Il Metabolismo dei Lipidi e
le Dislipidemie
Con il termine Dislipidemie si intende, quasi
sempre, un aumento di una o più frazioni
lipidiche normalmente presenti nel plasma e
più raramente una diminuzione.
La funzione di lipidi nell'organismo umano
I lipidi hanno varie funzioni nell'organismo umano come elementi
strutturali, funzionali e come riserve energetiche:
1.elemento strutturale (di costruzione):
•di membrane cellulari in genere: fosfolipidi, colesterolo
•di tessuti nervosi e cervellari in grandi quantità: sfingolipidi
(legati a zuccheri, proteine, fosfati)
•di tessuti lipidici strutturali come termoregolatori
2.elemento funzionale come:
•ormoni steroidei
•per la biosintesi di acidi biliari, colesterolo ecc. nel fegato
•per la biosintesi di vitamina D3 in fegato e reni
3.riserva energetica nel tessuto lipidico bianco, maggiormente
costituito di trigliceridi formati da acidi grassi
I lipidi più importanti nell’organismo umano sono:
Acidi grassi
Trigliceridi
Colesterolo
Lecitine
STRUTTURA DEL COLESTEROLO
Il colesterolo non è libero nel sangue, ma è legato a particolari
proteine formando strutture complesse dette lipoproteine; il
colesterolo totale si divide perciò in colesterolo VLDL (a
bassissima densità), LDL (a bassa densità) e HDL (ad alta densità).
Le lipoproteine a bassa densità (LDL) veicolano tra il 60% e l'80%
del colesterolo sierico. Presentando molta affinità con le cellule
dell'endotelio delle arterie, liberano il colesterolo sulla parete dei
vasi (costituisce la placca ateromatosa nell'aterosclerosi, anche se
non è ancora chiaro se rappresenti il fattore eziologico della
malattia); viceversa le lipoproteine ad alta densità (HDL) svolgono
la funzione opposta, rimuovendo il colesterolo dalle arterie e
riportandolo al fegato.
Il colesterolo è un ingrediente essenziale della membrana
cellulare di tutte le cellule animali: si inserisce fra i due
strati di fosfolipidi orientandosi con i gruppi -OH vicini alle
teste polari dei fosfolipidi, diminuendo così la fluidità del
mosaico
ma aumentando la stabilità meccanica e la
flessibilità delle cellule. Così facendo però diminuisce la
permeabilità a piccole cellule idrosolubili.
Assieme con molecole proteiche il colesterolo regola lo
scambio di sostanze messaggere tramite la membrana
cellulare.
Crescita e divisione cellulare non sono possibili senza
colesterolo.
Il colesterolo è la sostanza base per la sintesi degli ormoni
steroidei come aldosterone, cortisone, testosterone,
estradiolo ecc. .
Il colesterolo prodotto nel fegato viene impiegato in buona parte
per la produzione di bile, una sostanza secreta nel duodeno che
serve a emulsionare i lipidi alimentari per renderli assorbibili
dall'intestino tenue.
La produzione non controllata di colesterolo può provocare
malattie molto gravi come l'aterosclerosi, in quanto il
colesterolo in eccesso si accumula nei vasi sanguigni portando
alla formazione di placche aterosclerotiche che potrebbero
provocare l'occlusione dei vasi e dunque la morte del paziente
nel caso i vasi occlusi siano fondamentali per la sopravvivenza
(es. arterie coronarie ). L’ aterosclerosi è la complicanza più
importante delle iperlipidemie. E’ causata dal deposito dei
lipidi a livello dell’intima vasale.
Trasporto del colesterolo
Il colesterolo, come tutti i grassi, non è solubile nel sangue, per il trasporto
ematico deve essere "imballato" in complessi aggregati sferiche di trasporto
(lipoproteine).
Questi aggregati consistono essenzialmente di:
un involucro a singolo strato di fosfolipidi;
apolipoproteine e colesterolo non esterificato intercalati nell'involucro di
fosfolipidi;
un nucleo di acidi grassi, trigliceridi e colesterolo esterificato;
Questi aggregati vengono "assemblati" nell'epitelio intestinale
durante la fase prandiale sotto forma di chilomicroni, mentre
durante il digiuno vengono prodotti soprattutto nel fegato come
VLDL, le quali vengono rilasciate nella circolazione sanguigna.
