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All’interno - IL RAPPORTO SOS IMPRESA DI CONFESERCENTI - Così la criminalità si infiltra nelle aziende abruzzesi
Abruzzo Economia - giugno / luglio 2012
GIUGNO / LUGLIO 2012
Paolo Bocci
TED Ingegneria dei Sistemi
videoconferenza
e telefonia del futuro
L’INDAGINE
DI CONFINDUSTRIA
Innovazione al palo
NUOVI POLI: ECCO PALM
A Teramo nasce la rete del mobile
ECONOMIA DELLA CULTURA
Ripartire dall’impresa creativa
Senza titolo-1 1
24-05-2012 17:14:38
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SOMMARIO
giugno - luglio 2012
COVER STORY
TED Ingegneria dei Sistemi
La rivoluzione della comunicazione
20/25
EDITORIALE
5
OVERVIEW
Rubriche
Carmela Remigio, voce senza confini
12
OPINIONI
Alumni Bocconi
14
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
La formazione? È un gioco
17
COMUNICAZIONE DIGITALE
Welcome to the new normal age
18
PRIMO PIANO
Confesercenti, il rapporto di Sos Impresa 26
Le imprese non fanno più innovazione 29
Speciale Salone della Ricostruzione
32
ABRUZZO ECONOMIA giugno - luglio 2012
• Chiuso in redazione il 12 giugno 2012
• Foto di copertina Andrea Straccini
Direttore responsabile
Monica De Panfilis
[email protected]
In redazione
Raffaella Quieti Cartledge
Fotografie
Andrea Straccini, Daniele Francavillese
39
40
42
45
46
GREEN ECONOMY
Il fotovoltaico sposa il low profit 7/11
ABRUZZO NEL MONDO
2
Artigianato, via 580 imprese
Teramo capofila del Polo del legno Turismo natura, il trend dell'estate
Saga
Ordine dei Commercialisti di Chieti
49
52
54
55
56
58
FOCUS
L'impresa creativa
61
ENTI
Il PSR, questo sconosciuto Camera di Commercio di Pescara
64
66
Coca Cola sostiene Ironman 70.3
La pasta abruzzese al Cibus 2012
Delverde
Olio, lusso e Fantasia
Pescara, il primo EuropeDay
Farmatua, il “camper della salute”
Chieti, 96 lavoratori premiati
Parco Avventura, la cultura della montagna 93
LIFE STYLE
Rubriche
68
Impaginazione
Mirus
Tel. 085 4219414 fax 085 4513951
[email protected]
Contributi e articoli
Piero Menoni, Alessandra Di Luca, Noemi Trivellone,
Alessandra Troilo, Pietro Curzio, Antonio Spinelli
Editore
Abruzzo Economia Srl
Autorizzazione del Tribunale di Pescara n.11 del
02/08/07, iscrizione al ROC n.16091
Ufficio pubblicità
Lara Cacciagrano
[email protected]
Redazione
Via delle Caserme, 85 - 65127 Pescara
82
86
88
89
90
90
91
TEMPO LIBERO
IMPRESE
Pescara Gas
72
74
76
78
80
INCONTRI
BANCHE E FINANZA
La Caripe ricomincia da Pino Mauro
BCCA di Cappelle
Un milione in meno per le imprese
Groupama, l'assicurazione che cambia BCC di Castiglione Messer Raimondo Car.Da Energia
Progeco Costruzioni
Faieta Motor Company
Del Giudice
Saturno Beach Club
Stampa
D’Auria Printing S.p.a.
La tiratura di questo numero è di 20.000 copie
94
EDITORIAL
EDITORIALE
Monica De Panfilis
Sarà un’estate in trincea quella delle imprese abruzzesi. A far paura, adesso, sono le ferie
perché, dice Confindustria, chi può dire quante aziende riapriranno dopo le vacanze estive?
La previsione degli industriali, supportata da cifre e dati che trovate in questo numero di
Abruzzo Economia, è che molte non rialzeranno la saracinesca abbassata almeno per la
tradizionale pausa di Ferragosto.
Le imprese falliscono persino in quello che doveva essere il cantiere più grande d’Europa,
L’Aquila (a ben tre anni e più dal sisma): qui a parlare sono rimasti solo i numeri della crisi
e –su tutti– il dato della disoccupazione. Ci sono oltre 1.000 pratiche di ricostruzione non
pagate che pesano sulle spalle di almeno 400 imprenditori; ci sono 14 milioni di euro
fermi, denuncia Confartigianato, mentre le aziende non riescono più a mettere insieme gli
stipendi e a salvaguardare i posti di lavoro. Il Governo centrale si è impegnato a riaprire la
partita entro l’estate. L’estate è arrivata.
Così finisce che si arriva all’ultima delle rese dei conti: quando non si respira più, quando
il fiato si fa insopportabilmente troppo corto, anche dopo averlo “allenato” in una vita di
lavoro, la crisi finisce per uccidere. Colonnella, Cepagatti, Pescara: è da qui che l’economia
abruzzese è finita nelle pagine di cronaca nera. Ma questa è la crisi che uccide da Nord
a Sud, quella crisi di cui si muore anche nelle regioni più ricche d’Italia, quella che porta,
incredibile a dirsi, a licenziare i propri figli. Quei figli assunti nell’azienda di famiglia con
la certezza –se non per loro per chi altri?– di averne blindato il futuro: e invece via tutti e
via anche loro. Senza poter raccontare a nessuno quanto ci vuole per crescere un figlio e
instradarlo alla vita, prima, e allo studio e al lavoro, dopo.
5
OVERVIEW MEDIA
ECONOMY SVELA I PROGETTI DELLA WALTER TOSTO
“Scalderò anche Cuba”. Il settimanale Economy racconta così,
in un articolo di due pagine nel numero 18 del 25 aprile scorso,
l’attività del gruppo di Chieti, in un’intervista a Luca Tosto,
amministratore delegato delle attività di famiglia. È l’America
Latina il prossimo obiettivo dei produttori di grandi impianti di
caldareria per il settore oil & gas: Brasile, Colombia, Messico,
mentre, svela Luca Tosto, si investe sul nucleare.
VILLA MAIELLA SU PANORAMA
Il settimanale Mondadori ha recensito nel numero del 9 maggio scorso il ristorante
albergo Villa Maiella di Guardiagrele, che ha trovato posto nel consueto spazio
“Extra” dedicato ogni settimana da Panorama ai buoni ristoranti d’Italia. Al centro
dell’articolo, la “patata farcita su crema d’aglio rosso di Sulmona”, della quale
Fiammetta Fadda, autrice del testo, scrive: “è incredibile cosa può venir fuori da
questi umili ingredienti”, svelando la “straordinaria cucina” di Peppino e Angela
Tinari e del figlio Arcangelo.
7
TVLOWCOST ITALIA SU ECONOMY
“La frontiera per comunicare no frills” è il titolo del dossier che Panorama Economy nel numero
22 del 23 maggio dedica a TvLowCost Italia, che ha sedi operative a Pescara, Milano e Macerata.
Il settimanale Mondadori intervista il direttore generale Monica Astrologo, che insieme a Michele
Russo ha siglato una partnership con la francese TvLowCost, network internazionale di agenzie
specializzate nella creazione di pacchetti pubblicitari a costi contenuti per aziende piccole e medie.
«È molto importante chiarire che low cost non vuol dire low quality» dice Monica Astrologo ad
Economy. «D’altra parte Easy Jet o Ikea, hanno dimostrato come si possano offrire prodotti o
servizi di qualità puntando alla soddisfazione del cliente con il metodo “no frills” (senza fronzoli)».
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LA QUALITA’ DEGLI ELETTRODOMESTICI
È un dossier di 4 pagine quello con cui Il Sole 24 Ore del 23 maggio scorso, nell’inserto Impresa &
Territori, racconta che “La ricostruzione deve fare i conti con la burocrazia”. A tre anni dal sisma
dell’Aquila, con 300 cantieri ancora fermi in attesa di partire e le imprese “soffocate da
adempimenti, ritardi e inefficienze della pubblica amministrazione”, il quotidiano di Confindustria
scatta una fotografia di cosa ancora è fermo e di cosa si sta muovendo in quello che doveva
essere il più grande cantiere d’Europa. Nelle 4 pagine di Rapporti 24 / Territori, dedicate questa
volta all’Abruzzo, si fa il punto sulla ricostruzione economica del capoluogo di regione,
spiegando perchè può fare da volano all’intero territorio, ma non solo. Il viaggio de Il Sole
24 Ore nella ricostruzione, infatti, passa anche per il Campus dell’Automotive e per il
manifatturiero (“Sotto la Maiella i big della pasta dribblano la crisi”), il farmaceutico e l’Ict.
In chiusura di dossier, la denuncia dell’Ance: “Arenati nelle carte 300 cantieri”.
OVERVIEW
OVERVIEW
TERAMO, CONVENZIONE PER IL CREDITO DEI FORNITORI DEL COMUNE
Per le imprese che hanno svolto la loro attività per il Comune di Teramo e che subiscono ritardi nei pagamenti, la giunta
municipale guidata dal sindaco Maurizio Brucchi (nella foto) ha approvato lo schema di convenzione per il sostegno al
credito dei fornitori dell’ente, attraverso la cessione dei crediti a banche o intermediari finanziari. La convenzione
consentirà lo smobilizzo pro soluto dei crediti vantati dai fornitori del Comune fino al 100% dell’importo e con
contratti di valore unitario superiore a 20mila euro.
L’elenco delle banche aderenti sarà pubblicato sul sito internet dell’ente. Le imprese interessate potranno indirizzarsi
agli uffici del settore economico-finanziario del Comune per ottenere ogni informazione necessaria ad attivare la
richiesta di cessione creditizia.
TERCAS-CARIPE E CNA, PATTO PER LE PMI
8
Sono 20milioni di euro i fondi messi a disposizione delle piccole
e micro-imprese, nel 2012, dal gruppo bancario Tercas-Caripe
ed erogati attraverso Fidimpresa Abruzzo, il confidi del sistema
regionale Cna, grazie ad un accordo siglato tra l’istituto di credito e
la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media
impresa. Le risorse finanziarie destinate alle imprese, in un momento
segnato proprio dalla particolare difficoltà nel loro accesso al credito,
sono destinate al sostegno della ripresa del nostro sistema produttivo;
in particolare, la quota finalizzata agli investimenti beneficerà di
condizioni particolarmente favorevoli.
CCIAA TERAMO, UN BANDO
PER LA PROMOZIONE DEL TERRITORIO
Scade il 20 dicembre prossimo il bando promosso dalla Camera di
Commercio di Teramo per i sussidi e i contributi alle iniziative promozionali
finalizzate allo sviluppo socio-economico del territorio. Gli ambiti per i quali
sono previsti contributi sono quelli connessi alle iniziative finalizzate alla
promozione e alla commercializzazione di prodotti nel mercato interno
ed estero, alla diffusione dell’innovazione tecnologica e della qualità, alla
valorizzazione delle risorse umane e della cultura imprenditoriale, alla
promozione e valorizzazione delle produzioni, delle tipicità, del territorio,
con un’attenzione particolare rivolta all’incremento dei flussi turistici.
PREMIO CONFINDUSTRIA ABRUZZO GREEN, C’È LA PROROGA
È stata prorogata al 30 giugno la scadenza per la presentazione delle domande di partecipazione al “Premio Confindustria Abruzzo Green”. Per
poter essere selezionate le imprese operanti nel territorio abruzzese devono compilare la domanda di partecipazione (sul sito www.confindustria.
abruzzo.it) specificando l’ambito per il quale concorrono (processo, prodotto o servizio “green”) e descrivendo sinteticamente l’innovazione
adottata per raggiungere gli obiettivi di eco-efficienza. Le domande vanno inviate a: [email protected][email protected].
CONFINDUSTRIA L’AQUILA E ABI
INTESA PER LA LIQUIDITÀ
Sostenere la liquidità delle imprese, attenuare le tensioni finanziarie,
promuovere la patrimonializzazione e i processi di crescita a breve, medio
e lungo termine: sono gli obiettivi dell’intesa siglata tra Confindustria
L’Aquila e Abi, l’Associazione Bancaria Italiana, a sostegno del credito.
L’accordo prevede la sospensione del pagamento della quota capitale
delle rate dei finanziamenti a medio-lungo termine (mutui) e della quota
capitale di leasing immobiliare (12 e 6 mesi), l’allungamento della durata
dei finanziamenti a medio-lungo termine (mutui), l’allungamento a 270
giorni delle scadenze delle anticipazioni su crediti verso clienti e a 120
giorni delle scadenze del credito agrario di conduzione, finanziamenti
connessi ad aumenti di mezzi propri realizzati dall’impresa. Nella provincia
dell’Aquila hanno aderito le maggiori banche del territorio.
LA CARIPE TROVA
LA MEDAGLIA DELLA NASCITA
DELLA PROVINCIA DI PESCARA
Risale al periodo dell’istituzione
della Provincia di Pescara, avvenuta
nel 1927, la medaglia d’oro che è
stata trovata nel caveau della Banca
Caripe. Il prezioso oggetto, su cui
è impresso il gonfalone dell’ente
e compare la scritta “Provincia di
Pescara 12 gennaio 1927”, è stato
donato lo scorso 22 maggio dal
direttore della Caripe, Bruno Presidente, al presidente della
Provincia Guerino Testa (nella foto).
ALLA CONFCOMMERCIO DI CHIETI C’È UNO SPORTELLO D’AIUTO
Agevolare le problematiche di accesso al credito, semplificare i pagamenti fiscali, interagire con uno psicologo: sono le opportunità
messe a disposizione di commercianti e imprenditori dallo sportello d’aiuto e di ascolto voluto dalla Confcommercio di Chieti,
guidata da Angelo Allegrino (nella foto). È operativo nelle sedi Confcommercio presenti nel capoluogo teatino, a Francavilla al
Mare, a Lanciano e a Vasto. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il braccio operativo femminile «Terziario donna».
LA PROVINCIA DI PESCARA IN PIAZZA PER IL LAVORO
In migliaia hanno affollato nei giorni del 2 e 3 maggio scorsi la “piazza del Lavoro” organizzata dalla Provincia
di Pescara per far conoscere le opportunità del settore, anche nel campo della formazione.
Nel padiglione, allestito in piazza della Rinascita, sono stati riproposti sportelli, servizi e uffici operativi dell’ente,
così da dare a giovani, iscritti ai Centri per l’Impiego, disoccupati, studenti delle scuole superiori e universitari la
possibilità di avvicinare esperti del Fondo Sociale Europeo per avere informazioni sui bandi in corso o appena
avviati dalla Provincia. Complessivamente almeno 2.500 persone hanno visitato gli stand dei servizi al lavoro,
mentre 1.000 utenti hanno usufruito dei servizi portati in piazza dall’assessorato al Lavoro, guidato da Antonio
Martorella (nella foto a sinistra).
Nell’area dedicata alle aziende, 16 organismi formativi, due associazioni (Assoweb Italia e Crealavorogiovani) e otto
imprese (Di Tieri, Kimberly-Clark, Chiusa Grande, Crmp, Main Adv, Biomasse Refeel, Axa Assicurazioni, New Way)
che operano sul territorio nazionale e regionale nel campo delle telecomunicazioni, della green economy, della
produzione e dei servizi alle imprese, hanno incontrato centinaia di persone. In particolare, per le selezioni aziendali,
275 sono stati i colloqui monitorati dagli uffici dei Centri per l’Impiego per la selezione di personale da inserire in
azienda. Il tutto mentre, nell’area JOB Meeting, si sono svolti 12 laboratori, cui si sono iscritte complessivamente 342
persone, molte altre invece hanno seguito le lezioni offerte da specialisti sulle tecniche per la ricerca del lavoro.
QUATTRO DOCENTI DELL’UNIVERSITÀ DELL’AQUILA TRA I CENTO “TOP ITALIAN SCIENTISTS”
Ci sono quattro docenti dell’Università dell’Aquila fra i 100 “Top Italian Scientists”, secondo la valutazione della Via-Academy (consultabile in www.topitalianscientists.
org/Top_italian_scientists_VIA-Academy.aspx). Si tratta della preside della Facoltà di Medicina Maria Grazia Cifone, del direttore del Dipartimento di Scienze e
Tecnologie Biomediche Gianfranco Amicosante, del docente della Facoltà di Ingegneria Antonio Mecozzi e della docente della Facoltà di Biotecnologie Anna Maria Teti,
inseriti nel censimento degli scienziati di maggior impatto internazionale stilato secondo il valore di h-index, numero che racchiude sia l'attività di ricerca sia l'impatto
della produzione scientifica secondo il numero delle citazioni ricevute.
CCIAA L’AQUILA, È NATO IL COMITATO PER L’IMPRENDITORIA GIOVANILE
All’interno della Camera di Commercio dell’Aquila si è costituito il Comitato per l’imprenditoria giovanile della provincia. È composto da giovani
rappresentanti indicati dalle associazioni di categoria presenti in seno al Consiglio camerale. Presidente del Comitato è stato eletto Riccardo Savella
(Confcommercio Imprese per l’Italia), vice presidente vicario Enrico Coppa (Abi Regione Abruzzo) e vice presidente Giuseppina De Simone (Coldiretti
L’Aquila). Al neo nato organismo hanno aderito Confcommercio Imprese per l’Italia, Cna L’Aquila, Cna Avezzano, Confartigianato L’Aquila, Confartigianato
Avezzano, Confindustria L’Aquila, Apindustria L’Aquila, Ance L’Aquila, Abi Regione Abruzzo, Coldiretti L’Aquila, Confagricoltura L’Aquila, Cia Provinciale
L’Aquila, Agci Associazione Generale Cooperative Italiane, U.N.C.I. L’Aquila, Confcooperative L’Aquila.
GLI IMPRENDITORI UNDER 35 DI CONFESERCENTI
Sono quasi 18mila gli imprenditori abruzzesi con meno di 35 anni e si concentrano nella provincia di Chieti, con 5.080 aziende. Per rispondere alle nuove
esigenze del tessuto imprenditoriale, Confesercenti lancia il Comitato dei Giovani Imprenditori, battezzato a Pescara lo scorso 30 maggio dal presidente
nazionale, Vincenzo Schiavo, e dal coordinatore, Lino Busà. Alla guida del Comitato un gruppo coordinato da Piero Giampietro (portavoce) e composto da
un delegato per provincia: Fabrizio Corazzini (Pescara), Danilo D’Urbano (Chieti), Domenico Venditti (L’Aquila) e Daniele Erasmi (Teramo).
9
OVERVIEW [CHI-VA-DOVE]
CONFINDUSTRIA ABRUZZO
Mauro Angelucci (nella foto) è
stato confermato presidente di
Confindustria Abruzzo nel corso
della riunione della Giunta tenutasi
lo scorso 27 aprile a Pescara. Alla
presenza, tra gli altri, dei presidenti
delle associazioni ed Unioni Industriali
di Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo,
della Piccola Industria, dei Giovani
Imprenditori, dell’Ance Abruzzo. Angelucci, 48 anni, nato a Torre de’
Passeri, sposato con 4 figli, è socio della Oma Group, di cui è anche
marketing, business & development manager.
CENTRO STUDI DEL CONSIGLIO NAZIONALE
DEGLI INGEGNERI
10
Maurizio Vicaretti (nella foto),
presidente dell’Ordine degli
Ingegneri della provincia di
Pescara, è stato eletto nel
Consiglio Direttivo del Centro
Studi del Consiglio Nazionale
degli Ingegneri. Per il prossimo
quinquennio, quindi, rappresenterà l’Abruzzo nell’importante istituto
di categoria che effettua un costante monitoraggio delle attività
legislative, giurisprudenziali ed economiche inerenti l’ingegneria in
Italia e all’estero. L’ingegner Vicaretti, componente della Consulta
Centro che rappresenta Abruzzo, Molise, Lazio e Umbria, fa parte di
un consesso di 8 consiglieri. La curiosità: è la prima volta che un
consigliere del Centro Studi non supera i 50 anni di età.
CONFARTIGIANATO TERAMO
Luciano Di Marzio è stato confermato alla guida della Confartigianato
Teramo. Il presidente prosegue la sua attività affiancato ancora anche dal
vice presidente Aldo La Barbera. In giunta sono stati riconfermati, invece,
Ferdinando Malatesta e Marco Calabrese, mentre il nome nuovo è quello
di Giacomo Proietto.
OVERVIEW [CHI-VA-DOVE]
SLOW FOOD PESCARA
Per la prima volta arriva una donna
alla guida di Slow Food Pescara:
Annamaria D'Eusanio (nella foto) è il
nuovo fiduciario della Condotta, nata
nel 1987, che oggi è la più numerosa
d'Abruzzo con circa 200 soci. Da
sempre impegnata nella promozione
di iniziative legate alla cultura del cibo
ed all'enogastronomia, D’Eusanio è
stata eletta all'unanimità. Raccoglie
il testimone da Remo Bellucci, fiduciario dal 2007 ad oggi. Rinnovato
anche il Comitato di Condotta Slow Food Pescara, con undici membri:
oltre ad Annamaria D'Eusanio ne fanno parte Francesco Agostini, Simone
Angelucci, Marco Cirillo, Averino Di Campli, Daniela Di Fonzo, Tommaso Di
Rino, Mimmo Morra, Andrea Paci, Annalisa Paolini e Giacomo Sinibaldi.
CARIPE
Il professor Giuseppe Mauro,
economista e docente universitario
(nella foto), è il nuovo presidente
di Banca Caripe. È stato eletto
lo scorso maggio dopo le
dimissioni dell’ex presidente
Guglielmo Marconi, conseguenza
del commissariamento della
capogruppo Tercas da parte della
Banca d'Italia (si veda servizio nelle
pagine interne).
BCC DI CAPPELLE SUL TAVO
FIAVET
Agostino Ballone è anche per il prossimo triennio il presidente
regionale della Fiavet Abruzzo e Molise. La riconferma è arrivata nel
corso dell’assemblea teramana della Federazione italiana associazioni
imprese viaggi e turismo che ha anche eletto il Consiglio Nazionale,
composto da Agostino Ballone, Piero Di Renzo, Angelita De Renzis,
Davide Ballone, Irene Coccaro, Sandro Chiacchiaretta.
Il presidente Agostino Ballone ha nominato la sua giunta: è composta
da Maurizio Amoroso, Roberto Napoleone e Luigi Baiocco.
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO
Maria Caramelli, veterinario, già direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, sarà il nuovo direttore generale dell’Istituto
Zooprofilatico sperimentale ”G. Caporale” di Abruzzo e Molise. Manca ancora l’ufficialità poichè, per poter procedere alla nomina, occorrerà prima un
passaggio legislativo nel Consiglio regionale d’Abruzzo. Lo Zooprofilattico oltre alla storica sede di Teramo, ha anche una base operativa a Termoli.
Il prorettore dell’università d’Annunzio,
Massimo Sargiacomo (nella foto), è uno
dei cinque componenti del Comitato
ordinatore della Scuola sperimentale
di dottorato internazionale Gran
Sasso Science Institute (Gssi). Le
nomine sono arrivate lo scorso
maggio direttamente dal ministro
per l’Istruzione, l’Università e la
Ricerca, Francesco Profumo. Fanno parte del Comitato ordinatore
anche Richard Michael Burdett, Mario Calderini, Eugenio Coccia e
Paola Inverardi. Il Comitato opera a titolo gratuito e presenta, con
riferimento all’attività svolta, una relazione al ministro.
Michele Borgia (nella foto) ancora alla guida della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul
Tavo. L’assemblea annuale dei soci tenutasi lo scorso 22 aprile a Montesilvano ha confermato all’unanimità
la fiducia al presidente e al Consiglio d'amministrazione, con un mandato della durata di altri tre anni.
Nel Cda siedono Michele Blasiotti, Ludovico Ciavarelli Marcozzi, Pierino Di Tullio, Mario Di Berardino,
Antonio Domenicone, Filippo Falconio, Antonio Gabriele, Marino Padovani, Antonio Pavone e Marco Sciarra.
Presidente del consiglio sindacale, Flavia Novello. Gli altri componenti sono Francesco Belardinelli, Piero
Redolfi, Giuseppe Cetrullo e Massimo Ivone. Il presidente del Collegio dei probiviri è l'avvocato Dante
Angiolelli. I componenti sono Leonello Brocchi, Pasquale Tribuzio, Natascia Di Giambattista, Alfonso Di
Giacomo.
CNA AVEZZANO
L’imprenditrice Franca Sanità è il nuovo presidente della Cna provinciale
di Avezzano. È stata eletta all’unanimità e per acclamazione in occasione
dell’assemblea straordinaria convocata per l’elezione del nuovo presidente
in sostituzione del dimissionario Ruggero De Amicis. Con l’elezione
di Franca Sanità diventano quattro le donne che fanno parte degli otto
componenti della presidenza. L’assemblea ha anche provveduto ad
eleggere vicepresidente vicario l’imprenditore Francesco D’Amore ed ha
confermato gli altri membri Tonino Teodori e Concezio Di Giamberardino.
Giovanni Bianchi è stato eletto presidente onorario.
GRAN SASSO SCIENCE INSTITUTE
BCC SANGRO TEATINA
Pier Giorgio Di Giacomo (nella foto) è stato confermato per un altro triennio alla presidenza
della Bcc Sangro Teatina. La riconferma è avvenuta nel corso dell’annuale assemblea dei
soci che si è svolta lo scorso primo maggio ad Atessa. Nell’occasione si è provveduto
al rinnovo di tutte le cariche sociali: il Consiglio di amministrazione è composto, oltre
che dal presidente Pier Giorgio Di Giacomo, dai consiglieri Nicola Apilongo, Vincenzo
Cinalli, Franco Di Nucci, Danilo Di Paolo, Nicola Giuliani, Alberto Paolini, Maria Teresa
Santini, Alfonso Tambanella, Ida Campanella, Alfredo Iovacchini; il Collegio sindacale
dal presidente Vincenzo Pachioli, dai sindaci effettivi Gabriele Bascelli e Remo Bello,
dai sindaci supplenti Antonio Zinni e Carmine Di Federico. Per il Collegio dei probiviri,
presidente Ermanno Alfonsi, probiviri effettivi Angelina Zeffiro e Alessandro Geniola,
probiviri supplenti Annamaria D’Onofrio e Anna Rosa Moscatiello.
BCC TERAMO
Cristiano Artoni è il nuovo presidente della Banca di Teramo di Credito Cooperativo. Da 14 anni nel Cda, imprenditore nella distribuzione
editoriale, prende il posto di Antonio Tancredi, recentemente scomparso. Ecco il nuovo Cda: Primo Pompilii vicepresidente, Alessandro Maria
Caccia vicepresidente, Aladino de Paulis confermato vicepresidente vicario, Franco Cifoni, Sandra Di Giacinto, Franco Eugeni, Ennio Marcozzi
e Alberta Ortolani consiglieri.
11
ABRUZZO NEL MONDO
ABRUZZO NEL MONDO
Carmela Remigio
la voce abruzzese
che non ha confini
STORIA DI UN SOPRANO DI FAMA INTERNAZIONALE
di Raffaella Quieti Cartledge
[email protected]
A quattordici anni inizia a studiare canto per migliorare la sua tecnica
di violinista e si scopre quasi per caso talento: il resto è storia
di una passione che dominerà tutta la sua vita
12
Carmela Remigio ha iniziato a studiare canto presso il Conservatorio di Musica di Pescara
Prima del nostro incontro, Carmela Remigio mi avvisa che non potrà
dedicarmi più di 30 minuti. La sua voce deve riposare ed il tempo che
può concedere ad un'intervista è necessariamente limitato. Nei giorni
che precedono la rappresentazione (nel caso specifico si tratta del Don
Giovanni alla Royal Opera House di Londra), la soprano si sottopone ad
una preparazione fisica simile a quella di un atleta. La dieta è restrittiva,
la voce deve essere centellinata, ed il fisico non può sottoporsi a
grandi sforzi, in attesa della “maratona” della performance. Prima dello
spettacolo, sono necessari due giorni di riposo totale.
Signora Remigio, cosa ci si aspetta oggi da una star dell'opera,
prima e durante una rappresentazione?
«Le visite della città dove mi trovo sono limitate ad un paio d'ore. Ho
la necessità fisica di rispettare i miei due giorni di riposo appena prima
della performance. Se sono in forma, mi concedo una visita in un museo.
Anche lo sport, nel mio caso, non è compatibile con il lavoro. Al contrario
delle donne, i cantanti lirici vanno quasi tutti in palestra. Il protagonista
di Don Giovanni è oramai inevitabilmente muscoloso. E spesso ha un
gruppo di fedelissime che accorrono a contemplare i suoi muscoli. Nel
nostro mondo l'immagine ha assunto un ruolo sempre più di rilievo,
rispetto ad una volta. Oggi viene imposta una forma snella, in linea con
i personaggi di cui si sostiene la parte: se interpreti Violetta o Mimì devi
essere credibile anche fisicamente. Non vieni più scritturato se hai un
peso che supera quello che il regista considera adeguato al personaggio.
Devi cantare bene, essere musicale ed avere presenza scenica e teatrale.
Oltre naturalmente ad avere una grande professionalità».
Quale tipo di pubblico segue le sue rappresentazioni?
«Il nostro pubblico è molto vario. Le tematiche dell'amore, un sentimento
universale che non passerà mai di moda, attraggono anche molti
giovani. I quali, con mio grande piacere, vengono spesso nei camerini
a conoscermi. In un'epoca in cui tutto passa velocemente, andare tre
ore al teatro a sentir parlare di amore, sofferenza, pianti e melodrammi,
la dice lunga sul tipo di spettatori che apprezzano l'opera. Si tratta di un
pubblico molto rispettoso che, diversamente da quello del pop, apprezza
e segue l'artista in modo discreto. Se ti riconoscono per strada, osservano
la situazione per diversi minuti per capire se sia il caso di avvicinarsi e
dirti che ti hanno vista al teatro».
Come si manifesta la crisi della cultura nei teatri dell'opera?
«Come in tutti i lavori la crisi provoca una maggiore selezione del
personale.
In questa congiuntura economica, i grandi teatri continuano a resistere
ma sono costretti a ridurre le produzioni. In Italia una volta si producevano
sette/otto titoli all'anno. Oggi siamo ridotti a due o tre. A Londra invece
Carmela Remigio inizia a studiare il violino all'età di cinque anni e
soltanto dopo alcuni anni intraprende lo studio del canto presso il
Conservatorio di Musica di Pescara, con il baritono Aldo Protti. Dopo
essersi diplomata in canto lirico, si perfeziona con Leone Magiera. Nel
1992 si aggiudica il primo premio del concorso vocale Luciano Pavarotti
International Voice Competition di Philadelphia. Debutta diciannovenne
al Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo in Alice di Giampaolo
Testoni.
Dal 1997 è stata spalla di Pavarotti in oltre settanta concerti in
giro per il mondo: Royal Albert Hall di Londra, la Carnagie Hall di New
York, Parigi, Miami, Dublino, Beirut (davanti a 40.000 persone), Seoul,
Bucarest, Auckland. Collabora costantemente con importanti direttori
quali Claudio e Roberto Abbado.
la crisi economica è sentita in maniera limitata nel nostro settore. I teatri
vengono gestiti diversamente, e sostenuti da investimenti di aziende
private che beneficiano di detrazioni fiscali. Nel nostro Paese i privati non
sono incoraggiati a sponsorizzare produzioni teatrali, in particolare quelle
operistiche, perché non vige questo sistema di vantaggi fiscali. In Spagna,
dove attualmente si soffre di una crisi economica ancora più grave di
quella italiana, il Gran Teatre du Liceu, il teatro dell'Opera di Barcellona,
ha avuto difficoltà di recente (ndr, il Liceu è stato costretto a chiudere
per due mesi, in un tentativo del management di tagliare costi, avendo
accumulato un deficit di 3,7 milioni di euro in seguito ai tagli dei sussidi
da parte del governo spagnolo e alla diminuzione di sponsorizzazioni. In
totale ha cancellato 27 rappresentazioni e licenziato 395 persone dello
staff). Non possiamo permettere che lo stesso avvenga in Italia».
Quali strade bisogna intraprendere per evitare di far precipitare
i nostri teatri in una situazione simile a quella del Liceu di
Barcellona?
«Le agevolazioni fiscali rappresentano una soluzioni immediata ed
efficace. Faciliterebbero la nascita di nuovi sponsor, e si darebbe un
nuovo impulso alla forma d'arte che rappresenta forse più di ogni altra la
storia dell'Italia.
