numero doppio LUGLIO/AGOSTO 2011 – OshoTimes + Nel mondo ma non del mondo € 19,00
Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abbon. Postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Varese
180
IL TIRO CON L’ARCO
kyudo: zen in azione
ALLE ORIGINI DEL FIUME
meditazione nella
natura
www.osho.com
la fragranza,
la visione
momenti di luce
con osho
paese, ogni società,
ha una struttura differente, che va molto
in profondità, tanto in profondità
che arrivi a credere che sia la tua
natura. E nessuno ti insegna a scavare dentro di te. L’intera società ti
insegna che quello sei tu! È tutto
un condizionamento. L’essenza del
lavoro spirituale consiste nel tentativo di decondizionarti. Se riesci a
vedere te stesso, anche solo per
pochi istanti, come assolutamente
incondizionato, nella tua vera
natura, non ti sentirai mai in trappola. Solo allora potrai usare il
condizionamento: devi muoverti
all’interno della società, ma sempre
sapendo che tu sei oltre tutto questo. Allora nulla può disturbarti. È
solo un gioco... bisogna seguire le
regole, ma non esserne identificati.
Osho
OGNI
2 OSHO TIMES
ella tradizione orientale è
l’immagine più usata per
rappresentare qualcosa
che è nel mondo pur
senza essere del mondo!
Dice Osho: Si può vivere come un
fiore di loto in uno stagno: essere nell’acqua e nello stesso tempo non
esserne toccato. Il mio messaggio ai
miei discepoli è: siate nel mondo e
nello stesso tempo siatene al di là.
Siate nel mondo, coinvolti totalmente, e allo stesso tempo non siatene
assolutamente parte. Quando si attua
questo paradosso, ci si realizza.
Io non ti insegno a lasciare il mondo,
ti insegno a vivere nel mondo, ma non
lasciare che il mondo viva in te... questa è l’unica possibilità, se vogliamo
che il mondo intero abbia un assaggio
della meditazione!
Questo splendido fiore “dai mille
petali” che raggiunge una bellezza e
una purezza di sicuro trascendentali,
pur crescendo in acque stagnanti e
per nulla limpide – o anche semplicemente pulite! – è l’esempio perfetto
che anche dal fango può nascere un
fiore, come dice il poeta. La dimostrazione di qualcosa che mentre si
nutre, prende la sua forza vitale, da
qualcosa di estremamente terreno,
“sporco” persino, riesce a raggiungere livelli di bellezza e di forza, potenza, che si dimostrano trascendenti
rispetto a quello che ci si potrebbe
aspettare dalla realtà.
Ancora ricordo la bellezza, e la profonda meraviglia, di vedere, nello stagno di Osho Teerth, al Meditation
Resort di Pune, grandi uccelli acquatici camminare senza bagnarsi sulle
larghe foglie della pianta del loto
(Nelumbo nucifera).
L’ho preso come un chiaro esempio di
come si possa essere nel “mondo”,
nella realtà materiale di tutti i giorni...
senza essere costretti a mettere le
zampe a mollo! Senza cader preda
delle identificazioni, mantenendo una
“giusta” distanza... camminando un
poco al di sopra della quotidianità,
N
COME UN
FIORE DI
LOTO
dela “mondanità”, ma senza disdegnarla, anzi godendone!
Al di sopra del fango, al di sopra dello
sporco, al di sopra delle identificazioni, al di sopra delle piccinerie che
possiamo essere costretti magari ad
accomodare, in qualche modo, ma
sempre tenendo ben presente che non
siamo noi... la giusta distanza insomma! La giusta disidentificazione: noi
siamo altro!
EDITORIALE
Ce lo ricorda Osho in continuazione:
siamo dei buddha ancora addormentati, dei semi non ancora germogliati...
E ce lo ricordano gli spazi di cui facciamo esperienza in meditazione e
che non vogliono rimanere un capitolo a sé, una “spiritualità” avulsa dal
resto della nostra vita, ma hanno il
preciso valore di fornirci una chiarezza e una forza da riportare nella
vita di tutti i giorni, per permetterci,
appunto, di funzionare all’interno
della società pur senza essere costretti a una appartenenza.
Nel mondo ma non del mondo è
anche il titolo del libro inedito di
Osho che offriamo ai nostri abbonati insieme a questo numero doppio
della rivista.
Si tratta di risposte a domande di
discepoli in un momento molto particolare: subito dopo la fine dell’esperimento di Rajneeshpuram, in Oregon,
USA, dove si era creata una città, una
comune, una società, di soli meditatori, isolata in un certo senso dal resto
del mondo. Voleva essere un modello
e un esempio di come si potesse vivere nel rispetto di se stessi, della natura
e degli altri, esaminando e rifiutando i
condizionamenti inconsci che guidano
la vita della maggior parte dell’umanità. Quando il governo americano,
con l’inganno e nell’illegalità, finalmente riuscì ad eliminare questo corpo
estraneo al suo interno, persone che
volevano mettere in discussione il cristianesimo come valore portante (in
God we trust sta scritto persino sui
dollari!) e smascherare le contraddizioni dell’american way of life, migliaia di meditatori si trovarono costretti
ad abbandonare questa “utopia”, sia
fisicamente che come punto di riferimento: bisognava tornare nel mondo,
nella vita di sempre. E proprio in questa situazione Osho intervenne spiegando il valore profondo, la lezione da
trarre da questo “fallimento” del sogno di una piccola società che si presentasse come alternativa, indicando
ancora una volta la singolarità del suo
messaggio: non abbandonare il mondo per ritirarsi negli eremi dell’Himalaya, o in un qualche “monastero”,
qualsiasi forma potesse avere di questi tempi. Non rinunciare alla società
ma viverci, completamente immersi
ma con la forza, la chiarezza e la leggerezza che la meditazione e il suo
“lavoro” potevano fornire ai suoi
discepoli così da non subire regole,
abitudini, condizionamenti bensì di-
ventare un elemento catalizzante di
una trasformazione alchemica.
Parole, quelle di Osho in questo libro,
che non hanno perso nulla della loro
attualità: anche oggi per ogni meditatore la sfida, la prova è essere nel
mondo senza essere del mondo, un
impegno costante, un lavoro continuo
di attenzione e consapevolezza che
diventa ancora più piacevole quando,
e succede con frequenza sempre maggiore, si incontrano altre persone interessate a una vita che sia veramente più
profonda, più ricca, più appagante.
Il fiore di loto fiorisce da solo, certo,
è unico... ma non ce n’è mai uno
solo nello stesso stagno... basta
guardarsi intorno!
E a questo punto come non pensare
ai grandi eventi di meditazione, occasioni d’esperienza e d’incontro... È
ancora vivo il ricordo delle splendide
giornate all’Osho Festival di Riccione l’aprile scorso, e c’è a breve la possibilità di ripetere l’esperienza, o
anche provarla per la prima volta, a
Meditando dall’8 al 10 luglio a Verbania, sul Lago Maggiore: un luogo
e un modo incantevoli per ricaricarsi
di energie dopo un anno di lavoro,
un’occasione di specchiarsi in occhi
resi ancora più splendenti dalla meditazione... un aiuto a sbocciare fra
tanti altri fiori di loto!
Detto questo, auguro a tutti i lettori
delle buone vacanze, non solo per staccare dalla routine e svagarsi, ma che
siano anche proficue come momento
di crescita, che diano veramente qualcosa da portare a casa!
L’Osho Times italiano torna col numero di settembre, dedicato alle eccellenze della visione di Osho, nei
suoi aspetti più originali e “funzionali” ai fini di una trasformazione
personale: ancora più del solito... un
numero da non perdere.
LUGLIO-AGOSTO 2011
3
sommario
06_ Zen in azione
Kyudo: tiro con l’arco.
di Abhijat
10_ Alle origini del fiume...
Là dove il ghiacciaio si scioglie
e l’acqua inizia a scorrerre
Jagran ci racconta un’esperienza di meditazione da solo
nella natura
14_ Le news
20_ L’oroscopo di luglio
21_ Un libro da vivere
La vita è gioco
22_ La mia arroganza
di fronte all’infinito
l’inizio di una nuova esperienza
di vita: il racconto di Asha
26_ L’oroscopo di agosto
27_ Una famiglia di monaci e samurai
intervista a Kantu
29_ La vetrina delle novità
times
N.180
- LUGLIO/AGOSTO 2011
Il mensile dedicato
allʼarte della meditazione
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n. 934 del 2.9.2008
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Alcuni articoli sono traduzioni
dall’edizione in inglese.
Osho, Osho Signature, Osho Dynamic Meditation,
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Diritti umani: una rivoluzione
crescente richiesta di riforme
democratiche che si sta espandendo tra Medio Oriente e
Nord Africa, accompagnata dalla diffusione di massa dei network sociali su
internet, ha scatenato una vera e propria rivoluzione nell’ambito dei diritti
umani che potrebbe portare a una
grande trasformazione dalla portata
storica. Questo il parere ufficiale di
Amnesty International. “La gente
rifiuta la paura,” come hanno dimostrato i movimenti politici spontanei
che hanno rovesciato regimi repressivi in Tunisia ed Egitto e i governi autoritari in Libia, Yemen, Bahrain e Siria
che sono stati sfidati da proteste di
massa e guerriglie metropolitane.
“Era dai tempi della Guerra Fredda
che i governi repressivi non venivano
sfidati così,” dichiara il segretario
generale di AI, Salil Shetty.
Nel suo annuale rapporto sui diritti
umani pubblicato alla vigilia del 28
maggio scorso, giorno in cui cade il
cinquantenario del movimento, l’organizzazione ha affermato che molte
persone coraggiose, guidate principalmente da giovani, si stanno ribellando
e non rinunciano ad affermare la loro
verità a dispetto di proiettili, botte, gas
lacrimogeni e carrarmati.
Questo coraggio, unito alle nuove tecnologie che aiutano gli attivisti a
esporre e smascherare le repressioni
governative della libertà di parola e
delle manifestazioni pacifiche sta mandando ai governi un messaggio molto
chiaro: hanno i giorni contati!
“Il malcontento serpeggia dalla Cina
allo Azerbaijan allo Zimbawe all’Iran,
anche se quei governi stanno cercando di prevenire le rivoluzioni accadute in altre zone del mondo,” continua
il resoconto.
La
Il rapporto ha messo in evidenza,
oltre alle statistiche di repressione,
tortura e altri temi tipici di Amnesty
International, come le situazioni
governative si stiano deteriorando in
molte zone del mondo, accanto a
molti segni positivi di progresso: il
costante retrocedere della pena di
morte, il miglioramento di molti servizi medici e anche, in America Latina, i processi e le inchieste giudiziarie nei confronti di molti colpevoli,
durante passati regimi autoritari, di
crimini contro l’umanità.
Ma l’enfasi del rapporto sta proprio
nella potenza dei nuovi modi di
comunicazione e accesso all’informazione attraverso internet, come i
social network, che stanno dando
vita e energia a nuove forme di attivismo che i governi fanno fatica a
“Il più grande e bruciante desiderio
dell’uomo è la libertà. L’uomo è un
desiderio bruciante di libertà. La
libertà è il nucleo essenziale e profondo della consapevolezza umana…” 1
OSSERVATORIO
Marga
da un articolo di Thalif Deen,
www.commondreams.com
“
Non provo alcun interesse per nessuna società ideale. Per favore,
lasciate andare quel sogno. Ha
creato già abbastanza incubi nel
mondo. Ricordate: niente può
accadere ora politicamente. La
politica è morta. Qualsiasi cosa
votiate, destra o sinistra, fatelo
senza illusioni. È necessario rinunciare all’idea che un sistema
qualsiasi possa salvarti. Nessun
sistema può farlo… comunismo,
fascismo, gandhismo… nessuna
società può salvarvi e nessuna
società può essere la società ideale. E non esistono salvatori, Cristo, Krishna o Rama. Dovete solo
lasciare andare quell’assurdità che
vi portate dietro della colpa e dell’essere peccatori…
Mettete tutta la vostra energia
nella celebrazione, nella danza. E
a quel punto siete ideali, qui e ora,
non dovete diventarlo.
L’ideologia, in quanto tale, ha
perso la sua verità, anzi non ce l’ha
mai avuta. E il potere di persuasione se n’è andato anche lui.
Viviamo nell’era della libertà assoluta. Siamo cresciuti, l’umanità
non è più infantile, è maturata.
Viviamo in un momento molto
socratico, perché la gente si sta
ponendo tutte le domande importanti della vita. Non perdete tempo a desiderare qualche idea, ideale, di perfezione nel futuro…
lasciate andare ogni ideale e vivete quieora…3
TESTI DI OSHO TRATTI DA:
”
1. Il libro della saggezza, Edizioni del Cigno
2. The Great Pilgrimage from Here to Here #15
3. Il sutra del cuore, Edizioni del Cigno
OSSERVATORIO
TERRA
controllare, nonostante i tentativi di
bloccare l’accesso a internet o eliminare le reti telefoniche cellulari.