Nel microcircolo, le VLDL sono idrolizzate dalla lipoproteinlipasi presente sulla superficie delle cellule endoteliali,
rilasciando gran parte del loro contenuto di trigliceridi (che
diffondono nei tessuti) e trasformandosi in IDL o particelle
rimanenti (lipoproteine a densità intermedia). Le IDL sono quindi
idrolizzate a livello epatico e convertite in LDL (low density
lipoproteins). Le LDL fuoriescono dalla circolazione e, dopo aver
attraversato la matrice fondamentale del tessuto connettivo,
raggiungono le cellule parenchimatiche, alla cui superficie si
legano tramite l'interazione con i recettori cellulari per le apoBproteine e vengono trasportate nell'interno delle cellule epatiche,
cedendo cosí il loro carico di colesterolo.
Assorbimento dei grassi alimentari
Trigliceridi
Bile
emulsione
Lipasi
Fegato
scinde
epitelio intestinale
MonoDi-glic.
Colest.
lipoproteine
FFA
albumina
Tessuti
LIPIDI CIRCOLANTI
1.
2.
Trigliceridi
3
Ottimale ≤ 150mg/dL
1.
Colesterolo
Totale : < 200
LDL : < 100
Quasi ottimale 100-129
HDL : basso < 40;
alto ≥ 60
2
3
1.
2
Fosfolipidi
3
Forma di immagazzinamento degli acidi grassi
I trigliceridi consistono di tre molecole di acidi grassi
esterificati ed una di glicerolo
I trigliceridi con una o due molecole di acidi grassi sono
chiamati monogliceridi e digliceridi
E’ composto da quattro anelli a struttura ciclica e da una
catena laterale di 8 atomi di carbonio
E’ un componente di struttura della membrana cellulare ed
è un precursore degli ormoni steroidei e degli acidi biliari
Nel sangue i due terzi del colesterolo è esterificato ad un
acido grasso mediante il residuo idrossilico in posizione 3
Sono composti da due acidi grassi ed un fosfato esterificati
al glicerolo
Tipicamente nei tessuti l’acido fosfatidico è esterificato ad
un gruppo idrossile di una molecola come la colina, la
serina o la etanolamina
La combinazione della struttura di questa molecola, che è
sia idrofobica che idrofilica (amfipatica), permette di
funzionare come interfaccia fra l’acqua e i lipidi
RUOLO FISIOLOGICO DEI LIPIDI
• I lipidi sono localizzati principalmente nella membrana
citoplasmatica e ne preservano l’integrità
• Permettono la compartimentalizzazione del citoplasma in
specifici organelli con caratteristiche e funzioni differenti
• Sono i maggiori depositi di nutrienti immagazzinati
nell’organismo (nel tessuto adiposo sotto forma di trigliceridi)
• Sono i precursori degli acidi biliari e degli ormoni steroidei
• Sono messaggeri intracellulari e intercellulari
(prostaglandine e fosfatidilinositolo).
• I lipidi sono molecole organiche insolubili o scarsamente solubili in acqua a
causa della loro natura idrofobica
• La classe principali di lipidi presente nell’organismo sono gli acidi grassi
• Gli acidi grassi si differenziano in base alla lunghezza della molecola (numero
di atomi C nella catena principale) e alla posizione e al numero di doppi legami
fra gli atomi C
• Gli acidi grassi che non hanno doppi legami sono chiamati saturi; quelli che
hanno uno o più doppi legami sono detti monoinsaturi o poliinsaturi
• Gli acidi grassi saturi più abbondanti sono quegli a 16 e a 18 atomi di carbonio
e sono chiamati rispettivamente acidi Palmitico e stearico
• Gli acidi grassi non saturi più comuni hanno da 1 a tre doppi
legami e 18 atomi di Carbonio; un esempio è l’acido linoleico che ha tre doppi
legami e 18 atomi di carbonio
• Gli acidi grassi sono legati all’albumina e servono sia come molecole
disponibili per la produzione di energia che come substrato per la biosintesi di
lipoproteine
Le lipoproteine più conosciute sono quelle del plasma,
deputate al trasporto dei lipidi dall’intestino al fegato e
dal fegato ai diversi tessuti.
