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L’innovazione dei componenti di involucro.
Definizioni, caratteristiche e
aspetti evolutivi
Anna Mangiarotti
1.
Introduzione
1.1. Aspetti innovativi dei componenti e materiali per l’involucro edilizio
2. L’involucro edilizio: definizione, caratteristiche
tecniche e aspetti evolutivi
2.1. Le pareti a cortina: definizione
2.2. L’evoluzione delle strutture e dei procedimenti
costruttivi
2.3. Tipologie delle pareti a cortina e sistemi di giunzione
2.4. L’evoluzione dei sistemi di rivestimento
3.
Riferimenti bibliografici
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1. Introduzione
In questo articolo viene descritto il processo
evolutivo dei componenti di involucro, indotto
dalla radicale revisione che il concetto stesso
di involucro ha subito negli ultimi centocinquanta anni nell’ambito delle costruzioni,
revisione che ha delineato un nuovo orizzonte sia sul piano della composizione architettonica, sia sul piano delle tecniche e delle
tecnologie adottate.
Si intende, in altre parole, descrivere la trasformazione che ha interessato i sistemi, i
componenti e gli elementi costruttivi utilizzati
per i tamponamenti degli edifici, in relazione
alle mutate esigenze di isolamento termoacustico, di contenimento del consumo energetico, di ripristino degli edifici caratterizzati
da degrado fisico e materico.
Si tratta di un lento processo evolutivo che
consente oggi di pensare all’involucro come
sistema costituito da elementi intercambiabili
montati a secco in grado di variare le prestazioni in funzione delle condizioni climatiche,
di esposizione, di localizzazione degli edifici
e dei singoli ambienti interni e di semplificare
gli interventi di manutenzione.
In particolare, l’edificio viene considerato
come un sistema in continuo scambio energetico con l’esterno, in grado di influenzare la
qualità delle condizioni abitative (in termini di
comfort ambientale), di agire sull’attraversamento dei flussi termici (in termini di accumulo di calore, di isolamento termico e quindi di
risparmio energetico) e luminosi (in termini di
regolazione e controllo dell’irraggiamento
solare negli spazi interni). Per i sistemi di
tamponamento e di chiusura, la configurazione dei diversi strati secondo una membrana
“ad alta intensità di prestazioni” è determinata dall’evoluzione dei materiali e dalla possibilità di concentrare numerosi dei sottosistemi del complesso “sistema finestra” tradizionale in una o più lastre dotate delle corrispondenti prestazioni.
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1.1.Aspetti innovativi dei componenti e
materiali per l’involucro edilizio
Nel settore delle costruzioni, per la realizzazione dei componenti e dei materiali per l’involucro edilizio si considera spesso l’applicazione di conoscenze tecniche, scientifiche e
di materiali messi a punto dai centri di ricerca, dalle industrie e dai settori cosiddetti a
tecnologia avanzata. Si tratta di un processo
che deve essere attribuito principalmente alla
curiosità di alcuni progettisti per quello che
succede al di fuori del proprio specifico
campo o, molto più spesso, a un serio impegno commerciale da parte di società intente
a sviluppare nuovi sbocchi per i loro materiali
o per le loro tecniche.
Questo trasferimento tecnologico, che avviene in parallelo alla crescita del settore industriale, diviene parte integrante di una vera e
propria strategia di diffusione nel mercato dei
prodotti per l’involucro edilizio da parte delle
industrie. In particolare, oggi si assiste alla
presenza di settori di ricerca che mettono a
punto know how e materiali senza una precisa destinazione, e che quindi possiedono un
mercato potenziale notevolmente allargato.
L’oggetto del trasferimento diventa in questo
senso una sorta di semilavorato, sia esso
una tecnologia o un materiale, che, attraverso aggiustamenti mirati alle specifiche funzioni richieste, può essere trasferito e impiegato in diversi tipi di involucro.
Questa situazione si esplica, in modo particolare, con la possibilità di impiegare in edilizia alcuni materiali provenienti da altri settori
produttivi o mediante l’adozione di conoscenze e procedimenti connessi ad altri ambiti
disciplinari, specialmente di marcati caratteri
scientifici, quali i settori della Fisica applicata
e della Chimica dei materiali, o i campi di
ricerca altamente ingegnerizzati, come nel
caso della progettazione automobilistica o
aeronautica (emblematici per l’applicazione
di “nuovi” materiali e strutture avanzate, studiate mediante sofisticati strumenti di calcolo,
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sperimentate e testate nei laboratori dei centri di ricerca).
In relazione ai cosiddetti “nuovi” materiali per
l’involucro edilizio, risultato delle sperimentazioni di laboratorio, si sottolinea che, mentre
in passato si adattavano i materiali naturali
alle esigenze costruttive (inserendoli in un
processo finalizzato a una produzione serializzata), oggi le conoscenze della struttura
della materia, come delle tecniche di lavorazione più sofisticate, consentono di “progettare” i materiali stessi, potendo agire al livello
della struttura molecolare.
Il punto di arrivo di questa analisi di prestazioni complesse riferite all’involucro edilizio,
finalizzate a un impiego particolare e a soluzioni a elevata intensità di prestazioni, è il
componente, il materiale o il prodotto “su
misura”. Le proprietà dei componenti e dei
materiali su misura per l’involucro edilizio
sono stabilite intervenendo sulla loro microstruttura (a esempio con la scelta di uno o
più polimeri e l’aggiunta di cariche e additivi
opportuni) oppure sulla loro macrostruttura
(creando dei materiali compositi).
2. L’involucro edilizio: definizione, caratteristiche tecniche e aspetti evolutivi
L’involucro è il sotto-sistema fisico a cui è
affidato il compito di delineare e delimitare le
relazioni con l’ambiente esterno, e di materializzare le accezioni stilistiche e prestazionali che da ciò discendono.
I caratteri dell’involucro edilizio si manifestano visivamente e si strutturano progettualmente nelle relazioni istituite tra la configurazione, intesa come forma relazionata alla
funzione, e la costruzione, intesa come
forma relazionata alla matericità, ossia tra
l’assetto morfologico-semantico d’insieme e
di dettaglio e il supporto materiale che lo
concretizza. Si intende prendere in esame, in
modo complessivo, l’insieme delle parti della
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costruzione finalizzate a delimitarne gli spazi
interni dall’esterno: le chiusure verticali per
l’involucro si costituiscono come insieme di
elementi che separano l’interno di una
costruzione dallo spazio circostante e si presentano come insieme di componenti che,
unitamente e in accordo alle strutture portanti, danno forma all’edificio.
I principali aspetti evolutivi riferiti ai sistemi di
chiusura verticale per l’involucro edilizio in
esame riguardano:
• le pareti a cortina;
• le pareti a composizione stratificata;
• le pareti a comportamento dinamico e reattivo.
Le pareti a cortina vengono trattate nei successivi paragrafi, mentre le pareti a composizione stratificata e le pareti a comportamento
dinamico e reattivo verranno prese in considerazione nel prossimo numero.
2.1. Le pareti a cortina: definizione
Le pareti continue, definibili anche come
pareti a cortina, dall’americano curtain wall,
sono dei sistemi di chiusura verticali progettati separatamente dalle strutture portanti, in
acciaio o in cemento armato, alle quali sono
fissati con sistemi di interfaccia. Gli elementi
delle pareti continue sono autoportanti, nel
caso delle pareti integrali a pannelli e nel
caso in cui svolgano la funzione di rivestimento. Oppure, possono richiedere un telaio
per il sostegno delle singole parti.
