Conferenza Stampa
Ospedale di Vaio:
Ossigenoterapia iperbarica
Il bilancio dell’attività
Giovedì 3 febbraio 2011 – ore 11.30
Sala A – Ospedale di Vaio
Alla Conferenza Stampa intervengono:
Massimo Fabi, Direttore Generale Azienda USL di Parma
Giuliano Vezzani, Direttore Dipartimento emergenza-urgenza e diagnostica Ospedale
di Vaio, Azienda USL di Parma
Mario Cantini, Sindaco del Comune di Fidenza,
Massimo Tedeschi, Sindaco del Comune di Salsomaggiore Terme
Sono presenti:
Ettore Brianti, Direttore Sanitario Azienda USL di Parma
Leonardo Marchesi, Direttore Presidio Ospedaliero Azienda USL di Parma
Maria Rosa Salati, Direttore Distretto di Fidenza Azienda USL di Parma
Maria Cristina Aliani, Direttore medico Ospedale di Vaio, Azienda USL di Parma
Luca Cantadori, Direttore U.O. soccorso territoriale Ospedale di Vaio, AUSL di Parma
Roberto Casetti, Coordinatore infermieristico Dipartimento emergenza-urgenza e
diagnostica Ospedale di Vaio, Azienda USL di Parma
Fernanda Campanini, Presidente Comitato Consultivo Misto Distretto di Fidenza
Enore Artusi, Presidente Centro per la Tutela dei Diritti del Malato di Fidenza
NOTA PER GLI ORGANI DI INFORMAZIONE
Il 2010 ha registrato il più alto numero di persone trattate nella camera iperbarica
dell’Ospedale di Vaio per intossicazione da monossido di carbonio (CO) rispetto agli
anni precedenti: sono state 254, il 41.3% dei 614 pazienti totali in terapia iperbarica.
Solo nelle prime tre settimane di quest’anno, gli intossicati da CO sono stati 28, più della
metà del totale in terapia (43).
La camera iperbarica è
dell'intossicazione da CO.
il
trattamento
principale
e
spesso
risolutivo
Il Centro Iperbarico dell’Ospedale di Vaio dispone di una camera iperbarica - donata
dall’AS.PA.T.I. (Associazione pazienti trattati in iperbarismo) di Fidenza – in grado di
ospitare, per la terapia, fino a 14 persone sedute, oppure 2 in barella.
Il Centro risponde ai bisogni di un ampio bacino di utenza, che si estende dalla periferia
ovest di Bologna a tutta l’Emilia, alle province di Cremona, Lodi e Pavia e talvolta anche di
Alessandria per i casi molto gravi di intossicazione da monossido di carbonio (CO).
Il Centro, di gran lunga il primo in Italia per il numero di pazienti trattati a seguito di
intossicazione da CO, è punto di osservazione epidemiologico nazionale per questa
patologia ed è l’unica struttura del Servizio Sanitario Regionale dell’EmiliaRomagna.
Questi i dati di attività della camera iperbarica dell’Ospedale di Vaio
ANNO
Totale pazienti
Intossicati da CO
2008
619
194 (31.3)
2009
600
162 (27%)
614
254 (41.3%)
43 (1-18 gennaio)
28 (65.1%)
2010
2011
Negli ultimi 10 anni, in media,
iperbarica è rappresentato da:
•
•
il
74% delle patologie trattate con ossigenoterapia
Intossicazione acuta da monossido di carbonio (39%)
Infezioni necrosanti acute dei tessuti molli (35%)
Il rimanente 26% è rappresentato da:
•
•
•
•
•
•
Necrosi avascolare della testa del femore
Ulcere cutanee croniche
Sordità acuta improvvisa
Lesioni ossee e cutanee post-attiniche
Piede diabetico
Varie (osteonecrosi non della testa femorale, algodistrofia di Sudek, malattia da
decompressione etc)
Le indicazioni al trattamento iperbarico sono quelle contenute nelle linee guida della
Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) e
nelle linee guida della Società Italiana di Medicina Subacquea e Iperbarica (SIMSI), edite
nel 2007 e riviste nel 2008.
Responsabile del Centro Iperbarico dell’Ospedale di Vaio è il prof. Giuliano Vezzani,
Direttore U.O. Anestesia-Rianimazione, Terapia Iperbarica, Terapia Antalgica, Direttore
anche del Dipartimento Emergenza-Urgenza e dei Servizi Diagnostici dell’Ospedale di
Vaio. L’équipe è composta da 4 infermieri, di cui una con funzioni di coordinatrice. A
questi operatori compete il funzionamento della camera iperbarica, conducendo le fasi di
compressione e decompressione e la pronta disponibilità nelle 24 ore, tutti i giorni
dell’anno.
COME PREVENIRE L’INTOSSICAZIONE DA CO
Il monossido di carbonio è un gas incolore, inodore, insapore, non irritante; l'assenza di
caratteristiche organolettiche lo rendono quindi un pericoloso e silenzioso killer.
I primi sintomi da intossicazione da CO sono generici: un leggero mal di testa, un po' di
affanno, sensazione di vertigini, uno stato di confusione mentale, generici disturbi alla
vista, nausea, vomito. Disturbi tutti che, nel loro complesso, sono anche associabili e
riconducibili a diverse e comuni cause, con il risultato che non ci si bada più di tanto.
L'avvelenamento da monossido di carbonio può avvenire per cause accidentali,
soprattutto nei mesi invernali, perché legate al maggior utilizzo di scaldabagni, stufe,
impianti di riscaldamento, ecc. non ben funzionanti o di camini e stufe a legna in locali non
sufficientemente ventilati.
Ecco alcune semplici regole da rispettare:
•
•
•
•
non accendere bracieri o griglie in locali chiusi;
far installare gli impianti termici da personale tecnico esperto in grado di rilasciare le
certificazioni di conformità alle norme di sicurezza e sottoporre gli impianti a
controlli periodici;
evitare il "fai da te" e soluzioni artigianali improvvisate;
far pulire periodicamente dallo spazzacamino le canne fumarie dei caminetti e delle
stufe a legna possibilmente prima dell'inizio della stagione di riscaldamento;
•
•
assicurare un'efficiente aerazione nei locali dove si trovano gli impianti tramite le
aperture regolamentari che non devono essere ostruite;
verificare al momento dell'acquisto che gli apparecchi siano corredati di istruzioni
per l'uso e rispettarle scrupolosamente
Queste le tre principali azioni da eseguire nel più breve tempo possibile, per
soccorrere un intossicato:
1. areare immediatamente l'ambiente e allontanare subito la persona intossicata, facendo
attenzione a non compromette la propria incolumità;
2. somministrarle subito ossigeno ad alta concentrazione;
3. chiamare il 118.
Ufficio stampa AUSL di Parma
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