Le lipoproteine sono strutture complesse
dotate di una porzione proteica ed una
lipidica.
Al microscopio elettronico appaiono come
particelle sferiche nelle quali i trigliceridi e gli
esteri del colesterolo rappresentano il core e i
fosfolipidi ed il colesterolo libero si trovano
sulla superficie
0,95
Densità
g/ml
CHILOMICRON
VLDL
1,006
IDL
1,02
LDL
1,06
HDL
1,10
1,20
Diametro
5
nm
10
20
40
60 80
1000
Le categorie di lipoproteine, elencate in ordine dalla più grande e meno
densa (più grasso che proteina) alla più piccola e più densa (più proteina e
meno grasso):
Chilomicroni, le meno dense, raccolgono soprattutto trigliceridi a livello
dell'intestino tenue introdotti con la dieta e sono dirette ai tessuti muscolare
e adiposo prima di essere catturati dal fegato;
VLDL - trasportano il triacilglicerolo appena sintetizzato dal fegato al
tessuto adiposo.
Lipoproteine a densità intermedia o IDL (Intermediate density lipoprotein) sono intermedie tra le VLDL e le LDL. Non sono normalmente riscontrabili
nel sangue.
Lipoproteine a bassa densità o LDL (Low density lipoprotein) trasportano il colesterolo dal fegato alle cellule del corpo. Talvolta sono
riferite come le lipoproteine del "colesterolo cattivo" .
Lipoproteine ad alta densità o HDL (High density lipoprotein) - recuperano
il colesterolo dal corpo e lo ritrasportano al fegato. Sono note come le
lipoproteine del "colesterolo buono".
Apoproteina: è la parte proteica di un complesso lipoproteico. Le apoproteine sono
composti idrofili costituiti da lunghe catene di aminoacidi (i costituenti delle
proteine). Finora ne sono state identificate più di 10, ognuna con una differente
composizione di aminoacidi. Le apoproteine sono classificate in diverse categorie: A,
B, C, D ed E. Sono anche l’elemento che consente alle cellule di riconoscere che tipo
di
lipoproteina
si
sta
avvicinando.
Colesterolo ed esteri del colesterolo: il colesterolo è piuttosto idrofobo. Quando si
lega a un acido grasso (formando in tali modo i cosiddetti esteri del colesterolo)
diventa
più
facilmente
solubile
in
acqua.
Trigliceridi: si tratta di grassi idrofobi, con una struttura semplice; sono i costituenti
principali dei depositi di grasso nel corpo. Sono formati da tre molecole di acido
grasso
unite
a
un
alcool,
il
glicerolo.
Fosfolipidi: i fosfolipidi, che contengono fosforo, hanno alcune componenti
parzialmente idrosolubili e alcune liposolubili. Questa solubilità combinata ne
permette il trasporto nel sangue. I fosfolipidi agiscono da rivestimento idrofilo per le
lipoproteine, aiutando a proteggere il colesterolo e i trigliceridi idrofobi
dall’ambiente acquoso del sangue.
Qui di seguito sono indicate le classi di lipoproteine, dalla meno densa alla
più densa. La densità è inversamente proporzionale alle dimensioni: i
chilomicroni sono le particelle più grandi e meno dense, mentre le
lipoproteine ad alta densità (HDL) sono le più piccole e le più dense.
Chilomicroni: sono le meno dense fra le lipoproteine, contengono molti
trigliceridi e una piccola percentuale di colesterolo. Poiché i loro
trigliceridi provengono da ciò che si mangia, i chilomicroni aumentano nel
sangue dopo i pasti. I chilomicroni trasportano il colesterolo e i trigliceridi
assorbiti nell’intestino verso i tessuti periferici.