Le opere più rappresentate nel mondo, la Traviata, la Boheme, la Tosca,
ed altri cinquanta titoli, sono italiane. La lirica ha spesso contraddistinto
la presenza italiana nel mondo. Il teatro dell'opera costituisce una
componente notevole della nostra eredità culturale, perché mostra al
pubblico internazionale opere scritte duecento anni fa. Gli stranieri si
appassionano alle storie raccontate dall'opera, e spesso vogliono venire in
Italia ad assistere alle nostre rappresentazioni teatrali. Il Teatro di Firenze
(Maggio Musicale Fiorentino), una delle istituzioni culturali artistiche più
prestigiose d'Italia, negli ultimi anni ha ridotto il suo cachet. Si è stati
costretti ad una politica di economia negli allestimenti scenici. Come nel
grande ed attualissimo dibattito tra austerità ed espansione economica,
l'austerità nella gestione della crisi della cultura non basta, e non porta
da sé al risanamento dei conti. Bisogna espandere il pubblico e cercare
nuove fonti di sostentamento finanziario».
Dove bisogna cercare la soluzione ai problemi dei costi elevati di
gestione dei teatri dell'Opera?
«I costi delle produzioni sono estremamente elevati, tra l'orchestra,
il coro, i cantanti, i tecnici, ci sono centinaia di persone al lavoro. Le
entrate, incluse quelle dei più grandi teatri, non sono sufficienti a
coprire tali costi.
Sono stati consultati esperti di economia per gestire la crisi dei teatri.
Non sono riusciti a trovare una soluzione. Il problema non è quello di far
quadrare il bilancio ma di portare più soldi. Con l'attuale carenza di fondi
disponibili, viene giustamente data priorità a realtà come ad esempio
quelle ospedaliere».
Quale aspetto del suo lavoro la appassiona?
«Contrariamente a quello che si potrebbe immaginare non considero
l'applauso finale come il momento che mi porta maggiore soddisfazione.
Ieri sera ho ricevuto un applauso dopo aver terminato un'aria. È stato
il risultato del lavoro di anni. La parte che mi appassiona è il momento
della creazione. Quando si pensa, si studia, si prova. Ed interpretando
l'autore personalmente, allo stesso tempo si crea. Contestualmente
provo molta soddisfazione quando collaboro con i grandi professionisti
del settore. Sono appena tornata da Los Angeles dove ho lavorato su una
produzione del Don Giovanni. Il celebre architetto Frank Gehry ha creato
un palcoscenico monocromatico e ricoperto da imponenti forme astratte,
con cubi bianchi ed una scala nel mezzo. L'orchestra è stata diretta da
Gustavo Dudamel ed i costumi sono stati realizzati dalle stiliste Kate e
Laura Mulleavy, della pluripremiata casa di moda Rodarte».
Quale tratto della sua personalità l'ha aiutata a raggiungere il
successo?
«Per arrivare a livelli eccellenti bisogna mettersi in discussione con onestà
e mai smettere di studiare. Perché il nostro lavoro non si improvvisa. Tutto
è pesato. Ogni suono o movimento o gesto. Penso che la caparbietà, un
tratto che considero tipicamente abruzzese, mi abbia sostenuta nel voler
raggiungere un esito eccellente. Spesso noi abruzzesi non ci mettiamo in
gioco se non sappiamo di poter compiere il nostro lavoro con la massima
professionalità».
Lo scorso anno ha ricevuto il Premio “Ambasciatori d’Abruzzo nel
mondo” conferitole dal Consiglio Regionale d’Abruzzo. Qual è il suo
legame con la nostra regione e come ha vissuto questo momento
della sua carriera?
«Questo premio mi ha resa felice perché ho un forte legame con la
mia regione. Il fatto che sia sempre in viaggio rafforza ancora di più
questo legame.
In aggiunta, nell’ottobre 2010 il sindaco di Pescara mi ha consegnato
anche il premio “Ciatté d’oro”, la massima onorificenza cittadina
assegnata dalla municipalità di Pescara, città nella quale ho scelto di
mantenere la mia residenza».
13
OPINIONI
OPINIONI
La crisi nella P.A.
ALUMNI BOCCONIALUMNI
necessita di un supporto
organizzativo e formativo
di Alessandra Troilo - consulente Consul Service - BAA
Pietro Curzio - consulente Consul Service
14
Alessandra Troilo
Pietro Curzio
I processi di trasformazione che oggi coinvolgono tutte le
amministrazioni pubbliche necessitano di un supporto operativo
nella gestione associata dei servizi, nella valutazione delle
performance e nel miglioramento organizzativo. Una necessità
della quale si discute da tempo, non a caso posta al centro di un
recente seminario organizzato a Chieti su iniziativa della Consul
Service, dal titolo “Proiettare la Pubblica Amministrazione oltre la
crisi”. L’evento si è inserito in un progetto avviato dalla Consul
(www.consul-service.net) rivolto, in particolare, agli enti locali, a
sostegno dei quali la società propone interventi continui, mirati,
concreti, sia sul piano organizzativo che su quello formativo,
nell’ambito dei quali gli stessi dipendenti pubblici sono chiamati
a svolgere un ruolo da protagonisti. L’analisi delle politiche e
del management della pubblica amministrazione è affidata alle
parole del professor Elio Borgonovi, docente dell’Università
“L.Bocconi”, che sottolinea la demotivazione così largamente
diffusa oggi negli enti pubblici a causa, in particolare, delle
campagne delegittimanti condotte proprio in coincidenza
dell’introduzione di meccanismi tesi a valorizzare il merito e
l'incentivazione; l’inadeguatezza dei mezzi economici e le
generiche accuse rivolte al personale, che hanno fortemente
indebolito le pur lodevoli intenzioni riformatrici.
In tale contesto è necessario imprimere agli interventi riformatori
un nuovo significato: recuperare la dignità del lavoro all'interno
delle istituzioni e rafforzare le missioni delle amministrazioni
pubbliche.
Di particolare interesse è l’orizzonte istituzionale nel quale si
colloca questo scenario, che vuol configurare una nuova idea
di Amministrazione, rappresentata non solo dall’ente locale o
dall’ufficio statale, ma da una linea continua di soggetti, enti
pubblici, fondazioni, associazioni di volontariato, imprenditoria,
ciascuno di essi impegnato, pur con ruoli diversi, a garantire ai
cittadini la soddisfazione dei loro diritti essenziali.
«Naturalmente» conclude il professor Borgonovi «una tale
prospettiva richiede un impegno, da parte delle amministrazioni
locali, a seguire, giorno per giorno, l’andamento dell’economia,
la qualità dei servizi offerti, la sinergia tra i soggetti operanti.
E, per giungere a tali obiettivi, occorre investire nelle persone,
nella formazione, incoraggiare le innovazioni, ricostruire il
senso d’identità all'interno della pubblica amministrazione,
recuperare il senso del lavoro comune per tutti, stimolare la
collegialità del lavoro».
Eugenio Amoroso
Area Leader Alumni Bocconi Abruzzo
Il punto di vista del mondo imprenditoriale è affidato alle parole
di Paolo Primavera, presidente di Confindustria Chieti, il quale
richiama l’attenzione sui pesanti costi che l’inefficienza della
pubblica amministrazione comporta per le imprese e, più in
Il punto di vista del mondo
imprenditoriale è affidato alle parole
di Paolo Primavera, presidente
di Confindustria Chieti, il quale
richiama l’attenzione sui pesanti
costi che l’inefficienza della pubblica
amministrazione comporta per le
imprese e, più in generale, per il
sistema economico
generale, per il sistema economico. Il presidente Primavera
entra nel merito delle questioni, soffermandosi, così per
esempio, sui problemi legati ai tempi della giustizia civile, per
i quali il nostro paese si colloca nel mondo al 156esimo posto,
pur disponendo del più alto numero di tribunali ed avvocati.
BOCCONI
La BAA, Bocconi Alumni Association, è la community
dei Laureati, Master e Phd della Università Bocconi
e della sua School of Management, la SDA
Bocconi. Grazie alla BAA, gli oltre 82.000 ex allievi
Bocconi diventano parte integrante di un network
internazionale, che mantiene vivo e prezioso con idee
e progetti di cooperazione fra loro, il mondo Bocconi
e le business community locali. Sono 74 le città in
Italia e all’estero sedi di numerosi eventi e occasioni
di incontro; in Abruzzo la BAA è presente da 10 anni
con incontri, workshop ed eventi organizzati.
Tale inefficienza spaventa gli investitori privati, a tal punto che,
secondo studi della Confindustria, la sola riduzione del 10% dei
tempi della giustizia porterebbe un aumento del PIL dell'1%.
Nel suo ruolo di amministratore pubblico, il presidente
dell’amministrazione provinciale di Chieti, Enrico Di
Giuseppantonio, offre un ampio spettro di posizioni sul tema in
discussione, facendo pesare sulla riflessione il peso e le difficoltà
che incontrano gli amministratori, schiacciati tra gli obiettivi di
mandato da un lato, e i tanti problemi finanziari, organizzativi
ed anche culturali degli apparati pubblici dall’altro; e di queste
difficoltà sono poi i cittadini a pagare le conseguenze, per i
ritardi o le carenze nel soddisfacimento delle legittime richieste
rappresentate.
Il presidente sottolinea quindi l’importanza della riflessione
organizzata dalla Consul a Chieti: «Questi sono momenti nei
quali, al di là delle tante emergenze, è possibile un confronto
di idee molto utile».
Il professor Borgonovi, nel tirare le fila della discussione, torna
sul tema del rapporto tra pubblico e privato, sulla necessità
di sostituire la vecchia contrapposizione tra i due ambiti con
nuove sinergie, sì da facilitare coesione sociale ed equilibrio
territoriale.
A nome della Consul Service, un ringraziamento è arrivato dal
dottor Francesco D’Andrea al professor Borgonovi per i tanti
e interessanti spunti di riflessione, alla Provincia di Chieti per
l’ospitalità, a Confindustria per l’aiuto nella parte organizzativa,
e allo sponsor Diadema.
15
COMUNICAZIONE D’IMPRESA
PIÙ SVILUPPO
AL TERRITORIO.
La formazione?
È un gioco
Il Gruppo Bper sostiene
le imprese abruzzesi.
di Piero Menoni
Event manager Mirus
Un momento formativo può essere più efficace se il contesto in cui si
svolge non è quello classico e se il docente si trasforma in intrattenitore.
Come nel caso del Teatro d'Impresa
17
La Carispaq cresce
insieme al Gruppo Bper
C’è chi dice che quello che conta è il contenuto e non il contenitore.
La formazione, ad esempio: aiuta a veicolare i messaggi forti del
pensiero aziendale, a formare i collaboratori nella maniera più
produttiva possibile e i momenti della formazione sono quelli
istituzionali. Ma senza sottovalutare la formazione che può essere
effettuata attraverso gli eventi. Certi concetti, infatti, possono
passare meglio e avere più chances di restare impressi e provocare
un cambiamento, se ricevuti in un contesto diverso dall’aula o dal
seminario. L’evento di cui parliamo non si riduce a un momento
ludico e basta: l’evento, se opportunamente organizzato e se è
sorretto da una adeguata strategia, è lo strumento ideale per
raggiungere gli obiettivi di formazione e comunicazione. Intanto
perchè va in scena in un contesto più favorevole di quello
lavorativo. Ferma restando la validità della formazione in aula e il
fatto che anche in una stanza dei bravi docenti possano insegnare
coinvolgendo, e, al limite, divertendo, non si può negare che la
formazione di stampo classico sia vissuta come un momento di
lavoro. L’evento, invece, gode di un vantaggio: si svolge in un
clima più disteso ed è per sua natura più dinamico e coinvolgente.
Inoltre, l’evento crea empatia tra l’azienda e i suoi collaboratori,
coinvolgimento, relazione e integrazione. Per questi motivi ha
più possibilità di cogliere nel segno se si propone di formare.
Proprio perché lo fa dilettando, quindi senza che le persone se
ne accorgano. Sempre più aziende intuiscono che l’evento non
è soltanto spettacolo ed ha un formidabile valore aggiunto che
bisogna saper comunicare. Anzi, il valore formativo può essere
la vera anima di un evento, il suo spirito più autentico, perché in
un evento si devono rappresentare e celebrare soprattutto i valori
di chi lo organizza. Un esempio eclatante, utile a comprendere
meglio le potenzialità dell’“Amazing Training”, è senz’altro quello
del Teatro d’Impresa, ovvero quella tecnica di formazione che
unisce l’arte e il business applicando le metodologie tipiche
dell’arte teatrale in ambito formativo, organizzativo e comunicativo
all’interno delle aziende. Il Teatro d’Impresa impiega le tecniche
dell’arte teatrale non in sostituzione, ma come integrazione e
supporto di quelle della formazione tradizionale, coinvolgendo e
motivando attivamente e piacevolmente i partecipanti in maniera
esperienziale, divertente e al tempo stesso molto efficace. Un
altro esempio può essere l’inglese facile di John Peter Sloan, i cui
manuali vanno a ruba ed è possibile reperirli anche alle stazioni
di servizio delle autostrade. Il suo successo ha una ragione molto
semplice: ha sdrammatizzato e smitizzato l’approccio alla lingua
inglese, rendendolo divertente e con risvolti sorprendenti con il
risultato di facilitarne l’apprendimento.
Chi ha maggiori possibilità di farsi comprendere: chi pratica la
formazione o chi la insegna? Chi fa uno spettacolo o chi tiene una
lezione? E allora, c’è ancora chi pensa che conti soltanto il contenuto
e non il contenitore? E quale miglior contenitore di un evento?
COMUNICAZIONE DIGITALE
Welcome to
the new normal age:
il web come
elemento centrale
della comunicazione
di Antonio Spinelli
CEO/Co-founder MS3 srl
Internet oggi pervade ogni ambito della vita quotidiana: durante il tempo
libero, nelle relazioni interpersonali e per il business aziendale, utilizzarne
gli strumenti è ormai routine. Analizziamo i nuovi trend del digitale
18
Le ultime stime di IAB (Internet Advertising Bureau) Italia dicono
che nel 2012 l’advertising digitale diventerà il secondo mezzo
più importante del settore, dopo la TV. Gli utenti che accedono
a internet sono 26,2 milioni, in crescita del 10,4% rispetto allo
scorso anno, ogni giorno 13 milioni di utenti sono attivi sul web.
Nella rete gli italiani occupano il loro tempo con i social network
(86% degli utenti), guardano video (71%), ascoltano musica (37%)
e navigano su siti di couponing (22%, con una crescita annua
del 122%). Le aziende hanno recepito appieno le potenzialità del
mezzo online per dialogare con gli utenti e promuovere il proprio
business in modo efficace. Lo dimostra la crescita dell’advertising
online nel 2011, che registra il +15% rispetto all’anno scorso. Il
Digital Advertising raggiunge così un valore di 1,2 miliardi, pari al
14% del mercato pubblicitario complessivo, che conta invece un
totale di 8,7 miliardi, in calo del 3% rispetto allo scorso anno. È
il Display Advertising lo strumento di comunicazione su internet
preferito dalle aziende, con un valore di 455 milioni di euro (in
crescita del 16%), seguito dal Search, che cresce del 18% e si
attesta su un valore di 448 milioni di euro. Il mercato del Digital
Advertising si è progressivamente consolidato, in un contesto
economico particolarmente critico, facendo registrare un tasso di
crescita superiore alla media europea (+19% per l’Italia contro
il +15% dell’Europa). Il consumatore quindi, sempre più digitale,
fa sì che marketing e comunicazione debbano adeguarsi alle sue
esigenze. Il 2012 sarà l’anno zero di 4 nuove macro-tendenze. La
prima è quella del Re-targeting, tecnica che consente di mostrare
annunci in prospect agli utenti che hanno già visitato il tuo sito,
mentre navigano sul web. Altra esperienza che va consolidandosi è
quella del micro-targeting sui social media dove a farla da padrone
c’è senza dubbio Facebook, grazie al quale è possibile veicolare
messaggi molto “targettizzati” in base ad interessi specifici. Terza
tendenza, è la crescita esponenziale dei costi di Google Adwords,
quindi il costo medio per click in aumento porterà le aziende
ad incrementare gli investimenti in SEO e queste si affideranno
sempre più ad esperti di Google per rendere le proprie campagne
più efficaci ed efficienti. Quarta ed ultima, è la diffusione capillare
di smartphone e tablet, che in Italia, grazie allo sviluppo esplosivo
di app iPhone ed Android, ha raggiunto una penetrazione di 20
milioni di utenti (un italiano su tre) che possiamo identificare
sicuramente come i più “spendaccioni”. Internet quindi è il mezzo
ideale per fare business e raccontare storie. Il brand-telling
funziona, attrae, centra l’obiettivo, ma non dimentichiamoci che
in rete il racconto è a più voci. L’obiettivo finale è quello della
creazione di un dialogo che poi si trasformi in relazione duratura e
fidelizzata con il consumatore, ecco perché la creatività anche su
Internet è fondamentale.
COVER STORY
COVER STORY
foto di Andrea Straccini
La rivoluzione
della comunicazione
20
Esperienza, affidabilità, innovazione e cura del cliente. Così TED Ingegneria
dei Sistemi si è affermata come azienda di riferimento per la progettazione
e la fornitura di sistemi integrati. Telefonia IP, videoconferenza, e-learning
sono i settori di eccellenza di questa dinamica realtà pescarese che offre
tecnologia d'avanguardia e vantaggi economici
U
na storia di successo, a volte, dipende da un'intuizione. Quella
di Paolo Bocci, ingegnere elettronico laureato a Pisa, è stata di
capire già nel 1998 che il settore delle comunicazioni sarebbe
stato un pilastro fondamentale per la società contemporanea. Dopo
dodici anni trascorsi nella Marina Militare Italiana a progettare sistemi
di telecomunicazione, Bocci a 30 anni decide di lasciare l'uniforme
e di aprire una sua azienda, la TED Ingegneria dei Sistemi, che oggi
gioca un ruolo di prima punta nel campo della system integration.
Nata nel 1992, la TED Ingegneria dei Sistemi è una società che
sviluppa sistemi integrati di comunicazione per le aziende. Il suo slogan
contiene tutta la filosofia aziendale: “Noi progettiamo, voi comunicate”.
«Comunicare oggi» spiega l'ingegner Bocci «per un'azienda significa
telefonia IP, videoconferenza, sistemi audio-video che siano in grado
di mettere facilmente in relazione le persone, all'interno e all'esterno
della struttura aziendale. E soprattutto, significa dotarsi di sistemi
che integrino la telefonia tradizionale con gli strumenti informatici,
in modo da offrire la massima flessibilità di utilizzo insieme ad una
grande praticità».
L’ESPERIENZA SUL CAMPO. Quello della telefonia IP, in particolare, è
un settore nel quale l'azienda guidata dal giovane e dinamico ingegnere
pescarese ha costruito gran parte del suo successo, instaurando
partnership importanti, operando con coraggio in un teatro dominato
da attori di dimensioni ben maggiori (come Telecom e Fastweb, per
intenderci),ma forte delle proprie competenze e determinata a distinguersi
proponendo soluzioni innovative, scelte tra le migliori sul mercato
europeo e internazionale. «Il nostro valore aggiunto rispetto a players
più blasonati» prosegue Bocci «consiste soprattutto nell'esperienza:
siamo stati tra i primi a credere nella telefonia IP e a proporre centraline
telefoniche basate su questa tecnologia. In più, siamo in grado, grazie
ad una struttura snella e alle elevate capacità del nostro personale, di
rispondere velocemente alle esigenze dei nostri clienti, senza frapporre
tra noi e le aziende i filtri che invece le grandi società di telefonia, per
loro natura, tendono a mantenere». Le due cose, in realtà, sono due
facce della stessa medaglia: «La tecnologia IP crea una discontinuità
nel canale commerciale: oggi è ampiamente diffusa, ma ci sono aziende
21
COVER STORY
COVER STORY
Paolo Bocci, titolare di TED
Ingegneria dei Sistemi
che conservano, nel loro
modo di fare telefonia, un
approccio legato a vecchi
sistemi, o a tecnologie
proprietarie, che limita la loro capacità di azione nel campo dell'IP,
relativamente nuovo. Il paradigma internet, la convergenza e la larga
banda impongono, quindi, una radicale revisione della figura dei fornitori
ai quali si richiedono forti competenze sul mondo IP, LAN e applicativo.
Competenze tipiche da System Integrators». E la competenza di TED
non può essere descritta meglio che attraverso tre “casi” esemplari: i
rapporti di partnership che l'azienda pescarese ha stretto con la Dayco,
con la Fedam BCC e con la Camera di Commercio di Pescara.
IL CASO DAYCO. Il rapporto con la grande multinazionale, ricorda
Bocci, nasce nel 2005, con un piccolo progetto di telefonia IP che
riguardava una centralina nello stabilimento di Colonnella. Ed è Roberto
Rubagotti, responsabile della telefonia per la Dayco, a raccontare come,
successivamente, quella con TED sia diventata una vera e propria
partnership: «Lavorando nel settore dell'automotive e con la necessità
di dialogare costantemente con clienti e magazzini, il telefono per noi
è vitale. Ma avevamo la necessità di ridurre i costi, opportunità fornita
dalla tecnologia VoIP. Decidemmo quindi di fare un tentativo in quella
direzione, nello stabilimento di Colonnella. Comprammo una centralina
Alcatel che era parzialmente basata su tecnologia VoIP, il servizio era
fornito in loco da Telecom, ma le prestazioni erano insoddisfacenti e i
costi restavano alti. Dopo un tentativo
con un altro gestore rivelatosi un
fallimento, ci trovammo a dover
fronteggiare un problema tecnico
cui il fornitore non era riuscito a
dare risposta. Chiedemmo allora
l'intervento della TED che ci risolse
il problema e ci convinse a portare
avanti il progetto. Nel 2006, infatti,
in concomitanza con il trasferimento
della nostra sede centrale da una
zona ad un'altra di Chieti Scalo,
decidemmo di implementare il VoIP
e affidammo a TED il compito di
realizzare gli impianti. I risultati sono
stati eccellenti; naturale conseguenza
è stata quella di coinvolgere la TED
anche nella realizzazione di centraline
per le nostre sedi in Spagna e in
Belgio. Oggi quello con TED è un
rapporto di partnership, sfociato nella
collaborazione anche per quanto
riguarda il servizio di videoconferenza. E di comune accordo abbiamo
deciso di rimodernare tutte le centrali, che ormai hanno sei anni, con i
nuovi apparati innovaphone».
«Questa storia» sottolinea Bocci «dimostra come sia necessaria, da
parte di un fornitore, la conoscenza della tecnologia sulla quale si basa
il prodotto che vende. È un aspetto innovativo delle nostre soluzioni:
quando scegliamo un prodotto per un cliente cerchiamo sempre di
privilegiare apertura, facilità di configurazione, ampia funzionalità e
autonomia gestionale».
MORE FOR LESS: LA CAMERA DI COMMERCIO DI PESCARA. L'attività
di TED non si limita certo alla fornitura di servizi alle aziende private.
Anzi, è proprio nel settore pubblico che la società fa il suo esordio in
campo quando, nel 2001, realizza il suo primo progetto per l'Autorità
Garante della Concorrenza e del Mercato. Da allora molti sono stati i
progetti realizzati per enti e istituzioni, non ultimo quello per la Camera
di Commercio di Pescara. «Il nostro obiettivo» racconta Carlo Paolini,
responsabile della telefonia per l'ente camerale «era di razionalizzare
il sistema telefonico: gestire meglio le spese –non solo riguardo alle
tariffe ma anche per la gestione dell'infrastruttura– e rinnovare le
apparecchiature, ormai vecchie. In più, col nostro sistema, eravamo
soggetti al pagamento di un canone di assistenza e dipendevamo
dal fornitore anche solo per spostare un telefono da una stanza ad
un'altra. Volevamo, quindi, maggiore autonomia. Con TED abbiamo
fatto una verifica dei costi e dei benefici che avrebbe comportato un
cambio completo del sistema, e ci siamo resi conto che passare alla
tecnologia IP sarebbe stato estremamente vantaggioso, non solo nel
senso dell'abbattimento dei costi ma anche in quello della semplicità di
utilizzo. Così nel giro di poco tempo abbiamo cambiato tutto, centralino
e telefoni, e loro ci hanno insegnato a gestire in autonomia la parte
amministrativa. Ormai sono quattro anni che abbiamo più che dimezzato
i nostri costi aumentando i servizi. Abbiamo di più, a meno».
Paolo Bocci conosce bene il settore pubblico: «Esistono strutture
pubbliche che hanno necessità di risparmiare, alle quali spesso
si rischia, proponendo una soluzione ai loro problemi, di fare solo
una consulenza gratuita. Ce ne sono altre ugualmente sensibili sul
discorso del risparmio ma anche rispettose nei confronti del fornitore
che sappia creare delle opportunità. Sicuramente la Camera di
Commercio di Pescara fa parte di questa categoria». E ancora: «Il
settore delle comunicazioni, e quello della telefonia in particolare, ha
visto scendere molto i costi, grazie all'introduzione di nuove tecnologie
e alla moltiplicazione di fornitori. Ma i fornitori di servizi telefonici
giocano molto sulla sostanziale difficoltà, da parte degli utenti, nel
comprendere quanto effettivamente vadano a spendere, e utilizzano
come specchietto per le allodole i ribassi sulle chiamate urbane e
interurbane, che in realtà costituiscono solo una minima percentuale
delle spese. Il nostro progetto per la Camera di Commercio permetteva
di risparmiare inizialmente sulle tariffe, ottenendo un “tesoretto” che
consentiva di rinnovare tutta l'infrastruttura migliorando i servizi interni
e quelli verso l'esterno. Progetto, naturalmente, subito abbracciato dal
cliente e da noi portato a termine nel giro di un mese; da cinque anni
l’ente è nostro cliente e noi siamo diventati loro interlocutori anche per
altri progetti, come quello che abbiamo realizzato successivamente nel
padiglione del Porto Turistico».
VIDEOCONFERENZA, OVVERO COME DIMEZZARE I COSTI. Dei
diversi binari su cui corre l'attività di TED, quello della videoconferenza
è uno dei più caldi. «La possibilità di relazionarsi visivamente con
sedi remote, o con i clienti, o quella di fare formazione a distanza»
spiega l'ingegner Bocci «è senz'altro una delle esigenze primarie per
le aziende. Il caso della Fedam BCC, in questo senso, è perfetto per
spiegare come un buon sistema di videoconferenza possa risolvere
23
COVER STORY
24
diverse problematiche inerenti l'attività quotidiana e consentire anche
di ridurre i costi operativi». Racconta Paolo Matteucci, responsabile
della telefonia della Federazione Banche di Credito Cooperativo di
Abruzzo e Molise: «La Fedam BCC associa dieci banche di credito
cooperativo in Abruzzo e Molise, più una in Puglia, quindi abbiamo
un'estensione territoriale notevole, con un centinaio di filiali e circa
cinquecento dipendenti. La necessità di abbattere i costi operativi
ci ha spinto a cercare delle soluzioni di videoconferenza avanzate,
sia per qualità dell'immagine (alta definizione) sia per poter svolgere
riunioni, meeting e formazione a distanza. Siamo partiti –primi in
Italia insieme al Monte dei Paschi di Siena– con una piattaforma che,
aldilà del costo comunque notevole, presentava parecchie rigidità e
difficoltà di utilizzo da parte degli utenti. Era, per dirla con un termine
tecnico, non user-friendly. Dal momento che avevamo già un sistema
di videoconferenza tra le sole sedi, che utilizzava prodotti LifeSize,
ci siamo rivolti a TED che di LifeSize è il distributore abruzzese».
L'approccio di TED, prosegue Matteucci, «è stato estremamente
flessibile: non ha imposto la soluzione, ma si è sintonizzato sulle
nostre esigenze studiando una serie di proposte. Avevamo bisogno di
un partner, non di un semplice fornitore. E l'abbiamo trovato. TED ci
ha presentato la piattaforma ClearSea di LifeSize: un sistema in grado
di connettere in videoconferenza centinaia di dispositivi desktop e
mobili, con un ridottissimo consumo di banda a fronte di prestazioni
elevate (full HD). Inoltre è estremamente friendly: il dipendente
bancario non può essere un informatico, deve potersi servire del
software in modo semplice e diretto. Grazie a questo sistema basta
andare al terminale, cliccare sull'icona e scegliere dalla rubrica uno dei
cento utenti che abbiamo censito per collegarsi con lui. Questo ci ha
consentito di abbattere notevolmente i costi, risparmiando su trasferte
e missioni, ed inoltre ora utilizziamo telecamere in alta definizione
di più basso profilo rispetto a quelle necessarie per la precedente
Il nostro approccio non è
quello di un comune fornitore: non
ci interessa proporre ad un cliente
un prodotto, ma una soluzione
piattaforma. E –cosa estremamente importante nel nostro mondo–
tutti i segnali sono criptati, garantendo la massima sicurezza delle
comunicazioni, cosa che per noi era prioritaria». Massima flessibilità
di utilizzo, semplicità e risparmio, dunque. «L'esigenza, in questo
caso» spiega Bocci «era di avere un sistema semplice da utilizzare
per le sale di videoconferenza di cui erano già dotati, ma che potesse
estendersi al cliente, permettendogli così di relazionarsi visivamente,
COVER STORY
(qui sopra) Ivo Lanzellotti, responsabile commerciale di TED; (nella pagina a fianco) la sede
di TED Ingegneria dei Sistemi
per esempio, con il consulente finanziario; cosa che si può fare sia
allo sportello, recandosi dunque in banca, oppure fuori, in qualsiasi
momento, tramite un comune smartphone. La Fedam, acquistando
la piattaforma (che è operativa da dicembre, supporta cento utenti e
sedici persone contemporaneamente, come una sala con sedici sedie),
ha praticamente dimezzato i costi rispetto al sistema precedente». E
non finisce qui: «Anche l'assistenza post-vendita» conclude Matteucci
«è stata, ed è, di alto livello. LifeSize ci ha appena inviato una nuova
release del software che tra poco renderemo operativa; TED, dal canto
suo, ci ha fornito un prodotto “chiavi in mano” ma ci supporta in ogni
nostra esigenza, sia telefonicamente che fisicamente. È la consulenza
prolungata nel tempo che fornisce il valore aggiunto alla relazione
commerciale». E l'alta definizione permette all'utente anche di fare
formazione di alta qualità: si possono vedere grafici, documenti,
schermate di computer, e si possono registrare gli incontri, quindi
ripeterli a piacimento.
NUOVE PROSPETTIVE DI MERCATO. È infatti nell'e-learning che
TED sta portando avanti il suo percorso più recente, partendo
proprio dai sistemi di videoconferenza finora promossi: «Nella
formazione a distanza il sistema non può essere lo stesso usato
un'azienda, per poter gestire in
tempo reale pratiche quotidiane
VoIP, IL NUOVO LINGUAGGIO DELLA TELEFONIA
(per esempio gli spostamenti
di materiali in magazzino).
Grazie alla diffusione della banda larga è stato possibile negli ultimi dieci anni sviluppare la cosiddetta
Noi abbiamo cominciato a
comunicazione VoIP, ossia “Voice Over IP”, una comunicazione vocale che utilizza l’Internet Protocol
realizzare delle reti wi-fi con
in alternativa alla tradizionale tecnologia a commutazione di circuiti. La telefonia via Internet è invece
copertura ad onde radio, una
una particolare forma di VoIP, con cui una normale telefonata è trasmessa attraverso la rete Internet,
tecnologia sviluppata dalla Meru
evitando interamente o in parte la rete telefonica tradizionale. Questa tecnologia permette conversazioni
Networks, che consentono non
telefoniche tra computers, tra un computer ed un telefono o tra telefoni. Oggi inoltre consente l'uso di
soltanto il traffico dati (quindi
servizi come la videoconferenza, l’invio di messaggi testuali e l’utilizzo di caselle vocali integrate con la
l'uso di strumenti informatici)
posta elettronica.
ma anche quello telefonico, e
innovaphone e LifeSize sono i produttori internazionali –tedesco il primo e americana la seconda– i
con una fluidità maggiore di
cui apparati sono stati selezionati in TED per far comunicare i clienti in VoIP. innovaphone sviluppa
quella offerta da una tecnologia
sistemi di telefonia IP nativi che uniscono sicurezza ed alta disponibilità alla flessibilità e scalabilità
tradizionale (quella, per capirci,
del mondo IP. LifeSize è la prima compagnia ad aver sviluppato e commercializzato prodotti per la
utilizzata dai normali telefoni
videocomunicazione ad alta definizione che combinano qualità eccezionale e semplicità di utilizzo per
cordless)» prosegue Bocci.
rendere la videoconferenza un’esperienza produttiva e totalmente realistica.
