ER MUSEI E TERRITORIO Materiali e ricerche ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA I luoghi d’arte contemporanea in Emilia-Romagna Arti del Novecento e dopo a cura di Claudia Collina 3 ER MUSEI E TERRITORIO Materiali e ricerche ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA Crediti fotografici C. Ferlauto, A. Scardova, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali: pp. 225, 226, 227, 231, 235, 236, 237, 238, 240, 249, 251, 252, 253, 254 R. Vlahov, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali: pp. 239, 241, 244, 245, 246, 247, 250, 255 Courtesy Centro Studi e Archivio della Comunicazione di Parma: pp. 229, 230 Courtesy Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna: pp. 242, 243 Courtesy Istituzione Galleria d’Arte Moderna di Bologna: p. 228 Courtesy Musei Civici di Reggio Emilia: pp. 232, 233, 234 Courtesy Museo d’Arte della Città di Ravenna Loggetta Lombardesca: p. 256 Courtesy Marco Pellizzola: p. 248 In copertina Omar Galliani, Mantra per Laura, 1998, particolare, courtesy Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Impaginazione Francesca Frenda © 2004 Materiali e Ricerche Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna Via Galliera 21 - 40121 Bologna www.ibc.regione.emilia-romagna.it © 2004 Editrice Compositori via Stalingrado 97/2 - 40128 Bologna tel. 051 3540111 - fax 051 327877 e-mail: [email protected] http://www.compositori.it ISBN 88-7794-465-X ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA I luoghi d’arte contemporanea in Emilia-Romagna Arti del Novecento e dopo a cura di Claudia Collina Ringraziamenti Un primo sentito ringraziamento a tutti i miei colleghi dell’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali che con ogni segmento del loro lavoro, o con informazioni, hanno facilitato e reso possibile quest’opera, con partecipazione: Francesco Angrisano, Anna Bacchelli, Carmela Baldino, Adriana Bellonzi, Giuseppina Benassati, Argia Bertoni, Luisa Bitelli, Elisabetta Bomprezzi, Rosaria Campioni, Laura Carlini, Valeria Cicala, Enzo Colombo, Paola Cristofori, Giusy Cucinotta, Antonio De Bonis, Isabella Fabbri, Rossella Fanti, Costantino Ferlauto, Vittorio Ferorelli, Luca Gamberini, Gabriella Gallerani, Isabella Giacometti, Giuseppina Giagnorio, Maria Pia Guermandi, Elisabetta Landi, Cristian Mangherin, Dorotea Mattuzzi, Marco Muzzioli, Ivan Orsini, Francesca Picchi, Orlando Piraccini, Tiziano Ramosi, Antonella Salvi, Andrea Scardova, Ivonne Stefanelli, Patrizia Tamassia, Giuseppina Thonet, Cristina Trovato, Paola Vasini, Riccardo Vlahov, Cristina Zappata, Lorenzo Zilli. In particolare grazie a Ezio Raimondi, per i consigli inesauribili, Alessandro Zucchini, che ha creduto in questo lavoro, a Carlo Tovoli, che ne ha seguito ogni passo editoriale, a Carlo Quarneti, che ha avuto cura del suo supporto elettronico e a Lidia Bortolotti per la sua generosa cooperazione. Inoltre, ringrazio chi ha collaborato con attenzione, entusiasmo e prodigalità di materiale: Stefania Albertini, Silvia Allegri, Tiberio Artioli, Dede Auregli, Nerina Baldi, Flaminio Balestra, Paolo Barbaro, Francesco Barocelli, Piero Bellettini, Mario Bernabei, Giovanni Bertozzi, Anna Rosa Bettazzoni, Sandro Bolognesi, Giuditta Bonfiglioli, Ugo Borlenghi, Silvana Borri, Paola Borsari, Donatella Bracchi, Giancarlo Braghieri, Franco e Roberta Callarota, Piero Cammarota, Graziano Campanini, Antonella Caranese, Carla Carnerini, Claudia Casali, Antonio Casalini, Chiara Casoni, Roberta Castellani, Licia Castellari, Silvia Cavalchi, Piero Cipriani, Vittoria Coen, Roberto Costi, Pirro Cuniberti, Patrizia Cuzzani, Roberto Daolio, Susi Davoli, Beppe De Simone, Simona Di Giovannantonio, Anna Dionigi, Paolo Donini, Raul Duranti, Silvia Evangelisti, Alberta Fabbri, Giuseppe Fantini, Gianluca Farinelli, Francesca Faruolo, Laura Ferrarini, Pier Luigi Foschi, Ario Franciosi, Luisa Franciosi, Mara Frignani, Stefano Fugazza, Riccardo Furini, Giovanni Gandini, Maria Vittoria Garelli, Mirtide Gavelli, Elena Ghidini, Nives Ghizzardi, Luciano Giuriola, Maria Rosa Gostoli, Fausto Gozzi, Lorella Grossi, Walter Guadagnini, Mario Ledda, Elisabetta Leonardi, Donatella Lodini, Giuseppina Maccaluso, Vittorio Marangoni, Massimo Marchetti, Elio e Carola Marchigiani, Graziella Martinelli Braglia, Giuseppe Masetti, Alessandra Masina, Viller Masoni, Fabio Matteuzzi, Cesare Melandri, Alfredo Mezzogori, Fausto Moglia, Paola Monari, Sergio Monari, Giorgio Mondardini, Roberto Mori, Ombretta Musiani, Paolo Musiani, Mario Nanni, Oriana Orsi, Massimo Ortolani, Simonetta Palandri, Alfonso Panzetta, Manuela Parenti, Sandro Parmiggiani, Ilaria Pedriali, Cristiana Pellacini, Angela Pelliccioni, Marco Pellizzola, Carlo Perucchetti, Chiara Pilati, Claudio Poppi, Massimo Pulini, Roberta Re, Silvia Reggiani, Simona Riva, Rita Rizzioli, Stefano Roffi, Mili Romano, Cinzia Roncassaglia, Armando Rossetti, Manuela Rossi, Claudio Sabatini, Manuela Saccani, Serenella Sacchetti, Daniele Sargenti, Giuseppe Savini, Francesco Scalzo, Davide Scarabelli, Mario Schiassi, Barbara Secci, Lorenza Selleri, Renzo Semprini, Sandra Sgarabotto, Emanuela Sitta, Sergio Spada, Claudio Spadoni, Sandro Sproccati, Angela Tassinari, Valeria Tassinari, Laura Torricella Antonella Tricoli, Giovanni Tronchin, Carla Vaccari, Nico Ventura, Paola Vergnani, Marcello Vianello, Consuelo Vignarelli, Antonio Violetta, Jader Viroli, Attilio Zammarchi, Nazareno Zanni; e Maurizio Avanzolini per la sua totale collaborazione. Indice 7 Presentazione Marco Barbieri 9 Introduzione Laura Carlini 13 Per una cronologia dell’arte contemporanea in Emilia-Romagna Claudia Collina Repertorio: i luoghi 33 40 52 68 93 132 149 169 187 Provincia di Piacenza Provincia di Parma Provincia di Reggio Emilia Provincia di Modena Provincia di Bologna Provincia di Ferrara Provincia di Ravenna Provincia di Forlì-Cesena Provincia di Rimini 195 Luoghi d’arte contemporanea nei teatri della Regione Lidia Bortolotti 205 Arte e territorio: per un museo diffuso Orlando Piraccini 223 Portfolio Apparati 259 273 299 303 Bibliografia Indice dei nomi del repertorio Indice dei luoghi del repertorio Indice dei premi, dei simposi e delle rassegne cicliche del repertorio Presentazione Nell’anno che festeggia il trentennale della sua nascita, l’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna ha portato a termine una nuova ricognizione che ha fatto affiorare, in maniera chiara e sistematica, l’articolato panorama dell’arte contemporanea diffuso nel nostro territorio. Il volume I luoghi d’arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo è una valida guida non solo per gli operatori del settore ma anche per un pubblico più vasto che voglia esplorare il mondo dell’arte contemporanea. Questo censimento ragionato e commentato nasce da un’esigenza di conoscenza del sistema pubblico dell’arte contemporanea del territorio che, data la sua continua crescita, è sempre in trasformazione e si pone come ulteriore tessera di quel mosaico composito che è la cultura dell’Emilia-Romagna. Dall’indagine emerge, infatti, che molti sono gli spazi e le occasioni pubblici dedicati all’arte contemporanea: 68 musei, gallerie e archivi con opere d’arte del Novecento e del presente, 43 raccolte d’arte d’istituti diversi, 96 sedi espositive, documentate con la loro attività di mostre e rassegne, 26 tra parchi di scultura all’aperto e siti urbani arricchiti armoniosamente con lavori artistici, 45 rassegne cicliche di cui la maggior parte sono costituite da manifestazioni a premi per acquisizione di opere di giovani artisti e incentivi alla loro creatività, 11 archivi di giovani artisti gestiti da organizzazioni istituzionali comunali e collegati al Coordinamento regionale Giovani Artisti dell’Emilia-Romagna, due Accademie di Belle Arti e cinque saloni fieristici tra cui spiccano, per interesse scientifico e produttività economica del sistema, Arte Fiera e il Salone del Restauro di Ferrara. La ricerca ha permesso di delineare una mappa veramente sorprendente di potenzialità creative, culturali, turistiche ed economiche mosse dall’arte contemporanea della nostra regione che si caratterizza per numerosità d’artisti e partecipazione amministrativa, per versatile interdisciplinarietà e fluidi rapporti tra tradizione e innovazione. Marco Barbieri Assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna Introduzione In anni recenti si è iniziato, nel nostro paese, a prestare maggior attenzione alle espressioni artistiche contemporanee. Nuovi musei, quali MAXXI e MACRO a Roma e MART a Rovereto, per citare alcuni esempi inaugurati da fresca data, si sono affiancati alle istituzioni esistenti nel ruolo di centri propulsivi per sviluppare l’arte del presente. Gallerie con una storia pluridecennale, quali la GAM di Bologna, sono in fase di trasferimento in nuove sedi più ampie e idonee alla propria missione; progetti site-specific di arte pubblica in spazi urbani sono all’ordine del giorno nei programmi delle amministrazioni locali, andando ad affiancare la più consolidata tradizione di rassegne, manifestazioni, workshop, premi, che fioriscono da tempo in ogni regione. A tanto fervore d’iniziative non aveva finora corrisposto un’attività sistematica di ricognizione di questo patrimonio che consentisse di valutarne appieno la consistenza, le caratteristiche e la qualità. Tale azione conoscitiva, finalizzata alla costituzione di un sistema italiano dell’arte contemporanea, è parte integrante del Patto per l’arte contemporanea sottoscritto dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, le Regioni e le Autonomie Locali nel 2003 che si prefigge, tra l’altro, di: conseguire un significativo sviluppo del settore in Italia, anche con riferimento alla sua promozione internazionale; di definire altresì standard, linee guida e manuali di buona pratica volti a garantire la qualità; di promuovere lo scambio e la condivisione di dati nonché l’elaborazione di studi, ricerche e analisi propedeutici alla soluzione di problemi giuridici, organizzativi e gestionali tipici del sistema dell’arte contemporanea; di favorire la creazione di reti e di altre forme di cooperazione fra i diversi soggetti attivi nel settore dell’arte contemporanea in ambito nazionale e comunitario; di incentivare la collaborazione interistituzionale; di potenziare l’immagine di un territorio che coniuga la civiltà attuale con la tradizione culturale del passato nella continuità del sostegno alle sue espressioni artistiche; di promuovere e diffondere, anche nel settore scolastico, un’adeguata conoscenza della ricerca dell’arte contemporanea. La stesura della mappa dei luoghi e delle organizzazioni si configura, pertanto, quale atto preliminare all’attuazione del Patto. In tale scenario s’inquadra il censimento che l’Istituto per i Beni Culturali ha appena portato a compimento e ora pubblicato. Il repertorio dei luoghi dell’arte contemporanea in Emilia-Romagna costituisce il contributo della nostra Regione alla conoscenza di questo settore, il punto da cui partire per costruire reti di collaborazioni sia infra che inter-regionali che rafforzino, mettendole a sistema, le produzioni locali. 10 Disegnare il ritratto della modernità artistica della nostra regione, restituendone la fisionomia e le espressioni d’identità, è l’obiettivo di questa pubblicazione. Raccogliere e sistematizzare le informazioni su musei, spazi, luoghi, organizzazioni artistiche, su tutti i soggetti che all’arte del nostro tempo dedicano le proprie energie e capacità professionali, aggiornando le informazioni sull’universo già noto e, nel contempo, scoprire realtà emergenti o semplicemente appartate, è stato l’impegnativo lavoro svolto dall’IBC per giungere a tratteggiare il quadro di questo composito e brulicante mondo. L’Istituto, com’è nella sua trentennale tradizione, si era prefisso, anche questa volta, di forgiare uno strumento conoscitivo con l’ambizione di essere d’ausilio a molteplici lettori: • operatori (critici, curatori) affinché possano, se lo desiderano, elaborare nuovi progetti, instaurare inedite relazioni con altri colleghi e iniziare un percorso di collaborazione e/o di cooproduzione d’iniziative, anche per evitare duplicazioni o sovrapposizioni nei rispettivi calendari, giovandosi di una base informativa dei soggetti e delle risorse esistenti; • artisti, per favorirli nell’individuare gli orientamenti concettuali, le politiche espositive e di acquisizione dei diversi centri; • insegnanti e studenti, per sostenerli nel pianificare attività integrative al percorso scolastico sulla base di esigenze didattiche specifiche; • amministratori, per agevolarli nel definire indirizzi e strategie da adottare anche sulla base del raffronto fra realtà operanti nello stesso ambito tematico e/o territoriale; • residenti e turisti che desiderano fruire di questo patrimonio, per facilitarli nel creare dei percorsi personalizzati, seguendo le loro intuizioni e inclinazioni. La ricognizione ha individuato quasi 300 realtà, capillarmente diffuse in ogni provincia. Un insieme costituito da musei, raccolte, sedi espositive per manifestazioni temporanee, siti urbani e parchi artistici, premi e simposi ciclici, ma anche Accademie d’arte, archivi di artisti, saloni fieristici, che ci dona l’immagine di un sistema dell’arte molto ricco, complesso e vivo ma in qualche misura frammentario, poiché vi si coglie un’intensa vitalità propositiva, accompagnata però da un procedere individualistico che non riesce a prestare adeguata attenzione all’operare altrui, con un effetto di polverizzazione e di isolamento delle proposte. Il lavoro svolto per delineare questo compendio ha consentito di evidenziare alcuni fenomeni rimarchevoli: tra questi la modifica della destinazione d’uso di edifici storici (castelli, chiese, teatri, strutture d’archeologia industriale) per trasformarli in musei ed esposizioni d’arte attuale con un effetto sia di contrasto, sia di continuità tra i vari linguaggi. Di notevole impatto risulta pure l’estensione, sul territorio, della scultura quale elemento di trasformazione dell’habitat, sia naturale, sia urbano, con un proliferare di parchi e musei di scultura all’aperto nati da simposi che hanno creato occasioni di scambio culturale a livello internazionale e arricchito il “museo diffuso” della nostra regione. I saggi che accompagnano il repertorio bene s’integrano fra loro e riflettono lo spirito con il quale l’Istituto opera: studio e ricerca puntuale sulle fonti e sul campo per una conoscenza approfondita e accurata del territorio; consulenza e assistenza tecnico-scientifica e orga- nizzativa nella realizzazione di attività di valorizzazione: mostre, convegni, premi, pubblicazioni; infine, attenzione all’integrazione dell’offerta culturale, alla contaminazione fertile di generi con gli sconfinamenti, in questa occasione, dell’arte visiva nei teatri. Apre un testo storico-artistico, propedeutico a chiarire cronologicamente i nodi cruciali delle più importanti trasformazioni artistiche avvenute nella regione, che ci propone un excursus sulle idee, tendenze, movimenti, artisti, critici, storici dell’arte che hanno segnato l’evoluzione del paesaggio artistico del Novecento in quest’area. Il saggio ben inquadra la storia della creatività dell’Emilia-Romagna nel contesto dei rapporti nazionali e internazionali, riuscendo a collocare con maestria i protagonisti dell’arte regionale in una prospettiva di ampio respiro. All’elaborato introduttivo fa seguito il repertorio dei luoghi, provincia per provincia, che sono stati descritti sia nel contenitore (ossia l’architettura), sia nel contenuto, la loro storia, la consistenza delle collezioni e l’attività. Due testi trasversali completano efficacemente il volume: il primo che analizza il fenomeno frequente dei teatri ad uso espositivo d’opere d’arte contemporanea e di mostre e il secondo che rende noto, in maniera estesa, l’impegno costante dell’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali in questo settore, con campagne di scavo documentario, valorizzazione e promozione dell’arte del Novecento della regione. I materiali che costituiscono questa guida all’arte contemporanea in Emilia-Romagna confluiranno nella banca dati in linea che l’Istituto ha già predisposto al fine di dare la massima accessibilità all’informazione e garantire altresì il loro aggiornamento continuo. L’Istituto ha, infine, avviato rapporti con altre Regioni nell’intendimento di porre i reciproci sistemi informativi sull’arte del presente in grado di colloquiare interfacciandosi, con l’obiettivo di offrire l’accesso più esteso e l’informazione più completa possibile a tutte le categorie di fruitori, ponendo le basi per forme di collaborazione che superano i confini amministrativi. Laura Carlini Responsabile del Servizio Musei e Beni Culturali Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali Regione Emilia-Romagna 11 Per una cronologia dell’arte contemporanea in Emilia-Romagna Claudia Collina Ridurre tutto a dilemma, indicando già qual’è la strada buona, mi pare ingiusto e assurdo; nessuno di noi sa ancora qual è la via che prenderà l’arte del secolo, questa è la verità: e guai se non fosse così. Vorrebbe dire che l’arte è un prevedibile prodotto di laboratorio, non una realtà vivente. Francesco Arcangeli, 1948 Cercare una koinè che attraversi la cultura artistica, del Novecento e del presente, in questa «eccentrica»1 e policentrica regione2 è impresa assai ardua data la rete di municipalità3 costituitesi in territorio geografico e amministrativo in seguito all’Unità d’Italia, ma alcune rare ed essenziali caratteristiche culturali possono essere ravvisate come costanti nella propensione a vivere simultaneamente istanze tradizionali, sperimentalismi e innovazioni “d’importazione” con fermezza e fervida ricettività; e già l’intelligenza zenitale di Roberto Longhi4 e la profonda sensibilità critica di Francesco Arcangeli avevano colto le dominanti che distinguono l’arte emiliana nelle componenti naturali, espressive e popolari5 che scorrono nel tempo senza precisa costanza, ma riaffiorano come fiumi carsici. Sempre aggiornata alla molteplicità dei mutamenti artistici che hanno contraddistinto il XX secolo, l’Emilia-Romagna, unita e divisa (l’Emilia più reattiva alle sollecitazioni d’area lombarda e la Romagna più vicina alla Toscana), è stata ed è un territorio fertile per la ricerca culturale di artisti, storici dell’arte, critici e attività espositive, e quale importante e attivo crocevia di esperienze provenienti da centri più all’avanguardia: da Roma, Firenze, Milano e anche Torino per l’Italia, dall’arte americana e ora a quella orientale6. E resta vero, come scrive Enrico Crispolti, che «le risposte più convincenti vanno ricercate soprattutto in percorsi individuali, originalmente formulatisi a prescindere da ogni scadenziario di ‘tendenza’, e in semplici termini di autonoma convinta invenzione»7. Ogni singolo artista o gruppo, poi, crea o interpreta poetiche e movimenti in relazione tra loro e in continuo divenire. L’ARTE CONTEMPORANEA STORICA: DALL’INIZIO DEL NOVECENTO ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE Il Novecento in regione si apriva con alcune personalità che interpretavano con misura il gusto simbolista e modernista europeo: la stagione Liberty era condivisa, nel primo decennio, da Giovanni Costetti e Renato Brozzi a Reggio Emilia, e da Achille Casanova, Marcello Dudovich, Ugo Valeri, Augusto Majani e Luigi Bompard a Bologna, legati a quei “Giambardi della Sega” che si riunivano negli atelier di Palazzo Bentivoglio e che avevano dato vita ad una libera “Accademia della Lira”, in quel rinnovamento artistico che nobilitava anche 14 l’artigianato e le arti decorative con l’Aemilia Ars; mentre in Romagna la Società del “Risveglio cittadino” promuoveva mostre e concorsi dove emergevano nella scultura Ercole Drei e Domenico Rambelli, nella pittura Achille Calzi e Orazio Toschi, nell’incisione Francesco Nonni e Giuseppe Ugonia, tutti frequentatori assidui del cenacolo artistico istituito da Domenico Baccarini a Faenza. Intanto, nel 1906, Igino Benvenuto Supino s’insediava a Bologna, nella prima cattedra universitaria di Storia dell’arte; e nel 1908 Adolfo De Carolis prendeva ad affrescare, con uno stile neomichelangiolesco coniugato all’Art nouveau, la Sala dei Quattromila del Palazzo del Podestà di Bologna, mentre Leonardo Bistolfi scolpiva il monumento per Giosuè Carducci nel nome di un classicismo tra il severo e il floreale. Ma sono anche gli anni in cui Alfredo Protti, Giovanni Romagnoli, Garzia Fioresi e Carlo Corsi si accostavano al linguaggio della pittura francese, postimpressionista e fauve, con predilezione per una sensibilità intimista venata di sottile erotismo; come a Parma, con modi più contenuti e sentimentali, dipingeva Amedeo Bocchi. L’avanguardia futurista, a sua volta, trovava fertile terreno tanto da affermarsi per alcuni decenni e trasformarsi con nuove suggestioni poetiche8: in Romagna9 a Lugo, a casa Pratella prendeva così vita un cenacolo dove nel 1911 si riunivano bolognesi e romagnoli, tra cui il futurista astrattista Arnaldo Ginna (Bruno Ginanni Corradini), Giorgio Morandi, Osvaldo Licini, Riccardo Bacchelli, Mario Broglio, Filippo de Pisis, Giannetto Malmerendi, Giacomo Vespignani, Nino Pasi e Domenico Rambelli, realizzando opere “d’insorgenza”10 futurista, esposte poi nel 1914 all’Hôtel Baglioni di Bologna alla presenza clamorosa di Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Luigi Russolo e del romagnolo Umberto Boccioni. Se poi nei bolognesi si registrava, rispetto al Futurismo, un atteggiamento prudente e più “secessionista” (in direzione matissiana e cezanniana), a parte Angelo Caviglioni, e in una seconda fase Italo Cinti e Tato (Guglielmo Tato Sansoni), non era certo così per il faentino Malmerendi o l’imolese Rezio Buscaroli, proiettati con entusiasmo verso una pittura dai volumi scomposti da un effetto dinamico che rimanipolava il genere tradizionale del ritratto; e, a Cento, dopo una prima adesione al marinettismo, Aroldo Bonzagni trovava accenti più consoni alla sua natura, accostandosi a soluzioni espressioniste di matrice austriaca. Negli anni Venti, il secondo Futurismo e l’aeropittura si modulavano con nuove sollecitazioni poetiche, maturate contemporaneamente, come la Metafisica, il Surrealismo e l’oggettualità dada, mentre agli artisti che continuavano a lavorare ormeggiati all’istanza futurista, oltre ai già citati Caviglioni, Cinti e Tato, si aggiungevano Mario Molinari, Gino Pedron e Cino Cantimori, a Parma Pietro Illari, a Piacenza Bot (Osvaldo Barbieri), a Ferrara Giovanni Korompay11 e in Romagna, Mario Guido Dal Monte; la ricerca artistica di quest’ultimo sfociava più tardi in esiti astrattisti, così com’esistono anche attualmente, in regione, autori che riprendono un dinamismo neofuturista, strutturato su radici graffitiste per Wal a Reggio Emilia, o fumettistiche per Stefano Babini a Lugo, fondatore nel 1971 del “Gruppo Futurista Lughese”. Vero è che l’analisi della geografia artistica12 di un territorio – città, regione, nazione ecc. – porta a riconoscere fenomeni di migrazione di artisti, idee e stili, a breve o lungo periodo, che fanno emergere una rete di relazioni umane, sociali e intellettuali e formano la trama del tessuto culturale e antropologico di un paese; e se sino ad ora il quadro delle situazioni indagate in Emilia-Romagna ha visto personalità dialoganti e sostanzialmente stanziali, da questo momento in poi diventa necessario valutare i flussi migratori e la loro incidenza nella cultura artistica regionale, con la progressiva accelerazione di processi, scambi e attività espositive determinatasi dal secondo dopoguerra al presente; così saranno da valutare, volta per volta se incisive, presenze e assenze, arrivi e partenze. Nel 1915, in pieno svolgimento della Grande Guerra, giungevano a Ferrara, da Parigi, Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, ai quali si aggregava Carlo Carrà, assegnato al medesimo 27° Reggimento Fanteria. Giorgio de Chirico era l’artefice di un «art intérieur et cérébral» (Apollinaire) portatrice d’istanze culturali europee quanto mai originali, come la traslitterazione visiva dell’inconscio freudiano, che sfocieranno nel programma inventivo della Metafisica. E la rappresentazione artistica di figure e oggetti in sospensione astorica e atemporale, quasi rebus del pensiero esistenziale, attraeva il ferrarese Filippo de Pisis, come da Bologna il giovane Giorgio Morandi: era un incontro di talenti primari che, portando alla massima estensione creativa teoria e prassi del movimento, esaltarono anche l’ispirazione per nuove esperienze sia nel Surrealismo, sia nel secondo Futurismo13. La Metafisica ebbe una stagione breve e intensa, nel febbrile incontrarsi a Villa Seminario, chiudendosi con la fine della guerra, ma lasciando un’impronta decisiva in ognuno dei protagonisti in congedo da Ferrara, e dando luogo a un epilogo di dibattito intellettuale sulla rivista “Valori Plastici” diretta dal piacentino d’origine, ma romano d’adozione, Mario Broglio, che organizzava anche alcune mostre mirate alla coesione del gruppo metafisico, Morandi, de Chirico, Carrà, con il complemento di Arturo Martini, Riccardo Francalancia e Roberto Melli. Come si sa, gli anni Venti si aprivano sulla nuova stagione post bellica con l’esigenza di un “ritorno all’ordine” e ai valori tradizionali del classico, a cui Morandi rispondeva con silenzioso travaglio sino a elaborare un nuovo, autonomo linguaggio in una lucida e quasi stoica atmosfera di sospensione, cifra costante nel suo corpus di opere; e de Pisis poi accendeva la sua pittura con influenze stilistiche francesi, con intense meditazioni di matrice tardo impressionista. Insieme agli sviluppi stilistici classicisti e monumentali di Novecento, non esenti da sottili arcaismi picassiani e riprese metafisiche, gli artisti emiliano-romagnoli che rispondevano con vari stimoli e modi al movimento promosso da Margherita Sarfatti a Milano, e sostenuto personalmente da Mussolini, erano Alberto Salietti, Giovanni Costetti, Esodo Pratelli e Antonio Maria Nardi, con un inserimento nella corrente inquieto e intriso di naturalismo; mentre Mario Pozzati e Sepo (Severo Pozzati) proponevano un lessico formale dal plasticismo e dalla spazialità neogiottesca, nel solco delle figurazioni neoprimitive di Carlo Carrà, con il precedente del Picasso precubista e cubista, e in consonanza con la prospettiva critica elaborata da Lionello Venturi nel Gusto dei primitivi, nel 1925. Intorno al 1930, un altro côté d’artisti educati a una rappresentazione diretta della realtà e legata ai temi della quotidianità naturale s’imponeva a Bologna e negli altri centri della regione: erano Nino Bertocchi, Lea Colliva, Nino Corazza, Guglielmo Pizzirani, Garzia Fioresi, Ubaldo Magnavacca, Anacleto Margotti. E i primi quattro, unitamente a Domenico Rambelli e Giovanni Poggeschi, davano anche vita a una rivista, “L’orto”, testimone critico e letterario degli sviluppi, o stasi, dell’arte locale. Intanto il 1934 vedeva l’inizio delle mostre interprovinciali del sindacato degli artisti emiliano-romagnoli, cui parteciparono, sino allo scoppio del secondo conflitto mondiale, con un’arte ancora figurativa, ma già ricca d’inquietudini e tensioni, Pompilio Mandelli, Ilario Rossi, Aldo Borgonzoni, Luciano Miguzzi e Giovanni Ciangottini; nello stesso anno lo storico e critico d’arte Roberto Longhi s’insediava a Bologna nella cat- 15 16 tedra universitaria di Storia dell’arte, che da Supino era passata a Giuseppe Lipparini, e il suo arrivo risultava determinante per la cultura artistica della città e per la definitiva affermazione di Giorgio Morandi14. «Chi legga la pittura contemporanea secondo la partecipazione al tempo, ed anche secondo lo stesso attivo contrassegno del tempo in alcuni suoi caratteri specifici[…] non potrà forse fare che un nome rappresentativo, e quasi riassuntivo: Picasso. […] Ma chi legga la pittura contemporanea secondo poesia, secondo assolutezza e perennità di poesia, dovrà, io credo, pronunciare altri nomi, e prima di tutto un nome: Morandi»15. Così Carlo Ludovico Ragghianti iniziava la sua esegesi dell’artista bolognese, profondamente integrato alla sua terra e ai suoi intellettuali, da Giuseppe Raimondi a Riccardo Bacchelli, e sottolineava come il pittore fosse l’emblema di una storia dell’arte costruita attraverso la lezione dei grandi maestri, pur non ignorando, all’interno della sua ricerca sui temi della natura morta tra bottiglie, fiori e paesaggi, tutte le evoluzioni dell’arte contemporanea, dalla Metafisica al Cubismo, dal “ritorno all’ordine” all’Astrattismo e all’Informale, traendo ispirazione dalla pittura medievale e moderna più geometrica e silente (Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, Chardin e Cézanne), rivissuta in uno stile intimo e personale nell’organizzazione della forma entro lo spazio, nella concentrazione dei colori, nella resa luministica e nella misura emotiva della contemplazione. Nel 1935 Bruno Saetti riproponeva in chiave figurativa e monumentale la tecnica dell’affresco e ne faceva la sua cifra personale, evoluta poi, nei decenni successivi, nella resa di espressioni semifigurative postinformali, come nel memorabile ciclo dei Soli; contemporaneamente Virgilio Guidi arrivava all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Osvaldo Licini sperimentava astrazioni geometriche e romantiche, similarmente al parmense Atanasio Soldati, condotte sulla linea di un Klee e di un misurato Surrealismo. Così, nell’ultimo scorcio degli anni Trenta, giungeva al suo culmine e insieme repentino tramonto l’arte di Novecento, che conosceva con gli affreschi di Achille Funi a Ferrara uno dei vertici di rivisitazione dell’espressionismo quattrocentesco locale trascritto dalla poetica del regime; e totalmente agli antipodi dai significati del panorama artistico disegnato da Roberto Longhi nella sua geniale Officina ferrarese. ARTE CONTEMPORANEA ATTUALE: DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE AL PRESENTE Durante gli anni della Seconda Guerra crescevano e si affermavano, intersecandosi tra l’America e l’Europa, nuove istanze che rilanciavano definitivamente esperienze poetiche come il Surrealismo e l’Astrattismo geometrico e concreto; nonché l’esplosiva novità dell’Espressionismo astratto americano, con l’Action Painting di Jackson Pollock, e le sua propaggini evolutive nell’Informale europeo. In quel periodo, la situazione artistica della regione emiliano-romagnola, più che mai aperta e ricettiva alle novità, vedeva a Modena Nereo Annovi, a Ferrara Nemesio Orsatti e a Reggio Emilia Marino Mazzacurati, Gino Gandini e Anton Ruggero Giorgi proseguire in una figurazione antimonumentale fedele al soggetto, alla rappresentazione espressivamente naturalistica della realtà, mentre a Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna venivano metabolizzati attivamente i fermenti artistici extranazionali, con un’attenzione soprattutto al Neorealismo postbellico e antifascista di matrice milanese. Artisti come Bruno Cassinari, Carlo Mattioli, Pompilio Mandelli, Giovanni Ciangottini, sono i primi a cogliere le novità, stimolati nel dibattito da critici ed intellettuali quali Francesco Arcangeli e Enzo Biagi, fondatore a Bologna nel 1945 della rivista “Cronache”, cui seguiva subito l’apertura dell’omonima galleria diretta da Ciangottini, un luogo dove diventava possibile l’aggiornamento figurativo attraverso incontri e mostre con la crescita di una poetica esistenzialista, espressa dal ritorno al soggetto umano e alla sua essenza (in simultaneità con l’arte di Alberto Giacometti16), come accadeva nel lavoro appassionato di Mandelli e Aldo Borgonzoni; mentre Cassinari, attratto da poetiche astrattiste cresciute a Milano in seno a “Corrente”, abbandonava Piacenza per sviluppare, in parallelo con Ennio Morlotti, un Astrattismo naturalistico neoromantico17, così come Carlo Mattioli, stanziale tra Modena e Parma, intraprendeva un percorso artistico per certi versi analogo a quello di Morandi18 (ut pictura poesis) nello sviluppo di una pittura esistenziale e sospesa, a partire dal dato di natura, umana e paesistica, sino a una sintesi formale e atmosferica d’evocato mistero. In parallelo, a Torino, Lionello Venturi19 sosteneva con vigore la poetica astrattista, inglobando Moreni e Morlotti nel suo “gruppo degli 8”, scrivendo su Enrico Prampolini, Enzo Brunori, Bruno Cassinari, Atanasio Soldati, e promuovendo l’avanguardia astrattista quale “sintesi” delle arti, sottoscritta, in seguito, anche da Remo Gaibazzi e Marco Gerra. La complessità delle trasformazioni artistiche a metà degli anni Quaranta in Italia, il cui indicatore rimane la mostra nazionale Alleanza della cultura tenutasi a Bologna nel 194820, appare mirabilmente sintetizzata nella relazione conclusiva di Francesco Arcangeli, Astrattismo e realismo: «In sostanza, un’ala del manipolo si è svolta ad esasperare la sintesi neocubista e neofauvistica, genericamente picassiana, del movimento verso una esasperata ricerca formale che è sfociata in un astrattismo più o meno assoluto (per esempio Turcato); l’altra ala (per esempio Guttuso) ha ritenuto e ritiene che i mattoni procurati durante la fase neorealistica siano già pronti per costruire l’edificio di un realismo sociale. Ma intanto il dilemma è interno soltanto a uno stretto manipolo di giovani, non a tutti i giovani; e mi pare poi che, anche per quei pochi, sian venuti a imbrogliare le acque fatti che non c’entrano con la loro sincera ed umana meditazione; sollecitazioni politiche e forse persino fatti di moda (per esempio, la prolungata esposizione della collezione Guggenheim, alla Biennale di Venezia). Comunque, nella quarantina di artisti qui presenti ripeto che la realtà è ben più complessa di quanto la si voglia proporre schematicamente. C’è chi studia d’innestarsi, rinnovandole, entro le forme e le ricerche della nostra generazione del Novecento, ritenendole a giusta ragione tutt’altro che formalistiche (e qui potrei citare soprattutto bolognesi come Mandelli, Rossi, Ciangottini; o il veneziano Breddo; o, in un certo senso, scultori come Minguzzi o Greco, o Cappello); c’è chi accetta ancora i termini del neorealismo come intenso studio di enunciazione e di ricomposizione del mondo (Santomaso o il giovane Romiti, Fazzini o Leoncillo); c’è chi tenta di rinnovare, per le strutture neorealistiche, il valore ambiguo e feticcio che hanno in Picasso (Barnabè o Gaspari); c’è chi le carica ancora d’una passione intima o urlante o sensuale, di timbro neoromantico (e questo accade soprattutto a Milano, in Cassinari e in Francese, in Morlotti e in Birolli, in Chighine e in Tavernari); altri hanno derivato verso l’astrattismo puro (Corpora e Turcato); c’è invece chi riversa in un astrattismo apparente un disperato amore al soggetto (Corsi) o si affatica e si agita entro le forme astratte con oscuri presentimenti di problemi forse a venire (Vedova e Pizzinato); c’è chi si serve di tali forme per un raffinato gioco formale e sentimentale (Afro e 17 18 Mirko); c’è chi tenta di inalveare in esse significati surrealistici (Cagli e Peverelli); c’è chi si risolve in una forma personale di postimpressionismo (Martina); c’è infine chi, forse troppo preoccupato di uscire dalla crisi, volge gli schemi neorealistici a un significato narrativo, apertamente sociale (Guttuso, Treccani e in un certo senso anche Borgonzoni). Naturalmente in così rapida scorsa non voglio distinguere qualità, ma individuare degli atteggiamenti; e, ripeto, mi pare siano molto vari»21. Il critico bolognese individuava, di lì a poco, un gruppo “padano” di artisti lombardo-emiliani che, in maniera del tutto indipendente, sganciandosi dall’ethos collaudato della mimesi, sviluppava le proprie ricerche artistiche «frenati e animati da un rapporto: la natura»22. Così, nel 1954 Arcangeli scorgeva ne «gli ultimi naturalisti» gli autori capaci di un confronto viscerale ed espressivo con la vita, rinnovato esistenzialmente nel rapporto tra uomo e natura e nel suo linguaggio dall’arte informale, «componente ineliminabile della ricerca contemporanea»23; Ennio Morlotti, Sergio Vacchi, Sergio Romiti, Leone Pancaldi, Bruno Pulga, Giuseppe Ferrari, Mattia Moreni, inauguravano originalmente, nel territorio emiliano, la stagione dell’art autre; e alcuni di loro venivano presentati lo stesso anno dal critico alla mostra Dieci artisti bolognesi presso la galleria La Bussola di Torino. Queste esperienze d’avanguardia critica e artistica, durante lo spazio folgorante di un triennio, lasciavano un forte segno anche in Mario Nanni, Pirro Cuniberti, Andrea Raccagni, Germano Sartelli, Quinto Ghermandi, Luciano de Vita, Vittorio Mascalchi, Concetto Pozzati, Vasco Bendini, nella più isolata e romantica Lidia Puglioli, nel più lontano Bruno Zoni, in discreto equilibrio con la figurazione, e nelle materiche tensioni esistenziali del cesenate Osvaldo Piraccini. Nella regione, alla fine del quinto decennio, si dispiegava una situazione artistica profondamente diversa, con motivazioni fortemente naturalistiche ed espressioniste: prendeva a emergere, tra Reggio Emilia e Mantova, l’arte naïf: un’arte figurativa, chiamata a comunicare direttamente in maniera semplice, ingenua, infantile e spontanea, le emozioni e la vita di un mondo contadino che era stato, sino a quel momento, il braccio dell’economia dell’Emilia-Romagna; ma, contestualmente, il diverso espressionismo neorealista della scuola romana di Mario Mafai e Scipione veniva assunto e introdotto nel reggiano da Cesare Zavattini e Marino Mazzacurati. Erano atteggiamenti artistici ineguali, ma nella loro vitalità espressionistica miravano comunque a una realtà, in cui prevaleva il difetto, il difforme che sfiora l’informe, perché la drammatica realtà postbellica aveva infranto ogni bellezza ideale e chiedeva ora una resa visiva franca e brutale. Cesare Zavattini, a sostegno del Neorealismo artistico e cinematografico, e sin dal 1948 nella giuria del Premio Suzzara, si batteva personalmente per la nascita del Museo Nazionale delle Arti Naïves, che vedeva la luce a Luzzara nel 1965 e da subito prendeva slancio attraverso l’annuale attività d’esposizioni e premi per questa poetica, rifacendosi alle invenzioni simboliste e anti impressioniste di Gauguin, Van Gogh e Rousseau il Doganiere e trovando in Emilia interpreti d’eccezione come Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, Bruno Rovesti, ai quali si aggiungeva, più di recente, Gino Covili. Nel frattempo, anche se più lentamente, la Romagna conosceva un risveglio artistico sollecitato anche dall’impulso mecenatizio di Giuseppe Verzocchi, che dal 1949 dava inizio ad un’importante collezione di dipinti dedicati al tema del lavoro, commissionati ai maggiori artisti italiani: ne erano partecipi settantadue artisti, figurativi, informali e astrattisti geometrici, a cimentarsi sullo stesso argomento e nello stesso formato della tela; e tra i più significativi della collezione, presentata a Venezia nel 1950, spiccavano Bruno Cassinari, Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Achille Funi, Virgilio Guidi, Enrico Prampolini, Bru- no Saetti e Alberto Salietti. Ma un’altra occasione di crescita culturale veniva offerta dall’istituzione del Premio Campigna, a Santa Sofia di Romagna, nel momento di massima fortuna, in regione, dei premi acquisto promossi dalle Amministrazioni comunali al fine di creare un patrimonio pubblico d’arte contemporanea libera e opposta alla passata ideologia di regime. Il Campigna, nato nel 1955 per volontà municipale, con le idee e l’inesauribile impegno di Vero Stoppioni, è tuttora valido e produttivo, anche perché dopo le prime edizioni più locali e di carattere estemporaneo, dal 1966 si consolidava qualitativamente con l’arrivo di personalità eminenti del mondo dell’arte, su invito di Stoppioni, quale Luigi Carluccio, Giuseppe Raimondi e Francesco Arcangeli; e fu proprio quest’ultimo ad aprire Santa Sofia alle esplorazioni artistiche più vive del territorio, come l’Informale ultimo naturalismo, l’Astrattismo concreto e la Pop Art. D’altro canto, dal 1967, il concorso diventava più selettivo e l’organizzazione puntava sulla chiamata diretta di artisti e critici affermati come Enrico Crispolti, Marco Valsecchi, Mario De Micheli, Andrea Emiliani, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Concetto Pozzati, Lucio Saffaro, Giannetto Fieschi, Umberto Mariani, Giovanni Korompay e Sergio Vacchi. Dal 1975 hanno fatto parte della giuria, essendo insieme curatori della mostra annuale, anche Claudio Spadoni, Adriano Baccilieri, Pier Giovanni Castagnoli, che introducevano figure come Franco Francese, Fabrizio Plessi e Roberto Ruggeri. Gli anni Ottanta, contrassegnati dalla cultura postmoderna, vedevano poi Renato Barilli proporre le ultime ricerche figurative dei Nuovi-Nuovi, che affiancavano gli artisti della generazione precedente: e il Premio Campigna veniva così strutturato da Barilli, Spadoni e Enzo Di Martino in un programma triennale di tre rassegne tematiche legate ai generi artistici tradizionali, reinterpretati nella luce della contemporaneità: l’auto/ritratto, il paesaggio e la natura morta con la presenza di Mattia Moreni, Enzo Brunori, Piero Guccione, Giosetta Fioroni, Giulio Turcato, Bruno Benuzzi, Vittorio D’Augusta e Piero Manai. Nel 1985 si avviava un nuovo progetto tematico, dal titolo Tempo e identità a cura di Spadoni, Baccilieri e Crispolti; e nello stesso anno Mattia Moreni, dal 1970 profondamente legato al luogo tanto da diventarne residente e assiduamente attivo in riferimento al Premio, donava a Santa Sofia la summa della sua ricerca artistica, La mistura, una scultura polimaterica, metafora della totale regressione dell’essere umano e della sua decadenza. Intanto, dal 2002, la guida del premio e la direzione artistica della Galleria sono di Adriano Baccilieri, con una doppia linea di programma triennale, nel cui ambito ha organizzato la mostra dedicata ai giovani artisti Ouverture Under 30 e gli omaggi retrospettivi a personalità significative del Novecento territoriale, come quello dedicato a Virgilio Guidi. Conviene ora fare un passo indietro: a metà degli anni Cinquanta, a Bologna, si affermavano altre figure come Umberto Mastroianni e Quinto Ghermandi per la scultura; e Luciano Anceschi e Renato Barilli disegnavano un’ermeneutica estetica complementare all’interpretazione storico-artistica, esercitata, invece, da Andrea Emiliani, Pier Giovanni Castagnoli, Flavio Caroli, Silvia Evangelisti, Marilena Pasquali, Claudio Cerritelli e Dario Trento a Bologna, e per breve tempo anche da Stefano Susinno; e così, allo stesso modo a Parma s’imponevano con altrettanta energia Arturo Carlo Quintavalle, Roberto Tassi e Gloria Bianchino, a Ravenna Claudio Spadoni e a Rimini Pier Giorgio Pasini. Dagli insegnamenti di Barilli, con la coniugazione della fenomenologia dell’arte e delle riflessioni d’evoluzione tecnologica di Marshall Mc Luhan, è nato un gruppo di critici, che hanno interpretato con felici intuizioni l’arte del secondo dopoguerra, come Paola Sega Serrazanetti, Dede Auregli, Francesca Alinovi, Roberto Pasini, Roberto Daolio, Fabio Cavallucci, Guido Molinari e Vittoria Coen. 19 20 Vero è che la complessità di atteggiamenti indicati da Arcangeli e le indagini tra ritorni e slanci d’avanguardia convivono con le sperimentazioni tecniche e interdisciplinari che si sovrappongono, contaminandosi o differenziandosi con una velocità pari al progresso crescente dell’elettronica24: mentre all’inizio degli anni Sessanta si concludeva la prima grande stagione Informale25 con la necessità degli artisti di confrontarsi nuovamente con la figura, in una funzione squisitamente esistenziale, senza dimenticare la ricerca precedente e l’esempio radicale di Francis Bacon in Inghilterra, ecco una Nuova Figurazione, cui aderiscono con modalità del tutto personali artisti attivi, ancora, tra Bologna e Milano, come Mario Nanni, Valerio Adami, Vasco Bendini, Concetto Pozzati, Bepi Romagnoni, Emilio Scannavino, Piero Ruggeri, Gianni Dova, Cesare Peverelli e Sergio Vacchi, riuniti in un’esposizione a Roma dal titolo Possibilità di relazione, in cui era evidente il ritorno a una narratività e a un confronto con l’oggetto, che erano stati esclusi dall’Espressionismo astratto. Tale fronda dava ulteriormente conto della nuova esperienza visuale nella mostra Nuove prospettive della pittura italiana, tenutasi a Bologna nel 1962 a Palazzo Re Enzo, e nella quale si comprendeva un’incidenza assai più ampia a livello nazionale della nuova corrente artistica figurativa. Contemporaneamente, sul territorio italiano, si procedeva a una rivisitazione del Surrealismo storico e della Metafisica, all’esplosione dell’arte informale e concettuale di Alberto Burri, allo Spazialismo di Lucio Fontana e all’oggettualità estetizzante di Giulio Paolini, che sanciscono un azzeramento dell’arte sinora praticata attraverso gli scardinanti effetti delle filosofie concettuali cui si aggiungono le componenti comportamentali (un nome per tutti Piero Manzoni), avviatisi su una non troppo occulta matrice duchampiana, dada e futurista; e se da un lato si assisteva all’effettiva realizzazione delle teorie percettive di Gillo Dorfles – che teorizzava la dissoluzione dell’articolazione disciplinare delle arti, raggruppandole nell’unica branca delle “arti visuali” dove pittura, scultura, architettura e disegno industriale sono in costante, osmotica, interattiva relazione e divenire, quali forme di comunicazione della contemporaneità – che portavano Arturo Carlo Quintavalle alla fondazione del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) a Parma alla fine del decennio, dall’altro lato si compiva la ricezione delle istanze Pop provenienti dall’Inghilterra e dagli Stati Uniti, raccolte subito, quest’ultime, in territorio lombardo-emiliano da Valerio Adami, Emilio Tadini e Concetto Pozzati. Questa convivenza plurima di arte Pop, cambiamenti cinevisuali e persistenze neorealiste era esplicitata nella mostra Il presente contestato, che si teneva nel 1965 a Bologna, mentre contestualmente, nell’ateneo felsineo, Luciano Anceschi dava vita alla rivista “Il Verri”, dedicando ampio spazio al dibattito estetico e critico dell’attualità con la pubblicazione di numeri monografici come quello sull’Arte programmata (1966) che, invece, in regione non aveva fecondo terreno di crescita con personalità artistiche, e lo stesso destino aveva l’Astrattismo geometrico, tranne rari esempi come Lucio Saffaro. Si ribadiva, quindi, una koinè artistica più velatamente legata al dato di natura, alle cose, alla figura; una latente solidità padana che filtrava, comunque. Non solo, però. Le prime espressioni concrete della rottura dei codici artistici pregressi in situazioni d’avanguardia avvenivano, anche in Emilia, con l’inizio della poesia visiva. Nel 1958 Umberto Eco aveva teorizzato Il problema dell’opera aperta26, la cui «indefinitezza» incorporava nell’opera stessa la fruizione da parte del pubblico e la cui «apertura» si trovava a essere in perfetta sintonia con l’evoluzione «della logica e delle scienze», la cui pluralità unitamente a quella «delle spiegazioni geometriche, la relatività delle misure spazio temporali, la stessa ricerca psico-fenomenologica delle ambiguità percettive come momento positivo della conoscenza, tutti questi fenomeni fanno da sfondo chiarificatore al desiderio di ‘opere a più esiti’ che sostituiscono, anche nel campo della comunicazione artistica, la tendenza all’univocità con quella tendenza alla possibilità che è tipica della cultura contemporanea»27; nonché approfondiva lo spostamento del codice semantico dell’opera d’arte contemporanea che da esterno e patente al fruitore diveniva, nelle nuove ricerche visuali d’avanguardia, un codice “individuale” e “contenuto” nell’opera, ora totalmente autonoma28; e con la possibilità di essere letta da chi è a conoscenza dei nuovi criptici significati e messaggi concettuali dell’arte espressi con nuove forme e tecniche. Queste “possibilità”, sperimentate dall’arte degli ultimi quarant’anni in tutte le modalità semantiche e sintattiche sinora ideate dagli anni Sessanta al presente, che riconoscono a Eco una chiaroveggenza veramente esplicativa della ricerca contemporanea, videro con la poesia concreta e visiva le peculiarità d’apertura interdisciplinare attraverso l’osmosi creativa tra arte e letteratura; Umberto Eco era uno dei fondatori del gruppo letterario d’avanguardia “Gruppo 63”, costituitosi a Palermo proprio nel 1963 e via via ospitato, nei suoi simposi, da varie municipalità, tra cui più volte Reggio Emilia. Composto da poeti, critici e intellettuali di tutt’Italia vedeva, nella sua connessione, molti emiliano-romagnoli, tra cui Nanni Balestrini, Lamberto Pignotti, Luciano Anceschi, Adriano Spatola, Renato Barilli, Angelo Guglielmi, Gianni Celati e Giorgio Celli; ed è in questo contesto che sono nate le opere di poesia concreta29 di Nanni Balestrini, Lamberto Pignotti, Adriano Spatola, Claudio Parmiggiani, William Xerra che, derivando il discorso dalla matrice ideologica e pragmatica delle avanguardie futuriste e dada, apriva a nuovi esperimenti anche comportamentali sviluppati da Fluxus; e alle diverse sfumature della poesia visiva espresse prima dal “Gruppo 70”, nato da una costola dello smembrato “Gruppo 63” e di cui facevano parte Nanni Balestrini e Lamberto Pignotti, e in seguito da vari altri artisti del territorio come Nanni Menetti; nonché dal confluire delle istanze della Narrative Art su altri supporti pseudo cartacei, ma tecnologicamente avanzati come il fax e la mail, di cui davano conto Flavio Caroli, Luciano Caramel e Maurizio Fagiolo Dall’Arco nel 1978, a Modigliana, nella mostra Parola e l’anno seguente, a Ravenna, in Ut pictura poesis, dove erano esposti lavori di Maurizio Osti e William Xerra. In seguito, nella città adriatica, Lamberto Pignotti curava Multigrafie, con opere ancora di Osti, Pignotti e Franco Vaccari; più avanti, con sconfinamenti nella mail art di Omar Galliani e Xerra nella mostra C.D.O. – Parma mail art. Contemporaneamente all’avvio delle nuove avanguardie, venivano organizzate a Bologna, dalla Sezione regionale della Federazione Nazionale Artisti Pittori e Scultori, mostre annuali assai aggiornate, che promuovevano l’Arte contemporanea in Emilia e Romagna30, presentando un vasto spaccato delle varie tendenze del momento sul territorio: «una mostra che vuole essere cioè momento autonomo di rispecchiamento dialettico dei diversi indirizzi di ricerca, nessuno di essi escluso, non potendosi legittimamente privilegiarne, a priori, alcuno, oggi in un contesto storico come l’attuale di grandi innovazioni e trasformazioni scientifiche e tecniche e sociali, nel quale tutta la problematica afferente all’arte di conseguenza viene riproposta in termini nuovi, riesaminata ab imis, non solo in sede di pratica realizzazione dell’opera d’arte ma in sede critico-estetica, in sede scientifico-speculativa»31. Le mostre, organizzate di volta in volta da artisti come Aldo Borgonzoni, Giovanni Korompay, Mario Nanni, Paolo Pasotto, Sergio Romiti, Ilario Rossi e Tulllio Vietri, riassumevano l’ampio raggio 21 22 delle ricerche in atto in regione ed erano abbinate a un bando di concorso di premi-acquisto offerto da varie Amministrazioni, comunale, provinciali, dall’Associazione Industriali e dalla Camera di Commercio, le cui opere vincitrici venivano selezionate dai migliori storici-critici del momento come Francesco Arcangeli e Andrea Emiliani. Tra gli artisti che vi hanno partecipato sono da ricordare le suggestioni pop di Nevio Bedeschi, Alvise Besutti, Roberto Roberti; la Nuova Figurazione di Sergio Vacchi, Tullio Vietri, Claudio Spattini, Antonio Saliola, e Mattia Moreni (che aggiungeva il poetico titolo quale elemento fondante dell’opera, in tangenza con la poesia visiva adottata contestualmente anche da Pirro Cuniberti); il Pop tecnologico di Carlo Gaiani; le persistenze informali di Giuseppe Ferrari, Quinto Ghermandi; lo Spazialismo di Andrea Franchi e Giuseppe Prati; il Nuclearismo di Dino Zuffi; l’Astrattismo geometrico di Lucio Saffaro e Paola de Laurentiis; l’Astrattismo concreto di Roberto Tirelli e il Concettuale comportamentale di Vanni Viviani. La fine degli anni Sessanta codificava un denominatore comune alla maggior parte dell’arte nel rifiuto dell’oggetto artistico: nel 1967 si assiste alla vera crisi dell’arte sinora intesa e allo straripamento dell’opera nell’ambiente, sempre con varietà di caratteristiche e “atteggiamenti” che oscillavano fluidamente tra le istanze dei due opposti della Minimal Art e della Funk Art32 filtrate dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dall’Olanda e dalla Francia e che erano rielaborate in Italia, con assoluta originalità, nell’ambito dell’Arte Povera, nata tra il 1967 e il 1969 a Torino, e teorizzata da Germano Celant33 come un’arte «impegnata con l’evento mentale e comportamentistico, con la contingenza, con l’astorico, con la concezione antropologica» contrapposta a un’arte «ricca»34 nelle sue stratificazioni di rimandi e riferimenti a contesti più ampi quali la tecnologia e i modelli creati dalla storia dell’arte di tutti i tempi; un nuovo tentativo di azzeramento, quindi, per un’arte dalle radicali ambizioni di nuove sperimentazioni esistenziali attraverso l’utilizzo di materiali tecnici d’uso comune, di scarto o naturali, talvolta abbinati a supporti più tradizionali e a misteriose evocazioni magiche. Gli artisti che hanno raccolto la novità concettuale e oggettuale in Emilia-Romagna sono stati diversi, ma solo uno si è trovato coinvolto, quale protagonista, di tali ricerche operate in quegli anni: a Reggio Emilia Claudio Parmiggiani, con il lirismo che contraddistingue ogni sua fase poetica, esprimeva la sua raffinata oggettualità con una geometria costruttiva, d’origine minimalista, analogamente ravvisabile nei lavori di Giovanni Anselmo, Mario Merz e Gilberto Zorio. All’inizio degli anni Settanta si registrava ovunque una diffusa intensificazione dell’attività espositiva, che legittimava l’incisività e la validità dei nuovi percorsi artistici e critici, sollecitati e trasformati da ampi dibattiti teorici e da scambi culturali nazionali e internazionali, vivificati attraverso frequentate mostre, organizzate sia da gallerie private35, sia da spazi pubblici; tale situazione portava alla sentita necessità, da parte delle Amministrazioni, di creare sedi deputate all’arte contemporanea con l’apertura di nuovi spazi, quali luoghi di comunicazione visiva d’istanze culturali non esenti da significative valenze sociali e politiche: nel 1970 apriva la Galleria d’Arte Moderna di Cesena, nel 1972 il Centro Video Arte a Ferrara, la Pinacoteca di Ravenna alla Loggetta Lombardesca e il Museo Cervi a Gattatico, nel 1973 il Museo del Deportato a Carpi, il Museo Alternativo Remo Brindisi a Spina e aveva inizio la Raccolta d’Arte Moderna della Regione Emilia-Romagna, nel 1974 inauguravano la Galleria Civica di Modena e ArteFiera a Bologna, nel 1975 la Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Al Museo Civico di Bologna Renato Barilli presentava e lanciava, nella 3. Biennale internazionale della giovane pittura, gennaio 70: comportamenti, progetti, mediazioni36, la fotopittura di Carlo Gaiani, le opere plastico-segniche concettuali di Mario Nanni, il post Pop oggettuale-pittorico di Concetto Pozzati e il Poverismo di Vasco Bendini, inseriti nell’ampio contesto italiano che vedeva l’evoluzione dell’arte programmata di Gianni Colombo, del post Pop di Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo e Ugo Nespolo, l’Arte Povera di Gianni Anselmo, Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Mario Merz, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Pier Paolo Calzolari e Jannis Kounellis, le opere concettuali di Giulio Paolini, le installazioni ambientali concettuali di Maurizio Mochetti, l’arte comportamentale di Gino De Dominicis e le prime soluzioni di Land Art e Video Art; a Modena Arte e critica 70: segnalazioni37 si proponeva anch’essa di riflettere la complessità dell’arte contemporanea italiana; e a Ferrara Enrico Crispolti curava Possibilità di relazione: una mostra dieci anni dopo, Ferrara 70, in cui veniva fatto il punto sugli sviluppi della ricerca figurativa coeva, dove emergevano le molteplici tendenze pittoriche, come il post Pop di Pozzati e Adami con l’attenzione sbilanciata sull’oggettualità quale nuovo orizzonte di ricerca mentale, linea di confine per l’indagine sul nuovo rapporto tra l’uomo e le cose che investiva anche l’arte visionaria, neoespressionista, di Vacchi e Moreni, da loro percorsa con il prezioso bagaglio dell’esperienza informale sulle spalle; neoespressionismo in cui Enrico Crispolti ha ravvisato coeve suggestioni tedesche che influenzano anche l’attività incisoria di Luciano De Vita e arrivano sino a Piero Manai, i cui esordi sono stati, invece, “otticisti” e “iperrealisti”. Contemporaneamente si aveva, sin dalla metà degli anni Sessanta, una ripresa delle istanze figurative del Surrealismo38, declinate con accenti europei e visionari che, prevalentemente in ambito padano39, ma anche in Romagna, hanno trovato fertile terreno d’espansione e continuità nel tempo sino al presente negli esiti pittorici, assai interessanti, del faentino Franco Gentilini, del ferrarese Antenore Magri, del riminese Federico Fellini, dei piacentini Armodio (Vilmore Schenardi), Pam (Giuseppe Schenardi) e Marco Cappelletti, nell’espressionismo materico e allucinato di Mattia Moreni, in quello onirico di Sergio Vacchi, in quello cruento di Giulio Ruffini, in quello fiabesco di Gino Covili, nelle astrazioni oggettuali di Nani Tedeschi, nelle rievocazioni intimiste di Francesco Barilli, negli spaesamenti mistico-sociali di Fabrizio Passarella e nella straniante e fantastica umanità forgiata da Luciano Minguzzi, Gianni Brusamolino e Sergio Zanni; e nelle plastiche astrazioni metafisiche di Raimondo Rimondi. A metà degli anni Settanta, nell’arte italiana, giungevano a maturazione alcune precedenti istanze e ne germinavano altre che hanno fruttato e nuovamente gemmato a cavallo del nuovo millennio, come lo sviluppo di un nuovo Astrattismo, l’evoluzione dell’arte ambientale e sociale e la nascita dell’arte antropologica. Nel 1975 Giovanni Accame presentava alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna la mostra Pittura museo città40, in cui veniva esposta al pubblico l’attività di ricerca artistica realizzata da un cenacolo “accademico” formato da artisti e critici (Castagnoli e Accame stesso) che si trovavano nel felsineo Palazzo Bentivoglio, in stretta relazione con i luoghi creativi del tessuto della città, dislocati in maniera “distrettuale” nel quartiere Irnerio41. La nuova astrazione aniconica, priva di qualsiasi immagine, veniva elaborata da Maurizio Bottarelli, Bruno De Angelis, Vittorio Mascalchi, Gabriele Partisani, Vincenzo Satta, Severino Storti Gajani e Giorgio Zucchini. Due anni prima, a Ferrara, Giorgio Cortenova aveva proposto questo mutato percorso di pittura astratta confrontando le esperienze nazionali e internazionali della “nuova pittura”, cui sta- 23 24 vano lavorando anche Elio Marchigiani e Vittorio Guarnieri; e ai quali si affiliava, dopo poco, anche Vittorio D’Augusta. Nel 1976 Flavio Caroli creava un’importante occasione di confronto culturale e visivo per gli artisti astrattisti del territorio con la mostra Europa America l’astrazione determinata 1960/197642, in cui l’arte minimalista ambientale americana di Sol Le Witt, Bruce Nauman e Dan Flavin era posta in relazione “dialettica” con le ricerche strutturaliste “programmate” di Gianni Colombo ed Enrico Castellani, nonché ai monocromi noveau réalisme di Yves Klein, in un confronto che suggeriva l’originalità della corrente “nuova pittura”, i cui prodromi giungono sino all’inizio del XXI secolo. Parallelamente, altre forme estetiche solcavano incisivamente gli anni Settanta e proseguivano, evolvendosi in ricerche legate al comportamento e al corpo, come la performance e l’happening, la Video Art, la Body Art e la fotografia. Nel 1977, a Bologna, aveva luogo la Settimana internazionale della performance43, dove Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio presentavano un ampio ventaglio di ricerche tematiche sviluppate in questo settore, poi nuovamente ribadite, dagli stessi, nella mostra Tutte le arti tendono alla performance, tenutasi a Ravenna nel 1981, alla Loggetta Lombardesca. Tra gli artisti del territorio si imponevano alla critica e al pubblico Luigi Ontani, Giovanni Mundula, Fabrizio Plessi e Franco Vaccari; quest’ultimo, a Modena, sviluppava un’elaborazione comportamentale provocatoria, attraverso una pluralità di mezzi, fotomeccanici, filmici o performativi. Dopo due anni, Alinovi e Barilli indagavano un altro aspetto dell’arte coeva: nella mostra Pittura/Ambiente44 veniva fatta luce sul rapporto tra l’opera e l’ambiente, che in quegli anni si sviluppava in varie direzioni tra cui installazioni provvisorie o definitive, la rilevazione di rapporti o differenze tra i vari segni del contesto spaziale e l’opera, e una risolutezza nella necessaria modificazione del tessuto urbano attraverso l’opera. In quell’occasione venivano presentati i lavori di Mario Nanni, Vittorio D’Augusta, Giorgio Zucchini ed Elio Marchigiani; ed è da registrare in quel periodo l’esplosione e la successiva diffusione, in regione come altrove, dei siti urbani artistici – il cui emblema rimane la mostra organizzata a Rimini Città spazio scultura – dei parchi di scultura all’aperto e dell’utilizzo di contenitori storici per l’arte contemporanea, prevalentemente astratta, concettuale e oggettuale. Alla fine degli anni Settanta si osserva una duplicità di fenomeni, di forza opposta: se da un lato l’arte antropologica45 apre nuovi orizzonti d’avanguardia meditando su segni oggettuali e comportamentali, come le maschere di Luigi Ontani, dall’altro una rimeditazione nei modelli della storia dell’arte portava a una crisi nei valori dell’ideologia e a un rifugio nel passato che apriva l’era della postmodernità. Una delle prime mostre in cui il filone concettuale, oggettuale e comportamentale veniva esposto al pubblico, in regione, è stata Metafisica del quotidiano46, ponderosa indagine storico-critica, trasversale sui significati segnici che, nell’arte, hanno sotteso i riti della quotidianità, allestita alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna: in quella sede, divise in sezioni, venivano presentate opere di artisti prevalentemente italiani che, indipendentemente dalla personale espressione poetica e tecnica, si confrontavano su tematiche come la “cara morte”, “l’ambiguità rituale”, “ianua coeli”, “segno e labirinto”, “incontri ravvicinati d’architettura”, “l’acqua e l’estasi”, “l’avventura dell’oggetto”, “col pretesto dell’icona”, “l’immaginario geometrico”, “la pittura dell’irrealismo”, “il doppio e l’intervallo” e “Fluxus come Fluxus”. Tra gli artisti nativi e adottivi emiliano-romagnoli, si distinguevano, in questo contesto, le felici ascese tecnologiche di Fabrizio Plessi e Xerra, definitivamente lanciati dalla mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti 1973/79; e la ricerca oggettuale ambientale di Claudio Parmiggiani e Wal, nonché quella segnica di D’Augusta e Mario Nanni. L’anno seguente, a Ravenna, Achille Bonito Oliva inaugurava la mostra Italiana. Nuova Immagine, in cui proponeva, in Emilia-Romagna, la «straniata figurazione» (Crispolti) espressa dalla neonata Transavanguardia, nonché le ricerche della seconda scuola romana, in equilibrio tra astrazione e larvata iconicità. Il secondo filone, invece, quello di un’operatività artistica che ipotizzava una nuova figuratività traente linfa da un confronto dialettico, talvolta ironico e ludico, con i modelli precedenti (in più centri dell’Italia si assisteva contemporaneamente a una virata creativa dell’«artista come storico dell’arte»47), è rivelato in Emilia da Renato Barilli che, nella mostra I nuovi nuovi48, faceva il punto dello sviluppo artistico in tal senso rispetto all’esposizione Gennaio 70: il critico registrava una trasformazione nella direzione suddetta nelle opere di Salvo, Luigi Ontani, Wal, Vittorio D’Augusta e Omar Galliani; mentre una seconda riflessione veniva avviata da Francesca Alinovi, nel 1982, dove nella Registrazione di frequenze49 dell’attualità artistica individuava la “natura del segno” della ricerca neoespressionista, con influenze transavanguardiste, di Piero Manai. La pittura iconologica degli anni Ottanta aveva, in regione, interpreti di alta statura artistica come Omar Galliani, Massimo Pulini e Stefano Canepari che hanno rielaborato, sino ad oggi, in chiave del tutto personale ed estremamente raffinata, citazioni da modelli del passato, pur rimanendo fedeli e ricettivi alla propria epoca; cui si può aggiungere, sullo stesso piano, lo scultore Antonio Violetta. Con la mostra AnniOttanta50, Barilli metteva antesignanamente in rete le sedi espositive della regione, articolando la prima mostra tra Bologna, Imola, Ravenna e Rimini; nel 1985 veniva fatto il punto sulla complessità della situazione artistica europea, che vedeva intersecarsi varie poetiche che, rielaborando anche un passato assai recente come l’Informale, l’Astrattismo, la Pop Art e il Concettualismo minimalista, davano vita a nuovi linguaggi assai interessanti. Al di fuori di schematismi non sempre utili nel tentativo di fotografare una realtà composita e mutevole, che nel «mito del sonno di Epimenide»51 trova un’affascinante spiegazione filosofica sui ritorni di un oscuro passato che sempre riaffiora in un ambiguo presente, è assai interessante, ai nostri fini, valutare quali artisti del territorio regionale siano stati valorizzati in questo ambito per la loro ricerca postmoderna; sicuramente artisti che meritano e hanno avuto segnalazioni critiche più cogenti, piuttosto che il breve accenno fatto in questa sede alla figurazione teatrale di Luigi Ontani, a quella alchemica di Marcello Jori e quella simbolicamente evocativa di Davide Benati, quella fantastica di Bruno Benuzzi, al neosimbolismo narrativo e misterioso di Omar Galliani, al lavoro segnico di Vittorio D’Augusta, Giorgio Zucchini e Marcello Landi, al neoespressionismo esistenzialista di Piero Manai e Mattia Moreni, al simbolismo ermetico di Antonio Violetta e all’esasperato decorativismo di Passarella, reiterato nelle cifre; cifre spesso di matrice graffitista52, per Wal e Nicola Cucchiaro. Negli stessi anni le ricerche tecnologiche hanno trovato nella Videoarte un’espressione di riflessione concettuale, comportamentale ed esistenziale che sfiora talvolta la spettacolarità: tra Bologna, Milano e Ferrara, dal 1986 al 2001, sono state organizzate mostre che hanno reso palese l’evoluzione delle ricerche artistiche con la tecnologia elettronica e multimediale come Install-video-side53, Arte e computer54, Video sculture, Poliset e L’arte elettronica: metamorfosi e metafore in cui sono spiccate la ricerca minimalista di Maurizio Camerani, il fluido astrattismo di Maurizio Bonora, ma soprattutto la poetica seduttiva delle videoinstallazioni di Fabrizio Plessi che affronta un dialettico, titanico e sublime confronto tra gli elementi essenziali della natura, come l’acqua e il fuoco e la tecnologia televisiva. 