ingressi e delle uscite. Dimensionamento dell’apparato periferico prendendo in considerazione anche altri aspetti come: – – – – – suddivisione delle utenze intervento di utenze di riserva in caso di guasto scorta per ampliamenti futuri ridondanza logiche da implementare sull’apparato periferico CALCOLO INGRESSI E USCITE E DIMENSIONAMENTO PLC SCELTA DELLA LINEA DI TRASMISSIONE DEI DATI z z Supporto fisico di trasmissione dei dati ridondato, schermato ed armato nel caso si usi cavo di rame; ridondato ed armato nel caso di fibra ottica. La scelta del tipo di trasmissione dati può dipendere da diversi fattori: – – – – distanza tra gli apparati periferici ed il centro di controllo percorso che il cavo deve compiere all’interno dell’impianto tipologia di protocollo di comunicazione supportato dagli apparati periferici configurazione del centro di controllo CONFIGURAZIONE DEL CENTRO DI CONTROLLO z z z Configurazione client-server per grossi impianti, configurazione distribuita per impianti di medie e piccole dimensioni. La scelta dell’hardware cade su tipologie di macchine standard di mercato. Il software adottato è uno tra i pacchetti di supervisione più diffusi sul mercato. CONFIGURAZIONE DEL CENTRO DI CONTROLLO L’ATTIVAZIONE E LA MESSA IN SERVIZIO DELL’IMPIANTO L’ATTIVAZIONE E LA MESSA IN SERVIZIO DELL’IMPIANTO z L’attivazione e la messa in servizio dell’impianto di telecontrollo viene effettuata secondo procedure consolidate: – – – – Setup Test Start up Training AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE IN IMPIANTI DI TIPOLOGIA E DIMENSIONI STANDARD (PESCHIERA BORROMEO) IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO z media potenzialità e concezione moderna – – – – – – 3° depuratore di Milano, dopo Nosedo e Milano Sud Comparto biologico mediante BIOFILTRAZIONE Stabilizzazione fanghi mediante DIGESTIONE ANAEROBICA Potenzialità: 250˙000 A.E. Qmedia (tempo secco) = 96˙000 mc/d Carico inquinante sottratto al corpo ricettore (BOD5): 14˙000 kg/d IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO Pretrattamenti: unica unità di trattamento per dissabbiatura e sedimentazione primaria IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO z Comparto biologico mediante BIOFILTRAZIONE – Trattamento secondario e/o terziario che realizza nel medesimo bacino z Depurazione biologica (rimozione di C e N) z Filtrazione – Compattezza (riduzione del volume da 5 a 1 e della superficie da 7 a 1) Miglior qualità dell’effluente (è paragonabile con un trattamento a fanghi attivi + un terziario) Miglior affidabilità di processo (l’efficienza non è vincolata alla sedimentabilità del fango come nei sistemi FA) Modularità Adattabilità alle variazioni di carico Facilità di installazione in edifici chiusi e deodorizzati – – – – – IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO Acqua di controlavaggio Influente • maggiore complessità idraulica rispetto ai classici fanghi attivi • necessità di gestire opportunamente le fasi di lavaggio con aria/acqua Effluente IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO DIGESTIONE ANAEROBICA • maggiore complessità di processo rispetto alla digestione aerobica • necessità di controllo in continuo, di misure accurate e di dispositivi di sicurezza vista la presenza di Biogas Vista d’insieme della linea fanghi IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO Unità di stampa Unità di supervisione in backup caldo UPS Sala controllo UPS hub interconnessione ottica LAN – 10 Mb/s – fibra ottica – ethernet IEEE 802.3 AREA 2 PLC1A AREA 3 PLC2A PLC1B PLC2A DI: 304, DO: 88, AI: 32, AO: 8 UTENZE DI: 336, DO: 80, AI: 16, AO: 0 UTENZE DI: 352, DO: 72, AI: 32, AO: 8 UTENZE DI: 320, DO: 96, AI: 32, AO: 8 UTENZE griglie, paratoie, soffianti, elettrovalvole, gruppo elettrogeno, misuratori di livello e portata griglie, paratoie, soffianti, elettrovalvole, gruppo elettrogeno, misuratori di livello e portata Ventilatori, paratoie, soffianti, elettrovalvole, gruppo elettrogeno, misuratori di livello e portata, analizzatori Ventilatori, paratoie, soffianti, elettrovalvole, gruppo elettrogeno, misuratori di livello e portata, analizzatori PLC, 64K, comunicazione ethernet integrata, I/O discreti high speed IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO z z Le unità di elaborazione e controllo delle