LEZIONE 4 STATO TENSIONALE NEL TERRENO Per definire il concetto di TENSIONE e quello di DEFORMAZIONE e’ stato necessario “confondere” la vera natura del terreno con quella di un mezzo CONTINUO EQUIVALENTE. Per analizzare e comprendere a fondo la risposta del terreno ad uno stato tensionale, comprendere cioe’ il suo comportamento meccanico (deformazione e resistenza), e’ necessario ritornare a valutarlo come mezzo MULTIFASE, costituito quindi da uno SCHELETRO SOLIDO con VUOTI INTERGRANULARI riempiti completamente di acqua (terreno saturo), in parte da acqua ed in parte d’aria (terreno non saturo), o totalmente d’aria (terreno asciutto). I carichi trasmessi al terreno, ad esempio, dalle fondazioni di un edificio si ridistribuiscono in parte nello scheletro solido ed in parte come pressione indotta nel fluido interstiziale. Quindi, nel caso dei terreni, si pone il problema di stabilire quale sia la combinazione dello stato tensionale nello scheletro solido e della pressione del fluido interstiziale. 1 TENSIONE GEOSTATICA Lo stato tensionale esistente in un punto del terreno ad una data profondita’ z, dipende dal peso proprio del terreno, dell’acqua e dai carichi esterni (fondazioni, ad es.) ad esso applicati. Le tensioni dovute solamente al peso proprio del terreno sovrastante l’elemento considerato sono dette TENSIONI GEOSTATICHE. Considerando un caso semplice anche se diffuso di un deposito sufficientemente esteso, con piano campagna (p.c.) orizzontale e con trascurabili variazioni della natura del terreno in direzione orizzontale, si puo’ affermare che: − Non esistono tensioni tangenziali τ sui piani orizzontale e verticale; − La TENSIONE VERTICALE σz e quella ORIZZONTALE σh sono TENSIONI PRINCIPALI. La tensione verticale σz agente su un elemento di terreno posto ad una profondita’ z dal p.c. e’ pari a: 2 TENSIONE VERTICALE TOTALE σv =γ ⋅ z Dove γ: peso dell’unita’ di volume totale (grani solidi e acqua) Nel caso di un terreno stratificato: σ v = ∑ γ i ⋅ ∆z i γ ≅ 20 kN/m3 per terreni saturi γ ≅ 16 kN/m3 per terreni saturi La tensione orizzontale si trattera’ in seguito. Esempio p.c. Sabbia e ghiaia γd = 15.5 kN/m3 2m Sabbia γ = 19 kN/m3 3m 6m Per z1 = 2 m σ v = γ d ⋅ z1 = 15.5 ⋅ 2 = 31 kPa Per z1 = 6 m σ v = γ d ⋅ 3 + γ ⋅ ∆z = 15.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ (6 − 3) = 103.5 kPa 3 PRESSIONI INTERSTIZIALI La pressione dell’acqua contenuta negli spazi interparticellari, o PRESSIONE INTERSTIZIALE u, e’ proporzionale all’altezza di risalita dell’acqua hw, all’interno di un tubo piezometrico: u = γ w ⋅ hw Esempio Calcolare u a z = 6 m ⇒ u = γ w ⋅ hw = 10 ⋅ (6 − 3) = 30kPa Quanto vale la pressione interstiziale u nella regione di terreno compresa tra la superficie piezometrica ed il piano campagna? 4 Nella zona immediatamente al di sopra della superficie piezometrica il terreno resta SATURO a causa della RISALITA CAPILLARE dell’acqua negli spazi intergranulari (pori). In questa zona le pressioni interstiziali sono negative e pari a : u = − γ w ⋅ hc L’altezza di risalita hc della zona satura al di sopra della falda (zona di risalita capillare) dipende essenzialmente dalla dimensione degli spazi intergranulari. Al DIMINUIRE della dimensione dei grani, e quindi dei pori, AUMENTA il fenomeno di risalita. 5 L’esistenza di pressioni negative di capillarita’ induce nel terreno una sorta di COESIONE APPARENTE. Le altezze di risalita per capillarita’ sono riportate nella tabella a seguire (da Lame e Washburn, 1946; Hansbo, 1975) Granulometria prevalente hcr [m] GHIAIA 0.05 – 0.3 SABBIA GROSSA 0.03 – 0.8 SABBIA MEDIA 0.12 – 2.40 SABBIA FINE 0.3 – 3.50 LIMO 1.5 - 12 ARGILLA ≥ 10 6 TENSIONI EFFICACI Il comportamento meccanico dei terreni (deformazione e resistenza) NON dipende SOLO dalle variazioni dello stato TENSIONALE TOTALE. Anche variazioni delle pressioni interstiziali possono comportare la rottura del terreno o l’aumento della sua deformazione. In realta’ il comportamento meccanico dei terreni dipende UNICAMENTE dall’aliquota di tensione esercitata sulla FASE SOLIDA. La relazione