IL “GENERE”
Culture di genere e società
prof. Carmen Leccardi
GAYLE RUBIN - 1
 GAYLE RUBIN (antropologa)
IL SEX-GENDER SYSTEM (1975)
 La subordinazione delle donne non è “data”, ma è
frutto di processi sociali. Determinate condizioni
sociali - ad esempio i sistemi di scambio nella
parentela – trasformano le donne da soggetti in
“merci di scambio”. Il ruolo dei rapporti sociali
(vedi Marx: determinati rapporti sociali di
produzione trasformano un uomo nero in uno
schiavo).
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GAYLE RUBIN - 2
 Come il modo di produzione anche il sex-
gender system costruisce disuguaglianza
sociale. Il sesso si trasforma in “genere” sulla
base di determinati rapporti di potere. Il
genere, in altre parole, non è una dimensione
“naturale”, ma sociale (e coercitiva).
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CRITICHE
 Negli anni Ottanta del Novecento critiche ad
una lettura del “genere” in chiave etnocentrica
(categoria elaborata da donne bianche e
occidentali) da parte di studiose come bell
hooks, Audre Lorde, Gayatri Spivak e
numerose altre.
 Critica
alla struttura eterosessuale del
concetto (es. da parte di Judith Butler o Teresa
de Lauretis).
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JOAN SCOTT -1 JOAN SCOTT (storica): Gender: An Useful Category
for Women’s History (1986)
 Studi sul lavoro delle donne
 Approccio
post-strutturalista:
l’identità
come
dimensione in sé fluida, poco stabile, perennemente in
movimento. Non si basa sulla “coscienza di sé”,
tradizionalmente intesa. Il ruolo del discorso è qui
centrale, vale a dire il modo in cui vengono costruiti
socialmente i significati delle identità maschili e
femminili.
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JOAN SCOTT - 2
 Centralità della contrapposizione binaria
(uomo-donna),
caratterizzata
da
una
dimensione
gerarchica
nel
discorso
dominante.
 Per Scott, in sintesi, non è importante ciò che
“è accaduto”, ma che tipo di significati sono
stati costruiti intorno a quegli eventi. In
specifico, che tipo di significati sono stati
costruiti intorno alla differenza sessuale.
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PIERRE BOURDIEU
 Bourdieu: La dominazione maschile (1998).
 “Genere” come costruzione di saperi intorno
alla differenza sessuale (Foucault) e come
“fattore primario del manifestarsi dei rapporti
di potere”. Potere non solo degli uomini sulle
donne, ma potere sociale tout-court. Genere
come esemplificazione dei rapporti di potere
sociale.
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JUDITH BUTLER – 1
 JUDITH BUTLER (filosofa):
Gender Trouble (1990)
Bodies that Matter (Corpi che contano), 1996
 Approccio post-moderno. Ridefinire il significato
di “soggettività femminile”.
 “Genere” come messa in scena, performance. La
ripetizione di questa messa in scena produce le
norme sociali connesse al genere e ne consente
l’interiorizzazione.
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JUDITH BUTLER – 2
 Le gerarchie non sono date, ma costruite e
ricostruite quotidianamente. Importanza
politica di questa comprensione.
 Il “genere”, per Butler, è fondato sul
paradigma eterosessuale: l’identità di genere,
costruita sull’opposizione maschile versus
femminile, è a sua volta frutto sulla costante
“messa in scena”, nella vita quotidiana, di quel
paradigma.
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JUDITH BUTLER – 3
 Sessualità come ordine duale, come norma
prescrittiva che impone la differenziazione tra
uomini e donne. I corpi di uomini e donne, la
loro “materialità”, è costruita attraverso
questa dimensione binaria.
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