BIMESTRALE- ANNO VI N.13 € 2,00 All’interno - IL RAPPORTO SOS IMPRESA DI CONFESERCENTI - Così la criminalità si infiltra nelle aziende abruzzesi Abruzzo Economia - giugno / luglio 2012 GIUGNO / LUGLIO 2012 Paolo Bocci TED Ingegneria dei Sistemi videoconferenza e telefonia del futuro L’INDAGINE DI CONFINDUSTRIA Innovazione al palo NUOVI POLI: ECCO PALM A Teramo nasce la rete del mobile ECONOMIA DELLA CULTURA Ripartire dall’impresa creativa Senza titolo-1 1 24-05-2012 17:14:38 Porsche consiglia Porsche consiglia www.pescara.porsche.it Per certe cose nella vita non ci sarà mai una App. Nuove Boxster e Boxster S. Venite a scoprirle al Centro Porsche Pescara. Rivoluzionate la vostra idea di vettura sportiva. Con le nuove roadster Porsche: performance potenziate a fronte di consumi ridotti fino al 15%. La struttura è più leggera, la carreggiata è più larga, lo spazio interno è aumentato. L’ergonomia sorprende, così come le prestazioni. 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È un gioco 17 COMUNICAZIONE DIGITALE Welcome to the new normal age 18 PRIMO PIANO Confesercenti, il rapporto di Sos Impresa 26 Le imprese non fanno più innovazione 29 Speciale Salone della Ricostruzione 32 ABRUZZO ECONOMIA giugno - luglio 2012 • Chiuso in redazione il 12 giugno 2012 • Foto di copertina Andrea Straccini Direttore responsabile Monica De Panfilis [email protected] In redazione Raffaella Quieti Cartledge Fotografie Andrea Straccini, Daniele Francavillese 39 40 42 45 46 GREEN ECONOMY Il fotovoltaico sposa il low profit 7/11 ABRUZZO NEL MONDO 2 Artigianato, via 580 imprese Teramo capofila del Polo del legno Turismo natura, il trend dell'estate Saga Ordine dei Commercialisti di Chieti 49 52 54 55 56 58 FOCUS L'impresa creativa 61 ENTI Il PSR, questo sconosciuto Camera di Commercio di Pescara 64 66 Coca Cola sostiene Ironman 70.3 La pasta abruzzese al Cibus 2012 Delverde Olio, lusso e Fantasia Pescara, il primo EuropeDay Farmatua, il “camper della salute” Chieti, 96 lavoratori premiati Parco Avventura, la cultura della montagna 93 LIFE STYLE Rubriche 68 Impaginazione Mirus Tel. 085 4219414 fax 085 4513951 [email protected] Contributi e articoli Piero Menoni, Alessandra Di Luca, Noemi Trivellone, Alessandra Troilo, Pietro Curzio, Antonio Spinelli Editore Abruzzo Economia Srl Autorizzazione del Tribunale di Pescara n.11 del 02/08/07, iscrizione al ROC n.16091 Ufficio pubblicità Lara Cacciagrano [email protected] Redazione Via delle Caserme, 85 - 65127 Pescara 82 86 88 89 90 90 91 TEMPO LIBERO IMPRESE Pescara Gas 72 74 76 78 80 INCONTRI BANCHE E FINANZA La Caripe ricomincia da Pino Mauro BCCA di Cappelle Un milione in meno per le imprese Groupama, l'assicurazione che cambia BCC di Castiglione Messer Raimondo Car.Da Energia Progeco Costruzioni Faieta Motor Company Del Giudice Saturno Beach Club Stampa D’Auria Printing S.p.a. La tiratura di questo numero è di 20.000 copie 94 EDITORIAL EDITORIALE Monica De Panfilis Sarà un’estate in trincea quella delle imprese abruzzesi. A far paura, adesso, sono le ferie perché, dice Confindustria, chi può dire quante aziende riapriranno dopo le vacanze estive? La previsione degli industriali, supportata da cifre e dati che trovate in questo numero di Abruzzo Economia, è che molte non rialzeranno la saracinesca abbassata almeno per la tradizionale pausa di Ferragosto. Le imprese falliscono persino in quello che doveva essere il cantiere più grande d’Europa, L’Aquila (a ben tre anni e più dal sisma): qui a parlare sono rimasti solo i numeri della crisi e –su tutti– il dato della disoccupazione. Ci sono oltre 1.000 pratiche di ricostruzione non pagate che pesano sulle spalle di almeno 400 imprenditori; ci sono 14 milioni di euro fermi, denuncia Confartigianato, mentre le aziende non riescono più a mettere insieme gli stipendi e a salvaguardare i posti di lavoro. Il Governo centrale si è impegnato a riaprire la partita entro l’estate. L’estate è arrivata. Così finisce che si arriva all’ultima delle rese dei conti: quando non si respira più, quando il fiato si fa insopportabilmente troppo corto, anche dopo averlo “allenato” in una vita di lavoro, la crisi finisce per uccidere. Colonnella, Cepagatti, Pescara: è da qui che l’economia abruzzese è finita nelle pagine di cronaca nera. Ma questa è la crisi che uccide da Nord a Sud, quella crisi di cui si muore anche nelle regioni più ricche d’Italia, quella che porta, incredibile a dirsi, a licenziare i propri figli. Quei figli assunti nell’azienda di famiglia con la certezza –se non per loro per chi altri?– di averne blindato il futuro: e invece via tutti e via anche loro. Senza poter raccontare a nessuno quanto ci vuole per crescere un figlio e instradarlo alla vita, prima, e allo studio e al lavoro, dopo. 5 OVERVIEW MEDIA ECONOMY SVELA I PROGETTI DELLA WALTER TOSTO “Scalderò anche Cuba”. Il settimanale Economy racconta così, in un articolo di due pagine nel numero 18 del 25 aprile scorso, l’attività del gruppo di Chieti, in un’intervista a Luca Tosto, amministratore delegato delle attività di famiglia. È l’America Latina il prossimo obiettivo dei produttori di grandi impianti di caldareria per il settore oil & gas: Brasile, Colombia, Messico, mentre, svela Luca Tosto, si investe sul nucleare. VILLA MAIELLA SU PANORAMA Il settimanale Mondadori ha recensito nel numero del 9 maggio scorso il ristorante albergo Villa Maiella di Guardiagrele, che ha trovato posto nel consueto spazio “Extra” dedicato ogni settimana da Panorama ai buoni ristoranti d’Italia. Al centro dell’articolo, la “patata farcita su crema d’aglio rosso di Sulmona”, della quale Fiammetta Fadda, autrice del testo, scrive: “è incredibile cosa può venir fuori da questi umili ingredienti”, svelando la “straordinaria cucina” di Peppino e Angela Tinari e del figlio Arcangelo. 7 TVLOWCOST ITALIA SU ECONOMY “La frontiera per comunicare no frills” è il titolo del dossier che Panorama Economy nel numero 22 del 23 maggio dedica a TvLowCost Italia, che ha sedi operative a Pescara, Milano e Macerata. Il settimanale Mondadori intervista il direttore generale Monica Astrologo, che insieme a Michele Russo ha siglato una partnership con la francese TvLowCost, network internazionale di agenzie specializzate nella creazione di pacchetti pubblicitari a costi contenuti per aziende piccole e medie. «È molto importante chiarire che low cost non vuol dire low quality» dice Monica Astrologo ad Economy. «D’altra parte Easy Jet o Ikea, hanno dimostrato come si possano offrire prodotti o servizi di qualità puntando alla soddisfazione del cliente con il metodo “no frills” (senza fronzoli)». VIAGGIO DE IL SOLE 24 ORE IN ABRUZZO La cucina, prima di tutto. Marina di Città Sant’Angelo - PESCARA MT STORE www.mtstore.org [email protected] Kitchens & Interiors MT STORE CONSIGLIA LA QUALITA’ DEGLI ELETTRODOMESTICI È un dossier di 4 pagine quello con cui Il Sole 24 Ore del 23 maggio scorso, nell’inserto Impresa & Territori, racconta che “La ricostruzione deve fare i conti con la burocrazia”. A tre anni dal sisma dell’Aquila, con 300 cantieri ancora fermi in attesa di partire e le imprese “soffocate da adempimenti, ritardi e inefficienze della pubblica amministrazione”, il quotidiano di Confindustria scatta una fotografia di cosa ancora è fermo e di cosa si sta muovendo in quello che doveva essere il più grande cantiere d’Europa. Nelle 4 pagine di Rapporti 24 / Territori, dedicate questa volta all’Abruzzo, si fa il punto sulla ricostruzione economica del capoluogo di regione, spiegando perchè può fare da volano all’intero territorio, ma non solo. Il viaggio de Il Sole 24 Ore nella ricostruzione, infatti, passa anche per il Campus dell’Automotive e per il manifatturiero (“Sotto la Maiella i big della pasta dribblano la crisi”), il farmaceutico e l’Ict. In chiusura di dossier, la denuncia dell’Ance: “Arenati nelle carte 300 cantieri”. OVERVIEW OVERVIEW TERAMO, CONVENZIONE PER IL CREDITO DEI FORNITORI DEL COMUNE Per le imprese che hanno svolto la loro attività per il Comune di Teramo e che subiscono ritardi nei pagamenti, la giunta municipale guidata dal sindaco Maurizio Brucchi (nella foto) ha approvato lo schema di convenzione per il sostegno al credito dei fornitori dell’ente, attraverso la cessione dei crediti a banche o intermediari finanziari. La convenzione consentirà lo smobilizzo pro soluto dei crediti vantati dai fornitori del Comune fino al 100% dell’importo e con contratti di valore unitario superiore a 20mila euro. L’elenco delle banche aderenti sarà pubblicato sul sito internet dell’ente. Le imprese interessate potranno indirizzarsi agli uffici del settore economico-finanziario del Comune per ottenere ogni informazione necessaria ad attivare la richiesta di cessione creditizia. TERCAS-CARIPE E CNA, PATTO PER LE PMI 8 Sono 20milioni di euro i fondi messi a disposizione delle piccole e micro-imprese, nel 2012, dal gruppo bancario Tercas-Caripe ed erogati attraverso Fidimpresa Abruzzo, il confidi del sistema regionale Cna, grazie ad un accordo siglato tra l’istituto di credito e la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa. Le risorse finanziarie destinate alle imprese, in un momento segnato proprio dalla particolare difficoltà nel loro accesso al credito, sono destinate al sostegno della ripresa del nostro sistema produttivo; in particolare, la quota finalizzata agli investimenti beneficerà di condizioni particolarmente favorevoli. CCIAA TERAMO, UN BANDO PER LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO Scade il 20 dicembre prossimo il bando promosso dalla Camera di Commercio di Teramo per i sussidi e i contributi alle iniziative promozionali finalizzate allo sviluppo socio-economico del territorio. Gli ambiti per i quali sono previsti contributi sono quelli connessi alle iniziative finalizzate alla promozione e alla commercializzazione di prodotti nel mercato interno ed estero, alla diffusione dell’innovazione tecnologica e della qualità, alla valorizzazione delle risorse umane e della cultura imprenditoriale, alla promozione e valorizzazione delle produzioni, delle tipicità, del territorio, con un’attenzione particolare rivolta all’incremento dei flussi turistici. PREMIO CONFINDUSTRIA ABRUZZO GREEN, C’È LA PROROGA È stata prorogata al 30 giugno la scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione al “Premio Confindustria Abruzzo Green”. Per poter essere selezionate le imprese operanti nel territorio abruzzese devono compilare la domanda di partecipazione (sul sito www.confindustria. abruzzo.it) specificando l’ambito per il quale concorrono (processo, prodotto o servizio “green”) e descrivendo sinteticamente l’innovazione adottata per raggiungere gli obiettivi di eco-efficienza. Le domande vanno inviate a: [email protected] – [email protected]. CONFINDUSTRIA L’AQUILA E ABI INTESA PER LA LIQUIDITÀ Sostenere la liquidità delle imprese, attenuare le tensioni finanziarie, promuovere la patrimonializzazione e i processi di crescita a breve, medio e lungo termine: sono gli obiettivi dell’intesa siglata tra Confindustria L’Aquila e Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, a sostegno del credito. L’accordo prevede la sospensione del pagamento della quota capitale delle rate dei finanziamenti a medio-lungo termine (mutui) e della quota capitale di leasing immobiliare (12 e 6 mesi), l’allungamento della durata dei finanziamenti a medio-lungo termine (mutui), l’allungamento a 270 giorni delle scadenze delle anticipazioni su crediti verso clienti e a 120 giorni delle scadenze del credito agrario di conduzione, finanziamenti connessi ad aumenti di mezzi propri realizzati dall’impresa. Nella provincia dell’Aquila hanno aderito le maggiori banche del territorio. LA CARIPE TROVA LA MEDAGLIA DELLA NASCITA DELLA PROVINCIA DI PESCARA Risale al periodo dell’istituzione della Provincia di Pescara, avvenuta nel 1927, la medaglia d’oro che è stata trovata nel caveau della Banca Caripe. Il prezioso oggetto, su cui è impresso il gonfalone dell’ente e compare la scritta “Provincia di Pescara 12 gennaio 1927”, è stato donato lo scorso 22 maggio dal direttore della Caripe, Bruno Presidente, al presidente della Provincia Guerino Testa (nella foto). ALLA CONFCOMMERCIO DI CHIETI C’È UNO SPORTELLO D’AIUTO Agevolare le problematiche di accesso al credito, semplificare i pagamenti fiscali, interagire con uno psicologo: sono le opportunità messe a disposizione di commercianti e imprenditori dallo sportello d’aiuto e di ascolto voluto dalla Confcommercio di Chieti, guidata da Angelo Allegrino (nella foto). È operativo nelle sedi Confcommercio presenti nel capoluogo teatino, a Francavilla al Mare, a Lanciano e a Vasto. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il braccio operativo femminile «Terziario donna». LA PROVINCIA DI PESCARA IN PIAZZA PER IL LAVORO In migliaia hanno affollato nei giorni del 2 e 3 maggio scorsi la “piazza del Lavoro” organizzata dalla Provincia di Pescara per far conoscere le opportunità del settore, anche nel campo della formazione. Nel padiglione, allestito in piazza della Rinascita, sono stati riproposti sportelli, servizi e uffici operativi dell’ente, così da dare a giovani, iscritti ai Centri per l’Impiego, disoccupati, studenti delle scuole superiori e universitari la possibilità di avvicinare esperti del Fondo Sociale Europeo per avere informazioni sui bandi in corso o appena avviati dalla Provincia. Complessivamente almeno 2.500 persone hanno visitato gli stand dei servizi al lavoro, mentre 1.000 utenti hanno usufruito dei servizi portati in piazza dall’assessorato al Lavoro, guidato da Antonio Martorella (nella foto a sinistra). Nell’area dedicata alle aziende, 16 organismi formativi, due associazioni (Assoweb Italia e Crealavorogiovani) e otto imprese (Di Tieri, Kimberly-Clark, Chiusa Grande, Crmp, Main Adv, Biomasse Refeel, Axa Assicurazioni, New Way) che operano sul territorio nazionale e regionale nel campo delle telecomunicazioni, della green economy, della produzione e dei servizi alle imprese, hanno incontrato centinaia di persone. In particolare, per le selezioni aziendali, 275 sono stati i colloqui monitorati dagli uffici dei Centri per l’Impiego per la selezione di personale da inserire in azienda. Il tutto mentre, nell’area JOB Meeting, si sono svolti 12 laboratori, cui si sono iscritte complessivamente 342 persone, molte altre invece hanno seguito le lezioni offerte da specialisti sulle tecniche per la ricerca del lavoro. QUATTRO DOCENTI DELL’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA TRA I CENTO “TOP ITALIAN SCIENTISTS” Ci sono quattro docenti dell’Università dell’Aquila fra i 100 “Top Italian Scientists”, secondo la valutazione della Via-Academy (consultabile in www.topitalianscientists. org/Top_italian_scientists_VIA-Academy.aspx). Si tratta della preside della Facoltà di Medicina Maria Grazia Cifone, del direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Biomediche Gianfranco Amicosante, del docente della Facoltà di Ingegneria Antonio Mecozzi e della docente della Facoltà di Biotecnologie Anna Maria Teti, inseriti nel censimento degli scienziati di maggior impatto internazionale stilato secondo il valore di h-index, numero che racchiude sia l'attività di ricerca sia l'impatto della produzione scientifica secondo il numero delle citazioni ricevute. CCIAA L’AQUILA, È NATO IL COMITATO PER L’IMPRENDITORIA GIOVANILE All’interno della Camera di Commercio dell’Aquila si è costituito il Comitato per l’imprenditoria giovanile della provincia. È composto da giovani rappresentanti indicati dalle associazioni di categoria presenti in seno al Consiglio camerale. Presidente del Comitato è stato eletto Riccardo Savella (Confcommercio Imprese per l’Italia), vice presidente vicario Enrico Coppa (Abi Regione Abruzzo) e vice presidente Giuseppina De Simone (Coldiretti L’Aquila). Al neo nato organismo hanno aderito Confcommercio Imprese per l’Italia, Cna L’Aquila, Cna Avezzano, Confartigianato L’Aquila, Confartigianato Avezzano, Confindustria L’Aquila, Apindustria L’Aquila, Ance L’Aquila, Abi Regione Abruzzo, Coldiretti L’Aquila, Confagricoltura L’Aquila, Cia Provinciale L’Aquila, Agci Associazione Generale Cooperative Italiane, U.N.C.I. L’Aquila, Confcooperative L’Aquila. GLI IMPRENDITORI UNDER 35 DI CONFESERCENTI Sono quasi 18mila gli imprenditori abruzzesi con meno di 35 anni e si concentrano nella provincia di Chieti, con 5.080 aziende. Per rispondere alle nuove esigenze del tessuto imprenditoriale, Confesercenti lancia il Comitato dei Giovani Imprenditori, battezzato a Pescara lo scorso 30 maggio dal presidente nazionale, Vincenzo Schiavo, e dal coordinatore, Lino Busà. Alla guida del Comitato un gruppo coordinato da Piero Giampietro (portavoce) e composto da un delegato per provincia: Fabrizio Corazzini (Pescara), Danilo D’Urbano (Chieti), Domenico Venditti (L’Aquila) e Daniele Erasmi (Teramo). 9 OVERVIEW [CHI-VA-DOVE] CONFINDUSTRIA ABRUZZO Mauro Angelucci (nella foto) è stato confermato presidente di Confindustria Abruzzo nel corso della riunione della Giunta tenutasi lo scorso 27 aprile a Pescara. Alla presenza, tra gli altri, dei presidenti delle associazioni ed Unioni Industriali di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo, della Piccola Industria, dei Giovani Imprenditori, dell’Ance Abruzzo. Angelucci, 48 anni, nato a Torre de’ Passeri, sposato con 4 figli, è socio della Oma Group, di cui è anche marketing, business & development manager. CENTRO STUDI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI INGEGNERI 10 Maurizio Vicaretti (nella foto), presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Pescara, è stato eletto nel Consiglio Direttivo del Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri. Per il prossimo quinquennio, quindi, rappresenterà l’Abruzzo nell’importante istituto di categoria che effettua un costante monitoraggio delle attività legislative, giurisprudenziali ed economiche inerenti l’ingegneria in Italia e all’estero. L’ingegner Vicaretti, componente della Consulta Centro che rappresenta Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria, fa parte di un consesso di 8 consiglieri. La curiosità: è la prima volta che un consigliere del Centro Studi non supera i 50 anni di età. CONFARTIGIANATO TERAMO Luciano Di Marzio è stato confermato alla guida della Confartigianato Teramo. Il presidente prosegue la sua attività affiancato ancora anche dal vice presidente Aldo La Barbera. In giunta sono stati riconfermati, invece, Ferdinando Malatesta e Marco Calabrese, mentre il nome nuovo è quello di Giacomo Proietto. OVERVIEW [CHI-VA-DOVE] SLOW FOOD PESCARA Per la prima volta arriva una donna alla guida di Slow Food Pescara: Annamaria D'Eusanio (nella foto) è il nuovo fiduciario della Condotta, nata nel 1987, che oggi è la più numerosa d'Abruzzo con circa 200 soci. Da sempre impegnata nella promozione di iniziative legate alla cultura del cibo ed all'enogastronomia, D’Eusanio è stata eletta all'unanimità. Raccoglie il testimone da Remo Bellucci, fiduciario dal 2007 ad oggi. Rinnovato anche il Comitato di Condotta Slow Food Pescara, con undici membri: oltre ad Annamaria D'Eusanio ne fanno parte Francesco Agostini, Simone Angelucci, Marco Cirillo, Averino Di Campli, Daniela Di Fonzo, Tommaso Di Rino, Mimmo Morra, Andrea Paci, Annalisa Paolini e Giacomo Sinibaldi. CARIPE Il professor Giuseppe Mauro, economista e docente universitario (nella foto), è il nuovo presidente di Banca Caripe. È stato eletto lo scorso maggio dopo le dimissioni dell’ex presidente Guglielmo Marconi, conseguenza del commissariamento della capogruppo Tercas da parte della Banca d'Italia (si veda servizio nelle pagine interne). BCC DI CAPPELLE SUL TAVO FIAVET Agostino Ballone è anche per il prossimo triennio il presidente regionale della Fiavet Abruzzo e Molise. La riconferma è arrivata nel corso dell’assemblea teramana della Federazione italiana associazioni imprese viaggi e turismo che ha anche eletto il Consiglio Nazionale, composto da Agostino Ballone, Piero Di Renzo, Angelita De Renzis, Davide Ballone, Irene Coccaro, Sandro Chiacchiaretta. Il presidente Agostino Ballone ha nominato la sua giunta: è composta da Maurizio Amoroso, Roberto Napoleone e Luigi Baiocco. ISTITUTO ZOOPROFILATTICO Maria Caramelli, veterinario, già direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, sarà il nuovo direttore generale dell’Istituto Zooprofilatico sperimentale ”G. Caporale” di Abruzzo e Molise. Manca ancora l’ufficialità poichè, per poter procedere alla nomina, occorrerà prima un passaggio legislativo nel Consiglio regionale d’Abruzzo. Lo Zooprofilattico oltre alla storica sede di Teramo, ha anche una base operativa a Termoli. Il prorettore dell’università d’Annunzio, Massimo Sargiacomo (nella foto), è uno dei cinque componenti del Comitato ordinatore della Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso Science Institute (Gssi). Le nomine sono arrivate lo scorso maggio direttamente dal ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Francesco Profumo. Fanno parte del Comitato ordinatore anche Richard Michael Burdett, Mario Calderini, Eugenio Coccia e Paola Inverardi. Il Comitato opera a titolo gratuito e presenta, con riferimento all’attività svolta, una relazione al ministro. Michele Borgia (nella foto) ancora alla guida della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo. L’assemblea annuale dei soci tenutasi lo scorso 22 aprile a Montesilvano ha confermato all’unanimità la fiducia al presidente e al Consiglio d'amministrazione, con un mandato della durata di altri tre anni. Nel Cda siedono Michele Blasiotti, Ludovico Ciavarelli Marcozzi, Pierino Di Tullio, Mario Di Berardino, Antonio Domenicone, Filippo Falconio, Antonio Gabriele, Marino Padovani, Antonio Pavone e Marco Sciarra. Presidente del consiglio sindacale, Flavia Novello. Gli altri componenti sono Francesco Belardinelli, Piero Redolfi, Giuseppe Cetrullo e Massimo Ivone. Il presidente del Collegio dei probiviri è l'avvocato Dante Angiolelli. I componenti sono Leonello Brocchi, Pasquale Tribuzio, Natascia Di Giambattista, Alfonso Di Giacomo. CNA AVEZZANO L’imprenditrice Franca Sanità è il nuovo presidente della Cna provinciale di Avezzano. È stata eletta all’unanimità e per acclamazione in occasione dell’assemblea straordinaria convocata per l’elezione del nuovo presidente in sostituzione del dimissionario Ruggero De Amicis. Con l’elezione di Franca Sanità diventano quattro le donne che fanno parte degli otto componenti della presidenza. L’assemblea ha anche provveduto ad eleggere vicepresidente vicario l’imprenditore Francesco D’Amore ed ha confermato gli altri membri Tonino Teodori e Concezio Di Giamberardino. Giovanni Bianchi è stato eletto presidente onorario. GRAN SASSO SCIENCE INSTITUTE BCC SANGRO TEATINA Pier Giorgio Di Giacomo (nella foto) è stato confermato per un altro triennio alla presidenza della Bcc Sangro Teatina. La riconferma è avvenuta nel corso dell’annuale assemblea dei soci che si è svolta lo scorso primo maggio ad Atessa. Nell’occasione si è provveduto al rinnovo di tutte le cariche sociali: il Consiglio di amministrazione è composto, oltre che dal presidente Pier Giorgio Di Giacomo, dai consiglieri Nicola Apilongo, Vincenzo Cinalli, Franco Di Nucci, Danilo Di Paolo, Nicola Giuliani, Alberto Paolini, Maria Teresa Santini, Alfonso Tambanella, Ida Campanella, Alfredo Iovacchini; il Collegio sindacale dal presidente Vincenzo Pachioli, dai sindaci effettivi Gabriele Bascelli e Remo Bello, dai sindaci supplenti Antonio Zinni e Carmine Di Federico. Per il Collegio dei probiviri, presidente Ermanno Alfonsi, probiviri effettivi Angelina Zeffiro e Alessandro Geniola, probiviri supplenti Annamaria D’Onofrio e Anna Rosa Moscatiello. BCC TERAMO Cristiano Artoni è il nuovo presidente della Banca di Teramo di Credito Cooperativo. Da 14 anni nel Cda, imprenditore nella distribuzione editoriale, prende il posto di Antonio Tancredi, recentemente scomparso. Ecco il nuovo Cda: Primo Pompilii vicepresidente, Alessandro Maria Caccia vicepresidente, Aladino de Paulis confermato vicepresidente vicario, Franco Cifoni, Sandra Di Giacinto, Franco Eugeni, Ennio Marcozzi e Alberta Ortolani consiglieri. 11 ABRUZZO NEL MONDO ABRUZZO NEL MONDO Carmela Remigio la voce abruzzese che non ha confini STORIA DI UN SOPRANO DI FAMA INTERNAZIONALE di Raffaella Quieti Cartledge [email protected] A quattordici anni inizia a studiare canto per migliorare la sua tecnica di violinista e si scopre quasi per caso talento: il resto è storia di una passione che dominerà tutta la sua vita 12 Carmela Remigio ha iniziato a studiare canto presso il Conservatorio di Musica di Pescara Prima del nostro incontro, Carmela Remigio mi avvisa che non potrà dedicarmi più di 30 minuti. La sua voce deve riposare ed il tempo che può concedere ad un'intervista è necessariamente limitato. Nei giorni che precedono la rappresentazione (nel caso specifico si tratta del Don Giovanni alla Royal Opera House di Londra), la soprano si sottopone ad una preparazione fisica simile a quella di un atleta. La dieta è restrittiva, la voce deve essere centellinata, ed il fisico non può sottoporsi a grandi sforzi, in attesa della “maratona” della performance. Prima dello spettacolo, sono necessari due giorni di riposo totale. Signora Remigio, cosa ci si aspetta oggi da una star dell'opera, prima e durante una rappresentazione? «Le visite della città dove mi trovo sono limitate ad un paio d'ore. Ho la necessità fisica di rispettare i miei due giorni di riposo appena prima della performance. Se sono in forma, mi concedo una visita in un museo. Anche lo sport, nel mio caso, non è compatibile con il lavoro. Al contrario delle donne, i cantanti lirici vanno quasi tutti in palestra. Il protagonista di Don Giovanni è oramai inevitabilmente muscoloso. E spesso ha un gruppo di fedelissime che accorrono a contemplare i suoi muscoli. Nel nostro mondo l'immagine ha assunto un ruolo sempre più di rilievo, rispetto ad una volta. Oggi viene imposta una forma snella, in linea con i personaggi di cui si sostiene la parte: se interpreti Violetta o Mimì devi essere credibile anche fisicamente. Non vieni più scritturato se hai un peso che supera quello che il regista considera adeguato al personaggio. Devi cantare bene, essere musicale ed avere presenza scenica e teatrale. Oltre naturalmente ad avere una grande professionalità». Quale tipo di pubblico segue le sue rappresentazioni? «Il nostro pubblico è molto vario. Le tematiche dell'amore, un sentimento universale che non passerà mai di moda, attraggono anche molti giovani. I quali, con mio grande piacere, vengono spesso nei camerini a conoscermi. In un'epoca in cui tutto passa velocemente, andare tre ore al teatro a sentir parlare di amore, sofferenza, pianti e melodrammi, la dice lunga sul tipo di spettatori che apprezzano l'opera. Si tratta di un pubblico molto rispettoso che, diversamente da quello del pop, apprezza e segue l'artista in modo discreto. Se ti riconoscono per strada, osservano la situazione per diversi minuti per capire se sia il caso di avvicinarsi e dirti che ti hanno vista al teatro». Come si manifesta la crisi della cultura nei teatri dell'opera? «Come in tutti i lavori la crisi provoca una maggiore selezione del personale. In questa congiuntura economica, i grandi teatri continuano a resistere ma sono costretti a ridurre le produzioni. In Italia una volta si producevano sette/otto titoli all'anno. Oggi siamo ridotti a due o tre. A Londra invece Carmela Remigio inizia a studiare il violino all'età di cinque anni e soltanto dopo alcuni anni intraprende lo studio del canto presso il Conservatorio di Musica di Pescara, con il baritono Aldo Protti. Dopo essersi diplomata in canto lirico, si perfeziona con Leone Magiera. Nel 1992 si aggiudica il primo premio del concorso vocale Luciano Pavarotti International Voice Competition di Philadelphia. Debutta diciannovenne al Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo in Alice di Giampaolo Testoni. Dal 1997 è stata spalla di Pavarotti in oltre settanta concerti in giro per il mondo: Royal Albert Hall di Londra, la Carnagie Hall di New York, Parigi, Miami, Dublino, Beirut (davanti a 40.000 persone), Seoul, Bucarest, Auckland. Collabora costantemente con importanti direttori quali Claudio e Roberto Abbado. la crisi economica è sentita in maniera limitata nel nostro settore. I teatri vengono gestiti diversamente, e sostenuti da investimenti di aziende private che beneficiano di detrazioni fiscali. Nel nostro Paese i privati non sono incoraggiati a sponsorizzare produzioni teatrali, in particolare quelle operistiche, perché non vige questo sistema di vantaggi fiscali. In Spagna, dove attualmente si soffre di una crisi economica ancora più grave di quella italiana, il Gran Teatre du Liceu, il teatro dell'Opera di Barcellona, ha avuto difficoltà di recente (ndr, il Liceu è stato costretto a chiudere per due mesi, in un tentativo del management di tagliare costi, avendo accumulato un deficit di 3,7 milioni di euro in seguito ai tagli dei sussidi da parte del governo spagnolo e alla diminuzione di sponsorizzazioni. In totale ha cancellato 27 rappresentazioni e licenziato 395 persone dello staff). Non possiamo permettere che lo stesso avvenga in Italia». Quali strade bisogna intraprendere per evitare di far precipitare i nostri teatri in una situazione simile a quella del Liceu di Barcellona? «Le agevolazioni fiscali rappresentano una soluzioni immediata ed efficace. Faciliterebbero la nascita di nuovi sponsor, e si darebbe un nuovo impulso alla forma d'arte che rappresenta forse più di ogni altra la storia dell'Italia. Le opere più rappresentate nel mondo, la Traviata, la Boheme, la Tosca, ed altri cinquanta titoli, sono italiane. La lirica ha spesso contraddistinto la presenza italiana nel mondo. Il teatro dell'opera costituisce una componente notevole della nostra eredità culturale, perché mostra al pubblico internazionale opere scritte duecento anni fa. Gli stranieri si appassionano alle storie raccontate dall'opera, e spesso vogliono venire in Italia ad assistere alle nostre rappresentazioni teatrali. Il Teatro di Firenze (Maggio Musicale Fiorentino), una delle istituzioni culturali artistiche più prestigiose d'Italia, negli ultimi anni ha ridotto il suo cachet. Si è stati costretti ad una politica di economia negli allestimenti scenici. Come nel grande ed attualissimo dibattito tra austerità ed espansione economica, l'austerità nella gestione della crisi della cultura non basta, e non porta da sé al risanamento dei conti. Bisogna espandere il pubblico e cercare nuove fonti di sostentamento finanziario». Dove bisogna cercare la soluzione ai problemi dei costi elevati di gestione dei teatri dell'Opera? «I costi delle produzioni sono estremamente elevati, tra l'orchestra, il coro, i cantanti, i tecnici, ci sono centinaia di persone al lavoro. Le entrate, incluse quelle dei più grandi teatri, non sono sufficienti a coprire tali costi. Sono stati consultati esperti di economia per gestire la crisi dei teatri. Non sono riusciti a trovare una soluzione. Il problema non è quello di far quadrare il bilancio ma di portare più soldi. Con l'attuale carenza di fondi disponibili, viene giustamente data priorità a realtà come ad esempio quelle ospedaliere». Quale aspetto del suo lavoro la appassiona? «Contrariamente a quello che si potrebbe immaginare non considero l'applauso finale come il momento che mi porta maggiore soddisfazione. Ieri sera ho ricevuto un applauso dopo aver terminato un'aria. È stato il risultato del lavoro di anni. La parte che mi appassiona è il momento della creazione. Quando si pensa, si studia, si prova. Ed interpretando l'autore personalmente, allo stesso tempo si crea. Contestualmente provo molta soddisfazione quando collaboro con i grandi professionisti del settore. Sono appena tornata da Los Angeles dove ho lavorato su una produzione del Don Giovanni. Il celebre architetto Frank Gehry ha creato un palcoscenico monocromatico e ricoperto da imponenti forme astratte, con cubi bianchi ed una scala nel mezzo. L'orchestra è stata diretta da Gustavo Dudamel ed i costumi sono stati realizzati dalle stiliste Kate e Laura Mulleavy, della pluripremiata casa di moda Rodarte». Quale tratto della sua personalità l'ha aiutata a raggiungere il successo? «Per arrivare a livelli eccellenti bisogna mettersi in discussione con onestà e mai smettere di studiare. Perché il nostro lavoro non si improvvisa. Tutto è pesato. Ogni suono o movimento o gesto. Penso che la caparbietà, un tratto che considero tipicamente abruzzese, mi abbia sostenuta nel voler raggiungere un esito eccellente. Spesso noi abruzzesi non ci mettiamo in gioco se non sappiamo di poter compiere il nostro lavoro con la massima professionalità». Lo scorso anno ha ricevuto il Premio “Ambasciatori d’Abruzzo nel mondo” conferitole dal Consiglio Regionale d’Abruzzo. Qual è il suo legame con la nostra regione e come ha vissuto questo momento della sua carriera? «Questo premio mi ha resa felice perché ho un forte legame con la mia regione. Il fatto che sia sempre in viaggio rafforza ancora di più questo legame. In aggiunta, nell’ottobre 2010 il sindaco di Pescara mi ha consegnato anche il premio “Ciatté d’oro”, la massima onorificenza cittadina assegnata dalla municipalità di Pescara, città nella quale ho scelto di mantenere la mia residenza». 