Tesina realizzata da:
Adriano Trigona
Classe V Sezione B
Programmatori
Istituto Tecnico Commerciale e
per Geometri “E. Fermi”
A.S. 2007/2008
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Argomenti trattati
• I sogni di un piccolo borghese
• Italiano
• Storia
• Diritto
• Finanza
• Matematica
• Ragioneria
•Tecnica
• Informatica
• Inglese
Etimologia
Borghesia
Il piccolo
borghese
Origini
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• La parola deriva da borghi, cioè i quartieri sorti all'esterno delle mura che poi
venivano inglobati con il successivo allargamento cittadino. Il nome italiano
deriva dall'appellativo nel linguaggio usato nella Francia settentrionale, in alcune
zone della Germania e nelle Fiandre "burgenses" che divenne in francese
"bourgeois" e in tedesco "bürger". Nel parlare comune, i termini borghesia e
proletariato si riferiscono più in generale ai concetti di ricco e povero, e non più
specificamente a possessore o non possessore di mezzi di produzione.
Concezione comune
• Nel XX secolo alcune sottoclassi venivano indicate per precisare la definizione,
con l'alta borghesia composta dalle classi più ricche (industriali, grossi
commercianti, ecc.), una media borghesia (proprietari di patrimoni o redditi
solidi, ma meno ricchi dei precedenti), e una piccola borghesia composta da
artigiani, piccoli commercianti e coltivatori diretti con un reddito sufficiente per
essere anche (o ancora) consumatori. In questa visione, il proletariato sarebbe il
resto delle classi più basse (i poveri). Questa versione della parola borghesia
ignora completamente l'originale focalizzazione sulla proprietà dei mezzi di
produzione. Questa visione, comunque, non è comune a tutti gli economisti.
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• La borghesia emerse in luoghi e tempi diversi. Nell'Occidente europeo, e
soprattutto in Italia, la nascita di tale classe fu particolarmente precoce,
potendosi collegare allo sviluppo economico e sociale di età comunale (XII XIII secolo), mentre in alcuni paesi dell'Europa orientale una borghesia
propriamente detta iniziò svilupparsi solo nel corso del XIX secolo (e, in
alcuni casi, in forma incompleta, come ad esempio nella Russia zarista). In
linea generale si può affermare che il sorgere di tale classe è da considerarsi
un fenomeno urbano, legato allo sviluppo dei villaggi e delle borgate
medievali e alla propria trasformazione in città. Gli abitanti di tali centri
proto-urbani iniziarono a godere di un maggiore benessere economico in
relazione a coloro che vivevano nelle campagne circostanti. Tale benessere
diede loro un potere e una influenza maggiori all'interno della società,
avvicinandoli alla classe governante e al clero, e allontanandoli dalle classi
rurali. L'archetipo del primo borghese medievale fu, quasi certamente, il
proprietario del mulino, che acquisì rapidamente un'influenza notevole
sull'economia locale.
• Nei secoli seguenti, il termine venne meglio applicato per definire i primi
banchieri e le persone coinvolte nelle attività nascenti del commercio e della
finanza.
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•
Essere “Un borghese piccolo piccolo”
dalle grandi aspirazioni
Ho deciso di affrontare questa tematica, parafrasandomi
al titolo di un famoso film del grande uomo d’arte
Alberto Sordi, perché voglio avviare una riflessione sulla
borghesia, classe cristallizzata(chiusa) nel 900, nella sua
differenziazione: alta borghesia, costituita dai capitalisti
e da tutti coloro che hanno un potere economico e un
alto ruolo sociale; piccola borghesia, quella fascia di
scontenti che nel periodo del primo dopoguerra,
costituisce la base di consenso dei fascismi e che vede
realizzate nei sogni di imprese eroiche e
guerresche(partecipazione alle guerre mondiali) le
proprie aspirazioni di superamento di una vita
“mediocre”. Con questo mi sono voluto legare ad uno
dei più particolari e piccoli borghesi che sia riuscito ad
ergersi dalla massa grazie al suo superomismo.
D’annunzio certo è un grande poeta, notevole la
musicalità dei suoi versi (come dimostra la pioggia nel
pineto), tuttavia la sua vita sembra improntata proprio
alle aspirazioni di grandezza che sembrano derivare da
un complesso di inferiorità: essere un provinciale ed
economicamente uno studente a “stecchetto” e per
l’appunto un borghese piccolo piccolo.
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D’annunzio è un autore che può essere inserito in un
Contesto storico, filosofico e culturale riconducibile
tra
la fine dell’800 e gli inizi del 900.
» CONTESTO STORICO