Viene da chiedersi come mai
certe tecnologie non godano
di più ampia diffusione, vista la
ricchezza di opportunità che offrono. «La tecnologia esiste» conclude
nella videoconferenza, per una ragione molto semplice: un conto è
«ma il problema è riuscire a realizzare delle infrastrutture semplici,
parlare da pari a pari con cinque persone, un altro è fare lezione a
che abbiano costi ridotti e alti benefici. Le nostre competenze in
dieci, cinquanta, anche cento utenti» premette Bocci. «Già durante
materia consentono, quando svolgiamo ricerche di mercato, di
una videoconferenza ristretta, se non tutti gli utenti hanno la
rivolgere lo sguardo solo ai prodotti che rispondono a queste
padronanza del mezzo e delle sue regole, si rischiano fastidiose
caratteristiche perché non ci interessa proporre a un cliente un
interruzioni o sovrapposizioni. E in più, nella videoconferenza per così
prodotto, ma una soluzione».
dire tradizionale, mancano gli strumenti per la collaborazione tra gli
utenti; nell'e-learning invece sono fondamentali. Per esempio, chi
parla deve poter scegliere se concedere la parola ad un altro utente o
rimandare le domande ad un momento successivo; si può avere una
chat a fianco della schermata in cui ricevere messaggi da guardare
in separata sede; la schermata principale deve poter privilegiare la
visualizzazione di slides o di altri strumenti di apprendimento rispetto
al viso di chi fa lezione; si devono poter condividere documenti come
se fossero dispense, insomma, la piattaforma deve consentire la
gestione ottimale del momento formativo, e deve avere prestazioni
elevate a fronte di risorse non necessariamente altissime, costi
vantaggiosi e tempi di implementazione rapidi. Abbiamo come
sempre individuato quello che secondo noi è il prodotto migliore
disponibile sul mercato e lo stiamo proponendo ai nostri clienti,
tenendo conto che oggi molte aziende manifestano l'esigenza
di avere sistemi di videoconferenza “allargati”, che sconfinano
quindi nell'e-learning vero e proprio». Anche quello delle reti wi-fi
è un settore nuovo per TED, nato dall'esigenza primaria di fornire
telefonia mobile: «I telefoni cordless, che perlopiù tutti nelle aziende
utilizzano per potersi muovere da una stanza all'altra, sfruttano,
ovviamente, la rete telefonica. La tecnologia IP consente, invece, di
utilizzare –per telefonare– la rete aziendale. Una rete wi-fi serve, ad
25
PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Le mani sulla città
Uno studio di SOS Impresa, l'associazione di Confesercenti nata sulla
scia dell'esempio di Libero Grassi, fa luce sul rapporto tra criminalità
organizzata e imprenditoria abruzzese. Il triste primato di Pescara
“a maggior rischio di usura in Italia”
26
(qui sopra) Lino Busà, presidente dell'associazione di Confesercenti Sos Impresa
Usura, riciclaggio, estorsione. Sono queste le parole con cui si
declina la presenza della malavita organizzata nella nostra regione.
L'Abruzzo, che fino a poco tempo fa sembrava non soffrire di queste
pressioni, oggi appare ancora una terra lontana dalle problematiche
riscontrabili in altre regioni dove tradizionalmente i grandi gruppi
criminali sono radicati, ma presenta significativi riscontri di attività
illecite che rendono la vita difficile alle imprese del territorio. Per
quanto riguarda l’usura, si contano 6.500 commercianti coinvolti, pari
al 25,2% del totale, per un giro d’affari che raggiunge i 500 milioni
di euro; e sono 33 le persone indagate o arrestate nell’ambito di 12
operazioni antiusura portate avanti nel 2010, rispetto alle quindici
condotte nel 2009 e nel 2008, con 79 indagati o arrestati nel primo
caso e 64 nel secondo. «In Abruzzo» dice Lino Busà, presidente
nazionale di Sos Impresa, l’associazione di Confesercenti nata nel
1991 per difendere la libera iniziativa imprenditoriale, per opporsi
al racket e resistere alla criminalità organizzata «i clan mafiosi o
camorristici compiono rapide incursioni, riciclano denaro sporco,
concludono affari, ma non si radicano sul territorio, preferendo
luoghi più sicuri e dove è possibile una maggiore mimetizzazione».
A sostegno di queste considerazioni Busà ha portato il rapporto
nazionale di Sos Impresa, presentato lo scorso 25 maggio a Pescara
insieme al presidente di Confesercenti Abruzzo Enzo Giammarino.
Nel rapporto si possono osservare i dati relativi all'Abruzzo in merito
ai delitti commessi: 61 nei primi sei mesi del 2011, a fronte di 125
delitti nel 2010, 136 nel 2009, 156 nel 2008, 140 nel 2007, 128 nel
2006, 155 nel 2005 e 126 nel 2004. Quel che preoccupa di più è
però il calo nelle denunce, segno che il sommerso è in crescita: «I
dati sulle estorsioni commesse nell’anno 2010, su tutto il territorio
nazionale» ha esposto Busà citando il rapporto, «segnalano una
preoccupante contrazione delle denunce del reato pari a circa il
19% rispetto all’anno precedente. Dato che, tra l’altro, era già in
calo rispetto al 2008. Il dato numerico di per sé non è indicativo,
quello che invece è evidente è il ritorno ai livelli bassi del 2006,
dopo che nel biennio 2007 e 2008 si era registrata una sensibile
crescita». Tale calo delle denunce, sostanzialmente generalizzato «è
il dato più preoocupante dell’attuale fase» ha proseguito, «e mette
inequivocabilmente in risalto lo scarto notevole fra l'azione delle
forze dell’ordine e della magistratura che, evidentemente, non è
accompagnata da un uguale sforzo dagli imprenditori. Un elemento
questo su cui concordano anche gli organismi inquirenti e su cui
sarebbe necessaria un’approfondita riflessione».
«L’attuale crisi finanziaria, accompagnata dalla crisi del sistema
produttivo» ha commentato Giammarino «non rende più operativo
un flusso costante di finanziamenti e questa situazione favorisce
l’usura. In una fase del genere, deve esserci un canale che consenta
di accompagnare gli imprenditori che sono stati spazzati via. Noi
stiamo facendo in modo che si possa tornare ad un ordinato esercizio
delle attività bancarie, perchè così la situazione migliorerebbe un
minimo».
PESCARA, CITTÀ PIÙ A RISCHIO. «Pescara, secondo i nostri studi
elaborati in base ad una serie di indicatori, è la città italiana a più alto
rischio di usura». Le parole di Busà alzano il sipario su una situazione
che, alla luce dei numeri, appare piuttosto grave: «Questo è dovuto
LA RICOSTRUZIONE DELL'AQUILA
Il livello di guardia si è alzato a seguito del tragico evento
sismico del 6 aprile 2009, che ha colpito L’Aquila e parte della
provincia, facendo temere la possibilità di infiltrazioni mafiose
e camorristiche nei settori più produttivi della regione. “Anche
una recentissima indagine della Dda di Napoli ancora in corso”,
si legge nel rapporto, “avrebbe individuato una pista negli
ambienti politici del capoluogo, che potrebbero aver aiutato i clan
della camorra a infiltrarsi negli appalti della ricostruzione postterremoto”. I due filoni d’indagine riguardano “la ristrutturazione
dell'ospedale San Salvatore dell'Aquila, gravemente danneggiato
dal sisma, e lo smaltimento dei rifiuti. Contemporaneamente, la
procura distrettuale antimafia dell'Aquila sta indagando su alcuni
appalti milionari privati per la ricostruzione delle case E, quelle
più gravemente danneggiate, sui quali sono state segnalate
anomalie legate al rischio di infiltrazioni mafiose. Si tratta di quegli
appalti senza bando gestiti da condomini e proprietari attraverso
affidamenti diretti ad aziende e progettisti. Una procedura che
ha scatenato gli appetiti delle imprese e un motivo in più, per i
pm aquilani, per passare al setaccio tutte le pratiche e scovare
eventuali infiltrazioni mafiose”.
soprattutto alla massiccia presenza di gruppi nomadi, che prestano
denaro e sono considerati alla stregua della criminalità organizzata.
Le famiglie criminali del Centro Italia sono tutte imparentate tra di
loro e sono leader nel mercato dell’usura e della cocaina. Tra Teramo
e Pescara sono stati effettuati sequestri milionari soprattutto a gruppi
rom, ma non solo». L’obiettivo di questi criminali, ha spiegato Busà,
«non è tanto quello di lucrare sugli interessi, quanto piuttosto quello
di espropriare l’impresa. L’usura è di fatto un reato depenalizzato
e quindi gli usurai continuano a fare il loro sporco lavoro. Gli
interessi praticati sono del 10% al mese, ovvero il 120% annuo,
e se si salta una rata è come se avessero prestato nuovamente
la somma in questione. Al nostro numero verde, 800.900767, sono
arrivate migliaia di segnalazioni a livello nazionale, molte delle
quali proprio dall’Abruzzo». In Abruzzo, rileva d’altronde l’indagine,
da tempo l’usura è gestita “da gruppi nomadi che, malgrado siano
stati colpiti, mantengono una presenza consolidata, anche grazie
a rapporti parentali con altri gruppi delle regioni limitrofe”. E se
Pescara è la città in Italia a maggior rischio usura, Avezzano “è il
centro nevralgico di confluenza delle varie famiglie nomadi”. Forte
la pressione dei clan nomadi, “primo fra tutti quello dei Di Rocco,
ormai da un quindicennio leader del mercato usuraio lungo tutto il
litorale adriatico abruzzese”. Il rapporto, che esamina una per una
le principali operazioni condotte dalle forze dell’ordine nella nostra
regione, con contestuali sequestri per milioni di euro, sottolinea che
“anche il nesso tra usura e cocaina sta diventando un classico”.
L’Abruzzo, del resto, “è un crocevia di traffici e una piazza di spaccio
tra le prime in Italia. Le rotte della droga, che partono dall’Albania e
dai Balcani, sfruttando i diversi scali marittimi sulla sponda adriatica
(Pescara, Giulianova, Vasto e Ortona), sono gestite da clan slavi che
entrano in contatto operativo con i clan di ‘ndrangheta e camorra.
Inoltre, il territorio abruzzese è anche la base logistica di transito
per i carichi di droga provenienti dalla Puglia e diretti al Nord Italia.
Lo smercio al dettaglio è invece demandato alle famiglie rom. Un
compito solitamente affidato alle donne”.
Commercianti
coinvolti
% sul totale
attivi
Giro d'affari
in ml.
Campania
32.000
32,00%
2,8
Lazio
28.000
34,80%
3,3
Sicilia
25.000
29,20%
2,5
Puglia
17.500
19,2%
1,5
Lombardia
16.500
12,50%
2
Calabria
13.000
34,00%
1,1
Piemonte
9.500
11,2%
1,1
Emilia Romagna
8.500
8,6%
0,95
Toscana
8.000
10,6%
0,9
Abruzzo
6.500
25,2%
0,5
Liguria
5.700
12%
0',6
Basilicata
3.000
18,7%
0,27
Molise
2.300
28%
0,18
Altre
24.500
TOTALE
200.000
Regioni
2,3
19,2%
Fonte: Rielaborazione Sos Impresa su dati ISTAT
20
27
PRIMO PIANO
Le imprese non fanno
più innovazione
Meno di un’azienda su cinque investe sul futuro e sulla crescita:
i dati dell’Indagine semestrale di Confindustria. Angelucci: «Siamo
preoccupati per il dopo ferie». L’Ance: nel 2011 perse 400 attività
di Monica De Panfilis
L’accesso al credito, il ritardo nei
pagamenti da parte della pubblica
amministrazione, le riforme
che gli imprenditori aspettano
e la politica non avvia: di nuovo
non c’è niente nell’andamento
dell’economia regionale messa
sotto la lente dalla consueta
Indagine semestrale sull’industria
abruzzese (questa volta relativa
alla seconda metà del 2011) di
Mauro Angelucci
Confindustria. Lo studio, che
rispecchia l’andamento dell’economia nazionale e che ha indagato
anche sulle aspettative per i primi sei mesi di quest’anno, fotografa
«un sistema imprenditoriale in difficoltà che non riesce a recuperare
livelli di produttività e competitività soddisfacenti, attestandosi sui
risultati deludenti del semestre precedente, accompagnati da un
clima di fiducia sempre minore». Ma, soprattutto, evidenzia il netto
blocco degli investimenti nell’innovazione. Che se erano fermi nella
seconda parte del 2011, non accennano a ripartire neanche in questo
primo semestre del 2012. Nessun movimento nel metalmeccanico né
nell’edilizia, tanto meno nel tessile. A dare una risposta positiva alla
domanda posta nell’indagine è stata oltre la metà delle imprese che
operano nei soli settori del farmaceutico e dell’elettronica, ovvero gli
unici, insieme all’alimentare, in cui si assume ancora. Come dire che
tra le aziende c’è sfiducia e non c’è ripresa. Quindi non c’è crescita.
E i dati stimano un’ulteriore perdita del clima di fiducia da parte
delle imprese del 5,2 %, che per i consumatori arriva quasi all’11%.
È questo l’aspetto più preoccupante dell’Indagine degli industriali
abruzzesi, insieme a quello che riguarda l’occupazione. Perché se i
dati relativi alla cassa integrazione in deroga e a quella straordinaria
sono in discesa, anche del 20-30%, il tasso di disoccupazione segna
un altro + 0,5% rispetto alla fine dello scorso anno.
«Siamo preoccupati per il dopo ferie perché secondo noi sarà un
dopo ferie lunghissimo» dice il presidente di Confindustria Abruzzo,
Mauro Angelucci. Numeri alla mano, il timore è forte: «Non so quante
imprese riapriranno dopo le ferie». L’àncora di salvezza dell’economia
abruzzese si conferma ancora l’export, l’unico settore da cui arrivano
segnali leggermente positivi. Segnali con cui l’Abruzzo riesce a tenere
anche a livello nazionale e che in qualche misura contribuiscono
alla tenuta complessiva di un sistema economico in cui tutti gli altri
indicatori sono orientati alla stabilità, quando non alla diminuzione.
Ma il dato drammatico sono le 137 imprese del solo comparto
manifatturiero perse nel secondo semestre dello scorso anno.
Un saldo negativo che segue quello di -251 registrato alla fine del
semestre precedente. «Stiamo chiedendo con forza che la pubblica
amministrazione ci paghi, noi non riusciamo a fare gli stipendi, noi
chiuderemo le aziende» prosegue Angelucci. «Il credito va sostenuto,
in primis dalla politica. Ci stiamo avviando a Basilea 3, che per noi
sarà un dramma, ci stiamo avviando alla morte». La politica, ma non
solo: gli industriali chiamano ancora una volta in causa anche le
banche. Per Silvano Pagliuca, consigliere incaricato del Centro Studi
Confindustria Abruzzo, «le banche, che hanno avuto aiuti di Stato, in
qualche modo devono assumersi la capacità di rischio anche loro».
LE PROVINCE. Esaminando nel dettaglio la situazione provincia per
provincia, con la sola eccezione di quella dell’Aquila che indica una
ferma stabilità, gli indicatori sono contrastanti per tutte le altre. Ma
il comune denominatore è il sostanziale blocco degli investimenti.
Un dato allarmante che ritorna puntuale in tutti i settori, tranne che,
come si accennava, nel farmaceutico e nell’elettronica: eccezioni che
29
PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Andamento degli indicatori di produzione e commerciali per provincia
(II semestre 2011 rispetto al precedente) (Fonte: Centro Studi Confindustria Abruzzo)
30
IL CRESA: GLI AUMENTI SEMESTRALI NON RECUPERANO IL CALO ANNUALE
Provincia Utilizzo capacità produttiva
Fatturato
Export
Investimenti
L'Aquila
Stabile
Stabile con tendenza
all’aumento
Stabile con tendenza
alla diminuzione
Effettuati da meno
un quarto delle aziende
Chieti
Stabile con tendenza
alla diminuzione
Stabile con tendenza
all’aumento
Stabile con tendenza
alla diminuzione
Effettuati da meno
un quinto delle aziende
Pescara
Stabile con tendenza
alla diminuzione
Dato contrastato
Stabile/diminuzione/aumento
Stabile con tendenza
all’aumento
Effettuati da meno
un quinto delle aziende
Teramo
Stabile con tendenza
alla diminuzione
Dato contrastato
Stabile/diminuzione/aumento
Aumento
Effettuati da meno
un quinto delle aziende
Abruzzo
Stabile con tendenza
alla diminuzione
Dato contrastato
Stabile/diminuzione/aumento
Stabile con tendenza
all’aumento
Effettuati da meno
un quinto delle aziende
però non stupiscono essendo questi i comparti in cui tradizionalmente
operano le grandi aziende. Se questo è stato il secondo semestre dello
scorso anno per gli imprenditori abruzzesi, l’Indagine di Confindustria
evidenzia anche che molti di loro, nonostante il clima non fosse di
ottimismo, si sono comunque trovati “spiazzati” da questa situazione,
tanto che il 10% delle imprese ha dovuto rivedere al ribasso le proprie
previsioni, un dato che arriva al 20% per l’area commerciale.
IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI. I dati della Cassa Edile dicono
che nel 2011 sono state 400 le imprese che hanno cessato la loro
iscrizione. È il grido d’allarme con cui il presidente dell’Ance Abruzzo,
Antonio D’Intino, tratteggia la situazione del settore. «Il credito è il
grande problema, ma lo è anche la mancanza di commesse, non ci
sono lavori» spiega. «In Abruzzo, dove abbiamo città con centri urbani
vetusti, in cui non c'è nessun tipo di vivibilità concreta, non abbiamo
ancora recepito il Decreto Sviluppo, che da solo potrebbe farci aprire
4mila cantieri con 10mila occupati in più per far ripartire la macchina
delle costruzioni».
LE PREVISIONI PER IL 2012. Lo scenario non è cambiato e
non cambia per questa prima parte dell’anno in corso. Il dato
pericolosamente confermato è quello del blocco degli investimenti:
neanche un settore come il farmaceutico ha previsto di effettuarne,
ne ha mostrato l’intenzione il 40% delle imprese appartenenti al
solo comparto dell’elettronica. Quanto al lavoro, gli imprenditori
hanno detto che l’81% delle loro aziende non prevede aumento
di personale.
LE RIFORME. «Serve un forte rilancio per lo sviluppo e l'occupazione,
ne abbiamo preso coscienza tutti attraverso il Patto per lo Sviluppo
ma assistiamo a continui sfaldamenti da parte chi ha responsabilità
e a forti ritardi sulle riforme a costo zero che sollecitiamo da tempo»
ribadisce Angelucci. «Noi abbiamo bisogno di riforme profonde e
Confindustria è l’unica associazione che su questo sta avendo un
ruolo importante» è il richiamo alla responsabilità del presidente degli
industriali. Sul tavolo ci sono, ancora, riforme istituzionali e strutturali:
innanzitutto, chiede Confindustria, quelle volte all’abbattimento dei
costi, diretti e indiretti, della politica e della pubblica amministrazione
e al migliore funzionamento delle stesse istituzioni; e ancora quelle
sulle infrastrutture, sull’inserimento dell’Abruzzo nel nuovo obiettivo
intermedio previsto nella proposta della Commissione Ue nella nuova
programmazione comunitaria 2014-2020 dei Fondi strutturali, sul
riconoscimento immediato delle aree di crisi territoriali.
Meno 7% per l’occupazione, -4,8% per la produzione, -3,4% per le commesse, -0,6% per il fatturato. Sono i principali indicatori segnati dal
settore delle costruzioni nel secondo semestre 2011 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, secondo il Cresa. Il Centro regionale di
studi e ricerche economico sociali istituito dalle Camere di Commercio d'Abruzzo, nella sua puntuale indagine congiunturale, evidenzia come la
crisi del settore sia tutt’altro che vicina ad intravedere una schiarita. Ecco, nello specifico, i numeri delle piccole e medie imprese e di quelle più
grandi, messe sotto la lente della ricerca che ha preso in esame 138 aziende edili abruzzesi (società individuali con più di 10 addetti e società
con più di 5 addetti).
Le piccole e medie imprese. Le piccole imprese (6-9 addetti) fanno registrare diminuzioni congiunturali e tendenziali di produzione e commesse.
Il fatturato mostra una certa ripresa semestrale (+2,1%), ma non sufficiente a recuperare il calo nel lungo periodo (-9,5%). L’occupazione totale
aumenta nel breve periodo (+3,2%) ma non compensa il calo annuale (-10,0%); quella straniera mostra una flessione consistente su entrambi
gli orizzonti temporali.
Le imprese di media dimensione (10-49 addetti) per produzione, commesse e fatturato segnano aumenti semestrali e contemporanee diminuzioni
annuali.
Le grandi imprese. Per le grandi imprese (con oltre 50 dipendenti) il secondo semestre 2011 ha mostrato andamenti congiunturali positivi e
migliori di quelli regionali (produzione: +15,5%, fatturato: +9,2%, commesse: +8,2%). Ma gli andamenti tendenziali sono negativi e più pesanti
della media regionale: segno che la maggiore contrazione non è stata ancora recuperata. L’occupazione totale è in calo sia su base semestrale
(-5,0%) che annua (-3,4%), mentre quella straniera mostra una flessione sul breve periodo (-3,4%) e un contemporaneo aumento sul lungo
(+2,8%). Le aspettative sono molto positive per produzione, commesse e fatturato. Sono previsti in aumento anche i costi di produzione.
Andamento congiunturale e tendenziale dei principali indicatori
economici delle imprese delle costruzioni
31
(II semestre 2011) (Fonte: CRESA - Congiuntura Economica Abruzzese)
CONFARTIGIANATO: «RICOSTRUZIONE, 14 MILIONI
FERMI MENTRE LE IMPRESE FALLISCONO»
«Circa
quattrocento
imprenditori,
prevalentemente aquilani, che hanno
lavorato alla ricostruzione leggera ed
in parte alla ricostruzione pesante
nella periferia aquilana, rischiano il
fallimento a causa di un vergognoso
e controproducente rimpallo di
responsabilità che blocca i pagamenti
di 978 pratiche di ricostruzione e di 168
pratiche di puntellamento. Anche così si fa morire questo territorio».
È l’allarme lanciato dal presidente di Confartigianato Abruzzo,
Angelo Taffo (nella foto), spiegando che ogni istituzione interpellata
dall’associazione di categoria «adduce le proprie motivazioni sui
ritardi nei pagamenti alle imprese, lavandosene sostanzialmente le
mani, ma la sostanza è che sono fermi da tempo 8milioni e 800mila
euro relativi alla ricostruzione e 5milioni e 500mila euro relativi ai
puntellamenti. Già una decina di imprenditori hanno portato i loro
libri contabili in tribunale e molti altri stanno per farlo».
Totale
6-9 addetti
10-49 addetti
oltre 50 addetti
var %
rispetto al
semestre
var % rispetto
stesso sem
anno prec
var %
rispetto al
semestre
var % rispetto
stesso sem
anno prec
var %
rispetto al
semestre
var % rispetto
stesso sem
anno prec
var %
rispetto al
semestre
var % rispetto
stesso sem
anno prec
Produzione
5,8
-4,8
-9,6
-16,6
4,7
-2,5
15,5
-6,0
Commesse
5,4
-3,4
-8,9
-12,8
6,8
-1,1
8,2
-5,3
Fatturato
7,7
-0,6
2,1
-9,4
8,1
1,2
9,2
-1,8
Occupazione
-0,6
-7,0
3,2
-10,0
-3,8
-4,6
-5,0
-3,4
Occupazione
straniera
-14,5
-15,2
-22,1
-34,2
-10,6
-4,6
-3,4
2,8
Costi
materie prime
7,9
9,3
2,3
2,5
9,9
11,4
5,6
7,0
Costi medi
per addetto
5,1
5,7
3,7
3,8
6,6
6,9
2,0
3,0
Costi energia
5,9
6,9
1,6
2,2
8,1
9,1
2,3
3,1
SPECIALE
SALONE DELLA RICOSTRUZIONE - ANCE ABRUZZO
PRIMO
PIANO
Il futuro dell'edilizia
riparte da L'Aquila
La seconda edizione della manifestazione organizzata
da Ance Abruzzo e Carsa ne ribadisce i princìpi
e ne conferma la validità, proiettando la fiera in una
dimensione internazionale. Chiodi: «Il Salone è un punto
di riferimento per l'innovazione e il territorio»
S
32
(qui sotto) la struttura allestita all'aeroporto di Preturo
per ospitare la seconda edizione del Salone della
Ricostruzione; (a fianco) da sinistra: l'organizzatore Roberto
Di Vincenzo, il presidente della Regione Gianni Chiodi
e il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente al taglio del nastro
uccesso di pubblico e di espositori
per la seconda edizione del Salone
della Ricostruzione, l’evento fieristico
dedicato al restauro, alla qualità delle
nuove edificazioni, all’innovazione e alla
bioarchitettura, che si attesta come la più
grande vetrina abruzzese del comparto edile
in tema di ricostruzione. Confermate le 7.000
presenze della prima edizione, nella quattro
giorni svoltasi a L’Aquila dal 24 al 27 maggio
presso l’Aeroporto dei Parchi di Preturo.
Oltre 150 gli espositori, fra realtà locali e
marchi di settore presenti anche sul mercato
internazionale, un fittissimo programma di
convegni tecnici e culturali per un evento che
è molto più di una fiera. Nato dalla sinergia
fra Ance Abruzzo, con le sue territoriali, e
Carsa, in partnership esclusiva con Bologna
Fiere - SAIE, il Salone della Ricostruzione si
consolida come luogo di confronto privilegiato
in materia di sostenibilità e innovazione per
tutta la filiera delle costruzioni e come modello
europeo di qualità da seguire. In tale ottica si
inserisce la presenza di una delegazione libica
in visita al Salone per instaurare un simbolico
ponte sulla ricostruzione e gettare le basi per
PRIMO PIANO
organizzare un’edizione della manifestazione
in terra libica. «Per il secondo anno» afferma
Antonio D’Intino, presidente di Ance Abruzzo
«il Salone ha avuto un grande successo. Tutti
i convegni hanno portato argomenti pregni di
significato. Per il futuro l’auspicio dell’Ance è
che la ricostruzione vada secondo le attese
e raccolga la soddisfazione di tutti e che il
Salone accompagni questo processo come
ha fatto in queste due edizioni». «Il Salone
è andato benissimo nonostante le difficoltà
incontrate nel corso dell’organizzazione»
sostiene Roberto Di Vincenzo, coordinatore
generale dell’evento «difficoltà brillantemente
superate grazie alla professionalità dei nostri
collaboratori. Ora guardiamo al futuro per
consolidare i risultati ottenuti e allargare
ulteriormente l’orizzonte dell’iniziativa».
«Il Salone è stato un evento molto sentito
e partecipato» aggiunge Gianni Frattale,
presidente di Ance L’Aquila. «Il pubblico è
stato numeroso, rimarcando sia il successo
dello scorso anno che la grande risposta ai
temi proposti da questa edizione. Come Ance
siamo pronti a pensare al futuro del Salone
con l’intento di ampliarlo anche ad altri
soggetti del territorio, che siano in grado di
arricchirlo ulteriormente». «Il secondo Salone
ha confermato il successo di una formula
interessantissima, della quale c’è un grande
bisogno nella nostra città» dichiara il sindaco
dell’Aquila, Massimo Cialente «specie ora,
perché ci apprestiamo a diventare il più
grande cantiere d’Europa. Per la nostra idea
di ricostruzione, dal punto di vista di qualità
progettuale e tecnologica e per quanto
riguarda l’innovazione dei processi e del
prodotto, credo che il Salone sarà sempre
di più un riferimento. Una formula che ci
piace, perché abbiamo idea di trasformarci
in un distretto della ricostruzione, idea che
è quasi un viatico per il futuro del Salone».
«Il Salone ha già mostrato la maturità di
una fiera consolidata –afferma il presidente
della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi– per
la concretezza con la quale ha affrontato
le problematiche della ricostruzione. Le
tematiche dei convegni, l’attenzione alla
un momento della manifestazione
“ricostruzione sociale”, la mostra delle migliori
architetture abruzzesi degli ultimi dieci anni
sono, assieme alla qualità degli espositori, la
sintesi di una manifestazione ormai punto di
riferimento per la capacità imprenditoriale di
innovare, in un settore in crisi come quello
delle fiere». Una compagine imponente
per importanza e rappresentatività è stata
quella degli espositori. Oltre a tante storiche
realtà consolidate della regione, in fiera sono
stati rappresentati i brand più conosciuti in
campo di costruzioni, edilizia sostenibile,
sanitari, logistica, impiantistica, meccanica
che con la loro adesione hanno riconfermato
il Salone quale vetrina di altissima qualità
per la filiera. «Il Salone ci ha portato fortuna
perché ha fatto conoscere i nostri prodotti
e ci ha consentito di prendere importanti
commesse, di partecipare al progetto CASE
e ad altri lavori in corso» sostiene Augusto
Piratoni, direttore commerciale della Gessi
Roccastrada Srl «quest’anno c’è stata una
buona affluenza anche di tanti soggetti
privati interessati a nuovi sistemi costruttivi,
che offrono nuove possibilità e sicurezza dei
prodotti. Ora, avendo una realtà presente in
Abruzzo, apriremo una struttura di vendita sul
territorio perché durante i giorni del Salone
abbiamo avuto interviste interessanti che ci
hanno convinto a farlo». «Il Salone per noi è
stato molto importante» così Piero Lamperti,
coordinatore per le Marche, l’Abruzzo e il
Molise di grandi marchi del settore «tanto
che nel 2011 abbiamo partecipato con tre
multinazionali come Grohe, Pozzi Ginori
e Albatros e quest’anno abbiamo deciso
di aggiungere altre cinque aziende: Berti
Pavimenti in Legno, Effegibi Saune, Tubes
radiatori, Grandinetti e Klinker Sire. Abbiamo
fatto questa scelta perché i riscontri sono
stati positivi, tanto che saremo presenti
anche al SAIE di Bologna. La particolarità
di quest’anno è che abbiamo avuto fra i
visitatori tantissimi privati cittadini, anche
da fuori regione, a riconferma del fatto
che il Salone ha allargato i suoi confini».
«Quest’anno sono aumentati i contatti con i
privati» conferma Enrico Di Marzio, agente di
zona di Graniti Fiandre «Il primo Salone ci ha
portato tanti contratti, la nuova edizione ha
dimostrato che l’evento non solo è cresciuto
sul piano organizzativo, ma anche per temi e
incontri. Riconfermeremo la nostra presenza
per il futuro, auspicando un maggiore
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SPECIALE
SALONE DELLA RICOSTRUZIONE - ANCE ABRUZZO
PRIMO
PIANO
PRIMO PIANO
Ricostruire
spetta all'Abruzzo
La ricetta anti-crisi di Antonio D'Intino, presidente
dell'Ance regionale: housing sociale, Decreto Sviluppo
e riqualificazione urbana. «Servono decisioni immediate
per far ripartire il settore cardine dell'economia»
34
coinvolgimento delle categorie professionali
e dei progettisti, nonché delle realtà formative
del territorio». Un maggiore coinvolgimento
dei tecnici e ordini professionali auspica Fabio
Liberati, responsabile del coordinamento
comunicazione e marketing di Wolf Haus:
«Un grande riscontro è arrivato anche dagli
studenti. Eravamo presenti anche con un
convegno che ha avuto un’ottima attenzione
e siamo soddisfattissimi per le ultime giornate
che hanno visto un gran numero di visitatori
al nostro stand». «Un bilancio sicuramente
positivo per noi» afferma Luciano Ciancarella,
per la Caterpillar. «I riscontri arrivati dalla
prima edizione sono stati tanti. Quest’anno
abbiamo portato più marchi e una grossa
iniziativa quale è stata quella del tasso zero
per le macchine, che ci ha dato tantissimi
contatti, malgrado la congiuntura economica
e la situazione di crisi generale del territorio».
La ricostruzione materiale del territorio
colpito dal sisma passa anche attraverso
la ricostruzione sociale, culturale, emotiva
della comunità colpita al pari degli edifici e
dei monumenti. La nuova edizione del Salone
ha voluto sostenere questa realtà e dare un
suo contributo a un concetto più ampio di
rinascita, aprendo le porte alla solidarietà
con l’iniziativa “Un Sorriso per L’Aquila”,
azione di raccolta fondi per L’Aquila Rugby
1936, squadra che appartiene all’identità
cittadina aquilana, e ospitando le istituzioni
culturali aquilane come rappresentanti
dell’Impresa Cultura. Realtà come il Teatro
Stabile d’Abruzzo, la Società Aquilana dei
Concerti B. Barattelli, l’Istituzione Sinfonica
Abruzzese, l’Associazione “I Solisti Aquilani”,
il Teatro Zeta, la compagnia di danza Gruppo
Emotion, L’Uovo Teatro Stabile di Innovazione,
ViviamoLAQ che appartengono alla storia
culturale cittadina e che sono un riferimento
per il territorio.