Nel seguito dell’articolo si esamina, in sintesi,
l’evoluzione storica delle pareti a pannelli,
attraverso l’analisi delle prime chiusure verticali metalliche (in ghisa, in acciaio), l’utilizzo
dei curtain wall nei grattacieli americani, la
messa in opera dei pannelli prefabbricati in
calcestruzzo in Europa.
I curtain wall costituiscono una categoria particolare di pareti esterne non portanti, composte da elementi modulari ripetuti, eseguiti
in officina e montati in opera, a cui sono affi-
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date tutte e sole funzioni di separazione tra
interno ed esterno e specialmente quelle di
difesa dagli agenti esterni (atmosferici e
non), di isolamento termico e acustico, di trasparenza e di regolazione della luce e dell’aria.
Lo sviluppo delle pareti continue si articola
secondo aspetti imitativi ed evolutivi. Gli
aspetti imitativi si riferiscono alla ripresa delle
forme e dei riferimenti “archetipici” delle
pareti perimetrali portanti: è il caso, a esempio, delle prime cast iron facade dell’eclettismo e dei recenti rivestimenti in marmo,
costituiti da pannelli con struttura in honeycomb di alluminio a supporto di una sottile
lastra di materiale lapideo. Gli aspetti evolutivi si riferiscono invece alla specializzazione
dei diversi strati funzionali, connessa al
miglioramento delle prestazioni, alla riduzione degli spessori unitamente a quella del
peso.
2.2. L’evoluzione delle strutture e dei procedimenti costruttivi
Le origini delle curtain wall risalgono alla realizzazione delle murature di tamponamento
nelle strutture degli edifici a scheletro portante metallico, prima in ghisa e poi in ferro.
Le principali applicazioni si verificano agli
inizi dell’800, come, a esempio:
• il sistema di pareti esterne prefabbricate in
ghisa (progettato da John Cragg e Thomas
Rickman e poi James Bogardus), incastrate entro dei profili metallici, la cui lavorabilità permetteva di realizzare dei lastroni
capaci di riprodurre, secondo le tendenze
“eclettiche” del periodo, le decorazioni di
ogni stile e di essere ricoperte (da polvere
di marmo e sabbia) per assimilarsi alla
muratura tradizionale;
• la costruzione delle fabbriche di cioccolato
Menier a Noisiel-sur-Marne, vicino a Parigi
(1871/72), su progetto di Jules Saulnier,
che costituisce uno dei primi, significativi,
esempi di utilizzo delle pareti continue in
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una struttura portante di ferro, sostenuta
da pilastri in muratura: si tratta di pannelli
di mattone forato, ricoperti di piastrelle
multicolori, appoggiati e posti in opera,
secondo dei procedimenti ancora tradizionali, a una struttura metallica controventata (fig. 1).
La struttura metallica risolve la sola funzione
portante, come nel caso dei primi grattacieli
americani, lasciando insoluto il problema
delle pareti esterne, a cui si rivolge l’attenzione dei progettisti: mentre i materiali tradizionali da rivestimento (lastre di pietra, terracotta) richiedono un largo impiego di mano d’opera, che si ripercuote sul costo dell’edificio, i
pannelli prefabbricati in ghisa o in laterizio
risultano pesanti da sollevare e difficili da
applicare all’esterno delle pareti. Si delinea,
contemporaneamente alle prime applicazioni
imitative dei tamponamenti tradizionali, la
realizzazione di pareti di chiusura leggere
definite da diversi parti: una struttura, con il
compito di fornire una resistenza meccanica
alle azioni esterne e di rendere autoportante
la parete, un pannello, l’elemento di chiusura
resistente agli agenti atmosferici, termo e
fonoisolante, e l’ancoraggio, che vincola la
parete alla struttura portante dell’edificio.
In particolare, alcuni edifici introducono il
concetto di parete leggera continua, sospesa
alla struttura portante: si tratta di realizzazioni frutto dello sviluppo dell’industria siderurgica, che rende possibile la produzione serializzata dei materiali da costruzione e la standardizzazione dei componenti edilizi.
Secondo tale impostazione, il processo
costruttivo si sposta così dal cantiere alla
fabbrica (o all’officina), e il cantiere diviene
solo il luogo dell’assemblaggio dei diversi
componenti, mentre il lavoro manuale è in
parte sostituito dai processi meccanici.
Inoltre, le nuove acquisizioni in campo tecnico e scientifico (risale ai primi decenni
dell’800 la formalizzazione della moderna
scienza delle costruzioni) rendono possibile
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uno studio scientificamente esatto del comportamento dei materiali, sino a sperimentarne le funzioni e i limiti meccanici.
Le principali costruzioni in ferro e vetro, che
costituiscono un riflesso dell’età industriale
nella sua forma tecnica ed estetica più avanzata possono essere considerate:
• il Crystal Palace a Londra di Joseph
Paxton (1851), realizzato mediante pareti
continue di vetro, modulate e prodotte in
serie (fig. 2);
• il Leiter Building II di William Le Baron
Jenney (1889) e il Reliance Building di
Daniel Burnham (1894) a Chicago, il cui
involucro è costituito da dei pannelli di
vetro intelaiati da una struttura di acciaio
(fig. 3);
• la Maison du Peuple a Bruxelles di Victor
Horta (1897), realizzata mediante una
struttura di acciaio in vista, sulla facciata, a
intelaiare ampie lastre di vetro con dei serramenti di legno (fig. 4).
Si tratta, comunque, di tentativi solo parzialmente riferibili alle curtain wall, in quanto lo
studio progettuale e costruttivo è posto in
funzione di una ricerca stilistica rivolta alla
facciata, mentre, sotto il profilo tecnico, l’attenzione si concentra esclusivamente sulla
struttura. Solo con l’apporto essenziale dei
grattacieli americani e, soprattutto, di Mies
van der Rohe coi Lake Shore Drive
Apartments (1949/50), i Commonwealth
Promenade Apartments (1953/56) a Chicago
e i Colonnade Park Apartments a Newark
(New Jersey) (fig. 5) si configurano i caratteri
e la composizione delle pareti continue.
I grattacieli americani che aprono l’era delle
curtain wall sono, soprattutto:
• l’ Alcoa Building a Pittsburgh (1952) di
Wallace H. Harrison e Max Abramovitz, in
cui le lastre di facciata in alluminio alte un
piano, che incorporano il serramento, sono
irrigidite dalla piegatura profilata dei bordi
da attacco alla carpenteria metallica (fig.
6, 7);
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• il Lever Building a New York (1951) di
Skidmore, Owings & Merrill, in cui appare
la struttura delle pareti continue: le parti
metalliche evidenti si riducono a una fine
rete di nervature e tutto il resto della facciata è in vetro (fig. 8, 9).
Queste ricerche sono approfondite attraverso
costruzioni come, a esempio:
• l’Inland Steel Building a Chicago (1957) di
Skidmore, Owings & Merrill, in cui i pannelli sono formati da una lastra piana di
acciaio inossidabile, completata internamente da una lastra di calcestruzzo comprendente le zanche per il fissaggio alle
mensole sulle travi (figg. 10, 11);
• il Columbus and Southern Ohio Electric
Co. Building a Columbus (1958) di Edgard
I. Williams, in cui i pannelli sono realizzati
da una lamiera esterna di acciaio inossidabile e da una lamiera zincata interna, a cui
è interposta un’anima irrigidente e isolante
in struttura cellulare (figg. 12, 13);
• il Southern New England Telephone Co.