stazioni periferiche sono basate su PLC collegati via ethernet alla supervisione con cui trasmettono e ricevono dati. Caratteristiche generali: – – – – elevata velocità di elaborazione per brevi tempi di ciclo potente biblioteca per funzioni complesse forma costruttiva compatta per l’installazione in spazi ristretti esenzione da manutenzione al 100% IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO z La rete di comunicazione del sistema di telecontrollo è costituita da una dorsale in fibra ottica basata su protocollo ethernet. Modulo industrial ethernet PLC1A Scheda di rete PC1 Modulo industrial ethernet PLC1B HUB Scheda di rete PC2 Modulo industrial ethernet PLC2A Modulo industrial ethernet PLC2B IMPIANTO DI PESCHIERA BORROMEO z z L’hardware del centro di controllo è costituito da due elaboratori (uno di riserva calda all’altro); ogni elaboratore possiede la potenzialità necessaria per trattare autonomamente tutte le informazioni e i telecomandi del sistema. Il software sviluppato, installato e configurato presso il centro di controllo complessivamente gestisce quattro stazioni periferiche con logiche distribuite. AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE IN GROSSI IMPIANTI (MILANO NOSEDO) IMPIANTO DI MILANO NOSEDO IMPIANTO DI MILANO NOSEDO z Classica tipologia impiantistica applicata ad un impianto di notevoli dimensioni – Potenzialità: 1˙250˙000 A.E. – Qmedia (tempo secco) = 432˙000 mc/d – Carico inquinante sottratto al corpo ricettore (BOD5): 56˙160 kg/d IMPIANTO DI MILANO NOSEDO Disinfezione 3 2 Nitrificazione Denitrificazione 5 Filtropresse Deodorizzazione 6 1 4 Refluo in uscita dall'impianto Grigliatura 1. Grigliatura IMPIANTO DI MILANO NOSEDO 2. Nitrificazione IMPIANTO DI MILANO NOSEDO 3. Disinfezione IMPIANTO DI MILANO NOSEDO 4. Refluo in uscita dall'impianto IMPIANTO DI MILANO NOSEDO 5. Alimentazione Filtropresse IMPIANTO DI MILANO NOSEDO 5. Filtropresse IMPIANTO DI MILANO NOSEDO 6. Deodorizzazione IMPIANTO DI MILANO NOSEDO IMPIANTO DI MILANO NOSEDO IMPIANTO DI MILANO NOSEDO z z z Il sistema di automazione sarà composto da nove apparati del tipo controllori programmabili (PLC) predisposti per teleoperazioni, che provvederanno a gestire direttamente le logiche di automazione previste per le varie sezioni e/o utenze di impianto. Ogni PLC è dotato di unità centrale (CPU) ridondata. Ogni unità periferica controlla i segnali di propria pertinenza provenienti dal quadro Power center (PC), dal quadro motor control center (MCC) e dal quadro strumenti ed interfaccia (QSI). IMPIANTO DI MILANO NOSEDO z z z z z E’ prevista una rete locale per il collegamento delle cinque unita’ PLC e delle cinque stazioni di supervisione. La rete è di tipo Ethernet per applicazioni industriali. La connessione avviene mediante cavo ottico multiplo adatto alla posa in cavidotto con protezione antiroditore. Il collegamento delle quattro stazioni slave delle opere di presa con la stazione master nella sala controllo, si basa su linea dedicata, ridondata con linee telefoniche commutate. La connessione avviene mediante cavo ottico multiplo adatto alla posa in cavidotto con protezione antiroditore e mediante linea telefonica commutata per la linea di ridondanza. IMPIANTO DI MILANO NOSEDO z La supervisione è composta da una piattaforma hardware comprendente cinque stazioni di supervisione costituite ognuna da un elaboratore a microprocessore e da una piattaforma software comprendente sia il software di base (ambiente operativo e sistema di gestione della base di dati) che il software applicativo finalizzato al comando, alla supervisione ed alla manutenzione. AUTOMAZIONE, TELECONTROLLO E SUPERVISIONE IN IMPIANTI PARTICOLARI (ATHOS) IMPIANTO DI TRUCCAZZANO IMPIANTO DI TRUCCAZZANO z L’unità Athos®, complessità tecnologica – Potenzialità: 360˙000 A.E. – Carico di fango giornaliero 14˙600 kgSS/d IMPIANTO DI TRUCCAZZANO z Athos®: Ossidazione ad umido – – – – Reazione chimica ossidazione in reattore in condizioni controllate z Ossidazione di composti organici solubili o sospesi z Reazione realizzata in matrice acquosa z Non è un incenerimento Aria od Ossigeno puro come agenti ossidanti Condizioni controllate z Temperatura: 150 – 260 °C z Pressione: 50 – 150 bar Applicata a: z Fanghi di supero da impianti depurazione municipali/industriali z Reflui