13 OPINIONI OPINIONI La crisi nella P.A. ALUMNI BOCCONIALUMNI necessita di un supporto organizzativo e formativo di Alessandra Troilo - consulente Consul Service - BAA Pietro Curzio - consulente Consul Service 14 Alessandra Troilo Pietro Curzio I processi di trasformazione che oggi coinvolgono tutte le amministrazioni pubbliche necessitano di un supporto operativo nella gestione associata dei servizi, nella valutazione delle performance e nel miglioramento organizzativo. Una necessità della quale si discute da tempo, non a caso posta al centro di un recente seminario organizzato a Chieti su iniziativa della Consul Service, dal titolo “Proiettare la Pubblica Amministrazione oltre la crisi”. L’evento si è inserito in un progetto avviato dalla Consul (www.consul-service.net) rivolto, in particolare, agli enti locali, a sostegno dei quali la società propone interventi continui, mirati, concreti, sia sul piano organizzativo che su quello formativo, nell’ambito dei quali gli stessi dipendenti pubblici sono chiamati a svolgere un ruolo da protagonisti. L’analisi delle politiche e del management della pubblica amministrazione è affidata alle parole del professor Elio Borgonovi, docente dell’Università “L.Bocconi”, che sottolinea la demotivazione così largamente diffusa oggi negli enti pubblici a causa, in particolare, delle campagne delegittimanti condotte proprio in coincidenza dell’introduzione di meccanismi tesi a valorizzare il merito e l'incentivazione; l’inadeguatezza dei mezzi economici e le generiche accuse rivolte al personale, che hanno fortemente indebolito le pur lodevoli intenzioni riformatrici. In tale contesto è necessario imprimere agli interventi riformatori un nuovo significato: recuperare la dignità del lavoro all'interno delle istituzioni e rafforzare le missioni delle amministrazioni pubbliche. Di particolare interesse è l’orizzonte istituzionale nel quale si colloca questo scenario, che vuol configurare una nuova idea di Amministrazione, rappresentata non solo dall’ente locale o dall’ufficio statale, ma da una linea continua di soggetti, enti pubblici, fondazioni, associazioni di volontariato, imprenditoria, ciascuno di essi impegnato, pur con ruoli diversi, a garantire ai cittadini la soddisfazione dei loro diritti essenziali. «Naturalmente» conclude il professor Borgonovi «una tale prospettiva richiede un impegno, da parte delle amministrazioni locali, a seguire, giorno per giorno, l’andamento dell’economia, la qualità dei servizi offerti, la sinergia tra i soggetti operanti. E, per giungere a tali obiettivi, occorre investire nelle persone, nella formazione, incoraggiare le innovazioni, ricostruire il senso d’identità all'interno della pubblica amministrazione, recuperare il senso del lavoro comune per tutti, stimolare la collegialità del lavoro». Eugenio Amoroso Area Leader Alumni Bocconi Abruzzo Il punto di vista del mondo imprenditoriale è affidato alle parole di Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, il quale richiama l’attenzione sui pesanti costi che l’inefficienza della pubblica amministrazione comporta per le imprese e, più in Il punto di vista del mondo imprenditoriale è affidato alle parole di Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, il quale richiama l’attenzione sui pesanti costi che l’inefficienza della pubblica amministrazione comporta per le imprese e, più in generale, per il sistema economico generale, per il sistema economico. Il presidente Primavera entra nel merito delle questioni, soffermandosi, così per esempio, sui problemi legati ai tempi della giustizia civile, per i quali il nostro paese si colloca nel mondo al 156esimo posto, pur disponendo del più alto numero di tribunali ed avvocati. BOCCONI La BAA, Bocconi Alumni Association, è la community dei Laureati, Master e Phd della Università Bocconi e della sua School of Management, la SDA Bocconi. Grazie alla BAA, gli oltre 82.000 ex allievi Bocconi diventano parte integrante di un network internazionale, che mantiene vivo e prezioso con idee e progetti di cooperazione fra loro, il mondo Bocconi e le business community locali. Sono 74 le città in Italia e all’estero sedi di numerosi eventi e occasioni di incontro; in Abruzzo la BAA è presente da 10 anni con incontri, workshop ed eventi organizzati. Tale inefficienza spaventa gli investitori privati, a tal punto che, secondo studi della Confindustria, la sola riduzione del 10% dei tempi della giustizia porterebbe un aumento del PIL dell'1%. Nel suo ruolo di amministratore pubblico, il presidente dell’amministrazione provinciale di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, offre un ampio spettro di posizioni sul tema in discussione, facendo pesare sulla riflessione il peso e le difficoltà che incontrano gli amministratori, schiacciati tra gli obiettivi di mandato da un lato, e i tanti problemi finanziari, organizzativi ed anche culturali degli apparati pubblici dall’altro; e di queste difficoltà sono poi i cittadini a pagare le conseguenze, per i ritardi o le carenze nel soddisfacimento delle legittime richieste rappresentate. Il presidente sottolinea quindi l’importanza della riflessione organizzata dalla Consul a Chieti: «Questi sono momenti nei quali, al di là delle tante emergenze, è possibile un confronto di idee molto utile». Il professor Borgonovi, nel tirare le fila della discussione, torna sul tema del rapporto tra pubblico e privato, sulla necessità di sostituire la vecchia contrapposizione tra i due ambiti con nuove sinergie, sì da facilitare coesione sociale ed equilibrio territoriale. A nome della Consul Service, un ringraziamento è arrivato dal dottor Francesco D’Andrea al professor Borgonovi per i tanti e interessanti spunti di riflessione, alla Provincia di Chieti per l’ospitalità, a Confindustria per l’aiuto nella parte organizzativa, e allo sponsor Diadema. 15 COMUNICAZIONE D’IMPRESA PIÙ SVILUPPO AL TERRITORIO. La formazione? È un gioco Il Gruppo Bper sostiene le imprese abruzzesi. di Piero Menoni Event manager Mirus Un momento formativo può essere più efficace se il contesto in cui si svolge non è quello classico e se il docente si trasforma in intrattenitore. Come nel caso del Teatro d'Impresa 17 La Carispaq cresce insieme al Gruppo Bper C’è chi dice che quello che conta è il contenuto e non il contenitore. La formazione, ad esempio: aiuta a veicolare i messaggi forti del pensiero aziendale, a formare i collaboratori nella maniera più produttiva possibile e i momenti della formazione sono quelli istituzionali. Ma senza sottovalutare la formazione che può essere effettuata attraverso gli eventi. Certi concetti, infatti, possono passare meglio e avere più chances di restare impressi e provocare un cambiamento, se ricevuti in un contesto diverso dall’aula o dal seminario. L’evento di cui parliamo non si riduce a un momento ludico e basta: l’evento, se opportunamente organizzato e se è sorretto da una adeguata strategia, è lo strumento ideale per raggiungere gli obiettivi di formazione e comunicazione. Intanto perchè va in scena in un contesto più favorevole di quello lavorativo. Ferma restando la validità della formazione in aula e il fatto che anche in una stanza dei bravi docenti possano insegnare coinvolgendo, e, al limite, divertendo, non si può negare che la formazione di stampo classico sia vissuta come un momento di lavoro. L’evento, invece, gode di un vantaggio: si svolge in un clima più disteso ed è per sua natura più dinamico e coinvolgente. Inoltre, l’evento crea empatia tra l’azienda e i suoi collaboratori, coinvolgimento, relazione e integrazione. Per questi motivi ha più possibilità di cogliere nel segno se si propone di formare. Proprio perché lo fa dilettando, quindi senza che le persone se ne accorgano. Sempre più aziende intuiscono che l’evento non è soltanto spettacolo ed ha un formidabile valore aggiunto che bisogna saper comunicare. Anzi, il valore formativo può essere la vera anima di un evento, il suo spirito più autentico, perché in un evento si devono rappresentare e celebrare soprattutto i valori di chi lo organizza. Un esempio eclatante, utile a comprendere meglio le potenzialità dell’“Amazing Training”, è senz’altro quello del Teatro d’Impresa, ovvero quella tecnica di formazione che unisce l’arte e il business applicando le metodologie tipiche dell’arte teatrale in ambito formativo, organizzativo e comunicativo all’interno delle aziende. Il Teatro d’Impresa impiega le tecniche dell’arte teatrale non in sostituzione, ma come integrazione e supporto di quelle della formazione tradizionale, coinvolgendo e motivando attivamente e piacevolmente i partecipanti in maniera esperienziale, divertente e al tempo stesso molto efficace. Un altro esempio può essere l’inglese facile di John Peter Sloan, i cui manuali vanno a ruba ed è possibile reperirli anche alle stazioni di servizio delle autostrade. Il suo successo ha una ragione molto semplice: ha sdrammatizzato e smitizzato l’approccio alla lingua inglese, rendendolo divertente e con risvolti sorprendenti con il risultato di facilitarne l’apprendimento. Chi ha maggiori possibilità di farsi comprendere: chi pratica la formazione o chi la insegna? Chi fa uno spettacolo o chi tiene una lezione? E allora, c’è ancora chi pensa che conti soltanto il contenuto e non il contenitore? E quale miglior contenitore di un evento? COMUNICAZIONE DIGITALE Welcome to the new normal age: il web come elemento centrale della comunicazione di Antonio Spinelli CEO/Co-founder MS3 srl Internet oggi pervade ogni ambito della vita quotidiana: durante il tempo libero, nelle relazioni interpersonali e per il business aziendale, utilizzarne gli strumenti è ormai routine. Analizziamo i nuovi trend del digitale 18 Le ultime stime di IAB (Internet Advertising Bureau) Italia dicono che nel 2012 l’advertising digitale diventerà il secondo mezzo più importante del settore, dopo la TV. Gli utenti che accedono a internet sono 26,2 milioni, in crescita del 10,4% rispetto allo scorso anno, ogni giorno 13 milioni di utenti sono attivi sul web. Nella rete gli italiani occupano il loro tempo con i social network (86% degli utenti), guardano video (71%), ascoltano musica (37%) e navigano su siti di couponing (22%, con una crescita annua del 122%). Le aziende hanno recepito appieno le potenzialità del mezzo online per dialogare con gli utenti e promuovere il proprio business in modo efficace. Lo dimostra la crescita dell’advertising online nel 2011, che registra il +15% rispetto all’anno scorso. Il Digital Advertising raggiunge così un valore di 1,2 miliardi, pari al 14% del mercato pubblicitario complessivo, che conta invece un totale di 8,7 miliardi, in calo del 3% rispetto allo scorso anno. È il Display Advertising lo strumento di comunicazione su internet preferito dalle aziende, con un valore di 455 milioni di euro (in crescita del 16%), seguito dal Search, che cresce del 18% e si attesta su un valore di 448 milioni di euro. Il mercato del Digital Advertising si è progressivamente consolidato, in un contesto economico particolarmente critico, facendo registrare un tasso di crescita superiore alla media europea (+19% per l’Italia contro il +15% dell’Europa). Il consumatore quindi, sempre più digitale, fa sì che marketing e comunicazione debbano adeguarsi alle sue esigenze. Il 2012 sarà l’anno zero di 4 nuove macro-tendenze. La prima è quella del Re-targeting, tecnica che consente di mostrare annunci in prospect agli utenti che hanno già visitato il tuo sito, mentre navigano sul web. Altra esperienza che va consolidandosi è quella del micro-targeting sui social media dove a farla da padrone c’è senza dubbio Facebook, grazie al quale è possibile veicolare messaggi molto “targettizzati” in base ad interessi specifici. Terza tendenza, è la crescita esponenziale dei costi di Google Adwords, quindi il costo medio per click in aumento porterà le aziende ad incrementare gli investimenti in SEO e queste si affideranno sempre più ad esperti di Google per rendere le proprie campagne più efficaci ed efficienti. Quarta ed ultima, è la diffusione capillare di smartphone e tablet, che in Italia, grazie allo sviluppo esplosivo di app iPhone ed Android, ha raggiunto una penetrazione di 20 milioni di utenti (un italiano su tre) che possiamo identificare sicuramente come i più “spendaccioni”. Internet quindi è il mezzo ideale per fare business e raccontare storie. Il brand-telling funziona, attrae, centra l’obiettivo, ma non dimentichiamoci che in rete il racconto è a più voci. L’obiettivo finale è quello della creazione di un dialogo che poi si trasformi in relazione duratura e fidelizzata con il consumatore, ecco perché la creatività anche su Internet è fondamentale. COVER STORY COVER STORY foto di Andrea Straccini La rivoluzione della comunicazione 20 Esperienza, affidabilità, innovazione e cura del cliente. Così TED Ingegneria dei Sistemi si è affermata come azienda di riferimento per la progettazione e la fornitura di sistemi integrati. Telefonia IP, videoconferenza, e-learning sono i settori di eccellenza di questa dinamica realtà pescarese che offre tecnologia d'avanguardia e vantaggi economici U na storia di successo, a volte, dipende da un'intuizione. Quella di Paolo Bocci, ingegnere elettronico laureato a Pisa, è stata di capire già nel 1998 che il settore delle comunicazioni sarebbe stato un pilastro fondamentale per la società contemporanea. Dopo dodici anni trascorsi nella Marina Militare Italiana a progettare sistemi di telecomunicazione, Bocci a 30 anni decide di lasciare l'uniforme e di aprire una sua azienda, la TED Ingegneria dei Sistemi, che oggi gioca un ruolo di prima punta nel campo della system integration. Nata nel 1992, la TED Ingegneria dei Sistemi è una società che sviluppa sistemi integrati di comunicazione per le aziende. Il suo slogan contiene tutta la filosofia aziendale: “Noi progettiamo, voi comunicate”. «Comunicare oggi» spiega l'ingegner Bocci «per un'azienda significa telefonia IP, videoconferenza, sistemi audio-video che siano in grado di mettere facilmente in relazione le persone, all'interno e all'esterno della struttura aziendale. E soprattutto, significa dotarsi di sistemi che integrino la telefonia tradizionale con gli strumenti informatici, in modo da offrire la massima flessibilità di utilizzo insieme ad una grande praticità». L’ESPERIENZA SUL CAMPO. Quello della telefonia IP, in particolare, è un settore nel quale l'azienda guidata dal giovane e dinamico ingegnere pescarese ha costruito gran parte del suo successo, instaurando partnership importanti, operando con coraggio in un teatro dominato da attori di dimensioni ben maggiori (come Telecom e Fastweb, per intenderci),ma forte delle proprie competenze e determinata a distinguersi proponendo soluzioni innovative, scelte tra le migliori sul mercato europeo e internazionale. «Il nostro valore aggiunto rispetto a players più blasonati» prosegue Bocci «consiste soprattutto nell'esperienza: siamo stati tra i primi a credere nella telefonia IP e a proporre centraline telefoniche basate su questa tecnologia. In più, siamo in grado, grazie ad una struttura snella e alle elevate capacità del nostro personale, di rispondere velocemente alle esigenze dei nostri clienti, senza frapporre tra noi e le aziende i filtri che invece le grandi società di telefonia, per loro natura, tendono a mantenere». Le due cose, in realtà, sono due facce della stessa medaglia: «La tecnologia IP crea una discontinuità nel canale commerciale: oggi è ampiamente diffusa, ma ci sono aziende 21 COVER STORY COVER STORY Paolo Bocci, titolare di TED Ingegneria dei Sistemi che conservano, nel loro modo di fare telefonia, un approccio legato a vecchi sistemi, o a tecnologie proprietarie, che limita la loro capacità di azione nel campo dell'IP, relativamente nuovo. Il paradigma internet, la convergenza e la larga banda impongono, quindi, una radicale revisione della figura dei fornitori ai quali si richiedono forti competenze sul mondo IP, LAN e applicativo. Competenze tipiche da System Integrators». E la competenza di TED non può essere descritta meglio che attraverso tre “casi” esemplari: i rapporti di partnership che l'azienda pescarese ha stretto con la Dayco, con la Fedam BCC e con la Camera di Commercio di Pescara. IL CASO DAYCO. Il rapporto con la grande multinazionale, ricorda Bocci, nasce nel 2005, con un piccolo progetto di telefonia IP che riguardava una centralina nello stabilimento di Colonnella. Ed è Roberto Rubagotti, responsabile della telefonia per la Dayco, a raccontare come, successivamente, quella con TED sia diventata una vera e propria partnership: «Lavorando nel settore dell'automotive e con la necessità di dialogare costantemente con clienti e magazzini, il telefono per noi è vitale. Ma avevamo la necessità di ridurre i costi, opportunità fornita dalla tecnologia VoIP. Decidemmo quindi di fare un tentativo in quella direzione, nello stabilimento di Colonnella. Comprammo una centralina Alcatel che era parzialmente basata su tecnologia VoIP, il servizio era fornito in loco da Telecom, ma le prestazioni erano insoddisfacenti e i costi restavano alti. Dopo un tentativo con un altro gestore rivelatosi un fallimento, ci trovammo a dover fronteggiare un problema tecnico cui il fornitore non era riuscito a dare risposta. Chiedemmo allora l'intervento della TED che ci risolse il problema e ci convinse a portare avanti il progetto. Nel 2006, infatti, in concomitanza con il trasferimento della nostra sede centrale da una zona ad un'altra di Chieti Scalo, decidemmo di implementare il VoIP e affidammo a TED il compito di realizzare gli impianti. I risultati sono stati eccellenti; naturale conseguenza è stata quella di coinvolgere la TED anche nella realizzazione di centraline per le nostre sedi in Spagna e in Belgio. Oggi quello con TED è un rapporto di partnership, sfociato nella collaborazione anche per quanto riguarda il servizio di videoconferenza. E di comune accordo abbiamo deciso di rimodernare tutte le centrali, che ormai hanno sei anni, con i nuovi apparati innovaphone». «Questa storia» sottolinea Bocci «dimostra come sia necessaria, da parte di un fornitore, la conoscenza della tecnologia sulla quale si basa il prodotto che vende. È un aspetto innovativo delle nostre soluzioni: quando scegliamo un prodotto per un cliente cerchiamo sempre di privilegiare apertura, facilità di configurazione, ampia funzionalità e autonomia gestionale». MORE FOR LESS: LA CAMERA DI COMMERCIO DI PESCARA. L'attività di TED non si limita certo alla fornitura di servizi alle aziende private. Anzi, è proprio nel settore pubblico che la società fa il suo esordio in campo quando, nel 2001, realizza il suo primo progetto per l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Da allora molti sono stati i progetti realizzati per enti e istituzioni, non ultimo quello per la Camera di Commercio di Pescara. «Il nostro obiettivo» racconta Carlo Paolini, responsabile della telefonia per l'ente camerale «era di razionalizzare il sistema telefonico: gestire meglio le spese –non solo riguardo alle tariffe ma anche per la gestione dell'infrastruttura– e rinnovare le apparecchiature, ormai vecchie. In più, col nostro sistema, eravamo soggetti al pagamento di un canone di assistenza e dipendevamo dal fornitore anche solo per spostare un telefono da una stanza ad un'altra. Volevamo, quindi, maggiore autonomia. Con TED abbiamo fatto una verifica dei costi e dei benefici che avrebbe comportato un cambio completo del sistema, e ci siamo resi conto che passare alla tecnologia IP sarebbe stato estremamente vantaggioso, non solo nel senso dell'abbattimento dei costi ma anche in quello della semplicità di utilizzo. Così nel giro di poco tempo abbiamo cambiato tutto, centralino e telefoni, e loro ci hanno insegnato a gestire in autonomia la parte amministrativa. Ormai sono quattro anni che abbiamo più che dimezzato i nostri costi aumentando i servizi. Abbiamo di più, a meno». Paolo Bocci conosce bene il settore pubblico: «Esistono strutture pubbliche che hanno necessità di risparmiare, alle quali spesso si rischia, proponendo una soluzione ai loro problemi, di fare solo una consulenza gratuita. Ce ne sono altre ugualmente sensibili sul discorso del risparmio ma anche rispettose nei confronti del fornitore che sappia creare delle opportunità. Sicuramente la Camera di Commercio di Pescara fa parte di questa categoria». E ancora: «Il settore delle comunicazioni, e quello della telefonia in particolare, ha visto scendere molto i costi, grazie all'introduzione di nuove tecnologie e alla moltiplicazione di fornitori. Ma i fornitori di servizi telefonici giocano molto sulla sostanziale difficoltà, da parte degli utenti, nel comprendere quanto effettivamente vadano a spendere, e utilizzano come specchietto per le allodole i ribassi sulle chiamate urbane e interurbane, che in realtà costituiscono solo una minima percentuale delle spese. Il nostro progetto per la Camera di Commercio permetteva di risparmiare inizialmente sulle tariffe, ottenendo un “tesoretto” che consentiva di rinnovare tutta l'infrastruttura migliorando i servizi interni e quelli verso l'esterno. Progetto, naturalmente, subito abbracciato dal cliente e da noi portato a termine nel giro di un mese; da cinque anni l’ente è nostro cliente e noi siamo diventati loro interlocutori anche per altri progetti, come quello che abbiamo realizzato successivamente nel padiglione del Porto Turistico». VIDEOCONFERENZA, OVVERO COME DIMEZZARE I COSTI. Dei diversi binari su cui corre l'attività di TED, quello della videoconferenza è uno dei più caldi. «La possibilità di relazionarsi visivamente con sedi remote, o con i clienti, o quella di fare formazione a distanza» spiega l'ingegner Bocci «è senz'altro una delle esigenze primarie per le aziende. Il caso della Fedam BCC, in questo senso, è perfetto per spiegare come un buon sistema di videoconferenza possa risolvere 23 COVER STORY 24 diverse problematiche inerenti l'attività quotidiana e consentire anche di ridurre i costi operativi». Racconta Paolo Matteucci, responsabile della telefonia della Federazione Banche di Credito Cooperativo di Abruzzo e Molise: «La Fedam BCC associa dieci banche di credito cooperativo in Abruzzo e Molise, più una in Puglia, quindi abbiamo un'estensione territoriale notevole, con un centinaio di filiali e circa cinquecento dipendenti. La necessità di abbattere i costi operativi ci ha spinto a cercare delle soluzioni di videoconferenza avanzate, sia per qualità dell'immagine (alta definizione) sia per poter svolgere riunioni, meeting e formazione a distanza. Siamo partiti –primi in Italia insieme al Monte dei Paschi di Siena– con una piattaforma che, aldilà del costo comunque notevole, presentava parecchie rigidità e difficoltà di utilizzo da parte degli utenti. Era, per dirla con un termine tecnico, non user-friendly. Dal momento che avevamo già un sistema di videoconferenza tra le sole sedi, che utilizzava prodotti LifeSize, ci siamo rivolti a TED che di LifeSize è il distributore abruzzese». L'approccio di TED, prosegue Matteucci, «è stato estremamente flessibile: non ha imposto la soluzione, ma si è sintonizzato sulle nostre esigenze studiando una serie di proposte. Avevamo bisogno di un partner, non di un semplice fornitore. E l'abbiamo trovato. TED ci ha presentato la piattaforma ClearSea di LifeSize: un sistema in grado di connettere in videoconferenza centinaia di dispositivi desktop e mobili, con un ridottissimo consumo di banda a fronte di prestazioni elevate (full HD). Inoltre è estremamente friendly: il dipendente bancario non può essere un informatico, deve potersi servire del software in modo semplice e diretto. Grazie a questo sistema basta andare al terminale, cliccare sull'icona e scegliere dalla rubrica uno dei cento utenti che abbiamo censito per collegarsi con lui. Questo ci ha consentito di abbattere notevolmente i costi, risparmiando su trasferte e missioni, ed inoltre ora utilizziamo telecamere in alta definizione di più basso profilo rispetto a quelle necessarie per la precedente Il nostro approccio non è quello di un comune fornitore: non ci interessa proporre ad un cliente un prodotto, ma una soluzione piattaforma. E –cosa estremamente importante nel nostro mondo– tutti i segnali sono criptati, garantendo la massima sicurezza delle comunicazioni, cosa che per noi era prioritaria». Massima flessibilità di utilizzo, semplicità e risparmio, dunque. «L'esigenza, in questo caso» spiega Bocci «era di avere un sistema semplice da utilizzare per le sale di videoconferenza di cui erano già dotati, ma che potesse estendersi al cliente, permettendogli così di relazionarsi visivamente, COVER STORY (qui sopra) Ivo Lanzellotti, responsabile commerciale di TED; (nella pagina a fianco) la sede di TED Ingegneria dei Sistemi per esempio, con il consulente finanziario; cosa che si può fare sia allo sportello, recandosi dunque in banca, oppure fuori, in qualsiasi momento, tramite un comune smartphone. La Fedam, acquistando la piattaforma (che è operativa da dicembre, supporta cento utenti e sedici persone contemporaneamente, come una sala con sedici sedie), ha praticamente dimezzato i costi rispetto al sistema precedente». E non finisce qui: «Anche l'assistenza post-vendita» conclude Matteucci «è stata, ed è, di alto livello. LifeSize ci ha appena inviato una nuova release del software che tra poco renderemo operativa; TED, dal canto suo, ci ha fornito un prodotto “chiavi in mano” ma ci supporta in ogni nostra esigenza, sia telefonicamente che fisicamente. È la consulenza prolungata nel tempo che fornisce il valore aggiunto alla relazione commerciale». E l'alta definizione permette all'utente anche di fare formazione di alta qualità: si possono vedere grafici, documenti, schermate di computer, e si possono registrare gli incontri, quindi ripeterli a piacimento. NUOVE PROSPETTIVE DI MERCATO. È infatti nell'e-learning che TED sta portando avanti il suo percorso più recente, partendo proprio dai sistemi di videoconferenza finora promossi: «Nella formazione a distanza il sistema non può essere lo stesso usato un'azienda, per poter gestire in tempo reale pratiche quotidiane VoIP, IL NUOVO LINGUAGGIO DELLA TELEFONIA (per esempio gli spostamenti di materiali in magazzino). Grazie alla diffusione della banda larga è stato possibile negli ultimi dieci anni sviluppare la cosiddetta Noi abbiamo cominciato a comunicazione VoIP, ossia “Voice Over IP”, una comunicazione vocale che utilizza l’Internet Protocol realizzare delle reti wi-fi con in alternativa alla tradizionale tecnologia a commutazione di circuiti. La telefonia via Internet è invece copertura ad onde radio, una una particolare forma di VoIP, con cui una normale telefonata è trasmessa attraverso la rete Internet, tecnologia sviluppata dalla Meru evitando interamente o in parte la rete telefonica tradizionale. Questa tecnologia permette conversazioni Networks, che consentono non telefoniche tra computers, tra un computer ed un telefono o tra telefoni. Oggi inoltre consente l'uso di soltanto il traffico dati (quindi servizi come la videoconferenza, l’invio di messaggi testuali e l’utilizzo di caselle vocali integrate con la l'uso di strumenti informatici) posta elettronica. ma anche quello telefonico, e innovaphone e LifeSize sono i produttori internazionali –tedesco il primo e americana la seconda– i con una fluidità maggiore di cui apparati sono stati selezionati in TED per far comunicare i clienti in VoIP. innovaphone sviluppa quella offerta da una tecnologia sistemi di telefonia IP nativi che uniscono sicurezza ed alta disponibilità alla flessibilità e scalabilità tradizionale (quella, per capirci, del mondo IP. LifeSize è la prima compagnia ad aver sviluppato e commercializzato prodotti per la utilizzata dai normali telefoni videocomunicazione ad alta definizione che combinano qualità eccezionale e semplicità di utilizzo per cordless)» prosegue Bocci. rendere la videoconferenza un’esperienza produttiva e totalmente realistica. Viene da chiedersi come mai certe tecnologie non godano di più ampia diffusione, vista la ricchezza di opportunità che offrono. «La tecnologia esiste» conclude nella videoconferenza, per una ragione molto semplice: un conto è «ma il problema è riuscire a realizzare delle infrastrutture semplici, parlare da pari a pari con cinque persone, un altro è fare lezione a che abbiano costi ridotti e alti benefici. Le nostre competenze in dieci, cinquanta, anche cento utenti» premette Bocci. «Già durante materia consentono, quando svolgiamo ricerche di mercato, di una videoconferenza ristretta, se non tutti gli utenti