Building a New Haven (1958) di Douglas
Orr, in cui le pareti esterne di acciaio, complete di serramento, sono assemblate a
secco alla struttura portante (figg. 14, 15).
Le realizzazioni di questo tipo configurano gli
elementi e la composizione fondamentali
delle pareti continue: il paramento esterno,
realizzato in lamiera di acciaio o di alluminio
(al cromo-nichel, zincata, smaltata), il materiale interposto (calcestruzzo leggero, lana di
vetro o di roccia, strutture honeycomb), e il
paramento interno (laminati plastici).
La diffusione delle curtain wall in Europa
avviene attorno al 1955. Qui, la progettazione e la realizzazione delle pareti continue
subisce l’influsso, in termini produttivi, dei
procedimenti costruttivi industrializzati, caratterizzati dalla produzione di sistemi e componenti monomaterici prodotti in fabbrica. A
livello culturale, la loro concezione è rivista in
funzione della permanenza di forme, materiali e tecniche che costituiscono il repertorio
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e il retroterra degli atti tecnici consolidati, gli
archetipi costruttivi, nella cultura europea.
Solo gli studi di Jean Prouvé, scaturiti nella
realizzazione dei pannelli di facciata in lamiera di alluminio (irrigiditi da un telaio intermedio in profilati di acciaio) per la Facoltà di
Medicina di Rotterdam (1968-69), risultato
delle ricerche iniziate coi pannelli per la Casa
del Popolo di Clichy (1938-39), costituiscono
un apporto significativo nello sviluppo delle
curtain wall (figg. 16, 17).
Più diffusamente, in Europa, le pareti a cortina si configurano invece secondo i caratteri e
l’aspetto massiccio dei pannelli di tamponamento in calcestruzzo applicati alle strutture
a scheletro portante, perdendo i caratteri di
leggerezza e di composizione multistrato.
Queste pareti sono suddivise in pareti continue semplici, prefabbricate con dei materiali
pesanti (calcestruzzo, laterizi, blocchi forati)
e leggeri (cementi cellulari) (fig. 18). La loro
evoluzione, iniziata con le pareti continue
eterogenee, conduce alle pareti composte da
più strati di materiali diversi, collocati in
opera “congiuntamente”: si tratta dei pannelli
sandwich, di spessore modesto, formati da
uno strato di materiale isolante, inserito tra
due strati sottili, che consentono di eliminare
le operazioni di collegamento in opera dei
diversi strati.
2.3. Tipologie delle pareti a cortina e sistemi di giunzione
La ricerca di nuove tecniche di fissaggio e di
assemblaggio consente di variare la configurazione della facciata rispetto alle emergenze
e ai vincoli del contesto specifico, mentre l’innovazione dei materiali (soprattutto vetrari)
permette di controllare in modo dinamico le
variazioni delle condizioni ambientali.
Rispetto a tali elementi evolutivi, si evidenzia
come le pareti continue presentino dei caratteri emblematici della contraddittoria evoluzione delle tecniche esecutive in architettura:
contemporaneamente all’attuale sperimenta-
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zione tecnologica, finalizzata alla specializzazione degli strati e alla riduzione degli spessori, si sovrappone la ricerca dell’immagine
archetipica dei materiali lapidei e la ripresa
della loro illusoria pesantezza a livello estetico, mediante, a esempio, delle leggerissime
strutture multistrato composite.
Una parete a cortina è costituita da un insieme complesso di componenti diversi per
forma, materiali, caratteristiche e funzioni.
Nella attuale accezione di parete a cortina
rientrano due diverse tipologie:
• parete a cortina con ossatura;
• parete a cortina a elementi composti.
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La parete a cortina con ossatura
Una parete a cortina di questo tipo presenta
una struttura di ancoraggio che può essere di
due tipi:
• ossatura costituita da montanti;
• ossatura costituita da montanti e traverse.
In entrambi i casi l’ossatura dovrà essere
realizzata con tolleranze simili a quelle previste nella struttura dell’edificio. Questa non
deve essere soggetta a fenomeni di coazione, a causa di movimenti nell’organismo
strutturale, e deve essere in grado di assorbire movimenti di origine termica e di trasferire
adeguatamente i carichi sulla struttura.
In un’ossatura così realizzata sono poi fissati
i componenti. A questo proposito lo studio
considera tre diversi tipi di giunto che è possibile incontrare:
• giunti tra ossatura e pannelli di tamponamento (figg. 19, 20, 21).
A causa di problemi tecnologici e di necessità di assorbimento dei movimenti, i montanti (e le eventuali traverse) presentano
necessariamente dei punti di discontinuità.
Le relazioni che si vengono a creare tra
struttura dell’edificio e ossatura sono strettamente dipendenti dalla localizzazione
delle discontinuità oltre che dai dispositivi
di fissaggio.
Per non sottoporre i prodotti di giunzione a
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eccessiva tensione, generalmente si provvede alla divisione della funzione di tenuta
da quella statica, provvedendo a quest’ultima con l’uso di tasselli elastici posizionati
in modo da assolvere alla funzione di trasmissione degli sforzi.
• giunti tra telaio di serramento e lastra di
vetro (figg. 22, 23, 24, 25).
Lo scopo di questi giunti è il collegamento
tra telaio e vetro, in modo da assicurare il
posizionamento e garantire la tenuta agli
agenti atmosferici. Si possono utilizzare
giunti di tipo mobile, semirigido o rigido, in
base alle esigenze di rigidità del serramento completo.
• giunti per pareti strutturali (figg. 26, 27,
28).
In una facciata strutturale i pannelli sono
incollati direttamente all’ossatura metallica:
il soddisfacimento della funzione statica e
di tenuta è completamente affidato alla
massa sigillante. Si possono distinguere
due tipi diversi di facciata strutturale:
- facciata strutturale a due lati, in cui due
lati del pannello presentano i giunti risolti
convenzionalmente con un telaio di contenimento del bordo, mentre gli altri due lati
presentano giunti a incollaggio (mediante
sigillante) (figg. 29, 30, 31, 32, 33);
- facciata strutturale a quattro lati, in cui
questi presentano giunti a incollaggio e
l’ossatura di supporto diventa invisibile dall’esterno. In base al peso delle lastre e alle
previste sollecitazioni si decide se affidare
interamente la funzione di sostegno al
sigillante o se prevedere, nell’ossatura
metallica, delle alette orizzontali che contribuiscano all’assolvimento di tale funzione.
L’ossatura è costituita solitamente da profilati in acciaio o alluminio e deve essere
tale da resistere al carico gravitazionale
dei pannelli, al carico del vento e deve
essere in grado di assorbire dilatazioni termiche (figg. 34, 35).
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La parete a cortina a elementi composti
In questo caso scompare l’ossatura di sostegno e le problematiche da affrontare si modificano di conseguenza. Poiché manca l’ossatura di riferimento è necessario realizzare
accuratamente i fissaggi, in modo da evitare
fenomeni di trasferimento dei movimenti da
un giunto all’altro. I movimenti differenziali
nei giunti tra gli elementi composti (telai prefabbricati o pannelli), a parità di dimensione,
sono maggiori a causa dell’ossatura.
Diversamente, per i giunti tra componenti
interni all’elemento (per esempio quelli tra il
telaio del serramento e l’apertura predisposta
nel pannello) la struttura si compone come
nel caso delle pareti con ossatura (figg. 36).
