la Repubblica LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2009 la Repubblica R2 AUTOMOTORI @ LUNEDÌ 9 FEBBRAIO 2009 ■ 28 Il Blueday del colosso tedesco per mostrare modelli e stato dell’arte sul fronte del risparmio energetico: dalle BlueMotion alla Touareg ibrida Gpl Ecofuel Ibrida Elettrica ■ 29 Dal 2010 i primi modelli, una gamma di lusso della linea C LE PIÙ DIFFUSE IN CRESCITA LA NOVITÀ IL FUTURO Le auto benzina-Gpl sono le più diffuse sul mercato italiano tra quelle a carburante “pulito” (73.672 nel 2008). Nella foto, una Panda Gpl Hanno superato quota 70 mila nel 2008 anche le auto a metano. Grazie ai super incentivi previsti quest’anno il numero dovrebbe salire ancora. Nella foto, la Passat Ecofuel Ancora poche le ibride presenti sul mercato italiano (nel 2008 ne sono state vendute 3.334). A Prius e Civic si aggiunge dal prossimo mese la Honda Insight (nella foto) Praticamente assenti dal mercato italiano le auto elettriche cominceranno ad arrivare in Italia e nei principali europei soltanto nel 2010. Nella foto, la Chevrolet Volt La corsa all’auto verde Pulite dentro INCENTIVI E IMPERFETTI VALERIO BERRUTI a crisi dell’auto si sta diffondendo come un’epidemia di peste bubbonica. Una crisi che non fa sconti a nessuno che assorbe e distrugge i miliardi di dollari o di euro che i vari paesi stanno destinando per cercare di attutirne l’impatto. Cure che spesso hanno l’effetto di un’aspirina su di un malato di polmonite. Un po’ come l’arrivo (in ritardo) degli incentivi in Italia. Un pacchetto di misure che dovrebbe far ripartire vendite e consumi e che invece ha l’aria di un’aspirina se ai cosiddetti bonus sulla rottamazione (1500 euro) non si aggiunge anche qualche intervento sul credito al consumo. Quello che serve in questo momento, infatti, è prima di tutto una maggiore facilità di accesso al credito per le piccole imprese e qualche certezza in più per il futuro. Di certezze in realtà non ce ne sono molte nemmeno nei bonus: 1500 euro per chi acquista un’auto nuova rottamandone una vecchia di almeno dieci anni, 1500 in più se l’auto nuova è a metano, gpl, elettrica o a idrogeno che diventano 3500 (salvo che per quelle a gpl) se le emissioni sono ridotte al minimo. Tanto per cominciare è la prima volta che vengono separati metano e Gpl, da sempre considerati nella stessa famiglia di carburanti a basso impatto ambientale. A parità di emissioni, infatti, per il primo c’è un ulteriore sconto di 2000 euro e per l’altro niente. Sconto di cui usufruirebbero anche le auto a idrogeno che naturalmente non esistono ancora sul mercato. Mentre esistono quelle ibride che però non è chiaro se rientrano tra quelle elettriche oppure no. Con fin troppo ottimismo gli esperti del Centro studi Promotor sostengono che il pacchetto varato porterà le vendite di automobili in Italia sopra i due milioni. Il motivo sarebbe che tutte le risorse «sono concentrate in un bonus di cui l’acquirente può beneficiare immediatamente al momento dell’acquisto». Come dire “basta uno sconto e la crisi non c’è più”. Non siamo di questa idea. L’incentivo ha funzionato e molto bene in anni precedenti e con una situazione completamente diversa. Il parco era vecchio, da sostituire e l’automobile nuova rappresentava un bene irrinunciabile, una conquista sociale uno status da raggiungere a tutti i costi. Ripeterlo, più o meno, con le stesse modalità del passato potrebbe essere un errore. PER SAPERNE DI PIÙ www.volkswagengroup.it www.citroen.com www.maserati.it Rivoluzione Citroen torna il marchio Ds MASSIMO NASCIMBENE PARIGI on coraggio non minore di chi cambia cavallo in mezzo al guado, la Citroen si appresta a una mezza rivoluzione: nuova immagine di marca, nuova linea di prodotto, nuova presenza sul territorio. Annunciata in una data quanto mai simbolica per la marca transalpina (il 5 febbraio del 1878 nasceva il fondatore Andrè Citroen) l’operazione