Puliti e corretti con «cool and clean»!
Tabacco? No, grazie!
«cool and clean» s’impegna per rendere i giovani più forti. Di fronte ad una sostanza che genera dipendenza come il tabacco c’è un unico atteggiamento da assumere, ovvero pronunciare
due semplici parole: «No, grazie!»
Il tabacco mette a repentaglio la salute e, come se non bastasse, il suo consumo provoca assuefazione e indebolisce la psiche compromettendo la capacità di decidere autonomamente.
Per non parlare delle prestazioni fisiche che risultano considerevolmente ridotte. Insomma,
sport e tabacco sono un binomio assolutamente impossibile da comporre.
La nicotina stressa il tuo cuore
Corsa di 12 minuti
La nicotina accelera il ritmo del polso e quindi anche
la pressione sanguigna aumenta. Il cuore è costretto
inutilmente a lavorare di più e necessita di quantità
maggiori di ossigeno (+15%). La nicotina provoca il
restringimento dei piccoli e dei grandi vasi sanguigni
(arterie) che irrigano il muscolo cardiaco. Per questa
ragione esso riceve meno ossigeno e si ritrova a pompare sangue in condizioni di resistenza maggiore.
Il fumo influisce negativamente sulle prestazioni fisiche. È quanto emerge da un rilevamento effettuato
durante la corsa di 12 minuti assolta dalle reclute. I
non fumatori presenti nel gruppo di 19enni sottoposto alla valutazione percorsero in media 2613 metri,
mentri i fumatori – a dipendenza del numero di sigarette consumate giornalmente – terminarono la prova
dietro di essi:
– fumatori medi (10–20 sigarette/giorno) in media
242 metri in meno,
– fumatori forti (oltre 20 sigarette/giorno) in media
360 metri in meno.
Il calo di prestazione dipende pure dalla durata della
carriera di fumatore. I fumatori forti che consumavano tabacco da oltre quattro anni ottennero il peggior
risultato. Essi percorsero infatti 425 m in meno dei
non fumatori (16%).
Fumare è come inalare gas di scarico
Durante la combustione di tabacco, dal fumo si libera
una percentuale pari al 4–6% di monossido di carbonio (CO), un gas invisibile, inodore e molto velenoso
che presenta un’affinità per l’emoglobina 100 volte
maggiore rispetto all’ossigeno, così che i globuli rossi
del sangue in presenza di CO vengono pesantemente
limitati nella loro funzione di trasportatori di ossigeno.
Il monossido di carbonio, inoltre, rimane legato molto
più a lungo ai globuli rispetto all’ossigeno e là dove
viene trasportato non c’è posto per l’ossigeno. Una
concentrazione eccessiva di monossido di carbonio
nel sangue viene chiamata intossicazione da fumo. Il
monossido di carbonio è presente dappertutto ma non
ovunque in concentrazioni nocive:
Aria fresca di mare
0,5 in ml/m3
Traffico molto intenso
100 in ml/m3
Fumo di sigarette
50 000 in ml/m3
Gas di scarico misurati nello scappamento
60 000 in ml/m3
Ogni sigaretta accesa provoca un’intossicazione da
fumo.
I commitment di «cool and clean»
1. Voglio raggiungere i miei obiettivi! (Sport giovanile); Voglio arrivare in alto! (Sport giovanile di competizione)
2. Mi comporto correttamente!
3. Non faccio uso di doping!
4. Rinuncio al consumo di tabacco e di canapa e se
bevo alcool lo faccio sempre in modo responsabile!
5. Io …! Noi …! (Qui viene formulato un commitment personale)
* Per vivere dei bei momenti non ho bisogno di fare
uso di sostanze che creano dipendenza ed alterano
la mia percezione ed il mio comportamento.
Consumo di tabacco, nicotina e assuefazione
Effetti collaterali
Se il tabacco fosse un farmaco sarebbe già stato proibito da tempo. E’ la
conclusione cui si giunge dopo aver
consultato la lista degli effetti collaterali nocivi causati dal suo consumo.
«La sigaretta è l’unico bene di consumo che uccide la metà di coloro
che la consumano regolarmente nel
modo raccomandato dai fabbricanti», afferma l’Organizzazione mondiale della sanità.
