la Repubblica
LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010
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la Repubblica
R2AUTOMOTORI
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LUNEDÌ 28 GIUGNO 2010
Arriva a settembre una delle auto più attese. Per la casa di Ingolstadt è
l’ennesima scommessa con il mercato. Intervista al responsabile
mondiale delle vendite che racconta i segreti degli ultimi successi
PER SAPERNE DI PIÙ
www.audi.it
www.suzuki.it
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Domani con Repubblica
Avanti
Il modello
Berlinetta a tre porte, l’Audi A1 riprende il
design sportivo e le caratteristiche dei
modelli del marchio, a cominciare dalla
grande calandra e dalla linea laterale con
tetto arcuato È lunga 3 metri e 95. Tra i
motori a disposizione al lancio di
settembre il 1.2 e 1.4 TFSI da 86 e 122 Cv
e il turbodiesel da 105 Cv
piccola
MASSIMO NASCIMBENE
rmai le piccole d’élite
non sono più una novità. La Mini prima, la
500 poi, hanno spianato la strada a una formula in cui
l’immagine viene prima delle dimensioni. Una formula che mette d’accordo tutti, i clienti che
possono vantare il possesso di
una compatta “urban chic”, i costruttori che in questo modo riescono a spuntare prezzi altrimenti impensabili. Al punto che
per essere della partita qualcuno
si è persino inventato un marchio ad hoc, come ha fatto Citroen con la DS.
Può sorprendere, casomai,
che l’Audi abbia deciso di buttarsi nella mischia mettendo in gioco il suo, di marchio, con tutto il
prestigio che è riuscito a costruirsi nell’ultimo quarto di secolo.
Oggetto dell’operazione la A1,
inedita berlinetta a tre porte che
in meno di quattro metri riesce
peraltro a condensare contenuti
e livelli qualitativi che non hanno nulla da invidiare a quelli delle grandi Audi. Ovviamente non
costa poco, da 16.800 a poco più
di 22 mila euro, ma se non altro
occorre riconoscere che qui i soldi spesi si vedono: dentro e fuori,
a dimostrazione che il ricorso a
un’architettura condivisa (nel
caso, quella della Volkswagen
Polo) non costringe necessariamente i designer a mortificanti
O
Nessun compromesso
dal design ai motori
I tedeschi provano
a mettere d’accordo
immagine e praticità
compromessi.
I tratti distintivi delle vetture
di Ingolstadt ci sono tutti: dalla
forma del padiglione alla calandra single frame, al taglio della
fanaleria posteriore, ovviamente con le opportune rivisitazioni
di dettaglio. Dalla loro miscela
con la piccola scala della A1 è
uscita un’immagine premiante
quanto proporzionata, e senza
bisogno di ricorrere a particolari
trucchi estetici: l’unica civetteria
viene dalla possibile verniciatura a contrasto degli archi che disegnano il padiglione.
Anche all’interno non mancano le ormai abituali alternative
cromatiche per più di un elemento decorativo, in un ambiente i cui connotati, ancora
una volta, riflettono abitudini e
tradizioni Audi: qualità dei ma-
Una guida e i consigli per le vacanze in automobile
alla vigilia delle ferie estive. I modelli più adatti
le ultime novità e i controlli da fare prima di partire
Sfida Audi, nel mirino c’è la Mini
Debutta l’A1, la nuova “Urban chic” pronta a stupire
teriali, precisione degli accoppiamenti e attenzione al dettaglio finiscono per mandare sostanzialmente a vuoto la caccia
all’imperfezione. Oltre a premiare l’occhio, l’abitacolo non
lesina sugli spazi: la larghezza
basta e avanza per non far litigare i gomiti di guidatore e passeggero e la zona posteriore, pur un
po’ critica da raggiungere, assicura una sistemazione più che
decorosa per due persone. Per finire, qui anche il bagagliaio è de-
La giapponese
a è un face-lift o una
macchina nuova? La
domanda è pertinente considerando che a
un normale osservatore la nuova
Swift appare a prima vista come
un’evoluzione, e nemmeno tanto
spinta, del modello attuale: stessa
impostazione stilistica, stessi motori, stesse dimensioni, a meno di
pochi millimetri di aggiustamenti
qua e là. Ebbene, questa è la strada scelta dalla Suzuki per esprimere un concetto che equivale al
classico “modello che vince non si
cambia” e che in questo caso i
giapponesi amano definire con lo
slogan “più Swift”.
Evolvere un’auto di successo è
più facile che dover fare rivoluzioni ma espone al rischio di non far
vedere fino in fondo i passi avanti
e il lavoro che sta dietro. In questo
M
gno di questo nome, a dimostrazione che non è così impossibile
mettere d’accordo immagine e
praticità.