(qui sopra) Antonio D'Intino, presidente dell'Ance Abruzzo;
(nella foto in alto) il convegno d'apertura del Salone
della Ricostruzione
Eletto lo scorso novembre alla guida dell'Ance
regionale, Antonio D'Intino si trova ora a dover
affrontare una delle più gravi crisi del settore
dell'edilizia. Una crisi che affonda le radici nei
problemi finanziari che affliggono l'Europa, e
che si ripercuote gravemente sul settore che
costituisce il 15% del Pil nazionale, con il
30% di occupati dell'industria e il 10% degli
occupati nazionali, oltre 80 settori collegati, per
un fatturato diretto annuo di circa 4,5 miliardi
di euro. E poiché la protesta nei confronti di
un Governo incapace di porre rimedio a questa
situazione è corale, D'Intino si è fatto portavoce
di tutte le associazioni e organizzazioni sindacali
del settore, convocando gli “Stati Generali”
dell'edilizia. «In un documento congiunto
abbiamo sviluppato riflessioni e proposte che
abbiamo sottoposto, aprendo il Salone della
Ricostruzione, alle forze politiche e sociali
della regione». L'iniziativa segue di poche
settimane quella ancor più forte, lanciata lo
scorso 15 maggio, del cosiddetto “D-day delle
costruzioni”, in cui le imprese Ance hanno
minacciato di trasformare in decreto ingiuntivo
il credito vantato nei confronti dello Stato per
opere pubbliche: «Quella dei costruttori» ha
affermato il neopresidente «non è un’iniziativa
contro le amministrazioni pubbliche, rimaste
schiacciate sotto il peso del patto di stabilità;
ma un intero settore è in ginocchio, in Italia
come in Abruzzo, per il quale è necessario
trovare immediatamente una soluzione
concreta, a costo di recuperare il denaro
dovuto anche tramite azioni legali. In questi
anni l’Ance ha fatto proposte concrete che non
hanno trovato ascolto, oggi è il momento di
avere delle risposte».
Che situazione ha trovato al suo
insediamento lo scorso novembre?
«Una situazione drammatica: mancano le
commesse e manca, soprattutto, un tessuto
sociale che possa rispondere ai prodotti
dell'edilizia. La crisi che questo settore
sta vivendo oggi è soprattutto una crisi di
prospettive: per 100 anni il sogno degli
italiani è stato di comprare una casa; oggi,
tra congiuntura finanziaria e tasse, è proprio
quel sogno che è svanito. Chi ha qualche soldo
sceglie di non investire in immobili, chi non
ne ha ma vorrebbe comprar casa non ottiene
l'accesso al credito».
Ma il mattone è ancora un investimento
solido?
«Certamente. E dirò di più: è un investimento
sicuro, perchè soffre poco in caso di
svalutazione (si arriva al massimo a valori del
2-3%) e sale tantissimo in caso di rialzo. Il
problema è che con tutta questa depressione
in giro, a chi viene in mente di comprare una
casa?»
Sta dicendo che agli italiani conviene
stare in affitto?
«Non è che conviene, si è costretti a stare in
affitto. Stiamo vivendo una rivoluzione in senso
culturale. Ecco perchè abbiamo studiato una
proposta, espressa nel documento congiunto,
per la formulazione di una legge ad hoc per
l'accesso alla prima casa. È basata sul fatto
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SPECIALE
SALONE DELLA RICOSTRUZIONE - ANCE ABRUZZO
PRIMO
PIANO
(qui sopra) da sinistra Roberto Di Vincenzo, Gianni Frattale, presidente di Ance L'Aquila, Antonio D'Intino e Gianni Chiodi in visita al Salone
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che esiste un patrimonio immobiliare invenduto
che potrebbe essere dato in conto vendita.
Ovvero: affitto gli appartamenti invenduti con
un contratto che prevede, al termine di un
periodo di otto o dieci anni, di riscattare la casa
detraendone il canone già versato dal costo
complessivo. Gli effetti di questo sistema sono
tre: si concede al cliente di poter avere una
casa a un costo vantaggioso, gli si concede
anche il tempo di risistemare la propria
situazione finanziaria, e si consente all'azienda
proprietaria, grazie al canone di locazione,
di pagare i mutui contratti con le banche ed
evitare il fallimento. Semplice».
Praticamente un leasing.
«Esattamente. E si ipoteca seriamente
l'acquisto finale, perchè difficilmente qualcuno
lascerà un appartamento nel quale ha investito
magari 10mila euro l'anno per otto o dieci anni.
Ma le leggi attuali impediscono al momento
la realizzazione di questa proposta, in cui tra
l'altro lo Stato non perde nulla, perchè non
deve dare alcun incentivo».
Quindi quale sarebbe lo step necessario?
«Si dovrebbe prima concretizzare l'adesione
al cosiddetto Decreto Sviluppo, emanato dal
governo Berlusconi poco prima dell'arrivo di
Monti. Quattordici regioni l'hanno già recepito e
normato, l'Abruzzo non l'ha ancora fatto. È una
legge che prevede la riqualificazione del costruito:
demolire e ricostruire incentivando i parametri
sul termico, sull'acustica e l'antisismica oltre
agli standard richiesti dalle norme edilizie in
ogni Paese, cioè i metri quadrati di parcheggio,
di verde, la sostenibilità e il recupero delle acque
piovane. Parliamo di un patrimonio enorme che
comprende tutti gli edifici degli anni '60, '70
e '80, costruiti secondo vecchie normative e
utilizzando vecchi materiali e vecchie tecnologie.
Ma per questo servono incentivi. Ad esempio,
per ristrutturare un appartamento di 100 metri
quadrati in una palazzina che ne ospita dieci,
il proprietario spenderà, mediamente, circa
100mila euro. Soldi che magari non possiede,
e che comunque sarebbero stati spesi per avere
un appartamento ristrutturato in un edificio
vecchio: come se facessimo un lifting, che ci dà
pelle giovane, ma lascia gli organi interni vecchi
e malandati. Si dovrebbe, quindi, demolire e
ricostruire tutto, dando però degli incentivi ai
privati. Se è vero che da fonti Abi si dice che ci
siano 23mila miliardi di ricchezza privata nelle
banche, è da lì che bisogna attingere per rimettere
in moto un settore cardine dell'economia».
Vale a dire?
«Quei soldi sono una ricchezza effimera.
Le banche li usano per fare speculazione
finanziaria, invece potrebbero essere usati per
lo sviluppo economico, per offrire cioè quegli
incentivi di cui sopra, in modo da arrivare a
una percentuale importante che consenta al
proprietario di spendere 50mila euro invece
di 100mila, mentre l'impresa che ricostruisce
ottiene un premio di cubatura. Così si possono
vendere gli appartamenti in più e recuperare le
spese. Intanto il palazzo è un corpo nuovo. In
Italia questa cosa ancora non decolla, ma nel
resto d'Europa è prassi ormai consolidata».
Parliamo di un patrimonio immobiliare
enorme che quindi andrebbe demolito e
ricostruito. Cosa lo impedisce?
«Sono tante le cose che andrebbero fatte e
invece non si fanno. Per esempio, si continuano
a fare piani regolatori “in orizzontale”, che
prevedono cioè di costruire su terreni vergini,
quando lo sviluppo urbanistico andrebbe
incentivato “in verticale”, aumentando cioè
i piani dei palazzi. Si dovrebbe fare un passo
indietro e fare una pianificazione seria. E
non stiamo parlando di grattacieli, sia chiaro:
aumentare di tre piani una palazzina che ne
ha sei non è fare un grattacielo. E il prossimo
passo dev'essere il piano città».
Una pianificazione su larga scala?
«Soprattutto sul lungo periodo: si devono
riqualificare, progressivamente, intere zone
della città razionalizzando gli spazi che non
sono più adatti alla vita odierna. Ci sono
strade che sono strette e non consentono alle
macchine di entrare e poi fare inversione per
uscire? Bene, in quel caso si demoliscono e
si ricostruiscono le case privilegiandone
lo sviluppo verticale per recuperare spazi
orizzontali da adibire a strade, parcheggi,
aree verdi, ossia gli standard europei del
comfort urbanistico. Stiamo parlando di
case da due piani che diventano di tre
piani, non di edificare formicai. E si possono
individuare aree d'intervento in quartieri
con gravi situazioni di disagio, favorendo
il mix abitativo e quindi l'integrazione. Si
tratta di interventi che, programmati sul
PRIMO PIANO
contemporaneamente, sarebbe un inferno per
la città. Il problema, semmai, è stato che non
si è colta l'opportunità fornita dalla catastrofe:
quella appunto di demolire e ricostruire
secondo norme adeguate. Le case A e B sono
state risanate, non ricostruite; sono state
curate, non rigenerate. Sono state saldate le
crepe, niente di più. Se –Dio non voglia– tra
venti anni ci fosse un altro terremoto, saremmo
al punto di prima. Va detto anche che per molti
proprietari l'esigenza era quella di rientrare in
casa, e questo ha comportato la scelta, da parte
del Governo, di andare verso una riparazione
veloce. Ma è in quel caso che si sarebbero dovuti
applicare gli incentivi, offrendo ai proprietari
l'opportunità di ricostruire completamente i
loro edifici danneggiati, piuttosto che ripararli
e basta. Se il Governo fosse stato un buon
padre di famiglia, avrebbe pensato a far star
bene tutta la comunità, non il
singolo; avrebbe operato una
scelta magari impopolare,
ma volta al bene dell'intera
città, rendendo obbligatorio
ricostruire –laddove il danno
fosse maggiore– secondo
criteri di antisismicità».
Comunque il salone è
un'opportunità per le
imprese abruzzesi.
«Che però non viene colta
dagli aquilani: secondo i dati,
solo il 30% delle ditte che
(qui sopra) Antonio D'Intino con il sindaco Cialente e Gianni Chiodi
stanno attualmente lavorando
alla ricostruzione dell'Aquila sono territoriali, le
l'edilizia regionale. Come mai sembra
altre sono tutte extraregionali».
invece tutto fermo?
Una scelta dettata da ragioni economiche?
«La politica dice che all'Aquila, il “cantiere
Le imprese extraregionali costano meno?
più grande d'Europa”, la crisi non è nera ma
«No, perchè i lavori, proprio per evitare una
grigia. Questo è in parte vero, e non è vero che
concorrenza sleale, vengono pagati secondo il
sia tutto fermo; bisogna riconoscere intanto il
tariffario regionale, non sono appaltati in base
grande sforzo fatto per restituire un alloggio a
ad offerte al ribasso: al cittadino proprietario
16mila persone, e questo ha già comportato
viene erogato un indennizzo e con quei soldi è
una spesa di circa un miliardo di euro. Poi ci
lui stesso a decidere a chi appaltare i lavori, e la
sono stati i puntellamenti, e anche lì molte
ditta si fa carico di ogni ulteriore responsabilità.
ditte hanno lavorato, per una spesa di circa
E facendo parte della comunità europea, è
200 milioni. Ripristinare le case A e B, poi, è
giusto che chiunque possa venire a cercare
costato circa 700 milioni. Ma è impensabile
lavoro all'Aquila. Ma gli aquilani devono capire
che si possa veramente far partire i lavori tutti
lungo periodo, darebbero linfa al settore per
almeno trent'anni».
Ma solo se venisse recepito dalla Regione
il Decreto Sviluppo...
«Che per una congenita miopia della classe
dirigente, e per la stretta della burocrazia
che sta strozzando il settore industriale,
non è ancora stato recepito. In Puglia, dove
dopo soli 40 giorni hanno recepito il decreto,
stanno demolendo e ricostruendo. Si badi
bene, questo è solo il primo tassello, non
basta solo questa legge per ridare impulso
all'edilizia. Se fatta bene, però, può essere un
buon inizio: abbiamo stimato che nel giro di
un anno si potrebbero aprire 4-5mila cantieri
e ridare lavoro e stipendio a 12mila lavoratori
attualmente disoccupati».
Veniamo alla situazione dell'Aquila.
Sembrava fosse un'ottima occasione per
che le imprese locali hanno il valore aggiunto
della conoscenza del territorio, dei materiali,
c'è un know-how specifico e garanzie che
altri non possono offrire, per ragioni più che
altro logistiche. E inoltre, scegliendo imprese
locali, fornirebbero un impulso significativo alla
ripresa del settore nella nostra regione».
Il recente evento sismico dell'Emilia ha
rilanciato la necessità di costruire secondo
principi antisismici. Oggi cosa cambia per
l'Italia?
«L'Italia tutta è soggetta ad eventi sismici,
ormai è certo. Ci sono zone che soffrono
maggiormente i terremoti, altre che li
assorbono meglio, ma tutta l'Italia è zona
sismica. Questo naturalmente ribadisce la
necessità di osservare criteri di antisismicità in
tutte le nuove costruzioni, e rafforza l'urgenza
di recepire, quanto agli edifici preesistenti, il
citato Decreto Sviluppo. Oltre a questo, però, si
osserva come il terremoto metta in ginocchio
un intero sistema, e sottragga risorse allo Stato
che deve devolvere cifre importanti per gli aiuti.
A questo proposito, da mesi sto promuovendo
personalmente la formulazione di una legge
che renda obbligatoria un'assicurazione
contro i terremoti; durante il convegno finale
del Salone della Ricostruzione, il capo del
Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie
Territoriali della Presidenza del Consiglio,
ingegner Aldo Mancurti, mi ha assicurato che
il ministro Barca sta portando quest'istanza al
vaglio del Consiglio dei Ministri. Il terremoto
dell'Emilia ha, finora, causato danni per
qualche miliardo di euro; basterebbero 100
euro all'anno di premio assicurativo per
garantire uno stanziamento di fondi, una sorta
di “Cassa d'emergenza” di circa 20 miliardi
di euro ogni dieci anni. Soldi che nel caso di
terremoti potrebbero venire immediatamente
resi disponibili per la ricostruzione, e lo Stato
sarebbe così dispensato dall'erogazione di
fondi, intervenendo solo in casi eccezionali;
non è un caso che alcune aziende dell'Aquila, e
lo stesso Ospedale S.Salvatore, abbiano potuto
riprendere le attività dopo appena sei mesi dal
sisma grazie all'assicurazione, stipulata con
una certa lungimiranza».
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M
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Y
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dieci_imprenditori_Abruzzo_Economia.pdf
15-05-2012
13:41:19
PRIMO PIANO
Dieci
imprenditori
su dieci.
Artigianato
via 580 imprese
in un trimestre
L’analisi della Cna: mai così giù da tredici anni, un decremento superiore
alla media nazionale. «Servono subito risorse finanziarie aggiuntive»
il direttore regionale della Cna Graziano Di Costanzo
Servizi puntuali, fiducia, vicinanza, concretezza, conoscenza, lealtà, lungimiranza:
conosciamo molto bene ciò che ogni imprenditore si aspetta da una banca. Senza
eccezione. Per questo lavoriamo, ogni giorno, per offrirvelo.
Solo nei primi tre mesi di quest’anno sono sparite 580 imprese artigiane
abruzzesi. Una flessione pari al 48% di quella del totale delle imprese,
e che non ha risparmiato nessuna provincia: -194 unità a Teramo, -170
all’Aquila, -110 a Pescara e -106 a Chieti. A lanciare l’allarme è la Cna,
il cui Centro studi regionale ha registrato una situazione «Mai così in
affanno negli ultimi tredici anni». L’analisi, condotta da Aldo Ronci su
dati Infocamere (il sistema informatico delle Camere di commercio
italiane) evidenzia che la nostra regione mette a segno una performance
negativa di particolare impatto. «Perché se è vero che anche il mondo
delle imprese in generale registra una flessione tra gennaio e marzo, pari
a 1.216 unità» spiega Ronci «la caduta dell'artigianato viene da lontano;
per l'esattezza, dal 2008, quando si è interrotto l’effetto propulsivo
svolto sull’economia abruzzese dal 2000 al 2007. E non deve ingannare
il buon risultato del 2010, solo temporaneo perché determinato dal
settore delle costruzioni in provincia dell’Aquila per effetto del sisma».
Quanto ai dati percentuali (va ricordato che le imprese artigiane sono
solo il 27% del totale delle imprese abruzzesi), il decremento è stato
dell’1,60%, un valore del 60% superiore a quello medio italiano (-1,04).
Vuol dire che l'artigianato abruzzese soffre ben più di quanto già non
stia facendo quello italiano.
Le imprese artigiane di casa nostra, infatti, flettono più della media
nazionale in tre province (L'Aquila, Teramo e Pescara), mentre in
provincia di Chieti la caduta si attesta sulla stessa media italiana.
Tra i diversi settori economici, il calo più consistente si registra nelle
costruzioni (-300 unità), seguite dall’industria (-111), dai servizi (-102),
dalle riparazioni di auto e apparecchi per la casa (-54), dalle attività
ricettive (-24), e dall’agricoltura (-11). Caso a parte per le manifatture:
mentre le imprese artigiane decrescono quelle non artigiane, al contrario,
aumentano di 18 unità. Di fronte a questo stato di cose, che secondo la
Cna deriva dalla cattiva situazione con cui si è chiuso il 2011 –quando
si è bloccata la consistente immissione di nuove forze nel mondo
imprenditoriale, in buona parte proveniente da quei 24mila disoccupati
del 2009 che avevano deciso di aprire nuove attività– servono «subito
risorse finanziarie aggiuntive».
Per il direttore regionale Graziano Di Costanzo «è evidente che senza
l'immissione di risorse finanziarie straordinarie questa condizione di
grave difficoltà, che colpisce soprattutto le micro e le piccole imprese,
è destinata ad accentuarsi. Per questo abbiamo chiesto alla Regione,
assieme a Confesercenti e Confartigianato, di prelevare 20 milioni di
euro dai fondi Fas da destinare al patrimonio dei confidi; attraverso
il meccanismo moltiplicatore da loro generato, è infatti possibile
calcolare che questa somma possa produrre nuovo credito fino a 300
milioni per le imprese».
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PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Teramo capofila
del Polo del legno
Palm, per ora società consortile in attesa del riconoscimento ufficiale,
raccoglie decine di aziende abruzzesi del settore del mobile in una rete
per l’innovazione e lo sviluppo, che coinvolge anche università e centri
di ricerca. Ecco come funziona e com’è strutturato
di Alessandra Di Luca
40
Lo avevamo annunciato sullo scorso numero di Abruzzo
Economia e ora che è diventato realtà siamo andati a
vedere cos’è e come funziona. Si tratta del Palm (Polo
arredamento legno mobile), nato per promuovere
l’innovazione e le opportunità di sviluppo del comparto
attraverso la creazione di una rete tra le imprese e
gli operatori. Il suo obiettivo primario è spazzare via la crisi imperante
ma anche puntare sui giovani per inserirli, in posizioni di prestigio, nelle
aziende abruzzesi del settore del mobile provando così ad invertire i dati
sulla disoccupazione, una delle più grandi piaghe dell’economia locale.
A dar vita alla società consortile (in attesa di essere riconosciuta dalla
Regione come Polo d’innovazione) sono state 19 aziende –che ben presto
diventeranno più di 40– con sedi in Abruzzo, per lo più nel Teramano,
operanti nel settore del legno, affini e dell'indotto, ed associazioni di
categoria fra cui Confindustria, che è stata una delle principali promotrici
del Polo. La società consortile punta in particolare al trasferimento di
tecnologie e alla messa in rete e alla diffusione delle informazioni tra le
imprese che vi fanno parte.
«Nel breve periodo puntiamo ad una rapida ripresa del settore,
attualmente in forte crisi, grazie soprattutto a politiche di marketing ed
alla internazionalizzazione, ovvero ad una crescente presenza delle nostre
aziende nei mercati esteri». A parlare è Primo Pompili, eletto presidente
del Cda del Palm e
titolare dell’azienda di
Castellalto (Teramo)
Arcadia Srl,impegnata
principalmente nella
produzione di arredi
e pareti per ufficio.
«Un altro ambizioso
obiettivo del Palm è
quello di incrementare
l’inserimento
dei
giovani nelle aziende
abruzzesi, creando per loro posizioni di prestigio grazie alla frequenza
di un master specifico e soprattutto di stages pratici». Pompili spiega
che il master in questione, oggi in fase di studio, durerà circa un anno e
punterà all’inserimento di almeno 20 giovani, al termine di un tirocinio che
i ragazzi, formati teoricamente durante il corso, sosterranno praticamente
nelle aziende, coadiuvati proprio dagli stessi imprenditori del settore
del mobile. A tal fine verranno attuate una selezione fra le aziende del
territorio ed una selezione fra i neolaureati.
A coadiuvare il Palm nelle varie attività saranno anche i centri di ricerca e
Nel Cda al lavoro accanto al presidente Primo Pompili ci sono anche i consiglieri di amministrazione: Marcello Pedicone (Las Mobili Srl), Cleto Pallini (Mas Legno Srl), Valter Amante (Full Mobili Srl), Licia
Rastelli (Aran Cucine Srl), Carlo Orsini (Fenix Sas) e Bernardo Sofia (Nuova SMA Srl)
le università abruzzesi che hanno già mostrato interessamento alla nascita
di questo Polo del Mobile. «Dal mondo accademico» aggiunge Pompili
«abbiamo ricevuto interessamento da parte della facoltà di Scienze
della Comunicazione di Teramo, della facoltà di Ingegneria dell’Aquila e
di quelle di Economia e Architettura di Pescara-Chieti. Siamo soddisfatti
di aver posto solide basi per lo sviluppo di un'iniziativa che, ne siamo
convinti, potrà essere di aiuto alle aziende in questa delicata fase della
nostra economia». Al lavoro accanto al presidente Pompili ci sono anche
i consiglieri di amministrazione: Marcello Pedicone (Las Mobili Srl), Cleto
Pallini (Mas Legno Srl), Valter Amante (Full Mobili Srl), Licia Rastelli (Aran
Cucine Srl), Carlo Orsini (Fenix Sas), Bernardo Sofia (Nuova SMA Srl).
Soddisfatta dell’iniziativa anche l’Unione industriali, una delle principali
promotrici del Palm. Il direttore di Confindustria Teramo, Nicola Di
Giovannantonio, ha sposato con grande entusiasmo la nascita di questo
Polo, con l’auspicio di far superare a tutta l’area teramana, ma anche più
in generale a tutta la regione, una situazione critica che negli ultimi tre
anni ha fatto registrare una paralisi nella produzione del comparto, con il
94% delle aziende che fa ricorso alla cassa integrazione e imprese ormai
al capolinea, con fatturati in calo dal 20 fino al 40%. Di Giovannantonio
sostiene che «Il Palm può rappresentare un punto di ripartenza per le
nostre aziende, investendo soprattutto in innovazione e ricerca. Il Cda si
muoverà con varie attività cercando di far aderire il maggior numero di
aziende e con l’auspicio di riuscire a realizzare progetti importanti legati
ad esempio ad una politica di marchio comune ma soprattutto alla ricerca
e all’innovazione. Il momento
storico ed economico attuale è
QUATTRO MILIONI PER CINQUE NUOVI DOMINI
molto delicato ed è per questo
che ad oggi diverse aziende locali
Sono cinque i nuovi poli d’innovazione ai nastri di partenza. Insieme a quello del mobile, si apprestano a
non hanno potuto aderire al Palm
cambiare la geografia industriale della nostra regione il polo Chimico-farmaceutico e quello dell’Energia,
per difficoltà interne, ma sono
mentre altri due saranno individuati sulla base delle proposte dei comparti più significativi del sistema produttivo
fiducioso nel futuro e credo che
abruzzese. Allo scopo, per le imprese che costituiranno i cinque nuovi domini (la dotazione minima è di 40
questo Polo crescerà presto e
aziende per ciascuna realtà) ci sono 4milioni di euro, a valere sui fondi Por Fers. I nuovi poli si affiancano agli
porterà grandi risultati per l’intero
otto già esistenti (Automotive, Agroalimentare, ICT, Edilizia, Servizi Avanzati, Tessile Abbigliamento Calzaturiero,
settore del mobile».
Turismo, Economia Sociale), nei quali sono aggregate complessivamente 700 imprese.
41
PRIMO PIANO
PRIMO PIANO
Il turismo natura
trend dell’estate
Non più settore di nicchia ma segmento in crescita soprattutto tra
i giovani. E in cima alle preferenze degli italiani c’è il Parco nazionale
d’Abruzzo: ecco i dati del Rapporto Ecotur presentato a Chieti.
Giammarino: «Sul territorio resta il 90% del fatturato»
di Alessandra Di Luca
42
L’estate è ormai alle porte
e il turismo torna alla
ribalta con un dato positivo
che, negli anni della crisi
internazionale del settore,
fa ben sperare. Si tratta di
quello relativo al turismo
natura, che si conferma un
settore in forte crescita e
non più di nicchia. I segmenti
più rappresentativi sono i
il presidente di Ecotur Enzo Giammarino
parchi e le riserve con una
quota di mercato superiore al 35%, seguiti dalla montagna (23%),
dal turismo rurale (18%), e ancora dal turismo lacuale, dai Borghi
più belli d’Italia, dalle riserve marine e dall’agriturismo. E a farla da
padrone è proprio il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, in cima
alle preferenze. I dati sono emersi dal IX Rapporto Ecotur sul Turismo
Natura, l’indagine scientifica nazionale redatta dall’Osservatorio Ecotur
costituito da Istat, Enit e Università dell’Aquila presentata durante
la XXII edizione di Ecotur, Borsa internazionale del turismo natura,
ospitata presso la Camera di Commercio di Chieti dal 13 al 15 aprile
scorsi. La manifestazione, che ha riscosso una grande partecipazione
di pubblico, ha coinvolto ben 150 espositori provenienti da tutta Italia,
13 paesi europei presenti con i loro tour operator, imprenditori del
settore ricettivo da 18 regioni ed oltre 50 centri storici “griffati” perchè
accolti nel club Anci dei “Borghi più belli d’Italia”.
Per tre giorni dunque la nostra regione è stata al centro dell’interesse
nazionale e mondiale per quel che riguarda l’offerta turistica, con
particolare riferimento ad un settore, quello del turismo natura
appunto, che anche quest’anno si riconferma con la sua buona
fetta di mercato. Il Rapporto presentato a Chieti ha mostrato come
questa crescita sia dovuta principalmente al fatto che è aumentata
la voglia di vivere a contatto con la natura e di praticare sport all’aria
aperta. A voler fare l’identikit del turista medio, quindi, si potrebbe
identificarlo come colui che per sfuggire allo stress della vita
quotidiana sceglie una vacanza lontano dalle metropoli e dalle grandi
capitali, prediligendo il contatto con la natura. Il che si ripercuote
sulle attività scelte durante la vacanza natura: si preferiscono nel
23% dei casi l’escursionismo, nel 21% il trekking, nel 12% il bird
watching e la mountain bike, seguiti dalla bici su strada (11%) e da
equitazione, sci di fondo, animal watching. Altro dato emerso dal
Rapporto è l’aumento dei giovani che scelgono il turismo natura: un
quarto ormai di chi opta per un turismo verdeblu ha tra i 16 ed i 30
anni, nel 50% dei casi una laurea in tasca e nel 37% una capacità
di spesa media. Il 52% degli italiani che scelgono la vacanza
natura, poi, chiede il prodotto “parchi naturali”: la graduatoria dei
più richiesti vede al primo posto, con ben 24 indicazioni da parte
dei tour operator intervistati, il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e
Molise, seguito dal Parco del Gran Paradiso (22), dalle Cinque Terre
(18), dallo Stelvio (16), e ancora dai parchi nazionali del Pollino (15),
del Circeo (11), dell’Arcipelago Toscano (9), della Maiella (8) e della
Sila (7).
E poiché la crisi economica non si arresta, la maggior parte dei
turisti si muove all’interno della propria regione per spendere meno,
mentre fra le strutture ricettive tornano a crescere le case private
(11,8%, +1%), i campeggi (8%, +0,3%) e i camper (6,5%, +1%).
Se il 50,2% dei turisti si ferma soltanto per un giorno, i weekend
rappresentano ormai il 19,5%, il weekend lungo (3 giorni) il 13%
e la settimana intera il 12%. Solo il 5,3% dei viaggiatori sceglie di
restare per più tempo.
«Il turismo natura continua a crescere prevalentemente per due
ragioni» ha spiegato il presidente di Ecotur Enzo Giammarino, «la
prima è che il prodotto ha mantenuto una sua forte identità ed ha
saputo al tempo stesso rinnovarsi; la seconda è il suo forte rapporto
con il territorio, dove resta il 90% del fatturato, e che fa sì che venga
costruito un rapporto solido con gli abitanti e con i turisti che, a
causa anche della forte crisi, scelgono sempre di più di dedicarsi
alle vacanze a chilometro zero».
43
PRIMO PIANO
per SAGA
L’AEROPORTO D’ABRUZZO SCALA
LA CLASSIFICA NAZIONALE DEI VOLI
Nel primo trimestre superato, per traffico passeggeri, anche lo scalo di Ancona.
E per potenziare le rotte la Saga ha istituito un tavolo permanente con la Fiavet
45
L
’Aeroporto d’Abruzzo compie buone
performance nella classifica nazionale
dei dati di traffico aereo. A fronte di un
andamento negativo del traffico aereo (-6%
a livello nazionale, -11% per gli aeroporti
sotto un milione di passeggeri e -8% per gli
aeroporti sotto i due milioni di passeggeri)
lo scalo pescarese e pochi altri mantengono
un trend positivo.
«Il dato è ancor più significativo se si
considera l’impatto dell’emergenza neve
sul traffico di febbraio e del difficile contesto
economico sul riempimento medio dei
voli» ha dichiarato il presidente della Saga
Lucio Laureti. Questo andamento positivo
fa guadagnare posizioni all’Aeroporto
d’Abruzzo nei confronti di vari scali nazionali,
superando nel primo trimestre 2012, con
99.369 passeggeri (pari a + 21,8% rispetto
al 2011), il confinante aeroporto di Ancona.
«Ora le sfide che ci attendono» ha continuato
il presidente della Saga «riguardano il
mantenimento del numero di passeggeri
–nonostante la riduzione nazionale– e il
miglioramento dei risultati di bilancio. Ci
stiamo concentrando anche su una strategia
che possa valorizzare i voli charter che
possono costituire un valido business per
l’aeroporto e nuove opportunità per utenti e
addetti ai lavori».
E proprio in questi giorni con la Fiavet
(Federazione imprese di viaggi) di Abruzzo
e Molise, presieduta da Agostino Ballone,
è stato istituito un tavolo permanente
Lucio Laureti, presidente della Saga, la società regionale
che gestisce l'Aeroporto d'Abruzzo
finalizzato al potenziamento delle rotte. Non
ultimo, la Saga sta lavorando con l’Università
di Chieti-Pescara ad uno studio statistico
per analizzare i flussi dei passeggeri, ossia
da dove vengono, dove vanno, il periodo
di permanenza in Abruzzo e all’estero, lo
scopo del viaggio oltre all’età e altri dati.
Tra qualche mese saranno resi pubblici gli
esiti dello studio che sarà la base per le
future strategie.
per ORDINE
PRIMO
PIANODEI COMMERCIALISTI DI CHIETI
foto di Andrea Straccini
PRIMO PIANO
MEDIAZIONE
ORA È REALTÀ
Nasce un organismo di conciliazione istituito dall'Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Chieti:
uno strumento veloce ed economico per la risoluzione
di controversie in ambito civile e commerciale
46
(qui sotto) Roberto Costantini, presidente dell'Ordine
dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Chieti
Ormai da decenni il Parlamento europeo
discute della cosiddetta ADR (Alternative
Dispute Resolution), ovvero di risoluzione
alternativa (al processo civile) delle
controversie. La mediazione è uno di questi
strumenti alternativi che, nato nei Paesi
scandinavi, diffuso nel mondo anglosassone
è ora adottato in quasi tutti i Paesi occidentali.
Lo scopo è di alleggerire il sistema giudiziario e
snellire il carico di lavoro dei tribunali civili per
ottenere una durata ragionevole dei processi.
La mediazione civile negli anni scorsi è stata
facoltativa (si pensi al D.L. 5/2003 nel rito
societario) mentre con il recepimento di una
direttiva della Comunità europea (la numero
52 del 2008) è diventata obbligatoria per un
ampio numero di materie. Infatti il D.L. 28 del
marzo 2010 ha introdotto (dal marzo 2011)
l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione
per le controversie civili e commerciali relative
a divisioni e successioni ereditarie, locazione,
comodato, affitto d'azienda, risarcimento
danni da responsabilità medica, diffamazione
a mezzo stampa e con altra forma di pubblicità,
contratti assicurativi, bancari e finanziari.