Derivati del tabacco che si fumano:
sigarette, pipa, sigaro, sigarillo, pipa
ad acqua
Derivati del tabacco per altri usi:
snus, tabacco da masticare, tabacco
da naso
È indifferente sotto quale forma sia
consumato: il tabacco nuoce alla
salute e rappresenta sempre un pericolo.
Non sono indicati tutti gli ingredienti
Acetone, ammoniaca, zucchero & Co.
Sulle confezioni di manufatti di tabacco sono indicati
soltanto dati concernenti il catrame, la nicotina e il
monossido di carbonio. Non appaiono invece informazioni relative alle oltre 600 sostanze aggiuntive che
rendono il fumo più piacevole e consentono al corpo
di assorbire meglio la nicotina, sostanza alcaloide che
crea la dipendenza dal fumo. La presenza di additivi
non è indicata da nessuna parte. La lista di sostanze
aggiuntive è tenuta segreta dall'industria del tabacco,
ma può essere rilevata da analisi condotte in laboratorio.
Esempi di sostanze aggiuntive nascoste nelle sigarette e i loro effetti:
l’acetone incrementa il potenziale di dipendenza
della nicotina. In alcune marche, la quantità di acetone presente nel filtro di una sigaretta fumata basterebbe a rimuovere lo smalto dalle unghie.
L’ammoniaca e l’urea accelerano e prolungano l’effetto della nicotina. La prima ha un’azione corrosiva
sulla pelle umida e le mucose e la sua inalazione danneggia i polmoni.
La glicerina serve a mantenere umido il tabacco.
Lo zucchero, il miele, la vanillina, la liquirizia e il
mentolo coprono il sapore pungente del fumo rendendone possibile l’inalazione, proprio come fanno i
fabbricanti di alcopops che aggiungono lo sciroppo
per mascherare il gusto spiacevole dell’alcool.
Attraverso la combustione, tutte le sostanze aggiuntive si trasformano in nuovi composti chimici, alcuni
dei quali possono provocare effetti di dipendenza e
tumori. È stato dimostrato che il fumo di sigaretta
contiene sino a 4’800 sostanze chimiche.
Se t’interessa conoscere le conseguenze fisiche che
può provocare il consumo di tabacco dai un’occhiata alle immagini al sito
www.coolandclean.ch/nograzie
A proposito: in Svizzera, ogni anno, si contano circa
9’000 decessi dovuti al consumo di tabacco
aIn balia di una neurotossina
Senza consumo di nicotina: nel centro della ricompensa situato nel cervello, la dopamina è la sostanza
deputata alla trasmissione di messaggi responsabile
della sensazione di piacere. Se un individuo non assume alcuna sostanza, la cellula emittente (1) distribuisce quantità minori di dopamina. Quest’ultima
viene assorbita dalla cellula ricevente (2) e sprigiona
la sensazione di piacere.
L’individuo si sente normalmente bene.
All’inizio del consumo di nicotina: quante più dosi di
dopamina la cellula ricevente assorbe (3) tanto più
elevata sarà la sensazione di piacere. La nicotina stimola la produzione di dopamina nella cellula emittente (4). L’individuo si sente meglio.
Abitudine al consumo di nicotina: il cervello si abitua alle sovradosi di dopamina e la reclama per sentirsi normalmente bene. Dopo aver consumato nicotina, l’individuo non sta meglio ma normalmente bene.
Dipendenza da nicotina: per sentirsi normalmente
bene, il cervello reclama una dose maggiore di dopamina. L’individuo viene dunque costretto dal proprio
corpo a consumare nicotina per stare normalmente
bene. E per sentirsi ancora meglio deve aumentarne
la quantità.
Gli effetti della nicotina si manifestano nel cervello dopo 7–8
secondi. Oggi essa viene considerata come una delle sostanze che generano più rapidamente assuefazione ed è la componente principale del tabacco. Dopo 20–30 minuti l’effetto
si riduce e l’individuo sente nuovamente il bisogno di accendere una sigaretta. Da qualche anno, la stessa industria del
tabacco ammette che il fumo crea dipendenza.
Almeno il 75% dei fumatori e addirittura il 90% dei fumatori forti soddisfano i criteri di dipendenza stabiliti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ciò che porta evidentemente alla conclusione che fumare genera assuefazione.
Io dipendente? No di certo!
