Arcidiocesi di Gorizia
Egli è la nostra pace
Veglia di preghiera
in preparazione alla visita di papa Francesco
al Sacrario Militare di Redipuglia
sabato 13 settembre 2014
Introduzione
«Mamma carissima, pochi minuti prima di andare all’assalto ti
invio il mio pensiero affettuosissimo. Un fuoco infernale di
artiglieria e di bombarde sconvolge nel momento che ti scrivo tutto
il terreno intorno a noi... Non avevo mai visto tanta rovina. È
terribile, sembra che tutto debba essere inghiottito da un’immensa
fornace. Eppure, col tuo aiuto, coll’aiuto di Dio, da te fervidamente
pregato, il mio animo è sereno. Farò il mio dovere fino all’ultimo».
Prima Guerra Mondiale, 1914-1918. Anni di sterminio, di dolore,
di vite spezzate, spezzate a volte senza nemmeno capire che cosa
stesse succedendo. Tutto inizierà il giorno 28 giugno 1914, a
Sarajevo, quando un giovane nazionalista serbo, Gavrilo Princip,
uccide l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este, erede al
trono d'Austria-Ungheria.
In un precipitare di eventi, l’atto gravissimo spingeva l’Austria –
Ungheria il 28 luglio successivo alla dichiarazione di guerra verso
la Serbia. In pochissimi giorni, si dichiareranno guerra
reciprocamente anche Germania, Francia, Gran Bretagna, Belgio,
Montenegro, Russia, Impero Ottomano, Bulgaria, Romania,
Portogallo ed altre decine di paesi ancora. Entrerà in guerra il
Giappone, combattimenti si accenderanno tra le colonie
britanniche e tedesche in Africa, giapponesi e tedesche in Cina,
fra truppe australiane e tedesche in Nuova Guinea, così come in
Iraq, Palestina, Egitto, Sudafrica ed altri luoghi ancora, sino a
coinvolgere anche gli Stati Uniti d’America.
Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarerà guerra all'Austria-Ungheria e
il 24 maggio attraverserà il confine austriaco in Trentino e in
Friuli. La Guerra conserverà strascichi sino al 1920.
Furono oltre 70 i milioni di uomini mobilitati (60 soltanto in
Europa), oltre 9 milioni i soldati morti; 7 milioni circa le vittime
civili; 21 milioni i feriti civili; si stimano in quasi 6 milioni i morti
per cause collaterali (carestie, carenze alimentari, malattie come
l’influenza spagnola), persecuzioni razziali...
Alla fine del conflitto, i maggiori imperi esistenti al mondo Impero tedesco, austro-ungarico, ottomano e russo - cessarono di
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esistere, e da questi nacquero diversi stati che ridisegnarono
completamente la geografia dell’Europa e di grande parte del
mondo intero.
Questi i costi che, soltanto in Italia, pagarono le nostre famiglie:
650.000 caduti, 984.000 feriti, 21.220 ciechi da un occhio, 1.940
ciechi da entrambi gli occhi, 4.600 pazzi, 5.440 mutilati al volto,
25.716 tubercolotici, 19.600 neuropatici, 74.620 storpi, 120 privi
di entrambe le mani, 120.000 invalidi, 3.260 muti, 6.740 sordi,
100.000 malarici, ed altro ancora.
La Prima Grande Guerra lascerà un mondo politicamente
instabile e ideologicamente sconvolto, tanto che vent’anni dopo
esploderà in un altro terribile conflitto mondiale.
Canto di inizio
Prima parte: le cisterne screpolate
Dal libro del profeta Geremia (Ger 2,1-7)
Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Va' e grida agli orecchi di
Gerusalemme:
Così dice il Signore: Mi ricordo di te, dell'affetto della tua
giovinezza, dell'amore al tempo del tuo fidanzamento, quando mi
seguivi nel deserto, in una terra non seminata.
Israele era cosa sacra al Signore, la primizia del suo raccolto;
quanti ne mangiavano dovevano pagarla, la sventura si abbatteva
su di loro. Oracolo del Signore.
Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe, voi, famiglie tutte
della casa di Israele! Così dice il Signore: Quale ingiustizia
trovarono in me i vostri padri, per allontanarsi da me?
Essi seguirono ciò ch'è vano, diventarono loro stessi vanità e non
si domandarono: Dov'è il Signore che ci fece uscire dal paese
d'Egitto, ci guidò nel deserto, per una terra di steppe e di frane,
per una terra arida e tenebrosa, per una terra che nessuno
attraversa e dove nessuno dimora?
Io vi ho condotti in una terra da giardino, perché ne mangiaste i
frutti e i prodotti.
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Ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete
reso il mio possesso un abominio.
Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha
abbandonato me, sorgente di acqua viva, e si è scavato cisterne,
cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua.
Parola di Dio
La parola di papa Francesco
L’umanità porta inscritta in sé una vocazione alla fraternità, ma
anche la possibilità drammatica del suo tradimento. Lo
testimonia l’egoismo quotidiano, che è alla base di tante guerre e
tante ingiustizie: molti uomini e donne muoiono infatti per mano
di fratelli e di sorelle che non sanno riconoscersi tali, cioè come
esseri fatti per la reciprocità, per la comunione e per il dono.
(47ª Giornata Mondiale della Pace - 1° gennaio 2014)
Atto penitenziale
Rit.: Per crucem et passionem tuam, libera nos, Domine!
Per il sangue versato su queste alture e lungo il nostro fiume
Isonzo, sangue di giovani di molte nazionalità, quasi tutti di fede
cristiana.
Per i milioni di famiglie spezzate, costrette ad abbandonare la
casa, la terra, le proprie cose.
Per aver utilizzato zappe e picconi per scavare trincee invece che
per coltivare la terra, per aver trasformato strumenti di festa,
come le campane in cannoni.
Per crucem et passionem tuam, libera nos, Domine!
Per aver trasformato il concetto di nazione in esasperati
nazionalismi.
Per aver accumulato armi per anni, con i relativi giganteschi
interessi di pochi ricchi potenti.
Per aver celebrato la guerra come purificazione eroica
dell’umanità.
Per aver coltivato il desiderio amaro di rivincita dopo precedenti
conflitti.
Per crucem et passionem tuam, libera nos, Domine!
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Per aver considerato la pace solo come un sogno o una speranza
lontana.
Per non aver ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio che
invita alla pace.
Per aver abbandonato l’unità della Chiesa che nasce dalla fede
comune e dallo stesso Battesimo e aver considerato i fratelli di
fede come nemici da uccidere.
Per le ferite di allora che abbiamo semplicemente dimenticate e
non ancora rimarginate.
Per crucem et passionem tuam, libera nos, Domine!
Orazione
O Dio, creatore dell’universo,
che guidi a una mèta di salvezza le vicende della storia,
concedi all’umanità inquieta il dono della vera pace,
perché possa riconoscere in una gioia senza ombre
il segno della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo…
Seconda parte: chiamati ad essere un solo Corpo
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 21,914.22-27)
Poi venne uno dei sette angeli che hanno le sette coppe piene
degli ultimi sette flagelli e mi parlò: «Vieni, ti mostrerò la
fidanzata, la sposa dell'Agnello». L'angelo mi trasportò in spirito
su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa,
Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da Dio, risplendente della
gloria di Dio.
Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima,
come pietra di diaspro cristallino. La città è cinta da un grande e
alto muro con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici
angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d'Israele. A
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oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre
porte e ad occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali
sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell'Agnello. Non vidi alcun
tempio in essa perché il Signore Dio, l'Onnipotente, e l'Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna
perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l'Agnello. Le
sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno, poiché non vi
sarà più notte.
Non entrerà in essa nulla d'impuro, né chi commette abominio o
falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro della vita
dell'Agnello.