Lipoproteine a bassissima densità (VLDL): contengono anch’esse molti
trigliceridi, ma del tipo sintetizzato nel fegato (endogeni), e non
provenienti dal pasto come per i chilomicroni. Anche il colesterolo
contenuto nelle VLDL è di tipo endogeno, e costituisce il 5-10 per cento
delle particelle VLDL, che lo trasportano ai tessuti periferici.
Lipoproteine a densità intermedia (IDL): hanno una minore quantità di
trigliceridi rispetto ai chilomicroni o alle VLDL, e un contenuto percentuale
relativamente elevato di colesterolo. Le IDL si formano quando le VLDL perdono
i propri trigliceridi durante il passaggio nel sangue. Come le VLDL, le IDL
rappresentano un elemento di passaggio nel trasporto del colesterolo ai tessuti
periferici e nel suo ritorno al fegato.
Lipoproteine a bassa densità (LDL): contengono ancora meno trigliceridi
rispetto alle VLDL o alle IDL, ma la più elevata concentrazione di colesterolo tra
tutte le lipoproteine. Le LDL trasportano direttamente il colesterolo ai tessuti
periferici e al fegato. Per questa ragione costituiscono quello che comunenemente
viene chiamato “colesterolo cattivo”, ovvero la forma più dannosa in cui il
colesterolo si trova nel corpo umano.
HDL: sono costituite principalmente da fosfolipidi e proteine, con piccolissime
quantità di trigliceridi (5%) e modiche quantità di colesterolo (25%). Le HDL
rappresentano circa il 25 per cento del colesterolo nel sangue. La loro funzione è
quella di raccogliere il colesterolo libero e di riciclarlo. Sono anche fonte di
colesterolo per i tessuti endocrini, che lo utilizzano per sintetizzare gli ormoni. Per
questa ragione le HDL sono comunemente definite “colesterolo buono”, in quanto
eliminano dalla circolazione il colesterolo in eccesso e lo indirizzano verso i
tessuti che sono in grado di metabolizzarlo (vengono infatti anche chiamate
lipoproteine spazzino).
Chilomicroni
VLDL
LDL
HDL
Densità (g/ml)
0.93
0.95-1.006
1.019-1.063
1.063-1.210
Diametro Å*
800-5000
300-800
216
74-100
Composizione:
proteine %
lipidi %
<2
98
8
92
22
78
50
50
Lipide maggiore
Trigliceridi
Trigliceridi
Colesterolo
Colesterolo
Trasporto
trigliceridi esogeni
(assunti con gli
alimenti)
Trasporto
trigliceridi
endogeni
(sintetizzati
dall'organismo)
Trasporto
colesterolo ai
tessuti periferici
Trasporto
colesterolo dai
tessuti periferici al
fegato
Intestino
Fegato
Metabolismo delle
VLDL
Intestino
Fegato
Lipoproteine
Funzione principale
Origine
Oltre a questi, che sono i più conosciuti, esiste un quinto
tipo di lipoproteine plasmatiche, che tuttavia non
raggiunge concentrazioni significative a causa del suo
rapido ricambio. Si tratta delle IDL, o lipoproteine a
densità intermedia, che, prodotte per effetto della
degradazione dei chilomicroni e delle VLDL (contengono,
dunque, trigliceridi e colesterolo in parti quasi uguali),
sono conosciute anche come "remnants", cioè "rimanenti"
dalla degradazione delle altre lipoproteine.
CHILOMICRONI: lipoproteine costituite da un cuore lipidico (formato da trigliceridi,
fosfolipidi, colesterolo e vitamine liposolubili), circondato da molecole proteiche. Questa sorta di
mantello, grazie all'idrosolubilità conferitagli dalle proteine, aumenta il grado di solubilità del
chilomicrone nel mezzo acquoso. Queste macromolecole vengono prodotte negli enterociti
(cellule intestinali), dai quali fuoriescono per entrare nel circolo linfatico e, successivamente, in
quello ematico. Dopo aver distribuito il loro contenuto lipidico ai vari tessuti, i chilomicroni
vengono convogliati al fegato, che provvede a distruggere il loro involucro proteico e a riciclare i
residui lipidici racchiusi al loro interno.