Sono dipendente? Un autotest per scoprirlo
È quanto affermano alcuni 15enni che fumano un
paio di sigarette al giorno. Chi però ne consuma più di
cinque quotidianamente corre un forte rischio di
diventare dipendente. Possono infatti bastare poche
sigarette per assuefarsi. Il fumo non rende dipendente soltanto il corpo, bensì anche la psiche e in modo
assai rapido. Soltanto pochi fumatori riescono a mantenere basso il consumo di sigarette per tutta la vita
oppure ad alternare qua e là delle settimane senza
fumo.
Se rispondi a tre dei criteri seguenti sei dipendente:
■ Sento un bisogno irresistibile di fumare.
■ Fatico a controllarmi quando si tratta di iniziare o smettere di fumare oppure modificare la quantità di tabacco
consumato.
■ Ho dei sintomi di astinenza quando limito e/o elimino il
consumo di sigarette.
■ Aumento il numero di sigarette fumate giornalmente.
■ Trascuro altre attività in favore del fumo.
■ Fumo nonostante sia consapevole degli effetti nocivi che
la sigaretta provoca alla salute.
Vogliono solo i tuoi soldi!
Anche se l’industria del tabacco ti promette che con la sigaretta ti sentirai più grande, più
libero, più cool e più bello, in realtà il fumo rende semplicemente più dipendenti e soltanto chi non è dipendente può considerarsi davvero libero! Non farti fregare dalle brillanti ma
subdole astuzie escogitate dall’industria del tabacco.
Pubblico destinatario – I bambini
L’industria del tabacco sostiene che il pubblico destinatario delle sue campagne pubblicitarie non siano né giovani, né bambini. Tuttavia, con l’animale di peluche «Old
Joe Camel» la marca «Camel» ha raggiunto un elevato
grado di notorietà fra i bambini di sei anni, paragonabile
a quello di Topolino, e anche il successo riscosso tra i giovani fumatori è stato considerevole, tanto che negli Stati
Uniti è stata pubblicata una rivista con Old Joe. E nello
spazio di due anni, la parte di mercato di questa marca è
passata dallo 0,5 al 32% in questa categoria d'età. A chi,
se non a bambini e adolescenti, si rivolgeva la pubblicità
con questo dolce cammello?
La maggior parte dei fumatori inizia a consumare tabacco fra l’undicesimo e il tredicesimo anno di età e entro i
18 anni è fedele ad una marca. Ciò significa che, con ogni
probabilità, queste persone fumeranno sigarette della
stessa marca per tutta la loro vita. Non c’è da sorprendersi dunque se l’industria del tabacco nutra molto
interesse per i bambini e per i giovani. Sempre più ragazzi consumano sigarette di marche che conoscono sin
dalla loro infanzia. L’obiettivo dichiarato delle aziende
del tabacco, il cui fatturato ammonta a diversi miliardi, è
quello di far conoscere il nome della loro marca al maggior numero di bambini e di giovani.
La dipendenza serve a fidelizzare
Un autentico film giallo!
Immaginati un prodotto che renda talmente dipendenti da non riuscire a smettere di consumarlo, nonostante gli enormi sforzi profusi in tal senso. Un rappresentate dell’industria del tabacco ha scritto su un
sito internet: «un fumatore che tenta seriamente di
smettere di fumare ha meno del 5% di possibilità di
rimanere non fumatore un anno più tardi.» Soltanto
chi conosce con esattezza l’elevato potenziale di
dipendenza del prodotto può dar prova di così tanta
onestà! E questo si chiama fidelizzare la propria
clientela.
In qualità di impiegato in una grande manifattura di
sigarette americana, Jeffrey Wigand si rifiutò di
aumentare la quota di sostanze cancerogene nelle
sigarette per accrescere il potenziale di assuefazione.
Quando nel 1995 decise di rendere pubblici dei documenti interni fu licenziato e contro di lui fu lanciata
una campagna di discredito. Nei documenti in questione era contenuta una frase molto scottante del
tipo: «se riusciamo ad accalappiarli da giovani, li avremo in pugno per tutta la vita.» Ovvero, quanto prima
si inizia a fumare tanto più dipendenti si diventa! (Da
questa storia è stato tratto il film «The Insider» con Al
Pacino e Russel Crowe).
Swiss Olympic Association
«cool and clean»
Casa dello Sport
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Tel. +41 31 359 71 11
Fax +41 31 359 71 71
Informazioni e suggerimenti
al sito www.coolandclean.ch
Immagini: Kurt Schorrer,
Keystone
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