la Repubblica LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010 ■ 32 la Repubblica R2AUTOMOTORI @ LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010 Arriva a settembre una delle auto più attese. Per la casa di Ingolstadt è l’ennesima scommessa con il mercato. Intervista al responsabile mondiale delle vendite che racconta i segreti degli ultimi successi PER SAPERNE DI PIÙ www.audi.it www.suzuki.it ■ 33 Domani con Repubblica Avanti Il modello Berlinetta a tre porte, l’Audi A1 riprende il design sportivo e le caratteristiche dei modelli del marchio, a cominciare dalla grande calandra e dalla linea laterale con tetto arcuato È lunga 3 metri e 95. Tra i motori a disposizione al lancio di settembre il 1.2 e 1.4 TFSI da 86 e 122 Cv e il turbodiesel da 105 Cv piccola MASSIMO NASCIMBENE rmai le piccole d’élite non sono più una novità. La Mini prima, la 500 poi, hanno spianato la strada a una formula in cui l’immagine viene prima delle dimensioni. Una formula che mette d’accordo tutti, i clienti che possono vantare il possesso di una compatta “urban chic”, i costruttori che in questo modo riescono a spuntare prezzi altrimenti impensabili. Al punto che per essere della partita qualcuno si è persino inventato un marchio ad hoc, come ha fatto Citroen con la DS. Può sorprendere, casomai, che l’Audi abbia deciso di buttarsi nella mischia mettendo in gioco il suo, di marchio, con tutto il prestigio che è riuscito a costruirsi nell’ultimo quarto di secolo. Oggetto dell’operazione la A1, inedita berlinetta a tre porte che in meno di quattro metri riesce peraltro a condensare contenuti e livelli qualitativi che non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi Audi. Ovviamente non costa poco, da 16.800 a poco più di 22 mila euro, ma se non altro occorre riconoscere che qui i soldi spesi si vedono: dentro e fuori, a dimostrazione che il ricorso a un’architettura condivisa (nel caso, quella della Volkswagen Polo) non costringe necessariamente i designer a mortificanti O Nessun compromesso dal design ai motori I tedeschi provano a mettere d’accordo immagine e praticità compromessi. I tratti distintivi delle vetture di Ingolstadt ci sono tutti: dalla forma del padiglione alla calandra single frame, al taglio della fanaleria posteriore, ovviamente con le opportune rivisitazioni di dettaglio. Dalla loro miscela con la piccola scala della A1 è uscita un’immagine premiante quanto proporzionata, e senza bisogno di ricorrere a particolari trucchi estetici: l’unica civetteria viene dalla possibile verniciatura a contrasto degli archi che disegnano il padiglione. Anche all’interno non mancano le ormai abituali alternative cromatiche per più di un elemento decorativo, in un ambiente i cui connotati, ancora una volta, riflettono abitudini e tradizioni Audi: qualità dei ma- Una guida e i consigli per le vacanze in automobile alla vigilia delle ferie estive. I modelli più adatti le ultime novità e i controlli da fare prima di partire Sfida Audi, nel mirino c’è la Mini Debutta l’A1, la nuova “Urban chic” pronta a stupire teriali, precisione degli accoppiamenti e attenzione al dettaglio finiscono per mandare sostanzialmente a vuoto la caccia all’imperfezione. Oltre a premiare l’occhio, l’abitacolo non lesina sugli spazi: la larghezza basta e avanza per non far litigare i gomiti di guidatore e passeggero e la zona posteriore, pur un po’ critica da raggiungere, assicura una sistemazione più che decorosa per due persone. Per finire, qui anche il bagagliaio è de- La giapponese a è un face-lift o una macchina nuova? La domanda è pertinente considerando che a un normale osservatore la nuova Swift appare a prima vista come un’evoluzione, e nemmeno tanto spinta, del modello attuale: stessa impostazione stilistica, stessi motori, stesse dimensioni, a meno di pochi millimetri di aggiustamenti qua e là. Ebbene, questa è la strada scelta dalla Suzuki per esprimere un concetto che equivale al classico “modello che vince non si cambia” e che in questo caso i giapponesi amano definire con lo slogan “più Swift”. Evolvere un’auto di successo è più facile che dover fare rivoluzioni ma espone al rischio di non far vedere fino in fondo i passi avanti e il lavoro che sta dietro. In questo M gno di questo nome, a