era in realtà pianificata da tempo: ci lavoriamo da due anni, dicono i francesi, e l’esplosione della crisi non ha cambiato di un millimetro i nostri piani. L’obiettivo principale? Ricreare il fascino dei bei tempi andati attorno a un marchio che di recente si è distinto soprattutto per l’aggressività commerciale, per la capacità di ribattere euro su euro alle offerte delle varie Fiat, Ford e Renault. Cosa che ovviamente non mancherà di continuare a fare. Ma accanto alla linea dei prodotti di stampo “popolare” ne sta per nascere un’altra. Tre modelli un po’ speciali, capaci di distinguersi, per i quali è stata rispolverata la sigla più iconica dell’intera storia Citroen: quella “DS” al tempo riservata a una sola vettura, peraltro protagonista di una mezza rivoluzione, stilistica e non, a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. C Da inizio 2010 dunque arriveranno in rapida successione una DS3, una DS4 e una DS5: base tecnica comune alle corrispondenti vetture siglate dall’ormai abituale C, ma immagine e contenuti interamente specifici. Ne offre un saggio la concept car battezzata DS Inside, che verrà esposta fra qualche settimana al salone di Ginevra: una compatta berlinetta a tre por- L’obiettivo è quello di ricreare il fascino del passato. Previsto anche il cambio del logo, invariato da 25 anni te che per molti versi profuma di Mini (quella attuale, s’intende) e che lascia chiaramente intuire come sarà la futura DS3. Che (proprio come la Mini...) preannuncia una gamma quanto mai variegata di colori, allestimenti e possibilità di personalizzazione varie. La nuova linea di vetture non va a interferire in alcun modo con quella esistente, che prosegue il suo aggiornamento secondo il calendario abituale. Partendo proprio dalla nuova C3, destinata a fa- re la sua prima apparizione nel prossimo autunno. Per parte loro, le nuove arrivate puntano più in alto: a conquistare chi ancora cerca nell’auto un elemento di distinzione, e in cambio è disposto ad accettare quei surplus di prezzo che, alla fine, fanno la fortuna dei costruttori, e soprattutto dei loro bilanci. Una sorta di gamma nella gamma dai contenuti vicini a quelli delle marche d’élite, in sostanza, destinata a debuttare in parallelo con la ridefinizione estetica del logo Citroen: invariato da un quarto di secolo in qua, in futuro vedrà i classici “caporali” assumere forme arrotondate. Dopo di che, la casa francese ha anche dato il via a un maxi piano di aggiornamento della sua immagine pubblica, con i punti vendita destinati a trasformarsi radicalmente nell’arco dei prossimi cinque anni. Così da ritrovarsi con un volto del tutto nuovo, quando la crisi sarà alle spalle. Preveggenza o incoscienza? Staremo a vedere, ma è già confortante sentire qualcuno che annuncia investimenti e piani di sviluppo, mentre dai quattro angoli del mondo giungono solo notizie di tagli e ridimensionamenti. L Il prototipo Ds Inside Volkswagen Touareg ibrida Volkswagen, la sfida ecologica La supercar D “Ecco perché puntiamo ancora su diesel e benzina” DANIELE P. M. PELLEGRINI WOLFSBURG vanti tutta con l’ambiente. La Volkswagen ha lanciato la sfida delle automobili ecologiche, presentando una gamma completa di modelli sviluppati sulle tecnologie per ridurre consumi ed emissioni, e lo ha fatto dedicando una giornata speciale a tutto quello che viene raggruppato in un vero e proprio brand di marca: BlueMotion Techologies. «Ci siamo accorti che la denominazione BlueMotion è straordinariamente popolare in Germania e abbastanza conosciuta all’estero da giustificarne l’utilizzo come strumento di marketing e di comunicazione», dice il responsabile Peter Thul, «per cui abbiamo deciso che questo marchio diventerà l’ombrello sotto il quale rientrano tutte le tecnologie, già in produzione o di prossima introduzione, mirate alla riduzione dell’impatto ambientale dei nostri veicoli». Il Blue