Dal mese di marzo 2012 l’obbligatorietà
è stata estesa alle liti condominiali ed al
risarcimento per danni automobilistici. Vale a
dire che prima di approdare nelle aule di un
tribunale, le parti in conflitto hanno l'obbligo
di tentare una conciliazione, ossia con
l’aiuto di un mediatore devono cercare una
soluzione alla controversia che le soddisfi
entrambe; qualora non si riuscisse a trovare
un accordo amichevole le parti possono però
sempre rivolgersi al giudice che decide chi ha
torto e chi ha ragione. Oggi in Italia esistono
circa 800 organismi di mediazione (pubblici
e privati) iscritti nel registro tenuto presso il
Ministero della Giustizia. Tra quelli costituiti
presso gli Ordini professionali certamente
tra i più affidabili in termini di organizzazione
e di preparazione dei mediatori sono da
annoverare gli organismi di mediazione dei
Commercialisti, presenti su tutto il territorio
nazionale. Il 5 luglio 2011 il Ministero della
Giustizia ha accreditato allo svolgimento
dell’attività del servizio di mediazione anche
l'organismo costituito presso l'Ordine dei
Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
di Chieti, su iniziativa di Roberto Costantini,
che di quell'Ordine è il presidente e che
di Mediazione ADR Chieti (questo il nome
dell'organismo) è il responsabile. «Vogliamo
rendere noto a tutti, enti, aziende, professionisti
e semplici cittadini, che oggi esiste anche la
possibilità di rivolgersi all'Ordine dei Dottori
Commercialisti di Chieti per esperire il
tentativo di conciliazione. Mediazione ADR
Chieti attualmente ha formato un elenco di 25
mediatori particolarmente esperti e preparati
che possono aiutare le parti a risolvere
questioni sui più diversi tipi di contenzioso»
spiega il presidente, che ha incassato anche
la valutazione positiva da parte del giudice
delegato alla sezione fallimentare del Tribunale
di Chieti in merito alla proposta di offrire ai
curatori fallimentari una possibilità in più, e
cioè di tentare la soluzione delle controversie
ricorrendo alla mediazione. «La mediazione è
importante» sottolinea il presidente Costantini
«perchè è veloce, economica e più efficace
di un procedimento giudiziario: la norma
stabilisce che una pratica di mediazione non
può durare più di quattro mesi ed i costi della
mediazione sono nettamente inferiori a quelli
che le parti sostengono in un processo civile.
Il mediatore», spiega ancora il presidente
Costantini, «deve avere conoscenze di
psicologia, deve conoscere le tecniche
negoziali, deve avere nozioni giuridiche ma
deve anche essere empatico, creativo e
dimostrare autorevolezza nella conduzione
del procedimento. Anche se la normativa
prevede che per diventare mediatori basta
aver conseguito una laurea (almeno triennale)
o essere iscritto in un albo o collegio ed aver
frequentato con successo un corso specifico
di formazione della durata di almeno 50 ore
di lezione, ritengo che i Commercialisti siano
i professionisti più adatti ad essere mediatori
perché hanno una maggiore predisposizione
a mediare favoriti da una specifica formazione
di studi e mentale». La mediazione è utile al
Paese, ai cittadini e, se viene svolta con etica
e professionalità, può essere davvero uno
strumento in grado di velocizzare i tempi
della composizione di molte controversie,
velocizzando anche i tempi del processo
civile e commerciale, per le cause che vi
accederanno, per la riduzione del numero
assoluto dei procedimenti iscritti.
Ma come funziona? «La mediazione»
spiega il presidente Costantini «si avvia
con il deposito di una domanda presso la
segreteria di un organismo di mediazione.
Ricevuta la domanda il responsabile nomina
un mediatore tra coloro che sono iscritti
nell’elenco dell’organismo. Il mediatore
provvede ad accettare l’incarico e comunica
alla segreteria la data del primo incontro
con le parti (incontro che non può essere
fissato oltre 15 giorni dopo la presentazione
della domanda). Alla data stabilita le parti
(se vogliono possono farsi assistere da
professionisti di fiducia anche se l’assistenza
non è obbligatoria) si devono presentare
davanti al mediatore per esporre le proprie
ragioni. Il mediatore, terzo ed imparziale, può
sentire le parti insieme o separatamente. Se
le parti non riescono a trovare un accordo,
il mediatore può formulare, se previsto dal
regolamento dell’organismo, una proposta
per la definizione della lite che può essere
accettata o meno: se la proposta è accettata
la controversia si ricompone mentre se una o
entrambe le parti non accettano la proposta
del mediatore, possono iniziare un giudizio
civile presso il tribunale».
Ma quanto costa effettuare un tentativo di
mediazione? «Dipende solo dal valore della
controversia e non dal numero di mediatori
(cosiddetti co-mediatori) nominati o dal
numero degli incontri, in quanto esistono
delle tabelle (approvate dal Ministero)
che fissano le indennità dovute dalle parti
all’organismo in base al valore della lite. Le
indennità corrisposte dalle parti vengono
divise tra l’organismo e il mediatore secondo
le percentuali stabilite dall’organismo stesso.
Per le controversie di valore inferiore ai
mille euro, la tariffa è di 65 euro, che sale
a 130 se il valore della pratica arriva fino a
5mila euro. Lo Stato interviene con il credito
d’imposta a rimborsare parte delle indennità
corrisposte agli organismi. Se una parte ha
un reddito molto basso per le mediazioni
obbligatorie non è tenuta a pagare il costo
delle indennità, in quanto l’onere del servizio
resterà a carico dell’organismo. Il punto è»,
conclude Costantini, «che la mediazione non
è un business, ma un'opportunità che va colta
47
dai cittadini e dalle imprese. Sono soprattutto
queste ultime, abituate a ragionare in termini
di efficienza, che per prime hanno iniziato
ad evitare la via del processo civile ed a
ricorrere alla mediazione. Mediazione ADR
Chieti, aderendo ad una iniziativa di ADR
Mediazione del Consiglio nazionale dei Dottori
Commercialisti e degli Esperti Contabili, si è
offerta di effettuare gratuitamente, per i mesi
di giugno e luglio, il servizio di mediazione.
L’obiettivo è quello di far conoscere in modo
più capillare lo strumento della mediazione
e farne apprezzare le caratteristiche. Le
domande saranno considerate gratuite
solo se presentate (o pervenute) dall'1 al
30 giugno. Sono certo che questa iniziativa
riscuoterà notevole successo avendo già
ricevuto riscontro in tal senso ma sono
altrettanto certo che i cittadini e le imprese
continueranno anche dopo il termine del 31
luglio a rivolgersi a Mediazione ADR Chieti per
la definizione delle loro controversie».
GREEN ECONOMY
A Penne
il fotovoltaico
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49
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(da sinistra) Giuseppe Marino, Luca Lella e Francesco Lenzini
prezzi di frutta e verdura, ma delle energie rinnovabili. Un mercato
complesso, dove la scarsa informazione e la burocrazia farraginosa
disorientano la maggior parte dei consumatori, in cui c'è chi ha
pensato a queste piccole aggregazioni territoriali per acquistare in
gruppo impianti fotovoltaici. Con un altro valore aggiunto: riversando
sul territorio una parte degli utili. Com'è possibile combinare il
business della green economy con l'impresa etica e low profit?
L'idea è di Luca Lella, 32 anni, una laurea in Scienze Geologiche,
e dei suoi soci. Ad un anno dall’apertura dell’azienda a Penne,
la MEETs srl (acronimo di Metodi Etici e Tecnologie Sostenibili),
Abruzzo Economia è andato a vedere come il progetto che ha
vinto il premio StartImpresa, l’iniziativa promossa dai Giovani
di Confindustria di Pescara per formare e affiancare un giovane
intenzionato a creare in Abruzzo un’azienda innovativa, sia riuscito
ad avere le gambe per trasformarsi in una realtà imprenditoriale
che punta sull'innovazione, in un settore già innovativo come
quello delle energie rinnovabili. «L'idea nasce dal fatto che il
mercato del fotovoltaico sta diventando solo una speculazione:
io credo che l'energia debba essere fonte di guadagno sì, ma
anche di opportunità, che ci sono, basta avere una visione un pò
più allargata. Invece fino ad ora a questo settore, che è in forte
espansione in Italia come nel resto del mondo, si sono applicate
le solite leve commerciali e regole capitalistiche che –come
abbiamo imparato alla luce della crisi economica globale– non
GREEN ECONOMY
50
sempre hanno funzionato bene» spiega Lella. Da qui l'intuizione di
far incontrare persone accomunate dall'interesse verso un modo
di vivere ecosostenibile. Così, in un mercato dell’energia in cui
la guerra dei prezzi sembra andare solo a scapito della qualità, il
punto fondamentale della strategia aziendale è il contenimento dei
costi: «Abbiamo cercato di far scendere i prezzi standardizzando
le nostre soluzioni e per questo ci rivolgiamo, tramite un’apposita
divisione aziendale ed una strategia appositamente sviluppata,
a gruppi di acquisto, cioè persone dello stesso territorio, dello
stesso comune, o associazioni di categoria (come gli agricoltori)
per le quali realizziamo impianti il più possibile simili tra loro. In
questo modo, pianificando lavori di gruppo, riusciamo a ridurre i
prezzi del 20%» continua questo giovane imprenditore originario
di Torrebruna (Chieti). Com’è nata l’idea? «Nel fotovoltaico i
gruppi di acquisto solidali sono nati in Germania 10-15 anni fa,
in Italia sono arrivati nel 2007-2008, quando alcune persone
hanno iniziato a trasporre dal settore agroalimentare a quello
dell’energia quest’ottica di aggregazione territoriale nata per fare
acquisti collettivi. Questo è stato il nostro punto di partenza. Poi,
però, muovendo dalla constatazione che i gruppi di acquisto per
il fotovoltaico finora realizzati sono stati finalizzati ad abbassare
i costi d’acquisto ma sul territorio hanno lasciato ben poco, per
primi abbiamo proposto questo modo di lavorare» ricorda Lella.
Anche il nome dell’azienda, che vuol dire “incontrarsi”, rimanda
GREEN ECONOMY
a questo singolare modello
di impresa: «La nostra
mission è quella di
far incontrare coloro
che hanno interesse
e/o che operano
attorno al mondo del
vivere sostenibile e
che non trovano la chiave
di accesso per ottenere un
apprezzabile, giusto e –in primis–
etico risultato economico e ambientale nella green economy». Con
un occhio sempre attento anche al sociale: «Cerchiamo di reperire
manodopera locale, anche con l'ausilio di associazioni che si
occupano di ragazzi svantaggiati, oppure alle volte guardando
persino all’interno di un gruppo d’acquisto stesso, in cui capita
di trovare un cliente che magari ha perso il lavoro e che ha le
competenze per essere formato da noi per realizzare i nostri
impianti» continua Lella. In questo modo all'interno della MEETs
si ribalta la tradizionale ottica passiva cliente-fornitore, perché
il primo può entrare concretamente a far parte dell'attività del
secondo, non soltanto acquistando un impianto o lavorando
alla sua installazione, ma facendosi promotore di un gruppo
d'acquisto o di un progetto che la MEETs finanzia con i fondi che
L'AZIENDA
La MEETs é nata, come si diceva, dal progetto con cui Luca Lella ha vinto il premio StartImpresa. Ma il progetto porta anche la firma
dell’ingegner Giuseppe Marino e del dottor Francesco Lenzini. Con Luca Lella, sono tutti e tre soci fondatori e coamministratori della
società. «Ci avvaliamo poi di collaboratori esterni, coordinati dal direttore tecnico dell’azienda, l’architetto Alceste Russo» precisa Lella.
La società è articolata in tre divisioni: una per gli impianti con caratteristiche di integrazione architettonica innovativa, una per l’efficienza
energetica in edilizia, e una dedicata esclusivamente ai gruppi di acquisto solidali.
51
stanzia a favore dei gruppi di acquisto. «Il primo accantonamento
fisso in cui riversiamo parte dei nostri utili è quello che chiamiamo
fondo di sinergia solidale, con cui finanziamo progetti energetici
di utilità pubblica, che possono essere, ad esempio, un piccolo
impianto sulla scuola o sul Comune» spiega Lella. «Abbiamo
istituito anche un fondo di ricerca e sviluppo attraverso il quale il
gruppo d’acquisto solidale può proporre e votare il finanziamento,
con una somma riservata da MEETs, di progetti e/o prodotti in
ambito energetico. Un esempio: se un Comune vuol sostituire i
vecchi lampioni con quelli a led, noi gliene compriamo qualcuno.
Poi c'é un terzo fondo, articolato in ticket di spesa riservati ai
gruppi di acquisto, da spendere in acquisti di economia solidale
o per prodotti energetici da noi proposti. Ecco, io voglio credere
che la MEETs sia ancora di più di questo, ma molto lo dobbiamo
dimostrare ed il tempo, il mercato e le persone che interagiranno
con noi ci diranno quale sarà la nostra missione».
BANCHE E FINANZA
Caripe ricomincia
da Pino Mauro
L’economista succede nella presidenza a Guglielmo Marconi,
che ha lasciato l’incarico in conseguenza del commissariamento
della capogruppo Tercas. Nel Cda entra anche Dario Pilla, direttore
generale dell’istituto in amministrazione straordinaria
52
«e il mio ruolo a disposizione della banca
Economista di fama, nome storico
Caripe e del territorio, per rafforzarli e
dell’università d’Annunzio in cui oggi
venire incontro alle esigenze di famiglie e
ricopre il ruolo di docente di Politica
imprese, collaborando con la capogruppo
economica nella Facoltà di Economia,
Tercas e con il commissario Riccardo
il professor Giuseppe Mauro è il nuovo
Sora». Acquistata nel 2001 dal Banco
presidente della Caripe: l’assemblea dei
Popolare di Lodi e attraverso vari passaggi
soci lo ha eletto lo scorso 21 maggio.
finita in mano al Banco Popolare (un
L’assemblea ha decretato anche
gruppo costituito dall’unione di diverse
l’ingresso nel Cda dell’istituto di Dario
banche del Nord Italia) che deteneva il
Pilla, attualmente direttore generale
95% del suo capitale, Banca Caripe è
del gruppo Tercas, e quello di Luciano
stata riportata in Abruzzo a dicembre del
D’Amico, preside della Facoltà di
2010 da Tercas, che l’ha acquistata per
Scienze della Comunicazione dell’ateneo
228 milioni di euro, diventando così il
teramano, nel Collegio dei Sindaci.
Giuseppe Mauro, nuovo presidente della Caripe
gruppo bancario numero uno d’Abruzzo:
L’incarico di presidente del Collegio
un colosso finanziario da oltre 5 miliardi
Sindacale, precedentemente ricoperto
di euro, con 161 sportelli dislocati tra Abruzzo, Molise, Lazio,
dal professor Mauro, è andato a Gaetano Di Gregorio, mentre è
Emilia Romagna e Marche. Come la Tercas sia finita nell’occhio
rimasto al suo posto il direttore generale Bruno Presidente.
di un ciclone che ne ha spazzato via i vertici, è questione ancora
La nomina del professor Mauro alla guida di Banca Caripe e
tutta da chiarire; la notizia del commissariamento, disposto dal
l’ingresso di Pilla nel Cda non sono casuali, ma conseguenza diretta
Ministero dell’Economia in base alla proposta di Bankitalia, giunge
del terremoto che lo scorso 30 aprile ha scosso i vertici del gruppo
lo scorso 30 aprile in maniera del tutto inaspettata negli uffici di
Tercas, col commissariamento dell’istituto e l’azzeramento di tutti gli
Corso San Giorgio, nonostante a settembre si fossero già presentati
organi direttivi e di controllo, di cui facevano parte (rispettivamente
a Teramo alcuni ispettori di via Nazionale. Gli accertamenti ispettivi,
come consigliere d’amministrazione e vicepresidente) anche il
secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia, “sono stati disposti
presidente di Caripe Guglielmo Marconi e il consigliere Mario Russo,
anche a seguito del coinvolgimento di Tercas in un procedimento
obbligati dal provvedimento a lasciare tutti gli incarichi. Si è pertanto
penale della Procura di Roma, relativo al fallimento di un gruppo
resa necessaria l’assemblea dei soci dell’istituto pescarese per
immobiliare”. Gli ispettori, al termine delle indagini, hanno rilevato
l’elezione del nuovo presidente, e la scelta è caduta sul professor
“l’inadeguatezza degli assetti di governance e dei controlli interni
Mauro: «Metterò la mia persona» è stata la sua prima dichiarazione
BANCHE E FINANZA
nonché gravi irregolarità operative”, portando quindi alla decisione
di azzerare i vertici e di insediare, al posto dell’ex presidente Lino
Nisii, Riccardo Sora, già commissario straordinario di Banca Carim
Metterò la mia persona e il
mio ruolo a disposizione della banca
Caripe e del territorio, per rafforzarli
e venire incontro alle esigenze di
famiglie e imprese
(la Cassa di Risparmio di Rimini) e Antonio Blandini, Silvano Corbella
e Alessandro Portolano come Comitato di sorveglianza.
Tanto Nisii quanto il commissario Sora, diffusasi la notizia, si sono
affrettati a rassicurare tutti i clienti della banca, garantendo che non ci
sarebbero state ripercussioni sul normale svolgimento delle operazioni.
In effetti il ciclone è rimasto confinato nelle stanze dei piani superiori,
senza alcun effetto sull’attività bancaria. Ma la vicenda non si è ancora
conclusa, e vede al centro delle indagini degli ispettori di Bankitalia
l’ex direttore generale Antonio Di Matteo, sostituito lo scorso primo
febbraio da Dario Pilla: Di Matteo, secondo gli accertamenti, avrebbe
presumibilmente
coinvolto la Tercas in
operazioni rischiose
e irregolari. A dare
origine, come si
diceva, all’intervento
della Banca d’Italia
sarebbe stato il
coinvolgimento
di
Tercas nel crac
il nuovo direttore generale della Tercas Dario Pilla
finanziario da 800
milioni dell’immobiliarista romano Raffaele Di Mario, cui Tercas
avrebbe concesso un finanziamento di 23 milioni di euro; da
quest’episodio sono scaturiti elementi che hanno fatto estendere le
indagini anche ad altri casi.
Dopo la relazione di Bankitalia, che lo scorso 26 maggio ha
contestato i presunti comportamenti scorretti a 14 persone (l’ex
presidente Lino Nisii, l’ex direttore Di Matteo, i componenti del Cda
e i membri del Collegio Sindacale), agli stessi è stato dato un mese
di tempo per presentare le loro difese; dopodichè, trascorsi altri 240
giorni, sarà Bankitalia a decidere se e chi sanzionare per le presunte
gravi irregolarità. La speranza è naturalmente che Tercas –dopo
aver resistito alle lusinghe di grandi gruppi e aver mantenuto la
propria indipendenza e
autonomia, dando prova
di essere davvero una
banca del territorio–
resti con le radici
saldamente attaccate
al suolo teramano. Cosa
che, se andrà in porto
la cartolarizzazione di
(qui sopra) l'ex presidente della Tercas Lino Nisii;
crediti esigibili (avviata
(sotto) la sede dell'istituto in Corso San Giorgio a Teramo
dalla vecchia gestione
ma portata avanti e sostenuta dall’attuale direttore generale Pilla)
con la quale Tercas potrebbe ottenere ben 400 milioni di euro
dalla Bce, è ben più di una speranza; e
finora, dopo il terremoto ai vertici, è
la prima notizia a confortare un
territorio in ansia per le sorti
del colosso finanziario
abruzzese.
53
BANCHE E FINANZA
BANCHE E FINANZA
Bcca, Borgia riconfermato presidente
Premiato il lavoro di un triennio intenso che ha gettato le basi dello
sviluppo futuro, pur dovendo far fronte a una situazione economica difficile.
Il presidente: «Combattiamo la crisi facendo ogni sforzo per sostenere
gli operatori locali con prodotti rispondenti alle esigenze di soci e clienti»
54
Michele Samuele Borgia, riconfermato presidente della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese
di Cappelle sul Tavo
La cornice era quella dell'Hotel Serena Majestic di Montesilvano, il
quadro quello di una banca sana, in crescita e indirizzata verso una
sempre maggiore vicinanza al territorio. L'annuale assemblea dei soci
della Banca di Credito Cooperativo Abruzzese di Cappelle sul Tavo ha
pertanto riconfermato all'unanimità la fiducia al presidente Michele
Samuele Borgia e al Consiglio d'amministrazione.
Borgia, nel suo intervento, ha illustrato i dati del bilancio annuale, dal
quale sono emersi i risultati positivi dell'azione sul territorio. «Abbiamo
conseguito un utile pari a 764.000 euro, con un incremento dell'81,3%
rispetto all'esercizio precedente, cifre che sono state accolte con
favore dalla compagine sociale formata da oltre 3.000 soci. Abbiamo
inoltre voluto lanciare un segnale riducendo il numero dei consiglieri
d'amministrazione da dodici a dieci, oltre al presidente».
«La conferma della fiducia alla nostra squadra» ha proseguito Borgia «è
il segno tangibile della qualità del nostro lavoro che nell'arco del triennio
ha portato a una crescita costante della Banca di Credito Cooperativo
Abruzzese di Cappelle sul Tavo. Abbiamo tracciato le linee di sviluppo
futuro della Bcca, a cominciare dal completamento della realizzazione
della nuova sede centrale».
La Bcc Abruzzese è ormai uno degli ultimi modelli di banca territoriale
non colonizzata né nel proprio azionariato né nelle proprie strategie da
altre realtà creditizie che, per ovvie ragioni logistiche, hanno posizionato
il proprio baricentro decisionale in luoghi ben lontani dalla loro terra. Il
direttore generale Rocco Finocchio ha fatto il punto sulle misure prese
per combattere la situazione di crisi: «Abbiamo registrato un risultato
economico positivo, anche se in misura contenuta, ma tale da poter
consentire l’applicazione di condizioni economicamente vantaggiose ai
soci ed ai clienti, in un momento così particolare per tutti e abbiamo,
inoltre, confermato la vocazione ad assistere la clientela che, pur
presentando requisiti oggettivi non del tutto soddisfacenti, poteva avere
accesso al credito facendo leva sulla conoscenza diretta».
Questi i nomi dei componenti del Consiglio d'amministrazione: oltre al
presidente Michele Samuele Borgia, riconfermato per il prossimo triennio,
i consiglieri sono Michele Blasiotti, Ludovico Ciavarelli Macozzi, Pierino Di
Tullio, Mario Di Berardino, Antonio Domenicone, Filippo Falconio, Antonio
Gabriele, Marino Padovani, Antonio Pavone e Marco Sciarra. Presidente
del consiglio sindacale è stata nominata all'unanimità Flavia Novello. Gli
altri componenti sono Francesco Belardinelli, Piero Redolfi, Giuseppe
Cetrullo e Massimo Ivone.
Per il Collegio dei probiviri, come presidente è stato nominato all'unanimità
l'avvocato Dante Angiolelli. I componenti sono Leonello Brocchi, Pasquale
Tribuzio, Natascia Di Giambattista, Alfonso Di Giacomo.
Un milione in meno
per le imprese
La stretta del credito ingoia le piccole aziende: ecco i dati delle
erogazioni nell’ultimo trimestre 2011. Maglia nera alle province
di Teramo e Pescara, soffrono costruzioni e artigiani.
La Banca d’Italia: tassi d’interesse superiori alla media nazionale
Un milione di euro in meno per le imprese abruzzesi. A tanto
ammonta la riduzione complessiva del credito concesso alle
aziende nel solo trimestre ottobre-dicembre dell’anno scorso.
Lo dicono i dati della Banca d’Italia, analizzati dal Centro
studi regionale della Cna, che evidenziano anche come i tassi
d'interesse praticati alla fine dell'anno scorso nella nostra regione
erano mediamente dell'8,34% (con punte del 10,84%) contro una
media nazionale del 6,61%. Ecco da dove arriva una così forte
stretta del credito: la flessione media è frutto di pochi incrementi
e parecchi decrementi forti tanto sul territorio –meno 23 milioni di
euro nella provincia di Teramo rispetto al trimestre precedente e
meno 15 milioni in quella di Pescara– quanto nei settori produttivi.
Solo per citarne due: -21 milioni di euro per le costruzioni e -19
milioni per i servizi.
La situazione è, se possibile, ancor più drammatica per le microimprese: le cosiddette “famiglie produttrici” hanno subìto un
taglio di ben 6 milioni di euro.
Secondo l’analisi della Cna «riverberano i loro effetti sul
sistema economico anche la diminuzione del credito alle
famiglie consumatrici, per l’acquisto di abitazioni, per 23
milioni di euro e l’incremento delle sofferenze per 97».
Proprio su quest'ultima voce, ovvero le somme che le
banche non riescono più a recuperare dai loro clienti,
l'Abruzzo segna un record negativo nel rapporto tra
sofferenze e impieghi, ovvero le somme prestate:
a livello nazionale è stato del 6,93%, nella nostra
regione dell'8,53%. Unica nota in controtendenza,
nell’ultimo scorcio del 2011, è stata la crescita
di depositi e risparmio postale, che nel quarto
trimestre 2011 hanno segnato un incremento
di 403 milioni di euro. Ma nonostante ciò
l'Abruzzo resta ben al di sotto della media nazionale (+0,97%
contro il 2,11%)
Quanto alla stretta creditizia sulle attività produttive, il dato 2011
è altalenante: ad un primo semestre con il segno positivo (361
milioni in più nel primo trimestre, 206 nel secondo) ha fatto da
contraltare un secondo assolutamente nero, con 161 milioni in
più nel terzo trimestre, ma addirittura uno in meno nel quarto. La
situazione provincia per provincia rispecchia lo stesso andamento:
la contrazione delle erogazioni è stata molto forte nel Teramano e
nel Pescarese, risultati attivi solo a Chieti (+25 milioni) e all’Aquila
(+12 milioni). Tra i comparti produttivi, solo il settore industriale fa
segnare un andamento positivo con un incremento di 39 milioni.
55
BANCHE E FINANZA
per GROUPAMA
56
I PRODOTTI GROUPAMA
Groupama mette a disposizione dei
clienti un ampio ventaglio di prodotti
assicurativi, rivolti alle persone, ai beni,
ai patrimoni, alle aziende e alle attività
professionali e commerciali comprese
quelle agricole. Inoltre offre tutte le
tipologie di prodotti vita (risparmio e
investimento) e naturalmente polizze
per assicurazione auto.
Tra i prodotti attualmente in promozione
si segnala “QUIABITO CASA”: un piano
casa semplice, affidabile e flessibile
dedicato alla difesa della casa. È
un'assicurazione che copre fino al 90%
del valore della struttura dell’immobile
in caso di terremoto. “QUISICURA
SALUTE” è invece la polizza dedicata
alla salute dell’assicurato e della
sua famiglia, mentre “PLURIATTIVA
INFORTUNI” è la soluzione efficace
modulare che risolve tutte le spiacevoli
conseguenze dovute ad incidente. Infine
“PREVIDENZA COMPLEMENTARE” è un
fondo pensione aperto.
L'ASSICURAZIONE
CHE CAMBIA
Dopo le novità introdotte dal Governo nel settore, le Compagnie
manifestano molte perplessità. In questo quadro generale
l’Agenzia “Enrico Potenza Assicurazioni Srl” mandataria
di Groupama Assicurazioni Spa ottiene buoni risultati
I
l mondo assicurativo vive, come molti
altri settori dell'economia, un momento di
difficoltà: il vento di crisi soffia più forte
rispetto allo scorso anno, e i cambiamenti
nella politica non sembrano fornire elementi
utili a garantire prospettive di serenità. «La
nuova politica del Governo in materia di
liberalizzazioni suscita molte perplessità
all'interno di un impianto che tuttavia regala
anche qualche nota positiva» spiega Enrico
Potenza, titolare dell'Agenzia di Groupama
per Chieti e provincia, una delle più importanti
e storicamente attive della regione, che
ha convocato l'annuale meeting dei suoi
dipendenti (una struttura di 14 subagenti
con relativo personale, una rete vendita
numerosa e dislocata su tutto il territorio
provinciale) presso l'Hotel Dragonara di Chieti
Scalo lo scorso 14 aprile. Il dottor Potenza ha
introdotto il convegno esprimendo i dubbi
del mondo assicurativo riguardo ad alcuni
aspetti del decreto sulle liberalizzazioni.
«Soprattutto ci si interroga sulla logica
dell'articolo 34 della legge, che prevede che
un agente fornisca al cliente, al momento
del contatto, i preventivi di tre compagnie.
Cosa anche normale per i broker, ma folle
per un monomandatario: come dire che un
concessionario Fiat dovrebbe presentare
al cliente le possibilità fornite da altre
case automobilistiche. E poi oggi ognuno è
libero di scegliere da sé, con una semplice
consultazione online, tutti i preventivi che
vuole. Attualmente l'Isvap, l'authority che
vigila sulle assicurazioni, ha ottenuto una
delega per stabilire un regolamento in
merito, e questo sospende la norma suddetta
fino a giugno di quest'anno. Ci si aspetta
che questo regolamento sistemi le cose». Ci
sono, però, anche aspetti positivi, sostiene
Potenza: «Per quanto riguarda il settore RC
Auto, gli automobilisti virtuosi, per esempio,
avranno delle riduzioni dopo un anno senza
incidenti; potranno poi ottenere sconti in
base allo stato ottimale della propria vettura;
e se decideranno di montare la cosiddetta
scatola nera, il cui costo sarà a carico delle
compagnie, avranno ulteriori sconti. Ci sarà
anche più velocità nella liquidazione dei
sinistri». Fatte queste considerazioni, Potenza
passa a enumerare i dati, che consegnano
con freddezza il settore a un anno ancora
difficile. «Il mercato assicurativo generale
italiano ha avuto un decremento del 14,5%
in termini di raccolta premi, soprattutto nel
settore vita (-20%) e questo andamento si
conferma anche nei primi mesi del 2012.
Il settore auto ha avuto un incremento di
circa 2miliardi, dovuto all'aumento delle
tariffe che comunque è stato contenuto
(entro una media del 3,5%) e anche alla
diminuzione degli sconti praticati agli
assicurati. I costi, per le compagnie, restano
alti: si pensi che in Italia circolano circa 3
milioni e mezzo di auto con contrassegni
falsi, emessi da gruppi organizzati, e che
le denunce per incidenti lievi (i cosiddetti
colpi di frusta che si verificano in seguito
a tamponamenti) sono circa 700mila ogni
anno. Tutto questo produce un esborso da
parte delle compagnie di circa due miliardi,
cui si aggiunge la pressione fiscale». Parla
poi di compagnie online: «Hanno segnato
il 7,2% della raccolta, malgrado abbiano
aumentato del 12,2% le tariffe. Questo
significa che nel 2011 il divario tra i costi
delle polizze tradizionali e quelle online si è
accorciato. Chiaramente il vantaggio delle
compagnie online risiede nella velocità di
stipula del contratto, ma i problemi di queste
compagnie si verificano al momento delle
variazioni e delle liquidazioni». Il settore danni
tradizionale, prosegue Potenza, «ha avuto una
raccolta stabile rispetto al 2010 (18miliardi e
740milioni di euro). Le variazioni che si sono
avute dal 2005 ad oggi (dai 109miliardi del
2005 ai 92 del 2008,
poi una breve ripresa
dal 2009 al 2010, e
nel 2011 di nuovo
una caduta) sono
dovute agli incassi
nel ramo vita: è quello
il settore che sposta
l'ago della bilancia.
Purtroppo in Italia la
previdenza integrativa
e complementare non
fa parte della nostra cultura; e il Governo è
ancora incapace di favorire la diffusione di
queste buone pratiche, che sarebbero in grado
di assicurare un futuro dignitoso a chi andrà
in pensione tra trent'anni, cosa che l'Inps non
potrà più fare. Il fatto di essere in difficoltà
economiche, inoltre, spinge le famiglie a
non spendere soldi per una previdenza
integrativa». I risultati di Groupama a livello
nazionale sono buoni rispetto al mercato, e
«hanno avuto un incremento della raccolta
generale del 3,60%, con un decremento del
(qui sopra) Enrico Potenza premia Carmen Benedetto e
Massimo Paolucci; (sotto) Giuseppe ed Enrico Potenza con
Amedeo Petrelli; (nella pagina precedente) Potenza con lo
staff amministrativo dell'Agenzia
20,4% nel ramo vita e un incremento del
ramo danni tradizionali dell'11,6%. Dati che
rispecchiano l'andamento generale, visto
che l'aumento è, come in altri casi, dovuto
alla diminuzione degli sconti». Ma il dottor
Potenza torna a sorridere quando parla del
buon lavoro svolto dall'Agenzia: «La nostra
Agenzia ha incrementato la raccolta generale
del 2%, costituita per il 16,98% dal ramo
vita e dall'83% dai danni auto e non auto.