Phyllis Bennis, che si occupa di studi
sociali all’IPS di Washington, sostiene che questa è un’opportunità senza
precedenti per il movimento dei diritti umani e potrebbe portare a una
trasformazione durevole in Medio
Oriente, grazie all’azione, al coraggio
e alla creatività della società civile che
si serve di questi mezzi.
Shetty, segretario generale di AI, sostiene che i governi hanno sottovalutato
il desiderio bruciante della gente di
tutto il mondo di libertà e giustizia…
Forse che sia davvero giunto il momento in cui i governi iniziano a scomparire per lasciare il posto a una gestione personale e consapevole del potere
sociale e politico?
Quel che è certo è che un caos mondiale così non ha precedenti e che
non sarà possibile una trasformazione di massa senza grandi sconvolgimenti… e se per la prima volta nella
storia il cambiamento accadesse non
a fil di spada, ma a fil di telefono e
cavo internet?
LUGLIO-AGOSTO 2011
5
ZEN IN
AZIONE
Kyudo:
il tiro con
l’arco
di Abhijat
ABHIJAT è un avvocato tedesco, di
origine iraniana, che da molto tempo
visita regolarmente tutti gli inverni
l’Osho Meditation Resort di Pune.
Una delle cose in cui si applica durante i sui soggiorni è la pratica, e l’insegnamento, del tiro con l’arco Zen.
Di questa sua “passione” dice molto
semplicemente: “Quando si pratica il
tiro con l’arco Zen per molti anni, la
capacità di essere presenti e di rilassarsi viene addestrata, aumentando la
percezione e le sensazioni corporee. La
pratica ha un’influenza molto positiva
sulla postura, sull’equilibrio e sulla
coordinazione dei movimenti”.
6 OSHO TIMES
CENTRATURA
LA FRECCIA COLPISCE IL
BERSAGLIO.
MI INCHINO A ME STESSO.
(detto Zen)
Ho iniziato a imparare l’arte del tiro
con l’arco Zen più di 10 anni fa nell’Osho International Meditation
Resort di Pune, in India. Da sempre
interessato alle arti Zen, finalmente
ebbi l’opportunità di averne un’esperienza diretta. Allora come oggi le
lezioni si tenevano con regolarità
diversi giorni alla settimana. Una mattina partecipai a una di queste e da lì
tutto cominciò: la mia esperienza – che
presto sarebbe diventata passione –
con il tiro con l’arco giapponese. Ecco
alcune mie riflessioni a riguardo…
Il termine giapponese per indicare il
tiro con l’arco Zen è Kyudo, che significa la “Via dell’arco”. Il Kyudo ha
ricevuto una certa attenzione in Occidente grazie al libro di Eugen Herrigel
Lo Zen e il tiro con l’arco, pubblicato
nel 1948. Herrigel era un professore di
filosofia tedesco che, negli anni ‘20,
insegnò per 5 anni in un’università
giapponese; durante quel periodo
prese lezioni di tiro con l’arco da un
rinomato insegnante, il maestro Awa.
TUTTO DIVENTA UNA VIA
I giapponesi appongono il suffisso
“do” ai nomi delle arti Zen. È una
parola importante, corrispondente al
cinese tao. In italiano (e in inglese) non
c’è un termine corrispondente, forse
perché non esiste un concetto analogo
nella cultura occidentale. Do di solito
viene tradotto come “Via” e connota
il sentiero o la strada verso il risveglio
spirituale. Tutte le arti Zen possono
essere considerate strade, sentieri, in
questo senso, e non si limitano alle arti
marziali: Kyudo è la Via dell’arco;
Kendo è la Via della spada; Karate-do
è la Via del pugno vuoto; Shodo è la
Via della scrittura (l’arte della calligrafia “spirituale”); Lai-do è la Via
dell’arte di estrarre la spada e Chado
è la Via del tè (la Cerimonia del tè).
Sono tutte espressioni dello Zen in
campi diversi – le arti marziali, la letteratura e persino attività domestiche
come il servire il tè o la disposizione
dei fiori – e diventano “vie” quando
la pratica non è volta al risultato
immediato, ma ha l’intento di purificare, calmare e centrare l’apparato psicofisico, per ottenere un certo grado di
realizzazione Zen ed esprimerla.
I confuciani credono addirittura che il
vero carattere di una persona possa
essere determinato dal modo in cui
tira con l’arco.
Molti lettori si chiederanno cosa
abbiano a che fare l’arco e le frecce
con lo Zen… come qualcosa di così
mondano possa essere seriamente elevato a esperienza spirituale e contemplato come Via. Per arrivare a
concepire il Kyudo come un’arte
autenticamente spirituale, è necessario avvicinarsi come a un microcosmo della vita.
OTTO PASSI
Nella pratica del tiro con l’arco Zen ci
si esercita spesso col makiwara, un
bersaglio fatto di paglia legata stretta
a formare una grossa fascina. Si tira
da una distanza di poco superiore ai 2
metri, a differenza di ciò che accade
per il vero bersaglio, il mato, fatto di
carta, che si trova a una distanza di 28
metri. Nell’addestramento tradizionale gli studenti possono passare anni e
anni tirando al makiwara prima di
essere autorizzati a tirare al mato.
Proprio perché il tiro è a distanza così
ravvicinata, il makiwara offre allo studente la possibilità di esercitarsi con i
fondamenti dell’arte senza essere
distratto dalla preoccupazione di colpire il bersaglio.
L’addestramento di Kyudo, sia al
makiwara che al mato, consiste nell’apprendere una procedura formalizzata per tirare frecce, definita hassetsu, otto passi o stadi. Esistono delle
variazioni nei gesti che precedono
l’hassetsu, in relazione al grado di formalità dell’occasione, ma lo studente,
nel corso degli anni, pratica gli otto
stadi in modo ripetitivo e invariato.
L’hassetsu è una serie di tecniche che
rappresentano la migliore approssimazione possibile al modo naturale e
corretto di lanciare una freccia, ma
queste tecniche possono condurre lo
studente solo fino a un certo punto,
alla fine dovrà arrivare a vedere i principi che sottendono alle tecniche da
solo. Ciò può accadere soltanto grazie
a un’infinita ripetizione degli otto
passi del Kyudo e porta a una più
profonda comprensione del detto
giapponese hyakuren jitoku: “Migliaia di ripetizioni e la perfezione
emerge dal proprio autentico sé”.
COORDINAZIONE
Alla vista del grande arco giapponese,
si potrebbe pensare che gli uomini,
dotati di maggiore forza fisica, abbiano un vantaggio rispetto alle donne,
ma, al contrario, proprio perché tendono a usare meno la forza bruta, le
donne trovano più facile maneggiare
un arco giapponese in modo corretto.
Il Kyudo non è basato sulla forza
muscolare, ma su una sensibile coordinazione dei movimenti. E non ci
sono limiti di età. In Giappone non è
insolito che qualcuno inizi a praticarla dopo essere andato in pensione. In
tutti i dojo (palestra per le arti marziali, il termine originale in sanscrito
era bodhimandala, “luogo di illuminazione”) troverai molti regolari tiratori che hanno settanta o addirittura
ottant’anni!
Il tiro con l’arco Zen è un esercizio
8 OSHO TIMES
piuttosto “introverso”, privo di un’azione esteriore particolarmente spettacolare. Il praticante affronta una
profonda sfida con se stesso e ogni
freccia gli rivelerà lo stato in cui si
trova veramente in quell’istante… è
quasi impossibile simulare o nascondere gli stati interiori . Quindi per un
sincero ricercatore il tiro con l’arco
può diventare una meravigliosa esperienza di Zen in azione.
LA FRECCIA
E IL BERSAGLIO
Se si esegue la forma senza errori si colpisce il bersaglio. Prendere la mira nel
senso comune del termine non è necessario, è l’esecuzione corretta della tecnica che porta a colpire il bersaglio.
Ma non si può rigirare questa frase e
dire che quando la freccia colpisce il
bersaglio la tecnica è corretta: è possibile colpire il bersaglio anche a dispetto di errori nella forma, quando gli
errori vengono compensati con altri
errori. Nello Zen colpire il bersaglio
non ha alcun valore in sé se la forma
non è corretta e cioè se il movimento
e la postura del tiratore non rispettano la struttura richiesta.
LʼARCO
L’arco giapponese è asimmetrico. La
presa non è a metà dell’arco come
potrebbe sembrare naturale, ma più
verso il basso. La presa divide l’arco
in due parti diverse tra loro, la più
grossa verso l’alto e la più piccola
verso il basso; vengono comunemente chiamate la parte yin e la
parte yang, o la parte femminile e la
parte maschile. Questa divisione
asimmetrica dà all’arco una particolare forma estetica che si percepisce
specialmente quando l’arco è completamente teso.
Per quanto sorprendente possa essere, la cerimonia del tè e il tai-chi/chikung hanno molto in comune con il
tiro con l’arco. Le forme dei movimenti sono diverse, ma i principi fisici e psicologici della pratica sono gli
stessi. L’idea di insegnare un’arte
attraverso una serie standardizzata di
tecniche si trova in tutte le “vie” dello
Zen. Nel Kyudo ce ne sono relativamente poche e in questo senso è simile alla cerimonia del tè che comporta
la pratica ripetitiva del semplice
rituale di preparare e bere il tè.
Apportare variazioni a queste tecniche non è affatto incoraggiato e anzi
riscuoterebbe probabilmente il disappunto dell’insegnante. Una tale acritica accettazione e pratica di tecniche
standardizzate è difficile per molti
occidentali, che sono abituati a mettere in discussione e modificare ciò
che viene loro insegnato per ritagliarlo ai loro bisogni.
RIPETIZIONE
DELLA FORMA
Sul significato e il valore della forma,
cito il mio insegnante di tai-chi e chikung, Yogendra: “Senza il fondamento di una forma si lotterebbe
senza fine per trovare ciò che funziona. Con la forma il lavoro di base è
già fatto. Questo accade in gran parte
delle discipline, dall’arte, alla musica,
agli sport e alla meditazione.
Le forme si imparano attraverso la
ripetizione che è il lavoro di base per
la centratura. La centratura serve a
calmare la mente. Dicono che l’insegnante insegna la forma e che la
forma, una volta imparata, insegnerà allo studente i meccanismi
interiori dell’arte.
La forma porta il corpo al giusto allineamento, perso nel corso delle attività quotidiane. Un corpo allineato
diventa più sano a tutti i livelli.
Quando, dopo anni o decenni di pratica la struttura è corretta, le dinamiche interiori cominciano a funzionare: il corpo, l’energia del corpo, inizia a impossessarsi dei movimenti e il
praticante diventa sempre di più un
osservatore”.
CENTRATURA
LʼATTIMO È UNICO
C’è un detto che mette in evidenza il
ruolo del giusto stato mentale nel tiro
con l’arco Zen: in giapponese è issha
zetsumei. Issha vuol dire un colpo,
un tiro, come quando si tira una freccia. Zetsumei significa esalare l’ultimo respiro o espirare. Per questo
spesso nel tiro con l’arco Zen si usa
l’espressione “una freccia, una vita”.
Come disse un insegnante: “Ogni
freccia è definitiva e decisiva come
ogni istante è l’ultimo, il supremo”.
Il tempo non può essere ricatturato,
quando il momento se n’è andato non
può essere ripetuto. Nello Zen è rico-
nosciuto che non ci sono seconde possibilità nella vita. Ci si impegna a prestare piena attenzione a ogni istante,
a ogni attività, non importa quanto
poco importante possa sembrare. Ci
si dovrebbe immergere pienamente in
ogni attività, come se fosse l’unica
sulla Terra. Nel tiro con l’arco significa essere presenti a ogni freccia, così
come se fosse l’unica che il praticante mai tirerà.
Un vero colpo da maestro nel Kyudo
è la via verso la verità. Per la maggior
parte della gente questo prende la
forma dell’ovvio: equiparano l’auten-
tica arte di tirare una freccia alla precisione. La precisione è naturalmente
importante, così come l’abilità di colpire il centro del bersaglio è fondamentale in ogni forma di tiro con l’arco, ma il Kyudo fa una distinzione tra
un tiro puramente frutto di abilità e un
tiro che sia corretto e con il giusto stato
mentale. La differenza sta nel come il
bersaglio è stato centrato.