hanno la rivolgere lo sguardo solo ai prodotti che rispondono a queste padronanza del mezzo e delle sue regole, si rischiano fastidiose caratteristiche perché non ci interessa proporre a un cliente un interruzioni o sovrapposizioni. E in più, nella videoconferenza per così prodotto, ma una soluzione». dire tradizionale, mancano gli strumenti per la collaborazione tra gli utenti; nell'e-learning invece sono fondamentali. Per esempio, chi parla deve poter scegliere se concedere la parola ad un altro utente o rimandare le domande ad un momento successivo; si può avere una chat a fianco della schermata in cui ricevere messaggi da guardare in separata sede; la schermata principale deve poter privilegiare la visualizzazione di slides o di altri strumenti di apprendimento rispetto al viso di chi fa lezione; si devono poter condividere documenti come se fossero dispense, insomma, la piattaforma deve consentire la gestione ottimale del momento formativo, e deve avere prestazioni elevate a fronte di risorse non necessariamente altissime, costi vantaggiosi e tempi di implementazione rapidi. Abbiamo come sempre individuato quello che secondo noi è il prodotto migliore disponibile sul mercato e lo stiamo proponendo ai nostri clienti, tenendo conto che oggi molte aziende manifestano l'esigenza di avere sistemi di videoconferenza “allargati”, che sconfinano quindi nell'e-learning vero e proprio». Anche quello delle reti wi-fi è un settore nuovo per TED, nato dall'esigenza primaria di fornire telefonia mobile: «I telefoni cordless, che perlopiù tutti nelle aziende utilizzano per potersi muovere da una stanza all'altra, sfruttano, ovviamente, la rete telefonica. La tecnologia IP consente, invece, di utilizzare –per telefonare– la rete aziendale. Una rete wi-fi serve, ad 25 PRIMO PIANO PRIMO PIANO Le mani sulla città Uno studio di SOS Impresa, l'associazione di Confesercenti nata sulla scia dell'esempio di Libero Grassi, fa luce sul rapporto tra criminalità organizzata e imprenditoria abruzzese. Il triste primato di Pescara “a maggior rischio di usura in Italia” 26 (qui sopra) Lino Busà, presidente dell'associazione di Confesercenti Sos Impresa Usura, riciclaggio, estorsione. Sono queste le parole con cui si declina la presenza della malavita organizzata nella nostra regione. L'Abruzzo, che fino a poco tempo fa sembrava non soffrire di queste pressioni, oggi appare ancora una terra lontana dalle problematiche riscontrabili in altre regioni dove tradizionalmente i grandi gruppi criminali sono radicati, ma presenta significativi riscontri di attività illecite che rendono la vita difficile alle imprese del territorio. Per quanto riguarda l’usura, si contano 6.500 commercianti coinvolti, pari al 25,2% del totale, per un giro d’affari che raggiunge i 500 milioni di euro; e sono 33 le persone indagate o arrestate nell’ambito di 12 operazioni antiusura portate avanti nel 2010, rispetto alle quindici condotte nel 2009 e nel 2008, con 79 indagati o arrestati nel primo caso e 64 nel secondo. «In Abruzzo» dice Lino Busà, presidente nazionale di Sos Impresa, l’associazione di Confesercenti nata nel 1991 per difendere la libera iniziativa imprenditoriale, per opporsi al racket e resistere alla criminalità organizzata «i clan mafiosi o camorristici compiono rapide incursioni, riciclano denaro sporco, concludono affari, ma non si radicano sul territorio, preferendo luoghi più sicuri e dove è possibile una maggiore mimetizzazione». A sostegno di queste considerazioni Busà ha portato il rapporto nazionale di Sos Impresa, presentato lo scorso 25 maggio a Pescara insieme al presidente di Confesercenti Abruzzo Enzo Giammarino. Nel rapporto si possono osservare i dati relativi all'Abruzzo in merito ai delitti commessi: 61 nei primi sei mesi del 2011, a fronte di 125 delitti nel 2010, 136 nel 2009, 156 nel 2008, 140 nel 2007, 128 nel 2006, 155 nel 2005 e 126 nel 2004. Quel che preoccupa di più è però il calo nelle denunce, segno che il sommerso è in crescita: «I dati sulle estorsioni commesse nell’anno 2010, su tutto il territorio nazionale» ha esposto Busà citando il rapporto, «segnalano una preoccupante contrazione delle denunce del reato pari a circa il 19% rispetto all’anno precedente. Dato che, tra l’altro, era già in calo rispetto al 2008. Il dato numerico di per sé non è indicativo, quello che invece è evidente è il ritorno ai livelli bassi del 2006, dopo che nel biennio 2007 e 2008 si era registrata una sensibile crescita». Tale calo delle denunce, sostanzialmente generalizzato «è il dato più preoocupante dell’attuale fase» ha proseguito, «e mette inequivocabilmente in risalto lo scarto notevole fra l'azione delle forze dell’ordine e della magistratura che, evidentemente, non è accompagnata da un uguale sforzo dagli imprenditori. Un elemento questo su cui concordano anche gli organismi inquirenti e su cui sarebbe necessaria un’approfondita riflessione». «L’attuale crisi finanziaria, accompagnata dalla crisi del sistema produttivo» ha commentato Giammarino «non rende più operativo un flusso costante di finanziamenti e questa situazione favorisce l’usura. In una fase del genere, deve esserci un canale che consenta di accompagnare gli imprenditori che sono stati spazzati via. Noi stiamo facendo in modo che si possa tornare ad un ordinato esercizio delle attività bancarie, perchè così la situazione migliorerebbe un minimo». PESCARA, CITTÀ PIÙ A RISCHIO. «Pescara, secondo i nostri studi elaborati in base ad una serie di indicatori, è la città italiana a più alto rischio di usura». Le parole di Busà alzano il sipario su una situazione che, alla luce dei numeri, appare piuttosto grave: «Questo è dovuto LA RICOSTRUZIONE DELL'AQUILA Il livello di guardia si è alzato a seguito del tragico evento sismico del 6 aprile 2009, che ha colpito L’Aquila e parte della provincia, facendo temere la possibilità di infiltrazioni mafiose e camorristiche nei settori più produttivi della regione. “Anche una recentissima indagine della Dda di Napoli ancora in corso”, si legge nel rapporto, “avrebbe individuato una pista negli ambienti politici del capoluogo, che potrebbero aver aiutato i clan della camorra a infiltrarsi negli appalti della ricostruzione postterremoto”. I due filoni d’indagine riguardano “la ristrutturazione dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, gravemente danneggiato dal sisma, e lo smaltimento dei rifiuti. Contemporaneamente, la procura distrettuale antimafia dell'Aquila sta indagando su alcuni appalti milionari privati per la ricostruzione delle case E, quelle più gravemente danneggiate, sui quali sono state segnalate anomalie legate al rischio di infiltrazioni mafiose. Si tratta di quegli appalti senza bando gestiti da condomini e proprietari attraverso affidamenti diretti ad aziende e progettisti. Una procedura che ha scatenato gli appetiti delle imprese e un motivo in più, per i pm aquilani, per passare al setaccio tutte le pratiche e scovare eventuali infiltrazioni mafiose”. soprattutto alla massiccia presenza di gruppi nomadi, che prestano denaro e sono considerati alla stregua della criminalità organizzata. Le famiglie criminali del Centro Italia sono tutte imparentate tra di loro e sono leader nel mercato dell’usura e della cocaina. Tra Teramo e Pescara sono stati effettuati sequestri milionari soprattutto a gruppi rom, ma non solo». L’obiettivo di questi criminali, ha spiegato Busà, «non è tanto quello di lucrare sugli interessi, quanto piuttosto quello di espropriare l’impresa. L’usura è di fatto un reato depenalizzato e quindi gli usurai continuano a fare il loro sporco lavoro. Gli interessi praticati sono del 10% al mese, ovvero il 120% annuo, e se si salta una rata è come se avessero prestato nuovamente la somma in questione. Al nostro numero verde, 800.900767, sono arrivate migliaia di segnalazioni a livello nazionale, molte delle quali proprio dall’Abruzzo». In Abruzzo, rileva d’altronde l’indagine, da tempo l’usura è gestita “da gruppi nomadi che, malgrado siano stati colpiti, mantengono una presenza consolidata, anche grazie a rapporti parentali con altri gruppi delle regioni limitrofe”. E se Pescara è la città in Italia a maggior rischio usura, Avezzano “è il centro nevralgico di confluenza delle varie famiglie nomadi”. Forte la pressione dei clan nomadi, “primo fra tutti quello dei Di Rocco, ormai da un quindicennio leader del mercato usuraio lungo tutto il litorale adriatico abruzzese”. Il rapporto, che esamina una per una le principali operazioni condotte dalle forze dell’ordine nella nostra regione, con contestuali sequestri per milioni di euro, sottolinea che “anche il nesso tra usura e cocaina sta diventando un classico”. L’Abruzzo, del resto, “è un crocevia di traffici e una piazza di spaccio tra le prime in Italia. Le rotte della droga, che partono dall’Albania e dai Balcani, sfruttando i diversi scali marittimi sulla sponda adriatica (Pescara, Giulianova, Vasto e Ortona), sono gestite da clan slavi che entrano in contatto operativo con i clan di ‘ndrangheta e camorra. Inoltre, il territorio abruzzese è anche la base logistica di transito per i carichi di droga provenienti dalla Puglia e diretti al Nord Italia. Lo smercio al dettaglio è invece demandato alle famiglie rom. Un compito solitamente affidato alle donne”. Commercianti coinvolti % sul totale attivi Giro d'affari in ml. Campania 32.000 32,00% 2,8 Lazio 28.000 34,80% 3,3 Sicilia 25.000 29,20% 2,5 Puglia 17.500 19,2% 1,5 Lombardia 16.500 12,50% 2 Calabria 13.000 34,00% 1,1 Piemonte 9.500 11,2% 1,1 Emilia Romagna 8.500 8,6% 0,95 Toscana 8.000 10,6% 0,9 Abruzzo 6.500 25,2% 0,5 Liguria 5.700 12% 0',6 Basilicata 3.000 18,7% 0,27 Molise 2.300 28% 0,18 Altre 24.500 TOTALE 200.000 Regioni 2,3 19,2% Fonte: Rielaborazione Sos Impresa su dati ISTAT 20 27 PRIMO PIANO Le imprese non fanno più innovazione Meno di un’azienda su cinque investe sul futuro e sulla crescita: i dati dell’Indagine semestrale di Confindustria. Angelucci: «Siamo preoccupati per il dopo ferie». L’Ance: nel 2011 perse 400 attività di Monica De Panfilis L’accesso al credito, il ritardo nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, le riforme che gli imprenditori aspettano e la politica non avvia: di nuovo non c’è niente nell’andamento dell’economia regionale messa sotto la lente dalla consueta Indagine semestrale sull’industria abruzzese (questa volta relativa alla seconda metà del 2011) di Mauro Angelucci Confindustria. Lo studio, che rispecchia l’andamento dell’economia nazionale e che ha indagato anche sulle aspettative per i primi sei mesi di quest’anno, fotografa «un sistema imprenditoriale in difficoltà che non riesce a recuperare livelli di produttività e competitività soddisfacenti, attestandosi sui risultati deludenti del semestre precedente, accompagnati da un clima di fiducia sempre minore». Ma, soprattutto, evidenzia il netto blocco degli investimenti nell’innovazione. Che se erano fermi nella seconda parte del 2011, non accennano a ripartire neanche in questo primo semestre del 2012. Nessun movimento nel metalmeccanico né nell’edilizia, tanto meno nel tessile. A dare una risposta positiva alla domanda posta nell’indagine è stata oltre la metà delle imprese che operano nei soli settori del farmaceutico e dell’elettronica, ovvero gli unici, insieme all’alimentare, in cui si assume ancora. Come dire che tra le aziende c’è sfiducia e non c’è ripresa. Quindi non c’è crescita. E i dati stimano un’ulteriore perdita del clima di fiducia da parte delle imprese del 5,2 %, che per i consumatori arriva quasi all’11%. È questo l’aspetto più preoccupante dell’Indagine degli industriali abruzzesi, insieme a quello che riguarda l’occupazione. Perché se i dati relativi alla cassa integrazione in deroga e a quella straordinaria sono in discesa, anche del 20-30%, il tasso di disoccupazione segna un altro + 0,5% rispetto alla fine dello scorso anno. «Siamo preoccupati per il dopo ferie perché secondo noi sarà un dopo ferie lunghissimo» dice il presidente di Confindustria Abruzzo, Mauro Angelucci. Numeri alla mano, il timore è forte: «Non so quante imprese riapriranno dopo le ferie». L’àncora di salvezza dell’economia abruzzese si conferma ancora l’export, l’unico settore da cui arrivano segnali leggermente positivi. Segnali con cui l’Abruzzo riesce a tenere anche a livello nazionale e che in qualche misura contribuiscono alla tenuta complessiva di un sistema economico in cui tutti gli altri indicatori sono orientati alla stabilità, quando non alla diminuzione. Ma il dato drammatico sono le 137 imprese del solo comparto manifatturiero perse nel secondo semestre dello scorso anno. Un saldo negativo che segue quello di -251 registrato alla fine del semestre precedente. «Stiamo chiedendo con forza che la pubblica amministrazione ci paghi, noi non riusciamo a fare gli stipendi, noi chiuderemo le aziende» prosegue Angelucci. «Il credito va sostenuto, in primis dalla politica. Ci stiamo avviando a Basilea 3, che per noi sarà un dramma, ci stiamo avviando alla morte». La politica, ma non solo: gli industriali chiamano ancora una volta in causa anche le banche. Per Silvano Pagliuca, consigliere incaricato del Centro Studi Confindustria Abruzzo, «le banche, che hanno avuto aiuti di Stato, in qualche modo devono assumersi la capacità di rischio anche loro». LE PROVINCE. Esaminando nel dettaglio la situazione provincia per provincia, con la sola eccezione di quella dell’Aquila che indica una ferma stabilità, gli indicatori sono contrastanti per tutte le altre. Ma il comune denominatore è il sostanziale blocco degli investimenti. Un dato allarmante che ritorna puntuale in tutti i settori, tranne che, come si accennava, nel farmaceutico e nell’elettronica: eccezioni che 29 PRIMO PIANO PRIMO PIANO Andamento degli indicatori di produzione e commerciali per provincia (II semestre 2011 rispetto al precedente) (Fonte: Centro Studi Confindustria Abruzzo) 30 IL CRESA: GLI AUMENTI SEMESTRALI NON RECUPERANO IL CALO ANNUALE Provincia Utilizzo capacità produttiva Fatturato Export Investimenti L'Aquila Stabile Stabile con tendenza all’aumento Stabile con tendenza alla diminuzione Effettuati da meno un quarto delle aziende Chieti Stabile con tendenza alla diminuzione Stabile con tendenza all’aumento Stabile con tendenza alla diminuzione Effettuati da meno un quinto delle aziende Pescara Stabile con tendenza alla diminuzione Dato contrastato Stabile/diminuzione/aumento Stabile con tendenza all’aumento Effettuati da meno un quinto delle aziende Teramo Stabile con tendenza alla diminuzione Dato contrastato Stabile/diminuzione/aumento Aumento Effettuati da meno un quinto delle aziende Abruzzo Stabile con tendenza alla diminuzione Dato contrastato Stabile/diminuzione/aumento Stabile con tendenza all’aumento Effettuati da meno un quinto delle aziende però non stupiscono essendo questi i comparti in cui tradizionalmente operano le grandi aziende. Se questo è stato il secondo semestre dello scorso anno per gli imprenditori abruzzesi, l’Indagine di Confindustria evidenzia anche che molti di loro, nonostante il clima non fosse di ottimismo, si sono comunque trovati “spiazzati” da questa situazione, tanto che il 10% delle imprese ha dovuto rivedere al ribasso le proprie previsioni, un dato che arriva al 20% per l’area commerciale. IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI. I dati della Cassa Edile dicono che nel 2011 sono state 400 le imprese che hanno cessato la loro iscrizione. È il grido d’allarme con cui il presidente dell’Ance Abruzzo, Antonio D’Intino, tratteggia la situazione del settore. «Il credito è il grande problema, ma lo è anche la mancanza di commesse, non ci sono lavori» spiega. «In Abruzzo, dove abbiamo città con centri urbani vetusti, in cui non c'è nessun tipo di vivibilità concreta, non abbiamo ancora recepito il Decreto Sviluppo, che da solo potrebbe farci aprire 4mila cantieri con 10mila occupati in più per far ripartire la macchina delle costruzioni». LE PREVISIONI PER IL 2012. Lo scenario non è cambiato e non cambia per questa prima parte dell’anno in corso. Il dato pericolosamente confermato è quello del blocco degli investimenti: neanche un settore come il farmaceutico ha previsto di effettuarne, ne ha mostrato l’intenzione il 40% delle imprese appartenenti al solo comparto dell’elettronica. Quanto al lavoro, gli imprenditori hanno detto che l’81% delle loro aziende non prevede aumento di personale. LE RIFORME. «Serve un forte rilancio per lo sviluppo e l'occupazione, ne abbiamo preso coscienza tutti attraverso il Patto per lo Sviluppo ma assistiamo a continui sfaldamenti da parte chi ha responsabilità e a forti ritardi sulle riforme a costo zero che sollecitiamo da tempo» ribadisce Angelucci. «Noi abbiamo bisogno di riforme profonde e Confindustria è l’unica associazione che su questo sta avendo un ruolo importante» è il richiamo alla responsabilità del presidente degli industriali. Sul tavolo ci sono, ancora, riforme istituzionali e strutturali: innanzitutto, chiede Confindustria, quelle volte all’abbattimento dei costi, diretti e indiretti, della politica e della pubblica amministrazione e al migliore funzionamento delle stesse istituzioni; e ancora quelle sulle infrastrutture, sull’inserimento dell’Abruzzo nel nuovo obiettivo intermedio previsto nella proposta della Commissione Ue nella nuova programmazione comunitaria 2014-2020 dei Fondi strutturali, sul riconoscimento immediato delle aree di crisi territoriali. Meno 7% per l’occupazione, -4,8% per la produzione, -3,4% per le commesse, -0,6% per il fatturato. Sono i principali indicatori segnati dal settore delle costruzioni nel secondo semestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo il Cresa. Il Centro regionale di studi e ricerche economico sociali istituito dalle Camere di Commercio d'Abruzzo, nella sua puntuale indagine congiunturale, evidenzia come la crisi del settore sia tutt’altro che vicina ad intravedere una schiarita. Ecco, nello specifico, i numeri delle piccole e medie imprese e di quelle più grandi, messe sotto la lente della ricerca che ha preso in esame 138 aziende edili abruzzesi (società individuali con più di 10 addetti e società con più di 5 addetti). Le piccole e medie imprese. Le piccole imprese (6-9 addetti) fanno registrare diminuzioni congiunturali e tendenziali di produzione e commesse. Il fatturato mostra una certa ripresa semestrale (+2,1%), ma non sufficiente a recuperare il calo nel lungo periodo (-9,5%). L’occupazione totale aumenta nel breve periodo (+3,2%) ma non compensa il calo annuale (-10,0%); quella straniera mostra una flessione consistente su entrambi gli orizzonti temporali. Le imprese di media dimensione (10-49 addetti) per produzione, commesse e fatturato segnano aumenti semestrali e contemporanee diminuzioni annuali. Le grandi imprese. Per le grandi imprese (con oltre 50 dipendenti) il secondo semestre 2011 ha mostrato andamenti congiunturali positivi e migliori di quelli regionali (produzione: +15,5%, fatturato: +9,2%, commesse: +8,2%). Ma gli andamenti tendenziali sono negativi e più pesanti della media regionale: segno che la maggiore contrazione non è stata ancora recuperata. L’occupazione totale è in calo sia su base semestrale (-5,0%) che annua (-3,4%), mentre quella straniera mostra una flessione sul breve periodo (-3,4%) e un contemporaneo aumento sul lungo (+2,8%). Le aspettative sono molto positive per produzione, commesse e fatturato. Sono previsti in aumento anche i costi di produzione. Andamento congiunturale e tendenziale dei principali indicatori economici delle imprese delle costruzioni 31 (II semestre 2011) (Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese) CONFARTIGIANATO: «RICOSTRUZIONE, 14 MILIONI FERMI MENTRE LE IMPRESE FALLISCONO» «Circa quattrocento imprenditori, prevalentemente aquilani, che hanno lavorato alla ricostruzione leggera ed in parte alla ricostruzione pesante nella periferia aquilana, rischiano il fallimento a causa di un vergognoso e controproducente rimpallo di responsabilità che blocca i pagamenti di 978 pratiche di ricostruzione e di 168 pratiche di puntellamento. Anche così si fa morire questo territorio». È l’allarme lanciato dal presidente di Confartigianato Abruzzo, Angelo Taffo (nella foto), spiegando che ogni istituzione interpellata dall’associazione di categoria «adduce le proprie motivazioni sui ritardi nei pagamenti alle imprese, lavandosene sostanzialmente le mani, ma la sostanza è che sono fermi da tempo 8milioni e 800mila euro relativi alla ricostruzione e 5milioni e 500mila euro relativi ai puntellamenti. Già una decina di imprenditori hanno portato i loro libri contabili in tribunale e molti altri stanno per farlo». Totale 6-9 addetti 10-49 addetti oltre 50 addetti var % rispetto al semestre var % rispetto stesso sem anno prec var % rispetto al semestre var % rispetto stesso sem anno prec var % rispetto al semestre var % rispetto stesso sem anno prec var % rispetto al semestre var % rispetto stesso sem anno prec Produzione 5,8 -4,8 -9,6 -16,6 4,7 -2,5 15,5 -6,0 Commesse 5,4 -3,4 -8,9 -12,8 6,8 -1,1 8,2 -5,3 Fatturato 7,7 -0,6 2,1 -9,4 8,1 1,2 9,2 -1,8 Occupazione -0,6 -7,0 3,2 -10,0 -3,8 -4,6 -5,0 -3,4 Occupazione straniera -14,5 -15,2 -22,1 -34,2 -10,6 -4,6 -3,4 2,8 Costi materie prime 7,9 9,3 2,3 2,5 9,9 11,4 5,6 7,0 Costi medi per addetto 5,1 5,7 3,7 3,8 6,6 6,9 2,0 3,0 Costi energia 5,9 6,9 1,6 2,2 8,1 9,1 2,3 3,1 SPECIALE SALONE DELLA RICOSTRUZIONE - ANCE ABRUZZO PRIMO PIANO Il futuro dell'edilizia riparte da L'Aquila La seconda edizione della manifestazione organizzata da Ance Abruzzo e Carsa ne ribadisce i princìpi e ne conferma la validità, proiettando la fiera in una dimensione internazionale. Chiodi: «Il Salone è un punto di riferimento per l'innovazione e il territorio» S 32 (qui sotto) la struttura allestita all'aeroporto di Preturo per ospitare la seconda edizione del Salone della Ricostruzione; (a fianco) da sinistra: l'organizzatore Roberto Di Vincenzo, il presidente della Regione Gianni Chiodi e il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente al taglio del nastro uccesso di pubblico e di espositori per la seconda edizione del Salone della Ricostruzione, l’evento fieristico dedicato al restauro, alla qualità delle nuove edificazioni, all’innovazione e alla bioarchitettura, che si attesta come la più grande vetrina abruzzese del comparto edile in tema di ricostruzione. Confermate le 7.000 presenze della prima edizione, nella quattro giorni svoltasi a L’Aquila dal 24 al 27 maggio presso l’Aeroporto dei Parchi di Preturo. Oltre 150 gli espositori, fra realtà locali e marchi di settore presenti anche sul mercato internazionale, un fittissimo programma di convegni tecnici e culturali per un evento che è molto più di una fiera. Nato dalla sinergia fra Ance Abruzzo, con le sue territoriali, e Carsa, in partnership esclusiva con Bologna Fiere - SAIE, il Salone della Ricostruzione si consolida come luogo di confronto privilegiato in materia di sostenibilità e innovazione per tutta la filiera delle costruzioni e come modello europeo di qualità da seguire. In tale ottica si inserisce la presenza di una delegazione libica in visita al Salone per instaurare un simbolico ponte sulla ricostruzione e gettare le basi per PRIMO PIANO organizzare un’edizione della manifestazione in terra libica. «Per il secondo anno» afferma Antonio D’Intino, presidente di Ance Abruzzo «il Salone ha avuto un grande successo. Tutti i convegni hanno portato argomenti pregni di significato. Per il futuro l’auspicio dell’Ance è che la ricostruzione vada secondo le attese e raccolga la soddisfazione di tutti e che il Salone accompagni questo processo come ha fatto in queste due edizioni». «Il Salone è andato benissimo nonostante le difficoltà incontrate nel corso dell’organizzazione» sostiene Roberto Di Vincenzo, coordinatore generale dell’evento «difficoltà brillantemente superate grazie alla professionalità dei nostri collaboratori. Ora guardiamo al futuro per consolidare i risultati ottenuti e allargare ulteriormente l’orizzonte dell’iniziativa». «Il Salone è stato un evento molto sentito e partecipato» aggiunge Gianni Frattale, presidente di Ance L’Aquila. «Il pubblico è stato numeroso, rimarcando sia il successo dello scorso anno che la grande risposta ai temi proposti da questa edizione. Come Ance siamo pronti a pensare al futuro del Salone con l’intento di ampliarlo anche ad altri soggetti del territorio, che siano in grado di arricchirlo ulteriormente». «Il secondo Salone ha confermato il successo di una formula interessantissima, della quale c’è un grande bisogno nella nostra città» dichiara il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente «specie ora, perché ci apprestiamo a diventare il più grande cantiere d’Europa. Per la nostra idea di ricostruzione, dal punto di vista di qualità progettuale e tecnologica e per quanto riguarda l’innovazione dei processi e del prodotto, credo che il Salone sarà sempre di più un riferimento. Una formula che ci piace, perché abbiamo idea di trasformarci in un distretto della ricostruzione, idea che è quasi un viatico per il futuro del Salone». «Il Salone ha già mostrato la maturità di una fiera consolidata –afferma il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi– per la concretezza con la quale ha affrontato le problematiche della ricostruzione. Le tematiche dei convegni, l’attenzione alla un momento della manifestazione “ricostruzione sociale”, la mostra delle migliori architetture abruzzesi degli ultimi dieci anni sono, assieme alla qualità degli espositori, la sintesi di una manifestazione ormai punto di riferimento per la capacità imprenditoriale di innovare, in un settore in crisi come quello delle fiere». Una compagine imponente per importanza e rappresentatività è stata quella degli espositori. Oltre a tante storiche realtà consolidate della regione, in fiera sono stati rappresentati i brand più conosciuti in campo di costruzioni, edilizia sostenibile, sanitari, logistica, impiantistica, meccanica che con la loro adesione hanno riconfermato il Salone quale vetrina di altissima qualità per la filiera. «Il Salone ci ha portato fortuna perché ha fatto conoscere i nostri prodotti e ci ha consentito di prendere importanti commesse, di partecipare al progetto CASE e ad altri lavori in corso» sostiene Augusto Piratoni, direttore commerciale della Gessi Roccastrada Srl «quest’anno c’è stata una buona affluenza anche di tanti soggetti privati interessati a nuovi sistemi costruttivi, che offrono nuove possibilità e sicurezza dei prodotti. Ora, avendo una realtà presente in Abruzzo, apriremo una struttura di vendita sul territorio perché durante i giorni del Salone abbiamo avuto interviste interessanti che ci hanno convinto a farlo». «Il Salone per noi è stato molto importante» così Piero Lamperti, coordinatore per le Marche, l’Abruzzo e il Molise di grandi marchi del settore «tanto che nel 2011 abbiamo partecipato con tre multinazionali come Grohe, Pozzi Ginori e Albatros e quest’anno abbiamo deciso di aggiungere altre cinque aziende: Berti Pavimenti in Legno, Effegibi Saune, Tubes radiatori, Grandinetti e Klinker Sire. Abbiamo fatto questa scelta perché i riscontri sono stati positivi, tanto che saremo presenti anche al SAIE di Bologna. La particolarità di quest’anno è che abbiamo avuto fra i visitatori tantissimi privati cittadini, anche da fuori regione, a riconferma del fatto che il Salone ha allargato i suoi confini». «Quest’anno sono aumentati i contatti con i privati» conferma Enrico Di Marzio, agente di zona di Graniti Fiandre «Il primo Salone ci ha portato tanti contratti, la nuova edizione ha dimostrato che l’evento non solo è cresciuto sul piano organizzativo, ma anche per temi e incontri. Riconfermeremo la nostra presenza per il futuro, auspicando un maggiore 33 SPECIALE SALONE DELLA RICOSTRUZIONE - ANCE ABRUZZO PRIMO PIANO PRIMO PIANO Ricostruire spetta all'Abruzzo La ricetta anti-crisi di Antonio D'Intino, presidente dell'Ance regionale: housing sociale, Decreto Sviluppo e riqualificazione urbana. «Servono decisioni immediate per far ripartire il settore cardine dell'economia» 34 coinvolgimento delle categorie professionali e dei progettisti, nonché delle realtà formative del territorio». Un maggiore coinvolgimento dei tecnici e ordini professionali auspica Fabio Liberati, responsabile del coordinamento comunicazione e marketing di Wolf Haus: «Un grande riscontro è arrivato anche dagli studenti. Eravamo presenti anche con un convegno che ha avuto un’ottima attenzione e siamo soddisfattissimi per le ultime giornate che hanno visto un gran numero di visitatori al nostro stand». «Un bilancio sicuramente positivo per noi» afferma Luciano Ciancarella, per la Caterpillar. «I riscontri arrivati dalla prima edizione sono stati tanti. Quest’anno abbiamo portato più marchi e una grossa iniziativa quale è stata quella del tasso zero per le macchine, che ci ha dato tantissimi contatti, malgrado la congiuntura economica e la situazione di crisi generale del territorio». La ricostruzione materiale del territorio colpito dal sisma passa anche attraverso la ricostruzione sociale, culturale, emotiva della comunità colpita al pari degli edifici e dei monumenti. La nuova edizione del Salone ha voluto sostenere questa realtà e dare un suo contributo a un concetto più ampio di rinascita, aprendo le porte alla solidarietà con l’iniziativa “Un Sorriso per L’Aquila”, azione di raccolta fondi per L’Aquila Rugby 1936, squadra che appartiene all’identità cittadina aquilana, e ospitando le istituzioni culturali aquilane come rappresentanti dell’Impresa Cultura. Realtà come il Teatro Stabile d’Abruzzo, la Società Aquilana dei Concerti B. Barattelli, l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, l’Associazione “I Solisti Aquilani”, il Teatro Zeta, la compagnia di danza Gruppo Emotion, L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione, ViviamoLAQ che appartengono alla storia culturale cittadina e che sono un riferimento per il territorio. (qui sopra) Antonio D'Intino, presidente dell'Ance Abruzzo; (nella foto in alto) il convegno d'apertura del Salone della Ricostruzione Eletto lo scorso novembre alla guida dell'Ance regionale, Antonio D'Intino si trova ora a dover affrontare una delle più gravi crisi del settore dell'edilizia. Una crisi che affonda le radici nei problemi finanziari che affliggono l'Europa, e che si ripercuote gravemente sul settore che costituisce il 15% del Pil nazionale, con il 30% di occupati dell'industria e il 10% degli occupati nazionali, oltre 80 settori collegati, per un fatturato diretto annuo di circa 4,5 miliardi di euro. E poiché la protesta nei confronti di un Governo incapace di porre rimedio a questa situazione è corale, D'Intino si è fatto portavoce di tutte le associazioni e organizzazioni sindacali del settore, convocando gli “Stati Generali” dell'edilizia. «In un documento congiunto abbiamo sviluppato riflessioni e proposte che abbiamo sottoposto, aprendo il Salone della