3,1-17 EFESINI 511 Fatevi dunque imitatori di Dio, quali figli carissimi, 2 e camminate nella carità, nel modo che anche Cristo vi ha amato e ha dato se stesso per noi, offrendosi a Dio in sacrificio di soave odore. 3 Quanto alla fornicazione e a ogni specie di impurità o cupidigia, neppure se ne parli tra voi, come si addice a santi; 4 lo stesso si dica per le volgarità, insulsaggini, trivialità: cose tutte sconvenienti. Si rendano invece azioni di grazie! 5 Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, 0 impuro, o avaro - che è roba da idolatri - avrà parte al regno di Cristo e di Dio. 6 Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l'ira-di Dio sopra coloro che gli resistono. 7 Non abbiate quindi niente in comune con loro. 8 Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; 9 il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. 10 Cercate ciò che è gradito al Signore, I l e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente, 12 poiché di quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino parlare. 13 Tutte queste cose che vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perché tutto quello che si manifesta è luce. 14 Per questo sta scritto: «Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà». 15 Vigilate dunque attentamente sulla vostra condotta, comportandovi non da stolti, ma da uomini saggi; 16 profittando del tempo presente, perché i giorni sono cattivi. 17 Non siate perciò inconsiderati, 5 nPOE 511 5 EOEXIOYE r i v e a 9 e oòv uip.Tixaì -eoo 2 Kaì TtEpinaTeiTE èv àyànr\, fiYàTiTiCTev fmac r , ,\ KCU 3,1-1 / àc, xÉKva àyaTtrixà ìcaì ó Xpiaxòi; raxpeSancev èaoxov uuep r)uo)v BEOO KaQàq r ~ r, ~ 3 » - i£ 2 5 5 2 2 0 iT2,6! Ps 40.7 H 10.10 • ' •rcpompopav^ K O U Hoaiav xeo BECO EÌ<; oaur|v eucooiag. Ex29.i8etcPh 3 Ilopveia 8 è Kaì àKaBapcua rcàaa f| nA,eove£ia U T | 8 È ^/.'R , òvouaCéaGcD èv òutv, KaBtbr; Ttpértei àyioig, 4 Kaì a i a Xpó-ni<; K a i uajpo^oyia t i £ÙTpaTte)da, a O Ù K àvfjKEv, 4.29 àXkà \iàXkov eòxapia-ria. 5 xooxo yàp Ì C T X E yw(bc>KovxEc;, 2 0 òxi rcac, 7tópvoQ fi cncàBaptoQ i l 7tX,eovéKTnc., 6 èaxiv ei8(aXoX,àtpri<;, O Ò K E ^ E I KÀnpovouiav èv xfj paaO,Eta <"TO0 XpiaxoO xaì 8 E O Ò \ Mr|5eì<; uuà<; àTtaxàxco Rie.is K E V O Ù ; Xòyoxc,- 5 i à xaOxa yàp epxetai f|. òpyfi xoo BEOO KOI^'MI3.7! knì xobe, vioùq xffc àraiBEiag. 7 ufi oov yivEcrBE auuuéx- 2,2i2K6.i4 oxot aòx&v 8 T \ X E yàp T C O X E OKÓIOC,, vùv 8 è (pax; èv K U - ^ V ^ i V - * ' pup • àc, xéKva (pcoxòQ 7tEpi7r.axEixE 9 - ó yàp Kaprtòg xoO J 12.36! 1 G 5 . 2 2 ! <p<Dxòc; èv TtaaTj àyaBtBcrùvTi Kaì Sucaioauvri Kaì àXr\Beia - 10 SoKiuàCovtE? xt èanv EÒàpEcrxov x<5> Kopiq), - K O ^ M f ' ' 11 Kaì ufi aoyKoivcovEìxE xoTg gpyoig xol<; àKàprcoig xoD R 13.12 CTKÓXOOS, uaMov 5 è Kaì èA,éyxexE. 12 xà yàp Kpupfj yi- 1 T 5 . 2 0 ! 12K4.2 vóuEva un' aùxó&y aiaxpóv èaxiv Kaì AiyEiv, 13 xà 5 è rcàvxa è^eyxóuEva imo xou qxoxòc; (pavepouxai, 14 J i à v J 3 . 2 0 S I K i4.24 yàp xò (pavEpouuEVOV q>(òq, èaxiv. 8 i ò A,éyei • g y E i p E , ó KaBEÙSeov, K a ì àvàaxa è K xfòv V E K P & V , > K a ì è n K p a u c r e i croi ó Xpiaxàg" . 15 BXÉ7XEXE O O V «"àKpiP&t; TC&Q* TtEpiTtaXElXS uf) OC, JJ*:Kol4.5 aaocpoi àXX,' àc, croepoi, 16 è^ayopaCóuEvoi xòv Katpóv, D n 2.8 òxt ai f i u é p a i n o v T i p a i sieuv. 