Ing. Alessio Colombi, Ph.D. Colombi & Roversi Associati Studio di Ingegneria [email protected] www.crassociati.com Operazione "Impariamo a ricostruire" rif. PA 2012-2511/RER GLI INTERVENTI POSTSISMA ASPETTI GEOTECNICI: OPERE DI FONDAZIONE SUPERFICIALI E PROFONDE Ferrara, 9 maggio 2014 CONCETTI INTRODUTTIVI: 2 1 FONDAZIONI DEFINIZIONE FONDAZIONI ELEMENTI DI COLLEGAMENTO TRA IL TERRENO E LA SOVRASTRUTTURA, CONCEPITI PER RIPARTIRE LE SOLLECITAZIONI PROVENIENTI DALL’ELEVAZIONE SUL TERRENO IN MANIERA TALE DA ASSICURARE IL RISPETTO DI DETERMINATI REQUISITI 3 FONDAZIONI CLASSIFICAZIONE Superficiali Profonde D D B D>10B Plinti Travi Platee B D/B=13 Pozzi DIRETTE O SUPERFICIALI D/B<1 PROFONDE D/B>>1 B Pali Carichi trasmessi al terreno attraverso la base della fondazione come tensioni normali Carico trasmesso al terreno anche attraverso tensioni tangenziali sulla 4 superficie laterale 2 FONDAZIONI REQUISITI PROGETTUALI ₪ SICUREZZA RISPETTO AD UN FENOMENO DI ROTTURA PER CARICO LIMITE DEL TERRENO DI FONDAZIONE (SLU) ₪ LIMITAZIONE DEI CEDIMENTI ASSOLUTI E DIFFERENZIALI A VALORI COMPATIBILI CON LA STATICA E LA FUNZIONALITÀ DELLA SOVRASTRUTTURA (IN GENERE RISULTA IL PRINCIPALE VINCOLO PROGETTUALE) (SLD) ₪ LO STATO DI SFORZO DELLA STRUTTURA DI FONDAZIONE DEVE ESSERE COMPATIBILE CON I REQUISITI STRUTTURALI AFFERENTI LA RESISTENZA DEI MATERIALI CHE LA COSTITUISCONO, L’INSORGERE DI STATI DI FESSURAZIONE, LA DURABILITÀ DEI MATERIALI. ₪ LA SOLUZIONE PROGETTUALE ADOTTATA DEVE POTER ESSERE REALIZZATA IN MODO SICURO E, PER QUANTO POSSIBILE, AGEVOLE. ₪ CRITERI DI ECONOMICITÀ (SENZA DEROGARE PERÒ AI PRECEDENTI REQUISITI) 5 FONDAZIONI FASI DEL PROGETTO ₪ Indagini, rilievi e prove volte alla caratterizzazione geotecnica del sottosuolo. ₪ Determinazione dell’entità e della distribuzione dei carichi agenti. ₪ Scelta del tipo di fondazione e della profondità del piano di posa (in base alle caratteristiche del terreno e della sovrastruttura). ₪ Calcolo del carico limite di rottura del complesso terrenofondazione (SLU) ₪ Studio degli stati tensionali e deformativi conseguenti all’interazione terreno-fondazione-sovrastruttura sotto l’azione dei carichi di esercizio (calcolo dei cedimenti assoluti e differenziali – SLD) 6 3 FONDAZIONI FASI DEL PROGETTO ₪ Studio delle modalità esecutive e preparazione delle specifiche tecniche (scavi, abbassamenti della falda, palificazioni, interventi a presidio delle strutture adiacenti, tecniche esecutive). ₪ Piano dei controlli in corso d’opera ed eventualmente monitoraggio in fase di esercizio (per verificare in fase di realizzazione la rispondenza tra configurazione reale e previsioni progettuali). ₪ Computo metrico e preventivo di spesa (utile anche per eventuali scelte tra possibili soluzioni). 7 RIFERIMENTI NORMATIVI IN CAMPO GEOTECNICO NORMATIVA EUROPEA UNI ENV 1997-1 (2006) Eurocodice 7: Progettazione geotecnica – Parte 1: Regole generali UNI ENV 1997-2 (2007) Eurocodice 7: Progettazione geotecnica – Parte 2: Indagini e prove nel sottosuolo UNI ENV 1998–1 (2005) Eurocodice 8 - Progettazione delle strutture per la resistenza sismica - Parte 1: Regole generali, azioni sismiche e regole per gli edifici UNI ENV 1998–5 (2005) Eurocodice 8 - Progettazione delle strutture per la resistenza sismica - Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnici NORMATIVA ITALIANA D.M. 14 GENNAIO 2008- NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI (NTC08) CIRC. MIN. INFRASTRUTTURE E TRASPORTI 2 FEBBRAIO 2009 N. 617. ISTRUZIONI PER L’APPLICAZIONE DELLE “NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI” DI CUI AL D.M. 14 GENNAIO 2008 8 4 RIFERIMENTI NORMATIVI – PROGETTAZIONE GEOTECNICA IN CAMPO STATICO D.M. 14 GENNAIO 2008- NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Cap. 6: Progettazione Geotecnica Par. 6.1: Disposizioni generali Par. 6.4: Opere di fondazione Par. 6.10: Consolidamento geotecnico di opere esistenti Bozza Circolare C.S. LL.PP. Istruzioni per l’applicazione NTC 08 C6: Progettazione Geotecnica C6.4: Opere di fondazione 9 RIFERIMENTI NORMATIVI – PROGETTAZIONE GEOTECNICA IN CAMPO SISMICO D.M. 14 GENNAIO 2008- NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Par. 3.2: Azione sismica Par. 3.2.2: Categorie di sottosuolo e condizioni topografiche Par. 3.2.3: Valutazione dell’azione sismica Cap. 7: Progettazione per azioni sismiche Par. 7.11: Opere e sistemi geotecnici Par. 7.11.3: Risposta sismica e stabilità del sito Par. 7.11.5: Fondazioni Bozza Circolare C.S. LL.PP. Istruzioni per l’applicazione NTC 08 C3: Azioni sulle costruzioni C3.2: Azione sismica C7: Progettazione per azioni sismiche 10 C7.11: Opere e sistemi geotecnici 5 LA CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DEL SITO IN CONDIZIONI STATICHE E SISMICHE Cosa deve contenere la RELAZIONE GEOTECNICA? Tutte le analisi inerenti il dimensionamento geotecnico delle opere di fondazione • Capacità portante di fondazioni superficiali e profonde • Calcolo dei cedimenti di fondazioni superficiali e profonde • Verifiche di stabilità e dimensionamento di opere di sostegno • Analisi di stabilità e calcolo dei cedimenti di rilevati in terra (per es. accesso ai ponti) • …… 11 OPERE DI FONDAZIONE: FONDAZIONI SUPERFICIALI 12 6 FONDAZIONI DIRETTE TIPOLOGIE TRAVI E PLINTI GRATICCI E PLATEE 13 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) NEL DM 14.01.2008 IL PROGETTO DELLE FONDAZIONI DEVE ESSERE CONDOTTO UTILIZZANDO APPROCCI DI CALCOLO AGLI STATI LIMITE STATO LIMITE ULTIMO (SLU): Condizione associata a fenomeni di collasso o ad altre forme simili di rottura Per es. rottura di una fondazione dovuta ad insufficiente capacità portante STATO LIMITE DI SERVIZIO (SLS): Condizione associata alla perdita di alcuni o tutti i requisiti di funzionalità della struttura Per es. cedimenti eccessivi per l’utilizzo di una data struttura 14 7 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) LA PROCEDURA DI PROGETTAZIONE AGLI STATI LIMITE COMPORTA : Definizione delle azioni (carichi agenti o spostamenti imposti) Definizione delle proprietà del terreno (VALORI CARATTERISTICI) e dei materiali della struttura Definizione di valori limite per gli spostamenti tollerabili, apertura delle fratture, vibrazioni sopportabili ... Definizione dei modelli di calcolo da adottare per gli stati limite ultimi e di servizio rilevanti per l’opera (che serviranno per la predizione degli effetti delle azioni agenti e delle resistenze e deformazioni indotte nel terreno dalle azioni) Dimostrazione che nelle situazioni di progetto da analizzare gli stati limite non saranno superati 15 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) Associati STATI LIMITE ULTIMI SECONDO DM 14.01.08 STR: rottura o deformazioni eccessive degli elementi strutturali GEO: rottura o eccessivi cedimenti del terreno EQU: perdita di equilibrio (corpo rigido, es: plinti isolati con momenti sollecitanti importanti, opere di sostegno a gravità) UPL: sollevamento (indotto dalle sovrappressioni dell’acqua) HYD: sifonamento ed erosione (gradienti idraulici) 16 8 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) STATI LIMITE ULTIMO PER RESISTENZA STR - GEO STR GEO 17 SLU: CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI 18 9 SLU: CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI CONDIZIONI DRENATE 19 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni drenate 20 10 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni drenate 21 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Formula di Brinch-Hansen (statica) – Condizioni drenate 22 11 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni drenate 23 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni drenate 24 12 SLU: CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI CONDIZIONI NON DRENATE 25 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni non drenate 26 13 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni non drenate 27 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI CONDIZIONI SISMICHE 28 14 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Paolucci & Pecker 1997) 29 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Paolucci & Pecker 1997) 30 15 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Paolucci & Pecker 1997) 31 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Paolucci & Pecker 1997) 32 16 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Paolucci & Pecker 1997) 33 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Eurocodice 8 Allegato F) EC8 34 17 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Eurocodice 8 Annesso F) 35 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Eurocodice 8 Annesso F) 36 18 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche (Eurocodice 8 Annesso F) 37 CAPACITÀ PORTANTE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 38 19 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche REGOLE GENERALI DI PROGETTO UNICITÀ DELLA TIPOLOGIA DI FONDAZIONE EVITARE L’ADOZIONE DI FONDAZIONI SUPERFICIALI PER ALCUNE PARTI DELLA STRUTTURA IN ELEVAZIONE E FONDAZIONI SU PALI PER ALTRE PARTI DELLA STESSA STRUTTURA DIVERSE TIPOLOGIE DI FONDAZIONE POSSONO ESSERE ADOTTATE IN UNITÀ STRUTTURALI DI UNA STESSA STRUTTURA MA FRA LORO DINAMICAMENTE INDIPENDENTI NO SI Giunto sismico 39 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 40 20 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 41 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 42 21 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 43 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 44 22 PROGETTAZIONE DI OPERE DI FONDAZIONE SOGGETTE A SOLLECITAZIONI SISMICHE (DM 14.01.2008) COLLEGAMENTI ORIZZONTALI TRA FONDAZIONI A PLINTO 45 PROGETTO DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI Condizioni sismiche 46 23 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE COSA CAMBIA ? F Piano campagna W q= D Ipotesi: Fondazione superficiale su terreno fine D’ D qagente ALLE TENSIONI AMMISSIBILI IL CARICO DI PROGETTO AGENTE ERA: VD = W+ F AGLI STATI LIMITE IL CARICO DI PROGETTO AGENTE DIVENTA VD = G x W+ Q x F (ipotizzando che F sia un carico variabile e che W sia un carico permanente) 47 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE COSA CAMBIA ? F Piano campagna q= D W D’ D qagente ALLE TENSIONI AMMISSIBILI LA RESISTENZA DEL TERRENO ERA: RD =A qlim = A [(2+)cu+D] (A = area di base della fondazione; si sono trascurati per semplicità di ragionamento i fattori correttivi nella formula di capacità portante) AGLI STATI LIMITE LA RESISTENZA DEL TERRENO DI PROGETTO DIVENTA RD = (A [(2+) (cu,k/M)+q]) R 48 24 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA TRADIZIONALE F Piano campagna q= D W D’ D qagente qlim = (RD /A) ≥ VD/A=qagente FS FS LA SICUREZZA È RACCOLTA NEL FATTORE DI SICUREZZA GLOBALE DELLE VERIFICHE IN FONDAZIONE (FS=3 per fondazioni superficiali) Non sono applicati coefficienti parziali sui carichi o sulle altre azioni Non sono applicati coefficienti parziali sui parametri di resistenza 49 del terreno da utilizzare nelle verifiche PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) VERIFICA DELLA CAPACITÀ PORTANTE VD RD CAPACITÀ PORTANTE DELLA FONDAZIONE CARICHI DI NEI CONFRONTI DEI PROGETTO APPLICATI CARICHI AGENTI NORMALMENTE ALLA NORMALMENTE ALLA FONDAZIONE BASE DELLA FONDAZIONE I fattori parziali aumentano l’entità delle azioni (per es. carichi della sovrastruttura)e diminuiscono i parametri di resistenza del terreno (per es. l’angolo di resistenza al taglio) ed il carico limite calcolato Il Fattore di sicurezza globale usato alle tensioni ammissibili (FS=3) si50 suddivide in diversi fattori parziali 25 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) IL DECRETO PREVEDE IL CALCOLO DI DIVERSE ESPRESSIONI DI VD E RD CHE SI DIFFERENZIANO IN FUNZIONE DI COME VENGONO APPLICATI I FATTORI PARZIALI DI SICUREZZA TRA AZIONI, PROPRIETÀ DEL TERRENO E MODELLI DI CALCOLO DELLA RESISTENZA USO DI DIFFERENTI APPROCCI ALLA PROGETTAZIONE GEOTECNICA (DESIGN APPROACH – DA) CARATTERIZZATI DA MODI DIVERSI DI COMBINARE ED UTILIZZARE I FATTORI PARZIALI 51 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) FATTORI PARZIALI SULLE AZIONI (F) CARICHI SIMBOLO Effetto Permanenti Favorevole Sfavorevole Permanenti Favorevole non Sfavorevole strutturali Favorevole Variabili Sfavorevole G1 G1 G2 G2 Qi Qi COMBINAZIONI A1 A2 1.0 1.0 1.3 1.0 0.0 0.0 1.5 1.3 0.0 0.0 1.5 1.3 52 26 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) FATTORI PARZIALI SUI PARAMETRI DEL TERRENO (M) PARAMETRO DEL TERRENO SIMBOLO COMBINAZIONI M M1 M2 Angolo di resistenza a taglio (applicato a tan) 1.0 1.25 Coesione efficace (c’) c’ 1.0 1.25 Resistenza a taglio non drenata (cu) cu 1.0 1.4 Peso per unità di volume () 1.0 1.0 53 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) FATTORI PARZIALI SUL MODELLO DI CALCOLO DELLA RESISTENZA PER LE FONDAZIONI SUPERFICIALI (R) SITUAZIONE DI CALCOLO (TIPO DI RESISTENZA) CAPACITÀ PORTANTE SCORRIMENTO SIMBOLO R,v R,h COMBINAZIONI R1 R2 1.0 1.8 2.3 1.0 1.1 1.1 R3 54 27 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) DA1 1a combinazione (DA1 C1) Approccio alla progettazione 1 A1 + M1 + R1 55 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) DA1 2a combinazione (DA1 C2) Approccio alla progettazione 1 A2 + M2 + R2 56 28 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) DA2 Approccio alla progettazione 2 A1 + M1 + R3 57 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE Associati COSA CAMBIA ? LE AZIONI APPLICATE ALLA FONDAZIONE (carichi permanenti e variabili) SONO MOLTIPLICATE PER UN FATTORE DI SICUREZZA PARZIALE DI SICUREZZA (G;Q) I PARAMETRI DI RESISTENZA DEL TERRENO (angolo di resistenza a taglio, resistenza a taglio non drenata) SONO DIVISI PER UN FATTORE PARZIALE DI SICUREZZA (M) IL VALORE DELLA CAPACITÀ PORTANTE È DIVISO PER UN FATTORE PARZIALE DI SICUREZZA (R) OSS: LA NORMA PREVEDE CHE PER FONDAZIONI IN TERRENI FINI IL CALCOLO DEBBA ESSERE CONDOTTO SIA IN CONDIZIONI NON DRENATE SIA DRENATE 58 29 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) 59 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) VERIFICA A SCORRIMENTO Hd Vd Rp,d Rd CONDIZIONI DRENATE CONDIZIONI NON DRENATE Rd = V’d tan d Rd = Ac cu,d Rd = (1/R,h ) V’d tan k Rd = (1/R,h ) Ac cu,k Rd = (1/R,h ) V’k tan k 60 30 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) VERIFICA A SCORRIMENTO Hd Rd+Rp,d SOMMA DELLA RESISTENZA CHE SI SVILUPPA ALLA BASE DELLA FONDAZIONE E DELLA RESISTENZA LATERALE OFFERTA DAL TERRENO CARICHI DI PROGETTO APPLICATI PARALLELAMENTE ALLA FONDAZIONE 61 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) VERIFICA EQUILIBRIO DI CORPO RIGIDO (SLU) IMPORTANTE PER FONDAZIONI ISOLATE SOGGETTE A SIGNIFICATIVE AZIONI ORIZZONTALI E MOMENTI FLETTENTI IN PRESENZA DI BASSI SFORZI NORMALI (per es. plinti di torri eoliche, di cartelloni stradali o pubblicitari, di pali di illuminazione, MA ANCHE PLINTI CAPANNONI PREFABBRICATI SOGGETTI A SISMA) h N Piano campagna W O 62 B 31 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) VERIFICA EQUILIBRIO DI CORPO RIGIDO (SLU) FATTORI PARZIALI SULLE AZIONI (F) CARICHI SIMBOLO Effetto Permanenti Favorevole Sfavorevole Permanenti Favorevole non Sfavorevole strutturali Favorevole Variabili Sfavorevole G1 G1 G2 G2 Qi Qi EQU 0.9 1.1 0.0 1.5 0.0 1.5 63 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) VERIFICA EQUILIBRIO DI CORPO RIGIDO (SLU) B B Ed Mrib Q ,sfav (H h) R d Mstab G1,fav (N ) G1,fav (W ) 2 2 Azione: Momento Ribaltante Resistenza: Momento Stabilizzante 64 32 STATO LIMITE DI ESERCIZIO (SLE) PER LE VERIFICHE DELLO STATO LIMITE DI ESERCIZIO IN GENERE I VALORI DI PROGETTO DELLE AZIONI E DELLE PROPRIETÀ DEL TERRENO SONO I CORRISPONDENTI VALORI CARATTERISTICI (cioè non si applicano i fattori parziali di sicurezza) Ed E Frep , Xk , ad Cd 65 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE VERIFICA STATO LIMITE DI SERVIZIO (CEDIMENTI) I VALORI DI SOGLIA DEVONO ESSERE SPECIFICATI IN FUNZIONE DELLA STRUTTURA IN ELEVAZIONE SUPPORTATA E VANNO STABILITI IN ACCORDO AL PROGETTISTA STRUTTURALE ED Cd Effetto dell’Azione (o sollecitazione) di progetto es. cedimento indotto Valori di soglia o limite I FATTORI PARZIALI SONO ASSUNTI UNITARI CEDIMENTI PERMANENTI COMPATIBILI CON LA SICUREZZA DELLA FONDAZIONE 66 E DELL’ELEVAZIONE E CON I REQUISITI DI FUNZIONAMENTO DELLA STRUTTURA 33 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 67 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 68 34 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 69 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 70 35 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Distorsioni angolari limite secondo Bjerrum(1963) 71 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 72 36 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 73 Valori ammissibili di alcuni parametri di deformazione secondo Sowers(1962) PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 74 37 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 75 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 76 38 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 77 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 78 39 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE 79 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Aliquote del cedimento di una fondazione superficiale su terreni fini s = cedimento totale (finale, a t → ∞) s0 = cedimento immediato (a t = 0) sc = cedimento di consolidazione (si sviluppa nel tempo - t>0 - per effetto della graduale disspazione delle sovrappressioni interstiziali e della conseguente variazione di tensioni efficaci) ss = cedimento secondario (da ‘creep’, contemporaneo a sc) 80 40 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi Cedimento medio (elastico/immediato) fondazione rigida (Janbu 1956; Christian & Carrier 1978) D I1 f B s0 qB Iw Eu Iw I1 I2 H L I2 f , , forma B B 81 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi Cedimento di consolidazione Metodo di Terzaghi 82 41 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi 83 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi Cedimento di consolidazione 84 Metodo di Terzaghi 42 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi Cedimento di consolidazione Correzione Skempton-Bjerrum (1957) 85 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi 86 43 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni fini saturi – Cedimento secondario o viscoso c si ricava da prove edometriche NB: ss è particolarmente significativo per • terreni a grana fine organici • terreni granulari con particelle fragili (per es. piroclastici, micacei) 87 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni granulari – Metodo di Schmertmann 1970-78 88 44 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni granulari –Metodo di Burland&Burbidge 1984 89 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni granulari – Metodi elastici 90 45 PROCEDURA DI PROGETTAZIONE GEOTECNICA AGLI STATI LIMITE (DM 14.01.2008) - SLE Cedimenti di fondazioni su terreni granulari – Metodi elastici 91 OPERE DI FONDAZIONE: FONDAZIONI PROFONDE 92 46 CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA INSTALLAZIONE SENZA ASPORTAZIONE DI TERRENO (infissi, battuti, a spostamento) Con tubo forma prefabbricato e gettati in opera Prefabbricati sezione cava acciaio Il tubo-forma viene infisso nel terreno per formare il foro per il palo sezione piena cls cls acciaio legno C.A. Assemblati mediante giunti in acciaio e resina epossidica cls acciaio Tubo forma a Tubo forma Tubo forma perdere, chiuso in chiuso in aperto in punta e riempito di punta C.A.P. punta cls Tubo lasciato in Tubo recuperato e viene gettato il posizione e Assemblati cls riempito di cls mediante giunti eventualmente brevettati dal Tubo a sezione allargando la costruttore costante o 93 base rastremato CLASSIFICAZIONE TIPOLOGICA INSTALLAZIONE CON ASPORTAZIONE DI TERRENO (a sostituzione, trivellati) Con perforazione a percussione o rotazione Con o senza tubazione di rivestimento Con o senza fango bentonitico Con trivella ad elica continua (CFA) e malta o cls iniettato Con o senza tubazione di rivestimento Medio e grande diametro Con vibroinfissione di un tubo forma aperto, svuotato all’interno e recuperato Medio e grande diametro Con o senza allargamento alla base Piccolo, medio e grande diametro 94 47 EQUILIBRIO DI UN PALO SINGOLO 95 96 Da Jamiolkowski, 2005 48 97 Da Jamiolkowski, 2005 CAPACITÀ PORTANTE DI UN PALO SINGOLO SOGGETTO A CARICO ASSIALE Qu Qus Qub z L Qus D us dz ; Qub 0 Qu = Carico ultimo (limite) Qus = Carico limite laterale Qub = Carico limite di base us = Carico limite unitario laterale D 2 qub 4 qub = Carico limite unitario di base D = Diametro del palo L = lunghezza del palo 98 49 Determinazione delle resistenze unitarie di calcolo per pali di fondazione 99 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni fini mediante correlazioni da risultati di prove in sito (A) S,U PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI FINI Cat 1 Equazioni [kN/m2] Note s,u = f (qc) s,u = αSPT + βSPT NSPT Riferimenti Vedi Figura 2 αSPT = 0 kPa 1 DA PROVE IN SITO βSPT = 5.0 kPa Bustamante e Gianeselli (1982) Shioi e Fukui (1982) trivellazione con fango bentonitico: αSPT = 10 kPa limite: βSPT = 3.3 kPa s,u,max = 170 kPa Decourt (1982) per 3 < NSPT < 50 100 50 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni fini mediante correlazioni da risultati di prove in sito 101 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni fini mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio (B) Cat PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI FINI s,u = cu. Metodo : 1 1 [FL-2] =0.30.6 1 cu25kPa 25cu70kPa cu70kPa cu 25 kPa 25 cu 50 kPa 50 cu 75 kPa cu 75 kPa con medio=0.45 =0.7 =1-0.008(cu-25) =0.35 =0.9 =0.8 =0.6 =0.4 1 1 Per cu < 150 kPa Riferimenti s,u,max =96 kPa Skempton (1959) pa 1 cu pa 1 cu 0.33 0.15 pa 1 cu pa 1 cu α = 0.55 cu 1.5 101 150 kPa < cu < 250 kPa 0.55 0.1 Note s,u,max =100 kPa 0.29 0.19 0.31 0.17 S,U DA PARAMETRI GEOTECNICI Viggiani (1993) 0.21 0.26 1 - AGI (1984) Stas e Kulhawy (1984) Compressione trazione tutti Chen e Kulhawy (1994) O’Neill e Reese (1999) 102 51 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni fini mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio s,u (kPa) 140 120 100 80 Skempton 1959 60 Viggiani 1993 AGI 1984 40 Stas e Kulhawy 1984 Chen e Kulhawy 1994 C 20 O'Neill e Reese 1999 cu (kPa) 0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 103 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni granulari mediante correlazioni da risultati di prove in sito (C) PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI GRANULARI Cat Equazioni 1 [kN/m2] s,u = f (qc) - S,U DA PROVE IN SITO Note Riferimenti Fig. 4 Bustamante e Gianeselli (1982) Sabbie e sabbie limose fig. 5 s,u,max = 100 kPa Sabbie ghiaiose e ghiaie fig. 5 s,u,max = 136 kPa rielaborazione del database di Bustamante e Gianeselli (1982) da Alsamman (1995) Perforazione - con tubo forma: αSPT = 0 kPa0 βSPT = 1.8 kPa s,u,max = 90 kPa 1 s,u =αSPT+βSPT NSPT - con fango: Gwizdala (1984) αSPT = 0 kPa βSPT = 3.0 kPa s,u,max = 150 kPa αSPT= 0 kPa βSPT = 1 kPa αSPT= 0 kPa βSPT = 3.3 kPa Findlay (1984) Shioi e Fukui (1982) Wright e Reese (1979) 104 52 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni granulari mediante correlazioni da risultati di prove in sito 105 Resistenza laterale unitaria limite per pali a sostituzione in terreni granulari mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio (D) PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI GRANULARI Cat -2 Equazioni [FL ] S,U DA PARAMETRI GEOTECNICI Note Riferimenti ’cv ’p Chen e K = 0.83K0 perforazione a secco K = 0.67 0 Kulhawy (1994) perforazione con camicia K = 0.92K0 perforazione con fanghi ' 2 AGI (1984) s,u = K σ’v0 tanδ K = 0.4 ÷ 0.7 decrescente con la profondità ' K = 0.5 sabbia sciolta K = 0.4 sabbia densa Viggiani (1993) ’cv ’p Fleming et al. (1992) K = 0.7 sabbie (0.2 1.2): NSPT > 15 colpi/0.3m 2 s,u = β σ’v0 NSPT < 15 colpi/0.3m β = 1.5 – 0.245(z)0.5 N SPT 1.5 0.245 (z)0.5 15 NSPT > 15 colpi/0.3m O’Neill e Reese (1999) sabbie e ghiaie (0.25 1.8): β = 2.0 – 0.15(z)0.5 s,u,max = 200 kPa 106 53 Portata limite unitaria di base per pali a sostituzione in terreni fini mediante correlazioni con i risultati di prove in sito (E) PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI FINI Equazioni [MN/m2] Cat Note qb,u = CPT qc 1 qb,u = SPT NSPT Riferimenti CPT =0.4 Argille tenere qc < 1 MPa Argille mediamente consistenti 1 < qc < 5 MPa CPT =0.35 Argille consistenti/sovraconsolid. 1 qb,u DA PROVE IN SITO - qc > 5 MPa Gianeselli CPT =0.45 SPT = 0.15 MPa Argille Bustamante e (1982) Shioi e Fukui (1982) 107 Portata limite unitaria di base per pali a sostituzione e a spostamento in terreni fini mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio (F) PALI A SOSTITUZIONE E A SPOSTAMENTO IN TERRENI FINI - qb,u DA PARAMETRI GEOTECNICI Cat Equazione [FL-2] Note 2 qb,u = Nc cu + σv,L Nc = 9 per L/D> 3 Riferimenti Skempton (1951) AGI (1984) per argille OC fessurate 2 qb,u = (9cu + σv,L)Rc 2 qb,u = NC cu D 0.5 con D[m] 2D D 1 pali a sostituzione R C con D[m] 2 D 1 pali a spostamento R C NC = 9 API 2002 NC = 9 per penetrazione di 3D NC = 6 per palo appena appoggiato 2 qb,u = N*C cu + σv,L N*C = NC ζcs ζcd ζcr da fig. 7 ζcs = 1.2 qb,u = N*C cu (1992) Kulhawy (1984) fattore dio rigidezza N*C = 1.33(ln Ir + 1) 2 Fleming et al. fattore di forma ζcd = f (L/D) fattore di profondità ζcr = f (Ir) Meyerhof (1983) N*C = 9 se cu > 96 kPa pali a sostituzione O’Neill e Reese (1999) 108 54 (G) PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI GRANULARI Cat Equazione [MPa] - qb,crit DA PROVE IN SITO Note Riferimenti Bustamante e Gianeselli 1 qb,crit = CPT qc Cedimento relativo: s/D = 5% (1983) CPT = 0.10 (molto densa) Van Impe et al. (1988); De CPT = 0.14 (mediamente densa) s/D=10% Beer (1988); Jamiolkowski e Lancellotta (1988); Franke CPT = 0.15 (molto densa) (1991); Frank (1994); CPT = 0.21 (mediamente densa) Portata critica unitaria di base per pali a sostituzione in terreni