Ricostruzione, alle forze politiche e sociali della regione». L'iniziativa segue di poche settimane quella ancor più forte, lanciata lo scorso 15 maggio, del cosiddetto “D-day delle costruzioni”, in cui le imprese Ance hanno minacciato di trasformare in decreto ingiuntivo il credito vantato nei confronti dello Stato per opere pubbliche: «Quella dei costruttori» ha affermato il neopresidente «non è un’iniziativa contro le amministrazioni pubbliche, rimaste schiacciate sotto il peso del patto di stabilità; ma un intero settore è in ginocchio, in Italia come in Abruzzo, per il quale è necessario trovare immediatamente una soluzione concreta, a costo di recuperare il denaro dovuto anche tramite azioni legali. In questi anni l’Ance ha fatto proposte concrete che non hanno trovato ascolto, oggi è il momento di avere delle risposte». Che situazione ha trovato al suo insediamento lo scorso novembre? «Una situazione drammatica: mancano le commesse e manca, soprattutto, un tessuto sociale che possa rispondere ai prodotti dell'edilizia. La crisi che questo settore sta vivendo oggi è soprattutto una crisi di prospettive: per 100 anni il sogno degli italiani è stato di comprare una casa; oggi, tra congiuntura finanziaria e tasse, è proprio quel sogno che è svanito. Chi ha qualche soldo sceglie di non investire in immobili, chi non ne ha ma vorrebbe comprar casa non ottiene l'accesso al credito». Ma il mattone è ancora un investimento solido? «Certamente. E dirò di più: è un investimento sicuro, perchè soffre poco in caso di svalutazione (si arriva al massimo a valori del 2-3%) e sale tantissimo in caso di rialzo. Il problema è che con tutta questa depressione in giro, a chi viene in mente di comprare una casa?» Sta dicendo che agli italiani conviene stare in affitto? «Non è che conviene, si è costretti a stare in affitto. Stiamo vivendo una rivoluzione in senso culturale. Ecco perchè abbiamo studiato una proposta, espressa nel documento congiunto, per la formulazione di una legge ad hoc per l'accesso alla prima casa. È basata sul fatto 35 SPECIALE SALONE DELLA RICOSTRUZIONE - ANCE ABRUZZO PRIMO PIANO (qui sopra) da sinistra Roberto Di Vincenzo, Gianni Frattale, presidente di Ance L'Aquila, Antonio D'Intino e Gianni Chiodi in visita al Salone 36 che esiste un patrimonio immobiliare invenduto che potrebbe essere dato in conto vendita. Ovvero: affitto gli appartamenti invenduti con un contratto che prevede, al termine di un periodo di otto o dieci anni, di riscattare la casa detraendone il canone già versato dal costo complessivo. Gli effetti di questo sistema sono tre: si concede al cliente di poter avere una casa a un costo vantaggioso, gli si concede anche il tempo di risistemare la propria situazione finanziaria, e si consente all'azienda proprietaria, grazie al canone di locazione, di pagare i mutui contratti con le banche ed evitare il fallimento. Semplice». Praticamente un leasing. «Esattamente. E si ipoteca seriamente l'acquisto finale, perchè difficilmente qualcuno lascerà un appartamento nel quale ha investito magari 10mila euro l'anno per otto o dieci anni. Ma le leggi attuali impediscono al momento la realizzazione di questa proposta, in cui tra l'altro lo Stato non perde nulla, perchè non deve dare alcun incentivo». Quindi quale sarebbe lo step necessario? «Si dovrebbe prima concretizzare l'adesione al cosiddetto Decreto Sviluppo, emanato dal governo Berlusconi poco prima dell'arrivo di Monti. Quattordici regioni l'hanno già recepito e normato, l'Abruzzo non l'ha ancora fatto. È una legge che prevede la riqualificazione del costruito: demolire e ricostruire incentivando i parametri sul termico, sull'acustica e l'antisismica oltre agli standard richiesti dalle norme edilizie in ogni Paese, cioè i metri quadrati di parcheggio, di verde, la sostenibilità e il recupero delle acque piovane. Parliamo di un patrimonio enorme che comprende tutti gli edifici degli anni '60, '70 e '80, costruiti secondo vecchie normative e utilizzando vecchi materiali e vecchie tecnologie. Ma per questo servono incentivi. Ad esempio, per ristrutturare un appartamento di 100 metri quadrati in una palazzina che ne ospita dieci, il proprietario spenderà, mediamente, circa 100mila euro. Soldi che magari non possiede, e che comunque sarebbero stati spesi per avere un appartamento ristrutturato in un edificio vecchio: come se facessimo un lifting, che ci dà pelle giovane, ma lascia gli organi interni vecchi e malandati. Si dovrebbe, quindi, demolire e ricostruire tutto, dando però degli incentivi ai privati. Se è vero che da fonti Abi si dice che ci siano 23mila miliardi di ricchezza privata nelle banche, è da lì che bisogna attingere per rimettere in moto un settore cardine dell'economia». Vale a dire? «Quei soldi sono una ricchezza effimera. Le banche li usano per fare speculazione finanziaria, invece potrebbero essere usati per lo sviluppo economico, per offrire cioè quegli incentivi di cui sopra, in modo da arrivare a una percentuale importante che consenta al proprietario di spendere 50mila euro invece di 100mila, mentre l'impresa che ricostruisce ottiene un premio di cubatura. Così si possono vendere gli appartamenti in più e recuperare le spese. Intanto il palazzo è un corpo nuovo. In Italia questa cosa ancora non decolla, ma nel resto d'Europa è prassi ormai consolidata». Parliamo di un patrimonio immobiliare enorme che quindi andrebbe demolito e ricostruito. Cosa lo impedisce? «Sono tante le cose che andrebbero fatte e invece non si fanno. Per esempio, si continuano a fare piani regolatori “in orizzontale”, che prevedono cioè di costruire su terreni vergini, quando lo sviluppo urbanistico andrebbe incentivato “in verticale”, aumentando cioè i piani dei palazzi. Si dovrebbe fare un passo indietro e fare una pianificazione seria. E non stiamo parlando di grattacieli, sia chiaro: aumentare di tre piani una palazzina che ne ha sei non è fare un grattacielo. E il prossimo passo dev'essere il piano città». Una pianificazione su larga scala? «Soprattutto sul lungo periodo: si devono riqualificare, progressivamente, intere zone della città razionalizzando gli spazi che non sono più adatti alla vita odierna. Ci sono strade che sono strette e non consentono alle macchine di entrare e poi fare inversione per uscire? Bene, in quel caso si demoliscono e si ricostruiscono le case privilegiandone lo sviluppo verticale per recuperare spazi orizzontali da adibire a strade, parcheggi, aree verdi, ossia gli standard europei del comfort urbanistico. Stiamo parlando di case da due piani che diventano di tre piani, non di edificare formicai. E si possono individuare aree d'intervento in quartieri con gravi situazioni di disagio, favorendo il mix abitativo e quindi l'integrazione. Si tratta di interventi che, programmati sul PRIMO PIANO contemporaneamente, sarebbe un inferno per la città. Il problema, semmai, è stato che non si è colta l'opportunità fornita dalla catastrofe: quella appunto di demolire e ricostruire secondo norme adeguate. Le case A e B sono state risanate, non ricostruite; sono state curate, non rigenerate. Sono state saldate le crepe, niente di più. Se –Dio non voglia– tra venti anni ci fosse un altro terremoto, saremmo al punto di prima. Va detto anche che per molti proprietari l'esigenza era quella di rientrare in casa, e questo ha comportato la scelta, da parte del Governo, di andare verso una riparazione veloce. Ma è in quel caso che si sarebbero dovuti applicare gli incentivi, offrendo ai proprietari l'opportunità di ricostruire completamente i loro edifici danneggiati, piuttosto che ripararli e basta. Se il Governo fosse stato un buon padre di famiglia, avrebbe pensato a far star bene tutta la comunità, non il singolo; avrebbe operato una scelta magari impopolare, ma volta al bene dell'intera città, rendendo obbligatorio ricostruire –laddove il danno fosse maggiore– secondo criteri di antisismicità». Comunque il salone è un'opportunità per le imprese abruzzesi. «Che però non viene colta dagli aquilani: secondo i dati, solo il 30% delle ditte che (qui sopra) Antonio D'Intino con il sindaco Cialente e Gianni Chiodi stanno attualmente lavorando alla ricostruzione dell'Aquila sono territoriali, le l'edilizia regionale. Come mai sembra altre sono tutte extraregionali». invece tutto fermo? Una scelta dettata da ragioni economiche? «La politica dice che all'Aquila, il “cantiere Le imprese extraregionali costano meno? più grande d'Europa”, la crisi non è nera ma «No, perchè i lavori, proprio per evitare una grigia. Questo è in parte vero, e non è vero che concorrenza sleale, vengono pagati secondo il sia tutto fermo; bisogna riconoscere intanto il tariffario regionale, non sono appaltati in base grande sforzo fatto per restituire un alloggio a ad offerte al ribasso: al cittadino proprietario 16mila persone, e questo ha già comportato viene erogato un indennizzo e con quei soldi è una spesa di circa un miliardo di euro. Poi ci lui stesso a decidere a chi appaltare i lavori, e la sono stati i puntellamenti, e anche lì molte ditta si fa carico di ogni ulteriore responsabilità. ditte hanno lavorato, per una spesa di circa E facendo parte della comunità europea, è 200 milioni. Ripristinare le case A e B, poi, è giusto che chiunque possa venire a cercare costato circa 700 milioni. Ma è impensabile lavoro all'Aquila. Ma gli aquilani devono capire che si possa veramente far partire i lavori tutti lungo periodo, darebbero linfa al settore per almeno trent'anni». Ma solo se venisse recepito dalla Regione il Decreto Sviluppo... «Che per una congenita miopia della classe dirigente, e per la stretta della burocrazia che sta strozzando il settore industriale, non è ancora stato recepito. In Puglia, dove dopo soli 40 giorni hanno recepito il decreto, stanno demolendo e ricostruendo. Si badi bene, questo è solo il primo tassello, non basta solo questa legge per ridare impulso all'edilizia. Se fatta bene, però, può essere un buon inizio: abbiamo stimato che nel giro di un anno si potrebbero aprire 4-5mila cantieri e ridare lavoro e stipendio a 12mila lavoratori attualmente disoccupati». Veniamo alla situazione dell'Aquila. Sembrava fosse un'ottima occasione per che le imprese locali hanno il valore aggiunto della conoscenza del territorio, dei materiali, c'è un know-how specifico e garanzie che altri non possono offrire, per ragioni più che altro logistiche. E inoltre, scegliendo imprese locali, fornirebbero un impulso significativo alla ripresa del settore nella nostra regione». Il recente evento sismico dell'Emilia ha rilanciato la necessità di costruire secondo principi antisismici. Oggi cosa cambia per l'Italia? «L'Italia tutta è soggetta ad eventi sismici, ormai è certo. Ci sono zone che soffrono maggiormente i terremoti, altre che li assorbono meglio, ma tutta l'Italia è zona sismica. Questo naturalmente ribadisce la necessità di osservare criteri di antisismicità in tutte le nuove costruzioni, e rafforza l'urgenza di recepire, quanto agli edifici preesistenti, il citato Decreto Sviluppo. Oltre a questo, però, si osserva come il terremoto metta in ginocchio un intero sistema, e sottragga risorse allo Stato che deve devolvere cifre importanti per gli aiuti. A questo proposito, da mesi sto promuovendo personalmente la formulazione di una legge che renda obbligatoria un'assicurazione contro i terremoti; durante il convegno finale del Salone della Ricostruzione, il capo del Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali della Presidenza del Consiglio, ingegner Aldo Mancurti, mi ha assicurato che il ministro Barca sta portando quest'istanza al vaglio del Consiglio dei Ministri. Il terremoto dell'Emilia ha, finora, causato danni per qualche miliardo di euro; basterebbero 100 euro all'anno di premio assicurativo per garantire uno stanziamento di fondi, una sorta di “Cassa d'emergenza” di circa 20 miliardi di euro ogni dieci anni. Soldi che nel caso di terremoti potrebbero venire immediatamente resi disponibili per la ricostruzione, e lo Stato sarebbe così dispensato dall'erogazione di fondi, intervenendo solo in casi eccezionali; non è un caso che alcune aziende dell'Aquila, e lo stesso Ospedale S.Salvatore, abbiano potuto riprendere le attività dopo appena sei mesi dal sisma grazie all'assicurazione, stipulata con una certa lungimiranza». 37 M Y Y Y dieci_imprenditori_Abruzzo_Economia.pdf 15-05-2012 13:41:19 PRIMO PIANO Dieci imprenditori su dieci. Artigianato via 580 imprese in un trimestre L’analisi della Cna: mai così giù da tredici anni, un decremento superiore alla media nazionale. «Servono subito risorse finanziarie aggiuntive» il direttore regionale della Cna Graziano Di Costanzo Servizi puntuali, fiducia, vicinanza, concretezza, conoscenza, lealtà, lungimiranza: conosciamo molto bene ciò che ogni imprenditore si aspetta da una banca. Senza eccezione. Per questo lavoriamo, ogni giorno, per offrirvelo. Solo nei primi tre mesi di quest’anno sono sparite 580 imprese artigiane abruzzesi. Una flessione pari al 48% di quella del totale delle imprese, e che non ha risparmiato nessuna provincia: -194 unità a Teramo, -170 all’Aquila, -110 a Pescara e -106 a Chieti. A lanciare l’allarme è la Cna, il cui Centro studi regionale ha registrato una situazione «Mai così in affanno negli ultimi tredici anni». L’analisi, condotta da Aldo Ronci su dati Infocamere (il sistema informatico delle Camere di commercio italiane) evidenzia che la nostra regione mette a segno una performance negativa di particolare impatto. «Perché se è vero che anche il mondo delle imprese in generale registra una flessione tra gennaio e marzo, pari a 1.216 unità» spiega Ronci «la caduta dell'artigianato viene da lontano; per l'esattezza, dal 2008, quando si è interrotto l’effetto propulsivo svolto sull’economia abruzzese dal 2000 al 2007. E non deve ingannare il buon risultato del 2010, solo temporaneo perché determinato dal settore delle costruzioni in provincia dell’Aquila per effetto del sisma». Quanto ai dati percentuali (va ricordato che le imprese artigiane sono solo il 27% del totale delle imprese abruzzesi), il decremento è stato dell’1,60%, un valore del 60% superiore a quello medio italiano (-1,04). Vuol dire che l'artigianato abruzzese soffre ben più di quanto già non stia facendo quello italiano. Le imprese artigiane di casa nostra, infatti, flettono più della media nazionale in tre province (L'Aquila, Teramo e Pescara), mentre in provincia di Chieti la caduta si attesta sulla stessa media italiana. Tra i diversi settori economici, il calo più consistente si registra nelle costruzioni (-300 unità), seguite dall’industria (-111), dai servizi (-102), dalle riparazioni di auto e apparecchi per la casa (-54), dalle attività ricettive (-24), e dall’agricoltura (-11). Caso a parte per le manifatture: mentre le imprese artigiane decrescono quelle non artigiane, al contrario, aumentano di 18 unità. Di fronte a questo stato di cose, che secondo la Cna deriva dalla cattiva situazione con cui si è chiuso il 2011 –quando si è bloccata la consistente immissione di nuove forze nel mondo imprenditoriale, in buona parte proveniente da quei 24mila disoccupati del 2009 che avevano deciso di aprire nuove attività– servono «subito risorse finanziarie aggiuntive». Per il direttore regionale Graziano Di Costanzo «è evidente che senza l'immissione di risorse finanziarie straordinarie questa condizione di grave difficoltà, che colpisce soprattutto le micro e le piccole imprese, è destinata ad accentuarsi. Per questo abbiamo chiesto alla Regione, assieme a Confesercenti e Confartigianato, di prelevare 20 milioni di euro dai fondi Fas da destinare al patrimonio dei confidi; attraverso il meccanismo moltiplicatore da loro generato, è infatti possibile calcolare che questa somma possa produrre nuovo credito fino a 300 milioni per le imprese». 39 PRIMO PIANO PRIMO PIANO Teramo capofila del Polo del legno Palm, per ora società consortile in attesa del riconoscimento ufficiale, raccoglie decine di aziende abruzzesi del settore del mobile in una rete per l’innovazione e lo sviluppo, che coinvolge anche università e centri di ricerca. Ecco come funziona e com’è strutturato di Alessandra Di Luca 40 Lo avevamo annunciato sullo scorso numero di Abruzzo Economia e ora che è diventato realtà siamo andati a vedere cos’è e come funziona. Si tratta del Palm (Polo arredamento legno mobile), nato per promuovere l’innovazione e le opportunità di sviluppo del comparto attraverso la creazione di una rete tra le imprese e gli operatori. Il suo obiettivo primario è spazzare via la crisi imperante ma anche puntare sui giovani per inserirli, in posizioni di prestigio, nelle aziende abruzzesi del settore del mobile provando così ad invertire i dati sulla disoccupazione, una delle più grandi piaghe dell’economia locale. A dar vita alla società consortile (in attesa di essere riconosciuta dalla Regione come Polo d’innovazione) sono state 19 aziende –che ben presto diventeranno più di 40– con sedi in Abruzzo, per lo più nel Teramano, operanti nel settore del legno, affini e dell'indotto, ed associazioni di categoria fra cui Confindustria, che è stata una delle principali promotrici del Polo. La società consortile punta in particolare al trasferimento di tecnologie e alla messa in rete e alla diffusione delle informazioni tra le imprese che vi fanno parte. «Nel breve periodo puntiamo ad una rapida ripresa del settore, attualmente in forte crisi, grazie soprattutto a politiche di marketing ed alla internazionalizzazione, ovvero ad una crescente presenza delle nostre aziende nei mercati esteri». A parlare è Primo Pompili, eletto presidente del Cda del Palm e titolare dell’azienda di Castellalto (Teramo) Arcadia Srl,impegnata principalmente nella produzione di arredi e pareti per ufficio. «Un altro ambizioso obiettivo del Palm è quello di incrementare l’inserimento dei giovani nelle aziende abruzzesi, creando per loro posizioni di prestigio grazie alla frequenza di un master specifico e soprattutto di stages pratici». Pompili spiega che il master in questione, oggi in fase di studio, durerà circa un anno e punterà all’inserimento di almeno 20 giovani, al termine di un tirocinio che i ragazzi, formati teoricamente durante il corso, sosterranno praticamente nelle aziende, coadiuvati proprio dagli stessi imprenditori del settore del mobile. A tal fine verranno attuate una selezione fra le aziende del territorio ed una selezione fra i neolaureati. A coadiuvare il Palm nelle varie attività saranno anche i centri di ricerca e Nel Cda al lavoro accanto al presidente Primo Pompili ci sono anche i consiglieri di amministrazione: Marcello Pedicone (Las Mobili Srl), Cleto Pallini (Mas Legno Srl), Valter Amante (Full Mobili Srl), Licia Rastelli (Aran Cucine Srl), Carlo Orsini (Fenix Sas) e Bernardo Sofia (Nuova SMA Srl) le università abruzzesi che hanno già mostrato interessamento alla nascita di questo Polo del Mobile. «Dal mondo accademico» aggiunge Pompili «abbiamo ricevuto interessamento da parte della facoltà di Scienze della Comunicazione di Teramo, della facoltà di Ingegneria dell’Aquila e di quelle di Economia e Architettura di Pescara-Chieti. Siamo soddisfatti di aver posto solide basi per lo sviluppo di un'iniziativa che, ne siamo convinti, potrà essere di aiuto alle aziende in questa delicata fase della nostra economia». Al lavoro accanto al presidente Pompili ci sono anche i consiglieri di amministrazione: Marcello Pedicone (Las Mobili Srl), Cleto Pallini (Mas Legno Srl), Valter Amante (Full Mobili Srl), Licia Rastelli (Aran Cucine Srl), Carlo Orsini (Fenix Sas), Bernardo Sofia (Nuova SMA Srl). Soddisfatta dell’iniziativa anche l’Unione industriali, una delle principali promotrici del Palm. Il direttore di Confindustria Teramo, Nicola Di Giovannantonio, ha sposato con grande entusiasmo la nascita di questo Polo, con l’auspicio di far superare a tutta l’area teramana, ma anche più in generale a tutta la regione, una situazione critica che negli ultimi tre anni ha fatto registrare una paralisi nella produzione del comparto, con il 94% delle aziende che fa ricorso alla cassa integrazione e imprese ormai al capolinea, con fatturati in calo dal 20 fino al 40%. Di Giovannantonio sostiene che «Il Palm può rappresentare un punto di ripartenza per le nostre aziende, investendo soprattutto in innovazione e ricerca. Il Cda si muoverà con varie attività cercando di far aderire il maggior numero di aziende e con l’auspicio di riuscire a realizzare progetti importanti legati ad esempio ad una politica di marchio comune ma soprattutto alla ricerca e all’innovazione. Il momento storico ed economico attuale è QUATTRO MILIONI PER CINQUE NUOVI DOMINI molto delicato ed è per questo che ad oggi diverse aziende locali Sono cinque i nuovi poli d’innovazione ai nastri di partenza. Insieme a quello del mobile, si apprestano a non hanno potuto aderire al Palm cambiare la geografia industriale della nostra regione il polo Chimico-farmaceutico e quello dell’Energia, per difficoltà interne, ma sono mentre altri due saranno individuati sulla base delle proposte dei comparti più significativi del sistema produttivo fiducioso nel futuro e credo che abruzzese. Allo scopo, per le imprese che costituiranno i cinque nuovi domini (la dotazione minima è di 40 questo Polo crescerà presto e aziende per ciascuna realtà) ci sono 4milioni di euro, a valere sui fondi Por Fers. I nuovi poli si affiancano agli porterà grandi risultati per l’intero otto già esistenti (Automotive, Agroalimentare, ICT, Edilizia, Servizi Avanzati, Tessile Abbigliamento Calzaturiero, settore del mobile». Turismo, Economia Sociale), nei quali sono aggregate complessivamente 700 imprese. 41 PRIMO PIANO PRIMO PIANO Il turismo natura trend dell’estate Non più settore di nicchia ma segmento in crescita soprattutto tra i giovani. E in cima alle preferenze degli italiani c’è il Parco nazionale d’Abruzzo: ecco i dati del Rapporto Ecotur presentato a Chieti. Giammarino: «Sul territorio resta il 90% del fatturato» di Alessandra Di Luca 42 L’estate è ormai alle porte e il turismo torna alla ribalta con un dato positivo che, negli anni della crisi internazionale del settore, fa ben sperare. Si tratta di quello relativo al turismo natura, che si conferma un settore in forte crescita e non più di nicchia. I segmenti più rappresentativi sono i il presidente di Ecotur Enzo Giammarino parchi e le riserve con una quota di mercato superiore al 35%, seguiti dalla montagna (23%), dal turismo rurale (18%), e ancora dal turismo lacuale, dai Borghi più belli d’Italia, dalle riserve marine e dall’agriturismo. E a farla da padrone è proprio il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, in cima alle preferenze. I dati sono emersi dal IX Rapporto Ecotur sul Turismo Natura, l’indagine scientifica nazionale redatta dall’Osservatorio Ecotur costituito da Istat, Enit e Università dell’Aquila presentata durante la XXII edizione di Ecotur, Borsa internazionale del turismo natura, ospitata presso la Camera di Commercio di Chieti dal 13 al 15 aprile scorsi. La manifestazione, che ha riscosso una grande partecipazione di pubblico, ha coinvolto ben 150 espositori provenienti da tutta Italia, 13 paesi europei presenti con i loro tour operator, imprenditori del settore ricettivo da 18 regioni ed oltre 50 centri storici “griffati” perchè accolti nel club Anci dei “Borghi più belli d’Italia”. Per tre giorni dunque la nostra regione è stata al centro dell’interesse nazionale e mondiale per quel che riguarda l’offerta turistica, con particolare riferimento ad un settore, quello del turismo natura appunto, che anche quest’anno si riconferma con la sua buona fetta di mercato. Il Rapporto presentato a Chieti ha mostrato come questa crescita sia dovuta principalmente al fatto che è aumentata la voglia di vivere a contatto con la natura e di praticare sport all’aria aperta. A voler fare l’identikit del turista medio, quindi, si potrebbe identificarlo come colui che per sfuggire allo stress della vita quotidiana sceglie una vacanza lontano dalle metropoli e dalle grandi capitali, prediligendo il contatto con la natura. Il che si ripercuote sulle attività scelte durante la vacanza natura: si preferiscono nel 23% dei casi l’escursionismo, nel 21% il trekking, nel 12% il bird watching e la mountain bike, seguiti dalla bici su strada (11%) e da equitazione, sci di fondo, animal watching. Altro dato emerso dal Rapporto è l’aumento dei giovani che scelgono il turismo natura: un quarto ormai di chi opta per un turismo verdeblu ha tra i 16 ed i 30 anni, nel 50% dei casi una laurea in tasca e nel 37% una capacità di spesa media. Il 52% degli italiani che scelgono la vacanza natura, poi, chiede il prodotto “parchi naturali”: la graduatoria dei più richiesti vede al primo posto, con ben 24 indicazioni da parte dei tour operator intervistati, il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, seguito dal Parco del Gran Paradiso (22), dalle Cinque Terre (18), dallo Stelvio (16), e ancora dai parchi nazionali del Pollino (15), del Circeo (11), dell’Arcipelago Toscano (9), della Maiella (8) e della Sila (7). E poiché la crisi economica non si arresta, la maggior parte dei turisti si muove all’interno della propria regione per spendere meno, mentre fra le strutture ricettive tornano a crescere le case private (11,8%, +1%), i campeggi (8%, +0,3%) e i camper (6,5%, +1%). Se il 50,2% dei turisti si ferma soltanto per un giorno, i weekend rappresentano ormai il 19,5%, il weekend lungo (3 giorni) il 13% e la settimana intera il 12%. Solo il 5,3% dei viaggiatori sceglie di restare per più tempo. «Il turismo natura continua a crescere prevalentemente per due ragioni» ha spiegato il presidente di Ecotur Enzo Giammarino, «la prima è che il prodotto ha mantenuto una sua forte identità ed ha saputo al tempo stesso rinnovarsi; la seconda è il suo forte rapporto con il territorio, dove resta il 90% del fatturato, e che fa sì che venga costruito un rapporto solido con gli abitanti e con i turisti che, a causa anche della forte crisi, scelgono sempre di più di dedicarsi alle vacanze a chilometro zero». 43 PRIMO PIANO per SAGA L’AEROPORTO D’ABRUZZO SCALA LA CLASSIFICA NAZIONALE DEI VOLI Nel primo trimestre superato, per traffico passeggeri, anche lo scalo di Ancona. E per potenziare le rotte la Saga ha istituito un tavolo permanente con la Fiavet 45 L ’Aeroporto d’Abruzzo compie buone performance nella classifica nazionale dei dati di traffico aereo. A fronte di un andamento negativo del traffico aereo (-6% a livello nazionale, -11% per gli aeroporti sotto un milione di passeggeri e -8% per gli aeroporti sotto i due milioni di passeggeri) lo scalo pescarese e pochi altri mantengono un trend positivo. «Il dato è ancor più significativo se si considera l’impatto dell’emergenza neve sul traffico di febbraio e del difficile contesto economico sul riempimento medio dei voli» ha dichiarato il presidente della Saga Lucio Laureti. Questo andamento positivo fa guadagnare posizioni all’Aeroporto d’Abruzzo nei confronti di vari scali nazionali, superando nel primo trimestre 2012, con 99.369 passeggeri (pari a + 21,8% rispetto al 2011), il confinante aeroporto di Ancona. «Ora le sfide che ci attendono» ha continuato il presidente della Saga «riguardano il mantenimento del numero di passeggeri –nonostante la riduzione nazionale– e il miglioramento dei risultati di bilancio. Ci stiamo concentrando anche su una strategia che possa valorizzare i voli charter che possono costituire un valido business per l’aeroporto e nuove opportunità per utenti e addetti ai lavori». E proprio in questi giorni con la Fiavet (Federazione imprese di viaggi) di Abruzzo e Molise, presieduta da Agostino Ballone, è stato istituito un tavolo permanente Lucio Laureti, presidente della Saga, la società regionale che gestisce l'Aeroporto d'Abruzzo finalizzato al potenziamento delle rotte. Non ultimo, la Saga sta lavorando con l’Università di Chieti-Pescara ad uno studio statistico per analizzare i flussi dei passeggeri, ossia da dove vengono, dove vanno, il periodo di permanenza in Abruzzo e all’estero, lo scopo del viaggio oltre all’età e altri dati. Tra qualche mese saranno resi pubblici gli esiti dello studio che sarà la base per le future strategie. per ORDINE PRIMO PIANODEI COMMERCIALISTI DI CHIETI foto di Andrea Straccini PRIMO PIANO MEDIAZIONE ORA È REALTÀ Nasce un organismo di conciliazione istituito dall'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Chieti: uno strumento veloce ed economico per la risoluzione di controversie in ambito civile e commerciale 46 (qui sotto) Roberto Costantini, presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Chieti Ormai da decenni il Parlamento europeo discute della cosiddetta ADR (Alternative Dispute Resolution), ovvero di risoluzione alternativa (al processo civile) delle controversie. La mediazione è uno di questi strumenti alternativi che, nato nei Paesi scandinavi, diffuso nel mondo anglosassone è ora adottato in quasi tutti i Paesi occidentali. Lo scopo è di alleggerire il sistema giudiziario e snellire il carico di lavoro dei tribunali civili per ottenere una durata ragionevole dei processi. La mediazione civile negli anni scorsi è stata facoltativa (si pensi al D.L. 5/2003 nel rito societario) mentre con il recepimento di una direttiva della Comunità europea (la numero 52 del 2008) è diventata obbligatoria per un ampio numero di materie. Infatti il D.L. 28 del marzo 2010 ha introdotto (dal marzo 2011) l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione per le controversie civili e commerciali relative a divisioni e successioni ereditarie, locazione, comodato, affitto d'azienda, risarcimento danni da responsabilità medica, diffamazione a mezzo stampa e con altra forma di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Dal mese di marzo 2012 l’obbligatorietà è stata estesa alle liti condominiali ed al risarcimento per danni automobilistici. Vale a dire che prima di approdare nelle aule di un tribunale, le parti in conflitto hanno l'obbligo di tentare una conciliazione, ossia con l’aiuto di un mediatore devono cercare una soluzione alla controversia che le soddisfi entrambe; qualora non si riuscisse a trovare un accordo amichevole le parti possono però sempre rivolgersi al giudice che decide chi ha torto e chi ha ragione. Oggi in Italia esistono circa 800 organismi di mediazione (pubblici e privati) iscritti nel registro tenuto presso il Ministero della Giustizia. Tra quelli costituiti presso gli Ordini professionali certamente tra i più affidabili in termini di organizzazione e di preparazione dei mediatori sono da annoverare gli organismi di mediazione dei Commercialisti, presenti su tutto il territorio nazionale. Il 5 luglio 2011 il Ministero della Giustizia ha accreditato allo svolgimento dell’attività del servizio di mediazione anche l'organismo costituito presso l'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Chieti, su iniziativa di Roberto Costantini, che di quell'Ordine