Obiettivi: La maggioranza degli agenti terapeutici attualmente in commercio deriva direttamente oppure indirettamente da molecole provenienti da organismi naturali. I metaboliti secondari sono composti caratteristici di specifici organismi animali o vegetali e, al contrario dei metaboliti primari, comuni a tutti gli organismi viventi, sono espressione dell'individualità della specie; inoltre essi non sono necessariamente prodotti in tutte le condizioni. Per quanto riguarda l’ambiente marino, negli invertebrati, animali pluricellulari molto primitivi con un basso livello di organizzazione e capacità di movimento, i metaboliti secondari svolgono funzioni vitali come protezione contro la predazione o funzioni di mediatori chimici per la relazione con l’ambiente esterno. Lo studio chimico di organismi marini attraverso la determinazione stereostrutturale di nuovi metaboliti in combinazione con la valutazione della loro attività biologica costituisce una delle principali tematiche di ricerca del gruppo presso il quale ho svolto la mia attività di ricerca. L’interesse di tale ricerca è collegato alla grande opportunità di scoprire molecole da usare come lead compounds per lo sviluppo di nuove classi di farmaci. In questo ambito, era già stato avviato uno studio sul metabolismo secondario della spugna Plakortis simplex e, in particolare, dei metaboliti ad attività antimalarica. La spugna Plakortis simplex (Demospongiae, ordine Homosclerophorida, famiglia Plakinidae), è una specie piuttosto comune delle barriere coralline dei Caraibi e dell’Oceano Indo-Pacifico. Nel 1978 Faulkner isolò dall’estratto etanolico di Plakortis halichondrioides, la plakortina (1), un polichetide endoperossidico. Per tale composto fu riportata un’attività antibiotica contro la crescita di Escherichia coli e di Staphilococcus aureus.1 O O COOCH3 1 A distanza di anni, Fattorusso et al. hanno riportato l’isolamento della plakortina in grosse quantità da Plakortis simplex2 ed hanno individuato per questa molecola una buona attività antimalarica in vitro (<1 μM) soprattutto sui ceppi clorochino-resistenti.3 La plakortina, grazie alla sua buona attività antimalarica e ad una struttura molecolare più semplice dell’artemisinina, è stata ritenuta un buon punto di partenza per la progettazione razionale di nuovi farmaci. Allo scopo di ottenere informazioni circa le relazioni struttura-attività della plakortina sono state seguite più strategie, tra le quali l’isolamento di metaboliti analoghi da spugne del genere Plakortis, la determinazione della loro struttura e l'analisi delle relazioni tra variazione della struttura chimica ed attività antimalarica. L’analisi chimica di diverse spugne del genere Plakortis, di diversa origine, ha consentito di ricavare ulteriori informazioni sulle relazioni struttura-attività. Dall’analisi dell’esemplare caraibico, oltre alla plakortina erano stati isolati anche altri polichetidi endoperossidici che differivano tra loro per la dimensione dell’anello, a cinque o a sei termini, per la lunghezza, la funzionalizzazione della catena carboniosa e per la configurazione dei centri asimmetrici.2 Sulla base di questi primi risultati, attraverso un approccio multidisciplinare, che ha compreso calcoli computazionali (meccanica/dinamica molecolare e calcoli ab initio) coadiuvati e supportati da esperimenti di laboratorio, si era giunti alla formulazione di un meccanismo d’azione dei derivati 1,2-diossanici.4 Secondo il meccanismo proposto, la funzione endoperossidica interagisce con il Fe(II) (come gruppo eme) con conseguente formazione di un radicale all’ossigeno e successivo spostamento radicalico intramolecolare “through-space” 1,4 o 1,5 sulla catena laterale di sinistra. Questo porta alla formazione di radicali al carbonio sulla catena laterale che dovrebbero 1 Higgs, M. D.; Faulkner, D. J. Journal of Organic Chemistry 1978, 43, 3454–7. Cafieri, F.; Fattorusso, E.; Taglialatela-Scafati, O.; Ianaro, A. Tetrahedron 1999, 55, 7045−7056. 