Intervento di Paolo Galassi, presidente di CONFAPI INDUSTRIA
Lavoro / Festa del Primo Maggio
Come ogni anno in occasione della ricorrenza del Primo Maggio, assistiamo allo scambio di
opinioni tra coloro che sostengono la necessità di tenere aperti i negozi “causa crisi” e chi è
fermamente convinto del contrario. A causa della difficile situazione economica che tutti stiamo
vivendo è opportuno soffermarci sul vero significato di questa festa non solo allo scopo di ricordare
ciò che è stato, ma guardando con occhio propositivo al futuro. I dati recentemente divulgati sono
tutt’altro che un inno a questa ricorrenza: una famiglia milanese su due non riesce più a
risparmiare nemmeno un euro, in Lombardia nei primi mesi dell’anno i licenziamenti con iscrizione
alle liste di mobilità sono cresciuti di oltre il 45% rispetto allo stesso periodo del 2013, abbiamo
assistito a un incremento considerevole degli indigenti e dei giovani senza lavoro, non si fermano i
suicidi dei piccoli e medi imprenditori. Statistiche agghiaccianti se si pensa che dietro a ogni
singolo numero si cela il dramma quotidiano di un uomo, di una donna o di una intera famiglia,
dramma che balza agli onori della cronaca in tempo per riportare la posizione del politico che dice
che è “necessario fare presto”.
Siamo però già in ritardo.
La capacità di resistenza delle imprese lombarde, provata da anni di andamenti negativi, è ai limiti.
I piccoli e medi imprenditori da troppo tempo attendono un segnale forte, convinti che la
disoccupazione si possa combattere solo finanziando lo sviluppo delle imprese. Sono le pmi che
garantiscono la tenuta dell’occupazione e generano reddito, si aspettano quindi una disciplina del
lavoro semplice, chiara ed applicabile, senza oneri amministrativi aggiuntivi che ostacolino
l’operatività. Per gli imprenditori è necessario dare uno stimolo deciso all’apprendistato e alla
formazione in azienda di tipo professionalizzante, al fine di preservare, valorizzare e rinnovare le
conoscenze specifiche e il know how .
In assenza di interventi significativi e di misure strutturali di politica economica, aumenteranno
sempre più mobilità e fallimenti, andando a depauperare un territorio che si prepara ad accogliere
un evento internazionale dove l’eccellenza dovrebbe essere la protagonista.
Eppure a volte per preservare il know how di un’azienda basta poco. Fatemi raccontare la vicenda
di una nostra azienda associata, nata negli anni Cinquanta e affermata in uno specifico settore nel
mercato dell’edilizia. La crisi internazionale e ancor più quella che ha colpito il settore, purtroppo
non l’ha risparmiata. Davanti a un calo del 50% della produzione, la società si è trovata costretta a
individuare strumenti adeguati alla gestione dell’eccedenza di personale e alla necessità di
ridefinire il ciclo produttivo. Invece che “lasciare a casa” il personale, imprenditore e organizzazioni
sindacali insieme hanno deciso di avvalersi del contratto di solidarietà che ha permesso, ancora
oggi, di mantenere in forza l’intero organico aziendale, preservando competenze e professionalità,
pur dimezzando i costi aziendali. L’impresa si trova ora davanti a un grosso scoglio: chiede e non
trova un buon accordo bancario di ristrutturazione del debito e ancor di più la fiducia che le banche
stesse dovrebbero porre nei riguardi di un’azienda che si è reinventata e ha utilizzato le risorse
disponibili in formazione e sviluppo.
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Delle piccole e grandi battaglie che ogni giorno vivono le pmi, come imprenditore e presidente di
CONFAPI INDUSTRIA, potrei scrivere pagine intere. Gli imprenditori continuano caparbiamente a
sostenere e a sviluppare il proprio business, ma è sempre più difficile farlo perché si sentono soli
ad affrontare le sfide quotidiane. Tuttavia ci rimbocchiamo le maniche, diciamo che la crisi c’è e va
affrontata senza indugio e con coraggio. Sempre più spesso è la voglia di “non mollare” a farla da
padrone. Ma se le piccole e medie imprese chiudono, se i campioni del made in Italy sono costretti
per burocrazia, tasse, costo del lavoro a “emigrare”, il Primo Maggio ci sarà ben poco da
festeggiare. Il lavoro nasce dalle imprese, creiamo le condizioni perché possano prosperare
insieme.
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intervento Paolo Galassi - API Associazione Piccole e Medie Industrie