Day è stato quindi un’autentica parata, fra il tecnico e lo spettacolare, del know how verde (in questo caso Blue) della Volkswagen: dai motori diesel a quelli a benzina. Per i primi c’è la scelta fra le tradizionali versioni BlueMotion, dedicate alla ridu- A zione dei consumi, e le nuove BlueTDI, versioni ultrapulite in grado di rispettare già da ora le normative Euro 6 previste per il 2014. Nel settore benzina, invece, le alternative suggerite sono la tecnologia TSI Ecofuel, a metano, e l’immancabile propulsione ibrida. Cose già viste, verrebbe da dire. La differenza più evidente sta però nel fatto che a Wolfsburg (posizioni ufficiali a parte) non nascondono di vedere l’auto elettrica abbastanza lontana nel tempo da giustificare tutto l’impegno profuso in quello che si può fare ora, partendo dall’automobile così com’è. Ovviamente dietro l’atteggiamento della Volkswagen c’è una Parla il capo del progetto Peter Thul: “Poco tempo fa le versioni pulite erano il 10% del totale oggi arrivano anche al 50” strategia ben precisa, basata su considerazioni molto più pragmatiche, a partire dal fatto che con le versioni BlueMotion non si tratta più di accreditarsi come costruttore attento all’ambiente o di soddisfare la frangia ecologista della clientela, ma più concretamente di cavalcare un mercato in rapidissima crescita. «Noi siamo presenti con le versioni BlueMotion dal 2006 - puntualizza Thul - abbiamo cominciato con un singolo modello e oggi, comprendendo le versioni EcoFuel a metano, siamo a otto. Tempo fa questi modelli alternativi rappresentavano appena il 10% delle vendite ma, da quando in alcuni Paesi sono state introdotte tassazioni proporzionali alle emissioni di CO2, le percentuali sono salite a oltre il 50». Nel caso della Passat BlueMotion con motore 2000 TDI, le modifiche all’aerodinamica, al cambio e l’aggiunta del sistema stop&start, fanno risparmiare più di mezzo litro di gasolio ogni 100 km e diminuire le emissioni di CO2 da 143 a 128 Affari & Finanza Su “Affari & Finanza” in edicola oggi con Repubblica tutti i segreti della prima Porsche a gasolio. Si tratta della Cayenne, il Suv di lusso della casa tedesca, in vendita già da questo mese. Inoltre, la prova delle nuove Boxster con motori più potenti e il cambio automatico a sette marce MODENA opo un’annata sugli scudi, con un volume di consegne record a 8600 unità nel 2008 e una corrispondente crescita dei ricavi del 19%, la doccia fredda dell’inizio del 2009 (-16%) non sconvolge più di tanto i ritmi della Maserati. L’azienda modenese, per questioni legate alle dimensioni, alla volubilità del suo settore e un po’ anche per le proprie tradizioni storiche, è abituata a misurarsi con tempi difficili e sa come reagire, facendo leva sul peso della propria immagine, talmente forte che il fascino di un’auto con il Tridente non perde lo smalto nemmeno in un clima economico e automobilistico poco favorevole. Niente di meglio quindi che reagire andando incontro al mercato, sviluppando i valori forti del marchio con particolare attenzione ai “fondamentali”, ossia a tutte quelle cose che nel tempo hanno giustificato e propiziato l’acquisto di una Maserati rispetto alla concorrenza. In quest’ottica, la Quattroporte, nella sua posizione di grande classica del lusso abbinato alla sportività, è un soggetto privilegiato per andare alla ricerca di nuovi spazi, oltre a quelli già occupati dalle 15.000 prodotte dal 2003. È partita quindi la strategia della specializzazione, ampliando gr/km: cosa che in presenza di trattamenti fiscali privilegiati compensa rapidamente il sovrapprezzo di quasi 500 euro. Lo stesso discorso vale per la versione EcoFuel a metano con il motore TSI 1400 da 150 Cv, costa più della 1800 TSI da 160 Cv, ma percorre 100 km con meno di 5 euro ed emette 119 gr/km di CO2. Più difficile parlare di economia nel caso della Touareg ibrida, attualmente in forma di prototipo