industriali concentrati (COD 100.000 mg/l) z Rigenerazione di carboni attivi esauriti IMPIANTO DI TRUCCAZZANO IMPIANTO DI TRUCCAZZANO IMPIANTO DI TRUCCAZZANO Caldaia INSTALLAZIONI ACCESSORIE Prodotto finale: TECNOSABBIA Filtropressa IMPIANTO DI TRUCCAZZANO IMPIANTO DI TRUCCAZZANO z z z Un PLC centrale dotato di CPU e doppia scheda di comunicazione, una verso i rack di espansione ed una verso il PLC di preparazione fanghi. Le estensioni sono installate nell’impianto e sono adibite alla gestione del Solfato di Rame, Ossigeno, Caldaia, ecc. Il PLC di preparazione fanghi è dotato di CPU e di scheda di comunicazione per il dialogo con il PLC centrale. IMPIANTO DI TRUCCAZZANO z z z z Il sistema di comunicazione utilizzato è molto semplice in quanto il Centro di Controllo si trova nello stesso locale del PLC centrale. Rete Ethernet in rame per la trasmissione dati tra la postazione operatore ed il PLC centrale. Trasmissione dati mediante protocollo Modbus su cavo di rame tra il PLC centrale ed il PLC di preparazione fanghi. Il collegamento tra il PLC centrale ed i rack di espansione avviene attraverso cavo di rame. IMPIANTO DI TRUCCAZZANO z z z z Il centro di controllo è configurato con una sola postazione operatore di supervisione. Per la stampa degli allarmi viene usata una stampante ad aghi collegata direttamente alla postazione operatore. Per la stampa grafica viene usata una stampante laser collegata direttamente alla postazione operatore. La postazione operatore è dotata di combinatore telefonico per l’avviso su telefonia mobile degli allarmi. IV. Evoluzione dell’Automazione, telecontrollo e supervisione nel tempo SIBA S.p.A. PROGETTO IMPIANTI DIMOSTRATIVI PLUVIRRIGUI (1983) PROGETTO IMPIANTI DIMOSTRATIVI PLUVIRRIGUI (1983) z z z N° 2 stazioni automatiche agrometereologiche controllate e comandate da un unico computer per la gestione irrigua delle zone S. Paolo Civitate e Lesina. Le due aree distano tra loro 15 Km circa, mentre il computer è alloggiato in un apposito vano della casa di guardia che dista circa 10 Km da ogni area sperimentale. Il collegamento tra le aree ed il computer sarà eseguito via linea telefonica dedicata (CDA) fornita da Telecom. PROGETTO IMPIANTI DIMOSTRATIVI PLUVIRRIGUI (1983) PROGETTO ACQUEDOTTO MARSALA (1990) PROGETTO ACQUEDOTTO MARSALA (1990) z z z z Il sistema acquedottistico di Marsala e' composto da 4 stazioni di approvvigionamento (pozzi), da 5 stazioni di accumulo e smistamento (serbatoi) e da 14 stazioni di distribuzione (nodi). Presso ogni stazione sono predisposti gli apparecchi (pompe, valvole, sistemi di dosatura del cloro) e gli strumenti di misura (portata, livello, il cloro residuo, la pressione) necessari per la corretta gestione della distribuzione idrica. L'intero impianto può essere gestito sia in locale, sia dal Centro Operativo posto presso la stazione di Cardilla, dal quale e' possibile monitorare tutte le stazioni e inviare a ciascuna di esse comandi sia in tempo reale (modalità manuale remota), sia in base a programmi automatici predefiniti (modalità automatica). Tutte le informazioni scambiate tra le stazioni periferiche e il Centro Operativo vengono registrate in maniera cronologica. PROGETTO ACQUEDOTTO MARSALA (1990) PROGETTO ACQUEDOTTO MILANO (1996) PROGETTO ACQUEDOTTO MILANO (1996) z z z z z z I dati e i comandi relativi alle varie stazioni di sollevamento sono ricevuti e rispettivamente inviati a mezzo di una unica coppia telefonica per ogni Stazione Periferica verso il Centro di competenza tramite l’apparato di teletrasmissione (Novara, Anfossi, Suzzani, S.Siro). Gli apparati al Centro provvedono a collegarsi sequenzialmente ad ognuna delle Stazioni Periferiche di competenza. Ad ogni Centro sono disponibili le segnalazioni di allarme relative allo stato degli apparati di telecontrollo collegati ed alla teletrasmissione. In ogni Centro gli elaboratori sono connessi ad un quadro sinottico di segnalazione e comando (di conformazione identica per tutti i Centri esistenti). Al Centro di San Siro sono installati 3 terminali per la visualizzazione dei dati dei Centri di Novara, Anfossi, Suzzani e S.Siro stesso. Tali elaboratori sono connessi alla rete locale per la condivisione delle stampanti e per il collegamento con i Centri di Novara, Anfossi e Suzzani. PROGETTO ACQUEDOTTO MILANO (1996)