In particolare gli incassi del ramo vita sono
aumentati del 41%. Nel ramo danni tiene il
settore dell'RC auto, ma si registra l'ottimo
risultato del settore danni tradizionali grazie
a due prodotti: Quiabito casa e Quisicura
salute. Per il 2012 si registra finora un
incremento della raccolta vita molto
consistente, mentre siamo stabili sugli altri
settori». Il meeting si è concluso con la
premiazione per il lavoro svolto di alcuni
subagenti: Massimo Paolucci, subagente
di Ortona; Mirella Dell'Oso, subagente di
Vasto; Rita Savini, subagente di San Salvo e
Carmen Benedetto, subagente di Arielli. Una
targa premio per i risultati raggiunti è andata
anche a Enzo Del Pizzo e Luisanna Di Matteo,
rispettivamente subagenti di Palombaro e
Torrevecchia Teatina.
57
BANCHE E FINANZA
per BCC CASTIGLIONE MESSER RAIMONDO E PIANELLA
(qui sopra) Alfredo Savini, presidente della BCC
di Castiglione Messer Raimondo e Pianella; (sotto) la sede
centrale della banca; (nella pagina accanto) due momenti
della presentazione del bilancio 2011
58
Il modo sano
di fare banca
i livelli di alta patrimonializzazione e
permettono alla Banca di affrontare le
sfide future di un mercato sempre più
complesso, competitivo pur in presenza di
una perdurante crisi» ha spiegato Savini.
E se la BCC è riuscita, anche in questo
contesto così drammatico, a continuare
a sostenere le famiglie e le imprese
(aumentando tra l'altro la compagine
sociale di 194 unità) lo si deve soprattutto
a quel “modo diverso di fare banca” che
l'istituto di Castiglione Messer Raimondo
ha portato avanti con convinzione e
Approvato il bilancio 2011 che vede 54 milioni di euro erogati
a famiglie e piccole imprese. Il rapporto sofferenze - impieghi
rimane al di sotto della media regionale
A
pochi mesi dall'inaugurazione della
tredicesima filiale, aperta a Pescara
lo scorso dicembre, i vertici della
BCC di Castiglione Messer Raimondo
e Pianella hanno presentato il bilancio
d'esercizio 2011, nella sala polifunzionale
della sede di Castiglione Messer Raimondo.
Il presidente, dottor Alfredo Savini, ha
illustrato il panorama in cui l'istituto opera
e i risultati conseguiti durante il 2011,
anno che ancora una volta ha messo a
dura prova il tessuto imprenditoriale e
quello sociale.
«Nel 2011 l’azione della Banca si è
sviluppata seguendo le linee tracciate
dal piano strategico pluriennale. Abbiamo
raggiunto gli obiettivi economici e
patrimoniali, che consentono di mantenere
determinazione lungo tutti i suoi 56 anni di
storia. Una gestione sana e prudente, che
tuttavia non lesina il credito a chi ne ha
bisogno. «Nel corso del 2011» ha aggiunto
il presidente Savini «il contesto economico,
caratterizzato da persistenti segnali di
debolezza, ha inevitabilmente comportato
una crescita della rischiosità del credito,
mantenendo tuttavia per la nostra BCC il
rapporto sofferenze su impieghi al di sotto
della media regionale ed alla metà circa
della media nazionale». Avversa da sempre
a quella che viene comunemente definita
“finanza speculativa”, la BCC di Castiglione
e Pianella ha ottenuto per il 2011 un utile
netto di 3milioni e 417mila euro, risultato
notevole conseguito «senza aumentare
i tassi di interesse sui prestiti praticati
alle aziende e alle famiglie che, vi posso
assicurare, si sono mantenuti al di sotto
della media del sistema; né comprimendo
la remunerazione dei nostri depositanti, ma
aumentando la raccolta diretta, valutando
attentamente gli investimenti in titoli di
Stato –da cui sono conseguiti maggiori
interessi attivi per 1,6milioni di euro– e con
una attenta politica di controllo dei costi
di struttura che ci ha consentito di avere
costi inferiori a quelli sostenuti dalle altre
banche». La gestione “illuminata” della
Banca ha consentito, inoltre, di sostenere
le iniziative benefiche e le attività sociali
e culturali della comunità di riferimento,
erogando contributi per circa 250mila euro.
Quanto ai numeri, il presidente ha messo
in rilievo gli impieghi verso clientela, che si
attestano a 342milioni di euro, con un nuovo
credito erogato nel 2011 pari a 54milioni
di euro, e l'aumento della raccolta diretta,
che ha raggiunto i 418milioni di euro, in
crescita del 10,40% su base annua. «Anche
il patrimonio di vigilanza è aumentato,
passando da 37milioni di euro del 2010
a 41milioni nel 2011. In questo momento
la patrimonializzazione è un elemento
determinante per poter continuare a fare
banca e la nostra cooperativa possiede
mezzi patrimoniali che superano di oltre 15
milioni di euro i livelli richiesti dalle autorità
di vigilanza. Questo dato fondamentale ci
autorizza a considerarci su assoluti livelli
di tranquillità».
I dati illustrati durante la presentazione del
bilancio, ha concluso il presidente Savini
«rispecchiano l'impegno coraggioso e
coerente del nostro istituto. La nostra
Banca nonostante la crisi non ha tradito
la missione di sostegno al territorio e
continuerà incessante a consolidare il
rapporto con le comunità di riferimento».
SIMONE DI GIAMPAOLO, NUOVO DIRETTORE GENERALE
Durante l'assemblea dei soci il presidente Savini ha
colto l'occasione per salutare il direttore generale
uscente dell'istituto, Paolo Mingione: «Nel corso del
presente anno» ha detto Savini «il nostro direttore
(a sinistra) Paolo Mingione; (a destra) Simone Di Giampaolo generale, avendo maturato i requisiti previsti per
il pensionamento, approfitterà di tale opportunità. In tale circostanza io non posso che
ringraziarlo sinceramente, anche a nome di tutti gli organi sociali, per la professionalità, l'impegno
ed il costante attaccamento che nel corso di tutti questi anni ha dimostrato nei confronti della
nostra banca». Dallo scorso primo giugno è quindi subentrato alla direzione generale dell'istituto
Simone Di Giampaolo, che ricopriva la funzione di vicedirettore generale e responsabile dell’area
amministrativa dal novembre 2005.
59
FOCUS
TUTTO ALLA LUCE DEL SOLE
Foto: Luca Del Monaco
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«Come ricominciare
dall'impresa creativa»
L'abruzzese Pierluigi Sacco, esperto in economia della cultura, spiega
in che modo scoprire e sfruttare il potenziale di una risorsa che,
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Professor Sacco, quale importanza attribuisce al ruolo
dell'economia della cultura, in particolare nella congiuntura
economica che subiamo da qualche anno?
«Per quanto il concetto sia poco noto soprattutto negli ambienti italiani,
è oramai chiaro che l'economia della cultura è non solo importante, ma
uno dei canali fondamentali di sviluppo dell'economia europea. Alla fine
del 2006 è stato commissionato uno studio dalla Commissione Europea
che provava la dimensione in termini di fatturato dell'industria culturale e
creativa europea. Nel 2005 si è dimostrato che questa cifra ha raggiunto i
654 miliardi di euro. Si tratta del doppio del fatturato automobilistico, e di un
montante superiore a quello della maggior parte dei settori manifatturieri
in Europa. Si è notato inoltre, in questo studio, che il settore continuava
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a crescere anche a ritmi sostenuti persino in momenti di rallentamento
dell'economia europea, ed era contraddistinto dall'emergere di nuove
forme di imprenditorialità di prima generazione, in quantità di gran lunga
superiori rispetto ai settori manifatturieri».
Cosa comprende esattamente il settore dell'economia della
cultura?
«All'interno del macrosettore dell'economia della cultura è possibile
identificare undici sottosettori che contribuiscono variamente alla
categoria, ma sono tuttavia fortemente interdipendenti. I tre settori
non industriali comprendono le arti visive, lo spettacolo dal vivo e le
arti performative, ed il patrimonio storico artistico. Si tratta del gruppo
che contribuisce meno dal punto di vista del fatturato, ma nel quale si
elaborano spesso i nuovi modelli, le nuove idee.
Paragonabili a “laboratori di ricerca e sviluppo” della cultura, si tratta
anche delle discipline che dipendono maggiormente dai fondi statali.
Sono identificabili, in aggiunta alle precedenti, le cinque industrie
culturali composte da cinema, editoria, musica, radiotelevisione e
videogiochi, e concludiamo la nostra classificazione con le tre industrie
creative: design (compresa la moda), progettazione architettonica
e pubblicità, le ultime tre contraddistinte dalla caratteristica di avere
finalità non unicamente culturali.
È interessante notare come non abbia incluso il turismo, e tutte le
piattaforme digitali legate al web che, di per sé, potrebbero dare un
ulteriore, notevole, apporto al calcolo totale del fatturato».
In che modo la produzione culturale e creativa influenza il
funzionamento dell'economia?
«Prendiamo l'esempio dell'innovazione. Più alto è il tasso di
partecipazione culturale dei cittadini di un paese, senza escludere il
contributo fondamentale della cultura amatoriale, ed indipendentemente
dal fatto che essi acquistino o meno contenuto culturale, più si eleva la
loro capacità innovativa. Le persone imparano a mettere in discussione
61
FOCUS
CHI È PIERLUIGI SACCO
Nato a Pescara nel 1964, Pierluigi Sacco risiede con la sua famiglia
a Padova. È ordinario di Politica Economica alla Facoltà di Arte,
Mercati e Patrimoni della Cultura all'università IULM di Milano.
Dallo scorso anno è preside della stessa Facoltà ed è anche
delegato rettorale all'innovazione e ai rapporti internazionali.
Dottore in economia, ha al suo attivo 14 libri, 150 saggi scientifici
con relative presentazioni seminariali e più di 200 saggi su riviste.
Collabora con Il Sole 24 Ore, Il Fatto Quotidiano ed altri giornali
e riviste. Tra i vari riconoscimenti, ha ricevuto citazioni per
eccellenza, premi internazionali e borse di studio. Svolge diverse
funzioni editoriali con pubblicazioni straniere ed incarichi presso
comitati scientifici di numerosi atenei nel mondo.
62
quello che credono di sapere. L'innovazione non si fa solo nei laboratori,
ma soprattutto nella banca che deve concedere il prestito al giovane
imprenditore, nella pubblica amministrazione che deve decidere quale
processo facilitare, nella società civile e così via».
Può fare un esempio quantificabile di come la cultura abbia
apportato vantaggi economici alle comunità?
«Esiste una forte relazione tra partecipazione culturale e salute:
esposte ad eventi culturali, le persone anziane o quelle affette da
malattie croniche si sentono meglio e si ospedalizzano meno. In uno
studio pilota che stiamo concludendo presso la mia università, la IULM
di Milano, crediamo sia possibile ipotizzare un tasso di abbattimento
dell’ospedalizzazione degli anziani che partecipano attivamente ad
attività culturali pari al 4 o 5%. Complessivamente, quindi, si tratta di un
valore che si crea a prescindere dall'unica fonte che tradizionalmente
identifichiamo come legata all'economia, cioè quella del turismo
culturale. Quest'ultimo produce fatturati importanti, ma se diventa una
mono-cultura rischia di fare più danni che apportare vantaggi».
Quali paesi hanno compreso il valore economico della cultura?
«Il Regno Unito è stato il primo paese che ha scommesso su questo tema,
parecchio trascurato nei paesi mediterranei. Si è quindi verificata una
spaccatura tra Europa del Nord, che punta sullo sviluppo dell'industria
creativa ottenendo buoni risultati, e quella del Sud, dove l'unica fonte
di valorizzazione economica è quella legata al turismo. Il tema diventa
ancora più scottante se si osservano invece paesi con grande capacità
di spesa che puntano in maniera importante sul settore: la Cina ha
attualmente il piano di sviluppo, in termini di investimenti nell'industria
creativa, più ambizioso della propria storia. Il Brasile e l'India affrontano
con determinazione questa fonte di sviluppo economico. La Corea del Sud
oggi si è trasformata in una potenza culturale globale, quando vent'anni fa
non aveva nemmeno una politica culturale. La Turchia, Singapore e Hong
FOCUS
Kong, per non parlare dei Paesi del Golfo Arabo, sono le realtà che più
recentemente stanno rivolgendo la propria attenzione verso lo sviluppo
dell'industria creativa. Per l'Italia riuscire a sviluppare un approccio
più intraprendente ed intelligente, rappresenterebbe la componente
fondamentale del nuovo modello di crescita che stiamo cercando, in un
settore nel quale tutti ci riconoscono un grande potenziale inespresso.
Non dovremmo inoltre sottovalutare la possibilità di diventare dei partner
strategici per questi paesi. Penso ad esempio alla Cina, dove con la IULM,
in partenariato con l'Università di Nanjing, stiamo avviando un master
executive in cui formeremo i sindaci delle principali città cinesi sui temi
della gestione del patrimonio culturale e creativo, sperando di stabilire
relazioni delle quali possa beneficiare anche il nostro Paese. Queste
opportunità spesso in Italia non vengono colte. La mia attività si sta
spostando progressivamente sull'estero, verso paesi dove trovo spesso
interlocutori più disponibili a ragionare su percorsi di crescita economica
fondata sulla cultura».
Perché in Italia, nonostante una tradizione culturale tra le più
importanti al mondo, stentiamo a capire il valore economico
della cultura?
«Lo sviluppo dell'industria creativa, o quantomeno la comprensione della
sua importanza, è un fatto recente. La nostra classe dirigente attuale
si è formata su modelli diversi. Tipicamente, su un modello di sviluppo
basato sulla forza trainante del manifatturiero. E tende quindi a riproporre
un modello di creazione di valore un po' superato. Ciò non toglie che
lo sviluppo di nuove modalità di intendere il manifatturiero sia molto
interessante, come nell'esempio del cosiddetto “artigianato intelligente”.
Quando il manifatturiero si infonde di creatività, acquisisce un nuovo
impulso e favorisce una crescita economica basata sull’innovazione.
Bisogna anche sottolineare come la produzione creativa sia in gran
parte composta da imprese piccole e piccolissime. Il fenomeno web
ha polverizzato le fonti della produzione culturale ed aperto la strada a
fenomeni creativi che a volte partono dal singolo individuo, e che hanno
acquistato una visibilità fino a pochi anni fa non contemplabile. Questi
Quello dell’economia della
cultura è un concetto poco noto,
soprattutto negli ambienti italiani
concetti non sono tutt'ora considerati come abbastanza concreti dalla
nostra classe dirigenziale. Perfino davanti ad un rapporto ufficiale della
Commissione Europea, che ci ha messo davanti a cifre oggettive e
significative, non siamo riusciti a capirne le implicazioni, diversamente
da quello che è avvenuto in paesi come la Finlandia, la Svezia, il Belgio,
l'Olanda, ed oramai anche in Polonia ed in alcuni dei Paesi Baltici.
del futuro prossimo. Come nel caso della visita virtuale al Museo delle
Genti d'Abruzzo di Pescara, i cui interni si possono esplorare a partire da
Google Earth, bisogna favorire la creazione di esperienze ibride, nelle quali
le piattaforme fisiche e quelle digitali si incontrano. Il nostro patrimonio
potrebbe essere una fonte straordinaria di innovazione per lo sviluppo
di nuove tecnologie. Si tratta di realtà sulle quali all'estero si investe
molto attentamente. Al momento
stiamo sviluppando un progetto di
ricerca con la Corea del Sud, che
LORETO CENTRO D’ARTE E CULTURA
ha un'esperienza molto breve in
termini di gestione del patrimonio
La manifestazione “Loretoview-paesaggio in vista” –promossa dalla Fondazione Musei Civici e dal Comune di
culturale ma è dotata di una delle
Loreto Aprutino– nasce dall’esigenza di rivitalizzare, con un’offerta turistico-culturale di ampio respiro, la cittadina
economie più digitalizzate al mondo,
di Loreto, antico centro d’arte che conserva pressoché intatta la propria fisionomia storico-architettonica.
che in questo campo innova molto
Per questa stagione estiva sono in programma mostre di fotografia dal taglio anche internazionale, di grandi
più di noi. Se si cominciassero ad
maestri e giovani promettenti, dibattiti sulla storia e tutela del paesaggio, workshop e letture portfolio per
orientare razionalmente le tante
indagare il paesaggio grazie all’obiettivo guidato da professionisti del settore, visite guidate ai monumenti del
risorse culturali che abbiamo
borgo nonché ai musei presenti, ma anche percorsi nei giardini e cortili privati dei palazzi gentilizi e in altri spazi
a
disposizione,
potremmo
altrimenti inaccessibili e spesso inusitati, tra novità e tradizioni, senza dimenticare l’aspetto enogastronomico
catapultarci alla guida della
(legato soprattutto all’olio) del territorio di riferimento.
rinascita economica, non solo del
nostro paese».
Focus sull'Abruzzo: quali sono gli ostacoli ad una gestione
terza regione in Europa per numero di occupati nei settori creativi, dopo
strategica della cultura? E quali le strade per uscire dall'attuale
l'Ile-de-France e la Inner London. Non parliamo quindi di un fenomeno
stallo dell'economia?
poco rappresentato. Semplicemente non se ne riescono a capirne le
«La nostra regione in questo momento soffre di un problema di crisi
implicazioni su larga scala».
della classe dirigente. In questi anni si è verificata una progressiva riCosa bisognerebbe fare per rilanciare l'economia del Paese
meridionalizzazione di una regione che aveva mostrato in passato una reale
puntando sulla risorsa cultura?
capacità di sganciarsi dalle trappole di un meridionalismo improduttivo.
«Bisognerebbe elaborare una strategia specifica. Attualmente investiamo
L'Abruzzo è una regione verde che potrebbe diventare una delle regioni
su strutture tradizionali come le sale da concerto ed i musei. È necessario
capofila nell’innovazione nella green economy e, inoltre, grazie ad un
però, per favorire la produzione culturale, ragionare anche sull’incubazione
basso costo della vita ed una buona qualità ambientale, potrebbe attrarre
di impresa culturale, e sul sostegno all’internazionalizzazione dei nostri
non solo il turismo verde, ma anche le professionalità creative, che sono
talenti creativi. Dobbiamo poi cominciare a ragionare in termini di
interessate a stabilirsi in luoghi caratterizzati da una solida cultura del ben
interdipendenze strategiche con settori non tradizionalmente culturali. In
vivere. Abbiamo una storia di innovazione culturale non trascurabile: agli
distretti come Vicenza Ovest, nel giro di pochi metri, convivono aziende
inizi degli anni Settanta Pescara ha ospitato, anche in anticipo rispetto a
che si occupano di abbigliamento tecnico sportivo, di mosaici per
luoghi più celebrati, alcune delle prime mostre dei protagonisti dell’Arte
l’arredamento di interni e ditte che realizzano macchine destinate ai grandi
Povera. L'artista Joseph Beuys aveva scelto Bolognano come laboratorio
parchi di intrattenimento. Queste realtà aziendali non avrebbero nulla da
per la sua ricerca, che anticipava di anni la nascita di una sensibilità “verde”
dirsi in quanto settori industriali, ma hanno stabilito un dialogo attivo nello
sul rapporto tra arte e natura. L'Aquila è stata, e malgrado tutto è tutt'ora,
sviluppo di una comune cultura innovativa di territorio. L’esigenza di stare
un centro di attrazione culturale e formativo di alto livello. Ci sono tante
vicini a partner innovativi supera oggi la necessità, tipica dei distretti
esperienze sparse sul territorio, e tante altre in cantiere, anche ad esempio
tradizionali, di collocarsi nelle vicinanze di aziende dello stesso settore
nei piccoli centri, come nel caso del progetto di un festival dell'immagine a
industriale».
Loreto Aprutino. La nostra regione ha tutto il potenziale. Necessita di una
Come utilizziamo l'enorme patrimonio culturale che abbiamo a
visione strategica che lo renda univoco e focalizzato. Rimango frustrato
disposizione in Italia?
dal fatto di essere chiamato a lavorare, ad esempio, in Svezia o nei paesi
«In Italia, nella maggior parte dei casi, abbiamo una visione ottocentesca
arabi, ma di avere difficoltà a convincere gli abruzzesi del potenziale che
della gestione del nostro patrimonio culturale. Secondo il concetto classico,
una scelta di campo chiara ed efficace verso lo sviluppo culturale potrebbe
il patrimonio è qualcosa da conservare, o da valorizzare turisticamente,
avere per il futuro della nostra amata, bellissima, regione».
con un'idea di turismo lontana da quella del visitatore nativo digitale
Tranne alcune eccezioni, i nostri amministratori vedono la moda ed il
design come parte del settore manifatturiero e non come componenti
del settore culturale e creativo. Il made in Italy è attualmente limitato da
una visione stereotipata e riduttiva che gradualmente ne compromette
la credibilità. In Italia esistono realtà che credono nel valore economico
della cultura, ma a macchia di leopardo. La Lombardia ad esempio è la
63
ENTI
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
ABRUZZO, TERRA
DI ECCELLENZE
64
“Terra di Eccellenze”, questo è il nostro
slogan. L’agricoltura è un patrimonio
di tutti. Vorrei diffondere questo
messaggio e far capire ai cittadini
quanto importante e complesso è
il suo sistema. L’Italia vanta una
tradizione agricola millenaria ed è
da tutti considerata il paese dove il
“cibo è buono”. L’Abruzzo, grazie alle
solide e profonde radici, è una terra
di eccellenze. I nostri prodotti sono
sempre più riconosciuti per la loro
qualità e premiati con riconoscimenti
internazionali e con importanti livelli di
esportazione.
Mauro Febbo
Assessore all’Agricoltura Regione Abruzzo
IL PSR
QUESTO SCONOSCIUTO
P
SR è l'acronimo di Programma di
Sviluppo Rurale. È un documento
comunitario di programmazione
per lo sviluppo agricolo, agroalimentare e
rurale valido per il periodo 2007-2013. Ogni
Regione, sulla base delle proprie specificità
territoriali, predispone un proprio PSR che
viene approvato in sede comunitaria. Il PSR
2007-2013 della Regione Abruzzo attua le
strategie regionali in materia di agricoltura
finanziando le imprese che operano nel
mondo rurale nella realizzazione di progetti
e interventi di sviluppo.
Uno degli obiettivi fondamentali del
PSR è quello di rendere COMPETITIVE
le aziende agricole e forestali. A tal fine
vengono finanziati gli investimenti per
l’ammodernamento delle strutture, per
la trasformazione e commercializzazione
dei prodotti di qualità e per l’ingresso
dei giovani in agricoltura. Oltre a ciò si
migliorano le competenze degli agricoltori,
si favorisce la loro adesione ai sistemi
di qualità alimentare e si promuove la
commercializzazione dei prodotti di
qualità “Made in Abruzzo”. Oggigiorno
per sopravvivere occorre saper affrontare
le nuove sfide del mercato globale e al
tempo stesso rispondere alle esigenze
dei consumatori sempre più attenti alla
sicurezza e alla qualità dei prodotti.
In un momento di crisi economica e
occupazionale, come quello che stiamo
attraversando, è poi fondamentale
sviluppare il potenziale umano migliorando
le capacità professionali. Il PSR finanzia la
formazione e la consulenza sulla gestione
strategica, sul marketing, sull’innovazione
e sulla conoscenza delle norme in materia
ambientale e alimentare.
In Abruzzo si producono “Eccellenze”
nel settore agroalimentare e il PSR
finanzia anche le azioni di promozione
ed informazione, come la partecipazione
a Fiere internazionali (vedi Vinitaly e Sol
di Verona) o a campagne pubblicitarie,
dei prodotti di qualità. Vogliamo rendere
consapevoli gli operatori economici
della loro bontà e indurre i consumatori
all’acquisto dei nostri prodotti agricoli e
alimentari.
Ogni intervento del PSR è finanziato dal
Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo
Rurale. Oltre al FEASR al finanziamento
degli interventi partecipa una quota di
cofinanziamento nazionale e regionale.
Per maggiori informazioni visitate il nostro
sito www.psrabruzzo.it
www.psrabruzzo.it
ENTI
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE
“VITA, VITE”
LE ECCELLENZE ABRUZZESI
SI METTONO IN MOSTRA
Seconda puntata del progetto che mette in relazione
gli operatori commerciali esteri e i produttori di vino della
regione. Trenta aziende hanno partecipato all'iniziativa
che ha superato nei risultati ogni aspettativa
66
(qui sotto) Daniele Becci, presidente della Camera
di Commercio di Pescara, e Gaudenzio D'Angelo, presidente
dell'Ais Abruzzo, durante il workshop a Pescara
C
he il territorio abruzzese sia
naturalmente vocato alla viticoltura
è cosa nota: la sua posizione, tra il
mare e le montagne più alte dell’Appennino,
garantisce una buona escursione termica
tra notte e giorno, che assieme ad una
buona ventilazione procura ai vigneti un
microclima ideale per crescere e produrre
grappoli straordinari. E straordinari sono i
vini d'Abruzzo, internazionalmente noti e
capaci di competere ai massimi livelli in tutti
i concorsi, dentro e fuori del Bel Paese. Ma
la notorietà delle produzioni enologiche non
basta a far uscire concretamente le aziende
dagli angusti confini regionali, e la domanda di
azioni che valorizzino le eccellenze abruzzesi
all'estero è sempre più alta. Accogliendo
e in parte anticipando quest'esigenza, la
Camera di Commercio di Pescara e il Centro
Estero delle quattro Camere di Commercio
abruzzesi hanno attuato una serie di iniziative
volte all'internazionalizzazione delle aziende
vinicole del territorio, tra le quali la seconda
edizione di “Vita, Vite”, il momento di incontro
tra produttori e importatori che tanto successo
ha riscosso lo scorso anno. Un successo che
si è ripetuto anche in questa edizione, con
aspettative anzi ampiamente superate. Il
progetto si è articolato in due fasi: la missione
economica svoltasi a Berlino, dal 12 al 14
febbraio scorso, con lo scopo di promuovere
il vino abruzzese sul territorio tedesco con
un programma di incontri tra i produttori e
gli operatori locali; la seconda, conclusasi l'8
giugno, ha visto proprio i produttori di vino e
gli importatori inglesi e tedeschi –contattati
dal Centro Estero– recarsi in Abruzzo per una
“due giorni” di incontri e visite aziendali, così
da sperimentare di persona la grande qualità
della terra e dei metodi di coltivazione e
vinificazione. «Dopo il primo step di Berlino»
ha dichiarato Daniele Becci, presidente della
Camera di Commercio di Pescara e del Centro
Estero, aprendo il workshop «siamo qui ad
intensificare i rapporti con questi Paesi esteri
che grande interesse stanno manifestando
verso i nostri vini. Questa iniziativa dà
l’opportunità agli operatori esteri di conoscere
da vicino la realtà vitivinicola abruzzese, anche
perché il prodotto abruzzese risponde molto
alle esigenze dei consumatori stranieri, sia in
termini di qualità che di prezzo». Più di trenta
le aziende abruzzesi partecipanti che dopo
la prima giornata di incontri hanno aperto ai
visitatori tedeschi le porte delle loro cantine,
«al fine di approfondire maggiormente le
loro richieste di collaborazioni» ha spiegato
Becci «ed illustrare da quale realtà e da
quali territori prende origine un prodotto di
così alta qualità». Sia gli operatori abruzzesi
che quelli esteri hanno dichiarato, al termine
della manifestazione, di aver avviato dei
concreti rapporti commerciali. «La Germania»
ha detto Gaudenzio D'Angelo, presidente
dell'Associazione
Italiana
Sommeliers
d'Abruzzo, «si conferma quindi, tra i Paesi
esteri, il primo importatore di vino abruzzese.
L’Abruzzo infatti ha esportato, durante tutto
il 2011, ben il 23% del totale regionale in
Germania per un valore di 25.085.169 euro.
Al secondo posto troviamo invece il mercato
statunitense, dove il valore dell'export è stato
di 21.145.501 euro per una percentuale
pari al 19,30% del mercato». D’Angelo ha
dedicato il suo intervento alla presentazione
della nostra regione, illustrando aspetti
morfologici e storici dell’Abruzzo e del suo
legame con il vino, ma il “nettare di Bacco”
non è stato l'unico protagonista dell'incontro.
"Vita, Vite" è stata infatti anche occasione
per promuovere altre eccellenze regionali,
in particolare pasta e olio. Il sindaco di Città
Sant’Angelo, ad esempio, ha accolto la
richiesta di alcuni produttori interessati e,
nella sera conclusiva, ha invitato operatori
abruzzesi ed esteri nel museo della sua città
per un incontro con i produttori di olio. Aldilà
dei rapporti commerciali già intrapresi, la
volontà espressa è stata quella di ripetere
quest'esperienza, giudicata positiva da
entrambe le parti. Dunque, appuntamento
all’edizione 2013 di "Vita, Vite".
67
per PESCARA GAS
IMPRESE
foto di Andrea Straccini
IMPRESE
PUBBLICO
È BELLO
ad ogni problematica inerente gas o
illuminazione con la tempestività di un
operatore privato, sfatando l'equazione
“pubblico = lentezza e burocrazia”. «Uno
dei problemi più rilevanti che mi sono
trovato a dover risolvere», spiega, «è stata
la vertenza con l'Enel, una storia che
comincia con la nascita della stessa
Pescara Gas e che vale la pena riassumere
brevemente. Il Comune, nel 2005, alla
scadenza della concessione all'Enel, decise
di non rinnovarla e di riappropriarsi della
rete gas, affidandola alla neonata società
Ha portato il gas in tutte le zone di Pescara, e dal 2007
gestisce con successo anche la rete di illuminazione.
Ecco la società comunale “virtuosa” che demolisce
a colpi di efficienza tanti luoghi comuni sulla capacità
di competere col privato
C
68
(qui sotto da sinistra) Paolo Masci, Tullio Tonelli, Marco
Pierdomenico, Eligio Fracasso, Galileo Ciferni e Antonio
Matrone; (nella pagina accanto) illuminazione a led
realizzata in piazza Italia a Pescara; Antonio Matrone,
responsabile del servizio illuminazione; un particolare
delle attrezzature della nuova cabina gas
he Pescara fosse una città particolare
è cosa nota: dinamica e “veloce”, in
forte espansione ma anche in
costante divenire. Non tutti sanno, però,
che Pescara è un “caso” anche dal punto di
vista della fornitura di gas: è l'unica città
italiana a riceverlo dai due massimi fornitori
nazionali, Snam e SGI. «La Snam rifornisce
la cabina di via Raiale, mentre SGI quella
nuova, recentemente costruita e ubicata
allo svincolo di Pescara Colli della
circonvallazione». A spiegare l'anomalia,
che ha destato l'interesse da parte
dell'Authority competente, è Tullio Tonelli,
amministratore di Pescara Gas: una società
pubblica (le cui quote sono cioè interamente
di proprietà comunale) attiva dal 2005 che
gestisce la rete gas della città e –dall’aprile
2007- anche l'illuminazione pubblica. «La
proprietà della rete di gasdotti è di Pescara
Gas, ma la sua gestione è stata affidata, a
seguito di una gara, a Pescara Distribuzione
Gas, società che ha vinto grazie a un'offerta
che prevedeva non solo la costruzione di
una seconda cabina gas, ma anche
l'assunzione in carico delle spese per ogni
nuovo allaccio, che quindi oggi è senz'alcun
onere per i cittadini. La vecchia cabina di
via Raiale, dall'inizio della nostra attività,
aveva ormai raggiunto la portata limite
durante l'attuazione della distribuzione
capillare di gas: basti pensare che una
69
cabina di quel tipo può sostenere una
pressione massima di 5 bar, ed era ormai
arrivata a 4,99. La costruzione della
seconda cabina ci ha consentito non solo di
far scendere la pressione di entrambe a
3,5, quindi ampiamente entro i limiti, ma ci
consente di garantire l'erogazione, anche
in caso di guasti, e di sopportare nuovi
allacci ancora per molti anni». Tonelli
pronuncia con soddisfazione queste parole,
perchè conosce i progressi fatti dalla
società durante la sua gestione. E
soprattutto sa quanta fatica sia costata
portare Pescara Gas a diventare una
società “virtuosa”, che reinveste ogni utile
nel miglioramento dei servizi e che fa fronte
Pescara Gas Spa. L'Enel resistette a questa
decisione del Comune di Pescara specie
per quanto attiene la valutazione delle
migliorie tecniche effettuate sulla rete
durante il periodo della sua gestione. Il
Comune stimò queste migliorie in circa
9milioni di euro, mentre l'Enel ne chiedeva
ben 44. Dopo aver intentato varie cause e
trattative, l’accordo per la transazione è
stato raggiunto nell’aprile 2011 su un
versamento aggiuntivo di 14milioni di euro.
