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I miracoli di Enzo De Fano
Qualcuno ha detto che il cristianesimo é così miracoloso che occorre un miracolo
per crederci.
DEFINIZIONE DI MIRACOLO
Un miracolo è un atto inusuale di Dio, operato come un segno che gli uomini
possono osservare, ma che non possono spiegare ne operare per se stessi. Di
conseguenza:
• Non può essere un miracolo se gli uomini cercano di spiegarlo con la loro
conoscenza.
• Non può essere un miracolo se l’uomo agisce senza l’aiuto speciale di Dio. Giov.
3:2 “Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto
da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui»”.
I miracoli nella Bibbia intervengono sui diversi aspetti del creato:
¾ miracoli sulla natura;
¾ miracoli sulle malattie;
¾ miracoli sulla materia.
Talvolta il miracolo si manifesta come un evento naturale, ma le condizioni nel
quale si compie ci spingono a classificarlo un miracolo, come ad esempio la pioggia é il
risultato della preghiera di Elia. Giacomo 5:18.
L’Agente del miracolo é Dio stesso che interviene ad es. una tempesta di grandine
non é innaturale, non é straordinaria, ma fu mandata da Dio come punizione per la
malvagità di Faraone Esodo 9:25 “La grandine percosse, in tutto il paese d’Egitto, tutto quello che
era nei campi: uomini e bestie; la grandine percosse ogni erba dei campi e fracassò ogni albero della
campagna”.
Quindi alla base del miracolo c’é sempre l’intervento di Dio e può essere creduto
unicamente se si é disposti a credere all’intervento divino nella vita degli uomini.
Occorre innanzitutto fare le seguenti considerazioni e cioè che esistono tre gradi di
leggi stabilite da Dio:
¾ Soprannaturali
¾ Preternaturali
¾ Naturali.
Ciascuna di esse agisce nell’ambito della propria competenza, quindi l’intervento
miracoloso di Dio é un’azione eccezionale non contraria alle leggi naturali, ma superiore
ad essa.
Dio nella Sua Sovranità può intervenire utilizzando leggi superiori a noi sconosciute
per adempiere i Suoi piani e far conoscere la Sua Potenza.
Quando un miracolo é compiuto le leggi della natura non sono violate, ma sono
superate da una più alta manifestazione della volontà di Dio.
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IL PROPOSITO DEI MIRACOLI
I miracoli hanno uno scopo ben preciso. Non sono semplici manifestazioni di
potenza o segni che possano eccitare lo stupore, ma hanno un significato spirituale.
a. Per dimostrare la potenza di Dio; I miracoli hanno provato agli uomini che c’è un
potere e un’intelligenza nell’universo che è più grande della loro.
Quando Dio opera miracoli tra gli uomini, è per il loro beneficio. Dio vuole che gli
uomini sappiano che Lui esiste. Notiamo l’affermazione di Raab in Giosuè 2:10-11
“Poiché noi abbiamo udito come il Signore asciugò le acque del mar Rosso davanti a voi, quando
usciste dall’Egitto, e quel che faceste ai due re degli Amorei, di là dal Giordano, Sicon e Og, che
votaste allo sterminio. Appena l’abbiamo udito, il nostro cuore è venuto meno e non è più rimasto
coraggio in alcuno, per causa vostra; poiché il Signore, il vostro Dio, è Dio lassù nei cieli e quaggiù
sulla terra”;
b. Affinché i suoi credano in Lui e lo adorino e gli ubbidiscano in modo che siano
salvati. Giov. 2:11 “Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di Galilea, e
manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui”. La resurrezione di Lazzaro Giov.
11:45 “Perciò molti Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto le cose fatte da Gesù,
credettero in lui”; Giovanni ci dice anche il motivo per cui sono registrati alcuni dei
miracoli di Gesù Giov. 20:30-31 “Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni
miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù
è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome”;
c. Vuole che sappiano chi sono i Suoi veri messaggeri in modo che non siano ingannati
dagli uomini che falsamente affermano di essere Dio. Marco 16:20 “E quelli se ne
andarono a predicare dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che
l’accompagnavano”. Vedi l’attitudine che ebbero i samaritani dopo i miracoli che fece
Filippo Atti 8:6 “E le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e
osservando i miracoli che faceva”:
d. per istruire;
e. per risolvere problemi morali, spirituali e fisici.
Terminologia del termine miracolo
Come è stato accennato precedentemente, i termini biblici usati per indicare ciò che
comunemente chiamiamo “miracolo”, pur derivando dai termini classici, assumono un
significato essenzialmente diverso. Ogni termine sembra presentare un aspetto
particolare delle sue qualità essenziali; quindi, sarà bene tenerli presenti tutti.
Nella lingua originale greca in cui è stato scritto il Nuovo Testamento vi sono
almeno quattro parole che vengono tradotte con miracolo:
DUNAMIS
= evento di origine e carattere soprannaturale;
THAIJMAZO = stupore, meraviglia;
TERAS
= prodigio;
SEMEION
= segno, dimostrazione di autorità divina.
La Bibbia, infatti, ora usa il termine “prodigi”, talora “segni”, qualche volta “potenze
(potenti operazioni)” o semplicemente “opere”; altri nomi che ricorrono di rado possono
classificarsi sotto una di queste appellazioni principali.
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Prodigio
Il nome prodigio “Tèras” esprime lo stupore che l’atto straordinario provoca
nell’animo degli astanti, stupore che d’altronde gli Evangelisti descrivono
frequentemente Marco 4:41 Ed essi furono presi da gran timore e si dicevano gli uni gli altri: «Chi è
dunque costui, al quale persino il vento e il mare ubbidiscono?»; 6:51 “Sali sulla barca con loro e il
vento si calmò; ed essi più che mai rimasero sgomenti”; 7:37 ed erano pieni di stupore e dicevano:
«Egli ha fatto ogni cosa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa parlare»; Cfr. Atti 3:10,11 “e lo
riconoscevano per colui che sedeva a chiedere l’elemosina alla porta «Bella» del tempio; e furono pieni di
meraviglia e di stupore per quello che gli era accaduto. Mentre quell’uomo teneva stretti a sé Pietro e
Giovanni, tutto il popolo, stupito, accorse a loro al portico detto di Salomone”.