è il presidente e che di Mediazione ADR Chieti (questo il nome dell'organismo) è il responsabile. «Vogliamo rendere noto a tutti, enti, aziende, professionisti e semplici cittadini, che oggi esiste anche la possibilità di rivolgersi all'Ordine dei Dottori Commercialisti di Chieti per esperire il tentativo di conciliazione. Mediazione ADR Chieti attualmente ha formato un elenco di 25 mediatori particolarmente esperti e preparati che possono aiutare le parti a risolvere questioni sui più diversi tipi di contenzioso» spiega il presidente, che ha incassato anche la valutazione positiva da parte del giudice delegato alla sezione fallimentare del Tribunale di Chieti in merito alla proposta di offrire ai curatori fallimentari una possibilità in più, e cioè di tentare la soluzione delle controversie ricorrendo alla mediazione. «La mediazione è importante» sottolinea il presidente Costantini «perchè è veloce, economica e più efficace di un procedimento giudiziario: la norma stabilisce che una pratica di mediazione non può durare più di quattro mesi ed i costi della mediazione sono nettamente inferiori a quelli che le parti sostengono in un processo civile. Il mediatore», spiega ancora il presidente Costantini, «deve avere conoscenze di psicologia, deve conoscere le tecniche negoziali, deve avere nozioni giuridiche ma deve anche essere empatico, creativo e dimostrare autorevolezza nella conduzione del procedimento. Anche se la normativa prevede che per diventare mediatori basta aver conseguito una laurea (almeno triennale) o essere iscritto in un albo o collegio ed aver frequentato con successo un corso specifico di formazione della durata di almeno 50 ore di lezione, ritengo che i Commercialisti siano i professionisti più adatti ad essere mediatori perché hanno una maggiore predisposizione a mediare favoriti da una specifica formazione di studi e mentale». La mediazione è utile al Paese, ai cittadini e, se viene svolta con etica e professionalità, può essere davvero uno strumento in grado di velocizzare i tempi della composizione di molte controversie, velocizzando anche i tempi del processo civile e commerciale, per le cause che vi accederanno, per la riduzione del numero assoluto dei procedimenti iscritti. Ma come funziona? «La mediazione» spiega il presidente Costantini «si avvia con il deposito di una domanda presso la segreteria di un organismo di mediazione. Ricevuta la domanda il responsabile nomina un mediatore tra coloro che sono iscritti nell’elenco dell’organismo. Il mediatore provvede ad accettare l’incarico e comunica alla segreteria la data del primo incontro con le parti (incontro che non può essere fissato oltre 15 giorni dopo la presentazione della domanda). Alla data stabilita le parti (se vogliono possono farsi assistere da professionisti di fiducia anche se l’assistenza non è obbligatoria) si devono presentare davanti al mediatore per esporre le proprie ragioni. Il mediatore, terzo ed imparziale, può sentire le parti insieme o separatamente. Se le parti non riescono a trovare un accordo, il mediatore può formulare, se previsto dal regolamento dell’organismo, una proposta per la definizione della lite che può essere accettata o meno: se la proposta è accettata la controversia si ricompone mentre se una o entrambe le parti non accettano la proposta del mediatore, possono iniziare un giudizio civile presso il tribunale». Ma quanto costa effettuare un tentativo di mediazione? «Dipende solo dal valore della controversia e non dal numero di mediatori (cosiddetti co-mediatori) nominati o dal numero degli incontri, in quanto esistono delle tabelle (approvate dal Ministero) che fissano le indennità dovute dalle parti all’organismo in base al valore della lite. Le indennità corrisposte dalle parti vengono divise tra l’organismo e il mediatore secondo le percentuali stabilite dall’organismo stesso. Per le controversie di valore inferiore ai mille euro, la tariffa è di 65 euro, che sale a 130 se il valore della pratica arriva fino a 5mila euro. Lo Stato interviene con il credito d’imposta a rimborsare parte delle indennità corrisposte agli organismi. Se una parte ha un reddito molto basso per le mediazioni obbligatorie non è tenuta a pagare il costo delle indennità, in quanto l’onere del servizio resterà a carico dell’organismo. Il punto è», conclude Costantini, «che la mediazione non è un business, ma un'opportunità che va colta 47 dai cittadini e dalle imprese. Sono soprattutto queste ultime, abituate a ragionare in termini di efficienza, che per prime hanno iniziato ad evitare la via del processo civile ed a ricorrere alla mediazione. Mediazione ADR Chieti, aderendo ad una iniziativa di ADR Mediazione del Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, si è offerta di effettuare gratuitamente, per i mesi di giugno e luglio, il servizio di mediazione. L’obiettivo è quello di far conoscere in modo più capillare lo strumento della mediazione e farne apprezzare le caratteristiche. Le domande saranno considerate gratuite solo se presentate (o pervenute) dall'1 al 30 giugno. Sono certo che questa iniziativa riscuoterà notevole successo avendo già ricevuto riscontro in tal senso ma sono altrettanto certo che i cittadini e le imprese continueranno anche dopo il termine del 31 luglio a rivolgersi a Mediazione ADR Chieti per la definizione delle loro controversie». GREEN ECONOMY A Penne il fotovoltaico Una sola squadra, tanti servizi. L’agenzia Allianz Lloyd Adriatico Abruzzo 1 è da 20 anni il punto di riferimento per ogni tua esigenza assicurativa, previdenziale e finanziaria. Grazie alla professionalità e all’esperienza dell’agente e del suo team di collaboratori ti offriamo una consulenza qualificata anche nella gestione dei rischi della tua azienda. si compra con i G.A.S. Nel mercato della grande speculazione c’è una giovane azienda abruzzese che al business delle rinnovabili ha sposato l’impresa etica e low profit, con un’unica mission: far incontrare chi ha interesse o opera attorno al vivere sostenibile di Monica De Panfilis 49 La novità sono i gruppi di acquisto solidali (G.A.S., in breve) per comprare in forma collettiva, quindi a prezzi piú bassi. Non stiamo parlando, peró, dell'agroalimentare e della rincorsa a ridurre i Vieni a trovarci in agenzia. AGENZIA ABRUZZO 1 di Gabriele De Angelis Via Piccinini, 8/b - 67100 L’Aquila - Tel. 0862 310063 - Fax 062 325277 [email protected] AVEZZANO - Via Colaneri 7 - 67051 Avezzano (AQ) - Tel. 0863 413318 - Fax 0863 416600 PESCARA - Piazza Unione, 12 - 65127 Pescara - Tel. 085 4510100 - Fax 085 4511253 (da sinistra) Giuseppe Marino, Luca Lella e Francesco Lenzini prezzi di frutta e verdura, ma delle energie rinnovabili. Un mercato complesso, dove la scarsa informazione e la burocrazia farraginosa disorientano la maggior parte dei consumatori, in cui c'è chi ha pensato a queste piccole aggregazioni territoriali per acquistare in gruppo impianti fotovoltaici. Con un altro valore aggiunto: riversando sul territorio una parte degli utili. Com'è possibile combinare il business della green economy con l'impresa etica e low profit? L'idea è di Luca Lella, 32 anni, una laurea in Scienze Geologiche, e dei suoi soci. Ad un anno dall’apertura dell’azienda a Penne, la MEETs srl (acronimo di Metodi Etici e Tecnologie Sostenibili), Abruzzo Economia è andato a vedere come il progetto che ha vinto il premio StartImpresa, l’iniziativa promossa dai Giovani di Confindustria di Pescara per formare e affiancare un giovane intenzionato a creare in Abruzzo un’azienda innovativa, sia riuscito ad avere le gambe per trasformarsi in una realtà imprenditoriale che punta sull'innovazione, in un settore già innovativo come quello delle energie rinnovabili. «L'idea nasce dal fatto che il mercato del fotovoltaico sta diventando solo una speculazione: io credo che l'energia debba essere fonte di guadagno sì, ma anche di opportunità, che ci sono, basta avere una visione un pò più allargata. Invece fino ad ora a questo settore, che è in forte espansione in Italia come nel resto del mondo, si sono applicate le solite leve commerciali e regole capitalistiche che –come abbiamo imparato alla luce della crisi economica globale– non GREEN ECONOMY 50 sempre hanno funzionato bene» spiega Lella. Da qui l'intuizione di far incontrare persone accomunate dall'interesse verso un modo di vivere ecosostenibile. Così, in un mercato dell’energia in cui la guerra dei prezzi sembra andare solo a scapito della qualità, il punto fondamentale della strategia aziendale è il contenimento dei costi: «Abbiamo cercato di far scendere i prezzi standardizzando le nostre soluzioni e per questo ci rivolgiamo, tramite un’apposita divisione aziendale ed una strategia appositamente sviluppata, a gruppi di acquisto, cioè persone dello stesso territorio, dello stesso comune, o associazioni di categoria (come gli agricoltori) per le quali realizziamo impianti il più possibile simili tra loro. In questo modo, pianificando lavori di gruppo, riusciamo a ridurre i prezzi del 20%» continua questo giovane imprenditore originario di Torrebruna (Chieti). Com’è nata l’idea? «Nel fotovoltaico i gruppi di acquisto solidali sono nati in Germania 10-15 anni fa, in Italia sono arrivati nel 2007-2008, quando alcune persone hanno iniziato a trasporre dal settore agroalimentare a quello dell’energia quest’ottica di aggregazione territoriale nata per fare acquisti collettivi. Questo è stato il nostro punto di partenza. Poi, però, muovendo dalla constatazione che i gruppi di acquisto per il fotovoltaico finora realizzati sono stati finalizzati ad abbassare i costi d’acquisto ma sul territorio hanno lasciato ben poco, per primi abbiamo proposto questo modo di lavorare» ricorda Lella. Anche il nome dell’azienda, che vuol dire “incontrarsi”, rimanda GREEN ECONOMY a questo singolare modello di impresa: «La nostra mission è quella di far incontrare coloro che hanno interesse e/o che operano attorno al mondo del vivere sostenibile e che non trovano la chiave di accesso per ottenere un apprezzabile, giusto e –in primis– etico risultato economico e ambientale nella green economy». Con un occhio sempre attento anche al sociale: «Cerchiamo di reperire manodopera locale, anche con l'ausilio di associazioni che si occupano di ragazzi svantaggiati, oppure alle volte guardando persino all’interno di un gruppo d’acquisto stesso, in cui capita di trovare un cliente che magari ha perso il lavoro e che ha le competenze per essere formato da noi per realizzare i nostri impianti» continua Lella. In questo modo all'interno della MEETs si ribalta la tradizionale ottica passiva cliente-fornitore, perché il primo può entrare concretamente a far parte dell'attività del secondo, non soltanto acquistando un impianto o lavorando alla sua installazione, ma facendosi promotore di un gruppo d'acquisto o di un progetto che la MEETs finanzia con i fondi che L'AZIENDA La MEETs é nata, come si diceva, dal progetto con cui Luca Lella ha vinto il premio StartImpresa. Ma il progetto porta anche la firma dell’ingegner Giuseppe Marino e del dottor Francesco Lenzini. Con Luca Lella, sono tutti e tre soci fondatori e coamministratori della società. «Ci avvaliamo poi di collaboratori esterni, coordinati dal direttore tecnico dell’azienda, l’architetto Alceste Russo» precisa Lella. La società è articolata in tre divisioni: una per gli impianti con caratteristiche di integrazione architettonica innovativa, una per l’efficienza energetica in edilizia, e una dedicata esclusivamente ai gruppi di acquisto solidali. 51 stanzia a favore dei gruppi di acquisto. «Il primo accantonamento fisso in cui riversiamo parte dei nostri utili è quello che chiamiamo fondo di sinergia solidale, con cui finanziamo progetti energetici di utilità pubblica, che possono essere, ad esempio, un piccolo impianto sulla scuola o sul Comune» spiega Lella. «Abbiamo istituito anche un fondo di ricerca e sviluppo attraverso il quale il gruppo d’acquisto solidale può proporre e votare il finanziamento, con una somma riservata da MEETs, di progetti e/o prodotti in ambito energetico. Un esempio: se un Comune vuol sostituire i vecchi lampioni con quelli a led, noi gliene compriamo qualcuno. Poi c'é un terzo fondo, articolato in ticket di spesa riservati ai gruppi di acquisto, da spendere in acquisti di economia solidale o per prodotti energetici da noi proposti. Ecco, io voglio credere che la MEETs sia ancora di più di questo, ma molto lo dobbiamo dimostrare ed il tempo, il mercato e le persone che interagiranno con noi ci diranno quale sarà la nostra missione». BANCHE E FINANZA Caripe ricomincia da Pino Mauro L’economista succede nella presidenza a Guglielmo Marconi, che ha lasciato l’incarico in conseguenza del commissariamento della capogruppo Tercas. Nel Cda entra anche Dario Pilla, direttore generale dell’istituto in amministrazione straordinaria 52 «e il mio ruolo a disposizione della banca Economista di fama, nome storico Caripe e del territorio, per rafforzarli e dell’università d’Annunzio in cui oggi venire incontro alle esigenze di famiglie e ricopre il ruolo di docente di Politica imprese, collaborando con la capogruppo economica nella Facoltà di Economia, Tercas e con il commissario Riccardo il professor Giuseppe Mauro è il nuovo Sora». Acquistata nel 2001 dal Banco presidente della Caripe: l’assemblea dei Popolare di Lodi e attraverso vari passaggi soci lo ha eletto lo scorso 21 maggio. finita in mano al Banco Popolare (un L’assemblea ha decretato anche gruppo costituito dall’unione di diverse l’ingresso nel Cda dell’istituto di Dario banche del Nord Italia) che deteneva il Pilla, attualmente direttore generale 95% del suo capitale, Banca Caripe è del gruppo Tercas, e quello di Luciano stata riportata in Abruzzo a dicembre del D’Amico, preside della Facoltà di 2010 da Tercas, che l’ha acquistata per Scienze della Comunicazione dell’ateneo 228 milioni di euro, diventando così il teramano, nel Collegio dei Sindaci. Giuseppe Mauro, nuovo presidente della Caripe gruppo bancario numero uno d’Abruzzo: L’incarico di presidente del Collegio un colosso finanziario da oltre 5 miliardi Sindacale, precedentemente ricoperto di euro, con 161 sportelli dislocati tra Abruzzo, Molise, Lazio, dal professor Mauro, è andato a Gaetano Di Gregorio, mentre è Emilia Romagna e Marche. Come la Tercas sia finita nell’occhio rimasto al suo posto il direttore generale Bruno Presidente. di un ciclone che ne ha spazzato via i vertici, è questione ancora La nomina del professor Mauro alla guida di Banca Caripe e tutta da chiarire; la notizia del commissariamento, disposto dal l’ingresso di Pilla nel Cda non sono casuali, ma conseguenza diretta Ministero dell’Economia in base alla proposta di Bankitalia, giunge del terremoto che lo scorso 30 aprile ha scosso i vertici del gruppo lo scorso 30 aprile in maniera del tutto inaspettata negli uffici di Tercas, col commissariamento dell’istituto e l’azzeramento di tutti gli Corso San Giorgio, nonostante a settembre si fossero già presentati organi direttivi e di controllo, di cui facevano parte (rispettivamente a Teramo alcuni ispettori di via Nazionale. Gli accertamenti ispettivi, come consigliere d’amministrazione e vicepresidente) anche il secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia, “sono stati disposti presidente di Caripe Guglielmo Marconi e il consigliere Mario Russo, anche a seguito del coinvolgimento di Tercas in un procedimento obbligati dal provvedimento a lasciare tutti gli incarichi. Si è pertanto penale della Procura di Roma, relativo al fallimento di un gruppo resa necessaria l’assemblea dei soci dell’istituto pescarese per immobiliare”. Gli ispettori, al termine delle indagini, hanno rilevato l’elezione del nuovo presidente, e la scelta è caduta sul professor “l’inadeguatezza degli assetti di governance e dei controlli interni Mauro: «Metterò la mia persona» è stata la sua prima dichiarazione BANCHE E FINANZA nonché gravi irregolarità operative”, portando quindi alla decisione di azzerare i vertici e di insediare, al posto dell’ex presidente Lino Nisii, Riccardo Sora, già commissario straordinario di Banca Carim Metterò la mia persona e il mio ruolo a disposizione della banca Caripe e del territorio, per rafforzarli e venire incontro alle esigenze di famiglie e imprese (la Cassa di Risparmio di Rimini) e Antonio Blandini, Silvano Corbella e Alessandro Portolano come Comitato di sorveglianza. Tanto Nisii quanto il commissario Sora, diffusasi la notizia, si sono affrettati a rassicurare tutti i clienti della banca, garantendo che non ci sarebbero state ripercussioni sul normale svolgimento delle operazioni. In effetti il ciclone è rimasto confinato nelle stanze dei piani superiori, senza alcun effetto sull’attività bancaria. Ma la vicenda non si è ancora conclusa, e vede al centro delle indagini degli ispettori di Bankitalia l’ex direttore generale Antonio Di Matteo, sostituito lo scorso primo febbraio da Dario Pilla: Di Matteo, secondo gli accertamenti, avrebbe presumibilmente coinvolto la Tercas in operazioni rischiose e irregolari. A dare origine, come si diceva, all’intervento della Banca d’Italia sarebbe stato il coinvolgimento di Tercas nel crac il nuovo direttore generale della Tercas Dario Pilla finanziario da 800 milioni dell’immobiliarista romano Raffaele Di Mario, cui Tercas avrebbe concesso un finanziamento di 23 milioni di euro; da quest’episodio sono scaturiti elementi che hanno fatto estendere le indagini anche ad altri casi. Dopo la relazione di Bankitalia, che lo scorso 26 maggio ha contestato i presunti comportamenti scorretti a 14 persone (l’ex presidente Lino Nisii, l’ex direttore Di Matteo, i componenti del Cda e i membri del Collegio Sindacale), agli stessi è stato dato un mese di tempo per presentare le loro difese; dopodichè, trascorsi altri 240 giorni, sarà Bankitalia a decidere se e chi sanzionare per le presunte gravi irregolarità. La speranza è naturalmente che Tercas –dopo aver resistito alle lusinghe di grandi gruppi e aver mantenuto la propria indipendenza e autonomia, dando prova di essere davvero una banca del territorio– resti con le radici saldamente attaccate al suolo teramano. Cosa che, se andrà in porto la cartolarizzazione di (qui sopra) l'ex presidente della Tercas Lino Nisii; crediti esigibili (avviata (sotto) la sede dell'istituto in Corso San Giorgio a Teramo dalla vecchia gestione ma portata avanti e sostenuta dall’attuale direttore generale Pilla) con la quale Tercas potrebbe ottenere ben 400 milioni di euro dalla Bce, è ben più di una speranza; e finora, dopo il terremoto ai vertici, è la prima notizia a confortare un territorio in ansia per le sorti del colosso finanziario abruzzese. 53 BANCHE E FINANZA BANCHE E FINANZA Bcca, Borgia riconfermato presidente Premiato il lavoro di un triennio intenso che ha gettato le basi dello sviluppo futuro, pur dovendo far fronte a una situazione economica difficile. Il presidente: «Combattiamo la crisi facendo ogni sforzo per sostenere gli operatori locali con prodotti rispondenti alle esigenze di soci e clienti» 54 Michele Samuele Borgia, riconfermato presidente della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo La cornice era quella dell'Hotel Serena Majestic di Montesilvano, il quadro quello di una banca sana, in crescita e indirizzata verso una sempre maggiore vicinanza al territorio. L'annuale assemblea dei soci della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo ha pertanto riconfermato all'unanimità la fiducia al presidente Michele Samuele Borgia e al Consiglio d'amministrazione. Borgia, nel suo intervento, ha illustrato i dati del bilancio annuale, dal quale sono emersi i risultati positivi dell'azione sul territorio. «Abbiamo conseguito un utile pari a 764.000 euro, con un incremento dell'81,3% rispetto all'esercizio precedente, cifre che sono state accolte con favore dalla compagine sociale formata da oltre 3.000 soci. Abbiamo inoltre voluto lanciare un segnale riducendo il numero dei consiglieri d'amministrazione da dodici a dieci, oltre al presidente». «La conferma della fiducia alla nostra squadra» ha proseguito Borgia «è il segno tangibile della qualità del nostro lavoro che nell'arco del triennio ha portato a una crescita costante della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo. Abbiamo tracciato le linee di sviluppo futuro della Bcca, a cominciare dal completamento della realizzazione della nuova sede centrale». La Bcc Abruzzese è ormai uno degli ultimi modelli di banca territoriale non colonizzata né nel proprio azionariato né nelle proprie strategie da altre realtà creditizie che, per ovvie ragioni logistiche, hanno posizionato il proprio baricentro decisionale in luoghi ben lontani dalla loro terra. Il direttore generale Rocco Finocchio ha fatto il punto sulle misure prese per combattere la situazione di crisi: «Abbiamo registrato un risultato economico positivo, anche se in misura contenuta, ma tale da poter consentire l’applicazione di condizioni economicamente vantaggiose ai soci ed ai clienti, in un momento così particolare per tutti e abbiamo, inoltre, confermato la vocazione ad assistere la clientela che, pur presentando requisiti oggettivi non del tutto soddisfacenti, poteva avere accesso al credito facendo leva sulla conoscenza diretta». Questi i nomi dei componenti del Consiglio d'amministrazione: oltre al presidente Michele Samuele Borgia, riconfermato per il prossimo triennio, i consiglieri sono Michele Blasiotti, Ludovico Ciavarelli Macozzi, Pierino Di Tullio, Mario Di Berardino, Antonio Domenicone, Filippo Falconio, Antonio Gabriele, Marino Padovani, Antonio Pavone e Marco Sciarra. Presidente del consiglio sindacale è stata nominata all'unanimità Flavia Novello. Gli altri componenti sono Francesco Belardinelli, Piero Redolfi, Giuseppe Cetrullo e Massimo Ivone. Per il Collegio dei probiviri, come presidente è stato nominato all'unanimità l'avvocato Dante Angiolelli. I componenti sono Leonello Brocchi, Pasquale Tribuzio, Natascia Di Giambattista, Alfonso Di Giacomo. Un milione in meno per le imprese La stretta del credito ingoia le piccole aziende: ecco i dati delle erogazioni nell’ultimo trimestre 2011. Maglia nera alle province di Teramo e Pescara, soffrono costruzioni e artigiani. La Banca d’Italia: tassi d’interesse superiori alla media nazionale Un milione di euro in meno per le imprese abruzzesi. A tanto ammonta la riduzione complessiva del credito concesso alle aziende nel solo trimestre ottobre-dicembre dell’anno scorso. Lo dicono i dati della Banca d’Italia, analizzati dal Centro studi regionale della Cna, che evidenziano anche come i tassi d'interesse praticati alla fine dell'anno scorso nella nostra regione erano mediamente dell'8,34% (con punte del 10,84%) contro una media nazionale del 6,61%. Ecco da dove arriva una così forte stretta del credito: la flessione media è frutto di pochi incrementi e parecchi decrementi forti tanto sul territorio –meno 23 milioni di euro nella provincia di Teramo rispetto al trimestre precedente e meno 15 milioni in quella di Pescara– quanto nei settori produttivi. Solo per citarne due: -21 milioni di euro per le costruzioni e -19 milioni per i servizi. La situazione è, se possibile, ancor più drammatica per le microimprese: le cosiddette “famiglie produttrici” hanno subìto un taglio di ben 6 milioni di euro. Secondo l’analisi della Cna «riverberano i loro effetti sul sistema economico anche la diminuzione del credito alle famiglie consumatrici, per l’acquisto di abitazioni, per 23 milioni di euro e l’incremento delle sofferenze per 97». Proprio su quest'ultima voce, ovvero le somme che le banche non riescono più a recuperare dai loro clienti, l'Abruzzo segna un record negativo nel rapporto tra sofferenze e impieghi, ovvero le somme prestate: a livello nazionale è stato del 6,93%, nella nostra regione dell'8,53%. Unica nota in controtendenza, nell’ultimo scorcio del 2011, è stata la crescita di depositi e risparmio postale, che nel quarto trimestre 2011 hanno segnato un incremento di 403 milioni di euro. Ma nonostante ciò l'Abruzzo resta ben al di sotto della media nazionale (+0,97% contro il 2,11%) Quanto alla stretta creditizia sulle attività produttive, il dato 2011 è altalenante: ad un primo semestre con il segno positivo (361 milioni in più nel primo trimestre, 206 nel secondo) ha fatto da contraltare un secondo assolutamente nero, con 161 milioni in più nel terzo trimestre, ma addirittura uno in meno nel quarto. La situazione provincia per provincia rispecchia lo stesso andamento: la contrazione delle erogazioni è stata molto forte nel Teramano e nel Pescarese, risultati attivi solo a Chieti (+25 milioni) e all’Aquila (+12 milioni). Tra i comparti produttivi, solo il settore industriale fa segnare un andamento positivo con un incremento di 39 milioni. 55 BANCHE E FINANZA per GROUPAMA 56 I PRODOTTI GROUPAMA Groupama mette a disposizione dei clienti un ampio ventaglio di prodotti assicurativi, rivolti alle persone, ai beni, ai patrimoni, alle aziende e alle attività professionali e commerciali comprese quelle agricole. Inoltre offre tutte le tipologie di prodotti vita (risparmio e investimento) e naturalmente polizze per assicurazione auto. Tra i prodotti attualmente in promozione si segnala “QUIABITO CASA”: un piano casa semplice, affidabile e flessibile dedicato alla difesa della casa. È un'assicurazione che copre fino al 90% del valore della struttura dell’immobile in caso di terremoto. “QUISICURA SALUTE” è invece la polizza dedicata alla salute dell’assicurato e della sua famiglia, mentre “PLURIATTIVA INFORTUNI” è la soluzione efficace modulare che risolve tutte le spiacevoli conseguenze dovute ad incidente. Infine “PREVIDENZA COMPLEMENTARE” è un fondo pensione aperto. L'ASSICURAZIONE CHE CAMBIA Dopo le novità introdotte dal Governo nel settore, le Compagnie manifestano molte perplessità. In questo quadro generale l’Agenzia “Enrico Potenza Assicurazioni Srl” mandataria di Groupama Assicurazioni Spa ottiene buoni risultati I l mondo assicurativo vive, come molti altri settori dell'economia, un momento di difficoltà: il vento di crisi soffia più forte rispetto allo scorso anno, e i cambiamenti nella politica non sembrano fornire elementi utili a garantire prospettive di serenità. «La nuova politica del Governo in materia di liberalizzazioni suscita molte perplessità all'interno di un impianto che tuttavia regala anche qualche nota positiva» spiega Enrico Potenza, titolare dell'Agenzia di Groupama per Chieti e provincia, una delle più importanti e storicamente attive della regione, che ha convocato l'annuale meeting dei suoi dipendenti (una struttura di 14 subagenti con relativo personale, una rete vendita numerosa e dislocata su tutto il territorio provinciale) presso l'Hotel Dragonara di Chieti Scalo lo scorso 14 aprile. Il dottor Potenza ha introdotto il convegno esprimendo i dubbi del mondo assicurativo riguardo ad alcuni aspetti del decreto sulle liberalizzazioni. «Soprattutto ci si interroga sulla logica dell'articolo 34 della legge, che prevede che un agente fornisca al cliente, al momento del contatto, i preventivi di tre compagnie. Cosa anche normale per i broker, ma folle per un monomandatario: come dire che un concessionario Fiat dovrebbe presentare al cliente le possibilità fornite da altre case automobilistiche. E poi oggi ognuno è libero di scegliere da sé, con una semplice consultazione online, tutti i preventivi che vuole. Attualmente l'Isvap, l'authority che vigila sulle assicurazioni, ha ottenuto una delega per stabilire un regolamento in merito, e questo sospende la norma suddetta fino a giugno di quest'anno. Ci si aspetta che questo regolamento sistemi le cose». Ci sono, però, anche aspetti positivi, sostiene Potenza: «Per quanto riguarda il settore RC Auto, gli automobilisti virtuosi, per esempio, avranno delle riduzioni dopo un anno senza incidenti; potranno poi ottenere sconti in base allo stato ottimale della propria vettura; e se decideranno di montare la cosiddetta scatola nera, il cui costo sarà a carico delle compagnie, avranno ulteriori sconti. Ci sarà anche più velocità nella liquidazione dei sinistri». Fatte queste considerazioni, Potenza passa a enumerare i dati, che consegnano con freddezza il settore a un anno ancora difficile. «Il mercato assicurativo generale italiano ha avuto un decremento del 14,5% in termini di raccolta premi, soprattutto nel settore vita (-20%) e questo andamento si conferma anche nei primi mesi del 2012. Il settore auto ha avuto un incremento di circa 2miliardi, dovuto all'aumento delle tariffe che comunque è stato contenuto (entro una media del 3,5%) e anche alla diminuzione degli sconti praticati agli assicurati. I costi, per le compagnie, restano alti: si pensi che in Italia circolano circa 3 milioni e mezzo di auto con contrassegni falsi, emessi da gruppi organizzati, e che le denunce per incidenti lievi (i cosiddetti colpi di frusta che si verificano in seguito a tamponamenti) sono circa 700mila ogni anno. Tutto questo produce un esborso da parte delle compagnie di circa due miliardi, cui si aggiunge la pressione fiscale». Parla poi di compagnie online: «Hanno segnato il 7,2% della raccolta, malgrado abbiano aumentato del 12,2% le tariffe. Questo significa che nel 2011 il divario tra i costi delle polizze tradizionali e quelle online si è accorciato. Chiaramente il vantaggio delle compagnie online risiede nella velocità di stipula del contratto, ma i problemi di queste compagnie si verificano al momento delle variazioni e delle liquidazioni». Il settore danni tradizionale, prosegue Potenza, «ha avuto una raccolta stabile rispetto al 2010 (18miliardi e 740milioni di euro). Le variazioni che si sono avute dal 2005 ad oggi (dai 109miliardi del 2005 ai 92 del 2008, poi una breve ripresa dal 2009 al 2010, e nel 2011 di nuovo una caduta) sono dovute agli incassi nel ramo vita: è quello il settore che sposta l'ago della bilancia. Purtroppo in Italia la previdenza integrativa e complementare non fa parte della nostra cultura; e il Governo è ancora incapace di favorire la diffusione di queste buone pratiche, che sarebbero in grado di assicurare un futuro dignitoso a chi andrà in pensione tra trent'anni, cosa che l'Inps non potrà più fare. Il fatto di essere in difficoltà economiche, inoltre, spinge le famiglie a non spendere soldi per una previdenza integrativa». I risultati di Groupama a livello nazionale sono buoni rispetto al mercato, e «hanno avuto un incremento della raccolta generale del 3,60%, con un decremento del (qui sopra) Enrico Potenza premia Carmen Benedetto e Massimo Paolucci; (sotto) Giuseppe ed Enrico Potenza con Amedeo Petrelli; (nella pagina precedente) Potenza con lo staff amministrativo dell'Agenzia 20,4% nel ramo vita e un incremento del ramo danni tradizionali dell'11,6%. Dati che rispecchiano l'andamento generale, visto che l'aumento è, come in altri casi, dovuto alla diminuzione degli sconti». Ma il dottor Potenza torna a sorridere quando parla del buon lavoro svolto dall'Agenzia: «La nostra Agenzia ha incrementato la raccolta generale del 2%, costituita per il 16,98% dal ramo vita e dall'83% dai danni auto e non auto. In particolare gli incassi del ramo vita sono aumentati del 41%. Nel ramo danni tiene il settore dell'RC auto, ma si registra l'ottimo risultato del settore danni tradizionali grazie a due prodotti: Quiabito casa e Quisicura salute. Per il 2012 si registra finora un incremento della raccolta vita molto consistente, mentre siamo stabili sugli altri settori». Il meeting si è concluso con la premiazione per il lavoro svolto di alcuni subagenti: Massimo Paolucci, subagente di Ortona; Mirella Dell'Oso, subagente di Vasto; Rita Savini, subagente di San Salvo e Carmen Benedetto, subagente di Arielli. Una targa premio per i risultati raggiunti è andata anche a Enzo Del Pizzo e Luisanna Di Matteo, rispettivamente subagenti di Palombaro e Torrevecchia Teatina. 