L'attività della società comunale è stata
ritardata dalla resistenza iniziale assunta
dall'Enel che addirittura aveva impedito
l'accesso alla cabina di via Raiale. Dopo
l'intervento del magistrato la cabina fu
per PESCARA GAS
IMPRESE
70
sbloccata e le attività di Pescara Gas sono
cominciate, in forte ritardo, il 28 marzo del
2006». Un contenzioso, quello tra Comune
di Pescara e Pescara Gas e il colosso
dell'energia nazionale, che ha impegnato la
dirigenza comunale e quella di Pescara
Gas. Tonelli ha potuto offrire per la soluzione
del problema la competenza acquisita sul
campo come amministratore: una vita
trascorsa nel settore dei trasporti pubblici,
dirigente e direttore della vecchia Gestione
Governativa per oltre venti anni e poi dal
2001 come direttore generale della Gtm
(l'attuale Gestione Trasporti Metropolitani)
fino al 2006. Dal novembre 2007 è stato
chiamato dall’amministrazione comunale a
guidare, appunto, Pescara Gas Spa. «Ho
passato
quasi
cinquant'anni
ad
amministrare aziende pubbliche, e sono un
convinto sostenitore del modello di gestione
privatistica: permette di aumentare il
rendimento spendendo molto meno, e
questo consente alle società pubbliche di
chiudere i bilanci tendendo al pareggio.
Secondo me non ha senso il cercare di
raggiungere grossi utili, ma è opportuno
che le risorse siano reinvestite per
migliorare i servizi offerti alla collettività».
Cosa che Tonelli, da quando guida Pescara
IMPRESE
(qui sopra) l'ingegnere Eligio Fracasso, direttore tecnico, e il
dottor Tullio Tonelli, amministratore unico; (sotto) un recente
impianto di illuminazione realizzato sulla riviera sud
(in questa pagina) la nuova cabina gas realizzata nei pressi dello svincolo di Pescara Colli dell'asse attrezzato
Gas, riesce a fare benissimo. «La prima
cosa che abbiamo fatto quando siamo
rientrati finalmente in possesso della rete è
stata di indire una gara per la gestione della
stessa. La gara è stata vinta dalla società
Pescara Distribuzione Gas, come dicevamo,
che ha offerto la realizzazione della seconda
cabina e ha garantito gli allacci gratuiti in
città. Ovviamente, per gestire la rete,
pagano un canone a Pescara Gas, canone
che frutta alla società 3milioni di euro circa
all'anno. Con questi soldi abbiamo potuto
prendere in carico anche l'illuminazione
pubblica, affidataci dal Comune nel 2007,
che costava allo stesso 2milioni e 700mila
euro l'anno». E le suddette entrate sono
servite a Tonelli per effettuare una
programmazione
quinquennale
che
prevede, oltre ai lavori in corso, la
sostituzione completa di tutta la rete gas
vecchia di 50 anni «e tuttora in buono
stato», precisa il manager «ma per ragioni
di sicurezza non possiamo evitare di
sostituirla». Per adesso, le attività sul fronte
del gas si stanno concentrando proprio su
questo: «Abbiamo cominciato da sud,
partendo dal Villaggio Alcione e ora siamo
arrivati
alla
Pineta
D'Annunzio.
Proseguiremo fino a completare i lavori
entro il prossimo anno, poi si passerà alle
tubature che hanno più di quarant'anni». È
sul fronte dell'illuminazione pubblica, però,
che la gestione Tonelli sta dando il meglio:
«Quando abbiamo ricevuto l'incarico non
abbiamo
ereditato
una
situazione
facilissima. Molti impianti erano ormai
vecchi, superati, inadeguati da un punto di
vista tecnologico e normativo, ma
soprattutto insufficienti rispetto alle
cresciute esigenze della città, con la nascita
progressiva di nuovi insediamenti
residenziali, soprattutto nelle periferie. E da
oltre 15 anni non venivano effettuati
interventi di manutenzione ordinaria. Una
situazione che ha imposto la predisposizione
di un piano di investimenti capace di dotare
l’intera città di una rete nuova, moderna.
Ho quindi commissionato a una società
specializzata l’accertamento dello stato in
cui versano tutti i pali della luce cittadini,
che oggi sono censiti uno per uno, e dei
quali possediamo una sorta di “cartella
clinica” che ne indica gli interventi effettuati,
le eventuali anomalie e i possibili pericoli. Il
che consente di poter effettuare interventi
mirati, senza sprechi di risorse; senza
contare
che
abbiamo
ampliato
l'illuminazione portandola a coprire tutte le
zone urbanizzate. Quando abbiamo ricevuto
l'incarico Pescara aveva 16.700 punti luce,
oggi sono 20.500; e stiamo sostituendo
2.500 punti luce che presentano delle
criticità, rimodernando in particolare tutta
la riviera sud e le zone periferiche». Tonelli
ha dovuto anche riorganizzare le risorse
umane a disposizione della società,
ottimizzando l'esistente per quanto riguarda
la parte tecnica e esternalizzando tutta la
parte amministrativa. «Qui non c'è una vera
e propria struttura» spiega. «Abbiamo undici
dipendenti. Tre si occupano di gas,
supervisionando,controllando e coadiuvando
i progetti e le attività della società che
gestisce la rete. Due sono invece addetti ai
semafori, e altri due sono tecnici trasferiti a
Pescara Gas dal Comune di Pescara che
hanno realizzato insieme al direttore tecnico
della società, l'ingegner Eligio Fracasso, il
progetto sull'illuminazione, cosa che ci ha
consentito di risparmiare sui costi di
progettazione; gli altri quattro costituiscono
la squadra tecnica, capace di rispondere in
maniera rapida ed efficace a qualsiasi
esigenza si presenti, a qualunque ora del
giorno e della notte, 365 giorni l'anno. Con
competenza e affidabilità. Poi c'è una
squadra esterna, che è comunque guidata
dallo stesso caposquadra che abbiamo in
organico. Invece sulla parte amministrativa
ho affidato tutto a professionisti esterni,
paghe e contabilità, risparmiando anche
qui parecchi soldi: è il risultato di una spinta
verso la privatizzazione dei servizi, il
modello di gestione sano che tutte le
società pubbliche dovrebbero avere. In
questo modo ho a disposizione dei
professionisti di alto livello che svolgono un
lavoro eccellente e non gravano sul bilancio
societario quanto farebbero le risorse
interne». L’incarico di Tonelli scadrà nel
2014: «Essere amministratore unico di
Pescara Gas è stata ed è una esperienza
entusiasmante per la libertà di azione che
mi è stata concessa. Sono convinto che chi
verrà dopo di me troverà una società sana,
in buona salute, che può diventare un
modello di gestione in grado di svecchiare
tanti luoghi comuni sulla capacità del
pubblico di competere col privato».
71
IMPRESE
per CAR.DA ENERGIA
foto di Andrea Straccini
FOTOVOLTAICO
QUALE FUTURO?
Il Quinto Conto Energia prevede un drastico
abbassamento degli incentivi e maggiori restrizioni
per le Pmi. Bruno D'Antonio: «I provvedimenti
in programma sbarreranno la strada a questo settore»
L
72
(sopra) Bruno D'Antonio; (nelle altre immagini) Bruno con la
figlia Barbara e gli altri collaboratori dell'impresa di famiglia
a strada verso il famoso 20-20-20
di Kyoto (l'abbattimento del 20% di
emissioni nocive entro il 2020) sarà
sempre meno lastricata di pannelli fotovoltaici.
Almeno in Italia, e solo se resteranno invariate
le norme contenute nel cosiddetto Quinto
Conto Energia, di recente emanazione e
attualmente in discussione nella conferenza
Stato-Regioni. Per capire quale sia la
situazione attuale facciamo un passo indietro:
nell'agosto 2011 l'Italia supera la Germania
per numero di impianti realizzati nello stesso
periodo, portando al 6% della produzione
nazionale energetica quella prodotta da
impianti fotovoltaici. Un dato che confortava
i lavoratori del settore, rendendo tutta in
discesa la strada verso il raggiungimento
degli obiettivi prefissati dal Quarto Conto
Energia. A febbraio di quest'anno, la notizia
dell'aumento delle tariffe energetiche: da 35
a 50 euro per famiglia. Pochi giorni dopo, il
governo tecnico di Mario Monti, nell'ottica
di una sensibile riduzione delle spese
statali, emana il Quinto Conto Energia, che
–come previsto dal precedente– rivede il
sistema incentivante a causa dell'imminente
raggiungimento della cifra di 6miliardi di
incentivi annui a favore del fotovoltaico. Con
un taglio degli incentivi futuri pari al 60%
(dato relativo alle tariffe più elevate). «Se
oggi abbiamo raggiunto certi valori» spiega
Bruno D'Antonio di Car.Da Energia, una
delle società più attive nella diffusione della
tecnologia fotovoltaica in Abruzzo «lo si deve
anche e soprattutto alla scarsa limitazione
nei confronti di chi ha potuto speculare grazie
al fotovoltaico. Le misure restrittive attuate
oggi non possono far nulla per evitare i danni
causati ieri dalla facilità con cui si è permesso
a grandi investitori di costruire enormi
centrali su terreni agricoli che hanno prodotto
energia ma a fronte di un onere cospicuo da
parte dello Stato». Insomma, il fotovoltaico è
come il colesterolo: c'è quello buono e quello
cattivo. «No, il fotovoltaico è sempre una
buona cosa» scherza D'Antonio. «Sono gli
uomini ad essere buoni o cattivi. Chi utilizza
il fotovoltaico per avere l'autosufficienza
energetica crea vantaggi per sé e per la
comunità; chi invece se ne approfitta per
arricchirsi a spese dello Stato danneggia
gli altri». Gli “altri”, in questo caso, sono
proprio le famiglie, che hanno quindi dovuto
sobbarcarsi altri 15 euro annui per sostenere
il ricorso alle energie rinnovabili. «Una spesa
che non giustifica un taglio così drastico
degli incentivi» prosegue D'Antonio. «E c'è
un altro punto del decreto che suscita non
poche perplessità: quello che stabilisce che
gli impianti oltre i 12 kw siano da considerarsi
“grandi impianti”, quindi soggetti a iscrizione
al registro per poter accedere agli incentivi. Il
che mette in crisi l'intero settore, perchè un
impianto domestico va dai 3 ai 9 kw; il tetto
dei 12 kw mette allo stesso livello di grandi
industrie una notevole quantità di Pmi e limita
il ricorso di queste ultime al fotovoltaico».
Favorendo comunque, anche se in regime di
ribasso, i piccoli impianti. «Il mercato reagisce
a queste politiche, di solito, riducendo i costi
delle apparecchiature. Di certo non potrà
coprire la differenza se i tagli agli incentivi
resteranno di quest'entità; toccherà quindi al
resto della filiera compensare i ribassi. Stando
così le cose, una famiglia che decidesse di
installare un impianto fotovoltaico domestico
(quindi inferiore ai 12 kw) avrebbe certo
costi d'investimento più bassi di quelli
attuali (perchè il costo dell'impianto sarebbe
inferiore), ma anche meno incentivi, con la
conseguenza di un allungamento notevole
dei tempi di ammortamento dell'investimento
iniziale, e con la perdita anche di ricavi
in regime di scambio sul posto». Il Quinto
Conto Energia, che doveva partire dal primo
luglio, è stato spostato al prossimo primo
ottobre, quindi occorre far presto. «I nostri
clienti sono già sensibilizzati sull'argomento,
e chi desidera ottenere ancora vantaggi
cospicui dall'installazione di un impianto sa
che deve prendere decisioni rapidamente.
Altrettanto dicasi per le imprese, che a
differenza delle famiglie hanno tempi più
lunghi per ottenere tutti i permessi». Quello
dell'eccessiva burocrazia è un altro ostacolo
allo sviluppo delle rinnovabili. «In Germania»
prosegue D'Antonio «il kit per il fotovoltaico
si vende nei grandi megastore; poi l'utente
deve solo dichiarare all'Enel tedesca di aver
installato un impianto. In Italia bisogna invece
richiedere una serie di autorizzazioni agli enti
più disparati, inclusi l'Enac e l'Enav, gli enti
per l'aviazione civile e l'assistenza al volo.
Nella mia azienda, su quattro dipendenti, io
ne ho uno che si dedica esclusivamente ai
rapporti con le amministrazioni». Tutt'altro
che semplice, il lavoro di Car.Da. Complicato
adesso da una politica, quella del Governo,
dettata certo dall'esigenza di ridurre gli
incentivi considerati “fin troppo generosi”
al fotovoltaico, ma anche di promuovere lo
sviluppo di altre tecnologie ecosostenibili,
come la cogenerazione. «La cogenerazione,
erroneamente inclusa da molti nel novero
delle energie rinnovabili, è in realtà una
tecnologia ecosostenibile che utilizza, però,
fonti fossili per alimentare i motori di cui
si serve per produrre energia; il vantaggio
sta nel fatto che ha un'elevata efficienza
energetica, pari a circa il 90%. Per fare un
esempio, il normale motore a scoppio di
un'automobile ha un'efficienza energetica
pari a circa il 20%. Significa che servirebbero
quattro automobili per produrre l'energia di un
impianto di cogenerazione, che non disperde i
fumi ma li ricicla per produrre riscaldamento».
Ragione per cui, se il nuovo Conto Energia
dovesse partire senza modifiche, Car.Da sta
cominciando a considerare la possibilità di
esplorare nuovi orizzonti. «Il mercato del
fotovoltaico potrebbe non essere in grado di
assicurare, in questi termini, lo sviluppo e la
crescita del settore», prosegue D'Antonio «e
pertanto noi di Car.Da ci stiamo attrezzando
per promuovere questa tecnologia che
gode di maggiori incentivi e il cui costo
d'investimento può essere affrontato con più
serenità dalle famiglie».
73
IMPRESE
per PROGECO COSTRUZIONI
foto di Andrea Straccini
PESCARA
SECONDO PROGECO
Sostenibilità, verde e integrazione: il futuro comincia
nel cuore della città vecchia
E
74
(in queste pagine) le Torri Camuzzi e i lavori di risanamento e
miglioramento della zona adiacente al centro storico di Pescara
sistono singoli appartamenti, edifici,
quartieri e perfino intere città costruite
all’insegna della sostenibilità ambientale:
di riqualificazioni urbane sostenibili però,
almeno in Italia e fino ad oggi, se n'erano viste
ben poche.
A mettere un punto e segnare una svolta è
stato il team della Progeco Srl che, dovendosi
occupare, proprio nel momento in cui sta anche
ultimando la realizzazione delle Torri Camuzzi,
della progettazione e dell'esecuzione dei lavori
di risanamento e miglioramento della viabilità
di una zona estesa e nevralgica di Pescara,
quella Porta Nuova che si trova a due passi dal
centro storico e dall'uscita dell'Asse Attrezzato,
ha deciso di non farlo alla maniera tradizionale
ma sulla base di un progetto di sviluppo e di
trasformazione urbana capace di garantire
ambienti più vivibili, più verdi e soprattutto più
rispondenti alle reali esigenze dei cittadini.
Uno dei problemi che da sempre ha afflitto
i residenti dell'area urbana che coinvolge
via Aterno, via Lago di Campotosto e via
Lago di Scanno (parliamo di una superficie
complessiva di oltre 10mila metri quadrati),
ad esempio, è quello degli allagamenti delle
strade e dei sottopassi in conseguenza di
piogge neppure eccessivamente abbondanti:
grazie ad una nuova linea di raccolta delle
acque piovane che utilizza particolari asfalti
e calcestruzzi drenanti, l'inconveniente sarà
risolto una volta per tutte.
«Ci siamo avvalsi della competenza di
figure professionali specializzate nei diversi
ambiti della progettazione architettonica, del
recupero edilizio ed urbano e della sostenibilità
ambientale», ha spiegato infatti Lino Caralla,
insieme a Gennaro Partenza uno dei due
soci della Progeco Srl. «Con questo tipo di
approccio non solo risolveremo in maniera
definitiva il problema degli allagamenti, ma
realizzeremo oltre 200 metri di pista ciclabile
e creeremo un parcheggio pubblico per quasi
250 autovetture a disposizione di chi abita o di
chi lavora nella zona».
Ma le particolarità del progetto non si fermano
qui: il sottopassaggio ferroviario di via Lago
di Scanno, che a conferma dell'attenzione
che la Progeco presta all'ambiente e alla
salute sarà ricoperto di speciali ed innovative
vernici anti-smog capaci di assorbire le polveri
sottili, diventerà una vera e propria galleria a
cielo aperto grazie all'installazione di oltre 20
opere che verranno realizzate
in occasione dell'inaugurazione
della struttura. Anche una
semplice passeggiata diventerà
così una suggestiva esperienza
all'insegna dell'arte e del bello.
E con un occhio sempre attento
ai dettagli: tutti i materiali
da utilizzare per la nuova
pavimentazione stradale e per
l’illuminazione pubblica sono
stati scelti con grande cura, e
perfino le varietà arboree sono
state selezionate dopo attenti
studi riguardanti l’irradiazione
solare, la temperatura della
zona e perfino il contenimento
degli effetti allergici e la resa
cromatica.
«Non è importante il prestigio
in sé, quanto il trucco che si
nasconde dietro!», dice uno dei
protagonisti del celebre film
“The Prestige” di Cristopher Nolan. In questo
caso, però, di trucchi nemmeno l'ombra: sono
l'attenzione per la ricerca e per l'innovazione
tecnologica, insieme ad un'estetica ispirata a
princìpi di ariosità, leggerezza ed armonia, a
rendere quello della Progeco Srl un progetto
di riqualificazione urbana sostenibile tra i più
avanzati in Italia.
LE TORRI CAMUZZI
E IL PONTE NUOVO
Le Torri Camuzzi e il Ponte Nuovo sono le
due strutture, l'una già esistente e l'altra
ai nastri di partenza, che conferiranno
al waterfront della città una nuova
immagine, di grande suggestione e di
straordinaria forza comunicativa.
A distanza di soli 3 anni dalla posa della
prima pietra, le Torri Camuzzi sono in
procinto di essere inaugurate. Realizzati
dalla Progeco Costruzioni, i due edifici
più alti della città contengono al loro
interno uffici ed abitazioni, un baby
club, una sala conferenze, una palestra,
una zona commerciale ed un ampio
parcheggio esterno a disposizione di
tutti i residenti della zona.
Il progetto del futuristico ed utilissimo
Ponte Nuovo invece, che unirà le due
sponde del fiume Pescara, è ormai
esecutivo. In breve tempo inizieranno
i lavori per consegnare alla città, entro
il 2013, un collegamento che sarà di
grande utilità e comodità non solo per
gli automobilisti ma anche per pedoni
e ciclisti.
75
IMPRESE
per Faieta Motor Company
foto di Daniele Francavillese
IL MIO NOME È
YAMAHA
La grande azienda giapponese e Gabriele Faieta sono
legati da un vincolo professionale di lunga data.
E oggi lavorano insieme alla conquista del mercato
della Capitale
A
76
(qui sotto) Gabriele Faieta in sella al nuovo TMAX,
ultimo nato in casa Yamaha; (in queste pagine) alcuni
particolari dello scooter
ssociare il proprio nome a un prodotto
è una scelta coraggiosa. E per
Gabriele Faieta, oggi imprenditore di
successo legato a doppio filo alla Yamaha,
le scelte coraggiose non sono una novità.
Risale al 1998 l'alba del sogno di Gabriele,
meccanico delle due ruote col desiderio di
mettersi in proprio, quando apre il suo primo
punto vendita specializzato in motorini. E già
la prima scelta coraggiosa, quella di offrire
prodotti di nicchia, di distinguersi dalla
massa. Poi un'altra decisione: puntare sulle
moto. Il marchio Triumph arriva nel 1999; la
ditta cresce, apre il salone di Silvi Marina e
qualche anno più tardi, nel 2004, arrivano
anche i gioielli del Sol Levante. E da quel
momento le cose cambiano. È l'ora di una
nuova decisione importante: lavorare solo
con Triumph e Yamaha. Scelta che paga,
perché Faieta apre in rapida successione
una filiale a Giulianova, una a Chieti, una
a Pescara; poi Lanciano, San Benedetto e
infine, nel 2010, Roma, quella che Gabriele
definisce la sua consacrazione e che oggi
è il perno attorno al quale si costruisce il
futuro dell'azienda. «Roma è un traguardo
e un punto di partenza. È il mercato più
importante d'Europa per gli scooter, che
sono diffusissimi e si utilizzano tutto l'anno,
con ampie marginalità sul post-vendita».
Già, l'assistenza: un'altra scelta che paga.
«Oggi, e specialmente in un momento
di crisi come questo, in cui tutti i settori
soffrono, è l'assistenza post-vendita che
garantisce la sopravvivenza, e specialmente
nell'automotive. Per questo abbiamo seguito
una politica che privilegiasse la vendita
diretta piuttosto che la distribuzione, per
poter offrire servizi e fidelizzare il cliente,
che oggi viene in concessionaria anche
dopo il periodo di tre anni di garanzia».
Merito di un team valido e di un'attenzione
al cliente quasi maniacale: «Seguiamo
tantissimo la clientela, che viene sempre
avvisata quando ci sono promozioni o
offerte, e garantiamo un'assistenza quanto
mai scrupolosa. Tanto che oggi i proprietari
di una moto preferiscono venire da noi
piuttosto che rivolgersi a un meccanico,
ancorché di fiducia». Questo perchè, a
parità di costi, il trattamento che si riceve
nel tempio Faieta è di gran lunga superiore
a quello che si può ottenere altrove. «I
nostri meccanici conoscono bene i prodotti,
sono in formazione continua, sanno anche
prevenire piuttosto che curare. E in questo
modo il cliente si sente al sicuro». Le scelte
coraggiose però non sono finite. Gabriele,
per far fronte alla crisi, ha fatto appello a
tutta la flessibilità del gruppo: ottimizzati i
costi riaccorpando le sedi di Chieti e San
Benedetto in quelle, rispettivamente, di
Pescara e di Giulianova (che nel frattempo
si è spostata in un salone più grande e più
ricco), ha deciso di puntare sulla crescita del
punto vendita capitolino. «La crisi passerà»,
dice Gabriele Faieta. «Ma non ora. Ora è il
momento di stringere i denti e puntare alla
qualità del servizio. Una cosa nella quale
siamo piuttosto rodati. E aver fatto la scelta,
in passato, di lavorare solo con Yamaha
(azienda che è leader anche nel settore
della nautica da diporto, come dimostrano
i fuoribordo esposti nello showroom Faieta
di Pescara, ndr) ci ha permesso di avere il
suo sostegno in questo che è un momento
difficile per tutti. E ci sostiene non solo
perché abbiamo dimostrato il nostro valore
in tutti questi anni, ma anche perché ormai,
nell'immaginario di tutti, il nome Yamaha è
legato indissolubilmente al nostro».
77
IMPRESE
per DEL GIUDICE
DEL GIUDICE
IL PRIMO LATTE FRESCO
NELLA BOTTIGLIA NATURALE
Con un pack che utilizza materiale realizzato
esclusivamente con derivati dalle piante, l’azienda
molisana conferma la sua sensibilità alle tematiche
ambientali e alle innovazioni di prodotto
78
Negli anni Novanta aprì la strada nel
Centro-Sud al latte fresco di alta qualità, da
oltre venti anni investe sulle raccolte punti
come nessuno nei territori di riferimento,
da alcuni mesi impiega nel ciclo produttivo
solo energia da fonti rinnovabili.
L’azienda Del Giudice ha conquistato così
i consumatori, non solo con la qualità
di un latte fresco ricco di virtù e sano,
ma anche attraverso il ricorso costante
all’innovazione nel portafoglio prodotti,
nei confezionamenti, nella modalità
di comunicazione e interazione con
consumatori e stakeholders. E adesso,
prima in Italia nel segmento del latte fresco,
l’azienda lancia la bottiglia 100% naturale
che tende una mano all’ambiente.
La sigla chiave è PLA, acido poli-lattico,
un materiale realizzato esclusivamente
con derivati da una risorsa rinnovabile
come le piante, molto più facilmente
biodegradabile e con ottime doti di
resistenza e maneggevolezza.
Per realizzarlo non viene adoperata
neppure una goccia di petrolio, in più
nel ciclo di produzione, rispetto al PET, il
materiale attualmente in uso nel settore,
le emissioni di CO2 si riducono di circa il
60%.
E non è un caso se per il debutto di questa
rivoluzionaria bottiglia, Del Giudice ha
scelto “Bio Fresco”, il latte che più di tutti
simboleggia l’attenzione all’ambiente e ad
un’alimentazione sana e nutriente.
I risultati di una politica così lungimirante si
sono visti nel tempo e si vedono tutt’oggi:
partito da Termoli, sede dell’attuale
insediamento produttivo, oggi infatti il
marchio Del Giudice vanta importanti
quote nel mercato lattiero-caseario e
mette sul piatto della bilancia 12 Centri
Fresco (dislocati in Abruzzo, Molise, Puglia,
Lazio, Campania) con un’organizzazione
logistico-distributiva di assoluto rispetto.
Del Giudice con questo ulteriore salto di
qualità ribadisce la sua vocazione ecologica,
il rispetto per le sue terre, quelle stesse
dove raccoglie quotidianamente un latte
fresco dalle caratteristiche invidiabili.
IMPRESE
per SATURNO BEACH CLUB
foto di Daniele Francavillese
UN MARE DI FESTE
PER TUTTI
Bucciarelli. «Quando le cose si fanno a
livello familiare», dice Marina, «la qualità
dal punto di vista del servizio e dei prodotti
offerti è decisamente migliore. Offriamo
solo cibi genuini e caserecci». E non solo
durante le occasioni speciali. Quando il
sole tramonta lo stabilimento si trasforma:
sui tavoli compaiono fantasiosi cocktail
accompagnati da gustose stuzzicherie
per dei ricchi aperitivi, consumati in
un'atmosfera tranquilla e rilassante,
in attesa del momento della cena. «Da
quest'anno abbiamo deciso di variare il
menù, tradizionalmente improntato a una
cucina “di mare”, per proporre anche piatti
Tutto il calore del Sudamerica nel locale della riviera
pescarese, tra cerimonie e gastronomia. Un azzeccato mix
di tradizione locale e fascino esotico in cui l'accoglienza
e la qualità sono protagoniste
C
(in queste pagine) lo stabilimento Saturno e un originale
allestimento per una festa
80
'è un po' di Sudamerica sul lungomare
di Pescara: precisamente dal 2001,
da quando cioè le sorelle Carla e
Marina Bucciarelli insieme ai rispettivi mariti
hanno deciso di rilevare lo stabilimento
Saturno. Nate entrambe in Venezuela da
genitori italiani, hanno studiato in Italia e
poi sono tornate a Caracas, dove le attività
imprenditoriali della famiglia comprendevano
supermercati e panifici. Poi, la decisione di
tornare in Italia: «Il Venezuela è un piccolo
paradiso per un imprenditore» spiegano, «ma
il clima politico e frequenti
episodi di criminalità ci
hanno spinto a tentare
altre strade. È stata una
scommessa, ma dopo dieci
anni possiamo dire di averla
vinta». Appena ne entrano
in possesso, le sorelle
Bucciarelli
sottopongono
lo storico stabilimento a un
completo restyling interno
ed esterno, ultimato solo nel
2006, e decidono di renderlo
fruibile anche d'inverno,
mettendolo a disposizione
per la celebrazione di eventi
di ogni genere: «Quella di
organizzare feste» racconta Marina «è stata
un'idea nata quasi per caso, che però ha dato
i suoi frutti. Abbiamo cominciato quasi in
sordina, poi il passaparola ha fatto il resto e
ora abbiamo una programmazione fittissima,
praticamente ogni settimana». Compleanni,
battesimi, anniversari. «Prevalentemente
abbiamo ospitato feste per bambini, ma
siamo in grado di organizzare di tutto, per
qualunque fascia di età; e naturalmente il
cibo è tutto fatto in casa». La qualità è il
principio che guida l'attività delle sorelle
stabilimento sta certamente nel clima che
le due sorelle hanno saputo creare attorno
all'attività: «Siamo venezuelane, il nostro
modo di fare è diverso e questo le persone
lo sentono» sostiene Marina, «è un valore
aggiunto. Le persone che si rivolgono a noi
per organizzare una festa non sono le stesse
che d'estate frequentano lo stabilimento, e
questo ci fa piacere, perché vuol dire che
siamo riuscite a comunicare anche al di fuori
della clientela tradizionale. Che comunque
ci dà tante soddisfazioni, perché ci segue
da anni». Dimensione familiare, qualità del
servizio e del cibo, un pizzico di esotismo:
la ricetta perfetta. «Ma abbiamo intenzione
81
a base di carne, così da offrire una variante
economicamente vantaggiosa rispetto agli
altri locali della riviera» spiega Marina.
«Naturalmente nell'elenco compaiono anche
piatti tipici della cucina venezuelana, come
il pabellon creollo, un piatto unico a base
di riso bianco con fagioli neri, straccetti di
carne, arepa –una focaccia di farina di mais–
e platano». E le immancabili pizze. «Senza
dimenticare la nostra gelateria, alla quale
si affianca da quest'anno anche la nuova
yogurteria». Il segreto del successo di questo
di spingerci oltre» annuncia orgogliosa
Marina. «Vogliamo fidelizzare ancor di più
le famiglie, che sono state finora il nostro
target principale, offrendo loro la possibilità
di cenare in tranquillità mentre i bambini
si divertono, attrezzando un'area giochi
protetta di fronte all'area di ristorazione; e
allo stesso tempo desideriamo allargare ad
altre fasce di età la proposta sugli eventi,
organizzando anche d'estate feste a tema
per giovani e adulti».
ENTI
per COCA-COLA HBC ITALIA
INCONTRI
COCA-COLA
HBC ITALIA
commerciale. In occasione della Giornata
Mondiale dell’Ambiente, l’importante
appuntamento del Programma Ambiente
delle Nazioni Unite (Unep) sulle problematiche
connesse alla tutela ambientale, che si è
tenuta il 5 giugno scorso, Coca-Cola HBC
Italia ha dato il via all’iniziativa “Aperti Per
Te”, un’opportunità per esplorare dal vivo il
mondo Coca-Cola.Nell’ambito di tale iniziativa,
l’impianto produttivo di Oricola (L’Aquila) ha
aperto le porte al pubblico per tutta la giornata.
Un momento speciale per tutti gli stabilimenti
di Coca-Cola HBC Italia, da Nord a Sud, che
durante la Giornata Mondiale dell’Ambiente
hanno organizzato visite guidate ed eventi
per testimoniare l’attenzione dell’azienda alle
problematiche ambientali e illustrare i progetti
realizzati negli ultimi anni. Per l’occasione,
Coca-Cola HBC Italia ha attivato il sito www.
apertiperte.it.
SOSTIENE
IRONMAN 70.3 ITALY
L’azienda conferma la propria attenzione per il mondo
dello sport ed il legame con l’Abruzzo dissetando i partecipanti
del Festival Internazionale del Triathlon a Pescara
(in questa pagina) foto di Salvatore Costa
82
C
oca-Cola HBC Italia conferma ancora
una volta la sua attenzione ai valori
intrinseci dello sport e ad uno stile
di vita attivo: domenica 10 giugno è stata
infatti sponsor del Festival Internazionale del
Triathlon a Pescara, gara che ha impegnato
i partecipanti in una dura sfida fatta da 1,9
km di nuoto, 90 km di bici e 21,1 km di
corsa. «Pescara, oltre ad essere scenario di
una gara così affascinante, rappresenta per
Coca-Cola HBC Italia il simbolo di un territorio
importante che ospita l’azienda da decenni»
afferma Alessandro Magnoni, Direttore
Comunicazione e Relazioni Esterne CocaCola HBC Italia, che prosegue ricordando
che «a poca distanza, ad Oricola, in provincia
dell'Aquila, è presente uno dei principali siti di
produzione di Coca-Cola in Italia e il legame
83
tra l’azienda e l’intera regione è solidissimo».
