Office Automation
03/11/2015
Ed. N.10 - OTTOBRE 2015 P. 35
La proprietà intellettuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato
Office Automation
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• •I
idrea Viarengo, cloud servic
li cloud computing, permettendo di acquisire rapidamente le risorse necessarie per realizzare nuovi prodotti e servizi, riduce la
complessità che sottende la realizzazione dell'idea di business,
favorendo approcci più proattivi che reattivi nel supportare la
strategia aziendale e perseguire vantaggi economici. È quindi una
importante leva per l'innovazione e il cambiamento strategico.
Grazie ai meccanismi di scalabilità e portabilità dinamica tra risorse
on premise e off premise, resi possibili da interazioni tramite portale,
introduce anche un'inversione nella complessità di gestione dell'IT.
Non esistono particolari requisiti tecnici e organizzativi per realizzare il cloud che, nei suoi diversi livelli di sofisticazione tecnologica, è alla portata di tutti:
• delle grandi aziende, che intendono ridefinire le regole di conduzione dell'IT sposando i principi di interoperabilità e portabilità
di workload dall'ambiente IT tradizionale alla nuvola;
• delle start-up che possono realizzare con rapidità la loro idea
imprenditoriale o delle piccole e medie imprese che intendono
innovare, attingendo esperienza e conoscenza di industria dai
tanti SaaS esistenti.
Il nuovo paradigma sta indebolendo di fatto le tradizionali strutture
aziendali e i confini storici: network di comunicazione, infrastrutture condivise nel cloud, servizi acquisiti in modalità SaaS e open
standard creano quella coesione e interoperabilità nel sistema che
ne favoriscono l'adozione.
;nti di muoversi sfMWBfflWBWfquello infrastrutturale e,
iprattutto, c i V H H H H | | B H H H H H p ~ l c J o s i c n e le applicazioni siano cloud ready e in grado di sfruttare
al massimo le caratteristicne insite nel modello cloud, come l'allocazione dinamica e in tempo reale di serìzi e risorse. Inoltre il cloud offre l'opportunità di andare oltre lo stack infrastrutturale (che spesso risulta
landardizzato dal cloud service provider) e di agire a livello applicativo e architetturale, sfruttando le caratteristiche sia della distribuzione geografica a livello mondiale, sia della localizzazione quando necessaria.
Il cloud di IBM offre un accesso alla rete globale dei propri data center cloud e una capillarità nel mondo,
permettendo di realizzare architetture distribuite in grado di migliorare le prestazioni delle applicazioni,
§|"azie alla riduzione delie latenze di rete, e ponendo dati e risorse elaborative vicino all'utilizzatore finale.
t
.ziende e le Pubbliche Ar
•'hanno requisiti sempre p i i stringenti in matèria di sicurezza, imposti da normative interne e di settore.
•^jizzo di servizi cloud esterni non deve rendere più onerosa e complessa la gestione di sicurezza e riBpzza del sistema informativo aziendale. E ciò è possibile se i cloud service provider forniscono ser»vWtrasparenti e in grado di abbracciare i requisiti dì sicurezza dei propri clienti. IBM ha conseguito per i
propri servizi cloud le certificazioni internazionali più diffuse, tra cui ISO/IEC 27001 e 27018, SOC2 e, per
i clienti che operano all'estero, adottato best practice tra cui il protocollo NIST SP 800-53 in linea con le
certificazioni FISMA e FedRAMP. Le aziende che utilizzano i servizi cloud di IBM possono accedere a t u j |
la funzioni di sicurezza dei sistemi, connettersi direttamente tramite rete privata e/o VPN e scegliere cH§
ìrvizi siano erogati dal data center presente sul territorio nazionale. Hanno così a disposizione dei ser^i
te policy e tecnologie e
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J
Andrea Cardillo, direttore della divisione cloud & enterprise di Microsoft
ettività efficiente verso Microsoft Azure è critica per il buon funzionamen•FpWEÌcoiarmente di workload ibridi; è possibile connettersi al cloud sia tramite rete
Cifrata VPN su internet, che tramite rete privata tramite provider certificati, chiamata
ExpressrRoute. Per applicazioni cloud native, non servono ovviamente investimenti
importanti. Per massimizzare la portabilità dei workload e creare ambienti ibridi efficienti, disporre di ambienti virtualizzati con Hyper-V e System Center da sicuramente
una marcia in più. L'ampia compatibilita con open source e terze parti però, fa sì che
non sia un requisito indispensabile.