Allo stesso modo, su strada si
ritrova un eccellente equilibrio
fra comfort e piacere di guida: silenziosa a ogni andatura e con
qualsiasi motore, bene assistita
da sospensioni che pure non
escono dagli schemi che vanno
per la maggiore in questa classe,
Il listino
La nuova A1 arriverà sul mercato italiano a
partire dal prossimo settembre (la prevendita
è già iniziata). Il listino parte da 16.800 euro
per la versione 1.2 TFSI Attraction da 86 Cv
per arrivare a 22 mila per la 1.6 TDI da 105 Cv
nell’allestimento Ambition
la piccola Audi risulta brillante e
precisa senza richiedere particolare impegno a chi guida. Riesce anche a rendere al meglio il
tanto sbandierato concetto di
downsizing: il piccolo 1200 turbo a iniezione diretta assicura
grande fluidità di impiego e prestazioni adeguate a un impiego
universale, e non meramente
cittadino. Andando più su, si trova un più pimpante 1400 (sempre con turbo e iniezione diretta)
e soprattutto un 1600 turbodie-
sel altrettanto deciso nella spinta, oltre che forte in economia.
Nella circostanza, consumi e
prestazioni beneficiano dell’abbinamento con un corpo vettura
relativamente leggero, altra quadratura del cerchio riuscita agli
uomini di Ingolstadt: mettere assieme eleganza formale e contenuti di valore senza sovraccaricare all’eccesso la vettura.
La A1 sarà in vendita da settembre: due allestimenti, una
lunga lista di opzioni e la sola carrozzeria a tre porte. Ma è soltanto questione di tempo: poi anche
lei avrà la sua Sportback, a cinque porte, ennesimo elemento
di una famiglia Audi destinata a
espandersi in tutte le direzioni,
nell’ormai ben avviata rincorsa
al primato fra le marche d’élite.
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E quella Suzuki è sempre più Swift
caso poi l’atteggiamento conservatore è giustificato anche dal fatto che per il marchio giapponese
la Swift è a tutti gli effetti un modello globale, prodotto in ben sei
stabilimenti distribuiti fra Europa
e Asia. Meglio quindi mantenere quella formula e
quel delicato equilibrio che ha consentito di venderne già
4.200.000
esemplari
tutto
il
mondo
(60.000 in
Italia dal
2005 ad
oggi).
Con i
suoi 3
metri e
85 e una larghezza sotto il metro e
settanta, la nuova Swift rimane
una delle vetture più compatte
della sua categoria con un’abitabilità di conseguenza, il che significa offrire quello che serve a una
cinque porte razionale e senza ab-
bondanza, con un bagagliaio che
nella configurazione a 5 posti è limitato a 211 litri (che diventano
più di 900 abbattendo i sedili posteriori). La vocazione globale
giustifica poi soluzioni stilistiche e
costruttive di qualità ma più semplici che spettacolari, proprio
per andare bene per qualsiasi mercato e qualsiasi impianto
produttivo.
Il “più Swift” è quindi riferito all’affinamento del design, al miglioramento della guidabilità,
delle caratteristiche dinamiche e
alla maggiore efficienza generale
che si traduce in una consistente
riduzione dei consumi e delle
emissioni di CO2. Il miglioramento più significativo riguarda il motore 1200 Euro5 a fasatura variabile, ora equipaggiato (a richiesta)
con sistema Stop&Start, che vede
il consumo medio passare da 5,8 a
5 litri/100 km e le emissioni di
CO2 da 140 a 116 gr/km.
Migliora anche il diesel
1300, analogo al piccolo
Fiat Multijet e prodotto su
licenza in India, che passa
da 4,5 a 4,2 litri/100 km.
L’evoluzione non semplicemente numerica è
percepibile attraverso la
Le rivali
“Siamo noi il vertice della tecnologia
nel 2015 al comando del settore premium”
DANIELE P.M. PELLEGRINI
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er un marchio come
Audi la decisione di entrare sul mercato delle
“piccole” rappresenta
una mossa coraggiosa e una
spia della aggressività della
strategia di mercato in atto nell’intero gruppo Volkswagen.
Allo stesso tempo viene da
chiedersi se un modello numericamente significativo come
la A1 possa avere conseguenze
sui delicati equilibri fra i diversi brand e il loro ruolo nei vari
mercati. Ecco come risponde
Peter Schwarzenbauer, membro del board del gruppo e responsabile marketing & sales
di Audi: «È un po’ il segreto del
gruppo Volkswagen. Fondamentalmente si basa sull’autonomia di ciascun brand, il che
significa essere completamente indipendenti nel gestire le
proprie strategie. Ovviamente
si usufruisce di basi tecnologiche comuni, ma non esiste un
ruolo e una dinamica rigidamente definite, ciascuno decide nella piena consapevolezza
delle proprie possibilità e dei
valori del proprio marchio».