Ma questo termine non sfiora che l’esterno del concetto biblico di miracolo. Lo
scopo morale del miracolo sarebbe del tutto perduto se questo non svegliasse altro
nell’animo umano, ma solo sbigottimento che potrebbe essere causato anche da mille
altri fattori.
È caratteristico, poi, il fatto che nel Nuovo Testamento il termine prodigio si trova
solo in relazione con un altro nome. Spesso si trova il binomio “segni e prodigi” Atti 14:3
“Tuttavia rimasero là per molto tempo, predicando con franchezza e confidando nel Signore che rendeva
testimonianza alla Parola della sua grazia e concedeva che per mano loro avvenissero segni e prodigi”;
Romani 15:19 “con la potenza di segni e di prodigi, con la potenza dello Spirito Santo. Così da
Gerusalemme e dintorni fino all’Illiria ho predicato dappertutto il vangelo di Cristo”; Matteo 24:24
“perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse
possibile, anche gli eletti”, o “segni” soltanto Giovanni 2:11 “Gesù fece questo primo dei suoi segni
miracolosi in Cana di Galilea, e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui”; Atti 8:6 “E
le folle unanimi prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, ascoltandolo e osservando i miracoli che
faceva”; Apocalisse 13:13 “E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco daI cielo sulla terra in
presenza degli uomini”, o “potenze” Marco 6:14 “Il re Erode udì parlare di Gesù (poiché la sua fama
si era sparsa) e diceva: «Giovanni il battista è risuscitato dai morti; è per questo che agiscono in lui le
potenze miracolose»; Atti 19:11 “Dio intanto faceva miracoli straordinari per mezzo di Paolo”; ma, in
nessun brano “prodigi” senz’altro.
Il miracolo, quindi, inteso come prodigio, evento meraviglioso che lascia stupefatti,
non è come tale privo di significato e di scopo; la meraviglia non è che la conseguenza
superficiale, mentre lo scopo è quello di agire come un invito pressante alla chiamata
divina (Atti 14:8-18).
Termine, questo che non è usato nel senso ristretto di miracolo, ma riferito, in
genere, ad un avvenimento che provoca stupore e meraviglia, sull’osservatore, in modo
misterioso e straordinario.
Il termine greco “thaumazi”, indica lo stupore e la meraviglia. Evidenzia in modo
specifico, l’aspetto straordinario e lo spavento di una persona dinanzi ad un atto simile.
Questo termine è usato 42 volte nella Bibbia. Nei sinottici “thaumazi” assume un
significato molto simile a quello dell’antichità classica, traducendo l’impressione della
gente di fronte all’opera risanatrice e miracolosa di Cristo Matteo 21:20 I discepoli, veduto ciò,
si meravigliarono, dicendo: «Come mai il fico è diventato secco in un attimo?»; Marco 4:41 Ed essi
furono presi da gran timore e si dicevano gli uni gli altri: «Chi è dunque costui, al quale persino il vento
e il mare ubbidiscono?»; Luca 9:43 “E tutti rimasero sbalorditi della grandezza di Dio. Mentre tutti si
meravigliavano di tutte le cose che Gesù faceva, egli disse ai suoi discepoli”.
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Nel Vangelo di Giovanni è usata molta raramente per esprimere la reazione umana,
nei confronti del comportamento di Cristo: per la sua conoscenza delle Scritture (7:15),
senza aver ricevuto istruzione.
Segno
Il miracolo non è un prodigo soltanto, ma anche un “segno” (Semèion), cioè un fatto
visibile che ha in se la manifestazione di qualcosa di nascosto ed invisibile,
un’indicazione della presenza e dell’operare di Dio.
Quindi questi segni sono pegni di qualcosa che è al di fuori di se stessi Isaia 7:11
«Chiedi un segno al Signore, al tuo Dio! Chiedilo giù nei luoghi sottoterra o nei luoghi eccelsi!»”; 38:7
“E, da parte del Signore, questo ti servirà di segno che il Signore adempirà la parola da lui
pronunziata”, che hanno valore non tanto per quel che sono, quanto perché indicano la
potenza e la grazia di chi li opera: Dio stesso.
Infatti, essi confermano la potenza della Parola del loro autore: Confermando il
Signore la Parola per i segni che seguivano Marco 16:20 “quelli se ne andarono a predicare
dappertutto e il Signore operava con loro confermando la Parola con i segni che l’accompagnavano.”; Atti
14:3 “Tuttavia rimasero là per molto tempo, predicando con franchezza e confidando nel Signore che
rendeva testimonianza alla Parola della sua grazia e concedeva che per mano loro avvenissero segni e
prodigi”; Ebrei 2:4; già è interessante osservare che i segni seguivano la predicazione della
Parola.
Comunque agli occhi degli astanti i segni legittimano la “qualità” di messaggero di
Dio e il diritto di essere ascoltato in quanto tale. È una specie di lasciapassare.
La domanda, tendenziosa, che i Giudei facevano a Gesù perché confermasse il Suo
messaggio era: “Che segno ci mostri?” Giovanni 2:18; altrove: “Noi vorremmo vedere da te qualche
segno” Matteo 12:38; “gli chiesero di mostrar loro un segno dal cielo” Matteo 16:1. Paolo dice di
avere i segni dell’apostolo 2° Corinzi 12:12, ovvero le prove che lo confermano come tale.