Nello Zen il tiratore cerca di sviluppare il più alto livello, che è chiamato
zaiteki, dove il bersaglio non è né un
obiettivo né un “avversario”, anzi,
viene visto come un onesto riflesso di
sé. Invece di focalizzarsi sul bersaglio,
il tiratore zaiteki si concentra sulla
qualità dei suoi pensieri e delle sue
azioni, sapendo che se diventano puri
e calmi il suo corpo correggerà se stesso naturalmente e il tiro sarà autentico. Il corpo dell’arciere resta completamente rilassato, ma non è mai fiacco. Sempre allerta, il suo spirito si protende in avanti, incanalato dentro e
oltre l’estremità di arco e frecce che
diventano una naturale estensione del
suo corpo. In questo stato si può dire
che la freccia esiste nel bersaglio prima
ancora di essere scoccata. Non c’è
distanza tra l’uomo e il bersaglio,
uomo e uomo, uomo e universo, sono
tutti in perfetta armonia.
SODDISFAZIONE
C’è una frase giapponese, “Hyakuren
Jitoku”, che vuol dire più o meno
“Mille ripetizioni, e dal proprio vero
essere nasce la perfezione”.
Come dice un maestro di tiro con l’arco Zen: “Per fare una buona spada
bisogna riscaldarla, batterla e affilarla
ripetutamente e questo richiede un’immensa disciplina in condizioni di ordine e controllo. Se si instilla questo
genere di disciplina in un ripetitivo,
innovativo e osservante addestramento di tiro con l’arco, si diventerà capaci di assaporare la soddisfazione del
proprio sforzo dentro di sé”.
LUGLIO-AGOSTO 2011
9
Là dove il
ghiacciaio si
scioglie e
l’acqua inizia
a scorrere
Jagran ci racconta
un’esperienza di
meditazione da
solo nella natura
ALLE ORIGINI
DEL FIUME...
OTI: L’estate scorsa hai passato alcune settimane in montagna, a meditare, da solo. Come è nata questa idea?
JAGRAN: L’idea in realtà è nata da un
fallimento: avevo programmato di
guidare una Mystic Rose a luglio nell’isola di Corfù, ma sfortunatamente
non è successa... Ci avevo messo tutta
la mia energia e a quel punto mi sono
detto: se nessuno vuol fare la Mystic
Rose con me, vado in montagna e la
faccio da solo!
Ho deciso di concedermi questa sfida
con me stesso e vedere se riuscivo a
completare 21 gg di meditazione da
solo. Ma dove? Ho deciso di andare in
alta montagna, al fresco... a Milano
c’era un caldo terribile! Ho scelto la
Val Sesia, in Piemonte, perché sono
cresciuto là, e sono andato ad Alagna
dove c’è il Parco nazionale dell’Alta
Valsesia: bellissimo, meraviglioso,
veramente incontaminato ai piedi del
ghiacciaio del Monte Rosa. Ci sono
10 OSHO TIMES
tanti sentieri, piste e vari rifugi, tra cui
anche il rifugio Regina Margherita che
si trova a più di 4500 mt, è il rifugio
più alto d’Europa. Sono andato su per
un sentiero che porta al rifugio “Pastore” e mi sono addentrato nel bosco
vicino a un altro rifugio che era chiuso. Mi sono fermato in una radura di
questo bosco... ero proprio di fronte
al Monte Rosa. È lì che ho deciso di
mettere il campo per i miei 21 gg di
meditazione. Era un posto che conoscevo fin da bambino: avevo tanti
ricordi legati a quel luogo.
OTI: Eri in contatto con altre persone o eri completamente isolato?
JAGRAN: Ero da solo; ho preso il mio
zaino con la tenda e con tutto quello
che mi serviva; per arrivare lassù ho
camminato per un paio d’ore, poi ho
montato il mio campo base... ed ero
isolato dal mondo. Non avevo telefono, computer, non c’era niente, ero
proprio da solo. Con me c’era solo il
ghiacciaio e il fiume che nasceva proprio di fronte a me... e poi cervi, daini,
caprioli, marmotte.
OTI: Come ti sei organizzato per
il cibo?
JAGRAN: Ho deciso di fare un’esperienza ancora più estrema; non volevo
scendere tutti i giorni per mangiare e
così, un po’ anche per risparmiare, ho
deciso di darmi delle scadenze e in 21
gg mi sono concesso sette pasti: mangiavo solo una volta ogni tre giorni!
Quindi ero là da solo e non facevo
niente: non facevo le meditazioni attive o qualsiasi altra cosa, non camminavo neanche molto, stavo in zona
senza andare su e giù, non facevo camminate di ore, solo passeggiate brevi
sui sentieri e nel bosco. Questa era la
mia attività giornaliera e ogni tre giorni andavo al rifugio Pastore, venti
minuti circa di discesa, per mangiare.
MEDITAZIONE
Anche quella era una bellissima meditazione, perchè dopo tre giorni che
non mangi il pasto te lo godi in maniera completamente differente.
OTI: E intanto seguivi a modo tuo la
struttura della Mystic Rose. Come
ti sei organizzato?
JAGRAN: Mi sono scelto degli orari
particolari. Lungo il sentiero ogni tanto passava della gente per cui ho scelto un orario in cui nessuno passava da
lì, tra le 5 e le 8 di sera; puntavo la sveglia per definire la durata e seguivo la
tecnica per le classiche tre ore al giorno... mi son successe tante cose, tantissime. Durante la risata, ad esempio,
avevo montato un’amaca tra gli alberi e passavo le tre ore lì e mi sono
accorto che mentre ridevo l’albero
rideva con me: il tronco rimaneva
fermo ma le foglie ridevano con la mia
stessa vibrazione... e questo mi faceva
ridere ancora di più; tutte le volte che
guardavo l’albero non riuscivo a smettere di ridere era una roba bestiale, bellissima! Mi sono divertito tantissimo
per questo, mi sentivo proprio in contatto con la natura. Comunque durante la settimana della risata sono affiorate tante paure; se la risata viene dalla
pancia, se riesci a raggiungere il tuo
ombelico, tante cose si muovono dal
profondo: rabbia, paura...
Rabbia tanta, per nessun motivo; con
la paura ho notato, dopo un po’, che
stavo affrontando la paura del buio.
Ero in montagna, a 2000 mt, distante da tutto, senza telefono, senza
nessuna connessione con la civiltà,
senza elettricità ed ero al buio dentro la tenda!
Mi sono accorto che appena finivo le
mie tre ore di meditazione, già alle
8,30 andavo dentro la tenda, mi rintanavo proprio come gli animali ed era
tremendo: avevo paura di andare
fuori! Per cui un giorno mi sono forzato e mi sono detto: “Stanotte finché
non vedo le stelle rimango fuori, sull’amaca”; mi sono coperto bene perché faceva freddo – era anche umido
per la vicinanza del ghiacciaio e del
fiume – c’era anche molto vento e
qualche volta pioveva durante il giorno per cui non era una situazione
molto facile. Quella notte sono rimasto lì sull’amaca ad ascoltare la notte...
con il terrore nel cuore. Avevo una torcia in mano che cercavo di non accendere, mi dicevo no, non voglio usarla
e cercavo di ricordarmi la natura che
avevo di fronte, man mano che la luce
diminuiva, cercavo di vedere nella
penombra e quando il buio è diventato totale – non c’era neanche la luna
per cui era proprio buio – io ero nel
terrore totale. Una paura pazzesca e a
un certo punto qualcosa mi si è posato sul naso. Ho lanciato un urlo che
mi avranno sentito anche in valle e ho
subito acceso la torcia per vedere la
causa di quel tocco... e ho visto una
farfallina notturna, piccola! Poi ho
riso per un’ora intera e in quella risata si è dissolta la mia paura e ho scoperto che il buio era mio amico: conoscevo ogni foglia, ogni albero, “parlavo” con loro, ma senza aver bisogno
di parole. Ero in contatto con la natura tutto il giorno, completamente
immerso nel bosco. Bellissimo!
OTI: E cosa è successo durante la settimana del pianto?
JAGRAN: Sono affiorate altre paure: il
pianto ha scatenato in me una marea
di ricordi e qualcosa di ancora più
profondo... ma le lacrime hanno lavato tutto: la cosa importante è liberarsi dai condizionamenti, dal senso di
colpa che ci portiamo dietro... certo ci
vuole coraggio per andare a vedere
queste cose, però possono cambiare il
corso della tua vita. Oggi non mi sento
così oppresso da questo peso, mi sento
più leggero come se mi fossi liberato
da un bel bagaglio.
Non ho mai incontrato così tanta
paura come in questa esperienza.
Forse tutte queste paure e questo senso
di colpa le ho scovate proprio lì e forse
ho chiuso un cerchio così. Questa
esperienza da solo in montagna mi ha
LA MYSTIC ROSE
È la più famosa delle terapie meditative messe a punto da Osho verso
la fine degli anni ‘80.
È un processo di tre settimane
durante il quale si attraversano tre
stadi: la prima settimana ci si
immerge nella risata, la seconda nel
pianto e la terza in uno stato di pura
osservazione, la fase del Watcher on
the Hill (l’osservatore dalla collina).
Risata, pianto e osservazione durano tre ore al giorno.
Prima di avventurarsi in esperienze solitarie è consigliabile fare la
Mystic Rose in gruppo per alcune
volte, Jagran ne ha fatte almeno
una decina!
Al Meditation Resort di Pune viene
offerta tutti i mesi e tenuta in
Chuang Tzu, luogo di meditazione
dove vengono conservate le ceneri
di Osho. È possibile partecipare
alla Mystic Rose anche in alcuni
centri di meditazione di Osho, tra
cui Osho Miasto in Italia e Afroz
in Grecia.
mostrato la via per trovare il coraggio
per affrontare le mie paure e una volta
che le affronti evaporano come un
pentolone di acqua, coperto: se tu riesci a stare con l’acqua che bolle, bolle,
bolle, quando togli il coperchio l’acqua evapora. Ed è successo questo.
Quando sono sceso dalla montagna
mi sentivo molto bene, mi sentivo leggero e sentivo che non avevo vissuto
una situazione così terribile, potevo
ancora ridere di tutto quello che mi
era successo, di tutte le emozioni, di
tutto quello che avevo potuto scovare dentro di me. Sono contento e ho
capito perché sono dovuto andare in
montagna da solo...
LUGLIO-AGOSTO 2011
11
La paura accettata diventa libertà
Coraggio significa entrare nell’ignoto, nonostante tutte le tue paure. Coraggio non significa assenza di paura. L’assenza di paura arriva se continui a
essere sempre più coraggioso. È questa l’esperienza ultima del coraggio, sei
senza paura: è questa la caratteristica quando il coraggio diventa totale.
Ma all’inizio non c’è molta differenza fra un codardo e un coraggioso. L’unica differenza è che il codardo ascolta le sue paure e le segue, mentre chi
ha coraggio le mette da parte e va avanti. Il coraggioso procede nell’ignoto malgrado tutte le sue paure. Riconosce le paure, sa che ci sono.
Avete dato troppa importanza alle vostre paure. Imparate a osservarle e
semplicemente guardandole inizieranno a diventare più piccole. Voi non le
avete mai osservate… siete scappati dalle vostre paure; vi siete creati delle
difese contro di loro invece di guardarle dritto negli occhi. Non c’è assolutamente nulla da temere, c’è solo bisogno di un po’ di consapevolezza in
più. Quindi, quale che sia la tua paura, afferrala, prendila e osservala attentamente, allo stesso modo in cui osserva uno scienziato. E resterai sorpreso: comincerà a sciogliersi, come neve al sole. Quando avrai finito di esaminarla tutta, sarà già sparita. E quando, senza paura alcuna, c’è libertà…
è una tale benedizione che non ci sono parole per esprimerla.
TRATTO DA:
Osho, Come Come yet Again Come # 4
OTI: E il silenzio?
JAGRAN: Era pieno, un silenzio molto
ricco: ricco del fiume, ricco degli alberi, dei daini, dei cervi. Ero in sintonia
con tutto quello che c’era intorno a
me per cui non mi sentivo neanche
più solo; ero parte della montagna
per cui è stato un silenzio proprio
vibrante, pieno di luce, un bel silenzio privo di pensieri e poi non parlando per tanto tempo, solo quando
andavo a mangiare o qualcuno che
passava sul sentiero... già nella seconda settimana non c’erano tanti pensieri che affioravano nella mente. Ero
in silenzio tutta la giornata: era un’osservazione continua, ero molto vicino agli alberi, al fiume, al ghiacciaio,
ai cervi, caprioli, tutto quello che
c’era intorno a me era parte di me,
includevo tutto. Un osservare tutto
quello che c’era dentro di me e anche
quello che mi circondava: includi e
diventi “uno”, ti senti “uno” non
separato con tutto quello che ti cir12 OSHO TIMES
conda; un’esperienza veramente totale, unica direi! Proprio unica!