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2.4. L’evoluzione dei sistemi di rivestimento
I principali aspetti evolutivi riguardano i sistemi di rivestimento delle pareti esterne, in
lamiera metallica semplici, in laminati multistrato, con lastre di vetro opache o di cemento e fibre di vetro, di pietra o con materiali
sintetici: questi costituiscono tamponamenti
secondari collegati, tra loro o alla struttura
portante a telaio, mediante tecniche di
assemblaggio a secco che utilizzano diversi
dispositivi di ancoraggio (come staffe e tasselli, che non richiedono malte o guarnizioni).
A tale proposito, risulta esemplare l’accoppiamento tra pannelli di lamiera a cui si interpone un materiale plastico espanso, con funzione isolante: in particolare, si tratta di due
lamiere in lega di alluminio di spessore ridotto (caratterizzate da varie finiture superficiali
ed estetiche), accoppiate (con un procedimento di fabbricazione in continuo) a un
nucleo di polietilene estruso, di spessore
variabile (figg. 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43).
L’uso dei rivestimenti esterni consente la realizzazione di pareti ventilate con una intercapedine d’aerazione naturale, che incrementa
l’isolamento termo-acustico, o di pareti a
cappotto, con isolamento termico continuo
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esterno al tamponamento.
La parete ventilata è un sistema di rivestimento per esterni composto da uno strato
isolante (fibra minerale, polistirolo, poliuretano, ecc.) applicato direttamente alla parete
esistente e da un rivestimento impermeabile
(pannelli in alluminio, acciaio, PVC, GRC)
vincolato all’edificio da una sottostruttura in
metallo: tra isolante e rivestimento si crea
così un’intercapedine che attiva un’efficace
ventilazione naturale. La parete ventilata è
così un sistema di rivestimento esterno
caratterizzato da un’intercapedine di ventilazione interposta tra un nuovo paramento
esterno e l’isolante termico aderente alla
parete reale dell’edificio: tale intercapedine
costituisce una camera d’aria in comunicazione con l’esterno, sia in basso che in alto,
entro la quale, a causa del cosiddetto “effetto
camino”, si determina una ventilazione naturale tra rivestimento e parete.
La parete ventilata è così realizzata creando
un’intercapedine d’aria tra la chiusura verticale dell’edificio e il paramento di finitura realizzato in lastre (figg. 44, 45, 46) o pannelli di
materiale plastico, lapideo o composito. Alla
struttura sono applicati montanti o traverse,
collocati a una distanza modulare, corrispondente generalmente alle dimensioni delle
lastre, tra le quali viene posato il materiale
isolante che ricopre completamente l’edificio.
Ai montanti sono quindi applicati direttamente i pannelli o altre strutture secondarie alle
quali sono poi assicurate le lastre; gli uni e le
altre rimangono in ogni caso staccate dall’isolante grazie allo spessore della struttura
secondaria, stabilito in sede di progetto. Il
movimento ascensionale dell’aria che si
instaura nel vano che così viene a formarsi
consente, in collaborazione con il materiale
coibente, il conseguimento di un buon isolamento termico e assicura l’assenza di umidità.
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
testo
Jules Saulnier, fabbriche di cioccolato Menier, Noisiel-sur-Marne,
Parigi, 1871/72.
Esempio principale di utilizzo delle pareti continue in una struttura
portante di ferro, sostenuta da pilastri in muratura: si tratta di pannelli
di mattone forato, ricoperti di piastrelle multicolori, appoggiati e posti
in opera, secondo dei procedimenti ancora tradizionali, a una struttura metallica controventata.
(da: Bertrand Lemoine, L’architecture du fer . France: XIX e siècle ,
Champ Vallon, Seyssel, 1987, p. 55).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Joseph Paxton, Crystal Palace, Londra, 1851.
Costruzione realizzata mediante pareti continue di vetro, modulate e
prodotte in serie.
(da: Derek Walker, Great Engineers, Academy, Londra, 1987, p. 64).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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William Le Baron Jenney, Leiter Building II, Chicago, 1889; Daniel
Burnham, Reliance Building, Chicago, 1894.
Costruzioni realizzate mediante un involucro costituito da pannelli
di vetro intelaiati da una struttura di acciaio.
(da: Maria Angela Opici, a cura di, Pareti continue. Una monografia, Tecnomedia, Milano, 1990, p. 8).
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Victor Horta, Maison du Peuple, Bruxelles, 1897.
Costruzione realizzata mediante una struttura di acciaio in vista, sulla
facciata, a intelaiare ampie lastre di vetro con dei serramenti di legno.
(da: Maria Angela Opici, a cura di, Pareti continue. Una monografia,
Tecnomedia, Milano, 1990, p. 7).
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Mies van der Rohe, Colonnade Park Apartments , Newark, New
Jersey.
Sezioni orizzontali e verticale.
In questo edificio lo studio progettuale e costruttivo è posto in funzione di una ricerca stilistica rivolta alla facciata, mentre, sotto il profilo
tecnico, l’attenzione si concentra esclusivamente sulla struttura. Nel
dettaglio sono messi in evidenza i caratteri, la composizione e gli
aspetti costruttivi delle prime pareti continue.
(da: Rolf Schaal, Vorhand Wände, Callwey, Monaco di Baviera, 1961,
p. 90).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Wallace H. Harrison e Max Abramovitz, Alcoa Building, Pittsburgh,
1952.
In questo edificio le lastre di facciata in alluminio alte un piano, che
incorporano il serramento, sono irrigidite dalla piegatura profilata dei
bordi da attacco alla carpenteria metallica. Sezioni verticali.
(da: Rolf Schaal, Vorhand Wände , Callwey, Monaco di Baviera,
1961, p. 218).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Wallace H. Harrison e Max Abramovitz, Alcoa Building, Pittsburgh,
1952.
In questo edificio le lastre di facciata in alluminio alte un piano, che
incorporano il serramento, sono irrigidite dalla piegatura profilata dei
bordi da attacco alla carpenteria metallica. Sezione orizzontale e
prospetto.
(da: Rolf Schaal, Vorhand Wände , Callwey, Monaco di Baviera,
1961, p. 219).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Skidmore, Owings & Merrill, Lever Building, New
York, 1951.
In questo edificio appare la struttura delle pareti
continue: le parti metalliche evidenti si riducono a
una fine rete di nervature e tutto il resto della facciata è in vetro. Sezione verticale.
(da: Rolf Schaal, Vorhand Wände , Callwey,
Monaco di Baviera, 1961, p. 104).
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argomenti di cultura tecnologica
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Skidmore, Owings & Merrill, Lever Building, New York, 1951.
In questo edificio appare la struttura delle pareti continue: le parti
metalliche evidenti si riducono a una fine rete di nervature e tutto il
resto della facciata è in vetro. Spaccato assonometrico e sezioni orizzontali.
(da: Rolf Schaal, Vorhand Wände , Callwey, Monaco di Baviera,
1961, p. 104).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Skidmore, Owings & Merrill, Inland Steel Building, Chicago, 1957.
In questo edificio i pannelli di facciata sono formati da una lastra
piana di acciaio inossidabile, completata internamente da una lastra
di calcestruzzo comprendente le zanche per il fissaggio alle mensole sulle travi.
