Seminario: La prevenzione primaria in ambito alcologico Il ruolo dei Servizi Dr.ssa Maria Antonioni Parma, 12/04/2014 Consumo alcol puro in Italia • • Tra i paesi dell’Unione Europea l’Italia occupa il posto più basso nella graduatoria relativa al consumo annuo procapite di alcol puro, cioè alcol consumato tramite tutti i tipi di bevande alcoliche, che l’OMS considera il miglior indicatore di consumo alcolico. Nel 2009 l’Italia ha avuto un consumo pro capite di 6,94 l, il valore è in calo e consentirà presumibilmente all’Italia di raggiungere il livello raccomandato dall’OMS per il 2015 (6 l per la popolazione di età superiore ai 15 anni e 0 per quella di età inferiore). Finlandia e Italia paradigmi del consumo alcolico Una ricerca qualitativa comparata ha approfondito gli stili del bere assunti nel tempo dalla popolazione finlandese e da quella italiana. Due culture che per contesto ambientale e modalità nel potus si trovano agli opposti. La Finlandia può essere presa come esempio tipico di cultura nordica con assunzioni in quantità massicce di superalcolici nei fine settimana con lo scopo di raggiungere l’intossicazione cioè l’ubriacatura e oltre a ciò, contrariamente a quanto riscontrato in Italia, il trend del consumo di alcolici è ancora in aumento. L’Europa nonostante la globalizzazione mostra ancora contesti e modalità diverse nell’approccio all’alcol. Così diversi, così uguali…. Alcuni cambiamenti accomunano Italia e Finlandia : - l’ aumento delle occasioni in cui bere e - la complessificazione degli stili del bere che riguarda in particolare le donne. In entrambe i paesi infatti di pari passo con l’emancipazione le donne hanno proposto e sperimentato nuove modalità di consumo dell’alcol molto più collegate a stati emotivi e improntato alla ricerca di emozioni diverse. Pare che anche in Italia si stia perdendo il valore d’uso fino ad oggi prevalente nella nostra cultura cioè quello alimentare e socializzante, per avvicinarsi a quello nordico che è quello intossicante. Approccio all’alcol in Italia • • • Le regole del bere vengono apprese in maniera indiretta (osservazione) e diretta (azione). Spesso è una trasmissione generazionale che determina le prime e più durature rappresentazioni dell’alcol. In Italia i primi ricordi legati all’alcol sono piacevoli, connessi ai valori delle tradizioni, delle feste in famiglia. Gli approcci, anche se precoci, avvengono sotto la supervisione di genitori o nonni che in questo modo (atteggiamento permissivo/protettivo) insegnano le regole del bere moderato in un contesto di convivialità, abolendo l’aspetto trasgressivo del bere di nascosto. In realtà ai bambini l’alcol non dovrebbe mai essere somministrato. Approccio all’alcol in Finlandia • • In Finlandia, come in tutti i paesi nordici, è proibito il consumo di alcol in famiglia, così il primo approccio avviene nel gruppo di pari, di nascosto, con intenti trasgressivi e solitamente sfocia nell’intossicazione. Sempre in una prospettiva comparata i giovani italiani seppure si collochino poco al di sotto della media europea rispetto alla diffusione del binge drinking (35% negli ultimi 30 giorni) sono ben lontani dai coetanei danesi (56%) o finlandesi (44%). In realtà potremmo affermare che i nostri giovani bevono più frequentemente, ma con maggior moderazione rispecchiando quella che è la cultura italiane del bere e cioè “non-intoxicating culture”. Problemi vecchi e nuovi • • Il cambiamento dello stile del bere è comunque avviato e si mescola con quello tradizionale, pertanto sono da tenere in considerazione anche i mutamenti della prevalenza dei problemi alcolcorrelati: accanto alla cronicità emergono i problemi sia di salute che psicosociali in acuzie. L’osservazione che emerge con sempre maggior prepotenza nei Servizi specialistici è l’aumento esponenziale del policonsumo e la comorbilità. Tassi di mortalità • • • In Italia sta diminuendo in maniera più rapida rispetto al resto dell’Europa, il tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica, uno dei più importanti indicatori di danno alcol correlato, che nel 2010 è stato pari a 8,09 per 100.000 abitanti. Questo valore è decisamente inferiore a quello della media europea che è di 17,34 per 100.000 abitanti. Anche la percentuale di mortalità alcol correlata in Italia è molto più bassa rispetto a quella europea. Questi dati sembrano confermare la validità delle politiche attivate a livello nazionale anche rispetto agli aspetti educativi e preventivi. Rischio consumo alcolici • • L’OMS colloca l’Italia tra i paesi a livello di rischio inferiore per quanto riguarda i consumi alcolici (grado 1 in una scala da 15). Sono però mutati i modelli di consumo e i problemi alcolcorrelati. In un’indagine svolta in Piemonte volta ad indagare la percezione del cambiamento del fenomeno tra gli operatori dei servizi ha evidenziato come il concetto stesso di alcolismo sia difficile oramai da definire secondo criteri quali tolleranza e astinenza in quanto poco adatti a cogliere il fenomeno attuale. Ostacoli • Se il fenomeno e i potenziali clienti dei servizi sono in progressivo cambiamento, permangono però le difficoltà che da sempre ostacolano l’emersione del fenomeno e fanno sì che il problema venga diagnosticato quando già consolidato e cioè : mancata consapevolezza e sottovalutazione dei ruoli, vergogna e negazione, ambivalenza del ruolo dei familiari, stigma dei Servizi per le Dipendenze. MMG • Un ruolo centrale nel rimuovere gli ostacoli citati è quello dei medici di medicina