Decisamente non è facile essere senza
alcuna protezione, senza un minimo
d’organizzazione; affiorano tutte le
paure, anche le più nascoste, anche
dalle vite passate, dai sogni alla paura
dell’uomo nero. Da queste cose qua
da bambini tiriamo fuori un sacco di
storie, che in realtà non esistono, sono
solo nelle nostre menti però in qualche modo continuano a condizionarci. Per cui il fatto di riuscire a vederle
per quello che sono, a contatto con
quello che è veramente realtà e cioè la
natura... è un po‘ come il fiume che
scorre e scorre tutto il giorno, e tutta
la notte e lava via tutto e porta via
tutto fino al mare. È un’esperienza che
consiglio a chi ha il coraggio di guardare dentro se stesso...
OTI: So che hai fatto altre esperienze di solitudine assoluta, visto che
lavori sulle barche come skipper; hai
trovato qualcosa in questa esperienza “in solitaria” che avevi già sperimentato prima, in mare?
JAGRAN: Navigando per mare sono
abituato a stare da solo, mi è accaduto parecchie volte di essere in
mezzo al mare, di notte, lontano dalla
costa, magari col brutto tempo, mare
mosso, vento forte. Per me stare da
solo in barca non è come stare da solo
in montagna; sulla barca mi sento
come se fossi su un nido, per cui
anche da solo nella notte buia e con
il tempo brutto mi sento tranquillissimo, mi sento a mio agio.
Ho pensato spesso: “Caspita, sono
stato tante volte da solo nel buio in
mezzo al mare e come mai in mare
non ho paura e ne ho così tanta in
mezzo al bosco?”.
Forse perché il bosco è più vivo: gli
alberi, gli animali che girano nel
bosco... per cui senti queste presenze e
specie se sei in silenzio entri veramente in contatto con le energie... e un po’
perché nel mare mi sento protetto dal
mio guscio: se fossi completamente in
acqua in mezzo al mare, fisicamente
dentro l’acqua, magari... In realtà non
avevo mai pensato di poter avere paura
del buio: l’ho scoperto e l’ho affrontato solo andando in montagna.
OTI: Hai fatto meditazione sia al
mare che in montagna, è diverso?
JAGRAN: In mare la meditazione è
diversa, la navigazione è meditazione
perché pur non facendo niente quando sei in mare e stai navigando devi
stare lì, presente; non sei con gli occhi
chiusi e in silenzio, sei con gli occhi
aperti e attento a tutto quello che succede intorno perché può succedere
qualsiasi cosa; una nave ti taglia la
strada, una balena... mi è accaduto
una volta “le ho fatto un pelo!”. Se
centri una balena in mezzo al mare
affondi in tre secondi. Normalmente
in mare la meditazione è molto di presenza continua a quello che succede
intorno a te... ogni onda ha un nome
e un cognome e anche il vento!
MEDITAZIONE
OTI: E dell’esperienza che hai fatto in
montagna... qual è la chiave, qualcosa che porterai per sempre con te?
JAGRAN: Credo che al di là di tutto
quello che ho raccontato, le cose strane che ho fatto o che sono accadute,
o di quanto possa essere stato frutto
della mia immaginazione, in ogni
caso so che c’è qualcosa che si sta
sciogliendo piano piano, dentro di
me, che sta diventando meno denso,
meno pesante, concreto... non voglio
neanche razionalizzare o pensare a
cosa si tratti, so solo che si sta lavando, sciogliendo... in qualche modo
sento che tutto questo se lo sta portando via il fiume.
Ricordo i tanti momenti di gioia, leggerezza, beatitudine, in cui semplicemente ero in silenzio, seduto su una
roccia e ascoltavo il fiume: il ghiacciaio che pian piano si scioglieva, si
riduceva e diventava fiume. E io ero
con il fiume che scorreva... è stata la
mia costante, il fiume era sempre e
costantemente il mio compagno. Vedevo il ghiacciaio che si riduceva,
vedevo l’origine del fiume e il fiume
che scendeva come se volesse lavare
tutto e io mi sentivo parte del fiume e
anche la mia paura se l’è portata via,
il mio senso di colpa se l’è portato via,
tutto quello che era lì con me il fiume
lo lavava. Tutti i film, le finzioni, le
fantasie che la mia mente poteva
coniare in un momento di solitudine,
di paura... il fiume portava via tutto.
Ha portato via tutto e quando è finita
e pian pianino sono sceso a valle, non
erano già più con me, era come se mi
fossi scaricato di un sacco di paure e
di pesi senza aver fatto niente di più
che ridere, piangere e stare in silenzio.
Intervista di Bali
1 ORA IN
CHUANG TZU
Marmo freddo, calze bianche
onda rossa in movimento!
Passi silenziosi
Spegni le luci, chiudi le porte!
Aria fresca per il cuore
Ding!
Specchi in posizione
Chiudo gli occhi
Respirooooo!
Silenzioooooooooo!
Respiroooooo!
Silenziooooooooooooohhhh
Respiro!
Silenzioooooooohhhhhhhhh!!!
Magia!
No time, no space!
Al Meditation Resort di Pune uno
dei luoghi preferiti da molti per
meditare è Chuang Tzu, dove sono
conservate le ceneri di Osho, un
ambiente a pianta circolare caratterizzato da altissime vetrate sul giardino e da pavimenti di delicato
marmo bianco.
Vi si svolgono diverse sedute (1 ora,
mezz’ora, talvolta con musica dal
vivo) nel corso della giornata. L’inizio e la fine di ogni seduta sono scanditi dai “Ding!”, uno all’inizio e tre
alla fine, dei cimbali tibetani, suonati da una delle persone che si prendono cura di questo luogo... occupazione stupenda che talvolta ispira
anche, come in questo caso a Bali,
qualche verso in stile Zen!
Ding! Diiiing!
Diiiiiiiing!!!!!
LUGLIO-AGOSTO 2011
13
mare: chiuso per esaurimento scorte
pesce...? Ci dispiace, l’abbiamo
finito!”. Non vi capiterà certo di
sentirvelo dire durante le vacanze in
qualche ristorante in riva al mare... ma
se non stiamo attenti può succedere che
vada a finire proprio così! Dal 1960 al
2007, nel mondo il consumo di pesce è
praticamente raddoppiato: da 9 a 17
chili l’anno pro capite, in Europa si arriva a 22 chili! Sembrerebbe una bella
notizia se non che questo sta provocando un insostenibile stress agli stock
ittici, cioè l’insieme delle popolazioni di
pesci che vengono sfruttati dalla pesca
commerciale e non solo, visto che molti
sistemi di pesca “ad alta resa” impoveriscono tutto il patrimonio ittico, rovinando l’ecosistema del fondo marino
con reti a strascico e ributtando a mare,
perché commercialmente non redditizie, grosse quantità di pesce ormai morto! Uno studio pubblicato su Science
“Il
qualche anno fa evidenziava come un
terzo delle risorse ittiche mondiali siano
scese a meno del 10% della loro abbondanza massima osservata. Un fenomeno diffuso: non si limita a casi eclatanti come quello delle acciughe in Perù –
dove negli anni ‘70 il pescato crollò
improvvisamente a meno della metà –
o del collasso della popolazione di merluzzi al largo delle coste atlantiche del
Canada che ha spinto a una moratoria
indefinita nella loro pesca; Science
avvertiva infatti che in assenza di
profondi cambiamenti tutte le risorse
ittiche sarebbero collassate in 50 anni.
“Il 54% dei 46 stock ittici del Mediterraneo esaminati sono sovrasfruttati” sostiene un recente rapporto di
Ocean 2012/Nef sulla situazione europea e continua: “Gli italiani consumano la stessa quantità di pesce del 1999,
ma poiché le catture sono molto dimi-
meditare? la scienza dice sì
umenta la capacità di concentrazione, riduce il dolore, rafforza i
legami emotivi... questi e altri i benefici della meditazione in una serie di
studi scientifici. Le ricerche sugli
effetti della meditazione stanno aumentando, traducendo quella che è
una sensazione personale del meditatore in risultati misurabili e utilizzando tecniche sempre più sofisticate per
svelare, ad esempio, quali aree cerebrali si attivano e come.
All’interno di un esperimento che prevedeva cinque ore al giorno di meditazione Vipassana, è stata misurata la
capacità di attenzione mostrando ai
volontari sullo schermo di un computer una serie di linee in rapida successione: quando la linea era più corta
delle altre bisognava fare un clic con il
mouse. La coordinatrice Katherine
MacLean, della facoltà di medicina del-
A
14 OSHO TIMES
l’Università Johns Hopkins di Baltimora e i colleghi ricercatori hanno misurato che con il passare dei giorni i
volontari erano sempre più precisi e riuscivano a rimanere concentrati sul compito per periodi di tempo più lunghi.
All’Università di Amsterdam, un esperimento di Heleen Slagter su volontari
che seguivano una pratica intensiva di
meditazione ha osservato che dopo tre
mesi le persone mostravano una diminuzione significativa dell’attentional
blink, il ritardo cognitivo tra la percezione di uno stimolo e il successivo, che
di solito è di circa mezzo secondo e può
portare a mancare il secondo stimolo:
ad esempio due numeri appaiono su
uno schermo in rapida successione e
non si riesce a leggere il secondo. Gli
scienziati si chiedono perché anche solo
porre attenzione al proprio respiro provochi un cambiamento evidente delle nuite hanno bisogno di importare il
37% di pesce in più”. Facendo i conti
sull’intero arco dell’anno il pesce pescato in Italia lo abbiamo teoricamente finito il 30 aprile, e da allora dobbiamo far
conto solo su pesce importato. Peggio
di noi in Europa stanno il Portogallo
(hanno finito il loro pescato il 26 aprile) e la Germania (il 27 aprile); solo la
Svezia è quasi totalmente autosufficiente: fino al 30 dicembre. La necessità di
una gestione meno selvaggia e più lungimirante del patrimonio ittico si fa sempre più pressante, considerando anche
che il settore – ovviamente in crisi economica – viene finanziato con denaro
pubblico: quasi un miliardo di euro di
fondi EU previsti per il periodo
2007/2013 in Europa… Anche il pesce
sta diventando un ulteriore dolente
esempio di come stiamo sfruttando
stupidamente e senza ritegno questo
nostro pianeta... fino a quando?
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8-10
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13-17
Armonizzazione
Energetica, Osho Prana
Healing 1, con Upadhi
16-17
Costellazioni Familiari e
dell’Essere, con Talasi
20-24
Counseling Modulo 1
con Madita
15 Ferragosto Par ty
17-21
Bodywork a Terra, con
Keli e Fabrizio Dalle Piane
18-21
Metaphysical Energy Work 1
con Leela
22-24
3-7
Comunicazione Efficace 1
Cokata Hiypo: Arrivare con Madita
al Centro, con Sudhiro
23-28
5-10
Hambelcheyapi Sponsor Training
Aura-Soma Foundation (solo su invito)con Sudhiro
Course, con Talasi
25-27
11-15
Comunicazione Efficace 2
Openings Varco del Sole, con Talasi
OIC, con Arshad e Staff
22-24
Takuskan Skan: si muove
il Mistero, con Sudhiro
27-31
Happening 2011 Festival
arte, musica, meditazione
agosto
LUGLIO-AGOSTO 2011
15
nostre capacità cognitive. Secondo
MacLean, la meditazione ci costringe a
mantenere un’attenzione costante ai
continui cambiamenti delle nostre esperienze sensoriali e sviluppa la capacità
di conservare la traccia delle informazioni sensoriali che invece tenderebbero a dissolversi velocemente: ipotizza
anche che la meditazione rafforzi un’abilità cognitiva centrale: “È come un
muscolo che può essere usato in molti
modi diversi”, spiega. Durante il suo
esperimento sull’attentional blink la
Slagter ha visto, misurando l’attività
elettrica del cervello, come man mano
che continuavano a meditare, i volontari usavano meno risorse per elaborare il primo stimolo e così trovavano più
facile riconoscere il secondo.
Il campo cognitivo non è il solo a trovare benefici dalla meditazione, alcuni
studi hanno infatti dimostrato che
rende le persone meno ansiose, più consapevoli delle proprie emozioni e più
brave a gestirle. All’Università della
West Virginia l’équipe di Julie Brefczynski-Lewis, usando la risonanza magnetica, ha scoperto che l’amigdala (una
zona del cervello che ha un ruolo fondamentale rispetto a emozioni e ricordi) è molto più attiva nei meditatori
principianti che in quelli esperti. Le scoperte dello psicologo Fadel Zeidan,
della facoltà di medicina della Wake
Forest University a Winston-Salem,
hanno rivelato che dopo poche sedute
di meditazione si verifica una minore
sensibilità al dolore: secondo Zeidan la
meditazione non elimina la sensazione
di dolore, ma aiuta a ridurre la risposta allo stress e a non diventare preda
di reazioni emotive.