In dettaglio (sezione orizzontale): 1. piatto 150x6 mm piegato per il
sostegno del rivestimento; 2. piatto 100x9 mm per il sostegno del
rivestimento; 3. struttura portante; 4. profilato in piatto 110x4,76 mm
di acciaio inossidabile di collegamento tra lamiera di facciata e piatto; 5. prigionieri in acciaio inossidabile; 6. angolare in piatto piegato
di acciaio inossidabile (spessore: 4,76 mm); 7. rivestimento in lamiera di acciaio inossidabile (spessore: 1,98 mm); 8. doppi cristalli atermici; 9. cornice finestra (spessore: 1,27 mm); 10. profilo a U (76
mm); 11. lamiera esterna di facciata in acciaio inossidabile (spessore: 1,27 mm); 12. giunto a canocchiale per le dilatazioni; 13. piatto
50x4 mm di ancoraggio per il pannello; 14. piatto con zanche saldate per sostegno pannello; 15. zanche di sostegno saldate; 16. piatto
50x4 mm piegato per l’ancoraggio del montante di facciata; 17.
lamiera esterna in acciaio inossidabile (spessore: 1,6 mm).
(da: Guido Nardi, Pareti a pannelli in acciaio, UISAA, Milano, 1961,
p. 30).
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Skidmore, Owings & Merrill, Inland Steel Building, Chicago, 1957.
In questo edificio i pannelli di facciata sono formati da una lastra
piana di acciaio inossidabile, completata internamente da una lastra
di calcestruzzo comprendente le zanche per il fissaggio alle mensole
sulle travi.
In dettaglio (sezione verticale): 1. montante in acciaio inossidabile
1,27 mm; 2. lamiera esterna in acciaio inossidabile (spessore: 1,6
mm); 3. cornice finestra in acciaio inossidabile (spessore: 1,27 mm);
4. doppi cristalli atermici; 5. pannello di calcestruzzo; 6. piatto con
zanche saldate per sostegno pannello; 7. piatto 50x4 mm piegato per
ancoraggio del montante di facciata; 8. ancoraggio inferiore del pannello; 9. nastro piegato in acciaio inossidabile (spessore: 0,8 mm);
10. piatto 50x4 mm per ancoraggio superiore del pannello.
(da: Guido Nardi, Pareti a pannelli in acciaio, UISAA, Milano, 1961,
p. 31).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Edgard I. Williams, Columbus and Southern Ohio Electric Co.
Building, Columbus, 1958.
In questo edificio i pannelli sono realizzati da una lamiera esterna di
acciaio inossidabile e da una lamiera zincata interna, a cui è interposta un’anima irrigidente e isolante in struttura cellulare.
In dettaglio (sezione orizzontale): 1. montante esterno di facciata in
acciaio inossidabile (spessore: 0,95 mm); 2. doppi cristalli; 3. telaio
serramento a bilico in acciaio inossidabile (spessore: 1,27 mm); 4.
telaio di parete in acciaio inossidabile (spessore: 0,95 mm); 5. lamiera verniciata; 6. isolante; 7. lamiera esterna in acciaio inossidabile
(spessore: 0,97 mm); 8. isolante in struttura cellulare; 9. lamiera zincata (spessore: 1,27 mm); 10. profilati a U (152 mm); 11. spessori;
12. prigionieri saldati; 13. piastra di ancoraggio saldata superiormente al montante a U; 14. profilato a U della struttura portante di parete
(127 mm); 15. traversa in profilato a L 100x75x6 mm; 16. scossalina
in acciaio inossidabile (spessore: 0,397 mm); 17. guarnizione sigillante in materiale vinilico; 18. mastice; 19. elemento di giunzione.
(da: Guido Nardi, Pareti a pannelli in acciaio, UISAA, Milano, 1961,
p. 36).
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argomenti di cultura tecnologica
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Edgard I. Williams, Columbus and Southern Ohio Electric Co.
Building, Columbus, 1958.
In questo edificio i pannelli sono realizzati da una lamiera esterna di
acciaio inossidabile e da una lamiera zincata interna, a cui è interposta un’anima irrigidente e isolante in struttura cellulare.
In dettaglio (sezione verticale): 1. lamiera esterna in acciaio inossidabile (spessore: 0,79 mm); 2. isolante; 3. lamiera zincata (spessore: 1,27 mm); 4. montante esterno di facciata in acciaio inossidabile
(spessore: 0,95 mm); 5. guarnizione sigillante in materiale vinilico; 6.
profilato a U della struttura portante di parete (127 mm); 7. supporti
per i telai di parete; 8. telaio di parete in acciaio inossidabile (spessore: 0,95 mm); 9. doppi cristalli; 10. telaio finestra in acciaio inossidabile (spessore: 127 mm).
(da: Guido Nardi, Pareti a pannelli in acciaio, UISAA, Milano, 1961,
p. 37).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Douglas Orr, Southern New England Telephone Co. Building, New
Haven, 1958.
In questo edificio le pareti esterne di acciaio, complete di serramento, sono assemblate a secco alla struttura portante.
In dettaglio (sezione orizzontale): 1. mensola in piatto piegato a L
203x203x12,70 mm, ancorata sopra la trave di coronamento; 2. pannello isolante rigido; 3. barriera contro il vapore; 4. spalla finestre in
lamiera di acciaio inossidabile 1,27 mm; 5. cristallo di 6,35 mm; 6.
mensola in piatto piegato a L e zincato 203x203x12,70 mm, ancorata
sotto la trave di coronamento; 7. profilato a L 127x101,6x9,53 mm,
saldato alla struttura portante del pannello; 8. struttura portante del
pannello; 9. pannello sandwich; 10. montante di parete in acciaio
inossidabile (spessore: 1,27 mm); 11. lamiera porcellanata (spessore: 1,98 mm).
(da: Guido Nardi, Pareti a pannelli in acciaio, UISAA, Milano, 1961,
p. 42).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Douglas Orr, Southern New England Telephone Co. Building, New
Haven, 1958.
In questo edificio le pareti esterne di acciaio, complete di serramento, sono assemblate a secco alla struttura portante.
In dettaglio (sezione verticale): 1. pannello di lamiera porcellanata; 2.
isolante; 3. sigillatura; 4. cornice di fissaggio del pannello in acciaio
inossidabile (spessore: 1,27 mm); 5. manicotto di giunzione in lamiera di acciaio inossidabile (spessore: 1,27 mm); 6. traversa in lamiera
di acciaio inossidabile 1,27 mm; 7. montante; 8. cristallo; 9. lamiera
porcellanata; 10. anima rigida a nido d’ape; 11. plafone sospeso; 12.
fori per scarico condensa; 13. bullone; 14. cornice in lamiera di
acciaio inossidabile 1,27 mm; 15. davanzale; 16. materiale isolante;
17. pannelli isolanti rigidi prefabbricati; 18. profilato in lamiera piegata
annegato nella soletta; 19. scossalina in acciaio inossidabile; 20.
mensola di ancoraggio; 21. foro ovalizzato; 22. squadra in profilato a
L saldata alla struttura del pannello per l’ancoraggio della parete.
(da: Guido Nardi, Pareti a pannelli in acciaio, UISAA, Milano, 1961,
p. 43).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Studio dei pannelli di facciata: la progettazione di Jean Prouvé.
Gli studi di Jean Prouvé, scaturiti nella realizzazione dei pannelli di
facciata in lamiera di alluminio (irrigiditi da un telaio intermedio in profilati di acciaio) per la Facoltà di Medicina di Rotterdam (1968-69),
risultato delle ricerche iniziate coi pannelli per la Casa del Popolo di
Clichy (1938-39), costituiscono un apporto significativo nello sviluppo
delle curtain wall.