granulari, mediante correlazioni con risultati di prove in sito Fioravante et al. (1995); Lee e Salgado (1999) s/D = 10% vedi fig. 8 1 qb,crit = f (qc) valida per pali attestati per almeno 3D in strati di spessore 6D Alsamman (1995) qb,crit,max = 3 MPa s/D = 5% 1 qb,crit = SPT ωSPT NSPT SPT = 0.065 MPa SPT 1.25 1 D Reese e O’Neill (1988) qb,crit,max = 4.9 MPa s/D=10% sabbia: SPT = 0.08 MPa Matsui (1993) ghiaia: SPT = 0.16 MPa 1 qb,crit = SPT NSPT s/D=10% sabbia: SPT = 0.119 MPa qb,crit,max = 5.7MPa ghiaia: SPT = 0.15 MPa Gwizdala (1984) qb,crit,max = 7.4MPa sabbie limose: SPT = 0.085 MPa qb,crit,max = 4.2 MPa 109 Portata critica unitaria di base per pali a sostituzione in terreni granulari, mediante correlazioni con risultati di prove in sito 110 55 (H) PALI A SOSTITUZIONE IN TERRENI GRANULARI Cat Equazione [FL-2] 2 q b,crit BK ' D qb,crit DA PARAMETRI GEOTECNICI Note Riferimenti L B K f 'p , D Fig. 9 Berezantzev (1970) s/D=0.120.20 2 q b,crit E s 1.96 S 2 1 D ES 0.1 E0 s/D=0.05 ES 0.08 E0 s/D=0.10 Ghionna et al. (1994) Portata critica unitaria di base per pali a sostituzione in terreni granulari, mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio 111 Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni fini mediante correlazioni da risultati di prove in sito (I) PALI A SPOSTAMENTO IN TERRENI FINI Cat - S,U DA CORRELAZIONI CON PROVE IN SITO Equazione [kPa] Note Riferimenti Bustamante e 1 s,u = f (qc) Vedi Figura 10 Gianeselli pali completamente a spostamento (battuti prefabbricati) Shioi e Fukui αSPT = 0 kPa - βSPT = 1.0 kPa (1982) (1982) pali completamente a spostamento (battuti prefabbricati) αSPT = 10 kPa 1 s,u =αSPT+βSPT NSPT s,u,max = 170 kPa βSPT = 3.3 kPa 3 < NSPT < 50 colpi/0.3m Decourt (1982) pali a spostamento gettato in opera αSPT = 0 kPa - βSPT = 5 kPa s,u,max = 150 kPa αSPT = 0 kPa - βSPT = 10 kPa Yamashita et al. (1987) Shioi e Fukui (1982) 112 56 Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni fini mediante correlazioni da risultati di prove in sito 113 Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni fini mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio (L) Cat PALI A SPOSTAMENTO IN TERRENI FINI Metodo : s,u = cu. cu25kPa 1 1 1 [FL ] =1-0.011(cu-25) cu70kPa =0.5 cu25kPa =1.0 25cu50kPa =0.85 50cu75kPa =0.65 cu75kPa =0.50 cu25kPa =1.0 25cu50kPa =0.80 50cu75kPa =0.65 cu75kPa =0.50 cu 1 'v0 s,u = F cu Riferimenti fig. 12 Tomlinson (1977) s,u,max = 120 kPa s,u,max = 100 kPa = f (cu,’v0) F = f (L/D) AGI (1984) Pali in cls AGI (1984) Pali in acciaio c 0.5 u 'v0 c 0.5 u 'v0 Viggiani (1993) 0.5 Olson e Dennis 1 (1982) Randolph e 0.25 Murphy (1985) 1 40 0.55 c u 0.3 'v0 0.3 L/D 1 Note =1.0 25cu70kPa cu 1 'v0 1 S,U DA PARAMETRI GEOTECNICI = f (cu) 1 1 - -2 API 2002 0.2 Kolk e Ven der Velde (1996) fig. 13 Semple e Rigden 114 (1984) 57 Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni fini mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio 250 AGI 1984 accia io s,u (kPa) (-) 1.2 AGI 1984 cls 1 Randolph e Murphy 1985 200 Viggiani 1993 AGI 1984 acciaio AGI 1984 cls Randolph e Murphy 1985 'v0=400kPa Viggiani 1993 0.8 'v0=200kPa 150 'v0=100kPa 0.6 'v0=400kPa 'v0=50kPa 100 'v0=20kPa 'v0=200kPa 0.4 'v0=10kPa 'v0=100kPa 'v0=50kPa 'v0=20kPa 'v0=10kPa 0.2 50 cu (kPa) cu (kPa) 0 0 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 0 50 100 150 200 250 300 350 400 450 115 Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni fini mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio Cat Metodo β s,u = K σ’v0 tanδ = β σ’v0 [FL-2] Note Riferimenti Burland (1973) 2 1 sen ' OCR 0.5 tan ' 2 1 sen ' tan ' 0.25 2 1.5 K 0 tan 'TD Meyerhof (1976) Flaate e Selnes (1977) argille NC AGI (1984) Francescon (1983) 116 58 (M) PALI A SPOSTAMENTO IN TERRENI GRANULARI - Cat Equazione [kPa] Note 1 s,u = f (qc) Fig. 14 qc < 10 MPa S,U DA PROVE IN SITO Riferimenti Bustamante e Gianeselli (1983) CPT = qc 20 MPa 1 1 150 CPT = 1 200 CPT 0.11 e tan ' s,u = CPT qc Pali battuti Sabbia molto sciolta qc < 2 MPa Sabbia sciolta 2 qc < 5 MPa Sabbia media 5 qc < 15 MPa Sabbia densa 15 qc < 25 MPa Sabbia molto densa qc > 25 MPa pali battuti prefabbricati Vesic (1977) CPT =0.020 CPT =0.015 CPT =0.012 CPT =0.009 CPT =0.007 αSPT = 0 kPa βSPT = 2.0 kPa pali battuti prefabbricati per 3 < NSPT < 50 1 s,u =αSPT+βSPT NSPT Meyerhof (1976) Shioi e Fukui (1982) Decourt (1982) s,u,max = 170 kPa αSPT = 0 kPa βSPT = 5.0 kPa pali battuti e gettati in opera Viggiani (1993) AGI (1984) αSPT = 10 kPa βSPT = 3.3 kPa pali battuti e gettati in opera De Beer (1985) Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni granulari mediante correlazioni da risultati di prove in sito Shioi e Fukui (1982) αSPT = 30 kPa βSPT = 2.0 kPa Yamashita et al. (1987) s,u,max = 200 kPa pali battuti αSPT = 0 kPa βSPT = 2.0 kPa s,u,max = 150200 kPa AGI (1984) 117 Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni granulari mediante correlazioni da risultati di prove in sito 118 59 (N) Cat S,U DA PARAMETRI GEOTECNICI PALI A SPOSTAMENTO IN TERRENI GRANULARI Equazione [FL-2] Note K=1, = f (terreno, DR) Riferimenti API (2002) Tab. 3 profilati acciaio: tubo chiuso acciaio = 20° = 20° cls prefabbricato: K = 0.7 ÷ 1 K= 1 ÷ 2 3 ' 4 K= 1 ÷ 2 3 ' 4 K= 1 ÷ 2 cls gettato in opera = K= 1 ÷ 3 oss: limiti inferiori sabbia sciolta, superiori sabbia densa; pali battuti pali battuti acciaio = 20° K = 0.5 ÷ 1 pali battuti cls pref. 2 s,u = K σ’v0 tanδ pali battuti cls gettato in opera = K= 1 ÷ 3 = ’cv pali infissi gettati in opera K= 1 pali infissi con tubo forma lasciato in opera K= 1.2 oppure K = 0.02 Nq Nq=f (’p) Berezantzev (1970) Tab. 4 Tab. 4 K = f (grado di spostamento, DR) = f (DR, ’c) Fig. 15 Fig. 15 2 s,u = β σ’v0 AGI (1984) Fleming et al. (1992) Stas e Kulhawy (1983) Kulhawy et al. (1983) K/K0 = f (grado di spostamento) /’ = f (materiale del palo) ’ =28° ’ =35° ’ =37° Viggiani (1993) Resistenza laterale unitaria limite per pali a spostamento in terreni granulari mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio =0.44 =0.75 =1.20 Kraft (1990) Meyerhof (1976) L z D z min max min e con: 0.03 0.07 max q 0.01 c tan 'cv 'v0 min 0.3 tan 'cv Randolph et al. (1994) Randolph (2003) 119 Portata limite unitaria di base per pali a spostamento in terreni fini mediante correlazioni con i risultati di prove in sito 120 60 (P) Cat PALI A SPOSTAMENTO IN TERRENI GRANULARI qb,u = CPT qc da CPT: qb,u = SPT NSPT da SPT - qb,u DA PROVE IN SITO [MPa] Portata limite unitaria di base per pali a spostamento in terreni granulari mediante correlazioni con i risultati di prove in sito Riferimenti [MPa] CPT = 1 (con ammorsamento>10D) 1 Pali infissi 1 Pali infissi CPT = 0.30.4 1 Pali infissi CPT = 0.4 1 Pali infissi CPT = 0.91 1 Valida in terreni omogenei per pali infissi SPT = 0.4 MPa Meyerhof (1976) sabbie SPT = 0.45 MPa Martin et al. (1987) limi e limi sabbiosi SPT = 0.35 MPa Meyerhof (1976) Bustamante e Gianeselli (1983) Randolph (2003) White (2003) White e Bolton (2005) Pali battuti 1 Pali battuti 1 1 sabbie SPT =0.40 MPa limi sabbiosi di riporto SPT =0.25 MPa limi argillosi di riporto SPT =0.20 MPa Shioi e Fukui (1982) SPT =0.15 MPa Pali infissi e gettati in opera Yamashita et al. qb,u,max =7.5 MPa (1987) SPT =0.30 MPa L/D5: 1 Decourt (1982) L/D5: pali a punta chiusa SPT = 0.1+0.04L/D MPa pali a punta aperta SPT = 0.06L/D MPa Shioi e Fukui (1982) Pali battuti SPT =0.20 MPa Limi e limi sabbiosi 1 Sabbie e sabbie limose SPT =0.35 MPa Sabbie ghiaiose SPT =0.50 MPa Ghiaie sabbiose e ghiaie SPT =0.60 MPa AGI (1984) 121 Portata limite unitaria di base per pali a spostamento in terreni granulari mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio (Q) PALI A SPOSTAMENTO IN TERRENI GRANULARI Cat Equazione [FL-2] 2 qb,u = Nq σ’vL 2 qb,u = Nq σ’vL 2 qb,u = N* D + N*q σ’vL - qb,u DA PARAMETRI GEOTECNICI Note Nq= f (, ’p, DR, litologia) Riferimenti Tab.5 valori limite su qb,u Nq= f (’p, meccanismo di rottura) N* = 0.3 ζr N Vedi Fig. 17(a) N*q = ζqr ζqs ζqd Nq Vedi Fig. 17(b) Ir Eu indice di rigidezza 3 cu Metodo iterativo Fig 19 2 qb,u = f (’cv, DR, σ’v) Fig16 oppure Abachi Fig 20 API (2002) Lancellotta (1987) Kulhawy (1984) Fleming et al. (1992) 122 61 Portata limite unitaria di base per pali a spostamento in terreni granulari mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio 123 Portata limite unitaria di base per pali a spostamento in terreni granulari mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio 124 62 Portata limite unitaria di base per pali a spostamento in terreni granulari mediante parametri geotecnici determinati da prove in sito o di laboratorio 125 OPERE DI FONDAZIONE PROFONDE : CEDIMENTI 126 63 CEDIMENTO PALO SINGOLO 127 OPERE DI FONDAZIONE PROFONDE: CEDIMENTI Palo soggetto a forze