Casa editrice: Le
bussole
Luogo e data di
pubblicazione:
Roma
giugno
2006.
Il volume offre
una panoramica
delle ricerche e
dei dibattiti sul
tema «GENERE E
MEDIA».
Alessandro Arena
Simone Gatto
Federico Elli
Modelli teorici
sulle donne
I primi studi teorici e le prime ricerche su donne e media
nascono dall’incontro favorevole fra femminismo e teorie
dei media, negli anni 60’. Fino ad oggi si sono sviluppati
tre modelli teorici:
*Il modello della parità dei sessi (60’,70’)
*Il modello della valorizzazione femminile (80’)
*Il modello post genere (90’,2000’)
Parità dei sessi
Il modello della
parità dei sessi
nasce negli anni
60’-70’ ed è
ancora
molto
attuale.
Comprende una
uguaglianza
senza distinzioni
fra
donne
e
uomini
nei
media.
Anni 80’ 90’
*Il modello della valorizzazione femminile nasce negli
anni 80’-90’ e mette in discussione la concezione
egualitaria che spinge le donne ad assimilarsi agli
uomini invece di diffondere una cultura femminile.
*Alla fine degli anni 90’ del novecento viene adottato
uno sguardo post genere: con questo termine ci si
riferisce alle teoriche femministe che cercano di
decostruire la tradizionale opposizione di genere.
Donne nella pubblicità
di ieri e di oggi
Fin dagli anni ‘20 e ‘30 le donne
vengono
identificate
dall’industria pubblicitaria come
consumatrici di prodotti per
l’uso domestico, il riferimento
più rilevante è quello della
casalinga.
Successivamente la pubblicità ha
divulgato una mistica della
femminilità
in
modo
da
convincere le donne a «stare a
casa». Negli anni ‘80 fa la sua
comparsa
l’immagine
della
donna in carriera, vestita al
maschile e sicura di sé.
Arena Alessandro
La donna in carriera nella soap
opera
La Prolter & Gamble, la
maggiore industria americana
di detersivi, ha dato origine
alla soap opera: il nome
deriva dallo sponsor e dal
contenuto melodrammatico.
La
soap
opera
voleva
trasmettere alle donne la
qualità di consumatrici; si
rivolgono alle ‘’casalinghe’’ in
maniera mirata.
Giornaliste: potere e sguardo
femminile
Negli anni ‘70 del ‘900 la donna riceveva
una forte discriminazione all’interno dei
media.
Negli anni ‘50 e ‘60 del ‘900 i giornalisti
erano maggiormente uomini ma tra il ’71
e l’ ‘82 del ‘900 la percentuale femminile
aumentò notevolmente.
Nel corso degli anni ‘80 del’900 in tutti i
paesi industrializzati avviene un processo
chiamato
‘’femminilizzazione’’
negli
ambiti lavorativi, in questo caso
giornalismo,
editoria,
pubblicità
e
pubbliche relazioni.
Le soap e i loro pubblici diventano
oggetti di studio
Lo sguardo con cui vengono
analizzate le soap e il pubblico
femminile è quello derivato dal
modello
di
valorizzazione
femminile che permette di
superare il pregiudizio per cui le
soap
contribuiscono
alla
discriminazione delle donne nella
società. Come afferma Christine
Geraghty, il piacere di guardare
le soap consiste principalmente
nel “capire le donne dal punto di
vista delle donne’’. Nelle soap
per la prima volta si vedono
donne in carriera.
Gatto Simone
Le donne nei lavori televisivi
L’unione europea ha organizzato un progetto per
analizzare la statistica del lavoro fra uomini e donne
in TV. Da questo progetto è emerso che: il 12% delle
donne in TV lavorano in programmi sportivi, il 44%
nell’ ambito dei bambini e il 31% come speaker al
telegiornale. Dopo questi risultati si pensava ad
incentivare le professioniste e i professionisti a
prendere atto di una ‘’prospettiva di genere’’. È stato
fatto questo progetto per far capire che alla fine
uomo e donna in televisione fa lo stesso.
Il dibattito in Italia
In Italia il dibattito sulla visibilità e la rilevanza delle
giornaliste è iniziato verso la fine degli ‘70 del ‘900. Milly
Bonanno documentò la condizione in cui lavoravano le
donne. Dal ‘78 al ‘02 le giornaliste professioniste
aumentarono di percentuale dal 10% al 28%
Personaggi famosi
La cantante Madonna è una figura
poliedrica e camaleontica che è
diventata famosa negli anni ‘80. Il
suo fascino deriva dalla ribellione
verso la cultura patriarcale dove il
padre è una figura dominante. La sua
sessualità ribelle non è oggetto dello
sguardo maschile. Madonna usa una
maschera dopo l’altra per dimostrare
che non esiste un solo sé. Il ruolo di
Madonna inganna e la fa apparire
un’eroina, lei che all’inizio della sua
carriera esibiva un fisico molto
asciutto.
Britney Spears è un personaggio
contradditorio trasgressivo e sicuro
di sé.
La figura della donna
Troviamo poi personaggi inventati come Lara Croft.
Su di lei diverse interpretazioni ambigue
sessualmente, caratteristiche iperfemminili e forza
maschile. Ha molti fan maschili. Le società
dell’abbigliamento e fitness puntano all’idea di
snello e all’eterna giovinezza. La donna giudica se
stessa con occhi maschili: il corpo si stacca dall’idea
della donna vista come madre.
Negli
anni settanta la
figura
dell’attrice
presupponeva un ruolo subordinato rispetto
all’uomo. Tra gli anni ‘70 e ‘80 la figura dell’attrice
presupponeva un ruolo subordinato rispetto
all’uomo. Il corpo della donna è definito un oggetto
e l’ uomo è un personaggio maschilista.
La donna e il cinema
La differenza tra uomini e donne è positiva. La donna ha una
capacità di instaurare per esempio legami più profondi. Il
film di Marilyn Monroe “Gli uomini preferiscono le bionde”
vede due figure femministe come anche nel finale di “Thelma
e Louise” che dà alla spettatrice la possibilità di cambiare il
suo destino da soggetto passivo ad attivo come protagonista.
Il cinema americano crea figure maschili come in American
Gigolò o Top Gun per attirare lo sguardo femminile. Ci sono
molti registi che parlano di valori femminili per es. Almodovar
che presenta donne con forte personalità maschile.
La donna e la tecnologia
È diversa la relazione con il PC. La donna dà più attenzione alla
relazione mentre gli uomini si appassionano a problemi specifici.
Ora la donna si è avvicinata alla nuova tecnologia che non è più
solo meccanica ed elettronica. Le donne risultano meno disponibili
ad utilizzare video registratori e computer e preferiscono
televisore e telefono o telefonino. Con le chat si superano i confini
tra uomini e donne perché ognuno falsifica la propria identità.
Elli Federico
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Identità di genere e media