3 Fattorusso, E.; Parapini, S.; Campagnuolo, C.; Basilico, N.; Taglialatela-Scafati, O.; Taramelli, D. J. Antimicrob. Chemother. 2002, 50, 883−888. 4 Taglialatela-Scafati, O.; Fattorusso, E.; Romano, A.; Scala, F.; Barone, V.; Cimino, P.; Stendardo, E.; Catalanotti, B.; Persico, M.; Fattorusso, C. Org. Biomol. Chem. 2010, 8, 846−856. 2 essere le specie tossiche responsabili dell’attività antimalarica attraverso reazioni intermolecolari con uno o più target presenti all’interno del plasmodio. Questi studi hanno consentito di identificare i requisiti farmacoforici essenziali per l’attività antimalarica, quali il ruolo cruciale della funzione endoperossidica nell’interazione con l’eme; l’importanza di una catena laterale alchilica per la formazione del C-radicale; il requisito conformazionale dell’intera molecola, affinché si abbia la giusta orientazione alla funzione endoperossidica rispetto ai partner intramolecolari per lo shift radicalico. In tale ambito si inserisce l’attività di ricerca da me svolta negli ultimi due anni, che ha avuto come obiettivo quello di continuare la selezione nelle risorse naturali per cercare nuovi composti antiprotozoari. Attività svolte: Una parte di questa ricerca è stata condotta presso lo Shanghai Institute of Materia Medica, nei laboratori del prof. Y.W. Guo, grazie ai finanziamenti del progetto europeo FP7-PEOPLE-2009IRSES. Questo studio ha previsto l'analisi chimica di un campione di Plakortis sp. (ordine Homosclerophorida, famiglia Plakinidae), raccolto lungo le coste di Yongxing Island e nel Mar Cinese Meridionale. La spugna essiccata e polverizzata è stata estratta con MeOH, e l'estratto grezzo è stato concentrato a pressione ridotta a 45 °C. Il residuo è stato poi estratto successivamente con n-esano, CH2Cl2, AcOEt, e n-BuOH. Parte degli estratti in diclorometano sono stati sottoposti a cromatografia su colonna di gel di silice (230-400 mesh) eluendo con un gradiente di solvente a polarità crescente da n-esano a metanolo. Le frazioni ottenute sono state ulteriormente frazionate mediante HPLC e RP-HPLC fornendo composti puri. La caratterizzazione stereostrutturale dei metaboliti isolati è stata effettuata attraverso un'ampia analisi spettroscopica basata principalmente su spettrometria di massa e soprattutto Risonanza Magnetica Nucleare (NMR). Gli esperimenti ESIMS a bassa ed alta risoluzione sono stati eseguiti su uno spettrometro di massa LTQ OrbitrapXL (Thermo Scientific). Gli spettri CD sono stati registrati su uno strumento Jasco J-710. Gli spettri 1H (700 e 500 MHz) e 13C (125 MHz) NMR sono stati misurati su spettrometri Varian INOVA. Le correlazioni 1H-1H sono state determinate attraverso l’esperimento COSY 2D NMR, mentre quelle 1 H-1H attraverso lo spazio state evidenziate utilizzando un esperimento ROESY con un mixing time di 500 ms. Le connessioni 1H-13C attraverso un legame sono state determinate dall'esperimento HSQC, quelle attraverso due o tre legami con esperimenti HMBC, ottimizzati per 2,3J di 8 Hz. Utilizzando lo stesso approccio analitico è stato analizzato un esemplare di