Paolo Ajmone Marsan i «Fem, un vero gioiellino Equilibrio tra ricerca e applicazione pratica» e ite >:o ia ìla n im 5io tà ;a 1a, i. 1le 1li :a n Ìli li li ii- «TRENTO «Approfondimento scientifico e trasferimento delle scoperte nell'applicazione pratica. Sono questi i due aspetti che porterei avanti se fossi scelto quale nuovo presidente di Fem». Paolo Ajmone Marsan, 64 anni, direttore dell'istituto di Zootecnica della facolta di agraria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (sede distaccata di Piacenza) ha già collaborato con la Fondazione Mach che definisce «un gioiellino in Italia, una realtà unica» aggiunge il professore che ha già collaborato con l'ex presidente Salamini «tra i più grandi scienziati italiani nel settore agronomico e vegetale degli ultimi cento anni». Ajmone, nomina sulla quale sarebbero orientati il governatoreUgoRossiel'assessore Michele Dallapiccola, è un frequentatore del Trentino. «Ho una casa a Carisolo», dice, Professore, il suo nome risulta tra i favoriti neUa rosa dei dieci candidati alla presidenza di Fem: cosa l'ha spinta a candidarsi? «È un'occasione per dare un contributo e cercar di sostenere uno dei centri ricerca più interessanti della ricerca agricola. Altri centri d'Italia sono più dispersivi e meno integrati. Università di Milano Paolo Ajmone Quello in Trentino è un posto che mi interessava dal punto di ci vista scientifico e che conosco in parte, ho lavorato sulle piante e sugli animali, per dieci anni nel settore vegetale, ed ho collaborato con l'istituto. In Italia è ai massimi livelli sia per la qualità dei ricercatori, di ruolo, sia per le strutture messe in piedi: una cosa unica in Italia, un campus. Ho messo a disposizione la mia competenza, poi in caso le cose vadano a buon fine dovrò conoscere in modo più approfondito tutti i settori dell'Istituto». Dopo l'impulso di Francesco Salamini agli studi di genomica (dalla decodificazione del genoma del melo, della vite, a quello della fragola e del moscerino), se sarà eletto quale sarà il suo progetto? «Vedo due campi da portare avanti a livello di ricerca: continuare l'approfondimento scientifico, con lo sforzo di portare in campo quelle che sono tutte le conoscenze acquisite in questi anni senza buttare via nulla da una parte, trasferirle in applicazione pratica, dall'altra. Nel campo della ricerca, solitamente soltanto una piccola parte delle conoscenze acquisite trova applicazione pratica. Cercherei di farlo dove possibile, portando avanti la ricerca». Come vede il lavoro svolto dal professor Salamini e cosa cambierebbe, oppure su quali attività portate avanti dalla Fondazione Mach investirebbe? «Conosco il lavoro del professor Salamini, di altissimo livello: lui è tra i più grandi scienziati mai avuti in Italia nel settore agronomico e vegetale, uno dei massimi negli ultimi cento anni. Basta guardare gli incarichi sostenuti il suo curriculum, sono i numeri che indicano la qualità delle persone e lui di numeri ne ha molti. Da parte mia, offro la mia esperienza: il Trentino poi è splendido, mi troverei bene». M.Z. © RIPRODUZIONE RISERVATA