Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006
Capitolo IV. Genere e sessualità
GENERE E SESSUALITÀ
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Giddens, Fondamenti di sociologia, Il Mulino, 2006
Capitolo IV. Genere e sessualità
Contenuti della lezione:
• L’identità di genere e le sue “origini”
• Differenze di genere e società
• Sessualità e società
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Capitolo IV. Genere e sessualità
Parte I: l’identità di genere e le sue “origini”
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Qual è la differenza fra sesso e genere?
Sesso: differenze anatomiche e fisiologiche che
caratterizzano i corpi maschili e femminili.
Genere: differenze psicologiche, culturali, sociali e nella
sessualità tra maschi e femmine  è collegato alle
nozioni socialmente costruite di maschilità e femminilità.
Fu formulata da Simone de Bouvieur alla fine degli anni
’40. Gradualmente si è affermata una visione più
pluralista del genere.
Molte differenze fra uomini e donne
non sono un prodotto diretto del sesso biologico. I sessi
sono due ma possono esistere molti “generi”.
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I principali filoni sociologici interpretativi delle differenze
di genere insistono su:
a) differenza naturale tra uomini e donne fondata su
base biologica;
b) base biologica del sesso, ma socializzazione di
genere;
c) assenza completa di una base biologica, poiché
genere e sesso sono entrambi il risultato esclusivo di
una costruzione sociale pensabile diversamente
(femminismo radicale= abbondono del concetto di sesso
e genere a favore di una sessualità individualizzata).
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a) La differenza naturale
Determinati aspetti della biologia umana comportano
differenze innate di comportamento tra uomini e donne.
Esempio: in quasi tutte le culture la partecipazione alla
caccia e alla guerra è riservata agli uomini.
Critiche a queste teorie:
- il grado di aggressività dei maschi varia da cultura a
cultura;
- si basano spesso sul comportamento animale piuttosto
che su evidenze antropologiche e storiche;
- il fatto che certe caratteristiche siano universali non
significa che debbano essere di origine biologica;
- si trascura il ruolo dell’interazione sociale nella
definizione del comportamento umano.
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b) La socializzazione di genere (S.d.G.)
Le differenze di genere sono un prodotto culturale
e bisogna distinguere fra:
Sesso biologico
Definito alla nascita
del bambino
Genere sociale
Il bambino, attraverso il
contatto con gli agenti sociali,
interiorizza le norme e le
aspettative sociali
corrispondenti al proprio sesso
Nel processo di apprendimento del proprio genere, i bambini
sono guidati da sanzioni positive e negative, che agiscono per
ricompensare o reprimere determinati comportamenti.
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b) (S.d.G.):La teoria di Sigmund Freud
L’apprendimento delle differenze di genere da parte dei
bambini è incentrato sulla presenza o l’assenza del pene 
differenza anatomica + espressione simbolica della
maschilità e femminilità.
La formazione delle identità di genere ha inizio in quella che
Freud chiama fase edipica, attorno ai 4 o 5 anni.
Fase edipica maschile  il bambino vede il padre come
rivale nella lotta per le attenzioni della madre, fino a quando
ne accetta la superiorità, reprime l’attrazione per la madre e
si identifica con il padre, assumendone gli atteggiamenti
aggressivi.
Fase edipica femminile  le bambine soffrono l’invidia del
pene e si identificano con la madre assumendone gli
atteggiamenti remissivi.
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Critiche alla teoria di Sigmund Freud
Molte delle critiche alla teoria di Freud sono state
sollevate da studiose femministe, poiché:
- si identifica troppo l’identità di genere con il problema
dei genitali;
- si attribuisce una ‘naturale’ superiorità al pene;
- si considera il padre come principale fonte di autorità;
- si crede che l’apprendimento delle differenze di genere
sia concentrato all’età di 4 o 5 anni.
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2) (S.d.G.): La socializzazione di genere nella prospettiva
funzionalista
Gli agenti della socializzazione contribuiscono al
mantenimento dell’ordine sociale sovrintendendo a
un’efficace socializzazione delle nuove generazioni.
Critiche a queste teorie:
- la socializzazione di genere non è processo intrinsecamente
armonioso  diversi agenti sociali possono essere in
contrasto fra loro;
- si ignora la capacità degli individui di respingere o
modificare le aspettative sociali connesse ai ruoli sessuali.
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b) (S.d.G.): La teoria di Nancy Chodorow
La formazione dell’identità di genere è un’esperienza molto
precoce, che deriva dall’attaccamento del bambino alla
madre; l’attaccamento deve poi essere spezzato per poter
acquisire un senso di sé separato.