pronto per entrare in produzione, che ha delle motivazioni sostanzialmente differenti. «Per questo grande Suv - spiega sempre Thul abbiamo voluto ridurre consumi ed emissioni, ma senza alcun compromesso con le prestazioni e le caratteristiche di guida dell’originale». Infatti l’obiettivo di rivaleggiare con la versione 4200 V8 ha giustificato l’utilizzo del motore 3000 sovralimentato da 333 CV, abbinato a un elettrico che porta la potenza totale disponibile a 374 CV. In questo modo il “bestione”, grazie anche al nuovo cambio automatico a 8 marce, fa i 240 all’ora e accelera da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi. Basteranno a renderlo ecologico un consumo medio inferiore ai 9 litri/100 km ed emissioni di CO2 appena sotto i 210 gr/km? La scheda MISURE: Lunghezza: 475 cm Larghezza: 193 cm Altezza: 170 cm MOTORE: turbo benzina 3.000 cc da 333 Cv con motore elettrico potenza totale 374 Cv CAMBIO: automatico a 8 marce PRESTAZIONI: Velocità max: 240 km/h da 0 a 100 in 6,8 secondi CONSUMO MEDIO: 9 litri per 100 km EMISSIONI: 210 g/km Si chiama Ds Inside ed è la concept car che la Citroen esporrà al prossimo salone di Ginevra. Una berlinetta compatta a tre porte che lascia chiaramente intuire come sarà la futura DS3. Questo modello proprio come la Mini preannuncia una gamma quanto mai variegata di colori, allestimenti e possibilità di personalizzazione Maserati sport e lusso la nuova Quattroporte ulteriormente la gamma di questa berlina con versioni mirate alle più ricercate sfaccettature del mercato. Ecco quindi un nuovo modello, classico nell’impostazione quanto inedito nella personalità, che già nel nome ha il senso dell’eccesso: Quattroporte Sport GT S. La complessa se- quenza di sigle ha un significato ben preciso: andare oltre la normale Quattroporte e oltre la S, e l’aggiunta delle denominazioni Sport e GT vale quindi per più potenza, più prestazioni e più cattiveria. Chiedersi se questa Maserati non era già abbastanza grintosa per una berlina di lusso significa Maserati Quattroporte GT-S non conoscere abbastanza il mondo e la clientela delle supercar, dove le scelte e le passioni dipendono da logiche tutte particolari a partire dall’esclusività e dal gusto del confronto. In questo mondo il Tridente si misura con le berline sportive di giganti del calibro di Mercedes (le Amg), Bmw (le M), Audi (le RS), Jaguar (le R) e Lexus (le F) e il fatto di essere ancora più “estrema” le fa gioco per distinguersi ulteriormente e far valere la propria storia. La Quattroporte Sport GT S adotta il motore 4700 più potente, con 440 Cv, un impianto di scarico capace di liberare il rombo dell’otto cilindri quando si affonda l’acceleratore, sospensioni e ruote specifiche per un assetto, quasi da pista, nel quale è stato eliminato qualsiasi automatismo e interferenza elettronica. «È la versione per quelli che vogliono sentire la macchina», dicono a Modena, e se non capisci cosa vuol dire, significa che non fa per te. Qui non si tratta solo di andare forte (5 km/h in più e tre decimi di secondo in meno da 0 a 100 km/h, rispetto alla Quattroporte S, non sono un abisso), ma di godere del gusto della sportività tradizionale, fatta anche di piccoli particolari, come il marchietto col Tridente in versione sportiva a fregi rossi, le finiture scure della griglia e dei gruppi ottici, le modanature interne color titanio, e magari di calcolate scomodità, come i sedili avvolgenti, la ridotta capacità di assorbimento delle sospensioni e i cambi marcia volutamente più rapidi e meno fluidi. Il risultato è una berlina di indubbia personalità, riconoscibile anche rispetto alle altre Quattroporte, piena di grinta e di cattiveria, ma non tanto da diventare scorbutica o da perdere la raffinatezza che una Maserati deve possedere. Il prezzo su strada, personalizzazioni a parte, è di 135.500 euro, circa 10.000 più della Quattroporte S. (d.p.m.p.)