57 BANCHE E FINANZA per BCC CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO E PIANELLA (qui sopra) Alfredo Savini, presidente della BCC di Castiglione Messer Raimondo e Pianella; (sotto) la sede centrale della banca; (nella pagina accanto) due momenti della presentazione del bilancio 2011 58 Il modo sano di fare banca i livelli di alta patrimonializzazione e permettono alla Banca di affrontare le sfide future di un mercato sempre più complesso, competitivo pur in presenza di una perdurante crisi» ha spiegato Savini. E se la BCC è riuscita, anche in questo contesto così drammatico, a continuare a sostenere le famiglie e le imprese (aumentando tra l'altro la compagine sociale di 194 unità) lo si deve soprattutto a quel “modo diverso di fare banca” che l'istituto di Castiglione Messer Raimondo ha portato avanti con convinzione e Approvato il bilancio 2011 che vede 54 milioni di euro erogati a famiglie e piccole imprese. Il rapporto sofferenze - impieghi rimane al di sotto della media regionale A pochi mesi dall'inaugurazione della tredicesima filiale, aperta a Pescara lo scorso dicembre, i vertici della BCC di Castiglione Messer Raimondo e Pianella hanno presentato il bilancio d'esercizio 2011, nella sala polifunzionale della sede di Castiglione Messer Raimondo. Il presidente, dottor Alfredo Savini, ha illustrato il panorama in cui l'istituto opera e i risultati conseguiti durante il 2011, anno che ancora una volta ha messo a dura prova il tessuto imprenditoriale e quello sociale. «Nel 2011 l’azione della Banca si è sviluppata seguendo le linee tracciate dal piano strategico pluriennale. Abbiamo raggiunto gli obiettivi economici e patrimoniali, che consentono di mantenere determinazione lungo tutti i suoi 56 anni di storia. Una gestione sana e prudente, che tuttavia non lesina il credito a chi ne ha bisogno. «Nel corso del 2011» ha aggiunto il presidente Savini «il contesto economico, caratterizzato da persistenti segnali di debolezza, ha inevitabilmente comportato una crescita della rischiosità del credito, mantenendo tuttavia per la nostra BCC il rapporto sofferenze su impieghi al di sotto della media regionale ed alla metà circa della media nazionale». Avversa da sempre a quella che viene comunemente definita “finanza speculativa”, la BCC di Castiglione e Pianella ha ottenuto per il 2011 un utile netto di 3milioni e 417mila euro, risultato notevole conseguito «senza aumentare i tassi di interesse sui prestiti praticati alle aziende e alle famiglie che, vi posso assicurare, si sono mantenuti al di sotto della media del sistema; né comprimendo la remunerazione dei nostri depositanti, ma aumentando la raccolta diretta, valutando attentamente gli investimenti in titoli di Stato –da cui sono conseguiti maggiori interessi attivi per 1,6milioni di euro– e con una attenta politica di controllo dei costi di struttura che ci ha consentito di avere costi inferiori a quelli sostenuti dalle altre banche». La gestione “illuminata” della Banca ha consentito, inoltre, di sostenere le iniziative benefiche e le attività sociali e culturali della comunità di riferimento, erogando contributi per circa 250mila euro. Quanto ai numeri, il presidente ha messo in rilievo gli impieghi verso clientela, che si attestano a 342milioni di euro, con un nuovo credito erogato nel 2011 pari a 54milioni di euro, e l'aumento della raccolta diretta, che ha raggiunto i 418milioni di euro, in crescita del 10,40% su base annua. «Anche il patrimonio di vigilanza è aumentato, passando da 37milioni di euro del 2010 a 41milioni nel 2011. In questo momento la patrimonializzazione è un elemento determinante per poter continuare a fare banca e la nostra cooperativa possiede mezzi patrimoniali che superano di oltre 15 milioni di euro i livelli richiesti dalle autorità di vigilanza. Questo dato fondamentale ci autorizza a considerarci su assoluti livelli di tranquillità». I dati illustrati durante la presentazione del bilancio, ha concluso il presidente Savini «rispecchiano l'impegno coraggioso e coerente del nostro istituto. La nostra Banca nonostante la crisi non ha tradito la missione di sostegno al territorio e continuerà incessante a consolidare il rapporto con le comunità di riferimento». SIMONE DI GIAMPAOLO, NUOVO DIRETTORE GENERALE Durante l'assemblea dei soci il presidente Savini ha colto l'occasione per salutare il direttore generale uscente dell'istituto, Paolo Mingione: «Nel corso del presente anno» ha detto Savini «il nostro direttore (a sinistra) Paolo Mingione; (a destra) Simone Di Giampaolo generale, avendo maturato i requisiti previsti per il pensionamento, approfitterà di tale opportunità. In tale circostanza io non posso che ringraziarlo sinceramente, anche a nome di tutti gli organi sociali, per la professionalità, l'impegno ed il costante attaccamento che nel corso di tutti questi anni ha dimostrato nei confronti della nostra banca». Dallo scorso primo giugno è quindi subentrato alla direzione generale dell'istituto Simone Di Giampaolo, che ricopriva la funzione di vicedirettore generale e responsabile dell’area amministrativa dal novembre 2005. 59 FOCUS TUTTO ALLA LUCE DEL SOLE Foto: Luca Del Monaco con CAR.DA impianti fotovoltaici «Come ricominciare dall'impresa creativa» L'abruzzese Pierluigi Sacco, esperto in economia della cultura, spiega in che modo scoprire e sfruttare il potenziale di una risorsa che, se utilizzata al meglio, potrebbe rilanciare la nostra regione e il Paese di Raffaella Quieti Cartledge CAR.DA, qualità CAR.DA garantisce: alla luce del sole! • Adempimenti burocratici per avere gli incentivi. CAR.DA, una delle aziende abruzzesi più dinamiche del settore fotovoltaico, offre l’opportunità di investire sul futuro dell’energia a prezzi contenuti, con un risparmio certo sulla bolletta. CAR.DA è certificata Iso 9001:2008 ed è diretta da un uomo che per oltre 30 anni si è occupato di energia: Bruno D’Antonio. • • • • • L'abruzzese Pierluigi Sacco, pescarese di nascita, è ordinario di Politica Economica all'università IULM di Milano Progettazione e installazione degli impianti. Polizza assicurativa all-risks. Monitoraggio e accreditamento presso il GSE per il riconoscimento degli incentivi. Servizi di assistenza e manutenzione. Sopralluogo e studio di fattibilità GRATUITI. Professor Sacco, quale importanza attribuisce al ruolo dell'economia della cultura, in particolare nella congiuntura economica che subiamo da qualche anno? «Per quanto il concetto sia poco noto soprattutto negli ambienti italiani, è oramai chiaro che l'economia della cultura è non solo importante, ma uno dei canali fondamentali di sviluppo dell'economia europea. Alla fine del 2006 è stato commissionato uno studio dalla Commissione Europea che provava la dimensione in termini di fatturato dell'industria culturale e creativa europea. Nel 2005 si è dimostrato che questa cifra ha raggiunto i 654 miliardi di euro. Si tratta del doppio del fatturato automobilistico, e di un montante superiore a quello della maggior parte dei settori manifatturieri in Europa. Si è notato inoltre, in questo studio, che il settore continuava Solo CAR.DA ti dà il doppio degli incentivi CAR.DA è l’unica azienda abruzzese che può offrire moduli fotovoltaici di tipo innovativo che prevedono una tariffa incentivante più alta rispetto a quella prevista per l’impianto tradizionale. Carda-AbrEconomia.indd 1 CAR.DA ENERGIA SRL via Tibullo, 24 - 65127 Pescara - tel. 085 4503902 - fax 085 4512274 [email protected] - www.carda.it 01/02/12 09.17 a crescere anche a ritmi sostenuti persino in momenti di rallentamento dell'economia europea, ed era contraddistinto dall'emergere di nuove forme di imprenditorialità di prima generazione, in quantità di gran lunga superiori rispetto ai settori manifatturieri». Cosa comprende esattamente il settore dell'economia della cultura? «All'interno del macrosettore dell'economia della cultura è possibile identificare undici sottosettori che contribuiscono variamente alla categoria, ma sono tuttavia fortemente interdipendenti. I tre settori non industriali comprendono le arti visive, lo spettacolo dal vivo e le arti performative, ed il patrimonio storico artistico. Si tratta del gruppo che contribuisce meno dal punto di vista del fatturato, ma nel quale si elaborano spesso i nuovi modelli, le nuove idee. Paragonabili a “laboratori di ricerca e sviluppo” della cultura, si tratta anche delle discipline che dipendono maggiormente dai fondi statali. Sono identificabili, in aggiunta alle precedenti, le cinque industrie culturali composte da cinema, editoria, musica, radiotelevisione e videogiochi, e concludiamo la nostra classificazione con le tre industrie creative: design (compresa la moda), progettazione architettonica e pubblicità, le ultime tre contraddistinte dalla caratteristica di avere finalità non unicamente culturali. È interessante notare come non abbia incluso il turismo, e tutte le piattaforme digitali legate al web che, di per sé, potrebbero dare un ulteriore, notevole, apporto al calcolo totale del fatturato». In che modo la produzione culturale e creativa influenza il funzionamento dell'economia? «Prendiamo l'esempio dell'innovazione. Più alto è il tasso di partecipazione culturale dei cittadini di un paese, senza escludere il contributo fondamentale della cultura amatoriale, ed indipendentemente dal fatto che essi acquistino o meno contenuto culturale, più si eleva la loro capacità innovativa. Le persone imparano a mettere in discussione 61 FOCUS CHI È PIERLUIGI SACCO Nato a Pescara nel 1964, Pierluigi Sacco risiede con la sua famiglia a Padova. È ordinario di Politica Economica alla Facoltà di Arte, Mercati e Patrimoni della Cultura all'università IULM di Milano. Dallo scorso anno è preside della stessa Facoltà ed è anche delegato rettorale all'innovazione e ai rapporti internazionali. Dottore in economia, ha al suo attivo 14 libri, 150 saggi scientifici con relative presentazioni seminariali e più di 200 saggi su riviste. Collabora con Il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano ed altri giornali e riviste. Tra i vari riconoscimenti, ha ricevuto citazioni per eccellenza, premi internazionali e borse di studio. Svolge diverse funzioni editoriali con pubblicazioni straniere ed incarichi presso comitati scientifici di numerosi atenei nel mondo. 62 quello che credono di sapere. L'innovazione non si fa solo nei laboratori, ma soprattutto nella banca che deve concedere il prestito al giovane imprenditore, nella pubblica amministrazione che deve decidere quale processo facilitare, nella società civile e così via». Può fare un esempio quantificabile di come la cultura abbia apportato vantaggi economici alle comunità? «Esiste una forte relazione tra partecipazione culturale e salute: esposte ad eventi culturali, le persone anziane o quelle affette da malattie croniche si sentono meglio e si ospedalizzano meno. In uno studio pilota che stiamo concludendo presso la mia università, la IULM di Milano, crediamo sia possibile ipotizzare un tasso di abbattimento dell’ospedalizzazione degli anziani che partecipano attivamente ad attività culturali pari al 4 o 5%. Complessivamente, quindi, si tratta di un valore che si crea a prescindere dall'unica fonte che tradizionalmente identifichiamo come legata all'economia, cioè quella del turismo culturale. Quest'ultimo produce fatturati importanti, ma se diventa una mono-cultura rischia di fare più danni che apportare vantaggi». Quali paesi hanno compreso il valore economico della cultura? «Il Regno Unito è stato il primo paese che ha scommesso su questo tema, parecchio trascurato nei paesi mediterranei. Si è quindi verificata una spaccatura tra Europa del Nord, che punta sullo sviluppo dell'industria creativa ottenendo buoni risultati, e quella del Sud, dove l'unica fonte di valorizzazione economica è quella legata al turismo. Il tema diventa ancora più scottante se si osservano invece paesi con grande capacità di spesa che puntano in maniera importante sul settore: la Cina ha attualmente il piano di sviluppo, in termini di investimenti nell'industria creativa, più ambizioso della propria storia. Il Brasile e l'India affrontano con determinazione questa fonte di sviluppo economico. La Corea del Sud oggi si è trasformata in una potenza culturale globale, quando vent'anni fa non aveva nemmeno una politica culturale. La Turchia, Singapore e Hong FOCUS Kong, per non parlare dei Paesi del Golfo Arabo, sono le realtà che più recentemente stanno rivolgendo la propria attenzione verso lo sviluppo dell'industria creativa. Per l'Italia riuscire a sviluppare un approccio più intraprendente ed intelligente, rappresenterebbe la componente fondamentale del nuovo modello di crescita che stiamo cercando, in un settore nel quale tutti ci riconoscono un grande potenziale inespresso. Non dovremmo inoltre sottovalutare la possibilità di diventare dei partner strategici per questi paesi. Penso ad esempio alla Cina, dove con la IULM, in partenariato con l'Università di Nanjing, stiamo avviando un master executive in cui formeremo i sindaci delle principali città cinesi sui temi della gestione del patrimonio culturale e creativo, sperando di stabilire relazioni delle quali possa beneficiare anche il nostro Paese. Queste opportunità spesso in Italia non vengono colte. La mia attività si sta spostando progressivamente sull'estero, verso paesi dove trovo spesso interlocutori più disponibili a ragionare su percorsi di crescita economica fondata sulla cultura». Perché in Italia, nonostante una tradizione culturale tra le più importanti al mondo, stentiamo a capire il valore economico della cultura? «Lo sviluppo dell'industria creativa, o quantomeno la comprensione della sua importanza, è un fatto recente. La nostra classe dirigente attuale si è formata su modelli diversi. Tipicamente, su un modello di sviluppo basato sulla forza trainante del manifatturiero. E tende quindi a riproporre un modello di creazione di valore un po' superato. Ciò non toglie che lo sviluppo di nuove modalità di intendere il manifatturiero sia molto interessante, come nell'esempio del cosiddetto “artigianato intelligente”. Quando il manifatturiero si infonde di creatività, acquisisce un nuovo impulso e favorisce una crescita economica basata sull’innovazione. Bisogna anche sottolineare come la produzione creativa sia in gran parte composta da imprese piccole e piccolissime. Il fenomeno web ha polverizzato le fonti della produzione culturale ed aperto la strada a fenomeni creativi che a volte partono dal singolo individuo, e che hanno acquistato una visibilità fino a pochi anni fa non contemplabile. Questi Quello dell’economia della cultura è un concetto poco noto, soprattutto negli ambienti italiani concetti non sono tutt'ora considerati come abbastanza concreti dalla nostra classe dirigenziale. Perfino davanti ad un rapporto ufficiale della Commissione Europea, che ci ha messo davanti a cifre oggettive e significative, non siamo riusciti a capirne le implicazioni, diversamente da quello che è avvenuto in paesi come la Finlandia, la Svezia, il Belgio, l'Olanda, ed oramai anche in Polonia ed in alcuni dei Paesi Baltici. del futuro prossimo. Come nel caso della visita virtuale al Museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara, i cui interni si possono esplorare a partire da Google Earth, bisogna favorire la creazione di esperienze ibride, nelle quali le piattaforme fisiche e quelle digitali si incontrano. Il nostro patrimonio potrebbe essere una fonte straordinaria di innovazione per lo sviluppo di nuove tecnologie. Si tratta di realtà sulle quali all'estero si investe molto attentamente. Al momento stiamo sviluppando un progetto di ricerca con la Corea del Sud, che LORETO CENTRO D’ARTE E CULTURA ha un'esperienza molto breve in termini di gestione del patrimonio La manifestazione “Loretoview-paesaggio in vista” –promossa dalla Fondazione Musei Civici e dal Comune di culturale ma è dotata di una delle Loreto Aprutino– nasce dall’esigenza di rivitalizzare, con un’offerta turistico-culturale di ampio respiro, la cittadina economie più digitalizzate al mondo, di Loreto, antico centro d’arte che conserva pressoché intatta la propria fisionomia storico-architettonica. che in questo campo innova molto Per questa stagione estiva sono in programma mostre di fotografia dal taglio anche internazionale, di grandi più di noi. Se si cominciassero ad maestri e giovani promettenti, dibattiti sulla storia e tutela del paesaggio, workshop e letture portfolio per orientare razionalmente le tante indagare il paesaggio grazie all’obiettivo guidato da professionisti del settore, visite guidate ai monumenti del risorse culturali che abbiamo borgo nonché ai musei presenti, ma anche percorsi nei giardini e cortili privati dei palazzi gentilizi e in altri spazi a disposizione, potremmo altrimenti inaccessibili e spesso inusitati, tra novità e tradizioni, senza dimenticare l’aspetto enogastronomico catapultarci alla guida della (legato soprattutto all’olio) del territorio di riferimento. rinascita economica, non solo del nostro paese». Focus sull'Abruzzo: quali sono gli ostacoli ad una gestione terza regione in Europa per numero di occupati nei settori creativi, dopo strategica della cultura? E quali le strade per uscire dall'attuale l'Ile-de-France e la Inner London. Non parliamo quindi di un fenomeno stallo dell'economia? poco rappresentato. Semplicemente non se ne riescono a capirne le «La nostra regione in questo momento soffre di un problema di crisi implicazioni su larga scala». della classe dirigente. In questi anni si è verificata una progressiva riCosa bisognerebbe fare per rilanciare l'economia del Paese meridionalizzazione di una regione che aveva mostrato in passato una reale puntando sulla risorsa cultura? capacità di sganciarsi dalle trappole di un meridionalismo improduttivo. «Bisognerebbe elaborare una strategia specifica. Attualmente investiamo L'Abruzzo è una regione verde che potrebbe diventare una delle regioni su strutture tradizionali come le sale da concerto ed i musei. È necessario capofila nell’innovazione nella green economy e, inoltre, grazie ad un però, per favorire la produzione culturale, ragionare anche sull’incubazione basso costo della vita ed una buona qualità ambientale, potrebbe attrarre di impresa culturale, e sul sostegno all’internazionalizzazione dei nostri non solo il turismo verde, ma anche le professionalità creative, che sono talenti creativi. Dobbiamo poi cominciare a ragionare in termini di interessate a stabilirsi in luoghi caratterizzati da una solida cultura del ben interdipendenze strategiche con settori non tradizionalmente culturali. In vivere. Abbiamo una storia di innovazione culturale non trascurabile: agli distretti come Vicenza Ovest, nel giro di pochi metri, convivono aziende inizi degli anni Settanta Pescara ha ospitato, anche in anticipo rispetto a che si occupano di abbigliamento tecnico sportivo, di mosaici per luoghi più celebrati, alcune delle prime mostre dei protagonisti dell’Arte l’arredamento di interni e ditte che realizzano macchine destinate ai grandi Povera. L'artista Joseph Beuys aveva scelto Bolognano come laboratorio parchi di intrattenimento. Queste realtà aziendali non avrebbero nulla da per la sua ricerca, che anticipava di anni la nascita di una sensibilità “verde” dirsi in quanto settori industriali, ma hanno stabilito un dialogo attivo nello sul rapporto tra arte e natura. L'Aquila è stata, e malgrado tutto è tutt'ora, sviluppo di una comune cultura innovativa di territorio. L’esigenza di stare un centro di attrazione culturale e formativo di alto livello. Ci sono tante vicini a partner innovativi supera oggi la necessità, tipica dei distretti esperienze sparse sul territorio, e tante altre in cantiere, anche ad esempio tradizionali, di collocarsi nelle vicinanze di aziende dello stesso settore nei piccoli centri, come nel caso del progetto di un festival dell'immagine a industriale». Loreto Aprutino. La nostra regione ha tutto il potenziale. Necessita di una Come utilizziamo l'enorme patrimonio culturale che abbiamo a visione strategica che lo renda univoco e focalizzato. Rimango frustrato disposizione in Italia? dal fatto di essere chiamato a lavorare, ad esempio, in Svezia o nei paesi «In Italia, nella maggior parte dei casi, abbiamo una visione ottocentesca arabi, ma di avere difficoltà a convincere gli abruzzesi del potenziale che della gestione del nostro patrimonio culturale. Secondo il concetto classico, una scelta di campo chiara ed efficace verso lo sviluppo culturale potrebbe il patrimonio è qualcosa da conservare, o da valorizzare turisticamente, avere per il futuro della nostra amata, bellissima, regione». con un'idea di turismo lontana da quella del visitatore nativo digitale Tranne alcune eccezioni, i nostri amministratori vedono la moda ed il design come parte del settore manifatturiero e non come componenti del settore culturale e creativo. Il made in Italy è attualmente limitato da una visione stereotipata e riduttiva che gradualmente ne compromette la credibilità. In Italia esistono realtà che credono nel valore economico della cultura, ma a macchia di leopardo. La Lombardia ad esempio è la 63 ENTI COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE ABRUZZO, TERRA DI ECCELLENZE 64 “Terra di Eccellenze”, questo è il nostro slogan. L’agricoltura è un patrimonio di tutti. Vorrei diffondere questo messaggio e far capire ai cittadini quanto importante e complesso è il suo sistema. L’Italia vanta una tradizione agricola millenaria ed è da tutti considerata il paese dove il “cibo è buono”. L’Abruzzo, grazie alle solide e profonde radici, è una terra di eccellenze. I nostri prodotti sono sempre più riconosciuti per la loro qualità e premiati con riconoscimenti internazionali e con importanti livelli di esportazione. Mauro Febbo Assessore all’Agricoltura Regione Abruzzo IL PSR QUESTO SCONOSCIUTO P SR è l'acronimo di Programma di Sviluppo Rurale. È un documento comunitario di programmazione per lo sviluppo agricolo, agroalimentare e rurale valido per il periodo 2007-2013. Ogni Regione, sulla base delle proprie specificità territoriali, predispone un proprio PSR che viene approvato in sede comunitaria. Il PSR 2007-2013 della Regione Abruzzo attua le strategie regionali in materia di agricoltura finanziando le imprese che operano nel mondo rurale nella realizzazione di progetti e interventi di sviluppo. Uno degli obiettivi fondamentali del PSR è quello di rendere COMPETITIVE le aziende agricole e forestali. A tal fine vengono finanziati gli investimenti per l’ammodernamento delle strutture, per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti di qualità e per l’ingresso dei giovani in agricoltura. Oltre a ciò si migliorano le competenze degli agricoltori, si favorisce la loro adesione ai sistemi di qualità alimentare e si promuove la commercializzazione dei prodotti di qualità “Made in Abruzzo”. Oggigiorno per sopravvivere occorre saper affrontare le nuove sfide del mercato globale e al tempo stesso rispondere alle esigenze dei consumatori sempre più attenti alla sicurezza e alla qualità dei prodotti. In un momento di crisi economica e occupazionale, come quello che stiamo attraversando, è poi fondamentale sviluppare il potenziale umano migliorando le capacità professionali. Il PSR finanzia la formazione e la consulenza sulla gestione strategica, sul marketing, sull’innovazione e sulla conoscenza delle norme in materia ambientale e alimentare. In Abruzzo si producono “Eccellenze” nel settore agroalimentare e il PSR finanzia anche le azioni di promozione ed informazione, come la partecipazione a Fiere internazionali (vedi Vinitaly e Sol di Verona) o a campagne pubblicitarie, dei prodotti di qualità. Vogliamo rendere consapevoli gli operatori economici della loro bontà e indurre i consumatori all’acquisto dei nostri prodotti agricoli e alimentari. Ogni intervento del PSR è finanziato dal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale. Oltre al FEASR al finanziamento degli interventi partecipa una quota di cofinanziamento nazionale e regionale. Per maggiori informazioni visitate il nostro sito www.psrabruzzo.it www.psrabruzzo.it ENTI COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE “VITA, VITE” LE ECCELLENZE ABRUZZESI SI METTONO IN MOSTRA Seconda puntata del progetto che mette in relazione gli operatori commerciali esteri e i produttori di vino della regione. Trenta aziende hanno partecipato all'iniziativa che ha superato nei risultati ogni aspettativa 66 (qui sotto) Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio di Pescara, e Gaudenzio D'Angelo, presidente dell'Ais Abruzzo, durante il workshop a Pescara C he il territorio abruzzese sia naturalmente vocato alla viticoltura è cosa nota: la sua posizione, tra il mare e le montagne più alte dell’Appennino, garantisce una buona escursione termica tra notte e giorno, che assieme ad una buona ventilazione procura ai vigneti un microclima ideale per crescere e produrre grappoli straordinari. E straordinari sono i vini d'Abruzzo, internazionalmente noti e capaci di competere ai massimi livelli in tutti i concorsi, dentro e fuori del Bel Paese. Ma la notorietà delle produzioni enologiche non basta a far uscire concretamente le aziende dagli angusti confini regionali, e la domanda di azioni che valorizzino le eccellenze abruzzesi all'estero è sempre più alta. Accogliendo e in parte anticipando quest'esigenza, la Camera di Commercio di Pescara e il Centro Estero delle quattro Camere di Commercio abruzzesi hanno attuato una serie di iniziative volte all'internazionalizzazione delle aziende vinicole del territorio, tra le quali la seconda edizione di “Vita, Vite”, il momento di incontro tra produttori e importatori che tanto successo ha riscosso lo scorso anno. Un successo che si è ripetuto anche in questa edizione, con aspettative anzi ampiamente superate. Il progetto si è articolato in due fasi: la missione economica svoltasi a Berlino, dal 12 al 14 febbraio scorso, con lo scopo di promuovere il vino abruzzese sul territorio tedesco con un programma di incontri tra i produttori e gli operatori locali; la seconda, conclusasi l'8 giugno, ha visto proprio i produttori di vino e gli importatori inglesi e tedeschi –contattati dal Centro Estero– recarsi in Abruzzo per una “due giorni” di incontri e visite aziendali, così da sperimentare di persona la grande qualità della terra e dei metodi di coltivazione e vinificazione. «Dopo il primo step di Berlino» ha dichiarato Daniele Becci, presidente della Camera di Commercio di Pescara e del Centro Estero, aprendo il workshop «siamo qui ad intensificare i rapporti con questi Paesi esteri che grande interesse stanno manifestando verso i nostri vini. Questa iniziativa dà l’opportunità agli operatori esteri di conoscere da vicino la realtà vitivinicola abruzzese, anche perché il prodotto abruzzese risponde molto alle esigenze dei consumatori stranieri, sia in termini di qualità che di prezzo». Più di trenta le aziende abruzzesi partecipanti che dopo la prima giornata di incontri hanno aperto ai visitatori tedeschi le porte delle loro cantine, «al fine di approfondire maggiormente le loro richieste di collaborazioni» ha spiegato Becci «ed illustrare da quale realtà e da quali territori prende origine un prodotto di così alta qualità». Sia gli operatori abruzzesi che quelli esteri hanno dichiarato, al termine della manifestazione, di aver avviato dei concreti rapporti commerciali. «La Germania» ha detto Gaudenzio D'Angelo, presidente dell'Associazione Italiana Sommeliers d'Abruzzo, «si conferma quindi, tra i Paesi esteri, il primo importatore di vino abruzzese. L’Abruzzo infatti ha esportato, durante tutto il 2011, ben il 23% del totale regionale in Germania per un valore di 25.085.169 euro. Al secondo posto troviamo invece il mercato statunitense, dove il valore dell'export è stato di 21.145.501 euro per una percentuale pari al 19,30% del mercato». D’Angelo ha dedicato il suo intervento alla presentazione della nostra regione, illustrando aspetti morfologici e storici dell’Abruzzo e del suo legame con il vino, ma il “nettare di Bacco” non è stato l'unico protagonista dell'incontro. "Vita, Vite" è stata infatti anche occasione per promuovere altre eccellenze regionali, in particolare pasta e olio. Il sindaco di Città Sant’Angelo, ad esempio, ha accolto la richiesta di alcuni produttori interessati e, nella sera conclusiva, ha invitato operatori abruzzesi ed esteri nel museo della sua città per un incontro con i produttori di olio. Aldilà dei rapporti commerciali già intrapresi, la volontà espressa è stata quella di ripetere quest'esperienza, giudicata positiva da entrambe le parti. Dunque, appuntamento all’edizione 2013 di "Vita, Vite". 