Le VLDL (lipoproteine a bassissima densità) sono sintetizzate dagli epatociti. Trasportano
trigliceridi dal fegato (dove sono stati sintetizzati, per esempio, a partire dal glucosio) ad altri
tessuti (soprattutto quello adiposo e muscolare).
Le LDL (lipoproteine a bassa densità) derivano dalle VLDL, per progressivo impoverimento del
loro contenuto in trigliceridi. Sono cariche di colesterolo che trasportano e distribuiscono ai
tessuti periferici.
Le HDL (lipoproteine ad alta densità) sono secrete nel sangue da fegato e intestino. Sono quindi
deputate al trasporto del colesterolo dai tessuti periferici al fegato (attuano il cosiddetto trasporto
inverso del colesterolo).
Le LDL hanno il compito di trasportare il colesterolo dal fegato ai tessuti,
dove viene utilizzato, mentre le HDL hanno la funzione opposta, in quanto
prelevano il colesterolo dai tessuti e lo riportano al fegato.
Le LDL sono pericolose in quanto tendono a depositare il colesterolo sulla
parete delle arterie, favorendo la formazione delle placche aterosclerotiche.
Al contrario, le HDL tendono a rimuovere il colesterolo ostacolando la
formazione delle placche.
Il colesterolo "cattivo", quindi, è quello trasportato dalle LDL, mentre quello
buono è quello trasportato dalle HDL.
Il livello di colesterolo totale nel sangue è la somma di quello presente nelle
lipoproteine LDL e nelle HDL, e quindi non è un dato che determina in modo
assoluto il rischio cardiovascolare, quello che conta è il rapporto tra
colesterolo totale e HDL, che deve essere inferiore a 5 per l'uomo e a 4.5
per la donna.
Un soggetto con colesterolo totale a 250 e colesterolo HDL (buono) a 80 ha
un indice di rischio pari a 3.1 (assolutamente normale), mentre un soggetto
con colesterolo totale a 250 e HDL a 40 ha un indice pari a 5 (a rischio).
INDICE DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE SECONDO IL RAPPORTO COLESTEROLO TOTALE /
COLESTEROLO HDL
Rischio cardiovascolare
Il rapporto tra colesterolo totale e HDL, che deve essere
inferiore a 5 per l'uomo e a 4.5 per la donna.
Colesterolo HDL
Indice di rischio
Valutazione
190
30
6,33
NO - Preoccupante
220
40
5,5
NO - Preoccupante
250
45
5,55
NO - Preoccupante
235
70
3,36
OK
195
50
3,9
OK
300
45
6,67
NO - Preoccupante
245
85
2,88
OK
210
35
6
NO - Preoccupante
Le classi delle lipoproteine
CHIL
VLDL
IDL
LDL
HDL
Trigliceridi
90-95%
50-65%
25-40%
5-6%
7%
Esteri del
colesterolo
2-4%
8-14%
20-35%
35-45%
10-20%
Fosfolipidi
2-6%
12-16%
20%
22-26%
25%
Colest. Libero
1%
4-7%
10%
6-15%
5%
Proteine
1-2%
5-10%
12-16%
22-26%
45%
% Apoprot
AI
AII
B48
B100
C
E
31
<1
5-8
32
10
65
10-23
30-40
40-50
10-15
60-80
10-20
10-15
>95
<1
<1
5-15
1-3
Struttura di una lipoproteina
colesterolo
TRIGL.
EST.
COL.
apoproteina
fosfolipide
Lipoproteine ricche in trigliceridi
Trigliceridi
Esteri Colesterolo
Fosfolipidi
Colesterolo Libero
Proteine
VLDL
CHILOMICRONI
2-4%
12-16%
8-14%
50-65%
95%
2-6%
5-10%
1%
1-2%
4-7%
30-80 nm
80-1000 nm
Lipoproteine ricche in colesterolo
Trigliceridi
Esteri Colesterolo
Fosfolipidi
Colesterolo Libero
HDL
LDL
25%
5-6%
22-26%
Proteine
7%
35-45%
10-20%
22-26%
5%
6-15%
20-25 nm
8-13 nm
45%
IPERLIPEMIA
AUMENTO DELLE CONCENTRAZIONI
ALCUNE LIPOPROTEINE.