Così pure nell’Antico Testamento quando Dio manda Mosè, lo provvede di due
segni perché Faraone avrebbe chiesto la legittimazione della sua missione Esodo 7:9,10
«Quando il faraone vi parlerà e vi dirà: “Fate un prodigio!” tu dirai ad Aaronne: “Prendi il tuo
bastone, gettalo davanti al faraone”; esso diventerà un serpente». Mosè e Aaronne andarono dunque dal
faraone e fecero come il Signore aveva ordinato. Aaronne gettò il suo bastone davanti al faraone e
davanti ai suoi servitori e quello diventò un serpente”. Dio diede pure un segno al profeta che
mandò a protestare contro l’idolatria di Geroboamo 1° Re 13:3 E quello stesso giorno diede un
segno miracoloso dicendo: «Questo è il segno che il Signore ha parlato: ecco, l’altare si spaccherà, e la
cenere che vi è sopra si disperderà».
È importante, perciò, osservare che il “segno” non coincide, nella Bibbia,
necessariamente con quello che comunemente definiamo “miracolo” o “miracoloso”; ma,
anche fatti di comune occorrenza possono essere un “segno” che certifica la verità di
qualche parola.
Gli angeli danno ai pastori il “segno” che essi avrebbero trovato il Bambino fasciato
e coricato in una mangiatoia Luca 2:12; cfr. Esodo 3:12. Samuele dà a Saul tre “segni” per
provargli che Dio lo aveva eletto realmente re e solo il terzo segno esprime qualcosa di
soprannaturale 1° Samuele 10:1-9. Il profeta annunzia ad Eli la morte dei suoi due figli
come “segno” della veridicità della sua minaccia 1° Samuele 2:34; cfr. Geremia 44:29,38. Ma
Dio diede a Gedeone un “segno” nel campo dei Madianiti, della vittoria che avrebbe
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riportata cfr. 2° Re 7:2; 17-20, e quindi è possibile che un uomo ponga un avvenimento
come segno a sé e ne tragga la convinzione di quello che Dio vuole che faccia Genesi
24:14-21; Giudici 6:36-40; 1° Samuele 14:8-13.
Potenti operazioni
Spesso i miracoli sono chiamati potenze o potenti operazioni (Dunàmeis - exsousia endoxa - megalèia), naturalmente, di Dio.
Come nella parola “prodigio” o “miracolo” l’effetto, cioè la meraviglia, serve a dare un
nome alla causa, così nel termine “potenza” la causa dà il suo nome all’effetto.
Si tratta di opere nelle quali la gloria di Dio si manifesta in modo evidente Giovanni
2:44; 11:40 e che spingono gli uomini a glorificarLo Marco 11:42.
Quindi, Gesù è nel senso più elevato quello che Simone, empiamente, attribuiva a
sé: la gran potenza di Dio.
Per una facile transizione, la parola venne ad indicare le operazioni, le distinte
manifestazioni di questa potenza. Queste sono le “potenze” dal testo greco che la versione
Diodati traduce generalmente per “potenti operazioni” Matteo 7:22; 11:20; Marco 2:4; Luca
10:13; Atti 2:22; 19:11; 1° Corinzi 12:10,29; 2° Corinzi 12:12; Galati 3:5; Ebrei 2:4 “la traduzione
Diodati oscura il senso della parola, in quanto si può alludere a nuove potenze che sono
entrate ed operano in questo mondo”.
Questi tre termini, prodigi, segni e potenze, ricorrono insieme tre volte Atti 2:22;
2° Corinzi 12:12; 2° Tessalonicesi 2:9 e servono a descrivere, come è già stato notato per
due di essi, vari aspetti delle stesse opere, anziché distinguere varie classi di opere.
Per esempio, la guarigione del paralitico Marco 2:1-12 fu un prodigio, perché quelli
che lo videro “stupivano tutti”; fu una potente operazione, perché il paralitico fu realmente
guarito; fu un segno perché dimostrò che Uno più grande stava in mezzo a loro; tutto
era in relazione con un fatto d’ordine più elevato affinché “essi sapessero che il Figliuol
dell’Uomo aveva podestà in terra di perdonare i peccati”.
Opere
Molto significativo è pure il termine opere “èrga”, che Giovanni frequentemente
usa per indicare i miracoli Giovanni 7:21; 10:25,32,38; 14:11,12; 15:24; cfr. Matteo 11:2 come se
il portentoso fosse nient’altro che una forma naturale di operare, per Colui nel quale
abita tutta la pienezza della deità. Già il grande miracolo era stato l’incarnazione tutto il
resto seguiva naturalmente; Colui il cui nome è “l’Ammirabile” necessariamente opera
facendo “opere mirabili”; le Sue opere sono come il frutto che un albero fa secondo la sua
specie e tutti i miracoli possono, senza alcuna contraddizione, essere chiamati “le opere di
Cristo”.
Chi compie i veri miracoli?
Ó Dio è l’autore dei miracoli. Salmo 46:8 “Venite, guardate le opere del Signore, egli fa sulla
terra cose stupende”; 86:10 “Poiché tu sei grande e operi meraviglie; tu solo sei Dio”; Deut. 6:22 “Il
Signore operò sotto i nostri occhi miracoli e prodigi grandi e disastrosi contro l’Egitto, contro il
faraone e contro tutta la sua casa”.
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Ó Gesù compie miracoli. Giov. 2:11 “Gesù fece questo primo dei suoi segni miracolosi in Cana di
Galilea, e manifestò la sua gloria”; 20:30 “Or Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni
miracolosi, che non sono scritti in questo libro”.
Ó Lo Spirito Santo compie meraviglie. Salmo 104:30 “Tu mandi il tuo spirito e sono creati”;
Matteo 1:18 “La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata
promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera
dello Spirito Santo”; 12:28 “Ma se è con l’aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è
dunque giunto fino a voi il regno di Dio”.
Ó I credenti, ripieni dello Spirito Santo, possono compiere miracoli nel nome del
Signore. Atti 4:10 “sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele che questo è stato fatto nel nome
di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua
virtù che quest’uomo compare guarito, in presenza vostra”; 19:11 “Dio intanto faceva miracoli
straordinari per mezzo di Paolo”; 1° Cor. 12:10,28 “a un altro, potenza di operare miracoli; a un
altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro,
l’interpretazione delle lingue….E Dio ha posto nella chiesa in primo luogo degli apostoli, in secondo
luogo dei profeti, in terzo luogo dei dottori, poi miracoli, poi doni di guarigioni, assistenze, doni di
governo, diversità di lingue”.