ortante verificare che TI cloud provider, sia nazion
.jmùnità Europea in termini di security e data privacy. Ce soluzioni ciouucncrubuiL uLLBTTTperanuci LOI|
luisiti stringenti e certificazioni, tra cui con orgoglio citiamo ISO27018 e EU model Clauses, che garantii
•> proprietà del dato al cliente e garanzia che tale dato non sia usato per altre finalità, come per esem
imo livello di sicurezza del ciò
samministrazione.
s
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Data l'ampia supportabilità tecnologica della piattaforma
cloud Microsoft Azure, non esistono requisiti particolari.
Abbiamo clienti con soluzioni business criticai .NET, opensource e terze parti (Linux, SAP, Oracle, ecc.) sulla nostra piattaforma cloud, da anni, che hanno migrato anche
piattaforme legacy su nuova tecnologia. Il cloud si presta
particolarmente bene agli investimenti evolutivi sulle line
of business application, e al rapidissimo time to market.
Quando si porta un servizio in cloud, sono immediatamente
accessibili tecnologie, per esempio, per rendere mobile- ;
ready l'applicazione o fare data analytics predittiva. I pattern ricorrenti dei clienti medio-piccoli sono: la volontà di
fare 'all-into thè cloud' dismettendo il data center oppure ;;
creare applicazioni cloud-native di nuova generazione. I
pattern ricorrenti dei clienti enterprise sono: ibridazione I
con workload nel data center, peculiarità e valore aggiunto della soluzione Microsoft, migrazione di workload che
richiedono utilizzo intensivo di rsorse.
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NETAL r
A mio avviso, non sono necessari requisiti tecnici particolari perché il cloud rappresenta una naturale evoluzione
tecnologica. Per alcune realtà ricorrere a servizi esterni
semplifica addirittura la trasformazione perché non rende
obbligatorio possedere al proprio interno le tecnologie e
le competenze per Pimplementazione e il mantenimento
delle infrastrutture.
Il vero sforzo mentale che viene richiesto alle aziende è
accettare la dematerializzazione, ovvero rinunciare a detenere un controllo tecnologico su tutta l'infrastruttura
per mantenere invece il controllo a livello logico. Se questo percorso di consapevolezza viene accettato i benefici
che ne derivano possono essere consistenti in termini di
maggiore elasticità e possibilità di adottare una logica di
acquisto 'pay per use'.
Certo, il percorso di transizione non è univoco e deve essere personalizzato a seconda delle dimensioni, del mercato
e delle specificità di ciascuna azienda. Le grandi imprese,
per esempio, affrontano la trasformazione utilizzando le
competenze già esistenti nel proprio reparto IT e scelgono di avvalersi dei grandi provider di telecomunicazioni
sfruttandoli ai massimi livelli con consulenze e progetti
ad hoc. Totalmente diverso è l'approccio delle PMI che
trovano un fattore di accelerazione nell'appoggiarsi a un
partner di fiducia per affrontare tale trasformazione.
ci dal cloud senza un corretto impiego della rete. Per questo motivo le aziende, oggi
e mai, sono chiamate a investire nella propria infrastruttura di rete affinchè non rappreI collo di bottiglia nell'adozione delle nuove tecnologie. Migliorare le prestazioni della
rete abilita, infatti, la trasformazione favorendo anche l'adozione di nuovi servizi all'end-user
e garantisce quell'agilità fondamentale per poter spostare i carichi di lavoro al di fuori del pe-^Tietro aziendale e potervi sempre accedere con la velocità e l'affidabilità adeguate.