CIRCOLANTI
DI
LA CLASSIFICAZIONE FENOTIPICA SI BASA SUL TIPO DI
LIPOPROTEINA AUMENTATA IN CIRCOLO E SI DISTINGUE IN
CINQUE
CLASSI
DI
IPERLIPEMIA
FACILMENTE
DIFFERENZIABILI TRA LORO IN RELAZIONE ALL’AUMENTO
OSSERVATO DI TRIGLICERIDI, COLESTEROLO O ENTRAMBI.
IPERLIPIDEMIE
Aumento Colesterolo e/o
Trigliceridi al di sopra dei livelli
desiderabili
CLASSIFICAZIONE
• PRIMARIE
• SECONDARIE
Iperlipidemie Primarie
(aumento di una o più frazioni lipidiche dovuta ad alterazioni
dirette del metabolismo lipidico)
Ipercolesterolemia: elevati livelli di colesterolo LDL (base <200
mg/dL; 40% CD) Lieve (>200; <240) rischio cardiovascolare >24 volte. Grave (>240) rischio cardiovascolare > 4 volte
Assunzione di elevate quantità di grassi, iperproduzione epatica
di Apo-B a causa di sovraccarico epatico, diminuzione dei
recettori LDL
Ipercolesterolemia familiare (alterazione genetica del recettore
LDL) (xantomi)
Ipercolesterolemia poligenica (alterazioni nel metabolismo LDL,
nell’assorbimento intestinale, nella produzione degli acidi biliari,
nei recettori LDL) predispone alle complicanze aterosclerotiche.
Ipercolesterolemia da alterata Apo-B (diminuzione del
catabolismo di LDL)
Iperlipidemia mista: molto variabile, aumento
delle VLDL, delle LDL, del colesterolo e dei
trigliceridi
Ipertrigliceridemia (difetto spesso poligenetico)
aumento dei livelli VLDL
Chilomicronemia: elevata presenza di
chilomicroni a causa di diminuita attività della
Lipasi
Ipercolesterolemie: livelli sierici elevati di colesterolo LDL
COLESTEROLEMIA TOTALE IDEALE: non superiore a 200mg/dl
Con colesterolo LDL < 130mg/dl
Più bassi sono la colesterolemia e i valori di LDL, minore è
il rischio di patologie cardiovascolari
Classificazione di Fredrickson
Iperlipidemie Primarie
Tipo
Proteine elvate
Esempio
I
Chilomicroni
Insufficienza LPL
IIa
LDL
Ipercolesterolemia Familiare
IIb
VLDL + LDL
Iperlipidemia Combinata Familiare
III
Remnants β-VLDL
Tipo III Iperlipoproteinemia
IV
VLDL
Ipertrigliceridemia Familiare
V
Chilomicroni + VLDL
Insufficienza Apo-CII
Fattori di rischio per malattia cardiovascolare in aggiunta
ai valori di LDL
•Valori di HDL colesterolo < a 35 mg/dl
•Ipertensione
•Fumo di sigaretta
•Diabete
•Storia familiare di infarto o morte improvvisa
•Maschio di 45 anni
•Donna di 55 anni o di età maggiore o con insorgenza prematura
di menopausa che non è in terapia sostitutiva
Valori delle Low-Density Lipoprotein in mg/dL
Terapia
≥ 130
≥ 160
≥ 190
Dieta
Si in presenza
di cardiopatia
Si in presenza di due
o più fattori di rischio
Si
Farmaci
(Oltre la dieta)
Si in presenza
di cardiopatia
Si in presenza di due
o più fattori di rischio
Si
IPERLIPEMIA SECONDARIE
•SINDROME DA INSULINO RESISTENZA
•DIABETE DI TIPO II
•IPOTIROIDISMO
•ALCOLISMO
•NEFROPATIE
•EPATOPATIE
Con il termine di iperlipidemie secondarie si
intendono elevati livelli sierici di colesterolo e
trigliceridi dovuti a malattie che non riguardano
direttamente
il
metabolismo
lipidico.