Un altro filone interessante è quello
della meditazione legata all’empatia e
ai legami emotivi: studi compiuti con la
risonanza magnetica funzionale da
Lutz e dalla sua équipe mostrano che i
circuiti cerebrali connessi all’empatia e
alla condivisione delle emozioni, come
l’insula e la corteccia cingolata anteriore, sono molto più attivi in chi medita
da tempo che nei principianti.
16 OSHO TIMES
È bene notare che secondo molti studiosi non c’è bisogno di impegnarsi in
anni di pratica per ottenere con la meditazione questi risultati: nell’esperimento di Zeidan sul dolore, dopo essersi
esercitati per soli venti minuti al giorno
per tre giorni anche i principianti hanno
mostrato dei miglioramenti. Come
spiega Richard Davidson, direttore del
laboratorio Waisman: “Anche dei brevi
esercizi di meditazione possono produrre cambiamenti sostanziali nell’attività cerebrale”; si riscontrano “cambiamenti dimostrabili nell’attività cerebrale” dopo appena due settimane di
pratica per trenta minuti al giorno!
Insomma non sembra un granché d’impegno per tutti questi benefici.
Meditate gente, meditate.
da Michael Bond, New Scientist, (da Internazionale)
l’occasione che aspettavi
Verbania, fra il verde e la tranquillità del Lago Maggiore, l’appuntamento estivo... con te stesso, dall’8 al
10 luglio a Meditando. L’evento si svolge all’Hotel Castagnola nel fresco della
collina, a soli 10 minuti a piedi dal lago,
dotato di una bella palestra e grandi
spazi verdi, alberi, prati, giardini tutto
intorno. Clima e luogo ideale per un
lungo weekend estivo lontani da stressanti paesaggi urbanizzati. Guidano gli
eventi Anando e Shunyo, con le belle
musiche dal vivo di Veet Marco, in
un’atmosfera leggera e piena d’amore e
d’accettazione in cui andare in profondità diventa facile per tutti. Le proposte spaziano: da profondi rilassamenti
guidati a una scelta delle 112 tecniche
millenarie del Libro dei Segreti (il
Vigyana Bhairava Tantra), dalle meditazioni attive di Osho a tecniche focalizzate sul cuore, o sulla consapevolezza nella vita quotidiana... poi tante
occasioni per danzare, musica, celebrazione e “spazi” di condivisione dove è
possibile far domande sulla meditazione e su Osho; sabato anche l’Evening
Meeting (musica, danza, silenzio e
discorso di Osho). Il tutto in uno stimolante equilibrio fra festa, amicizia e
meditazione! È possibile partecipare
anche per un giorno solo e diventa l’occasione ideale per chi vuole fare un
tuffo nel sapore inebriante tipico dei
festival di meditazione. Non ci sono le
“folle” dell’Osho Festival di Riccione,
anche se gli organizzatori sono gli stes-
A
si, ma di sicuro un mare abbastanza
grande di amici da creare un campo di
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ancora una volta una ricarica di vitalità
e di entusiasmo che ci accompagni nella
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LUGLIO-AGOSTO 2011
17
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LUGLIO-AGOSTO 2011
19
1 – 31 luglio 2011
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Luna Nuova: 1 luglio ore 6:55 GMT a 9º Cancro
Luna Piena: 15 luglio ore 6:41 GMT a 22º Capricorno
ariete
21 marzo - 19 aprile
Urano sollecita da mesi la tua voglia di
cambiamento. A Luglio farai scelte
importanti e concrete, sarai propositivo
e vedrai le tue aspirazioni realizzarsi.
Venere ti darà un fascino speciale facilitandoti nelle relazioni e negli obiettivi
più difficili. Non dimenticarti che per un
più ampio successo hai bisogno di flessibilità e una sincera collaborazione.
Non meravigliarti dei tuoi sogni e fidati
dei loro messaggi.
cancro
22 giugno - 22 luglio
Il Sole nel tuo segno ti aiuta a superare
l’insicurezza accentuando lo spirito d’iniziativa, il coraggio e le scelte immediate.
Luglio sarà un tempo di incontri fortunati
e di crescita di tutto quello che per te ha
valore. Ci saranno responsabilità maggiori che dovrai assumere nel lavoro o
nella famiglia, ma sarai pronto a farlo. Non
temere di dar voce alle tue aspirazioni. In
questa estate saranno importanti i viaggi
e sperimentare il nuovo ti farà bene.
bilancia
23 settembre - 23 ottobre
A Luglio avrai il sostegno di Marte che
dai Gemelli darà ai tuoi obiettivi valore e
scopo. Urano e Plutone lentamente lavorano nell’area dei sentimenti, delle relazioni e dell’inconscio facendo emergere
aspetti di te profondi e sconosciuti agli
altri. Abbi pazienza, non sei solo! Non
dubitare di quello che senti. Stai iniziando a vedere con chiarezza la tua meta
e a cogliere i frutti che per lungo tempo
hai coltivato nel silenzio del cuore.
toro
20 aprile - 20 maggio
gemelli
21 maggio - 21 giugno
Ci sono progetti che durante la primavera hai valutato attentamente e a Luglio,
con Giove nel tuo segno, potrai incontrare persone che ti offriranno contatti utili
allo sviluppo della tua professione. Non
avere fretta di vedere subito i risultati,
lascia che gli eventi ti diano una maggiore chiarezza. Spesso le situazioni fortunate nascono dalla serenità interiore. In
questo mese hai bisogno di restare aperto a tutto quello che l’esistenza ti offre.
Mese intenso e vitale. Molte novità sono
in arrivo e riguardano soprattutto la crescita economica e la stabilità interiore.
Saturno ti sta offrendo possibilità concrete ma dovrai correre qualche rischio
e metterti in gioco. Migliora le tue competenze prendendoti cura dei dettagli.
Quando hai fiducia in ciò che ami, le
situazioni iniziano a muoversi a tuo favore. Dai valore a tutto quello che fai. Riconoscere ti aiuterà a creare.
leone
vergine
23 luglio - 22 agosto
A Luglio avrai molte opportunità di successo. I pianeti ti regalano un mese ricco
di esperienze interessanti. Le tue idee
hanno necessità di essere rivoluzionate
e Urano ti farà sperimentare un incontro
particolare che ti darà una visione nuova
della vita, dell’amore e di te stesso. Da
alcuni mesi stai cercando una risposta,
forse la tua verità: avrà volti differenti, ma
non quello a cui sei abituato. La saprai
riconoscere dal suo profumo.
23 agosto - 22 settembre
Le stelle saranno al tuo fianco pronte a
donarti tanto, tanto di più. L’ingresso di
Giove nel segno amico del Toro ti ha
permesso di superare la sfiducia e
manifestare la tua abilità. Le situazioni
bloccate ti hanno dato la possibilità di
vedere quello che sei in grado di fare e
non è poco! Hai molte iniziative in mente
e nell’estate potrai svilupparle. Ciò che
nasce richiede attenzione. Avrai l’appoggio economico per puntare in alto.
scorpione 24 ottobre - 21 novembre sagittario
Un’estate di esperienze che ti porteranno su una strada diversa, soprattutto nel tuo lavoro. Il Sole accresce la
fiducia e non avrai dubbi sulle tue aspirazioni. Le stelle ti chiedono di non
stare in disparte e neppure di tenere
nascosti i tuoi talenti. Giove in opposizione ti allontana dalle tue paure e ti
farà amare ogni persona e ogni situazione che incontrerai sul cammino. Nettuno darà fantasia alle tue idee.
capricorno 22 dicembre - 19 gennaio acquario
Il mese inizia in modo tranquillo e con il
sostegno di Giove porterai avanti i tuoi
progetti con facilità. Nella prima parte
del mese fai attenzione agli sbalzi d’umore frequenti o al nervosismo che
potrebbe farti agire con impulsività. Lo
sforzo che stai facendo per crescere,
non solo nel lavoro ma anche nella vita
interiore e di coppia, darà i suoi frutti.
L’estate sarà un periodo di stabilità
affettiva e anche finanziaria.
Luna Nuova: 30 luglio ore 18:41 GMT a 7º Leone
20 gennaio - 18 febbraio
Luglio ti promette un’ottima intesa familiare e un buon equilibrio interiore. I pianeti dai Gemelli annunciano facilità nell’esprimere le idee e i progetti che Saturno consoliderà da Agosto in poi. Hai
bisogno di rilassare la mente e il corpo
e Luglio è il mese ideale per una vacanza. Non misurare il successo dalla velocità. Se hai la sensazione di essere
fermo, osserva le nuvole e scoprirai che
stai viaggiando con loro.
22 novembre - 21 dicembre
Molti dei tuoi progetti si stanno realizzando e a Luglio dovrai agire con calma.
Marte nei Gemelli ti rende impulsivo,
soprattutto nei rapporti affettivi o con i colleghi. Urano dall’Ariete continua a sostenerti con vitalità e il Sole ti offre una notevole sensibilità per capire come muoverti nelle situazioni. Fai sempre una pausa
di riflessione prima di decidere, anche
nelle piccole questioni. Guardare ogni
dettaglio favorisce la visione d’insieme.
pesci
19 febbraio - 20 marzo
Sarà un mese agitato nella prima parte e
calmo nella seconda. Il Sole favorisce attività professionale, creatività e relazioni.
Permane il desiderio di fare di più, di uscire dagli schemi o di non dare importanza
a quello che gli altri si aspettano da te.
Nettuno ti sta aiutando ad anteporre le
azioni alle parole. Agire è un tuo punto debole, ma Giove ti darà l’aiuto necessario
per cogliere al volo le opportunità, senza
sprecare energia o perderti nell’illusione.
un libro
da vivere
LA DIFFERENZA
Osserva la vita con gli occhi di chi
gioca, in modo non-serio. La differenza è abissale. Quando vai in ufficio,
hai una mentalità totalmente diversa:
sei teso, ambizioso, preoccupato,
stressato. Ma se percorri la stessa strada per una passeggiata mattutina – la
via, gli alberi, gli uccelli, il cielo, le
persone e anche tu siete gli stessi –
non sei teso, non sei stressato, perché
non stai andando in nessun luogo particolare. È solo una passeggiata mattutina: te la godi, sei giocoso!
LE ONDE E L’ABISSO
Vorrei che divenissi capace di vivere
sulle onde – dove il sole scintilla, la
tempesta infuria e i venti soffiano
impetuosi – ma anche di scendere nell'abisso, dove cessa ogni tempesta e
c’è solo oscurità profonda, il sole non
penetra mai, tutto è silenzioso, tranquillo e sereno, privo di disturbi e di
interferenze. Mi piacerebbe che diventassi capace di entrambe le cose: se
una ti rende incapace dell’altra, non
sei un essere umano molto ricco!
CIÒ CHE SEI
La vita non è la creazione di qualcosa
di nuovo, ma solo uno sbocciare...
deve solo schiudersi rimuovendo le
barriere. Gli ostacoli vanno messi da
parte: sei come un bocciolo, quando
gli ostacoli non ci sono più, cominci a
fiorire, ma ciò che diventerai lo sei
già, in essenza. Puoi diventare solo
ciò che sei. Puoi diventare solo il tuo
essere: non esistono altri modi di
diventare, non c’è nient’altro che puoi
diventare.
ODIO E AMORE
Rimuovi l’odio, l’amore comincia a
fluire. Non devi creare l’amore, nessuno può crearlo; se tu dovessi creare
l’amore, sarebbe impossibile.
Rimuovi l’inconsapevolezza e vedrai
la conoscenza sorgere in te. Rimuovi
il negativo e il positivo comincerà a
manifestarsi. È come se una roccia
stesse bloccando un piccolo ruscello:
rimuovi la roccia e il ruscello comincia a scorrere.
TRASCENDENZA
La vita
è gioco
De Agostini
pagine 336 – Euro 16,00
Continua, dopo La vita è dono, il
commento di Osho ai canti dei
Baul, i mistici nomadi dell’India,
devoti a un’esistenza fondata sull’integrità, sulla essenzialità, capaci
di vivere senza limiti la pienezza
dell’istante: goderselo, e al tempo
stesso trascenderlo, affermando che
“Questa riva e quell’altra appartengono allo stesso fiume divino”.
Una proposta esistenziale che Osho
fa sua, chiedendoci di cogliere l’essenza della vita non più come dolore, sofferenza, lotta, ma come,
usando un termine orientale, Lila:
come gioco!