verticali - stima attraverso relazioni empiriche - metodo analitico approssimato - metodo delle curve di trasferimento - metodo BEM lineare - metodo BEM non lineare • Gruppo di pali - metodo empirico - metodo delle equivalenze - winkler - metodo dei coefficienti di interazione 128 64 OPERE DI FONDAZIONE PROFONDE: CEDIMENTI Non linearità della relazione carichi – cedimenti: • Concentrazione sforzi • scorrimenti all’interfaccia 129 CEDIMENTO DEL PALO SINGOLO: METODI ANALITICI APPROSSIMATI Fleming et al. PALO RIGIDO Palo rigido se Ep L 0.25 d GL 130 65 CEDIMENTO DEL PALO SINGOLO: METODI ANALITICI APPROSSIMATI Fleming et al. PALO DEFORMABILE 131 CEDIMENTO DEL PALO SINGOLO:METODI NUMERICI Metodo agli elementi di contorno 132 Adatto all’introduzione di un legame elasto – plastico dell’interfaccia palo - terreno 66 CEDIMENTO PALI IN GRUPPO • metodi empirici • metodi delle equivalenze (palo equiv., piastra eq.) • winkler • metodi dei coefficienti di interazione 133 CEDIMENTO PALI IN GRUPPO 134 67 CEDIMENTO PALI IN GRUPPO 135 CEDIMENTO PALI IN GRUPPO Metodo empirico (Mandolini et Al., 1997) wgruppo = wsingolo·n·Rg R = (n·s/L)0.5 136 68 CEDIMENTO PALI IN GRUPPO Metodo empirico (Mandolini et Al., 1997) Cedimento differenziale w R ds w gruppo R ds ,max 0.36 R 0.32 137 CEDIMENTO PALI IN GRUPPO 138 69 OPERE DI FONDAZIONE: FONDAZIONI PROFONDE SOGGETTE A CARICHI TRASVERSALI 139 PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: CARICO LIMITE RESISTENZA LIMITE DEL TERRENO Distribuzione Distribuzione definita da analisi semplificata secondo teoriche e sperimentali Broms (1964) 140 70 PALI CON ROTAZIONE IN TESTA IMPEDITA (in terreni fini e granulari) MECCANISMI DI ROTTURA PALO CORTO PALO INTERMEDIO PALO LUNGO IPOTESI Carico applicato alla quota del p.c. (e=0) Vincolo tale da impedire completamente la rotazione in testa (la struttura di fondazione deve essere in grado di esplicare141 il momento necessario) PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: CARICO LIMITE PALI LIBERI DI RUOTARE IN TESTA IN TERRENI FINI: PALO “CORTO” Rottura provocata da una rotazione rigida del palo Il valore della forza orizzontale limite H dipende solo dalla geometria del problema (d, L, e) e dalla resistenza del terreno (cu) Il massimo momento flettente agente sul palo è inferiore al suo momento di plasticizzazione My la resistenza strutturale della sezione del palo non influenza il cinematismo di rottura 142 71 PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: CARICO LIMITE PALI LIBERI DI RUOTARE IN TESTA IN TERRENI FINI: PALO “LUNGO” Il momento flettente massimo uguaglia o supera il momento di plasticizzazione della sezione My Il cinematismo di rottura avviene con la formazione di una cerniera plastica ad una certa profondità Il valore della forza orizzontale limite H dipende dalla geometria del problema (d, L, e), dalla resistenza del terreno (cu) e dal momento di plasticizzazione della sezione My 143 PALI IN TERRENI FINI: PALO “CORTO” RESISTENZA ORIZZONTALE LIMITE DI CALCOLO 144 72 PALI IN TERRENI FINI: PALO “LUNGO” RESISTENZA ORIZZONTALE LIMITE DI CALCOLO 145 PALI IN TERRENI GRANULARI: PALO “CORTO” RESISTENZA ORIZZONTALE LIMITE DI CALCOLO 146 73 PALI IN TERRENI GRANULARI: PALO “LUNGO” RESISTENZA ORIZZONTALE LIMITE DI CALCOLO 147 PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: SPOSTAMENTI INDOTTI Terreno schematizzato come mezzo alla Winkler (letto di molle orizzontali) P pd P: Reazione del terreno per unità di lunghezza del palo d: diametro del palo p kh y kh: coefficiente di reazione del terreno y: spostamento orizzontale K kh d K: modulo di reazione del terreno 148 74 PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: SPOSTAMENTI INDOTTI In genere, nell’ipotesi di terreno uniforme si assume: kh costante con la profondità per terreni argillosi sovraconsolidati kh linearmente variabile con la profondità per terreni argillosi normalconsolidati e terreni sabbiosi Per terreni fini kh è funzione della resistenza a taglio non drenata Per terreni granulari kh è funzione della densità relativa kh andrebbe calibrato caso per caso attraverso prove di carico su pali soggetti ad azioni orizzontali La soluzione del problema viene trattata con gli strumenti teorici 149 della trave su suolo elastico PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: SPOSTAMENTI INDOTTI Terzaghi (1955) Terreni fini Jamiolkowski&Lancellotta (1977) (Argille di Porto Tolle) CIRIA (1984) kh (500 700) cu d cu Carichi di breve durata d (200 400) cu Carichi di lunga durata kh 3 d kh (200 400) 150 75 PALI SOGGETTI AD AZIONI ORIZZONTALI: SPOSTAMENTI INDOTTI Terreni granulari Garassino et Al. (1975) 151 OPERE DI FONDAZIONE PROFONDE : CAPACITA’ PORTANTE DEI MICROPALI 152 76 SOTTOFONDAZIONI MEDIANTE RETICOLI DI MICROPALI (Juran et al., 1999) 153 CLASSIFICAZIONE DEI MICROPALI IN BASE ALLA MODALITA’ DI INIEZIONE Bruce et Al., 1997 154 77 CLASSIFICAZIONE DEI MICROPALI 155 CLASSIFICAZIONE DEI MICROPALI 156 78 PALI TRIVELLATI DI PICCOLO DIAMETRO (Micropali) PALO RADICE (TIPO B) Perforazione con tubo Posizionamento armatura (tubo, Riempimento unica barra o con malta gabbia) D=80÷250mm Compressione del getto 157 CLASSIFICAZIONE DEI MICROPALI IN BASE ALLA MODALITA’ DI INIEZIONE Bruce et Al., 1997 158 79 CLASSIFICAZIONE DEI MICROPALI Pressione ≥1 MPa Pressione 2-8 MPa 159 PALI TRIVELLATI DI PICCOLO DIAMETRO (Micropali) PALO TUBFIX (TIPO D) Perforazione con sonda a rotazione Inserimento tubo finestrato con valvole di non ritorno Formazione di una guaina in malta cementizia Iniezione di cls a forte pressione (20-40 atm) D=85÷200mm 160 80 MICROPALI FHWA, 2000 Bustamante & Doix 1985 – CCTG 1993 161 MICROPALI FHWA, 2000 Bustamante & Doix 1985 – CCTG 1993 162 81 MICROPALI FHWA, 2000 Bustamante & Doix 1985 – CCTG 1993 163 MICROPALI FHWA, 2000 Bustamante & Doix 1985 – CCTG 1993 164 82 MICROPALI FHWA, 2000 165 MICROPALI FHWA, 2000 166 83 FHWA, 2000 MICROPALI 167 MICROPALI FONDAMENTALE IMPORTANZA DELLE PROVE DI CARICO COME BASE E VERIFICA DEL DIMENSIONAMENTO STANTE LA SIGNIFICATIVA DIPENDENZA DALLE MODALITA’ ESECUTIVE E DALL’INTERAZIONE CON LE CONDIZIONI DI SITO LA PORTATA DI BASE E’ IN GENERE PARI AL 10-15% DI QUELLA LATERALE IN GENERE VIENE TRASCURATA NEL DIMENSIONAMENTO SE MESSA IN CONTO SI POSSONO IMPIEGARE LE FORMULE PER PALI A SOSTITUZIONE 168 84 MICROPALI Carico critico per instabilità dell’equilibrio elastico - Mascardi 1981 Pk 2 Earm Jarm kh D D: Diametro del micropalo kh: coefficiente di Winkler orizzontale 169 MICROPALI Cedimento verticale (Poulos&Davis 1981) – metodo elastico Pmax E Lu Lu D 0.5 Log D: Diametro del micropalo Lu: lunghezza utile del micropalo (tratto iniettato nel terreno di ammorsamento) E: Modulo di Young del terreno di ammorsamento del micropalo 170 85 OPERE DI FONDAZIONE PROFONDE : VERIFICHE AGLI STATI LIMITE (NTC08) 171 RESISTENZA ULTIMA A COMPRESSIONE DI PROGETTO RESISTENZA ULTIMA A COMPRESSIONE DI PROGETTO Rc,d DA PROVE DI CARICO STATICHE DALLE PROPRIETÀ MECCANICHE DEL TERRENO DERIVANTI DALLA CARATTERIZZAZIONE GEOTECNICA DA PROVE DI CARICO DINAMICHE 172 86 REQUISITI PROGETTUALI FONDAMENTALE IMPORTANZA DELLE PROVE DI CARICO COME BASE DEI METODI DI PROGETTO DELLE FONDAZIONI PROFONDE UTILIZZO DI FATTORI DI CORRELAZIONE PER RICAVARE I VALORI CARATTERISTICI DELLA RESISTENZA A COMPRESSIONE O A TRAZIONE DEI PALI DIRETTAMENTE DAI RISULTATI DELLE PROVE DI CARICO STATICHE O DALLE PROVE IN SITO IL VALORE DEI FATTORI DI CORRELAZIONE DIPENDE DAL NUMERO DI PROVE DI CARICO 173 ESEGUITE O DAL NUMERO DI VERTICALI INDAGATE STATO LIMITE ULTIMO 174 da Mandolini (2011) 87 STATO LIMITE ULTIMO 175 da Mandolini (2011) RESISTENZA ULTIMA A COMPRESSIONE DA RISULTATI DI INDAGINI GEOTECNICHE PROCEDURE DI PROGETTO CON DA1 E DA2: “PROCEDURA DEL PALO MODELLO” A Si determina la resistenza a compressione di calcolo attraverso uno dei metodi presenti in letteratura geotecnica a partire dai risultati delle indagini geotecniche di ciascun profilo considerato RESISTENZA DI BASE CALCOLATA R c ,cal R b,cal R s,cal RESISTENZA LATERALE CALCOLATA Il risultato Rc,cal sarebbe la resistenza prevista se il palo fosse installato esattamente sulla verticale indagata ( palo modello) 176 88 STATO LIMITE ULTIMO 177 da Mandolini (2011) STATO LIMITE ULTIMO 178 da Mandolini (2011) 89 STATI LIMITE PER LE FONDAZIONI PROFONDE PERDITA DI STABILITÀ GLOBALE SUPERAMENTO DELLA CAPACITÀ PORTANTE DEI PALI SFILAMENTO O INSUFFICIENTE RESISTENZA A TRAZIONE ROTTURA DEL TERRENO PER CARICHI ORIZZONTALI ULS ROTTURA STRUTTURALE DEL PALO ROTTURA COMBINATA DEI PALI E DEL TERRENO ROTTURA COMBINATA DELLA SOVRASTRUTTURA E DEL TERRENO CEDIMENTI ECCESSIVI ULS o SLS SOLLEVAMENTO ECCESSIVO SPOSTAMENTO LATERALE ECCESSIVO VIBRAZIONI INTOLLERABILI SLS 