Ó Anche satana può operare miracoli che però vengono definiti menzogneri.
Sempre più sètte e gruppi pseudo-religiosi fanno della guarigione e del benessere
fisico la loro bandiera. Il desiderio di non soffrire e di stare bene è un’esca molto
allettante per tutti e a maggior ragione per coloro che non hanno un profondo
rapporto con il Signore Gesù e con la sua Parola. Anche se il Signore è il Dio dei
miracoli, la nostra bandiera non è il miracolo a tutti i costi, bensì è Cristo, che con la
sua opera redentrice ha proiettato la nostra vita terrena in una dimensione spirituale
nella quale abbiamo il dovere di crescere armoniosamente attraverso un serio e
costante studio delle Scritture.
In questi tempi difficili ed ingannatori, le chiese hanno più che mai bisogno di cautela
e soprattutto del dono del discernimento, poiché, come ci mise in guardia Gesù,
avvisandoci della realtà di segni e prodigi bugiardi, che si manifesteranno con sempre
maggior forza, quanto più si avvicina il Suo ritorno e ci dice la Scrittura che saranno
tanto efficaci e potenti che non solo faranno facile preda coloro che non hanno
aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati 2° Tess. 2:9, 10 “La venuta di
quell’empio avrà luogo, per l’azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di
prodigi bugiardi, con ogni tipo d’inganno e d’iniquità a danno di quelli che periscono perché non
hanno aperto il cuore all’amore della verità per essere salvati”; ma saranno tanto potenti da
sedurre se fosse possibile, anche gli eletti Matteo 24:24 “perché sorgeranno falsi cristi e falsi
profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti”.
La mancanza di un sistematico ed equilibrato insegnamento biblico prepara il terreno
all’attecchimento di false dottrine!
Se tutti i miracoli fatti da Satana fossero fatti nel nome di Satana, avremmo un
compito facile. Ma non è così. Molti operano segni miracolosi nel nome di Dio e
alcuni addirittura nel nome di Gesù. Cosa diciamo di loro? Molti di quelli che
operano miracoli oggi (quasi la maggioranza) dice di credere in Dio, guarisce e caccia
demoni nel nome di Gesù e afferma di parlare da parte di Gesù. È questa una
garanzia sufficiente per farci accettare un miracolo come proveniente da Dio?
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L’equivalenza «Miracolo Opera di Dio» non è sempre corretta. La Scrittura ci
propone vari casi in cui rivela che anche Satana ed i suoi emissari possono compiere
grandi prodigi.
Il nemico ha ricevuto un certo potere Luca 4:6 “Ti darò tutta questa potenza e la gloria di
questi regni; perché essa mi è stata data, e la do a chi voglio” e lo può dare a chi vuole.
Simon Mago e i magi d’Egitto ne sono un esempio Esodo 7:9-11, 20-22; «Quando il
faraone vi parlerà e vi dirà: “Fate un prodigio!” tu dirai ad Aaronne: “Prendi il tuo bastone,
gettalo davanti al faraone”; esso diventerà un serpente». Mosè e Aaronne andarono dunque dal
faraone e fecero come il Signore aveva ordinato. Aaronne gettò il suo bastone davanti al faraone e
davanti ai suoi servitori e quello diventò un serpente. Il faraone a sua volta chiamò i sapienti e gli
incantatori; e i maghi d’Egitto fecero anch’essi la stessa cosa, con le loro arti occulte… Mosè e
Aaronne fecero come il Signore aveva ordinato. Aaronne alzò il bastone, percosse le acque che erano
nel Fiume sotto gli occhi del faraone e sotto gli occhi dei suoi servitori; e tutte le acque che erano nel
Fiume furono cambiate in sangue. I pesci che erano nel Fiume morirono e il Fiume fu inquinato,
tanto che gli Egiziani non potevano più bere l’acqua del Fiume. Vi fu sangue in tutto il paese
d’Egitto. Ma i maghi d’Egitto fecero la stessa cosa con le loro arti occulte, e il cuore del faraone si
indurì: egli non diede ascolto a Mosè e ad Aaronne, come il Signore aveva predetto...; 8:6-7, 16-19
“Allora Aaronne stese la sua mano sulle acque d’Egitto e le rane salirono e coprirono il paese
d’Egitto. Ma i maghi fecero lo stesso con le loro arti occulte e fecero salire le rane sul paese
d’Egitto… Quindi il Signore disse a Mosè: «Di’ ad Aaronne: “Stendi il tuo bastone, percuoti la
polvere della terra ed essa diventerà zanzare per tutto il paese d’Egitto”». Essi fecero così. Aaronne
stese il braccio con il suo bastone, percosse la polvere della terra e ne vennero delle zanzare sugli
uomini e sugli animali. Tutta la polvere della terra diventò zanzare per tutto il paese d’Egitto. I
maghi cercarono di fare la stessa cosa con le loro arti occulte per produrre le zanzare, ma non
poterono. Le zanzare infierivano sugli uomini e sugli animali. Allora i maghi dissero al faraone:
«Questo è il dito di Dio». Ma il cuore del faraone si indurì e non diede ascolto a Mosè e ad
Aaronne, come il Signore aveva detto”.
In Apocalisse troviamo che la seconda bestia eserciterà il potere del dragone per
compiere grandi prodigi Apoc. 13:13-15 “E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal
cielo sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu
concesso di fare in presenza della bestia, dicendo agli abitanti della terra di erigere un’immagine della
bestia che aveva ricevuto la ferita della spada ed era tornata in vita. Le fu concesso di dare uno
spirito all’immagine della bestia affinché l’immagine potesse parlare e far uccidere tutti quelli che non
adorassero l’immagine della bestia”.