generale che potrebbero essere i primi ad intercettare o a far emergere la richiesta d’aiuto e motivando i propri pazienti al trattamento presso i servizi specialistici. La prevenzione • La globalizzazione di uno stile di vita che comprende l’accettazione dell’uso di alcol, nicotina, cannabis, ma anche di cocaina, extasy ecc, ci fa comprendere come la prevenzione oramai deve essere sostenuta da un cambiamento radicale interno alla società. Valutazione della motivazione della comunità Azioni nella comunità Stadio della motivazione Risposta da parte della comunità Idee Preparativi Leadership decisa, energica, pronta a prendere decisioni Lavoro insieme. Pianificazione di programmi di prevenzione con la collaborazione di diversi gruppi della comunità. Avvio Analisi dei dati per avviare la prevenzione Identificare e migliorare programmi basati sulla ricerca Consolidamento La comunità in genere Rivalutare e migliorare i supporta i programmi esistenti programmi già in essere Convalida/Sviluppo I leader di comunità sostengono il miglioramento e lo sviluppo dei programmi I programmi vengono aumentati per raggiungere sempre più persone Apertura ai professionisti Spiegare e far conoscere i problemi della comunità con la droga; aspettative di Mettere a disposizione programmi multidisciplinari Valutazione della motivazione della comunità Azioni nella comunità Stadio della motivazione Risposta da parte della comunità Idee Nessuna motivazione Relativa tolleranza all’uso di Creare la motivazione. sostanze Incontrare i leader della comunità coinvolgendoli in “ Non può succedere qui, programmi di prevenzione perciò non è necessario dell’abuso di sostanze; alcun intervento” usare i media anche locali Consapevolezza, ma per identificare e parlare nessuna motivazione ad del problema; incoraggiare affrontare il problema la comunità a vedere quali e quanti coinvolgimenti I leader della comunità sono presenti al suo sono consapevoli del interno; gettare le basi per problema, è presente una futura progettazione un’iniziale motivazione d‘intervento Negazione del problema Vaga consapevolezza del problema Fase precedente una progettazione Resilienza • La letteratura più recente segnala la resilienza come una base concreta per affrontare i fattori di rischio degli adolescenti. • Per resilienza si intende un processo attraverso il quale l’individuo riesce a sviluppare un adattamento positivo, di successo malgrado una serie di condizionamenti ambientali avversi. Resilienza alle dipendenze • La resilienza non si acquisisce una volta per tutte, ma è un fenomeno in divenire che inserisce lo sviluppo della persona in un ambiente e in una cultura. • E’ la capacità di riuscire a costruire un percorso positivo nonostante un contesto bio-psico-sociale difficile che fa pensare ad un esito negativo (uso). • Significa per i terapeuti saper abbattere i pregiudizi e spezzare un rapporto di causa - effetto Scoperte chiave • Esistono prove che i trattamenti psicologici variano nella loro efficacia tra diversi gruppi di utenti con addiction. • Prevenzione dell’uso di sostanze: rinforzo della resilienza Resilienza # Resistenza • La resilienza non è solo resistenza, ma è soprattutto la capacità di superare le difficoltà. • Educare alla resilienza significa non ridurre la persona ai suoi soli problemi ma dichiararne anche le potenzialità. • La resilienza non è una capacità acquisita per sempre. I Servizi • Alla luce di queste conoscenze le politiche sanitarie dovrebbero pianificare, all’interno dei Servizi preposti alla prevenzione, cura e riabilitazione degli abusatori di sostanze, interventi preventivi finalizzati alla costruzione della resilienza e adattare, secondo le evidenze, i trattamenti psicoterapeutici alla tipologia d’utenza. ASSISTENZA SPECIALISTICA tecnologia crescente dal malato alla malattia dal globale al parziale gli specialisti d’organo, di sistema, d’apparato antropologia calante LE AZIENDE SANITARIE AZIENDE SANITARIE •Efficienza •Efficacia •Economia •Competenza •Umanita’? • LE AZIENDE SANITARIE Etimologicamente da agenda = cose da fare Sanitariamente da atti terepeutico-riparativi ad personam ad un rapporto sanitario-territoriale ad societatem Economicamente produttività sanitaria non solo riparatrice della malattia ma preventiva e promozionale della salute AZIENDA SANITARIA VERSO •L’AZIENDA OSPEDALIERA L’ASSISTENZA DEL FUTURO tecnologia & antropologia efficacia & efficienza economia & sanità struttura & funzionalità architettura & estetica mix inscindibili Risposte dei servizi • Si avverte la necessità di luoghi dove medici e gli operatori possano ritrovare le radici del loro mestiere (etica, cultura, formazione, deontologia, integrazione ecc.) e al tempo stesso dove il malato sia curato efficacemente e accudito familiarmente, luoghi che proteggano i professionisti e aiutino la guarigione o l’assistenza dei malati. • Una struttura dove tecnologia e antropologia marciano di pari passo: le case della salute? DALLE CASE DELLA SALUTE ALLA CITTA’ DELLA SALUTE (R. PIANO) •rete di servizi: dipartimenti orizzontali •centralità del paziente: umanizzazione •fruibilità efficiente: urbanità •solidarietà: socialità •efficacia integrata: organizzazione •integrazione territorio-struttura: interattività •tipologie d’assistenza: appropriatezza •qualità e formazione: affidabilità •flessibilità: innovazione •ricerca e formazione: educazione Addio alle armi “Il mondo ci spezza tutti quanti, ma solo alcuni diventano più forti là dove sono stati spezzati” (E. Hemingway)