che regola la ripartizione delle tensioni totali fra lo scheletro solido ed il fluido interstiziale e’ nota come PRINCIPIO DEGLI SFORZI EFFICACI, e fu introdotto dal Terzaghi nel 1936 come segue: “ Tutti gli effetti misurabili di una variazione dello stato di tensione, come la compressione, la distorsione e la variazione di resistenza al taglio, sono dovuti esclusivamente a variazioni delle tensioni efficaci. La tensione efficace e’ pari alla differenza tra la tensione totale e la pressione interstiziale σ’ = σ – u” Le tensioni in un punto possono essere determinate dalla conoscenza delle TENSIONI TOTALI PRINCIPALI σ1, σ2, σ3. Se lo spazio intergranulare e’ riempito con acqua avente pressione u, le tensioni totali possono scomporsi in due parti: − PRESSIONE NEUTRA u, agente sull’acqua e sui grani in ogni direzione con uguale intensita’; − TENSIONE EFFICACE σ’, che ha sede nella fase SOLIDA ed e’ pari a σ '= σ − u differenza tra la tensione totale s e la pressione interstiziale u (detta anche pressione neutra) 7 Dal momento che le tensioni efficaci e le tensioni totali sono diverse tra loro (a meno di pressioni interstiziali nulle, u=0) e’ assolutamente necessario indicarle con simboli diversi. σ, τ TENSIONI TOTALI σ’, τ’ TENSIONI EFFICACI Deve sempre essere ben chiaro se le analisi che si stanno effettuando sono in termini di tensioni totali o efficaci. Se sono note le condizioni di falda e, quindi, il valore della pressione dell’acqua u0 e’ possibile determinare il valore della tensione verticale efficace σ v ' σ v' = σ v − u Esempio p.c. Sabbia e ghiaia γd = 15.5 kN/m3 Sabbia γ = 19 kN/m3 2m 3m 6m Dalle espressioni viste e’ possibile osservare che le tensioni efficaci variano sia cambiando le pressioni neutre u, sia cambiando le tensioni totali σ. ⇒ gli effetti sono “misurabili” nel terreno. Nel caso in cui la variazione delle tensioni totali ∆σ corrisponda esattamente con la variazione di pressione interstiziale ∆u, la tensione efficace rimane INVARIATA. ⇒ gli effetti sono del tutto trascurabili 8 Il principio degli sforzi efficaci, applicato alle tensioni verticali, e’ valido anche per quelle orizzontali in quanto la pressione neutra u agisce in ogni direzione con uguale intensita’. p.c. σv σh z σh σv σv , u ⇒ σ v' = σ v − u σh , u ⇒ σ h' = σ h − u Nell’ipotesi che σh < σv si ha σh = σ3 e σv = σ1 ed i cerchi di Mohr sono costruiti come sotto: 9 I due cerchi hanno lo stesso diametro (sono soltanto traslati di una quantita’ pari alla pressione neutra u). σ n' = σ n − u τ =τ' TENSIONE ORIZZONTALE EFFICACE σ’h La determinazione della tensione orizzontale efficace σ’h , contrariamente a quanto visto per quella verticale σ’v , costituisce uno dei problemi piu’ complessi della “Meccanica delle terre”, in quanto il suo valore e’ strettamente legato alla STORIA TENSIONALE del deposito. Per STORIA TENSIONALE si intende l’entita’ e durata, in precisa sequenza, delle tensioni cui e’ stato assoggettato un deposito dalla fase di formazione fino alla situazione attuale. Il rapporto tra la tensione orizzontale σ’h e quella verticale σ’v e’ detto COEFFICIENTE DI TENSIONE LATERALE K: σ h' K= ' σv Tale definizione e’ valida anche quando non si e’ in campo geostatica (carichi applicati da fondazioni, muri di sostegno, ecc.) Il valore di K, in caso di tensioni geostatiche, puo’ variare in un intervallo ampio di valori, in relazione alle vicende subite dal terreno. Durante la fase di deposizione, un elemento di terreno ad una generica profondita’, e’ soggetto all’incremento sia delle tensioni verticali, sia di quelle orizzontali. 