25 26 Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dell’ultimo decennio del XX secolo si opera una svolta delle forme artistiche in senso strutturalista, ad opera degli artisti che già sperimentavano le possibilità segniche di “Nuova pittura”: Maurizio Bottarelli rivisita l’Informale con elementi organici per mezzo di preziosismi tecnico-pittorici dal vellutato effetto, Vincenzo Satta, Sergio Dagradi e Paolo Serra ricercano la cifra formale reiterata su raffinata superficie, mentre il romagnolo Enzo Tinarelli costruisce, con la materia, opere multiformi d’archetipe e fantastiche suggestioni. La molteplicità di direzioni che presenta l’arte contemporanea alla fine degli anni Ottanta, la velocità sempre maggiore con la quale si susseguono le trasformazioni artistiche è palese, il che porta a una leggera, obliosa, confusione da parte del fruitore estraneo alla molteplicità di trasformazioni dell’arte contemporanea. A Bologna, Dede Auregli e Adriano Baccilieri avviavano una ricognizione sulla varia, caleidoscopica sfera delle proposte artistiche del periodo sul territorio: nelle mostre annuali Confronto per opera furono indagate la maggior parte delle varie nuove situazioni già ricordate: dalla «figurazione immaginosa di Pozzati, dagli ‘anacronismi di Galliani, dall’espressionismo di Moreni e Manai, dagli svolgimenti diversi, iconici o meno, dei ‘nuovi nuovi’ Benuzzi, Ontani, Jori, Zucchini e dall’iconismo archetipo di Pintori, o decorativo di Ligas […] alla congiuntura neoinformale costituita dal lavoro di Bendini, Bottarelli, Guerzoni, allo strutturalismo elementare e precario della Bernardoni, alle stratificazioni pittoriche oggettuali di Nanni»55; restava solo da aggiungere il rapporto sempre più stretto tra fotografia, video, schermo elettronico e pittura, dichiaratamente analoghe nella loro valenza estetica, verso una narratività artistica del quotidiano, interpretato sul doppio codice del sociale e dell’individuale. Nel 1991, la mostra internazionale Anninovanta56, allestita tra Bologna, Rimini e Cattolica rifletteva una situazione che piegava decisamente verso modi artistici concettuali e oggettuali, come se dal «sonno di Epimenide» fosse emersa la necessità di consumare fino in fondo, in una logica postmoderna, le ragioni e le tecniche delle prime avanguardie europee concettuali, riprese negli anni Sessanta e ormai logorate, a fine millennio, anche sul piano del mercato57, in particolare il concettuale comportamentale. Sta di fatto, che in quell’occasione internazionale, venivano valorizzate le invenzioni del ferrarese Maurizio Camerani, del reggiano Pietro Mussini, e i contributi di Maurizio Goldoni, di Antonio Marchetti, di Passarella, e del forlivese Silvano Venturi. In ogni modo, gli anni Novanta sembrano soprattutto caratterizzati da un’arte neoconcettuale, espressa non solo con l’oggettualità, ma anche attraverso la fotografia, nuovamente la scrittura, e poi la performance e la videoarte legate ad aspetti comportamentali, le installazioni ambientali e le creazioni di Land Art; ma anche il disegno dell’ambiente, la pittura e la scultura in una sorta di eclettismo fin de siécle in cui forse si nasconde anche il futuro, più che mai tra avanguardia e continuità. Ne è già un sintomo il desiderio di ritorno a valori condivisi in nome dell’energia inesauribile della materia, a cui si appella il manifesto del Transvisionismo58 sottoscritto a Piacenza nel 1995 da Luigi Galli, Romano Costa e Luciano Carini, e di diversi artisti tra cui Ugo Borlenghi, Mario Bernardinello, Viviana Faiola, Erminio Tansini, Massimo Meucci e Stefano Sichel per costruire un movimento, neo Action Painting e neoinformale che, muovendo da una gestualità recuperata, mira a trascendere la materia sensibile, dal suo interno, al fine di “vedere” al di là nuove forme, nuove ipotesi di scoperta. Nel 1997 l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, in sinergia con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, dava vita al progetto Spazio Aperto59, curato da Dede Auregli con l’ausilio di un comitato scientifico composto, fra l’altro, da Claudio Spadoni, Claudio Marra, Chiara Bertòla, Alessandra Vaccari e Roberto Daolio; e in questi nove anni vari critici si sono avvicendati alla cura di mostre di giovani artisti, regionali o meno. La ricerca attuale delle giovani generazioni rivela una vivacità che si muove in più direzioni: è il ready made fotografico di Francesco Izzo, la fotografia pittorica di Alessandra Tesi, la quotidianità di Francesco Bernardi, l’ironia oggettuale di Cuoghi Corsello, la scultura tecnomorfa di Nicola Cucchiaro, la poetica esistenziale e calligrafica di Andrea Renzini, la misura astratto-segnica di Alessandro Aldrovandi, l’oggettualità fotografica, infantile e inquietante, di Alessandro Rivola, la raffinata gestualità, tra pittura e Body Art, di Giovanni Manfredini che, usando la tecnica del calco corporeo come le Antropometrie di Yves Klein, reinventa ambiguamente la figura sospesa tra trascendente e immanente; le ambientazioni di Narrative Art di Sabrina Mezzaqui, l’atemporalità dei modelli rinnovati con poetica costruttivista coniugata alla potenza evocativa della scrittura da Luca Caccioni, la figuratività mostruosa, in bilico tra Jeronimus Bosch e Steven Spielberg, di Leonardo Pivi, il gotico romanticismo concettuale-oggettuale di Eva Marisaldi, la poetica neometafisica di Sergia Avveduti, l’oggettualità pittorica reinventata di Pier Paolo Campanini, le proiezioni astrali dell’immaginario onirico di Emilio Fantin, le metafore sociali e religiose di Sabrina Torelli in un gioco di rimandi tra oggettualità e videoarte, l’ecologica ironia neopop delle sculture ceramiche di Bertozzi & Casoni, il neopittorialismo fotografico di Paola De Pietri e la reinvenzione pittorica dello skyline urbano in nuove geometrie operato da Marco Neri; cui si può affiancare la medesima ricerca, realizzata con corrosivo iperrealismo, di Angelo Davoli e l’ubiquità dell’architettura industriale dipinta da Andrea Chiesi. Segnata dalla capillarità minuta di premi e manifestazioni volte a sostenere la creatività artistica, nel passato come nel presente, la regione ha visto moltiplicarsi, nell’ultimo decennio, le diverse iniziative che hanno segnalato nuovi artisti, tanto che si può parlare di una rinnovata e fertile stagione dei premi: da Arteincontemporanea, a Modena, che ha fatto conoscere il neoespressionismo materico di Leonardo Greco, a No border60, a Ravenna, dove Claudio Spadoni, Maria Rita Bentini, Vittorio D’Augusta e Serena Simoni hanno premiato l’esperienza concettuale, comportamentale, sociale e urbana espressa dalle tecniche fotomeccaniche di Loretta Zaganelli, Gloria Salvatori, Fabrizio Rivola, Patrizia Piccinino, Daniele Pezzi, Paolo Pennuti, Caterina Biancolella, Luca Gambi, Giovanni Lami, Emiliano Marangoni, Lia Pari, o alternative, come il fumetto di Francesca Ghermandi, o le installazioni fotografiche di Sergia Avveduti, o quelle semantico-comportamentali di Sandrine Nicoletta e segnico-oggettuali di Alessandra Andrini. Ma un altro appuntamento importante, che ha rivelato al pubblico le sperimentazioni artistiche del presente sul territorio romagnolo, è stata la Biennale d’Arte Romagnola61, svoltasi a Cesena in più edizioni sul finire degli anni Novanta; del pari il Premio Campigna a Santa Sofia e il Premio Carmen Silvestroni a Forlì continuano la loro attività di selezione seguita dalla critica non meno che dal pubblico: e quest’anno il Silvestroni è stato attribuito alla performer Sissi che, lavorando sull’emblema vivente di se stessa, istruisce consapevoli e sottili regressioni a una poetica oggettuale-ambientale. Inutile ora chiedersi “qual è la via che prenderà l’arte del secolo” appena iniziato… In un’attualità cibernetica e globalizzata, con il flusso elettronico orizzontale e istantaneo della comunicazione planetaria è meglio pensare a sviluppi sorprendenti piuttosto che a “prevedibili prodotti di laboratorio” in linea con l’evoluzione delle scienze e della tecnologia, ma la creatività artistica, nella sua indefinibilità, sa trascendere la realtà e il tempo, in particolare quella di autori che comunicano il mistero della loro ricerca cognitiva coniugando tutte le 27 28 strade aperte dall’intima poesia del talento e qualità tecnica sapiente a idee, metafore, simboli e significati anche occulti, ma percettibili e, a prescindere dal medium espressivo, con autori che sanno essere «nel cuore del tempo per una lotta perpetua col proprio tempo» (L. Anceschi); qualche nome del presente? Claudio Parmiggiani, Fabrizio Plessi, Omar Galliani, Luigi Ontani, Massimo Pulini, Giorgio Zucchini, Antonio Violetta e i più giovani Giovanni Manfredini, Luca Caccioni, Michelangelo Galliani e Francesco Bocchini, in un costruttivo “pluralismo” di poetiche, analogamente alla letteratura contemporanea, che «non deve risolversi in una soluzione di comodo, ma deve essere piuttosto la scelta responsabile di entrare nelle diverse realtà del nostro presente per partecipare alla costruzione di una verità ripensabile profondamente nel tempo»62. È meglio, insomma, affidarsi all’osservazione diretta dei fenomeni, al farsi delle storie individuali, all’incontro, che continua ancora, del vecchio e del nuovo, con la volontà paziente di ricavarne un senso o piuttosto una pluralità plausibile di risposte; e l’immaginazione, ancora una volta, farà la sua parte, se noi sapremo assecondarla. Intanto, occorre conoscere i luoghi e gli eventi dove l’arte contemporanea, a capisaldi, capitoli o episodi, attende uno spettatore, cioè un cittadino, che voglia rendersi conto di una storia di immagini e di forme del Novecento e dopo, che appartengono anche, giovane o anziano, alla sua vita e alla sua terra: tra topografia e racconto un repertorio serve proprio a questo. Bidussa D., Smodati e sanguigni: Emiliani e romagnoli visti dagli italiani, in Finzi R. (a cura di), Storia d’Italia: le regioni dall’Unità a oggi, Torino, Einaudi, 1997, p. 869. 2 Per una lettura dell’arte del XX secolo in Emilia-Romagna sono propedeutici testi a carattere trasversale, inerenti all’arte italiana, come Negri A., Pirovano C., Esperienze, tendenze e proposte del dopoguerra, in La pittura in Italia. Il Novecento/2, Torino, Electa, 1993, pp. 27304; Vivarelli P., Ricerche degli Anni Sessanta, in Ibidem, pp. 305391; Crispolti E., Verso il contemporaneo, in Ibidem, pp. 599-600; Crispolti E., Gli anni dello smarginamento e della partecipazione, in La pittura in Italia. Il Novecento/3, Torino, Electa, 1994, pp. 17-157 e Crispolti E., Gli anni del disimpegno e del disinganno, in Ibidem, pp. 158-277; Gualdoni F., Arte in Italia 1943-1999, Vicenza, Neri Pozza, 2000; e altri che delineano, in maniera generale, il panorama artistico della regione Emilia-Romagna nel corso del XX secolo: si trat1 ta di Nicosia C. e Riccòmini E., L’arte emiliana dopo l’Unità, in Storia d’Italia: le regioni dall’Unità a oggi, Torino, Einaudi, 1997, pp. 835-850; Pasquali M., La pittura del primo Novecento in Emilia (1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1, Torino, Electa, 1992, pp. 335-378; Cerritelli C., Bologna e dintorni, in La pittura in Italia. Il Novecento/2, Torino, Electa, 1993, pp. 465-481; L’Accademia di Bologna: Figure del Novecento, a cura di Baccilieri A. e Evangelisti S., Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1988, in particolare i testi di Spadoni C., Evangelisti S., Baccilieri A., Trento D.; e Figure del ’900/2, a cura di Baccilieri A., Carpi, Lalit, 2000; in particolare i saggi di Farneti F., Evangelisti S., Pasini R., Davoli E.M., Baccilieri A., Guadagnini W., Panzetta A., Daolio R. Per una lettura trasversale e comparata tra arte e letteratura del Novecento si veda Sitta C.A. (a cura di), L’orizzonte di bruma: luoghi del Novecento poetico in Emilia: Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Parma, Edizioni del Laboratorio, 2002. 3 Avellini L., Cultura e società in Emilia-Romagna, in Storia d’Italia…, cit. 4 Longhi R., Momenti di pittura bolognese, in “L’Archiginnasio”, XXX, 1935. 5 Arcangeli F., Natura ed espressione nell’arte bolognese-emiliana, Bologna, Edizioni Alfa, 1970. 6 Barilli R. (a cura di), Officina Asia. Rete Emilia Romagna, catalogo della mostra tenutasi contemporaneamente a Bologna, Cesena e Rimini, Milano, Mazzotta, 2004. 7 Crispolti E., op. cit., 1994. 8 Nalini A.M. (a cura di), Futurismo in Emilia Romagna, Modena, Artioli, 1990; e Bertoni A. (a cura di), Filippo Tommaso Marinetti: Taccuini: 1915-1921, Bologna, il Mulino, 1987. 9 Crispolti E., Futurismo in Romagna, Rimini, Maggioli, 1986. 10 Ragghianti C.L., Bologna cruciale 1914, Bologna, Edizioni Calderini, 1982. 11 Coen V. (a cura di), Arte ad alta tensione: due generazioni di futuri- sti, Bologna, Editrice Compositori, 2003. 12 Toscano B., Geografia artistica, in Barocchi P. (a cura di), Storia moderna dell’arte in Italia, III, Torino, Einaudi, 1992. 13 Barilli R., Solmi F., La Metafisica: gli anni venti, Bologna, Grafis, 1980; Coen E., Metafisica, Milano, Electa, 2003. 14 Si veda Ragghianti C.L., Studi su Morandi, in Bologna cruciale 1914, cit.; Arcangeli F., Giorgio Morandi, Torino, Einaudi, 1962 e la cospicua ed esauriente bibliografia dedicata all’artista da Marilena Pasquali. 15 Ragghianti C.L., Morandi interiore, in op. cit. 16 Spadoni C. (a cura di), Alberto Giacometti, Milano, Mazzotta, 2004. 17 Arcangeli F., Gli ultimi naturalisti (1954), in Dal Romanticismo all’informale, II, Torino, Einaudi, 1977. 18 Pasquali M., op. cit. 19 Teodoro C.F. (a cura di), Lionello Venturi e l’avanguardia italiana, Modena, Artioli, 1991. 20 Fanti G., Togliatti: l’astratto e il concreto in Occhio alla pittura, Bologna, Gedit Edizioni, 2003. La mostra, organizzata da Fanti, Arcangeli, Gnudi, Raimondi e Tavernari doveva rappresentare tutte le tendenze «nessuna esclusa [... ed] essere ecumenica». 21 Arcangeli F., Astrattismo e realismo, in Dal Romanticismo… cit. 22 Arcangeli F., Gli ultimi naturalisti, in op. cit. 23 Barilli R., La forza e i limiti dell’Informale storico, in Barilli R., Solmi F. (a cura di), L’Informale in Italia, Milano, Mazzotta, 1983. 24 Barilli R., Informale oggetto comportamento, 2 voll., Milano, Feltrinelli, 1988. 25 Spadoni C. (a cura di), Intorno al Sessanta: aspetti dell’arte italiana dopo l’Informale 1958-1964, Milano, Electa, 1988. 26 Eco U., L’opera aperta, in P. Barocchi (a cura di), op. cit. 27 Idem. Eco U., Teoria della comunicazione e arti visuali (1966), in P. Barocchi (a cura di), op. cit. 29 Parmiggiani C. (a cura di), Alfabeto in Sogno. Dal carme figurato alla poesia concreta, Milano, Mazzotta, 2002. 30 Arte contemporanea in Emilia e Romagna, Bologna, Tipografia Ghelli, 1965-1968. 31 Vietri T., Presentazione al catalogo della mostra Arte contemporanea…, ibidem, 1968. 32 Barilli R., Funk Art, in Informale, oggetto… op. cit., vol. II. 33 Celant G., Arte Povera, in P. Barocchi, op. cit. 34 Barilli R., Arte ricca, in Informale, oggetto… op. cit., vol. I. 35 In questo contesto non è stato effettuato lo studio sul significativo lavoro di scambio culturale e incremento del collezionismo operato da alcune gallerie private d’arte contemporanea della regione. 36 3. Biennale internazionale della giovane pittura, gennaio 70: comportamenti, progetti, mediazioni, Bologna, Alfa, 1970. 37 Arte e critica 70: segnalazioni, Modena, Cooptip, 1970. 38 Crispolti E. (a cura di), Alternative Attuali 3: rassegna internazionale d’arte contemporanea, Firenze, Centro Di, 1968. 39 Sgarbi V. (a cura di), Surrealismo padano: da de Chirico a Foppiani, Milano, Skira, 2002. 40 Accame G.M. (a cura di), Pittura museo città, Bologna, Grafis, 1975. 41 Su tale tema ha svolto un lungo lavoro Emiliani A., Le Sale delle Belle Arti. Un sistema espositivo e d’informazione didattica dedicato ai beni artistici, storici e ambientali. Pinacoteca Nazionale e Accademia di Belle Arti di Bologna, Fiesole, Nardini Editore, 1998. 42 Caroli F. (a cura di), Europa America l’astrazione determinata 1960/1976, Bologna, Grafis, 1976. 43 Barilli R., Solmi F. (a cura di), La performance oggi: settimana interna28 zionale della performance, Bologna, La Nuova Foglio editrice, 1977. 44 Barilli R., Alinovi F. (a cura di), Arte/Ambiente, Milano, Arti Grafiche Cordani, 1979. 45 Crispolti E., Gli anni dello smarginamento e della partecipazione, in La pittura… op. cit., 1994. 46 Solmi F., Pasquali M. (a cura di) La metafisica del quotidiano, Bologna, Grafis, 1978. 47 Crispolti E., Gli anni del disimpegno e del disinganno, in La pittura… op. cit., 1994. 48 Barilli R. (a cura di), Dieci anni dopo i nuovi nuovi, Bologna, Grafis, 1980. 49 Registrazione di frequenze, Bologna, Grafis, 1982. 50 Gentili C. (a cura di), Anniottanta, Milano, Mazzotta, 1985. 51 Spadoni C., I tempi, il tempo (il sonno di Epimenide), in ibidem. 52 Alinovi F. (a cura di), Arte di frontiera: New York graffiti, Milano, G. Mazzotta, 1984. 53 Bonora L. (a cura di), Install-video-side, Bologna, Grafis, 1986. 54 Barilli R. (a cura di), Arte e computer, Milano, Electa, 1987. 55 Crispolti E., Ibidem, in op. cit. 56 Barilli R. (a cura di), Anninovanta, Milano, Electa, 1991; in particolare, per la situazione locale, il testo di D. Auregli, Di alcuni fatti di casa nostra. 57 Arte e cultura negli anni Novanta: dalla fine del muro di Berlino all’undici settembre, convegno promosso dalla Quadriennale e tenutosi a Roma il 16 aprile 2004. 58 Segato C. (a cura di), Transvisionismo, [s.l.], Panda edizioni, 2002. 59 “I quaderni di Spazio Aperto”, 1997-2004. 60 No border, 3 voll., Ravenna, Tipografia Moderna, 2000-2004. 61 Spadoni C., Zattini M. (a cura di), Biennale d’Arte Romagnola, 3 voll., Cesena, Edizioni il Vicolo, 1995-1999. 62 Raimondi E., Novecento e dopo: considerazioni su un secolo di letteratura, Roma, Carocci, 2003. 29 Repertorio: i luoghi* Claudia Collina accademie archivi collezioni fondazioni gallerie mostre musei organizzazioni istituzionali parchi artistici premi raccolte d’arte saloni fieristici sedi espositive siti urbani *aggiornato a settembre 2004 ICONE REPERTORIO archivio atelier per artisti C collezione C M casa-museo I D istituto didattico/accademia M museo m a manifestazione artistica m p manifestazione a premio O I organizzazione istituzionale P A parco artistico R A raccolta d’arte/raccolta d’arte di istituto bancario S simposio S E sede espositiva S F salone fieristico S I sito Internet S U sito urbano A A A 33 Provincia di Piacenza Castell’Arquato ANTICO PALAZZO DELLA PRETURA S E titolarità: Franco Spaggiari via Magno 29100 Castell’Arquato (PC) tel. 0523/803091 o Fondazione D’ARS 02/860290 [email protected] www.dars.it Aperto sabato e giorni festivi dalle 11.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00; oppure su prenotazione Utilizzato come spazio espositivo per mostre d’arte contemporanea di qualità, in sinergia con MiM (cfr. p. 34) e la Fondazione D’ARS – Oscar Signorini Onlus di Milano, l’Antico Palazzo della Pretura vanta una storia istituzionale ancor prima di diventare di proprietà della famiglia Spaggiari. Il Palazzo, ultimato nella struttura architettonica a più volumi realizzati in cotto e sviluppati su tre piani nel 1296, per volontà di Alberto Scoto, è una complessa costruzione cui è stata aggiunta, nel 1447, la doppia loggia. Esso divenne successivamente sede del governo del Podestà e abitazione del Conte di Santa Fiora; mentre, dalla fine del Cinquecento fino al 1850, fu occupato dalla pretura. Nel 1995 l’attuale suo proprietario, Franco Spaggiari, lo adibiva a sede espositiva per rassegne d’arte contemporanea di stretta attualità, in sinergia con la Fondazione D’ARS di Milano, che si è avvalsa della consulenza del critico francese Pierre Restany. Da quel momento ad ora sono state realizzate più di trenta mostre e coinvolti più di trecento artisti nazionali e internazionali, nonché una ventina di curatori, con una particolare attenzione ad implicare le nuove leve della critica italiana. La filosofia portante dell’attività dell’Antico Palazzo della Pretura è tematica, ossia prevede il confronto attivo tra artisti, critici e pubblico intorno a soggetti, o dettati, che inducono alla riflessione su vari argomenti: da queste esposizioni molte opere sono poi entrate a far parte della collezione permanente del MiM di San Pietro in Cerro. Percorrendo brevemente le esposizioni del Castello, nel 1995, l’attività d’esordio riguarda mostre sull’arte oggettuale, La presenza delle cose, e sugli aspetti simbolici dell’esistenza, Percorsi attuali del vero; nel 1996 Riciclo e riuso: l’arte ritrovata si proponeva di riqualificare, in senso artistico, i materiali di scarto industriale, mentre Il paese della cuccagna faceva fuoco sugli aspetti più ludici espressi dalla creatività; nel 1997 una mostra dedicata al romanzo di Antoine de Saint-Exupéry si proponeva come omaggio artistico d’ispirazione letteraria al Piccolo principe, cui seguivano il difficile traguardo di rappresentare l’invisibile nell’esposizione Eufonia e l’impegno sociale, politico e culturale di Eroi, trasgressori e rivoluzionari; nel 1998 Di padre in figlio poneva l’accento sulla continuità generazionale in famiglie di artisti, mentre Art for the Ocean with Love ripresentava il tema del mare e dell’acqua attraverso gli interpreti più attuali, sino alla craking art, e L’immagine e il suo destino si proponeva di fare il punto odierno sulla figurazione; il 1999 è stato l’anno delle Entità instabili, del Progetto Artechroma il cui protagonista indiscusso era il colore, dell’arte urbana e metropolitana attraverso Metropoli e arte; e della poesia visiva ne La lettera e l’immagine; nel 2000 il Castello ha ospitato rassegne sull’estetica del corpo, Corpo libero. La carne, l’anima, il sogno dell’immagine, sul rapporto tra maestro e allievo, Strumenti dell’arte, e sulla matematica, L’Arte dei numeri, i numeri dell’arte, in occasione dell’anno mondiale della matematica; il 2001 è stato l’anno delle celebrazioni per il centenario della morte di Giuseppe Verdi e la mo- 34 Provincia di Piacenza stra Sempreverdi ha ripercorso, con l’ironia che contraddistingue spesso l’arte contemporanea, il tema della musica nel ricordo del compositore. Il progetto Terramare ha offerto lavori d’artisti legati alla cultura del Mediterraneo, mentre Il sogno dell’oggetto riguardava l’evoluzione del ready-made nell’arte più attuale; il 2003 ha avuto come fil-rouge il tema della complessità e, all’insegna di questa, sono state realizzate le mostre Isole frattali, Corpi liberi, Multietnicittà e Paesaggio & Paesaggio; il 2004 ha inaugurato la stagione con la mostra d’installazioni La crisi della presenza, atta a testimoniare attraverso l’interazione dei linguaggi artistici, anche musicali, gli attuali cambiamenti dell’uomo nella società ed è proseguita con Il luogo del racconto metafore metropolitane tra artisti, poeti e fotografi, che si esprimono visivamente con lessico figurativo, letterario e fotomeccanico sulla città di Milano; e sono proseguite le rassegne a tema in collaborazione con il CNRS di Parigi, giunte nel 2004 alla 21a edizione. San Pietro in Cerro MIM – MUSEUM IN MOTION M titolarità: Franco Spaggiari 29010 San Pietro in Cerro (PC) tel. 0523/983711; fax 0523/984722 [email protected] www.piacenzamusei.it Aperto da aprile a settembre, nei giorni festivi, dalle 11.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Il Museo d’arte contemporanea dell’attualità Museum in Motion è allestito all’interno del Castello di San Pietro in Cerro. La costruzione fortilizia risale al XIII secolo, ma l’assetto architettonico attuale è della metà del Quattrocento e realizzato per volontà del fondatore Bartolomeo Barratieri, mentre documenti d’archivio risalenti al XVIII secolo hanno consentito il recupero funzionale originario di molti degli ambienti del castello; di proprietà dei Barattieri sino al 1993, è ora della famiglia Spaggiari. Nel sottotetto, lungo tutto il percorso che si sviluppa tra le due torrette, è stato allestito il MiM, di proprietà di Franco Spaggiari, reso fruibile al pubblico con un’interessante collezione d’arte comprensiva di più di trecento opere d’artisti internazionali, nazionali e locali dal dopoguerra ad oggi. Dalla sua nascita, nel 2001 per volontà mecenatizia del suo proprietario, il MiM si è avvalso della collaborazione dell’associazione parigina D’ARS e del sostegno critico di Pierre Restany, ideatore del nome del museo, quale testimonianza del continuo processo evolutivo delle collezioni improntate alla valorizzazione delle più significative espressioni artistiche dell’attualità; da quel momento il museo conta sull’organizzazione di Roberta Castellani. Il museo è diviso in tre sezioni: le ricerche internazionali sono attestate da Gonzalo Martin Calero, Roger Selden, Robin van Arsdol, Jaume Solè, Cordelia von den Steinen, Alzek Misheff, Javier Loren, mentre il panorama creativo italiano è rappresentato da numerosi artisti, tra i quali Alberto Allegri, Agostino Bonalumi, Gianni Brusamolino, Aurelio Caminati, Pino Chiari, Marco Cornini, Carla Crosio, Roberto Crippa, Sergio D’Angelo, Gioxe De Micheli, Gianfranco Ferroni, Gianni Dova, Paolo Grimaldi, Omar Galliani, Ale Guzzetti, Ugo La Pietra, Giancarlo Ossola, Fabrizio Plessi, Bruto Pomodoro, Concetto Pozzati, Valentino Vago, Franco Vaccari e Walter Valentini. Una particolare attenzione è rivolta agli sviluppi 35 Provincia di Piacenza dell’arte piacentina, valorizzata attraverso le opere di Carlo Berté, Armodio, Bot, Sergio Brizzolesi, Gustavo Foppiani, Mauro Fornari, Alberto Gallerati, Giorgio Groppi, Paolo Perotti, Ludovico Mosconi, Cinello Losi, Luciano Spazzali e William Xerra. Museum in Motion è circondato da un giardino, ove sono presenti alcune sculture e installazioni contemporanee del periodo post cubista e post metafisico di Gianni Brusamolino, e della concettuale, poverista Pina Inferrera Curtò. Nel 2004 la direzione ha istituito il Premio Luigi Pronti, dedicato ai giovani artisti fotografi, in memoria dell’attenzione e considerazione che il direttore dell’Apt di Piacenza, prematuramente scomparso, ha sempre avuto nei loro confronti. L’attività espositiva del museo si svolge a Castell’Arquato, all’interno del Palazzo della Pretura (vedi p. 33). Monticelli d’Ongina MUSEO CIVICO R A titolarità: Parrocchia di Monticelli Rocca Pallavicino Casali piazza Casali 10 29010 Monticelli d’Ongina (PC) tel. 0523/827185-827195; fax 0523/814533 [email protected] www.piacenzamusei.it Il museo è etnografico ed è gestito dal Gruppo Culturale Mostre in collaborazione con la Pro Loco. Unitamente ai cimeli e ai documenti appartenuti al compositore Amilcare Zanella, e ad altri personaggi illustri di Monticelli, ospita una raccolta di dipinti d’autori contemporanei del paese di Monticelli, tra cui Giacomo Malfanti, Luigi Bisotti, Egidio Camoni, Giorgio Carpanini e Nando Paiella. In occasione delle fiere annuali diventa spazio espositivo per temporanee mostre d’arte. Piacenza GALLERIA D’ARTE MODERNA RICCI ODDI M titolarità: Comune di Piacenza via San Siro 13 29100 Piacenza (PC) tel. e fax 0523/320742 [email protected] www.piacenzamusei.it Aperto dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; chiuso il lunedì La Galleria Ricci Oddi è stata inaugurata nel 1931 negli spazi dell’ex Convento di San Siro, riattati a museo dall’architetto Giulio Ulisse Arata; la gestazione della fruizione pubblica della collezione di Giuseppe Ricci Oddi fu assai lunga e problematica, proprio perché il Comune desiderava ottemperare i desideri del mecenate piacentino che aveva Aperto in inverno, la domenica dalle 14.30 voluto destinare alla sua città una raccolta di alle 17.00 e, in estate, la domenica dalle 15.00 rilievo artistico dalla pubblica utilità. La racalle 18.30; chiuso, ma aperto su prenotazione nei mesi di gennaio, luglio agosto e dicembre colta d’arte, a lui contemporanea, per Giuseppe Ricci Oddi (1868-1937) era iniziata Il Museo Civico di Monticelli si trova all’in- nel 1897 con un gusto orientato sia verso le terno della Rocca, castello fortilizio del XV espressioni piacentine, sia nei confronti delle secolo costruito dai membri della famiglia di molteplici ricerche italiane della seconda Rolando Pallavicino. metà del XIX secolo, senza avvicinarsi mai 36 Provincia di Piacenza troppo alle avanguardie più radicali; e con un’attenzione indirizzata verso alcune novità moderate d’inizio Novecento, come le suggestioni stilistiche del Simbolismo e le esperienze di matrice impressionista e fauve sviluppate dagli italiani più aggiornati. Dopo il decesso del collezionista, la Galleria ha proseguito l’incremento dell’arte del XX secolo e, in seguito a un consistente restauro durato dal 1997 al 2001, le collezioni sono presentate al pubblico in un nuovo allestimento che prevede diversi spazi più corrispondenti alle nuove esigenze museali: una sala sotterranea ed un piano intero per la didattica. Stefano Fugazza, attuale direttore, ha concepito il nuovo allestimento museale organizzandolo per sale: il salone d’onore è adibito a mostre temporanee o per l’esposizione di nuove acquisizioni, le sale sono allestite armonicamente con opere d’artisti raggruppati per appartenenza ad aree geografiche limitrofe, assonanze stilistiche e congruenze cronologiche che testimoniano, in particolare, le ricerche figurative dell’Ottocento e del primo Novecento. Il XX secolo si apre con le opere degli emiliani, come Amedeo Bocchi, Giuseppe Graziosi, Garzia Fioresi, Alfredo Protti, Giovanni Boldini, cui è stata affiancata la ricerca italo-francese di Mario Cavaglieri; ed è seguito dai lavori dei piacentini Luigi Arrigoni, Alfredo Soressi, Luciano Richetti e Bruno Cassinari, nonché arricchito dalle sculture di Medardo Rosso, Domenico Trentecoste, Libero Andreotti, Ermenegildo Luppi, Attilio Selva, Pietro Canonica, Quirino Ruggeri, Alessandro Moretti e Arturo Dazzi. La cultura figurativa veneta del Novecento è aperta da Pietro Fragiacomo, Guglielmo e Beppe Ciardi, Francesco Sartorelli, Ettore Tito, Ferruccio Scattola, Guido Cadorin e Lino Selvatico; la ricerca pittorica romana è testimoniata da Antonio Mancini, mentre il meridione vede interessanti prove di Vincenzo Irolli. Un movimento di transizione tra passato e futuro, a cavallo del secolo, è stato il Simbolismo, nel quale si possono riconoscere manifeste spie del rinnovamento culturale poi deflagrato nella nascita delle avanguardie europee. Figurativamente esso è rappresentato da importanti opere di Giulio Aristide Sartorio, Plinio Nomellini, Camillo Innocenti e Felice Carena, nonché da interessanti dipinti d’estrazione emiliano-romagnola, quali quelli di Adolfo De Carolis, Mario De Maria, Cesare Laurenti. La frequentazione alle Biennali del primo trentennio del secolo scorso portava il collezionista Ricci Oddi alla conoscenza e all’apprezzamento dell’arte internazionale, in particolare di quella che aveva impresso significativi cambiamenti a quella italiana: da lui venivano acquisiti lavori di Thorolf Holmboe, Alfred Napoléon Delaunois, Carl Larsson, Albin Egger-Lienz. La vasta stagione del movimento artistico del Novecento italiano, con molte delle sue varianti, è rappresentata pittoricamente da Piero Marussig, Gianfilippo Usellini, Massimo Campigli, Ottavio Steffenini, Carlo Prada, Filippo De Pisis, Bruno Saetti, Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Gian Emilio Malerba, Ubaldo Oppi, Mario Sironi, Felice Carena, Felice Casorati, Arturo Tosi, Aldo Carpi, Carlo Carrà, Alberto Salietti, Michele Cascella; vi sono inoltre opere scultoree di Adolfo Wildt, Francesco Messina, Umberto Boccioni e Siro Penagini. 37 Provincia di Piacenza Per quanto concerne le collezioni d’arte contemporanea dell’attualità, il secondo Novecento è prevalentemente documentato da pittura, scultura e grafica piacentina, con la presenza di lavori di Bruno Cassinari, Gustavo Foppiani, Ludovico Mosconi, Armodio (Vilmore Schenardi), Carlo Berté, Bruno Grassi, Alfredo Casali, Franco Corradini, Giancarlo Braghieri, Mauro Fornari, Giacomo Malfanti, Bruno Sapiente, Bruno Missieri, Secondo Tizzoni, Giorgi Groppi, Paolo Perotti, Sergio Brizzolesi, Giuseppe Serafini e Alfredo Sorresi, Ettore Bonfatti Sabbioni; e da due nuclei di opere, la donazione Cogni di sculture di Lorenzo Pepe e i dipinti di Giancarlo Manara, che arricchiscono la Galleria incontrando nuovamente la sua naturale vocazione di collezione d’arte dell’Italia contemporanea. Non vanno dimenticati, quindi, gli esempi di pittura pavese di Contardo Barbieri e Alfredo Mantica, nonché degli emiliani Nando Negri, Pietro Ghizzardi, Giuseppe Motti e Carlo Mattioli. L’attività della Galleria è mirata all’acquisizione di realtà artistiche contemporanee legate al territorio, nonché alla loro valorizzazione attraverso mostre, restauri, conferenze, letture, attività didattica, pubblicazioni e iniziative promozionali. Tra gli ultimi eventi si ricordano le esposizioni Scultura piacentina del primo Novecento (2002), Pittura piacentina del Novecento (2002), la donazione del poeta piacentino Ferdinando Cogni Sculture di Lorenzo Pepe (2002), Sguardi sull’arte. Ventidue artisti piacentini dei nostri giorni (2002); La piccolissima Galleria. Donne artiste alla Ricci Oddi (2003); La rivolta e l’incanto. Poesia, pittura e scultura in Nello Vegezzi, Lo specchio di Venere. Sybille e la città e Luciano Ricchetti alla prima edizione del Premio Cremona (1939) e la mostra La donna nella grafica di Boccioni (2004). Piacenza OFFICINA DELLA LUCE EX CENTRALE EMILIA S E titolarità: Comune di Piacenza via Nino Bixio 27 29100 Piacenza (PC) tel. 0523/609730 Aperto in occasioni espositive Nuova sede espositiva del Comune di Piacenza per mostre d’arte contemporanea di qualità. Progettata dall’architetto Piero Portaluppi, la centrale venne edificata su un’area di 26.000 mq, di cui 6.700 coperti, e fu inaugurata nel 1929. Dismessa nel 1985, questo esempio d’archeologia industriale di elevato interesse estetico diventava dal 2003 sede di eventi e iniziative culturali legate alla contemporaneità. Sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia di Piacenza, e da sponsor privati, Officina della Luce inaugurava la sua attività a maggio con la mostra Cover Theory. L’arte contemporanea come re-interpretazione, a cura di Marco Senaldi, che ha orchestrato artisti e intellettuali a confronto sul tema dell’originale e dell’ispirazione che esso può creare, a distanza di tempo: dalla sua “copia”, che mai, in effetti, di duplicato si tratta, o la sua rilettura. Con spirito post moderno sono stati esposti lavori di Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, James Lee Byars, Robert Longo, Luigi Paolini, Salvo, Anto- 38 Provincia di Piacenza nio Trotta, Stefano Arienti, Bertozzi e Casoni con opere di Massimo Carozzi, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Antonio De Pascale, Claudia Losi, Amedeo Martegani, Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Simon Morley, Luis Felipe Ortega, Leonardo Pivi, Antonio Riello e Richard Prince. La mostra ha avuto diverse iniziative a latere, sempre legate al tema della re-interpretazione, come concerti, letture di poesie, balletti e un convegno, intesi a porre in rilievo come il remix di una cover non sia solo un’espressione puramente musicale, ma sia un meccanismo che interessa tutte le diverse forme artistiche; e di come l’arte contemporanea, sin dalle avanguardie storiche, abbia usato osmoticamente la parola, la musica, il teatro, il gesto, l’azione e l’oggetto nei suoi prodotti. Piacenza PALAZZO GOTICO S E titolarità: Comune di Piacenza piazza dei Cavalli 29100 Piacenza (PC) tel. 0523/305254 www.comune.piacenza.it Aperto in occasioni espositive Il Palazzo del Comune, detto Gotico, sorse nel 1281 per volontà di Alberto Scoto, esponente della borghesia guelfa; ultimato, il palazzo avrebbe dovuto essere quadrangolare, ma la costruzione si limitò al fronte nord con il piano terreno aperto a portici e il primo piano occupato da un unico salone adibito ad accogliere, per lungo tempo, le assemblee popolari. Attualmente è utilizzato per grandi esposi- zioni d’arte antica, moderna e contemporanea; di quest’ultima si ricordano le grandi antologiche di due pittori piacentini, Luciano Ricchetti, nel 1997, e Ludovico Mosconi, nel 2003 e la collettiva Surrealismo padano nel 2002. Piacenza GIOVANI ARTISTI PIACENTINI (G.A.P.) O I S I A titolarità: Comune di Piacenza Assessorato alle Politiche Giovanili piazza dei Cavalli 2 29100 Piacenza (PC) tel. e fax 0523/492398 [email protected] www.comune.piacenza.it/giovani/gap/index.asp Il G.A.P. Giovani Artisti Piacentini fa parte del coordinamento regionale GA/ER (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), istituito nel 1998 come organismo istituzionale che si propone il supporto, la documentazione e la promozione del lavoro dei giovani artisti della regione. Il GA/ER è composto dalla Regione Emilia-Romagna e dalla maggior parte dei Comuni del territorio, Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Reggio Emilia, Ravenna e Rimini, che hanno istituito centri volti alla crescita della creatività dei giovani artisti di ogni luogo la cui età sia compresa tra i 18 e i 35 anni; ed è inserito all’interno del circuito G.A.I. (Giovani Artisti Italiani). Il G.A.P., istituito nel 2001, conta numerosi artisti iscritti al suo Archivio nelle sezioni tecniche di pittura, scultura, letteratura, interventi urbani, installazioni, incisione, fumetto, fotografia, creazioni multimediali e cortometraggi; il sito internet ad esso riferito offre numerose informazioni che riguardano 39 Provincia di Piacenza il loro percorso espressivo e le attività espositive, anche in collaborazione con il Comune, come le rassegne Tendenze e Pulcheria. Attraverso il sito si possono contattare e vedere i lavori di alcuni giovani artisti piacentini, come Giovanni Alberti, Dario Baldinetti, Alessandra Chiappini, Davide Corona, Isabella Genovese, Roberto Goldoni, Francesco Mutti, Maurizio Ottolinini, Elena Pelò, Simone Roveda, Mario Branca, Chiara Camoni, Sonia Mazzetta, Valerio Saltabelli, Laura Segalini, Daniela Benedetti, Silvia Cagnani, Marco Piersanti, Laura Regalia, Daniela Groppi e Nadia Passerini. Il G.A.P. si avvale dell’attività dell’associazione Team Promo Arte per il coinvolgimento e la promozione della creatività giovanile, anche attraverso selezioni in istituti scolastici. 40 Provincia di Parma Bedonia MUSEO ROMEO MUSA M titolarità: Seminario Vescovile via Don Stefano Raffi 30 43041 Bedonia (PR) tel. 0525/824420-824621; fax 0525/820004 [email protected] web.tin.it/bedonia/seminari.htm Aperto luglio e agosto dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.00. Il resto dell’anno è aperto su prenotazione Il museo, istituito nel 1996 in seguito alla donazione dei figli dell’artista locale Romeo Musa (1882-1960) al Seminario Vescovile, attivo dal 1846, comprende matrici in legno e xilografie, stampe, acquerelli, dipinti ad olio e poesie eseguite dall’artista nel corso del Novecento. L’opera omnia del pittore e xilografo Romeo Musa, nativo di Calice, è composta da una rassegna pressoché completa della sua produzione artistica; inoltre, è illustrata ogni fase di lavoro per la realizzazione di una xilografia con il corredo di tutti gli strumenti di lavoro. Come pittore, Romeo Musa è stato artefice di diverse opere a carattere religioso, testimoniate da acquerelli e bozzetti preparatori per affreschi, poi realizzati nelle chiese di Bedonia e Calice con stile naturalistico verista. Bedonia MUSEO DI SCULTURA ALL’APERTO S U titolarità: Comune di Bedonia Parco della Peschiera piazza Caduti per la Patria 1 43041 Bedonia (PR) tel. 0525/824149; fax 0525/824150 [email protected] www.comune.bedonia.pr.it S Le sculture realizzate nell’ambito dei Simposi internazionali di scultura in pietra arenaria di Carniglia, iniziati nel 2000 con cadenza biennale, si trovano dislocate all’interno del tessuto urbano di Bedonia. Il Comune e l’Associazione culturale Iter hanno istituito il Simposio di scultura in pietra arenaria di Carniglia, nel 2002 alla seconda edizione, per valorizzare anche dal punto di vista artistico, e non solo produttivo, la pietra arenaria, peculiarità territoriale della Val di Taro: si tratta di una pietra particolarmente pregiata, di colore grigio intenso, che sin dall’inizio del XX secolo viene estratta vicino a Bedonia. Nel 2000 la prima manifestazione ha avuto titolo La pietra scolpita: sono stati invitati 32 scultori, italiani e internazionali, che hanno partecipato con un loro bozzetto, ma solo cinque sono stati invitati a realizzare la scultura finita. Lo stesso anno sono stati prescelti Gianantonio Cristalli, Bon Gyu Lee, Olli Mantere, Sybille Pasche e Jorge Romeo; nel 2002 il simposio ha avuto come tema Una figura nella pietra… e la partecipazione di 26 artisti, tra cui sono stati selezionati Massimo Canato, Ko Jae Chun, Maria Goretti Alfonso Ortega, Milena Taneva, Grazia Volanti. A latere dell’evento sono state organizzate una mostra di sculture e una giornata di disegno sulla pietra, tenutesi nel Centro civico del Parco della Peschiera. L’attività espositiva d’arte contemporanea, a Bedonia, si divide tra i due centri, il primo sito nel paese, il cui centro storico si presenta costituito da tre assi principali incentrati sulla chiesa parrocchiale, di origine medioevale, risalente nella sua forma attua- 41 Provincia di Parma le alla prima metà del XVII secolo; il secondo si trova all’interno del Parco della Peschiera, dov’è visibile il settecentesco arco d’ingresso dell’antica possessione Silva, ove si svolgono i Simposi biennali. Tra le attività più recenti delle due sedi si ricordano le mostre di Giorgio Secchi, di Marija Rupreth e Roberta Cavalli. Borgo Val di Taro MUSEO DELLE MURA S E titolarità: Comune di Borgo Val di Taro via Cesare Battisti 82 43043 Borgo Val di Taro (PR) tel. 0525/96796 www.valtaro.it Aperto in giornate diverse a seconda delle esposizioni; i feriali dalle 16.00 alle 19.30 e i festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.30 Si tratta di uno spazio museale, adibito a sede espositiva, ricavato all’interno di alcune parti delle mura esterne quattrocentesche del paese, fatte realizzare per difesa da Obietto Fieschi, e che circondano il nucleo urbano con eleganti palazzi realizzati tra il XVI e il XVIII secolo. L’attività del Museo delle Mura è abbastanza intensa: in questa sede sono state realizzate prevalentemente mostre d’arte contemporanea a carattere monografico, per Giovanni Costella, Graziano Bartolini, Giorgio Bonici, Mario Madiai, Giovanna Serventi, Mirella Costa e Mauro Davoli, e alcune collettive come Intervallo paesaggi italiani e Novecento 2000; nonché due retrospettive dedicate a Carlo Mattioli, Giorgio Morandi e Antonio Ligabue. Collecchio MUSEO DI SCULTURA ALL’APERTO S U titolarità: Comune di Collecchio viale Libertà 3 43044 Collecchio (PR) tel. 0521/301126; fax 0521/301120 [email protected] www.comune.collecchio.pr.it www.collecchioonline.it S Il tessuto urbano di Collecchio s’è arricchito, dal 2003, si sculture in pietra serena realizzate nell’ambito della prima Biennale Internazionale di Scultura Spettacolo. La prima edizione di Serena. Biennale Internazionale di Scultura Spettacolo ha avuto luogo a Collecchio nel 2003 e si è svolta nel quartiere “Il Viale” dove cinque scultori hanno lavorato la pietra serena affinché le loro opere arricchissero artisticamente il tessuto urbano. Il primo svolgimento di Serena ha avuto come tema Il risveglio dell’uomo interpretato nelle valenze creative generate dal lavorare la pietra, riconosciute nella sua trasformazione da blocco amorfo a forma scultorea. Gli artisti che hanno partecipato a questa manifestazione sono Remo Belletti, Franco Daga, Kenneth Brickman Metoxen, André Sandel e Nestor Vildoza. Compiano SALONE DEL MUNICIPIO S E titolarità: Comune di Compiano via M. Rossi Sidoli 3 43053 Compiano (PR) tel. 0525/825125; fax 0525/825528 Il Salone è situato nella sede del Municipio del paese, architettonicamente medievale e caratterizzato dalla cinta muraria che racchiude strade strette e in salita, antichi palaz- 42 Provincia di Parma zi e case torri ed è dominato dal Castello, che fiche e di pittura, proponendo collettive di conserva gli arredi barocchi della marchesa artisti locali e monografiche, come quella del Lina Raimondi Gambarotta e una collezione collecchiese Attilio Marchetti. di oggetti massonici. Dal 1991 Compiano ospita un’importante manifestazione culturale quale l’assegnazione Langhirano del premio letterario P.E.N., cui viene annual- CENTRO CULTURALE DEL COMUNE DI LANGHIRANO S E mente associata una mostra d’arte contempo- titolarità: Comune di Langhirano ranea, di un artista che si sia espresso creativa- via Cesare Battisti 20 mente anche nella scrittura, e che si tiene nel 43013 Langhirano (PR) Salone del Municipio. Hanno sinora esposto tel. 0521/351350-351352; fax 0521/351354 Salvatore Fiume, Enrico Baj, Emilio Tadini, [email protected] Luciano Minguzzi, Tullio Pricoli, Floriano Bo- www.comune.langhirano.pr.it/online dini, Aligi Sassu, Bruno Grassi, Mario Doni- Orari di apertura dal lunedì al venerdì dalle 8.30 zetti, Bruno Caruso e Giuseppe Ajmone. alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30; il sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Collecchio CENTRO CULTURALE VILLA SORAGNA S E titolarità: Comune di Collecchio Parco Nevicati 43044 Collecchio (PR) tel. 0521/30111; fax 0521/301120 [email protected] www.comune.collecchio.pr.it Il Centro Culturale di Langhirano è assai attivo e, al suo interno, vi sono un’ampia sala espositiva che ospita mostre d’arte contemporanea, la biblioteca comunale, la sala telematica, la fonoteca e la videoteca. Le mostre che hanno avuto corso sono state sia di carattere monografico che collettive, come Giussani e Canetti, Agostino Monopoli e Alfa BeCentro polivalente adibito anche a esposizio- ta, una mostra quest’ultima che indagava la reni d’arte, ricavato negli spazi dell’ottocente- lazione del segno come scrittura tra pittura, sca Villa Soragna dentro Parco Nevicati. Di scultura e fotografia. proprietà Meli Lupi sino al 1963, essa è poi passata al Comune che l’ha riattata con lavori di restauro che hanno messo in evidenza Parma MUSEO AMEDEO BOCCHI M gli affreschi con scene di mitologia, eseguiti titolarità: Fondazione Monte di Parma sempre nel XIX secolo; all’interno sono ospi- Palazzo Sanvitale - strada Cairoli tati diversi servizi culturali, come la bibliote- 43100 Parma (PR) ca, l’informagiovani, l’emeroteca, l’archivio tel. 0521/228289-234166; fax 0521/209507 storico; nonché spazi destinati ad attività [email protected] www.museobocchi.it convegnistica e teatrale. www.fondazionemonteparma.it Le sale espositive, ai piani superiori della Villa, sono destinate a mostre artistiche che, nel Aperto da martedì a domenica, dalle 10.30 2004, si sono sviluppate in rassegne fotogra- alle 13.00. Chiuso il lunedì 43 Provincia di Parma Il Museo Amedeo Bocchi è sito nel tardosettecentesco Palazzo Sanvitale, sede della Fondazione Monte di Parma. Il primo consistente ampliamento del palazzo, delle cui preesistenze si ha notizia sin dal Duecento, risale al XVII secolo ad opera del proprietario Alessandro Sanvitale, definitivamente poi riattato, nel 1787, dall’architetto Angelo Rasori su progetto di Domenico Cossetti. In seguito, il palazzo veniva affrescato e decorato a stucco da vari artisti come Sebastiano Galeotti, Grato e Giocondo Albertolli, Domenico Muzzi, Carlo Bossi e J.B. Cousinet. Nel 1932 il palazzo veniva ceduto dal casato Sanvitale all’ordine ecclesiastico delle Suore Figlie della Croce, poi, nel 1978, diventava residenza della Banca del Monte di Parma, l’istituto che ha provveduto a una delicata ed impegnativa campagna di restauro dell’intero complesso e ha dato vita a un polo museale che coniuga attività comuni tra la Fondazione e le amministrazioni pubbliche. Il Museo Bocchi è stato costituito al piano terra dell’edificio in seguito alla donazione delle opere dell’artista da parte delle eredi Rina Cabassi e Emilia Bocchi. Il museo è composto da cinque sale a tema: le opere del pittore parmense sono state suddivise nei Ritratti di Bianca, Bozzetti e prove d’affresco per la Cassa di Risparmio di Parma, I paesaggi, I ritratti di famiglia e Studi, disegni e bozzetti; quest’ultima sala completa il museo monografico grazie all’ulteriore donazione delle eredi, avvenuta nel 2003. Amedeo Bocchi (1883-1976) ha vissuto tra la città emiliana e Roma, ma è rimasto fedele alle istanze internazionali recepite negli anni della sua formazione nella capitale, ossia a quella linea di confine tra Simbolismo e Secessionismo, non esente dalla ricezione del francese fauvisme post impressionista variamente coniugato dagli artisti più aggiornati della regione come Garzia Fioresi e Carlo Corsi; e in seguito rimaste, in filigrana, nei successivi lavori suggeriti dal “ritorno all’ordine” della pittura del Novecento. La sua predilezione per l’interpretazione di tematiche sociali e della figura umana, in particolare femminile, fu costante nel corso del lungo percorso testimoniato dalle opere del museo: Fior di loto, Bianca, La famiglia, Nudo femminile, Il tè, La trebbia ed Esodo dimostrano la sensibilità e la qualità di questo artista emiliano nell’aggiornare la pittura del territorio nel delicato passaggio tra il XIX e il XX secolo. Parma MUSEO DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI PARMA E MONTE DI PEGNO SU BUSSETO R A Palazzo Bossi Bocchi strada al Ponte Caprazucca 4 43100 Parma (PR) tel. 0521/532111; fax 0521/289761 [email protected] www.fondazionecrp.it Il Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Pegno su Busseto ha sede nel cinquecentesco Palazzo Bossi Bocchi, riattato nel XIX secolo dall’allora proprietario Francesco Antonio Pelati; nel 1894 Leonida Bocchi lo ampliava con ulteriori ristrutturazioni su progetto dell’architetto Camillo Uccelli. La Fondazione raccoglie testimonianze dell’arte parmense dal Seicento all’attualità. Il 44 Provincia di Parma Novecento è rappresentato dalle opere pittoriche di Amedeo Bocchi, Daniele De Strobel, Gianfranco Manara, Donnino Pozzi e Bruno Zoni, mentre la scultura contemporanea dalla collezione di bronzi, marmi e gessi preparatori ai lavori monumentali di Luigi Froni. La Fondazione promuove anche mostre che valorizzino le proprie collezioni e la cultura del territorio parmense, come le monografiche Bruno Zoni. Opere 19301954; Bruno Zoni. La figurazione emozionata – gli anni ’50-’70; Luigi Froni. Ritratti dell’esistenza e Gianfranco Manara 19241993. Parma CENTRO STUDI E ARCHIVIO DELLA COMUNICAZIONE (CSAC) A titolarità: Università degli Studi di Parma via Palermo 6 poi via Colorno 43100 Parma (PR) tel. 0521/270847-270798; fax 0521/270832 [email protected] www.unipr.it/arpa/csac/csachp.html Aperto solo agli studiosi dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00; il venerdì dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso sabato e domenica Fondato da Carlo Arturo Quintavalle, sin dalla fine degli anni Sessanta all’Università degli Studi di Parma, il CSAC viene ufficialmente riconosciuto nel 1986 con alle spalle una cospicua attività d’archivio d’arti interdisciplinari, raccolta d’arte e centro studi, il cui modello è riconducibile alle collezioni universitarie degli Stati Uniti. Fortemente centrato sugli sviluppi di ricerca dell’Istituto di Storia dell’Arte di Parma, il CSAC si è primariamente caratterizzato per la raccolta di materiali artistici riferiti alla Pop Art, all’Informale e al rapporto tra i media e i suoi fruitori; in seguito a ciò si sono aperti altri filoni d’interesse per la produzione artistica riferita a comunicazione, pubblicità, satira politica, moda e fotografia, architettura, disegno progettuale e design, che hanno creato un rapporto osmotico di tipo orizzontale, di matrice culturale-antropologica, tra tutti i materiali raccolti dal CSAC; tutti leggibili trasversalmente come espressioni documentarie dell’epoca e della civiltà contemporanea cui si riferiscono. Le sue vaste collezioni, dirette da Gloria Bianchino, sono scaturite da un’intensa attività espositiva e da donazioni, e si dividono necessariamente in varie sezioni: nell’Arte sono presenti più di 1.200 dipinti, 200 sculture, 15.000 disegni, cartoni, tempere e arazzi. Nuclei significativi sono quelli di opere di Mario Sironi, di Lucio Fontana, di Arnaldo Pomodoro, ma anche singoli pezzi testimoniano l’eccellente qualità delle raccolte, che spaziano dal locale all’internazionale: sono conservati lavori di Alberto Burri, Renato Guttuso, Renato Birolli, Carla Accardi, Afro Basaldella, Getulio Alviani, Franco Angeli, Enrico Baj, Vasco Bendini, Max Bill, Renata Boero, Rafael Canogar, Bruno Cassinari, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Pietro Consagra, De Rocchi, Lucio Del Pezzo, Enrico Della Torre, Luciano Fabro, Giuseppe Ferrari, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Attilio Forgioli, Pinot Gallizio, Garau, Garcia Rossi, Marco Gastini, Franco Gentilini, Giunni, Giorgio Griffa, Carlo Guenzi, Pierluigi Lavagnino, Pompilio Mandelli, 45 Provincia di Parma Carlo Mattioli, Fausto Melotti, François Morellet, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Mario Nigro, Gastone Novelli, Giancarlo Ossola, Padova, Giulio Paolini, Gianfranco Pardi, Armando Pizzinato, Arnaldo Pomodoro, Concetto Pozzati, Mario Raciti, Mario Radice, Mauro Reggiani, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Alberto Savinio, Emilio Scanavino, Mario Schifano, Toti Scialoja, Atanasio Soldati, Giuseppe Spagnulo, Emilio Tadini, Joe Tilson, Giuseppe Uncini, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Wolf Vostell, Xiao e molti altri. La sezione Grafica comprende oltre 15.000 opere d’artisti italiani e di altri paesi; inoltre l’attenzione al campo dell’illustrazione ha consentito la creazione di una raccolta ove sono compresi 11.000 disegni di satira e fumetto e 3.000 riguardanti periodici e quotidiani. La sezione del Progetto architettonico e del design è formata da eccezionali archivi che raggiungono più di un milione di disegni di Gio Ponti, Ignazio Gardella, Giuseppe de Finetti, Pier Luigi Nervi, Figini e Pollini, Giuseppe Samonà e Marcello Nizzoli. La sezione Fotografia è composta da oltre sei milioni di pezzi formati da consistenti acquisizioni, come l’archivio integrale della romana Publifoto, Vasari e Tosi di Parma, mentre nella sezione Spettacolo sono conservate macchine da ripresa, pellicole e materiali inerenti la progettazione filmica e scenografica; la sezione Moda comprende 70.000 disegni originali, tra cui modelli di Giorgio Armani, Krizia, Versace, Schubert, Lancetti e Gianfranco Ferrè e nuclei di abiti, come quelli di Walter Albini; e infine la sezione Media, i cui materiali si riferiscono all’illustrazione e alla creazione di manifesti, testi- moniata da diversi archivi tra cui si ricordano quelli di Sepo, Erberto Carboni e Anselmo Ballester. L’attività espositiva e di ricerca del CSAC è intensissima e, come spazio, si avvale del Salone delle Scuderie nel Palazzo della Pilotta: le mostre nazionali e internazionali cui l’Archivio ha collaborato o che ha personalmente organizzato, dalla fine degli anni Settanta all’attualità, sono più di 300; tale impegno ha richiesto la creazione di specifiche collane editoriali, prevalentemente a carattere monografico, che sviluppano ricerche e approfondimenti sugli artisti le cui opere sono conservate al CSAC. In un’attività organizzativa che conta circa duecentocinquanta mostre in collaborazione con i più prestigiosi istituti internazionali si ricordano alcune delle principali collettive e monografiche, dal 1978 al presente, realizzate a Parma come Bruno Munari; Alfredo Chiappori; Pericoli–Pirella; Sepo; Anselmo Ballester; Renato Calligaro; Walter Albini; Andrè Masson; Giosetta Fioroni; Emilio Tadini; Remo Gaibazzi; Erberto Carboni. Dal Futurismo al Bauhaus; Adriano Braglia; Bruno Zoni e Gastone Biggi. Dal 1982 è in preparazione la nuova sede, attualmente in fase di riassetto, all’interno dell’antico complesso circestense, restaurato nel XVIII secolo, dell’abbazia di Valserena (Paradinia). I vasti spazi di Paradinia consentiranno al CSAC di avere uno spazio funzionale e idoneo alla migliore valorizzazione del suo patrimonio che, se fruito adeguatamente, svolgerà in maniera ottimale l’importante attività educativa alla base della sua missione e offrirà ulteriori stimoli all’approfondimento scientifico della conoscenza della civiltà del Novecento e del Duemila. 46 Provincia di Parma Parma PINACOTECA “G. STUARD” M titolarità: Comune di Parma via Borgo Parmigianino 2 43100 Parma (PR) tel. 0521/231286; fax 0521/218875 [email protected] www.comune.parma.it/pinacotecastuard Aperto dalle 9.00 alle 18.30 tutti i giorni feriali; i festivi dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso il martedì Dall’anno 2002 la Pinacoteca G. Stuard, diretta da Francesco Barocelli, trova sede nell’ex Monastero di San Paolo, convento benedettino alle cui preesistenze architettoniche si coniugano le decorazioni pittoriche cinquecentesche del Correggio e di Alessandro Araldi che incorniciano la collezione della Pinacoteca, che espone oggetti e opere d’arte che vanno dall’archeologia all’attualità. Oltre alla Collezione di Giuseppe Stuard (1790-1834), cui è stata intestata la Pinacoteca e di cui le opere da lui lasciate formano il nucleo originario, nel museo è visibile un piccolo segmento di opere dei periodi successivi del Novecento, frutto di donazioni e acquisizioni che offrono prevalentemente uno spaccato dell’arte contemporanea storica parmense e piacentina, con lavori di Giovanni Gaibazzi, Latino Barilli e Atanasio Soldati, Amedeo Bocchi, Daniele De Strobel, Donino Pozzi, Walter Madoi, Osvaldo Bot, Luciano Richetti, Ettore Ximenes, Giuseppe Menozzi, Riccardo Fainardi, Paolo Baratta, Giovanni Voltini, Aldo Antonelli, Giuseppe Roboli, Umberto Concerti, Ugo Monica, Silvio Barbieri, Giovanni Fabbi, Ferdinando Silva, Giorgio Bandieri, Giovanni Bandieri, Renzo Barilli e Giovanni Miglioli. Per le esposizioni temporanee, la Pinacoteca G. Stuard si avvale dell’attigua Galleria San Ludovico (cfr. scheda seguente) dove ha organizzato mostre di Madoi, Gasparri e Francesco Barilli; e delle Serre Petitot del Giardino Ducale dove ha presentato i lavori di Carla Nadotti. Parma GALLERIA SAN LUDOVICO S E titolarità: Comune di Parma via Borgo Parmigianino 2/b 43100 Parma (PR) tel. 0521/218669; fax 0521/231142 [email protected] Aperta in occasione di mostre, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30. Chiuso il martedì La Galleria San Ludovico fa parte del complesso monastico di San Paolo, costruito nel X secolo; nel corso del Quattrocento e del Cinquecento il monastero acquisì grande rilevanza e divenne un importante centro benedettino della città, impreziosito da affreschi di Alessandro Araldi e dal giovane Correggio che, nel 1518, vi dipinse la nota Camera di San Paolo. Progettata nella sua architettura attuale da Antonio Béttoli, la chiesa, che ospita l’odierna galleria, fu dedicata a San Ludovico durante il regno di Maria Luigia; sconsacrata nel 1860, diveniva per lungo tempo la sede di attività municipali. Da qualche anno la chiesa è stata recuperata a un uso più consono come spazio espositivo coordinato dall’Assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune di Parma. L’attività d’arte contemporanea più recente svoltasi in questo spazio riguarda una promozione prevalentemente volta alle emergenze artistiche locali come La collezione Carretta: una passione per l’arte contemporanea a Par- 47 Provincia di Parma ma; Walter Madoi: la memoria donata; Il colorato volo del colibrì di Bruno Bricoli; Nino Gasparri: il ritorno di un figlio; Installazioni di Matteo Ferretti, Francesco Barilli: Dipingere è amare ancora e Pier Gatti: l’altra faccia del pianeta; Bruno Barani. L’oro e il nero; Sara Righi e Il kitsch di Roberto Orlandi. ma; Iris Bourg En Presse a Parma; Addio al Novecento; Una babele post moderna: realtà ed allegoria nell’arte italiana degli anni ’90; La collezione Carretta: una passione per l’arte contemporanea a Parma; e Jan Švankemajer Eva Švankamajerovà. Animazione della memoria, memoria dell’animazione. Parma PALAZZO PIGORINI S E titolarità: Comune di Parma via Repubblica 29 43100 Parma (PR) tel. 0521/218967-218914; fax 0521/231142 [email protected] www. comune.parma.it/pigorini Parma GALLERIA DEL TEATRO S E titolarità: Comune di Parma via Mameli 4 43100 Parma (PR) tel. 0521/218968 Aperto durante le esposizioni dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 19.00 Palazzo Pigorini nasce su una preesistenza assai più antica rispetto alle prime fonti che lo documentano nella seconda metà del Settecento. Abitazione del poeta Angelo Mazza e dell’esploratore Vittorio Bòttego, è ampiamente affrescato, con scene mitologiche, da un artista riconosciuto nel romantico tardottocentesco Francesco Scaramuzza. Ai primi del Novecento la proprietaria era Adriana Pigorini Lusignani che lo lasciava, nel 1980, al Comune di Parma affinché fosse destinato, in sua memoria, ad attività artistica museale o similare. Ristrutturato e messo a norma dal Comune come sede espositiva per l’arte contemporanea a Parma, e coordinato da Manuela Saccani dell’Assessorato Attività Culturali e Teatrali, Palazzo Pigorini si è subito assai ben inserito nel tessuto culturale della città con mostre di prestigio quali Salgado guarda Par- La Galleria del Teatro è una porzione del Palazzo del Governatore, costruito nel 1283, sede del Capitano della Città e poi del Governatore e di magistrati del Comune. Il prestigioso palazzo fu anche residenza di legati papali e mantenne l’assetto medievale sino all’epoca farnesiana; la sua facciata venne riattata da Ennemond-Alexandre Petitot durante il XVIII secolo. Nel corso del tempo il Palazzo ha mantenuto immutata la sua destinazione pubblica e oggi ospita diversi uffici comunali. La Galleria del Teatro ha presentato alcune rassegne, prevalentemente fotografiche, come Vive libre. Fotografie di Lorenzo Ziliotti; L’Italia che ride; Da L’Asino a ilbeccogiallo.com; Satira e umorismo. Dai giornali del 1900 ai siti internet del 2000; Città che cambia. Piazzale della Pace; Frammenti istantanee di Pietro Chierici; nonché la mostra dei due pittori parmigiani Stefano Campori e Andrea Valenti, nell’ambito della rassegna Sguardi. Non perdiamoci di vista, organizzata dall’Assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune e l’Archivio Giovani Artisti di Parma e Provincia (cfr. pp. 48-49). 48 Provincia di Parma Parma GALLERIA S. ANDREA S E titolarità: Comune di Parma via Cavestro 6 43100 Parma (PR) Servizio Iniziative Culturali tel. 0521/218663; fax.051/231142 [email protected] Aperta in occasione di eventi espositivi Spazio dedicato a mostre d’arte contemporanea, gestito dall’Assessorato Attività Culturali e Teatrali di Parma, è attivo da diverso tempo e ha realizzato molte esposizioni tra cui si ricordano le più recenti, come Alfredo Chiapponi. “The horses”; I draghi di Sergio Sergi e “Korri”; e Opere di Elio Corradini. Parma ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A titolarità: Comune di Parma via Saffi 6 43100 Parma (PR) tel. 0521/384468-384469-384470 [email protected] www.comune.parma.it/iniziativeculturali/content /arte_palestra.htm Orari di ufficio Archivio Giovani Artisti: dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 13.00; lunedì e giovedì anche dalle 15.00 alle 17.00 Inizialmente più orientato sulla ricerca giovanile in settori letterari, musicali e fotografici, l’Archivio Giovani Artisti di Parma dell’Assessorato Attività Culturali e Teatrali collabora con varie istituzioni tra cui il CSAC (Centro Studi Archivio della Comunicazione cfr. pp. 44-45) e la Fondazione Monte Parma, l’editore Il Cavaliere Azzurro e gli Archivi dei giova- ni artisti di tutta la Regione Emilia-Romagna, con le quali ha coprodotto la rivista “La luna di traverso” ed indetto numerosi concorsi. L’attività dell’Archivio è rivolta a tutti i giovani che, con impegno e professionalità, vogliono dare testimonianza della loro espressione creativa in ogni disciplina artistica: arti visive, letteratura, musica, arti applicate, gastronomia, cinema, teatro, danza e fumetto. Tra gli eventi realizzati dalla struttura si ricorda la mostra Briciole di Città dell’artista Elisa Vignali e il progetto biennale per narratori e fotografi Città che cambia. L’Archivio Giovani Artisti di Parma fa parte del circuito GA/ER (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), coordinamento istituito nel 1998 che si propone il supporto, la documentazione e la promozione del lavoro dei giovani artisti della regione. Il GA/ER è composto dalla Regione Emilia-Romagna e dalla maggior parte dei Comuni del territorio, Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma e Reggio Emilia, che hanno istituito centri volti alla crescita della creatività dei giovani artisti di ogni luogo la cui età sia compresa tra i diciotto e i trentacinque anni ed è inserito all’interno del circuito G.A.I. (Giovani Artisti Italiani). Le attività hanno luogo nella Galleria Palestra, spazio-laboratorio ricavato nell’ex palestra della scuola media “Pascoli” ed utilizzato dall’Archivio Giovani Artisti. La galleria non si configura come un tradizionale luogo espositivo, ma come uno spazio dotato di grande flessibilità e punto d’incontro e di scambio tra le varie realtà dell’arte giovanile. Esso mantiene vivo l’intendimento della sua origine quale luogo d’allenamento individuale e collettivo, non più fisico ma intellettuale; è estremamente in- 49 Provincia di Parma terattivo e le attività che ospita spaziano dalle arti visuali al design, dal teatro alla danza, dalla musica alla letteratura, toccando tutte le espressioni artistiche della contemporaneità. Parma ARTE PARMA S F titolarità: Parma Fiere via F. Rizzi 67/a tel. 0521/9961; fax 0521/996270 43031 Baganzola – Parma (PR) www.fiere.parma.it Dopo aver ospitato per sette anni Museum Parmainarte e Artisti in fiera, l’Ente Fiere di Parma ha racchiuso in un’unica proposta il salone fieristico dedicato all’arte contemporanea con Arte Parma, che ha luogo, annualmente, dal 2004. Questa nuova edizione è divisa in tre sezioni: una dedicata al Novecento storico, una riservata al contemporaneo dell’attualità, dal secondo dopoguerra in poi, mentre la terza propone i giovani artisti. Tali mostre mercato, ove le gallerie private sono selezionate da un’apposita commissione, sono un’ottima occasione per la conoscenza effettiva dell’attualità artistica nazionale e internazionale, e creano dinamiche d’incremento collezionistico nel territorio. Soragna GRAN PREMIO NAZIONALE SORAGNA m p titolarità: Comune di Soragna Palazzo delle Scuole 43019 Soragna (PR) tel. 0524/597246-597909; fax 0524/597973 [email protected] www.comune.soragna.pr.it Il Gran Premio Nazionale Soragna è indetto dal Comune, in collaborazione con l’Associazione Famiglia Soragnese e il Circolo Arte e Cultura di Parma e il patrocinio dalla Provincia. Si tratta di un premio acquisto, iniziato nel 2000 e giunto alla sua quarta edizione, che l’Amministrazione offre a pittori, scultori, grafici e ceramisti, anche internazionali per la realizzazione di opere a tema contestualizzate alla cultura del territorio locale. Quest’anno, il soggetto sul quale gli artisti sono stati invitati ad esprimere la loro creatività è legato alla musica di Giuseppe Verdi e al legame che essa ha con le terre del compositore; una particolare attenzione è stata riservata alle opere realizzate in stile naïf che narrano scorci del paese di Soragna. Traversetolo MUSEO “RENATO BROZZI” M titolarità: Comune di Traversetolo Palazzo Comunale, piazza Vittorio Veneto 30 43029 Traversetolo (PR) tel. 0521/344511; fax 0521/344550 [email protected] www.comune.traversetolo.pr.it Aperto tutti i giorni e domenica dalle 9.00 alle 12.30 e su prenotazione. Chiuso il lunedì Il museo monografico ha sede al secondo piano della residenza municipale di Traversetolo ed è stato costituito grazie alla donazione di opere d’arte, beni documentari e strumenti di lavoro dell’artista locale Renato Brozzi (1885-1963); ed è previsto il suo inserimento all’interno del costituendo Centro Culturale La Corte, in piazza Vittorio Veneto. 50 Provincia di Parma Artista di stampo verista, Brozzi non si discostò mai, nel corso della sua attività di pittore, scultore ed orafo, dall’impostazione accademica tardo ottocentesca improntata ad un sinuoso naturalismo, pur raggiungendo esiti di buona qualità nei suoi lavori aggiornati al movimento inglese Arts and Crafts, tanto che i suoi bronzi furono spesso premiati. Allievo di Daniele De Strobel e Cecrope Barilli e sodale di Amedeo Bocchi al corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Parma, egli primariamente predilesse la scultura e l’oreficeria, che realizzò nel tempo con particolare raffinatezza e sapienza tanto da incantare Gabriele D’Annunzio, il suo maggior committente e amico dal 1920, anno in cui si strinse il rapporto tra l’artista e il letterato: Brozzi divenne in tal modo l’artefice di numerose opere per la casa del poeta di Gargnasco a Gardone e di diversi pezzi di piccola e grande scultura come la Coppa del Benaco, la Coppa del liutaio, la Testuggine Cheli, la Vittoria Navale, la cui gemella connota il Municipio di Traversetolo. La collezione del museo testimonia la vita, le opere e gli interessi di Brozzi attraverso sezioni di pittura, scultura, la sua biblioteca, composta da libri, spartiti musicali, opuscoli, riviste, e dal cospicuo carteggio Brozzi - D’Annunzio. Il suo percorso pittorico è articolato in generi figurativi come esercitazioni accademiche e studi di nudo, animali, paesaggi, ritratti e studi preparatori, la scultura è, invece, divisa per diversità tipologica in bronzi, placchette, medaglie e monete, targhe e medaglioni a sbalzo. Traversetolo (Mamiano) FONDAZIONE MAGNANI ROCCA. RACCOLTA D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M titolarità: Fondazione Magnani Rocca via Fondazione Magnani Rocca 4 43030 Mamiano di Traversetolo (PR) tel. 0521/848327-848148; fax 0521/848337 [email protected] www.magnanirocca.it Aperto da marzo a novembre; dalle 10.00 alle 18.00, chiuso il lunedì Nata nel 1977 per la volontà del letterato, musicista e collezionista Luigi Magnani, in ricordo dei genitori Giuseppe e Eugenia Rocca, la Fondazione ha aperto al pubblico nel 1990 la Villa Magnani con le sue notevolissime raccolte d’arte antica e moderna e circondata da un parco romantico all’inglese con vegetazione nostrana ed esotica plurisecolare. Nel 1904 l’architetto milanese Antonio Citterio finiva l’ampliamento dell’edificio, che risale a una committenza farnesiana del XVII secolo, lasciando traccia della sua peculiare impronta stilistica neo barocchetta fin de siècle; nel 1965 veniva chiamato l’architetto bolognese Leone Pancaldi ad ingrandire la villa e la serra in funzione della collezione d’arte e della biblioteca di Luigi Magnani, la cui famiglia si era insediata a Mamiano sin dal 1941. La Fondazione è stata costituita e costruita nel massimo rispetto degli intendimenti che ispirarono il collezionista letterato, ossia quelli di una casa-museo che rimandi e mantenga il più possibile l’atmosfera di chi l’ha abitata. Anche gli ulteriori riattamenti per l’apertura al pubblico delle collezioni d’arte e l’attività espositiva, avvenuti nel 1990 ed eseguiti dagli architetti bolognesi Carlo De An- 51 Provincia di Parma gelis, Paolo Nannelli e Roberto Scannavini, sono stati fatti nel massimo rispetto della vocazione originaria della Fondazione. Le opere raccolte da Luigi Magnani, conservate da Stefano Roffi, rispecchiano diverse tipologie tra cui significativi esempi di pittura antica, moderna e contemporanea, scultura, mobili, arredi e suppellettili varie, dislocate per i piani della sede, in un rimando di suggestioni che evocano il mondo intellettuale e culturale del fondatore. La raccolta contemporanea va dall’Espressionismo francese fino all’Informale con capolavori dei maggiori artisti italiani, europei e americani; vi sono alti esempi d’Espressionismo francese, Cubismo, Metafisica, Movimento di Novecento, Scuola romana e Realismo italiano testimoniati da Henri Matisse, Georges Braque, Gino Severini, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis, Arturo Tosi, Mario Mafai, Orfeo Tamburi, Toti Scialoja, Piero Sadun, Renato Guttuso, Nicolas de Staël, Leoncillo, Carlo Mattioli, Alberto Burri, Gianni Dova, Wols, Jean Fautrier, Hans Hartung e Giacomo Manzù. In seguito all’ultimo adattamento architettonico, la Fondazione ha iniziato una prestigiosa attività espositiva anche nell’ambito dell’arte contemporanea, sono state organizzate le mostre La pittura in Liguria tra Ottocento e Novecento, valorizzando opere non visibili al pubblico della Galleria d’Arte Moderna di Genova e documentando lo sviluppo delle avanguardie tra Otto e Novecento tra tradizione e innovazione; La Collezione Barilla d’Arte Moderna, che ha testimoniato la grande passione collezionistica della famiglia d’industriali parmensi la cui raccolta si compone di opere di pittura e scultura dei maggiori artisti italiani e internazionali del Novecento; Nicolas de Staël, monografica sull’attività dell’ultimo periodo dell’artista caratterizzato da un nuovo confronto con la realtà attraverso la poetica informale, in seguito all’abbandono del lessico astratto; Carlo Mattioli. Opere 19381993, un tributo antologico all’artista emiliano; e Jean Fautrier e l’informale in Europa, grande contestualizzazione del lavoro dell’artista francese nell’ambito della stessa poetica informale e confrontata tra diversi autori internazionali nelle varie declinazioni stilistiche. Tutte le mostre organizzate dalla Fondazione traggono spunto dalla valorizzazione di un’opera di un artista della raccolta Magnani riletta attraverso nuovi ed inediti percorsi storico-artistici. 