Bambina: rimane più vicino alla madre  senso di sé meno
separato dagli altri, maggiore dipendenza.
Bambino: separazione più netta dalla madre  senso di sé
più separato dagli altri, maggiore indipendenza.
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Critiche alla teoria di Nancy Chodorow
Il lavoro della Chodorow ha sollevato diverse critiche:
- non spiega la lotta delle donne per conquistare la propria
autonomia e indipendenza;
- le donne (e gli uomini) hanno una costituzione
psicologica molto più ibrida e contraddittoria;
- la femminilità può nascondere sentimenti di aggressività
e autoaffermazione.
Questo contributo rimane comunque importante per la
spiegazione della cosiddetta inespressività maschile.
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c) (S.d.G.): La costruzione sociale del genere e del sesso
L’idea di qualsiasi fondamento biologico dell’identità di
genere viene respinta  sia il sesso, sia il genere sono dei
costrutti sociali.
Non solo il genere, ma anche il corpo umano è soggetto a
forze sociali che lo plasmano e modificano in vari modi.
Se le differenze sessuali condizionano le identità di genere,
è vero anche che le identità di genere modellano le
differenze sessuali.
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Parte II: differenze di genere e società
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Le differenze di genere sono una fonte di disuguaglianze
sociali  uomini e donne hanno diverso potere, prestigio
e ricchezza.
I ruoli maschili sono più reputati e premiati di quelli
femminili: alle donne sono affidati i lavori domestici e la
cura dei figli, gli uomini provvedono al mantenimento
della famiglia  divisione sessuale del lavoro.
I principali approcci alla natura delle disuguaglianze di
genere a livello sociale generale sono:
- approcci funzionalisti;
- approcci femministi.
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Approcci funzionalisti
Le differenze di genere contribuiscono alla stabilità e
all’integrazione sociale.
Parsons: la famiglia è un agente di socializzazione
efficiente se esiste una netta divisione sessuale del lavoro
 le donne svolgono i lavori espressivi, gli uomini
svolgono quelli strumentali.
Bowlby: la madre svolge un ruolo centrale nella
socializzazione primaria dei figli => se la madre è
assente, si crea una situazione di privazione materna che
rischia di compromettere gravemente la socializzazione.
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Approcci femministi
I tre principali filoni del pensiero femminista sono:
- femminismo liberale: attenzione ai singoli fattori che contribuiscono alle
disuguaglianze di genere (es. sessismo, discriminazione sul lavoro) 
tentativi di riforma graduale del sistema dall’interno; centralità dei diritti.
- femminismo marxiano: attenzione ai fattori materiali che contribuiscono
alle disuguaglianze di genere, come prodotto del capitalismo.
- femminismo radicale: la subordinazione femminile è il prodotto di un
sistema complessivo (patriarcato)  l’uguaglianza si può raggiungere solo
con il rovesciamento dell’ordine patriarcale e non semplicemente con
interventi nel campo dei diritti e della sfera materiale; stessa cosa per le
omossessualità.
NB= femminismo ‘nero’: attenzione alle donne nere svantaggiate su diversi
piani a causa del colore della pelle, del sesso e della collocazione di classe.
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R.W. Connell: l’ordine di genere
Connell ha sviluppato una teoria complessiva delle relazioni di
genere e ha posto attenzione alla crisi della maschilità.
Ordine di genere: “ambito organizzato di pratiche umane e
relazioni sociali” che definisce le forme della maschilità e della
femminilità.
L’ordine di genere è composto da tre dimensioni:
- il lavoro: divisione sessuale delle attività;
- il potere: relazioni basate sull’autorità, sulla violenza o
sull’ideologia nelle istituzioni sociali e nella vita domestica;
- la catessi: dinamica dei rapporti intimi, emozionali e affettivi.
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La gerarchia di genere di Connell
Maschilità egemone
Maschilità complice
Più potere
Maschilità subordinata
Femminilità
subordinata
Maschilità omosessuale
Femminilità enfatizzata
Femminilità resistenti
Meno
potere
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La crisi della maschilità e del male breadwinner è dovuta a
trasformazioni socio-economiche in ambito:
- lavorativo: disoccupazione, contenimento delle
retribuzioni, più tempo di lavoro, timore di licenziamento;
- affettivo-familiare: relazioni meno stabili, divorzio.
Gli uomini sono lacerati da dubbi sul proprio valore e sulla
propria utilità  evoluzione della figura maschile:
Uomo nuovo
attento alle proprie esigenze
emotive e sensibile.
Uomo castigatore
difende la propria
virilità e il proprio onore.
