Insegnamento di Gestione e Organizzazione dei Progetti A.A. 2008/9 Lezione 12: Metodologie: controllo qualità P.M. – Fase 3-4: tracking di progetto, introduzione Prof.ssa R. Folgieri email: [email protected] [email protected] METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 1 Metodologie di controllo (e misura) della qualità • Principalmente due: – definire specifici QPI (Quality Performance Indicators). – CMMi (Capability Maturity Model integration, evoluzione di CMM). • La prima metodologia è più complessa. Presuppone esperienza. Lascia spazio a definizioni e interpretazioni personali. • La seconda è più “semplice” da seguire (diciamo più organizzata, in quanto è definita da specifiche linee guida). Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 2 1 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ QPI: Quality performance Indicators • Gli indicatori di performance sono misure di prestazione o di progresso verso gli obiettivi di un’organizzazione o di una unità. • Se collegate ad una strategia e ad obiettivi ben definiti, queste misure possono mettere in condizione sia persone dell’organizzazione, sia stakeholders esterni (clienti, finanziatori, fornitori…) a comprendere i propri obiettivi e come raggiungerli. • Gli indicatori chiave di performance (Key Performance Indicators-KPIs) sono misure della performance globale di una organizzazione. • Gli indicatori di performance devono fornire una vista bilanciata, non ambigua, della performance nel breve e nel lungo termine. • Gli indicatori tradizionali sono solitamente finanziari, tracciati in report che dichiarano traguardi di budget annuali (o triennali…) • Oggi si tende a misurare anche altre attività, per valutare anche progressi intangibili (in senso economico diretto). • Gli indicatori di performance sono affiancati da target (obiettivi) prestabiliti che quantificano chiaramente il livello di performance desiderato e necessario per il successo dell’organizzazione. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 3 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ QPI: Buoni indicatori • Buoni Indicatori di Performance devono avere queste caratteristiche: • sono espressi in modo chiaro • sono consistenti con gli intenti strategici e devono riflettere lo scopo del progetto • riportano le necessità dell’organizzazione per raggiungere il successo • rappresentano il compito reale che le persone devono svolgere • misurano ciò che realmente conta, non semplicemente quel che può essere misurato • sono determinati in base alle aspettative attuali ma tengono conto anche di quelle future del cliente/committente • sono comunicati in modo chiaro a tutti • devono essere qualitativi e quantitativi al tempo stesso • saranno oggetto di revisione per approvazione (validazione) Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 4 2 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ QPI: la Balanced Scorecard • • È un framework di obiettivi e di indicatori di performance che un’organizzazione può utilizzare per pianificare, misurare e monitorare le proprie performance (non solo la parte finanziaria). Mira a ‘incrociare’ misure esterne (soddisfazione del cliente e rendimento finanziario) con obiettivi di miglioramento (processi interni, apprendimento, crescita). Ogni organizzazione deve definire misure che si adattano alle specifiche esigenze ma che siano al tempo stesso generali e facili da comprendere (e confrontare). Alcuni esempi: Clienti: Grado di soddisfazione, caratteristiche del servizio/prodotto (qualità, funzionalità, prezzo, tempi di risposta), relazioni con la clientela, management. Finanza: Crescita del reddito, incremento di produttività (costi, miglioramento utilizzo, gestione delle risorse), risk management. Processo: Qualità, tempo di risposta, accuratezza, costi, nuovi prodotti e servizi, miglioramento della gestione dei progetti, parternariati con i fornitori, gestione dei processi e dei sistemi. Apprendimento/crescita: Soddisfazione degli impiegati, competenza strategica, disponibilità dei sistemi informativi, sistemi di misurazione delle performance di management. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 5 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ QPI: conclusioni • Determinare gli indicatori di performance è una vera e propria sfida. • Occorre effettuare la scelta attentamente, poiché misure sbagliate possono fornire una visione distorta e dare indicazioni fuorvianti. • Come disse Einstein: ‘Non tutto ciò che conta può essere contato e non tutto ciò che può essere contato conta’. • Quando misure dirette non sono disponibili, possono essere utilizzate anche misure indirette. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 6 3 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ Il CMMi (Capability Maturity Model integration) • Evoluzione di CMM. • Non semplice per neofiti, ma con molta documentazione di supporto e siti specializzati che aiutano ad interpretarne le linee guida. • Sviluppato dal Software Engeneering Institute della Carnegie Mellon University (http://www.sei.cmu.edu/cmmi/) • È uno standard di requisiti di processo aziendali. • Contiene linee guida che integrano tutti i modelli di CMM (cioè quelli sviluppati per vari settori aziendali) Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 7 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ CMMi: il MOI • Nel CMMI si distingue il MOI: modello che comprende: – 22 aree (Process Area) aziendali, ognuna strutturata su 5 livelli e con propri obiettivi generici (Generic Goal) e specifici (Specific Goal). • Per raggiungere gli obiettivi generici e specifici occorre seguire una sequenza temporale di task generici (Generic practice) e specifici (specific practice), che determinano tipologie di risultato (output) fissate (tipical work product). • In alcuni casi, i task sono suddivisi in un secondo livello di attività generiche (generic sub-practice) e specifiche (specific sub-practice). Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 8 4 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ CMMi: come aderire allo standard Per aderire allo standard di qualità CMMI un’azienda deve 1. classificare i propri processi secondo quanto indicato nel CMMI 2. condurre una “gap analysis” fra la situazione attuale e il "to-be" indicato. 3. adeguare i propri standard. • Il SEI ha rilasciato la certificazione CMMI di processo a pochissime aziende (IT) in tutto il mondo, tra cui la IBM, che ne è particolarmente orgogliosa e che include l’addestramento a tale metodologia come necessaria per il proprio management (anche PM). • Visto che non esistono, al momento, aziende indipendenti che certifichino i processi in tal senso, sono le stesse aziende certificate che forniscono supporto a chi desidera aderire al CMMi (da qui l’interesse dell’IBM). • La valutazione di qualità è condotta direttamente dal SEI. • E’ una certificazione molto ambita. • Non esiste ancora una traduzione in italiano del Capability Maturity Model. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 9 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ CMMi: link al SEI • Software Engeneering Institute della Carnegie Mellon University (http://www.sei.cmu.edu/cmmi/) Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 10 5 CMMi: le process area METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ • • L'elenco completo delle Process Area è il seguente: CAR - Causal Analysis and Resolution CM - Configuration Management DAR - Decision Analysis and Resolution IPM - Integrated Project Management +IPPD MA - Measurement and Analysis OID - Organizational Innovation and Deployment OPD - Organizational Process Definition +IPPD OPF - Organizational Process Focus OPP - Organizational Process Performance OT - Organizational Training PI - Product Integration PMC - Project Monitoring and Control PP - Project Planning PPQA - Process and Product Quality Assurance QPM - Quantitative Project Management RD - Requirements Development REQM - Requirements Management RSKM - Risk Management SAM - Supplier Agreement Management TS - Technical Solution VAL – Validation VER - Verification CMMI 1.2 Browser Portale per navigare entro la specifica dello standard Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 11 METODOLOGIE: CONTROLLO DI QUALITA’ Il CMMi: Browser 1.2 • CMMI 1.2 Browser Portale per navigare entro la specifica dello standard CMMI 1.2 (http://www.cmmi.de/cmmi_v1.2/browser.html?lang=en#hs:null) Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 12 6 FASE 3-4: PIANIFICAZIONE AZIONI E REVISIONE Dove siamo arrivati? • Siamo ora nella fase di attuazione. Il progetto è avviato. • A parte altre considerazioni di carattere generale e indicazioni di aiuto (riportate nello schema e che vedremo), in questa fase è importante controllare lo stato di avanzamento del progetto, costantemente (!). Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 13 FASE 3-4: PIANIFICAZIONE AZIONI E REVISIONE Controllo dello stato di progetto • MS Project rappresenta un valido aiuto per il controllo dello stato di avanzamento del progetto. • Controllare lo stato di avanzamento di progetto significa valutare le implicazioni temporali e quindi di costo o/e di risorse sul piano preventivato. • Ricordate che le tre variabili di cui sopra sono interdipendenti! A fronte di accadimenti che coinvolgono una o più variabili, si possono avere significative variazioni nel piano! • Supporti di interpretazione/documentazione: – 7 S di McKinsey (aiuto al PM per la valutazione qualitativa) – La tecnica del semaforo (per lo più documentazione interna e di supporto al PM) – Tabelle del punto di controllo (documentazione ufficiale/interna) • Vedremo anche come utilizzare versioni, baselines e altri strumenti in MS Project… Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 14 7 FASE 3-4: PIANIFICAZIONE AZIONI E REVISIONE Le 7 S di McKinsey Modello che propone di valutare l’impatto del cambiamento su sette fasi: • Strategia – visione e piano aziendale: si sente l’esigenza di ripianificare? • Sistemi – si prendano in considerazione i sistemi informativi ed i processi manuali: si è migliorati sufficientemente in efficienza? Dove si può migliorare ancora? • Staff – gli attori coinvolti hanno ormai familiarità con il cambiamento? Lo hanno accettato? (sia staff di progetto, sia chi è coinvolto nel cambiamento) • Skill – vi sono nuove esigenze di formazione? Vi sono/saranno nuovi skill da reclutare? • Stile – la comunicazione ha avuto gli effetti desiderati? L’utilizzo delle tecnologie è stato eccessivo? • Suddivisione – di cultura e etica: alcuni ruoli sono in conflitto con il nuovo assetto? • Struttura – analizzate le linee di reporting e gli ambiti: il processo è efficiente o vi sono ridondanze e duplicazioni? Il processo di decision-making è consolidato? (sia progetto, sia management) … ovviamente potete ampliare il significato delle domande in modo specifico. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 15 FASE 3-4: PIANIFICAZIONE AZIONI E REVISIONE La tecnica del semaforo Serve per schematizzare risultati attesi/ottenuti per il processo di decision-making: • Stilate un elenco di domande che valutano sia gli aspetti qualitativi, che di gruppo ed economici, organizzativi e di risultato di tutto il progetto o del task che state analizzando. • A ciascuna domanda assegnate un valore “semaforico”, ovvero: • Rosso = cosa non si deve più fare? (eventualmente definire azioni di reazione contingente) • Arancione = cosa bisogna portare a termine e concludere? (azioni preventive per evitare impatti negativi) • Verde = cosa è stato concluso bene? (fasi concluse e commenti) E’ un aiuto schematico per stilare documentazione intermedia. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 16 8 FASE 3-4: PIANIFICAZIONE AZIONI E REVISIONE Tabelle del punto di controllo • Utili per la stesura di documentazione intermedia e per la presentazione sintetica dei risultati raggiunti (e dello stato di avanzamento) • Da accludere alla documentazione di progetto. • Stilare una tabella di inizio progetto in cui sono evidenziate le milestone. • Ad ogni verifica intermedia (ufficiale o per valutazione da parte dep PM), compilare la tabella in cui per ogni milestone (nel senso di conclusione dell’attività) sia valutato il rispetto (confrontato a quanto stabilito nel piano) di: – – – – Qualità Costo Tempo Quantità (risorse, prodotti) • La tabella è utile sia al momento in cui avviene il controllo, per registrare i risultati ottenuti, sia all’inizio delle attività per stabilire, in caso di problemi, cosa potrebbe non funzionare, come e quando ve ne accorgerete e cosa farete per tamponare la situazione. Prof. R. Folgieri, Ing. PhD – Gestione e Organizzazione dei Progetti 17 9