52 Provincia di Reggio Emilia Bibbiano L’OTTAGONO. ARTE CONTEMPORANEA S E titolarità: Comune di Bibbiano piazza Chiesa 2 42021 Bibbiano (RE) tel. 0522/882746 Aperta in occasione delle mostre, dal venerdì a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.00 Sala comunale polivalente adibita a mostre d’arte contemporanea, collettive e personali. Recentemente l’Ottagono ha ospitato le esposizioni L’arte grafica nell’arte contemporanea reggiana, la monografica di Francesco Manara, gli Artisti iperrealisti Marco Arduini e Sarah Setchfield e i lavori di Claudia Bianchi, Nicla Ferrari, Mariangela Guatteri, Clelia Mori, Silvia Nironi, Sonia Possentini, Barbara Quinti e Daniela Sighicelli. L’Ottagono è stato, inoltre, una delle sedi della manifestazione Intonarumori – Terremoto Rock, concorso musicale, letterario ed artistico volto a far emergere, a livello interdisciplinare, la creatività giovanile del territorio reggiano e promosso dal coordinamento regionale GA/ER; a tale evento è stata affiancata una mostra collettiva di neoartisti come Matteo Beltrami, Massimo Catellani, Pietro Iori, Giovanna Magnani, Angelo Montanari e Federico Vecchi. Boretto CASA MUSEO PIETRO GHIZZARDI “AL BELVEDERE” M titolarità: privato via De Rossi 27/b 42022 Boretto (RE) tel. 0522/965146 [email protected] www.pietroghizzardi.it Da marzo ad aprile, aperta venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00; gli altri giorni apertura su prenotazione Gestita dalla nipote del pittore, Nives Ghizzardi, la Casa Museo Pietro Ghizzardi è interamente dedicata all’attività retrospettiva dell’artista ed è allestita all’interno dell’antica abitazione di famiglia. Pietro Ghizzardi (1906-1986) ha avuto un lungo itinerario, letterario, pittorico, scultoreo e grafico sempre all’interno dell’arte naïf, con peculiarità, tipicamente padane, sono state da lui declinate, inizialmente, con uno stile espressionista venato di “terribilità romantica” che, via via, si è sempre più semplificato in una disposizione stilizzata ed ingenua; e con una particolare predilezione per la ritrattistica coeva. Le sue qualità sono state riconosciute assai tardi, dopo una vita vissuta nella campagna dipingendo con colori naturali e su supporti assai poveri: nel 1977 riceveva il Premio letterario Viareggio con la sua autobiografia e in seguito anche la sua pittura veniva riconosciuta a livello internazionale con mostre antologiche tenutesi in Italia, Francia, Germania e Inghilterra. Cavriago SALA MOSTRE COMUNALE S E titolarità: Comune di Cavriago piazza Don G. Dossetti 1 Centro Culturale Comunale piazza Zanti 4 42025 Cavriago (RE) tel. 0522/ 371835-373469; fax 0522/575770 [email protected] www.comune.cavriago.re.it Aperta, in occasione delle mostre, il mercoledì, il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30; martedì, giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30. Chiusa il lunedì La Sala Mostre Comunale di Cavriago svolge un’interessante attività espositiva 53 Provincia di Reggio Emilia d’arte contemporanea e fotografia in collaborazione con il Centro Culturale del Comune nato nel 1980. La Sala Mostre ha ospitato le personali di Titina Maselli, nel 1988, di Giovanni Menada, nel 1989, di Vincenzo De Moro, Daniela Mugnaioli e Carlo Serafini presentati da Toti Scialoja, nel 1990 e, nello stesso anno, di William Catellani; di Piergiorgio Colombara, nel 1994, la retrospettiva postuma dell’artista cavriaghese d’adozione Ugo Sterpini, nel 2000, e i lavori di Giordano Montorsi; per quanto riguarda la fotografia si ricordano le mostre di Giancarlo Pradelli e Marco Manfredini. Ogni mostra è accompagnata da un catalogo, fruibile in loco. Correggio MUSEO CIVICO “IL CORREGGIO” M titolarità: Comune di Correggio corso Cavour 7 42015 Correggio (RE) tel. 0522/693296-691806; fax 0522/641105 [email protected] www.museo.comune.correggio.re.it Aperto dalle 10.30 alle 12.30 e dalla 15.30 alle 18.30 di ogni domenica del mese. Nei feriali su prenotazione per gruppi Riaperto nel 2004, il Museo Civico “Il Correggio” trova sede nel Palazzo dei Principi, principale edificio del Rinascimento locale, terminato nel 1508. Le collezioni comprendono le raccolte comunali d’arte antica dal XV al XIX secolo, una prestigiosa collezione di arazzi brussellesi della fine del XVI secolo ed una piccola collezione di opere del Novecento, frutto di donazioni ed acquisizioni nel corso del tempo. Essa presenta oli, terrecotte, incisioni e grafiche di autori locali, tra i quali Raimondo Giovanetti, Normanno Gobbi, Carmela Adani,Verter Ghidini, Emilio Meulli, Enrico Montessori, Enrico Bertolini, Pier Giacinto Terrachini, Bruto Terrachini; e alcuni lavori di artisti del territorio regionale come Lorenzo Ceregato, Giannone, Bartoli, Giuseppe Zigaina, Renzo Vespignani, Bruno Cassinari, Marino Mazzacurati, Corrado Tiradini, Antonio Carbonati. Per le esposizioni temporanee, il Museo si avvale delle adiacenti sale della Galleria di Palazzo dei Principi, inaugurate con una mostra monografica dedicata al fotografo Franco Fontana. Castelnovo di Sotto MUSEO DI SCULTURA ALL’APERTO S U titolarità: Comune di Castelnovo di Sotto piazza IV Novembre 1 42024 Castelnovo di Sotto (RE) Ufficio Cultura tel. 0522/485736 [email protected] www.comune.castelnovo-di-sotto.re.it S In seguito al I° Simposio Internazionale di Scultura, tenutosi a Castelnovo di Sotto nella primavera del 2003 su curatela di Marzio Dall’Acqua, l’Amministrazione comunale ha ritenuto che le opere, realizzate dai sei scultori internazionali invitati diventassero patrimonio della comunità quale arricchimento del tessuto urbano del luogo, integrandosi con l’architettura preesistente, antica e moderna. Le sculture, realizzate con materiali diversi, sono state collocate in luoghi strategici del paese, da via Gramsci a piazza Prampolini, da Parco 54 Provincia di Reggio Emilia Rocca a via della Repubblica sino ad arrivare a viale Sant’Andrea. I sei scultori nazionali e internazionali di riconosciuta professionalità che hanno lavorato “a cielo aperto” sculture monumentali, diventate, poi, parte del patrimonio artistico pubblico diffuso tra l’architettura del luogo sono Bonaventura Anson, Gino Corsanini, KohEmon Hattori, Yann Liebard, Vasco Montecchi e Patrizio Zona, che con la loro creatività hanno coinvolto l’intera comunità in un processo artistico di valorizzazione culturale del proprio territorio. Gattatico MUSEO CERVI M titolarità: Istituto Alcide Cervi via F.lli Cervi 9 42043 Praticello di Gattatico (RE) tel. 0522/678356; fax 0522/477491 [email protected] www.fratellicervi.it È aperto tutto l’anno dal martedì alla domenica, chiuso il lunedì feriali. Dal 1 aprile al 30 settembre, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Dal 1 ottobre al 31 marzo: dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30 Il Museo Cervi si sviluppa all’interno della casa colonica che sorge sul podere Campi Rossi, che fu di proprietà di Alcide Cervi, nonché teatro dell’eccidio dei suoi sette figli, fucilati dai nazifascisti per la loro attività di resistenza il 28 dicembre 1943. Nato nel 1972 il museo si configura come museo della Resistenza, fortemente voluto da Alcide sin dal 1964, di cui perpetua i valori attraverso la memoria degli oggetti e dei documenti della famiglia Cervi, ma anche attraverso una collezione d’arte del Novecento quale testimonianza dell’impegno civile di tanti artisti alla lotta antifascista. Si tratta di tre nuclei comprensivi di più di duecento opere di pittura, scultura e grafica che vanno dal secondo dopoguerra al presente e vertono sui temi della Resistenza e della lotta sociale ed evocano la tragedia della strage Cervi e della vita della famiglia a Gattatico; e infine vi sono lavori artistici di denuncia del nazifascismo. Tra i “quadri di resistenza e di lotta” troviamo dipinti di Ligio Tani, Tono Zancanaro, Armando Pizzinato, Alberto Cavallari, Renzo Grazzini, Ennio Calabria, Renato Guttuso, Renzo Bussotti, Ernesto Treccani, Nando Negri, Ferdinando Farulli, Aldo Borgonzoni, Gino Covili, Arnaldo Bartoli; la “memoria dei Cervi” è documentata visivamente da Luigi Bront, Nello Leonardi, Lorenzo Ceregato, Anatoli Tarassov, Nicolaj Zukov, Nino Squarza, Nani Tedeschi, Amadeo Bellodi, Jucci Ugolotti, Omero Ettorre, Mario Novellini, Achille Incerti, Enrico Manicardi; il “racconto popolare” è narrato con poetica naïf da Pantaleone, Ninetto Baracchi, Dino Fiorini, Corinto Bonazzi, Franca Restelli, Luisa Imbeni, Toni Roggeri, Elena Guastalla e Adele Casoli. Nel museo vi è anche la Sala della Solidarietà adibita ad esposizioni temporanee, ove, nel 2004, si è tenuta la mostra Korri e gli altri: territori dell’arte, poetiche a confronto, che documenta e pone a confronto le ricerche artistiche del parmigiano Elio Corradini con autori reggiani. 55 Provincia di Reggio Emilia Gualtieri MUSEO DOCUMENTARIO E CENTRO STUDI ANTONIO LIGABUE E DONAZIONE UMBERTO TIRELLI M titolarità: Comune di Gualtieri Palazzo Bentivoglio piazza IV Novembre 42044 Gualtieri (RE) tel. 0522/828696-221829; fax 0522/828444 [email protected] www.po-bassareggiana.com/tur/gualtieri/ museo_Ligabue.htm Nei giorni feriali si visita per appuntamento; festivi dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. Periodi di apertura: tutto l’anno, esclusi i mesi di gennaio, febbraio e agosto Istituito nel 1988 il Museo Ligabue è stato allestito all’interno della Sala di Giove di Palazzo Bentivoglio sito al centro della piazza del paese, piccolo centro assai attivo e prospero durante l’epoca rinascimentale. Il palazzo veniva eretto tra il 1594 e i primi anni del ’600 da Ippolito, primogenito di Coneglio, discendenti della famiglia Bentivoglio d’Aragona; dopo alterne vicende, nel 1726, esso risultava essere ancora integro, mentre nel 1751 i tre quarti del palazzo erano demoliti per arginare le piene del Po. Al fine di valorizzare l’opera del pittore naïf Antonio Ligabue (1899-1965) e degli artisti a lui affini, quali Bruno Rovesti e Pietro Ghizzardi (cfr. p. 52), la collezione del museo ha raccolto quanto più possibile sull’autore: essa è prevalentemente documentaria, con multipli scultorei, fotografie, stampe e numerosa pubblicistica di promozione, ma conta tre dipinti originali e alcune sue prove d’autore come incisioni. La collezione di oli, disegni, chine e tempere che il sarto Umberto Tirelli donò al suo paese nativo è ora esposta nella Sala d’Icaro del palazzo, dove si possono ammirare più di cinquanta lavori d’artisti del Novecento tra cui Balthus, Renato Guttuso, Fabrizio Clerici, Marino Mazzacurati, Felice Casorati, Giorgio de Chirico e Giacomo Manzù; nonché due costumi realizzati dallo stilista per l’opera teatrale Enrico IV di Luigi Pirandello e per il film Ludwig di Luchino Visconti. All’interno del Palazzo Bentivoglio è anche sita la Sala dei Falegnami, spazio polivalente adibito a esposizioni temporanee. Luogo deputato, un tempo, alla lavorazione del legno, la Sala ospita attualmente rassegne d’arte contemporanea prevalentemente locale. Hanno esposto Luciana Notari, Adele Novellini, Franco Mora, Mario Ferrario e Gian Luca Artoni. Guastalla MUSEO DELLA CITTÀ M titolarità: Comune di Guastalla 42016 Guastalla (RE) tel. 0522/839759-839762; fax 0522/839756 [email protected] www.comune.guastalla.re.it Aperto il sabato dalle 15.00 alle 18.30; la domenica dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Da martedì a sabato mattina le visite sono su prenotazione per singoli e gruppi. Chiuso il lunedì Il Museo della Città si trova nell’ex pretura di corso Garibaldi, edificio storico ristrutturato appositamente per questa nuova destinazione d’uso, ubicato di fronte alla Biblioteca “Maldotti”, grazie alla cui preziosa collaborazione l’istituto è stato costituito. Alcune espressioni artistiche del XX secolo trovano spazio nella quarta sala, dedicata ai materiali della storia e della cultura contemporanea raccolte in forma di miscellanea commentata a 56 Provincia di Reggio Emilia fini didattici che fornisce diverse interpretazio- Il Museo, unico in Italia dedicato all’arte ni per una lettura delle vicende più recenti del- naïf, ha sede nell’ex Convento degli Agostil’arte e della cultura della città e del territorio. niani, edificio del Quattrocento con preziosi affreschi, sito lungo la strada che collega Luzzara a Suzzara. Più volte riattato nel corGuastalla so dei secoli, il convento fu trasformato in RACCOLTA MUSEALE DELLA BIBLIOTECA ospedale nel 1824 da Maria Luigia duchessa “MALDOTTI” R A di Parma, Piacenza e Guastalla; tale destinatitolarità: Fondazione Biblioteca Maldotti zione d’uso veniva poi mantenuta anche dai via Garibaldi 54 successivi proprietari, i Lodigiani. Donato 42016 Guastalla (RE) tel. 0522/826294; fax 0522/434058 alle Opere Pie di Luzzara, fu usato come [email protected] fermeria e Casa di Riposo sino al 1978, anwww.municipio.re.it no in cui fu destinato all’esposizione delle opere vincitrici del Premio Nazionale Arti Aperta dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 18.00; sabato e domenica solo su appuntamento Naïves “Cesare Zavattini”. Il premio, nato su idea dello scrittore giornalista e sceneggiaAperto nel 1934, il museo è annesso alla biblio- tore nativo di Luzzara, è istituito dal 1967 ed teca storica. La sezione del Novecento conclu- è ampiamente sostenuto dalle amministrade il percorso della pinacoteca, le cui collezioni zioni pubbliche del territorio regionale. Nel sono tipologicamente composite e compren- museo sono state raccolti, ordinati ed esposti dono opere realizzate dal XVII al XX secolo, ogni genere di documenti, che testimoniano con una sezione naïf e più di duecento lavori tra l’attività naïf locale, nazionale e internaziodipinti, sculture e oggetti lasciati da Nevio Iori, nale: quadri, disegni, sculture, incisioni, listudioso della corrente figurativa padana. bri, giornali, riviste, film, fotografie, cataloghi, nastri magnetici, diapositive compongono un unicum tematico riguardante questa poetica artistica del Novecento, all’insegna Luzzara della genuinità originaria, primitiva e selvagMUSEO NAZIONALE DELLE ARTI NAÏVES “CESARE ZAVATTINI” M gia del linguaggio artistico, che ha trovato, titolarità: Comune di Luzzara nelle campagne della “bassa padana” tra Parvia Villa Superiore 29 ma e Reggio Emilia, un terreno di crescita 42045 Luzzara (RE) particolarmente fertile. tel. 0522/977283-977667; fax 0522/224830 Vi sono opere, acquisite tramite premio, di [email protected] oppure [email protected] Carmelina Alberino, Ferruccio Bolognesi, www.naives.it/index.asp Pietro Ghizzardi, Enrico Fereoli, Francesco Il museo è aperto da martedì a venerdì, la Galeotti, Enzo Pontiroli, Fernando De Anmattina. Per scuole e gruppi organizzati solo su gelis, Mario Bortolami, Gino Covili, Norprenotazione. Chiuso sabato, domenica e lunedì Nel periodo della rassegna Premio Nazionale delle berto Proietti, Eugenio Pieraccini, Bruno Rovesti, Enrico Fereoli, Maria Grazia CeseArti Naïves, la mostra è visitabile da martedì a lin, Carlo Sartori, Benito Beltrami, Graziolivenerdì dalle 15.30 alle 18.30 57 Provincia di Reggio Emilia na Rotunno, Lorenzo Lovo, Antonio Donati, Elena Guastalla, Bruno Bricoli, Annunziata Scipione, Amelia Pardo, Ivo Spaggiari, Marisa Gramola, Belluzza Vergara, Giuseppe Boschetti, Nino Giovanni Brescia, Ferruccio Carretti, Luigi Pillitu, Sergio Subazzoli, Dino Daolio (Duren), Roberto Sguanci, Ninetto Baracchi, Paolo Bedoni, Mario Bagat, Giovanni Canonica, Mario Ortolani, Salvatore Carmagno, Carlo Soricelli, Ivo Spaggiari (Pantaleone), Albino Bertagna, Angelo Galli, Elio Nava, Marco Berlanda, Antonio Capuzzo, Fausto Bianchini, Luigi Pillitu, Franca Arleoni, Franco Mora, Cesare Novi, Guido Vedovato, Giovanni Canonica e del Gruppo Itinerante Murales Naïfs. Sono stati, inoltre, donati al museo lavori di Ugo Astarita, Enrico Fereoli, Alceo Poltronieri e Pietro Ghizzardi; e si può ammirare anche un’opera, in deposito, di Antonio Ligabue. Il Premio per le Arti Naïves, fondato nel 1967 da Renato Bolondi, su idea di Cesare Zavattini, ha cadenza annuale, è a carattere nazionale e, sino alla XII edizione, itinerante in regione e in Lombardia; sono stati istituiti tre premi, la Medaglia del Presidente della Repubblica, la Medaglia d’oro e la Sala omaggio, con i quali sono riconosciute, da una Giuria competente e da un pubblico coinvolto, le peculiarità artistiche dei migliori artisti che operano con stile naïf. Gli artisti in concorso non possono presentare più di tre opere a testa, che sono esposte nella rassegna e pubblicate in catalogo. Dal 1967 ad oggi hanno vinto artisti come Carmelina Alberino, Ferruccio Bolognesi, Pietro Ghizzardi, Bruno Rovesti, Irene Ivrea, Gino Covili, Mario Bortolami, Francesco Galeotti, Graziolina Rotunno, Elena Guastalla, Maria Andruszkievicz, Bruno Colibri, Aldo Ordavo, Efisio Cadoni, Lorenzo Lovo, Alceo Poltronieri, Ivonne Melli, Giovanni Lazzarini, Luigi Pillitu, Laura Moruzzi, Albino Menozzi, Giuseppe Boschetti, Francesco Galeotti, Gianfranco Savazzi, Elena Guastalla, Brenno Benatti, Antonio Donati, Ninetto Baracchi, Enrico Fereoli, Adorno Bonciani, Antonio Montanari, Anna Antola, Anselma Ferrari, Carlo Soricelli, Fiancarlo Ferrari, Anna Antola, Aldo Verzelloni, Francesco Montruccoli, Marco Berlanda, Franca Arleoni, Rosari Lattuca, Alberto Guerzoni, Gianni Franceschini, Clara Salardi, Elio Nava, Franca Pantaleoni, Natale Fornasari, Silvano peruzzi, Narciso Bononi, Carlo Moretti, Massimo Giovanelli, Maria Rita Brunazzi, Ivo Spaggiari “Pantaleone”, Eugenio Floreancig “Eughen”, Franca Giovannini e Carlo Moretti. Il Premio per le Arti Naïves è alla sua XXXVI edizione ed è stato affiancato, nel 2004, da un’ampia mostra retrospettiva di Ottone Rosai. Montecchio TORRE DEL CASTELLO DELLA ROCCA. GALLERIA D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Montecchio piazza della Rocca 42027 Montecchio Emilia (RE) tel. 0522/861861; fax 0522/860866 [email protected] Palazzo del Municipio piazza della Repubblica 1 tel. 0522/864546; fax 0522/863066 Aperto il sabato dalle 15.30 alle 18.30; i festivi dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 Orari d’apertura della sede del Municipio, dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 13.30 La Galleria civica d’arte contemporanea ha sede nella Torre del Castello medievale, costruito nel sesto decennio del XIII secolo, 58 Provincia di Reggio Emilia edificio militare d’età matildica che aveva la funzione d’avamposto di difesa. La scelta di collocare la Galleria d’arte moderna negli spazi della Torre del Castello, recentemente restaurato, corrisponde a una tendenza, tipica ormai del nostro territorio, di valorizzare la continuità dell’arte del passato con la contemporaneità, coniugando architetture e decorazioni antiche con l’arte dell’attualità. Il patrimonio artistico permanente del Comune di Montecchio si disloca tra la Galleria e gli uffici della sede del Comune e comprende opere di carattere storico sociale, con Giovanni Battistini, un lavoro realista di William Catellani, il libro d’artista, poeticamente informale, di Alfredo Chighine, diversi quadri realizzati con simbolismo postmoderno da Omar Galliani e Vettor Pisani e alcune sculture d’ispirazione poverista di Graziano Pompili. L’attività promozionale della Galleria, coordinata da Mario Bernabei, è stata intermittente, ma assai interessante e legata, soprattutto, alla provincia reggiana ed a quelle limitrofe: si ricordano le collettive Arte in Provincia: l’attività artistica negli anni ’70 e ’80 tra Modena, Reggio Emilia e Parma; Ultimo decennio: arte contemporanea vocata al 2000 nelle Province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Dentro l’immagine: percorsi d’arte; nonché l’antologica Catellani opere pittoriche e grafiche. Novellara RACCOLTA D’ARTE MODERNA DEL MUSEO GONZAGA R A titolarità: Comune di Novellara Rocca dei Gonzaga piazzale Marconi 1 42017 Novellara (RE) Ufficio Cultura tel. 0522/655426; fax 0522/652057 [email protected] www.comune.novellara.re.it Chiuso per restauri, prossima apertura A testimonianza del percorso artistico di Vivaldo Poli (1914-1982) vi sono le opere della collezione Arrigo Negri, amico di Vivaldo sin da ragazzo, donate nel 1995 per volontà di Giuseppina Negri al Comune. Si tratta di una serie di acquerelli, tempere, oli di Poli che appartengono a un periodo compreso tra il 1930 e il 1960. Tale collezione, che era stata collocata in una delle sale del Museo Gonzaga, sarà nuovamente fruibile, all’interno della Rocca dei Gonzaga, al termine dei lavori di ristrutturazione del museo e dell’ala nord. La collezione d’arte contemporanea storica comprende, inoltre, un interessante nucleo di opere risalente all’edizione del Premio di Pittura promosso dal Comune, nel 1965, in occasione del ventesimo anniversario della Liberazione, sui temi della Resistenza: si tratta di quattro lavori di Piero Sciavolino, Elisa Rosa, Alberto Cavallari e Osvaldo Piraccini. All’interno del sito internet si segnala la sezione degli artisti novellaresi del Novecento. Reggio Emilia CAMERA DEL LAVORO TERRITORIALE DI REGGIO EMILIA R A titolarità: Confederazione Generale Italiana del Lavoro via Roma 53 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/4571; fax 0522/454161 [email protected] www.cdltre.it La Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia ha sede in Palazzo Guicciardi Guidotti, 59 Provincia di Reggio Emilia edificato intorno al 1660 con funzioni di filatoio per la seta. Restaurato, è ora arredato dalle opere d’arte contemporanea acquistate dalla CGIL territoriale nel corso degli anni che vanno dal 1988 al 1995. Si tratta di una raccolta di lavori di 44 artisti, tra cui spiccano opere di Valerio Adami, Luca Alinari, Arnaldo Bartoli, Davide Benati, Gabriella Benedini, Ermanno Beretti, Emma Bonazzi, Carmelo Capello, Tommaso Cascella, Tiziano Codeluppi, Piergiorgio Colombara, Pirro Cuniberti, Enrico Della Torre, Rina Ferri, Attilio Forgioli, Omar Galliani, Gino Gandini, Marco Gerra, Maurizio Goldoni, Renato Guttuso, Pierluigi Lavagnino, Nello Leonardi, Riccardo Licata, Alberto Manfredi, Cirillo Manicardi, Ro Marcenaro, Carlo Mastronardi, Iler Melioli, Agapito Miniuchi, Giordano Montorsi, Pietro Mussini, Reza Olia, Tonino Paroli, Vivaldo Poli, Graziano Pompili, Piero Ruggeri, Denis Santachiara, Valdi Spagnulo, Emilio Tadini, Nani Tedeschi, Walter Valentini, Tono Zancanaro. Reggio Emilia CREDITO EMILIANO S.P.A. R A titolarità: Fondazione bancaria Credito Emiliano Palazzo Spalletti-Trivelli via Emilia San Pietro 4 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/582608-582378 www.credem.it Ubicata nel seicentesco Palazzo Spalletti-Trivelli, che tutt’ora conserva visibili le preesistenze romane su cui è nato e gli affreschi di Prospero Minghetti e di Vincenzo Carnevali eseguiti in epoca storico-romantica, la collezione d’arte del Credito Emiliano di Reggio Emilia, conservata da Franco Bonvicini, si compone prevalentemente di opere del Seicento e del Settecento, nonché di un settore dedicato all’arte orientale, ma comprende anche un’interessante sezione d’arte contemporanea costituita da lavori di Giacomo Balla, Ennio Morlotti, Carlo Mattioli, Atanasio Soldati, Alberto Manfredi, Alexander Calder e Arturo Martini. Reggio Emilia MUSEI CIVICI - GALLERIA DELLE ARTI CONTEMPORANEE M A titolarità: Comune di Reggio Emilia via Secchi 2 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/456477; fax 0522/456476 [email protected] http://musei.comune.re.it/cer/arte Aperti da lunedì a sabato dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00. Domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 Al secondo piano del quattrocentesco Palazzo San Francesco, troverà sede la nuova Galleria delle Arti contemporanee. La Galleria è frutto di un consistente riattamento, tutt’ora in corso, che ridefinisce struttura e collezioni dei Musei Civici in un progetto di ristrutturazione finalizzato alla modernizzazione dell’istituto. La sedimentazione delle preesistenze e dei vari interventi architettonici, sviluppatisi nel XV secolo, agli inizi del XVIII e tra la fine del XIX e l’inizio del XX, è rispettata nell’ambito di un sistema museografico integrato con un’organizzazione flessibile ed organica degli itinerari di visita, articolati nella Collezione Lazzaro Spallanzani, la Sala Venturi, l’Atrio dei Mosaici, il Museo Chierici di Paleontologia, la Galleria dei Marmi, il Museo Topografico Romano, il Nuovo Museo Romano, le sezioni di Storia 60 Provincia di Reggio Emilia Naturale, la Galleria Fontanesi, il Museo d’Arte Industriale e la Galleria delle Arti Contemporanee quale naturale completamento espositivo dell’arte reggiana del Novecento e del presente. La Galleria, diretta da Elisabetta Farioli, è costituita da opere frutto di donazioni, a seguito di mostre, che comprendono vari esemplari d’arte visiva ed applicata, come design, fotografia e moda, di numerosi artisti che hanno segnato l’evoluzione dell’arte locale: da Ottorino Davoli a Gino Gandini, Pompilio Mandelli, Marco Gerra, Claudio Parmiggiani, Fabrizio Plessi, Wal, Omar Galliani e Daniele Benati, passando per l’arte realista e d’impegno sociale all’Informale sino alle ricerche delle nuove avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, in un panorama artistico del Novecento e dell’attualità che vede, tra gli altri, testimonianze di Virgilio Guidi, Fausto Melotti, Mimmo Rotella, Mario Nanni, Sergio Vacchi, Pirro Cuniberti, Enzo Mari, Germano Sartelli e Roberto Barni. A queste si sommano importanti nuclei collezionistici come il Museo Marino Mazzacurati, le opere di Cesare Zavattini e il deposito di lavori di Antonio Ligabue. Il Museo Marino Mazzacurati è stato inaugurato nel 1995 e raccoglie le opere donate al Comune dalla moglie Carla Marzi nel 1974: si tratta di circa 80 esemplari che testimoniano il percorso artistico di Mazzacurati, attivo tra gli anni Trenta e i Sessanta del Novecento. L’allestimento è articolato in cinque sezioni tematiche: gli esordi e i legami con la “Scuola romana” di Scipione, Mafai e Raphael; le sculture degli Obesi e Imperatori; la pittura realista che lo qualifica “artista della Resistenza”; l’arte applicata alla cerami- ca quale medium artistico privilegiato da Mazzacurati e Leoncillo; e infine la ricerca astratta che conclude il suo itinerario. Le 120 opere di Cesare Zavattini sono state acquisite dal museo nel 1998 e toccano un lungo percorso cronologico del poliedrico artista, dal 1938 al 1988. La produzione pittorica del famoso scrittore e sceneggiatore è volta a una creatività immediata e libera da schemi, che coniuga l’humus naïf della cultura padana reggiana con influenze internazionali come l’Art Brut. Il deposito delle opere di Antonio Ligabue al museo è dovuto a collezionisti privati che, con sensibilità, hanno permesso la fruizione pubblica di otto dipinti del famoso artista espressionista e naïf: essi rappresentano i temi classici del pittore, come ritratti e animali selvaggi realizzati anche attraverso la tecnica incisoria, disegni ed una scultura. Il museo si avvale di una Sala espositiva, situata al primo piano di Palazzo San Francesco ed è stata realizzata negli anni Ottanta. Essa è collegata all’ingresso di via Secchi e rinnovata nell’ambito del progetto complessivo; in passato ha ospitato le importanti rassegne di Cicloregesto, quaranta mostre dedicate alla ricerca artistica reggiana dell’attualità. Gli uffici dei Musei Civici gestiscono anche l’Archivio dei Giovani Artisti di Reggio Emilia cui hanno dedicato nel 1988 un’esposizione dal titolo Selecta: sette autori dell’Archivio documentazione giovani artisti reggiani. Reggio Emilia CHIOSTRI DI SAN DOMENICO S E titolarità: Comune di Reggio Emilia via Dante Alighieri 11 42100 Reggio Emilia (RE) 61 Provincia di Reggio Emilia Le ampie sale espositive dei Chiostri di San Domenico sono state ricavate, dopo il restauro, all’interno dell’ex convento attiguo alla chiesa, edificata nel 1233. Oltre alla sede per le mostre, il complesso ospita gli uffici dell’Assessorato Cultura di Reggio Emilia, il Polo Archivistico e il Liceo Musicale “A. Peri”. L’attività coordinata dalla Direzione dei Musei Civici è stata nel corso degli anni dinamica, interessante e volta, principalmente, alla promozione dell’arte reggiana, ma con l’attenzione anche al panorama nazionale e internazionale: si ricordano le monografiche su Gina Pane, Aldo Mondino, Marco Gerra, Miro Zagnoli, Luigi Ghirri, Wal e Vostell; e le collettive Alto impatto ambientale, Bandiera dipinta e Suburbia: periferie nel territorio nella mente e nella comunicazione. Reggio Emilia RACCOLTA D’ARTE DELLA PROVINCIA R A titolarità: Amministrazione Provinciale di Reggio Emilia Palazzo Magnani corso Garibaldi 29 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/454437-444406; fax 0522/444436 [email protected] www.palazzomagnani.it La Raccolta d’arte della Provincia è allestita in forma di mostra permanente all’interno di Palazzo Magnani, sede di esposizioni periodiche dedicate all’arte contemporanea e coordinate dal direttore Sandro Parmiggiani. Palazzo Magnani è un palazzo del XVI secolo che appartenne sino alla fine del Settecento alla famiglia Becchi, per poi passare ai Chioffi che, nel 1841, riattarono l’edificio nella forma in cui si presenta anche attualmente. In segui- to il fabbricato diveniva proprietà della Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, poi della famiglia Ottavi sino al 1917, anno in cui era acquistato dal padre di Luigi Magnani (vedi Fondazione Magnani Rocca pp. 50-51), Giuseppe. Dal 1989 è di proprietà della Provincia di Reggio Emilia, che lo ha restaurato e reso una dinamica ed eccellente sede espositiva. All’interno vi è una scultura in marmo rappresentante Giano bifronte attribuita a Propero Spani detto il Clemente. La raccolta d’arte, formatasi attraverso l’acquisizione di opere in seguito all’espletazione dei concorsi relativi alla legge del 29 luglio 1949 n. 717, detta del 2%, per l’abbellimento artistico negli edifici pubblici, premi di pittura e scultura, il Premio del Tricolore, il Premio Sant’Ilario d’Enza e il Premio Correggio, e donazioni d’artisti in seguito alle mostre organizzate loro dall’Ente per il Turismo provinciale, è conservata all’interno del Palazzo. Vi sono opere di Carla Accardi, Ciro Barbaro, Oddino Benevelli, Arnaldo Bartoli, Margherita Benetti, Giuseppe Boriello, Angela Bergomi, Lino Barriviera Bianchi, Gastone Biggi, Alfonso Borghi, Dino Boschi, Giuseppe Bravi, William Catellani, Carlo Cattaneo, Vittorio Cavicchioni, Lorenzo Ceregato, Valeriano Ciai, Bruno Chersicla, Anna Cingi, Vittorio D’Augusta, Carlo Debbri, Antonio Di Fabrizio, Giuseppe De Gregorio, Omero Ettorre, Rina Ferri, Luigi Ferretti, Luisa Fornaciari, Vivaldo Fornaciari, Remo Gaibazzi, Gino Gandini, Pietro Gaudenzi, Antonio Ruggero Giorgi, Armando Giuffredi, Tonino Grassi, Werther Ghidini, Achille Incerti, Walter Iotti, Giovanni Korompay, Pierluigi Lavagnino, Germaine Lecocq, Nello Leonardi, Emanuele Luzzati, Ro Marcenaro, Marino Mazzacurati, Paolo Minoli, Ro- 62 Provincia di Reggio Emilia mano Notari, Mario Novellini, Paolo Orlandini, Giancarlo Ossola, Frida Osti, Vito Pavan, Walter Piacesi, Valentina Pianca, Vivaldo Poli, Vanni Saltarelli, Galileo Scorticati, Emilio Scannavino, Albano Seguri, Emilio Tadini, Nani Tedeschi, Pierangelo Tronconi, Ernesto Treccani, Walter Valentini, Luigi Virili, Tono Zancanaro, Marco Giuseppe Zarattini e Carmelo Zotti. Palazzo Magnani svolge anche un’intensa attività espositiva, prevalentemente centrata sulla promozione di grandi mostre d’artisti e fotografi, tra cui le monografiche di George Braque, Fernand Léger, Pompilio Mandelli, Arnold Newman, Davide Benati, Li Zhensheng, Edward S. Curtis, Piergiorgio Colombara, Daniel Spoerri e William Xerra. Reggio Emilia INVITO A… S U Luciano Fabro, Sol Lewitt, Eliseo Mattiacci, Robert Morris, Richard Serra titolarità: Comune di Reggio Emilia – Assessorato Cultura e Sapere via Spallanzani 1 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/456635-456477; fax 0522/456081-456476 [email protected] http://musei.comune.re.it ministrazione comunale di Reggio Emilia, l’Assessorato alla Cultura e Sapere e la Direzione dei Musei Civici hanno quindi voluto coinvolgere l’artista affinché estendesse un invito ad artisti che proseguissero questo dialogo artistico tra passato e presente con un atto di committenza pubblica, ufficializzato nel Teatro Municipale della città emiliana il 4 dicembre 2003 e che prevede una progettualità di lavoro di tre anni in cui Luciano Fabro, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Robert Morris e Richard Serra si confronteranno con i luoghi della città che ispireranno i loro lavori site specific, appositamente creati per il tessuto urbano e culturale reggiano: opere d’arte che si vanno ad incastonare, man mano, nella sedimentazione architettonica ed artistica di una delle cittàgioiello dell’Emilia-Romagna, in un’operazione complessiva di riqualificazione culturale della città attraverso interventi d’arte pubblica e nel rispetto della memoria preesistente. I progetti prevedono, per ora, l’intervento wall drawing di Sol Le Witt nella volta dellla Sala di lettura della Biblioteca Panizzi e l’installazione di Robert Morris nel Chiostro piccolo di San Domenico; il progetto contempla l’esecuzione di due opere all’anno a partire dal 2004. Reggio Emilia OFFICINA DELLE ARTI A A S E titolarità: Comune di Reggio Emilia via Brigata Reggio 29 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/703317; fax 0522/456476 [email protected] http://musei.comune.re.it Nel corso dell’anno 2003 Claudio Parmiggiani ha lasciato significative tracce artistiche nella struttura urbana di Reggio Emilia: le sue installazioni nella Chiesa di Sant’Agata e San Carlo, Croce di luce, e nella Sinagoga, Icona nera, hanno dialogato con l’architettura storica della città dando vita a un continuum poetico Edificio industriale adibito a centro per l’arte tra arte antica e contemporanea che ha sugge- contemporanea, luogo di produzione e scamstionato e trascinato critica e pubblico. L’Am- bio d’esperienze dove la realtà giovanile può tro- 63 Provincia di Reggio Emilia vare occasioni d’incontro e di sperimentazione interdisciplinare. L’Officina è costituita da uno spazio polifunzionale articolato in sede espositiva, sette atelier d’artisti, caffè letterario e spazio per conferenze che alimentino il dibattito culturale relativo alle forme espressive dell’attualità. Spazi individuali saranno affidati ad operatori artistici cittadini qualificati - l’assegnazione avverrà attraverso un bando - mentre gli spazi collettivi saranno riservati ad esposizioni d’arte temporanee, incontri, conferenze ed iniziative atte a favorire la relazione e lo scambio con altri soggetti nazionali e internazionali. Una particolare attenzione è rivolta alla trasversalità dei linguaggi: dalle arti visive più tradizionali alle interazioni con architettura, design, fumetto, fotografia, progettazione grafica, web art, editoria specializzata sino alle esperienze educative finalizzate alla comprensione e fruizione della complessità caleidoscopica della contemporaneità. L’Officina, “non luogo” per elezione, privo di particolari connotazioni, è stata realizzata grazie all’impegno di Pietro Mussini e Elisabetta Farioli, che si sono prefissi un programma che consenta l’inserimento del centro all’interno del circuito culturale e sociale cittadino nonché la valorizzazione di tale esperienza attraverso iniziative didattiche e promozione artistica d’attualità. Lo spazio, che è stato inaugurato a maggio del 2004 con due mostre, Selecta.Opere dalle Collezioni della CCPL e Oversize dalle Collezioni dei Musei Civici, prevede un programma espositivo che focalizza l’attenzione sul rapporto multiculturale tra città e contemporaneità, con la mostra Suburbia. Periferie nel territorio nella mente e nella comunicazione, e sullo scambio tra la Giovane Arte a Reggio Emilia e i Giovani Artisti di Digione, oltre a un ciclo di con- ferenze relative alla Public Art, workshop di artisti del territorio, incontri con la critica specializzata, galleristi e produttori web. Reggio Emilia LA FONDERIA S E titolarità: Comune di Reggio Emilia via della Costituzione 39 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/273006; fax 0522/452851 [email protected] www.crd-aterballetto.it Nei recuperati luoghi dell’ex Fonderia Lombardini, fabbrica di motori, è stata creata la nuova sede stabile della Fondazione Nazionale Danza – Aterballetto, dove, tra i vari spazi dedicati alla danza, è stata ricavata una suggestiva zona dedicata ad esposizioni temporanee. Si tratta di un insediamento industriale degli anni Trenta, ubicato nella prima periferia della città e riattato nel rispetto delle preesistenze archeologico-industriali, che ospita l’esperienza creativa della danza intersecata alle diverse espressioni delle arti visive: è stata una delle tre sedi della mostra Suburbia: periferie nel territorio nella mente e nella comunicazione. Reggio Emilia INTONARUMORI. TERREMOTO ROCK m titolarità: Provincia di Reggio Emilia e ARCI Provincia di Reggio Emilia corso Garibaldi 59 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/444111 [email protected]. www.arcire.it/intonarumori/index.html Rassegna musicale del GA/ER, che per l’anno 2002 ha aperto anche a una colletti- 64 Provincia di Reggio Emilia va di giovani artisti che hanno esposto nel Comune di Bibbiano. Concorso per artisti visivi e musicisti che ha coinvolto la Provincia di Reggio Emilia, l’Arci e i Comuni di Reggio Emilia, Bibbiano e Casalgrande, il progetto “Intonarumori – Nei dintorni dei suoni” ha promosso l’attività creativa dei giovani artisti, come pittori, scultori, fotografi, illustratori, videomaker, musicisti e scrittori residenti nella provincia di Reggio Emilia, con la richiesta di confrontarsi con la disciplina musicale attraverso la propria specificità artistica, in un’interazione di linguaggi che, sin dall’avanguardie del primo Novecento, ha spesso caratterizzato la produzione artistica della contemporaneità. Reggio Emilia IMMAGINA. ARTE CONTEMPORANEA IN FIERA S F titolarità: SIPER Fiere di Reggio Emilia via Filangieri 15 42100 Reggio Emilia (RE) tel. 0522/503511; fax 0522/503555 [email protected] www.fierereggioemilia.it/ www.immaginafiera.it La mostra mercato d’arte contemporanea Immagina è organizzata annualmente da Renzo Mezzacapo ed è giunta alla sua VI edizione. Salone della durata di quattro giorni, dà spazio alle gallerie private e agli artisti al fine di offrire un panorama esaustivo dell’attualità artistica e fornire un’occasione di mercato al collezionismo interessato. La manifestazione include un concorso di pittura e scultura che, l’anno precedente, aveva il titolo tematico Le stanze di Eros: l’erotismo nell’immaginario artistico contemporaneo. L’evento è corredato da un ricco catalogo. Reggiolo MUSEO PINACOTECA ANTONIO RUGGERO GIORGI M titolarità: Comune di Reggiolo piazza Martiri 38 42046 Reggiolo (RE) tel. 0522/213799-213713; fax 0522/213714 [email protected] www.comune.reggiolo.re.it Visitabile su prenotazione nei giorni feriali Il museo, istituito in seguito alla donazione di Antonio Ruggero Giorgi (1887-1983), ospita una quarantina di oli e numerose opere grafiche dell’artista reggiolese; in particolare del periodo compreso tra il 1920 e il 1970, raffiguranti nature morte e paesaggi agresti, nonché da una collezione di grafica. Il pittore, dopo una formazione giovanile da autodidatta e un raffinamento accademico a Verona, compiva un soggiorno di studio, tra il 1911 e il 1912, a Praga, Monaco di Baviera e Parigi, dove ha avuto importanti contatti culturali e un’apertura sulle avanguardie artistiche post impressioniste e cubiste. Fine disegnatore ed incisore, al rientro in Italia, egli si dedicava prevalentemente all’attività calcografica, prediligendo una poetica visiva verista, di matrice tardottocentesca, ispirata al cosmo padano, piuttosto che lo sviluppo di un discorso filo avanguardista europeo. I suoi temi preferiti sono stati nature morte e ritratti, con un riconoscimento a livello prevalentemente locale, negli anni Settanta, con mostre a Mantova e Milano e la vincita del Premio Suzzara nel 1976. 65 Provincia di Reggio Emilia Rubiera SALA MOSTRE EX PALAZZO CIVICO S E titolarità: Comune di Rubiera via Emilia Est 11 42048 Rubiera (RE) tel. 0522/629403-626114 [email protected] www.comune.rubiera.re.it All’interno del rinascimentale ex Palazzo del Podestà, sormontato da una massiccia torre del XVI secolo, ha sede la Sala Mostre vicina agli spazi della Biblioteca comunale di Rubiera. In tale sala hanno esposto giovani artisti emiliani, nuove leve che hanno saputo farsi apprezzare anche dalla critica più attenta: sono Paola De Pietri, Leonardo Greco, Pier Lanzillotta, Andrea Sessa e Giorgia Beltrami. San Polo d’Enza TORRE DELL’OROLOGIO S E titolarità: Comune di San Polo d’Enza piazza IV Novembre 1 42020 San Polo d’Enza (RE) tel. 0522/241711; fax 0522/874867 [email protected] www.comune.sanpolodenza.re.it Aperta sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.30 A San Polo d’Enza le mostre d’arte contemporanea, più o meno locale, si tengono all’interno della medievale Torre dell’Orologio, sede anche del Municipio. Nel comune è assai attivo il Circolo Artistico Val d’Enza, che organizza diverse esposizioni: si ricordano per l’anno 2003 le personali di Carla Manzotti, Mario Bertolini, Liliana Vespertini, Giuseppe Alesiani, Rino Bartoletti, Do- menico Esposito e Romano Salami e le collettive interdisciplinari tra pittura, letteratura e fotografia di Bartoli, Cafarri, Fontanili, Ghidoni, Manfredini, Pace, Pellini e Bigliardi, Cilloni, Olszewska. Nel 2004 sono state allestite mostre di Maggiorino Caprari, Naide Bigliardi, Nicla Ferrari, Stefano Mussini, Teobaldo Cattini, Giorgio Melli, Mirca Del Monte, Iller Bedogni, Roberto Ferrari, Ettore Gastini, Silvia Marchesini, Renato Borsato, Giuseppe Siccardi, Lilliana Boubé, Pia Vaccari e Pierluigi Rinaldi. Sant’Ilario d’Enza RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Sant’Ilario d’Enza via Roma 84 42049 Sant’Ilario d’Enza (RE) tel. 0522/902811; fax 0522/902890 In parte allestita presso la Biblioteca comunale, la Raccolta d’Arte Moderna del Comune comprende oltre 100 opere, alcune delle quali risalenti alle edizioni del Premio di Pittura, promosso dal Comune di Sant’Ilario negli anni dell’immediato dopoguerra, generalmente riferibili alla vicenda artistica emiliana compresa dal 1953 ad oggi. Hanno lasciato le loro opere d’arte, in seguito al premio, Angelo Austoni, Giorgio Azzaroni, Giulio Bagnoli, Lidia Bagnoli, Paolo Baratella, Eugenio Barbieri, Renzo Barilli, Roberto Barni, Valentina Berardinone, Luciano Bertoli, Bruna Boni, Aldo Borgonzoni, Franco Bruzzone, Marina Burani, Carlo Calzolari, Giovanni Cappelli, Luigi Cavallari, Vittorio Cavicchioni, Anna Cingi, Anna Coccoli, Giancarlo Colli, Carlo Crispini, Nino Crociani, Pirro Cuniberti, Carlo Debbri, Armando De Lanzaneis, Francesco Del Casino, Vincenzo De Moro, Omero Et- 66 Provincia di Reggio Emilia torre, Candida Ferrari, Stefano Ferrari, Giovanni Ferretti, Luigi Ferretti, Rina Ferri, Lella Fulgoni, Giuseppe Gagliardi, Remo Gaibazzi, Gino Gandini, Werther Ghidini, Fiorenzo Giacopini, Giuseppe Giannini, Maurizio Goldoni, Claudio Granaroli, Ginda Jannini, Luis Jaquet, Pietro Leddi, Nello Leonardi, Manfredi Lombardi, Riccardo Lumaca, Giorgio Malagoli, Iros Marpicati, Giuseppe Martinelli, Titina Maselli, Gustavo Mattioli, Marino Mazzacurati, Iler Melioli, Sergio Minero, Giordano Montorsi, Roberto Moriconi, Gianni Morini, Daniela Mugnaioli, Marielle Muheim, Bruno Munari, Pietro Mussini, Mario Nanni, Giuseppe Natali, Sonia Notari, Bruno Olivi, Osvaldo Piraccini, Dimitri Plescan, Concetto Pozzati, Liana Ranieri, Italo Ricciputi, Mario Rosati, Fabrizio Sabini, Arnaldo Scaccaglia, Lorenzo Scaravelli, Toti Scialoja, Carlo Serafini, Sergio Sergi, Adriano Spatola, Claudio Spattini, Nani Tedeschi, Alessandro Trinchero, Bruno Vayenti, Enzo Vescovi, Alberto Vettori, Andrea Vettori, Donatella Violi. Sant’Ilario d’Enza MAVARTA S E titolarità: Comune di Sant’Ilario d’Enza via Piave 2 42049 Sant’Ilario d’Enza (RE) tel. 0522/671858; fax 0522/479534 [email protected] www.mavarta.it Aperta lunedì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00 e martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 15.00 alle 19.00 VI secolo d.C. e convertita al Cristianesimo; la sede è sita in prossimità del Parco urbano del Comune. Si tratta di una struttura adibita a più funzioni d’ordine culturale; al piano terra, che si avvale di uno spazio espositivo integrato con le diverse attività del centro e della biblioteca, sono conservate la maggior parte delle opere d’arte di proprietà del Comune, elencate nella scheda precedente. Mavarta ha ospitato alcune mostre: una retrospettiva della poliedrica attività artistica di Bruno Munari; l’antologica 1953-1966: la Biennale di Sant’Ilario tra realismo, astrattismo e informale. Il confronto delle tendenze e le monografiche di Agapito Miniucchi, Stefano Ferrari, Graziano Pompili e Nello Leonardi. Nel giardino, all’esterno, vi è una scultura di Pompili, acquisita dal Comune con l’applicazione della legge del 29 luglio 1949 n. 717, detta del 2%. Vetto d’Enza MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA M titolarità: Comune di Vetto d’Enza viale Italia 2 42020 Vetto d’Enza (RE) tel. 0522/870191 Municipio tel. 0522/815221 [email protected] Visitabile previa prenotazione con la responsabile della Biblioteca comunale Inaugurato nel 2002, il museo ha una collezione di pittura e scultura d’artisti contemporanei prevalentemente locali e con Il centro polivalente ha sede in un’antica ca- qualche testimonianza a livello sia regionale sa a torre, restaurata e dedicata alla giovane che dell’Italia del Nord: si tratta di più di donna barbarica Mavarta vissuta tra il V e il 60 opere di Teobaldo Cattini, Renzo Ma- 67 Provincia di Reggio Emilia rangoni, Gianluca Bacchi, Ruggero Mazza, Piero Pacini, Adamo Tononi, Andrea Ghisori, Romano Salami, Rino Bartoletti, Fausto Govoni, Lucio Trabucco, Egidio Ghirlandi, Ulisse Gualtierio, Alessandra Casali, Mario Tosio, Claudio Perina, Sigrida Nannucci, Paolo Fedeli, Franco Santi, Giovanni Bontorin, Mara Frignani, Lima Amissao, Mario Pavesi, Massimo Ragionieri, Giuseppe Siccardi, Elio Roberti, Roberto Boccato, Mario Zappelletto, Carlo Ambrogio Crespi, Aldo Aprile, Tiziano Celcari, Daniele Trevisan, Beppe Veranio, Romano Bertelli, Lau- ra Ronca, Piergiorgio Fabbri, Claudio Guatteri, Osvaldo Moretti, Giuseppe La Torre, Gabriele Pittarello, Luciano Filippi, Elio Carnevali, Corrado Zanaga, Luigi Marmiroli, Stefano Fedolfi, Clemente Parmeggiani, Piergiorgio Balleroni, Michele Fabian del Borso, Germano Cilento, Franca Arleoni, Pasquale Montecchi Canossa. L’attività espositiva del museo, sostenuta dall’Assessorato Cultura del Comune e dal Circolo Artistico Val d’Enza, si svolge a San Polo d’Enza all’interno della Torre dell’Orologio (cfr. p. 65). 68 Provincia di Modena Carpi MUSEO MONUMENTO AL DEPORTATO POLITICO E RAZZIALE, MUSEO CIVICO “GIULIO FERRARI” E MUSEO DELLA XILOGRAFIA M titolarità: Comune di Carpi Castello dei Pio piazza Martiri 68 41012 Carpi (MO) tel. 059/649968; fax 059/649976 [email protected] www.comune.carpi.mo.it/musei Aperto giovedì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00. Il Museo Civico “Giulio Ferrari” rimarrà chiuso per restauro, presumibilmente fino al 2006 Il Museo del Deportato e il Museo “Giulio Ferrari” si trovano all’interno del Castello dei Pio, edificato in più riprese dall’età medievale al XVII secolo e di proprietà dei signori di Carpi dal 1331 al 1525. In quel periodo la struttura architettonica e quella urbanistica del luogo assumevano le peculiarità rinascimentali che tutt’ora caratterizzano il centro di Carpi; in particolare tra l’ultimo decennio del XV e il primo ventennio del XVI secolo, allorché il principe Alberto III Pio fortificò il castello con un’imponente ristrutturazione. Il complesso castrense ha la connotazione di una grande corte, le cui trasformazioni si sono stratificate sommando stilemi medievali a variazioni rinascimentali, in particolare echi di classicismo d’ispirazione romana introdotti nella città da Baldassarre Peruzzi. Dopo la cacciata dei Pio nel 1525, il castello diventava la sede di governo degli Estensi, che aggiungevano al palazzo la Torre dell’Orologio, realizzata su progetto di Guido Fassi tra il 1625 e il 1627. In seguito la destinazione d’uso dell’edificio è stata varia, da carcere a magazzino, da sede di uffici giudizia- ri a teatro sino a diventare nel 1863 dopo l’Unità proprietà del Municipio, che ne cura da tempo i lunghi e complessi restauri. Il Museo Monumento al Deportato è stato inaugurato nel 1973, ma la sua gestazione risale all’immediato secondo dopoguerra affinché rimanesse viva la memoria del sacrificio umano degli ebrei e dei deportati durante la II guerra mondiale nel vicino Campo di Fossoli. Il progetto del museo veniva realizzato dal gruppo BBPR, Belgioioso, Banfi, Peressutti e Rogers, in collaborazione con Renato Guttuso; la motivazione dell’assegnazione dei lavori a questo gruppo d’architetti veniva indicata, dall’Amministrazione e dal Comitato promotore, nella concezione di un museo privo di facile retorica e banali simbolismi. Collocato al piano terra del Castello, esso si sviluppa lungo tredici ambienti, alcuni dei quali affrescati con pertinenza al tema della pace e della Resistenza, commemorando i deportati, da Pablo Picasso, Emilio Longoni, Corrado Cagli, Fernand Léger e Renato Guttuso; e ai quali si alternano suggestivi e toccanti pensieri dei condannati a morte della Resistenza europea che, attraverso il graffito, esortano civilmente alla pace. Nel 1999 il figlio del pittore milanese Aldo Carpi, lo scrittore Pinin, ha donato al museo 150 opere del padre che ha vissuto e riportato visivamente le tragedie delle due guerre mondiali; in particolare Il diario di Gunsen, ritratti a disegno densi di pathos redatti con sintetico realismo fotografico, che narrano l’orrore prodotto dai lager nazisti negli uomini. L’attività espositiva del museo mira a conservare la memoria delle atrocità naziste quale memento e monito affinché non si possano perpetrare nuovamente altre crudeltà; qui sono 69 Provincia di Modena spesso realizzate mostre documentarie o artistiche, che abbiano uno stretto legame con la Resistenza, il sacrificio ebraico dell’Olocausto, della prigionia e delle distruzioni provocate dalla guerra come Monumenti in guerra 194345, gli alleati e i danni al patrimonio culturale in Emilia Romagna. Il Museo Civico “Giulio Ferrari”, istituito nel 1895 e inaugurato nel 1914, si trova all’interno del Castello dei Pio e le sue cospicue, eclettiche collezioni spaziano dall’arte antica sino ad opere di esponenti dell’arte emiliana e padana del Novecento e della contemporaneità. Le collezioni scultoree del museo comprendono lavori di vari artisti, come Arturo Martini, Paolo Trubetzkoj, Renzo Baraldi, Romano Pelloni, Walter Discosti, Falesio Lugli, Fermo Forti, Cesare Zocchi, Anacleto Barbieri e Ettore Ximenes; mentre la pittura, tradizionalmente figurativa, è testimoniata dai pittori carpigiani Casimiro Iodi, Orfeo Messori, Arcangelo Salvarani, Giuseppe Menozzi, Renzo Baraldi, Giuseppe Merighi, Gino Bascheri, Ivo Voltolini, Nello Mazelli, Ivo Beltrami, Enrico Casarini, Ermes Violi, Renzo Dotti, Sergio Vellani, Aldo Dallari; e, inotre, da un lavoro di Renato Guttuso. Il Museo della Xilografia è allestito nell’appartamento affrescato dal parmense Giovanni del Segache, che ha dipinto le sale all’inizio del XVI secolo con una ricca simbologia archeologica, classico-letteraria, alla base della cultura umanistica che aveva fatto di Carpi uno dei centri più importanti del Rinascimento. Nato come sezione dei Musei Civici dedicata alla grafica veniva inaugurato da Luigi Servolini nel 1936, in collaborazione con l’Istituto per l’arte e la decorazione e l’illustrazione del libro di Urbino, e si proponeva come obiettivo la valorizzazione e la diffu- sione dell’incisione e della stampa che a Carpi hanno avuto lunga tradizione, dal Cinquecento in poi, ed esiti assai alti con figure come Ugo da Carpi, Aldo Manuzio e Benedetto Dolcibelli; nel 1998 è stato aperto definitivamente il museo, la cui esposizione permanente è costituita dai fogli di Ugo da Carpi e parte dei materiali dell’antica Stamperia comunale, mentre la grafica contemporanea è in mostra a rotazione con rassegne monografiche collegate che approfondiscono l’attività di un singolo autore. Divisa per nuclei, la collezione del museo ha più di 2.000 esemplari che documentano la cultura artistica dal Seicento all’attualità. La stampa d’arte contemporanea è divisa in due sezioni: le donazioni di artisti storici entrate a far parte del museo nel 1936 e le acquisizioni avvenute in seguito alla I Mostra nazionale di xilografia italiana, nel 1950, alle due Triennali di xilografia negli anni Sessanta e Settanta, e alle Biennali della xilografia, iniziate nel 1980. Istituite con la consapevolezza che la tecnica della xilografia è stata uno dei medium artistici più efficaci nella resa espressiva della storia della arti visuali, da Dürer all’Ukijo-e sino all’Espressionismo, all’Astrattismo, al Neorealismo, e alla Transavanguardia, le Biennali hanno proposto, da subito, un rilancio della tecnica nella contemporaneità e in particolare un invito rivolto ai giovani artisti, italiani e internazionali, ad esprimersi con essa; alternati a figure artistiche con più consolidata esperienza. Nel corso degli anni hanno partecipato alle rassegne, aggiornando la tecnica anche all’Astrattismo, all’Informale, al Naïf, al Surrealismo, al Concettuale, alla Pop art, al citazionismo postmoderno, con lasciti di loro opere al museo, Vitaliano Angelini, Adriano Calavalle, Manlio Chieppa, Nicola Costanzo, Maria 70 Provincia di Modena Grazia Filetto, Mario Gambedotti, Daniele Garota, Maria Giovanna Liberti, Roberto Mazzetto, Edimo Mura, Laura D’Andrea Petrantoni, Lino Pirone, Gio’ Gallo, Clara Sarti, Dario Scanabò, Nicola Sene, Mario Ticcò, Franco Vecchiet, Carlo Venturi, Luigi Spacal, Mauro Reggiani, Armando Giuffredi, Paola Dessy, Amleto D’Ottavi, Franca Ghitti, Marcello Guasti, Riccardo Licata, Tranquillo Marangoni, Rosario Mele, Pietro Sanchini, Luca Crippa, Norino Martinelli, Lea Botteri, William Catellani, Antonio Freiles, Adolfo Lugli, Ulisse Melegari, Anna Moro-Lin, Annibel – Cunoldi, Romola Bellandi, Faustino Bosio, Alberto Cavalieri, Matilde Dolcetti, Salvatore Esposito, Simone Gentile, Mariella Marini, Gualtiero Mocenni, Giulia Pitacco, Silvano Bozzolini, Bruno Blenner, Pio Carlo Barola, Isidoro Cottino, Daniela Putzolu, Luca Vernizzi, Aldo Galli, Andrea Forges Davanzati, Elena Mezzadra, Giancarlo Pozzi, Giovanni Vitali, Luigi Veronesi, Marina Bindella, Giovanni Campus, Jill Carlson, Lucio Passerini, Angela Occhipiniti, Francesco Vaccarone, Luigi Guerricchio, Tommaso Cascella ed Ezio Gribaudo; ai quali è sempre stata affiancata, di volta in volta, una sezione espositiva dedicata agli xilografi di un’altra nazione. Castelfranco Emilia PALAZZO PIELLA S E titolarità: Comune di Castelfranco Emilia corso Martiri 204 41013 Castelfranco Emilia (MO) tel. 059/959377 [email protected] www.comune.castelfranco-emilia.mo.it Aperta il sabato dalle 16.00 alle 19.00; domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00 Inaugurato nel 1999, Palazzo Piella è la sede del Museo Archeologico del Comune, cui sono attigue le sale espositive per mostre anche d’arte contemporanea; la sua attività, in collaborazione con gli Amici dell’Arte, è soprattutto volta alla promozione dell’arte locale, in particolare degli artisti attivi tra Modena e Bologna. A Palazzo Piella si sono svolte le mostre Claudio Benghi. Stanze oniriche; Ludwig Lutz Ehremberger; Pietro Melecchi e Giovani scultori studenti d’arte a Bologna, esposizione, quest’ultima, che ha visto il coinvolgimento dei giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) che lavorano nei laboratori di Nicola Zamboni, Guglielmo Vecchietti Masacci, Leonardi Scarinzi, Emanuele Giannetti e Donato Ovarini. Castelnuovo Rangone LA COLLINA DELLE FIABE P A titolarità: Comune di Castelnuovo Rangone Palazzo Comunale via Roma 1 41051 Castelnuovo Rangone (MO) tel. 059/534815; fax 059/534900 [email protected] www.comune.castelnuovo-rangone.mo.it La Collina delle Fiabe è un angolo del Parco Rio Gamberi artisticamente arredato, dal 1998, con le sagome di alcuni celebri personaggi della letteratura dell’infanzia tra cui Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Alice nel Paese delle Meraviglie e il Teatrino di Mangiafuoco, disegnate dallo scenografo Emanuele Luzzati e realizzate dal Teatro della Tosse di Genova. Dal 2003 a Castelnuovo Rangone esiste anche il Parco Sandro Pertini, integrato da disegni dell’artista-fumettista, precocemente scomparso, Andrea Pazienza (1956-1988): i disegni sono 71 Provincia di Modena tratti dal suo libro “Pertini”, pubblicato nel 1983 e dedicati a “Pert”, l’unico uomo politico italiano della Repubblica percepito dai giovani del ’77 come un “diverso”, un ribelle, un eroe moderno che irradiava umanità e autenticità. Castelvetro MUS. A - MUSEO DELL’ASSURDO M titolarità: Comune di Castelvetro cortile della Biblioteca comunale via Cialdini 14 41014 Castelvetro (MO) tel. 059/758842 Ufficio Cultura tel. 059/758836-758818 [email protected] www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it Aperto negli orari della Biblioteca. Orario estivo: dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 12.30 e martedì e giovedì dalle 16.00 alle 19.00; orario invernale: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle 18.30 e giovedì e sabato dalle 9.00 alle 12.30 Sull’onda del successo avuto da Mercuda, l’annuale “festival internazionale dell’assurdo” che dal 1994 designa Castelvetro come luogo di scambio d’invenzioni, idee assurde ed espressioni artistiche realizzate all’insegna della fantasia più sfrenata, che ha visto anche la realizzazione della Manifestazione irrazionale aperta a tutte le intemperanze artistiche ricca d’interazioni interdisciplinari tra arti visive, spettacoli, concerti e performance, è nato il Mus.A., museo di sculture all’aperto dedicate al tema della fantasia e delle sue sfumature, inaugurato nel giugno del 2002. Si tratta di una collezione i cui lavori crescono esponenzialmente ogni anno e che si connota per privilegiare opere di giovani artisti che svolgano ricerche all’avanguardia, nate, soprattutto, nei laboratori eletti- vi d’idee che sono le Accademie di Belle Arti e gli Istituti specializzati. Le prime opere sono state realizzate dagli studenti dell’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “Ballardini” di Faenza, in particolare da Sara Mantovani, Lucas Gundin, Alessandro Neretti, Rossella Tauro e Antonio Sorrentino; a loro si è aggiunto Nicola Zamboni con una scultura sul tema. Il 6 giugno 2004 il Mus.A ha inaugurato la sezione coperta all’interno degli spazi dell’adiacente Centro di Documentazione Territoriale, dove sono ora esposte le opere di Silvia Levenson, Wal, Danilo Busia, Alex Pinna, Andrea Capucci e Luca Lumaca. Castelvetro CENTRO ESPOSITIVO “PAKE” S E titolarità: Comune di Castelvetro via Cialdini 9 Ufficio Cultura 41014 Castelvetro (MO) tel. 059/758836-758818 [email protected] www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it Aperto in occasione di mostre il venerdì dalle 17.00 alle 19.00; e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00 Situato nell’antico borgo di Castelvetro e da poco inaugurato, il Centro espositivo polivalente Pake ha ospitato mostre di artisti appartenenti a varie correnti dell’arte contemporanea: dalle poetiche naïf, con la mostra Referente – differente dove hanno esposto Nicoletta Bagatti, Annalisa Bondioli, Pietro Bortolotti, Danilo Busia, Silvia Chiarini, Damiano Fasso, Fabio Iemmi, Filippo Negroni, Sean Paul, Giorgio Pini, Massimo Rossi, Matteo Serri, Arnaldo Viganli, Daniela Zanelli, a Fluxus sino alla Poesia visiva - 72 Provincia di Modena Gruppo 70, con lavori di Eugenio Miccini, Il Museo di sculture all’aperto di Fanano è Luciano Ori, Michele Perfetti, Lucia Mar- stato istituito a seguito di un generale riordicucci, Lamberto Pignotti e Ketty La Rocca. no del centro urbano e del territorio circostante, integrato, a partire dal 1983, dalle opere selezionate dal Simposio InternazioGuiglia nale di Sculture in pietra, attualmente alla PITTORI NAÏF A GUIGLIA m p sua XVII edizione. Organizzata e promossa titolarità: Comune di Guiglia dall’Associazione “Fanano È” guidata da DaIl Castello niele Sargenti, la manifestazione, all’origine tel. 059/709951; fax 059/709950 annuale poi biennale, ha fatto sì che il [email protected] www.prolocoguiglia.it/Naif monio artistico diffuso di Fanano si arric41052 Guiglia (MO) chisse di più di 200 sculture, realizzate prevalentemente con la pietra locale, il sasso di Nelle sale del Castello, eretto dai signori del “Macchia”, e dislocate sul territorio locale luogo nel 1362 e poi trasformato in dimora che coinvolge le frazioni di Lotta, Serrazzosignorile dai feudatari estensi Montecuccoli ne, Trignano, Canevare, Ospitale, Fellicarodopo il 1630, si tiene dal 1994 la rassegna lo, Trentino, con propaggini sino a Castelinternazionale dei Pittori Naïf a Guiglia. franco, Maranello, Marano sul Panaro, GuiGiunta quest’anno alla sua X edizione, la ras- glia e Modena dando così continuità alla segna prevede una selezione d’artisti che millenaria tradizione locale che vedeva gli espongono le loro opere soggette a giudizio scalpellini decorare ad arte, con bassorilievi referendario del pubblico, che esprime il suo in pietra, l’architettura degli insediamenti gradimento e assegna al vincitore la statuetta urbani dell’appennino tosco-emiliano. del Borlengo d’oro. Si tratta di una manife- Al Simposio partecipano, attraverso un’accustazione che tiene viva la tradizione emiliana rata selezione, artisti provenienti da ogni pardella pittura naïf, esplosa nei primi anni del te del mondo, che hanno lasciato testimosecondo dopoguerra e rappresentata al me- nianza delle poetiche della contemporaneità glio dal Museo per le Arti Naïves di Luzza- artistica dell’ultimo trentennio, figurativa ra (cfr. pp. 56-57). astratta e concettuale, con le proprie sculture: si tratta di H.J. Al Saidi, Giancarlo Amidei, Gabriel Angel, Vitenis Antanavicius, Joao Antero, Miguel Ausili, Raquel Aversano, VitFanano torio Balcone, Piergiorgio Balocchi, GiancarPARCO URBANO DI SCULTURE lo Battilani, Krzysztof Bednarski, Maria Josée IN PIETRA S U P A S titolarità: Comune di Fanano Begin, Remo Belletti, Giovanni Bellettini, APT di Fanano Maria Teresa Belloni, Roberto Bernacchi, piazza Corsini 35 Franco Berretti, Giovanni Bertozzi, Stefan 41021 Fanano (MO) Beuchel, Giorgio Bianchini, Raffaele Biolchitel. 0536/68696; fax 0536/66561 ni, Enrica Bixio, Elzbieta Bogdanowicz, [email protected] www.simposiodifanano.it turo Boldrini, Italo Bortolotti, Daniel Brago- 73 Provincia di Modena ni, Maria Branea, Frank Breindenbruch, Julie Ann Bruhn, Pavel Bucur, Arghira Calinescu, Isabel Campana, Renato Camponeschi, Enzo Carastro, Jean Cassamajor, Yong Chul Lee, Cristina Cicero, Endro Cipollini, Francesco Cremoni, Claudio Crestale, Mihai Curculescu, Jurgen Czaschza, Lode De Preter, Romolo del Deo, Spartak Dermegiev, Antonio Di Tommaso, Franco Draga, Kra’lik Dusan, Pepito Espin Anadon, A.G. FagioliBisso, Barbara Falender, Gabriele Fanelli, Christian Feierle, Colin Figue, Jeanmarie Filaccio, Gheorgi Filin, Yoan Filippidu, Marco Fornaciari, Frank Gad, Riccardo Galleni, Antonella Gandini, Rami Gavish, Wictor Gayda, Genia Gendelman, Piero Gensini, Giumber Gichia, Walter Giovannini, Elieser Gonzalez, Riccardo Grazzi, Giuseppe Grecoluciani, Becky Guttin, Seung Hee Lee, Kazuyoshi Hirai, Asano Hiroyuki, Noel Hoara, Bryan Holt, Keum Hwa Choi, Kim Hwal Kyung Hye-Sung Hyun, Gianni Imbelloni, El Rayess Inad, Young Ja Cho, Mizera Jerzy, Bouquin Joceline, Marie Josée Andriko, Elisabeth Juan, Hans Koenen, Stefan Koval, Romas Kvintas, Monika Leczew, Mikhailov, Loris Levoni, Hsiu-Ling Liao, Yan Liebard, Adolfo Lugli, Dolly Lunais, Bruno Luzzani, Nicola Maggi, Kobayashi Makoto, Manlio Mangano, Luciano Massari, Mauro Mazzali, Nelida Amata Mendoza, Takase Miki, Anna Minardo, Slave Minekov, Sophie Mondini, Kim Moon Kyu, Mara Moschini, Pyotr Muller, U.C. Muller Farina, Michiko Nakamichi, Anne Beatrice Nicholson, Kouvaras Nikiforos, Yoshin Ogata, Alfridas Pajuodis, Andrea Panizon, Francisco Pernudi, Gabriele Perugini, Claudia Pigors, Ahn Pil-Yun, Natale Platania, Graziano Pompili, P.A. Pratali – Valladares, Tania Preminger, Stefan Prokop, Luis Quishpe Viracocha, Dino Radulescu, Jurgen Ramacher, Francesco Rampin, Jean Rei Rosa, Ernest Reinha Boehling, Hans Reiynders, Laurent Reynes, Yaghi Rintaro, Cesare Riva, Silvia Rodriguez, Romelo Pervolovici, Jorge Romeo, Cinzia Rossi, Bo Rudolfson, Lello Ruggiero, Saul Salo, Antonio Sanna, Beatrice Sassone, Kei Sazen, Jir Sellert, Margherita Serra, Daniela Sighicelli, Claudia Sighicelli, Paolo Sighinolfi, David Simon, Zizi Smail, Kersijn Stokel, Jim Sub Han, Costadinov Svilen, Antonio Tabanelli, Mario Tavolarelli, Antonella Tiozzo, Peter Trmac, Frede Troelsen, Angela Valladares, Giorgio Vecchietti Masacci, Virginia Venkuniene, Imre Veszpremi, Massimo Villani, Friedrich Volker, Verena, Kuo-Hsien Wang, Zoe Whittier, Antonina Wisoka, Manzen Yabe, Heon Youl Park, Nicola Zamboni, Francziliewic Zbigniew, Nico Colle, Dominika Griesgraber, Juan Carlos Segovia, Giacomo Santini, Stefanie Oberneder, Stefano Grattarola, Giuliano Giussani, Kamen Tanev, Alessandro Canu, Francesco Mazzotta, Andrea Buttazzo, Simona De Lorenzo, Luca Marovino, Giuliano Orlandi, Ko Jae Chun ed i giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (pp. 109-111). Il biennale Simposio Internazionale di Scultura in pietra è giunto alla XVII edizione, ed è promosso dal Comune di Fanano e dall’Associazione per la Promozione Turistica e Culturale di Fanano, APT Fanano, inoltre è sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e patrocinato dalla Presidenza della Repubblica e, nell’edizione del 1999, dal Comitato per i Centenari del Duomo di Modena per il Giubileo, con il coinvolgimento dei comuni limitrofi di Riolunato, Sestola, Montese e Gaggio Montano. 74 Provincia di Modena Il primo Simposio risale al 1983 e si è ripetuto annualmente per 12 anni, puntando sulla lavorazione della pietra in bassorilievi che hanno decorato molti edifici del luogo. Dal 1994 la manifestazione ha acquistato un maggior respiro, ospitando artisti internazionali accreditati dai Ministeri dell’Unione Europea ed aprendo loro maggiori possibilità espressive attraverso la scultura a tutto tondo; tale cambiamento ha portato anche una maggiore attenzione da parte del turismo internazionale. Nel 1999 il Simposio è stato associato alla valorizzazione della Via dei Pellegrini, itinerario turistico da Nonantola a Pistoia attraverso la Val Panaro, Fanano e la Valle dell’Ospitale; in quell’occasione il tema cui si sono ispirati gli scultori è stato, naturalmente, legato al pellegrinaggio. A latere veniva organizzato il I Convegno degli Scalpellini – Premio Olimpio che ha visto l’affiancamento di altri artigiani, che hanno realizzato sei fontane in pietra, agli scultori e ai critici d’arte; mentre nel 2001 è stato organizzato il Congresso internazionale dei Simposi e dei Parchi di scultura d’Europa. Il Premio Olimpio, riservato esclusivamente agli artigiani in pietra, è dedicato alla memoria di Olimpio Orlandini, riconosciuto alto autore dell’ultima generazione degli scalpellini fananesi. Nel 2003 i temi consegnati agli scultori dall’organizzazione del Simposio sono stati due: la Linea Gotica e il Parco dell’Emigrante. Per il primo argomento gli artisti hanno realizzato opere all’insegna della pace e della libertà conquistata e ritrovata, mentre per il secondo essi hanno rievocato, simbolicamente o genericamente, la figura dell’emigrante che il Comune di Fanano ha voluto dedicare a Felice Pedroni (Felix Pedro), emigrato dal Frignano all’Alaska dove fondò la Fairbanks. Le sculture dell’ultimo Simposio sono state esposte anche a Modena, al Comparto Corassori, in una mostra dal titolo Arte in Agorà. Incontro con la scultura. Finale Emilia CASTELLO DELLE ROCCHE S E titolarità: Comune di Finale Emilia piazza Verdi 1 41034 Finale Emilia (MO) tel. 0535/788178 [email protected] www.comunefinale.net Il Castello delle Rocche, costruito nel 1402 da Bartolino da Novara sulla preesistenza di uno più antico e decorato da Jacopo Orsini, è sede del Museo Archeologico, del Museo di Storia naturale e, nei sotterranei restaurati recentemente, di uno spazio espositivo per le mostre d’arte organizzate dal Comune. All’interno del Castello sono visibili i nuclei architettonici e decorativi voluti dagli Estensi nel secondo quarto del secolo XV: la struttura dell’edificio e il loggiato sono dell’architetto Giovanni da Siena e gli affreschi del ferrarese Ettore Bonaccolsi. L’arte contemporanea è stata spesso oggetto di rassegne all’interno dell’area espositiva del Castello: così sono state organizzate le monografiche del naïf Francesco Covili, di Domenico Difilippo, Giancarlo Cazzaniga, Sandro Luporini, Loretta Dorbolò, Ivano Biasetti ed Ernesto Treccani; inoltre le collettive Di fronte alla figura. Da Mattioli a Simonini; Schegge futuriste: Piero, Depero ed altro e 8 artisti per Athena, mostra scambio con giovani artisti della Francia e della Scozia, nonché Frammenti d’Europa e la Biennale internazionale di scultura Città di Finale Emilia. 