(da: Jean Prouvé, Une architecture par l’industrie, Artemis, Zurigo,
1971, p. 81).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Studio dei pannelli di facciata: la progettazione di Jean Prouvé.
Gli studi di Jean Prouvé, scaturiti nella realizzazione dei pannelli di
facciata in lamiera di alluminio (irrigiditi da un telaio intermedio in profilati di acciaio) per la Facoltà di Medicina di Rotterdam (1968-69),
risultato delle ricerche iniziate coi pannelli per la Casa del Popolo di
Clichy (1938-39), costituiscono un apporto significativo nello sviluppo
delle curtain wall.
(da: Jean Prouvé, Une architecture par l’industrie, Artemis, Zurigo,
1971, p. 78).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Studio dei pannelli di facciata: gli elementi costruttivi diffusi in
Europa.
In Europa, le pareti a cortina si configurano secondo i caratteri e l’aspetto massiccio dei pannelli di tamponamento in calcestruzzo applicati alle strutture a scheletro portante, perdendo i caratteri di leggerezza e di composizione multistrato. Queste pareti sono suddivise in
pareti continue semplici, prefabbricate con dei materiali pesanti (calcestruzzo, laterizi, blocchi forati) e leggeri (cementi cellulari).
(da: Rolf Schaal, Vorhand Wände , Callwey, Monaco di Baviera,
1961, pp. 118).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Nicholas Grimshaw & Partners, edificio industriale Igus, Colonia.
I pannelli di facciata sono agganciati a montanti di produzione standard, posti ogni 2,25 m, sui quali vengono assemblate in opera le
guarnizioni di tenuta all’aria in neoprene che corrono per tutta l’altezza dell’edificio. Assemblaggio dei componenti del sistema di facciata.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 129).
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Nicholas Grimshaw & Partners, edificio industriale Igus, Colonia.
I componenti del sistema di facciata sono costituiti dall’assemblaggio
di subcomponenti a secco. Gli elementi di rivestimento sono in
acciaio zincato nervato con spessore di 1 mm verniciati con polvere
di poliestere e sono prodotti con una pressa che usa stampi a
maschio e femmina. Prospetto.
Il pannello sandwich, formato da due lastre nervate di acciaio zincato
verniciato con polveri di poliestere (2150x1075 mm) è collegato alla
struttura secondaria dell’edificio, rispettivamente dall’interno e dall’esterno, attraverso dei semplici morsetti in alluminio anodizzato.
L’isolante è costituito da un pannello di lana di roccia imbustata di 10
cm, protetto da una barriera al vapore in polietilene. Le due lamiere
metalliche sono separate da una guarnizione che realizza in questo
modo il taglio termico. Sezione orizzontale della facciata.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 130).
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Nicholas Grimshaw & Partners, edificio industriale Igus, Colonia.
L’intercambiabilità tra i componenti è resa possibile dalla compatibilità tra la forma del pannello opaco e quella del serramento del pannello trasparente e dal fissaggio dei pannelli ai montanti attraverso
semplici morsetti che consentono un facile smontaggio.
Intercambiabilità tra il pannello opaco e il pannello trasparente.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata,
Angeli, Milano, 1995, p. 132).
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Michael Hopkins, Bracken House, Londra.
Esploso assonometrico della facciata.
(da: Detail, n. 5, ott./nov., 1992, p. 478).
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Michael Hopkins, Bracken House, Londra.
Sezione verticale e orizzontale. In dettaglio: 1. cemento armato gettato in opera; 2. lastra prefabbricata con irrigidimenti; 3. lastra di
bronzo (spessore: 2 mm) con isolante in fibra minerale; 4. doppio
vetro; 5. supporto; 6. pietra naturale; 7. griglia per l’aerazione in alluminio rivestito di poliestere; 8. montante secondario (diametro: 15
mm); 9. pannello di bronzo; 10. montante principale (diametro: 10
mm).
(da: Detail, n. 5, ott./nov., 1992, p. 480).
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Michael Hopkins,
Bracken House,
Londra.
Sezione verticale e
orizzontale. In dettaglio: 2. lastra prefabbricata con irrigidimenti; 3. lastra di
bronzo (spessore: 2
mm) con isolante in
fibra minerale; 4.
doppio vetro; 10.
montante principale
(diametro: 10 mm);
11. persiana automatica; 12. isolante siliconico; 13. elemento
di bordo in acciaio
galvanizzato (spessore: 25 mm); 14.
bullone e dado di
bronzo; 15. staffa di
fissaggio per il doppio vetro; 16. isolante acustico (spessore: 10 mm); 17.
membrana anticorrosione; 18. profilo in
estruso di alluminio;
19. partizione interna; 20. lastra di alluminio rivestita; 21.
lastra di bronzo.
(da: Detail, n. 5,
ott./nov., 1992, p.
481).
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Richard Rogers, Offices
and Television Studios,
Londra.
Sezione verticale e orizzontale. In dettaglio: 1.
balaustra; 2. staffa di fissaggio in acciaio inossidabile (spessore: 18
mm); 3. sistema di fissaggio orizzontale; 4.
profilo di tenuta in lamiera di alluminio (spessore: 2 mm); 5. isolante; 6.
membrana impermeabilizzante; 7. isolamento
termico; 8. lastra di
copertura in cemento
armato; 9. pannello di
tamponamento (rivestimento esterno in lamiera
di alluminio; 45 mm di
isolante termico; supporto interno in lamiera di
acciaio; rivestimento in
lana di vetro); 10. pannello apribile ombreggiante con rivestimento
in alluminio; 11. colonna
in cemento armato; 12.
doppio vetro; 13. profilo
in alluminio; 14. elemento in alluminio per il fissaggio della lastra di
vetro; 15. binario di fissaggio.
(da: Detail, n. 2,
apr./mag., 1995, p. 218).
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Alfredo Corradini, Sandro Serapioni, Pierluigi Raule, Sheraton Hotel,
Aeroporto Internazionale Cristoforo Colombo di Genova.
Si tratta di un sistema costruttivo realizzato attraverso una parete
continua in grado di abbattere degli elevati livelli acustici. La soluzione adottata prevede un sistema a doppia schermatura e un collegamento: all’esterno, una parete continua strutturale con tre vetri e
intercapedine ventilata in grado, da sola, di garantire un abbattimento acustico pari a 41 dB; all’interno, un serramento a taglio termico
con giunto aperto e vetro camera fonoassorbente; un collegamento
tra le due schermature realizzato per assorbire le onde sonore, ed
evitare conduzioni tra la facciata esterna e il serramento interno.
In dettaglio (sezione orizzontale): 1. montante in alluminio; 3. telaio
infisso interno; 4. anta apribile infisso interno; 5. antino di ispezione
intercapedine ventilata; 6. telaio vetro; 7. telaio pannello; 9. silicone
strutturale; 10. guarnizione cappotto termico; 11. taglio termico; 12.
guaina fonoassorbente; 13. vetro camera fonoassorbente Flachglas;
14. cristallo monolitico riflettente Flachglas; 15. pannello coibentato;
16 pannello fonoisolante in lamiera microforata; 17. tamponamento
di chiusura (documentazione Focchi).
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Alfredo Corradini, Sandro Serapioni, Pierluigi Raule, Sheraton Hotel,
Aeroporto Internazionale Cristoforo Colombo di Genova.