179 AZIONI E SITUAZIONI DI PROGETTO AZIONI DA CONSIDERARE IN FASE DI PROGETTO CARICHI PERMANENTI E VARIABILI DERIVANTI DALLA SOVRASTRUTTURA MOVIMENTI DEL TERRENO Cedimenti del terreno ATTRITO NEGATIVO Sollevamenti del terreno Movimenti orizzontali del terreno 180 90 STATO LIMITE ULTIMO (GEO E STR) CARICHI DI PROGETTO R = Resistenza SLU (da prove di carico o dalle proprietà del terreno) R Rk = Rk = Resistenza caratteristica Rd = RESISTENZA DI PROGETTO Fd Rd R Rk = Fattore di correlazione = Fattore parziale di sicurezza CONSIDERA LA VARIABILITÀ DEL TERRENO E GLI EFFETTI DI INSTALLAZIONE DEL PALO 181 STATO LIMITE ULTIMO 182 da Franceschini (2011) 91 STATO LIMITE ULTIMO 183 RESISTENZA ULTIMA A COMPRESSIONE DA RISULTATI DI INDAGINI GEOTECNICHE PROCEDURE DI PROGETTO CON DA1 E DA2: “PROCEDURA DEL PALO MODELLO” C I valori di progetto della resistenza a compressione (di base e laterale) si ottengono applicando i fattori parziali: R c ,d R b ,d R s,d FATTORE PARZIALE SULLA RESISTENZA DI BASE R b ,k R s,k b s FATTORE PARZIALE SULLA RESISTENZA LATERALE 184 92 STATO LIMITE ULTIMO 185 STATO LIMITE ULTIMO 186 93 STATO LIMITE ULTIMO 187 STATO LIMITE ULTIMO 188 94 RESISTENZA ULTIMA A COMPRESSIONE DA RISULTATI DI INDAGINI GEOTECNICHE PROCEDURE DI PROGETTO CON DA1 E DA2: “PROCEDURA DEL PALO MODELLO” B Ai valori medi e minimi di Rc,cal, Rb,cal, Rs,cal sono applicati i fattori di correlazione 3 e 4 per considerare la variabilità del terreno e delle resistenze calcolate all’interno del sito Se la struttura di collegamento dei pali è sufficientemente rigida e resistente da poter trasferire carico dai pali più deboli a quelli più resistenti (EC7): 3 1.1 3 1.0 4 1.1 189 STATO LIMITE ULTIMO 190 da Franceschini (2011) 95 STATO LIMITE ULTIMO PALIFICATE PALI IN GRUPPO LA RESISTENZA A COMPRESSIONE DELL’INSIEME DEI PALI DEVE ESSERE ASSUNTA LA MINORE DI: SOMMA DELLA RESISTENZA A COMPRESSIONE DEI SINGOLI PALI RESISTENZA A BLOCCO (CALCOLATA COME UNICO PALO DI GRANDE DIAMETRO) 191 OPERE DI FONDAZIONE PROFONDE : PLATEE SU PALI – PALI COME RIDUTTORI DI CEDIMENTO (CENNI) 192 96 PLATEE SU PALI – PALI COME RIDUTTORI DEL CEDIMENTO (CENNI) 193 da Mandolini (2011) PLATEE SU PALI – PALI COME RIDUTTORI DEL CEDIMENTO (CENNI) 194 da Mandolini (2011) 97 PLATEE SU PALI – PALI COME RIDUTTORI DEL CEDIMENTO (CENNI) 195 da Mandolini (2011) PLATEE SU PALI – PALI COME RIDUTTORI DEL CEDIMENTO (CENNI) 196 da Mandolini (2011) 98 PLATEE SU PALI – PALI COME RIDUTTORI DEL CEDIMENTO (CENNI) 197 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (CENNI) 198 99 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) DEVONO ESSERE PROGETTATE PER RESISTERE ALLE SEGUENTI SOLLECITAZIONI FORZE INERZIALI trasmesse dalla sovrastruttura FORZE CINEMATICHE derivanti dalla deformazione del terreno circostante in seguito al sisma 199 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 200 100 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 201 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 202 101 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 203 da Mandolini (2010) FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 204 da Mandolini (2010) 102 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 205 da Mandolini (2010) FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 206 da Mandolini (2010) 103 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 207 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 208 da Mandolini (2010) 104 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 209 da Mandolini (2010) FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 210 da Mandolini (2010) 105 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) 211 da Mandolini (2010) FONDAZIONI IN TERRENI SOGGETTI A LIQUEFAZIONE 212 106 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 213 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO VIBROFLOTTAZIONE COMPATTAZIONE DINAMICA PALI INFISSI JET-GROUTING INIEZIONI CEMENTIZIE DRENAGGI COLONNE DI GHIAIA E SABBIA VERIFICHE SUI PARAMETRI GEOTECNICI A FINE TRATTAMENTO 214 107 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO (da Lai, 2009) Vibroflottazione o vibrocompattazione (colonne di sabbia addensata in terreni a grana grossa) 215 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO (da Lai, 2009) Compattazione dinamica (terreni a grana grossa) 216 108 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO (da Lai, 2009) Jet Grouting 217 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 218 109 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 219 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 220 110 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 221 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 222 111 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO Iniezioni di miscele cementizie 223 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO 224 112 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO Iniezioni di miscele cementizie 225 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO Dreni verticali prefabbricati 226 113 TERRENI LIQUEFACIBILI: INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO (da Lai, 2009) Vibrosostituzione (colonne in ghiaia, sabbia o malta cementizia in terreni fini) 227 TERRENI LIQUEFACIBILI: TRASFERIMENTO DEL CARICO A STRATI CONSISTENTI Faccioli 2003 228 114 TERRENI LIQUEFACIBILI: TRASFERIMENTO DEL CARICO A STRATI CONSISTENTI Faccioli 2003 229 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) Associati 230 115 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) Associati 231 Procedura di progetto di pali in terreni liquefacibili (Madabhushi et al. 2010) 232 116 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) Associati 233 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) Associati CARICHI ORIZZONTALI E MOMENTI FLETTENTI LUNGO IL FUSTO DEL PALO INDOTTI DA MOVIMENTI LATERALI DI STRATI LIQUEFATTI I COLLEGAMENTI TRA I PALI E LA SOVRASTRUTTURA DEVONO ESSERE IN GRADO DI ASSORBIRE 234 ROTAZIONI SENZA ROMPERSI 117 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) Associati POSSIBILI MECCANISMI DI ROTTURA 235 (AGI, 2005) FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) Associati SPOSTAMENTI ORIZZONTALIDEL TERRENO INDOTTI DAL TERREMOTO DI PROGETTO (terreni stabili) Azioni cinematiche indotte dal sisma Fratture lungo il fusto di pali causate da azioni cinematiche Terremoto di progetto 236 118 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) (da Lai, 2009) 237 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) (da Lai, 2009) 238 119 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) (da Lai, 2009) 239 FONDAZIONI PROFONDE IN ZONA SISMICA (DM 14.01.2008) (da Lai, 2009) 240 120 DETERMINA REGIONALE RIGUARDANTE I SITI COLPITI DA LIQUEFAZIONE Definisce le aree dei Comuni di S.Agostino e Mirabello colpite da liquefazione Indica gli interventi ammessi per il consolidamento delle dei terreni 241 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI ATTIVI Si definiscono attivi quegli interventi che migliorano le proprietà meccaniche dei terreni mediante azioni dirette quali addensamento o cementazione Qualunque intervento di miglioramento dovrà incrementare la resistenza ciclica dei materiali trattati di una quantità almeno sufficiente a evitare il ripetersi del fenomeno in caso di un sisma di entità paragonabile a quelli del 20 e 29 Maggio u.s., avere un basso impatto ambientale, risultare il meno invasivo possibile per le aree edificate, interessare superfici limitate,non dovrà alterare (se non localmente in corrispondenza degli edifici) il regime delle acque interstiziali di falda e il loro chimismo, e dovrà avere caratteristiche stabili e permanenti nel tempo, ben certificate. Durante i trattamenti gli edifici dovranno essere monitorati topograficamente per registrare eventuali effetti indotti dagli stessi 242 121 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI ATTIVI: Iniezioni di permeazione con miscele leganti “permeation grouting” Lo scopo della tecnica è generare una leggera cementazione o coesione vera tra i grani del terreno facendo penetrare nei pori interstiziali una miscela “legante” opportunamente calibrata (es. soluzioni o sospensioni silicatiche). La cementazione provoca un aumento della resistenza a liquefazione, una riduzione della permeabilità ed un incremento della rigidezza È necessaria una accurata scelta del prodotto da iniettare che non deve spostare i grani di terreno (spiazzamento, fenomeni di claquage), ma deve permearli. In genere le soluzioni o le sospensioni di silicati sono altamente penetranti, mentre le miscele a base di cemento hanno un campo di impiego limitato ai soli terreni a grana grossa 243 