In Occidente la “creazione” sembra
una faccenda molto seria. Al contrario, il concetto di Lila si riferisce
al gioco, al divertimento. Non essere triste... la vita è un gioco! Osho
Se non esistesse nulla al di là dell’uomo, egli sarebbe una passione inutile,
destinata al fallimento. Se l’uomo termina con se stesso, è certamente inutile. Ma l’uomo non termina con se
stesso: è un’evoluzione. L’uomo è un
divenire, un evolversi, una trascendenza continua. Se resti un
seme che non sboccia; se resti
un albero che non fiorisce; se
resti un fiore che non diffonde
la sua fragranza... Se la tua
vita avrà un senso o no,
dipenderà da te. È tutto
nelle tue mani!
DANZA E GIOISCI
Io sono qui per aiutarti a
vedere che il divino è già presente: sei come un pesce che è
già nell’oceano. Si tratta di
riconoscere, non di ricercare.
Per cui, io non ti dico di cercare Dio, ma di viverlo in
questo stesso istante.
Non occorre cercare:
goditelo in questo momento, celebra! Lascia
che sia una festa:
il divino è già
avvenuto.
Sta solo
aspettando
che tu danzi e
gioisci insieme a lui.
LUGLIO-AGOSTO 2011
21
LA MIA ARROGANZA...
DI FRONTE ALL’INFINITO
lʼinizio di una nuova esperienza di vita
il racconto di Asha
ono arrivata a Osho, alla
meditazione e a Miasto
praticamente nello stesso
momento, contemporaneamente. Ancora non ho capito come; ho
scritto tante pagine di diario su quel
periodo, ormai sono più di 3 anni fa,
per provare a capacitarmene, rileggendomi, e per provare a trattenere un
po’ che cosa è stato quel momento
improvviso, che velocemente mi ha
catapultato in una nuova esperienza di
vita, come se iniziasse una nuova era.
S
La mia storia da ricercatrice ha avuto
un’occasione di inizio molto “funny”:
uscivo con un ragazzo che mi sembrava un uomo bello maturo, intelligente
e colto, fino a quando mi ha invitata
a prendere un tè a casa sua; le pareti
delle stanze erano piene di foto di
Osho e la mia mente immediatamente ha fatto una virata eccezionale: “Ma
no, ma perché? A me sembrava un
uomo così a posto!”. L’impulso è stato
quello di fuggire. Comprendevo che
ero molto nel giudizio, ma avevo
altrettanta chiarezza e determinazione
nel rivendicare la mia profonda allergia a tutto ciò che era new age, ai guru,
a queste forme di misticismo orientali
tradotte all’occidentale. Ci ho messo
22 OSHO TIMES
un po’ ad accettare che ero molto ignorante su tutte queste cose e che il mio
giudizio altro non era che paura. Però
sono stata coraggiosa nel comprendere che se avevo incontrato una resistenza così forte, non tanto nei confronti di un “guru” (Osho non sapevo
nemmeno chi fosse!) ma, banalmente,
nei confronti di una persona che reputavo molto in gamba, a tal punto da
voler quasi decidere di smettere di frequentarlo… be’, come minimo era
giunto per me il momento di scoprire
le carte e andare a vedere cosa c’era
sotto, dentro di me, che lottava e scalpitava tanto. Questa persona mi aveva
anche invitato apertamente ad andare
presso un centro, a Milano (allora abitavo ancora lì) per provare a meditare e anche in quest’altra occasione mi
era uscito proprio un “no!” della serie
“se vuoi restiamo amici, ma dobbiamo necessariamente trovare un altro
terreno sul quale incontrarci”.
Però mi sono poi trovata a “spiare”,
di nascosto dal mio amico, il catalogo
del programma di Miasto e una sera,
in segreto, nella solitudine del mio
monolocale metropolitano, sono andata a visitarmi il sito, ritrovandomi,
nel giro di un’ora, ad aprire la mia
agenda per controllare velocemente
quando avrei potuto prendermi qualche giorno di vacanza e, subito dopo,
a scrivere una mail a questi sconosciuti
per chiedere di poter partecipare a un
gruppo. Il gruppo lo scelsi lasciandomi guidare dall’energia che mi arrivava dalle foto dei terapisti. Scelsi Dwari
e fu un buon inizio.
Qualche giorno dopo ero in viaggio
per Miasto. È stato intenso da subito
il mio arrivo, fin dal parcheggio. Ero
arrivata in un luogo dove si medita da
trent’anni e mi sembrava di averlo
immediatamente percepito, già dal
principio della strada sterrata che sale
per cinque chilometri e che ti chiede di
colpo di rallentare il passo d’andatura, sia esso d’uomo, che della quattro
ruote. Da brava nevrotica milanese,
manager in carriera qual ero, lo
“stop” ricevuto dall’esistenza, in quel
momento, fu forte e chiaro.
Indubbiamente la Toscana è una bella
terra, ma non era solo da un punto di
vista geografico e paesaggistico che
sentivo quell’improvvisa e forte attrazione; certo il panorama mi vedeva
grata alle mie radici (sono stata concepita in Toscana), ma mi è sembrato che quel luogo potesse essere ovun-
CONDIVISIONI
dio, la famiglia, i legami, gli incontri
e i ricordi di una vita.
Meditazione? Io? La sensazione era
di essere di fronte a una cosa nuova
e oscura, ma che nel contempo sentivo familiare.
que e che quel che mi chiamava era
una forte sensazione di ritorno a casa,
a me stessa: potevo contattare e sentire la mia sete, la curiosità, la fiducia, la voglia di cambiamento e trasformazione, un click che faceva
ripartire la mia ricerca.
Ero partita all’improvviso, anche un
po’ di nascosto, una vacanza presa
in segreto, senza dare spiegazioni a
nessuno, per la prima volta nemmeno a me stessa. Paura e timidezza mi
assistevano.
Alla fine del mio primo gruppo e della
mia prima volta a Miasto il mio commento fu: “Caspita! Devo ammettere
che è proprio un mondo che non
conosco; di lavoro su di me ne avevo
già fatto: vengo da vent’anni di psi-
canalisi… però mi sento molto ignorante rispetto a questa nuova cosa
incontrata e mi rendo conto di avere
un bel po’ di pregiudizi. Be’, niente
male questi terapisti! Magari una
volta all’anno potrei venir giù a fare
un gruppo”. Mi vengono i brividi
ancora adesso a raccontarlo: dopo sei
mesi da quella prima volta mi sono
trasferita a Miasto, lasciando la mia
città, il mio lavoro, gli amici, lo stu-
Tornando a casa mi riappropriai del
fatto che non ero così a digiuno di
meditazione, nel senso di educazione
ricevuta e condizionamento familiare. La meditazione era una cosa un
po’ segreta nella mia famiglia. Mi
venne in mente improvvisamente un
ricordo di quando ero piccola: mia
nonna che mi diceva “non andare nell’altra stanza perché ora lo zio sta
meditando”. Accipicchia, è vero! Io
ho uno zio che medita da trent’anni.
Era diventata un’abitudine sapere che
non si poteva disturbare lo zio, che la
meditazione era quello spazio che
uno si prendeva per se stesso, che non
bisognava invadere, che bisognava
far silenzio. Provengo da una famiglia
cattolica, dove non è stato molto facile dichiarare di pensarla in un altro
modo. Realizzai che il tono col quale
mia nonna parlava della meditazione
era quasi sacro, sicuramente molto
rispettoso. E realizzai anche che il
giudizio dei miei genitori era molto
forte: era un tabù, non si poteva pronunciare, ma c’era… e le poche volte
che se ne parlava c’era molto giudizio (“vuol far l’alternativo!”). Dunque qualcuno (mio zio) aveva messo
un seme, senza disturbare né avere la
pretesa di “convertire” nessuno. Era
forse giunto il momento per me di
sperimentare di persona? In seguito,
fu una gioia immensa per mio zio
sapere di questo mio inizio di un
Era arrivato, per me, il momento di riaprire delle
porte, di rimettermi in cammino...
LUGLIO-AGOSTO 2011
23
nuovo viaggio. In un soffio, bruciai
tutti i condizionamenti e mi fidai del
ricordo della voce di mia nonna e del
mio cuore. Avevo sempre stimato
mio zio, mi era sempre sembrato che
avesse una marcia in più nel vivere
quotidiano, anche se non ne avevo
mai compreso il perché. Non ne ero
consapevole.
Di fatto, mi si era come squarciato
qualcosa dentro, si era aperto uno
spiraglio che mi faceva intravvedere
un nuovo mondo e la sete e la curiosità che si erano accese in me non
erano rimandabili di un anno. Era
diventato urgentissimo saperne qualcosa di più. Andai per librerie, quasi
per gioco, con la mia amica, in centro Milano, alla ricerca di libri di
Osho e, col piglio critico che mi caratterizza, le dissi che avrei cominciato
a leggere sottolineando tutto quello
che non mi avrebbe convinto. Tale
era la mia arroganza, di fronte all’infinito. Ogni sera, la mia amica mi
telefonava per chiedermi: “Allora,
quante righe hai sottolineato?”. Io
rimanevo in silenzio e lei capiva,
incredula. Nessuna sottolineatura.
L’esperienza che stavo attraversando,
con tanta passione e molta velocità,
era intensa, sempre meno traducibile
dalla mente. Provavo a razionalizzare, ma non ci riuscivo. Una chiacchierona come me era rimasta senza
parole e senza spiegazioni.
Tempo un mese, vidi la mia mente che
faceva un altro click. Feci un altro
gruppo, con Devapath. Presi (“perché no?”) il sannyas e chiesi un anno
di aspettativa per trasferirmi a Miasto. È stato forte perché, di solito,
prima di prendere una decisione
avevo sempre dovuto analizzare,
verificare, approfondire.
Quel che non avevo messo in conto è
che la sera del sannyas, Osho mi desse
l’ennesimo calcio in culo, mettendomi
davanti uno sconosciuto, che sarebbe
24 OSHO TIMES
Nella mia vita precedente (così mi
piace chiamare i 40 anni vissuti a
Milano), dirigevo un’impresa sociale
di cinquanta dipendenti, nel campo
dell’educazione. Ero anche consulente
pedagogica, occupandomi di formazione e supervisione delle professionalità sociali. Insegnavo ai coordinatori
di Servizio, per conto della Provincia.
Arrivare a Miasto è stato come fare un
salto dalle cascate del Niagara.
È stato come se fosse possibile vivere
due vite in una. Anche se non mi sono
reincarnata in un corpo nuovo, anche
il corpo ne ha avuto beneficio.
poi diventato il mio compagno, in una
relazione sentimentale da viversi in
una comune a stampo spirituale: questo era davvero troppo!
Io che avevo chiuso con l’amore, io
che nelle relazioni avevo smesso di
credere, io, io, io…
Per quanto sbalorditivo fosse per me
accettare di avere incontrato un maestro alla bell’età di 40 anni suonati,
ancor più sorprendente fu ritrovarmi
improvvisamente intrigata dal progetto di una comune e dall’idea di
farne esperienza. Mi incuriosiva scoprire come mai ce ne fosse ancora una
viva, come resisteva: ma non erano
morte tutte negli anni settanta?
Era indubbiamente arrivato, per me,
il momento di riaprire delle porte, di
rimettermi in cammino e non più
come prima nei miei viaggi transafricani, ma su un sentiero capace di portarmi oltre; oltre me, oltre la relazione, forse oltre Osho stesso.
Lì per lì io non mi sono accorta di
cosa stava succedendo: ero così
presa nel turbinio delle tante novità
che non avevo tempo per pensare;
sentivo solo un forte impulso ad
agire e a lasciarmi travolgere da questo nuovo fare.
Mi dicevo: “Non pensare alla vita,
vivila!”. Apparentemente non pensavo più. Così mi sembrava. Prima, più
che vivere era un continuo sovrapensiero sull’esperienza, che, di fatto, mi impediva che la vita fluisse.
Era tutto come bloccato.
Meditare in cucina, durante il programma di tre mesi del Living the
Commune, aiutando nel taglio di verdure e pelando patate e carote – mentre contemporaneamente tentavo di
osservarmi – è stata per me un’occasione di grande crescita. Constatavo
che la mia mente si cibava del doppio, triplo, forse centuplo dei pezzettini di verdura che intanto riuscivo a
preparare. Nella mia mente c’era
un’insalatona mista di pensieri, che
Nessuno è indispensabile ma ciascuno,
nella propria ordinarietà, è necessario poiché
porta un colore e un sapore unico
CONDIVISIONI
un po’ mi mettevano in guardia, un
po’ mi sabotavano, un po’ mi suggerivano di non provarci neanche a
essere così sfacciatamente felice. Era
sempre la mia mente che mi chiedeva
di cambiare in continuazione perché
se no si annoiava. Ma quel che stava
succedendo era che, a lungo andare,
mi accorgevo che pur facendo tutti i
giorni le stesse azioni, gli stessi gesti,
le stesse meditazioni, gli stessi tramonti e le stesse albe, anziché annoiarmi
andavo sempre più in profondità, sfogliando strati diversi della stessa cipolla; approfondendo mi accorgo sempre di più di ciò che accade.