:a è legata intrinsecamente al modello di implementazione tecnologica scelte,
e assume caratteristiche differenti a seconda dell'infrastruttura adottata, dal cloud pubblico fino ai mó<
li di housing e hosting. La scelta del cloud provider rappresenta quindi un fattore determinante anche'
punto di vista della security. Le misure da adottare per garantire la sicurezza dei dati aziendali nel cld,
sono, a mio avviso, analoghe a quelle che andrebbero applicate lasciando i carichi di lavoro all'interno deli'a- '
zienda. I fattori maggiori di rischio sono, infatti, comuni ai diversi ambienti e dovuti a un contesto globale
sempre più interconnesso, con una sempre maggiore adozione dì dispositivi mobili e applicazioni all'interno dell'azienda. Per questo motivo le politiche di gestione definite dall'azienda svolgono un ruolo cruciale
e la mancanza della loro applicazione o rispetto può provocare più danni delle minacce esterne. Ponendosi
come obiettivo la capacità di reazione e l'agilità dell'infrastruttura, ideale sarebbe creare un ambiente che,
senza distinzioni tra cloud, data center o soluzioni residenti, sia monitorabile 24 ore al giorno e 7 giorni alla .•
settimana. AncJ^y^y^uesta ragione è importante scegliere il service provider giusto e affidarsi a partner :
competenti, cJ^^^Hfcapaci di spostare il focus sulla capacità di reazione e supportare i clienti nella scelta^
disfa le loro esigenze.
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Non esistono specifici requisiti tecnici e organizzativi perché spesso le motivazioni non sono tecniche e vertono soprattutto nella ricerca di agilità, sovente aggirando i vincoli organizzativi. Nella maggior parte dei casi, infatti,
il motore del cambiamento è nei 'business user' che cercano soluzioni agili a
problemi impellenti, senza dover fare troppi investimenti iniziali e mantenendo la flessibilità di cambiare in corso d'opera. Inoltre, abbiamo di fronte a noi
almeno una decina di anni di transizione e coesistenza nei quali le aziende si
trovano a gestire e utilizzare dati e informazioni sia in modalità on premise
che cloud, e questo continuerà fino a quando il cloud si confermerà come
principale modalità di fruizione della tecnologia. Per far fronte alle complessità che ne derivano, le aziende devono avere a disposizione strumenti
e risorse in grado di operare per integrare entrambi gli ambienti, ovvero soluzioni completamente aperte e basate su standard. È fondamentale che i
clienti sì dotino di architetture di integrazione in grado di fungere da 'porta
di comunicazione' tra i sistemi on premise e le applicazioni on cloud. Non a
caso la strategia di Oracle per il prossimo decennio si basa sulla coesistenza
di cloud pubblico e privato, il cosiddetto 'cloud ibrido', e abbiamo messo a
punto una suite completa di servizi che ci vedono presenti in tutti i livelli del
cloud - SaaS, PaaS e laaS - potenziando l'offerta di data management di cui
le aziende hanno bisogno per gestire i propri dati e affrontare una migrazione verso il cloud. Indipendentemente dal settore e dalle dimensioni, ogni
impresa si troverà a effettuare questa migrazione in quanto, grazie al cloud,
potrà muoversi con la stessa agilità di una start up, adattandosi ai cambiamenti con la massima flessibilità.
i
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esiazioni aei servizi in ciou
•one è sull'infrastruttura, anche se l'effettiva prestazione e continuità del servizio dipende anche
b da quello che c'è 'sopra' l'infrastruttura, ovvero dalla piattaforma. Per questo motivo Oracle si è
. ocalìzzata sul PaaS, con l'obiettivo di fornire al cliente una piattaforma progettata, gestita e ottimizzata sulla quale le aziende possono sviluppare le proprie applicazioni rimanendo fecalizzate sul proprio
business senza doversi preoccupare delle prestazioni. Infatti, uno dei punti di forza della Oracle Cloud
Platform è proprio aiutare i clienti a creare nuove applicazioni, migliorare le soluzioni esistenti e trasferire facilmente in cloud i carichi di lavoro on premise senza dover effettuare modifiche applicative.