Plakortis cfr lita de Laubenfels raccolto lungo le coste dell'isola Bunaken nel Parco Marino di Bunaken di Manado (North Sulawesi, Indonesia). Risultati conseguiti: L’analisi chimica dell’esemplare cinese di Plakortis sp. (order Homosclerophorida, family Plakinidae) ha condotto all’isolamento di cinque nuovi endoperossidi polichetidici (3, 5-8), insieme a due analoghi noti (2 and 4), ampliando la libreria di composti antimalarici a nucleo endoperossidico.5 Gli endoperossidi isolati sono stati testati per la loro attività antimalarica in vitro contro i ceppi di Plasmodium falciparum, mostrando un range di valori di IC50 nell’ordine micromolare. Le relazioni struttura-attività sono state analizzate attraverso un’attenta analisi computazionale e razionalizzate alla luce del meccanismo di azione proposto per questa classe di composti. Questi studi hanno ulteriormente confermato l’importanza della configurazione relativa dei centri coinvolti nella formazione della specie radicalica, consentendo di costruire un modello farmacoforico 3D “lead” per la possibile sintesi di antimalarici a nucleo diossanico. Attualmente, l’analisi chimica di questo esemplare di Plakortis è ancora in corso, ed in particolare sono oggetto di studio altri derivati polichetidici (furano esteri e γ-lattoni). E' attualmente oggetto di analisi la loro caratterizzazione stereostrutturale e la loro origine biogenetica. Questa variabilità strutturale è di considerevole interesse in quanto, in molti casi, è strettamente correlata ad un’ampia variabilità nella loro attività biologica. Un esempio significativo è dato dal confronto tra la plakortina ed i manadoperoxide (manadoperoxide B, 9), derivati preossichetalici isolati da un esemplare indonesiano di Plakortis. In questi composti, è stato dimostrato che la differente configurazione relativa e la presenza di un sostituente metossilico in posizione 6 impedisce alla funzione endoperossidica di interagire con il ferro dell’eme, comportando una forte diminuzione dell’attività antimalarica (IC50 > 5-10 µM).6 Al contrario, i manadoperoxide hanno mostrato una potente attività contro un altro protozoo, il Trypanosoma brucei rhodesiense (0.003 μM).7 Le tripanosomiasi africane (dette anche malattie del sonno) sono patologie umane causate dagli organismi unicellulari protozoari Trypanosoma brucei gambiense (nell'Africa centrale e settentrionale) e Trypanosoma brucei rhodesiense (nell'Africa orientale e meridionale), trasmesse all'uomo dai morsi delle mosche tse-tse (Glossina genus), che sono state infettate da altri uomini o animali che ospitano il parassita patogeno per l'uomo. 8 Recenti studi hanno stimato che la malattia del sonno colpisce 60 milioni di persone in 36 paesi con un range di infezioni tra 50.000 e 70.000 per anno, classificandola come la terza malattia tropicale più 5 Chianese, G.; Persico, M.; Yang, F. Lin, H.W.; Guo, Y.W.; Basilico, N.; P.; Taramelli, D.; Taglialatela-Scafati, O.; Fattorusso, C. Bioorganic & Medicinal Chemistry, 2014, 22, 4572-4580. 6 Fattorusso, C.; Persico, M.; Calcinai, B.; Cerrano, C.; Parapini, S.; Taramelli, D.; Novellino, E.; Romano, A.; Scala, F.; Fattorusso, E.; Taglialatela-Scafati, O.; J. Nat. Prod. 2010, 73, 1138–1145. 7 Chianese, G.; Fattorusso, E.; Scala, F.; Teta, R.; Calcinai, B.; Bavestrello, G.; Dien, H. A.; Kaiser, M.; Tasdemir, D.; Taglialatela-Scafati, O. Org. Biomol. Chem. 2012, 10, 7197. 