Con la A1 cambia la strategia di marketing Audi?
«È un modello a sé e quindi
cambia anche la comunicazione; sarebbe un errore trattare
la A1 come le altre Audi. Recentemente abbiamo presentato
la A8 e ora la A1, cambia tutto: il
P
Sono due le principali rivali
della nuova Audi A1: la Mini
e la nuova Citroen DS3.
In quanto modello piccolo
e d’élite si può inserire
nella lista anche la Fiat 500
Affari & Finanza
maggior cura dei dettagli, l’attenzione alla sicurezza (Esp e 7 airbag
di serie) e l’affinamento delle sospensioni che rendono la guida
più piacevole ed efficace. Con il
lancio commerciale previsto per
settembre, alla Suzuki non si sbilanciano sui prezzi che dovrebbero comunque restare allineati con
quelli attuali (da 12.700 euro),
tranne probabilmente un incremento del gap fra i motori a benzina e diesel a causa del maggior costo della configurazione Euro5 di
quest’ultimo che è equipaggiato
di filtro antiparticolato. Ovviamente questa è la partenza della
nuova generazione che in futuro
vedrà la 1600 Sport e una probabile versione ibrida attualmente allo studio.
(d. p. m. p.)
L’intervista
Il nuovo piano Iveco
e la scommessa cinese
Su Affari & Finanza, in edicola
oggi con Repubblica, i nuovi
piani dell’Iveco con
un’intervista al suo ad, Paolo
Monferino. Gli accordi
con la Cina e le possibili
nuove alleanze
Peter Schwarzenbauer
Sarebbe un errore
trattare questo modello
come gli altri. Qui
cambia tutto, il target,
il linguaggio, gli
eventi...
Peter Schwarzenbauer (Audi)
target, il linguaggio, gli eventi...»
E l’immagine di marca?
«C’è un lavoro generale di
immagine sul brand, legato a
varie attività, dallo sci alla vela,
dal golf alla 24 Ore di Le Mans,
ma la comunicazione di ciascun modello deve essere specifica. Il caso A1 e un esempio
di inizio tempestivo, un’operazione a tappeto pensata con
largo anticipo prendendo in
considerazione tutti i media,
compresi i social network come Twitter o Facebook, dove si
sono registrati 25.000 fan; l’anteprima sul sito dedicato ha
raccolto 4 milioni e mezzo di
visite».
Ma un’Audi piccola non è
un po’ meno Audi?
«Questa è un Audi in tutto e
per tutto: ha un design progressivo, eccellenza tecnologi-
ca, gli stessi materiali e le stesse soluzioni delle grandi Audi».
Le annunciate 80.000 A1 all’anno sono un bel contributo
alla crescita globale; questo
comporterà anche una evoluzione del ruolo del marchio
nel gruppo?
«Abbiamo il compito di rappresentare il vertice della tecnologia e questo rimarrà; è comunque vero che dobbiamo
avere la capacità di reinventarci in funzione dei tempi, per
questo dobbiamo essere molto aperti a tutti i mutamenti
della società e non solo nel
mondo dell’automobile».
Per esempio?
«Bisogna saper pensare oltre l’auto, tenere in considerazione la sensibilità della gente
nei confronti di problemi globali come l’utilizzo delle materie prime, il riciclaggio, soprat-
tutto tutto quello che riguarda
l’energia; tutte queste cose entreranno sempre di più nell’immagine Audi».
L’immagine di Audi è omogenea ma il successo non è
uguale ovunque. Perché?
«È vero, la percezione è effettivamente omogenea ma il
grado di notorietà non è sempre uguale e ci sono situazioni
diverse: ci sono aree dove c’è
una elevata qualità delle vendite ma volumi bassi; è un processo molto complesso, da costruire giorno per giorno e
mercato per mercato».
La A1 aiuta?
Sì, perché è un modello nuovo, che si rivolge a un target
nuovo, ci aprirà nuovi spazi fra
i giovani».
Cosa pensa dei risultati nel
nostro Paese?
«In Italia il gruppo Volkswagen ha fatto un lavoro eccellente e l’immagine Audi è molto
alta; c’è stato un grande impegno nello sviluppo della rete,
con ottimi risultati anche sulla
customer satisfaction; nel
2009 Audi è diventato il primo
dei marchi premium e la A1 migliorerà ancora le cose».
Essere primi nel settore non
basta?
«Consideriamo il risultato
italiano come un punto di partenza, nel 2015 vogliamo essere i primi del settore premium
in tutto il mondo».
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