75 Provincia di Modena Fiorano Modenese MUSEO DELLA CERAMICA M titolarità: Comune di Fiorano Modenese Castello di Spezzano via Castello 12 tel. 0536/845064-833412; fax 0536/832446 [email protected] www.fiorano.it 41042 Fiorano Modenese (MO) Aperto da aprile ad ottobre il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 19.00; da ottobre a novembre, il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 18.00 Il Castello di Spezzano, edificato sotto la signoria dei da Spezzano nel XII secolo, è stato, nel corso dei secoli, il centro amministrativo del luogo, inserito in un ampio sistema d’architetture fortificate. Assai semplice nella struttura, il castello era composto dalla cinta muraria, il mastio, granai, magazzini, case rurali abitate, un pozzo per il sostentamento idrico e la cappella dedicata a Sant’Agata, sostituita dal marchese Coccapani con una cappella per la SS. Maria Vergine nella seconda metà del Seicento, in seguito alla sua distruzione. Adibito ad uso di rifugio e difesa sino al XV secolo, il castello diventa feudo dei Pio sino a Settecento inoltrato; la sua destinazione a Museo della Ceramica è legata allo sviluppo dell’industria ceramica nella seconda metà del Novecento. L’allestimento si propone di documentare, con oggetti d’arte e pannelli didattici, le varie tecniche di produzione ceramica dalle origini all’attualità: sette millenni articolati in dieci sale divise per epoca, dal Neolitico all’età del presente. La Raccolta della Ceramica contemporanea comprende bozzetti d’artisti e alti artigiani che hanno partecipato alla Biennale della Ceramica, nel 2004 al suo IV appuntamen- to: concorso riservato a maestri dell’arte e delle arti decorative invitati a progettare soluzioni d’arredo del tessuto urbano fioranese che prevedano l’utilizzo del materiale ceramico. La collezione, recentemente riallestita, è stata inaugurata nel 2000 all’interno della X sala del castello e aumenta gradatamente ad ogni occasione di pezzi unici e oggetti firmati d’alta qualità, anche di design, come i lavori di Nino Caruso, Alessandro Mandini, Dario Brugioni, Patty Wouters, Enzo Mari, Carlo Zauli, Enzo Manara. Il Castello di Spezzano è adibito anche a sede espositiva per rassegne d’arte antica, moderna e contemporanea; per quanto concerne il Novecento e il presente sono state organizzate le mostre monografiche di Marcello Jori ed Enrico Manelli e la collettiva Rassegna di artisti del Novecento. Gombola CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO S E titolarità: Comune di Polinago corso Roma 71 41040 Gombola di Polinago (MO) Pro Loco tel. 0536/47540 Nella chiesa sconsacrata di San Michele Arcangelo, suggestivo edificio seicentesco recentemente restaurato dal Comune di Gombola di Polinago, si è tenuta la prima mostra che ha inaugurato lo spazio quale sede espositiva per rassegne d’arte contemporanea, gestito dall’Associazione modenese Quaranta2 Contemporaneo, cui spetta l’encomiabile merito di aver rivitalizzato il borgo medievale dell’Appennino modenese anche con l’ospitalità agli artisti nella Podesteria ed incentivando così il turismo culturale nel luogo. 76 Provincia di Modena La mostra è stata Cento teste per Giovanni Macchia, dedicata al Signore de “Le Macchie” Giovanni Antonio Macchia, vissuto nel XVII secolo, il cui corpo mummificato ancora si conserva nel borgo e si venera come un vero santo; gli artisti che gli hanno dedicato un’opera, erano tutti emiliani, d’origine o d’adozione: hanno partecipato Agostino, Luigi Achilli Moreno, Sabrina Bastai, Carlo Bordone, Sara Bolzani, Annalisa Bondioli, Roberto Brancolini, Andrea Chiesi, Andrea Capucci, Carlo Candi, Alberto Caselli Manzini, Francesco Ceccarelli, Pirro Cuniberti, Annalisa Cattani, Giuliano della Casa, Carlo Cremaschi, Luca Caccioni, Elia, Francesco Finotti, Franco Filippi, Fedra Boscaro, Marco Gioivani, Veronica Guiduzzi, Mario Giovanardi, Cesare Leonardi, Leonardo Greco, Rhodri Jones, Franco Guerzoni, Enrico Manelli, Giovanni Manfredini, Gian Marco Montesano, Eleonora Magnani, Ettore Moni, Ilaria Martellacci, Matteo Monti, Nicola Nannini, Alessandra Pace, Luigi Ontani, Stefano Pasquini, Filippo Partesotti, Claudio Parmiggiani, Carlo Pacchetti, Adriano Persiani, Graziano Pompili, Davide Rivalta, Marco Pellizzola, Bruno Raspanti, Andrea Sessa, Andrea Renzini, Roberto Rizzoli, Silvano Rutiliano, Matteo Soltanto, Germano Sartelli, Mustafa Sabbagh, Claudio Sabbadini, Luca Trevisani, Enzo Savini, Paolo Foscherini Coizzi, Adriana Torregrossa, Wainer Vaccari, Chiara Tagliazucchi, Franco Vaccari, Paolo Terzi, Nicola Zamboni, Alberto Zamboni, Mataro da Vergato, Maurizio Galimberti ed il compianto Piero Manai. Nel 2003 è stata allestita, sempre nella chiesa, la mostra Good bye Gombola / vulgaris che ha visto gli artisti confrontarsi con la struttu- ra architettonica di San Michele e le suggestioni energetiche delle reliquie del Macchia attraverso installazioni site specific: hanno partecipato Aureliaq, Carlo Cremaschi, Giovanna Caimmi, Fabio Di Camillo, Elia, Francesco Finotti, Fabiano Gambetti, Leonardo Greco, Alberta Pellacani, Stefano Pasquini, Adriano Persiani, Roberto Rizzoli, Carlo Sabbadini, Matteo Soltanto, Andrea Sessa, Fabio Carboni, Walter Cascio, Dario Moroldo, Stefano Paron e Luca Serra. Modena GIPSOTECA GRAZIOSI M titolarità: Comune di Modena Palazzo dei Musei largo di Porta Sant’Agostino 337 41100 Modena (MO) tel. 059/200100-243263-223892; fax 059/200110 [email protected] www.comune.modena.it/museoarte/italiano/racc olte/gipso.html Visitabile su prenotazione Istituita nel 1984 in seguito alla donazione degli eredi, la Gipsoteca Graziosi raccoglie un importante nucleo di opere dell’artista modenese Giuseppe Graziosi (1879-1942), comprensivo di 66 gessi, bronzi, 13 dipinti e 236 lavori grafici, tra disegni, litografie e incisioni; a cui si sono recentemente aggiunti 2.109 negativi fotografici sempre donati dai familiari dell’artista e consultabili presso le Raccolte Fotografiche Modenesi Giuseppe Panini. In un primo tempo provvisoriamente ubicata nella sala della chiesa dell’Istituto San Paolo, la Gipsoteca è stata definitivamente collocata nel 1994 al piano terra del Palazzo dei Musei dove si trova strettamente collegata alle colle- 77 Provincia di Modena zioni d’arte della città: essa è la testimonianza dell’itinerario figurativo di questo artista verista, aggiornato alla tecnica divisionista, che prediligeva i temi agresti e quotidiani della società rurale coeva, virando, poi, verso il classicismo promosso dalla corrente di Novecento; egli fu un protagonista della scena artistica italiana del primo Novecento storico, con una continua presenza di successo a diciannove Biennali d’Arte di Venezia. Nel corso degli anni, la raccolta è stata incrementa con alcuni bronzi e dipinti, di cui una parte donati da Ferruccio Cambi. Modena FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI MODENA R A titolarità: Cassa di Risparmio di Modena via Emilia Centro 283 41100 Modena (MO) tel. 059/239888; fax 059/238966 [email protected] www.fondazione-crmo.it La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con sede nel settecentesco Palazzo Montecuccoli dal 1993, è un ente no profit, la cui attività è iniziata nel 1991. Il Palazzo è stato costruito su una preesistenza medievale, una chiesa del 1189 distrutta all’inizio del XVI secolo e poi ricostruita, ma definitivamente demolita nel 1775; il palazzo dei Conti Munarini prima e Montecuccoli poi, è stato edificato alla fine del XVIII secolo su progetto di Raimondo Cavazzuti. Le stanze di rappresentanza dell’edificio sono decorate con affreschi e stucchi risalenti all’età neoclassica e ispirati a temi mitologici. La Fondazione ha come obiettivo la collaborazione con istituzioni pubbliche ed associa- zioni ai fini di promuovere e sostenere la ricerca e le attività culturali; in particolare la conservazione, il restauro e la valorizzazione del patrimonio artistico del territorio. Proprietaria di alcune opere di Giuseppe Graziosi, che costituiscono la collezione d’arte, la Fondazione si è dedicata soprattutto all’organizzazione di grandi mostre, allestite negli spazi del Foro Boario, riferite all’arte del XX secolo, alcune in collaborazione con la Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia, New York e Bilbao. Si ricordano La penna e il bulino: momenti di grafica modenese del primo ’900; La fontana del Graziosi: giochi di luce ed acqua; Le immagini di Elisa Turchi; I maestri della scultura; Alberto Giacometti e Max Ernst a Modena: Surrealismo e oltre nella Collezione Guggenheim; Da Modigliani al contemporaneo: scultura dalle collezioni Guggenheim. Modena GALLERIA CIVICA M titolarità: Comune di Modena Palazzo Santa Margherita corso Canalgrande 103 tel. 059/206911-206940; fax 059/206932 [email protected] www.comune.modena.it/galleria/ 41100 Modena (MO) La Galleria Civica è stata istituita nel 1974, in seguito a una lunga attività di tirocinio, durata quindici anni, come Sala di Cultura del Comune di Modena ed è stata trasferita nell’attuale sede di Palazzo Santa Margherita nel 1997. Il palazzo, recentemente restaurato, è stato progettato in stile neoclassico dall’architetto Francesco Vandelli nel 1830 e dal 1874 è stato utilizzato come sede del Patronato dei Figli del Popolo. All’interno del pa- 78 Provincia di Modena lazzo trovano sede anche la Biblioteca Civica Antonio Delfini, dal 1992, e il futuro Museo della Figurina; nel corso del 2004 sono previste risistemazioni strutturali che vedranno le collezioni della Galleria, alle quali si è recentemente unita la collezione di Don Bettelli, che comprende numerosi esemplari di grafica internazionale, collocate al secondo piano dell’edificio. La Galleria Civica, grazie all’instancabile lavoro di Oscar Goldoni, Carlo Federico Teodoro, Pier Giovanni Castagnoli, Flaminio Gualdoni e Walter Guadagnini, che si sono avvicendati nei mandati direttivi, ha avuto, nel corso degli anni, una sua organicità di crescita e caratterizzazione verso le arti grafiche e fotografiche contemporanee, di cui vanta attualmente collezioni cospicue e interessanti: la sezione di disegno contemporaneo è composta da oltre 5.000 esemplari, mentre quella di fotografia conta circa 3.000 immagini d’autore. Sin dalla fine degli anni Ottanta la raccolta dei disegni e delle stampe della Galleria Civica si è sviluppata come un corpus unico nel suo genere: composto di opere su carta, la sua crescita aumentava in maniera esponenziale e mirata, attraverso acquisti, donazioni e in occasione di mostre monografiche, per testimoniare l’evoluzione dell’arte nel Novecento attraverso l’espressione della tecnica disegnativa. Le due mostre Disegno italiano tra le due guerre (1983) e Disegno italiano del dopoguerra (1987) sensibilizzavano notevolmente il pubblico nei confronti del filone di ricerca e collezionismo deciso dalla Galleria Civica, ove sono conservati lavori grafici di Giuseppe Capogrossi, Ferruccio Ferrazzi, Mario Mafai, Antonietta Raphael, Fausto Pirandello, Antonio Ziveri, Gilberto Zorio, Carla Accardi, Claudio Olivieri, Marco Gastini, Giuseppe Spagnulo, Toti Scialoja, Arcangelo, Stefano Arienti, Lucilla Catania, Massimo Kaufmann, Amedeo Martegani, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Lucio Fontana, Mauro Reggiani, Renato Birolli, Fausto Melotti, Mario Nigro, Antonio Sanfilippo, Vincenzo Agnetti, Enrico Prampolini, Osvaldo Licini, Luigi Veronesi, Wainer Vaccari, Claudio Parmiggiani, Vasco Bendini, Piero Dorazio, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Dadamaino, Emilio Tadini, Gianfranco Baruchello, Enzo Mari, Luigi Malerba, Goffredo Parise, Aldo Rossi, Guido Cannella, Paolo Portoghesi, Carlo Aymonino, Ico Parisi, Romolo Romani Goccia, Renato Guttuso, Carlo Carrà, Giuseppe Penone, Pier Paolo Calzolari, Mario Vellani Marchi, Vittorio Magelli, Pompeo Vecchiati, Lucio Riva, Davide Benati, Franco Guerzoni, Franco Vaccari, Carlo Cremaschi, Giuliano Della Casa, Andrea Chiesi, Giovanni Manfredini, Alberta Pellacani; e diversi esemplari degli esponenti emiliani e nazionali della Poesia Visiva. In comodato dalla Curia modenese sono collocate, presso la Galleria Civica, più di seicento opere grafiche e multipli d’autore raccolti dal prelato Casimiro Bettelli, cultore d’arte e poesia, che ha collezionato, tra gli altri, edizioni di Gino Severini, Giacomo Balla, George Braque, Arman, René Magritte, Zadkine, Andy Warhol, Jim Dine, Victor Vasarely, Sol Le Witt, Mario Schifano, Lucio Fontana e Alberto Burri. La raccolta fotografica della Galleria Civica si è sviluppata contando sulla cultura cittadina particolarmente attenta e sensibile nei confronti di quest’espressione artisti- 79 Provincia di Modena ca, riconosciuta tale solo negli anni Settanta, che sin dalla metà di questo decennio ha visto l’istituto all’avanguardia nella valorizzazione, promozione e nella ricerca scientifica del settore con una collezione di più di 2.100 immagini. In quel decennio hanno esposto, in alcuni casi per la prima volta, Ghirri, Salbitani, Vimercati, Chiaramonte, Zagaglia, Leonardi, Barbieri, Cresci, Guidi, Basilico, cui si sono susseguite esposizioni sui maestri storici come Michetti, Rodchenko, Brancusi; collettive di ampio respiro e la biennale di fotografia, all’ottava edizione, Modena per la fotografia. Nel 1991 Franco Fontana ha donato la sua collezione d’immagini, con più di cinquecento stampe, alla città: questa raccolta è composta da scatti suoi e di Anton Giulio Bragaglia, Man Ray, Henry Cartier Bresson, Robert Capa, Sander, Luigi Ghirri, Oliviero Toscani, Ferdinando Scianna, Fontcuberta, Hamilton, Doisneau, Berengo Gardin, Giacomelli, Avedon ed altri. Vi sono doni d’altri fotografi, che hanno lasciato alla Galleria loro immagini: per ricordarne alcuni, si tratta di lavori di Beppe Zagaglia, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, Mimmo Iodice, Paolo Gioli, Daniel Schwartz, Antonio Biasucci, Philip Lorca di Corcia, Aurelio Amendola. L’attività culturale di Modena è stata assai intensa sin dalla metà degli anni Cinquanta con la I° Biennale internazionale d’arte fotografica (1958) e le continue mostre che mostrano la coerenza di lavoro della Galleria negli ambiti del collezionismo, del disegno e della fotografia contestualizzati agli ampi settori delle arti visive della contemporaneità più aggiornata, locale, nazionale e internazionale. Si ricordano, oltre alle singole monografiche per autore, le collettive Mostra degli artisti di “Corrente” (1963), L’espressionismo tedesco (1966), Arte in Emilia (1968), la I Biennale delle Gallerie di tendenza italiane (1969), Arte e Critica ’70/Segnalazioni (1970), Il sonno della ragione genera mostri (1974), Aspetti dell’evoluzione artistica modenese nel XX secolo (1975), Avanguardia e sperimentazione. I generi e il gesto (1976), Dal Dada al Surrealismo. Mostra di opere e testi (1977), La pratica politica. Il sistema dell’arte e il tessuto sociale (1979), Transavanguardia Italia-America (1982), I Futuristi e la fotografia (1985), Equalizzazioni. Prima esposizione dell’Archivio di Documentazione Giovani Artisti Modenesi (1988), I collezionisti/1. Arte russa e sovietica nelle raccolte italiane (1993) e I collezionisti/2. Una raccolta italiana (1993), Gli artisti modenesi alla Biennale di Venezia (1993), Gli occhi sulla città (1994), L’invenzione del paesaggio (1995), La collezione Loulakis. Disegni e fotografie da Klee a Mapplethorpe (1997), 1960-2000: l’arte contemporanea nelle collezioni private modenesi (1998), 1968-1998: fotografia e arte in Italia (1998), La vita delle forme. Fotografie, disegni e grafiche da Picasso a Warhol (2003), Arte in città/1: sei artisti e un progetto per Modena (2004) e Pop Art UK: British Pop Art 1956-1972 e Trilogia: Disegni di Mimmo Paladino, fotografie di Olivier Richon, grafiche e multipli di Richard Artschwager (2004); e le rassegne cicliche Modena per la Fotografia (dal 1993), la biennale per giovani artisti fotografi Passaggi (dal 1998) e Profili (dal 2001). Le mostre si svolgono all’interno degli spazi espositivi di Palazzo Santa Margherita e nell’attigua Palazzina dei Giardini. 80 Provincia di Modena Modena PALAZZINA DEI GIARDINI S E titolarità: Comune di Modena corso Canalgrande 41100 Modena (MO) tel. 059/222062 Aperta solo in occasione di mostre Eretta nel 1634, l’ellittica Palazzina dei Giardini era sede di eventi musicali, concerti e balli estivi, e infine utilizzata come serra. La progettazione dell’edificio è controversa e l’attribuzione varia da Girolamo Rainaldi a Gaspare Vigarani; essa fu restaurata nel corso del XVIII secolo con modificazioni ai corpi laterali e l’aggiunta di vetrate, mentre la parte centrale è stata decorata con otto busti d’imperatori romani. La torretta ottagonale sormonta il salone interno affrescato nell’Ottocento dal modenese Ferdinando Manzini ed è dedicato al botanico Filippo Re. Modena RACCOLTE FOTOGRAFICHE MODENESI GIUSEPPE PANINI S E titolarità: Comune di Modena via Giardini 160 tel. 059/224418; fax 059/238396 [email protected] www.rfmpanini.it 41100 Modena Aperto il lunedì dalle 15.00 alle 17.00; dal martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 La sede delle Raccolte fotografiche modenesi, recentemente restaurata e adattata alle più moderne e perfezionate tecnologie ove si conservano diversi archivi relativi alla fotografia d’autore antica e moderna, ha un’ampia sala espositiva che spesso accoglie mostre d’artisti contemporanei che prediligono il mezzo fotomeccanico. Tra le più recenti rassegne, si ricordano Giuseppe Graziosi. Dalla fotografia al quadro opere 1900 – 1942; Seduto in quel caffè. Fotocronache dell’era beat, e il ciclo Immagini a contatto, in collaborazione con l’archivio di documentazione giovani artisti modenesi Giovani d’arte (cfr. scheda successiva), che ha proposto lavori di Franco Vaccari, Rocco Bizzarri, Luca Lumaca, Elisa Turchi, Annalisa Bondioli e Antonio Marconi. Modena GIOVANI D’ARTE O I A m p titolarità: Comune di Modena Ufficio Cultura via Galaverna 8 41100 Modena (MO) tel. 059/206604; fax 059/206877 [email protected] www.comune.modena.it/gioarte Nato nel 1987 dall’attività sinergica dell’Assessorato alla Cultura e dell’Assessorato all’Istruzione e Sport del Comune di Modena, e dell’Assessorato alla Cultura della Provincia, Giovani d’Arte, coordinato da Ornella Corradini, ha lavorato costantemente con l’obiettivo di documentare, promuovere e formare i giovani artisti del territorio provinciale modenese con una costante interazione con altri partner del settore, istituzionali e privati. Le iniziative che hanno riguardato la formazione hanno privilegiato cicli di conferenze pubbliche che stimolassero riflessioni e dibattiti tra operatori e pubblico di giovani; workshop con artisti e tecnici quali occasioni d’incontro e confronto con l’intento d’ap- 81 Provincia di Modena profondire le tematiche artistiche più attuali e con particolare riferimento all’uso delle nuove tecnologie. Si ricordano la serie di conferenze Dal realismo alla Pop Art e il workshop condotto da Hidetoshi Nagasawa. Per la promozione della creatività giovanile del modenese sono state attivate reti e circuiti con vari livelli istituzionali, nazionali e regionali, come il Coordinamento per il Circuito Giovani Artisti Italiani (G.A.I.) e il Coordinamento Giovani Artisti dell’EmiliaRomagna (GA/ER), che consentono esperienze relazionali e scambi con la variegata geografia artistica della contemporaneità. Nella sede di Giovani d’Arte è custodito l’Archivio di documentazione Giovani Artisti Modenesi, banca dati che accoglie l’anagrafe artistica dei giovani che operano in molteplici discipline, tra loro anche interattive, come video art, net art, teatro, pittura, scultura, scenografia, architettura, cinema danza, design, fotografia, fumetto, moda, illustrazione, grafica e letteratura; e l’anagrafe degli operatori del sistema dell’arte del modenese. Il tutto crea una rete sinergica che consente una capillare e puntuale informazione sulle iniziative del settore, nonché sulle opportunità occupazionali e concorsuali, come la partecipazione alla Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo, alla sua XII edizione nel 2005, o l’assegnazione in uso di locali per atelier di giovani artisti. Giovani d’Arte organizza diverse manifestazioni, in collaborazione con la Galleria Civica d’Arte Moderna di Modena (cfr. pp. 7779), come Arte in Contemporanea, biennale sostenuta dal Comune di Modena e dal G.A.I., e all’interno della programmazione del GA/ER, che coinvolge tutta la città in spazi pubblici e gallerie private con mostre, installazioni, performance, rassegne video, conferenze, feste, apertura atelier, incontri e visite guidate con la finalità di dare testimonianza dei linguaggi espressivi in trasformazione e delle nuove ricerche ad essi applicate; inoltre seleziona i giovani artisti tramite concorso per acquisire le opere dei vincenti grazie al meccanismo dei premi-acquisto. Unitamente alla Direzione per l’Architettura e l’Arte Contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il G.A.I., Giovani d’Arte ha sviluppato il progetto Movin’Up. Mobilità nel mondo per giovani artisti, concorso annuale per la formazione, che ha permesso ai giovani artisti di frequentare stage e workshop organizzati da istituzioni estere, promuovere i loro lavori e partecipare ad attività artistiche interdisciplinari a livello internazionale. Con gli stessi partner, cui si sono aggiunti il Palazzo dei Musei del Comune e l’Associazione Città Italiane d’Arte e Cultura, Giovani d’Arte ha collaborato al progetto annuale Gemine Muse, volto sempre alla promozione dell’arte giovane, che vede il coinvolgimento simultaneo di ventotto città italiane in altrettanti musei dove trentadue critici presentano ottantanove artisti, tra tradizione e innovazione. Modena SALA DEL PARADISINO S E titolarità: Diocesi di Modena corso Cavour 52 41100 Modena (MO) tel. 059/206795 Sede espositiva dedicata all’arte contemporanea, gestita dall’Assessorato Cultura del Comune di Modena, è spesso utilizzata per le 82 Provincia di Modena manifestazioni organizzate da Giovani d’Arte (cfr. scheda precedente), che vi ha tenuto workshop e rassegne varie, come la mostra Konst! Svezia extra natura dedicata agli artisti invitati nell’ambito del recente festival della cultura svedese Scopriamo la Svezia. Modena LA TENDA S E titolarità: Comune di Modena viale Molza 41100 Modena (MO) tel. 059/214435 In occasione di mostre, tutti i giorni dalle 16 alle 22 La Tenda è una struttura polivalente realizzata nel 2003 dall’Assessorato alle Politiche Giovanili; si tratta di una tensostruttura, con valenze teatrali, adibita ad iniziative artistiche e di spettacolo indirizzate prevalentemente a un pubblico giovane. Grazie alla sua molteplice valenza strutturale, Giovani d’Arte (cfr. pp. 80-81) si è valso di essa per organizzare alcune iniziative interdisciplinari, come Farafinà. Arte Africana a 360° e il ciclo di mostre Arte in Cantiere, progetto mirato all’integrazione e al confronto tra artisti di diversa provenienza geografica che operano ne La Tenda, realizzando mostre con opere site specific come Liuba il ragnatelone; Maicol & Mirco; Contrattempi di Sabrina Muzi e Fabio Mantovani. Modena RACCOLTA D’ARTE DELLA PROVINCIA DI MODENA R A m p titolarità: Amministrazione provinciale di Modena Palazzo della Provincia viale Martiri della Libertà 34 e viale Barozzi 340 41100 Modena (MO) tel. 059/209440; fax 059/220686 [email protected] [email protected] www.provincia.modena.it/servizi/musei Aperto il sabato dalle ore 9.00 alle 11.30 o su prenotazione La Raccolta d’Arte della Provincia di Modena è allestita in permanenza dal 1994 nelle sale di rappresentanza della storica residenza dell’Amministrazione provinciale. Essa comprende un cospicuo numero di dipinti, sculture e opere grafiche per lo più riferibili all’ambito modenese ed emiliano, che trovano sede nelle stanze del palazzo della Provincia, costruito in stile neorinascimentale dall’architetto Cesare Costa, fra il 1843 e il 1849. Le opere d’arte della Raccolta della Provincia, diretta da Graziella Martinelli Braglia, coprono un arco temporale di cultura visiva locale assai ampio, dal XVI secolo all’attualità, formatosi attraverso numerose donazioni e, per quanto riguarda il Novecento, anche attraverso l’acquisizione di opere provenienti da un dinamico reticolo culturale cittadino attivo attraverso le Mostre Sindacali, la Saletta degli Amici dell’Arte, la Sala Comunale della Cultura, le “Settimane Modenesi” della Società per le Esposizioni e gallerie private. La raccolta è formata prevalentemente da dipinti, cui si aggiungono qualche scultura e diverse incisioni: si tratta di opere di Giuseppe Graziosi, Evaristo Cappelli, Giovanni Forghieri, Casimiro Jodi, Ugo Lucerni, Augusto Baracchi, Benito Boccolari, Arcangelo Salvarani, Pietro Pagliani, Mario Vellani Marchi, Gaetano Augusto Bruni, Augusto Zoboli, Leo Masinelli, Tino Pelloni, Mario Gherardini, Ivo Soli, Vittorio Magelli, Alessio Quartieri, Mario Molinari, Ubaldo Magnavacca, 83 Provincia di Modena Elpidio Melchisedeck Bertoli, Ugo Giuseppe Ceccarelli, Emilio Tato Bortolucci, Nereo Annovi, Pompeo Vecchiati, Gino Scapinelli, Peppino Ascari, Ludovico Assirelli, Giorgio Balboni, Renzo Barilli, Adriano Boccoletti, Eros Bonamini, Attilio Braglia, Michele Cascella, Alberto Cavallari, Giambattista Cavani, Lorenzo Ceregato, Nino Corazziari, Gino Covili, Walter Fornasari, Carmen Gentili, Luciano Giberti, Oscar Govoni, Renato Guttuso, Milan Konjovic, Vittorio Landi, Elvio Mainardi, Walter Mac Mazzieri, Luciano Ossetti, Enzo Pasqui, Franco Pedrini, Luciano Prandini, Giorgio Preti, Romana Rebecchi, Giorgio Rocca, Cristina Roncati, Stefano Rosati, Ilario Rossi, Italo Rossi, Bruno Salvalai, Marino Salvarani, Giorgio Scapinelli, Bruno Semprebon, Gianmarco Setti, Cesare Soli, Claudio Spattini, Alberto Sughi, Franco Tavoni, Nani Tedeschi, Bruno Tosi, Enzo Trevisi, Abeglio Tuci, Ermanno Vanni, Franco Varroni, Gino Viano, Dante Zamboni, Tono Zancanaro, Ghigo Zanfrognini, Rino Zapparoli, Erio Carnevali, Davide Benati, Gianni Valbonesi, Ernesto Zigaina e Franco Vaccari. Dal 1996 la Provincia di Modena organizza la Biennale dei giovani artisti modenesi. B.Giam e il premio dedicato alla memoria di Giorgio Cornia, ai fini di valorizzare la creatività artistica contemporanea del territorio provinciale. La prima edizione, nata con il nome Orizzontale-Verticale si è tenuta all’interno del Palazzo della Provincia, per poi convertirsi in B. Giam ed essere allestita negli spazi della Chiesa di San Paolo (cfr. scheda successiva). La mostra nasce dalla selezione di giovani artisti del modenese, vagliati e premiati da una commissione composta da qualificati operatori del settore, che verifica- no la qualità e la novità espressiva dei linguaggi dei partecipanti. La mostra collettiva dell’ultima edizione, nel 2002, è scaturita dalla scelta, tra settantadue partecipanti, dei lavori di Annalisa Bondioli, Lucio Domenico Cavallari, Alfio Consoli, Gianmaria Conti, Evelyn Daviddi, Leonardo Greco, Michela Lorenzi, Letizia Lugli, Luca Lumaca e Annalisa Serino. Modena CHIESA DI SAN PAOLO S E titolarità: Provincia di Modena via Francesco Selmi 41100 Modena (MO) tel. 059/209440 [email protected] www.provincia.modena.it Aperta in occasione di mostre i giorni feriali, dalle ore 16.30 alle 19.30; il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.30; chiusa il lunedì Antica chiesa medievale costruita nel 1192 e definitivamente restaurata da Fabio Massimo Pozzi in occasione del Quarto “Centenario di Modena Capitale 1598-1998” è stata adibita dal 1998 a sede espositiva della Provincia di Modena per mostre d’arte contemporanea, coordinate da Graziella Martinelli Braglia. Il restauro conservativo delle strutture e delle decorazioni murarie ha posto in evidenza la storia artistica della chiesa, il cui interno veniva parzialmente modificato nel corso del XVI secolo da Raffaele Menia significativamente riattato in epoca barocca, nel 1653, da Cristoforo Malagola; e nuovamente ripristinata, nella facciata, in stile neoromanico nel 1890. Agli arredi artistici e votivi della 84 Provincia di Modena chiesa, hanno lavorato diversi artisti nel corso dell’Età Moderna: Pellegrino Arteusi detto Munari, Giovan Battista Codebue, Giovan Battista Levizzani, Giovan Battista Pesari; mentre nell’Ottocento la chiesa veniva arredata con lavori di artisti diversi, come Modesto Marchesini, Girolamo Negri e alcuni autori anonimi provenienti da altre chiese della città, ora conservati nella Raccolta d’Arte della Provincia di Modena (cfr. scheda precedente). La Chiesa di San Paolo ha ospitato molte rassegne d’arte contemporanea, tra cui le monografiche di Francesco Covili, Alberto Cavallari, Gabriella Goffi, Mario Merz, Ermanno Vanni e Claudio Spattini; nonché la Biennale dei Giovani Artisti B.Giam, il progetto artistico, culturale e civile Kaki tree, dove hanno esposto i loro lavori Giuliano della Casa, Franco Guerzoni, Adolfo Lugli e Cesare Leonardi, le retrospettive Immagini di Luce. Dalla Scuola di Burano al Chiarismo fra pittura e fotografia e L’idea dell’uomo; e la manifestazione ciclica Coniugazioni, gemellaggio artistico tra la città di Modena e la tedesca Weimar, i cui artisti declinano e confrontano le proprie poetiche in sinergia e in concomitanza spazio-temporale. E, contemporaneamente, mentre a Modena, nella chiesa, espongono un artista tedesco e uno modenese, a Weimar, al Castello di Ettersburg accade la stessa cosa con altri due artisti. Nell’ambito di questa rassegna, hanno esposto nella Chiesa di San Paolo Corrado Bertarini e Stefan Dornbush, Fabrizio Corneli e Sibylle Mania, Franco Guerzoni, Naomi Tereza Salmon e Vittorio Messina; inoltre essa è stata una delle sedi della collettiva Über menschen, realizzata grazie a un progetto europeo. Monchio PARCO DELLA RESISTENZA DI MONTE SANTA GIULIA P A titolarità: Provincia di Modena e Comune di Palagano Provincia di Modena - Assessorato al Turismo 41040 Monchio nel Frignano (MO) tel. 059/209525-961515; fax 0536/ 966064 In un’area boschiva assai vasta presso Monchio Palagano si sviluppa un parco, teatro di sanguinosi avvenimenti legati alla Resistenza. Al fine di ricordare il sacrificio di tanti uomini sono state installate sculture in pietra legate a questo tema nel parco di Monte Santa Giulia, vicino al centro abitato. Nel 1944 un cannoneggiamento tedesco distruggeva il corpo e il campanile della piccola chiesa romanica insediata sulla cima del monte e il cui rifacimento è stato solo parziale: a memoria di tali sanguinosi eventi si è voluto mantenere con il Memorial Santa Giulia un significato simbolico, evocativo della Resistenza e dei suoi morti attraverso un messaggio celebrativo che inneggia alla vita contro le atrocità compiute dal nazifascismo, tra il 1943 e il 1945, nelle valli del Dolo e del Dragone. Voluto dall’Amministrazione di Palagano, coadiuvata nell’organizzazione dallo scultore Italo Bortolotti nel rispetto della tradizione culturale del luogo, il Memorial Santa Giulia rievoca la solennità e la sacralità dei menhir di Stonehenge, ed esprime, attraverso i monoliti di pietra serena lavorati da quattordici scultori negli atelier dedicati alla scultura dal Simposio di Fanano (cfr. pp. 72-74), un’accorata e silenziosa presenza significativa della memoria, ridestata attraverso complesse allegorie; le sculture, disposte a cerchio, sono state realizzate da Miguel Ausili, Raffaele Biolchini, Italo Bortolotti, Jean T. Cassamajor, Francesco 85 Provincia di Modena Cremoni, Rami Gavish, Quinto Ghermandi, Wang Kuo Hsien, Renzo Margonari, Yoshin Ogata, Graziano Pompili, Dino Radulescu, Pinuccio Sciola e Paolo Sighinolfi. Presso l’Istituto storico della Resistenza e di storia contemporanea di Modena, presidenza del comitato organizzatore del Memorial Santa Giulia, sono custoditi i disegni, gli studi e i bozzetti di tutti i partecipanti: si tratta di cinquanta opere conservate in un’unica sala che documentano le fasi creative del monumento e il suo valore etico e storico. Montese FORUM ARTIS MUSEUM R A titolarità: Comune di Montese Rocca di Montese via della Rocca 291 41055 Montese (MO) tel. 059/981491; fax 059/971106 [email protected] Attualmente non attivo e chiuso al pubblico, in via di ridefinizione L’esposizione permanente, inaugurata nel 1995 in concomitanza alla prima rassegna espositiva, aveva sede nella torre della duecentesca Rocca dei Montecuccoli, gravemente danneggiata, come tutto il paese, dai bombardamenti del 1945. Il Forum Artis Museum era una raccolta di un centinaio di opere plastiche di altrettanti artisti di 16 paesi europei ed extracontinentali che documentavano alcune significative esperienze dell’arte contemporanea, anche in rapporto all’inserimento ambientale, con una netta predilezione per l’Astrattismo, l’Informale e il Concettuale, poetiche a loro volta articolate ed interrelate, all’interno del percorso espositivo, in cinque sezioni: Coloaction/Color-azione: esperienze artistiche neoinformali; Abtracta: Arte Struktura/Movimento Madi; Arte Concettuale: Fluxus, i provocatori nell’arte; l’Ecole de Nice; Open sculpture/Interior sculpture. La collezione contava opere di Graziano Pompili, Martino Orsoni, Maximo Pellegrinetti, Maria Assunta Carini, Andrea Tedeschi, Riccardo Franco e Urlich Egger, ed era esposta, a rotazione, tra gli spazi interni e quelli esterni della Rocca; tranne l’opera di Vincenzo Giubba che si trova, permanentemente, all’aperto. Montese SPAZI EX GHIACCIAIA S E titolarità: Comune di Montese via Cuoghi 2 41055 Montese (MO) tel. 059/971104 www.comune.montese.mo.it Recentemente inaugurata dopo un lungo lavoro di restauro, la nuova sala mostre di Montese trova spazio nei locali dell’ex ghiacciaia. La struttura, edificata tra il 1888 e il 1889 su progetto del capomastro Carlo Mazzetti, era inizialmente adibita a magazzino per neve e ghiaccio, grazie ai quali si conservavano gli alimenti nei mesi più caldi; in seguito diveniva un macello e infine un deposito. L’edificio, a pianta quasi quadrata, nei primi anni Sessanta era ancora coperto a falde e si può presumere che la trasformazione a copertura piana sia avvenuta verso la fine del decennio, mediante sopraelevazione dei muri laterali e realizzazione della terrazza sovrastante. Il vano vero e proprio della ghiacciaia è coperto da una volta a cuspide di grande al- 86 Provincia di Modena tezza e risulta completamente interrato, nonché nascosto alla vista da una parete in muratura, eretta sul fondo del locale antistante che si apre su piazza della Repubblica. Le mostre, prevalentemente esposizioni monografiche di pittura, si susseguono soprattutto durante il periodo estivo; hanno esposto sinora il bolognese Silvano Cresp, Roberto Monfredini, Pierluigi Tinti e Marisa Mecagni. le e le sue ombre e la rievocazione, nel 1999, degli ultimi cinquant’anni d’insegnamento e attività artistica dell’Istituto d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena Per una storia dell’Istituto d’Arte di Modena dal 1923 al 1970, in sinergia con le Gallerie Ducali di Pavullo (cfr. scheda seguente) e con la Galleria Civica di Modena (cfr. pp. 77-79) con cui collabora per la biennale Modena per la Fotografia. Nonantola SALA DELLE COLONNE S E titolarità: Comune di Nonantola via Marconi 11 41015 Nonatola (MO) tel. 059/896511; fax 059/896590 [email protected] nonantola.webprofessional.it Pavullo nel Frignano GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA DI PALAZZO DUCALE O I S E titolarità: Comune di Pavullo Palazzo Ducale via Giardini 3 40126 Pavullo nel Frignano (MO) tel. 0536/21563-20675; fax 0536/20125 [email protected] www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it Aperta in occasione di mostre il venerdì e il sabato dalle 15.00 alle 18.00 Adibita a sala espositiva per mostre d’arte contemporanea, la Sala delle Colonne si trova all’interno del Palazzo del Comune, ex Palazzo Salimbeni, edificio che in passato faceva parte del complesso architettonico che comprendeva l’antico monastero. Ora è sede del Municipio di Nonantola e, nella sua ala più antica restaurata, hanno sede l’Antiquarium, la Sala degli affreschi e l’Archivio storico comunale. La Sala delle Colonne è destinata a mostre d’arte contemporanea: tra le personali si ricordano quelle dedicate ad artisti del territorio come Franco Vaccari, Alfonso Frasnedi, Andrea Capucci, Walter Manzini, Mario Giovanardi, Andrea Chiesi, Marco Gerri, Adolfo Lugli, Francesco Bocchini e Luca Maria Patella; tra le collettive si ricordano Il rea- Aperte in occasioni di mostre il martedì dalle ore 16.00 alle 18.00; il giovedì e venerdì dalle 17.00 alle 19.30. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.30 Le Gallerie civiche di Palazzo Ducale, con sede nell’ottocentesco edificio voluto da Francesco IV d’Este come residenza estiva, sono gestite dall’Assessorato alle Attività Culturali del Comune di Pavullo e sono composte dalla Galleria d’Arte Contemporanea, dalla Galleria dei Sotterranei e Ghiacciaia del Duca e dalla Fonoteca dei Sotterranei; inoltre dalla sede staccata del Castello di Montecuccolo dove sarà aperta la Pinacoteca Civica, in corso di progettazione. L’attività espositiva della Galleria d’Arte Contemporanea ha avuto origine nel corso degli anni Ottanta, con la finalità di pro- 87 Provincia di Modena muovere e integrare l’arte locale contemporanea con le ricerche affrontate da artisti e critici a livello nazionale: si ricorda a questo proposito la grande rassegna Lionello Venturi e l’avanguardia italiana che coinvolgeva i lavori di numerosi artisti, tra i quali Afro, Renato Birolli, Bruno Cassinari, Felice Casorati, Piero Dorazio, Carlo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Arturo Martini, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Toti Scialoja, Giulio Turcato e Emilio Vedova, interpretati alla luce delle preferenze venturiane da Giulio Carlo Argan, Carlo Federico Teodoro e Jadranka Bentini. Alla fine degli anni Novanta, dal 1998 al 2000, la gestione della Galleria è stata affidata all’Associazione Botteghe d’Arte del Frignano, coordinata dall’artista Davide Scarabelli: in quel triennio sono state organizzate le mostre monografiche dedicate a Remo Storchi, Wainer Vaccari, Sabrina Bastai, Ernesto Altemura e Vasco Giannini, Franco Mulas, Giuseppe Banchieri, Valter Giovannini, Tono Zancanaro, Massimo Pedrazzi, Nino Migliori, Maria Carolina Arletti, Corrado Bertarini, Gian Pietro Bortolotti, Pino Vastarella, Giuseppe Ricci, Franco Fontana e Elio Morandi; le collettive Il viaggio; I maestri del Venturi; Il tempo dipinto; Onirica; Il cuore di una collezione e I Baruffi. Tre generazioni di fotografi; nonché due edizioni del premio nazionale Pavullo Città d’Arte. Dal 2001 la gestione è tornata agli uffici dell’Assessorato Cultura, con la direzione di Paolo Donini. L’attività dedicata alle arti figurative si è distinta per la costante sinergia con le altre discipline artistiche, relazione cui è dedicata la Galleria dei Sotterranei ove vengono esposte rassegne riferite ai linguaggi multimediali o alle nuove emergenze culturali, tenendo anche conto dell’attività dell’attigua Fonoteca. Negli ultimi anni sono stati organizzati eventi per dare delle ricerche artistiche maturate sul territorio, sia consolidate, sia sperimentali: si ricordano Minguzzi: Disegni e sculture; Maurizio Carloni: Hortus Mirabiliae; Il viaggio e l’anima: Antonella Monzoni e Stefano Torreggiani; Roberto Covili: Paesaggi dell’anima; Gino Covili, le stagioni della vita; Giganti in città: un progetto di pedagogia dell’arte; Quarto Movimento; Franca Lovino; Il terzo che ti cammina accanto; Creativa arte al femminile; Vittorio Covili. Un ciclo pittorico; Pinocchio, chi più ne ha più ne metta; Visionariamente e A mano liber(A) con opere di Nanni Menetti. Nel corso degli anni gli artisti che esponevano nelle Gallerie di Palazzo Ducale hanno donato all’istituto loro opere, per cui si è venuta a configurare una raccolta d’arte contemporanea, per il momento non esposta al pubblico: essa comprende opere di carattere figurativo, astratto e concettuale. Sono conservati circa 160 lavori di numerosi autori, tra cui molti di Pavullo, che dimostra di essere un interessante vivaio artistico della regione, avendo visto crescere, tra i suoi abitanti, Carlo Minelli, Gino Covili, Walter Mac Mazzieri, Davide Scarabelli e Raffaele Biolchini. Nei depositi delle Gallerie vi sono opere di Gian Pietro Bortolotti, Giuseppe Ceccarelli, Giancarlo Cerri, Roberto Covili, Walter Mac Mazzieri, Gianni Rovandi, Corrado Bertarini, Lorenzo Barani, Raffaele Biolchini, Pirro Cuniberti, Giuliano Dalla Casa, Piero Dorazio, Loretta Dorbolò, Walter Giovannini, Stefano Grasselli, Roberto Leoni, Franca Lovino, Paolo Mannucci, Umberto Mastroianni, Carlo Minelli, Mattia Moreni, Impero 88 Provincia di Modena Nigiani, Alessandro Palladini, Andrea Raccagni, Davide Scarabelli, Anton Celeste Simonini, Remo Storchi, Enzo Trevisi, Emilio Vedova e Mario Venturelli. Pavullo nel Frignano MOSTRA PERMANENTE DEL CASTELLO DI MONTECUCCOLO R A titolarità: Comune di Pavullo nel Frignano Castello di Montecuccolo 41026 Pavullo nel Frignano (MO) tel. 0536/23032-308070; fax 0536/20125 tel. Ufficio Cultura 0536/41251 [email protected] www.ginocovili.com In corso di apertura, la Mostra permanente sarà allestita all’interno del restaurato castello medievale, costruito intorno all’anno 1000. Il Castello di Montecuccolo trae il nome dalla località in cui fu eretto e con il quale la casata proprietaria, nell’XI secolo, cambiò il proprio nome da Corvoli in da Frignano, prima, e in da Montecuccolo, poi; dinastia assai potente, essi divennero, nel XV secolo, feudatari di un territorio che si estendeva dal bolognese al reggiano, mentre, nel Seicento, uno degli ultimi Montecuccoli, Raimondo, si distinse come acuto stratega militare. Acquistato dal Comune di Pavullo nel 1961, il castello iniziava a essere restaurato nel 1970 per essere restituito a una generale funzionalità; dopo anni d’intervento assai impegnativo, il castello risulta parzialmente utilizzato, dal 1998, per l’esposizione permanente delle opere degli artisti del Frignano, come il ciclo di oli, tecniche miste e disegni Il paese ritrovato del pittore pavullese Gino Covili e il corpus di disegni, incisioni, sculture in marmo, bronzo, terracotta e legno del compianto Raffaele Biolchini. San Felice sul Panaro BIENNALE ALDO RONCAGLIA m p titolarità: Comune di San Felice sul Panaro Rocca Estense via Mazzini Ufficio municipale 41038 San Felice sul Panaro (MO) tel. 0535/86311; fax 0535/84362 [email protected] www.comunesanfelice.net Nella Rocca estense – costruita nel 1340 dal marchese Obizzo e riattata a fortezza nel 1406 per volere dell’erede Niccolò III dall’architetto militare Bartolino Ploti da Novara – si tiene dal 1955 la rassegna d’arte dedicata al pittore, musicista, architetto sanfelicese Aldo Roncaglia. Nata nel 1954 come estemporanea di pittura, la rassegna divenne dall’anno seguente Premio Aldo Roncaglia, immediatamente sostenuto dall’Amministrazione comunale, dalla Provincia e dal Sindacato Belle Arti di Modena. Per undici anni il premio ebbe cadenza annuale e le selezioni avvennero attraverso il parere di una giuria istituita appositamente con rilevanti personalità della cultura artistica che aumentarono significativamente la qualità del premio. Nel 1964 la rassegna si tramutò in Biennale, dotandosi di un’organizzazione assai più strutturata e tecnica, che manteneva il sistema del premio acquisto come incremento del patrimonio artistico del Comune. Nel 1990 il meccanismo cambiava: si tralasciava l’acquisto a favore dell’invito a personalità della cultura che avessero segnato le arti visive con la propria ricerca. Nel corso delle Biennali, gli artisti partecipanti hanno spesso lasciato in dono i loro lavori, tanto che la XXVII edizione è avvenuta proprio all’insegna delle Donazioni al fine di costituire definitivamente la Galleria 89 Provincia di Modena Civica permanente, che avrà sede nell’ex Scuola d’avviamento, con opere di Luca Alinari, Gianni Ambrogio, Lodovico Asirelli, Pablo Atchugarry, Simon Benetton, Rinaldo Bigi, Raffaele Biolchini, Floriano Bodini, Corrado Bonomi, Maurizio Bonora, Paolo Borghi, Aldo Borgonzoni, Edi Brancolini, Cesare Bruno, Brunivio Buttarelli, Ennio Calabria, Antonio Caldarera, Antonella Cappuccio, Claudio Gargiolli, Arturo Carmassi, Vannetta Cavallotti, Bruno Ceccobelli, Girolamo Ciulla, Michelangelo Conte, Angelo Cortese, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Raffaele De Rosa, Pasquale Di Fabio, Domenico Difilippo, Lino Dinetto, Pablo Echaurren, Omar Galliani, Roberto Gasperini, Giuseppe Gavazzi, Giuliani Ghelli, Andrea Granchi, Enzo Guaricci, Silvia Guberti, Franco Guerzoni, Alessandro Kokocinski, Antonio Ievolella, Lanfranco, Giovanni Leto, Riccardo Licata, Marco Lodola, Riccardo Lumaca, Walter Mac Mazzieri, Alfredo Malferrari, Nicola Maria Martino, Vittorio Mascalchi, Daniele Masini, Romano Masoni, Carlo Mattioli, Franco Mulas, Mario Nanni, Yoshin Ogata, Roberto Orlandi, Gaetano Pallozzi, Aldo Rontini, Sergio Sarri, Germano Sartelli, Ivo Sassi, Davide Scarabelli, Enzo Sciavolino, Anton Celeste Simonini, Francesco Somaini, Franz Stähler, Valeriano Trubbiani, Franco Vaccari, Sergio Vacchi, Carlo Venturi, Vanni Viviani e Sergio Zanni. Sassuolo PALAZZO DUCALE M S E titolarità: Stato italiano piazzale della Rosa Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia 41049 Sassuolo (MO) tel. 059/4395711; fax 059/230196 [email protected] www.galleriaestense.it www.comune.sassuolo.mo.it Aperto su prenotazione da martedì a venerdì; il sabato dalle 15.00 alle 18.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 Prestigiosa residenza estiva estense nata su un preesistente castello medievale di proprietà dei Della Rosa, il Palazzo Ducale passò a Francesco I d’Este, che lo riattò incaricando importanti architetti e artisti per la sua realizzazione: tra il 1634 e il 1636 Bartolomeo Avanzini iniziò la trasformazione architettonica che proseguì sino al XVIII secolo, sino al ducato di Ercole III, che fece eseguire l’attuale facciata e lo scenografico parco su idea di Pietro Bezzi. Vero gioiello d’arte barocca, il Palazzo Ducale è costituito da numerose stanze che danno luogo alla meraviglia illusionistica caratteristica di questo stile: vi è un teatro delle fontane, con nicchie e diversi percorsi dove l’architettura diventa roccia e la terrazza belvedere. Le pitture parietali sono state eseguite da grandi artisti dell’epoca, da Angelo Colonna, Agostino Mitelli, Baldassarre Bianchi, Gian Giacomo Monti, Boulanger e i fratelli Cittadini; tre statue in stucco sono state eseguite su disegno di Gianlorenzo Bernini. In seguito, alla fine dell’ancien régime coinciso con l’arrivo dei francesi in territorio italiano, nel 1796, il palazzo venne ceduto a diversi proprietari che si susseguirono sino alla Grande Guerra, al cui termine risultava adibito a luogo per la lavorazione delle carni suine, per essere poi sede, dalla fine della seconda guerra mondiale, dell’Accademia Mi- 90 Provincia di Modena litare; in seguito a un lungo e impegnativo restauro, il Palazzo è nuovamente fruibile nelle sue bellezze ed è passato di proprietà dall’Accademia al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali il 28 maggio 2004. Adibito a sede espositiva d’arte, il Palazzo è stato teatro di un prestigioso progetto triennale d’arte contemporanea, curato dal Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia, Filippo Trevisani, che ha contribuito a qualificare il nostro territorio regionale attraverso l’osmosi culturale tra arte antica e contemporanea. Il Progetto contemporaneo 20012003 è iniziato con la prima mostra Presenze italiane, che esponeva lavori dei massimi esponenti nazionali ed europei d’arte povera e concettuale, come Jannis Kounellis, Francesco Lo Savio, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Maurizio Mochetti, Emilio Prini e Pino Pascali; è seguita l’esposizione di artisti europei e americani presenti nella collezione Panza di Biumo Monochromatic light, con opere minimaliste e monocromatiche di Lawrence Carroll, Timothy Litzman, Anne Appleby, David Simpson, Ettore Spalletti, Phil Sims e Winston Roeth, che hanno campito i pannelli murari, rimasti vuoti, dell’“appartamento degli stucchi dorati” del Palazzo; nel 2003 ha concluso il progetto la monografica del concettuale Maurizio Mochetti, le cui installazioni di luce hanno creato un suggestivo dialogo tra la ricerca artistica contemporanea e quella più antica. Questa prestigiosa attività ha fatto sì che l’importante collezione di arte minimal, prestata da Giuseppe Panza di Biumo in occasione della mostra Monochromatic light, sia stata interamente donata al Palazzo Ducale di Sassuolo come permanente; ad essa è stata aggiunta un’installazione di Maurizio Mochetti. Sassuolo PAGGERIARTE S E titolarità: Comune di Sassuolo piazzale della Rosa Ufficio Cultura Comune di Sassuolo 41049 Sassuolo (MO) tel. 0536/1844770; fax 0536/1844909 [email protected] www.comune.sassuolo.mo.it Gestita dall’Associazione culturale Betta Frigieri, l’attività di tale spazio si è sviluppata nell’ambito di una collaborazione tra settore pubblico e privato, all’interno del quale nella programmazione espositiva annuale realizzata dal soggetto privato il Comune si è riservato l’organizzazione di due mostre d’arte all’anno e altri eventi. Presso Paggeriarte hanno esposto artisti locali ed internazionali, comunque protagonisti di ricerche espressive personali nell’ambito della contemporaneità più vibrante, come Marco Morandi, Joe Tilson, Milan Kunc, Bob Bobson e Jackson Nkumanda, Dany Vescovi, Johanna Kandl e Marco Samorè, Antonio Riello e Leonardo Pivi; è stata inoltre una delle sedi della collettiva Über menschen, in collaborazione con la Provincia di Modena e la città di Weimar, dove si sono potuti vedere i lavori dei migliori giovani esponenti dell’arte europea che hanno reinterpretato le proprie origini e tradizioni culturali attraverso poetiche contemporanee, avvalendosi sia di mezzi tradizionali, come la pittura e il disegno, che di più attuali come la fotografia e l’elettronica: si tratta del gruppo AES, di Biljana Djurdjevic, Bea Emsbach, Jesus Galdòn, Oona Hyland, Sarah Lewtas, Giovanni Manfredini, Bjørn Melhus, Alexandros Psychoulis, AnneBritte Rage, Silke Rehberg, Erik Schmidt e Måns Wrange. 91 Provincia di Modena Sassuolo GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Sassuolo Ufficio Cultura Comune di Sassuolo 41049 Sassuolo (MO) tel. 0536/1844770; fax 0536/1844909 [email protected] www.comune.sassuolo.mo.it Attualmente chiusa è in attesa di essere riaperta in nuovi spazi L’attività della Galleria d’Arte Moderna di Sassuolo inizia a essere documentata negli anni Ottanta, periodo in cui si tennero una serie di mostre che diedero l’avvio alla raccolta d’arte dell’istituto, mai esposta sinora. Si ricordano le personali di Walter Mac Mazzieri, Demetrio Casile, Franco Gianelli, Gino Scapinelli, Piero Gilardi, Ugo Bertolin, Guido Moretti, Mark Kostabi, Ezio Bellei, Graziella Gallerani, Giuseppe Adani, Umberto Giorgione, Ferdinando Cottafavi, Laura Serri, Attilio Sergio Petazzi, Antonella Violante, Alessandro Rivola e Ezio Bellei; le collettive dei pittori sassolesi e Art Attacks. Arte dei nuovi media. Da queste esposizioni è scaturita una raccolta d’arte che attende di essere resa fruibile al pubblico in maniera adeguata. Soliera BIENNALE NAZIONALE DI PITTURA “CITTÀ DI SOLIERA” m p titolarità: Comune di Soliera via Grandi 204 41019 Soliera (MO) tel. 059/568582-568511; fax 059/568588 [email protected] www.comune.soliera.mo.it L’apertura è in occasione della Biennale, nei giorni feriali dalle 20 alle 22; nei festivi dalle 10 alle 12.30, dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 22 Manifestazione di pittura contemporanea, estemporanea, organizzata dal Comune di Soliera in collaborazione con l’associazione Amici dell’Arte, con cui organizza anche la ricorrente mostra mercato del “Miniquadro”. Le origini della Biennale risalgono al 1969, l’anno della sua fondazione ad opera dell’allora Sindaco e pittore Danilo Lusvardi; da quel momento si sono svolte quindici edizioni la cui premiazione è affidata a una giuria di studiosi e artisti, per lo più locali, coordinati da Umberto Zaccaria, che, nel corso del tempo, hanno contribuito alla scelta delle opere destinate a essere acquistate dal Comune per formare la costituenda Pinacoteca comunale nelle sale restaurate del Castello Campori. Sino a oggi la formula della Biennale prevede che i pittori espongano per otto giorni le loro opere presso il Centro sportivo Solierese. I premi-acquisto del Comune hanno interessato i dipinti di Giuseppe Marchi, Umberto Scalise, Arnaldo Galli, Francesco Speranza, Iler Melioli, Feriano Giardini, Giuseppe De Gregorio, Giorgio Rinaldini, Claudio Gotti, Nevio Bedeschi, Piero Paoli, Franco Chiarani, Giovanni Duso, Franco Ferrari, Ido Erani, Davide De Agostini; a questi si aggiungono i lavori provenienti dalle manifestazioni Pittori in ribalta e Miniquadro, nonché dagli eventi a latere che accompagnano la Biennale. Vignola CANTIERI CANTELLI C S E titolarità: Comune di Vignola via J. Cantelli 41058 Vignola (MO) Ufficio Cultura tel. 059/777706 [email protected] www.comune.vignola.mo.it 92 Provincia di Modena Aperto in occasione di mostre il sabato dalle 15.00 alle 19.00; domenica e festivi dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Nei giorni feriali su prenotazione Spazio espositivo di recente apertura, i Cantieri Cantelli hanno sede nel centro di Vignola nell’edificio dell’ex cantiere omonimo; esso è nato per volontà dell’Amministrazione quale laboratorio iniziale del progetto Museo della Città di Vignola, che sorgerà in questo luogo che, work in progress, ha anche aperto il suo spazio teatrale. Del museo sono state per ora allestite alcune sezioni permanenti che comprendono la collezione di gessi, bronzi e studi dello scultore vignolese Ivo Soli, donata alla città dal nipote Cesare Soli, una raccolta di strumenti musicali a percussione e una collezione d’immagini fotografiche del territorio vignolese. Sono state recentemente organizzate le mostre dello scultore Antonio Sgroi, dei fotografi Mauro Scurani e Pino Ninfa, la collettiva dei writer Manoscritti urbani realizzata da Opusmagistri e Lastrazioni o tovagliette di baruffe e stupori. 93 Provincia di Bologna Baricella GALLERIA SESSANTAQUATTRO BARICELLARTE S E titolarità: Comune di Baricella via Roma 76 40052 Baricella (BO) Ufficio Cultura tel. 051/873117; fax 051/873399 [email protected] www.comune.baricella.bo.it Aperta il venerdì dalle 10.00 alle 12.00, il sabato e la domenica dalle 17.00 alle 19.00 Spazio espositivo per giovani artisti contemporanei, costruito nel centro della piazza di Baricella, creato dall’Assessorato alla Cultura e gestito dal suo Ufficio in cooperazione con l’Atelier Pozzati, l’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) e l’associazione dei Comuni “Terre di Pianura” si avvale anche del sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna. La Galleria è nata con lo scopo di essere uno spazio individuale e collettivo al contempo, luogo di nuove sperimentazioni artistiche fruite da un pubblico che desidera essere avvicinato dai nuovi linguaggi visivi. Dal 2001 è stato varato il progetto Corsie, attualmente alla sua quarta edizione, volto alla promozione dell’arte giovanile, frutto della ricerca sviluppata in Accademia: si tratta di quattro esposizioni annuali dove i giovani artisti sono posti a confronto per diversità di approccio poetico e tecnico, nella pittura dell’arte concettuale, dalla scultura alla fotografia sino alle arti tecnologiche. Nata come esposizione collettiva dal titolo Corsie. Prima Biennale giovani di Terre di Pianura che coinvolgeva 32 artisti tra cui Alessandra Andrini, Paolo Bertocchi, Andrea Buratti, Elisa Canducci, Simone Filippi, Alessandra Gellini, Francesca Manfredi, Simone Tosca, Lucia Anselmi, Paolo Chiasera, Brahim Khanous, Angela Frascione, Marco Di Giovanni, Daniela Olivieri, Giulia Ricci, Simona Spaggiari, Daniele Cardinali, Andrea Nacciarriti, Lara Facco, Marina Fulgeri, Serena Piccinini, Silvia Pinto, Serena Vantaggiato, Federico Borselli, Mersia Bertesina, Miriam Bugiantella, Cristian Chironi, Caterina Morelli, Annamaria Malavasi, Silvia Chiarini, Anna Visani, Kaharina Dieckhoff. Il progetto è diventato, in seguito, annuale e proposto in quattro eventi come Corsie. Rassegna d’arte in quattro tempi, per cui hanno esposto sinora Maira Chinaglia, Lorenzo Commisso, Allegra Corbo, Elise Zobel, Luca Faggiano, Federica Guastaldon, Giulia Guderzo, Silke De Vivo, Monica Camaggi, Dinko Gilbo, Giulia Ravazzolo, Veronica Sozzi, Alessandra Berni, Stefano Mandracchia, Silvia Nironi, Emanuele Sorano, Stefania Bandinu, Giulia Casula, Danilo Nadj, Silvia Venturi, Lee Jeonghwa, Federico Maddalozzo, Marco Mantovi e Barbara Silvestri. Bazzano ROCCA BENTIVOGLIO S E titolarità: Comune di Bazzano via Contessa Matilde tel. 051/836445-336460 www.comune.bazzano.bo.it 40053 Bazzano (BO) Aperta il giovedì dalle 15.30 alle 19.00; il sabato dalle 15.30 alle 19.00; la domenica dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00 La Rocca di Bazzano, sede del Museo Civico Archeologico “Arsenio Crespellani”, è una costruzione fortilizia che risale a prima dell’anno Mille; passata poi di proprietà a Matilde di Canossa veniva ceduta, in seguito, a Modena. 94 Provincia di Bologna Dopo alcuni assedi da parte dei bolognesi, la Rocca veniva espugnata nel 1247 e poi riattata da Azzo VIII d’Este, tra il 1296 e il 1311. L’attuale aspetto risale però alle modificazioni attuate in epoca rinascimentale da Giovanni II Bentivoglio che la trasformò in residenza estiva, decorata all’interno da preziose pitture parietali che raffigurano paesaggi bazzanesi e territori bentivoleschi nella Sala dei Giganti e simboliche belve e melograni nella Sala dei Ghepardi. Nei secoli seguenti la Rocca veniva utilizzata come sede del capitano della Montagna, poi come carcere alla fine del XVIII secolo e come teatro sino ai primi del Novecento – nella Sala dei Giganti vi è un disegno parietale futurista – in seguito come caserma e come scuola, sino ad ospitare, attualmente, il Museo Civico e l’attività espositiva del Comune. Sostenuta anche dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna, nell’ambito dell’arte contemporanea ha ospitato personali di Vasco Bendini, Claudio Benghi, Silvio Crea e Guido Sammarchi, nonché le collettive Corpo di guardia; Interazioni; I misteri dell’alchimia; Luci e colori del Marocco, rassegna sulla pittura figurativa marocchina dell’attualità, e Disvelamenti, mostra che pone a confronto le opere pittoriche e scultoree di Pietro Finelli con i lavori fotografici di Philippe Antonello. Bologna RACCOLTA D’ARTE MODERNA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA R A titolarità: Regione Emilia-Romagna viale Aldo Moro 38 tel. 051/28308; fax 051/283084 [email protected] 40127 Bologna (BO) Visitabile solo negli spazi pubblici dove sono collocate le opere e previa richiesta La raccolta d’arte della Regione è nata nel 1973 con il duplice scopo di valorizzare e conservare opere significative del Novecento regionale, nonché di sostenere, con i fondi per le opere acquistate dagli artisti facenti parte del Comitato Gaetano Arcangeli, la costituzione della Fondazione intitolata alla memoria del letterato bolognese al fine di premiare la giovane poesia contemporanea. Si trattava di 67 lavori entrati a far parte di questo primo nucleo collezionistico, realizzati anche da autori legati per stima e amicizia al critico d’arte Francesco Arcangeli, fratello del letterato da poco scomparso. In alcuni casi si trattava di artisti della corrente informale regionale, che aveva trovato nell’ultimo naturalismo arcangeliano una ipotesi critica che legava alcuni esempi evolutivi della contemporaneità al tessuto storico-artistico della regione, o lavori figurativi sempre legati a questa tradizione; vennero acquisite opere di Vasco Bendini, Giuseppe De Gregorio, Gian Franco Fasce, Giannetto Fieschi, Giuseppe Gagliardi, Piero Giunni, Giovanni Korompay, Luciano Leonardi, Pompilio Mandelli, Vittorio Mascalchi, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Mario Nanni, Bruno Olivi, Leone Pancaldi, Tino Pelloni, Giovanni Poggeschi, Bruno Pulga, Tino Repetto, Cristina Roncati, Rosalba (Bianca Arcangeli), Giulio Ruffini, Piero Ruggeri, Bruno Saetti, Lucio Saffaro, Vincenzo Satta, Ermio Segatta, Domenico Spinosa e Sergio Vacchi; nonché grafiche di Lea Colliva, Romano Notari, Giovanni Romagnoli e Emilio Vedova. In seguito, nei due decenni successivi, il primo nucleo è stato ingrandito da numerosi acquisti, la maggior parte effettuati dagli artisti stessi con una predilizione orientata verso il figurativo e l’informale e i suoi sviluppi, e da doni, 95 Provincia di Bologna nonché dall’acquisizione del patrimonio artistico del Servizio Difesa del Suolo. Si tratta di dipinti di Antonio Babini, Ciro Barbaro, Nevio Bedeschi, Luciano Bertacchini, Andrea Bertelli, Alvise Besutti, Giulio Bonazza, Mario Bonazzi, Marcus Bondioli, Maurizio Bonora, Aldo Borgonzoni, Alberto Burri, Rezio Buscaroli, Umberto Calvi, Claudio Cavazzini, Otello Ceccato, Barbera Cesarini, Paolo Conyi, Carlo Corsi, Gino Covili, Carlo Crispini, Pirro Cuniberti, Walter Dall’Oppio, Gioxe De Micheli, Pier Augusto Donati, Ervardo Fioravanti, Franca Donati Franceschi, Gino Gandini, Gianfranco Goberti, Angela Granini, Nello Leonardi, Pompilio Mandelli, Anacleto Margotti, Carlo Mattioli, Giancarlo Mattioli, Antonio Mazzotti, Salvatore Miglietta, Anna Minelli, Luciano Mirabello, Bruno Olivi, Patricelli, Adriano Pezzoni, Giuliano Pini, Andrea Raccagni, Vincenzo Rolfi, Carlo Sozzo, Romana Sinelli, Nani Tedeschi, Mirella Tonellotto, Cafiero Tuti, Irene Ugolini Zoli, Gianni Valieri, Umberto Zanetti e Vincenzo Zoccola. La raccolta di sculture, in materiali diversi tra cui svariate opere in ceramica, è formata da opere di Nino Beghelli, Felix Bernasconi, Angelo Biancini, Gian Antonio Bucci, Paolo Conti, Venanzio Crocetti, Giancarlo Fiori, Goffredo Gaeta, Quinto Ghermandi, Emilio Greco, Giacomo Manzù, Mauro Mazzali, Luciano Minguzzi, Olia Reza, Enzo Pasqualini, Carlo Pini, Ivo Sassi, Sepo (Severo Pozzati), Vittorio Tavernari e Carlo Zauli; inoltre vi sono grandi mosaici della Cooperativa Mosaicisti Accademia di Belle Arti di Ravenna (cfr. pp. 164-165) e di Aldo Borgonzoni. Assai cospiqua è la raccolta di grafica che congloba, tra gli altri, esemplari di Carla Accardi, Rafael Alberti, Carlo Amadori, Andrea Bertelli, Renato Birolli, Floriano Bodini, Di- no Boschi, Maurizio Bottarelli, Remo Brindisi, Ennio Calabria, Vittorio Cavicchioni, Nino Corazza, Leonardo Cremonini, Lucio Del Pezzo, Luciano De Vita, Gaspare Gambi, Quinto Ghermandi, Wassili Kandinsky, Nello Leonardi; Mino Maccari, Paolo Manaresi, Giacomo Manzù, Norma Mascellani, Roberto Sebastian Matta, Lorenzo Mattotti, Luciano Minguzzi, Walter Mac Mazzieri, Ennio Morlotti, Mario Nanni, Mimmo Pladino, Armando Pizzinato, Conectto Pozzati, Ilario Rossi, Mario Schifano, Sepo, Alberto Sughi, Graham Sutherland, Nani Tedeschi, Ernesto Treccani, Sergio Vacchi, Emilio Vedova, Farpi Vignoli e Tono Zancanaro. Bologna COLLEZIONE DELLA PROVINCIA DI BOLOGNA R A titolarità: Provincia di Bologna Palazzo Malvezzi de’ Medici via Zamboni 13 40126 Bologna (BO) tel. 051/6598321; fax 051/6598722 [email protected] www.provincia.bologna.it Dal 1931 l’Amministrazione della Provincia di Bologna ha sede in Palazzo Malvezzi de’ Medici, residenza dell’omonima aristocratica famiglia con radici bolognesi medievali. L’edificio veniva costruito nel 1560 su progetto di Bartolomeo Trianchini e, in epoca tardo barocca, arricchito dell’importante scalone attribuito a Ferdinando Bibiena. A metà del XIX secolo, le cariche politiche pubbliche assunte dall’allora proprietario Giovanni Malvezzi portarono il palazzo ad un ulteriore incremento artistico con l’intera decorazione a stucchi delle stanze. 