Anche i suoi collaboratori sono investiti di questo potere. Apoc 19:20 “Ma la bestia fu
presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto
quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Tutti e due
furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo”; e con lo stesso potere anche gli
spiriti immondi compiranno miracoli 16:14 “Essi sono spiriti di demòni capaci di compiere
dei miracoli. Essi vanno dai re di tutta la terra per radunarli per la battaglia del gran giorno del
Dio onnipotente”.
È biblico che i miracoli avvengano anche oggi?
Dio può operare miracoli ancora oggi. Se usati secondo i criteri biblici, essi
possono essere di grande utilità per l’espansione del regno di Dio e per l’accreditamento
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del messaggio del Vangelo. Tuttavia, anche qui, la Scrittura ci mette in guardia contro
almeno tre pericoli.
1) Dobbiamo stare attenti a non trovare la gioia nei miracoli ma nel fatto che il
nostro nome è scritto nel libro della vita Luca 10:17-20 “Or i settanta tornarono pieni di gioia,
dicendo: «Signore, anche i demòni ci sono sottoposti nel tuo nome». Ed egli disse loro: «Io vedevo Satana
cadere dal cielo come folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e su
tutta la potenza del nemico; nulla potrà farvi del male. Tuttavia, non vi rallegrate perché gli spiriti vi
sono sottoposti, ma rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”.
2) Chi viene usato da Dio per compiere miracoli non deve lasciarsi innalzare per il
fatto che Dio opera in questo modo potente Atti 3:12 “Pietro, visto ciò, parlò al popolo,
dicendo: Uomini d’Israele, perché vi meravigliate di questo? Perché fissate gli occhi su di noi, come se per
la nostra propria potenza o pietà avessimo fatto camminare quest’uomo?”; 14:11-15 “La folla, veduto
ciò che Paolo aveva fatto, alzò la voce, dicendo in lingua licaonica: «Gli dèi hanno preso forma umana, e
sono scesi fino a noi». E chiamavano Barnaba Giove, e Paolo Mercurio, perché era lui che teneva il
discorso. Il sacerdote di Giove, il cui tempio era all’entrata della città, condusse davanti alle porte tori e
ghirlande, e voleva offrire un sacrificio con la folla. Ma gli apostoli Paolo e Barnaba, udito ciò, si
strapparono le vesti, e balzarono in mezzo alla folla, gridando: «Uomini, perché fate queste cose? Anche
noi siamo esseri umani come voi; e vi predichiamo che da queste vanità vi convertiate al Dio vivente, che
ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi”.
3) …e neppure i credenti devono innalzare chi avesse questo dono. Gesù innalzò
Giovanni il Battista e disse che nessuno, nato di donna era più grande di lui.
Ciononostante Giovanni non operò alcun segno Giov. 10:41 “Molti vennero a lui e dicevano:
«Giovanni, è vero, non fece nessun segno miracoloso; ma tutto quello che Giovanni disse di quest’uomo,
era vero”.
Se esaminiamo Marco 16:18 dove parla che “i segni accompagneranno coloro che avranno
creduto” e il verso 20 afferma che i discepoli “se ne andarono a predicare dappertutto, operando il
Signore con essi e confermando la Parola coi segni che l’accompagnavano”. Il testo suddetto é così
generale da inserire nei segni i miracoli e i prodigi tutte attestazioni che Dio é all’opera
mediante il corpo dei credenti.
Affermare che il miracolo confermi soltanto e unicamente l’individuo abbiamo
visto che é praticamente pericoloso in quanto richiama l’attenzione non su Dio ma su
l’uomo e produce quel culto della personalità che é deleterio e pericoloso per qualsiasi
esperienza cristiana.
4) Non dobbiamo pensare che il miracolo sia indispensabile. Può essere una facile
tentazione cadere nella cosiddetta «evangelizzazione del potere» dove si pensa che senza il
miracolo nessuno si convertirà. In molti dei casi di evangelizzazione riportati negli Atti il
miracolo non viene citato: a Tessalonica furono convinti dai ragionamenti Atti 17:1-3
“Dopo essere passati per Amfipoli e per Apollonia, giunsero a Tessalonica, dove c’era una sinagoga dei
Giudei; e Paolo, com’era sua consuetudine, entrò da loro, e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti
dalle Scritture, spiegando e dimostrando che il Cristo doveva morire e risuscitare dai morti. «E il
Cristo», egli diceva, «è quel Gesù che io vi annunzio” e a Berea la chiave fu l’esame della Parola
Atti 17:11 “Or questi erano di sentimenti più nobili di quelli di Tessalonica, perché ricevettero la Parola
con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così”.
Anche Gesù dichiarò che la Parola ha più potere di convincimento del miracolo:
Egli affermò che un mondo che non si ravvede tramite «Mosè e i profeti» ( = la Parola)
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non lo farà neppure se un morto ritornasse in vita per predicare Luca 16:30-31: neppure
cioè se si compisse il più grande dei miracoli, qual è la risurrezione.
Anche a Toma che intendeva avere una prova visiva prima di credere, benché il
Signore accondiscendesse a questo suo desiderio, Egli fece nel contempo osservare
ch’egli aveva scelto un basso livello di fede. Infatti gli disse: “Beati quelli che non han veduto
ed hanno creduto”!
Il nostro compito è quello di crescere nella conoscenza e nella santificazione, per
raggiungere con equilibrio la perfetta statura di Cristo, senza essere confusi da ogni
vento di dottrina Efesini 4:13,14 “fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena
conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo;
affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode
degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore”.
In Luca 10:19 Gesù promette che i miracoli avrebbero accompagnato coloro che
avrebbero creduto in Lui allo stesso tempo, però, Egli stesso avverte che se gli individui
affermano di possedere dei doni miracolosi e si contraddicono con la rivelata Parola di
Dio, non sono Suoi seguaci Matteo 7:22-24 “Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore,
non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere
potenti?” Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!” «Perciò
chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha
costruito la sua casa sopra la roccia”.