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI ATTIVI: Iniezioni di permeazione con miscele leganti “permeation grouting” 244 122 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI ATTIVI: Iniezioni di compattazione “compaction grouting” La tecnica consente di ridurre l’indice dei vuoti di terreni granulari mediante iniezioni di miscele cementizie che spiazzano il terreno circostante che si compatta con conseguente incremento della resistenza alla liquefazione, della rigidezza e riduzione della permeabilità Una boiacca di malta viene pompata a pressioni elevate fino a 3.5 MPa dal basso verso l’alto da tubi di acciaio infissi o trivellati nel terreno secondo una griglia con interesse 1.5 – 3.0 m. Il volume di boiacca immesso può variare dal 3 al 20% del volume di terreno trattato. Le iniezioni di compattazione generano elementi colonnari “consolidati” che hanno funzione portante se realizzati sotto le fondazioni di edifici esistenti o di nuova costruzione; possono essere utilizzate per riportare in piano edifici che hanno subito rotazioni anche significative; inoltre rappresentano un ulteriore fattore di miglioramento delle proprietà 245 meccaniche del sottosuolo. METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI ATTIVI: Iniezioni di compattazione “compaction grouting” 246 123 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI PASSIVI Qualora le metodiche di intervento di tipo “attivo” risultassero eccessivamente onerose, giustificabili solo per particolari edifici, quali quelli pubblici e strategici, ma poco estendibili ad ampie aree, potranno essere presi in considerazione trattamenti di tipo passivo, i quali non alterano le condizioni attuali dei terreni ma intervengono in maniera passiva se il fenomeno dovesse riproporsi, riducendo il generarsi della sovrappressione dell’acqua (IPS) o favorendo la dissipazione (dreni) 247 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI PASSIVI: Parziale saturazione “Induced Partial Saturation”, IPS I terreni non saturi hanno una maggiore resistenza a liquefazione rispetto a quelli saturi, perché generano minori sovrappressioni dell’acqua interstiziale in caso di sisma. La parziale saturazione (IPS) può essere indotta in terreni sotto falda come quelli in esame, mediante tre tecniche recentemente sviluppate negli Stati Uniti e in Giappone: la prima prevede la generazione di gas all’interno dell’acqua di falda mediante processi di elettro-osmosi; la seconda consiste nell’insufflaggio di gas direttamente nel terreno saturo; la terza prevede l’iniezione di miscele contenenti soluzioni chimiche in grado di generare minuscole bollicine di gas all’interno dei pori tra i grani di sabbia. In questo modo un terreno saturo diventa parzialmente saturo, quindi più resistente ai carichi ciclici 248 124 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI PASSIVI: Parziale saturazione “Induced Partial Saturation”, IPS Le tecniche IPS sono molto meno costose rispetto alle tecniche di tipo attivo, ma per essere utilizzate nei siti in esame, devono essere calibrate mediante un campo prova; Le tecniche IPS sono ancora sperimentali, ben caratterizzate con modelli di laboratorio, ma ancora poco sperimentate sul campo Per verificare il permanere della condizione di parziale saturazione, è ritenuto necessario un monitoraggio periodico mediante la misura della velocità di propagazione di onde elastiche di compressione nel terreno, il cui valore è particolarmente sensibile al grado di saturazione. Potrebbero, infine, essere richiesti periodici interventi di ripristino nel caso il terreno si saturasse, per questo motivo le canne di iniezione dovranno essere ben protette da rotture incidentali e risultare 249 accessibili e riutilizzabili nel corso degli anni METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI 250 125 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI PASSIVI: Parziale saturazione “Induced Partial Saturation”, IPS 251 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI PASSIVI: Drenaggi La tecnica consiste nell’installazione di dreni verticali nel sottosuolo in adiacenza agli edifici esistenti per favorire il rapido smaltimento delle sovrappressioni interstiziali indotte dal sisma. Esistono diverse tipologie di dreni tra cui dreni prefabbricati infissi o installati in foro, tubi fessurati con filtro a sabbia o ghiaino installati in foro, pozzi per acqua tradizionali, pali di sabbia o ghiaia, colonne di ghiaia, ecc. Il drenaggio non produce alcun significativo miglioramento delle caratteristiche meccaniche dei terreni interessati. L’utilizzo di dreni senza contemporaneo addensamento del terreno può non essere sufficiente a dissipare abbastanza velocemente le sovrappressioni interstiziali durante la fase più intensa del sisma. In alcuni casi l’effetto drenante può essere accoppiato a quello “consolidante” attraverso la realizzazione di elementi colonnari di materiali a grana grossa 252 fortemente addensati 126 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI TRATTAMENTI PASSIVI: Drenaggi 253 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI CAMPO PROVA PER INTERVENTI DI TIPO ATTIVO E PASSIVO TIPO IPS Data la natura dei terreni alluvionali interessati, la loro eterogeneità, considerate le proprietà meccaniche ed idrauliche dei litotipi presenti, è opportuno che la scelta delle tecniche di mitigazione del rischio di liquefazione per le zone di sottosuolo sottostanti gli edifici colpiti degli eventi sismici sia effettuata a valle di uno o più campi prova sperimentali in siti ben caratterizzati geotecnicamente L’efficacia del trattamento dovrà essere verificata mediante prove in sito e prove di laboratorio eseguite su campioni rappresentativi dei terreni trattati I siti adibiti a campo prova dovranno essere ben caratterizzati geotecnicamente Le Imprese che eseguiranno i campi prova dovranno possedere una consolidata esperienza nell’esecuzione di interventi di mitigazione del 254 rischio di liquefazione, anche mediante l’impiego di tecnologie differenti 127 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI VERIFICA DEI RISULTATI PER METODI ATTIVI Le indagini da realizzare prima e dopo l’esecuzione del trattamento di mitigazione del rischio di liquefazione ritenuto più opportuno sono 255 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI VERIFICA DEI RISULTATI PER METODI PASSIVI Le indagini da realizzare prima e dopo l’esecuzione del trattamento di mitigazione del rischio di liquefazione mediante IPS sono 256 128 METODI DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE IN PRESENZA DI EDIFICI ESISTENTI INTERVENTI DI SOTTOFONDAZIONE Gli interventi strutturali sulle fondazioni di edifici esistenti sono utili per proteggere la struttura in elevazione dalle deformazioni indotte dalla liquefazione, di cui non riducono la probabilità di evenienza. Pertanto possono essere efficaci se il fenomeno temuto è la mobilità ciclica Allargamento dell’impronta delle fondazioni (aumento rigidezza verticale e capacità portante) Collegamento di fondazioni isolate Creazione di piano rigido orizzontale con realizzazione di platea Utilizzo di sottofondazioni profonde (pali o micropali) (si obbliga in questo caso ad utilizzare anche cordoli di collegamento alle fondazioni superficiali esistenti)257 METODICHE DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE PER EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE IN ADIACENZA AD EDIFICI ESISTENTI Per ridurre la suscettibilità a liquefazione dei terreni interessati da nuove costruzioni da realizzarsi in adiacenza a strutture esistenti, si potrà addensare il terreno di fondazione per spiazzamento, mediante l’inserimento di colonne di materiale granulare (displacement columns). Dovendo evitare di trasmettere vibrazioni significative agli edifici adiacenti, la tecnologia consolidata e ritenuta più opportuna è il “save composer”. Quest’ultima tecnologia, messa a punto di recente ed utilizzata in Giappone, ha il vantaggio del possibile riutilizzo delle macerie di demolizione che ne riduce i costi. 