Comportano le stesse conseguenze delle forme
primarie
Uno xantoma è una degenerazione della pelle di colore giallastro,
dovuto ad accumulo di lipidi. Si riscontra in particolare nei
soggetti con elevati livelli ematici di colesterolo e di trigliceridi. Gli
xantomi possono essere localizzati anche a livello dei tendini
DIAGNOSI DELLE
IPERLIPIDEMIE
Dosaggio del colesterolo totale, delle HDL e dei trigliceridi
TERAPIA DELLE IPERLIPIDEMIE
Si basa nella maggior parte dei casi su:
•Dieta
•Esercizio fisico
•Terapia Farmacologica ipolipidemizzante
Obesità ed esercizio fisico
• E’ noto come la riduzione nell’introduzione
di calorie sia la terapia più comune per
perdere peso
• Tuttavia l’associazione con esercizio fisico
consente effetti più rapidi e soprattutto
duraturi
• Inoltre, nei soggetti non adulti, la restrizione
dietetica può interferire con lo sviluppo
Un celebre studio dell'università di Harvard (poi ripreso in
mondo e ormai universalmente accettato) su 17.000 allievi
dal 1916 al 1950 ha mostrato come la curva di
cardiovascolare diminuisca all'aumentare dell'esercizio
praticato fino ad avere un minimo con 6-8 ore settimanali
tutto il
seguiti
rischio
fisico
Sport indicati per combattere il colesterolo.
•Trekking. E� un ottimo esercizio brucia-grassi.
•Jogging. E� un’�attività di resistenza che fortifica il cuore e l’�apparato
vascolare.
•Nuoto. E� uno sport che aiuta a bruciare le calorie e ad allontanare il
pericolo di soprappeso e obesità. Va praticato perlomeno un�’ ora al
giorno, due volte a settimana.
•Bicicletta
o cyclette. Attività che richiedono uno sforzo protratto nel
tempo, non intenso, che potenzia il cuore senza spossarlo. Per ottenere
risultati,
l’ideale
�
pedalare
30
minuti
al
giorno.
In generale per ridurre i livelli di colesterolo vanno bene tutti gli sport
aerobici. Perchè i benefici durino nel tempo, �è importante dedicarsi
all’attività fisica regolarmente. L’�esercizio andrebbe fatto tre volte alla
settimana, in sedute di 45-60 minuti
•Attenzione! Prima di cominciare qualsiasi attività
fisica �sottoporsi
Come aumentare il colesterolo buono
L'attività fisica aerobica aumenta la frazione di colesterolo buono
(ATTENZIONE: NON RIDUCE QUELLO CATTIVO E QUINDI
NEMMENO QUELLO TOTALE CHE ANZI AUMENTA PERCHÉ
AUMENTA QUELLO BUONO, ma si riduce l'indice di rischio
cardiovascolare). Perché l'attività fisica produca gli effetti desiderati
occorre che sia aerobica (corsa, ciclismo, sci di fondo ecc.) e sia a
media intensità (l'allenamento a bassa intensità è praticamente inutile).
Per dare un'idea il colesterolo HDL non si muove significativamente
per attività dell'ordine delle due ore settimanali. Per ogni ora in più si
può stimare un aumento medio del colesterolo HDL di 10 mg/dl.
Da rilevare che il fumo abbassa i livelli di colesterolo HDL.
Cuore:
Protezione cardiovascolare è sicuramente l'azione indiretta più
importante. Lo sport aumenta il colesterolo HDL, il cosiddetto
colesterolo buono (in contrapposizione all'LDL); chi ha
problemi di colesterolo, probabilmente non li risolverà con lo
sport, ma aumentando il colesterolo buono ridurrà l'indice di
rischio. La diminuzione dei grassi circolanti nel sangue
(trigliceridi) riconduce a un rischio minore di coronaropatia; grazie
allo sport si possono ridurre gli effetti di un'alimentazione
scorretta, nell'attesa che lo sportivo si educhi verso una migliore
qualità della vita, mangiando in modo più sano e razionale.