67 per PESCARA GAS IMPRESE foto di Andrea Straccini IMPRESE PUBBLICO È BELLO ad ogni problematica inerente gas o illuminazione con la tempestività di un operatore privato, sfatando l'equazione “pubblico = lentezza e burocrazia”. «Uno dei problemi più rilevanti che mi sono trovato a dover risolvere», spiega, «è stata la vertenza con l'Enel, una storia che comincia con la nascita della stessa Pescara Gas e che vale la pena riassumere brevemente. Il Comune, nel 2005, alla scadenza della concessione all'Enel, decise di non rinnovarla e di riappropriarsi della rete gas, affidandola alla neonata società Ha portato il gas in tutte le zone di Pescara, e dal 2007 gestisce con successo anche la rete di illuminazione. Ecco la società comunale “virtuosa” che demolisce a colpi di efficienza tanti luoghi comuni sulla capacità di competere col privato C 68 (qui sotto da sinistra) Paolo Masci, Tullio Tonelli, Marco Pierdomenico, Eligio Fracasso, Galileo Ciferni e Antonio Matrone; (nella pagina accanto) illuminazione a led realizzata in piazza Italia a Pescara; Antonio Matrone, responsabile del servizio illuminazione; un particolare delle attrezzature della nuova cabina gas he Pescara fosse una città particolare è cosa nota: dinamica e “veloce”, in forte espansione ma anche in costante divenire. Non tutti sanno, però, che Pescara è un “caso” anche dal punto di vista della fornitura di gas: è l'unica città italiana a riceverlo dai due massimi fornitori nazionali, Snam e SGI. «La Snam rifornisce la cabina di via Raiale, mentre SGI quella nuova, recentemente costruita e ubicata allo svincolo di Pescara Colli della circonvallazione». A spiegare l'anomalia, che ha destato l'interesse da parte dell'Authority competente, è Tullio Tonelli, amministratore di Pescara Gas: una società pubblica (le cui quote sono cioè interamente di proprietà comunale) attiva dal 2005 che gestisce la rete gas della città e –dall’aprile 2007- anche l'illuminazione pubblica. «La proprietà della rete di gasdotti è di Pescara Gas, ma la sua gestione è stata affidata, a seguito di una gara, a Pescara Distribuzione Gas, società che ha vinto grazie a un'offerta che prevedeva non solo la costruzione di una seconda cabina gas, ma anche l'assunzione in carico delle spese per ogni nuovo allaccio, che quindi oggi è senz'alcun onere per i cittadini. La vecchia cabina di via Raiale, dall'inizio della nostra attività, aveva ormai raggiunto la portata limite durante l'attuazione della distribuzione capillare di gas: basti pensare che una 69 cabina di quel tipo può sostenere una pressione massima di 5 bar, ed era ormai arrivata a 4,99. La costruzione della seconda cabina ci ha consentito non solo di far scendere la pressione di entrambe a 3,5, quindi ampiamente entro i limiti, ma ci consente di garantire l'erogazione, anche in caso di guasti, e di sopportare nuovi allacci ancora per molti anni». Tonelli pronuncia con soddisfazione queste parole, perchè conosce i progressi fatti dalla società durante la sua gestione. E soprattutto sa quanta fatica sia costata portare Pescara Gas a diventare una società “virtuosa”, che reinveste ogni utile nel miglioramento dei servizi e che fa fronte Pescara Gas Spa. L'Enel resistette a questa decisione del Comune di Pescara specie per quanto attiene la valutazione delle migliorie tecniche effettuate sulla rete durante il periodo della sua gestione. Il Comune stimò queste migliorie in circa 9milioni di euro, mentre l'Enel ne chiedeva ben 44. Dopo aver intentato varie cause e trattative, l’accordo per la transazione è stato raggiunto nell’aprile 2011 su un versamento aggiuntivo di 14milioni di euro. L'attività della società comunale è stata ritardata dalla resistenza iniziale assunta dall'Enel che addirittura aveva impedito l'accesso alla cabina di via Raiale. Dopo l'intervento del magistrato la cabina fu per PESCARA GAS IMPRESE 70 sbloccata e le attività di Pescara Gas sono cominciate, in forte ritardo, il 28 marzo del 2006». Un contenzioso, quello tra Comune di Pescara e Pescara Gas e il colosso dell'energia nazionale, che ha impegnato la dirigenza comunale e quella di Pescara Gas. Tonelli ha potuto offrire per la soluzione del problema la competenza acquisita sul campo come amministratore: una vita trascorsa nel settore dei trasporti pubblici, dirigente e direttore della vecchia Gestione Governativa per oltre venti anni e poi dal 2001 come direttore generale della Gtm (l'attuale Gestione Trasporti Metropolitani) fino al 2006. Dal novembre 2007 è stato chiamato dall’amministrazione comunale a guidare, appunto, Pescara Gas Spa. «Ho passato quasi cinquant'anni ad amministrare aziende pubbliche, e sono un convinto sostenitore del modello di gestione privatistica: permette di aumentare il rendimento spendendo molto meno, e questo consente alle società pubbliche di chiudere i bilanci tendendo al pareggio. Secondo me non ha senso il cercare di raggiungere grossi utili, ma è opportuno che le risorse siano reinvestite per migliorare i servizi offerti alla collettività». Cosa che Tonelli, da quando guida Pescara IMPRESE (qui sopra) l'ingegnere Eligio Fracasso, direttore tecnico, e il dottor Tullio Tonelli, amministratore unico; (sotto) un recente impianto di illuminazione realizzato sulla riviera sud (in questa pagina) la nuova cabina gas realizzata nei pressi dello svincolo di Pescara Colli dell'asse attrezzato Gas, riesce a fare benissimo. «La prima cosa che abbiamo fatto quando siamo rientrati finalmente in possesso della rete è stata di indire una gara per la gestione della stessa. La gara è stata vinta dalla società Pescara Distribuzione Gas, come dicevamo, che ha offerto la realizzazione della seconda cabina e ha garantito gli allacci gratuiti in città. Ovviamente, per gestire la rete, pagano un canone a Pescara Gas, canone che frutta alla società 3milioni di euro circa all'anno. Con questi soldi abbiamo potuto prendere in carico anche l'illuminazione pubblica, affidataci dal Comune nel 2007, che costava allo stesso 2milioni e 700mila euro l'anno». E le suddette entrate sono servite a Tonelli per effettuare una programmazione quinquennale che prevede, oltre ai lavori in corso, la sostituzione completa di tutta la rete gas vecchia di 50 anni «e tuttora in buono stato», precisa il manager «ma per ragioni di sicurezza non possiamo evitare di sostituirla». Per adesso, le attività sul fronte del gas si stanno concentrando proprio su questo: «Abbiamo cominciato da sud, partendo dal Villaggio Alcione e ora siamo arrivati alla Pineta D'Annunzio. Proseguiremo fino a completare i lavori entro il prossimo anno, poi si passerà alle tubature che hanno più di quarant'anni». È sul fronte dell'illuminazione pubblica, però, che la gestione Tonelli sta dando il meglio: «Quando abbiamo ricevuto l'incarico non abbiamo ereditato una situazione facilissima. Molti impianti erano ormai vecchi, superati, inadeguati da un punto di vista tecnologico e normativo, ma soprattutto insufficienti rispetto alle cresciute esigenze della città, con la nascita progressiva di nuovi insediamenti residenziali, soprattutto nelle periferie. E da oltre 15 anni non venivano effettuati interventi di manutenzione ordinaria. Una situazione che ha imposto la predisposizione di un piano di investimenti capace di dotare l’intera città di una rete nuova, moderna. Ho quindi commissionato a una società specializzata l’accertamento dello stato in cui versano tutti i pali della luce cittadini, che oggi sono censiti uno per uno, e dei quali possediamo una sorta di “cartella clinica” che ne indica gli interventi effettuati, le eventuali anomalie e i possibili pericoli. Il che consente di poter effettuare interventi mirati, senza sprechi di risorse; senza contare che abbiamo ampliato l'illuminazione portandola a coprire tutte le zone urbanizzate. Quando abbiamo ricevuto l'incarico Pescara aveva 16.700 punti luce, oggi sono 20.500; e stiamo sostituendo 2.500 punti luce che presentano delle criticità, rimodernando in particolare tutta la riviera sud e le zone periferiche». Tonelli ha dovuto anche riorganizzare le risorse umane a disposizione della società, ottimizzando l'esistente per quanto riguarda la parte tecnica e esternalizzando tutta la parte amministrativa. «Qui non c'è una vera e propria struttura» spiega. «Abbiamo undici dipendenti. Tre si occupano di gas, supervisionando,controllando e coadiuvando i progetti e le attività della società che gestisce la rete. Due sono invece addetti ai semafori, e altri due sono tecnici trasferiti a Pescara Gas dal Comune di Pescara che hanno realizzato insieme al direttore tecnico della società, l'ingegner Eligio Fracasso, il progetto sull'illuminazione, cosa che ci ha consentito di risparmiare sui costi di progettazione; gli altri quattro costituiscono la squadra tecnica, capace di rispondere in maniera rapida ed efficace a qualsiasi esigenza si presenti, a qualunque ora del giorno e della notte, 365 giorni l'anno. Con competenza e affidabilità. Poi c'è una squadra esterna, che è comunque guidata dallo stesso caposquadra che abbiamo in organico. Invece sulla parte amministrativa ho affidato tutto a professionisti esterni, paghe e contabilità, risparmiando anche qui parecchi soldi: è il risultato di una spinta verso la privatizzazione dei servizi, il modello di gestione sano che tutte le società pubbliche dovrebbero avere. In questo modo ho a disposizione dei professionisti di alto livello che svolgono un lavoro eccellente e non gravano sul bilancio societario quanto farebbero le risorse interne». L’incarico di Tonelli scadrà nel 2014: «Essere amministratore unico di Pescara Gas è stata ed è una esperienza entusiasmante per la libertà di azione che mi è stata concessa. Sono convinto che chi verrà dopo di me troverà una società sana, in buona salute, che può diventare un modello di gestione in grado di svecchiare tanti luoghi comuni sulla capacità del pubblico di competere col privato». 71 IMPRESE per CAR.DA ENERGIA foto di Andrea Straccini FOTOVOLTAICO QUALE FUTURO? Il Quinto Conto Energia prevede un drastico abbassamento degli incentivi e maggiori restrizioni per le Pmi. Bruno D'Antonio: «I provvedimenti in programma sbarreranno la strada a questo settore» L 72 (sopra) Bruno D'Antonio; (nelle altre immagini) Bruno con la figlia Barbara e gli altri collaboratori dell'impresa di famiglia a strada verso il famoso 20-20-20 di Kyoto (l'abbattimento del 20% di emissioni nocive entro il 2020) sarà sempre meno lastricata di pannelli fotovoltaici. Almeno in Italia, e solo se resteranno invariate le norme contenute nel cosiddetto Quinto Conto Energia, di recente emanazione e attualmente in discussione nella conferenza Stato-Regioni. Per capire quale sia la situazione attuale facciamo un passo indietro: nell'agosto 2011 l'Italia supera la Germania per numero di impianti realizzati nello stesso periodo, portando al 6% della produzione nazionale energetica quella prodotta da impianti fotovoltaici. Un dato che confortava i lavoratori del settore, rendendo tutta in discesa la strada verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal Quarto Conto Energia. A febbraio di quest'anno, la notizia dell'aumento delle tariffe energetiche: da 35 a 50 euro per famiglia. Pochi giorni dopo, il governo tecnico di Mario Monti, nell'ottica di una sensibile riduzione delle spese statali, emana il Quinto Conto Energia, che –come previsto dal precedente– rivede il sistema incentivante a causa dell'imminente raggiungimento della cifra di 6miliardi di incentivi annui a favore del fotovoltaico. Con un taglio degli incentivi futuri pari al 60% (dato relativo alle tariffe più elevate). «Se oggi abbiamo raggiunto certi valori» spiega Bruno D'Antonio di Car.Da Energia, una delle società più attive nella diffusione della tecnologia fotovoltaica in Abruzzo «lo si deve anche e soprattutto alla scarsa limitazione nei confronti di chi ha potuto speculare grazie al fotovoltaico. Le misure restrittive attuate oggi non possono far nulla per evitare i danni causati ieri dalla facilità con cui si è permesso a grandi investitori di costruire enormi centrali su terreni agricoli che hanno prodotto energia ma a fronte di un onere cospicuo da parte dello Stato». Insomma, il fotovoltaico è come il colesterolo: c'è quello buono e quello cattivo. «No, il fotovoltaico è sempre una buona cosa» scherza D'Antonio. «Sono gli uomini ad essere buoni o cattivi. Chi utilizza il fotovoltaico per avere l'autosufficienza energetica crea vantaggi per sé e per la comunità; chi invece se ne approfitta per arricchirsi a spese dello Stato danneggia gli altri». Gli “altri”, in questo caso, sono proprio le famiglie, che hanno quindi dovuto sobbarcarsi altri 15 euro annui per sostenere il ricorso alle energie rinnovabili. «Una spesa che non giustifica un taglio così drastico degli incentivi» prosegue D'Antonio. «E c'è un altro punto del decreto che suscita non poche perplessità: quello che stabilisce che gli impianti oltre i 12 kw siano da considerarsi “grandi impianti”, quindi soggetti a iscrizione al registro per poter accedere agli incentivi. Il che mette in crisi l'intero settore, perchè un impianto domestico va dai 3 ai 9 kw; il tetto dei 12 kw mette allo stesso livello di grandi industrie una notevole quantità di Pmi e limita il ricorso di queste ultime al fotovoltaico». Favorendo comunque, anche se in regime di ribasso, i piccoli impianti. «Il mercato reagisce a queste politiche, di solito, riducendo i costi delle apparecchiature. Di certo non potrà coprire la differenza se i tagli agli incentivi resteranno di quest'entità; toccherà quindi al resto della filiera compensare i ribassi. Stando così le cose, una famiglia che decidesse di installare un impianto fotovoltaico domestico (quindi inferiore ai 12 kw) avrebbe certo costi d'investimento più bassi di quelli attuali (perchè il costo dell'impianto sarebbe inferiore), ma anche meno incentivi, con la conseguenza di un allungamento notevole dei tempi di ammortamento dell'investimento iniziale, e con la perdita anche di ricavi in regime di scambio sul posto». Il Quinto Conto Energia, che doveva partire dal primo luglio, è stato spostato al prossimo primo ottobre, quindi occorre far presto. «I nostri clienti sono già sensibilizzati sull'argomento, e chi desidera ottenere ancora vantaggi cospicui dall'installazione di un impianto sa che deve prendere decisioni rapidamente. Altrettanto dicasi per le imprese, che a differenza delle famiglie hanno tempi più lunghi per ottenere tutti i permessi». Quello dell'eccessiva burocrazia è un altro ostacolo allo sviluppo delle rinnovabili. «In Germania» prosegue D'Antonio «il kit per il fotovoltaico si vende nei grandi megastore; poi l'utente deve solo dichiarare all'Enel tedesca di aver installato un impianto. In Italia bisogna invece richiedere una serie di autorizzazioni agli enti più disparati, inclusi l'Enac e l'Enav, gli enti per l'aviazione civile e l'assistenza al volo. Nella mia azienda, su quattro dipendenti, io ne ho uno che si dedica esclusivamente ai rapporti con le amministrazioni». Tutt'altro che semplice, il lavoro di Car.Da. Complicato adesso da una politica, quella del Governo, dettata certo dall'esigenza di ridurre gli incentivi considerati “fin troppo generosi” al fotovoltaico, ma anche di promuovere lo sviluppo di altre tecnologie ecosostenibili, come la cogenerazione. «La cogenerazione, erroneamente inclusa da molti nel novero delle energie rinnovabili, è in realtà una tecnologia ecosostenibile che utilizza, però, fonti fossili per alimentare i motori di cui si serve per produrre energia; il vantaggio sta nel fatto che ha un'elevata efficienza energetica, pari a circa il 90%. Per fare un esempio, il normale motore a scoppio di un'automobile ha un'efficienza energetica pari a circa il 20%. Significa che servirebbero quattro automobili per produrre l'energia di un impianto di cogenerazione, che non disperde i fumi ma li ricicla per produrre riscaldamento». Ragione per cui, se il nuovo Conto Energia dovesse partire senza modifiche, Car.Da sta cominciando a considerare la possibilità di esplorare nuovi orizzonti. «Il mercato del fotovoltaico potrebbe non essere in grado di assicurare, in questi termini, lo sviluppo e la crescita del settore», prosegue D'Antonio «e pertanto noi di Car.Da ci stiamo attrezzando per promuovere questa tecnologia che gode di maggiori incentivi e il cui costo d'investimento può essere affrontato con più serenità dalle famiglie». 73 IMPRESE per PROGECO COSTRUZIONI foto di Andrea Straccini PESCARA SECONDO PROGECO Sostenibilità, verde e integrazione: il futuro comincia nel cuore della città vecchia E 74 (in queste pagine) le Torri Camuzzi e i lavori di risanamento e miglioramento della zona adiacente al centro storico di Pescara sistono singoli appartamenti, edifici, quartieri e perfino intere città costruite all’insegna della sostenibilità ambientale: di riqualificazioni urbane sostenibili però, almeno in Italia e fino ad oggi, se n'erano viste ben poche. A mettere un punto e segnare una svolta è stato il team della Progeco Srl che, dovendosi occupare, proprio nel momento in cui sta anche ultimando la realizzazione delle Torri Camuzzi, della progettazione e dell'esecuzione dei lavori di risanamento e miglioramento della viabilità di una zona estesa e nevralgica di Pescara, quella Porta Nuova che si trova a due passi dal centro storico e dall'uscita dell'Asse Attrezzato, ha deciso di non farlo alla maniera tradizionale ma sulla base di un progetto di sviluppo e di trasformazione urbana capace di garantire ambienti più vivibili, più verdi e soprattutto più rispondenti alle reali esigenze dei cittadini. Uno dei problemi che da sempre ha afflitto i residenti dell'area urbana che coinvolge via Aterno, via Lago di Campotosto e via Lago di Scanno (parliamo di una superficie complessiva di oltre 10mila metri quadrati), ad esempio, è quello degli allagamenti delle strade e dei sottopassi in conseguenza di piogge neppure eccessivamente abbondanti: grazie ad una nuova linea di raccolta delle acque piovane che utilizza particolari asfalti e calcestruzzi drenanti, l'inconveniente sarà risolto una volta per tutte. «Ci siamo avvalsi della competenza di figure professionali specializzate nei diversi ambiti della progettazione architettonica, del recupero edilizio ed urbano e della sostenibilità ambientale», ha spiegato infatti Lino Caralla, insieme a Gennaro Partenza uno dei due soci della Progeco Srl. «Con questo tipo di approccio non solo risolveremo in maniera definitiva il problema degli allagamenti, ma realizzeremo oltre 200 metri di pista ciclabile e creeremo un parcheggio pubblico per quasi 250 autovetture a disposizione di chi abita o di chi lavora nella zona». Ma le particolarità del progetto non si fermano qui: il sottopassaggio ferroviario di via Lago di Scanno, che a conferma dell'attenzione che la Progeco presta all'ambiente e alla salute sarà ricoperto di speciali ed innovative vernici anti-smog capaci di assorbire le polveri sottili, diventerà una vera e propria galleria a cielo aperto grazie all'installazione di oltre 20 opere che verranno realizzate in occasione dell'inaugurazione della struttura. Anche una semplice passeggiata diventerà così una suggestiva esperienza all'insegna dell'arte e del bello. E con un occhio sempre attento ai dettagli: tutti i materiali da utilizzare per la nuova pavimentazione stradale e per l’illuminazione pubblica sono stati scelti con grande cura, e perfino le varietà arboree sono state selezionate dopo attenti studi riguardanti l’irradiazione solare, la temperatura della zona e perfino il contenimento degli effetti allergici e la resa cromatica. «Non è importante il prestigio in sé, quanto il trucco che si nasconde dietro!», dice uno dei protagonisti del celebre film “The Prestige” di Cristopher Nolan. In questo caso, però, di trucchi nemmeno l'ombra: sono l'attenzione per la ricerca e per l'innovazione tecnologica, insieme ad un'estetica ispirata a princìpi di ariosità, leggerezza ed armonia, a rendere quello della Progeco Srl un progetto di riqualificazione urbana sostenibile tra i più avanzati in Italia. LE TORRI CAMUZZI E IL PONTE NUOVO Le Torri Camuzzi e il Ponte Nuovo sono le due strutture, l'una già esistente e l'altra ai nastri di partenza, che conferiranno al waterfront della città una nuova immagine, di grande suggestione e di straordinaria forza comunicativa. A distanza di soli 3 anni dalla posa della prima pietra, le Torri Camuzzi sono in procinto di essere inaugurate. Realizzati dalla Progeco Costruzioni, i due edifici più alti della città contengono al loro interno uffici ed abitazioni, un baby club, una sala conferenze, una palestra, una zona commerciale ed un ampio parcheggio esterno a disposizione di tutti i residenti della zona. Il progetto del futuristico ed utilissimo Ponte Nuovo invece, che unirà le due sponde del fiume Pescara, è ormai esecutivo. In breve tempo inizieranno i lavori per consegnare alla città, entro il 2013, un collegamento che sarà di grande utilità e comodità non solo per gli automobilisti ma anche per pedoni e ciclisti. 75 IMPRESE per Faieta Motor Company foto di Daniele Francavillese IL MIO NOME È YAMAHA La grande azienda giapponese e Gabriele Faieta sono legati da un vincolo professionale di lunga data. E oggi lavorano insieme alla conquista del mercato della Capitale A 76 (qui sotto) Gabriele Faieta in sella al nuovo TMAX, ultimo nato in casa Yamaha; (in queste pagine) alcuni particolari dello scooter ssociare il proprio nome a un prodotto è una scelta coraggiosa. E per Gabriele Faieta, oggi imprenditore di successo legato a doppio filo alla Yamaha, le scelte coraggiose non sono una novità. Risale al 1998 l'alba del sogno di Gabriele, meccanico delle due ruote col desiderio di mettersi in proprio, quando apre il suo primo punto vendita specializzato in motorini. E già la prima scelta coraggiosa, quella di offrire prodotti di nicchia, di distinguersi dalla massa. Poi un'altra decisione: puntare sulle moto. Il marchio Triumph arriva nel 1999; la ditta cresce, apre il salone di Silvi Marina e qualche anno più tardi, nel 2004, arrivano anche i gioielli del Sol Levante. E da quel momento le cose cambiano. È l'ora di una nuova decisione importante: lavorare solo con Triumph e Yamaha. Scelta che paga, perché Faieta apre in rapida successione una filiale a Giulianova, una a Chieti, una a Pescara; poi Lanciano, San Benedetto e infine, nel 2010, Roma, quella che Gabriele definisce la sua consacrazione e che oggi è il perno attorno al quale si costruisce il futuro dell'azienda. «Roma è un traguardo e un punto di partenza. È il mercato più importante d'Europa per gli scooter, che sono diffusissimi e si utilizzano tutto l'anno, con ampie marginalità sul post-vendita». Già, l'assistenza: un'altra scelta che paga. «Oggi, e specialmente in un momento di crisi come questo, in cui tutti i settori soffrono, è l'assistenza post-vendita che garantisce la sopravvivenza, e specialmente nell'automotive. Per questo abbiamo seguito una politica che privilegiasse la vendita diretta piuttosto che la distribuzione, per poter offrire servizi e fidelizzare il cliente, che oggi viene in concessionaria anche dopo il periodo di tre anni di garanzia». Merito di un team valido e di un'attenzione al cliente quasi maniacale: «Seguiamo tantissimo la clientela, che viene sempre avvisata quando ci sono promozioni o offerte, e garantiamo un'assistenza quanto mai scrupolosa. Tanto che oggi i proprietari di una moto preferiscono venire da noi piuttosto che rivolgersi a un meccanico, ancorché di fiducia». Questo perchè, a parità di costi, il trattamento che si riceve nel tempio Faieta è di gran lunga superiore a quello che si può ottenere altrove. «I nostri meccanici conoscono bene i prodotti, sono in formazione continua, sanno anche prevenire piuttosto che curare. E in questo modo il cliente si sente al sicuro». Le scelte coraggiose però non sono finite. Gabriele, per far fronte alla crisi, ha fatto appello a tutta la flessibilità del gruppo: ottimizzati i costi riaccorpando le sedi di Chieti e San Benedetto in quelle, rispettivamente, di Pescara e di Giulianova (che nel frattempo si è spostata in un salone più grande e più ricco), ha deciso di puntare sulla crescita del punto vendita capitolino. «La crisi passerà», dice Gabriele Faieta. «Ma non ora. Ora è il momento di stringere i denti e puntare alla qualità del servizio. Una cosa nella quale siamo piuttosto rodati. E aver fatto la scelta, in passato, di lavorare solo con Yamaha (azienda che è leader anche nel settore della nautica da diporto, come dimostrano i fuoribordo esposti nello showroom Faieta di Pescara, ndr) ci ha permesso di avere il suo sostegno in questo che è un momento difficile per tutti. E ci sostiene non solo perché abbiamo dimostrato il nostro valore in tutti questi anni, ma anche perché ormai, nell'immaginario di tutti, il nome Yamaha è legato indissolubilmente al nostro». 77 IMPRESE per DEL GIUDICE DEL GIUDICE IL PRIMO LATTE FRESCO NELLA BOTTIGLIA NATURALE Con un pack che utilizza materiale realizzato esclusivamente con derivati dalle piante, l’azienda molisana conferma la sua sensibilità alle tematiche ambientali e alle innovazioni di prodotto 78 Negli anni Novanta aprì la strada nel Centro-Sud al latte fresco di alta qualità, da oltre venti anni investe sulle raccolte punti come nessuno nei territori di riferimento, da alcuni mesi impiega nel ciclo produttivo solo energia da fonti rinnovabili. L’azienda Del Giudice ha conquistato così i consumatori, non solo con la qualità di un latte fresco ricco di virtù e sano, ma anche attraverso il ricorso costante all’innovazione nel portafoglio prodotti, nei confezionamenti, nella modalità di comunicazione e interazione con consumatori e stakeholders. E adesso, prima in Italia nel segmento del latte fresco, l’azienda lancia la bottiglia 100% naturale che tende una mano all’ambiente. La sigla chiave è PLA, acido poli-lattico, un materiale realizzato esclusivamente con derivati da una risorsa rinnovabile come le piante, molto più facilmente biodegradabile e con ottime doti di resistenza e maneggevolezza. Per realizzarlo non viene adoperata neppure una goccia di petrolio, in più nel ciclo di produzione, rispetto al PET, il materiale attualmente in uso nel settore, le emissioni di CO2 si riducono di circa il 60%. E non è un caso se per il debutto di questa rivoluzionaria bottiglia, Del Giudice ha scelto “Bio Fresco”, il latte che più di tutti simboleggia l’attenzione all’ambiente e ad un’alimentazione sana e nutriente. I risultati di una politica così lungimirante si sono visti nel tempo e si vedono tutt’oggi: partito da Termoli, sede dell’attuale insediamento produttivo, oggi infatti il marchio Del Giudice vanta importanti quote nel mercato lattiero-caseario e mette sul piatto della bilancia 12 Centri Fresco (dislocati in Abruzzo, Molise, Puglia, Lazio, Campania) con un’organizzazione logistico-distributiva di assoluto rispetto. Del Giudice con questo ulteriore salto di qualità ribadisce la sua vocazione ecologica, il rispetto per le sue terre, quelle stesse dove raccoglie quotidianamente un latte fresco dalle caratteristiche invidiabili. IMPRESE per SATURNO BEACH CLUB foto di Daniele Francavillese UN MARE DI FESTE PER TUTTI Bucciarelli. «Quando le cose si fanno a livello familiare», dice Marina, «la qualità dal punto di vista del servizio e dei prodotti offerti è decisamente migliore. Offriamo solo cibi genuini e caserecci». E non solo durante le occasioni speciali. Quando il sole tramonta lo stabilimento si trasforma: sui tavoli compaiono fantasiosi cocktail accompagnati da gustose stuzzicherie per dei ricchi aperitivi, consumati in un'atmosfera tranquilla e rilassante, in attesa del momento della cena. «Da quest'anno abbiamo deciso di variare il menù, tradizionalmente improntato a una cucina “di mare”, per proporre anche piatti Tutto il calore del Sudamerica nel locale della riviera pescarese, tra cerimonie e gastronomia. Un azzeccato mix di tradizione locale e fascino esotico in cui l'accoglienza e la qualità sono protagoniste C (in queste pagine) lo stabilimento Saturno e un originale allestimento per una festa 80 'è un po' di Sudamerica sul lungomare di Pescara: precisamente dal 2001, da quando cioè le sorelle Carla e Marina Bucciarelli insieme ai rispettivi mariti hanno deciso di rilevare lo stabilimento Saturno. Nate entrambe in Venezuela da genitori italiani, hanno studiato in Italia e poi sono tornate a Caracas, dove le attività imprenditoriali della famiglia comprendevano supermercati e panifici. Poi, la decisione di tornare in Italia: «Il Venezuela è un piccolo paradiso per un imprenditore» spiegano, «ma il clima politico e frequenti episodi di criminalità ci hanno spinto a tentare altre strade. È stata una scommessa, ma dopo dieci anni possiamo dire di averla vinta». Appena ne entrano in possesso, le sorelle Bucciarelli sottopongono lo storico stabilimento a un completo restyling interno ed esterno, ultimato solo nel 2006, e decidono di renderlo fruibile anche d'inverno, mettendolo a disposizione per la celebrazione di eventi di ogni genere: «Quella di organizzare feste» racconta Marina «è stata un'idea nata quasi per caso, che però ha dato i suoi frutti. Abbiamo cominciato quasi in sordina, poi il passaparola ha fatto il resto e ora abbiamo una programmazione fittissima, praticamente ogni settimana». Compleanni, battesimi, anniversari. «Prevalentemente abbiamo ospitato feste per bambini, ma siamo in grado di organizzare di tutto, per qualunque fascia di età; e naturalmente il cibo è tutto fatto in casa». La qualità è il principio che guida l'attività delle sorelle stabilimento sta certamente nel clima che le due sorelle hanno saputo creare attorno all'attività: «Siamo venezuelane, il nostro modo di fare è diverso e questo le persone lo sentono» sostiene Marina, «è un valore aggiunto. Le persone che si rivolgono a noi per organizzare una festa non sono le stesse che d'estate frequentano lo stabilimento, e questo ci fa piacere, perché vuol dire che siamo riuscite a comunicare anche al di fuori della clientela tradizionale. Che comunque ci dà tante soddisfazioni, perché ci segue da anni». Dimensione familiare, qualità del servizio e del cibo, un pizzico di esotismo: la ricetta perfetta. «Ma abbiamo intenzione 81 a base di carne, così da offrire una variante economicamente vantaggiosa rispetto agli altri locali della riviera» spiega Marina. «Naturalmente nell'elenco compaiono anche piatti tipici della cucina venezuelana, come il pabellon creollo, un piatto unico a base di riso bianco con fagioli neri, straccetti di carne, arepa –una focaccia di farina di mais– e platano». E le immancabili pizze. «Senza dimenticare la nostra gelateria, alla quale si affianca da quest'anno anche la nuova yogurteria». Il segreto del successo di questo di spingerci oltre» annuncia orgogliosa Marina. «Vogliamo fidelizzare ancor di più le famiglie, che sono state finora il nostro target principale, offrendo loro la possibilità di cenare in tranquillità mentre i bambini si divertono, attrezzando un'area giochi protetta di fronte all'area di ristorazione; e allo stesso tempo desideriamo allargare ad altre fasce di età la proposta sugli eventi, organizzando anche d'estate feste a tema per giovani e adulti». ENTI per COCA-COLA HBC ITALIA INCONTRI COCA-COLA HBC ITALIA commerciale. In occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, l’importante appuntamento del Programma Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) sulle problematiche connesse alla tutela ambientale, che si è tenuta il 5 giugno scorso, Coca-Cola HBC Italia ha dato il via all’iniziativa “Aperti Per Te”, un’opportunità per esplorare dal vivo il mondo Coca-Cola.Nell’ambito di tale iniziativa, l’impianto produttivo di Oricola (L’Aquila) ha aperto le porte al pubblico per tutta la giornata. Un momento speciale per tutti gli stabilimenti di Coca-Cola HBC Italia, da Nord a Sud, che durante la Giornata Mondiale dell’Ambiente hanno organizzato visite guidate ed eventi per testimoniare l’attenzione dell’azienda alle problematiche ambientali e illustrare i progetti realizzati negli ultimi anni. Per l’occasione, Coca-Cola HBC Italia ha attivato il sito www. apertiperte.it. SOSTIENE IRONMAN 70.3 ITALY L’azienda conferma