Gesù fa una rivelazione sconvolgente. Tra coloro che non entreranno nel regno dei
cieli, ci sarà una categoria di persone particolari: persone che avranno profetizzato,
cacciato dèmoni e fatto molte opere potenti «nel nome di Gesù». Gesù «in quel giorno» dirà
di non averli mai conosciuti. Perché? Cosa c’era nella loro vita che non andava? Gesù
rivela che il loro problema non è non avere le parole giuste, ma non vivere una vita
giusta. Essi sono chiamati «malfattori» e, nel contesto che segue vv. 24-27, la parabola delle
due case li descrive come coloro che ascoltano la Parola ma non la mettono in pratica.
Troviamo dunque un’altro criterio per filtrare i miracoli. Non solo al miracolo
segue la predicazione. Ma soprattutto. La vita di chi compie il miracolo è coerente con la
Parola?
Chi compie miracoli nel nome di Gesù e allo stesso tempo scaccia il malocchio,
legge carte, si affida ai sacramenti, alla madonna e alle proprie opere per la salvezza, si
squalifica perché non mette in pratica la Parola.
Inoltre Gesù ci fa comprendere che non sono i miracoli che garantiscono la santità
delle persone. Ogni parola, ogni atto deve necessariamente essere coerente con la
testimonianza individuale 1° Giov. 4:1 “Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti
per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo”. Dio premierà la nostra
fedeltà a Lui! Apoc 2:l0b “Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita”.
In 1° Corinzi 12:28 “Dio ha costituito nella Chiesa... i miracoli” e in questo testo non può
essere assolutamente limitato al periodo apostolico, in quanto i carismi dello Spirito
Santo hanno accompagnato i fedeli seguaci di Cristo attraverso la storia del
cristianesimo.
I falsi miracoli, quando utilizzati per propagare l’errore o innalzare individui e
chiese, non hanno origine soprannaturale.
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Il miracolo non prova la sana dottrina né che una chiesa sia nel giusto perché
altrimenti anche i miracoli che avvengono nei vari santuari di tutte le religioni del mondo
proverebbero la verità e la rettitudine di una fede.
Lo scopo del miracolo é quello di sostegno al messaggio di salvezza e ciò é
dimostrato chiaramente dai miracoli compiuti dal Signore Gesù, nei quali dice “la tua fede
ti ha salvato” Luca 18:42 ed ancora più chiaramente dalle affermazioni di Gesù stesso nel
caso del paralitico Capernaum Luca 5:20-24.
Come distinguere i miracoli autentici da quelli menzogneri?
Il miracolo autentico non è mai in contraddizione con la Parola di Dio. Deut. 13:1-5
“Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti annunzia un segno o un prodigio, e il
segno o il prodigio di cui ti avrà parlato si compie, ed egli ti dice: «Andiamo dietro a dèi stranieri, che tu
non hai mai conosciuto, e serviamoli», tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore,
perché il Signore, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il Signore, il vostro Dio, con
tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra. Seguirete il Signore, il vostro Dio, lo temerete, osserverete
i suoi comandamenti, ubbidirete alla sua voce, lo servirete e vi terrete stretti a lui. Quel profeta o quel
sognatore sarà messo a morte, perché avrà predicato l’apostasia dal Signore Dio vostro che vi ha fatti
uscire dal paese d’Egitto e vi ha liberati dalla casa di schiavitù, per spingerti fuori dalla via per la quale
il Signore, il tuo Dio, ti ha ordinato di camminare. Così toglierai il male di mezzo a te”; Atti 8:18-20
“Simone, vedendo che per l’imposizione delle mani degli apostoli veniva dato lo Spirito Santo, offrì loro
del denaro, dicendo: Date anche a me questo potere, affinché colui al quale imporrò le mani riceva lo
Spirito Santo». Ma Pietro gli disse: «Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché hai creduto di poter
acquistare con denaro il dono di Dio”.
I miracoli confermano la Parola piuttosto che il predicatore. Troviamo qui un
principio importante per oggi: i miracoli che vengono da Dio avranno sempre la
funzione di un cartello indicatore che punta al Vangelo.
Nel Nuovo Testamento il miracolo non è mai concepito senza la predicazione. È la
predicazione il vero fine dell’opera di Dio 1° Cor. 1:21 “Poiché il mondo non ha conosciuto Dio
mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia
della predicazione”. Possiamo dunque concludere che qualsiasi miracolo che non è
accompagnato dalla predicazione del vero Vangelo, dall’invito al ravvedimento e alla
fede in Cristo per il perdono dei peccati, non viene da Dio.
È interessante, per inciso, notare che i miracoli del Nuovo Testamento avvengono
sempre «per mano di qualcuno» e mai in modo spontaneo. Chi vede il miracolo sa sempre
chi è stato a farlo. Questo rende possibile udire poi la predicazione che segue. Ciò in
netto contrasto con i miracoli “spontanei” che avvengono senza mediazione umana.
Per questo non limitiamoci più a chiedere come fanno gli altri: «È veramente successo il
miracolo?», ma andiamo per vedere cosa segue il miracolo:
¾ C’è una predicazione del Vangelo?
¾ L’opera di Cristo e il messaggio apostolico vengono accreditati?
¾ C’è un invito al ravvedimento?
In molti casi il miracolo diventa un fine a sé stesso. Spesso vengono esaltate altre
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figure (come padre Pio) o altri mediatori (come la madonna) che derubano la centralità
di Cristo. In molti casi si parla di Dio, ma anche ciò non è sufficiente. Dobbiamo
esaminare cosa si dice.
Se si dice solo che Dio è grande, che non vuole che facciamo la guerra e vuole che
siamo tutti più buoni, possiamo essere d’accordo, ma… non è questo il Vangelo!