In dettaglio (sezione verticale): 2. traverso in alluminio; 3. telaio infisso
interno; 4. anta apribile infisso interno; 7. telaio pannello; 8. supporto
meccanico vetro; 11. taglio termico; 12. guaina fonoassorbente; 13.
vetro camera fonoassorbente Flachglas; 14. cristallo monolitico riflettente Flachglas; 15. pannello coibentato; 16 pannello fonoisolante in
lamiera microforata; 17. tamponamento di chiusura; 18. tavellino di
apertura anta-facciata esterna (documentazione Focchi).
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Renzo Piano, sagoma esterna della nave da crociera Crown
Pincess.
Si tratta di un involucro di rivestimento composto da vetrate curve
complanari con la murata della nave. Per ottenere l’effetto di curvatura continua, i pannelli di vetro sono stati fissati al telaio in alluminio
utilizzando la tecnica del silicone strutturale. Dei supporti puntuali in
acciaio inossidabile trattengono i pannelli di vetro sui lati orizzontali
in caso di incendio, al fine di sopperire al collasso della struttura in
alluminio: tali supporti sono collegati al telaio portante perimetrale (in
acciaio) in modo da garantire che i pannelli di vetro rimangano bloccati alla murata.
Sezione verticale e orizzontale. In dettaglio: 1. murata in alluminio; 2.
paratie in acciaio; 3. giunto bimetallico; 4. serraggi strutturali; 5. telaio
portante perimetrale in acciaio; 6. sistema di regolazione sui tre assi
ortogonali; 7. sistema di fissaggio autobloccante; 8. supporti regolabili di sostegno del vetro; 9. vetrocamera; 10. fondo giunto; 11. silicone strutturale; 12. sigillante di tenuta esterna; 13. guarnizione siliconica esterna; 14. guarnizione siliconica di fondo giunto; 15. guarnizione siliconica interna; 16. guarnizione isolante (da: documentazione
Focchi).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Ian Ritchie, Edificio B8, Stockley Park, Londra, 1990.
Vetrata strutturale con montante di sostegno. Esploso assonometrico
del sistema di fissaggio delle lastre vetrate.
(da: Anna Mangiarotti, Le tecniche dell’architettura contemporanea.
Evoluzione e innovazione degli elementi costruttivi, Angeli, Milano,
1995, p. 135; ridisegno di Oscar Trovalusci da Techniques &
Architecture, n. 391, 1990).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Ian Ritchie, Edificio B8, Stockley Park, Londra, 1990.
Vetrata strutturale con montante di sostegno. Sezione orizzontale.
In dettaglio: 1. montante a sezione cava in alluminio, 132/50/4; 2.
dado filettato in acciaio; 3. collare conico stampato in acciaio inox; 4.
perno conico stampato in acciaio inox; 5. dispositivo di fissaggio planare Pilkington; 6. vetro temperato 3000/1350/6 mm; 7. pellicola
bianca a base ceramica; 8. film a base di sali metallici a bassa emissività; 9. vetro temperato 3000/1350/12 mm; 10. camera d’aria 16
mm; 11. giunto al silicone nero.
(da: Anna Mangiarotti, Le tecniche dell’architettura contemporanea.
Evoluzione e innovazione degli elementi costruttivi, Angeli, Milano,
1995, p. 136; ridisegno di Oscar Trovalusci da Techniques &
Architecture, n. 391, 1990).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
argomenti di cultura tecnologica
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Norman Foster, Centro Renault, Swindon, Gran Bretagna, 1982.
Vetrata strutturale con traversi. Esploso assonometrico.
(da: Anna Mangiarotti, Le tecniche dell’architettura contemporanea.
Evoluzione e innovazione degli elementi costruttivi, Angeli, Milano,
1995, p. 138; ridisegno di Oscar Trovalusci da John Alan Brookes,
Concepts in Cladding, Construction Press, Londra, 1995).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Norman Foster, Centro Renault, Swindon, Gran Bretagna, 1982.
Vetrata strutturale con traversi. Sezione orizzontale.
In dettaglio: 1. montante di facciata; 2. traverso di sostegno dei
moduli vetrati; 3. guarnizione estrusa a U in neoprene; 4. dispositivo
di connessione a ragno in acciaio; 5. dado di chiusura; 6. rondella in
acciaio; 7. rondella in neoprene; 8. dado intermedio; 9. disco
nichel/cadmio 50 mm di diametro; 10. rondella in fibra; 11. boccola in
nylon; 12. lastra di vetro blindato 10 mm con foro svasato; 13. vite di
serraggio a testa svasata M6.
(da: Anna Mangiarotti, Le tecniche dell’architettura contemporanea.
Evoluzione e innovazione degli elementi costruttivi, Angeli, Milano,
1995, p. 139; ridisegno di Oscar Trovalusci da John Alan Brookes,
Concepts in Cladding, Construction Press, Londra, 1995).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Norman Foster, Centro Renault, Swindon, Gran Bretagna, 1982.
Vetrata strutturale con traversi. Sezione verticale.
In dettaglio: 1. traverso di sostegno dei moduli vetrati; 2. bullone a
brugola; 3. dispositivo di connessione a ragno in acciaio; 4. dado di
chiusura; 5. vetro antisfondamento; 6. guarnizione in silicone; 7.
montante di facciata.
(da: Anna Mangiarotti, Le tecniche dell’architettura contemporanea.
Evoluzione e innovazione degli elementi costruttivi, Angeli, Milano,
1995, p. 140; ridisegno di Oscar Trovalusci da John Alan Brookes,
Concepts in Cladding, Construction Press, Londra, 1995).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Beck-Enz-Yelin-Rothgang, Magazzini, Pitzbrunn.
Sezioni verticale e orizzontale. In dettaglio: 1. lastra di alluminio
55/177 mm; 2. lamiera di alluminio anodizzato (spessore: 3 mm); 3.
lamiera a sagoma trapezoidale (altezza: 80 mm); 4. trave IPE 270; 5.
trave IPE 500; 6. colonna in acciaio riempita di cemento; 7. montante
di facciata IPE 100; 8. ghiera in acciaio saldato, rivestita su entrambi
i lati con lastre di acciaio dello spessore di 6 mm; 9. sistema di oscuramento con tessuto in materiale acrilico; 10. lastra di vetro; 11. travetto T70; 12. pannello con lamiera di alluminio anodizzato; 13. tondino (diametro: 20 mm); 14. tondino (diametro: 12 mm).
(da: Detail, n. 3, giu./lug., 1993, p. 308).
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Schuster, Office Building, Nordkirchen.
Sezioni verticale e orizzontale; prospetto. In dettaglio: 1. piastra di
connessione 60/180 mm, cono di supporto e altri elementi di connessione in acciaio inossidabile; 2. messa in opera dei vetri mediante
guarnizione siliconica; 3. pannellatura di vetro (dall’esterno all’interno): lastra di vetro applicata (spessore: 12 mm), intercapedine (spessore: 16 mm), lastra di vetro agganciata (spessore: 6 mm); 6. colonna tubolare; 12. struttura di connessione per la facciata: due montanti tubolari (diametro: 51 mm) con elementi di connessione
152/169/12 mm; 13. tirante di collegamento.
(da: Detail, n. 1, feb./mar., 1995, App. S).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Jean Nouvel, Emmanuel Cattani & Associati, Fondazione Cartier,
Parigi, 1994.