la propria attenzione per il mondo dello sport ed il legame con l’Abruzzo dissetando i partecipanti del Festival Internazionale del Triathlon a Pescara (in questa pagina) foto di Salvatore Costa 82 C oca-Cola HBC Italia conferma ancora una volta la sua attenzione ai valori intrinseci dello sport e ad uno stile di vita attivo: domenica 10 giugno è stata infatti sponsor del Festival Internazionale del Triathlon a Pescara, gara che ha impegnato i partecipanti in una dura sfida fatta da 1,9 km di nuoto, 90 km di bici e 21,1 km di corsa. «Pescara, oltre ad essere scenario di una gara così affascinante, rappresenta per Coca-Cola HBC Italia il simbolo di un territorio importante che ospita l’azienda da decenni» afferma Alessandro Magnoni, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne CocaCola HBC Italia, che prosegue ricordando che «a poca distanza, ad Oricola, in provincia dell'Aquila, è presente uno dei principali siti di produzione di Coca-Cola in Italia e il legame 83 tra l’azienda e l’intera regione è solidissimo». Coca-Cola, da sempre vicina allo sport, ha sostenuto l'evento sportivo mettendo a disposizione dei partecipanti, nei punti di ristoro, Acqua Lilia e Powerade ION4, il nuovo sports drink isotonico che contiene quattro dei minerali che si perdono sudando, più una combinazione di carboidrati, per consentire di idratarsi efficacemente, ricostituendo rapidamente i nutrienti che il corpo perde durante l'esercizio. Powerade è disponibile anche nella versione ZERO zucchero senza calorie. L’iniziativa s’inserisce nel più ampio progetto varato da Coca-Cola HBC Italia, che la vede sempre più spesso protagonista accanto ai promotori di manifestazioni sportive e non, di carattere nazionale e locale. Nel 2011 l’azienda ha sostenuto circa 100 eventi, che complessivamente hanno coinvolto più di 2milioni e mezzo di persone. Si tratta di avvenimenti che interessano non solo i territori nei quali hanno sede gli impianti produttivi dell’azienda ma anche quelli che sono raggiunti (il 95% del totale nazionale) dalla sua rete (in questa pagina) foto di Salvatore Costa INCONTRI INCONTRI La pasta abruzzese conquista il Cibus Tra le 41 aziende regionali presenti al Salone internazionale dell’alimentazione di Parma, i pastifici locali seducono palati ed importatori europei ed asiatici. Ottimo riscontro anche per le produzioni di olio e formaggi, che si mostrano competitivi su tutti i mercati di Alessandra Di Luca 86 Le prelibatezze culinarie provenienti da tutta Italia, e non solo, sono state le protagoniste della sedicesima edizione del “Cibus”, il Salone internazionale dell’alimentazione che si è svolto a Parma dal 7 al 10 maggio scorsi. Tanti i prodotti in vetrina del d’Abruzzo che ha allestito un’area espositiva di 360 metri quadrati, all’interno del padiglione 6. Per valorizzare e promuovere le eccellenze alimentari abruzzesi dell’industria e dell’agricoltura erano presenti aziende produttrici di svariati prodotti, dalla pasta il pastificio Fratelli De Luca di Chieti Scalo ha fatto bella mostra delle sue paste “colorate” con peperoncino, funghi, tartufi, pomodoro e spinaci, nero di seppia, catturando l’attenzione di molti importatori e potenziali clienti, sia italiani che stranieri food dolce e salato, pronti a conquistare l’interesse degli addetti ai lavori, ovvero dei numerosi importatori provenienti soprattutto dall’Europa del Nord (Germania, Svizzera, Austria) ma anche dal mercato asiatico, in particolare giapponesi. Quarantuno le aziende abruzzesi presenti, rappresentate dal consorzio Agire Polo di Innovazione agroalimentare e dall’Associazione regionale allevatori. La presenza abruzzese è stata coordinata dal Centro Interno delle Camere di Commercio al “Cibus”, il Salone internazionale dell’alimentazione che si è svolto a Parma dal 7 al 10 maggio scorsi, hanno partecipato 41 aziende abruzzesi, ospitate in un'area espositiva di 360metri quadrati all’olio extravergine di oliva, dai sughi ai tartufi, dai salumi ai prodotti dolci e salati da forno, vino, conserve e derivati dai prodotti orticoli. Per non parlare dei formaggi, fra i principali protagonisti della manifestazione per l’ottimo successo raccolto, che si è tradotto in veri e propri riconoscimenti. È il caso ad esempio dell’azienda “La tua fattoria” di Ennio di Francesco (Serramonacesca) che si è aggiudicata, con il suo pecorino, il secondo premio della prima edizione del concorso caseario “Alma Caseus”, in cui sono stati selezionati circa 200 formaggi provenienti da tutta Italia. «Abbiamo raccolto le impressioni dei nostri produttori, che sono molto soddisfatti dei riscontri ottenuti, anche oltre le aspettative» ha detto Silvio Di Lorenzo, presidente del Centro Interno delle Camere di Commercio d’Abruzzo. «A dimostrazione del fatto che, nonostante la crisi, con le nostre produzioni di qualità, dalla pasta all’olio extravergine di oliva, dalle conserve ai salumi ai prodotti dolci e salati da forno, possiamo essere altamente competitivi su tutti i mercati». Grande successo anche per le aziende abruzzesi che hanno acquistato spazi espositivi singoli e di più grandi dimensioni come i pastifici “Delverde”, che ha catturato l’attenzione con i suoi ottimi assaggi di pasta cotta, “Cocco”, noto ai più per l’artigianalità dei suoi prodotti, e il più famoso “De Cecco”, fra i leader mondiali del settore pasta. Grande successo anche nel settore dolciario con l’azienda pescarese “Falcone”, che ha legato il suo nome al “Piacere”, torta caratteristica nata come omaggio al poeta pescarese Gabriele D’Annunzio, ma anche ai suoi gustosi cantuccini, e con l’aquilana “Sorelle Nurzia”. L’antica casa di produzione dolciaria, fondata nel 1835 e famosa per il torrone al cioccolato, ha presentato, oltre ai prodotti sviluppati in 200 anni di storia, le novità a base di cioccolato ai professionisti del food italiani ed esteri. Il riscontro del pubblico è stato notevole –spiegano dall’azienda– sia per le specialità classiche di Nurzia sia per la nuova linea “Cioccolatini”. «Ora siamo pronti per la prestigiosa fiera internazionale di Washington DC, il Summer Fancy Food Shoow» spiegano i vertici di Sorelle Nurzia. Si tratta del più grande evento del nord America dedicato al Food & Beverage (1719 giugno), dove vengono esposti circa 200mila prodotti da 2.400 espositori provenienti da 80 Paesi. «L’Abruzzo piace all’estero» ha commentato l’assessore regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo «e lo dimostrano i dati dell’export, che nel 2011 hanno segnato un +12,3%, circa un punto in più rispetto alla media italiana. Ora l’impegno delle istituzioni è supportare efficacemente questo comparto attraverso la promozione e la tutela delle produzioni, e per questo abbiamo reso disponibile una dotazione di 5 milioni di euro sul biologico, parte dei quali già assegnati, e fondi importanti anche sulla ricerca per l’innovazione e la certificazione di qualità e sicurezza nel sistema agroindustriale attraverso l’accordo tra il Polo di Innovazione Agire e il Distretto Agroalimentare IT.QSA. Abbiamo recentemente attivato il “Marchio Abruzzo”, che caratterizzerà i prodotti abruzzesi di qualità, e sarà avviata un’intensa attività di promozione attraverso la Misura 1.3.3 del Piano di Sviluppo Rurale con 6,3 milioni di intervento pubblico, che diventeranno circa 10 con la quota privata, per diffondere il consumo dei nostri prodotti e ampliare gli sbocchi di mercato». E se i più grandi hanno riscosso successo in fiera, anche le aziende abruzzesi più piccole hanno portato a casa risultati positivi ed hanno colto l’occasione per presentare al Cibus le novità produttive. Nuovo packaging e stand molto colorato per il pastificio Fratelli De Luca di Chieti Scalo, che in fiera ha fatto bella mostra delle sue paste “colorate” con peperoncino, funghi, tartufi, pomodoro e spinaci, nero di seppia, catturando l’attenzione di molti importatori e potenziali clienti, sia italiani che stranieri. Soddisfatto anche il produttore di carote, Alessandro Aureli, la cui attività ha sede ad Ortucchio, nell’Aquilano. Diretta da tre fratelli, l’azienda nata nel 1968 produce prodotti freschi, prodotti di quarta gamma, succhi, purè e concentrati. Aureli si sta già preparando a volare in Giappone per un’altra importante fiera dell’agroalimentare dove, a suo avviso, si riescono ogni volta ad intercettare buoni clienti. Non da ultimo, infine, l’ottimo olio abruzzese, apprezzatissimo in fiera. Singolare quello prodotto dall’azienda agricola Tommaso Masciantonio di Casoli, che accanto al tradizionale olio, rigorosamente d’oliva, ne produce altri aromatizzati ad esempio al cedro o all’arancio, ideali per condire i crudi di pesce. 87 INCONTRI per DELVERDE INCONTRI Olio, lusso e Fantasia DELVERDE STAR DEL CIBUS CON I CAMPIONI OLIMPICI Innovativo e originale, il packaging adottato dall'azienda di Raiano rafforza la qualità del prodotto e fa incetta di premi nei concorsi nazionali Il pastificio abruzzese ha incantato la Fiera di Parma con la nuova linea fresca e il concorso “Il sapore della Vittoria”. Intanto, con il Taste of Italy Tour negli Stati Uniti, l'azienda ha ottenuto titoli sul New York Times e sull'International Herald Tribune (da sinistra) Simone Collio, Alessandra Sensini e Andrea Baldini, alcuni dei testimonial del Delverde Team, che saranno a Londra per i giochi olimpici 88 gli atleti ai fornelli con la conduttrice televisiva Tessa Gelisio in occasione del Cibus di Parma G rande interesse per le iniziative di Delverde a Cibus, la più importante fiera nazionale dedicata all’agroalimentare, che si è svolta a Parma nel mese di maggio. Il pastificio abruzzese ha conquistato l’attenzione dei visitatori con la presenza presso il suo stand di alcuni dei testimonial sportivi del Delverde Team, gli olimpionici Alessandra Sensini (windsurf), Andrea Baldini (scherma), Simone Collio (atletica) che rappresenteranno l’Italia alle prossime olimpiadi Londra 2012. Gli atleti sono intervenuti anche per promuovere il nuovo concorso Il Sapore della vittoria, cui si può giocare, fino al 30 giugno, sul sito Delverde, inserendo i codici delle prove d’acquisto, con in palio il soggiorno della durata di un weekend a Londra durante l’ultima fase del periodo olimpico (dal 10 al 13 agosto) e numerosi kit di prodotti Delverde, comprensivi di un bauletto con formati di pasta mista, una t-shirt e un ricettario. Al Cibus, Delverde ha inoltre presentato la sua nuova linea di pasta fresca, la prima ed unica in formati “giganti”: maniche, paccheri, calamari, spaghettoni, conchiglioni, racchiusi in comode vaschette sigillate in atmosfera protetta e realizzati con gli stessi ingredienti della pasta secca e la stessa trafilatura in bronzo, preparati tutti i giorni al momento dallo chef Nicola D’Alonzo e presto in vendita nella grande distribuzione. E anche i tre campioni si sono simpaticamente cimentati nella preparazione di una gustosa ricetta (paccheri con ricotta, zafferano e zucchine), insieme a Tessa Gelisio, la conduttrice di “Cotto e Mangiato”, in un simpatico “Cooking show”, che è stato ripreso dalle telecamere di Rete 4 ed è andato in onda il 26 maggio scorso, nell’ambito di un servizio dedicato alle più interessanti novità del Cibus 2012. Non hanno potuto essere presenti a Parma, per impegni lavorativi, ma saranno a Londra con il Delverde team anche Tania Cagnotto, nota campionessa di tuffi e Simone Parodi, pallavolista della nazionale italiana, fresco di scudetto con la Lube Macerata. Intanto il pastificio abruzzese, che realizza all’estero circa il 60% del suo fatturato, sta portando avanti con successo un tour negli Stati Uniti con il suo Food Bus attrezzato con cucina professionale, insieme con Lucini CO., produttrice di olio extravergine di oliva e di una gamma di condimenti, e acquisita dalla capogruppo nel 2010, con il coinvolgimento di altre aziende alimentari di primissimo piano presenti in Nord America con marchi noti dell’alta qualità gastronomica italiana come Auricchio, Caffè Vergnano, Ferrarelle, Montosco, Beretta, Locatelli, Zonin e Olis. Il progetto, denominato Taste of Italy Tour, ha ottenuto il patrocinio dalla Camera di Commercio Americana in Italia, e sta riscuotendo grande entusiasmo negli States, tanto che anche le più importanti testate americane, il New York Times e l’International Herald Tribune, hanno dedicato ampio spazio all’iniziativa che, avviata ad aprile, ha visto la sua tappa conclusiva il 17 giugno al Fancy Food di Washington. alcuni tra gli importanti articoli dedicati dalla stampa americana al Taste of Italy Tour di Delverde e Lucini 89 Il destino nel nome, dicevano i latini. E Sandra Fantasia, titolare insieme al padre Francesco dell'omonima azienda agricola di Raiano, di fantasia (e di olio) ne ha da vendere. Con una semplice quanto sapiente strategia di marketing ha nobilitato il prodotto di famiglia, “vestendo” l'olio con l'abito dello champagne, alla conquista di fasce alte di mercato. E l'operazione, che oltre all'estetica guarda anche alla qualità del contenuto, è riuscita alla perfezione: lo testimoniano i premi intascati dall'azienda in primis al Sol di Verona (medaglia di bronzo nella categoria oli con fruttato leggero) e in secundis a Lorolio 2012 in quel di Loreto Aprutino (primo premio per il packaging), premi che si aggiungono al terzo posto all'Orciolo d'Oro di Gradara - 13° Concorso Nazionale Oli extra vergini di oliva Biologici e ai riconoscimenti di guide di prestigio (Tre Foglie sulla guida Gambero Rosso e Tre Gocce sulla guida Slow Food). «Lo champagne, simbolo di qualità, di lusso e di eleganza, ha ispirato il nostro prodotto» ha spiegato Sandra Fantasia. «Siamo i primi ad associare il mondo olivicolo a quello del lusso, ma il nostro olio è accessibile a tutti. Semmai abbiamo dato l'opportunità a chi lo desidera di fare un regalo utile, bello e originale». (qui sopra) Sandra Fantasia riceve la medaglia di bronzo al Sol 2012; (in alto) l'innovativo packaging dell'olio INCONTRI INCONTRI A Pescara il primo EuropeDay 90 Un giovane su tre tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro: un dato niente affatto nuovo, che ciclicamente si inasprisce per la componente femminile. Sulla necessità per questi ragazzi di guardare alle opportunità che arrivano dall’Europa ha voluto puntare i riflettori il primo convegno nazionale “EuropeDay - Giovani, Lavoro, Imprese” organizzato di recente da Confindustria a Pescara. Oltre 400 studenti delle scuole superiori hanno partecipato all’incontro, nell’auditorium De Cecco, promosso con l’obiettivo di delineare le opportunità per i giovani nel campo dei programmi europei di scambio, formazione e lavoro, e per le imprese con i finanziamenti dell’Unione Europea, e ancora le opportunità di sviluppo, ricerca e innovazione e dei partenariati internazionali pubblici privati. L’incontro ha affrontato i temi del turismo multimediale telematico con la sponda europea dell’altra parte dell’Adriatico e dei programmi di mobilità, tirocini e lavoro in Europa, con gli interventi, tra gli altri, di Salvatore Messina, rettore dell’Università Europea del Turismo di Tirana, dello scrittore Alessandro Rosina, docente alla Cattolica di Milano, di Francesco Delzio, manager e scrittore, già direttore nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria, e di Massimo Sargiacomo, prorettore dell’università d’Annunzio, oltre al presidente del consiglio regionale Nazario Pagano e l’assessore regionale al Lavoro Paolo Gatti. Promotore dell’iniziativa, il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Pescara, Alessandro Addari. (m.d.p.) Il “camper della salute” di Farmatua Sensibilizzare la popolazione ad una corretta esposizione al sole, prevenendo patologie anche di grave entità. È questo l’obiettivo della terza edizione di “Viaggio sul camper della salute” promosso da “Farmatua”, network di farmacie presenti tra Abruzzo, Marche e Molise. Avviata a maggio, l’iniziativa prevede che anche per il mese di giugno un camper faccia tappa nelle principali piazze in cui sono dislocate le farmacie della rete, per offrire gratuitamente il controllo dei nei e l’esame del fototipo, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sui rischi di insorgenza del melanoma. Le visite sono effettuate dallo staff del professor Paolo Amerio, dirigente della Clinica dermatologica di Chieti e docente universitario alla d’Annunzio. «Una corretta prevenzione può portare considerevoli risparmi nella sanità» spiega Luca Toro (nella foto di Stefano Caraccio), amministratore delegato della Safar, cooperativa di farmacisti con 290 soci. «Le farmacie possono svolgere un ruolo fondamentale in tal senso, poiché sono radicate nel territorio e possono portare avanti la loro missione che è quella di lavorare sulla salute dei cittadini». (a.d.l.) Chieti, 96 lavoratori premiati nel nome di Dino Di Vincenzo La diciottesima edizione del Concorso Fedeltà al Lavoro e al Progresso Economico della Camera di Commercio. Riconoscimento speciale anche per il manager Vito Gamberale la consegna del premio speciale a Vito Gamberale Commercianti, artigiani, dipendenti, piccole imprese dei settori dell’edilizia, dell’agricoltura, della cooperazione: sono stati 96 in totale i nomi insigniti quest’anno del tradizionale Premio Fedeltà al Lavoro e al Progresso Economico della Camera di Commercio di Chieti, giunto alla 18esima edizione. Un’edizione speciale quella celebrata lo scorso 20 aprile, nella quale l’ente ha voluto ricordare la figura dell’imprenditore Dino Di Vincenzo, scomparso a febbraio, che è stato presidente dell’ente camerale dal 1999 al 2009. A lui è stato assegnato il Premio speciale alla memoria “per il ruolo decisivo avuto nel rilancio della Camera di Commercio e per il suo essere, fino alla fine, imprenditore ed uomo delle istituzioni con l’instancabile ed indefessa laboriosità che lo ha sempre contraddistinto”. A caratterizzare l’edizione 2012 del concorso è stato anche il premio speciale a Vito Gamberale, manager di primo piano del panorama economico nazionale, di origini abruzzesi e molisane, che ha portato l’industria italiana delle telecomunicazioni tra le prime al mondo e che oggi è impegnato in attività di investimenti nel settore delle infrastrutture. Ma il Premio è stato anche l’occasione per elencare ancora una volta gli importanti progetti in cui è impegnata la Camera di Commercio di Chieti: in primis il Campus dell’Automotive, e poi la valorizzazione dei porti di Ortona e di Vasto, la Costa dei trabocchi, e ancora la valorizzazione dei centri storici in chiave commerciale e turistica. Quanto a tutti i singoli lavoratori e alle imprese che hanno sfilato sul palco ritirando il riconoscimento, il presidente dell’ente camerale, Silvio Di Lorenzo, ha tenuto a precisare che sono «espressione della più sana imprenditoria, quella che rappresenta l’ossatura dell’economia, del sociale, del vissuto quotidiano, quello silenzioso e non abituato ai prosceni e alle grandi manifestazioni». Di seguito l’elenco dei premiati. Lavoratori dipendenti che hanno prestato ininterrotto servizio alle dipendenze della stessa azienda industriale, commerciale, agricola, della pesca, artigiana o di servizi con un minimo di 25 anni e dipendenti di pubblici esercizi: Michelini Giuseppe, Chieti (alla Trafilerie Meridionali Srl per 39 anni), Tortora Camillo, Torino di Sangro (alla Denso Manufactoring Italia Spa per 38 anni), Del Signore Salvatore, Chieti (alla Synergo Srl, Casa di Cura privata Spatocco, da 35 anni), Bevilacqua Luigi, Vasto (all’Enel Distribuzione Spa per 34 anni), Crisante Emidio, Cepagatti (alle Cartiere Burgo Spa per 31 anni), Rulli Domenico, Altino (alle dipendenze di Spinelli Luigi da 31 anni), Antichi Nicola, Atessa (alla Sevel Spa da 30 anni), De Leonardis Camillo, Tocco da Casauria (alla Ponterosa Srl da 29 anni), Candeloro Carmine, Francavilla al Mare (alla F.lli Catena Snc da 28 anni), Celiberti Filippo, Altino (alle dipendenze di Spinelli Luigi da 28 anni), 91 INCONTRI Il presidente della Camera di Commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo 92 TEMPO LIBERO Evangelista Liquori Snc, Di Rico Ennio, Pica Antonio, Micomonaco Rocco, Montanaro Ottavio, Pizzi Umberto, Malandra Severino, Autocarrozzeria D'Andrilli Gennaro di Carlo e Angelo D'Andrilli Snc, Minicucci Camillo, Antenucci Carlo, Cianciosi Carmine, Ucciplast Srl, Di Ludovico Gabriella, Di Muzio Alberto, Salvischiani Maria Assunta, Tilm Giuliani S.A.S. Di Leonardo Giuliani & Figli, Marangoni Pietro, Turli Filiberto, S.E.I.M. Snc, Bellano Dionisio, Granatello Italo, Bracciale Gino, Di Meo Gino & Serano Rosetta Snc, Meuco Gocciolatoi Srl, D'Achille Rosa, Pasta Fresca Margherita di Cilli Claudio, Lucci Vincenzo Antonio, Pasquarelli Francesco, Chiavaroli Alberto, D'Aloisio Dino, Ruggieri e D'Amario Snc, Di Giacomo Roberto, Perinelli Fernando & Marco Srl, Di Menno Di Bucchianico Ernesto, D'Amelio Domenico & C. Snc, I.Te.M. di Di Camillo Salvatore e Morgione Angelo Snc, Travaglini Domenico, Lucci Angelo, Di Prato Enrico, Di Marzio Claudio, Pepe Roberto, Nuova Edilizia di Capone Gianni, Industria Molitoria Larcinese Snc, D'Alessandro Angelo, Belfiglio Nicola, Di Nardo Donato. Aziende industriali che nell’ultimo quinquennio hanno innovato, totalmente o in parte, il sistema di produzione conseguendo una maggiore produttività rendendosi più competitive nel mercato interno e internazionale: Cometa Spa. Titolari di brevetto per invenzione industriale di particolare interesse o valore sociale conseguito negli ultimi 5 anni: D’Alcini Franco. Ferrarini Carlo, Casalincontrada (alle Cartiere Burgo Spa per 26 anni), D'Orazio Antonio, Archi (alle dipendenze di Spinelli Luigi da 25 anni). Piccole imprese industriali, commerciali, agricole o di servizi con più di 30 anni di ininterrotta attività: Teate Mutua Europea Società Cooperativa, Trappeto Cooperativo di Vasto, Armatori e Pescatori Società Cooperativa di Pescatori, Tinari Pietro, Bomba Wanda, Robuffo Sestino Nicola, Fabrizio Antonio, Ponterosa Srl, Torricella Giovannina, D'Adamio Eliana, Di Pasquale Domenico e Figli Snc, Sabella Mobili Snc di Sabella Raffaele e Roberto, Nanni Maria Nicola, Di Santo Paolo, Di Martino Anna Giovina, Nanni Levino, Pensione Serafini Snc, Mucci Bruno, Nunziato Vittorio, Arte Legno di Cocco Camillo & C. Snc, Mammarella Tosè Guido & C. Snc, Genobile Grazia, Staniscia Luigi, F.Lli Mascioli Snc Di Mascioli Antonio & Mascioli Camillo, Claudio - Hotel Ristorante Il Tiglio, Atlante Costruzioni Srl, Piscicelli Luigi, Camping Le Morge di Mucci Adina, Officina Meccanica Renzetti Snc di Gabriele e Nicola Renzetti, Di Vincenzo Bambina, C.M.I. Tieri Srl, Marchetta Giuseppe, Gruppo Mucci Srl, Azienda Speciale Multiservizi "Chieti Solidale", F.Lli Iezzi Snc, D'Angelo Alvaro & C. Sas, Nanni Nicola. Aziende artigiane iscritte all’Albo con la famiglia Di Vincenzo ritira il premio alla memoria dell'imprenditore recentemente scomparso più di 25 anni di ininterrotta attività: Parco Avventura la cultura della montagna Ecco come un’attività imprenditoriale a Guardiagrele è diventata un’oasi escursionistica di primo livello, punto di riferimento per aziende, associazioni e scuole grazie all’attenzione per l’istruzione e la formazione di Noemi Trivellone Spinto da una forte motivazione personale, abbinata ad un coerente percorso di studi ed esperienze, nasce nel 2002 il Parco Naturale Majella Group come attività imprenditoriale con lo scopo di diffondere la cultura della montagna. Il parco si trova in località Piana delle Mele - Guardiagrele (Chieti), in una bellissima zona adatta per escursioni a piedi, con zona picnic e baita con ristorante e bar. Con il tempo l'organizzazione cresce e nel 2005 assistiamo alla creazione del Parco Avventura, immerso nel Parco Nazionale della Majella, con circa 100 atelier sospesi in altezza, che diventa una grande fonte di divertimento per grandi e piccini: si tratta di percorsi acrobatici tra gli alberi, differenziati per fasce d'età. Nel 2010 si avvale di nuovi appassionati anche per la formazione, così da diventare un mezzo in grado di consentire di veicolare messaggi di cultura, formazione e tecnica professionale, di legalità, di sicurezza, ambiente e salute. La tipologia di attività proposte ha reso l'organizzazione un punto di riferimento per scuole, aziende di grandi e piccole dimensioni, associazioni, appassionati della natura e turisti; inoltre si stanno concentrando le risorse per garantire l'accesso alle attività naturalistiche a ragazzi diversamente abili, rendendo i percorsi adatti anche alle loro esigenze. Questo è un luogo in cui tutti hanno l'opportunità di vivere una giornata diversa dal solito: per le scuole e le famiglie si propone un percorso in altezza con più di 130 giochi tra gli alberi, rimanendo nella massima sicurezza grazie all'assistenza di personale qualificato; c'è poi la possibilità di formazione outdoor per aziende ed organizzazioni, per creare una squadra, riunire agenti e venditori, migliorare il clima aziendale e supportare i dirigenti nelle proprie scelte. In estate si svolgono campi estivi per i ragazzi dai 6 ai 16 anni d'età con soggiorni immersi nella natura. Le proposte sono davvero numerose, dalle attività naturalistiche a quelle sportive, ludiche e formative, per crescere e socializzare nei contesti di media montagna: escursionismo, arrampicata, torrentismo, orienteering e montagna sicura, campo tenda e campo grotta, ciaspolata sulla neve, family trekking e nordic walking. Per quanto riguarda l'istruzione, ci sono progetti per la scuola dell'infanzia fino alla scuola secondaria di primo e secondo grado, laboratori didattici e creativi per bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni. Tutte le attività naturalistiche devono essere prenotate almeno una settimana prima dalla data d'inizio. Per info e prenotazioni: 392.0011200; [email protected] 93 LIFESTYLE LIFESTYLE Le “Metafore dell’assenza” in mostra Si è conclusa con un gran successo di pubblico la mostra “Metafore dell’assenza” di Livio Gentile & Umberto Sorbo, allestita fino allo scorso maggio nella sede de L’Officina (L’Arte e i Mestieri) di Giulianova. L’evento ha ospitato letture parallele di paesaggi e situazioni attraverso l’esposizione dei dipinti di Livio Gentile (nella foto), designer e progettista d’interni, e delle fotografie di Umberto Sorbo, architetto, designer e fotografo. Temi compositivi predominanti, il mare ed i luoghi costieri, ora nella loro interezza ora con un punto di vista capace di isolarne il dettaglio. Pubblico delle grandi occasioni per il restyling della 94 Porsche Boxster 981 “Spirito indipendente”: è questo il motto scelto per il lancio del nuovo modello Porsche Boxster 981. La presentazione dell’ultima nata ha fatto tappa di recente al Centro Porsche Pescara dove, a salutare i numerosi ospiti richiamati dalla suspense creata intorno all’evento, c’era lo staff capitanato dal responsabile marketing Claudio Zito, affiancato dal responsabile vendite Marco Dell’Elce, dalla responsabile customer relationship management Franca Addante, con i consulenti vendite Enrico Castaldi e Mario Di Nocco (nella foto). Dopo la proiezione di un video emozionale ed effetti speciali, gli appassionati ospiti hanno potuto ammirare la nuova Boxster S, in versione nera, che si presenta più leggera e muscolosa, più imponente ed attenta ai consumi. Nella storia della Porsche Boxster il cambio di generazione non era mai stato così radicale: la roadster due posti fa il suo ingresso sul mercato con una carrozzeria in struttura leggera completamente nuova e un telaio interamente rielaborato. Il peso decisamente ridotto, il passo allungato, la carreggiata più larga e i cerchi maggiorati aumentano ulteriormente la dinamica di guida di questa sportiva con motore centrale, grazie anche al nuovo servosterzo elettromeccanico. Le nuove Boxster si caratterizzano per performances ottimizzate e consumi ridotti fino al 15%. In base al modello, infatti, consumano meno di 8 litri di carburante per 100 km. La nuova Boxster mantiene ciò che annuncia il radicale restyling con sbalzi ridotti, parabrezza in posizione più avanzata, silhouette più piatta e linee tese. Sopra i passeggeri si stende la capote elettrica interamente riconfigurata. Il nuovo concetto degli interni offre più spazio ai passeggeri e riflette la nuova filosofia progettuale Porsche con la parte anteriore del tunnel ascendente, ripresa dalla Carrera GT, e riproposta in tutti i modelli, per un'ergonomia ottimizzata. Nuove tendenze L’invasione dei braccialetti Cruciani È il trend del momento e promette già di diventare il “must” dell’estate 2012: il braccialetto realizzato ad ago in pizzo macramè griffato Cruciani colora trasversalmente i polsi di vip, politici e imprenditori, starlette e ragazzine, ma anche di un più eterogeneo pubblico adulto che in genere non si piega alle mode “facili”. Se in Abruzzo i braccialetti con i quadrifogli portafortuna e le farfalle (è l’ultima collezione dell’azienda umbra) sono arrivati già dallo scorso anno a Pescara nella gioielleria Cazzaniga (rivenditore ufficiale), per questa stagione sembrano aver definitivamente conquistato, nelle loro innumerevoli varianti di colore, anche chi non è scaramantico e non si è semplicemente affidato ai quadrifogli perché simbolo di fortuna. Un “Giro per la vita” fa tappa a Pescara Valorizzare lo stile di vita del mare come modello di sviluppo sociale ed economico sostenibile: è l’obiettivo di “Un Giro per la vita”, manifestazione itinerante lungo le coste italiane che dall’11 al 13 maggio ha fatto tappa anche Pescara. Il primo giro d’Italia ecologico in barca a vela con Sly 42 Fun e in auto con Porsche Panamera S Hybrid è così approdato al porto turistico (nella foto) dove incontri, convegni ed appuntamenti per grandi e piccoli hanno caratterizzato la tre giorni pescarese della manifestazione che promuove lo sviluppo sostenibile lungo le coste e le strade, l’utilizzo di mezzi innovativi, il consumo di cibi a kilometri zero, nuovi stili di vita e cultura dell’ambiente. L’iniziativa, che si conclude l’8 luglio (la carovana si è messa in movimento il 30 aprile scorso), è promossa dalla Associazione ASD Jancris, con la partnership di Porsche Italia e Sly Marine, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, Lega Navale Italiana, Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, Centro Internazionale Radio Medico, Assonautica, Eurispes, Acegas Aps, Centro Sportivo Italiano e, in ambito locale, con il sostegno del Comune e della Provincia di Pescara, del “Marina di Pescara” e della Camera di Commercio. 95 Senza titolo-1 1 24-05-2012 17:14:38 BIMESTRALE- ANNO VI N.13 € 2,00 All’interno - IL RAPPORTO SOS IMPRESA DI CONFESERCENTI - Così la criminalità si infiltra nelle aziende abruzzesi Abruzzo Economia - giugno / luglio 2012 GIUGNO / LUGLIO 2012 Paolo Bocci TED Ingegneria dei Sistemi videoconferenza e telefonia del futuro L’INDAGINE DI CONFINDUSTRIA Innovazione al palo NUOVI POLI: ECCO PALM A Teramo nasce la rete del mobile ECONOMIA DELLA CULTURA Ripartire dall’impresa creativa