17 S i a xooxo ufi yivEaBE f\\i 1 > 2 9 r F r l r O S i 2 n K M s A p 2 1 1 8 : 2 9 r r S u n d e ? R 1 5,1 II tema dell'imitazione di Dio è eccezionale nel NT. Nelle lettere paoline l'apostolo appare come l'imitatore di Cristo, e si offre per ciò stesso all'imitazione dei fedeli (1 Ts 1,6.7; 1 Cor 11,1). • 2 Vi: variante (seguita dalla TOB): ci. • 5 Regno di Cristo: espressione unica nel NT. Ef unisce regno di Cristo e regno di Dio, nettamente distinti in 1 Cor 15,24-28. • 8 II passo raggruppa le immagini tradizionali della catechesi battesimale. Le esortazioni positive sono interrotte da «elenchi di vizi» provenienti ugualmente dall'insegnamento corrente e già presenti nella letteratura ebr. • 14 Cit. di un testo sconosciuto, forse un inno cristiano antico (cfr. 1 Tm 3,16) dove si può riconoscere l'ispirazione del libro di Isaia (Is 26,19; 51,17; 52,1; 60,1). Una variante, appoggiata sulla testimonianza di numerosi Padri, dice: destati dai morti e raggiungerai Cristo. O ancora: e Cristo ti raggiungerà. L'illuminazione ha molta importanza nella terminologia battesimale (Eb 6,4; 1 Pt 2,9). • 16 Lett.: procurandovi il tempo. Stessa espressione in Col 4,5, ma qui ha una portata più generale (perciò la trad. è diversa). Igiorni cattivi sono stati intesi sia in riferimento al tempo della lettera sia come caratteristica del tempo della Chiesa in generale. Il tema già noto nella letteratura sapienziale (Qo 9,10), prende qui un tono escatologico. KÓVS.U' ' G 1 3 1 1 ! 1 ( ! 5 , 2 t u u - K * A B P 0 1 5 9 . 81. 326. 1175. 1241» pc it co; CIP' M V i c t Ambst Spec ', txt^K D F G ? 0278 33. 1739. 1881 3JI lat sy, CIP' Hier | 'DUCDV Jtp. 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Comunque, se nessuno dei due evangelisti fu un testimone oculare e ciascuno ricevette un racconto della purificazione del Tempio da una fonte intermedia, nessuno dei due (o soltanto uno) può aver saputo quando si verificò durante i l ministero pubblico. Piuttosto che dipendere da una memoria personale degli avvenimenti, ogni evangelista ha organizzato i l materiale che ha r i cevuto in modo da ritrarre Gesù in una maniera che potesse incontrare i bisogni spirituali della comunità alla quale stava indirizzando il Vangelo. Così, i Vangeli sono stati organizzati in un ordine logico, non necessariamente in un ordine cronologico. Gli evangelisti appaiono come autori che hanno dato forma, hanno sviluppato, hanno snellito i l materiale su Gesù che veniva trasmesso e come teologi che hanno orientato questo materiale ad uno scopo particolare. Corollari di questo approccio alla formazione del Vangelo potrebbero includere quanto segue: 17 • I Vangeli non sono documentazioni letterali del ministero di Gesù. Sono intervenuti decenni di sviluppo e adattamento della tradizione su Gesù. Quanto sviluppo? Queste dev^essere-determinato da una ricerca scrupolosa che molto spesso produce giudizi oscillanti dalla possibilità alla probabilità, ma raramente c'è certezza. • Una tesi che non presenta i Vangeli come storia letterale è stata, talvolta, interpretata come se intendesse che essi non sono veri racconti su Gesù. La verità, comunque, deve essere valutata nei termini della finalità voluta. I Vangeli potrebbero essere giudicati falsi se lo scopo fosse un'accurata cronaca o un'esatta biografia; ma se lo scopo fu portare i lettóri/ascoltatori ad una fede in Gesù che apre loro la sovranità o il regno dLDio, allora gli adattamenti che rendono i Vangeli meno che letterali (aggiungendo la dimensione di fede, adattando a nuovi uditori) furono fatti precisamente per facilitare questo scopo e così rendere veri i Vangeli. • Per alcuni un tale approccio alla verità