I guerra mondiale

Il primo dopoguerra

Età dei totalitarismi
» CONTESTO CULTURALE

Decadentismo: movimento culturale che nasce a Parigi nel
1880 in opposizione al positivismo.
» CONTESTO FILOSOFICO

Intuizionismo e irrazionalismo di
Henri Bergson.
» Vita
» Poetica
L’Ordinamento Internazionale
Le relazioni tra gli stati formano la comunità internazionale e i loro rapporti
sono regolati dal diritto internazionale.
Nella comunità internazionale tutti gli stati sono sovrani e reciprocamente
indipendenti; le loro relazioni sono basate su un piano di parità in quanto non
c’è nessun potere superiore agli stati.
L’osservanza delle norme di diritto internazionale è affidata all’equilibrio di forze
che si stabilisce tra gli stati.
Le fonti del diritto internazionali sono:
 Le consuetudini sono norme di portata generale ( valgono per tutti gli stati ); la norma
consuetudinaria fondamentale stabilisce di rispettare i patti;
 I trattati sono accordi tra due o più stati ( valgono solo per gli stati che li hanno
sottoscritti). Quando l’accordo viene raggiunto viene sottoscritto da ciascuno stato.
Dopo la firma per avere efficacia è necessaria la ratifica.
La più importante organizzazione internazionale è l’ONU fondata nel 1945 (
fine seconda guerra mondiale ) con lo scopo di mantenere la pace e la
sicurezza tra gli stati. Attualmente aderiscono all’ONU 191 stati.
L’ONU ha sede a New York nel famoso “palazzo di vetro”
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I suoi organi sono:
 Assemblea generale: si riunisce una volta all’anno e tutti gli stati hanno diritto di voto;
 Consiglio di sicurezza: 10 stati eletti dall’assemblea generale, 5 membri permanenti ( USA,
Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina); questi ultimi hanno diritto di veto;
 Segretario generale: dirige l’apparato burocratico e cura le decisioni del consiglio di
sicurezza
 Corte di giustizia internazionale, composta da 15 giudici che giudicano sulle controversie
che insorgono tra gli stati sulla base delle norme del diritto internazionale. Ha sede all’Aia.
L’articolo 1 dello statuto affida all’ONU il compito:
1. di perseguire la composizione o la soluzione delle controversie tra stati che
potrebbero portare alla violazione della pace;
2. di prendere efficaci misure per pervenire e rimuovere le minacce alla pace e per
reprimere gli atti di aggressione.
Quando scoppia un conflitto il consiglio di sicurezza può prendere 2 tipi di misure
coercitive:
1. misure che comportano l’uso della forza militare( “caschi blu”);
2. misure che non comportano l’uso di forze militari;
Un aspetto importante dell’ONU riguarda la difesa dei diritti umani. Nel ’48 vi fu
l’approvazione della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
Nel ’98 è stata istituita la corte penale internazionale che giudica la persone che
commettono reati contro i diritti umani.
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L’azione dell’ONU si è rivelata ininfluente, infatti, oltre 100 conflitti si sono
sviluppati dalla nascita dell’organizzazione in cui l’ONU si è rivelata impotente.
La Costituzione italiana stabilisce all’art. 11 che:” l’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie Internazionali”
Gli stati nazionali sono ancora i principali soggetti politici, ma il loro potere non è
più sovrano come una volta.
L’azione dell’Onu a favore della cooperazione internazionale si esplica anche
attraverso numerose organizzazioni specializzate che hanno anch’esse
carattere universale.(vai al diagramma)
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Ricerca
Operativa
Programmazione
lineare
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Brevi cenni sulla Ricerca Operativa
La Ricerca Operativa (RO) consiste nell’applicazione di tecniche e metodi
finalizzati allo studio dei problemi riguardanti il miglioramento di attività
produttive e gestionali.
La Ricerca Operativa si distingue nelle seguenti fasi di studio del problema:
1.
Individuazione del problema
2.
Raccolta dati
3.
Costruzione di un modello
4.
Determinazione della soluzione
5.
Messa a punto e collaudo del modello della soluzione
6.
Interpretazione dei risultati
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Programmazione Lineare
Un problema di programmazione lineare non è altro che un problema di ricerca
di estremo ( massimo o minimo) per una funzione lineare sottoposta a vincoli
lineari.
La funzione può presentare due o più variabili.
Si ha un problema di programmazione lineare quando, data una funzione
lineare di due variabili, si cerca il massimo (minimo) subordinatamente
all’esistenza di:
a)
Vincoli di segno; x>=0; y>=0;
b)
Altri vincoli lineari espressi sotto forma di disequazioni deboli: sono i vincoli
tecnici;
I vincoli limitano la ricerca dei valori di x e y che rendono massima(minima) la
funzione in una determinata regione del piano;
I vincoli tecnici definiscono il campo di scelta.
Risoluzione del problema:

Si definisce il campo di scelta;

Si determinano le coordinate dei vertici del poligono che rappresenta il campo di
scelta;

Si calcola il valore che la funzione assume in ciascun vertice;

Si confrontano i valori che la funzione assume nei vertici: il valore
massimo(minimo) fra questi fornisce il valore massimo(minimo) assoluto della
funzione.
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In un problema di programmazione lineare il massimo(minimo) si trova in un
vertice del campo di scelta.
Puntualizzazioni fondamentali:
1.
Il fatto che in un problema di programmazione lineare il massimo(minimo) si trovi in
un vertice è di enorme importanza: il problema di programmazione lineare, che di per
sé è un problema continuo, diviene un problema discreto.
2.
Il campo di scelta è rappresentato da un poligono chiuso e quindi si ha certamente un
vertice di massimo e uno di minimo. Quando si ha un poligono aperto non si ha la
certezza di avere un massimo o un minimo
3.
Un poligono è convesso se, presi due punti qualsiasi interni ad esso, il segmento che
congiunge i due punti giace per interno all’interno del poligono stesso. In caso
contrario il poligono si dice concavo.
4.
Nei problemi di programmazione lineare il poligono chiuso è anche convesso
Grazie alla rappresentazione grafica è molto semplice individuare con rapidità e
in maniera abbastanza agevole i vertici fra i quali deve essere ricercato il
massimo(minimo).
Caratterizzazione dei vertici:
•
vertice del campo di scelta è qualsiasi punto in cui due vincoli sono realizzati sotto
forma di uguaglianza e i restanti sotto forma di disuguaglianza;
•
perché in un vertice, inteso come punto di intersezione fra le rette rappresentative di
due vincoli, sia accettabile come vertice del campo di scelta occorre che esso soddisfi,
con le sue coordinate, tutti gli altri vincoli sotto forma di disuguaglianze.
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Se, invece, non si rappresenta il campo di scelta:
•
ci si trova a dover risolvere un numero maggiore di sistemi;
•
occorre, quindi, fare le opportune verifiche per accertare quali sono i vertici del
campo di scelta
Quando vi sono più di due variabili si hanno due problemi:
1.
Al crescere del numero delle variabili la rappresentazione grafica del campo di
scelta diventa praticamente impossibile
2.
Mancando il supporto della rappresentazione grafica del campo di scelta
l’individuazione dei vertici richiede un lavoro proibitivo;
Queste difficoltà possono essere superate con il metodo del simplesso.
C’è un caso in cui un problema a m variabili può essere ricondotto al caso a
due variabili: quando uno dei vincoli è un uguaglianza(condizione
fondamentale):
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Metodo del Simplesso
Poiché in un problema di programmazione lineare la funzione obiettivo e i
vincoli sono lineari e la regione ammissibile come campo di scelta è convessa,
se un vertice è migliore dei vertici a esso adiacenti allora quel vertice è
certamente l’ottimo fra tutti i vertici accettabili.
Il simplesso non fa altro che esaminare alcuni vertici confrontandoli con quelli
adiacenti. Ciò in base al seguente algoritmo:
1.
Si considera un vertice iniziale accettabile (di solito, l’origine);
2.
Si confronta il vertice prescelto con quelli a esso adiacenti;
3.
Se fra i vertici adiacenti se ne trova uno migliore si prende in considerazione
quest’ultimo e si ripete il confronto con i vertici a esso adiacenti;
4.
In caso contrario l’ultimo vertice considerato è quello ottimo;
In ogni caso l’algoritmo va precisato come segue:
1.
Si trova un vertice. A tale scopo occorre risolvere uno dei sistemi di un equazione
corrispondenti ad altrettanti vincoli: la soluzione trovata deve soddisfare tutti gli altri
vincoli. Quindi si calcola il valore della funzione obiettivo nel vertice trovato
2.
Si passa a un altro vertice, sostituendo uno solo dei vincoli già presi in
considerazione. A questo proposito occorre decidere quale vincolo abbandonare e
quale nuovo vincolo imporre.
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I Fidi Bancari
Il fido bancario è l’importo massimo di credito che una banca
concede, sotto
qualunque forma, a un cliente che ne ha fatto richiesta, dopo
averne accertato
le capacità reddituali, la consistenza patrimoniale e le doti
morali
Il fido può essere generale, particolare, diretto, indiretto:
 generale, indica la cifra massima a disposizione del cliente a
seconda delle sue necessità;
 particolare, quando per ogni tipo di operazione viene
indicato distintamente l’importo disponibile;
 diretto, quando il credito viene utilizzato direttamente dal
cliente che ne ha fatto richiesta;
 indiretto, quando il cliente ottiene di poter cedere alla banca
i propri crediti verso terzi;
Le garanzie fornite dai clienti affidati alle banche sono personali
o reali;
 personali, queste garanzie danno alla banca la possibilità, in
caso di inadempienza dell’affidato, di rivalersi sull’intero
patrimonio del soggetto garante;
 reali, danno al creditore il diritto di prelazione sui beni
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specifici oggetto di pegno o ipoteca;
I fidi bancari si suddividono in fidi assistiti da garanzie reali e fidi basati su
elementi personali. Sotto il profilo del “rischio” i fidi basati su elementi personali
vengono distinti in:
a)
fidi in bianco o a pieno rischio;
b)
fidi a rischio ridotto;
I fidi basati su elementi personali sono spesso assistiti da garanzie giuridiche di
tipo personale da terze persone.
Secondo le modalità di utilizzo abbiamo:

fido di cassa che si suddivide in:
a)
auto liquidante;
b)
a scadenza;
c)
a revoca;

a)
b)
fido di firma che si suddivide in:
garanzia per operazioni commerciali;
garanzia per operazioni finanziarie;
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Nella concessione dei fidi le banche devono rispettare i principi della limitazione
quantitativa e del frazionamento dei rischi, contenendo i singoli affidamenti,
entro limiti inferiori a quelli attribuiti ai richiedenti in base alle loro capacità
reddittuali e alle loro consistenze patrimoniali e accordando crediti a un gran
numero di clienti, il più possibile diversificati per settori economici e area
geografica.
I criteri standard per la valutazione della situazione economica e finanziaria
dell’impresa sono:
 tipo di azienda e suo business;
 finalità del finanziamento;
 capacità di rimborso;
 importo da investire nell’iniziativa;
 garanzie e altre forme di attenuazione del rischio;
 precedenti relazioni tra banca e richiedente;
Le banche sono obbligate a tenere un libro dei fidi.
I fidi concessi possono essere utilizzati in maniera diversa; infatti bisogna
distinguere:
a) il fido potenziale;
b) il fido accordato;
c) il fido utilizzato;
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I fidi accordati vengono periodicamente
revisionati dalla banca.
Lo scarto tra l’ammontare dei fidi accordati e
quello dei fidi utilizzati costituisce un grosso
problema per il sistema bancario perché
costringe le banche a conservare riserve di
liquidità in eccesso per essere
in grado di fronteggiare le imprevedibili richieste
di utilizzo.
Il perché della Centrale dei rischi
Prendono il nome di fidi multipli gli affidamenti
accordati a uno stesso nominativo da più
banche, le une all’insaputa delle altre.
Per questo è stata istituita la Centrale dei rischi
che è un sistema informativo che vigila sulla Banca
Banca d’Italia e consente di conoscere le
eventuali posizioni dei debitori e se i clienti
abbiano ottenuto verso le altre banche e verso gli altri
Intermediari finanziari altre concessioni di fidi.
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•
•
•
•
The International Road Consignment Note
The Railway Consignment Note
The Bill of Lading
The Air Waybill
Transports documents
The International Road Consignment Note
serves as:
 a receipt for the goods
 a contract of carriage between the consignor and the
carriers
It contains:
 details about the consignor, carriers and consignee;
 a description of the goods;
 details about deliver.
The Railway Consignment Note is a
document stating that the goods have been
handed over to the rail authorities. It is
issued at a local railway station.
It contains:
 the names and addresses of the consignee;
 the consignor and both stations;
 a description of the cargo;
 the carriage charges.
The Bill of Lading is:

a document of title. The consignee does not receive a
copy of the B/L until he has paid for the good;

a receipt for the goods;

A contract by the shipping company to carry the goods
to their port of destination.
The are two types of B/L:
1. a clean B/L(senza riserva)
when the carrier states that
the goods were received in
a good conditions;
2. A foul B/L(con riserva)
when the carrier states that
the goods were not received
in a good conditions.
The Air Waybill is a consignment note for goods
trasported by air. It serves as:
 a receipt from the airline acknowledging that it has
received the consignment from the shipper;
 a customs declaretion

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