8 C. Burri, S. Nkunku, A. Merolle, T. Smith, J. Blum, R. Brun Lancet 2000, 355, 1419–1425. devastante al mondo.9 Il trattamento delle tripanosomiasi africane è ancora oggi basato su poche molecole, per lo più introdotte un centinaio di anni fa. Pertanto, in questo scenario l’individuazione del manadoperoxide B come un potente agente tripanocida apre la strada verso la ricerca di nuovi derivati endoperossichetali attivi contro il Tripanosoma. In tale ambito si inserisce il secondo progetto da me condotto che mi ha vista impegnata nell’analisi di un esemplare di Plakortis cfr lita de Laubenfels, una specie ampiamente distribuita nell’Oceano Indo-pacifico occidentale, raccolta lungo le coste del Bunaken Marine Park di Manado (North Sulawesi, Indonesia). L’analisi chimica di questo organismo ha fornito, oltre al potente agente tripanocida manadoperoxide B (9) due nuovi analoghi: il suo precursore acido (10) ed il suo isomero geometrico 12-isomanadoperoxide B (11). La disponibilità di consistenti quantità di prodotto naturale mi ha consentito di preparare degli analoghi semisintetici del manadoperoxide B (12-14) al fine di valutarne il diverso comportamento tripanocida e la citotossicità.10 Questi studi hanno rivelato importanti relazioni struttura-attività da considerare nella progettazione di agenti tripanocidi semplificati a nucleo endoperossichetalico. In particolare, i nostri dati convalidano l’individuazione dell’anello 1,2-diossanico come porzione farmacoforica chiave, ma indicano come altro punto importante per l’attività il sistema dienico in catena laterale. Infine, durante la purificazione cromatografica dell’estratto organico di Plakortis cfr. lita ho isolato tre derivati steroidei: il noto incisterolo A2 (15) e i nuovi incisteroli A5 (16) e A6 (17). L’incisterolo A5 presenta in catena laterale un sistema 17S-etil-15E,18-diene, trovato per la prima volta in un organismo marino. I nuovi incisteroli A5 e A6 hanno mostrato essere dei potenti agonisti del recettore PXR (pregnane X receptor), mentre l’analogo A2 ha mostrato solo una scarsa attività agonista del recettore PXR. Pregnane X Receptor (PXR) sono recettori metabolici nucleari e vengono attivati dagli acidi biliari nei tessuti enteroepatici. Gli incisteroli, possono essere visti quindi, come un nuovo chemotipo di agonisti PXR, con potenziali applicazioni in malattie umane associate ad una disregolazione del sistema immunitario. MeO MeO O O H 15 O 9 MeO O H 16 O H 17 O Chianese, G.; Scala, F.; Calcinai, B.; Cerrano, C.; Dien, H. A.; Kaiser, M.; Tasdemir, D.; Taglialatela-Scafati, O. Mar. Drugs 2013, 11, 3297-3308. 10 Chianese, G.; Sepe, V.; Limongelli, V.; Renga, B.; D'Amore, C.; Zampella, A.; Taglialatela Scafati, O.; Fiorucci, S. Steroids, 2014, 83, 80-85 Strutture ospitanti: 1. Dipartimento di Farmacia Università degli Studi di Napoli Federico II Via Montesano 49, I- 80131, Napoli Tutor: Prof. Orazio Taglialatela Scafati, PhD Professore di Chimica Organica (CHIM/06) Dipartimento di Farmacia Università di Napoli Federico II Via D. Montesano 49, I-80131, Napoli (Italy) Tel: 0039-081-67850 Fax: 0039-081-678552 Mail: [email protected] Website: <https://www.docenti.unina.it/orazio.taglialatela%20scafati> 2. Shanghai Institute of Materia Medica - Medica Chinese Academy of Sciences . 555 Zuchongzhi Road, Zhang Jiang Hi-Tech Park, Pudong, Shanghai, P.R.China. 201203 Tutor: Prof. Yue-Wei Guo, PhD Professor/Ph.D candidate supervisor, Principal Investigator Shanghai Institute of Materia - Medica Medica Chinese Academy of Sciences . 555 Zuchongzhi Road, Zhang Jiang Hi-Tech Park, Pudong, Shanghai, P.R.China. 201203 Tel: +86-21-50805813 Mail: [email protected]