Se on premise, la piattaforma è la stessa di quella in cloud, si hanno chiaramente una serie di vantaggi
nell'integrazione e nello spostamento di applicazioni, e la Oracle Cloud Platform è l'unica disponibile
sia on premise che on cloud e permette di riutilizzare gli stessi skill e strumenti 'enterprise' anche per
sviluppare applicazioni on cloud, offrendo la migliore user experience e massimizzando la produttività
delle attività di sviluppo.
i tecnologia è perfettamente in grado di risolvere il problei
dei muri dei data center. Nei progetti che abbiamo avuto modo di portare a termine finora abbiamo il
ito alcune cose veramente interessanti. Una delle principali è che quando parte un progetto cloud il pi
:oglio è rappresentato dall'integrazione con la gestione dell'identità on premise. Quando entra un nu<
ipendente in azienda vengono creati i suoi account sia on premise che on cloud, e quando cambia lav
jngono cancellati, cosa che in un cloud di tipo SaaS ha anche un impatto economico. Ovviamente Tace
lanagement e la crittazione della comunicazione di integrazione tra on premise ed on cloud è data Ì
:ontata, ma paradossalmente siccome in cloud si tende ad implementare maggiori tecnologie di sicurezza1
abitazione, il dato è molto più sicuro che on premise. Per le aziende, la crittografia è diventata elemer
Bte e sempre più 'democratico' per proteggere dati e informazioni sensibili, ed è fondamentale an
echi informatici continuano ad aumentare a li'
««i"ì«*°qrate pergjyafifcire la massimajci'~iii'Q'
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Con l'evolversi dei modelli cloud, di pari passo si è
altresì registrata un'evoluzione delle competenze
che i responsabili IT delle aziende devono necessariamente avere. Di conseguenza le aziende hanno
aumentato la necessità di far fronte al bisogno di
know-how sempre più evoluto per la propria divisione IT, così da poter accogliere al meglio i cambiamenti e l'innovazione che tali modelli possono
apportare al sistema informativo aziendale. Sono
tante le soluzioni che si possono trovare all'esterno
della propria azienda a supporto di tale trasformazione, ma credo sia fondamentale investire sempre
ìpiù nella formazione delle proprie risorse umane per
dare una spinta a ciascun ruolo chiave attraverso
una sempre maggiore consapevolezza e controllo
nella gestione dell'infrastruttura. Nonostante l'esigenza comune al mondo enterprice e PMI parta
dalla necessità di ottimizzare i costi, standardizzare le modalità d'uso e di razionalizzare i processi
interni, in questi ultimi anni in Italia si è registrato
un incoraggiante fenomeno e trend di adozione di
servizi cloud da parte delle PMI.
Bisogna sicuramente puntare alla v9Hj^^H|gÌo/ie dell'intera infrastruttura, quale trend ormai
consolidato e dominante nella 9 e s ti o ni|^^HHÌata center, quindi sia dal punto di vista delle
risorse di calcolo e di Storage, sia dal pùnto di vista del networking. L'ormai ottimale gestione
e la sempre più adeguata distribuzione delle risorse che consentono di apprezzare gli attuali
Énodelii di cloud, spingono oggi a dare comunque una particolare attenzione al networking
:
per garantire prestazioni adeguate ai servizi cloud. Visto che oggi i costi per disporre di risorse cloud sono abbastanza accessibili rispetto a qualche tempo fa, il suggerimento è sempre
IN investire a livello locale nelle interconnessioni e nelle tecnologie utilizzate per l'accesso alle
*"™rie risorse cloud.
tipo stesso
rsignificàtive, è importante tener presente'rifatto chè'cambia radicalmente la logica dell'infrastruttura poié nel modello cioud questa si occupa di erogare dei servizi; tale novità implica inoltre il fatto che diventa
'portante poter individuare fisicamente dove sono posizionati gli apparati aziendali, ovvero disporre della
o esatta geolocalizzazione, a cui biscJ^HS^^^Bgimento per poter definire il perimetro da proteggere,
d'altronde si evidenzia nella m a o ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ ^ B o m c e s s i di sicurezza dei sistemi informativi aziendali.
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