del Vangelo è insoddisfacente poiché, se ci sono stati sviluppi e adattamenti, come possiamo sapere che i Vangeli offrono un messaggio conforme a quello di Gesù? Gli studiosi non Possono essere offerti molti altri esempi di improbabile armonizzazione. Dal momento che Matteo ha un discorso sulla montagna e Luca ha un discorso simile nella pianura (Mt 5,1; Le 6,17), deve esserci stato un pianoro su unfiancodella montagna. Dal momento che Matteo ha il Padre Nostro insegnato in quel discorso e Luca ce l'ha più tardi sulla strada per Gerusalemme (Mt 6,9-13; Le 11,2-4), i discepoli devono averlo dimenticato, inducendo Gesù aripeterlo.Me 10,46 colloca la guarigione del cieco dopo che Gesù ebbe lasciato Gerico, mentre Le 18,35; 19,1 la colloca prima che Gesùfosseentrato in Gerico. Forse Gesù stava lasciando il sito della Gerico veterotestamentaria e stava entrando nella Gerico neotestamentaria! 17 176 Vangeli e opere collegate possono essere guide sicure, dal momento che divergono ampiamente sull'entità dell'alterazione, oscillando da un massimo a un minimo. Si tratta di una questione teologica e, così, una risposta teologica è quella appropriata. Coloro che credono nell'ispirazione sostengono che lo Spirito Santo ha guidato il processo, garantendo che il Vangelo nel suo stadio finale riflette la verità che Dio ha inviato Gesù a proclamare. * Molto tempo è stato impiegato nella storia dell'esegesi per armonizzare le differenze tra i Vangeli, non solo in aspetti minori ma anche su larga scala, per es., tentando di compilare un'unica narrazione sequenziale dai racconti dell'infanzia; molto differenti, di Matteo e Luca, o dal racconto di Luca delle apparizioni in Gerusalemme di Gesù risorto e dal racconto di Matteo di un'apparizione su un monte in Galilea. Oltre a chiederci se ciò sia possibile, dobbiamo chiederci se una tale armonizzazione non sia una distorsione. In una prospettiva di fede, la divina provvidenza ha fornito quattro differenti Vangeli,' non una versione armonizzata ed è ai singoli Vangeli, ognuno con il proprio punto di vista, che dobbiamo guardare. L'armonizzazione, invece di arricchire, può impoverire. » Nell'ultima metà del sec. XX il rispetto per l'individualità di ogni Vangelo ebbe un effetto sulla liturgia o sul rituale della chiesa. Molte chiese hanno seguito la guida della riforma liturgica cattolica, introducendo un lezionario articolato in tre anni, in cui nel primo anno le letture domenicali del Vangelo sono tratte da Matteo, nel secondo anno da Marco e nel terzo anno da Luca. Nella chiesa cattolica questo ha rimpiazzato un lezionario annuale in cui, senza alcun modello teologico discernibile, le letture erano tratte una domenica da Matteo, una domenica da Luca, ecc. Un fattore importante nella realizzazione del cambiamento è stato il riconoscimento che le pericopi evangeliche dovrebbero essere lette in successione entro lo stesso Vangelo, se si vuol rendere giustizia all'orientamento teològico dato a quei passi dal singolo evangelista. Per es., una parabola che appare in tutti e tre i Vangeli sinottici può avere differenti significati, in dipendenza dal contesto in cui ogni evangelista l'ha collocata. I l problema sinottico Un ulteriore stadio nello sviluppo del vangelo è richiesto per spiegare l'interrelazione tra i primi tre Vangeli, chiamati 'sinottici' perché possono essere esaminati fianco a fianco (sm-otticamente). Questi Vangeli hanno tanto in comune che nel terzo stadio, descritto precedente-