258 129 METODICHE DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE PER EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE IN ADIACENZA AD EDIFICI ESISTENTI Le fasi della lavorazione prevedono una fase di perforazione, durante la quale viene spinto e ruotato un tubo metallico di diametro opportuno (400 - 500 mm), alla base del quale è fissata una punta a perdere. Una volta raggiunta la base dello strato di sabbia interessato dalla liquefazione, il tubo è estratto mediante una sequenza regolare che alterna risalita di 2 m e nuova discesa di 1 m, mentre gli aggregati sono versati all’interno del tubo metallico. Questa azione alternata di salita e discesa determina, oltre all’allargamento del diametro finale della colonna di materiale inerte, una azione di ricompattazione del terreno circostante del tutto analoga a quella ottenibile con l’ausilio della vibrazione senza però creare disturbo alle costruzioni confinanti. Gli aggregati utilizzati possono essere costituiti da ghiaia, sabbia oppure anche macerie opportunamente macinate. L’interasse di trattamento generalmente utilizzato è a maglia quadrata 259 o a quinconce di lato 1,5-2 m. METODICHE DI INTERVENTO DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO LIQUEFAZIONE PER EDIFICI DI NUOVA COSTRUZIONE IN ADIACENZA AD EDIFICI ESISTENTI colonne a spostamento “save composer” – maglia 2mx2m 260 130 Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili Definisce le tipologie di indagini richieste per la definizione del modello geotecnico Definisce le tipologie di indagini finalizzate alla Progettazione degli interventi 261 Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili 131 Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili 132 Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili 133 Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili Determina regionale riguardante la documentazione tecnica a supporto dei progetti di consolidamento del terreno in siti liquefacibili 134 Esempio di studio tecnica di intervento a San Carlo Fonte: Ing. Asioli - TREVI S.p.A. (2013) Esempio di studio tecnica di intervento a San Carlo Fonte: Ing. Asioli - TREVI S.p.A. (2013) 135 Esempio di studio tecnica di intervento a San Carlo Fonte: Ing. Asioli - TREVI S.p.A. (2013) Esempio di studio tecnica di intervento a San Carlo Fonte: Ing. Asioli - TREVI S.p.A. (2013) 136 Esempio di studio tecnica di intervento a San Carlo Fonte: Ing. Asioli - TREVI S.p.A. (2013) MIGLIORAMENTO ED ADEGUAMENTO DELLE FONDAZIONI DEGLI EDIFICI 274 137 INTERPRETAZIONE DEI DISSESTI PERDITA DI CONTRASTO IN ZONE INTERNE (cedimenti differenziali per eterogeneità areale del terreno, liquefazione e densificazioni dei terreni granulari indotti da sisma) 275 INTERPRETAZIONE DEI DISSESTI LA FONDAZIONE DEVE ESSERE SUFFICIENTEMENTE RIGIDA PER RIDISTRIBUIRE IL CARICO A FRONTE DI FENOMENI LOCALI DI LIQUEFAZIONE DEL TERRENO 276 138 INTERPRETAZIONE DEI DISSESTI PERDITA DI CONTRASTO IN ZONE PERIMETRALI (e.g. costruzioni in prossimità di cigli, scavi e scarpate) 277 INTERPRETAZIONE DEI DISSESTI Frana di Nigawa – Kobe 1995 278 139 TIPI DI INTERVENTO PER IL MIGLIORAMENTO E L’ADEGUAMENTO DI STRUTTURE DI FONDAZIONE ALLARGAMENTO DELLA BASE DI APPOGGIO DI FONDAZIONI SUPERFICIALI TRASFORMAZIONE DELLE FONDAZIONI SUPERFICIALI IN FONDAZIONI PROFONDE ₪Micropali (Pali radice, Pali tubfix,…) ₪Pali di medio diametro MIGLIORAMENTO DELLE PROPRIETÀ MECCANICHE DEL TERRENO (INIEZIONI DI CALCE E CEMENTO - JET GROUTING) 279 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE Allargamento della base fondale (Antonucci 2003) 280 140 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE Creazione di una nuova fondazione in cemento armato 281 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE 282 141 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE Allargamento della base fondale 283 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE Allargamento della base fondale 284 142 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 285 SOTTOFONDAZIONI MEDIANTE RETICOLI DI PALI RADICE (Lizzi, 1989) 286 143 SOTTOFONDAZIONI MEDIANTE RETICOLI DI PALI RADICE (Lizzi, 1989) 287 SOTTOFONDAZIONI MEDIANTE RETICOLI DI PALI RADICE (Lizzi, 1989) 288 144 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 289 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 290 145 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 291 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 292 146 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 293 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 294 147 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 295 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 296 148 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 297 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 298 149 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 299 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 300 150 CONSOLIDAMENTO MEDIANTE MICROPALI 301 SOTTOFONDAZIONI MEDIANTE L’INFISSIONE STATICA DI PALI IN ACCIAIO CONSOLIDAMENTO CON PALI INFISSI STATICAMENTE (PALI SOLES®) 302 151 SOTTOFONDAZIONI MEDIANTE L’INFISSIONE STATICA DI PALI IN ACCIAIO CONSOLIDAMENTO CON PALI INFISSI STATICAMENTE (PALI SOLES®) 303 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE (PALO TIPO SOLES®) 304 152 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE (PALO TIPO SOLES®) 305 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE (PALO TIPO SOLES®) 306 153 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE (PALO TIPO SOLES®) 307 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE (PALO TIPO MEGA) 308 Foto: Impresa Rescazzi 154 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI DI STRUTTURE MURARIE (PALO TIPO MEGA) 309 Foto: Impresa Rescazzi CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO MEDIANTE JETGROUTING Getto ad alta pressione di miscele acqua-cemento 310 155 CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO MEDIANTE JETGROUTING 311 CONSOLIDAMENTO DEL TERRENO MEDIANTE JETGROUTING 312 156 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) INCREMENTO DI AZIONE ORIZZONTALE SULLA STRUTTURA INDOTTO DAL SISMA UNA DELLE CRITICITÀ PIÙ FREQUENTI DELLE FONDAZIONI È LEGATA ALL’INFLUENZA DEL MOMENTO TRASMESSO DALLA SOVRASTRUTTURA PER LE FONDAZIONI SUPERFICIALI IL MOMENTO PUÒ COMPORTARE UN PARZIALE SOLLEVAMENTO ED UNA RIDUZIONE DELLA CAPACITÀ PORTANTE COME EFFETTO DELL’INCREMENTO DELL’ECCENTRICITÀ DEL CARICO 313 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Interventi di rinforzo per impedire il sollevamento della fondazione (Priestley et al., 1992) 314 157 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Ampliamento di fondazioni superficiali esistenti (Roeder et al., 1996) 315 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Esempio di adeguamento di fondazioni su pali con aggiunta di nuovi pali ed allargamento della fondazione (Kawashima et al., 1994) 316 158 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Uno degli effetti principali del sisma è l’incremento delle azioni orizzontali di progetto sulle strutture. Il problema dell’adeguamento nei confronti di tali azioni si pone ad esempio in modo sostanziale per le spalle da ponte. Altra modalità di rotazione è quella innescata da fenomeni di liquefazione o di espansione laterale a tergo dell’opera Cinematismi di collasso per le spalle da ponte per effetto del sisma: (a) rotazione verso valle indotta dalla spinta del terreno; (b) rotazione verso il rilevato di accesso per effetto dell’instabilità del 317 terreno per fenomeni di liquefazione (FIB, 2007) ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Interventi di adeguamento nei confronti delle azioni orizzontali: (a) tiranti; (b) pali di grosso diametro collegati con una soletta rigida 318 (Buckle et al., 2006) 159 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Interventi di adeguamento sismico delle spalle da ponte: (a) rinforzo laterale della spalla con pali di grosso (Buckle et al., 2006); (b) alleggerimento del rilevato di accesso per ridurre la spinta del319 terreno (FIB, 2007) ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) 320 160 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Schemi concettuali di possibili interventi strutturali o sui terreni per adeguare le fondazioni in relazione ai cedimenti indotti dal carico ciclico nei terreni sciolti ed alla liquefazione (ATC, 1997) 321 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) Esempio di adeguamento strutturale della fondazione con barre verticali FRP rinforzate con fibre aramidiche e cavi di precompressione orizzontali (FIB, 2007) 322 161 ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) 323 Inserimento di dispositivi antisismici tramite il sollevamento dell’edificio ADEGUAMENTO DI FONDAZIONI IN ZONA SISMICA (Foti e Manassero 2009) 324 Inserimento di dispositivi antisismici tramite il sollevamento dell’edificio 162 Colombi & Roversi Associati Studio di Ingegneria Sede: Via Piangipane n. 141 int.6, 44121 Ferrara – Tel 0532.211237 - Fax 0532.1862862 Sede secondaria: Via Resistenza n. 71, 44029 Porto Garibaldi (FE) – Tel/fax 0533.324480 [email protected] – www.crassociati.com GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE Per eventuali dubbi o richieste di chiarimenti: Alessio Colombi [email protected] 325 163