Cancro :
La sport agisce indirettamente su alcune delle principali cause di cancro:
limita il sovrappeso, innalza le difese immunitarie, abbassa i livelli di
insulina nel sangue, attiva il colon, riduce il livello degli ormoni che sono
fattori di rischio tumorale (come estrogeni e testosterone).
Difese immunitarie :
Chi corre potenzia le proprie difese immunitarie
Stress - L'azione calmante dell'attività sportiva (soprattutto quella lunga e
lenta) . È noto che durante l'attività fisica vengono secrete delle sostanze
(endorfine) che agiscono come vere e proprie droghe naturali, stimolando
l'organismo e predisponendolo a reagire positivamente a situazioni di stress.
Terapia farmacologica:
•
Fibrati
•
Acido nicotinico
•
Statine
Acido Nicotinico
Riduce i TG
Fibrati
Riducono I trigliceridi del 30-40% e il colesterolo del 15-25%
Aumentano la rimozione delle lipoproteine ricche di TG e riducono
la produzione Epatica delle VLDL
B-idrossi-B metil glutaril Coa.
HmgCoA R
STATINE
Mevalonato
Colesterolo
Le statine sono farmaci che inibiscono la sintesi del colesterolo endogeno
agendo sull'enzima 3 idrossi3metilglutarilCoA reduttasi, enzima che converte la
molecola del 3-idrossi 3-metilglutarilCoA in Acido Mevalonico, un precursore
del colesterolo.
Alcuni farmaci (le statine) ed il riso rosso fermentato agiscono come
inibitori competitivi dell'HMG-CoA riduttasi e come tali diminuiscono il
ritmo di sintesi del colesterolo. Di conseguenza, il fegato attinge
maggiormente al colesterolo ematico contenuto nelle LDL, aumentando
il numero di recettori per queste proteine e diminuendo la concentrazione
di LDL nel plasma. Il blocco della sintesi non è comunque totale e ciò
assicura alle cellule sufficienti quantità di colesterolo per mantenere
l'integrità delle membrane plasmatiche e sintetizzare ormoni steroidei.
L'interazione fra statine e fibrati è particolarmente importante, dal
momento che pazienti con ipercolesterolemia sono spesso trattati con
più farmaci ipolipemizzanti. Oltre a diverse segnalazioni di tossicità
del muscolo scheletrico manifestatasi come miopatia con o senza
rabdomiolisi associata sia a derivati dell'acido fibrico sia alle statine
da sole, ci sono state diverse segnalazioni di tale condizione come
risultato della terapia combinata, suggerendo che tali effetti possono
essere additivi.
Le statine (assumibili in maniera naturale con il Riso Rosso
Fermentato), inibiscono la produzione di ulteriore colesterolo nel
fegato che avviene durante la digestione dei cibi grassi, riportando
il tasso complessivo a livelli normali. L'approccio tradizionale è
talora criticato perché agirebbe sui sintomi, e non sulla causa della
malattia, laddove i cibi grassi introdotti con la dieta sarebbero
metabolizzati in altro modo. I grassi saturi, in particolar modo
l'acido miristico, aumentano il livello di LDL, mentre i transsaturi inibiscono l'assorbimento degli omega 3, i quali aumentano
le HDL .
Conclusioni
• Il Colesterolo è un fattore di rischio
• Le Statine hanno un ruolo protettivo nella prevenzione degli eventi
cardio e cerebrovascolari del paziente ad alto rischio
• La riduzione di eventi è direttamente correlata alla riduzione di LDL
• Trattamento
• Identificare e Trattare i soggetti con HLP familiare
(oltre a quelli ad alto rischio)
• Raggiungere il goal (LDL<100 mg/dl)
• Trattare in maniera continuativa
IPOLIPIDEMIE
QUESTE SONO DISLIPIDEMIE DA DIMINUZIONE DEI
LIPIDI:
Primarie (alterazione del metabolismo lipidico) Sono
causate da malattie genetiche rare
Secondarie (altre malattie o farmaci tossici) ipertiroidismo,
malnutrizione, malassorbimento, dieta vegetariana, anemie,
malattie neoplastiche)
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