Non buttiamoci giù Scritto da Furio Fossati Sabato 22 Marzo 2014 14:22 - Ultimo aggiornamento Sabato 22 Marzo 2014 14:28 Nick Hornby è uno scrittore inglese amato dal cinema che dai suoi romanzi ha tratto film di buon successo. E’ il caso di Alta fedeltà (High Fidelity, 2000), interpretato da John Cusack per la regia di Stephen Frears, e di About a Boy Un ragazzo (Ab out a Boy , 2002), con Hugh Grant diretto dai fratelli Weitz. Era ovvio che anche Non buttiamoci giù ottenesse lo stesso interesse dai produttori e che divenisse un film, anche se il progetto è rimasto fermo per vario tempo con rinnovo dell’opzione sui diritti cinematografici prima di decidere a chi affidare la regia di un film tratto dal romanzo pubblicato nel 2005. Il tema è difficile: parlare di suicidi è apparentemente poco adatto per una commedia e, tutto sommato, ha messo in imbarazzo lo sceneggiatore Jack Thorne, un autore con esperienze prevalentemente televisive. Ha tentato una mediazione tra comico e drammatico che a volte rischia di sfociare nel melò. Soprattutto i personaggi collaterali portano la vicenda ad una lettura poco distensiva. Le due anime della storia, che nel romanzo si compenetravano in maniera perfetta, qui sono spesso staccate e creano un disagio emotivo in quanto dialoghi brillanti si alternano a momenti di particolare tensione, forse neppure voluti dai realizzatori. I quattro sconosciuti che si incontrano sul terrazzo del più alto grattacielo di Londra per suicidarsi durante la notte di San Silvestro hanno caratteristiche interessanti, racchiudono in loro situazioni e motivazioni differenti per porre fine ai propri giorni. Tutte dotate di una precisa ragione d’essere ma, apparentemente, non tutte della stessa valenza. Il ragazzo americano che consegna le pizze ma che è un musicista fallito, sembra il meno convinto di questa scelta eppure è il più determinato a portarla avanti, la ragazza dark figlia di un politico sembra solo una ricca viziata ma non accetta una vita fatta di assenza d’amore da parte del padre e di quelli che incontra, la donna di mezza età con il figlio affetto da gravi handicap non si vuole togliere la vita per quel dolore ma per un’esistenza che non le appartiene. L’unico che ha una ragione immediatamente comprensibile è l’ex famoso anchorman che ha perso il lavoro, la famiglia, il gradimento del suo pubblico perché si è messo con una quindicenne. Lui è deciso ad uccidersi dopo una scelta razionale e dopo precisi preparativi atti a spettacolarizzare questo suo gesto, ma è interrotto dall'arrivo della donna di mezza età. Questo personaggio è il più cinico, quello che cerca di sfruttare la casualità di quell’incontro per risalire la china, per ottenere nuovamente lavoro e notorietà positiva. I problemi, forse, sono nati quando è stato scelto Pascal Chaumeil come autore. Lo sceneggiatore Jack Thorne aveva già scritto diverse stesure ma l’ultima l’ha completamente riscritta tenendo presente i suggerimenti del regista francese che ha spostato alcune scene chiave. In questa fase lo script ha probabilmente perso coesione e parte del suo interesse. Questo cineasta, noto soprattutto per Il truffacuori 1/2 Non buttiamoci giù Scritto da Furio Fossati Sabato 22 Marzo 2014 14:22 - Ultimo aggiornamento Sabato 22 Marzo 2014 14:28 ( L'arnacoeur , 2010) si era autocandidato alla regia ed è stato scelto quasi subito, ciò gli ha consentito di imporre il suo modo di vedere la vicenda, creando un ibrido di poco interesse. Il film nasce dallo scritto di Nick Hornby, la sceneggiatura di Jack Thorne e la sua direzione: tre realtà che spesso non dialogano tra loro http://www.youtube.com/watch?v=9LqPvCPvQaU 2/2