Parola di Dio
La parola di papa Francesco
La fraternità umana è rigenerata in e da Gesù Cristo con la sua
morte e risurrezione. La croce è il “luogo” definitivo di
fondazione della fraternità, che gli uomini non sono in grado di
generare da soli. Gesù Cristo, che ha assunto la natura umana per
redimerla, amando il Padre fino alla morte e alla morte di croce
(cfr Fil 2,8), mediante la sua risurrezione ci costituisce come
umanità nuova, in piena comunione con la volontà di Dio, con il
suo progetto, che comprende la piena realizzazione della
vocazione alla fraternità.
(47ª Giornata Mondiale della Pace - 1° gennaio 2014)
Luminaria. Accenderemo il nostro lumino dal sacerdote più vicino
e lo deporremo ai piedi dell’icona della città celeste.
Canto
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Terza parte: Pietro ci rialza e ci spinge a divenire
una Chiesa “in uscita”
Dagli Atti degli Apostoli (At 3,1-9)
Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera delle tre del
pomeriggio. Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin
dalla nascita; lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio
detta Bella, per chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel
tempio. Costui, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per
entrare nel tempio, li pregava per avere un'elemosina.
Allora, fissando lo sguardo su di lui, Pietro insieme a Giovanni
disse: «Guarda verso di noi». Ed egli si volse a guardarli,
sperando di ricevere da loro qualche cosa. Pietro gli disse: «Non
possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome
di Gesù Cristo, il Nazareno, àlzati e cammina!». Lo prese per la
mano destra e lo sollevò.
Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e, balzato in
piedi, si mise a camminare; ed entrò con loro nel tempio
camminando, saltando e lodando Dio. Tutto il popolo lo vide
camminare e lodare Dio e riconoscevano che era colui che sedeva
a chiedere l'elemosina alla porta Bella del tempio, e furono
ricolmi di meraviglia e stupore per quello che gli era accaduto.
Parola di Dio
La parola di papa Francesco
Per questo motivo desidero rivolgere un forte appello a quanti
con le armi seminano violenza e morte: riscoprite in colui che
oggi considerate solo un nemico da abbattere il vostro fratello e
fermate la vostra mano! Rinunciate alla via delle armi e andate
incontro all’altro con il dialogo, il perdono e la riconciliazione per
ricostruire la giustizia, la fiducia e la speranza intorno a voi!
(47ª Giornata Mondiale della Pace - 1° gennaio 2014)
Intervento dell’arcivescovo
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Preghiere dei fedeli
Canteremo assieme: Te rogamus, audi nos

Signore, ti chiediamo il dono della pace. Ci ricordi che essa va
implorata, perché non nasce dalla nostra buona volontà, così
spesso povera. Ti chiediamo il dono fragile della pace, che
solo il tuo aiuto può assicurare, noi, nel cui cuore c’è la radice
del peccato.

Signore, ti chiediamo di purificare la nostra memoria
personale e collettiva. Non per dimenticare, né per accurate
e minuziose ricostruzioni storiche alla ricerca di colpe e di
colpevoli. Ti chiediamo la forza di non giudicare, di
comprendere, di perdonare ciò che i nostri padri hanno
compiuto: noi al loro posto che cosa avremmo fatto?

Signore, ti preghiamo in suffragio per i nostri defunti e per
tutti i morti di queste terre, al di là di ogni appartenenza. Ti
preghiamo anche per i morti dei conflitti di oggi, di ogni
parte, tu, che non fai distinzione di figli.

Signore, ti affidiamo la visita di papa Francesco al sacrario di
Redipuglia. In quel luogo carico di memoria, forse anche di
terribili ideologie ormai superate, ma pregno di tanto sangue
e umanità: illumina il cuore del nostro pontefice e le sue
parole, perché ci aiuti a camminare sulla via della pace, a
sentire più vivo il compito di educare i nostri giovani alla
pace, a costruire un mondo dove ci sia posto per tutti e per
ciascuno.