10 In tali condizioni, il rapporto tra σ’h e σ’v e’ detto COEFFICIENTE DI SPINTA A RIPOSO K0. σ h' = K 0 ⋅ σ v' 0 0 Tale stato originario, pero’, viene generalemente alterato da altri fenomeni quali, variazione del livello di falda, erosioni, cementazione chimica, movimenti tettonici, che possono variare tale rapporto. In relazione alla STORIA TENSIONALE subita da un deposito, che ne influenza il comportamento e lo stato tensionale geostatica – K0 - , i terreni possono essere suddivisi in: 1. TERRENI NORMALCONSOLIDATI 2. TERRENI SOVRACONSOLIDATI Durante la formazione di un terreno sedimentario, la tensione totale, in un punto di quota assegnata, continua a crescere all’aumentare dell’altezza dello strato di terreno al di sopra del punto stesso. Le caratteristiche del terreno nel punto P (il suo grado di continuamente addensamento, durante la ecc.) variano formazione del deposito. La rimozione di terreni sovrastanti (ad esempio per erosione) provoca una riduzione di tensione nel punto considerato. 11 Un terreno soggetto alla tensione di intensita’ pari alla MASSIMA a cui e’ stato assoggettato nel passato e’ detto NORMALCONSOLIDATO. Un terreno soggetto ad una tensione di intensita’ MINORE di quella massima alla quale e’ stato assoggettato e detto SOVRACONSOLIDATO. In tal caso il rapporto tra la tensione massima “passata” e quella attuale e’ detto GRADO DI PRECONSOLIDAZIONE OCR (inglese: Over Consolidation Ratio): σ p' OCR = ' σv Per terreni NORMALCONSOLIDATI (NC) il valore di K0 dipende solo dalla natura del terreno. Si possono usare formule empiriche: − Terreni coesivi o Semplificata ⎛ 2 ⎞⎛ 1 − sin φ ′ ⎞ K 0 ( NC ) = ⎜1 + sin φ ′ ⎟⎜⎜ ⎟⎟ ′ 1 sin φ + 3 ⎝ ⎠⎝ ⎠ K 0 ( NC ) = (1 − sin φ ′) Dove φ’ e’ l’angolo di resistenza al taglio 12 − Terreni non coesivi Terreni SOVRACONSOLIDATI (OC) il valore di K0 si ricava da quello riferito allo stesso terreno NC e dal grado di preconsolidazione: K 0 ( OC ) = K 0 ( NC ) ⋅ OCRα − per terreni coesivi α = 0.46 ± 0.06 − per terreni non coesivi Per terreni molto SOVRACONSOLIDATI il valore di K0 puo’ anche essere superiore a 1. 13 Esercizio Data la sezione geotecnica riportata a seguire determinare: 0 γd = 15.5 kN/m G + S g = 19.5 kN/m3 3m 3 A γ = 19 kN/m S 3 5m B γ = 20 kN/m 3 8m C 1. L’andamento con la profondita’ della tensione verticale totale, efficace e della pressione neutra; 2. L’effetto di un innalzamento della falda di 3 e 5 m. 14 Domanda 1) Nel punto 0: tensioni totali, efficaci e p.n. sono nulle. Nel punto A: pressione neutra nulla u = 0 ⇒ σv’ = σv σ V' = σ V = γ d ⋅ z A = 15.5 ⋅ 3 = 46.5 kPa A Nel punto B A u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ 5 = 50 kPa σ V = ∑ γ i ⋅ zi = 15.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ 5 = 141.5 kPa B σ V' = σ v − u = 141.5 − 50 = 91.5 kPa B Nel punto C B u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ (5 + 8) = 130 kPa σ V = ∑ γ i ⋅ zi = 15.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ 5 + 20 ⋅ 8 = 301.5 kPa C σ V' = σ v − u = 301.5 − 130 = 171.5 kPa C C Domanda 2) Falda a p.c. (+ 3m) Nel punto 0: tensioni totali, efficaci e p.n. sono nulle. Nel punto A u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ 3 = 30 kPa σ V = γ ⋅ 3 = 19.5 ⋅ 3 = 58.5 kPa A σ V' = σ v − u = 58.5 − 30 = 28.5 kPa A Nel punto B A u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ (3 + 5) = 80 kPa σ V = ∑ γ i ⋅ zi = 19.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ 5 = 153.5 kPa B σ V' = σ v − u = 153.5 − 80 = 73.5 kPa B Nel punto C B u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ (3 + 5 + 8) = 160 kPa 15 σ V = ∑ γ i ⋅ zi = 19.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ 5 + 20 ⋅ 8 = 313.5 kPa C σ V' = σ v − u = 313.5 − 160 = 153.5 kPa C C Falda a + 5m u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ 2 = 20 kPa Nel punto 0 σ V = γ ⋅ 2 = 10 ⋅ 2 = 20 kPa 0 σ V' = σ v − u = 20 − 20 = 0 kPa 0 0 u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ 5 = 50 kPa Nel punto A σ V = γ ⋅ 3 = 10 ⋅ 2 + 19.5 ⋅ 3 = 78.5 kPa A σ V' = σ v − u = 78.5 − 50 = 28.5 kPa A A u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ 10 = 100 kPa Nel punto B σ V = ∑ γ i ⋅ zi = 10 ⋅ 2 + 19.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ 5 = 173.5 kPa B σ V' = σ v − u = 173.5 − 100 = 73.5 kPa B Nel punto C B u = γ w ⋅ z w = 10 ⋅ 18 = 180 kPa σ V = ∑ γ i ⋅ zi = 10 ⋅ 2 + 19.5 ⋅ 3 + 19 ⋅ 5 + 20 ⋅ 8 = 333.5 kPa C σ V' = σ v − u = 333.5 − 180 = 153.5 kPa C C ⇒ La pressione neutra aumenta della stessa quantita’ delle tensioni totali ⇒ Le tensioni efficaci rimangono INVARIATE 16