Anche il clima d’incanto e di stupore religioso che si produce tra la gente non è un
criterio valido, anzi è esattamente ciò che accadeva quando Simon Mago, uomo
malvagio e prigioniero di iniquità, faceva i suoi prodigi a Samaria Atti 8:9-11 “Or vi era un
tale, di nome Simone, che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e faceva stupire la gente di
Samaria, spacciandosi per un personaggio importante. Tutti, dal più piccolo al più grande, gli davano
ascolto, dicendo: «Questi è “la potenza di Dio”, quella che è chiamata “la Grande”». E gli davano
ascolto, perché già da molto tempo li aveva incantati con le sue arti magiche”.
Il miracolo autentico glorifica il nome di Dio. Giov. 9:3 “Gesù rispose «Né lui ha
peccato, né i suoi genitori, ma è così, affinché le opere di Dio siano manifestate in lui”, 1° Cor. 12:6-9
“Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti…”.
Dio nel suo amore ci è venuto incontro, dandoci anche dei segni miracolosi per
aiutare la nostra fede. Grazie a questi segni molti hanno seguito le orme di Nicodemo
che, attratto dai segni miracolosi Giov. 3:2, scoprì come nascere di nuovo.
Possiamo applicare lo stesso discorso agli apostoli. Agli occhi dei loro
contemporanei essi erano solo un gruppetto di «terroni» galilei ignoranti! Con quale
diritto annunciavano l’adempimento di profezie e la remissione dei peccati? Chi
accreditava le loro parole e come?
Secondo Ebrei 2:3-4 fu Dio ad accreditarli, «aggiungendo Egli stesso la Sua testimonianza
alla loro con segni e prodigi, con opere potenti di ogni genere» (si veda anche il grande mandato in
Marco 16:17-20).
Il miracolo autentico manifesta la grandezza e la santità di Dio. Quando Dio
interviene con un miracolo c’è sempre qualcuno dall’altra parte che ne trae un beneficio,
spesso fisico e visibile.
Non troviamo nulla di tutto ciò nelle lacrime o nei sanguinamenti di statue, così
come nelle varie “manifestazioni passionistiche” che vediamo in televisione.
Questo tipo di miracoli ha solo un’aura di sensazionalismo inutile che ci ricorda
piuttosto la proposta di Satana a Gesù di buttarsi giù dal pinnacolo del tempio.
I miracoli senza valore o futili non possono essere attribuiti al Signore (statue che
piangono, apparizioni, rivelazione dei numeri vincenti del lotto etc.). Luca 4:3,4,9-12.
I miracoli del Nuovo Testamento hanno come oggetto, quasi senza eccezione, il
benessere di individui. I miracoli di Dio servono ad aiutare gli uomini che Egli ama: apre
loro gli occhi, sazia la loro fame, calma la tempesta che mette in pericolo la loro vita e fa
sparire la loro lebbra.
Il miracolo accredita Gesù. La seconda risposta è molto più fondamentale In Atti
2:22 “Uomini d’Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di
voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui, tra di voi, come voi stessi ben
sapete”, Pietro dichiara il motivo per cui Dio fece opere potenti per mezzo di Gesù:
«accreditarlo fra di voi». Chi era Gesù ai loro occhi? Era solo il figlio di un falegname. Ma
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ora andava in giro a dire: «Io sono la luce del mondo», «Io sono la via al Padre» e «Chi crede in me
non viene in giudizio»: con quale diritto? Come accreditare un uomo di tale fiducia? Come
credere in Lui senza qualche segno forte che lo accreditasse?
Vediamo dunque che la vera missione di Gesù non era di fare miracoli, come fine a
sé stesso. Se li faceva erano solo un mezzo tramite il quale il Padre accreditava la sua
opera redentrice.
Gesù venne per cercare e salvare. La salvezza può realizzarsi indipendentemente
dalla guarigione ed avere il risultato eterno, mentre la guarigione, se non é accompagnata
dalla salvezza ha soltanto un risultato temporaneo. Un esempio di miracolati non salvati
lo troviamo in Luca 17:11-19, Gesù ad uno disse “la tua fede t’ha salvato”, e mentre degli altri
disse “e gli altri nove dove sono?”.
CONCLUSIONE
Non cadiamo nell’estremismo del «rubinetto chiuso» dove si afferma l’antisupernaturalismo di «nessun miracolo.., mai!».
Finché fissiamo la nostra attenzione alla natura e alle sue leggi non é possibile
pensare ad un intervento miracoloso perché “le leggi naturali sono uniformi e fisse”, questo
affermano coloro che non hanno lo sguardo rivolto verso l’alto e non riconoscono il
possibile intervento straordinario di Dio.
Stiamo anche in guardia però contro l’estremismo della “pompa continua” che esige
da Dio «tutti i miracoli... sempre!».
La Chiesa di Dio dovrebbe somigliare ad un canale, vigile ma aperto e disposto a
lasciare che Dio faccia tutto ciò che vuole. «Questa generazione malvagia e adultera “Chiede un
segno”; e segno non le sarà dato, tranne il segno del profeta Giona». Matteo 12:39 cioè quello della
resurrezione di Gesù. Non ricerchiamo nuove e sensazionali benedizioni, piuttosto
l’opera vera di Dio, la Sua potenza nel salvare, e i Suoi miracoli.
Non vogliamo solo vedere i miracoli, ma entrare nel Suo regno attraverso la
salvezza che Egli ci ha procurato alla croce. In Luca 22:38 “Erode come vide Gesù se ne
rallegrò grandemente, perché da lungo tempo desiderava vederlo avendo sentito parlare di Lui; e sperava
di vedergli fare qualche miracolo”.
Quante volte ci è capitato, lungo il nostro cammino di fede, di scontrarci con
l’apparente “silenzio” di Dio? Preghiamo e non otteniamo risposta. Cerchiamo la guida
del Signore e non riceviamo indicazioni. Gli chiediamo consiglio ed invece ci sembra di
rimanere soli con i nostri problemi. Psicologicamente ci sentiamo quasi “rifiutati” e ciò
può indebolire la nostra comunione con Lui.