dimostrazione che non è così impossibile mettere d’accordo immagine e praticità. Allo stesso modo, su strada si ritrova un eccellente equilibrio fra comfort e piacere di guida: silenziosa a ogni andatura e con qualsiasi motore, bene assistita da sospensioni che pure non escono dagli schemi che vanno per la maggiore in questa classe, Il listino La nuova A1 arriverà sul mercato italiano a partire dal prossimo settembre (la prevendita è già iniziata). Il listino parte da 16.800 euro per la versione 1.2 TFSI Attraction da 86 Cv per arrivare a 22 mila per la 1.6 TDI da 105 Cv nell’allestimento Ambition la piccola Audi risulta brillante e precisa senza richiedere particolare impegno a chi guida. Riesce anche a rendere al meglio il tanto sbandierato concetto di downsizing: il piccolo 1200 turbo a iniezione diretta assicura grande fluidità di impiego e prestazioni adeguate a un impiego universale, e non meramente cittadino. Andando più su, si trova un più pimpante 1400 (sempre con turbo e iniezione diretta) e soprattutto un 1600 turbodie- sel altrettanto deciso nella spinta, oltre che forte in economia. Nella circostanza, consumi e prestazioni beneficiano dell’abbinamento con un corpo vettura relativamente leggero, altra quadratura del cerchio riuscita agli uomini di Ingolstadt: mettere assieme eleganza formale e contenuti di valore senza sovraccaricare all’eccesso la vettura. La A1 sarà in vendita da settembre: due allestimenti, una lunga lista di opzioni e la sola carrozzeria a tre porte. Ma è soltanto questione di tempo: poi anche lei avrà la sua Sportback, a cinque porte, ennesimo elemento di una famiglia Audi destinata a espandersi in tutte le direzioni, nell’ormai ben avviata rincorsa al primato fra le marche d’élite. © RIPRODUZIONE RISERVATA E quella Suzuki è sempre più Swift caso poi l’atteggiamento conservatore è giustificato anche dal fatto che per il marchio giapponese la Swift è a tutti gli effetti un modello globale, prodotto in ben sei stabilimenti distribuiti fra Europa e Asia. Meglio quindi mantenere quella formula e quel delicato equilibrio che ha consentito di venderne già 4.200.000 esemplari tutto il mondo (60.000 in Italia dal 2005 ad oggi). Con i suoi 3 metri e 85 e una larghezza sotto il metro e settanta, la nuova Swift rimane una delle vetture più compatte della sua categoria con un’abitabilità di conseguenza, il che significa offrire quello che serve a una cinque porte razionale e senza ab- bondanza, con un bagagliaio che nella configurazione a 5 posti è limitato a 211 litri (che diventano più di 900 abbattendo i sedili posteriori). La vocazione globale giustifica poi soluzioni stilistiche e costruttive di qualità ma più semplici che spettacolari, proprio per andare bene per qualsiasi mercato e qualsiasi impianto produttivo. Il “più Swift” è quindi riferito all’affinamento del design, al miglioramento della guidabilità, delle caratteristiche dinamiche e alla maggiore efficienza generale che si traduce in una consistente riduzione dei consumi e delle emissioni di CO2. Il miglioramento più significativo riguarda il motore 1200 Euro5 a fasatura variabile, ora equipaggiato (a richiesta) con sistema Stop&Start, che vede il consumo medio passare da 5,8 a 5 litri/100 km e le emissioni di CO2 da 140 a 116 gr/km. Migliora anche il diesel 1300, analogo al piccolo Fiat Multijet e prodotto su licenza in India, che passa da 4,5 a 4,2 litri/100 km. L’evoluzione non semplicemente numerica è percepibile attraverso la Le rivali “Siamo noi il vertice della tecnologia nel 2015 al comando del settore premium” DANIELE P.M. PELLEGRINI © RIPRODUZIONE RISERVATA er un marchio come Audi la decisione di entrare sul mercato delle “piccole” rappresenta una mossa coraggiosa e una spia della aggressività della strategia di mercato in atto nell’intero gruppo Volkswagen. Allo stesso tempo viene da chiedersi se un modello numericamente significativo come la A1 possa avere conseguenze sui delicati equilibri fra i diversi brand e il loro ruolo nei vari mercati. Ecco come risponde Peter Schwarzenbauer, membro del board del gruppo e responsabile marketing & sales di Audi: «È un po’ il segreto del gruppo Volkswagen. Fondamentalmente si basa sull’autonomia di ciascun brand, il che significa essere completamente