96 Provincia di Bologna Prevalentemente costituita da arredi e oggetti, la Raccolta d’arte della Provincia ha una parte di dipinti, stampe e disegni di artisti del Novecento, tra cui Gino Signori, Alessandro Cervellati, Luigi Cervellati, Erich Arnuf Stegmann, Alessandro Trinchero, Liviana Mattioli, Oscar Govoni, Giusta Garzia, Carlo Monini, Gaspare Gambi, Roberto Franzoni, Renzo Biason, Giuseppe Rivani, Virginia Simoncini, Carolina Pombo Canigosa, Enrico Visani, Giuseppe Gagliardi, Alberto Molinari, Alexanco Madrid, Dino Boschi, Martino Chirico, Giovanni Cappelli, Concetto Pozzati, Alberto Sughi e Norma Mascellani. Bologna ISTITUZIONE GALLERIA D’ARTE MODERNA M S E m p titolarità: Comune di Bologna piazza Costituzione 3 tel. 051/502859; fax 051/371032 [email protected] www.galleriadartemoderna.bo.it 40127 Bologna (BO) Aperta dal martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00, chiusa il lunedì Fondata nel 1925 presso Villa delle Rose e riordinata nel 1936, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna ha sempre ospitato, nelle sue collezioni, opere dell’Ottocento, del Novecento e del presente, il cui nucleo originario ha avuto un significativo incremento dal 1961, grazie alla direzione di Francesco Arcangeli e al breve mandato di Carlo Volpe. Dal 1975 la Galleria ha sede nell’edificio progettato dall’architetto Leone Pancaldi nell’area fieristica della città; la sua parziale realizzazione ha determinato un’esiguità di spazi che ha frenato l’aumento delle collezioni e necessariamente privilegiato l’attività espositiva. Da quel momento l’istituto è stato il centro vitale della cultura contemporanea urbana: inizialmente indirizzato da un direttivo composto da critici e intellettuali che affiancavano la direzione di Franco Solmi, tra cui Renato Barilli, Emilio Contini, Vincenzo Accame e Giorgio Celli, nel primo mandato, e nuovamente Barilli con Thomas Maldonado, Italo Zannier, Flavio Caroli e Pier Giovanni Castagnoli, nel secondo incarico, il museo è stato in seguito diretto da Pier Giovanni Castagnoli, sino al 1994, anno in cui è stato trasformato in Istituzione del Comune; da quell’anno si sono succeduti due direttori, Danilo Eccher e Peter Weiermair a mandato quadriennale, non particolarmente radicati nel tessuto culturale della città, ma che hanno svolto con successo un’intensa attività promozionale internazionale; il Consiglio d’Amministrazione e il Comitato scientifico della Galleria, anch’essi a nomina del Sindaco, lavorano in accordo con la Direzione. Il patrimonio della galleria, curato per l’arte contemporanea storica da Claudio Poppi e per l’arte contemporanea attuale da Dede Auregli, vanta oltre 4.000 opere, per la metà grafiche, esposte in permanenza e a rotazione in spazi espositivi di circa 3.000 metri quadrati che accolgono anche grandi mostre temporanee. Nelle collezioni è largamente rappresentato il panorama dell’arte emiliana del Novecento integrato da importanti opere dei maggiori maestri dell’arte italiana e da eminenti artisti sia europei che americani: tra gli altri, vi sono lavori di Carla Accardi, Valerio Adami, Franco Angeli, 97 Provincia di Bologna Karel Appel, Stefano Arienti, Hans Arp, Ugo Attardi, Donald Baechler, Roberto Barni, Vanessa Beecroft, Davide Benati, Vasco Bendini, Simon Benetton, Luigi Bianchi, Enzo Bioli, Umberto Boccioni, Floriano Bodini, Alighiero Boetti, Christian Boltanski, Aldo Borgonzoni, Dino Boschi, Maurizio Bottarelli, Remo Brindisi, James Brown, Alberto Burri, Carlo Carrà, Maceo Casadei, Athos Casarini, Felice Casorati, Bruno Cassinari, Enrico Castellani, Maurizio Catellan, Angelo Caviglioni, Bruno Ceccobelli, Mario Ceroli, César, Giovanni Ciangottini, Lea Colliva, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Carlo Corsi, Gino Covili, Tony Cragg, Crash, Leonardo Cremonini, Enzo Cucchi, Pirro Cuniberti, Dadamaino, Giorgio de Chirico, Mario De Maria, Paola De Pietri, Filippo De Pisis, Luciano de Vita, Gianni Dova, Pablo Echaurren, Max Ernst, Jean Fautrier, Ferruccio Ferrazzi, Giannetto Fieschi, Garzia Fioresi, Giosetta Fioroni, Jean Michel Folon, Lucio Fontana, Franco Francese, Futura 2000, Giuseppe Gabellone, Remo Gaibazzi, Omar Galliani, Gino Gandini, Marco Gastini, Mimmo Germanà, Quinto Ghermandi, Ferruccio Giacomelli, Piero Gilardi, Gilbert & George, Giuseppe Graziosi, Piero Guccione, Giuseppe Guerreschi, Franco Guerzoni, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Eduoard Habicher, Keith Haring, Emilio Isgrò, Marcello Jori, Yumi Karasumaru, Giovanni Korompay, Nello Leonardi, Leoncillo, Carlo Leoni, Carlo Levi, Osvaldo Licini, Marco Lodola, Emanuele Luzzati, Mino Maccari, René Magritte, Piero Manai, Paolo Manaresi, Pompilio Mandelli, Giovanni Manfredini, Giuseppe Maraniello, Anacleto Margotti, Vittorio Mascalchi, Titina Maselli, Roberto Sebastian Matta, Eliseo Mattiacci, Carlo Mattioli, Lo- renzo Mattotti, Fausto Melotti, Plinio Mesciulam, Vittorio Messina, Nino Migliori, Luciano Minguzzi, Gian Marco Montesano, Henry Moore, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Ugo Mulas, Zoran Music, Hidetoshi Nagasawa, Mario Nanni, Ugo Nespolo, Nunzio, Luigi Ontani, Mimmo Paladino, Leone Pancaldi, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Augusto Perez, Cesare Peverelli, Lamberto Pignotti, Piero Pizzi Cannella, Armando Pizzinato, Fabrizio Plessi, Giovanni Poggeschi, Jackson Pollock, Arnaldo Pomodoro, Graziano Pompili, Concetto Pozzati, Sepo, Bruno Pulga, Andrea Raccagni, Oliviero Rainaldi, Carol Rama, Giuseppe Romagnoli, Sergio Romiti, Mimmo Rotella, Bruno Saetti, Lucio Saffaro, Salvo, Juliaõ Sarmento, Germano Sartelli, Aligi Sassu, Emilio Scannavino, Mario Schifano, Julian Schnabel, Toti Scialoia, Sean Scully, Gino Severini, Ardengo Soffici, Mario Sironi, Pino Spagnulo, Adriano Spatola, Graham Sutherland, Tancredi, Emilio Tadini, Antonio Tapies, Marco Tirelli, Mark Tobey, Ernesto Treccani, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Franco Vaccari, Sergio Vacchi, Emilio Vedova, Claudio Verna, Lorenzo Viani, Farpi Vignoli, Antonio Violetta, Wols, Erwin Wurm, William Xerra e Nicola Zamboni. Dal 1997 la Galleria è dotata di un nuovo settore espositivo, all’interno dell’edificio, denominato Spazio Aperto, mentre mostre temporanee si tengono anche a Villa delle Rose (cfr. scheda seguente), trasformata in spazio per mostre dal 1989. L’attività della Galleria d’Arte Moderna è stata, sin dalla sua apertura, assai intensa e diretta alla valorizzazione e promozione delle ricerche contemporanee più significative e relazionali del panorama artistico regionale, nazionale e internazionale con l’orga- 98 Provincia di Bologna nizzazione di più di 395 mostre, tra cui le collettive L’arte come autocoscienza contro il fascismo di ieri e di oggi (1975); Europa/America – L’astrazione determinata (1976); Il Liberty a Bologna e nell’Emilia Romagna (1977); La forma della scrittura (1977); La performance oggi (1977); La metafisica del quotidiano (1978); Ars combinatoria (1979); Dieci anni dopo – I Nuovi Nuovi (1980); La metafisica: gli anni Venti (1980); La scuola dell’acquaforte a Bologna (1982); La sperimentazione fotografica in Italia (1983); L’informale in Italia (1983); Arte di frontiera. New York Graffiti (1984); Arte austriaca 1960-1984 (1984); Anniottanta (1985); Scultura e ceramica in Italia nel ’900 (1989); Materialmente. Scultori degli anni 80 (1989); Anninovanta (1991), Nuova Officina bolognese. Arte visiva e sonora (1992); Arte in Francia 1970-1993 (1994); Officina Italia (1997); Officina Europa (1999); Appereance (2000); L’ombra della ragione (2000); Quadri in Regione; e Arte italiana: Gli ultimi quarant’anni, ove si sono indagati i “materiali anomali”, la “pittura iconica” e “aniconica” (19971999), La natura della natura morta (2002) e Il nudo tra ideale e realtà (2004); e le monografiche relative, in primis, a Giorgio Morandi (1975); Xanti Schawinski, Luciano De Vita, Luciano Minguzzi (1975); Carlo Corsi (1977); Vasco Bendini, Giovanni Korompay (1979); Dino Boschi, Mattia Moreni, Renato Guttuso, Mimmo Paladino (1981); Andrea Raccagni, Emilio Vedova, Luigi Ontani (1982); Mario Merz (1983); Mario Nanni, Bruno Saetti, Piero Manai (1985; 1988); Lucio Saffaro (1987); Duilio Cambelotti (1990); Piero Dorazio, Concetto Pozzati, Lucio Fontana (1991); Tancredi (1992); Luigi Ghirri (1993); Ilario Rossi (1994); Gianfranco Ferroni, Maurizio Bottarelli, Franco Guerzoni, Vittorio D’Augusta, Nun- zio, Jannis Kounellis, Pompilio Mandelli, Fabrizio Plessi (1995); Gilbert & George (1996); Julian Schnabel (1997); Anselm Kiefer (1999); Arnulf Rainer, Augusto Perez, Sergio Romiti (2001); Antonio Violetta, Erwin Wurm (2002); Claudio Parmiggiani, Marco Tirelli, Raymond Pettibon, Friedrich Dürematt, Bruno Pinto (2003); Piero Manai e Pirro Cuniberti (2004), quest’ultima realizzata nelle sale del Museo Archeologico di Bologna. L’attività di Spazio Aperto – coordinata da Dede Auregli coadiuvata da una commissione di esperti tra cui vi sono Chiara Bertola, Roberto Daolio, Claudio Marra, Claudio Spadoni, Alessandra Vaccari e il Direttore della GAM – è nata nel 1997 ed è sostenuta dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna con il principale compito di promuovere l’attività artistica giovanile emergente dal territorio regionale. Il progetto ha ospitato diverse rassegne in maniera continuativa, a diversa curatela, singolari, a coppie o a più nomi, mostre scambio, collettive e premi, i cui protagonisti si sono poi confermati nel tempo artisti capaci d’incidere nel sistema dell’arte: si ricordano Vincenzo Izzo e Alessandra Tesi, Francesco Bernardi e Cuoghi Corsello, Nicola Cucchiaro e Andrea Renzini, Giovanni Manfredini, Maurizio Arcangeli e Yumi Karasumaru, Cristiano Pintaldi, Vanessa Beecroft e Shirin Neshat, Giovanni Albanese e Sabrina Mezzaqui, Luca Caccioni, Sara Ciracì-Michele Mariano-Marco Samorè, Alessandro Bazan-Andrea Chiesi-Daniele Galliano, Mat Collishaw, Eva Marisaldi, Clara Bonfiglio-Vittorio Corsini, Enrica Borghi, Paola De Pietri, Marco Neri e Andrea Salvino, Bertozzi & Casoni, Sabrina Torelli, Marcello Maloberti, Emilio Fantin, Claudia Losi e le collettive 8 artisti/8 critici, Collaudi, Spazio 99 Provincia di Bologna aperto al disegno e Keep’n Touch, il progetto europeo Eurostar e, nel 2000, la retrospettiva del Premio Alinovi. Il premio, istituito in memoria della critica Francesca Alinovi da un quintetto di critici “Amici di Francesca” nel 1986, è alla sua diciannovesima edizione e riconosce ai giovani prescelti il merito della sperimentazione artistica veramente innovativa, in linea con le ricerche della studiosa. Hanno vinto Luigi Ontani, Societas Raffaello Sanzio, Denis Santachiara, Aldo Spoldi, Piero Gilardi, Corrado Levi, Andrea Taddei, Marcello Jori, Premiata Ditta, Studio Azzurro, Cuoghi e Corsello, Eva Marisaldi, Cesare Viel, Cesare Pietroiusti, Luca Vitone, Sissi. Dal 2005 la Galleria diventerà la sede del Premio Furla per l’Arte, organizzato in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia. Anche questo premio, alla sua quinta edizione, mira a rimeritare i giovani artisti emergenti dall’orizzonte artistico attraverso una selezione effettuata da critici locali, nazionali e internazionali. La Galleria, inoltre, ospita la Sezione Arte del Premio Dams. Arte, musica e spettacolo per il concorso nazionale dei DAMS d’Italia, promosso dal Corso di Laurea DAMS dell’Università degli Studi di Bologna, nel 2004 alla sua terza edizione, inteso alla valorizzazione della creatività dei neolaureati in arte, cinema, musica e spettacolo; e per i giovani artisti italiani, l’Associazione “Amici della Galleria d’Arte Moderna di Bologna” ha istituito, sempre nel 2004, il Premio Maretti che ha lo scopo, attraverso il mecenatismo di Christian Maretti, di ripristinare il meccanismo dei premi acquisto destinati a incrementare il patrimonio dell’Istituzione con opere che incentivano la creatività delle nuove generazioni. Nella prima mostra hanno esposto artisti che si sono già segnalati nel circuito più qualificato dell’arte contemporanea sperimentale come Sergia Avveduti, Giuseppe Caccavale, Pier Paolo Campanili, Annalisa Cattani, Andrea Melloni, Federico Pietrella, Leonardo Pivi, Marco Samoré e Sissi. La Galleria svolge una fondamentale attività educativa all’arte attraverso il Dipartimento didattico, il cui programma si struttura su occasioni di studio destinate a bambini, ragazzi e docenti delle scuole di ogni ordine e grado al fine di coinvolgere il suo pubblico ai processi creativi del fare arte. La Galleria d’Arte Moderna sarà trasferita nel 2006 nell’area archeologica-industriale dell’ex Forno del Pane che darà vita alla Manifattura delle Arti sorta dal restauro dell’ex Manifattura Tabacchi, su progetto dell’architetto Aldo Rossi. Nella nuova Galleria d’Arte Moderna sarà allestita l’esposizione permanente, ed organizzati ampi spazi per mostre temporanee: questa eccellente situazione sarà un’opportunità per l’incremento del patrimonio delle collezioni, nonché la possibilità di essere in sinergia attiva con lo spazio della Salara (dove si sono organizzate nel 1995 le mostre di Kounellis e di Plessi), con la Raccolta Lercaro (cfr. pp. 103-104) e con i laboratori del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna. Bologna VILLA DELLE ROSE S E titolarità: Comune di Bologna via Saragozza 228/230 40134 Bologna (BO) Tel. 051/502859-436818 Aperta in occasione di mostre temporanee dal martedì al venerdì, dalle 15.00 alle 20.00. Sabato e domenica dalle 11.00 alle 18.00, chiusa il lunedì 100 Provincia di Bologna L’ottocentesca Villa delle Rose, donata dalla contessa Nerina Armandi Avogli al Comune, è stata, dal 1926, la prima sede della Galleria d’Arte Moderna. Le opere dell’Ottocento e del Novecento, di proprietà dell’Amministrazione, sono state esposte sino al 1947 nelle stanze dell’edificio a due piani, decorato con pregevoli affreschi di gusto tardo neoclassico; la Villa è contornata da un importante parco contraddistinto da varie essenze arboree esotiche e da un lungo viale d’ippocastani, caratteristico del gusto francese del XIX secolo. Dal 1989 l’attività della Galleria in questa sede è stata assai intensa e diretta, in particolare, alla promozione di artisti significativi la cui fama è stata o è in via di maggior consolidamento, o collettive di carattere storico o assai sperimentale: si ricordano le esposizioni Anteprima. Paolini, Spagnulo, Mattiacci, Paladino, Pistoletto, Pisani, Turcato, Zorio, Gastini; Pit Kroke sculture e dipinti; Helmut Newton (1989); Penone; Mimmo Paladino; Paolini (1990); Luigi Ontani; Parmiggiani (1991); Morlotti; Nannucci. Light times time lights; Marco Gastini (1992); The last garden; Domenico Bianchi; Nagasawa (1993); Maraniello; La forma del quotidiano; Mainolfi (1994); Nunzio; Emilio Tadini. Il ballo dei filosofi; La performance in Italia (1995); Christian Boltanski (1997); Salvo; Marisa Merz; Quadri in Regione (1999); Pier Paolo Calzolari; Francesco Clemente; Officina Europa (1999); Luciano Bartolini (2000); Marcello Jori; Elger Esser (2001); Officina America (2001); Andrea Fogli (2002); e la mostra dei giovani artisti del Premio Dams (2004) e del Premio Furla. Bologna MUSEO MORANDI. SEZIONE DELL’ISTITUZIONE GALLERIA D’ARTE MODERNA DI BOLOGNA M S E titolarità: Comune di Bologna Palazzo d’Accursio piazza Maggiore 6 40121 Bologna (BO) tel. 051/203646; fax 051/203403 [email protected] www.museomorandi.it Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì Interamente dedicato al celebre artista bolognese Giorgio Morandi (1890-1964), il museo è stato ufficialmente inaugurato nell’ottobre 1993, al secondo piano del medievale Palazzo d’Accursio e diretto, sino al 2001, da Marilena Pasquali. Nato sulla scorta della sezione Archivio e Centro Studi Morandi, aperta nel 1982 in appositi spazi della Galleria d’Arte Moderna (cfr. pp. 96-99), il museo è stato creato a Palazzo d’Accursio per vincolo testamentario espresso da Maria Teresa Morandi in occasione della donazione delle opere del fratello alla città, raccolta integrata dalla sezione della Galleria. La collezione monografica si compone di 254 opere, di cui 62 dipinti ad olio eseguiti tra il 1910 e il 1964, 18 acquerelli, 92 disegni, 78 acqueforti, due sculture e due lastre matrici esposte in un percorso filologico e dinamico che mira a ricordare l’atmosfera dello studio dell’artista con la sua collezione di maestri d’arte antica. Giorgio Morandi ha sviluppato la sua straordinaria poetica artistica con grande originalità, pur sfiorando, all’interno della sua ricerca centrata sui temi della natura morta con bottiglie, dei fiori e del paesaggio, tutte le evoluzioni dell’arte, 101 Provincia di Bologna dalla metafisica all’informale, e traendo ispirazione dalla pittura medievale e moderna più geometrica e silente, da Giotto a Masaccio e Paolo Uccello, da Chardin a Cézanne. L’attività del Museo Morandi mira a valorizzare il proprio patrimonio e relazionare la figura del pittore e il suo operato con esperienze similari o parallele alla sua, in ambito nazionale e internazionale, con particolare riferimento al collezionismo: si ricordano le mostre Zoran Music: Gli acquerelli veneziani; Mostra dei ventisette dipinti di Giorgio Morandi già appartenuta alla Collezione José Luis e Beatriz Plaza; Jean Michel Folon: Acquerelli e sculture; Paul Klee: Figure e metamorfosi; Alberto Giacometti: disegni, sculture e grafica; Max Klinger: Incisioni da una collezione privata bolognese; Julius Bissier: Opere dal 1925 al 1965; I Morandi della Collezione Giovanardi; Luciano de Vita: Le prime acqueforti. 1950-1956; e Domenico Rambelli: Disegni. L’alta statura artistica di Morandi è stata riproposta all’estero in varie esposizioni tra cui Giorgio Morandi: Dipinti ed opere su carta dal 1914 al 1963, a Lisbona, Morandi esposizione antologica, a Madrid, Giorgio Morandi: Fiori e Paesaggi, a Tokio e Giorgio Morandi: Acquerelli, a Vienna e Winterthur. cinematografica che tiene conto degli aspetti culturali e interdisciplinari con le arti visuali e della comunicazione. Nel 2000 è stata inaugurata la nuova sede all’interno dell’area industriale dell’ex Macello, edificio d’archeologia industriale riattato e limitrofo all’ex Manifattura Tabacchi, nuova sede della Galleria d’Arte Moderna di Bologna (cfr. pp. 96-99). La nuova residenza della Cineteca ha una sede espositiva dove sono state organizzate numerose rassegne di fotografi del territorio regionale, come Cesare Zavattini, Antonio Masotti e Giuseppe Cavazza; esposizioni di manifesti cinematografici e la mostra di pittura La biblioteca dipinta: un ciclo pittorico di Miria Malandri. Bologna COLLEZIONI D’ARTE E DI STORIA DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO IN BOLOGNA – RACCOLTA ARTE CONTEMPORANEA R A S E titolarità: Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna via Morgagni 3 40122 Bologna (BO) tel. 051/230727; fax 051/232676 [email protected] www.fondazionecarisbo.it/carisbo/fondaz.nsf Sviluppatosi come Centro d’arte e cultura riferito primariamente alla storia di Bologna, San Giorgio in Poggiale è sede delle Collezioni della Fondazione della Cassa di Risparmio, dal 1992, subentrata alla Carisbo. Si tratta di una struttura culturale realizzata all’interno dell’antica chiesa di San Giorgio, assai danneggiata nel corso della seconda guerra mondiale e poi acquistata dall’istituto La Cineteca di Bologna è nata negli anni Ses- bancario dai frati Gesuiti, ultimi proprietari; santa e ha sempre svolto una programmazione il Centro della Fondazione, diretto sino al Bologna ISTITUZIONE CINETECA DI BOLOGNA S E titolarità: Comune di Bologna via Riva di Reno 72 40122 Bologna (BO) tel. 051/2194820; fax 051/2194821 [email protected] www.cinetecadibologna.it 102 Provincia di Bologna 2001 da Franca Varignana e attualmente da Vittoria Coen, è composto dai depositi per le collezioni, dalla biblioteca, dall’emeroteca, dalla fototeca e da due sedi espositive. La raccolta d’arte è ordinata da esemplari che documentano prevalentemente la cultura locale quale testimonianza degli sviluppi storici e civili del nostro territorio e dall’attività espositiva, locale, ma anche nazionale e internazionale, legata alle collezioni: oltre a opere antiche e moderne, per il Novecento e l’attualità vi sono lavori di Giorgio Morandi, Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Sergio Romiti, Ilario Rossi, Dino Boschi, Lidia Puglioli, Mino Maccari, Jiri Dokoupil, Luca Pignatelli, Luciano Minguzzi, Sandro Chia, Gian Marco Montesano, Aldo Mondino, Marcello Jori, Paolo Conti, Piero Copertini, Marco Lodola, Salvo, Enrico Castellani, Alessandro Rivola, Carla Accardi, Nunzio, Marco Tirelli, Luigi Ontani, Alberto Zamboni, Luigi Mainolfi, Carol Rama, Mario Nanni, Enzo Cucchi, Sabrina Mezzaqui, Sabrina Torelli, Paolo Chiasera, Serse Roma, Luca Caccioni, Luigi Carboni, Arturo Martini, Piero Pizzi Cannella, Francesco Spampinato, Les Rogers, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Aldo Galgano, Gianluigi Toccafondo, Fabio Mauri, Maurizio Bottarelli, Marcello Iori, Pirro Cuniberti, Angelo Davoli e Eric Fischl. L’attività espositiva delle Collezioni della Fondazione in San Giorgio in Poggiale è stata equilibrata nel proporre eventi relativi sia alla cultura del passato che a quella dell’attualità, ora intensificatasi per vocazione della nuova direzione: si ricordano le mostre Nino Migliori (1986); Biennale Giovani (1988); Morandi nelle raccolte private bolognesi (1989); Klee; Giacometti e un secolo di grafica svizzera (1993); Transafricana; Klee e la musica, Klee e le immagini (2000); Cleto Tomba (2001); Jiri Dokoupil, opere recenti (19992001); Gian Marco Montesano: Il teatro dell’arte (2002); Pictura Magistra Vitae (2003); Il nuovo rit-ratto d’Europa: Identità dell’arte italiana negli ultimi quarant’anni; Artisti messicani contemporanei e Eric Fischl (2004). Nel 2006 è prevista l’inaugurazione del Museo della Città, voluto dalla Fondazione e dal suo attuale Presidente, Fabio Roversi Monaco, come luogo in cui ripercorrere interamente la storia di Bologna attraverso i secoli e le sue tematiche più caratteristiche, relative a una visione culturale complessiva e geografica che tiene conto di tutti gli aspetti della vita, sia essa sociale, economica, politica e artistica, che determinano un’epoca; tutto grazie a particolari strutture tecnologice e multimediali che consentiranno l’interazione e l’integrazione delle opere d’arte della Fondazione con il tessuto museale urbano già esistente. Il museo avrà la sua sede in Palazzo Pepoli Vecchio, in via Castiglione 10; e la sua ideazione architettonica e museografica è ad opera dell’architetto Mario Bellini e del suo studio, che hanno vinto il concorso d’idee indetto nel 2004. Bologna PALAZZO SARACENI – GUALANDI S E titolarità: Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna via Farini 15 40124 Bologna tel.051/6454111;fax 051/6454499 [email protected] www.fondazione-carisbo.com/carisbo/fondaz.nsf Aperto in occasioni di mostre, tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 103 Provincia di Bologna Nel palazzo rinascimentale di Palazzo Saraceni Gualandi, costruito alla fine del XV secolo da ignoto architetto per commissione di Antonio Saraceni, ha sede la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna; l’edificio, di proprietà Gualandi sin dal XVIII secolo, veniva riattato nel 1860, con un parziale interramento del portico, e dal 1930 diveniva di proprietà del Credito Fondiario dell’Istituto bancario che lo ripristinava internamente sotto la direzione dell’ingegner Augusto Baulina Paleotti e lo impreziosiva con decorazioni plastiche e figurative Art nouveau per mano di Roberto Franzoni. Dal 1995 sono stati affrontati, ad opera dell’architetto Roberto Scannavini, altri lavori strutturali dell’edificio che hanno consentito l’apertura delle nuove sale espositive e degli spazi dedicati alla convegnistica. L’attività culturale sviluppatasi in questi spazi è, quindi, assai recente e in perfetta sintonia con la filosofia istituzionale delle Collezioni di San Giorgio in Poggiale (cfr. scheda precedente): oltre a esposizioni che hanno documentato alcuni aspetti delle arti decorative del territorio nel corso dei secoli, sono state dedicate all’arte e all’architettura contemporanea le mostre Arte ad alta tensione-due generazioni di futuristi (2003); Idee per il Museo della città; Una Fondazione per l’arte del Novecento: Acquisizioni 2002-2004 e Piero Manai (2004). Bologna RACCOLTA LERCARO R A titolarità: Fondazione “Cardinale Giacomo Lercaro” Istituto Veritatis Splendor via Riva Reno 57 40122 Bologna (BO) tel. 051/472078; fax 051/476802 [email protected] www.bologna.chiesacattolica.it/raccoltalercaro Aperta dal mercoledì al sabato dalle 15.00 alle 18.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00 La raccolta Lercaro veniva istituita nel 1971 ed allestita nella sede di Villa San Giacomo, di proprietà dell’Opera Diocesana “Madonna della Fiducia”. Intitolata al grande arcivescovo bolognese, Giacomo Lercaro, la fondazione detiene una importante raccolta d’arte contemporanea formatasi agli inizi degli anni Settanta per volontà di un gruppo di pittori e scultori bolognesi, Ilario Rossi, Pompilio Mandelli, Enzo Pasquini e Aldo Borgonzoni, che donarono il primo nucleo di opere pittoriche e scultoree al Cardinale, in occasione del suo ottantesimo compleanno. Dal momento della sua dipartita, la Fondazione ha continuato ad acquisire opere, tramite donazione, con lo scopo di riaffermare le alte finalità spirituali, sociali, etiche ed estetiche che Lercaro ravvisava nell’arte contemporanea, in particolare nella scultura che dà corpo alla parte più cospicua della collezione; dall’inizio degli anni Settanta ad oggi, la raccolta è stata diretta da Elva Bonzagni Poggi, Franco Solmi e Marilena Pasquali in collaborazione con la Presidenza di Mons. Arnaldo Fraccaroli ed è stata aperta alla fruizione pubblica dal 1989. Nel maggio del 2003 è stata inaugurata la nuova sede della Raccolta Lercaro nell’edificio recentemente riattato che ospita l’Istituto Veritatis Splendor, attiguo alla Cineteca (cfr. p. 101) e alla futura nuova Galleria d’Arte Moderna (cfr. pp. 96-99), all’interno del Polo culturale della Manifattura delle Arti. La Raccolta è formata da circa 700 opere, pitture, sculture, disegni e grafica, di artisti che hanno operato nel corso del XX secolo 104 Provincia di Bologna in varie direzioni poetiche che vanno, solo per citare le maggiori, dal figurativo verista e di Novecento all’Informale, dall’arte astrattaconcreta allo Spazialismo, dal Modernismo al Post moderno, dal Surrealismo al Concettuale con lavori di Medardo Rosso, Paolo Troubetzkoy, Adolfo Wildt, Carlo Corsi, Pietro Dodero, Pietro Melandri, Ercole Drei, Aroldo Bonzagni, Giorgio de Chirico, Arturo Martini, Giorgio Morandi, Virgilio Guidi, Michele Cascella, Severo Pozzati, Luciano Baldessari, Nino Corazza, Henry Moore, Mino Maccari, Francesco Messina, Marino Marini, Bruno Saetti, Giovanni Korompay, Alberto Viani, Giacomo Manzù, Mirko (Balsadella), Corrado Cagli, Toni Benetton, Luciano Minguzzi, Pietro Annigoni, Angelo Biancini, Vittorio Magelli, Renato Guttuso, Aligi Sassu, Bruno Cassinari, Piero Giunni, Giovanni Ciangottini, Ivo Tartarini, Guidone Romagnoli, Pericle Fazzini, Antonio Mazzotti, Gastone Breddo, Quinto Ghermandi, Nello Leonardi, Remo Brindisi, Gino Covili, Ernesto Treccani, Giuseppe Ferrari, Raimondo Rimondi, Vasco Bendini, Mario Nanni, Dino Boschi, Pirro Cuniberti, Sergio Vacchi, Germano Sartelli, Arnaldo e Giò Pomodoro, Carlo Zauli, Mario Bocchini, Sergio Romiti, Luciano De Vita, Floriano Bodini, Simon Benetton, Concetto Pozzati, Richard Hesse, Ivo Sassi, Carlo Santachiara, Davide Scarabelli, Enrico Mulazzani, Fabrizio Passarella, Bianca Rosa Arcangeli (Rosalba), Alberto Giacometti, Roberto Sebastian Matta, Jean Michel Folon e Lucio Fontana. Completano l’esposizione permanente, dislocata su due piani, una sala per le mostre temporanee, una per convegni e una biblioteca con più di 10.000 libri d’arte. Bologna MUSEO DELLA SANITÀ E DELL’ASSISTENZA – RACCOLTA D’ARTE CONTEMPORANEA R A titolarità: Azienda U.S.L. di Bologna via Clavature 8 40124 Bologna (BO) tel. 051/230260; fax 051/6569777 Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; da maggio a settembre tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00 All’interno del complesso barocco di Santa Maria della Vita è situato il Museo della Sanità e dell’Assistenza, che raccoglie le testimonianze artistiche legate alla storia del santuario e alla Confraternita dei Battuti, fondata alla fine del XIII secolo, attiva nell’assistenza ai malati e dedita al culto della Vergine; il museo conserva inoltre opere e oggetti provenienti dall’antico Ospedale della Vita e dalla sua farmacia. Recentemente restaurato e, dal 2000, aperto al pubblico che può ammirare i capolavori rinascimentali scultorei in terracotta di Niccolò dell’Arca e Alfonso Lombardi, il museo, diretto da Graziano Campanini, conserva un piccolo nucleo di opere d’arte del Novecento entrate a far parte della collezione d’arte dell’Azienda U.S.L. di Bologna dal 1967, quando l’Ospedale Maggiore di Bologna volle costituire una raccolta d’arte contemporanea che alleviasse la permanenza nella struttura dei degenti. Vennero così donate opere di Aldo Borgonzoni, Carlo Corsi, Paolo Manaresi, Norma Mascellani, Giorgio Morandi, Guglielmo Pizzirani, Ilario Rossi, Bruno Saetti, Cleto Tomba e Farpi Vignoli. 105 Provincia di Bologna Bologna MUSEO INTERNAZIONALE E BIBLIOTECA DELLA MUSICA M titolarità: Comune di Bologna strada Maggiore 34 40125 Bologna (BO) tel. 051/2757711-221117; fax 051/2757728 [email protected] www.museomusicabologna.it Aperto da martedì a domenica dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso i lunedì feriali e il mese di agosto Inaugurato nel 2004, il museo ha sede in palazzo Sanguinetti, donato al Comune nel 1986 dall’ultima proprietaria e discendente della famiglia, Eleonora Sanguinetti. L’edificio, la cui origine risale agli inizi del XVI secolo, è stato riattato alla fine del XVIII secolo per volontà di Antonio Aldini e su progetto di Giovanni Battista Martinetti; è decorato alle pareti da Serafino Barozzi, Antonio Basoli, Pelagio Palagi, Vincenzo Martinelli, Luigi Busatti e Francesco Santini. La quadreria del museo, il cui nucleo centrale è composto dalle commissioni effettuate da Padre Giambattista Martini, si sviluppa per diverse sale con opere che vanno dal XVII secolo in poi e ritraggono personaggi del mondo culturale musicale; seppur numericamente ridotta per quanto concerne il Novecento e l’attualità, la collezione del museo ha alcuni dipinti di Giuseppe De Sanctis, Giuseppe Tivoli, Fabio Fabbi, Gino Marzocchi, L. Casoni e Felice Casorati. Bologna BANCA DI BOLOGNA R A titolarità: Banca di Bologna piazza Galvani 4 40124 Bologna (BO) tel. 051/6571111; fax 051/6571100 www.bancadibologna.it Nell’entrata della sede bancaria, i cui uffici si trovano a ridosso delle pareti della chiesa di San Petronio, sono esposte al pubblico in permanenza le sculture di artisti attivi nel bolognese come Bruno Pinto, Raimondo Rimondi e Guglielmo Vecchietti Masacci e un quadro astrattista di Pinto, Interno, eseguito dall’artista tra il 1977 e il 1990. Bologna UNICREDIT R A titolarità: UniCredit S.p.A. Palazzo Magnani 40126 Bologna (BO) via Zamboni 20 tel. 051/2962508 Palazzo Magnani fu di proprietà, sin dal XIII secolo, dell’omonima famiglia di bancari e senatori. Il palazzo, il cui prospetto risale al XVI secolo ed è attribuito al genio dell’architetto Domenico Tibaldi, veniva decorato dai Carracci con le Storie della Fondazione di Roma e da Annibale, in particolare, con i Ludi Lupercali. Al piano terra del palazzo, attuale sede della UniCredit Banca, è conservata la Collezione d’arte antica e moderna dell’istituto bancario che, per quanto concerne il Novecento, è illustrata da prestigiose opere di Ennio Morlotti, Pompilio Mandelli, Virgilio Guidi, Sergio Romiti, Fritz Wotruba, Graham Suterland, Luciano Minguzzi, Carlo Zauli, Otto Dix, Giovanni Prampolini, Mauro Reggiani, Giorgio Morandi, Hans Hartung, Jean Fautrier, Filippo de Pisis, Quinto Ghermandi, Nino Franchina, Mario Negri, Alberto Burri e Roberto Sebastian Matta; capolavori che dimostrano una propensione collezionistica verso le poetiche informali, in particolare quelle indagate da Francesco Arcangeli. 106 Provincia di Bologna Bologna MUSEO DELLA CERTOSA – OPERE D’ARTE DEL NOVECENTO S U titolarità: Comune di Bologna via della Certosa 18 40133 Bologna (BO) tel. 051/204640; fax 051/204761 presidency@significantcemeteries [email protected] www.progettocertosa.it www.significantcemeteries.it Aperto tutti i giorni sino alle 17.00 Nell’ampia area cimiteriale, istituita nel 1801 e trasformata in museo nel dicembre del 2000, la scultura del Novecento, come l’arte funeraria degli altri secoli, ha la precisa funzione di conservazione della memoria famigliare. Ai monumenti che formano questo straordinario museo a cielo aperto costruito intorno alla tardomedievale Certosa di San Girolamo, riattata a più riprese nel corso dei secoli, hanno lavorato diversi artisti dell’Ottocento, del secolo passato e di oggi, con interventi dislocati sia all’interno del cosiddetto cimitero ottocentesco, sia negli ampliamenti effettuati nel Novecento e dopo il Duemila. Le sculture, prevalentemente figurative per forte evocazione simbolica, ma anche con importanti esempi astrattisti e informali, sono di Pasquale Rizzoli, Silverio Montaguti, Pietro Veronesi, Sergio Cremonini, Leonardo Bistolfi, Dante Carpigiani, Marco Marchesini, Giorgio Lenzi, Piero Muratori, Renaud Martelli, Rito Valla, Gino Marzocchi, Bruno Raspanti, Alfonso Borghesani, Gaetano Samoggia, Mario Sarto, Amerigo Tot, Ercole Drei, Pinno Nucci, Giuseppe Romagnoli, Cesarino Vincenzi, Beppe Marzot, Alfonso Borghesani, Andrea Franchi, Bru- no Bandoli, Paolo Gualandi, Francesco Brunetti, Marco Marchesini, Enzo Pasqualini, Leone Pancaldi, Carlo Santachiara, Luciano Minguzzi, Armando Minguzzi, Bruno Bandoli, Cleto Tomba, Nicola Zamboni, Carlo Zauli, Farpi Vignoli, Giacomo Manzù, Marco Marchesini e Bruno Saetti. Bologna PARCO PIER PAOLO PASOLINI P A titolarità: Comune di Bologna Quartiere San Donato via San Donato 68 40127 Bologna (BO) tel. 051/6337530; fax 051/501850 Aperto da aprile a settembre, dalle 6.00 alle 24.00 e da ottobre a marzo dalle 7.00 alle 18.00 All’interno dell’ampio parco, disegnato da Paolo Bettini e Marco Ferrari, lo scultore Nicola Zamboni ha modellato 200 figure umane, compiute tra il 1974 e il 1984, che popolano come astanti l’area ambientale formando una sorta di silente necropoli nel verde pubblico; ed inoltre, nello stesso luogo, l’artista ha realizzato un teatro-scultura. L’intero complesso, gravemente danneggiato, è in attesa di restauro. Bologna CAPPELLA DI SANTA MARIA DEI CARCERATI IN PALAZZO RE ENZO A BOLOGNA S U titolarità: Comune di Bologna Palazzo re Enzo Voltone del Podestà, piazza Maggiore Emporio della Cultura 40124 Bologna (BO) tel. 051/2960812 Visite guidate su appuntamento 107 Provincia di Bologna All’interno della restaurata Cappella di Santa Maria dei Carcerati, costruita nel 1371 per volontà del vicario pontificio Anglico de Grimoard ed adibita al conforto spirituale di chi era imprigionato nel vicino Palazzo del Capitano, l’artista inglese Tavid Tremlett (1945) ha realizzato uno dei suoi wall drawing, coniugando l’arte del passato con l’attuale Astrattismo, perpetuando un senso di continuità e rottura al tempo stesso, che caratterizza molti interventi site specific nella nostra regione (cfr. Invito a… di Reggio Emilia p. 62, Palazzo Ducale di Sassuolo pp. 89-90). Inaugurata il 10 maggio del 2003, l’opera è stata eseguita grazie al mecenatismo di privati bolognesi, che hanno collaborato con il Comune per la sua realizzazione. David Tremlett è uno scultore che predilige scolpire il muro con i colori, “massaggiandoli” sulle pareti quali supporto per i suoi lavori astratti, che nascono da un profondo rapporto emozionale e progettuale con il luogo prescelto e le sue preesistenze; le sue forme geometriche ed essenziali vibrano attraverso i colori e la luce, sempre in armonia con l’architettura che le ospita e che è alla radice dei suoi concepimenti artistici. Bologna SALA D’ERCOLE S E titolarità: Comune di Bologna Palazzo d’Accursio piazza Maggiore 6 40121 Bologna (BO) tel. 051/204690 Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00. Chiusa il lunedì pianto architettonico originale, pur lasciando trasparire le modificazioni effettuate nel corso del XVII secolo. La sua denominazione deriva dalla statua di Ercole che abbatte Idra di Lerna, eseguita nel 1519 da Alfonso Lombardi, e posizionata al termine della Sala; sulla parete destra vi è l’affresco di Francesco Francia che raffigura la Madonna del Terremoto, proveniente dalla Cappella degli Anziani. Tale spazio è usato, prevalentemente, per piccole esposizioni d’arte contemporanea, in particolare fotografica, e d’illustratori dell’attualità. Si ricordano le mostre d’arte visiva di Fabrizio Plessi, Carlo Zauli, Carlo Santachiara e Lorenzo Cappellini; le rassegne fotografiche dal titolo L’occhio d’Ercole, che hanno visto succedersi dieci autori, Riciclando 2003 e Bologna 1950-2000. Inoltre ha ospitato gli illustratori contemporanei della cultura fiamminga all’interno della mostra Le maschere dentro. Bologna PALAZZO DEL PODESTÀ S E titolarità: Comune di Bologna piazza del Nettuno 2 40121 Bologna (BO) Assessorato alla Cultura tel. 051/204690-204680; fax 051/226031 Aperto in occasioni di mostre il lunedì e venerdì dalle 16.00 alle 22.00, il martedì e giovedì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 22.00, il mercoledì dalle 10.00 alle 17.00 e il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 22.00 Il Palazzo del Podestà è stato costruito nel corso del XIII secolo ed era la sede delle riunioni dei rappresentanti amministrativi Situata all’interno del rinascimentale Palazzo della città; centro della vita bolognese nei del Municipio, la Sala d’Ercole mantiene l’im- secoli successivi, venne riattato per volere 108 Provincia di Bologna di Giovanni II Bentivoglio dopo il 1484, su ispirazione architettonica serliana. Gravemente danneggiato in epoca napoleonica, veniva restaurato e decorato, a partire dal 1908, dall’architetto Alfonso Rubbiani e dal pittore Adolfo De Carolis, che affrescava la Sala dei Quattromila con stile neomichelangiolesco aggiornato all’Art nouveau. Tali affreschi furono terminati dall’artista nel 1928, anno della sua dipartita, ma le polemiche che avevano investito il lavoro considerato ormai anacronistico portarono al loro strappo nel 1969 e a un interminabile restauro. Il Palazzo del Podestà, collegato a Palazzo re Enzo, ha ospitato diverse rassegne artistiche, di cui alcune relative all’arte contemporanea locale come le monografiche dedicate a Giovanni Romagnoli, Norma Mascellani, Alessandro Giusberti, Anacleto Margotti, Cesare Castagnoli, Andrea Pazienza e Athos Casarini, ma è stata anche sede di diverse collettive, in particolare negli anni Cinquanta e Sessanta, come Indagine 1987 la ricerca artistica giovanile in Emilia Romagna; 2 mostra d’arte contemporanea; Mostra d’arte contemporanea organizzata dalla sezione bolognese del Sindacato pittori e scultori; Mostra d’arte premio Comune di Bologna; Prima mostra nazionale d’arte contemporanea; Prima mostra nazionale degli artisti romagnoli; Mostra della scultura italiana del 20° secolo; Nuove prospettive della pittura italiana; Pittura cubana contemporanea; Premio Sperticano 1973 e omaggio a Virgilio Guidi e la Biennale d’arte contemporanea di Bologna. Nel 2004 si è tenuta un’importante manifestazione trasversale al mondo dell’arte contemporanea: il Festival del libro d’arte Artelibro, sa- lone denso d’eventi quali mostre, dibattiti e convegni volti alla valorizzazione e promozione dell’editoria artistica specializzata. Bologna SPAZIO EX CHIESA DI SAN MATTIA S E titolarità: Stato italiano via Sant’Isaia 14 A 40123 Bologna (BO) Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell’Emilia-Romagna via Sant’Isaia 20 tel. 051/3397011 [email protected] Ex chiesa barocca, nata all’interno del Convento di San Mattia sorto come emanazione delle suore Eremitesse di Santa Maria del Monte della Guardia, è stata recentemente restaurata e adibita a spazio per convegnistica ed esposizioni. L’attuale impianto veniva realizzato, nel rispetto delle preesistenze, dall’architetto Pietro Fiorini alla fine del XVI secolo. Suggestiva sede di diverse attività gestite dalla Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell’Emilia Romagna, per quanto concerne l’arte contemporanea ha ospitato varie mostre, con una vocazione particolare nei confronti dell’architettura, realizzate in collaborazione anche con enti pubblici o associazioni private, come l’Istituto Beni Culturali Artistici e Naturali della Regione, il Comune di Bologna, l’A.N.P.I. e Palazzo Stella (cfr. p. 117). Si ricordano le rassegne Architettura a Bologna 2000; Architetti contemporanei, Polis urban [e] motion; Morire per Amore: Arte e Resistenza a Bologna e le monografiche del pittore iperrealista Angelo Davoli e dello scultore concettuale Ivo Gensini. 109 Provincia di Bologna Bologna CONVENTO DI SANTA CRISTINA S E titolarità: Comune di Bologna e Università degli Studi di Bologna piazzetta Morandi 2 40125 Bologna tel. 051/2099785 [email protected] www.unibo.it Aperto in occasione di mostre, da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 21.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.00. La mattina solo su appuntamento. Chiuso il lunedì Costruito per ospitare le monache camaldolesi, nel 1247, il complesso di Santa Cristina divenne poi caserma dell’Arma dei Carabinieri e infine, dopo un lungo restauro ad opera di Roberto Scannavini, che ha messo in luce le decorazioni parietali di cultura bolognese risalenti all’epoca tardoquattrocentesca e seicentesca, è destinato a sede del Dipartimento di Arti Visive, dell’Università degli Studi di Bologna, della Fondazione Federico Zeri, della Biblioteca Nazionale delle Donne; è inoltre un centro espositivo, recentemente reso attivo con le mostre monografiche del pittore figurativo Antonio Saliola, ispirata al tema della fiaba, e del ritrattista Pietro Annigoni. Bologna ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA I D S E m p titolarità: Stato italiano via Belle Arti 56 40126 Bologna (BO) tel. 051/243064-244252; fax 051/253032 [email protected] [email protected] www.accademiabelleartibologna.it L’Accademia di Belle Arti di Bologna ha sede, unitamente alla Pinacoteca Nazionale, (cfr. scheda seguente) nel complesso della chiesa di Sant’Ignazio e del noviziato dei Gesuiti, costruito, tra il 1728 e il 1735, da Alfonso Torrigiani; la chiesa, cui è stata ridotta la cupola, è ora trasformata nell’Aula Magna dell’Accademia, cui successivamente è stata aggiunta l’ala progettata dall’architetto Edoardo Collamarini. Nel 1997 sono stati aperti nuovi spazi nell’interrato: il Museo dell’Accademia e le Sale delle Belle Arti, in comunione con la Pinacoteca. Nuovi lavori, nel 2001, hanno sviluppato altri ampliamenti come il recupero dell’ex teatro ora divenuto sala polivalente intestata a Luciano De Vita, cui sono aggiunti spazi didattici ed espositivi intitolati a Virgilio Guidi. L’Accademia nasce, originariamente, dall’Accademia Clementina fondata, nel 1710, da Luigi Ferdinando Marsili e da Giampiero Zanotti col proposito di continuare le istanze culturali ereditate dall’Accademia degli Incamminati istituita dai Carracci nel 1590. Il regno napoleonico portò l’istituzione ad essere riconosciuta a livello nazionale, nel 1802, unitamente all’Accademia di Milano con la quale essa condivise alcuni insegnamenti. Da quel momento ad oggi si sono susseguite diverse fasi che hanno trasformato l’istituto, portandolo alla cessione della Pinacoteca, nel 1882, ai cambiamenti attuati dalla Riforma Gentile e dalla legge di riforma del 1999, che ha collocato tutte le Accademie all’interno del Ministero dell’Università, dell’Istruzionone e della Ricerca. L’Accademia è stata, sin dalla sua prima istituzione, l’alveo dell’arte contemporanea ad ogni epoca: il Novecento si è aperto con il proseguimento dell’attività di artisti che avevano 110 Provincia di Bologna avuto successo con le poetiche tardo romantiche e neo rococò del XIX secolo, come Antonio Muzzi, o sensibili al rinnovamento artistico modernista d’inizio secolo, come Augusto Majani, e Achille Casanova; dal 1930 in poi il ritorno all’ordine del Novecento viene originalmente interpretato da Giorgio Morandi, che assume la cattedra d’incisione, affiancato da Ercole Drei, Giovanni Romagnoli e Nino Bertocchi. Gli allievi di Morandi, Paolo Manaresi e Luciano De Vita proseguivano la lezione del maestro percorrendo correnti diverse: figurativa il primo e informale il secondo. In seguito alla cattedra di pittura si susseguivano Virgilio Guidi, Ilario Rossi e Pompilio Mandelli, quest’ultimo tra i maggiori esponenti dell’ultimo naturalismo arcangeliano e della lunga stagione informale emiliana; e si giovavano dell’affiancamento di altre personalità artistiche, quali Umberto Mastroianni e Quinto Ghermandi per la scultura. L’attualità ha visto, e tutt’ora vede, interpreti della scena culturale, artisti, teorici e critici quali Concetto Pozzati, Mauro Mazzali, Davide Benati, Riccardo Camoni, Enrico Manelli, Nicola Zamboni, Giovanni Mundula, Luca Caccioni, Bruno Benuzzi, Gabriele Partisani, Pinuccia Bernardoni, Mauro Mazzali, Silvia Evangelisti, Walter Guadagnini, Sandro Sproccati, Roberto Daolio, Mili Romano, Sergia Avveduti, Stefano Scheda, Paolo Parisi, Fabia Farneti, Carlo Branzaglia, Massimo Pulini, Cristina Improta, Mario Bratella, Adriano Bacilieri, Vincenza Scassellati e Vittorio Mascalchi, alcuni dei quali avvicendatisi al ruolo della direzione, e presieduti da Andrea Emiliani. L’Accademia si pone, quindi, come centro propulsore della creatività emiliana da cui hanno tratto linfa artisti che hanno conquistato, una volta diplomati, il loro spazio all’interno del sistema dell’arte: solo per ricordane alcuni, tra le ultime generazioni, Flavio De Marco, Eva Marisaldi, Sabrina Torelli e Walter Cascio. L’attività espositiva realizzata nei nuovi spazi è stata intensa: si sono susseguite le mostre collettive Figure del Novecento 1: I maestri e Figure del Novecento 2: Oltre l’Accademia e le antologiche dedicate a Leonardo Cremonini, Luciano De Vita, Vasco Bendini e Giovanni D’Agostino. Al fine di promuovere la crescita del lavoro dei giovani artisti, l’Accademia organizza premi e manifestazioni, alcune delle quali ricorrenti e consolidate nel tempo come il Premio Morandi, il Premio Zucchelli e Accademia in Stazione: Manifestazione in memoria della strage di Bologna del 2 agosto 1980. Il Premio Giorgio Morandi veniva istituito nel 1985 per volontà dell’amico collezionista di opere del maestro, Vincenzo Ghirlandi, affinché gli studenti d’incisione potessero beneficiare di un incentivo per proseguire in tale tecnica. Il premio, alla sua XIX edizione nel 2004, ha un numero assai cospicuo di partecipanti ed è realizzato in sinergia con il Museo Morandi (cfr. pp. 100-101) e la Galleria d’Arte Moderna (cfr. pp. 96-99). Il premio Zucchelli, invece, affianca l’Accademia al Conservatorio Musicale di Bologna: si tratta di una borsa di studio commissionata dalla Fondazione Zucchelli per una decina di studenti particolarmente distinti in tutte le discipline, le cui opere diventano poi patrimonio della Fondazione stessa, dopo la loro esposizione in Accademia. La Manifestazione Arte in Accademia, in memoria della strage del 2 agosto 1980, coordinata da Roberto Daolio e Mili Romano, è nata nel 1997 e, giunta ormai alla sua ottava edizione, si svolge annualmente all’interno della Stazione Centrale di Bologna al fine di tenere vi- 111 Provincia di Bologna va e sollecita, in maniera non retorica, la memoria delle numerose vittime dell’efferato attentato di matrice fascista; un modo di ricordare, attraverso esempi di vitale e interattiva arte pubblica, creata site specific da performance, video e installazioni di tipo concettuale, l’accaduto al pubblico distratto che transita senza soffermarsi in un “non luogo” per eccellenza, come possono essere gli spazi di passaggio di una stazione. A questo evento artistico hanno lavorato, nel corso degli anni, i migliori studenti dell’Accademia, alcuni dei quali hanno già raggiunto una personale affermazione; si ricordano Andrea Melloni, Alessandra Andrini, Sissi, Paolo Bertocchi, Vanessa Chimera, Federico Badalozzo, Andrea Naciarriti, Paolo Chiasera e Marina Friggeri. L’originale progetto è stato poi esportato a Parigi, con il coinvolgimento di alcune Accademie d’Arte europee per la realizzazione d’interventi di “public art” nel tessuto urbano della capitale francese. Dall’Accademia provengono anche i giovani artisti che partecipano alla selezione delle varie sezioni del Festival delle Arti, organizzato a Bologna da Andrea Mingardi, che coinvolge diverse istituzioni quale l’Università, il Comune di Bologna e la stessa Accademia, e si tiene annualmente presso la struttura temporanea del Palacuore. Bologna PINACOTECA NAZIONALE. GABINETTO DELLE STAMPE E DEI DISEGNI M S E titolarità: Stato italiano via Belle Arti 56 40126 Bologna (BO) tel. 051/4209411; fax 051/251368 [email protected] www.pinacotecabologna.it Aperto su prenotazione La Pinacoteca Nazionale di Bologna ha sede nell’ex Convento dei Gesuiti, costruito, tra il 1728 e il 1735, da Alfonso Torrigiani, attiguo agli spazi riservati all’Accademia di Belle Arti (cfr. scheda precedente). Nel 1997 sono terminati i lavori di scavo nei sotterranei che hanno portato alla realizzazione di servizi didattici ed espositivi, che vengono utilizzati in sinergia con l’Accademia, al fine di ricongiungere la cultura della memoria museale con quella della creatività in perenne trasformazione: si tratta delle Sale delle Belle Arti, articolate nel grande salone centrale, detto degli Incamminati, adibito ad ospitare eventi temporanei. Le Sale delle Belle Arti sono il primo segmento di un grande progetto edilizio, iniziato dall’allora Soprintendente Andrea Emiliani nel 1984, che ha previsto un grande ampliamento degli spazi espositivi, didattici e multimediali della Pinacoteca, nonché il suo collegamento all’Accademia di Belle Arti, ed attende l’ingrandimento a nord dell’edificio complessivo nonché il recupero degli immobili di Medicina legale; disegno ereditato dall’ex Soprintendente, Jadranka Bentini che ha, inoltre, incentivato la promozione e la valorizzazione dell’arte contemporanea nelle Sale delle Belle Arti, dove sono state allestite alcune mostre sulla cultura artistica del Novecento e del tempo presente, alternate ai grandi eventi riguardanti l’età medievale e moderna. Si ricordano la grande retrospettiva di Virgilio Guidi, i disegni e i cartoni di Mario Sironi, per la grande decorazione, e la Collezione di stampe, nazionali e internazionali, raccolte dalla bolognese storica dell’arte Luciana Tabarroni e conservate nel Gabinetto delle Stampe e dei disegni della Pinacoteca, coordinato per lungo tempo da Marzia Faietti e ora da Elena Rossoni. 112 Provincia di Bologna Quest’importante collezione di grafica del Novecento raccoglie 1.948 fogli, raggruppati per nazione, che rendono un ampio ed esauriente spaccato delle scuole e correnti artistiche determinatesi in Europa nel corso del XX secolo; solo per fare qulache esempio, la raccolta contiene esemplari d’arte italiana di Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Gino Severini, Arturo Martini, Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Felice Casorati, Alberto Savinio, Bruno Munari, Zoran Music, Giuseppe Capogrossi, Domenico Gnoli, Pietro Consagra, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Dorazio e Arnaldo Pomodoro. La scuola francese è rappresentata da opere di Henry de Toulouse-Lautrec, Paul Cézanne, George Braque, Pablo Picasso, Henri Matisse, Maurice Denis, Robert Delunay, Marc Chagall, Fernand Léger, Jean Fautrier, Ives Tanguy, Jean Dubuffet, Jean Arp, Marcel Duchamp; la Germania con lavori di Ernst Ludwig Kirchner, George Grosz, Max Beckmann, Vasilij Kandinskij, Otto Dix, Max Ernst, Hans Hartung, Horst Janssen e Klaus Fussmann. La Gran Bretagna è illustrata con stampe di Claude Flight, Henry Moore, Graham Sutherland, Allen Jones, David Hockney e Francis Bacon. Delineano il panorama svizzero le grafiche di Felix Vallotton, Ferdinand Hodler, Paul Klee, Alberto Giacometti, Max Bill e Jean Tinguely; quello belga opere di James Ensor, Fernand Khnopff, Paul Joostens, Georges Vantongerloo, Raul Ubac, René Magritte e Paul Delvaux; la cultura visiva austriaca Stefan Eggeler, Egon Schiele, Oskar Kokoschka, Arnulf Rainer e Alfred Hrdlicka, mentre la spagnola espressioni grafiche di Antoni Clavè, Salvator Dalì, Antonio Saura, Eduardo Chillida, Antoni Tapies, Joan Mirò. La sensibilità e la competenza portaro- no Luciana Tabarroni ad interessarsi anche delle scuole meno preponderanti, che riservano comunque lavori raffinati e assai aggiornati e noti come, per l’Olanda, Jacoba van Heemskerk, Corneille e Karel Appel; per la Danimarca, Asger Jorn, Richard Mortesen e Benny Doré; per la Finlandia, Kristian Krokfors; per la Norvegia e la Svezia Edvard Munch, Anna Eva Bergman e Bengt Lindström; per la Cecoslovacchia Frantisek Kupka, Alfred Kubin, Pravoslav Sovak, Hratchya e Jirì Kolar. L’Ungheria è rappresentata da Laszlo Moholy-Nagy, Dora Maurer, Victor Vasarely e Tihamér Gyarmathy; la Serbia da Drancoli Bahrj; e la Grecia da George Derpapas e Jannis Kounellis. Bologna MUSEO DI SAN GIUSEPPE M titolarità: Convento dei Capuccini via Bellinzona 6 40134 Bologna (BO) tel. 051/3397637; fax 051/339611 [email protected] Attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione Il museo si trova all’interno del Convento di San Giuseppe dei Capuccini, la cui origine risale al XI secolo, al cui fianco venne costruita la seconda chiesa dall’architetto Filippo Antolini, edificata tra il 1841 e il 1844, che s’ispirò ad un tardo neoclassicismo ricondotto allo stile purista del tempo. La collezione del museo, il cui allestimento museografico è stato realizzato da Leone Pancaldi nel 1970, è composta da dipinti, sculture e oggetti d’arte che vanno dall’età medievale sino alla fine del Novecento, provenienti dai conventi Capuccini della provincia. Vi si tro- 113 Provincia di Bologna vano oli, disegni e stampe di Augusto Maja- deo ed elaborazioni computerizzate di Antoini, Giovanni Poggeschi, Roberto Tirelli, Ri- ne Caramagli, Sara Picco e Giulia Ravazzolo; na Ferri, Pericle Fazzini, Angelo Biancini. nonché sono state organizzate le personali di Yuri Ancarani e Anna Valeria Borsari. Bologna VILLA SERENA S E titolarità: Comune di Bologna via della Barca 1 40133 Bologna Tel. 051/6156789; fax 051/6152598 [email protected] www.vserena.it Centro polivalente del Quartiere Reno, Villa Serena è ubicata in una villa del XIX secolo, circondata da un ampio giardino. Si è contraddistinta come sede d’arte contemporanea d’avanguardia giovanile per la dinamica attività espositiva realizzata dai gestori del Centro, Altercoop e le Macchine Celibi, in collaborazione con istituzioni qualificate come l’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) e l’Istituto Gramsci; dal 2004 l’attività è stata potenziata dalla collaborazione con l’associazione Bo.art (www.bo-art.it), associazione tra privati e istituzioni che, attraverso una rete di sostegno per l’arte contemporanea e la comunicazione, ha saputo collegare diversi soggetti del sistema artistico istituzionale e rendere più efficace l’operato svolto nella sede, dedicata particolarmente agli sperimentalismi tecnologici e all’attività performativa. Si ricordano le mostre Fantasmagramma, associata alle performance di gruppi musicali elettronici, Manifesto! Una storia della comunicazione sociale e politica, e il ciclo d’iniziative Not Com. Iconografie del marginale dedicate alla street art, al design underground e alla ricerca tra suono e immagine prodotta dal live media Insideout con lavori vi- Bologna UFFICIO PROMOZIONE GIOVANI ARTISTI O I A M P titolarità: Comune di Bologna via Oberdan 24 40126 Bologna (BO) tel. 051/204622; fax 051/268636 [email protected] www.iceberg.bo.it L’Ufficio Promozione Giovani Artisti di Bologna organizza dal 1990 il concorso biennale Iceberg, dedicato alla creatività giovanile bolognese. Il bando del concorso è articolato in numerose sezioni, coordinate da una valente giuria di critici. Dal 2004 le sezioni hanno carattere nazionale, per l’architettura e l’illustrazione, regionale per cinema e video, design industriale, fumetto, narrazione e provinciale per arti plastiche, fotografia, grafica di comunicazione, musica e spettacolo. Il Comune di Bologna organizza, in seguito, l’esposizione delle loro opere nell’ambito del Festival di Iceberg, che si tiene l’anno seguente, e offre agli artisti del settore arti visive e applicate l’occasione di partecipare alla tematica Biennale del Mediterraneo, volta a promuovere l’arte dei giovani del bacino mediterraneo, manifestazione che, nel 1988, si è tenuta a Bologna, nel 1997 a Torino e nel 2005 ritornerà a Napoli, nuovamente in territorio italiano. Ad Iceberg, che fa parte del coordinamento regionale GA/ER, sono collegate diverse iniziative di cui in particolare si segnalano il Pre- 114 Provincia di Bologna mio Guercino e il Premio Hera. Il primo comprende cinque premi offerti da Marisa Barbieri Zucchini Solimei, ultima discendente di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, riservati alle arti plastiche, fotografia, fumetto e illustrazione; il secondo riguarda due premi che la società Hera S.p.A. ha istituito per le sezioni Narrazione e Design industriale a sfondo tematico ed ecologico. Questo lungo lavoro d’organizzazione e promozione ha consentito all’Ufficio di creare un consistente archivio relativo ai giovani artisti del territorio e ha in progetto la creazione di una banca dati che consente l’iscrizione on line. Bologna ARTE FIERA S F titolarità: BolognaFiere viale della Fiera 20 40127 Bologna (BO) tel. 051/282257; fax 051/6374019 artefiera@bolognafiere www.artefiera.bolognafiere.it Nata nel 1974, in concomitanza dell’apertura della vicina Galleria d’Arte Moderna (cfr. pp. 96-99), Arte Fiera si è da subito qualificata come evento annuale altamente specializzato per operatori e fruitori del settore d’arte contemporanea, nazionale e internazionale e, anche se le sue caratteristiche di base sono sempre state mercantili, è diventato un punto di riferimento imprescindibile per l’aggiornamento artistico più attuale, parimenti a Basilea, a cui è seconda come nascita, e ad altri appuntamenti analoghi. Per anni suddivisa in due padiglioni che presentavano rispettivamente le istanze dell’arte contemporanea storica in uno e le tendenze più attuali nell’altro, è stata da tempo ampliata con spazi riservati a gallerie d’arte che espongono arte d’attualità ormai storicizzata, con mostre internazionali, una ricca convegnistica di qualità e un maggiore intervento dell’editoria d’arte specializzata, che rende sempre più stretta la connessione tra produzione e mercato dell’arte, dando meritato rilievo al lavoro del gallerista privato, che spesso resta attore occulto nel processo organizzativo d’importanti eventi culturali. Caratterizzatasi sin dagli esordi per elevati standard qualitativi, ArteFiera ha coinvolto nel corso del tempo i maggiori galleristi occidentali, come Leo Castelli e Ileana Sonnabend e i protagonisti artistici delle correnti più avanzate come la Pop Art, l’Arte Povera, l’Arte Concettuale e Oggettuale, la Transavanguardia, la Minimal Art, la nuova figurazione sino alle nuove ricerche fotografiche e multimediali. Il salone fieristico, dal 1978, ha puntato molto anche sulle novità espresse dall’arte giovanile, promossa in apposite sezioni e con una serie di mostre come Under 35. Al passo con la continua trasformazione dei tempi e delle espressioni culturali, Arte Fiera, dal 1999, ha dedicato appositi spazi alla scultura e alle installazioni ambientali con l’intento di rendere esplicito lo sviluppo delle nuove ricerche sulla scultura e quanto esse abbiano contribuito alla mutazione del suo concetto originario in nuove interpretazioni. Dal 2005, sotto la guida di Silvia Evangelisti, è previsto un significativo cambiamento: la globalizzazione che si riflette anche nel sistema dell’arte impone ampliamenti 115 Provincia di Bologna ulteriori verso scenari planetari: saranno quindi presenti gallerie da tutto il mondo, una maggior offerta e cognizione delle ricerche artistiche più attuali che aprono a prospettive future, tenendo conto delle radici della contemporaneità storica, che continuerà a essere presente senza più separazioni, nel giusto continuum necessario alla lettura complessiva del Novecento con il nuovo in perenne trasformazione; è l’occasione per una grande mostra retrospettiva sull’arte del Novecento e i suoi sviluppi e innovazioni nel nuovo secolo, che mira a coinvolgere la larga platea che forma il sistema dell’arte contemporanea, unitamente al mondo finanziario e imprenditoriale sempre più coinvolto nel collezionismo e nella gestione dei beni culturali. Tale mainstream avrà occasione di dibattere in appositi spazi nei nuovi padiglioni di ArteFiera Artfirst: sono previsti una serie d’incontri con scrittori, critici, artisti e responsabili di musei che si confronteranno, insieme al pubblico, sulla complessa situazione attuale del sistema dell’arte; nonché avrà seguito il processo d’approfondimento, iniziato nel 2004, nei confronti delle evoluzioni artistiche dell’Est europeo. Cadriano IDEE IN FABBRICA S U S E titolarità: Sabatini S.p.A via B. Buozzi 25 40057 Cadriano (BO) tel. 051/6020111; fax 051/756038 [email protected] www.grupposabatini.com Aperto in occasione di mostre temporanee, tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00; o su prenotazione Inaugurata nel gennaio 2003, Idee in fabbrica si connota come “mostra permanente dedicata alla creatività”, ideata e fortemente voluta dal proprietario della Sabatini S.p.A, Claudio Sabatini, e progettata da Laura Villani. Si tratta della riqualificazione ergonomica della fabbrica del Gruppo Sabatini che, nell’ambito di tale disegno, ha trovato modo di rendere fruibili, ai suoi dipendenti ed al pubblico, le testimonianze artistiche e creative entrate a far parte della collezione Sabatini attraverso numerose rassegne del Futur Show. Opere d’arte, di design, di comunicazione e di fotografia sono diventate arredo integrato di uffici, sale riunioni, scale, ascensori, bagni, cucina, centralino, biblioteca, palestra, lavanderia, area per la preghiera e capannoni in un continuum spazio d’autore atto alla felice osmosi tra pensiero ideativo ed effettiva operatività, nonché all’ottimale integrazione psicofisica tra comunità lavorativa e territorio che la ospita. All’interno della fabbrica vi sono opere di Massimiliano Fuksas, Fabrizio Plessi, Mario Bellini, Laura Villani, Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Dieter, Michael Christian Sieger, Achille Castiglioni, David La Chapelle, Claudio Porcarelli, Guido Harari, Shigeru Ban, Sonia Vukievic, Emilio Ambasz, Ottmar Kiefer, Enrica Borghi e Inge Feltrinelli. I padiglioni della fabbrica ospitano le mostre temporanee, incontri ed eventi culturali organizzati dal Gruppo Sabatini, in sinergia con qualificate professionalità del mondo artistico: sinora sono state organizzate le esposizioni Bologna, le radici del futuro; L’arte è servita: Suggestioni, immagini e installazioni, alla ricerca dell’arte nei giacimenti golosi e Svestiti usciamo. 116 Provincia di Bologna Castel San Pietro Terme GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA S E titolarità: Comune di Castel San Pietro via Matteotti 79 40024 Castel San Pietro Terme (BO) tel. 051/6954154-940320 [email protected] www.comune.castelsanpietroterme.bo.it Aperta i giorni feriali dalle 16.00 alle 19.00 e i festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Aperta per le scuole il lunedì mattina Nata come Saletta comunale d’esposizione, la Galleria d’arte contemporanea di Castel San Pietro si trova nel cuore del centro del Comune e la sua attività, cogestita dall’Assessorato Cultura e dall’Associazione Culturale Pneuma, si è dimostrata, nel corso del tempo, dinamica, efficace e orientata a valorizzare e promuovere l’arte contemporanea del territorio regionale, con alcuni approfondimenti sulle emergenze nazionali, in un intenso confronto e dialogo tra esponenti di diverse correnti artistiche. La Rassegna di giovani artisti presentati da giovani critici, già giunta alla sua XVI edizione, è stata trampolino di lancio per autori che da quell’esordio si sono poi affermati, mentre il ciclo di mostre Critica in opera, giunto alla XXXI edizione con la curatela di Gino Gianuizzi che da quest’anno ha raccolto l’eredità di Mauro Manara, pone a confronto la giovane arte contemporanea territoriale con quella europea, privilegiando i linguaggi visuali più attuali come quelli multimediali. È, inoltre, assai significativa la serie di monografiche annuali, iniziata nel 2001 con l’organizzazione di Carola Pandolfo e la curatela di Bruno D’Amore, L’artista al lavoro: Mostre dedicate a grandi artisti del panorama dell’arte contemporanea italiana, che ha visto esporre Pirro Cuniberti, Elio Marchigiani, Concetto Pozzati, Giovanni Mundula, Graziano Pompili, Walter Valentini, Giuliano Giuman, Fernando De Filippi, Umberto Mariani, Gabriella Benedini, Omar Galliani, Ugo La Pietra, Lucio Del Pezzo, Giovanni Campus, Lucia Pescador e Mario Nanni. Inoltre si ricorda che trovano sede anche negli spazi della Galleria Il Fienile (cfr. scheda successiva) le rassegne di Critica in opera, nonché le mostre A rebours, Cosa vedono le mie fosche pupille e la retrospettiva dedicata a Lucio Del Pezzo. Castel San Pietro Terme IL FIENILE S E titolarità: Comune di Castel San Pietro via Manzoni 18 40024 Castel San Pietro Terme (BO) tel. 051/940320 [email protected] www.comune.castelsanpietroterme.bo.it Spazio gestito dall’Associazione Culturale Pneuma e utilizzato per mostre d’arte contemporanea dell’attualità, in sinergia con la Galleria d’Arte Contemporanea (cfr. scheda precedente), ha attuato una programmazione dedicata alla promozione dei linguaggi espressivi dei giovani artisti. Si ricordano le iniziative Mentre le cose stanno succedendo; Da dove; Mostra d’Emergenza; Non stop 1 & 2; Facing nature e Il corpo nell’arte; nonché le mostre monografiche dedicate a Marco Ara, Maurizio Rossi, Pino Mascia, Davide Bassi e Maria Grazia Avoni. 117 Provincia di Bologna Crespellano PALAZZO STELLA S E P A titolarità: Associazione Palazzo Stella via Cassola 14 40056 Crespellano (BO) tel. 051/6722231 [email protected] www.palazzostella.org Palazzo Stella è un antico edificio sito all’interno di un ampio podere ed è contornato da un parco di tipo romantico, ricco di piante secolari. Le prime notizie storiche risalgono a metà del XVII secolo, all’allora proprietario Giuseppe Stella; in seguito il palazzo veniva ristrutturato e decorato nella prima metà del XIX secolo. Dal 1993 appartiene all’attuale proprietria, Anna Maria Barbiroli, che l’ha riattato nuovamente e destinato ad uso promozionale di attività culturali musicali ed artistiche, in particolare riferite alla valorizzazione della creatività dei giovani artisti, che trovano nelle rassegne di Palazzo Stella un’ottimale occasione per esporre il proprio lavoro. A questo proposito è stato istituito il Premio Stella, un concorso annuale riservato ai talenti delle Accademie di Belle Arti d’Italia che si confrontano, ogni volta, con gli artisti dell’Accademia di Bologna (cfr. pp. 109111). Il premio, coordinato da Silvia Evangelisti a capo di una commissione di esperti, è giunto alla sua terza edizione con l’esplorazione delle nuove espressioni nei campi della scultura, della pittura e della fotografia. Questa esperienza ha lasciato segno anche nel parco del Palazzo dove sono dislocate le sculture e le installazioni dei giovani artisti Nicola Evangelisti, Nicola Frignani, Sara Maccarinelli, Matteo Norzi e Ilario Isola. L’esordio espositivo di Palazzo Stella è stato con la mostra I sembianti della scultura per poi proseguire con Polis urban [e]motion, realizzata a Bologna nella ex chiesa di San Mattia (cfr. p. 108), Essenza: Opere di Pizzi e Massimo Zani; l’attività del centro culturale è, inoltre, proiettata sull’organizzazione di eventi musicali e cicli di conferenze come le Conversazioni sui giardini d’arte. Dozza Imolese PINACOTECA DEL MURO DIPINTO – GALLERIA D’ARTE MODERNA M S U titolarità: Comune di Dozza Imolese Rocca Malvezzi Campeggi via XX Settembre 37 40060 Dozza Imolese (BO) tel. 0542/678116-678351-678382 [email protected] http://www.comune.dozza.bo.it www.murodipinto.it Aperta da martedì a sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00; la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00. Chiusa il lunedì tranne i festivi Situata nel medievale comune di Dozza, la cinquecentesca Rocca è stata prima dimora di Caterina Sforza e in seguito della famiglia Malvezzi Campeggi, da cui l’Amministrazione cittadina l’ha acquistata nel 1960. Dopo un adeguato restauro dell’edificio e l’istituzione della rassegna d’arte all’aperto Muro dipinto, nel 1962 è stata aperta al pubblico la Pinacoteca del Muro dipinto, Galleria d’arte moderna dove sono conservati più di 180 bozzetti delle opere che tanti artisti hanno realizzato sui muri della cittadina; nonché sono conservati alcuni dipinti murari strappati perché considerati ad alto rischio di danneggiamento, eseguiti 118 Provincia di Bologna da Riccardo Licata, Bruno Saetti, Roberto Sebastian Matta e Domenico Purificato, e una donazione di 22 dipinti di Norma Mascellani. La rassegna Muro Dipinto è nata nel 1960 come estemporanea annuale di pittura, ma il successo immediato di pubblico e critica ha portato presto alla sua trasformazione a Biennale d’Arte Moderna, concorso che, dall’edizione del 1965, ha visto presenti nomi prestigiosi d’artisti e della critica, come Mario De Micheli e Marco Valsecchi. Nel 1973 veniva abolito il concorso, con la premiazione equanime per tutti i pittori chiamati alla realizzazione di un’opera d’arte muraria della città che nel 2004 si trova a celebrare sua XIX edizione. Dozza si pone quindi come un grande museo all’aperto in sito urbano che conserva sui muri delle sue case opere di artisti di diverse correnti poetiche, anche se con una netta prevalenza del linguaggio figurativo, e varie generazioni di artisti tra cui si ricordano Luca Alinari, Gianni Arde, Nevio Bedeschi, Simon Benetton, Aldo Borgonzoni, Remo Brindisi, Luca Caccioni, Maurizio Cacioli, Walter Cascio, Carlo Cattaneo, Bruno Ceccobelli, Guido Chiti, Emilio Contini, Giuseppe De Gregorio, Ubaldo Della Volpe, Bruno Donzelli, Sergio Frabboni, Alfonso Frasnedi, Giuseppe Gagliardi, Tonino Gottarelli, Nello Leonardi, Piero Lenzini, Riccardo Licata, Dante Maffei, Elvio Marchionni, Norma Mascellani, Franco Messina, Concetto Pozzati, Giuliano Pini, Tano Pisano, Walter Piacesi, Berto Ravotti, Aligi Sassu, Paolo Scarpa, Luca Serra, Orio Silvani, Alberto Sughi, Roberto Sebastian Matta, Bruno Saetti, Nani Tedeschi, Giuseppe Zigaina e Tono Zancanaro. Grizzana Morandi CENTRO DOCUMENTAZIONE GIORGIO MORANDI C M titolarità: Comune di Grizzana Morandi loc. Campiaro 112 40030 Grizzana Morandi (BO) tel. 051/6730017-6730007; fax 051/913014 [email protected] www.comune.grizzanamorandi.bo.it Apertura su prenotazione Il Centro di Documentazione Giorgio Morandi è composto da tre strutture: la casamuseo “G. Morandi”, la donazione Mascellani e la biblioteca. Esso si trova ubicato nella casa frequentata nei mesi estivi dal pittore Giorgio Morandi (1890-1964), donata al Comune di Grizzana dalla sorella Maria Teresa a condizione della sua integrità totale e fruibilità al pubblico (cfr. anche Museo Morandi, p….). Si tratta, quindi, della casa museo dell’artista, la cui biblioteca risulta illuminante per la comprensione della sua formazione e del suo operato, così come lo studio laboratorio con gli oggetti da cui traeva ispirazione per i suoi quadri, vasi, bottiglie, caraffe, e i suoi strumenti di lavoro; da qui la veduta verso il paesaggio che spesso ha ispirato l’artista, come i fienili di Campiaro, casa Veggetti e Villa Tonelli. Attualmente la casa è diventata la sede della Biblioteca Comunale di Grizzana, cui è annessa una sala mostre e la Donazione Norma Mascellani, composta da 22 oli e quattro acqueforti dell’artista bolognese, allieva di Morandi. Nel 2004, in occasione del quarantesimo della scomparsa dell’artista, il Centro di Documentazione Giorgio Morandi, presieduto da Marilena Pasquali, ha proposto al- 119 Provincia di Bologna cune iniziative in memoria del pittore come la struttura multimediale che costituisce Il Grande Libro Morandiano attraverso un percorso interattivo con la vita dell’artista, i luoghi appenninici da lui vissuti e l’attività del Centro; e tre giornate di studio in cui è stato presentato il volume di Marilena Pasquali, Un grande artista bolognese, il suo ambiente, il suo paesaggio. Imola PINACOTECA CIVICA – RACCOLTA D’ARTE MODERNA M S E titolarità: Comune di Imola via Sacchi 4 40026 Imola (BO) tel. 0542/602609; fax 0542/602608 [email protected] www.comune.imola.bo.it/museicomunali Aperta il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00. Gli altri giorni su prenotazione La Raccolta d’arte contemporanea della Pinacoteca di Imola ha sede in un braccio interno del medievale ex complesso conventuale di San Domenico dove sono raccolti, dal 1988, i manufatti artistici dell’antichità e dell’età moderna che fanno parte del patrimonio artistico del Comune di Imola. La nascita del museo risale circa a duecento anni addietro, ma la sua apertura ufficiale al pubblico è del 1938, con l’ordinamento dei materiali deciso da Luisa Becherucci nell’ex convento di San Francesco. L’ex convento domenicano, invece, sede dei frati dell’ordine sino al 1797 e poi caserma militare dei francesi, è stato più volte riattato nel corso dei secoli e il suo restauro complessivo, che attende di essere ultimato, ospiterà tutti i Musei Civici di Imola. Dalla sua orgine, si sono avvicendate alla curatela del museo diverse figure di studiosi, come Romeo Galli, Fausto Mancini, Guido Achille Mansuelli e, l’attuale direttore, Claudia Pedrini. Il percorso dell’arte del Novecento e dell’attualità è strettamente collegato all’allestimento delle collezioni dell’Ottocento, dove artisti imolesi affiancano il lavoro espresso da realtà non solo regionali, ma anche di livello nazionale ed europeo. Nata sulla scorta di lasciti, donazioni ed acquisti, iniziati nell’immediato dopoguerra in seguito alle mostre organizzate a Palazzo Sersanti dagli Amici dell’Arte, la consistenza della Galleria è stata via via intensificata sino ad avere circa una trentina di opere esposte in Pinacoteca, che coprono l’arco dell’intero XX secolo sino alla poetica informale e alla Pop Art: si tratta di lavori di Ercole Drei, Tommaso Della Volpe, Felice Casorati, Amleto Montevecchi, Raffaele De Grada, Alberto Salietti, Virgilio Guidi, Filippo De Pisis, Anacleto Margotti, Mario Guido Dal Monte, Domenico Cantatore, Luciano Minguzzi, Ilario Rossi, Renato Guttuso, Umberto Folli, Andrea Raccagni, Germano Sartelli e Joe Tilson. L’attività espositiva temporanea della Pinacoteca si articola tra il quadriloggiato e gli spazi adiacenti conosciuti come Chiostri di San Domenico e la vicina Rocca Sforzesca: nei Chiostri sono state organizzate le mostre Nuove presenze nell’arte italiana (1970); Intorno al Sessanta: Aspetti dell’arte italiana dopo l’informale 1958-1964 (1988); Andrea Raccagni: L’informale e Liberi 1945-1965 (1993); Germano Sartelli 1954-1994 (1994); Salgado: La mano dell’uomo (1996); Eccentrica (1999); Italo Zuffi: Profilati 120 Provincia di Bologna (1999); Sabrina Torelli: Complanari (2000); Sabrina Mezzaqui: Pensieri in sottofondo (2000); Tonino Gottarelli: La poesia si fa immagine (2000); nonché i Chiostri di San Domenico sono stati una delle sedi in cui si articolavano la serie di Officine dedicate da Renato Barilli all’Emilia-Romagna, all’Italia e all’America del Nord. Imola ROCCA SFORZESCA S E titolarità: Comune di Imola piazza Giovanni dalle Bande Nere 40026 Imola (BO) tel. 0542/602609; fax 0542/602608 [email protected] www.comune.imola.bo.it/museicomunali Aperta il sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00 e la domenica dalle 15.00 alle 19.00. Aperura infrasettimanale su prenotazione Costruita come fortilizio nel corso del XIII secolo, la Rocca è stata poi ristrutturata e ulteriormente fortificata dai Riario Sforza, tra il 1472 e il 1484, per essere poi destinata ad uso carcerario tra il XVI e il XX secolo. È stata aperta al pubblico nel 1973 e ora ospita la collezione d’armi e ceramiche di proprietà dei Musei Civici (cfr. scheda precedente). Gli ambienti medievali e rinascimentali dell’edificio sono assai appropriati per ospitare mostre d’arte contemporanea che creano il duplice, suggestivo effetto di rottura e continuità con l’arte del passato. Nella Rocca Sforzeca sono state allestite le mostre degli scultori Giuseppe Maraniello e Richard Hess, nell’ambito della rassegna triennale Rocche e scultori contemporanei, e le personali di Mauro Mazzali, Ivano Vitali, Claudia Losi e Germano Sartelli; nonché è stata spesso sede collegate di esposizioni organizzate nei Chiostri di San Domenico. Nel 2003 ha preso avvio il progetto di public art Area d’Azione, curato da Roberto Daolio, Claudia Baroncini e Claudia Pedrini e meglio conosciuto con l’acronimo Ad’A, che rivitalizza e si integra negli spazi della società imolese attraverso nuove poetiche e tecniche diversificate quali performance, installazioni, video, sound work, happening e applicazioni multimediali. Tra gli altri, hanno esposto in questa rassegna riproposta nel 2004: Paolo Bertocchi, Raniero Bittante, Andrea Melloni, Sandrin Nicoletta, Mirko Fabbri, Marina Fulgeri, Federico Madalozzo, Eva Marisaldi, Sabrina Muzi, Sandrine Nicoletta, Mili Romano e Diego Zuelli, Marcello Maloberti, Sissi, Marco Samoré, Cuoghi Corsello, Marco Fantini e Alessandra Tesi. Imola FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI IMOLA R A titolarità: Fondazione Cassa di Risparmio di Imola Palazzo Sersanti piazza Matteotti 8 40026 Imola (BO) tel. 0542/26606; fax 0542/26999 [email protected] www.fondcrimola.it Aperta da lunedì a domenica dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Aperture speciali su prenotazione All’interno del rinascimentale ex Palazzo Riario Sforza oggi Sersanti, costruito nel 1480 da Giorgio Fiorentino per volontà di Caterina Sforza e Girolamo Riario, ha sede 121 Provincia di Bologna nel centro di Imola la Fondazione Cassa di Risparmio cui, nel 1975, è stata donata dallo stesso autore la Raccolta di opere d’arte di Anacleto Margotti (1895-1984). Egli è stato un pittore precoce, sensibile all’avanguardia artistica nel cenacolo lughese del musicista futurista Gian Battista Pratella; il pittore, prima di compiere la scelta di una figuratività improntata alla narrazione dei temi rurali sulla scorta della tradizione realista di François Millet e Gustave Courbet sino ad esempi post impressionisti di matrice espressionista, compì un viaggio di studio a Parigi che lo pose ancor più in contatto con le ricerche d’avanguardia compiute da Pablo Picasso e da Henri Matisse; la scelta di ispirarsi ai temi del lavoro agreste attraverso un linguaggio realista e popolare fu quindi maturata e sentita tanto da consentirgli un discreto successo a livello nazionale all’insegna di un’arte di tradizione pervasa da una sfumatura di novità. La Raccolta, composta da 250 dipinti, una terracotta e 150 disegni, è in parte dislocata negli spazi del Palazzo, cui si alternano opere di Tommaso Della Volpe, M.G. Dal Monte e Tonino Dal Re. Imola SALA DELL’ANNUNZIATA S E titolarità: Comune di Imola via Fratelli Bandiera 17/a Ufficio Cultura via Emilia 88 40026 Imola (BO) tel. 0542/602615 [email protected] www.comune.imola.bo.it Aperta dal martedi al venerdì, dalle 16.30 alle 19.00. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Chiusa il lunedì Nella settecentesca, restaurata, ex chiesa dell’Annunziata si tengono mostre d’arte legate alla contemporaneità locale o alle sperimentazioni delle nuove generazioni. Sono state allestite rassegne dove sono state esposte opere di Luciano Poli, Paolo Bernabini, Giorgio Fersini, Vanea Parmiggiani, Achille Ghidini, Gianni Sevini e Pierluigi Predieri; nonché la collettiva Invito #1, mostra scambio tra artisti italiani e slavi, organizzata da Artenati (cfr. scheda seguente) e i Musei Civici (cfr. pp. 119-120). Imola ARTENATI – ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A titolarità: Comune di Imola Ufficio Progetto Giovani piazza Gramsci 21 40026 Imola (BO) tel. 0542/602300 [email protected] www.comune.imola.bo.it/temi/giovani/index Il Servizio Progetto Giovani dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Imola ha istituito Artenati, archivio di documentazione on line dei giovani artisti del circondario imolese. Si tratta di una banca dati la cui iscrizione è riservata a chi ha un’età compresa tra i 16 e i 35 anni e desidera esprimere la propria creatività negli ambiti mutidisciplinari dell’arte contemporanea, dalle arti visive alla grafica, dal design alle arti performative e tecnologiche. Tale archivio consente agli operatori del settore di conoscere le realtà emergenti del territorio, mentre gli iscritti possono essere informati su iniziative e opportunità, nonché avere occasioni promozionali ed entrare nel circuito dei Giovani Artisti Italiani e in altre reti d’arte contemporanea. 122 Provincia di Bologna Lizzano in Belvedere SENTIERO D’ARTE P A titolarità: Comune di Lizzano in Belvedere piazza Marconi 6 40042 Lizzano in Belvedere (Bo) tel. 0534/51024; fax 0534/51536 [email protected] www.comune.lizzano.bo.it www.valledelreno.provincia.bologna.it museoaperto04.asp Presso la località Pian d’Ivo, all’inizio del sentiero denominato “Via dei Signori” che arriva sino a Pianaccio, sono state collocate quattro sculture, mentre altre dieci sono state installate presso la cascata di Vidiciatico. Tra gli artisti che hanno lavorato a questo “Sentiero d’arte” promosso dalla Provincia di Bologna, vi sono Claudio Costa, Rinaldo Novali e Graziano Pompili, le cui opere sono tutte ispirate al contesto ambientale che le ospita, con una netta preferenza nei confronti di poetiche artistiche poveriste. Marzabotto RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Marzabotto piazza XX Settembre 1 40043 Marzabotto (BO) tel. 051/6780511; fax 051/931350 [email protected] http://www.comune.marzabotto.bo.it Visitabile su prenotazione Attualmente depositata nei locali della Biblioteca comunale e della residenza municipale, la raccolta comprende opere pittoriche che commemorano l’“Eccidio di Marzabotto”, avvenuto per mano nazifascista nel 1944. Di notevole interesse è il nucleo che si riferi- sce alle due edizioni del Premio Marzabotto (1960-61), con opere di esponenti di primo piano della pittura italiana della metà del Novecento, regionale e nazionale, selezionati da qualificate giurie di esperti. Si tratta di pittura il cui impegno sociale viene interpretato alla luce delle diverse correnti stilistiche che variano le poetiche figurative ed informali del secondo dopoguerra; vi si trovano lavori di Luciano Caldari, Giovanni Cappelli, Oliviero Bovi, Osvaldo Piraccini, Gaudio Serra, Italo Riciputi, Antonio Randazzo, Nello Leonardi, Germano Pessarelli, Alberto Sughi, Dino Boschi, Attilio Forgioli, Giuseppe Guerreschi, Luciano Leonardi, Callisto Casadio, Aldo Borgonzoni, Ilario Rossi, Franco Pardi, Renzo Margonari, Xavier Bueno, Lorenzo Ceregato, Omero Ettorre, Umberto Faini, Tommaso Dalla Volpe, Alberto Cavallari, Mario Novellini, Nevio Bedeschi, Valentina Berardinone, Giacomo Soffiantino, Evaristo Govoni, Severino Maccaferri, Aldo Ratti, Irene Ugolini Zoli, Gigi Valsecchi, Tullio Vietri ed Emilio Contini. Nel corso del tempo la raccolta, composta in tutto da un centinaio di dipinti, ha acquisito opere di altri autori sempre legati al tema della Resistenza, come Ernesto Marchiò Quarti, Dario Melloni, Salvatore Miglietta, Piero Minchieri, Emilio Novarro, Orvieto, Arvieri, Alberto Pellizzola, Terzo Savini, Gino Signori, Ivo Spaggiari, Mario Topia, Gualtiero Vittori e Tono Zancanaro. Medicina MUSEO CIVICO – PINACOTECA ALDO BORGONZONI M titolarità: Comune di Medicina via Pillio 5 40059 Medicina (BO) Provincia di Bologna Rambelli, Enzo Bioli. Alcuni interpreti sono personalità artistiche più attuali tra cui Maurizio Osti, Adriano Avanzolini e la medicinese Paola Fabbri. Aperto la terza domenica del mese dalle 15.00 La donazione Rambaldi riguarda pitture e alle 18.00; gli altri giorni su prenotazione, dalle 8.00 alle 14.00 sculture realizzate dallo stesso donatore, artista prevalentemente figurativo, legato alla Il museo si compone di opere che vanno dal- sua terra, che ha interpretato nature morte, l’antichità all’attualità e la sezione del Nove- paesaggi e ritratti concedendosi qualche cento è costituita da lavori ricevuti in dono esperienza anche nell’arte astratta. da artisti nativi di Medicina: la collezione Aldo Borgonzoni (1913-2004), donata in due riprese nel 1986 e nel 1991, e la collezione Pianoro VILLA BALDISSERA P A Giovanni Rambaldi (1924-2002). titolarità: Paolo e Ombretta Musiani Baldissera La collezione Borgonzoni comprende un nu- via dei Cedri 2 trito nucleo di opere, disegni, dipinti e scul- 40065 Pianoro (BO) ture dello stesso artista, oltre a dipinti e dise- tel. 051/221188; fax 051/235003 gni di altri autori per lo più di ambito bolo- [email protected] gnese ed emiliano facenti parte della collezione personale del noto pittore medicinese. Aperto in occasione di eventi e su prenotazione Borgonzoni ha sviluppato la sua ricerca artistica nell’ambito della figurazione, d’impe- Costruita da Giona Cesare Baldissera, la vilgno etico e sociale e incentrata sulle lotte so- la è circondata da un immenso parco con ciali, all’epoca dell’antifascismo e della Resi- specie arboree diverse e una moltitudine asstenza, sulla vicenda quotidiana dei contadi- sai varia di tipi di rose; ed arricchita da un ni, delle mondine e dei lavoratori, nonché progetto artistico realizzato quasi interamensulle istanze del Concilio Vaticano II. Realiz- te dall’artista Quinto Ghermandi, nel corso zato con linguaggio pittorico di matrice degli anni Cinquanta e Sessanta, con scultuespressionista, il suo lavoro non è esente da re in bronzo eseguite a cera persa. Si tratta di influenze cubiste e da successive meditazioni un chiaro esempio di mecenatismo del neo di tipo astrattista. Nel 1948 egli realizza, collezionista Baldissera, che ha voluto dare presso la Camera del Lavoro di Medicina, un’impronta aristica del tutto personale aluna grande pittura murale a tema sociale che l’antica villa Daolio, da lui acquistata e tranarra episodi della storia e del lavoro medici- sformata. Partendo dall’edificio, e scendendo per il nese del Novecento. Oltre a numerosi dipinti dell’artista, fanno sentiero del parco, sono disseminate più di parte della collezione sculture di Umberto 50 sculture informali di Quinto GhermanTirelli, Germano Sartelli, Francesco Brunet- di, eseguite tra il 1954 e il 1963, animali in ti, Carlo Santachiara; nonché altri lavori di continua trasformazione visiva che accomMario Schifano, Renzo Grazzini, Amilcare pagnano alle tre stanze, adibite in passato a tel. 051/6970356-6979244; fax 051/6979222 [email protected] www.comune.medicina.bo.it/cultura.htm 123 124 Provincia di Bologna ghiacciaie deputate alla conservazione dei cibi, simbolicamente dedicate all’agiografia del profeta Giona, alle sue parabole e ad altri passi biblici, in cui Giona Baldissera s’identificava: la prima racchiude opere dello scultore bolognese e due pannelli ceramici, raffiguranti gli avidi e i prodighi, di Pirro Cuniberti; la seconda, al centro, è dedicata alla traduzione visiva delle vicende del profeta tratte dall’Antico Testamento. Una cancellata in bronzo, realizzata da Ghermandi nel 1958, descrive l’essenza della storia di Giona, che ricevette da Dio l’incarico di convertire i pagani, ma spaventato invertì la rotta della sua nave fino a confessare la sua colpa ed essere buttato in mare dai suoi marinai. All’interno della stanza, dove il proprietario conservava il vino, è adagiata in una nicchia la statua di Giona, raffigurato classicamente da Alfonso Bortolotti con l’attributo del pesce e un medaglione con il memento “Dio ti protegge”, mentre decorano le pareti piccole sculture dello stesso artista che simboleggiano i 12 segni zodiacali unitamente alle figure mitologiche di Bacco, Sileno e Adone. La terza stanza, architettonicamente concava come la precedente, è decorata alle pareti da un grande naufragio ad affresco di Luciano De Vita, con un continuum pittorico informale che, nell’impaginazione, rimanda alle Ninfee di Claude Monet del Jeu de Pomme a Parigi, e circonda un’altra opera in bronzo di Ghermandi, eletta a emblema della scultura e della materia che emerge dal caos quale nucleo primigenio. Le tre stanze vengono così a configurarsi quali moderne grotte, in una sorta di continuità che richiama il gusto in voga nel XVIII secolo, ma nato alla fine del Cinquecento, che prevedeva l’integrazione di opere d’arte scultoree in sintonia con l’ambiente, sofisticate fontane e grotte quali allegorie di complessi e ampi progetti culturali. Si arriva poi a una grande vasca in cemento e bronzo di proporzioni grandiose, con grande invaso, disseminata all’interno da sculture del Ghermandi e sul perimetro da 72 suoi vasi; nonché sormontata dal significativo gruppo che ritrae la figlia di Baldissera, Lia, con i nipoti Ombretta e Paolo, attuali proprietari della tenuta, realizzati da Ghermandi in stile figurativo monumentale, mentre a lato animali fantastici ad opera di G. Bagnoli riprendono, con maniera, lo stile dello scultore informale. Completano il parco artistico un’altra piccola fontana con un fauno e numerose altre sculture di Ghermandi, che ricorda nella sua biografia come l’incontro con questo mecenate abbia cambiato la sua carriera artistica, nonché un piccolo nudo di Marcello Mascherini. Pieve di Cento PINACOTECA CIVICA – COLLEZIONI COMUNALI DEL NOVECENTO M titolarità: Comune di Pieve di Cento piazza Andrea Costa 10 40066 Pieve di Cento (BO) tel. 051/975031-6862621; fax 051/975533 [email protected] www.pieve.provincia.bo.it/home/itinerario/ pinacoteca.htm Aperta il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30 La Pinacoteca civica ha sede in un palazzo del XVIII secolo che ospita anche altri istituti e servizi culturali del Comune, come la Biblioteca, l’Archivio Storico e l’antica Biblioteca del Collegio degli Scolopi, tutti accor- 125 Provincia di Bologna pati all’interno del Centro Culturale Vladimiro Ramponi. La Pinacoteca, istituita nel 1980, è articolata in due sezioni d’arte, antica e del Novecento, le cui collezioni sono cresciute in maniera marcata grazie all’attività espositiva, a donazioni, acquisti e prestiti da enti pubblici e privati. Le Collezioni comunali del Novecento sono organizzate, dal 1989, in un’ala del museo che consente la loro valorizzazione ottimale attraverso il percorso didattico che pone in luce il loro sviluppo attraverso l’acquisizione delle sculture del pievese Antonio Alberghini, della donazione Giorgio Anderloni di opere di Alberto Martini, le donazioni degli artisti Mascellani, Sepo e Cuniberti, e i diversi lavori prestati da Giulio Bargellini. L’ala del Novecento è, quindi, articolata per nuclei collezionistici, che offrono un interessante spaccato della cultura artistica italiana e padana, storica e presente, con più di 200 lavori, tra pitture, sculture e disegni, di Antonio Alberghini, Alberto Martini, Pietro Annigoni, Ugo Attardi, Giuseppe Guerreschi, Carlo Levi, Giò Pomodoro, Mauro Reggiani, Sergio Vacchi, Tono Zancanaro, Cesare Zavattini, Pirro Cuniberti, Severo Pozzati (Sepo), Mario Giovanetti, Luigi Veronesi, Maria Grazia Bertacci, Adriano Boni, Franco Bruzzone, Piero Copertini, Teresa Curtarello, Norma Mascellani, Mauro Mazzali, Graziano Pompili, Ilario Rossi, Teresa Sorgente, Guglielmo Vecchietti Masacci e Bruno Vidoni. Ad essi si affianca un corpus di cinque opere di artisti catalani: Albert Barreda, Albert Prats, Carles Vergés. L’attività della Pinacoteca di Cento, relativamente all’arte contemporanea, è stata dinamica e di qualità: si ricordano le mostre di Sepo, Pirro Cuniberti, Luigi Veronesi e Mario Giovanetti, nonché la serie di mostre Informazione 1960-1980, a cura di Renato Barilli. Pieve di Cento MUSEO D’ARTE DELLE GENERAZIONI ITALIANE DEL ’900 “G. BARGELLINI” titolarità: Giulio Bargellini via Rusticana 1/A 40066 Pieve di Cento (BO) tel. 051/6861545; fax 051/6860364 [email protected] www.museobargellini.com Aperto dal martedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì Dedicato esclusivamente all’arte del Novecento e attuale, il Museo d’Arte delle generazioni italiane del ’900 è nato per volontà del collezionista pievese Giulio Bargellini, in sinergia con l’Amministrazione comunale di Pieve, e con la collaborazione dell’editore Edoardo Brandani e del critico Giorgio Di Genova, attuale Direttore artistico del museo. Inaugurato nel 1999, il museo trova sede nell’ex Silo per lo stoccaggio del grano, edificio industriale del 1933, appositamente ristrutturato dall’architetto Giuseppe Davanzo. Si tratta di un museo privato riconosciuto, che si è sviluppato grazie al collezionismo dell’imprenditore Bargellini, che ha desiderato rendere fruibile e efficace il suo patrimonio artistico del Novecento attraverso questo istituto e la sua attività. Impostato da Giorgio Di Genova, l’allestimento musivo segue i criteri generazionali per classificare gli artisti presenti in collezione e contestualizzarli all’interno delle poetiche e delle correnti stilistiche che for- 126 Provincia di Bologna mano la complessità della storia dell’arte del Novecento; tale patrimonio artistico, esposto a rotazione in diverse sale, è assai cospicuo, ma non sempre all’altezza qualitativa raggiunta dalla maturità degli autori. La sala dei maestri storici, dedicata alle avanguardie e al Novecento, è allestita con dipinti, sculture e disegni di Antonio Alberghini, Antonio Ambrogio Alciati, Giacomo Balla, Aroldo Bonzagni, Umberto Boccioni, Massimo Campigli, Francesco Cangiullo, Carlo Carrà, Ambrogio Casati, Felice Casorati, Carlo Corsi, Gerardo Dottori, Giorgio de Chirico, Raffaele De Grada, Angelo Del Bon, Fortunato Depero, Ercole Drei, Gennaro Favai, Maria Ferrero Gussago, Garzia Fioresi, Riccardo Francalancia, Antonio Luigi Gajoni, Virgilio Guidi, Savino Labò, Antonio Ligabue, Mino Maccari, Alberto Magnelli, Giannetto Malmerendi, Fernando Mariotti, Alberto Martini, Arturo Martini, Galliano Mazzon, Francesco Menzio, Amedeo Modigliani, Emilio Notte, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Alfredo Protti, Ruggero Alfredo Michahelles, Mauro Reggiani, Luigi Russolo, Alberto Savinio, Sepo, Gino Severini, Mario Sironi, Atanasio Soldati, Tato, Cleto Tomba, Mario Tozzi; e lavori di Orazio Amato, Gabriele Mucchi, Ennio Pozzi, Enzo Pregno, Ottone Rosai e Gino Rossi, provenienti dalla collezione di mini quadri di Cesare Zavattini. La sala della generazione di artisti nati nel primo decennio del secolo scorso è allestita con opere di Attilio Alfieri, Carlo Belli, Enzo Benedetto, Lino Bianchi Barriviera, Renato Birolli, Bruno Calvani, Giuseppe Capogrossi, Alberto Chiancone, Primo Conti, Antonio Corpora, Alfredo Bovio Di Giovanni, Alfredo Furiga, Franco Gentilini, Giovanni Korompay, Car- lo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Norma Mascellani, Marcello Mascherini, Fausto Melotti, Francesco Messina, Luigi Montanarini, Rosario Murabito, Anton Zoran Music, Enzo Nenci, Goliardo Padova, Ideo Pantaleoni, Enrico Paulucci, Osvaldo Peruzzi, Bruno Saetti, Masi Simonetti, Siro, Dario Treves, Amedeo Trivisonno, Gianfilippo Usellini, Carlo Verdecchia, Renato Vernizzi, Luigi Veronesi, Alberto Viani, Nino Za, Tono Zancanaro, Cesare Zavattini; dalla collezione di quest’ultimo in questa sezione vi sono miniquadri di Enrico Allimandi, Raffaele Castello, Katy Castellucci, Pietro Ghizzardi, Achille Incerti, Giacomo Manzù, Marino Marini, Pino Ponti e Bruno Rovesti. La sala della generazione degli anni Dieci comprende opere di Afro, Edoardo Alfieri, Alberto Bardi, Renato Barisani, Toni Benetton, Renzo Biasion, Andrea Bizanzio, Aldo Borgonzoni, Mario Balocco, Alberto Burri, Corrado Cagli, Mario Carletti, Sebastiano Carta, Dario Cecchi, Fabrizio Clerici, Michelangelo Conte, Mino Delle Site, Pericle Fazzini, Alfredo Libero Ferretti, Nino Gagliardi, Piero Gauli, Emilio Greco, Lorenzo Guerrini, Renato Guttuso, Pompilio Mandelli, Umberto Mastroianni, Carlo Mattioli, Luciano Minguzzi, Mirko, Sante Monachesi, Ennio Morlotti, Leone Pancaldi, Adriano Parisot, Umberto Peschi, Carla Prina, Ilario Rossi, Piero Sadun, Aligi Sassu, Toti Scialoja, Antonio Scordia, Filippo Scroppo, Domenico Spinosa, Raffaele Spizzico, Vittorio Tavernari, Ugolino da Belluno, Emilio Vedova, Venturino Venturi, Silvio Zanella; e dalla collezione Zavattini, piccoli dipinti di Antonio Bonetti, Aldo Borgonzoni, Riccardo Manzi, Milena Milani, Angelo Savelli, Antonio Scordia, Achille Sdruscia e Antonio Van- 127 Provincia di Bologna gelli. Le opere degli artisti nati negli anni Venti sono di Enrico Accatino, Lorenzo Alessandri, Gianni Ambrogio, Richard Anthoi, Ugo Attardi, Mirella Bentivoglio, Giovanni Benvenuti, Valentina Berardinone, Vinicio Berti, Annibale Biglione, Cherubino Binelli, Mario Bizzarri, Luigi Boille, Dino Boschi, Gianni Brusamolino, Aurelio Caminati, Sara Campesan, Giovanni Campus, Nado Canuti, Antonio Carena, Eugenio Carmi, Rino Carrara, Eugenio Cavicchioni, Giorgio Celiberti, Ferdinando Chevrier, Ciro Ciriacono, Pirro Cuniberti, Ugo D’Ambrosi, Antonio Del Donno, Mario De Maio, Maria Teresa De Zorzi, Elio Di Blasio, Pasquale Di Fabio, Antonio Di Girolamo, Nino Di Salvatore, Gianni Dova, Lia Drei, Salvatore Emblema, Giuseppe Ferrari, Gianfranco Ferroni, Carlo Gajani, Augusto Garau, Gianisto Gasparini, Rocco Genovese, Silvano Girardello, Giuseppe Guerreschi, Nedda Guidi, Luciano Lattanzi, Carlo Leoni, Elio Marchigiani, Plinio Mesciulam, Mattia Moreni, Anna Moro-Lin, Augusto Murer, Magdalo Mussio, Carlo Nangeroni, Mario Nanni, Gualtiero Nativi, Mario Padovan, Gaetano Pallozzi, Graziana Pentich, Lamberto Pignotti, Carlo Ramous, Raimondo Rimondi, Joaquìn Roca-Rey, Giulio Ruffini, Alba Savoi, Emilio Scannavino, Paolo Schiavocampo, Sergio Schirato, Turi Simeti, Ugo Sterpini, Tito, Anna Torelli, Mino Trafeli, Wladimiro Tulli, Aldo Turchiaro, Livio Orazio Valentini, Walter Valentini, Anna Maria Vancheri, Gian Berto Vanni, Giuseppe Zunica; dalla collezione Zavattini, Giuseppe Banchieri, Saverio Barbaro, Gianni Bertini, Walter Bianconi, Egidio Bonfante, Carlo Caroli, Alik Cavaliere, Piero Garino, Ezio Gribaudo e Francesco Somaini. La generazione degli artisti nati negli anni Trenta è rappresentata da lavori di più di 280 artisti, la cui espressione visiva oscilla tra iconicità, aniconicità e poesia visiva; con l’uso di materiali diversi per la realizzazione di quadri, sculture, fotografie e installazioni. Tra i molti che documentano ampiamente la molteplice vivacità creativa del territorio nazionale attiva dagli anni Sessanta in poi, si ricordano Vincenzo Accame, Getulio Alviani, Paolo Baratella, Giuliano Barbanti, Marilla Battilana, Alberto Biasi, Enzo Bioli, Agostino Bonalumi, Alessandra Bonelli, Paolo Buggiani, Enrico Bugli, Nicola Carrino, Claudio Cintoli, Nino Crociani, Bruno Del Gaizo, Enrico Della Torre, Lucio Del Pezzo, Fabio De Sanctis, Ennio Di Vincenzo, Novello Finotti, Giosetta Fioroni, Alfonso Frasnedi, Marco Gastini, Gustavo Giulietti, Franco Lastraroli, Luciano Leonardi, Mauro Manfredi, Renzo Margonari, Umberto Mariani, Elio, Luigi e Rosario Mazzella, Mario Molinari, Franco Mulas, Giancarlo Ossola, Paolo Pasotto, Luca Maria Patella, Oscar Piattella, Giò Pomodoro, Concetto Pozzati, Vincenzo Satta, Luigi Senesi, Franca Sonnino, Tino Stefanoni, Attilio Stefanoni, Franco Summa, Franco Vaccari, Valentino Vago, Claudio Verna, William Xerra; e dalla “Collezione 8 x 10” di Zavattini, lavori di Getulio Alviani, Rodolfo Aricò, Paolo Buggiani, Giorgio Colombo, Luciano Fabro, Marco Gastini, Giuseppe Landini, Sergio Lombardo, Nerone, Giuliano Poltronieri, Antonio Recalcati, Antonio Saliola, Renzo Schirolli, Angelo Titonel e Angelo Verga. Nel 2003, a un anno dalla sua dipartita, l’artista medicinese Aldo Borgonzoni ha voluto donare al museo un corpus di 76 opere che vanno dal 1943-45 al 1995 e che 128 Provincia di Bologna documentano mezzo secolo di sensibilità, di matrice espressionista, verso temi sociali e religiosi; e sempre nello stesso anno il museo ha accolto la donazione di un altro artista scomparso, Cesare Siviglia, che ha lasciato numerosi dipinti murali, sculture in ferro e ceramica che testimoniano il suo cammino artistico intriso di radici culturali latino americane, archetipiche, antiche e moderne, in particolare della Colombia, sua terra d’orgine. All’esterno del museo prosegue il percorso espositivo nel Giardino di sculture all’aperto, ove vi sono opere di Mirko, Claudio Capotondi, Pino Castagna, Ivo Sassi, Francesco Somaini, Felice Vatteroni, Valerio Trubbiani, Guglielmo Vecchietti Masacci, Augusto Perez, Agapito Miniucchi, Guido Di Fidio, Simon Benetton, Guido Di Fidio, Franco Scepi, Valerio Trubbiani, e Giorgio de Chirico. L’attività dell’istituto è stata, dalla fine del 1999 ad ora, intensa e diretta alla promozione degli artisti presenti nelle collezioni del territorio pievese e non solo, alla quale si associa un ricco carnet d’iniziative che comprendono presentazioni di libri e convegni; si ricordano le mostre realizzate negli appositi spazi per temporanee, come le annuali Giornate dell’artista, Tende al mare e Confronti da museo, mentre la cosiddetta Sala ospiti accoglie mostre collettive e monografichedi cui si ricordano quelle dedicate ad Alberto Zamboni, Sara Bolzani, Nicola Nannini, Lorenzo D’Angiolo, Vito Sardano, Francesco Finotti, Carlo Leoni e Luminita Taranu, Simone Butturini, Anna Boschi, Denis Riva, Guido Sammarchi, Salvatore Sebaste, Vando Fontanesi e Alberto Martini. Pontecchio Marconi PREMIO GUGLIELMO MARCONI m p titolarità: Fondazione Guglielmo Marconi – Circolo Artistico – Università degli Studi di Bologna Museo Marconi Villa Griffone via Celestini 1 40044 Pontecchio Marconi (BO) tel. 051/846121; fax 051/846951 [email protected] www.fgm.it Il Premio internazionale di pittura, scultura ed arte elettronica Guglielmo Marconi è stato istituito nel 1988 dalla Fondazione Marconi, congiuntamente al Circolo Artistico di Bologna e all’Università degli Studi bolognese; esso, in memoria del grande scienziato, è rivolto ad artisti che operano nella comunicazione e all’insegna del binomio arte e scienza. Nato sotto la guida intellettuale di Giulio Carlo Argan, il Premio è sempre stato sotto la responsabilità scientifica di Claudio Cerritelli e l’organizzazione di Bartolomeo di Gioia che hanno fatto annualmente coincidere la premiazione a un convegno dedicato alle complessità del rapporto tra arte e scienza, nell’ambito della Giornata Marconiana; e l’hanno unito a diverse mostre che documentano l’attività degli artisti partecipanti al bando, dislocate tra spazi istituzionali e privati della città. Nel 1988 la rassegna inaugurò con una mostra antologica dedicata al premiato Max Bill tenutasi presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna (cfr. pp. 96-99), preceduta dal convegno Arte come scienza; la seconda edizione vide il convegno centrato su Il segno, la luce tra arte e tecnologia mentre la mostra, sempre alla GAM, si sviluppava sulle forme artistiche realizzate attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie come il fax, Artefax, e il premio veniva consegnato a 129 Provincia di Bologna Bruno Munari, protagonista poi della rassegna espositiva l’anno successivo; nel 1993 il premio era assegnato a Lucio Saffaro. Nel 1994 era insignito del premio Concetto Pozzati, cui veniva affiancata la mostra Arte e comunicazione con opere di Gillo Dorfles, Pirro Cuniberti, Giovanni Pintori e Walter Cascio; mentre nel 1995 il testimone passava allo stesso Cuniberti. L’anno successivo fu l’occasione per una prima riflessione sull’iniziativa nel suo complesso e un’occasione per commemorare la personalità critica di Giulio Carlo Argan, da poco scomparso; il premio lo vinse l’artista collezionista Francesco Martani. Si susseguirono poi, sino ad oggi, premi a Luigi Veronesi, Luciano Minguzzi, Emilo Tadini, Mirta Carroli, Giò Pomodoro, Mario Nanni, Nanni Menetti, Nino Migliori, Elio Nanni, Nicola Evangelisti, Pompilio Mandelli, Gillo Dorfles, Raimondo Rimondi, Marco Cardini, Leonello Tarabella, Pietro Cascella, Salvatore Scarpitta, Giorgio Bariani, Bruno Raspanti, Luciano Giaccari e Eugenio Carmi, a cui si è sempre affiancata un’aggiornata consequenziale riflessione critica sul tema “arte, scienza e idea di comunicazione” a cui hanno partecipato diversi intellettuali, tra cui Andrea Emiliani, Filiberto Menna, Achille Bonito Oliva, Renato Barilli, Flavio Caroli, Enrico Crispolti, Giorgio Celli, Luciano Caramel, Adriano Bacilieri, Bruno Bandini, Tommaso Trini, Carlo Pirovano, Pietro Bellasi, Vittoria Coen e Luciano Nanni. San Giovanni in Persiceto EX CHIESA DI SANT’APOLLINARE S E titolarità: Comune di San Giovanni in Persiceto via Sant’Apollinare 4 40017 San Giovanni in Persiceto (BO) Ufficio Cultura tel. 051/6812951 [email protected] www.comunepersiceto.it Aperta in occasione di mostre, dal giovedì al sabato, dalle 17.00 alle 20.00; domenica e festivi, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 20.00 Antica chiesa medievale, le prime notizie della sua esistenza risalgono al 1214, Sant’Apollinare è stata modificata tra il XIV ed il XV secolo e più volte restaurata, nel corso del tempo, a causa dei numerosi saccheggi e calamità di cui è stata oggetto. Sconsacrata, essa è divenuta suggestiva sede espositiva del Comune, che affianca la Sala esposizioni di Palazzo San Salvatore, ove si allestiscono mostre temporanee anche d’arte contemporanea. Sant’Apollinare ha ospitato le personali di Daniele Sartori e dell’eclettico medico, collezionista e artista bolognese Francesco Martani, proprietario di Cà La Ghironda (cfr. pp. 130-131) e la collettiva Immagini della pittura italiana fra gli anni Venti e Sessanta, entrambe curate da Claudio Cerritelli. Nella cittadina emiliana si tiene la manifestazione Arte e città, giunta alla sua IX edizione, che vede interagire in sinergia spazi espositivi e siti urbani pubblici con mostre e confererenze sul tema dell’arte del Novecento e dell’attualità. San Pietro in Casale CASA FRABBONI M S E titolarità: Comune di San Pietro in Casale via Matteotti 137 40018 San Pietro in Casale tel. 051/6669511; fax 051/817984 www.comune.san-pietro-in-casale.bo.it Aperta martedì dalle 10.00 alle 13.00; sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00; domenica dalle 10.00 alle 13.00 130 Provincia di Bologna Casa Frabboni, inaugurata a dicembre del 2003, è la nuova sede museale ed espositiva di San Pietro in Casale; si tratta della casa restaurata, parte di un ex barchessa, in cui ha abitato e lavorato per lungo tempo il pittore Natale Guido Frabboni (1926-1994), che ha donato al Comune la sua dimora, le sue opere, circa 200, le sue collezioni di maioliche e icone; tale patrimonio sarà parte integrante del futuro Museo della città e del Parco Culturale in corso di realizzazione, ideato da Graziano Campanini e realizzato da Pier Luigi Cervellati, per volontà del sindaco Giuliano Barigazzi, con la finalità di valorizzare la cultura e la storia di San Pietro, così presente nei quadri dell’artista. Il museo ha inaugurato la sua attività con un’esposizione di lavori dello stesso donatore, affiancata da un convegno a carattere monografico, dove sono stati messi in rilievo gli intenti ideologici e poetici dell’autore – facente parte del gruppo programmatico Immagini Alternative, composto da Carlo Amadori, Guido Mariani, Ugo Sergi e Franco Solmi – volto per lungo tempo alla narrazione figurata della vita umana, colta nella sua alienazione e solitudine, simbolicamente espressa dagli oggetti attraverso la coniugazione di stilemi di “nuova figurazione” e della Pop Art, sottesi da valenze d’impegno politico, che ricordano da vicino l’espressione di Valerio Adami e Concetto Pozzati, per poi piegare verso una distillazione, sintetica e silenziosa, di architetture e riferimenti d’archeologia classica. L’attività di Casa Frabboni è proseguita con una mostra dedicata a un altro artista nativo di San Pietro, il pittore e scultore post informale e post surrealista Raimondo Rimondi, e con una rassegna di incisioni di Maurizio Boiani. Zola Predosa FONDAZIONE “CÀ LA GHIRONDA” M P A S E titolarità: Fondazione “Cà La Ghironda” via Leonardo da Vinci 19 40069 Ponte Ronca di Zola Predosa (BO) tel. 051/757419; fax 051/6160119 [email protected] www.ghironda.it Aperta il sabato e la domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; negli altri giorni su prenotazione. Chiusa il lunedì Cà la Ghironda è nata per volontà del collezionista ed artista Francesco Martani che ha desiderato primariamente coniugare l’equilibrio naturale del podere con quello artistico della scultura all’aperto, dislocata sulle pendici del parco di Ponte Ronca, con l’esposizione della sua collezione di opere del Novecento e dell’attualità, che hanno trovato sede nell’edificio che affianca la casa padronale, realizzato su disegno di Renzo Piano. Museo en plein air di 210 opere distribuite nell’ordinata natura, disegnata all’italiana con particolare attenzione alla varietà delle specie arboree, le sculture sono di artisti attivi nella seconda metà del Novecento, di livello sia nazionale che internazionale, con una significativa presenza di scultori della regione EmiliaRomagna. La selezione è comprensiva delle soluzioni formali espresse dalla scultura negli ultimi decenni: figurazione, astrazione e concettualità sono documentate con opere che esprimono le diverse sfumature stilistiche degli autori nell’ambito dell’espressività del linguaggio visivo. La plastica italiana è rappresentata da lavori di Virgilio Guidi, Giuliano Vangi, Luigi Mainolfi, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini, Giacomo Manzù, Aldo Mondino, Pietro Cascella, Leonardo Santoli, Pietro 131 Provincia di Bologna Consagra, Toni Benetton, Mario Ceroli, Nunzio, Giò Pomodoro, Giuseppe Maraniello, Augusto Perez e Gilberto Zorio; le istanze internazionali sono di Arman, Nag Arnoldi, Cesar, Igor Mitoraj, Daniel Couvreur, Jacques Basler, Josè Carlos Balanza, Pavel Bukur, Anna Chormy, Tadeus Koper, Charlotte Morman. Una particolare attenzione è stata riservata all’evoluzione dei linguaggi poetici di matrice emiliano-romagnola, dove figurano Mario Nanni, Sergio Zanni, Luciano Minguzzi, Carlo Zauli, Quinto Ghermandi, Ettore Colla, Angelo Biancini, Adriano Avanzolini, Luca Caccioni e Francesco Martani. Vivace centro culturale, riconosciuto da enti pubblici che collaborano e sostengono le sue iniziative, la Fondazione Cà la Ghironda, nel corso del tempo, ha ampliato la struttura espositiva adattatandola alle esigenze del collezionismo in espansione del suo fondatore che ha raccolto opere di artisti moderni, dal XVI al XIX secolo, e di artisti del Novecento e dopo; e di uno spazio dedicato ad ospitare e promuovere mostre temporanee di artisti non ancora raggiunti da chiara fama. Dal 1959 ad oggi, sono state acquisite da Francesco Martani centinaia di opere di pittura e scultura tra cui figurano lavori di Francis Bacon, Giacomo Manzù, Max Bill, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero, Giuliano Vangi, Feranandez Arman, Virgilio Guidi, Giuseppe Uncini, Lucio Fontana, Willem de Köoning, Graham Sutherland, Giulio Turcato, Renato Guttuso, Toti Scialoja, Paul Jenkins, Mario Schifano, Piero Manai, Fausto Melotti, Giuseppe Maraniello, Arnaldo Pomodoro, Umberto Mastroianni, Giorgio Morandi, René Magritte, Pablo Picasso, Joan Mirò e Marc Chagall. 132 Provincia di Ferrara Argenta RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Argenta piazza Garibaldi 1 44011 Argenta (FE) tel. 0532/330111 [email protected] Il Comune di Argenta è proprietario di una raccolta d’arte del Novecento formatasi in occasione delle diverse edizioni del Premio Nazionale di Pittura Città di Argenta, una manifestazione che ha avuto continuità e successo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo appena passato. Attualmente la raccolta è ospitata nella residenza del municipio, dislocata nei vari uffici, ed è composta da circa 60 opere di vari artisti, tra cui Lorenzo Ceregato, Tono Zancanaro, Remo Brindisi, Achille Incerti, Salvatore Nocera, Carlo Crispini, Ugo Pasini, Pino Reggiani, Emanuele Bolognesi, Aligi Sassu, Filippo Albertoni, Bruno Bandoli, Ilario Fioravanti, Emilio Contini, Virgilio Guidi, Rosetta Berardi, Dino Boschi, Neda Dal Bene, Osvaldo Piraccini e Domenico Cantatore. Bondeno PINACOTECA CIVICA “GALILEO CATTABRIGA” M titolarità: Comune di Bondeno piazza Garibaldi 9 44012 Bondeno (FE) tel. 0532/899255; fax 0532/899258 [email protected] www.comune.bondeno.fe.it Aperta giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.30; sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30 Istituita nel 1996 e dedicata alla memoria dell’artista figurativo bondenese scomparso nel 1969, Galileo Cattabriga (1901-1969) che tanto si adoperò affinché la sua città avesse il museo d’arte, la pinacoteca è stata realizzata nell’edificio d’archeologia industriale del XIX secolo, il Magazzino ex Tomasi, sotto la curatela di Graziano Campanini e il progetto architettonico di Alberto Guzzon. L’Amministrazione comunale della città possiede un patrimonio di oltre 200 opere, tra dipinti, sculture e grafiche, che vanno da alcuni esemplari del XVI secolo all’attualità, allogati in vari uffici e solo parzialmente esposti nella pinacoteca; e di cui si ricordano per la contemporaneità i lavori di Marco Pellizzola, Armando Pizzinato, Tonino Gottarelli e Gianni Guidi acquisiti anche attraverso il Premio Galileo Cattabriga, istituito nel 1985. In pinacoteca sono esposte opere del primo e del secondo Novecento, in prevalenza d’autori di ambito padano-veneto, in particolare legati alla sfera artistica figurativa del Cattabriga, allievo di Filippo De Pisis. Oltre ai dipinti di Galileo Cattabriga vi sono lavori di Armando Balboni, Luisa Bemporad, Riccardo Biavati, Remo Brindisi, Alberto Cavallari, Otello Ceccato, Gianni Cestari, Giovan Battista Crema, Teresa Curtatello, Guerrino Ferraresi, Nicola Laurenti, Nevio Nalin, Carlo Rambaldi, Edgardo Rossaro, Tato, Gaetano Sgarbi, Giuseppe Siccardi, Gaetano Tassi, Giancarlo Tassi, Nani Tedeschi, Antonio Torresi, Vitale Vitali e Tono Zancanaro. Bondeno OASI DEI 7 POLESINI P A titolarità: Famiglia Orpelli località Settepolesini 44012 Bondeno (FE) 133 Provincia di Ferrara Inaugurato nel 2002, adiacente al centro di documentazione di storia naturale, il parco di sculture all’aperto è ispirato a simbologie antropologiche la cui valenza è accresciuta dalla materia con cui è stato realizzato il primo nucleo, argilla refrattaria ferrarese, e il contesto naturale in cui esse sono collocate, il sito paleontologico. Con la supervisione di Valeria Tassinari, nel parco sono esposte opere concettuali, figurative e astratte di Oscar Accorsi, Gianni Cestari, Alcide Fontanesi, Gianni Guidi, Marcovinicio, Marco Pellizzola, Graziano Pompili, Franco Rasma, Giovanni Scardovi, Pietro Weber, Mario Callens, Jean Claude Saudoyez. Bondeno ROCCA DI POSSENTE DI STELLATA S E titolarità: Comune di Bondeno via Argine Po 44010 Stellata di Bondeno (FE) tel. 0532/885470-899245-899258 [email protected] www.comune.bondeno.fe.it Aperta da marzo a settembre nei giorni festivi dalle 15.30 alle 18.30. In inverno aperta solo in occasione di mostre temporanee Edificata nel 1385 per volere di Niccolò II d’Este, la Rocca fu concepita a difesa di uno dei nodi strategici del territorio di confine tra Ferrara e Mantova; nuovamente rinforzata nel 1557 da Ercole II veniva poi riattata dal papa Urbano VIII nel 1629, anche in seguito al suo passaggio di proprietà allo Stato Pontificio, avvenuto nel 1598. Ricordata da Ludovico Ariosto nel XLIII canto dell’Orlando furioso, la fortezza presenta una singolare pianta a forma di stella a quattro punte, databile al XVI secolo nel momento d’introduzione dell’artiglieria da fuoco, e si articola in quattro piani di cui l’ultimo è una vasta terrazza con vista sulla zona golenale polesana. Come molti edifici antichi della regione, la Rocca Possente di Stellata è stata adibita a sede espositiva di mostre, prevalentemente d’arte contemporanea: vi sono state organizzate numerose monografiche di artisti come Giovanni Scardovi, Marinella Galletti, Paola Paganelli, Gianfranco Goberti, Gianni Guidi, Enzo Guaricci, Armando Pizzinato, Maurizio Bonora e Sergio Zanni; ed alcune collettive come Sogni d’oro: Quindici artisti per Salvador Dalì; Spisani: Past present future to celebrate thirty years of style; Ceramiche d’arte contemporanea a Faenza: Ultimi esiti anni Novanta e Tre installazioni: Bersezio, Camerani, Ievolella. Cento GALLERIA D’ARTE MODERNA “AROLDO BONZAGNI” M titolarità: Comune di Cento Palazzo del Governatore piazza Guercino 39 44042 Cento (FE) tel. 051/6843390-904196 [email protected] www.comune.cento.fe.it Aperta sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00; gli altri giorni previa prenotazione Istituita nel 1988 e dedicata al pittore Aroldo Bonzagni (1887-1918), la galleria ha sede nel rinascimentale Palazzo del Governatore, edificato nel 1502. Essa è nata grazie alla donazione della sorella di Bonzagni, Elva Poggi, e vanta un considerevole patrimo- 134 Provincia di Ferrara nio artistico formato da un consistente nucleo di lavori dell’artista centese, interprete di un espressionismo sensibile alle ricerche europee d’inizio secolo e al primo futurismo, e di molte altre opere, pittoriche e scultoree, di artisti italiani e locali del Novecento, prevalentemente figurativi, con qualche presenza di esponenti astrattisti, informali, spazialisti e concettuali; si ricordano le opere di Libero Andreotti, Aldo Carpi, Leonardo Dudreville, Luigi Russolo, Adolfo Wildt, Anselmo Bucci, Achille Funi, Guido Marussig, Marcello Dudovich, Umberto Lilloni, Raffaele De Grada, Leonardo Borgese, Enrico Mazzolani, Giannino Castiglioni, Francesco Wildt, Remo Taccani, Antonio Simionato, Felice Carena, Tullio Figini, Ugo Celada da Virgilio, Filippo De Pisis, Virginio Ciminaghi, Roberto Castagnino, Alberto Salietti, Guido Tallone, Renato Vernizzi, Virgilio Guidi, Mario Sironi, Cesare Monti, Michele Cascella, Guido Cinotti, Aldo Conti, Ocri da Feltre, Giuseppe Amisani, Antonio Alberghini, Timo Bortolotti, Cesara Mottironi, Giuseppe Montanari, Eugenio Polesello, Savinio Labò, Giuseppe Novello, Aldo Salvadori, Floriano Bodini, Jean Costanzo, Alessandro Nastasio, Sandro Parmeggiani, Adraino Spilimbergo, Luciano Minguzzi, Ferdinando Mandelli, Giuseppe Biasi da Teulada, Siro Penagini, Orfeo Tamburi, Pompeo Borra, Giuseppe Scalvini, Attilio Rossi, Emilio Greco, Pietro Annigoni, Mario Vellani Marchi, Domenico Cantatore, Renato Birolli, Fiorenzo Tomea, Lorenzo Pepe, Carlo Ramous, Ernesto Treccani, Aligi Sassu, Mario Molteni, Alik Cavaliere, Roberto Sambonet, Agenore Fabbri, Giuseppe Broggini, Lucio Fontana, Franco Cannilla, Giorgio Cigna, Antonio Cereda, Marcello Mascherini, Giulio Cassinari, Mario Lepore, Giuseppe Aimone, Roberto Crippa, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mauro Reggiani, Ennio Morlotti, Luca Crippa, Carmelo Capello, Sergio Romiti, Giuseppe Capogrossi, Gianni Dova, Enrico Baj, Remo Brindisi, Sergio D’Angelo, Mario Rossello, Vincenzo Frunzo, Guido Mosca, Mario Nigro, Aldo Calò, Tom Pozzi, Elisabeth Sotilis, Lodovico Mosconi, Pio Semenghini, Ibrahim Kodra, Ernesto Tavernari, Gino Meloni, Carlo Nangeroni, Giovanni Omiccioli, Arnaldo Carpanetti, Emilio Scannavino, Remo Bianco, Giacomo Benevelli e Roberto Crippa. Cento ROCCA DI CENTO S E titolarità: Comune di Cento piazzale della Rocca Servizi Culturali via Guercino 39 44042 Cento (FE) tel. 051/6843390; fax 051/904531 [email protected] www. comune.cento.fe.it Attualmente chiusa per restauri. Apertura prevista per l’anno 2006 Costruita nel 1378 da Bernardo di Bonnevalle, la Rocca veniva distrutta e poi riedificata nel 1465, abbellita e fortificata da Giuliano della Rovere nel 1483 durante gli anni del suo vescovato a Bologna. Rocca di difesa per i paladini della Repubblica Cisalpina nel 1800, veniva poi adibita a carcere nel corso del XIX secolo; ora è sede di eventi espositivi, anche d’arte contemporanea. Si ricordano le mostre monografiche di Alberta Grilanda, Alessandro Rivola, Albino Trigilio, Matteo Nannini e del fo- 135 Provincia di Ferrara tografo Bruno Vidoni; nonché le rassegne collettive Arroccamenti: Natura morta, paesaggio, figura; Cento città d’arte e 1948-1998: cinquant’anni di fotografia amatoriale in Italia. Cento IL GIARDINO DEL GIGANTE P A titolarità: Comune di Cento via Respighi 44042 Cento (FE) Le sculture vivibili a misura d’uomo, di Marco Pellizzola, sono realizzate in mosaico ceramico dalle forti inflessioni pittoriche e luministiche ed evocano un mondo fiabesco, colorato, che dialoga con la natura peculiare della zona del ferrarese, creando un oasi fantastica all’interno dell’attuale contesto urbano. Si tratta di un’opera d’arte ambientale, che trae diretta ispirazione stilistica dalle panchine progettate da Antoni Gaudí nel Parco Güell a Barcellona, nei primi due decenni del Novecento. Il parco di Pellizzola si articola all’interno di una zona verde, aperta, arricchita dalle opere quali infrastrutture compiute nel rispetto del contesto che le ospita con soggetti giganteschi di carattere naturalistico. Cento Renazzo MUSEO SANDRO PARMEGGIANI M titolarità: Associazione Museo Sandro Parmeggiani Palazzo della Delegazione via di Renazzo 52 44045 Cento Renazzo (FE) tel. 051/6836171 www.renazzo.it/museo.htm Aperto giovedì, venerdì e sabato dalle 16.00 alle 19.00. Domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00 Il museo ha sede nel Palazzo della Delegazione di Renazzo ed è dedicato al pittore milanese Sandro Parmeggiani (1910-2003) di cui l’istituto conserva numerose opere, curate da Maria Censi. Pittore figurativo, naturalista e pronto a suggestioni post impressioniste che lo accompagnarono per tutta la sua lunga attività sino alla virata verso esperienze aniconiche, Parmeggiani risiedette a Renazzo nel corso del secondo conflitto mondiale dove trasse ispirazione per realizzare nature morte e paesaggi. L’attività del museo è stata sinora proiettata verso la promozione di rassegne tematiche ad invito di artisti, come Emozioni belliniane nella pittura contemporanea, o verso collettive retrospettive delle poetiche artistiche del primo Novecento come Tecniche, poetiche, suggestioni divisioniste; Viaggi senza ritorno: Dipinti di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi e Vanita Vanitatum, Et omnia Vanitas: Il tema della “vanità” nella pittura e nella scultura italiana contemporanea. Comacchio MUSEO MARIANO D’ARTE SACRA CONTEMPORANEA M titolarità: Convento dei Frati Cappuccini Santuario di Santa Maria in Aula Regia via Mazzini 179 44022 Comacchio (FE) tel. 0533/81234 www.comune.comacchio.fe.it Aperto su prenotazione Istituito nel 1977, il museo ha sede attigua all’antico convento francescano annesso alla chiesa di Santa Maria in Aula Regia. Costituitosi in base alle donazioni ricevute dai frati capuccini che l’hanno vo- 136 Provincia di Ferrara luto nel desiderio che si rinnovasse uno stretto rapporto tra arte, sacralità e religione, esso possiede, oltre alla sezione di opere storiche, un patrimonio di circa 150 lavori tra dipinti, sculture e oggetti artistici di vari autori italiani del Novecento ispirati al culto mariano, tra i quali vi sono opere di Remo Brindisi, che del museo è stato uno degli animatori, Dino Zuffi, Pietro Lenzini, Aldo Rontini, Emma Civillero, Gian Carlo Basili, Stefano Bottoni, Paola Forlani, Giordano Pavan, Patrizia Bentini, Mirto Gattini, Franco Patruno, Pericle Fazzini, Luigi Mezzogori, Arnoldo Pomodoro, Fra Ugolino Emilio Bellotti e Sepo; attualmente parte delle opere sono esposte nel Museo di San Giuseppe a Bologna (cfr. pp. 112-113). Copparo QUADRERIA CIVICA D’ARTE CONTEMPORANEA EX CARCERI “ALDA COSTA” M titolarità: Comune di Copparo via Roma 38 44034 Copparo (FE) tel. 0532/864619; fax 0532/864647 [email protected] www.comune.copparo.fe.it Aperta giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00; sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00 Inaugurata nel 2003, la Galleria è sita nelle tardo ottocentesche ex carceri mandamentali, riattate a questo uso da Dario Ambrosone, intitolate all’intellettuale socialista Alda Costa; nel museo sono permanentemente esposte le opere del Novecento donate al Comune dal gallerista d’arte Renzo Melotti, mentre un ampliamento degli edifici attigui alla galleria consentirà un allestimento più ampio con lavori d’altri artisti contemporanei di proprietà dell’Amministrazione, ora custoditi in depositi. La donazione Melotti, che testimonia il gusto prevalentemente figurativo del collezionista, è composta da 110 lavori, tra dipinti, sculture, disegni ed esemplari grafici di Aurelio Alabardi, Piero Arrighini, Ugo Attardi, Galeazzo Auzzi, Giuseppe Aymone, Vincenzo Balsamo, Giuseppe Barone, Renato Birolli, Antonio Bonetti, Maurizio Bonora, Remo Brindisi, Antonio Bueno, Ennio Calabria, Giovanni Cappelli, Robert Carroll, Carlo Cattaneo, Alberto Cavallari, Patrizia Comand, Primo Conti, Gino Covili, Gioxe De Micheli, Luigi Falai, Enzo Faraoni, Alfredo Filippini, Felicita Frai, Alberto Fremura, Aziz Fuad, Achille Funi, Giancarlo Gavelli, Pietro Guizzardi, Paolo Giorgi, Monica Grandi, Federico Graziani, Giovanni Gromo, Nino La Barbera, Lia Laterza, Ernesto Lombardo, Luigi Mazzella, Gabriele Mucchi, Antonio Munciguerra, Rolando Nicodemi, Marisa Occari, Cristina Palandri, Vito Pancella, Osvaldo Peruzzi, Walter Piacesi, Giuliano Pini, Giò Pomodoro, Massimo Storari, Giampaolo Talani, Orfeo Tamburi, Nani Tedeschi, Sergio Terzi, Ernesto Treccani, Tono Zancanaro, Cesare Zavattini e Patrizio Zona. Copparo – Berra- Jolanda – Tresigallo – Formignana – Ro FABBRICA CREATIVA – MUSEO DIFFUSO SUL TERRITORIO S U titolarità: Associazione dei Comuni del Copparese BERCO di Copparo CAPA di Berra 137 Provincia di Ferrara FALEGNAMERIA ROSSIGNOLI di Jolanda di Savoja MAZZONI di Tresigallo B.M. di Formignana BBS di Ro Comune di Copparo 44034 Copparo (FE) tel. 0532/864511; fax 0532/864660 www.copparo.net/fabbrica/fabbrica.htm Nel 2003 è stata inaugurata Fabbrica Creativa, un’iniziativa di grande ergonomia sociale, voluta dall’Associazione dei Comuni del Copparese di cui il Comune di Copparo è capofila, progettata da Pasquale Persico e curata da Ugo Marano, che ha portato alla realizzazione di opere d’arte all’interno delle fabbriche dei Comuni di Copparo, Berra, Jolanda di Savoja, Tresigallo, Formignana e Ro. L’obiettivo era rendere più espressivo il lavoro nelle fabbriche attraverso la creatività artistica che, tramite la realizzazione delle opere, è un ideale collante culturale che correla i luoghi produttivi del territorio, radicandoli ancor di più al contesto urbano che li ospita. L’arte contemporanea come fil rouge, quindi, attraverso il compimento di dipinti e installazioni site specific, i cui temi, simbolicamente riferiti alla solidarietà o al territorio, sono ad opera di alcuni novizi, artisti che si sono espressi con diversa sensibilità figurativa: si tratta di Cicci Zanella, Alfio Pesci, Gemino Caveduri, Mohammed Rohuani, Edda Donati, Massmo Cavalieri, Gianluca Dolcetti, Piero Casisa, Renzo Piccoli, Carlo Campi, Bruno Picchiani, Angelo Vallin, Dario Finessi, Marco Gallini, Lauretta Bigoni, Giacomo Bonati, Nicola Ferrari, Antonio Bertazzini, Mario Marzocchi, Roberto Pozzati e Valeria Aggio. Ferrara CIVICHE GALLERIE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M titolarità: Comune di Ferrara Palazzo Bevilacqua Massari – Palazzina Cavalieri di Malta corso Porta Mare 5 e 9 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/209988-243415; fax 0532/203064-205035 [email protected] www.comune.fe.it www.talete.org/musei/musei/ Aperte tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuse il lunedì Le Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, dirette da Andrea Buzzoni, coadiuvato nel corso del tempo da curatori e studiosi come Angelo Andreotti, Marcello Tofanello e Maria Luisa Pacella, sono situate, dal 1975, all’interno di Palazzo Massari Bevilacqua, edificato nel 1590 per volere di Onofrio Bevilacqua su progetto di un anonimo architetto e costruite all’insegna della coniugazione tra tradizione locale e innovazione classicista. Nel corso dell’ultimo quarto del XVIII secolo veniva affiancata al palazzo una costruzione neoclassica denominata Palazzina Bianca che per sobrietà esteriore inganna per rivelare, negli spazi interni, uno sfarzo architettonico ispirato ai modelli francesi; coevo alla Palazzina è il parco circostante realizzato all’italiana da Luigi Bertelli, costruttore anche della coffee-house a guisa di tempio classico visibile su corso Ercole I d’Este. Nel 1860 il Palazzo veniva acquistato dalla famiglia Massari, che restituiva ad esso la magnificenza sottrattagli dalle spogliazioni dei francesi in epoca napoleonica e riattava il parco come è fruibile attualmente. 138 Provincia di Ferrara Al piano nobile ha sede il Museo Boldini nato grazie all’acquisto, da parte delle Amministrazioni Comunale e Provinciale di Ferrara, delle opere dell’artista Giovanni Boldini (1842-1931), la cui moglie, rimasta erede, aveva già donato alla città, nel 1934. L’anno successivo Cesare Brandi organizzava a Palazzo dei Diamanti (cfr. pp. 139-140) la prima restrospettiva del pittore ferrarese, con un allestimento che rievocava, unitamente al suo percorso artistico, l’atmosfera del suo studio anche attraverso gli oggetti originali. Nel 1975 è stato allestito l’attuale museo monografico che snoda il suo percorso all’interno delle sale stile Impero del palazzo: si tratta di 24 sezioni che documentano, dagli esordi alla fine, l’evoluzione di Boldini: la sua formazione ferrarese è presto influenzata dalla breve stagione macchiaiola, suggestionata da istanze stilistiche impressioniste francesi, dalla grande ritrattistica inglese del XVIII secolo e dalla pittura barocca fiamminga; e se, una volta trasferitosi a Parigi, la meditazione sul tardobarocco francese e veneto lo portava a seguire la corrente neosettecentista di Jean Luois Ernest Meissonier, nel 1892 egli compiva una svolta che lo indirizza verso un’originalità esecutiva caratterizzata da un segno pittorico assai libero, fluido e centrifugo che tocca il suo apice nella ritrattistica artistocratica femminile e nella descrizione visiva della modernità urbana; con un occhio al divisionismo e alle prime ricerche artistiche e fotomeccaniche sul dinamismo, che precorrono le avanguardie storiche futuriste. Nel museo sono conservati circa 60 dipinti ad olio, 50 acquerelli, più di 1.000 disegni, pastelli, stampe e matrici, mobili e oggetti dello studio parigino dell’artista. Il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis” è installato al piano terreno del palazzo ed è fruibile al pubblico dal 1998, nell’attuale allestimento articolato per sale monografiche dedicate ad artisti ferraresi; e con la presenza di pochi, ma significativi pezzi di Carlo Carrà e Mario Sironi. Le sale documentano la creatività artistica locale della prima metà del secolo scorso, in cui Ferrara fu il vivaio d’interessanti e incisive personalità e correnti artistiche, come l’Espressionismo modernista, la Metafisica e il Novecento. Vi solo stanze dedicate ad Aroldo Bonzagni, Achille Funi, Arrigo Minerbi, Giuseppe Virgili, Enzo Nenci, Annibale Zucchini, Mimì Quilici Buzzacchi, Aldo Bandinelli, Roberto Melli, Mario Pozzati e Filippo de Pisis. La collezione relativa a quest’ultimo si divide in due importanti nuclei che documentano antologicamente il percorso del pittore: il primo acquistato dalla Fondazione Giuseppe Pianori e dalla Cassa di Risparmio di Ferrara, il secondo, la collezione Manlio e Franca Calabotta, avuto in dono alla città dalla vedova del notaio triestino. La poetica di de Pisis si rivela splendidamente nelle sale con opere che trattano i temi da lui prediletti, le nature morte, e vanno dai suoi esordi di natura metafisico crepuscolare alle influenze postimpressioniste francesi, che porteranno il suo stile a declinare contenuti esistenziali con segni sempre più abbreviati e rarefatti; la collezione Malabotta ha lasciato al museo anche una vasta selezione di disegni, acquerelli, pastelli e litografie dell’artista. Nel 2004 l’Amministrazione comunale di Ferrara ha presentato al MusArc (cfr. p. 142) l’obiettivo Polo d’arte moderna e contemporanea, progettato da Massimo e Gabriella 139 Provincia di Ferrara Caramassi, che prevede la ridistribuzione logistica degli istituti artistici compresi tra Palazzo dei Diamanti, Palazzo Bevilacqua Massari e Palazzina dei Cavalieri di Malta con l’accorpamento, nel sistema museale integrato, di Palazzo Prosperi Sacrati quale futura sede del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”. La collezione di scultura del museo è esposta prevalentemente nelle sale interne, ma alcune opere di Rita da Re, Maurizio Bonora, Man Ray, Carmelo Capello, Aldo Calò, Filippo Tallone, Augusto Murer, Emilio Greco, Marcello Mascherini e Laura Rivalta sono ubicate anche nel cortile di Palazzo Massari. All’interno delle sezioni del Museo Boldini e del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea vi sono lavori di scultori d’area ferrarese come Roberto Melli, Arrigo Minerbi, Giuseppe Virgili, Annibale Zucchini; ed inoltre opere di Enzo Nenci, Egidio Casarotti e Laerte Milani. Ferrara PADIGLIONE D’ARTE CONTEMPORANEA S E titolarità: Comune di Ferrara Palazzo Massari corso Porta Mare 5 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/241417; fax 0532/205035 [email protected] www.comune.fe.it Aperto solo in occasione di mostre temporanee All’interno dei giardini di palazzo Bevilacqua Massari si trova il Padiglione d’Arte Contemporanea, sede espositiva all’interno degli edifici che compongono la struttura museale delle Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (cfr. scheda precedente). Interamente riattato e reso funzionale per mostre temporanee, il PAC ha ospitato diverse rassegne relative ad artisti della contemporaneità, nazionale e internazionale, tra cui le monografiche di Bice Lazzari, Carlo Dell’Amico, Charles Freger, Marco Caselli, Nirmal Shubey Matsuyama, Franco Guerzoni, Omar Galliani, Piero Pizzi Cannella, Dante Bighi, Carol Rama, Carlo Lorenzetti, Germano Sartelli Sandro Martini, Perino e Vele, Carlo Dell’Amico e Sergio Zanni; nonché è stato spesso sede della Biennale Donna, nata negli anni Ottanta per volontà dell’Unione Donne Italiane e dell’Amministrazione comunale ferrarese, al fine di sottolineare il valore e la qualità della creatività artistica femminile con un’esposizione a carattere tematico e reiterata nel tempo. Ferrara PALAZZO DEI DIAMANTI S E titolarità: Comune di Ferrara corso Ercole I d’Este 21 tel. 0532/205844-209988; fax 0532/203064 [email protected] www.palazzodiamanti.it 44100 Ferrara (FE) Aperto tutto l’anno: i giorni feriali dalle 9.00 alle 14.00, giovedì dalle 9.00 alle 19.00; i festivi dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso il lunedì Fatto costruire da Sigismondo d’Este nel 1493, Palazzo dei Diamanti è stato progettato dall’architetto rinascimentale Biagio Rossetti, che concepì la decorazione esterna dell’edificio con un rivestimento a bugnato composto da 8.500 formelle in marmo scolpite a diamante e con candelabre ornamen- 140 Provincia di Ferrara tali realizzate da Gabriele Frisoni; sito ad angolo, nel cuore dell’addizione erculea, il palazzo si ergeva quale simbolo del prestigio e potere degli Este. Al piano nobile si trova la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, che ospita collezioni d’arte che coprono un arco temporale compreso tra il XIII e il XVIII secolo; il piano terra è adibito a sede espositiva delle Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea (cfr. pp. 137139) la cui attività espositiva è realizzata d’intesa con la società pubblica Ferrara Arte. Nata nel 1991, per volontà degli amministratori del Comune e della Provincia, Ferrara Arte ha l’obiettivo di organizzare mostre che valorizzino il patrimonio artistico della città o offrano importanti momenti di riflessione culturale sull’arte nazionale e internazionale. Per quanto concerne il Novecento e il presente, sono state organizzate esposizioni retrospettive o attuali, di movimenti o tematiche artistiche come Pittura e realtà; Il pittore allo specchio; Autoritratti italiani del ’900; Il rinnovamento della pittura in Italia: Milano 1950-59 e Venezia 1950-59; Da Dahl a Munch; Arte elettronica, metamorfosi e metafore e la più recente Il Cubismo: Rivoluzione e tradizione. Numerose anche le monografiche organizzate con le stesse ragioni progettuali, tra cui quelle dedicate a Giorgio Morandi, Enrico Baj, Giuseppe Mentessi, Leone Pancaldi, Mauro Reggiani, Piero Manai, Gabriele Partisani, Ugo Attardi, Giosetta Fioroni, Leo Contini, Alessandro Stefani, Beppe Sesia, Gianni Guidi, Filippo de Pisis, Max Klinger, Camille Pisarro, Sergio Zanni, Marc Chagall, Toti Scialoja e Robert Rauschenberg. Palazzo dei Diamanti ospita, inoltre, il Centro Video Arte, importante luogo di documentazione sull’arte audiovisiva ed elettronica nato nel 1972 e diretto, sino al 1994, da Lola Bo- nora, coadiuvata da Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi; in seguito l’archivio è stato assorbito in seno alla Civiche Gallerie e affidato alla cura di Francesca Gallo. Ferrara MUSEO MICHELANGELO ANTONIONI M A titolarità: Comune di Ferrara corso Ercole I d’Este 17 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/210830 [email protected] www.talete.org/musei/musei/antonioni Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì Situato all’interno di Palazzo dei Diamanti (cfr. scheda precedente), il Museo Michelangelo Antonioni, diretto da Andrea Buzzoni, è stato inaugurato nel 1995 al fine di valorizzare e promuovere la produzione filmica e artistica del regista ferrarese, che coniuga la sua geniale creatività nella cinematografia e nella pittura, un aspetto meno conosciuto ma assai lirico e qualitativamente alto che conferma lo stretto rapporto tra cinema e pittura che esiste nell’arte di Michelangelo Antonioni (1912), formatosi prima nell’arte visiva e in seguito nel cinema. Il museo presenta integralmente l’attività pittorica di Antonioni, dagli anni Sessanta agli Ottanta, con circa 60 lavori divisi in “opere piccole, medie e grandi”, “le montagne incantate”, “oli e ritratti”, realizzati tutti a olio e acquerello e in formati ridottissimi; si tratta di momenti di un processo creativo non disgiunto dall’opera cinematografica che trova nell’ingrandimento fotografico del quadro il punto d’equilibrio tra le due arti di Antonioni che nella pittura alterna diverse fasi, pros- 141 Provincia di Ferrara sime ai momenti d’Avanguardia storica, sfiorando l’Astrattismo cubista, il Raggismo, il Futurismo, la Pop Art e, soprattutto, l’Informale materico di Alberto Burri, con un linguaggio del tutto originale, etereo e materico al tempo stesso, che conosce punte di grande lirismo sino all’astrazione della realtà che l’ha ispirato; in particolare la serie delle “montagne incantate”, paesaggi visionari, romantici e sublimi che, attraverso la sintesi della fantasia dell’artista e il suo senso del colore, diventano esistenziali luoghi dell’anima poeticamente similari a quelli di Carlo Mattioli. Nato sulla scorta delle mostre monografiche tenutesi a Venezia, Parma, Roma, Parigi e Ferrara, il museo dalla sua apertura ha acquisito documenti e beni personali di Antonioni come sceneggiature, epistolari, interventi critici e materiali fotografici. L’attività promozionale dell’istituto si articola in mostre, proiezioni e convegni che collegano, in maniera trasversale, il lavoro di Antonioni a vari argomenti culturali: si ricordano l’esposizione Cinque artisti per i manifesti dei film di Michelangelo Antonioni, gli studi su Le sonorità del visibile e le proiezioni delle pellicole del regista. Ferrara MUSEO DELL’ILLUSTRAZIONE CENTRO STUDI SULL’IMMAGINE RIPRODOTTA (MIL) M titolarità: Comune di Ferrara Casa Frescobaldi via Frescobaldi 40 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/211339; fax 0532/211339 [email protected] www.comune.fe.it Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì Il MIL, Museo dell’Illustrazione, Centro Studi sull’Immagine Riprodotta è stato fondato da Paola Pallottino nel 1992, sulla base di una donazione effettuata dallo scenografo Mario Pompei e con la volontà di documentare la storia dell’illustrazione in Italia, dalla metà del XIX secolo a oggi, attraverso un cospicuo patrimonio di disegni, bozzetti d’artisti, stampe originali, manifesti, caricature, cartelloni, edizioni rare e caricature; esso ha sede a Casa Frescobaldi, edificio costruito nel 1573 da Alessandro Caldori e riattato nel 1974, dove nacque e visse nella prima metà del XVII secolo il musicista barocco Girolamo Frescobaldi. Il museo, dal 2003 gestito da VACA (Vari Cervelli Associati) e diretto da Paola Pallottino, è nato con il triplice obiettivo di conservare, valorizzare e promuovere l’illustrazione e l’immagine riprodotta attraverso ricerche e studi, catalogazione e mostre relative a questa branca dell’arte che si esprime soprattutto su supporti cartacei; il museo è dotato di strumentazione scientifica e conservativa che consente la fruizione delle opere donate, della biblioteca e dell’emeroteca specializzata sull’editoria periodica, dall’Ottocento al presente. L’attività del MIL è assai viva e conta sulla collaborazione di diverse istituzioni: si ricordano le mostre Mario Pompei, Scenografo, illustratore e cartellonista 1903-1958; Le jeux sont faits, 99%: un secolo d’illustratori italiani 1840-1940; Renzo C. Ventura tra Secessione e Decò (Lorenzo Contratti 18861940); I Trent’anni della Pergola; Tattoo Comics; Le donne ridono; Fate soavemente scarmigliate: Antonio Maria Nardi illustratore; Duilio Cambelotti (1876-1960): la furia d’illustrare; Franco Summa e Francesca Ghermandi eventi cui si aggiungono i convegni come 142 Provincia di Ferrara Identificazione, catalogazione, salvaguardia, studio e divulgazione delle immagini riprodotte, l’approfondimento di sviluppi tecnici e creativi che, nel corso del tempo, hanno caratterizzato l’evoluzione dall’incisione al fumetto e il concorso per libri d’artista Libri mai visti, organizzato a Russi, nell’ ex chiesa in Albis (cfr. p. 168). lità; in futuro è previsto il suo inserimento sistematico all’interno del Polo d’arte moderna e contemporanea (cfr. pp. 138-139). Dalla mostra Together. Prove d’autore per la pace è scaturita, per donazione degli artisti, la piccola collezione d’opere d’arte concettuale presente nel museo: si tratta di una ventina di lavori di Eero Aarnio, David Chipperfield, Giancarlo de Carlo, Vittorio Gregotti, Hans Haaeke, Toyo Ito, Joseph Kosuth, Sol LeWitt, Ferrara Richard Meier, Mario Merz, Aiko Miyawaki, MUSARC MUSEO NAZIONALE Bob Noorda, Denis Oppenheim, Dominique DI ARCHITETTURA M S E Perrault, Richard Rogers, Martha Schwartz, titolarità: Comune di Ferrara Álvaro Siza, Ettore Sottsass e Oswald Mathias via XX Settembre 152 Ungers. 