Credevo di essere appassionata del
mio lavoro a Milano, che avevo scelto proprio quello, perché volevo fare
quello… e che “quello” fossi io. Ero
così identificata con ciò che facevo da
non accorgermi innanzi tutto del mio
bisogno di identificazione. In realtà
scoprivo che ero appassionata del
lavoro, qualunque esso fosse. Avevo
così bisogno di essere vista e riconosciuta che non importava quel che
facevo, dovevo farlo alla perfezione.
Così, a un certo punto, accade che
“trascendi la carota” (passatemi l’espressione!). Dover ricominciare tutto
da capo, in un posto nuovo non è facile, ma la cosa più difficile era assistere a quel che emergeva dentro di me:
un’ansia profonda, una paura di sbagliare le cose, la pretesa di imparare
troppo velocemente, l’arroganza di
voler essere più brava degli altri.
A volte la comune riesce a intravedere
i tuoi bisogni prima di te individuo e ti
indirizza nel riappropriarti delle tue
responsabilità; ad esempio quando
sono stata malata e non ne volevo sapere di curarmi, tale era l’entusiasmo di
voler contribuire al quotidiano. Quel
che mi rifiutavo di vedere, in quel
momento, è che rischiavo di contribuire solo a un proliferare di batteri e virus
con la mia influenza... e in una vita
comunitaria non è il massimo!
La vita nella comune viene arricchita
continuamente dai suoi elementi, ma
è più della sua somma. L’insieme delle
parti, d’altro canto, aiuta costantemente a elaborare che nessuno è indispensabile ma che ciascuno, nella propria ordinarietà, sia necessario poiché
porta un colore e un sapore unico.
La capacità di Miasto di farsi, nel
tempo, struttura ricettiva, non più solo
per gli italiani, ma per tutto il mondo,
dall’Olanda alla Russia, dalla California all’Australia denota un alto livello
organizzativo della comune che non
rinuncia alla semplicità dei gesti, ma
che trasmette la voglia di diffondere la
meditazione a chiunque vi si accosti e
che permette a tutti di sperimentare la
vita in una comune.
Far dialogare tra loro mondi così diversi, forse opposti, sia per geografia che
per cultura non è occasione da poco,
ora come ora, in questo mondo.
È come se si rifondasse sempre una
nuova appartenenza, in questa visione,
non chiusa, che resta sempre aperta.
Mi ha colpito la rapidità con cui vengono risolti i problemi, dal più piccolo al più grande. Da brava milanese
credevo di aver solo da insegnare
rispetto al come organizzarsi per risolvere problemi. Sono rimasta spiazzata
e sbalordita. Non mi sembrava nemmeno di essere in Italia, dove la burocrazia è la madre di tutte le cose e l’arte del rimandare e del nascondere i
problemi è quella che permeava la cultura in cui avevo sempre respirato.
Ancora non ne ho scoperto il trucco.
Non me lo spiego, ma funziona!
Non ho mai avuto l’impressione che
ci fosse una differenza tra chi è qui da
più tempo e chi è appena arrivato. In
qualsiasi organizzazione, nel mondo,
ho sempre trovato una parte di “vecchiume” che frena, che non cambia,
che si è fermata. A Miasto, chi maggiormente spinge nel rinnovare
costantemente le cose sono soprattutto i più antichi (sarà la tanta medi-
tazione che scorre al posto del sangue
nelle loro vene!).
A oggi, il mio bilancio è super positivo. Per me un bilancio positivo non è
tanto quando le cose vanno bene o
male, ma quando sento che le cose che
accadono mi stanno facendo crescere
e mi propongono sfide sempre nuove.
Per quanto Osho abbia sparato a zero
sul concetto di speranza, mi è molto
caro il significato del mio nuovo nome
(speranza, appunto) perché è ciò che
mi ha tenuta viva e che mi ha portato
fin qui. Spero di averne altrettanta per
il pezzo di strada che mi resta da fare.
In questo mondo,
l’uomo, fino a che non trova
il divino è un senzatetto...
lo è finché non si illumina,
perché solo nel risveglio
supremo esiste un riparo
sicuro, altrimenti continuiamo
a vagare da un accampamento
all’altro, da una vita all’altra.
È un lungo, lungo ed
estenuante pellegrinaggio.
Estremamente futile, senza
significato. Ci muoviamo
in cerchi, senza mai arrivare
da nessuna parte, senza mai
trovare nulla. Sempre a
sperare, sognare, ma alla
fine resta solo la frustrazione
tra le mani…
La casa certamente esiste,
ma solo poche persone l’hanno
trovata finora. E i pochi che
l’hanno trovata lo hanno fatto
nel luogo più inaspettato.
L’hanno trovata in se stessi!
Per questo restiamo
dei senzatetto.
TRATTO DA:
Osho, Eighty Four Thousand Poems #6
LUGLIO-AGOSTO 2011
25
1 – 31 agosto 2011
[email protected] – 338/6320411
Luna Piena: 13 agosto ore 18:59 GMT a 21º Acquario
ariete
21 marzo - 19 aprile
Venere in un altro segno di fuoco ti dona
vitalità, voglia di amare e di creare. I progetti che hai in mente sono tanti e a volte
confusi. Saranno ancora le relazioni a
guidare la tua estate. Ti senti pronto per
costruire un futuro più stabile sia a livello affettivo che professionale. Marte ti
consiglia di non agire d’impulso ma di
assecondare il fluire degli eventi. Ogni
parola che dirai avrà un impatto decisivo su chi l’ascolta.
cancro
22 giugno - 22 luglio
L’ingresso di Marte nel tuo segno all’inizio del mese ti darà una notevole carica energetica e i programmi saranno
portati avanti con decisione. Le stelle ti
concedono molte opportunità per realizzare obiettivi concreti e soprattutto un
progetto ambizioso sarà al centro delle
tue iniziative. Giove, in modo particolare, ti invita a non prendere abbagli e a
comunicare con estrema chiarezza per
non restare deluso dagli altri.
bilancia
23 settembre - 23 ottobre
Il Sole e Venere nel Leone ti regalano un
periodo tranquillo e di equilibrio interiore.
Hai superato molte paure legate all’insuccesso. Marte ti aiuterà a ritrovare l’energia per seguire i tuoi obiettivi con determinazione ma senza fatica. Usa l’intuito e
soprattutto ascolta quello che il tuo sesto
senso ti suggerisce. C’è molto, molto di
più di quello che pensi. Non restare legato a un’immagine svalutata di te stesso,
delle tue doti e della tua esperienza.
toro
20 aprile - 20 maggio
gemelli
21 maggio - 21 giugno
Agosto sarà dinamico e con esperienze
di grande valore. La forza che ti regala
Giove ti rende solare, fiducioso e molto
disponibile a vivere pienamente. Fai
attenzione a non giudicare le persone o
le situazioni senza aver prima sperimentato. Il mese potrebbe riservarti
qualche momento di insicurezza che
riflette il desiderio di essere sostenuto
dalle persone care. Nei rapporti costruisci un’attitudine di curiosità e di gioco.
Ottima estate. Energia, facilità nell’esprimere i sentimenti, intuizione, sono
tutte qualità che vivrai con entusiasmo
e naturalezza. Sarai protagonista in ogni
situazione e a volte le luci puntate su di
te potrebbero confonderti. Dopo tanto
silenzio è arrivato il tempo del successo. Ma ricorda quello che hai imparato
dall’esperienza. Usa le parole consapevolmente, di’ la tua verità senza timore di perdere quello che hai ottenuto.
leone
vergine
23 luglio - 22 agosto
Nel mese del tuo compleanno gli astri
hanno più di un dono per te: fascino,
sensibilità e forza interiore che alimenta chi ti è vicino. Anche se Giove non ti
protegge direttamente, sentirai ancora
la sua benefica presenza che renderà
stabili le tue iniziative. Le stelle ti sconsigliano di forzare gli eventi o di investire denaro in attività che non conosci
bene. Sii attento a ogni sfumatura per
vivere l’amore nella sua totalità.
23 agosto - 22 settembre
Giove ti sta dando soddisfazioni e benessere. Agosto è un mese importante, ricco
di eventi che ti ripagano dell’insicurezza
dei mesi scorsi. La forza che senti è un
regalo degli astri per non farti dimenticare le tue aspirazioni più profonde. Utilizza questo mese per rilassarti, divertirti e
per creare la visione del futuro. Il consiglio è di non disperdere le idee in molte
direzioni. In questo modo ogni iniziativa
prenderà forma, valore e scopo.
scorpione 24 ottobre - 21 novembre sagittario
Le stelle annunciano un Agosto sereno,
di ottima forma fisica e mentale. Ci sono
due pianeti che saranno al tuo fianco per
tutto il mese: Marte e Nettuno. Il primo
dal segno del Cancro ti offrirà spirito d’iniziativa nei progetti e il secondo dai
Pesci, il desiderio di andare in profondità nei rapporti che contano. Non temere di esprimere le idee e i sentimenti,
Giove “contro” ha proprio la funzione di
darti fiducia e aprire il tuo cuore all’altro.
capricorno 22 dicembre - 19 gennaio acquario
L’inizio del mese sarà in apparenza tranquillo, ma intimamente ti sentirai agitato
da alcune difficoltà che hai dovuto
affrontare nei mesi scorsi e che in parte
devi ancora risolvere. Marte dal tuo segno opposto, il Cancro, ti offre energia
ma anche impulsività, soprattutto nei
rapporti famigliari. Hai comunque l’appoggio di Giove che ti aiuterà a vedere
il lato positivo di ogni evento e a comunicare con un’autentica sensibilità.
Luna Nuova: 29 agosto ore 3:05 GMT a 5º Vergine
20 gennaio - 18 febbraio
Il Sole e Venere nel tuo segno opposto, il
Leone, possono darti stanchezza a livello fisico e mentale. Almeno fino al 20 Agosto è bene rallentare, concederti una vacanza o semplicemente meditare, per
non farti coinvolgere in situazioni che ti privano di energia. La tua disponibilità a dare
il meglio di te stesso è sempre in primo
piano sia in amore che nelle amicizie. In
Agosto è bene ritornare a te stesso e
dare al tuo spirito forti radici e grandi ali.
22 novembre - 21 dicembre
Un mese di straordinaria potenza e vitalità. Il Sole e Venere dal Leone ti danno
una fortissima carica energetica per
viaggiare, amare e fare progetti. Ci sono
però altri pianeti che potrebbero creare
facili aspettative o piccole delusioni.
Stai attento nelle situazioni che hai di
fronte: comunica con chiarezza e porta
avanti un obiettivo per volta. Nettuno
rende confuse le idee e sollecita il desiderio di esperienze insolite.
pesci
19 febbraio - 20 marzo
Ti aspettano un’estate davvero positiva e
un mese dinamico e concreto. Hai le idee
chiare e segui con fiducia le indicazioni
della tua consapevolezza. Agosto è un
ottimo mese per riprendere la vitalità e
anche per occuparti di arte, sport o spiritualità. In questo periodo ti senti carico
di forza per dare ai tuoi progetti una direzione e uno scopo precisi. Marte in buona
posizione ti sostiene affinché tu possa
compiere il tuo cammino pienamente.
INCONTRI
Una famiglia di
MONACI E SAMURAI!
Kantu ha 34 anni e nel 2006 ha lasciato il Giappone,
dove è nata e cresciuta; ora vive in Spagna; Bali l’ha intervistata
durante una sua visita all’Osho Meditation Resort
BALI: Puoi dirmi qualcosa della tua
famiglia di origine?
KANTU: Io sono del Kysh, una delle
isole del Sud del Giappone e vengo da
un paesino di campagna, la mia famiglia vive ancora lì. Mio padre è un
monaco, proviene da una famiglia di
monaci. Mia madre viene da una famiglia di samurai... È buffo che da un
monaco e una samurai sia venuta fuori
una figlia discepola di Osho!
BALI: Ma vuoi dire che lì i monaci
sono sposati?
KANTU: Certo, ma lui non è un monaco Zen. È un monaco buddhista di
una “scuola” diversa: Jodo Shinshu.
Questi monaci possono sposarsi,
avere una famiglia e anche bere alcol
e mangiare carne.
BALI: E non vivono nei monasteri?
KANTU: Mio padre non è il primo
figlio, ha altri otto fratelli e solo il maggiore vive in un tempio, per cui per mio
padre non c’è stato bisogno di andare
in monastero. Lui però è nato in un
tempio. Nel passato in Giappone i
monaci dovevano sposarsi con le figlie
di un monaco, c’erano dei matrimoni
combinati e nella famiglia di mio
padre c’erano solo monaci.