indipendenti nel gestire le proprie strategie. Ovviamente si usufruisce di basi tecnologiche comuni, ma non esiste un ruolo e una dinamica rigidamente definite, ciascuno decide nella piena consapevolezza delle proprie possibilità e dei valori del proprio marchio». Con la A1 cambia la strategia di marketing Audi? «È un modello a sé e quindi cambia anche la comunicazione; sarebbe un errore trattare la A1 come le altre Audi. Recentemente abbiamo presentato la A8 e ora la A1, cambia tutto: il P Sono due le principali rivali della nuova Audi A1: la Mini e la nuova Citroen DS3. In quanto modello piccolo e d’élite si può inserire nella lista anche la Fiat 500 Affari & Finanza maggior cura dei dettagli, l’attenzione alla sicurezza (Esp e 7 airbag di serie) e l’affinamento delle sospensioni che rendono la guida più piacevole ed efficace. Con il lancio commerciale previsto per settembre, alla Suzuki non si sbilanciano sui prezzi che dovrebbero comunque restare allineati con quelli attuali (da 12.700 euro), tranne probabilmente un incremento del gap fra i motori a benzina e diesel a causa del maggior costo della configurazione Euro5 di quest’ultimo che è equipaggiato di filtro antiparticolato. Ovviamente questa è la partenza della nuova generazione che in futuro vedrà la 1600 Sport e una probabile versione ibrida attualmente allo studio. (d. p. m. p.) L’intervista Il nuovo piano Iveco e la scommessa cinese Su Affari & Finanza, in edicola oggi con Repubblica, i nuovi piani dell’Iveco con un’intervista al suo ad, Paolo Monferino. Gli accordi con la Cina e le possibili nuove alleanze Peter Schwarzenbauer Sarebbe un errore trattare questo modello come gli altri. Qui cambia tutto, il target, il linguaggio, gli eventi... Peter Schwarzenbauer (Audi) target, il linguaggio, gli eventi...» E l’immagine di marca? «C’è un lavoro generale di immagine sul brand, legato a varie attività, dallo sci alla vela, dal golf alla 24 Ore di Le Mans, ma la comunicazione di ciascun modello deve essere specifica. Il caso A1 e un esempio di inizio tempestivo, un’operazione a tappeto pensata con largo anticipo prendendo in considerazione tutti i media, compresi i social network come Twitter o Facebook, dove si sono registrati 25.000 fan; l’anteprima sul sito dedicato ha raccolto 4 milioni e mezzo di visite». Ma un’Audi piccola non è un po’ meno Audi? «Questa è un Audi in tutto e per tutto: ha un design progressivo, eccellenza tecnologi- ca, gli stessi materiali e le stesse soluzioni delle grandi Audi». Le annunciate 80.000 A1 all’anno sono un bel contributo alla crescita globale; questo comporterà anche una evoluzione del ruolo del marchio nel gruppo? «Abbiamo il compito di rappresentare il vertice della tecnologia e questo rimarrà; è comunque vero che dobbiamo avere la capacità di reinventarci in funzione dei tempi, per questo dobbiamo essere molto aperti a tutti i mutamenti della società e non solo nel mondo dell’automobile». Per esempio? «Bisogna saper pensare oltre l’auto, tenere in considerazione la sensibilità della gente nei confronti di problemi globali come l’utilizzo delle materie prime, il riciclaggio, soprat- tutto tutto quello che riguarda l’energia; tutte queste cose entreranno sempre di più nell’immagine Audi». L’immagine di Audi è omogenea ma il successo non è uguale ovunque. Perché? «È vero, la percezione è effettivamente omogenea ma il grado di notorietà non è sempre uguale e ci sono situazioni diverse: ci sono aree dove c’è una elevata qualità delle vendite ma volumi bassi; è un processo molto complesso, da costruire giorno per giorno e mercato per mercato». La A1 aiuta? Sì, perché è un modello nuovo, che si rivolge a un target nuovo, ci aprirà nuovi spazi fra i giovani». Cosa pensa dei risultati nel nostro Paese? «In Italia il gruppo Volkswagen ha fatto un lavoro eccellente e l’immagine Audi è molto alta; c’è stato un grande impegno nello sviluppo della rete, con ottimi risultati anche sulla customer satisfaction; nel 2009 Audi è diventato il primo dei marchi premium e la A1 migliorerà ancora le cose». Essere primi nel settore non basta? «Consideriamo il risultato italiano come un punto di partenza, nel 2015 vogliamo essere i primi del settore premium in tutto il mondo». © RIPRODUZIONE RISERVATA