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/742332; fax 0532/744042 L’attività espositiva del museo si è [email protected] temente fondata su mostre dello sviluppo www.comune.fe.it/musarc/ dell’assetto urbano della città estense, sempre Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle in relazione a vari aspetti culturali interrelati, come Muoversi nella città; Lleida; Ferrara: 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì Riqualificazione urbana; Praga 1. Futuro e presente; Ferrara: Tracce di città futura; Arte e Inaugurato nel 1998, il MusArc ha sede nel- città: Il Polo d’arte moderna e contemporanea la casa dell’architetto Biagio Rossetti, da lui e Donne in bicicletta. stesso edificata nel 1490 declinando con armonia e originalità gli stilemi architettonici della cultura rinascimentale. Articolato su Ferrara due piani, l’edificio presenta le caratteristi- CASA DELL’ARIOSTO S E titolarità: Comune di Ferrara che ottimali per una sede espositiva di picco- via Ariosto 67 le dimensioni; l’attività del museo è coordi- tel. 0532/21028 nata da Nico Ventura, coadiuvato da Riccar- [email protected] 44100 Ferrara (FE) do Furini. Unico museo specializzato in architettura, a livello nazionale, ha sinora svolto un’attività Aperta da martedì a sabato dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00; domenica dalle 9.00 di mostre e convegni su temi riguardanti la alle 13.00. Chiusa il lunedì progettazione urbana, l’architettura, l’arte contemporanea e il design, con l’obiettivo di tendere alla valorizzazione della continuità L’edificio rinascimentale, costruito alla fine esistente, tra tradizione e avanguardie, tra la del XV secolo, è stato l’abitazione del poeta cultura visiva del passato e quella dell’attua- Ludovico Ariosto dal 1526 sino alla fine del- 143 Provincia di Ferrara la vita. La casa-museo articolata su due piani, ospita spesso, nel salone d’onore, mostre d’arte contemporanea con un suggestivo contrasto tra contenitore architettonico d’epoca antica e arte attuale, così peculiare e frequentemente attuato in Emilia-Romagna; in questa sede si ricordano le ultime esposizioni Confini mobili di Edda Bonini e Antropodigitale di Massimo Festi. Ferrara PORTA DEGLI ANGELI S E titolarità: Comune di Ferrara Rampari di Belfiore 1 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/209988 Assessorato Cultura tel. 0532/418300 [email protected] www.comune.fe.it Aperto solo in occasione di mostre temporanee, da martedì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì La Porta degli Angeli è situata nella cinta muraria della città e, dal 2001, è diventata una nuova sede espositiva per l’arte contemporanea dell’attualità rivolta alla promozione della progettualità artistica giovanile nazionale e internazionale, in particolare a quella espressa dal linguaggio fotografico. La struttura, interpretata come spazio aperto e flessibile alle esigenze interdisciplinari dell’arte contemporanea, è stata voluta dall’Amministrazione comunale e dalla Regione EmiliaRomagna che ha sostenuto il progetto pluriennale Viavai. Pontespositivo, curato da Angelo Andreotti e presentato all’interno delle manifestazioni proposte dal coordinamento GA/ER. Viavai è un disegno espositi- vo che ha previsto, dal suo esordio, l’alternarsi di artisti che hanno eseguito i loro lavori in stretta relazione con l’architettura dell’edificio, site specific: nell’ambito dell’evento ciclico hanno esposto Lucia Anselmi, Roberta Cavallari, Matteo Sacchi, Alessandra Vecchietti, Alessandro Quaranta, Silvia Stuki, Lucia Bruni, Vittorio Colamussi, Lilli Doriguzzi, Cristina Mirandola, Stefano Catozzi, Stefano Balestra, Michele Rio e Marco Zagaria. La sede espositiva collabora costantemente con il MusArc (cfr. p. 142) per la realizzazione di manifestazioni che leghino le arti visive con l’architettura; oltre a organizzare mostre e attività formative insieme con le Gallerie Civiche d’Arte Contemporanea (cfr. pp. 137-139). Ferrara CASA GIORGIO CINI S E titolarità: Diocesi di Ferrara via Boccanale Santo Stefano 24 44100 Ferrara (FE) tel. 0532/204700; fax 0532/200839 casa [email protected] Aperta dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Chiusa il lunedì Casa Giorgio Cini ha sede in un accorpamento d’edifici d’origini medievali, riattati ad unica abitazione intorno alla metà del XV secolo. Di proprietà della Mensa Vescovile della città, passò nel 1481 a Severo Severi, segretario ducale, e poi a Tommaso Cammelli nel 1505; poi si sono susseguiti diversi altri passaggi di proprietà dell’edificio sino all’acquisto da parte della famiglia Cini nel 1822. Un secolo dopo, nel 1941, il conte Vittorio Cini provvedeva al suo totale restauro che ri- 144 Provincia di Ferrara portava in luce il rinascimentale soffitto decorato a grottesche. Donata alla Compagnia dei Padri Gesuiti con la finalità di accogliere a Ferrara gli studenti, Casa Cini è intitolata alla memoria del figlio Giorgio, tragicamente e prematuramente scomparso nel 1948; è passata alla Diocesi di Ferrara nel 1984 ed è diretta da Don Franco Patrono, la cui sensibilità culturale ha fatto sì che Casa Cini diventasse un centro attivo anche nella promozione d’arte contemporanea e nella sua diffusione tramite esposizioni, conferenze e con un’attività indirizzata primariamente al rapporto tra arte e sacralità religiosa, ma non solo. Le mostre sono tenute in due spazi diversi: le Salette del Chiostro e l’Aula Magna, quest’ultima riservata a rassegne di grafica e fotografia. Dalla metà degli anni Ottanta si sono tenute numerose mostre a carattere monografico-tematico, orientate alle finalità spirituali del centro: si ricordano le esposizioni di Ilario Fioravanti, Adriano Pompa, Maurizio Di Puolo, Ervin Hatibi, Paola Bonora, Agostino Rocco, Frederich Cantor, Giovanni Cappello, Daniele Montis, Niko, Salvatore Sebaste, Piero Sacchetto, Hanne Elf, Cristiana Isoleri, Alberto Givanni, Antonietta Sabatini, Maurizio Bonora, Alberto Gambale, Silvio Natali, Sergio Zanni, Fabio Tosi, Paolo Gubinelli, Massimo Cova, Pirro Cuniberti, Paolo Pallara, Roberto Farina, Giorgia Pezzoli Gonzales, Otello Mamprin e Rosario Calì, Gianni Cestari, Nimo Nemo, Roberto Sanesi, Adriano Avanzolini, Alessandro Savelli, Giuseppe Barone, Venanzio Agostino Reali, Marco Tessaro, Daniele Campiglio, Marc Chagall, Pierantonio Verga, Ulderico Fabbri, Giovanni Poggeschi, Pompilio Mandelli, Giovanni Nicolli, Marco Caselli e Giuseppe Bertolino. Ferrara SALONE DEL RESTAURO S F titolarità: Acropoli srl tel. 051/6646832 Quartiere Fieristico di Ferrara via della Fiera 11 44100 Ferrara (FE) [email protected] www.salonedelrestauro.com www.ibc.regione.emilia-romagna.it Il Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali è un appuntamento annuale dedicato ad operatori del settore conservativo e ad esperti dei beni culturali che annovera, oltre alla fiera degli espositori, mostre, convegni ed incontri tecnici tematici, anche riferiti all’arte contemporanea. Nato nel 1991 come “Arte Progetto Restauro”, sin dalla prima edizione allora biennale, il Salone ha visto coinvolto l’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) nell’organizzazione di eventi e iniziative culturali, nonché la sua presenza costante con uno stand ricco di pubblicazioni relative alle ricerche e alle azioni poste in essere dall’Istituto, dal 1975 a oggi, con il coordinamento degli interventi scientifici del Salone riferiti al tema della prevenzione e della conservazione sul territorio, in relazione a musei, fondazioni, architetture e arte esposta all’aperto; e con una particolare attenzione agli aspetti legislativi che regolano i beni culturali. Nel corso degli anni, l’Istituto ha lavorato sui temi dell’arte contemporanea nell’orizzonte delle peculiarità che contraddistinguono le sue attività: organo tecnico scientifico culturale dell’ente amministrativo regionale, esso elabora interventi intesi alla tutela, conservazione, valorizzazione e promozione dei beni 145 Provincia di Ferrara culturali dell’Emilia-Romagna, sulla base di ricerche indirizzate alla conoscenza della cultura e della sua più ampia fruizione, in collaborazione con enti amministrativi e istituti. Sin dall’inizio degli anni Novanta, l’IBC ha effettuato studi, pubblicazioni, mostre e catalogazioni sull’arte del Novecento e, in particolare, nell’ambito del Salone del Restauro ha realizzato i convegni e gli atti La conservazione e il restauro oggi: Conservare l’arte contemporanea; I territori della scultura contemporanea: Arte all’aperto in Emilia Romagna, cui è stata affiancata l’omonima mostra, e La città e l’arte contemporanea: quale ruolo per lo spazio pubblico?; nonché la ricerca e l’esposizione Archivi dell’arte e la pubblicazione del volume di Heinz Althöfer, Il restauro delle opere d’arte contemporanee; inoltre ha patrocinato il concorso Luce alla luce. L’attenzione specifica alle varie realtà artistiche diffuse, ha portato l’IBC a proporre originali e utili questioni relative alla conservazione e a indicare soluzioni innovative, attraverso dibattiti e interventi tecnici sperimentali, come il convegno nazionale sulla Scultura all’aperto di Riccione (cfr. pp. 189-190) e il restauro delle opere presenti nel giardino di sculture del Museo Alternativo Remo Brindisi (cfr. pp. 146-147), nonché nei Giardini Pubblici di Reggio Emilia. Ferrara UNITÀ OPERATIVA GIOVANI O I GIOVANI ARTISTI FERRARESI titolarità: Comune di Ferrara via De’ Romei 3 tel. 0532/418306; fax 0532/418308 [email protected] www.comune.fe.it 44100 Ferrara (FE) Aperto in orari d’ufficio A L’ufficio Giovani Artisti del Comune di Ferrara è nato con il fine di sostenere le espressioni artistiche giovanili locali, in qualsiasi forma esse si manifestino; l’ufficio fa parte del Coordinamento Provinciale Giovani Artisti Ferraresi, un organismo che favorisce iniziative specifiche per la documentazione, l’informazione, l’orientamento, la formazione e la promozione dei linguaggi artistici di giovani d’età compresa tra i 18 e i 35 anni, anche attraverso l’Archivio dei Giovani Artisti gestito dall’Unità Operativa Giovani. Tale archivio svolge un ruolo d’informazione sulle discipline artistiche contemporanee, quali letteratura, musica, arti visuali, cinema, teatro, danza, design, moda e fumetto, creando una rete funzionale alla conoscenza dello sviluppo dell’arte giovanile sul territorio, mentre genera, tra gli iscritti, occasioni e opportunità formative o concorsuali, come la partecipazione alla Biennale Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Membro del coordinamento GA/ER, l’Unità ha svolto attività espositiva insieme con la Porta degli Angeli (cfr. p. 143) e ha ideato la rivista cartacea e telematica “Viaggio Distruzione”, palestra di confronto per illustratori, fumettisti, scrittori e graffitisti. Gambulaga di Portomaggiore DELIZIA ESTENSE DEL VERGINESE S E titolarità: Provincia di Ferrara Servizi Culturali tel. 0532/326258; fax 0532/320462 44010 Gambulaga di Portomaggiore (FE) [email protected] www.comune.portomaggiore.fe.it Aperta venerdì e sabato dalle 14.00 alle 18.00; la domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00 146 Provincia di Ferrara Nato come casale di campagna, la Delizia veniva trasformata in piccolo maniero dal duca Alfonso I d’Este, che lo destinava poi a delizia estiva architettonicamente progettata, sembra, da Gerolamo da Carpi, la cui impronta stilistica si può riconoscere nelle quattro torrette scenografiche che sormontano la copertura. Riattata nel XVIII secolo dagli allora proprietari Bargellesi, la Delizia veniva circondata da abitazioni rurali nel corso dell’Ottocento; donata dall’avvocato Fontana all’Amministrazione provinciale di Ferrara negli anni Settanta, l’edificio è stato tutto restaurato nel 1993 e affidato in comodato gratuito al Comune di Portomaggiore e all’Università degli Studi di Ferrara. Destinato a sede espositiva, al suo interno sono state organizzate diverse mostre d’arte contemporanea che sfruttano il suggestivo contrasto tra architettura antica e arti visuali dell’attualità: si ricordano le personali di Michele Rio, Silvia Donini, Maurizio Bonora, Adriano Vanzi, Andreoli, Leonardo Canella, Nadia Fanzaga, Michele Cavalcoli e Alberto Gambale, nonché le esposizioni a coppia di Davide Antolini e Gianfranco Goberti, Angelo Barone e Vittorio D’Augusta; tra le collettive N(e)obody: Il corpo multimediale e Iside svelata: La realtà ambigua della fotografia. Lido di Spina MUSEO ALTERNATIVO REMO BRINDISI M A P A titolarità: Comune di Comacchio Villa Brindisi via Niccolò Pisano 45 44024 Lido di Spina di Comacchio (FE) tel. 0533/318748-318704; fax 0533/310304 [email protected] www.comune.comacchio.fe.it Aperto ogni mercoledì, su prenotazione telefonica Riaperta nel 2004, la casa-museo di Remo Brindisi (1918-1996) diventava Museo Alternativo per l’Integrazione delle Arti per volontà dell’artista nel 1973, all’interno della sua abitazione in precisi spazi deputati. L’edificio, realizzato agli inizi degli anni Settanta su progetto di Nanda Vigo, s’articola in parti distinte, la casa, l’atelier e il museo, che trovano il punto d’intersezione nel cilindro centrale percorso da una scala elicoidale che congiunge i vari piani e le numerose sale espositive; tale progetto museale, nato con il volere dell’artista di dare visibilità compiuta alle relazioni interdisciplinari che legano architettura, pittura, scultura, grafica e design del Novecento, è stato perseguito dall’autore sino al 1996, l’anno della sua scomparsa e donazione del suo patrimonio immobile e artistico all’Amministrazione comunale di Comacchio. Dopo un lungo restauro, la casa-museo Remo Brindisi è stata parzialmente riaperta alla fruizione pubblica: oltre a includere un cospicuo numero di opere dell’artista, il cui lavoro puntava alla sintesi di temi metropolitani, storico-civili e di conflittualità sociale realizzati con un originale tratto stilistico tipicamente espressionistico, venato d’ascendenze post cubiste e trascritto con drammatico lirismo, il museo vanta una collezione assai vasta di opere di altri artisti nazionali e internazionali, una notevole fototeca, l’archivio dell’artista e la sua biblioteca; nonché un giardino dove sono collocate numerose sculture all’aperto. La collezione comprende più di 1.000 lavori che rispecchiano le molteplici correnti poetiche del Novecento, con esemplari di Enrico Prampolini, Gianni Dova, Pablo Picasso, Carlo Carrà, Aldo Bergolli, Achille Perilli, Massimo Campigli, Concetto Pozza- 147 Provincia di Ferrara ti, Giò Pomodoro, Felice Casorati, Max Ernst, Filippo de Pisis, Mario Sironi, Pio Semenghini, Piero Dorazio, Lucio Fontana, Enrico Baj, Franco Angeli, Philippe Artias, Mario Schifano, Franx Kline, Manlio Carli, Bruno Cassinari, Getulio Aviani, Francis Bacon, Fausto Pirandello, Pablo Picasso, Salvatore D’Addario, Umberto Lilloni, Giacomo Balla, Luigi Bartolini, Primo Bonelli, Giuliana De Angeli, Giorgio Celiberti, Luca Crippa, Agenore Fabbri, Gastone Biggi, Arman, Valerio Adami, Mario Ceroli, Alberto Savinio, Gerardo Dottori, Riccardo Licata, Giannetto Fieschi, Alberto Burri, Tano Festa, Roberto Crippa, Osvaldo Licini, Renato Birolli, Fortunato Depero, Aldo Borgonzoni, Corrado Cagli, Giordano Pavan, Gianfranco Ferroni, Cesare Peverelli, Yves Klein, Gastone Breddo, Giovanni Korompay, Mauro Reggiani, Agostino Bonalumi, Jackson Pollock, Pietro Consagra, Alexander Calder, Giorgio de Chirico, Fabrizio Plessi, Roberto Crippa, Giuseppe Capogrossi, Floriano Bodini, Loris Ferrari, Jim Dine, Fernando De Filippi, Primo Conti, Jean Arp, Antonio Corpora, Raphael Perez, Lucio Del Pezzo, Claudio Papola, Christo, Marc Chagall, Tancredi Parmeggiani, Giuseppe Ajmone, César, Alik Cavaliere, Gianni Colombo, Ibrahim Kodra, Salvator Dalì, Salvatore Fiume, Nivio Covelli, Bruno Dossi, Arnaldo Pomodoro, Max Ernst, Bee, Andrea Cascella, Miguel Berrocal, Oskar Kokoschka, Bruno Contenotte, Giordano Pavan, Novello Finotti, Pericle Fazzini, Gianni Colombo, Marcel Duchamp, Sergio Pacini, Alexander Archipenko, Giovanni Campus, Nado Canuti, Agenore Fabbri, Bruno Contenotte, Nino Cassani, Antonio Paradiso, Camillo De Carolis e Miguel Berrocal. Migliarino L’UOMO E IL FIUME S U titolarità: Comune di Migliarino Darsena fluviale piazza Pertini 44027 Migliarino (FE) tel. 0533/649611 [email protected] Al fine di riqualificare artisticamente il tessuto urbano attiguo alla Darsena di Migliarino, nel 2001, è stato attuato un progetto d’arte pubblica, curato da Alfonso Panzetta e coordinato da Mauro Mazzali e Nicola Zamboni, rispettivamente direttori dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) e dell’Accademia di Brera di Milano. Si tratta di un intervento permanente, site specific, di 15 giovani artisti studenti delle due istituzioni che, su committenza dell’Amministrazione comunale, hanno realizzato 15 elementi scultorei ispirati al rapporto tra L’uomo e il fiume. La valorizzazione artistica di quest’area del territorio è stata affidata a Vincenzo Astuto, Enzo Baion, Sara Bolzani, Red Cappelletti, Fausta Cerizza, Federico Civolani, Rino Garzarelli, Irene Grillone, Max Loner, Sara Maccarinelli, Gabriel Manzo, Antonello Paladino, Marco Scifo, e Elvira Tevini. Portomaggiore RIDOTTO DEL TEATRO SOCIALE DELLA CONCORDIA S E titolarità: Comune di Portomaggiore corso Vittorio Emanuele II 44015 Portomaggiore (FE) tel. 0532/326258 [email protected] Aperto su prenotazione o in occasione di mostre temporanee che vi si svolgono in primavera e in autunno 148 Provincia di Ferrara Il Teatro Sociale della Concordia, inaugurato nell’autunno 1844, sorse per volontà di una società di facoltosi cittadini portuensi all’uopo costituitasi. La struttura, semplice ma armoniosa, ideata dall’architetto ferrarese Giovanni Tosi, è formata da una facciata timpanata e da una sala teatrale di forma ellittica con palchetti disposti su tre ordini, atrio e ridotto. Chiuso dal 1955 sino alla fine degli anni Novanta, il teatro è stato acquisito completamente dal Comune, che ha proceduto a una serie di interventi urgenti per scongiurare la rovina definitiva del pregevole contenitore. Il restauro della facciata e il recupero del ridotto hanno reso disponibili alcuni ambienti in cui è stata allestita una piccola pinacoteca, in particolare in una sala utilizzata anche per altri eventi culturali come conferenze, concerti e presentazioni, hanno trovato sede espositiva “dieci ritratti di Ferraresi illustri” di Remo Brindisi (acquistati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e ceduti in comodato al Comune) che creano una significativa galleria; e altre opere pittoriche contemporanee di vari autori, tra cui Francesco Musante, Nani Tedeschi, Lucio Del Pezzo, sono collocate in una saletta adiacente. Negli spazi dell’atrio, a piano terra, trovano sede le mostre temporanee, soprattutto pittura e fotografia, organizzate dai Servizi Culturali del Comune di Portomaggiore in primavera e in autunno. Vallette di Ostellato CIEL’OSTELLATO PARCO COMUNALE DI SCULTURA CONTEMPORANEA OSTELLATO P A titolarità: Comune di Ostellato Anse Vallive - Coop. Sorgeva via Argine Mezzano, 1 44020 Ostellato (FE) tel. 0533/680376-680376 www.comune.ostellato.fe.it/turismo/cielo.htm Visitabile tutto l’anno, dall’alba al tramonto Il Parco Comunale di Scultura contemporanea nasce alle Vallette di Ostellato nel 1998, attraverso diversi simposi di scultura che animano l’ambiente lagunare del Delta del Po anche grazie all’interazione con l’arte plastica che cresce, di anno in anno. Organizzato artisticamente da un unico curatore, Alfonso Panzetta, il parco di sculture si può definire tematico in relazione ai soggetti commissionati dall’Amministrazione, che ha voluto sottolineare il legame con il vicino osservatorio richiedendo agli artisti l’espressione visiva di soggetti offerti dal cielo, in particolare le costellazioni e i fenomeni cosmici. Il più delle opere, tra i sentieri del parco e quello del fiume, è realizzato attraverso le possibilità narrative del lessico figurativo, tra volumi plastici e descrittività analitica. Gli artisti italiani coinvolti sinora nel progetto sono stati Gianni Busso, Antonio Caselli, Elisa Corsini, Gabriele Garbolino, Valentino Morabei Gabbrielli, Enzo Sciavolino, Vannetta Cavallotti, Sergio Cervietti, Mario Gallina, Mauro Mazzali, Sara Bolzani, Vito Quagliotti e Andrea Nicita. Un’attenzione particolare è riservata alla presenza di scultori nati in Emilia-Romagna: vi sono opere di Antonio Caselli, Ilario Fioravanti, Raffaele Mondami, Maurizio Bonora, Nicola Zamboni e Serglio Zanni. 149 Provincia di Ravenna Alfonsine RACCOLTA COMUNALE R A titolarità: Comune di Alfonsine Palazzo del Comune piazza Antonio Gramsci 1 tel. 0544/866611; fax 0544/80440 [email protected] www.comune.alfonsine.ra.it 48011 Alfonsine (RA) Assai esigua nel numero di opere d’arte del Novecento e dell’attualità, la Raccolta d’arte del Comune di Alfonsine è composta da un dipinto figurativo a soggetto sociale di Giorgio Ruffini e da alcune testimonianze acquisite dall’espletamento, negli anni Sessanta, del Premio di pittura d’Alfonsine e da alcune mostre temporanee tenutesi, sporadicamente, al Museo del Senio. Bagnacavallo CENTRO CULTURALE “LE CAPPUCCINE” M S E A titolarità: Comune di Bagnacavallo via Vittorio Veneto 1/a tel. 0545/280913-280911; fax 0545/63881 [email protected] www.centrolecappucine.it 48012 Bagnacavallo (RA) Aperto da ottobre a marzo, tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Da aprile a settembre, aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì, Natale, Capodanno e Ferragosto Inaugurato nel 1976 il Centro Culturale e Museo Le Cappuccine, diretto da Giuseppe Masetti, ha sede nell’ex convento d’origine cinquecentesca, riattato nel XVIII secolo, delle RR.MM. Capuccine di San Girolamo; agli inizi degli anni Settanta è passato al- l’Amministrazione comunale che vi ha destinato la Pinacoteca Storica, la Sezione di Arte Moderna, il Gabinetto delle Stampe, la Biblioteca comunale, l’Archivio Storico Comunale e la Sezione Naturalistica. La Sezione d’Arte Moderna e Contemporanea è costituita da circa 50 opere entrate a far parte delle collezioni del Museo per donazione, esse sono dislocate lungo l’ala est dell’edificio e allestite per nuclei o con criteri cronologici e affinità stilistiche. Un importante corpus di dipinti di Enzo Morelli (1896-1976) è entrato nel museo grazie alla donazione della vedova dell’artista, unitamente al suo archivio, al suo epistolario e alla sua collezione d’arte formata da opere chiariste di Pio Semenghini e Giuseppe Novello e da un paesaggio di Achille Funi. Nativo di Bagnacavallo, Morelli aveva iniziato la carriera come pubblicitario, dedicandosi poi interamente alla pittura che interpretò nel segno poetico di Novecento, non trascurando ispirazioni postimpressioniste di matrice francese. Un’altra interessante collezione del museo è quella donata dall’ingegnere e medico faentino Vittorio Del Borgo: si tratta di sculture di Medardo Rosso, Giacomo Manzù, Tullio Figini, Giovanni Prini, Lello Scorzelli, Mario Rudelli, Enrico Manfrini, Ambrogio Grassi, Augusto e Mauro Bartolotti, Pietro Melandri e Angelo Biancini. Inoltre il museo conserva opere di Giulio Avveduti, Luigi Arzuffi, Remo Brindisi, Fausto Cheng, Silvio Consadori, Venanzio Crocetti, Alfredo D’Angelo, Umberto Folli, Giulio Galassi, Walter Gasperoni, Virgilio Guidi, Pietro Lenzini, Anacleto Margotti, Claudio Neri, Giovanni Omiccioli, Nemesio Orsatti, Fortuné Pirazzini, Giuseppe Rambelli, Mario Scorzelli, Giulio Ruffini, Elmo Sandri, Ernesto Treccani, Francesco Ver- 150 Provincia di Ravenna licchi, Enrico Manera, Werter Morigi, Giovanni Minguzzi, Ugo Gieri, Osvaldo Piraccini, Giuseppe Bartoli, Mario Bocchini, Nevio Bedeschi, Primo Costa, Velda Ponti, Anna Boschi e Pietro Lenzini. Altamente specializzato nel settore della grafica contemporanea, il Centro Culturale ha un attrezzato Gabinetto delle Stampe, il cui repertorio a stampa degli incisori italiani è giunto alla IV edizione; vi sono esemplari grafici prevalentemente d’arte regionale e nazionale, di autori che hanno anche scelto d’esprimersi artisticamente solo attraverso questa tecnica: tra i numerosi lavori si ricordano quelli di Enrico Baj, Maria Baldan, Nevio Bedeschi, Ilario Bellinazzi, Davide Benati, Luciano Bertacchini, Maurizio Bonora, Dino Boschi, Arturo Caramassi, Jacopo Giugni Dalmastri, Roberto Ciaccia, Robert Carroll, Luca Foppiano, Emilio Greco, Luciano Minguzzi, Walter Piacesi, Armando Pizzinato, Concetto Pozzati, Walter Sarfatti, Mario Scarpati, Riccardo Tommasi Ferroni, Virgilio Tramontin, Giuliano Vangi, Emilio Vedova, Renzo Vespignani, Tullio Vietri, Paolo Zauli, Roberto Barni, Giuseppe Bartolini, Paola Collina, Giannetto Fieschi, Gino Gandini, Stefano Lopresti Luigi Mainolfi, Carol Rama, Aligi Sassu, Renzo Sommaruga, Annamaria Stanghellini, Armando Tantillo, Sergio Agosti, Massimo Arduini, Enzo Bellini, Giampaolo Berto, Bruno Caruso, Andrea Corsini, Luciano Cottini, David Dalla Venezia, Vito Galfano, Ernesto Treccani, Nani Tedeschi, Remo Wolf, Giuseppe Zigaina, Matteo Accarino, Giuseppe Ajmone, Ugo Attardi, Ermes Bajoni, Floriano Bodini, Andrea Chiesi, Piero Guccione, Bruno Missieri, Manuel Ortega, Roberto Rampinelli, Giulio Ruffini, Nicola Samorì, Guido Straz- za, Livio Stroppiana, Luigi Timoncini, Luciano De Vita e Walter Valentini. L’attività espositiva del Centro culturale è assai intensa e può contare su spazi ampi, articolati e suggestivi. Si ricordano le mostre che hanno indagato i materiali della Donazione Enzo Morelli, Enzo Morelli (1896-1976): Una collezione e un archivio d’arte; Enzo Morelli: Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente; Morelli; le collettive Segni nella Romagna degli anni ’80; Archivi dell’arte: Il contemporaneo in Romagna; Pulsioni alla luce della luna; Angeli; Manerafter 30; Bagnacavallo bella dentro; Nel tempo dell’adesso: Walter Benjamin tra storia, natura e artificio ed Esserci: La volontà di crearsi non la necessità di essere creati. Anche l’organizzazione di eventi legati alla grafica ha visto impegnato il Centro Culturale in mostre e presentazioni: si ricordano le monografiche dedicate a Viviani; Dolores Sella; Ennio Calabria; Giulio Ruffini; Nani Tedeschi; Benvenuto Disertori; Leonardo Castellani; Elisa Mestroni e Luigi Bartolini; le collettive Acqua fortis: Acquaforte contemporanea in Italia e La scuola urbinate dell’incisione; nonché il convegno Novità presunte e novità reali dell’incisione italiana contemporanea. Dal 2004, il Centro Culturale Le Capuccine si avvale di una nuova sede espositiva: la centrale chiesa del Suffragio, luogo di culto d’architettura e decorazioni barocche, costruito nel XVII secolo dai Gesuiti e dedicato a Sant’Ignazio di Loyola, poi passato alla Confraternita del Suffragio e ora gestito dal museo, per mostre e altri eventi. I nuovi spazi sono stati inaugurati con la presentazione del IV volume del Repertorio degli incisori italiani italiani nel Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del Comune di Bagnacavallo. 151 Provincia di Ravenna Brisighella MUSEO CIVICO “GIUSEPPE UGONIA” M titolarità: Comune di Brisighella piazzetta Porta Gabalo 48013 Brisighella (RA) tel. 0546/85777-994419; fax 0546/80295 [email protected] www.racine.ra.it/provincia/guidamusei/provincia sito/musei/ Aperto dal 16 ottobre al 14 aprile, sabato dalle 15.00 alle 18.30, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Dal 15 aprile al 15 ottobre, venerdì, sabato, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30 Chiuso il 1 gennaio e a Natale Il Museo Giuseppe Ugonia ha sede nell’ex Palazzo della Pretura, edificato nel XIX secolo e ristrutturato nel 1981 al fine di ospitare l’ingente donazione fatta all’Amministrazione comunale di Brisighella da Elena Ugonia Mignini, vedova dell’artista figurativo romagnolo Giuseppe Ugonia (1881-1944). Fine disegnatore, egli sperimentava con varie tecniche incisorie e litografiche una figurazione legata ai temi della quotidianità e del paesaggio, espressi dal movimento italiano del primo Novecento codificato con il termine di “strapaese”. Nel museo, che si articola su due piani ove sono esposti anche opere e oggetti artistici antichi, sono conservati circa 400 lavori di Ugonia, acquerelli e litografie dedicati al territorio di Brisighella; e lo studio dell’artista con il suoi strumenti come il torchio, le pietre litografiche e alcuni colori. Il patrimonio del museo s’è arricchito ulteriormente grazie alla donazione di Silvio Morselli, il cui nucleo di stampe d’autori contemporanei è di circa 1.000 esemplari, consentendo anche la creazione di un piccolo Gabinetto delle Stampe fruibile su richiesta. Brisighella RACCOLTA COMUNALE R A titolarità: Comune di Brisighella Palazzo Maghinardo Municipio di Brisighella via Naldi 2 48013 Brisighella (RA) tel. 0546/994423-994409 [email protected] Ubicata nell’ottocentesco Palazzo Maghinardo, la Raccolta d’arte del Comune di Brisighella si è formata soprattutto in virtù delle mostre estemporanee provinciali del Trebbo di pittura, giunto nel 2004 alla sua quarantacinquesima edizione, ma anche con altre acquisizioni che hanno complessivamente incrementato il patrimonio artistico dell’Amministrazione municipale con opere di artisti prevalentemente di ambito romagnolo di cui si ricordano i lavori di Virgilio Guidi, Maceo Casadei, Nevio Bedeschi, Guido Onofri e Pier Claudio Pantieri. Casola Valsenio RACCOLTA COMUNALE R A titolarità: Comune di Casola Valsenio Sede del Municipio via Roma 50 48010 Comune di Casola Valsenio (Ra) tel. 0546/73609; fax 0546/73909 [email protected] www.comune.casolavalsenio.ra.it Ubicata in un edificio della seconda metà del XX secolo, la raccolta d’arte è distribuita come arredo in vari uffici. Entrate nel patrimonio dell’Amministrazione locale attraverso mostre estemporanee, le opere testimoniano la cultura figurativa romagnola con i lavori di Vito Montanari, Maceo Casadei e Guido Onofri. 152 Provincia di Ravenna Castel Bolognese MUSEO CIVICO M titolare: Comune di Castel Bolognese viale Umberto I 50 48014 Castel Bolognese (RA) tel. 0546/50909; fax 0546/50322 [email protected] www.comune.castelbolognese.ra.it/servizi/ Aperto tutto l’anno, prima e terza domenica di ogni mese dalle 10.00 alle 12.00 Inaugurato nel 1999, il Museo Civico di Castel Bolognese è diviso in tre sezioni: la sezione artistica, l’archeologica e la storica. Nella parte dedicata all’arte, con testimonianze che vanno dal XIV al XX secolo, vi sono opere di artisti locali come Giovanni Piancastelli, cui si deve il nucleo originario del museo, Giuseppe Guidi, Giovanni Antonio Antolini, Cassiano Balducci, Mario Morelli, Fausto Ferlini e Angelo Biancini, scultore e fine ceramista, cui la città dedica mostre retrospettive anche negli spazi urbani. Castel Bolognese C.ETRA. IL PARCO DELLA SCULTURA S E P A titolarità: Associazione C.etra via Sigla 328 48014 Castel Bolognese (RA) tel. 338/8780760 [email protected] Aperto su prenotazione durante il periodo estivo Inaugurata nel 2002, l’Associazione culturale C.etra, diretta dallo scultore Sergio Monari, è nata con l’intento di promuovere attività culturali e artistiche legate alla contemporaneità negli spazi contigui della galleria e del parco artistico. Situata all’interno di una casa rurale restaurata sulle colline romagnole di Castel Bolognese, limitrofa al bosco della Serra, C.etra ha sinora realizzato mostre e incontri che facessero dialogare arti visive e letterarie come le collettive Lo sguardo dell’albatros e Ars captiva; e le monografiche dedicate a Pier Paolo Calzolari, Silvano Venturi, Vittorio Mascalchi e Sergio Monari. Nel terreno circostante è stato dato inizio al costituendo parco artistico di scultura all’aperto con lavori di artisti contemporanei attivi nel territorio regionale come Gianni Guidi, Sergio Monari, Graziano Spinosi, Graziano Pompili, Sergio Zanni, Alessandra Bonoli, Giovanni Scardovi, Paola Babini, Mirella Salluzzo, Bruno Raspanti, Pino Mascia e Maurizio Bonora. Cervia RACCOLTA COMUNALE. MOSTRA PERMANENTE DI “M. CASADEI” R A Palazzo Comunale piazza Garibaldi 1 48015 Cervia (RA) tel. 0544/979330-979234-971013 [email protected] www.comunecervia.it Aperto dalle 7.30 alle 19.00; chiuso la domenica Nel settecentesco e tardo barocco Palazzo Comunale è ospitata la raccolta di opere di Maceo Casadei (1889-1992), donazione dell’artista forlivese all’Amministrazione locale. Si tratta di un corpus, di 24 dipinti e otto acquerelli, esposto permanentemente lungo le pareti che portano alla Sala del Consiglio. Epigono della tradizione figurativa ottocentesca di matrice tardo impressionista, Casa- 153 Provincia di Ravenna dei ha realizzato paesaggi e vedute dedicati Berlino e Barcellona; Mark Kostabi & Luca alla Romagna e alla sua costa marina, con Matti e le monografiche dedicate a Antonio particolari richiami alla località balneare di Marchetti ed Enrico Benedetti. Cervia. Cervia MAGAZZINI DEL SALE S E titolarità: Comune di Cervia via Nazario Sauro 48015 Cervia (RA) Ufficio Cultura tel. 0544/979239; fax. 0544/71498 [email protected] www.comunecervia.it Cervia ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I titolarità: Comune di Cervia Centro Informagiovani Cervia corso Mazzini 40 48015 Cervia (RA) tel. 0544/979355; fax 0544/913301 [email protected] www.racine.ra.it/impronta A Aperto in orari d’ufficio Aperta in occasione di mostre dal martedì al venerdì dalle 16.00 alle 18.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; in altri orari su prenotazione Nell’area del porto canale di Cervia sono ubicati i Magazzini del Sale, struttura adibita all’attività delle antiche saline e composta da due edifici d’età moderna: la Torre realizzata nel 1691 e la Darsena costruita nel 1712. Attualmente restaurato, il complesso è stato destinato a centro culturale, sede espositiva e spazio per convegnistica, arricchito nel giardino antistante dalla fontana Il tappeto sospeso ideata da Tonino Guerra e realizzata a mosaico da Marco Bravura nel 1997, in occasione del trecentesimo anniversario della fondazione di Cervia. Le mostre d’arte contemporanea allestite in questi spazi, alternate nel corso del tempo ad altri eventi, sono state Suggerimenti: 22 artisti per l’abbellimento dei luoghi di accoglienza turistica dell’Adriatico romagnolo; Attention, Art! Ipotesi a confronto 1992: dipinti, sculture e installazioni di giovani autori, opere di allievi delle Accademie di Belle Arti di Urbino, Ravenna, Rivolto a tutti i giovani, d’età compresa tra i 14 e i 35 anni che si esprimono artisticamente nel Comune di Cervia, l’Archivio Giovani Artisti si propone di essere primariamente un servizio che favorisce reti di giovani, informazioni su opportunità lavorative ed occasioni espositive. L’Archivio è costituito da una banca dati cartacea e informatizzata, consultabile dal pubblico e dagli operatori del settore artistico; il censimento della realtà artistica giovanile cervese avviene per mezzo di un pubblico invito alla compilazione di una scheda on line e il relativo invio di materiale fotografico agli operatori dell’Archivio che, dopo un’accurata selezione dei curricula effettuata da una commissione di esperti, inseriscono i dati e svolgono attività informativa su formazione e possibilità di promozione espositiva. I settori disciplinari cui l’Archivio si rivolge sono architettura, cinema, danza, design, fotografia, fumetto, grafica, illustrazione, poesia, moda, narrativa, scenografia, pittura, mosaico, scultura, video e teatro. 154 Provincia di Ravenna Cotignola CASA E MUSEO LUIGI VAROLI M S E titolarità: Comune di Cotignola Palazzo Sforza via Sforza 24 48010 Cotignola (RA) tel. 0545/908811-40111; fax 0545/41282 [email protected] www.racine.ra.it Aperto su prenotazione All’interno del tardo medievale Palazzo Sforza, costruito per volere di Giovanni Attendolo nel 1376 e ricostruito nel 1961 utilizzando elementi architettonici originali, hanno sede sia il Museo Archeologico, sia il Museo Varoli, dedicato all’artista romagnolo natio di Cotignola. Situata al primo piano, la collezione dedicata a Luigi Varoli (1889-1958) è composta da sculture lignee, in terracotta e in cartapesta, nonché da dipinti realizzati dal professore di disegno, fine ceramista, esponente della corrente figurativa postimpressionista e animatore dei cenacoli artistici romagnoli del primo dopoguerra, frequentati da artisti come Umberto Folli, Giulio Ruffini e Primo Costa. Il museo è articolato in tre spazi che si integrano vicendevolmente: Palazzo Sforza, Casa Varoli e la Scuola delle Arti e del Disegno, dove Varoli ha svolto a lungo la sua attività didattica. Le sale al piano terra di Palazzo Sforza sono sede espositiva di mostre temporanee, come Extemporanea, la rassegna di pittura estemporanea attiva da 14 anni, e il progetto Cantiere delle arti che, dal 1996, promuove l’arte contemporanea più d’avanguardia realizzando un’attività ad ampio raggio che coinvolge diversi artisti e curatori a seconda dei temi sviluppati. Si ricordano, nell’ambito della manifestazione, le mostre dedicate a Studio Othe; Fabrizio Varesco; Claudio Baldisserri; Gianluca Liverani per il percorso dell’immagine progettata, a Graziano Pompili per la materialità e a Francesco Bocchini, Andrea Gustavino, Francesco Izzo, Andrea Facco, Davide Fontanili, Andrae Galvani, Pietro Iori, Cristian Tomasi, quali nuove proposte di un fare arte attraverso lo sviluppo delle tecniche tradizionali e delle nuove tecnologie; nonché si ricorda la collettiva Saluti da Cotignola, dove 16 giovani artisti hanno collocato le loro opere in diversi luoghi della cittadina per la creazione di un percorso artistico interrelato tra pittura, arte fotografica, installazioni, musica, teatro e performance con protagonisti Lucia Baldini, Cesare Baracca, Paolo Buzzi, Daniele Casadio, Enzo Castagno, Massimiliano Fabbri, Sabrina Foschini, Francesco Izzo, Andrea Gustavino, Massimo Modula, Andrea Salvatori, Mauro Santini e Gloria Salvatori. Palazzo Sforza è stato anche sede espositiva decentrata della rassegna R.A.M. (cfr. p. 166), promossa dal Comune di Ravenna, all’interno del coordinamento regionale GA/ER. Faenza MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE (MIC) M S E titolarità: Fondazione MIC viale Baccarini 19 - via Campidori 2 48018 Faenza (RA) tel. 0546/697311; fax 0546/27141 [email protected] www.micfaenza.org Aperto dal 1 novembre al 31 marzo da martedì a venerdì, dalle 9.00 alle13.30; sabato, domenica e festivi dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Dal 1 aprile al 31 ottobre da martedì a sabato dalle 9.00 alle 19.00; domenica e festivi dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiuso il 1 gennaio, 1 maggio, 15 agosto e 25 dicembre 155 Provincia di Ravenna Il Museo Internazionale delle Ceramiche con la sua collezione specializzata di più di 30.000 esemplari di ceramica e porcellana, dalla preistoria all’attualità, si segnala a livello mondiale come il più esaustivo e ricco sull’argomento, essendo in grado di documentare l’evoluzione nel corso dei secoli dell’arte figulina di cinque continenti. Fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini in seguito a un’esposizione nelle sale dell’ex convento di San Maglorio, il museo assumeva la sua precisa fisionomia d’ente morale destinato alla conservazione, all’incremento e allo studio della produzione ceramica, nazionale e straniera, attraverso i punti delineati dallo statuto approvato per Regio Decreto nel 1912; e si sviluppava e ampliava significativamente con acquisti e donazioni, nonché avviava la rivista scientifica “Faenza” ed istituiva un premio internazionale annuale. Nel 1976, anni in cui la direzione era di Gian Carlo Bojani, il museo passava alla titolarità completa dell’Amministrazione comunale faentina per poi essere trasformato, nel 1995, in istituzione e, infine, dal 31 luglio 2001 in Fondazione partecipata e rappresentata dal Comune di Ravenna, Provincia di Ravenna, Camera di Commercio ravennate, Banca di Romagna, Banca di Credito Cooperativo Provincia di Ravenna, Cna, Confartigianato e Immagine Faentina. La Fondazione MIC è attualmente retta dal Presidente Dante Stefani, mentre il museo è diretto da Jadranka Bentini, con un Comitato Scientifico internazionale di storici dell’arte ed esperti del settore come Antonio Paolucci, Carmen Ravanelli Guidotti, Antoine d’Albis, Alessandro Bettagno, Chiara Guarneri, Marco Spallanzani, Andrea Emiliani, Anna Maria Iannucci e Marcella Vitali. L’arte del Novecento, locale, nazionale e internazionale, è proposta in due stanze del museo che testimoniano la formazione della sezione della “moderna ceramica italiana d’arte”, iniziata dal 1926 e incrementata dal 1938, attraverso il concorso annuale, e poi biennale e internazionale, Premio Faenza, manufatti artistici nuovamente allestiti nel 1997 in nuova sezione contemporanea. Nato nel momento di piena espressione della corrente modernista fin de siècle, che in Italia e in particolare nella nostra regione si mostrava assai ricettiva nei confronti dei lavori d’arte applicata e decorativa, sulla scorta del movimento inglese Arts and Crafts promosso da William Morris a metà del XIX secolo, il museo iniziava la sua raccolta d’arte contemporanea con esemplari prodotti dalle ceramiche faentine attive all’inizio del XX secolo e proseguendo con opere degli artisti che, attraverso l’uso del materiale ceramico, hanno interpretato le correnti poetiche in continua trasformazione sino ad arrivare agli esiti internazionali del presente, accogliendo ed esponendo, solo per citarne alcuni, i lavori dei Fratelli Minardi, di Achille Calzi, Domenico Baccarini, Pietro Melandri, Francesco Nonni, Riccardo Gatti, Anselmo Bucci, Angelo Biancini, Carlo Zauli, Ivo Sassi, Aldo Rontini, Gian Battista Valentini, Alberto Mingotti, Guido Gambone, Leoncillo Leonardi, Colin Pearson, Toshio Matsui Aki, Franz Stahler, Enrico Stropparo, Tjok Dessauvage, Michae Cleff, Ana Cecilia Hillar e Jun Nishida. Un ulteriore incremento di opere di grandi 156 Provincia di Ravenna artisti del Novecento è venuto dalle donazioni della famiglia faentina Liverani, di Gian Tomaso e del nipote Gian Filippo che hanno lasciato al museo collezioni con importanti esemplari della storia della ceramica, dal XVI secolo alla fine del Novecento, tra cui si ricordano opere di Aligi Sassu, Lucio Fontana, Pablo Picasso, Jean Cocteau, César (Cesare Baldaccini), Marc Chagall, Fernand Léger, Henry Matisse, Georges Rouault, Alberto Burri, Arturo Martini, Fausto Melotti, Ugo Nespolo, Roberto Sebastian Matta, Arman, Mattia Moreni, Pino Castagna ed Enrico Baj. Inoltre, il museo conserva sculture ceramiche esposte anche all’esterno della sua sede: nel cortile figurano opere di Pino Spagnulo, Carlo Zauli e Franz Stahler. Un’intensa attività promozionale ha, da sempre, caratterizzato il museo che organizza oltre al Premio Faenza, giunto alla sua cinquantasettesima edizione nel 2003, esposizioni dedicate alla ceramica antica, moderna e contemporanea, locale e internazionale con sinergici scambi tra istituti di tutto il pianeta. Si ricorda l’attività sul contemporaneo effettuata nel corso del 2004 dedicata a Gian Tomaso Liverani: Le donazioni, la mostra itinerante in Europa Cultura, ceramica ed innovazione: I cambiamenti nella ceramica europea dal 1851 ad oggi, le monografiche dedicate ad Angelo Biancini, Kurt Spurey e Nedo Merendi; nonché l’attività didattica del laboratorio “Giocare con l’arte” nata nel 1978 da un’idea di Bruno Munari e di Gian Carlo Bojani e l’intensa programmazione di seminari, convegni e presentazioni dedicati al settore della ceramica d’arte e di design. Faenza PINACOTECA COMUNALE – GALLERIA D’ARTE MODERNA M titolarità: Comune di Faenza Pinacoteca Comunale via Santa Maria dell’Angelo 1 48018 Faenza (RA) tel. 0546/660799; fax 0546/691679 [email protected] dev.racine.ra.it/sistemamusei/sezioni/ Attualmente chiusa per ristrutturazione, apre su prenotazione La Pinacoteca Comunale di Faenza veniva istituita nel 1797, allorché l’Amministrazione municipale acquisì il nucleo collezionistico di Giuseppe Zauli ed iniziò ad ampliarlo con il patrimonio artistico derivante dalle soppressioni ecclesiastiche messe in atto dalle norme napoleoniche. Aperta al pubblico nel 1879, all’interno dell’ex convento dei Gesuiti, la Pinacoteca incrementava le sue collezioni attraverso nuove acquisizioni e donazioni confluenti nelle due sezioni, antica e moderna, quest’ultima organizzata quell’anno da Federico Argnani anche con opere d’arte contemporanee. Nel 1969 la sezione d’arte moderna veniva trasferita in Palazzo Zauli Naldi e chiusa al pubblico nel 1981, mentre la parte antica conservata in Palazzo Studi è chiusa dal 1988. Le collezioni d’arte della sezione contemporanea sono composte da numerose opere d’artisti romagnoli, testimonianze di gusto e rilievo storico-artistico che documentano visivamente la cultura del Novecento: vi sono le ricerche simboliste del Cenacolo Baccariniano, con le opere di Domenico Baccarini e Odoardo Neri, poi i lavori pittorici e scultorei di Armando Spadini, Leo Guerrini, Mario Puccini, Domenico Rambelli, Antonio Argnani, Giuseppe 157 Provincia di Ravenna Graziosi, Marcello Dudovich, Carlo Corsi, Giovanni Guerrini, Augusto Mussini, Felice Carena, Lorenzo Viani, Achille Lega, Arturo Tosi, Giovanni Romagnoli, Franco Gentilini, Ettore Bocchini, Amleto Montevecchi, Giovanni Malmerendi, Alfredo Morini, Arturo Martini, Giorgio Morandi, Mino Maccari, Bruno Saetti, Giuseppe Ciardi, Giovanni Costetti, Orazio Toschi, Gianni Vagnetti, Filippo de Pisis, Angelo Pavan, Giuseppe Cesetti, Amerigo Bartoli Natinguerra, Mario Varagnolo, Ercole Drei e Angelo Biancini; nonché la recente donazione di opere di Giuseppe Tampieri. Vi si aggiunge anche il Gabinetto dei disegni e delle stampe che conserva più di 20.000 fogli, tra cui numerosi esemplari d’arte contemporanea locale ed europea. Per ovviare all’impossibilità della fruizione delle opere al pubblico, causata dalla ventennale chiusura, la Pinacoteca ha organizzato diverse mostre che hanno consentito la loro visione: presso Palazzo delle Esposizioni sono state presentate Pittura dell’Ottocento e Novecento nelle collezioni della Pinacoteca Comunale di Faenza; Il Museo nascosto: Arte Moderna nella Pinacoteca di Faenza; Domenico Baccarini (1882-1995) e La Pinacoteca Civica di Faenza: restauri, recuperi ed acquisizioni (1985-1995). Faenza GALLERIA COMUNALE D’ARTE S E titolarità: Comune di Faenza Voltone Molinella 2 tel. 0546/664555 48018 Faenza (RA) Servizio Cultura tel. 0546/691665; fax. 0546/691679 [email protected] www.racine.ra.it/faenza/ Aperta in occasione di mostre, martedì, giovedì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 19.00 alle 19.00; mercoledì e venerdì dalle 16.00 alle 19.00. Chiusa il lunedì Si tratta di una sede espositiva che il Comune destina a mostre d’arte contemporanea organizzate da vari enti o associazioni, o dalla stessa amministrazione municipale. Recentemente riaperta dopo restauri in occasione della mostra sulla donazione di opere al MIC (cfr. pp. 154-156) del faentino Gian Tomaso Liverani, proprietario della galleria d’arte “La salita” di Roma, ha ospitato varie mostre, personali e collettive, di cui si ricordano quelle dedicate a Carla Poggi, Bruno Peinado, Mathieu Mercier e Antonio Violetta, alla Donazione Tampieri, alla generazione d’artisti che partecipò ai premi d’arte in Romagna negli anni Cinquanta e Sessanta, Trentaquaranta: Una generazione alla prova del tempo, sino alle miscele artistiche e soniche di Good Stuff Performance. Faenza MUSEO CARLO ZAULI M titolarità: Centro Carlo Zauli via della Croce 6 48018 Faenza (RA) tel. e fax 0546/22123 [email protected] www.museozauli.it Aperto da martedi a domenica dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Chiuso il lunedì Il museo è allestito, dal 2002, all’interno di quello che fu il laboratorio del ceramista faentino Carlo Zauli (1926-2002) ed è gestito dalla famiglia dell’artista in sinergia con il Museo Internazionale delle Ceramiche (cfr. 158 Provincia di Ravenna pp. 154-156). Le collezioni del museo sono composte dai lavori di Zauli e ordinate in un percorso antologico che illustra la vitalità creativa dello scultore, dall’inizio degli anni Cinquanta alla fine del Millennio, e la varietà delle sue tecniche testimoniate dagli arnesi, dai materiali e dalle stanze di lavoro dello studiobottega, dalla cantina delle argille, alla stanza degli smalti, dalla sala dei forni e a quella dei rilievi. Un suggestivo museo laboratorio che ricorda l’itinerario artistico del faentino, noto a livello internazionale. Allievo di Anselmo Bucci e Domenico Rambelli, egli affiancava Angelo Biancini avviando una collaborazione che gli valse una grande esperienza nell’arte ceramica; nel 1950, insieme a Umberto Zannoni, Averardo Giovannini e Renato Zama, avvia la “Nuova Cà Pirota”, in nome della famosa tradizione rinascimentale locale, ma, affrancandosi da qualsiasi rivisitazione stilistica, inizia un’ottima carriera sensibile alle istanze più aggiornate dell’arte astratta spazialista e informale, che lo portano a una personale cifra artistica che esalta la forma in virtù della materia, la cui gamma cromatica sfuma tutte le tonalità monocrome del bianco (Bianco di Zauli). Tale originalità tecnica ed estetica lo condusse alla frequentazione intellettuale e alla stima di numerosi artisti come Leoncillo Leonardi, Nanni Valentini, Enzo Brunori, Arnaldo e Giò Pomodoro, Giuseppe Spagnulo e Lucio Fontana solo per citarne alcuni, con i quali condivise le espressioni più geometriche dell’Arte Concettuale. Il Museo Carlo Zauli organizza un’attività espositiva mirata alla valorizzazione e promozione del proprio patrimonio figulino anche attraverso l’organizzazione di mostre, collettive e personali, come Terra viva: Scultura ceramica negli anni Settanta, il progetto Residenza d’arti- sta: Mathieu Mercier e avvalendosi di altre sedi espositive come il MIC e la Galleria d’arte moderna della Molinella (cfr. scheda precedente). Faenza IL PRATO DELLA LUCE S U titolarità: Comune di Faenza Quartiere Santa Lucia 48018 Faenza (RA) [email protected] www.racine.ra.it/faenza Nel quartiere Santa Lucia sta sorgendo un sito residenziale bioedilizio, realizzato nell’ambito del progetto europeo di pianificazione urbana e regionale, che riqualifica il tessuto cittadino più popolare di Faenza. Voluta dal Comune, questa ricaratterizzazione si appella per l’arte contemporanea attraverso la creazione di un rapporto estetico ed emozionale tra bioarchitettura del sito, collocato alle pendici delle colline faentine, e abitanti grazie alle commissioni di public art ad artisti concettuali nazionali e internazionali come Hidetoshi Nagasawa, che ha ideato una fontana per la piazza centrale, e Giuseppe Spagnulo che ha ripensato una cabina Enel rivestita da una corteccia naturalistica impressa nel cemento, dal poetico titolo Il prato della luce. Si tratta d’interventi artistici armonici, realizzati per la crescita ecologica della città e la salvaguardia dell’ambiente. Fusignano MUSEO CIVICO SAN ROCCO COLLEZIONE RAUL VISTOLI M titolarità: Comune di Fusignano via Monti 5 48010 Fusignano (RA) tel. 0545/51621; fax 0545/50164 159 Provincia di Ravenna Ufficio Cultura tel. 0545/955653 [email protected] www.comune.fusignano.ra.it Aperto da martedì a sabato dalle 15.30 alle 18.30; i festivi dalle 10.30 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30. Chiuso il lunedì Aperto sabato, domenica e festivi, dalle ore 15.30 alle 18.30 Ubicato in un antico edificio signorile restaurato, Il Granaio nasce nel 1990 come centro culturale per attività artistiche interdisciplinari tra arti visive, poesia e drammaturgia. Coordinato da Paolo Trioschi, il centro ha dedicato la sua programmazione espositiva principalmente all’arte contemporanea più attuale e alle espressioni artistiche emergenti dal settore giovanile. Si ricordano le principali mostre relative a Mario Schifano, Mimmo Rotella, Alberto Sughi, Attilio Gigli, Pietro Meletti, Antonio Caranti, Giovanni Gurioli, Amissao Lima, Andrea Tampieri, Lucia Baldini e Remo Brindisi; e le collettive Il lavoro nell’arte; Paesaggio: cinquanta pittori nella Romagna del ’900 e I colori dell’incanto, centrata sull’arte naïf. Inaugurato nel 2001, all’interno del settecentesco edificio che ospitava l’ospedale, il Museo Civico di San Rocco è conosciuto per la sua ricca collezione di targhe devozionali che coprono un’arco temporale che va dal XVII secolo al presente. Oltre alla raccolta di ceramiche, nelle stanze del piano terra, è conservato il consistente nucleo di opere dello scultore Raul Vistoli (19151990) che rappresenta l’elemento di maggior interesse della raccolta, numericamente esigua e incentrata essenzialmente sulla vicenda pittorica del secondo Novecento ravennate. Donate dagli eredi dell’artista, le sculture, alcune delle quali di grande formato, documentano la parabola creativa di Vistoli, natio del luogo, ma fin dal 1938 attivo a Roma, dove ha ottenuto riconoscimenti come autore di opere monumentali e di carattere religioso. Il complesso di San Rocco ha anche spazi destinati all’attività espositiva che, riferita al Novecento e dopo, è collegata al Centro Culturale Il Granaio (cfr. scheda seguente). Fusignano CENTRO CULTURALE “IL GRANAIO” S E titolarità: Comune di Fusignano piazza Corelli 16 48010 Fusignano (RA) tel. 0545/955611; fax 0545/50164 Ufficio Cultura tel. 0545/955653 [email protected] www.comune.fusignano.ra.it Lugo RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Lugo Palazzo del Comune 48022 Lugo di Romagna (RA) largo Relencini 1 [email protected] [email protected] www.comune.lugo.ra.it Presso la Biblioteca civica Trisi e negli uffici dell’Amministrazione municipale sono dislocate più di 100 opere d’arte moderna e contemporanea che andranno in futuro riunite nella costituenda Pinacoteca all’interno della Rocca di Lugo, negli spazi che furono destinati nel XIX secolo al mercato del pesce e dove ora sono allestite rassegne espositive, 160 Provincia di Ravenna spesso ordinate coinvolgendo la seconda se- plari grafici di Ilario Rossi, Giulio Ruffini e de di Casa Rossini, come le mostre Verso la Umberto Folli. pinacoteca comunale di Lugo e Primo Costa (1937-1986): La pittura del silenzio. Un primo censimento del patrimonio artistico Ravenna lughese veniva effettuato nel 1988 da Giordano MUSEO D’ARTE DELLA CITTÀ DI RAVENNA LOGGETTA LOMBARDESCA M S E Viroli mentre, attualmente, con il coordina- titolarità: Comune di Ravenna mento di Daniele Serafini coadiuvato da Orlan- via di Roma 13 do Piraccini, si è giunti a una più completa 48100 Ravenna (RA) schedatura delle opere e degli artisti: tra essi fi- tel.0544/482791-482760; fax 0544/212092 gurano molti romagnoli che si sono espressi [email protected] poeticamente in varie direzioni, figurative e [email protected] www.museocitta.ra.it astratte, come Alberto Bardi, Giulio Avveduti, Luca Argelli, Serafino Babini, Gino Croari, Pa- In inverno, aperto il martedì dalle 9.00 alle ride Baccarini, Nevio Bedeschi, Enrico Calde- 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00; il mercoledì e roni, Massimiliano Fabbri, Adriano Fava, Gian giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle Ruggero Manzoni, Anacleto Margotti, Sonia 21.00; venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 13.00. Chiuso il lunedì. In estate, da martedì Micela, Sergio Monari, Mario Morigi, Claudio alle a venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle Neri, Osvaldo Piraccini, Virgilio Ricci, Giulio 18.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00. Ruffini, Giovanni Scardovi, Alberto Sughi, An- Chiuso il lunedì. Si consiglia di telefonare per drea Tampieri, Ermanno Toschi, Luigi Varoli e variazioni di orari in occasioni di mostre Giacomo Vespignani. Il Museo della Città di Ravenna è situato nel rinascimentale edificio attiguo alla chieMassa Lombarda sa di Santa Maria in Porto ed era originaRACCOLTA COMUNALE R A riamente adibito a sede monastica dei Catitolarità: Comune di Massa Lombarda nonici Lateranensi Portuensi; la Loggetta Palazzo del Municipio Lombardesca veniva costruita, tra il 1503 e piazza Matteotti 16 il 1518, in stile “lombardesco”, ravvisabile 48024 Massa Lombarda (RA) Ufficio Cultura nei capitelli, che fondeva competenze scaltel. 0545/985831; fax 0545/985837 pelline campionesi e lombarde attive, nel [email protected] corso del Cinquecento, a Ravenna. In sewww.comune.massalombarda.ra.it/default.htm guito alle soppressioni ecclesiastiche ordinate dalle leggi napoleoniche, la Loggetta Raccolta d’arte volta a documentare le era adibita a vari usi impropri, come depoespressioni figurative della cultura roma- sito per merci e caserma, sino al secolo gnola e formata da un nucleo di opere di scorso quando, negli anni Settanta, veniva Ettore Panighi donate all’Amministrazione destinata a sede dell’Accademia di Belle del luogo natio; inoltre sono presenti nella Arti di Ravenna (cfr. pp. 164-165), della stessa lavori di Giuseppina Zardi ed esem- Pinacoteca e del Museo Ornitologico di 161 Provincia di Ravenna Scienze Naturali. Il Museo e l’Accademia hanno una storia comune che s’intreccia sin dal 1829, l’anno in cui la Pinacoteca veniva inaugurata come Gallerie dell’Accademia, e la loro ubicazione era all’interno della Biblioteca Classense. Dopo un’ulteriore convivenza trentennale all’interno della Loggetta, nel 1999, il Museo Ornitologico e l’Accademia sono stati trasferiti in nuovi adeguati spazi e la struttura è stata interamente adibita a sede museale ed espositiva, opportunamente ampliata, al fine di garantire la sua attività ottimale diretta da Claudio Spadoni. Trasformata giuridicamente, nell’autonomia e negli spazi dal 2002, l’istituzione Museo della Città di Ravenna ha nella direzione di Spadoni la garanzia di una profonda conoscenza delle esigenze culturali territoriali – è stata creata, nel 2004, la nuova sezione Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico per la valorizzazione della tradizione musiva antica e moderna e di cui il museo conserva un’interessante collezione datata agli anni Cinquanta – coniugate a un’esperienza critica nazionale e internazionale sì da fare di Ravenna uno dei più importanti poli culturali della nostra regione. Le collezioni del museo, conservate da Nadia Ceroni, si dividono in due sezioni: antica e moderna (sino alla prima metà del ’900) e contemporanea (dal secondo dopoguerra all’attualità). Costituitesi in seguito a donazioni, lasciti, depositi e mediante l’attività espositiva temporanea, le collezioni del Novecento e del presente del museo sono formate da numerose opere d’arte, espressioni delle correnti artistiche più rappresentative e delle tecniche più moderne del secolo, con lavori di artisti nazionali, internazionali e della regio- ne, con un giusto spazio riservato anche agli artisti romagnoli. Si ricordano, in collezione, Felice Carena, Gustav Klimt, Domenico Baccarini, Giuseppe Rambelli, Giuseppe Ugonia, Carlo Corsi, Alfredo Muller, Alfredo Protti, Armando Spadini, Ercole Drei, Orazio Toschi, Guido Ferroni, Arnaldo Ginna, Luigi Varoli, Alberto Salietti, Virgilio Guidi, Tato (Guglielmo Sansoni), Savinio Labò, Maceo Casadei, Arnaldo Ginna, Bruno Saetti, Cafiero Tuti, Violetta Branzanti, Antonio Rocchi, Carlo Leoni, Franco Angeli, Giancarlo Bargoni, Pinuccia Bernardoni, Alessandra Bonoli, Tommaso Cascella, Giorgio Cattani, Maurizio Cattelan, Fausto De Nisco, Luciano Fabro, Pietro Finelli, Riccardo Guarnieri, Francis Lansing, Francesco Martani, Graziella Minguzzi, Sergio Monari, Mimmo Paladino, Ideo Pantaleoni, Gianni Pellegrini, Bruno Pinto, Andrea Raccagni, Oliviero Rainaldi, Bruno Raspanti, Gianfranco Baruchello, Marcello Landi, Renzogallo (Lorenzo Gallo), Marco Nereo Rotelli, Monica Sarsini, Vincenzo Satta, Giandomenico Sozzi, Vittorio Mascalchi, Stanić Stanios Josip, Antonio Violetta, Umberto Zanetti, Gilberto Zorio, Carla Accardi, Davide Benati, Enrico Castellani, Tano Festa, Franco Francese, Piero Manai, Titina Maselli, Ennio Morlotti, Concetto Pozzati, Giorgio Collina, Manlio Bacosi, Vasco Bendini, Italo Bressan, Luciano Bartolini, Alighiero Boetti, Maurizio Bonora, Pier Achille Cuniberti, Dadamaino, Giulio Turcato, Emilio Villa, Franco Guerzoni, Paola Fonticoli, Gianni Gori, Mirko (Balsadella), Piero Manzoni, Claudio Olivieri, Massimo Pulini, Renato Novali, Dino Pedriali, Piero Ruggieri, Germano Sartelli, Mario Schifano, Sergio Sermidi, Guido Schlinkert, Claudio Verna, Luigi Veronesi, Nanni Menetti, Ric- 162 Provincia di Ravenna cardo Righini, Rosetta Berardi, Mario Nanni, Sergio Dagradi, Giulio Ruffini, Marco Samorè e Sergio Zanni; le opere contemporanee a mosaico sono state realizzate dai ravennati Romolo Papa, Renato Signorini, Antonio Rocchi, Libera Musiani, Zelo Molducci, Sergio Cicognani, Isler Medici e Ines Morigi, che hanno tradotto i cartoni pensati da Afro (Oreste Balsadella), Renato Birolli, Corrado Cagli, Antonio Corpora, Franco Gentilini, Renato Guttuso, Mirko, Mattia Moreni, Enrico Paolucci, Mauro Reggiani, Bruno Saetti, Rolf Sandquist, Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Bruno Cassinari, Marc Chagall, Mario Deluigi e Georges Mathieu. In aggiunta vi è la sezione grafica del museo, il Gabinetto delle Stampe, ove sono conservati esemplari di Vittorio Guaccimanni, Giuseppe Ugonia, Francesco Nonni, Luigi Varoli, Gaspare Gambi, Luigi Bartolini, Antonio Carbonati, Tono Zancanaro, Ettore Panighi, Umberto Folli, Gaetano Giangrandi, Giulio Ruffini, Angelo Ranzi e Enrico Maioli. Assai intensa, sin dagli anni Settanta, l’attività espositiva che ha consentito l’ampliamento in progress della collezione d’arte contemporanea attraverso acquisti e donazioni; dal 2002 il disegno culturale della direzione si sviluppa parallelamente, realizzando sia mostre a carattere storico, sia esposizioni monografiche dedicate a protagonisti del Novecento e dell’attualità, allestite nell’ala sud della Loggetta, in un percorso che si snoda su tre piani. Si ricordano le rassegne Arte Americana degli anni Novanta; Tutto in scena; Frammenti di un discorso illusivo; Roberto Longhi: Da Renoir a De Staël; nonché quelle centrate sull’attività di artisti come Gilberto Zorio, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Piero Dorazio, Ennio Morlotti, Enrico Castellani, Mario Schifano, Giulio Turcato, Giosetta Fioroni, Piero Gilardi, Fabrizio Plessi, Sandro Chia, Aldo Mondino e Alberto Giacometti. Inoltre, sono state attivate una serie d’iniziative espositive centrate sull’arte fotografica in collaborazione con Guido Guidi dello I.U.A.V. di Venezia e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna (cfr. pp. 164-165); e una collaborazione con le Associazioni G.A.I. e CIDAC per la rassegna Gemine Muse curata da Virginia Baradel, che promuove la nuova scena artistica nazionale attraverso un network di 28 città italiane che ospitano i lavori dei giovani artisti realizzati, site specific, nei luoghi della memoria in un’originale compenetrazione tra presente e passato. Il Museo della Città di Ravenna s’avvale anche della sede espositiva di Santa Maria delle Croci (cfr. scheda successiva), luogo deputato alla promozione delle espressioni artistiche più sperimentali. Ravenna SANTA MARIA DELLE CROCI S E m p titolarità: Comune di Ravenna via Guaccimanni 5/7 48100 Ravenna (RA) tel. 0544/482054 [email protected] [email protected] www.museocitta.ra.it Aperta in occasioni di mostre, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00, con variazioni d’orario. Chiusa il lunedì Santa Maria delle Croci era una chiesa dedicata al culto di Sant’Apollonia, ora è adibita 163 Provincia di Ravenna a sede espositiva del Museo d’Arte della Città Loggetta Lombardesca (cfr. scheda precedente), che vi ha organizzato numerose mostre riferite, in particolare, all’attività dei giovani artisti con collettive e monografiche. Si ricordano le rassegne Sailing to Byzantium; Action Imageante; Art Like ed il progetto quadriennale No border, a cura di Maria Rita Bentini, Serena Simoni e Claudio Spadoni che hanno presentato l’arte giovanile italiana e ravennate, correlata all’attualità internazionale, attraverso appuntamenti che hanno indagato, via via, i linguaggi artistici filtrati da espressioni e situazioni diverse come il fumetto, la fotografia, la tecnologia multimediale, il nomadismo interterritoriale, gli sconfinamenti in luoghi e “non luoghi” connessi all’esistenza umana e letti attraverso la lente dell’antropologia culturale declinata alla critica d’arte. In collaborazione con l’Associazione Mirada, il Museo della Città ha ospitato in questa sede le ultime due edizioni di R.A.M. mostre di giovani artisti ravennati, concorso a premi nato nell’ambito di gallerie private per la promozione dei giovani artisti della città e inserito all’interno delle manifestazioni del Coordinamento regionale GA/ER, circuitate anche dal G.A.I. e promosse dall’Archivio Giovani Artisti di Ravenna (cfr. pp. 165166). In seguito a una selezione effetuata da una giuria di critici formata da Claudio Spadoni, Sabina Ghinassi, Serena Simoni, Maria Rita Bentini, Felice Nittolo e Gianluca Costantini, i giovani artisti vincitori espongono le loro opere in spazi pubblici deputati, sparsi per la Provincia di Ravenna, al fine di agevolare una sempre maggior conoscenza della sperimentazione artistica visuale locale. Dell’attività di Santa Maria delle Croci si se- gnalano, inoltre, le monografiche intitolate a Giovanni Zaffagnini, Dino Pedriali, Chiara Dynys e Marjane Satrapi. Ravenna CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA R A titolarità: Cassa di Risparmio di Ravenna piazza Garibaldi 6 48100 Ravenna (RA) tel. 0544/480580 [email protected] www.carira.it Operativa sin dal 1847, la Cassa di Risparmio di Ravenna ha sede nello storico palazzo di piazza Garibaldi dal 1895 e ha collezionato, sin da allora, un considerevole patrimonio artistico d’opere d’arte antica, moderna e contemporanea storica, con una particolare attenzione allo sviluppo dell’invenzione figurativa romagnola e con rare testimonianze di poetica astratta; la raccolta d’arte del Novecento è formata da lavori di artisti della nostra regione come Gaspare Gambi, Luigi Varoli, Alberto Salietti, Giovanni Naglia, Antonio Mingolini, Tato (Guglielmo Sansoni), Luigi Pasquini, Ettore Bocchini, Gianna Nardi Spada, Enrico Lama, Felice Baroni, Carlo Crispini, Alfredo di Romagna (Alfredo Scarponi), Gino Croari, Baldo Guberti, Francesco Gurioli, Gino Lucchi, Violetta Branzanti, Renzo Morandi, Domenico Dalmonte, Werther Morigi, Lorenzo Givanni, Remo Brindisi, Umberto Folli, Enzo Pasqui, Giulio Ruffini, Sante Ghinassi, Claudio Neri, Nazzareno Cugur, Elvio Cornacchia, Giorgio Spada, Pier Claudio Pantieri, Carlo Polgrossi, Alfiero Tavanti, Gianni Borta, Fiorenzo Bertoli, Mauro Maltoni e Anna Silenzio. 164 Provincia di Ravenna Ravenna CENTRO DANTESCO. RACCOLTA DEL BRONZETTO DANTESCO R A titolarità: Frati Minori Conventuali via Dante Alighieri 4 48100 Ravenna (RA) tel. 0544/33667; fax 0544/218476 [email protected] www.racine.ra.it/centrodantesco www.centrodantesco.it/ m p Dal 1 ottobre al 31 marzo, aperto dal martedì alla domenica dalle 9.00 alle 12.00; dal 1 aprile al 30 settembre, dal martedì alla domenica, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì Situato dal 1989 all’interno dell’antico convento, attiguo alla Basilica di San Francesco e alla tomba di Dante Alghieri, il Centro Dantesco nacque nel 1963 al fine di mantenere viva la memoria del Poeta con un progetto a lungo termine che favorisse lo sviluppo degli studi e la sua celebrazione attraverso le arti visive, in particolare la scultura. Articolato in tre sezioni, biblioteca, museo e spazi espositivi, il Centro ha un patrimonio artistico di circa 2.300 pezzi di soggetto dantesco realizzati da artisti di tutto il mondo, il cui incremento è stato determinato dalla Biennale internazionale dantesca: concorso internazionale del bronzetto e della piccola scultura organizzato, di volta in volta, su temi riferiti all’Alighieri. A questa manifestazione, arrivata alla tredicesima edizione e sostenuta da una giuria internazionale di 15 membri, hanno sinora partecipato 1.063 artisti provenienti da 27 paesi diversi: per l’Italia si ricordano opere di Adriano Avanzolini, Mirko, Simon Benetton, Angelo Biancini, Ilario Fioravanti, Giacomo Manzù, Quinto Ghermandi, Marino Marini, Luciano Minguzzi, Augusto Murer, Arnaldo e Giò Pomodoro e Carlo Zauli; molte le presenze di artisti dell’Est europeo e del bacino mediterraneo, con testimonianze scultoree provenienti anche da altre parti del globo. Nel museo sono conservate anche opere pittoriche della prima metà del Novecento: si tratta dei bozzeti per i mai realizzati affreschi della Basilica ravennate di San Francesco, ideati nel 1920 da Adolfo de Carolis, Guido Cadorin, Carlo Wostry e Arduino Berlam; sono conservati, inoltre, alcuni esemplari grafici di Vittorio Guaccimanni, Alberto Martini e dello stesso de Carolis. L’attività espositiva del Centro Dantesco è imperniata sulla promozione di rassegne monografiche di artisti, di cui si ricordano le mostre di Amos Nattini, Aligi Sassu, Giacomo Manzù, Emilio Greco e di mostre collettive tematiche o geografiche, come Artisti sovietici; 50 artisti italiani; Artisti australiani; Artisti bulgari; Artisti polacchi e Artisti romeni. Ravenna ACCADEMIA DI BELLE ARTI I D titolarità: Comune di Ravenna via dell’Industria 76 48100 Ravenna (RA) tel. 0544/453125-455784; fax 0544/451104 [email protected] www.accademiabellearti.ra.it Nata “in nuce” nel 1803, l’Accademia di Belle Arti di Ravenna è stata fondata nel 1827 e la sua storia s’intreccia strettamente con quella del Museo d’Arte della Città (pp. 160-162), il quale a sua volta veniva conce- 165 Provincia di Ravenna pito nel 1829 come Gallerie dell’Accademia, fortemente volute dal Legato pontificio della città romagnola, cardinale Rivarola, che seguì la realizzazione di tale progetto anche da Roma, caldeggiando le eventuali donazioni provenienti dalla nobiltà ravennate e bolognese a lui intrinseca; la sede allora scelta per esse, ma inadeguata, fu la Biblioteca Classense dove rimasero sino agli inizi degli anni Settanta del secolo appena passato. L’Accademia Belle Arti di Ravenna, naturale evoluzione della settecentesca Scuola Artistica del Convitto Collegio dei Nobili, veniva equiparata nel 1897 alle Accademie Regie, con materie d’insegnamento sviluppate anche nella direzione di continuità della tradizione musiva cittadina. Nel 1936 il Comune e la Provincia di Ravenna creavano il “Consorzio per l’Accademia”, al fine di una miglior gestione della scuola e della pinacoteca: tale forma durò a fasi alterne sino al 1974, quando l’Accademia veniva riconosciuta a livello statale, anche se la sua titolarità rimarrà sempre dell’Amministrazione municipale. Nel 1970 l’Accademia e la Pinacoteca erano trasferite alla Loggetta Lombardesca: nel nuovo istituto venivano attivati ulteriori corsi sulle arti applicate, in particolare avveniva il potenziamento dell’insegnamento del mosaico e l’introduzione dell’oreficeria. Dal 1976 al 1983 Claudio Spadoni è stato, insieme, direttore e docente di Storia dell’Arte dell’Accademia, in seguito la guida dell’istituto è passata all’artista Vittorio D’Augusta. Nuovamente, Accademia e Pinacoteca, venivano giuridicamente separate per poi esserlo anche logisticamente nel 1998, anno del trasloco dell’istituto didattico nell’attuale sede dell’ex Albe Stainer, anche se la collaborazione tra gli istituti continua attivamente per iniziative culturali ed esposizioni come la mostra dei migliori talenti artistici ravennati I Magnifici 11 e Tutta testa organizzate in Santa Maria delle Croci (cfr. pp. 162-163). Nel 2001 è stato avviato il progetto sperimentale Mosaico: tecnica ed espressività, insegnamento universitario specialistico che rende specifica l’Accademia di Ravenna e onora la tradizione locale. Il corpo docente attuale è formato da artisti, storici e critici d’arte tra cui si segnalano Antonio Violetta, Marco Neri, Giovanni Gori, Daniele Strada, Guido Guidi, Graziano Spinosi, Raniero Bittante, Giordano Viroli, Bruno Bandini, Valerio Dehò, Alberto Cassani, oltre a D’Augusta. I docenti sono anche i curatori di mostre temporanee dirette alla promozione dei migliori allievi e realizzate in sinergia con diversi istituti: gli ultimi eventi realizzati sono La ferrovia: una linea tra due istanti ospitato alla Stazione di Ravenna, Discoli, Architettando, in sinergia con il Museo dell’Arredo Contemporaneo di Russi (cfr. p. 167), Tende al mare (cfr. p. 175) e Vernice Art Fair presso la fiera d’arte di Forlì Contemporanea (cfr. pp. 179-180) e la Prima Biennale Internazionale di Ravenna. Ravenna for Art. Ravenna ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A m p titolarità: Comune di Ravenna Assessorato Politiche Giovanili via Massimo d’Azeglio 2 48100 Ravenna (RA) tel. 0544/482314-482060; fax 0544/482355 [email protected] www.comune.ravenna.it www.racine.ra.it 166 Provincia di Ravenna Organizzazione istituzionale che fa parte del coordinamento regionale GA/ER e del circuito italiano Giovani Artisti Italiani, l’Archivio Giovani Artisti di Ravenna lavora in stretto rapporto con l’Associazione culturale Mirada, presieduta da Elettra Stramboulis, con la quale organizza diverse manifestazioni rivolte alla valorizzazione e promozione della giovane arte ravennate, under 35, avvalendosi di un database aggiornato e svolgendo il servizio d’organizzazione di mostre; in particolare attraverso precise connessioni con il panorama artistico europeo attuale. In tale contesto sono state organizzate le cinque edizioni di R.A.M. Mostre di giovani artisti ravennati, che hanno proposto al largo pubblico, dopo un’accurata selezione, i lavori di Andrea Birgit Hess, Vincenzo Izzo, Sara Guberti, Remo Suprani, Gianluca Costantini, Davide Reviati, Pietro Bruni, Caterina Baldassarri, Emiliano Marangoni, Giulia Ricci, Marco Paci, Leonardo Guardigli, Andrea Salvatori, Silvia Chiarini, Wladimiro Bendandi, Francesca Proia, Giulio Guberti, Silvia Rampelli, Francesco Izzo, Anna Visani, Greta Guberti, Angelo Mennillo, Marco Lobietti, Mudesign, Yuri Ancarani, Marco Antonini, Flavio Montelli, Lia Pari, Nadia Trotta e Loretta Zaganelli. Sono state, inoltre, organizzate mostre in varie sedi istituzionali del Comune e della Provincia, coniugate a concerti e performance, come Nuvole da oltre frontiera. Antologica del fumettista-giornalista Joe Sacco al Museo d’Arte della Città di Ravenna (cfr. pp. 160162), Peshawar. Opere di Chiara Dynys a Santa Maria delle Croci (cfr. pp. 162-163), Prova d’artista alla Sala delle Colonne di Bagnacavallo. Riolo Terme ROCCA TRECENTESCA S E P A titolarità: Comune di Riolo Terme piazza Mazzanti 1 48025 Riolo Terme (RA) tel. 0546/71025 Ufficio cultura tel. 0546/77445; fax 0546/70842 [email protected] www.racine.ra.it/rioloterme/ Aperta tutto l’anno, si visita su prenotazione tranne in occasione di mostre temporanee Edificata come architettura fortilizia, la Rocca veniva ulteriormente rinforzata a metà del XV secolo per volontà di Caterina Sforza per poi passare, nel 1506, alla Santa Sede e in seguito all’Amministrazione comunale. Sviluppata su quattro livelli e con quattro torri angolari, la Rocca è stata recentemente restaurata, recuperando il più possibile la sua struttura originaria, e destinata a sede del costituendo Museo della Cultura Gastronomica e a spazio espositivo per mostre temporanee d’arte del Novecento e del presente. Si ricorda che nell’ultimo anno, particolarmente dinamico, si sono svolte le mostre di Giovanni Bellettini, Mario Addis, Mirella Saluzzo e Pablo Echuarren. L’Amministrazione municipale di Riolo si avvale anche, come sede espositiva, della rinascimentale ex chiesa di San Giovanni Battista in via Verdi, restaurata nel 1989, dove sono state apprestate diverse mostre temporanee, monografiche e colletive, di cui si ricordano quelle dedicate a Gianni Sevini, Aurelio Caruso e al concorso ravennate R.A.M. (cfr. scheda precedente). Nell’immediate vicinanze dell’antica cinta muraria di Riolo è stato costruito il Parco sotto le mura ove sono state inserite, all’interno della vegetazione, le sculture dell’arti- 167 Provincia di Ravenna sta Giovanni Bertozzi (Gio Bert), natio di Brisighella e residente nel comune termale. Si tratta di una scultura monumentale e 18 altorilievi figurativi che traggono ispirazione artistica dal volume di Leonida Costa, Le 127 giornate di Riolo, rievocazione letteraria delle drammatiche giornate in cui la cittadina di Riolo, nel 1944-45, divenne teatro della lotta di Resistenza per oltre quattro mesi durante la seconda guerra mondiale; un parco della memoria, quindi, che tiene viva il ricordo delle vittime del nazifascismo e del dolore di quei sanguinosi momenti. Russi MUSEO DELL’ARREDO CONTEMPORANEO M titolarità: Studio Raffaello Biagetti via SS S. Vitale 253 48026 Russi (RA) tel. 0544/419299-3381598105; fax 0544/416119 [email protected] www.museoarredocontemporaneo.com Aperto venerdì, sabato e domenica dalle 15.00 alle 20.00. Dal martedì al venerdì visite per gruppi su prenotazione. Chiuso il lunedì Nato nella seconda metà degli anni Ottanta per volontà di Raffaello Biagetti, il museo, diretto da Davide Ferri, si propone d’illustrare la storia del design attraverso testimonianze e opere che hanno scandito il dispiegare cronologico di questo fenomeno artistico e socio culturale caratteristico del Novecento a livello globale. La collezione permanente, allestita con l’ausilio di esperti del settore come Giovanni Klaus Koenig, Giuseppe Chigiotti e Filippo Alison, è composta da 150 oggetti d’arredamento, all’interno di una moderna struttura indu- striale, che rappresentano l’evoluzione del design dal 1880 al presente attraverso i maggiori protagonisti, relazionati alla cronologia dei movimenti e degli stili della storia dell’arte e del costume sociale. Vi sono esempi di Art Nouveau, rappresentati da Anton Gaudì, Michael Thonet e Charles R. Mackintosh; la Wiener Werkstätte da Joseph Hoffmann, De Stijl da Gerrit T. Rietveld e Keler, il Costruttivismo russo da El Lissitskij, il Bauhaus da Walter Gropius, Marcel Breuer, Mies Van der Rohe, il Funzionalismo razionalista francese e italiano degli anni Trenta, sfociato poi nella Decorative Arts, da Le Corbusier (Charles-Edouard Jeanneret), Jean Prouvè, Gio Ponti e Giuseppe Terragni, il Modernismo organico di matrice nordica, allargato significamente a livello europeo e intercontinentale, da Alvar Alto, Charles Eames e Gio Ponti, il made in Italy, espressione del boom economico, design industriale italiano negli anni Sessanta e Settanta, è testimoniato da lavori di Carlo Scarpa, Gae Aulenti, Bruno Munari, Marco Zanuso, Mario Bellini, sino ad arrivare alle idee di Ettore Sottsass e Vico Magistretti, strettamente interrelate alle altre discipline artistiche quali la moda, la grafica, la pittura, il cinema, l’architettura e le arti applicate. L’attività espositiva del museo è assai dinamica: sono state realizzate diverse mostre a carattere monografico dedicate a designers e artisti come Roger Kelly, Alice Guareschi, Lisa Ponti, Mattia Battistini, Pasquale Martini, Patrizia Piccino, Massimiliano Fabbri, Marco Neri, Bas Meerman, Gabriele Picco e Flavio Favelli, nonché la rassegna Advento: 100 oggetti di design Tecali Puebla Mexico. 