BALI: Tuo padre si prendeva cura di te,
ti insegnava il buddhismo? C’erano
dei rituali che dovevi seguire?
KANTU: Sì, fin da bambina ho sentito
parlare e raccontare solo storie di
Buddha e tutte le mattine mi dovevo
inchinare davanti alle statue del
Buddha, offrivo cibo, incensi e recitavo dei mantra; solo dopo potevo fare
colazione... lo odiavo questo rituale!
Anche tutte le volte che si andava a
casa di amici o parenti la prima cosa
da fare era visitare la statua di Buddha,
porgerle omaggio e solo dopo si poteva iniziare a parlare con la persona.
BALI: Ma ti piaceva questo modo di
vivere o avevi un rifiuto?
KANTU: Non mi piaceva: ad esempio
durante le vacanze estive la mia famiglia era molto occupata perché in estate... ci sono in particolare tre giorni
quando la gente crede che tutte le
anime “tornino a casa” e i monaci
devono andare dalle varie famiglie a
recitare i mantra; sono veramente
impegnatissimi per un lungo periodo
di tempo, quindi gli altri bambini potevano andare in vacanza con le loro
famiglie e io non potevo andarci mai!
Dovevo stare a casa ad aiutare la mia
famiglia. Come bambina era difficile
da accettare e poi non coglievo il senso
della spiritualità. Adesso vedo che
questo modo di vivere dei monaci non
aveva nulla a che fare con la meditazione: dovevi recitare dei mantra, non
LUGLIO-AGOSTO 2011
27
erano interessati alla meditazione, ma solo a recitare i mantra!
Reciti i mantra e ricevi offerte e donazioni.
BALI: Come sei venuta in contatto con Osho?
KANTU: Avevo 23 anni e lavoravo in un bar in Giappone e un
giorno è arrivato un cliente... l’ho visto
arrivare e mi è sembrato un tipo un po’
strano, qualcosa di insolito; parlava
dell’India ed è veramente raro in Giappone parlare dell’India, ma io l’ho sentito come qualcosa di familiare perché
ero cresciuta con Buddha nella mia
vita e avevo questo desiderio di andare un giorno in India!
Poi sono venuta a sapere che era un
discepolo di Osho e quando siamo
diventati una coppia ero sorpresa di
vedere nella sua casa tutte le foto di
Osho, i libri di Osho, ne aveva tantissimi, ma mi sentivo veramente bloccata di fronte a tutto questo. Mio
padre era molto contrario alle altre
religioni, aveva tanti giudizi sui cristiani, gli scintoisti, etc... a lui piaceva
solo Buddha e anch’io avevo questo
condizionamento.
Per tre anni non sono riuscita ad avvicinarmi a quello che diceva Osho, ma
poi la mia vita ha iniziato a diventare
veramente difficile, ho rotto anche
questa mia relazione... non sapevo
cosa fare, poi un giorno mentre stavo
pulendo la mia stanza ho trovato un
libro di Osho che mi aveva dato il mio
ex due anni prima, ma che praticamente non avevo mai neanche toccato e ho iniziato a leggerlo; e immediatamente dopo le prime frasi, ho cominciato a piangere, mi aveva toccato da
qualche parte: ho pianto per mezza
giornata, non c’era alcuna ragione ma
continuavo a piangere e piangere.
Poi ho iniziato a meditare! La prima
meditazione che ho fatto è stata la
Dinamica: ero andata in un centro di
Meditazione di Osho, c’erano molte
persone che facevano meditazione e
sono rimasta scioccata... urla, pianti,
28 OSHO TIMES
grida! In Giappone nessuno urla. Solo
dopo un bel po’ di volte sono riuscita a
esprimere le mie emozioni... bellissimo!
BALI: Questo ha creato qualche problema con la tua famiglia?
KANTU: La mia vita è cambiata completamente... sono andata ad abitare ad
Osaka perché accanto al mio paesino
non c’era la possibilità di meditare e di
incontrare altri meditatori e ho anche
iniziato con le Danze di Gurdjeff.
BALI: Buddha, e poi Gurdjeff...
KANTU: Sì, ma per me il Buddha era
solo un simbolo... solo una statua.
Quando ho iniziato ad ascoltare i
discorsi di Osho sul Buddha non riuscivo a capire: mi chiedevo perché
parla di Buddha come di una persona
così importante? Non riuscivo a sentirmi d’accordo perché nella mia
mente c’era tutto quello che mi avevano insegnato sul Buddha: dove era
nato, cosa era accaduto a sua madre,
che un elefante bianco era venuto a
prendersi cura di lui... questo tipo di
storie; avevo la mente piena di queste
storie che non avevano niente a che
fare con il mio “essere”.
B ALI : Ma Buddha era anche un
meditatore!
KANTU: Certo, ma questa parte non
veniva considerata nella mia famiglia... sono un tipo di buddhisti che
parlano solo di mantra.
BALI: I tuoi genitori sanno che sei
diventata discepola di Osho e che fai
meditazione?
KANTU: Lo sanno entrambi, ma non
vogliono saperlo! Hanno paura
credo... e di sicuro pensano: mia
figlia fa delle strane cose ma sembra
così felice che non voglio sapere
niente di cosa fa. Ho provato qualche volta a condividere con loro, ma
ho sentito che non sono aperti a questo tipo di esperienza; comunque
ogni tanto ci provo ancora, ma
rispetto anche i loro tempi.
BALI: Sono curiosa riguardo alla tua
vita molto particolare, con un monaco come padre e con una madre samurai. Com’era?
KANTU: Lei era molto ostinata! Ma
penso di avere anche imparato qualcosa da loro. Da quando ho iniziato
a vivere in Europa ho realizzato che
è veramente facile per me connettermi con l’hara: quando mi trovo in
mezzo alle persone non ho bisogno di
molte parole, mi è molto più facile
sentire, “leggere“ l’atmosfera di una
situazione! Tante persone chiacchierano e parlano ma io sento di più il
fluire dell’energia che attraversa sia il
contesto che le persone. Ed è una qualità che magari proviene dal tipo di
educazione che ho ricevuto.
I monaci giapponesi hanno molto a
che fare con la morte, con i morti; da
bambina camminavo spesso nel cimitero, praticamente era nel nostro
giardino... ed avevo così tanta paura,
tanta paura ma nello stesso tempo
avevo chiaro che la vita comporta la
morte, che la vita è fatta anche di
morte, vanno insieme.
Penso comunque che mio padre non
fosse contento di far parte di una
famiglia di monaci... lui è più un tipo
a cui piace bere, ballare, non gli piace
quello che si trova a dover fare. Credo
che anche lui sia stato represso.
BALI: Ma c’era anche qualcosa di
gioioso in questo tipo di vita?
KANTU: Non lo so, se torno ai miei
ricordi di vita buddhista me la ricordo molto depressa... specialmente per
le donne. Sì, ero molto depressa!
BALI: Adesso te ne sei andata dal
Giappone...
KANTU: Adesso vivo a Maiorca e lì
ho tanti amici, molti sono discepoli
di Osho e frequentiamo regolarmente i campi di meditazione. E
medito anche da sola, in casa. Nella
mia vita questa è una priorità: come
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relazioni
un
invito al silenzio
Trova la tua voce interiore
e poi seguila senza paura
“Ovunque ti porterà, là
c’è la meta della tua
vita, là si trova il tuo
destino. È soltanto là che
troverai soddisfazione,
appagamento.
È solo là che fiorirai.”
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Infinito Ed. – 103 minuti
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Una storia d’amore
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Da qualche parte l’oceano
della vita ti sta chiamando...
“...la tua sete di felicità
ne è la prova. Se sai dove
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DVD (Italiano e inglese)
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cod. L 61 € 18,00
Discorsi di Osho registrati dal vivo, selezionati tra le migliaia che ha tenuto in
pubblico, di fronte a un’audience internazionale di ricercatori e amici. Non sono
“insegnamenti”, né una filosofia da immagazzinare come conoscenza, piuttosto sono
parte di un grande esperimento per creare un silenzio interiore nell’ascoltatore.
Gioa e meditazione
Intuizioni per
risvegliare
la propria essenza
Stati di coscienza
superiore
L’affascinante viaggio
della consapevolezza
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(Italiano e inglese)
Durata 100 minuti
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DV D
(Italiano e inglese)
Durata 147 minuti
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À
VIT
O
N
Amore & odio
...verso un amore
che non ha opposti
“L’amore è una tua
qualità intrinseca. Nasce
con te, proprio come
l’odio. Quello che ti insegno è: sii consapevole...”
DVD (Italiano e inglese)
Durata 106 min.
cod. L 18 € 18,00
Infinito Editori
L’innocenza
è pura intelligenza
Un cuore capace di
provare meraviglia
“Nel mondo innocenza e
intelligenza sono state divise...viste in maniera diametralmente opposta...”
DVD (Italiano e inglese)
Durata 99 min.
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DVD multimediale, ideale per essere usato anche
come supporto alla meditazione, con 4 diversi brani
di Osho, 3 brani musicali, una meditazione guidata...un’antologia multilivello. Oltre a coprire con
diversi brani di Osho due temi importanti, fornisce
anche la struttura per “usare” i brani per fare meditazione. La tecnica di meditazione chiamata
“Evening Meeting” che a Pune viene proposta tutte
le sere dell’anno, divisa in varie fasi con supporto
musicale. Una tecnica che Osho ha definito “il picco
più alto della tua giornata”.
“La gioia nasce dall’essere, ma passa attraverso il
cuore. Il cuore riceve per primo la gioia dell’essere; e
il cuore è il veicolo che esprime la gioia al mondo
OSHO
esteriore...”
Osho, come si esplorano gli stati di coscienza
più elevati?
“Non ci sono molti modi, ce n’è solo uno: la via
della consapevolezza.
È un salto quantico. Il subconscio, l’inconscio, l’inconscio collettivo e l’inconscio cosmico, questi
quattro strati si trovano al di sotto della tua parte
conscia. Anche al di sopra ci sono altri quattro strati... C’è una sola strada: prima devi andare in
profondità, devi entrare nell’inconscio cosmico. A
meno che non scompari nell’inconscio cosmico non
potrai entrare nella superconsapevolezza: il primo
livello al di sopra della parte conscia...” OSHO
À
VIT
NO
Il rispetto per se stessi
...essere degni sentirsi
indegni...
“Fuggire da se stessi è un
semplice spreco di tempo
incredibilmente prezioso,
e di una vita che avrebbe
potuto essere un canto...”
DVD (con sottotitoli)
Durata 80 min.
cod. L 03 € 10,80
Oshoba Editore
I tre volti dell’amore
Dissolversi nell’altro e oltre
“L’amore può esistere come semplice relazione fisica... sesso. La maggior
parte delle persone continua a credere che è amore,
ma è soltanto l’inizio...”
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Durata 104 min.
cod. L 2091 € 18,00
Oshoba Editore
Ha un senso la vita?
Non ti darò un altro sogno...
il mio invito è a svegliarti
Giusto o sbagliato?
Non puoi essere sicuro di
ciò che fai perché non sei
ancora sicuro di ciò che sei
“Che senso ha la bellezza?
Vedi un tramonto, rimani
ammutolito, è così bello,
ma un cretino qualsiasi
potrebbe chiedere: ‘Che
senso ha?’ E tu non avresti
una risposta...”
DVD (Italiano e inglese)
Durata 100 minuti
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“Nella tua inconsapevolezza
dividi la vita in due, in giusto e sbagliato. La tua suddivisione è arbitraria... Prima
devi essere, poi l’azione giusta viene di conseguenza.”
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“Come darti un assaggio della meditazione, è stata la ragione fondamentale del perché ho parlato per
più di 35 anni. Potrei andare avanti a parlare in eterno. Non importa cosa dico. L’unica cosa che importa
31 OSHO TIMES
OTTOBRE
31
è che ti do la possibilità di essere silenzioso, cosa che all’inizio tu trovi difficile fare per conto
tuo”.2007
Osho
U N
E V E N T O
D I
M E D I T A Z I O N E
E
C E L E B R A Z I O N E
meditando
®
con Anando
Shunyo & Marco
08.09.10
Luglio 2011
Verbania
Lago Maggiore
Dagli organizzatori
dellʼOshoFestival di Riccione
un invito a meditare
divertendosi in unʼoasi
di serenità, per ritrovare
il tesoro nascosto
del nostro essere
l’atteso ritorno
dell’appuntamento
estivo con... te stesso!
Si torna nella location originale!
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IL TIRO CON L`ARCO ALLE ORIGINI DEL FIUME