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Parte III: sessualità e società
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La sessualità umana è un fenomeno molto complesso
legato sia a fattori biologici, sia a fattori socio-culturali.
Imperativo alla
Riproduzione;
pansessualità
Comportamento
significativo;
morale sessuale
-(Prima metà del XX secolo): Per Sigmund Freud (e per Fromm e Marcuse) la
sessualità è sistematicamente repressa dallo sviluppo della civiltà. Il principio del
“piacere” è sacrificato a favore di quello di “realtà”, la libertà è sacrificata in nome
della sicurezza (Disagio della Civiltà). La nevrosi, l’isteria e la distruttività umana
hanno qui la loro origine. Stretto rapporto tra sessualità, Sé e società.
- Rapporti Kinsey: hanno fatto emergere, negli USA degli anni ’40 e ’50, come la
sessualità umana tenda al pansessualismo.
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- Femminismo: le tre correnti principali del femminismo
(liberale, marxiano, radicale – gay and lesbian studies;
queer studies) hanno posto al centro del dibattito, con
accenti diversi, l’importanza della sessualità femminile
come ricerca del piacere, criticando un modello di sessualità
incentrato sulla riproduzione e sul primato del piacere
maschile. Stretto rapporto tra sessualità, Sé e società.
- (dagli anni ’70 del ‘900): Per Michel Foucault il controllo
delle forme di sessualità e della sfera sessuale personale
(continuamente plasmata ed incitata) ad opera delle
istituzioni sociali (prima quelle religiose poi quelle medicoscientifiche) è una forma fondamentale di dominio (uno
degli aspetti fondamentali della BIOPOLITICA).
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-
Il contributo fondamentale della storia sociale (anche a
partire dagli studi di Foucault) ha permesso di mettere in
luce che:
a)
Il confine tra comportamenti leciti\approvati e
illeciti\disapprovati, varia da società a società e da cultura a
cultura;
b)
In ogni società esistono almeno due sistemi paralleli di
morale sessuale, l’uno egemonico e l’altro latente, non
necessariamente il primo “puritano”;
c)
Fino al I sec. D.C. nella civiltà greco-romana la sessualità era
definita dal codice attivo\passivo, mentre l’omosessualità non
era considerato un genere a parte, e persino i “giochi efebici”
non erano vietatati (anzi facevano parte, informalmente,
dell’educazione nei ginnasi). La morale sessuale variava al
variare del ceto.
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a)
A partire dal II sec. D.C. subentra a Roma una morale
sessuale fondata sulla rispettabilità e generalizzata
all’intera società. Il cristianesimo si approprierà di essa
e vi sovrapporrà il codice natura\contro-natura.
b)
Mentre l’aristocrazia è stata portatrice di modelli di
sessualità e di relazioni più “libertini”, la borghesia
(XIX sec.) affermerà un modello di sessualità fondato
sul concetto di rispettabilità, puritanesimo e sull’amore
romantico, come morali pubbliche.
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In ogni società l’inclinazione sessuale prevalente è quella
eterosessuale, ma non è l’unica e, inoltre, vi è un’alta
differenziazione delle pratiche sessuali da cultura a cultura e
nella stessa cultura (Rapporto Kinsey).
L’omosessualità è l’orientamento dell’interesse sessuale
o affettivo verso individui del proprio sesso:
- esiste in tutte le culture;
- non in tutte le culture è accettata;
- non è una malattia o un disturbo psichico;
- talvolta è considerata un atto deviante, punibile
anche con la pena di morte.
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K. Plummer ha distinto quattro tipi di omosessualità
all’interno della cultura occidentale moderna:
- omosessualità casuale: esperienza transitoria che non
struttura l’intera vita sessuale di un individuo;
- omosessualità situata: le attività omosessuali sono
regolarmente praticate, ma senza diventare una
preferenza dominante per l’individuo;
- omosessualità personalizzata: individui che preferiscono
le attività omosessuali, ma rimangono isolati in gruppi in
cui questa viene accettata;
- omosessualità come stile di vita: individui che sono
“usciti allo scoperto” (I diversi tipi di omosessualità come
identità di genere).
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L’atteggiamento verso l’omosessualità:
Eterosessismo
Individui non eterosessuali
sono classificati e
discriminati sulla base del
loro orientamento sessuale
Omofobia
Paura e disprezzo nei
confronti degli omosessuali
Negli ultimi decenni la tolleranza verso l’omosessualità è
aumentata grazie a:
- promulgazione di leggi a protezione dei diritti degli
omosessuali;
- riconoscimento giuridico delle convivenze omosessuali.
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