Padre nostro – cantato
Orazione – Benedizione
Canto
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Distribuzione dell’immagine ricordo – preghiera della visita
CANTI
Dona la pace
Dona la pace, dona la pace, al mondo intero, o Signore.
Dona la pace, dona la pace, al mondo intero, o Signore.
Resta qui, insieme a noi.
Resta qui, insieme a noi.
E la pace regnerà, e la pace regnerà.
Dona la pace. dona la pace, alle famiglie, o Signore….
Dona la pace, dona la pace, ai nostri cuori, o Signore…
Dona l’amore, dona l’amore, ai nostri cuori, o Signore…
Per Crucem
Per crucem et passionem tuam.
Libera nos Domine.
Per sanctam resurrectionem tuam.
Libera nos Domine.
La nuova Gerusalemme
Io vidi la nuova Gerusalemme (2x)
scendere dal cielo da Dio.»
Ed era bella (ed era bella),
come una sposa (come una sposa)
adorna per il suo sposo (2x).
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Essa é la dimora di Dio tra gli uomini
egli porrà la sua tenda in mezzo a loro.
Ed essi saranno il suo popolo egli sarà il Dio con loro.
Asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
Rit.
E la morte, e la morte più non ci sarà;
né lutto, né lamento, né affanno
perché così dice il Signore:
le cose di prima sono passate,
ecco io faccio nuove tutte le cose.
Rit.
Io, io sono l’alfa e l’omega
io sono il principio e la fine
a chi ha sete darò (gratuitamente)
da bere acqua dalla fonte della vita
io sarò il suo Dio ed egli il mio figlio.
Rit.
Quale gioia
Quale gioia mi dissero
andremo alla casa del Signore
ora i piedi o Gerusalemme
si fermano davanti a te.
Ora Gerusalemme è ricostruita
come città salda, forte ed unita.
Rit.
Là sono posti i seggi della sua giustizia
i seggi della casa di Davide.
Rit.
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Domandate pace per Gerusalemme
sia pace a chi ti ama, pace alle tue mura.
Rit.
Su di te sia pace, chiederò il tuo bene,
per la casa di Dio, chiederò la gioia.
Rit.
Noi siamo il suo popolo, Egli il nostro Dio,
possa rinnovarci la felicità.
Rit.
San Francesco
O Signore fa di me uno strumento,
fa di me uno strumento della tua pace,
dov’è odio che io porti l’amore
dov’è offesa, che io porti il perdono,
dov’è dubbio che io porti la fede,
dov’è discordia che io porti l’unione,
dov’è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza,
dov’è errore che io porti verità,
a chi dispera che io porti la speranza.
O Maestro dammi tu un cuore grande
che sia goccia di rugiada per il mondo,
che sia voce di speranza,
che sia un buon mattino
per il giorno di ogni uomo,
e con gli ultimi del mondo
sia il mio passo lieto nella povertà, nella povertà (2 v.)
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O Signore, fa di me il tuo canto,
fa di me il tuo canto di pace:
a chi è triste che io porti la gioia,
a chi è nel buio che io porti la luce.
È donando che si ama la vita, è servendo che si vive la gioia,
perdonando che si trova il perdono,
e morendo che si vive in eterno;
perdonando che si trova il perdono,
e morendo che si vive in eterno.
Rit.
Spirito Santo cuore dell’umanità
Spirito Santo,
scendi su di noi.
Con la Tua grazia
riempi i nostri cuor.
Con la Tua forza
rialza i figli tuoi,
solo Tu sei il Consolator.
Spirito Santo,
cuore dell'umanità,
vieni e donaci unità.
Spirito Santo,
fuoco che sempre brucerà,
Vieni e infiamma tutti noi.
Tocca le labbra,
fa’ che parlino di Te,
tocca questi occhi
per vedere il nostro Re.
Fa’ che ascoltiamo la tua voce, o Signor,
nel nostro cuore l'amore sarà.
Spirito Santo...
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Egli è la nostra pace - papa Francesco a Redipuglia