L’aspetto peculiare dell’edificio è rappresentato dai tamponamenti
dell’involucro esterno: i pannelli vetrati delle pareti sono costruiti con
telai metallici sottili in alluminio estruso. Le due pareti principali proseguono con lo stesso ritmo per tre moduli oltre il volume chiuso e di
un piano oltre l’altezza: appaiono così più lunghe e alte dell’edificio.
Queste ali e lo schermo vetrato trasparente sono affrancati e controventati mediante aste metalliche fissate alla struttura portante dell’edificio. Ogni vetrata è appesa con perni filettati che ne permettono la
regolazione e la messa a punto. L’oscuramento delle pareti è realizzato con tende interne, con rullo di avvolgimento collocato nel controsoffitto in lamiera forata. Esternamente, il sistema di tamponamento accoglie doppi vetri 6+6 mm stratificati, camera d’aria con distanziatore deumidificatore e all’interno vetro temprato e incollato al profilo. In dettaglio (sezione verticale): particolare dell’involucro in corrispondenza di un attacco della controventatura dello schermo.
(da: Detail, n. 1, feb./mar., 1995, p. 31).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Sistema di rivestimento metallico irrigidito.
Dettaglio dell’angolo tra i pannelli. Questo sistema consente di unire i
pannelli secondo angoli non ortogonali attraverso l’inserimento di
profili in alluminio.
a. Raccordo dei pannelli di rivestimento secondo un angolo convesso: 1. angolo di 123,5°.
b. Dettaglio del raccordo tra due pannelli di rivestimento: 2. pannello
di rivestimento in alluminio rinforzato con un’anima a nido d’ape in
alluminio con profilo di irrigidimento in estruso di alluminio; 3. guarnizione in elastomero EPDM; 4. elemento di raccordo in alluminio.
c. Raccordo dei pannelli di rivestimento secondo un angolo concavo:
5. angolo di 236,6°.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 38; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Luxalon Cassettes, Hunter Douglas).
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Sistema di rivestimento metallico irrigidito.
Dettaglio dell’angolo tra i pannelli. Questa rappresenta una soluzione
d’angolo alternativa alla precedente. A differenza della prima il giunto
tra i pannelli non avviene più attraverso un profilo di alluminio ma
attraverso un profilo estruso su misura. Questo consente di accostare i pannelli senza interrompere il rivestimento metallico.
a. Sistema di parete ventilata.
b. Particolare dell’angolo tra i pannelli: 1. profilo d’irrigidimento in
estruso di alluminio; 2. pannello di rivestimento in alluminio rinforzato
con anima a nido d’ape in alluminio.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 39; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Luxalon Cassettes, Hunter Douglas).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Tecniche di fissaggio del pannello di rivestimento multistrato in alluminio.
Il pannello di rivestimento può avere una larghezza fino a 150 cm,
lunghezza fino a 800 cm e spessori di 3-4-6-8 mm, e può essere fissato con sistemi dalle caratteristiche differenti in relazione alla forma
e alle dimensioni del pannello e alla sua distanza dal supporto murario.
In dettaglio: 1. fissaggio mediante asolatura con profilo di fuga in
alluminio; 2. fissaggio mediante asolatura con guarnizione estrusa in
neoprene; 3. fissaggio con rivetti; 4. fissaggio con sigillatura siliconica; 5. fissaggio con molletta in acciaio inossidabile; 6. fissaggio
mediante asolatura e lesena.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 58; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Alucobond, Alluminio Alusuisse).
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Fissaggio con viti su una struttura secondaria in legno del pannello di
rivestimento in resina termoindurente armata con fibre di legno.
Questo pannello di rivestimento è formato per il 30% da resine termoindurenti fenoliche, rinforzate con fibre di abete e prodotto sotto
pressione ad alta temperatura. Esso viene colorato con dei pigmenti
legati per polimerizzazione alla resina in modo da rendere impossibile la delaminazione. La tecnologia utilizzata per la sua produzione
consente il riciclaggio del materiale. Il pannello viene fissato con viti
alla orditura in legno e il numero delle viti è determinato in relazione
allo spessore del pannello.
a. Sezione orizzontale. 1. pannello di rivestimento in resina termoindurente armata con fibre di legno.
b. Sezione verticale: 2. montante in legno; 3. vite; 4. traverso in
legno; 5. isolante in lana minerale.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 59; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Trespa, Hoechst).
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Fissaggio con rivetti del pannello di rivestimento in resina termoindurente armata con fibre di legno su una struttura secondaria in alluminio.
Il sistema prevede pannelli dallo spessore variabile da 6 mm fino a
13 mm. Tutti i pannelli del sistema, indipendentemente dallo spessore, possono essere ancorati con rivetti ai montanti e ai traversi in
alluminio.
a. Sezione orizzontale: 1. tassello a espansione; 2. profilo in alluminio; 3. pannello di rivestimento in resina termoindurente armata con
fibre di legno.
b. Sezione verticale: 4. punto di fissaggio scorrevole; 5. intercapedine d’aria; 6. rivetto in alluminio Almg5; 7. punto di fissaggio fisso.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 60; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Trespa, Hoechst).
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Tecniche di fissaggio di lastre in cotto.
In dettaglio (sezione verticale): 1. lastra in cotto; 2. gancio in acciaio
inossidabile smaltato; 3. molla in acciaio inossidabile; 4. fissaggio
chimico; 5. guarnizione in neoprene a celle chiuse; 6. profilo verticale; 7. staffa per il sostegno del profilo.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 64; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Dallera).
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Tecniche di fissaggio di lastre in cotto.
In dettaglio (sezione orizzontale): 1. staffa per il sostegno del profilo;
2. fissaggio chimico; 3. guarnizione in neoprene a celle chiuse; 4.
profilo verticale; 5. gancio in acciaio inossidabile smaltato; 6. molla in
acciaio inossidabile; 7. lastra in cotto.
(da: Laura Pedrotti, La flessibilità tecnologica dei sistemi di facciata.
Evoluzione delle tecniche di produzione e di assemblaggio, Angeli,
Milano, 1995, p. 65; ridisegno dell’autore dalla documentazione
Dallera).
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L’innovazione dei componenti di involucro. Definizioni, caratteristiche e aspetti evolutivi
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Sistema modulare di facciata a pannelli in alluminio preverniciato
Square System.
Questo sistema è composto da quattro elementi fondamentali: pannelli (ricavati per pressopiegatura da laminato in lega di alluminio),
sottostruttura (di tipo incrociato, composta da montanti verticali e correnti orizzontali realizzati con profili estrusi in lega di alluminio), guarnizioni (in Dutral, con lo scopo di contenere il pannello, e siliconiche,
che garantiscono la tenuta dell’acqua) e bordature (realizzate
mediante pressopiegatura dello stesso laminato in lega di alluminio
utilizzato per i pannelli) ( documentazione Alcan).
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Sistema modulare di facciata a pannelli in alluminio preverniciato
Square System.
Installazione della parete Square System evidenziata attraverso la
sezione orizzontale, con particolare dell’incastro del pannello sul
montante verticale con le relative guarnizioni, e la sezione del montante in alluminio ( documentazione Alcan).
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Sistema modulare di facciata a pannelli in alluminio preverniciato
Square System.
Installazione della parete Square System evidenziata attraverso la
soluzione d’angolo positivo. Si inseriscono le squadrette speciali
(indicate in verde), da avvitare ogni metro sul montante. Poi, si predispone un pannello con lati speciali, pressopiegandolo nella misura
desiderata, e lo si inserisce in un lato, fissandolo con rivetti in alluminio alle squadrette sull’altro lato (documentazione Alcan).
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