Coca-Cola, da sempre vicina allo sport,
ha sostenuto l'evento sportivo mettendo a
disposizione dei partecipanti, nei punti di
ristoro, Acqua Lilia e Powerade ION4, il nuovo
sports drink isotonico che contiene quattro
dei minerali che si perdono sudando, più una
combinazione di carboidrati, per consentire
di idratarsi efficacemente, ricostituendo
rapidamente i nutrienti che il corpo perde
durante l'esercizio. Powerade è disponibile
anche nella versione ZERO zucchero senza
calorie. L’iniziativa s’inserisce nel più ampio
progetto varato da Coca-Cola HBC Italia,
che la vede sempre più spesso protagonista
accanto ai promotori di manifestazioni sportive
e non, di carattere nazionale e locale. Nel
2011 l’azienda ha sostenuto circa 100 eventi,
che complessivamente hanno coinvolto più
di 2milioni e mezzo di persone. Si tratta di
avvenimenti che interessano non solo i territori
nei quali hanno sede gli impianti produttivi
dell’azienda ma anche quelli che sono raggiunti
(il 95% del totale nazionale) dalla sua rete
(in questa pagina) foto di Salvatore Costa
INCONTRI
INCONTRI
La pasta abruzzese
conquista il Cibus
Tra le 41 aziende regionali presenti al Salone internazionale
dell’alimentazione di Parma, i pastifici locali seducono palati ed
importatori europei ed asiatici. Ottimo riscontro anche per le produzioni
di olio e formaggi, che si mostrano competitivi su tutti i mercati
di Alessandra Di Luca
86
Le prelibatezze culinarie provenienti da tutta Italia, e non solo,
sono state le protagoniste della sedicesima edizione del “Cibus”,
il Salone internazionale dell’alimentazione che si è svolto a
Parma dal 7 al 10 maggio scorsi. Tanti i prodotti in vetrina del
d’Abruzzo che ha allestito un’area espositiva di 360 metri
quadrati, all’interno del padiglione 6. Per valorizzare e promuovere
le eccellenze alimentari abruzzesi dell’industria e dell’agricoltura
erano presenti aziende produttrici di svariati prodotti, dalla pasta
il pastificio Fratelli De Luca di Chieti Scalo ha fatto bella mostra delle sue paste “colorate” con
peperoncino, funghi, tartufi, pomodoro e spinaci, nero di seppia, catturando l’attenzione di molti
importatori e potenziali clienti, sia italiani che stranieri
food dolce e salato, pronti a conquistare
l’interesse degli addetti ai lavori, ovvero dei
numerosi importatori provenienti soprattutto
dall’Europa del Nord (Germania, Svizzera,
Austria) ma anche dal mercato asiatico, in
particolare giapponesi.
Quarantuno le aziende abruzzesi presenti,
rappresentate
dal
consorzio
Agire
Polo di Innovazione agroalimentare e
dall’Associazione regionale allevatori. La
presenza abruzzese è stata coordinata dal
Centro Interno delle Camere di Commercio
al “Cibus”, il Salone internazionale dell’alimentazione che si è svolto a Parma dal 7 al 10
maggio scorsi, hanno partecipato 41 aziende abruzzesi, ospitate in un'area espositiva di
360metri quadrati
all’olio extravergine di oliva, dai sughi ai tartufi, dai salumi ai prodotti
dolci e salati da forno, vino, conserve e derivati dai prodotti orticoli.
Per non parlare dei formaggi, fra i principali protagonisti della
manifestazione per l’ottimo successo raccolto, che si è tradotto
in veri e propri riconoscimenti. È il caso ad esempio dell’azienda
“La tua fattoria” di Ennio di Francesco (Serramonacesca) che si
è aggiudicata, con il suo pecorino, il secondo premio della prima
edizione del concorso caseario “Alma Caseus”, in cui sono stati
selezionati circa 200 formaggi provenienti da tutta Italia.
«Abbiamo raccolto le impressioni dei nostri produttori, che sono
molto soddisfatti dei riscontri ottenuti, anche oltre le aspettative»
ha detto Silvio Di Lorenzo, presidente del Centro Interno delle
Camere di Commercio d’Abruzzo. «A dimostrazione del fatto che,
nonostante la crisi, con le nostre produzioni di qualità, dalla pasta
all’olio extravergine di oliva, dalle conserve ai salumi ai prodotti
dolci e salati da forno, possiamo essere altamente competitivi su
tutti i mercati».
Grande successo anche per le aziende abruzzesi che hanno
acquistato spazi espositivi singoli e di più grandi dimensioni
come i pastifici “Delverde”, che ha catturato l’attenzione con
i suoi ottimi assaggi di pasta cotta, “Cocco”, noto ai più per
l’artigianalità dei suoi prodotti, e il più famoso “De Cecco”, fra
i leader mondiali del settore pasta. Grande successo anche nel
settore dolciario con l’azienda pescarese “Falcone”, che ha legato
il suo nome al “Piacere”, torta caratteristica nata come omaggio
al poeta pescarese Gabriele D’Annunzio, ma anche ai suoi gustosi
cantuccini, e con l’aquilana “Sorelle Nurzia”. L’antica casa di
produzione dolciaria, fondata nel 1835 e famosa per il torrone
al cioccolato, ha presentato, oltre ai prodotti sviluppati in 200
anni di storia, le novità a base di cioccolato ai professionisti del
food italiani ed esteri. Il riscontro del pubblico è stato notevole
–spiegano dall’azienda– sia per le specialità classiche di Nurzia
sia per la nuova linea “Cioccolatini”. «Ora siamo pronti per la
prestigiosa fiera internazionale di Washington DC, il Summer Fancy
Food Shoow» spiegano i vertici di Sorelle Nurzia. Si tratta del più
grande evento del nord America dedicato al Food & Beverage (1719 giugno), dove vengono esposti circa 200mila prodotti da 2.400
espositori provenienti da 80 Paesi.
«L’Abruzzo piace all’estero» ha commentato l’assessore
regionale alle Politiche agricole Mauro Febbo «e lo dimostrano i
dati dell’export, che nel 2011 hanno segnato un +12,3%, circa
un punto in più rispetto alla media italiana. Ora l’impegno delle
istituzioni è supportare efficacemente questo comparto attraverso
la promozione e la tutela delle produzioni, e per questo abbiamo
reso disponibile una dotazione di 5 milioni di euro sul biologico,
parte dei quali già assegnati, e fondi importanti anche sulla
ricerca per l’innovazione e la certificazione di qualità e sicurezza
nel sistema agroindustriale attraverso l’accordo tra il Polo di
Innovazione Agire e il Distretto Agroalimentare IT.QSA. Abbiamo
recentemente attivato il “Marchio Abruzzo”, che caratterizzerà i
prodotti abruzzesi di qualità, e sarà avviata un’intensa attività di
promozione attraverso la Misura 1.3.3 del Piano di Sviluppo Rurale
con 6,3 milioni di intervento pubblico, che diventeranno circa 10
con la quota privata, per diffondere il consumo dei nostri prodotti
e ampliare gli sbocchi di mercato».
E se i più grandi hanno riscosso successo in fiera, anche le aziende
abruzzesi più piccole hanno portato a casa risultati positivi ed
hanno colto l’occasione per presentare al Cibus le novità produttive.
Nuovo packaging e stand molto colorato per il pastificio Fratelli
De Luca di Chieti Scalo, che in fiera ha fatto bella mostra delle
sue paste “colorate” con peperoncino, funghi, tartufi, pomodoro e
spinaci, nero di seppia, catturando l’attenzione di molti importatori
e potenziali clienti, sia italiani che stranieri. Soddisfatto anche il
produttore di carote, Alessandro Aureli, la cui attività ha sede ad
Ortucchio, nell’Aquilano. Diretta da tre fratelli, l’azienda nata nel
1968 produce prodotti freschi, prodotti di quarta gamma, succhi,
purè e concentrati. Aureli si sta già preparando a volare in Giappone
per un’altra importante fiera dell’agroalimentare dove, a suo avviso,
si riescono ogni volta ad intercettare buoni clienti. Non da ultimo,
infine, l’ottimo olio abruzzese, apprezzatissimo in fiera. Singolare
quello prodotto dall’azienda agricola Tommaso Masciantonio di
Casoli, che accanto al tradizionale olio, rigorosamente d’oliva, ne
produce altri aromatizzati ad esempio al cedro o all’arancio, ideali
per condire i crudi di pesce.
87
INCONTRI
per DELVERDE
INCONTRI
Olio, lusso e Fantasia
DELVERDE STAR DEL CIBUS
CON I CAMPIONI OLIMPICI
Innovativo e originale, il packaging adottato dall'azienda di Raiano
rafforza la qualità del prodotto e fa incetta di premi nei concorsi nazionali
Il pastificio abruzzese ha incantato la Fiera di Parma con la
nuova linea fresca e il concorso “Il sapore della Vittoria”. Intanto,
con il Taste of Italy Tour negli Stati Uniti, l'azienda ha ottenuto
titoli sul New York Times e sull'International Herald Tribune
(da sinistra) Simone Collio, Alessandra Sensini e Andrea
Baldini, alcuni dei testimonial del Delverde Team, che saranno
a Londra per i giochi olimpici
88
gli atleti ai fornelli con la conduttrice televisiva Tessa Gelisio
in occasione del Cibus di Parma
G
rande interesse per le iniziative di
Delverde a Cibus, la più importante fiera
nazionale dedicata all’agroalimentare,
che si è svolta a Parma nel mese di maggio.
Il pastificio abruzzese ha conquistato
l’attenzione dei visitatori con la presenza presso
il suo stand di alcuni dei testimonial sportivi del
Delverde Team, gli olimpionici Alessandra
Sensini (windsurf), Andrea Baldini (scherma),
Simone Collio (atletica) che rappresenteranno
l’Italia alle prossime olimpiadi Londra 2012. Gli
atleti sono intervenuti anche per promuovere
il nuovo concorso Il Sapore della vittoria,
cui si può giocare, fino al 30 giugno, sul
sito Delverde, inserendo i codici delle prove
d’acquisto, con in palio il soggiorno della
durata di un weekend a Londra durante
l’ultima fase del periodo olimpico (dal 10 al
13 agosto) e numerosi kit di prodotti Delverde,
comprensivi di un bauletto con formati di
pasta mista, una t-shirt e un ricettario.
Al Cibus, Delverde ha inoltre presentato la sua
nuova linea di pasta fresca, la prima ed
unica in formati “giganti”: maniche, paccheri,
calamari, spaghettoni, conchiglioni, racchiusi
in comode vaschette sigillate in atmosfera
protetta e realizzati con gli stessi ingredienti
della pasta secca e la stessa trafilatura in
bronzo, preparati tutti i giorni al momento dallo
chef Nicola D’Alonzo e presto in vendita nella
grande distribuzione.
E anche i tre campioni si sono simpaticamente
cimentati nella preparazione di una gustosa
ricetta (paccheri con ricotta, zafferano e
zucchine), insieme a Tessa Gelisio, la
conduttrice di “Cotto e Mangiato”, in un
simpatico “Cooking show”, che è stato ripreso
dalle telecamere di Rete 4 ed è andato in onda
il 26 maggio scorso, nell’ambito di un servizio
dedicato alle più interessanti novità del Cibus
2012. Non hanno potuto essere presenti a
Parma, per impegni lavorativi, ma
saranno a Londra con il Delverde
team anche Tania Cagnotto, nota
campionessa di tuffi e Simone
Parodi, pallavolista della nazionale
italiana, fresco di scudetto con la
Lube Macerata.
Intanto il pastificio abruzzese, che
realizza all’estero circa il 60% del
suo fatturato, sta portando avanti con
successo un tour negli Stati Uniti con
il suo Food Bus attrezzato con cucina
professionale, insieme con Lucini
CO., produttrice di olio extravergine di oliva e
di una gamma di condimenti, e acquisita dalla
capogruppo nel 2010, con il coinvolgimento di
altre aziende alimentari di primissimo piano
presenti in Nord America con marchi noti
dell’alta qualità gastronomica italiana come
Auricchio, Caffè Vergnano, Ferrarelle, Montosco,
Beretta, Locatelli, Zonin e Olis. Il progetto,
denominato Taste of Italy Tour, ha ottenuto
il patrocinio dalla Camera di Commercio
Americana in Italia, e sta riscuotendo grande
entusiasmo negli States, tanto che anche le
più importanti testate americane, il New York
Times e l’International Herald Tribune, hanno
dedicato ampio spazio all’iniziativa che, avviata
ad aprile, ha visto la sua tappa conclusiva il 17
giugno al Fancy Food di Washington.
alcuni tra gli importanti
articoli dedicati dalla
stampa americana
al Taste of Italy Tour
di Delverde e Lucini
89
Il destino nel nome, dicevano i latini. E Sandra Fantasia, titolare insieme al
padre Francesco dell'omonima azienda agricola di Raiano, di fantasia (e
di olio) ne ha da vendere. Con una semplice quanto sapiente strategia di
marketing ha nobilitato il prodotto di famiglia, “vestendo” l'olio con l'abito
dello champagne, alla conquista di fasce alte di mercato. E l'operazione,
che oltre all'estetica guarda anche alla qualità del contenuto, è riuscita
alla perfezione: lo testimoniano i premi intascati dall'azienda in primis al
Sol di Verona (medaglia di bronzo nella categoria oli con fruttato leggero)
e in secundis a Lorolio 2012 in quel di Loreto Aprutino (primo premio per
il packaging), premi che si aggiungono al terzo posto all'Orciolo d'Oro
di Gradara - 13° Concorso Nazionale Oli extra vergini di oliva Biologici
e ai riconoscimenti di guide di prestigio (Tre Foglie sulla guida Gambero
Rosso e Tre Gocce sulla guida Slow Food). «Lo champagne, simbolo di
qualità, di lusso e di eleganza, ha ispirato il nostro prodotto» ha spiegato
Sandra Fantasia. «Siamo i primi ad associare il mondo olivicolo a quello
del lusso, ma il nostro olio è accessibile a tutti. Semmai abbiamo dato
l'opportunità a chi lo desidera di fare un regalo utile, bello e originale».
(qui sopra) Sandra Fantasia riceve la medaglia di bronzo al Sol 2012; (in alto)
l'innovativo packaging dell'olio
INCONTRI
INCONTRI
A Pescara il primo EuropeDay
90
Un giovane su tre tra i 15 e i 24 anni è senza lavoro: un dato niente
affatto nuovo, che ciclicamente si inasprisce per la componente
femminile. Sulla necessità per questi ragazzi di guardare alle
opportunità che arrivano dall’Europa ha voluto puntare i riflettori il
primo convegno nazionale “EuropeDay - Giovani, Lavoro, Imprese”
organizzato di recente da Confindustria a Pescara. Oltre 400 studenti
delle scuole superiori hanno partecipato all’incontro, nell’auditorium
De Cecco, promosso con l’obiettivo
di delineare le opportunità per i
giovani nel campo dei programmi
europei di scambio, formazione
e lavoro, e per le imprese con i
finanziamenti dell’Unione Europea,
e ancora le opportunità di sviluppo,
ricerca e innovazione e dei
partenariati internazionali pubblici
privati. L’incontro ha affrontato
i temi del turismo multimediale
telematico con la sponda europea
dell’altra parte dell’Adriatico e dei
programmi di mobilità, tirocini e
lavoro in Europa, con gli interventi,
tra gli altri, di Salvatore Messina,
rettore dell’Università Europea del
Turismo di Tirana, dello scrittore
Alessandro Rosina, docente alla
Cattolica di Milano, di Francesco
Delzio, manager e scrittore, già direttore nazionale dei Giovani
Imprenditori di Confindustria, e di Massimo Sargiacomo, prorettore
dell’università d’Annunzio, oltre al presidente del consiglio
regionale Nazario Pagano e l’assessore regionale al Lavoro Paolo
Gatti. Promotore dell’iniziativa, il presidente del Gruppo Giovani
Imprenditori di Pescara, Alessandro Addari.
(m.d.p.)
Il “camper della salute” di Farmatua
Sensibilizzare la popolazione
ad una corretta esposizione
al sole, prevenendo patologie
anche di grave entità. È
questo
l’obiettivo
della
terza edizione di “Viaggio
sul camper della salute”
promosso da “Farmatua”,
network di farmacie presenti
tra Abruzzo, Marche e Molise.
Avviata a maggio, l’iniziativa prevede che anche per il mese di giugno
un camper faccia tappa nelle principali piazze in cui sono dislocate
le farmacie della rete, per offrire gratuitamente il controllo dei nei e
l’esame del fototipo, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini sui rischi
di insorgenza del melanoma. Le visite sono effettuate dallo staff del
professor Paolo Amerio, dirigente della Clinica dermatologica di Chieti
e docente universitario alla d’Annunzio. «Una corretta prevenzione
può portare considerevoli risparmi nella sanità» spiega Luca Toro
(nella foto di Stefano Caraccio), amministratore delegato della Safar,
cooperativa di farmacisti con 290 soci. «Le farmacie possono svolgere
un ruolo fondamentale in tal senso, poiché sono radicate nel territorio
e possono portare avanti la loro missione che è quella di lavorare sulla
salute dei cittadini».
(a.d.l.)
Chieti, 96 lavoratori premiati
nel nome di Dino Di Vincenzo
La diciottesima edizione del Concorso Fedeltà al Lavoro e al
Progresso Economico della Camera di Commercio. Riconoscimento
speciale anche per il manager Vito Gamberale
la consegna del premio speciale a Vito Gamberale
Commercianti, artigiani, dipendenti, piccole imprese dei settori
dell’edilizia, dell’agricoltura, della cooperazione: sono stati 96 in
totale i nomi insigniti quest’anno del tradizionale Premio Fedeltà
al Lavoro e al Progresso Economico della Camera di Commercio
di Chieti, giunto alla 18esima edizione. Un’edizione speciale
quella celebrata lo scorso 20 aprile, nella quale l’ente ha voluto
ricordare la figura dell’imprenditore Dino Di Vincenzo, scomparso
a febbraio, che è stato presidente dell’ente camerale dal 1999 al
2009. A lui è stato assegnato il Premio speciale alla memoria “per
il ruolo decisivo avuto nel rilancio della Camera di Commercio
e per il suo essere, fino alla fine, imprenditore ed uomo delle
istituzioni con l’instancabile ed indefessa laboriosità che lo ha
sempre contraddistinto”. A caratterizzare l’edizione 2012 del
concorso è stato anche il premio speciale a Vito Gamberale,
manager di primo piano del panorama economico nazionale, di
origini abruzzesi e molisane, che ha portato l’industria italiana
delle telecomunicazioni tra le prime al mondo e
che oggi è impegnato in attività di investimenti
nel settore delle infrastrutture. Ma il Premio è
stato anche l’occasione per elencare ancora una
volta gli importanti progetti in cui è impegnata la
Camera di Commercio di Chieti: in primis il Campus
dell’Automotive, e poi la valorizzazione dei porti
di Ortona e di Vasto, la Costa dei trabocchi, e
ancora la valorizzazione dei centri storici in chiave
commerciale e turistica. Quanto a tutti i singoli
lavoratori e alle imprese che hanno sfilato sul palco
ritirando il riconoscimento, il presidente dell’ente
camerale, Silvio Di Lorenzo, ha tenuto a precisare
che sono «espressione della più sana imprenditoria,
quella che rappresenta l’ossatura dell’economia, del
sociale, del vissuto quotidiano, quello silenzioso e non abituato
ai prosceni e alle grandi manifestazioni». Di seguito l’elenco dei
premiati.
Lavoratori dipendenti che hanno prestato ininterrotto
servizio alle dipendenze della stessa azienda industriale,
commerciale, agricola, della pesca, artigiana o di servizi con
un minimo di 25 anni e dipendenti di pubblici esercizi:
Michelini Giuseppe, Chieti (alla Trafilerie Meridionali Srl per 39
anni), Tortora Camillo, Torino di Sangro (alla Denso Manufactoring
Italia Spa per 38 anni), Del Signore Salvatore, Chieti (alla Synergo
Srl, Casa di Cura privata Spatocco, da 35 anni), Bevilacqua Luigi,
Vasto (all’Enel Distribuzione Spa per 34 anni), Crisante Emidio,
Cepagatti (alle Cartiere Burgo Spa per 31 anni), Rulli Domenico,
Altino (alle dipendenze di Spinelli Luigi da 31 anni), Antichi Nicola,
Atessa (alla Sevel Spa da 30 anni), De Leonardis Camillo, Tocco
da Casauria (alla Ponterosa Srl da 29 anni), Candeloro Carmine,
Francavilla al Mare (alla F.lli Catena Snc da 28 anni), Celiberti
Filippo, Altino (alle dipendenze di Spinelli Luigi da 28 anni),
91
INCONTRI
Il presidente della Camera di Commercio di Chieti Silvio Di Lorenzo
92
TEMPO LIBERO
Evangelista Liquori Snc, Di Rico Ennio, Pica Antonio, Micomonaco
Rocco, Montanaro Ottavio, Pizzi Umberto, Malandra Severino,
Autocarrozzeria D'Andrilli Gennaro di Carlo e Angelo D'Andrilli
Snc, Minicucci Camillo, Antenucci Carlo, Cianciosi Carmine,
Ucciplast Srl, Di Ludovico Gabriella, Di Muzio Alberto, Salvischiani
Maria Assunta, Tilm Giuliani S.A.S. Di Leonardo Giuliani & Figli,
Marangoni Pietro, Turli Filiberto, S.E.I.M. Snc, Bellano Dionisio,
Granatello Italo, Bracciale Gino, Di Meo Gino & Serano Rosetta Snc,
Meuco Gocciolatoi Srl, D'Achille Rosa, Pasta Fresca Margherita
di Cilli Claudio, Lucci Vincenzo Antonio, Pasquarelli Francesco,
Chiavaroli Alberto, D'Aloisio Dino, Ruggieri e D'Amario Snc, Di
Giacomo Roberto, Perinelli Fernando & Marco Srl, Di Menno Di
Bucchianico Ernesto, D'Amelio Domenico & C. Snc, I.Te.M. di Di
Camillo Salvatore e Morgione Angelo Snc, Travaglini Domenico,
Lucci Angelo, Di Prato Enrico, Di Marzio Claudio, Pepe Roberto,
Nuova Edilizia di Capone Gianni, Industria Molitoria Larcinese
Snc, D'Alessandro Angelo, Belfiglio Nicola, Di Nardo Donato.
Aziende industriali che nell’ultimo quinquennio hanno
innovato, totalmente o in parte, il sistema di produzione
conseguendo una maggiore produttività rendendosi più
competitive nel mercato interno e internazionale:
Cometa Spa.
Titolari di brevetto per invenzione industriale di particolare
interesse o valore sociale conseguito negli ultimi 5 anni:
D’Alcini Franco.
Ferrarini Carlo, Casalincontrada (alle Cartiere Burgo Spa per 26
anni), D'Orazio Antonio, Archi (alle dipendenze di Spinelli Luigi
da 25 anni).
Piccole imprese industriali, commerciali, agricole o di servizi
con più di 30 anni di ininterrotta attività:
Teate Mutua Europea Società Cooperativa, Trappeto Cooperativo
di Vasto, Armatori e Pescatori Società Cooperativa di Pescatori,
Tinari Pietro, Bomba Wanda, Robuffo Sestino Nicola, Fabrizio
Antonio, Ponterosa Srl, Torricella Giovannina, D'Adamio Eliana,
Di Pasquale Domenico e Figli Snc,
Sabella Mobili Snc di Sabella Raffaele
e Roberto, Nanni Maria Nicola, Di Santo
Paolo, Di Martino Anna Giovina, Nanni
Levino, Pensione Serafini Snc, Mucci
Bruno, Nunziato Vittorio, Arte Legno di
Cocco Camillo & C. Snc, Mammarella
Tosè Guido & C. Snc, Genobile Grazia,
Staniscia Luigi, F.Lli Mascioli Snc Di
Mascioli Antonio & Mascioli Camillo,
Claudio - Hotel Ristorante Il Tiglio,
Atlante Costruzioni Srl, Piscicelli Luigi,
Camping Le Morge di Mucci Adina,
Officina Meccanica Renzetti Snc di
Gabriele e Nicola Renzetti, Di Vincenzo
Bambina, C.M.I. Tieri Srl, Marchetta
Giuseppe, Gruppo Mucci Srl, Azienda
Speciale Multiservizi "Chieti Solidale",
F.Lli Iezzi Snc, D'Angelo Alvaro & C. Sas,
Nanni Nicola.
Aziende artigiane iscritte all’Albo con
la famiglia Di Vincenzo ritira il premio alla memoria dell'imprenditore recentemente scomparso
più di 25 anni di ininterrotta attività:
Parco Avventura
la cultura della montagna
Ecco come un’attività imprenditoriale a Guardiagrele è diventata
un’oasi escursionistica di primo livello, punto di riferimento per aziende,
associazioni e scuole grazie all’attenzione per l’istruzione e la formazione
di Noemi Trivellone
Spinto da una forte motivazione personale, abbinata ad un coerente
percorso di studi ed esperienze, nasce nel 2002 il Parco Naturale
Majella Group come attività imprenditoriale con lo scopo di diffondere
la cultura della montagna. Il parco si trova in località Piana delle Mele
- Guardiagrele (Chieti), in una bellissima zona adatta per escursioni
a piedi, con zona picnic e baita con ristorante e bar. Con il tempo
l'organizzazione cresce e nel 2005 assistiamo alla creazione del Parco
Avventura, immerso nel Parco Nazionale della Majella, con circa 100
atelier sospesi in altezza, che diventa una grande fonte di divertimento per
grandi e piccini: si tratta di percorsi acrobatici tra gli alberi, differenziati
per fasce d'età. Nel 2010 si avvale di nuovi appassionati anche per
la formazione, così da diventare un mezzo in grado di consentire di
veicolare messaggi di cultura, formazione e tecnica professionale, di
legalità, di sicurezza, ambiente e salute. La tipologia di attività proposte
ha reso l'organizzazione un punto di riferimento per scuole, aziende di
grandi e piccole dimensioni, associazioni, appassionati della natura e
turisti; inoltre si stanno concentrando le risorse per garantire l'accesso
alle attività naturalistiche a ragazzi diversamente abili, rendendo i
percorsi adatti anche alle loro esigenze. Questo è un luogo in cui tutti
hanno l'opportunità di vivere una giornata diversa
dal solito: per le scuole e le famiglie si propone un
percorso in altezza con più di 130 giochi tra gli
alberi, rimanendo nella massima sicurezza grazie
all'assistenza di personale qualificato; c'è poi la
possibilità di formazione outdoor per aziende ed
organizzazioni, per creare una squadra, riunire
agenti e venditori, migliorare il clima aziendale
e supportare i dirigenti nelle proprie scelte. In
estate si svolgono campi estivi per i ragazzi dai 6 ai 16 anni d'età con
soggiorni immersi nella natura. Le proposte sono davvero numerose,
dalle attività naturalistiche a quelle sportive, ludiche e formative, per
crescere e socializzare nei contesti di media montagna: escursionismo,
arrampicata, torrentismo, orienteering e montagna sicura, campo
tenda e campo grotta, ciaspolata sulla neve, family trekking e nordic
walking. Per quanto riguarda l'istruzione, ci sono progetti per la scuola
dell'infanzia fino alla scuola secondaria di primo e secondo grado,
laboratori didattici e creativi per bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni. Tutte
le attività naturalistiche devono essere prenotate almeno una settimana
prima dalla data d'inizio.
Per info e prenotazioni: 392.0011200; [email protected]
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LIFESTYLE
LIFESTYLE
Le “Metafore dell’assenza”
in mostra
Si è conclusa con un gran successo di pubblico la mostra “Metafore dell’assenza”
di Livio Gentile & Umberto Sorbo, allestita fino allo scorso maggio nella sede de
L’Officina (L’Arte e i Mestieri) di Giulianova. L’evento ha ospitato letture parallele di
paesaggi e situazioni attraverso l’esposizione dei dipinti di Livio Gentile (nella foto),
designer e progettista d’interni, e delle fotografie di Umberto Sorbo, architetto,
designer e fotografo. Temi compositivi predominanti, il mare ed i luoghi costieri,
ora nella loro interezza ora con un punto di vista capace di isolarne il dettaglio.
Pubblico delle grandi occasioni
per il restyling della
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Porsche Boxster 981
“Spirito indipendente”: è questo il motto scelto per il lancio del nuovo
modello Porsche Boxster 981. La presentazione dell’ultima nata ha
fatto tappa di recente al Centro Porsche Pescara dove, a salutare i
numerosi ospiti richiamati dalla suspense creata intorno all’evento,
c’era lo staff capitanato dal responsabile marketing Claudio Zito,
affiancato dal responsabile vendite Marco Dell’Elce, dalla responsabile
customer relationship management Franca Addante, con i consulenti
vendite Enrico Castaldi e Mario Di Nocco (nella foto).
Dopo la proiezione di un video emozionale ed effetti speciali, gli
appassionati ospiti hanno potuto ammirare la nuova Boxster S,
in versione nera, che si presenta più leggera e muscolosa, più
imponente ed attenta ai consumi. Nella storia della Porsche Boxster il
cambio di generazione non era mai stato così radicale: la roadster due
posti fa il suo ingresso sul mercato con una carrozzeria in struttura
leggera completamente nuova e un telaio interamente rielaborato.
Il peso decisamente ridotto, il passo allungato, la carreggiata più
larga e i cerchi maggiorati aumentano ulteriormente la dinamica di
guida di questa sportiva con motore centrale, grazie anche al nuovo
servosterzo elettromeccanico. Le nuove Boxster si caratterizzano per
performances ottimizzate e consumi ridotti fino al 15%. In base al
modello, infatti, consumano meno di 8 litri di carburante per 100 km.
La nuova Boxster mantiene ciò che annuncia il radicale restyling con
sbalzi ridotti, parabrezza in posizione più avanzata, silhouette più
piatta e linee tese. Sopra i passeggeri si stende la capote elettrica
interamente riconfigurata. Il nuovo concetto degli interni offre più
spazio ai passeggeri e riflette la nuova filosofia progettuale Porsche
con la parte anteriore del tunnel ascendente, ripresa dalla Carrera GT,
e riproposta in tutti i modelli, per un'ergonomia ottimizzata.
Nuove tendenze
L’invasione dei braccialetti Cruciani
È il trend del momento e promette già di diventare il “must” dell’estate 2012: il braccialetto
realizzato ad ago in pizzo macramè griffato Cruciani colora trasversalmente i polsi di vip,
politici e imprenditori, starlette e ragazzine, ma anche di un più eterogeneo pubblico
adulto che in genere non si piega alle mode “facili”. Se in Abruzzo i braccialetti
con i quadrifogli portafortuna e le farfalle (è l’ultima collezione dell’azienda umbra)
sono arrivati già dallo scorso anno a Pescara nella gioielleria Cazzaniga (rivenditore
ufficiale), per questa stagione sembrano aver definitivamente conquistato, nelle loro
innumerevoli varianti di colore, anche chi non è scaramantico e non si è semplicemente
affidato ai quadrifogli perché simbolo di fortuna.
Un “Giro per la vita” fa tappa a Pescara
Valorizzare lo stile di vita del mare come modello di sviluppo sociale
ed economico sostenibile: è l’obiettivo di “Un Giro per la vita”,
manifestazione itinerante lungo le coste italiane che dall’11 al 13
maggio ha fatto tappa anche Pescara. Il primo giro d’Italia ecologico in
barca a vela con Sly 42 Fun e in auto con Porsche Panamera S Hybrid
è così approdato al porto turistico (nella foto) dove incontri, convegni
ed appuntamenti per grandi e piccoli hanno caratterizzato la tre giorni
pescarese della manifestazione che promuove lo sviluppo sostenibile
lungo le coste e le strade, l’utilizzo di mezzi innovativi, il consumo di
cibi a kilometri zero, nuovi stili di vita e cultura dell’ambiente.
L’iniziativa, che si conclude l’8 luglio (la carovana si è messa in
movimento il 30 aprile scorso), è promossa dalla Associazione
ASD Jancris, con la partnership di Porsche Italia e Sly Marine,
con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente, Lega Navale Italiana, Comando Generale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, Centro
Internazionale Radio Medico, Assonautica, Eurispes, Acegas Aps, Centro Sportivo Italiano e, in ambito locale, con il sostegno del Comune e della
Provincia di Pescara, del “Marina di Pescara” e della Camera di Commercio.
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Senza titolo-1 1
24-05-2012 17:14:38
BIMESTRALE- ANNO VI N.13 € 2,00
All’interno - IL RAPPORTO SOS IMPRESA DI CONFESERCENTI - Così la criminalità si infiltra nelle aziende abruzzesi
Abruzzo Economia - giugno / luglio 2012
GIUGNO / LUGLIO 2012
Paolo Bocci
TED Ingegneria dei Sistemi
videoconferenza
e telefonia del futuro
L’INDAGINE
DI CONFINDUSTRIA
Innovazione al palo
NUOVI POLI: ECCO PALM
A Teramo nasce la rete del mobile
ECONOMIA DELLA CULTURA
Ripartire dall’impresa creativa
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