Friedrich Nietzsche (1844-1900) nel suo volume intitolato “La gaia scienza”, scriveva
che “Dio è morto”. Con questa affermazione molto forte, voleva costruire il suo sistema
filosofico anti-cristiano; ma quante volte certi credenti sono tentati di dire almeno che
“Dio è sordo”?
Questo pensiero è conseguente all’influenza di schemi mentali tipici di un certo
“utilitarismo religioso”, cioè il ricorrere a Dio solo nei momenti del bisogno e
dimenticarsene poi quando tutto scorre liscio. A volte rischiamo di utilizzare il Signore
come un “distributore automatico di grazie”.
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La preghiera costante non deve essere esclusivamente utilitaristica, con il forzare la
mano di Dio, e sottoporre la Sua volontà alla nostra, ma deve essere la conseguenza di
una relazione d’amore e di fiducia del credente con il Signore, indipendentemente dalla
risposta. Deve riflettere la nostra posizione in Cristo e manifestare la nostra fede, ma
anche la nostra sottomissione alla sovranità di Dio.
Paolo aveva risuscitato un ragazzino Atti 20:9-12, Dio compiva molti miracoli di
guarigione attraverso di lui, tanto che la gente metteva sugli ammalati grembiuli ed
asciugatoi che erano stati a contatto con il corpo di Paolo Atti 19 11,12.
Tuttavia, l’apostolo Paolo non ottenne nemmeno guarigione per sé stesso, benché
avesse pregato per ben tre volte l’Eterno di liberarlo dal suo tormento, ma gli fu risposto
che la sua grazia gli era completamente sufficiente e fu in grado di sopportare la spina
nella carne della sua infermità 2° Corinzi 12:7-9 “perché io non avessi a insuperbire per l’eccellenza
delle rivelazioni, mi è stata i una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io
non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l’allontanasse da me; ed egli mi ha detto: «La
mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza». Perciò molto volentieri
mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me”. Non fu una
ricerca del miracolo a tutti i costi. Egli avrebbe avuto un motivo più che valido:
probabilmente la sua infermità a volte lo ostacolava nel suo ministerio ed un corpo
perfettamente sano sarebbe stato più adatto per affrontare i disagi di una vita
avventurosa come quella vissuta da Paolo: fughe precipitose, naufragi, persecuzioni,
lapidazioni, prigionia… Eppure l’apostolo dei Gentili accettò senza discutere la risposta
“negativa” di Dio.
Se Timoteo poteva essere consigliato di bere qualcosa per guarire il suo mal di
stomaco, possiamo farlo anche noi 1° Tim. 5:23.
Se Epafrodito, pur essendo al servizio di Cristo era, in un certo momento,
gravemente ammalato, possiamo trovarci anche noi nelle medesime circostanze
Filip.2:25-30 “Però ho ritenuto necessario mandarvi Epafrodito, mio fratello, mio compagno di lavoro e
di lotta, inviatomi da voi per provvedere alle mie necessità; egli aveva un gran desiderio di vedervi tutti ed
era preoccupato perché avevate saputo della sua malattia. E stato ammalato, infatti, e ben vicino alla
morte; ma Dio ha avuto pietà di lui; e non soltanto di lui, ma anche di me, perché io non avessi dolore
su dolore. Perciò ve l’ho mandato con gran premura, affinché vedendolo di nuovo vi rallegriate, e anch’io
sia meno afflitto. Accoglietelo dunque nel Signore con ogni gioia e abbiate stima di uomini simili; perché
è per l’opera di Cristo che egli è stato molto vicino alla morte, avendo rischiato la propria vita per
supplire ai servizi che non potevate rendermi voi stessi”.
Se Paolo poteva lasciare infermo a Mileto un suo collaboratore, senza guarirlo,
perché dovremmo meravigliarci se la stessa cosa avviene a qualcuno di noi 2° Tim. 4:20
“Trofimo l’ho lasciato ammalato a Mileto”.
Dio è il Dio dei miracoli e dell’impossibile: questo non deve essere messo in
discussione. Ma la nostra relazione con Lui non deve esigere il miracolo come norma.
L’appartenere a Dio non si basa su un “contratto” dove siano specificati diritti e doveri dei
contraenti. Noi non dobbiamo pretendere alcun diritto, se non quello di essere diventati
figli di Dio in virtù dell’opera del nostro Signore e Salvatore Cristo Gesù!
Possiamo anche soffrire di fronte ad un miracolo che ci viene negato, nonostante le
nostre accorate preghiere, ma questo non deve toglierci la gioia di sapere che
apparteniamo al Dio Onnipotente e Creatore, come un tesoro particolare.
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I miracoli di Enzo De Fano
Non dobbiamo perdere di vista i nostri orizzonti eterni solo perché ci concentriamo
sull’oggi, soffrendone le inevitabili frustrazioni.
Il miracolo è sempre possibile da parte di Dio, ma non è detto che sia automatico.
L’Eterno vede molto al di là di come vediamo noi, dunque dobbiamo fidarci di Lui.
La Bibbia ci parla infatti del grande amore di Dio e del suo sostegno nelle prove. Ma ci
parla anche di sofferenze e perseveranza. Non dobbiamo escutere ciò che non ci
aggrada, focalizzando la nostra attenzione solo su quello che gratifica maggiormente la
nostra carnalità.
Guardiamo l’esempio di Gesù; in un momento di debolezza espone in maniera
profonda la propria umanità: nel Getsemani egli pregò il Padre di allontanare il calice
amaro che avrebbe dovuto bere di lì a poche ore. Egli espresse la debolezza della natura
umana, dei suoi sentimenti, delle sue emozioni. Ma la sua preghiera si concluse con un
registro completamente diverso, affermando il primato della volontà di Dio sulla
propria: “Ogni cosa ti è possibile (ammissione della potenza di Dio); allontana da me questo
calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che tu vuoi (la volontà di Dio è prioritaria)” Marco
14:35,36. E fu costretto a bere l’amaro calice per la nostra redenzione!.
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I miracoli nella Bibbia intervengono sui diversi