168 Provincia di Ravenna Russi PINACOTECA COMUNALE E EX CHIESA IN ALBIS M S E m p titolarità: Comune di Russi Rocca di Russi piazza Farini 48026 Russi (RA) Ufficio Cultura tel.0544/587641; fax 0544/582237 [email protected] www.racine.ra.it/russi/ La Rocca è aperta il sabato dalle 9.00 alle 12.00; gli altri giorni aperta solo su prenotazione L’ex chiesa in Albis è aperta in occasione di mostre temporanee, tutti i giorni feriali dalle 15.30 alle 19.00; i festivi dalle 10.00 alle 13.00 La Rocca di Russi veniva originariamente edificata nel XIV secolo, poi riattata e ulteriormente fortificata nella seconda metà del secolo seguente per volontà di Astorgio II Manfredi. Danneggiata da un terremoto nel 1688, la Rocca è stata restaurata e destinata a uso culturale: all’interno vi si allineano il Museo Archeologico e la Pinacoteca che conserva testimonianze artistiche figurative, legate alle esperienze romagnole più tradizionali del primo Novecento storico, di Silvio Gordini e Cino Cantimori. Adiacente, nella stessa piazza, sorge l’ex chiesa di Santa Maria in Albis (o dei Battuti Bianchi), un’architettura barocca ora adibita a sede espositiva ove si confrontano arte antica, con opere di Guercino e Tommaso Missiroli, e arte contemporanea con mostre di Armodio, Alessandro Tofanelli, Nicola Samorì, Mattia Moreni, Vittorio Mascalchi, Paolo Buzzi, Giovanni Scardovi e Sergio Monari, Rosetta Berardi e Alessandra Bonoli, Floriano Fabbri, Aurelio Caruso, Kierkiè, Nicola Berardi; e la collettiva 6 artisti contemporanei, con lavori di Enrico Benedetti, Piero Dosi, Umberto Giovannini, Eriz Gorini, Maria Donata Papadia e Davide Reviati. Ogni anno, inoltre, viene organizzata in questa sede la rassegna Mostra dei libri mai visti, concorso per libri d’artista giunto alla sua X edizione e curato da VACA, Vari Cervelli Associati, già gestori del Museo dell’Illustrazione di Ferrara (cfr. pp. 141-142). 169 Provincia di Forlì-Cesena Bagno di Romagna PALAZZO DEL CAPITANO C S E titolarità: Comune di Bagno di Romagna via Fiorentina 38 47021 Bagno di Romagna (FC) tel. 0543/911037-911046; fax 0543/911026 [email protected] www.bagnodiromagnaturismo.it La collezione è visitabile dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle 18.00. La sede espositiva è aperta, in occasioni di mostre, dal martedì al venerdì dalle 16.30 alle 18.30 e dalle 20.30 alle 22.30; la domenica dalle 10.00 alle 12.00. Chiusa il lunedì Palazzo medievale di proprietà dei conti Guidi di Bagno, dal 1454, il Palazzo del Capitano è stato poi sede del governo fiorentino che modificava la sua architettura con diversi riattamenti quali simboli del potere di una lunga amministrazione, terminata nel 1923 con il passaggio del Comune di Bagno alla Provincia forlivese. Ulteriormente ristrutturato dal Comune, tra il 1984 e il 1994, il Palazzo del Capitano è stato deputato a centro culturale e turistico: trovano luogo, all’interno, la Biblioteca, l’Archivio Storico del Comune, il Centro di Studi Storici, il Centro Studi Valgimigliani, la Donazione Amilcar Zannoni (1922) e alcune sale espositive. La Donazione Zannoni consiste in un nucleo di 14 sculture in ferro regalate dallo scultore figurativo surrealista di Bagno nel 1990, alla cittadina natia, pur essendo egli residente da tempo in Francia. Le sale del piano nobile sono riservate a mostre e convegni: l’attività espositiva relativa all’arte contemporanea ha riguardato, in prevalenza, manifestazioni collettive e monografiche attinenti sia alle peculiarità culturali del luogo, sia al territorio regionale, come le mo- stre monografiche su Bartolomeo Balzoni, Ugo Pasini, Alessio Atzeni e Silvano Fabiani, Artan Shabani, Tono Zancanaro e le collettive Gli eredi dei Macchiaioli; Storie di pietra; Stile libero under 30; ed Artisti nel paesaggio: Aspetti e figure della pittura contemporanea nelle vallate della Romagna. Bertinoro MUSEO BRUNORI M A titolarità: Associazione Culturale Enzo Brunori via Monticino 1435 47032 Monticino di Bertinoro (FC) tel. 0543/448014; cell. 3483853123; fax 0543/448014 [email protected] www.museobrunori.com Aperto da giugno a settembre, nei giorni di sabato e domenica dalle 16.00 alle 20.00. Gli altri giorni su prenotazione Enzo Brunori (1924-1993) è stato un fervido interprete di quel passaggio artistico, dell’immediato secondo dopoguerra, che vide l’affermazione delle poetiche astrattiste rispetto alle figurative. Nato a Perugia e residente a Roma, Brunori conobbe da subito il consenso critico di Lionello Venturi, con la definizione astratto-concreto, e di altri importanti esegeti come Maurizio Calvesi, Enrico Crispolti e Maurizio Fagiolo dell’Arco. Le radici figurative della sua ricerca lo portarono a diversi passaggi sino alla scelta definitiva di una pittura astratta densa di riferimenti naturalistici entro una cromia accesa e vibrante. Docente di pittura alle Accademie di Belle Arti di L’Aquila e Roma, egli sviluppava una passione per Bertinoro e in particolare per la sede che ospita le opere dopo la sua dipartita. 170 Provincia di Forlì-Cesena Il Museo Brunori, curato privatamente da Attilio Zammarchi, è formato dall’esposizione di circa 80 opere dell’artista e dal suo archivio, attualmente ordinato e studiato da Enrico Crispolti; alla conservazione s’affianca un’intermittente attività di mostre, prevalentemente monografiche dedicate a scultori, come Aldo Canuti, Brunivo Buttarelli e Giampiero Carlesso. È previsto l’ampliamento del museo con un giardino di sculture all’aperto, dove già si può ammirare un lavoro di Aldo Calò. Cesena PINACOTECA COMUNALE. RACCOLTA D’ARTE MODERNA M titolarità: Comune di Cesena via Aldini 26 47023 Cesena (FC) tel. 0547/355727 Ufficio Cultura tel. 0547/355722; fax 0547/355720 [email protected] www.vista.it/pina/ Aperta tutti i giorni dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì. È possibile effettuare visite su appuntamento Aperta al pubblico dal 1984, la Pinacoteca di Cesena ha sede nel tardo trecentesco complesso di San Biagio, ex convento benedettino riattato da Pier Luigi Cervellati nel 1977 per essere destinato a centro culturale polivalente e polifunzionale. Nella raccolta d’arte della Pinacoteca, il cui patrimonio vanta opere che vanno dal XV secolo all’attualità, sono confluiti i beni artistici passati di proprietà comunale in seguito alle soppressioni ecclesiastiche napoleoniche e i doni, i lasciti e gli acquisti fat- ti nel corso del tempo dalla municipalità, che allestiva una prima sala di opere visibili al pubblico all’interno della Biblioteca Malatestiana; in seguito essa era rivista e nuovamente ordinata, negli anni Sessanta, grazie alla sensibilità e competenza professionale di Francesco Arcangeli, Cesare Gnudi e Biagio Dradi Marradi. Divisa in tre sezioni, antica, moderna e contemporanea, la Pinacoteca ospita le opere del Novecento e del presente all’interno dell’ala destra dell’edificio, dedicata al pittore astrattista Luigi Veronesi; e, pur conservando un’attenzione particolare nei confronti degli esempi dell’arte cesenate, con opere di Veronesi, Alessandro Bagioli, Giovanni Cappelli, Jole Ambrosioni, Mario Morigi, Giordano Severi, Fortunato Teodorani, Luciano Caldari, Tullo Golfarelli, Alberto Sughi, Osvaldo Piraccini, e Mario Bocchini, ha ampliato la sua raccolta anche in direzione nazionale, acquisendo la donazione Moroello Morellini, composta di opere pittoriche, scultoree e grafiche di Claudio Astrologo, Marcello Avenali, Corrado Cagli, Antonio Cardile, Sebastiano Carta, Eliano Fantuzzi, Pericle Fazzini, Nino Franchina, Nino Gasparri, Alberto Gerardi, Emilio Greco, Lorenzo Guerrini, Renato Guttuso, Mario Mafai, Marino Mazzacurati, Giuseppe Mazullo, Roberto Melli, Mirko, Sante Monachesi, Luigi Montanarini, Eraldo Mori-Cristiani, Franco Muzzi, Alberto Natali, Giovanni Omiccioli, Domenico Purificato, Amadeo Ruggiero, Alberto Sartoris, Giulio Turcato, Antonio Vangelli, Franco Villoresi e Amiro Yaria; ed incrementato il patrimonio attraverso donazioni degli artisti, seguite a mostre tenutesi nella Galleria Comunale d’Arte (vedi scheda seguente), e con i dipinti di Adriano Bogoni. 171 Provincia di Forlì-Cesena Cesena GALLERIA COMUNALE D’ARTE S E titolarità: Comune di Cesena Palazzo del Ridotto piazza Almerici 47023 Cesena (FC) tel. 0547/22883 Ufficio Cultura tel. 0547/355722; fax 0547/355720 [email protected] www.comune.cesena.fc.it m p Aperta in occasione di mostre temporanee con orari variabili Il Palazzo del Ridotto veniva edificato, su preesistenza medievale, tra il 1466 e il 1472, per volontà del papa Paolo II che lo destinava a sede dell’autorità comunale dei Conservatori, degli Anziani e del Consiglio municipale; riattato diverse volte nel corso dei secoli, rimangono visibili nell’edificio gli interventi sulla torre campanaria di Cristoforo Branzanti e Sebastiano Sassi, sulla facciata di Cosimo Morelli e sul fianco occidentale di Davide Angeli; il suo nome, Palazzo del Ridotto, deriva dalla creazione del teatro ridotto, su desiderio della nobiltà cesenate, in epoca neoclassica. Dal 1970, al piano terra, ha sede la Galleria Comunale d’Arte, sede espositiva di molte mostre d’arte contemporanea che testimoniano l’intensa attività del centro, uno dei fulcri di scambio delle istanze stilistiche del territorio tra cultura locale, nazionale e internazionale, anche grazie alla felice collaborazione tra la direzione di Ario Franciosi e l’impegno critico di Claudio Spadoni. Si ricordano, ad annum, le più significative rassegne monografiche e collettive promosse dalla Galleria: Giannetto Malmerendi, Tre artisti in Romagna (1973); Giovanni Cappelli, Luciano Caldari (1974); Adriano Bogoni, Mario Bocchini (1975); Reza Olia (1976); Fortunato Teodorani (1979); Mario Schifano (1980); Leonardo Castellani (1982); Presenze - arti visive, gli artisti del premio “Fenati”, Edoer Agostini-Alberto Biasi-Ferruccio Gard (1983); I dipinti delle collezioni cesenati (gli anni sessanta), Carmelo Cappello, Spazio scultura - spazio citta: Sculture di Simon Benetton (1985); Daniel Bec, Giuliano Pini, Pompilio Mandelli (1986); Alberto Sughi (1987); Massimo Pulini, Esplorazione nella pittura cesenate degli anni Ottanta, Osvaldo Piraccini - 40 anni di pittura, Ilario Fioravanti (1988); Pier Paolo Pollini, Piero Dorazio, Il clima dell’uomo: Opere di Ennio CalabriaEnnio di Vincenzo-Sergio Sarri-Valeriano Trubbiani, Omar Galliani, Giannetto Malmerendi (1989); Gregorio Ravaioli, Lucio Cangini, Esplorazione nella pittura cesenate degli anni novanta, Luigi Veronesi, Achille Perilli, Marino Marini (1990); Ugo Pasini, Emilio Tadini, Remo Bridisi, Gianni Dova (1991); Il teatro dell’arte, Giamaica-arte a Milano-1946/1959, Alberto Bardi (1992); Piero Ruggeri, Hermann Albert, Ennio Morlotti, Dino Benucci, Giannetto Fieschi, Floriano Bodini (1993); Emilio Scanavino, Mattia Moreni, Bepi Romagnoni, Aligi Sassu (1994); Forma 1, Lo sguardo narrante, Franco Francese, Biennale d’arte romagnola. Pittura (1995); Giuseppe Guerreschi, Susanne Vehland, Medhat Shafik (1996); Richard Hess, Paola Campidelli, Biennale d’arte romagnola. Scultura e mosaico (1997); Libera mente, Gesine Arps, Angelo Fabbri, Francesco Messina (1998); Alessandro La Motta, Figurazioni al femminile tra la prima e la seconda guerra mondiale, Ugo Nespolo, Biennale d’arte romagnola: Pittura e forografia (1999); Luca Piovaccari, Joe Tilson, Enrico Baj (2000); Lucio Fontana, Digitale-progetto campionamento, Cantiere giovani, Graziano Spinosi (2001); 172 Provincia di Forlì-Cesena Vittorio d’Augusta, Adrian Tranquilli, Cantiere giovani: Pittura, scultura, installazioni (2002); Franco Pozzi / Massimo Pulini, Bruno Munari, Enzo Brunori, Sivano Barducci (2003); Sergio Vacchi, Mario Morigi, Officina Asia (2004). Si deve poi sottolineare l’importanza della Biennale d’Arte Romagnola, sostenuta dalla Banca Popolare di Cesena, Fondazione interna della Banca Popolare dell’Emilia Romagna, che ha sostituito il Premio Cassiano Fenati attivo dal 1960 al 1970; essa è ormai giunta alla quarta nuova edizione, riservando l’esposizione al pubblico di un’ampia selezione di opere di giovani artisti del territorio romagnolo, i cui premi vanno a integrare la Raccolta d’arte della Fondazione che, con il Premio Fenati, aveva acquisito opere di Osvaldo Piraccini, Obes Gazza, Giovanni Cappelli, Concetto Pozzati, Vittorio D’Augusta e Ugo Pasini. Dal 1996 al 1999 la Direzione del Settore cultura di Cesena si è avvalsa anche degli spazi dell’edificio d’archeologia industriale Padiglione ex Arrigoni, sede dello stabilimento Arrigoni nella prima metà del Novecento, dove ha ospitato le mostre collettive Adicere Animos (1996); Officina Italia (1997); Officina Europa (1999). Cesena GALLERIA COMUNALE D’ARTE EX PESCHERIA S E titolarità: Comune di Cesena via Pescheria 23 47023 Cesena (FC) tel. 0547/22472 Ufficio Cultura tel. 0547/355722; fax 0547/355720 [email protected] www.comune.cesena.fc.it Aperta in occasione di mostre temporanee All’interno del restaurato edificio, costruito nel 1767 su progetto dell’architetto Pietro Carlo Borboni e adibito alla vendita del pesce sino agli anni Settanta del XX secolo, è stata inaugurata nel 1992, al termine di un lungo restauro, una nuova sede espositiva cesenate che ha già accolto interessanti mostre d’arte e di fotografia contemporanea, a conferma della vitalità della linea culturale del Centro San Biagio diretto da Ario Franciosi: si ricordano in questa sede le rassegne monografiche di Anton Roca, Roberto Nottoli, Marina Caldari, Gianfranco Ferlisi, Graziano Spinosi, Aristide Gattavecchia, Arnaldo Pomodoro, Nicola Cucchiaro, Francesco Somaini, Gianfranco Giorni, Elio Carnevali, Bruto Pomodoro, Ruudt Wakers, Franco Giuli, Tanino Sedda, Domenico Cancelli, Anny Wernert, Luciano Boschi, Gianfranco Collina, Gabriele Gambuti, Stefania Albertini, Vittorio Brighi, Tonino Gottarelli, Stefano Maltoni, Mario Bertozzi e Franco Palazzo; e le collettive Manzù, Minguzzi, Fabbri; Nanni - Arno’ - Coppola – Gallo; I Poliedrici (A. Ancarani-E. Morelli-S. Saviotti-G. Trivelli); Samori’ / Buell; Officina America e Officina Asia; nonché la rassegna pluriennale dedicata all’arte fotomeccanica Fotografi di scena e il concorso nazionale per fotografi di scena, giunto alla sua settima edizione, CiCiak. Cesena GALLERIA DI VICOLO CESUOLA S E titolarità: Comune di Cesena vicolo Cesuola 2/c Ufficio Cultura 47023 Cesena (FC) tel. 0547/356327; fax 0547/356329 [email protected] www.comune.cesena.fc.it Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30. Chiusa il lunedì 173 Provincia di Forlì-Cesena In pieno centro storico, lungo la recuperata via Cesuola sopra il torrente da cui trae il nome, è stata inaugurata nell’aprile del 2004 la nuova sede espositiva gestita dall’Amministrazione comunale; dopo significativi interventi di riqualificazione dell’area e dello spazioso edificio, cui si collega l’intervento scultoreo di arte pubblica realizzato da Leonardo Lucchi, essa è destinata ad accogliere prevalentemente mostre di artisti che operano nel nostro territorio. La prima mostra è stata dedicata al pittore e poeta cesenate Walter Galli, mentre il secondo evento ha riguardato una sezione di lavori dello scultore Ivan Theimer, nell’ambito della rassegna continuativa Rocche e scultori contemporanei. Tale manifestazione, che ha preso avvio nel 2001 con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, ha avuto come obiettivo la valorizzazione e la promozione della scultura contemporanea nazionale attraverso la sua contestualizzazione all’interno di rocche medievali e rinascimentali sul territorio regionale, come la Fortezza medievale di Castrocaro Terme e Terra del Sole, la Rocca Albornoziana di Forlimpopoli, la Rocca Sforzesca di Imola (cfr. p. 120), la Rocca vescovile di Bertinoro, la Rocca Sforzesca di Riolo Terme (cfr. pp. 166-167), la Rocca Malatestiana di Cesena e il Castello di Monteleone di Roncofreddo. Con la cura di Marisa Zattini hanno sinora esposto le loro opere Richard Hess, Ugo Nespolo, Enrico Baj, Alberto Mingotti, Alex Pinna, Antonio Violetta, Giuseppe Maraniello, Gloria Argelés, Luigi Mainolfi, Floriano Bodini, Bruno Ceccobelli, Massimo Ghiotti e Adriano Bimbi. Cesena GALLERIA DEL LOGGIATO S E titolarità: Comune di Cesena piazza del Popolo 15-16 tel. 0547/355727 Ufficio Cultura tel. 0547/355722; fax 0547/355720 [email protected] www.comune.cesena.fc.it 47023 Cesena (FC) Aperta in occasioni di mostre temporanee, tutti i giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 20.30 alle 22.30; il sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.00. Chiusa il giovedì Nel 2004 è stata riattivata la sede espositiva d’arte contemporanea e fotografica ubicata sotto la loggia del Palazzo comunale e dedicata, in particolare, ai giovani artisti. Il palazzo risale alla metà del XIV secolo, quando il cardinale Albornoz lo volle edificare a fianco della preesistente sede comunale. Riattato sotto il dominio papale, nel corso del XV secolo, la struttura architettonica veniva affrescata nel 1567 da Pietro Giacomo da Forlì e Agostino da Cesena; il loggiato, costruito nel 1523, ospitava inizialmente varie botteghe per il commercio. A metà del XIX secolo il palazzo assunse l’attuale aspetto, cui venne affiancata anche la caserma “Oderlaffi”. Nella Galleria del Loggiato hanno sinora esposto Luca Piccinini, Graziano Bartolini, Sabrina Alessandroni, Hélene Spada, Claudio Irmi e Filippo Santi. Cesena RACCOLTA DELLA CASSA DI RISPARMIO R A titolarità: Cassa di Risparmio di Cesena corso Garibaldi 18 47023 Cesena (FC) tel. 0547/358111; fax 0547/358306 174 Provincia di Forlì-Cesena [email protected] www.carispcesena.it www.fondazionecarispcesena.it Visitabile previa prenotazione negli orari di apertura dell’Istituto bancario Il segmento d’arte contemporanea della Pinacoteca della Cassa di Risparmio cesenate, complessivamente composta da sezioni d’arte antica e moderna, è interamente custodito nell’ottocentesco palazzo che ospita la sede centrale dell’istituto bancario. Si tratta di un patrimonio artistico collezionato per testimoniare lo sviluppo, nel corso dei secoli, della cultura visiva figurativa nazionale e romagnola, che per l’arte del Novecento e del presente è composto da opere di Virgilio Guidi, Raffaele De Grada, Arturo Tosi, Giovanni Cappelli, Osvaldo Piraccini Obes Gazza, Luciano Caldari e Alberto Sughi. Cesenatico RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Cesenatico Palazzo del Municipio via Marino Moretti 3/5 47042 Cesenatico (FC) Palazzo del Turismo via Roma 112 Servizio Cultura tel. 0547/79274-79255; fax 0547/79327 [email protected] www.cesenatico.it/cultura/rarte.asp La Raccolta d’arte del Novecento del Comune di Cesenatico è distribuita in due sedi diverse, Palazzo del Turismo e sale di rappresentanza del Municipio, in attesa di confluire nel futuro Museo della Città, de- stinato all’edificio modernista di via Armellini. Il nucleo iniziale della raccolta si è costituito con la formula dei premi acquisto derivati dal Premio Cesenatico, la cui attività si è svolta dal 1952 al 1956, per poi proseguire, nel corso del tempo, con donazioni dirette da parte degli artisti che si sono avvicendati nelle mostre della sede espositiva Galleria comunale d’arte Leonardo da Vinci di Cesenatico (cfr. scheda seguente). La Raccolta d’arte del Novecento e del presente del Comune romagnolo è formata prevalentemente da artisti astrattisti, informali, concettuali e figurativi, locali e regionali, con alcune presenze anche di livello nazionale: vi sono opere pittoriche, scultoree e grafiche di Enrico Accatino, Ugo Attardi, Giuseppe Banchieri, Vasco Bendini, Simon Benetton, Matteo Bosi, Giancarlo Bugli, Luciano Caldari, Lucio Cangini, Giovanni Cappelli, Bruno Cassinari, Giancarlo Cazzaniga, Mino Ceretti, Carlo Crispini, Raffaele De Grada, Giuseppe De Gregorio, Carmine di Ruggero, Amleto Fabbri, Dario Fo, Manlio Guberti, Giuseppe Guerreschi, Riccardo Licata, Giuseppe Maestri, Pompilio Mandelli, Anacleto Margotti, Bianca Maria Martelli, Gino Meloni, Ennio Morlotti, Ugo Pasini, Enzo Petrillo, Osvaldo Piraccini, Gianni Pisani, Massimo Pulini, Piero Raspi, Riccardo Righini, Ilario Rossi, Giulio Ruffini, Piero Ruggeri, Brunella Saetti, Sergio Saroni, Cesare Scarabelli, Giordano Severi, Raimondo Sirotti, Giacomo Soffiantino, Alberto Sughi, Fortunato Teodorani, Ernesto Treccani, Wladimiro Tulli, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro e Carmelo Zotti. La raccolta sedimentata negli spazi del Pa- 175 Provincia di Forlì-Cesena lazzo del Turismo si è costituita a partire dai primi anni Cinquanta attraverso le edizioni del premio per artisti promosso dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e donazioni varie. La raccolta è prevalentemente composta da opere di grafica e di pittura, tra cui i lavori di Pompilio Mandelli, Osvaldo Piraccini, Riccardo Licata, Luciano Caldari, Tono Zancanaro, Ernesto Treccani, Ilario Rossi, Giulio Ruffini, Ennio Morlotti e Bruno Cassinari. Cesenatico GALLERIA COMUNALE D’ARTE “LEONARDO DA VINCI” S E titolarità: Comune di Cesenatico viale Anita Garibaldi 3 Servizio Cultura 47042 Cesenatico (FC) tel. 0547/79274-79255; fax 0547/79327 [email protected] www.cesenatico.it/cultura/larte/mostre.asp Aperta tutti i giorni dalle 15.30 alle 19.30. Chiusa il lunedì Grande spazio espositivo sito nel pieno centro di Cesenatico, la Galleria Comunale d’Arte si caratterizza come una “kunsthalle” coordinata da Claudio Ceredi e Orlando Piraccini che organizzano l’attività espositiva del centro culturale sull’alternanza di mostre monografiche e collettive di artisti del Novecento e del presente, particolarmente legati agli istituti museali del territorio regionale. La Galleria ha sinora ospitato rassegne dedicate a Matteo Bosi, Massimo Pulini, Cesare Scarabelli, Wladimiro Tulli, Tono Zancanaro, Tonina Gianca, Alan Gattamorta, Mattia Moreni, nonché a opere provenienti da San- ta Sofia (cfr. pp. 184-186), a Bruno Munari e a dipinti e sculture di Remo Brindisi da Lido di Spina (cfr. pp. 146-147); e la mostra Novecento: Maestri storici nel Museo d’arte delle generazioni del ’900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento (cfr. pp. 125-128). Cesenatico TENDE AL MARE m a titolarità: Comune di Cesenatico spiaggia libera di via Andrea Costa 47042 Cesenatico (FC) Servizio Cultura tel. 0547/79274-79255; fax 0547/79327 [email protected] www.comune.cesenatico.fo.it/cultura/cultura/ tende1.asp Ogni anno, in luglio e agosto Si tratta di una manifestazione artistica, a cura di Claudio Ceredi e Orlando Piraccini, volta a promuovere la potenzialità artistica degli studenti delle Accademie di Belle Arti in un luogo assai frequentato turisticamente come la spiaggia. Iniziata nel 1998, la rassegna è giunta alla settima edizione: la sua formula prevede la rivisitazione dell’operato di grandi artisti d’ogni epoca attraverso la personale interpretazione dei giovani pittori che realizzano grandi tele dipinte. Sino ad ora vi hanno partecipato gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e di Brera (cfr. pp. 164-165), cimentandosi in tende dal tema, annualmente, sempre diverso si ricordano: Tende al mare di Dario Fo, di Tinin Mantegazza, di Tono Zancanaro, di Lele Luzzati, nel segno di Leonardo, Omaggio a Bruno Munari e Bagnanti d’autore: La grande pittura del Novecento. 176 Provincia di Forlì-Cesena Forlì PINACOTECA CIVICA - RACCOLTA D’ARTE CONTEMPORANEA M titolarità: Comune di Forlì Palazzo Merenda corso della Repubblica 72 47100 Forlì (FC) tel. 0543/712606-712609 [email protected] www.comune.forli.fo.it/cultura/sdmuseo.asp Aperta da martedì a sabato, dalle 9.00 alle 13.30; il martedì e il giovedì anche dalle 15.00 alle 17.30. Domenica dalle 9.00 alle 13.00. Chiusa il lunedì La Pinacoteca di Forlì nacque in epoca post napoleonica, tra il 1838 e il 1846, per volontà del canonico Brunelli e del Gonfaloniere della città, Pietro Guarini; il primo nucleo di opere sfuggite ai trafugamenti francesi veniva esposto nelle sale del Palazzo della Missione. Nel 1922 la collezione d’arte veniva spostata in Palazzo Merenda dov’è tutt’ora è in attesa di essere trasferita nei nuovi spazi, al primo piano del Complesso Monumentale del San Domenico. Le collezioni della Pinacoteca, composte da opere che vanno dall’età medievale al presente saranno ordinate, tra i due chiostri della nuova residenza, in un percorso cronologico articolato in due branche: l’età antica e moderna e l’epoca contemporanea. La raccolta d’arte del Novecento è formata da alcuni nuclei artistici confluiti attraverso importanti donazioni: il marchese Raniero Paolucci de Calboli ha lasciato lavori di Afolfo Wildt, mentre artisti locali come Carlo Stanghellini, Maceo Casadei, Ettore Nadiani, Piero Angelini, Edgardo Zauli Saiani e Bernardino Boifava hanno direttamente regalato opere loro; il lascito Righini ha con- sentito al museo di avere dipinti di Giorgio Morandi; e Giuseppe Verzocchi donava, nel 1961, la sua importante collezione di dipinti dedicati al tema del lavoro, da lui stesso personalmente commissionata ad artisti invitati a esprimersi sul soggetto indicato, a partire dal 1949. Si tratta di un raro esempio di mecenatismo che vide coinvolti 72 artisti, figurativi, informali e astrattisti, cimentarsi sullo stesso argomento e nello stesso formato della tela (cm 70⫻90), con l’obbligo d’inserire una metafora comune che richiamasse l’azienda di Verzocchi e Ottavio Vittorio De Romano: un mattone refrattario con la sigla dei due soci d’affari. Aderirono a questo incarico Afro, Amerigo Bartoli Natinguerra, Luigi Bartolini, Aldo Bergamini, Ugo Bernasconi, Renato Birolli, Marcello Boccacci, Leonardo Borgese, Pompeo Borra, Giovanni Brancaccio, Gastone Breddo, Anselmo Bucci, Guido Cadorin, Corrado Cagli, Massimo Campigli, Domenico Cantatore,Giuseppe Capogrossi, Felice Carena, Aldo Carpi, Carlo Carrà, Felice Casorati, Bruno Cassinari, Primo Conti, Antonio Corpora, Giorgio de Chirico, Raffaele de Grada, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Francesco de Rocchi, Antonio Donghi, Cesare Fratino, Achille Funi, Bepi Galletti, Luciano Gaspari, Romano Gazzera, Virgilio Guidi, Cipriano Efisio Oppo, Carlo Parmeggiani, Fausto Pirandello, Armando Pizzinato, Enrico Prampolini, Ottone Rosai, Bruno Saetti, Alberto Salietti, Aldo Salvadori, Giuseppe Santomaso, Aligi Sassu, Pio Semenghini, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Orfeo Tamburi, Fiorenzo Tomea, Arturo Tosi, Giulio Turcato, Gianni Vagnetti, Italo Valenti, Emilio Vedova, Mario Velleani Marchi e Umberto Vittorini. Inoltre, numerose opere d’arte so- 177 Provincia di Forlì-Cesena no entrate a far parte della raccolta contemporanea attraverso lo svolgimento, dal secondo dopoguerra in poi, della Biennale d’Arte Romagnola di Forlì, del Premio Forlì e del Premio Campigna (cfr. pp. 184186), come i lavori di Leonida Brunetti, Baldo Guberti, Pio Rossi, Maceo Casadei, Gino Mandonesi, Carlo Dalla Zorza, Lino Bianchi Barriviera, Gianna Nardi Spada, Sonia Micela, Pier Carlo Pantieri, Francesco Verlicchi, Umberto Folli, Giovanni Naglia, Ettore Panighi, Alberto Pacciani, Giordano Viroli, Andrea Raccagni, Claudio Neri, Carmen Silvestroni, Osvaldo Piraccini, Gino Croari, Mauro Maltoni, Renato Degidi, Francesco Taioli, Alfiero Tavanti, Vanni Spazzoli, Carlo Panzavolta, Vittorio Basigli, Sergio Saviotti, Franco Aleotti e Paola Emiliani attraverso la Biennale Romagnola; invece i lavori di Wladimir Velickovic, Piero Ruggeri, Mario Nanni, Giulio Ruffini, Vincenzo Eulisse, Andrea Pagnacco, Sergio Sarri e Francesco Vaccarone, sono stati acquisiti con il Premio Campigna. Forlì ORATORIO DI SAN SEBASTIANO S E titolarità: Comune di Forlì piazza Guido da Montefeltro 47100 Forlì (FC) tel. 0543/21424; fax 0543/712600 [email protected] www.comune.forli.fo.it/cultura /sansebastiano.asp Aperto da martedì a domenica dalle ore 9.30 alle 12.30 Ubicato a fianco del Complesso Monumentale del San Domenico (cfr. scheda precedente) l’Oratorio di San Sebastiano veniva edificato tra il il 1494 e il 1502 dall’architet- to Pace di Maso del Bombace. Struttura architettonica con pianta a croce greca, esso riporta caratteristiche di chiara matrice brunelleschiana e albertiana che, per particolare qualità esecutiva, hanno fatto ipotizzare l’intervento ideativo di Melozzo degli Ambrogi. Originariamente destinato a ospitare la confraternita dei Battuti Bianchi, l’Oratorio diveniva poi sede della confraternita degli Ortolani; chiuso in età napoleonica e utilizzato come fienile, deposito merci e officina, è stato restaurato e poi adibito a sede espositiva di mostre d’arte contemporanea, collettive e personali, valorizzate dallo spazio raffinato e suggestivo. Sono state organizzate le esposizioni Homo Faber e L’Arte generosa; monografiche dedicate a Giorgio Morandi, Francesco Messina, Massimo Sansavini, Carmen Silvestroni, Oliana Spazzoli, Leonardo Pivi, Alessandra Bonoli, Antonio Marchetti, Daniela Carati e Fathi Hassan, Pino Pingitore, Sante Ghinassi, Graziano Spinosi, Carlo Lorenzetti, Velda Ponti; e collettive che hanno fatto meglio conoscere Angelo Fabbri, Maria Grazia Frattini, Jacopo Dalmastri Giugni, Lucio Costanzi, Paolo De Angelis, Luigi Carboni, Ascanio Renda, Massimo Pulini, Graziano Spinosi, Pierluigi Pusole e Leonardo Santoli. Forlì RACCOLTA D’ARTE MODERNA DELLA PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA R A titolarità: Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena Provincia di Forlì-Cesena Assessorato alla Cultura piazza Morgagni 9 47100 Forlì (FC) tel. 0543/714279-714280-714219 [email protected] www.provincia.forlicesena.it/cultura/quadri/default.htm 178 Provincia di Forlì-Cesena L’Amministrazione Provinciale di Forlì e Cesena ha sede in un edificio settecentesco che incorpora una piccola chiesa barocca, forse costruita su progettazione dell’architetto Giuseppe Merenda. La Raccolta d’arte contemporanea è dislocata negli uffici e nelle sale di rappresentanza del prestigioso palazzo. Costituitasi a partire dagli anni Cinquanta, dopo le prime edizioni della Biennale d’Arte Romagnola di Forlì, attiva dal 1951 al 1979 grazie alla volontà dell’Amministrazione e all’impegno dell’artista Gianna Nardi Spada, sì è man mano arricchita grazie a donazioni e acquisti, legati anche al Premio Campigna (cfr. pp. 184-186), ma soprattutto al Premio di pittura Città di Forlì. Centrata prevalentemente sulla valorizzazione dell’arte locale del Novecento, la Raccolta è attualmente formata da circa 300 opere di pittura, scultura e grafica figurativa che rappresentano soggetti paesistici, nature morte, scene di genere, temi sociali e lavorativi, studi di figura e scorci metropolitani; anche se non manca qualche raro esempio di poetica informale. Vi sono opere di Franco Aleotti, Silvio Albertini, Paolo Ancarani, Giorgio Antonioli, Ugo Attardi, Giuseppe Balestra, Eugenio Barbieri, Guerrino Bardeggia, Vittorio Basigli, Umberto Bastia, Antonietta Bellini, Elvio Bernardi, Innocente Biserni, Mario Bocchini, Demos Bonini, Aldo Borgonzoni, Leonida Brunetti, Rezio Buscaroli, Luciano Caldari, Sergio Camporesi, Sergio Camprini, Giovanni Cappelli, Claudio Casadei, Maceo Casadei, Roberto Casadio, Lorenzo Ceregato, Renzo Codognotto, Maurizio Crescioli, Carlo Crispini, Vittorio d’Augusta, Augusto Del Bianco, Armido Della Bartola, Paola Emiliani, Francesco Evangelisti, Giulio Fabbri, Cesare Filippi, Luciano Filippi, Glauco Fiorini, Giovanni Forghieri, Mauro Gardelli, Obes Gazza, Antonio Giosa, Luciano Greggi, Francesco Gurioli, Mario Magnanelli, Mauro Maltoni, Pompilio Mandelli, Gino Meldolesi, Sergio Manfredi, Sigfrido Mannucci, Marco Marzocchi, Achille Medri, Salvatore Migneco, Carlo Minelli, Fausto Minestrini, Vito Montanari, Werter Morigi, Ennio Morlotti, Marcello Muccini, Ettore Nadiani, Gino Navacchia, Pier Claudio Pantieri, Carlo Panzavolta, Riccardo Pellicciotti, Osvaldo Piraccini, Gianfranco Pogni, Alieto Ragazzini, Pompeo Randi, Albino Reggiori, Italo Riciputi, Giorgio Rinaldini, Secondo Rossi, Paolo Ruffilli, Giulio Ruffini, Duilio Santarini, Aligi Sassu, Sergio Saviotti, Pier Franco Sbaragli, Luigi Servolini, Giovanni Sesto Menghi, Carmen Silvestroni, Emilio Spada, Gianna Nardi, Giorgio Spada, Alberto Sughi, Nino Tapparo, Romolo Tassinari, Vito Tongiani, Ernesto Treccani, Irene Ugolini Zoli, Sebrino Vignuzzi, Roberto Viroli, Miro Wladi e Sergio Zoli. Dalla raccolta sono state selezionate diverse opere che hanno dato corpo alla mostra itinerante Quadri in Provincia. Forlì MOSTRA PERMANENTE FRANCESCO OLIVUCCI C titolarità: Comune di Forlì Casa Saffi via Albicini 25 47100 Forlì (FC) tel. 0543/28999 [email protected] Aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.00. Chiuso il mese di agosto, nelle festività e il 4 febbraio La sede dell’esposizione permanente di opere grafiche, centrate sui temi della Resistenza, dell’artista figurativo forlivese Francesco Oli- 179 Provincia di Forlì-Cesena vucci (1899-1985) è l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì–Cesena, ospitato, a sua volta, nel palazzo natio dello scrittore politico patriota Aurelio Saffi. Allestito a seguito della donazione effettuata dall’artista all’Amministrazione comunale, a metà degli anni Settanta, il museo è stato compiutamente ordinato nel 1999, l’anno in cui i 60 esemplari d’incisioni e xilografie di Olivucci sono stati collegati a un ricco itinerario didattico sulle tematiche antifasciste, della lotta partigiana e dei dolorosi anni della seconda guerra mondiale. Forlì PALAZZO ALBERTINI S E titolarità: Comune di Forlì piazza Saffi 50 47100 Forlì (FC) tel. 0543/24184 [email protected] www.comune.forli.fo.it/cultura/albertini.asp Aperto da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Chiuso il lunedì grande mostra sulla scultura di Adolfo Wildt e Biblioteca dipinta, con i quadri di Miria Melandri. Nel 2003 è stata organizzata, nelle sale del palazzo, la rassegna Dovadola invita la Romagna promossa dall’Associazione Artisti Dovadolesi e realizzata nell’ambito del quinquennale progetto di promozione degli artisti romagnoli di Forlì, Faenza, Cesena, Ravenna, Rimini e Dovadola, le cui opere sono state anche esposte, in precedenza, nelle sale del settecentesco Oratorio di Sant’Antonio di Dovadola, luogo adibito occasionalmente a manifestazioni musicali e artistiche. A Palazzo Albertini viene espletato il Premio Carmen Silvestroni, giunto nel 2004 alla sua terza edizione, volto alla valorizzazione e promozione dei giovani artisti dell’EmiliaRomagna con meno di 35 anni. Alcuni critici di fama della regione hanno il compito d’indicare sei artisti, le cui opere vengono selezionate da un’altra giuria rappresentativa di autorevoli istituzioni, come il MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo), Accademie e Università; quest’anno ha vinto l’artista Sissi. L’edificio rinascimentale, eretto tra la fine del Forlì XV e l’inizio del XVI secolo per volere degli CONTEMPORANEA FIERA D’ARTE S F titolarità: Forlì Fiera speziali Albertini da architetto ignoto, è sta- Quartiere Fieristico to più volte restaurato nel rispetto dei raffi- via Punta di Ferro 2 nati materiali con cui è stato originariamen- tel. 0543/798283; fax 0543/794357 te costruito, pietra d’istria e cotto locale, e [email protected] www.fieracontemporanea.it dell’ordine corinzio che lo scandisce. Attualmente sede di varie manifestazioni cul- 47100 Forlì (FC) turali ed esposizioni temporanee, in particola- Nei giorni d’apertura, da venerdì a domenica, dalle re fotografiche, Palazzo Albertini ha ospitato, 10.00 alle 20.00; lunedì dalle 10.00 alle 13.00 nell’ambito dell’arte contemporanea, le mostre I colori della luce, meritevole iniziativa che ha Contemporanea è una fiera d’arte annuale, accentrato l’attenzione sulla spiritualità inven- organizzata da Coinè srl, che oltre a offrire tiva dei detenuti, D’Alonzo, Petrucci, Nenè, la uno spazio espositivo alle gallerie private na- 180 Provincia di Forlì-Cesena zionali d’arte contemporanea si avvale della consulenza di Orlando Piraccini, dell’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, per l’organizzazione di eventi espositivi collaterali. Sin dal 2000 la fiera si è distinta per una sezione particolare dedicata alla scultura dove, di anno in anno, hanno esposto le loro opere artisti del territorio locale e nazionale, unitamente ad artisti internazionali, mentre erano realizzate altre esposizioni che hanno messo in rilievo sia il singolo operato di artisti come Bruno Ceccobelli, Cesare Peverelli, Osvaldo Piraccini, Giampiero Podestà, Concetto Pozzati e Gianfranco Ferroni, o hanno dato conto dello stato d’incremento patrimoniale d’arte contemporanea compiuto dagli istituti museali della Provincia di Forlì e Cesena; tutte esposizioni arricchite con dibattiti e convegni mirati alla riflessione sulle politiche culturali adottate dalle realtà isituzionali romagnole nei confronti della contemporaneità. Forlì ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A titolarità: Comune di Forlì Unità Operativa Giovani via Caterina Sforza 16 47100 Forlì (FC) tel. 0543/712382; fax 0543/712393 [email protected] www.comune.forli.fo.it/contenuti/upg/ L’Archivio Giovani Artisti di Forlì è nato nel 1989 con l’intento di essere centro di raccolta e informazione di dati riguardanti l’attività creativa e professionale dei giovani artisti della città romagnola, d’età compresa tra i 18 e i 35 anni. L’intento istituzionale è appunto la documentazione del loro lavoro, l’offerta di servizi e l’or- ganizzazione di azioni formative e promozionali per le discipline artistiche e performative, nei settori delle arti visuali, nella musica, moda, teatro, danza, letteratura, design, cinema, video, grafica, illustrazione e fumetto. Collegato al G.A.I. (Giovani Artisti Italiani) e membro del coordinamento regionale GA/ER, l’Archivio studia anche occasioni per l’ampliamento della conoscenza artistica dei giovani, a livello nazionale e internazionale, attraverso eventi espositivi che favoriscano lo scambio d’esperienze e di ricerca, tenendo conto anche degli aspetti indotti dal collezionismo e dal mercato attento al contemporaneo. Forlimpopoli RACCOLTA COMUNALE R A titolarità: Comune di Forlimpopoli Municipio piazza Fratti 2 47034 Forlimpopoli (FC) tel. 0543/749111; fax 0543/749247 Ufficio Cultura tel. 0543/749234 [email protected] www.comune.forlimpopoli.fc.it La Raccolta d’arte inventariata, ma che non ha ancora trovato una collocazione unitaria e fruibile pubblicamente, si trova negli spazi del Municipio che ha sede nella medievale Rocca. Costruita sulla preesistenza della vecchia cattedrale, nella seconda metà del XIV secolo, l’architettura fortilizia ebbe, nel corso dei secoli, diversi proprietari e successive modificazioni strutturali; riattata nella seconda metà degli anni Settanta del Novecento, la Rocca mantiene la sua mole, a pianta quadrangolare, con le quattro torri ai lati e il bastione d’ingresso e all’interno dell’ala nord ospita gli uffici dell’Amministrazione 181 Provincia di Forlì-Cesena comunale, a est il Museo Archeologico e a sud il Centro Culturale Polivalente. Le opere d’arte del Novecento, acquisite attraverso manifestazioni indirizzate a promuovere la cultura figurativa locale, sono composte da alcune decine di lavori tra cui spiccano quelli di Nevio Bedeschi, Mario Bocchini, Maceo Casadei, Silvano Barducci e Giorgio Spada. Gambettola RACCOLTA COMUNALE R A titolarità: Comune di Gambettola Palazzo Comunale piazza II Risorgimento 6 47035 Gambettola (FC) tel. 0547/45338 [email protected] www.comune.gambettola.fc.it Nell’atrio del Palazzo Comunale di Gambettola, costruito nel 1913, sono conservate e visibili al pubblico opere di artisti contemporanei, prevalentemente originari del luogo, i cui lavori sono stati acquisiti in seguito a rassegne espositive; si ricordano le testimonianze visuali di Pino Pandolfini, Luciano Canducci, Raffaele Ermeti e Pietro Severi. Longiano FONDAZIONE “TITO BALESTRA” M titolarità: Fondazione “Tito Balestra” O.n.l.u.s. Castello Malatestiano piazza Malatestiana 1 47020 Longiano (FC) tel. 0547/665850-665420; fax 0547/667007 [email protected] www.romagna.net/fondazionebalestra http://fondazione.longiano.info/ Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Chiusa il lunedì Riconosciuta ufficialmente nel 1989 e attiva dal 1991, la Fondazione Tito Balestra nasce sulla base della donazione di 2.185 opere, dipinti, sculture e grafica, effettuata dalla vedova del poeta novecentesco, Anna Maria De Agazio, all’Amministrazione comunale di Longiano. Esposta per la prima volta nel 1982 in una sala comunale, la collezione Balestra ha trovato sede nel Castello Malatestiano le cui origini longobarde risalgono a prima della metà del Mille per poi divenire residenza dei Malatesta dal 1295 al 1462 e quindi passare di proprietà del Pontefice, che lo concedeva in feudo ai conti Rangoni di Modena sino al 1531; in seguito rimase alla Chiesa per poi esserle espropriato durante il regno napoleonico. Dopo l’Unità d’Italia, il castello veniva restaurato e decorato, nella Sala dell’Arengo e in quelle adiacenti, da Giovanni Canepa e Girolamo Bellani e la sua imponente struttura difensiva accoglieva, nel corso della seconda guerra mondiale, gli sfollati sotto i suoi ospitali cunicoli. Curata da Flaminio Balestra, la Fondazione opera con l’obiettivo di studio e divulgazione della conoscenza delle arti visuali contemporanee e il loro costante incremento, soprattutto della grafica di cui possiede un cospicuo patrimonio, attraverso l’esposizione permanente, mostre temporanee ed eventi connessi a donazioni e nuove acquisizioni. Il percorso espositivo del museo si snoda sui piani del castello, dal primo al terzo, dove si trovano, divisi per sezioni, i lavori di Luciano Bartolini, Massimo Campigli, Pietro Consagra, Filippo de Pisis, Riccardo Francalancia, Renato Guttuso, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo Manzù, Marino Marini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Antonello Trombadori, Antonio Vangelli, Alberto Sughi, Ottone Rosai, 182 Provincia di Forlì-Cesena Ennio Morlotti, Giorgio Morandi, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro, Francisco Goya y Lucientes, Marc Chagall, Oscar Kokoscha, Fernand Léger, Henry Matisse, Georges Rouault, Cy Twombly; nonché possiede un’importante raccolta di 1.800 oli e opere grafiche di Mino Maccari. Al piano seminterrato si svolge l’attività espositiva temporanea della Fondazione, di cui si ricorda la rassegna annuale d’arte, musica e poesia Sagge sono le muse, le mostre Cuba la isla grande: Arte società e cultura; Antonio Vangelli: Opere dal 1946 al 1997; Vanitas vanitatum, & omnia vanita: Il tema della vanità nella pittura e nella scultura italiana contemporanea; Incisioni di Mino Maccari per “Il Selvaggio” 1924-1943; Renzo Vespignani: Disegni e incisioni all’acquaforte 1943-1983; Lalla Romano Pittura Disegni Manoscritti e Documenti, le monografiche dedicate a Ilario Fioravanti: Ottanta incisioni, Compianto sul Cristo, Sculture Disegni incisioni 1973-1998, la grande retrospettiva sull’esperienza critica e artistica di Francesco, Gaetano e Rosalba Arcangeli e la sempre rinnovata memoria, attraveso varie iniziative, del poeta Tito Balestra. Orsini ove ora sono insediati alcuni uffici dell’Amministrazione locale tra cui la Biblioteca e il Centro Culturale Polivalente, è collocata la Raccolta d’arte del Comune formatasi attraverso le donazioni di artisti, l’espletamento del Premio Versari e l’attività espositiva organizzata presso l’Oratorio del Santissimo Crocefisso (cfr. scheda successiva) all’interno dell’Ospedale Vecchio. L’arte del Novecento è rappresentata da artisti operanti nella cultura figurativa del versante tosco-romagnolo, con qualche presenza emiliana, come Aldo Borgonzoni, Maceo Casadei, Osvaldo Piraccini, Enzo Bellini, Dino Benucci, Werter Morigi, Giorgio Spada e Ugo Pasini. Meldola CHIESINA DELL’EX OSPEDALE S E titolarità: Comune di Meldola via Cavour 60 47014 Meldola (FC) Ufficio Cultura tel. 0543/499411; fax 0543/490862 [email protected] www.comune.meldola.fo.it m p Aperta in occasione di mostre temporanee Meldola RACCOLTA COMUNALE R A titolarità: Comune di Meldola Palazzo Comunale piazza Felice Orsini 29 47014 Meldola (FC) tel. 0543/499411; fax 0543/490862 [email protected] www.comune.meldola.fo.it La chiesina dell’ex Ospedale, conosciuta anche come Oratorio del Santissimo Crocefisso (cfr. scheda precedente), è sita all’interno dell’Ospedale Vecchio ed è gestita dall’Amministrazione comunale come sede espositiva per mostre di pittura e fotografia organizzate da associazioni e artisti che ne fanno richiesta. Nell’edificio municipale, attiguo al settecen- In questo luogo l’Accademia degli Imperfettesco Palazzo Doria Pamphili, residenza del- ti, in collaborazione con l’Assessorato alla la casata omonima e casa natale di Felice Cultura di Meldola, organizza la mostra del 183 Provincia di Forlì-Cesena vincitore del Premio Maria Giuditta Versari, manifestazione annuale giunta alla settima edizione e rivolta alla promozione della creatività artistica locale selezionata da critici ed esperti; una sala dedicata ai dipinti di Nella Versari è allestita nel Palazzo Doria Pamphili di Meldola. Nel corso dell’anno 2004 hanno esposto nella chiesina gli artisti Mario Rivalta, Silvia Cimatti, Cesare Siboni, Aldo Aprile e Lucia Gennaretti. Modigliana PINACOTECA COMUNALE “SILVESTRO LEGA” M titolarità: Comune di Modigliana 47015 Modigliana (FC) tel.0546/941019-941431 [email protected] www.comune.modigliana.fc.it Aperta tutte le domeniche dalle 15.00 alle 19.00 Inaugurata nel 1999, la Pinacoteca Comunale “Silvestro Lega” ha avuto una gestazione durata quarant’anni, ossia da quando Michele Campana donò, nel 1959, il primo nucleo di opere all’Amministrazione comunale affinché si desse avvio a un museo rappresentativo dell’arte dell’Ottocento e del Novecento, d’area tosco-emiliano romagnola, intestato al pittore macchiaiolo originario di Modigliana. La ricerca di una struttura architettonica idonea ha rallentato il progetto, che poi ha trovato felice concretizzazione nelle sale del medievale Palazzo Pretorio. Sede, sin dal 1374, del Podestà e del Pretore fiorentino, allora amministratore del paese, l’edificio presentava caratteristiche architettoniche gotiche, riattate nell’attuale forma a causa dei numerosi terremoti e nel 1896 veniva ampliato lateralmente. La collezione si compone di quattro grandi sezioni: la prima dedicata ai dipinti di Silvestro Lega, la seconda formata dalle opere figurative, di stile postimpressionista o di tradizione “strapaese”, donate da Michele Campana, la terza propone le avanguardie del secondo dopoguerra con lavori dell’Espressionismo astratto, della Op Art e dell’Astrattismo geometrico, entrati grazie al Premio Silvestro Lega, attivo dal 1959 al 1967 e dal 1975 al 1980; e l’ultima sezione è la somma di numerose donazioni e acquisizioni diversificate e in prevalenza riferite ad esempi artistici locali. Fanno parte della collezione d’arte del XX secolo quadri, disegni e incisioni di Tito Livio Macrini, Gino Romiti, Giulio Gherarducci, Romano Morando, Adelindo Tassi, Giovan Battista Crema, Francesco Bansi, Antonio Pietro Manca, Bruno Migliorini, Dino Sergio Chesini, Marco Guido Dal Monte, Giovanni Molteni, Domenico Rambelli, Gino Barbieri, Domenico Baccarini, Enrico Ludolf Verworner, Giovanni Malesci, Krimer (Cristoforo Mercati), Vincenzo Stagnani, Engel Pierini, Eduardo Gordigiani, Pietro Senno, Giovanni Pellis, Aldo Fortunati, Maria Baccio Bacci, Guglielmo Micheli, Luigi Varoli, Orazio Toschi, Igino Tuniz, Giovanni Sircana, Bruno Ricchi, Oreste Zuccoli, Umberto Cocci, Tommaso Della Volpe, Bruno Minucci, Tarcisio Cardinali, Giorgio Bossola, Alberto Caligiani, Giuseppe Golfieri, Eduardo Gordigiani, Anacleto Margotti, Armando Spadini, Pietro Dossola, Carmelo Floris, Giovanni Costetti, Giuseppe Fraschetti, Vincenzo Stagnani, Carlo Servolini, Bruno Pruno, Nevio Bedeschi, Pier Luigi Ponteri, Piero Ricci, Remo Gordigiani, Giovanni Gurioli, Sonia Micela, Miria Malandri, Vincenzo Stagnani, Maceo Casadei, Gino 184 Provincia di Forlì-Cesena Mandolesi, Francesco Nonni, Riccardo Guarnieri, Fortunato Celli, Ugo Pierotti, Rina Ferri, Giorgio Bossola, Emanuele Cappello, Vittorio Tremante, Valentino Ghiglia, Mina Angelini, Vincenzo Sommaruga, Nerino Tassoni, Guido Codagnone, Gianna Spagna Nardi, Alfonsina Poggialini, Carmelo Zotti, Giovanni Fabbri, Irene Ugolini Zoli, Sergio Sasso, Concetto Pozzati, Getulio Alviani, Sergio Saviotti, Alfiero Tavanti, Giulio Ruffini, Romano Campagnoli, Mario Nanni, Paolo Patelli, Plinio Mesciulam, Giorgio Bellandi, Leonardo Poggiolini, Umberto Zannoni, Giulio Turci, Sergio Cicognani, Mario Bocchini, Vincenzo Stagnani, Nevio Bedeschi, Attilio Bragaglia, Aldo Pazzagli, Enzo Bongiovanni, Adriana Biondi, Augusto Zoboli, Antonio Bazzotti e Piero Bertolini. Predappio CASA NATALE MUSSOLINI S E titolarità: Comune di Predappio via Varano Costa 47016 Predappio (FC) tel. 0543/927138; fax 0543/923417 [email protected] www.comune.predappio.fo.it Aperta in luglio e agosto dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.30; in aprile, maggio, giugno e settembre il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00 Casa natale Mussolini è un centro espositivo dedicato alla cultura del Novecento ubicato nella casa in cui nacque Benito Mussolini. Si tratta di un edificio in sasso della fine dell’Ottocento, tipica architettura popolare romagnola, restaurato recentemente e, dal 1999, attivo come sede di mostre. Gli eventi che sono stati sinora organizzati in- tendono approfondire la conoscenza di aspetti della vita artistica e culturale che si rifanno, in vari modi, al ventennio mussoliniano, come le esposizioni tematiche Romagna del duce in cartolina; Città progettata; Arte per il consenso; Sport e arte; Bibendum 1900-1950: Il gesto del bere nell’arte del Novecento e Il volo, l’arte, il mito: Aerei, piloti e costruttori nell’arte del primo Novecento. Santa Sofia GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA “VERO STOPPIONI” M m p P A titolarità: Comune di Santa Sofia viale Roma 5/A 47018 Santa Sofia (FC) Centro Culturale di Santa Sofia di Romagna tel. 0543/974551-972123-972551; fax 0543/970345 [email protected] www.comune.santa-sofia.fo.it Aperta da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. In inverno, la Galleria apre da martedì a domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00 La Galleria d’Arte Contemporanea di Santa Sofia è stata inaugurata nel 1990, sulla scorta di un’attività artistica cresciuta nelle edizioni annuali del Premio Campigna, nato nel 1955 per volontà dell’Amministrazione comunale e con le idee e l’inesauribile impegno dell’insegnante Vero Stoppioni, cui è stato dedicato il museo. Il premio Campigna nacque nell’immediato secondo dopoguerra, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, un periodo che vide la parabola dei premi artistici locali e il farsi di interessanti esperienze culturali fra tradizione e innovazione. 185 Provincia di Forlì-Cesena Le prime edizioni della manifestazione furono prettamente locali, mentre dal 1958 al 1966 la proposta diventava di carattere estemporaneo, con l’invito agli artisti ad eseguire i propri dipinti en plein air, all’interno della foresta abetina di Campigna, ispirandosi a temi paesistici e ambientali. Sono gli anni in cui la corrente figurativa neorealista sembrava prevalere su qualsiasi altra e al premio veniva abbinata una mostra monografica che approfondiva un percorso artistico, di volta in volta, diverso. Ma è proprio dal ’66 che l’evento iniziava a crescere culturalmente e qualitativamente con l’arrivo di personalità del mondo dell’arte, invitate da Stoppioni, come Luigi Carluccio, Giuseppe Raimondi e Francesco Arcangeli; e sarà proprio quest’ultimo ad aprire Santa Sofia alle testimonianze visive delle ricerche artistiche più attuali del territorio, come l’informale ultimo naturalismo, l’Astrattismo concreto e la Pop Art. Dal 1967 il concorso diventava più selettivo e l’organizzazione passava dalla libera partecipazione alla formula dell’invito ad artisti e critici affermati come Enrico Crispolti, Marco Valsecchi, Mario De Micheli, Andrea Emiliani, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Concetto Pozzati, Lucio Saffaro, Giannetto Fieschi, Umberto Mariani, Giovanni Korompay e Sergio Vacchi. La rassegna a tema rimaneva, comunque, la caratteristica del Premio Campigna, unitamente alla finalità di un rapporto diretto e osmotico tra le foreste Casentinesi e l’ispirazione artistica degli artisti invitati, nonché l’occasione di dibattito sullo stato dell’arte della contemporaneità. Dal 1975 sono presenti in giuria e come curatori della mostra annuale anche Claudio Spadoni, Adriano Baccilieri e Pier Giovanni Castagnoli che portano a Santa Sofia artisti come Franco France- se, Fabrizio Plessi e Roberto Ruggeri. Gli anni Ottanta, contrassegnati dalla cultura postmoderna, vedono portare da Renato Barilli le ultime ricerche figurative dei Nuovi-Nuovi, che affiancano gli artisti di generazione precedente: il premio viene organizzato da Barilli, Spadoni e Enzo Di Martino in un programma triennale di tre rassegne tematiche legate ai generi artistici più tradizionali, riletti nella chiave mobile della contemporaneità, come l’auto/ritratto, il paesaggio e la natura morta dove espongono Mattia Moreni, Enzo Brunori, Piero Guccione, Giosetta Fioroni, Giulio Turcato, Bruno Benuzzi, Vittorio D’Augusta e Piero Manai. Nel 1985 si avvia un nuovo progetto triennale a soggetto, dal titolo Tempo e identità e curato da Spadoni, Baccilieri e Crispolti; nello stesso anno l’artista Mattia Moreni, dal 1970 profondamente legato al luogo tanto da diventarne residente e assiduamente attivo nel Premio, dona a Santa Sofia la summa della sua ricerca artistica, La mistura, scultura polimaterica, metafora della totale regressione dell’essere umano e della sua decadenza, mentre nel corso degli anni successivi egli lascia al Comune, per la Galleria, un cospicuo numero di suoi lavori. Le collezioni della Galleria, curate per alcuni anni da Fabio Cavallucci e ora da Veruska Eneidi, sono composte da opere di Eugéne Berman, Giovanni Korompay, Arturo Bonfanti, Tino Pelloni, Giuseppe Gagliardi, Anacleto Margotti, Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Mattia Moreni, Andrea Raccagni, Enzo Brunori, Germano Sartelli, Piero Ruggeri, Sergio Vacchi, Giannetto Fieschi, Franco Francese, Giovanni Cappelli, Alberto Sughi, Carlo Leoni, Francesco Somaini, Carlo Zauli, Renata Boero, Giosetta Fioroni, Nato Frascà, Piero Guccione, Umberto Mariani, 186 Provincia di Forlì-Cesena Irvin Petlin, Osvaldo Piraccini, Concetto Pozzati, Lucio Saffaro, Giacomo Soffiantino, Bruno Benuzzi, Maurizio Cosua, Vittorio D’Augusta, Giuseppe Del Franco, Enzo Esposito, Riccardo Lumaca, Piero Manai, Andrea Nelli, Giorgio Pagano, Fabrizio Plessi, Cristina Roncati, Giangiacomo Spadari, Luigi Viola; e, d’ambito romagnolo, da dipinti di Giovanni Marchini, Carlo Crispini, Maceo Casadei, Innocente Biserni, Luciano Greggi ed Enzo Bellini. Renato Barilli e Claudio Spadoni segnano un nuovo corso del Premio Campigna dal 1992, anno in cui inizia la realizzazione del Parco di sculture all’aperto della valle del Bidente che parte dal centro di Santa Sofia e arriva a Capaccio, con opere d’arte ambientale quale metafora del complesso rapporto tra l’uomo e la natura. Sono intervenuti sul territorio gli artisti Nicola Carrino, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci, Anne e Patrick Poirier, Francesco Somaini, Mauro Staccioli e Hidetoshi Nagasawa. Dal 2002 la cura del premio e la direzione artistica della Galleria sono di Adriano Baccilieri che ha individuato due linee di programma triennale su cui sviluppare il premio: promozione dei giovani, in questo ambito ha organizzato la mostra dedicata agli artisti Overture Under 30, e omaggi retrospettivi a figure artistiche significative del Novecento, cui ha dedicato la mostra Guidi autre. Savignano sul Rubicone EX PESCHERIA. GALLERIA DELL’IMMAGINE S E A m p titolarità: Comune di Savignano sul Rubicone corso Vendemini 51 47039 Savignano sul Rubicone (FC) Ufficio Cultura tel. 0541/809676 [email protected] www.comune.savignano-sul-rubicone.fo.it Aperto in occasione di mostre Si tratta degli spazi ricavati dal complesso architettonico della fine del Settecento che ospitava la Vecchia Pescheria. Recentemente restaurati, essi sono ora adibiti a sede espositiva, nel pieno centro della cittadina, culturalmente assai attiva con la vicina Accademia dei Filopatridi, la cui collezione d’opere d’arte del Novecento è formata da opere di Maceo Casadei, Rezio Buscaroli, Giovanni Sesto, Giuseppe Manghi, Alberto Salietti, Federico Moroni, Giannetto Malmerendi e Antonio Saliola, e il Centro Culturale di Palazzo Vendemini. La Galleria dell’Immagine, oltre che luogo espositivo, è destinato a incrementare la sua attività come archivio delle immagini e biblioteca specializzata nelle arti visive, caratterizzate con un cospicuo patrimonio della fotografia d’autore costituitosi in seguito alle tredici edizioni di Portfolio in Piazza, organizzate dal Comune, dal Circolo fotografico e dall’Associazione Cultura e Immagine. La manifestazione annuale, coordinata da Paola Sorbero, prevede tre giorni in cui Savignano diventa il centro della fotografia d’arte attraverso un ricco carnet d’iniziative con letture pubbliche, tavole rotonde, incontri su tecniche creative, presentazioni d’editoria specializzata e mostre, ospitate anche nella Galleria dell’Immagine, come la collettiva àc-qua, la monografica di Stefano De Luigi e il Premio Festival Foto Portfolio 2002. La rassegna fotografica Portfolio, oltre al premio del festival, prevede altri riconoscimenti per i fotografi le cui opere sono selezionate da una giuria specializzata. 187 Provincia di Rimini Cattolica GALLERIA COMUNALE SANTA CROCE S E titolarità: Comune di Cattolica via Pascoli 21 47841 Cattolica (RN) tel. 0541/967802; fax 0541/967803 Centro Culturale Polivalente tel. 0541/966603 [email protected] www.cattolica.net/cultura Aperta in occasione di mostre Situata nel cuore dell’antico centro della città, la Galleria Comunale Santa Croce è strettamente collegata al Centro Culturale Polivalente, realizzato su progetto di Pier Luigi Cervellati, e adibita a sede espositiva. Si tratta di spazi ricavati all’interno di un ex oratorio, della fine del XVII secolo, di cui è conservata l’originale facciata, situati accanto all’Ospedale dei Pellegrini. L’attività espositiva della Galleria è iniziata nel 1980, articolandosi in mostre non solo a carattere artistico, ma anche documentario degli aspetti archeologici e ambientali del territorio. Le manifestazioni d’arte contemporanea sono state particolarmente volte a promuovere le espressioni poetiche dell’area romagnolo-marchigiana, di cui il Centro detiene una Raccolta d’arte, parzialmente collocata negli uffici della residenza municipale, cui si aggiungono esemplari di grafica acquisiti attraverso la Prima Biennale della Grafica, svoltasi a Cattolica nel 1984, e oggetti tratti dalla rassegna di prototipi per il design “balneare”, cui hanno partecipato architetti come Ugo La Pietra, Ugo Liberi e Paolo Vandelli. Si ricordano in questa sede alcune mostre degli ultimi anni dedicate a Walter Albini, Francesco Anemoni, Fortunato Teodorani, Pietro Lenzini, Mara Verni, Emilio Filippini, Stefano Ronci, Giovanni Toccafondo, Sara Guberti e Stefano Tampieri e le collettive Luogo Comune, con lavori di Gianni Gori, Flavio Marchetti e Piero Delucca; e l’esposizione Visitati dai sogni, con opere di Gesine Arps, Claudio Balestracci, Francesca Carta e Davide Dall’Osso, più che mai all’insegna di una visività letteraria. Montefiore Conca ROCCA MALATESTIANA S E m p titolarità: Comune di Montefiore Conca Municipio via Roma 3 47834 Montefiore Conca (RN) tel. 0541/980035; fax 0541/980206 [email protected] www. comune.montefiore-conca.rn.it Aperta da aprile a ottobre la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30; da maggio a settembre, tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00; luglio e agosto, tutti i giorni, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30 Edificata dai Malatesta a metà del XIV secolo, la Rocca fu casa natale di Galeotto Novello Malatesta; abitata anche da Sigismondo Malatesta, nel XV secolo, essa divenne centro vivo di espansione culturale e urbanistica del riminese. Decaduta la dinastia malatestiana, la Rocca passò a vari proprietari tra cui i Borgia, la Repubblica di Venezia e Costantino Commeno, principe di Macedonia; divenne patrimonio dello Stato Pontificio, della Repubblica Cisalpina e infine proprietà pubblica. Fortezza affrescata da Jacopo Avanzi, con scene di battaglia e altri soggetti laici, la Rocca ha mantenuto la sua originaria struttura ed è attualmente adibita a sede espositiva dove 188 Provincia di Rimini sono state organizzate diverse mostre d’arte contemporanea per i giovani artisti delle Accademie di Belle Arti del territorio, come quella d’Urbino, l’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna (cfr. p. 164-165). Si ricordano le esposizioni Scultura e immagine fotografica: la tridimensionalità dispiegata; Lulz Brockhaus – Udo Grabow; Dietro l’angolo/Beyond the edge; Frontiere; 110 e lode; Alcaline; Ipertesi e Lune parlanti, collettiva con presenze artistiche interdisciplinari come Donald Baechler, Domenico Bianchi, Carlos Ceci, Gino De Dominicis, Federico Fellini, Emilio Tadini e Cesare Zavattini. A Montefiore Conca si tiene il Concorso Internazionale di scultura “La Giovane Scultura” organizzato dall’Associazione Culturale Montemaggiore Arte e presieduta dallo scultore Umberto Corsucci, giunta alla quinta edizione. Essa consiste in una selezione, esposta al pubblico, di bozzetti di opere plastiche di giovani scultori da realizzarsi nell’area di Montemaggiore, ex cava Cesar, per incrementare il Parco di sculture all’aperto di Montemaggiore dove, attualmente, sono presenti i lavori di Umberto Corsucci, Ghenty Tavanhxiu, Valentino Giampaoli e, in corso di realizzazione, le opere di Guido Pettenò e Rita Mancini. Riccione GALLERIA D’ARTE MODERNA DI VILLA FRANCESCHI M S E m p titolarità: Comune di Riccione Comune di Riccione 47838 Riccione (RN) viale Vittorio Emanuele II tel. 0541/608111 [email protected] www.villafranceschi.it Ancora in fase di allestimento, si prevede che l’inaugurazione della Galleria d’Arte Moderna di Riccione sia nella nuova sede di Villa Franceschi, un villino balneare in stile Liberty costruito nei primi anni Venti dall’omonima famiglia di Bologna e, attualmente, in fase di restauro. Il nuovo istituto museale ospiterà la Raccolta Comunale d’Arte, composta dal patrimonio artistico formatosi nella stagione dei premi, nei due decenni successivi al secondo dopoguerra, e dalle donazioni Franceschi e Casadei; inoltre dalla ‘Collezione Arcangeli’, di proprietà della Raccolta d’Arte della Regione Emilia-Romagna (cfr. pp. 96-97) dal 1973. Saranno fruibili al pubblico dipinti, sculture, disegni ed esemplari grafici delle poetiche figurative, in particolare della Romagna, dell’arte contemporanea storica e attuale con lavori di Giancarlo Balzani, Enzo Anginoni, Maceo Casadei, Roberto Sebastian Matta, Amleto Montevecchi, Franco Fiorucci, Carlo Crispini, Guido Fabbri, Guerrino Bardeggia, Giorgio Bastianelli, Nildo Breviglieri, Romano Buratti, Walter Faraoni, Mario Magnanelli, Nello Pari, Giacomo Pastore, Auguso Montevecchi, Armido Della Bartola, Guido Di Carlo, Aldo Astolfi, Boris Bonomi, Miksic Jusa, Rodolfo Pantaleoni, Ugo Rassati, Guido Roveri, Paolo Tommaselli, Sante Arduini, Federico Moroni, Nello Leonardi, Leonardo Castellani, Gino Mandolesi, Giovanni Omiccioli, Giò Pomodoro, Alberto Sughi, Giulio Turci, Luigi Veronesi, Virgilio Guidi, Vasco Bendini, Vincenzo Satta, Sergio Vacchi, Pompilio Mandelli, Giuseppe De Gregorio, Giovanni Romagnoli, Giulio Ruffini, Bruno Saetti, Mattia Moreni, Ervardo Fioravanti, Tino Repetto, Vittorio Tavernari, Maurizio Bottarelli, Bruno Pulga, Nanni Tedeschi, Emilio Vedova, Nino Corazza, Luciano Minguzzi, Gino Gandini, Rezio Buscaroli, 189 Provincia di Rimini Cristina Roncati, Giovanni Poggeschi, Giovanni Korompay, Farpi Vignoli, Mario Nanni, Andrea Raccagni, Giannetto Fieschi, Carlo Corsi, Giovanni Ciangottini, Rosalba (Bianca Arcangeli), Renato Birolli, Gian Franco Fasce, Piero Ruggeri, Emilio Greco, Renzo Pasqualini, Angelo Biancini, Ennio Morlotti, Piero Giunni, Giuseppe Gagliardi, Vittorio Mascalchi, Tino Pelloni, Severo Pozzati, Alberto Burri, Bruno Olivi, Giorgio Baratti. L’istituto, strutturato nell’edificio in tre diverse porzioni come il torricino belvedere, la galleria e la terrazza, intende essere un servizio culturale dinamico diretto alla sperimentazione interdisciplinare; si avvale di una rivista mensile on line, villafranceschi.it, che è diventata sede elettronica delle iniziative culturali contemporanee promosse sul territorio, inoltre ha indetto il premio artistico Concorso Creolo, giunto alla seconda edizione vinta da Cristina Ballarini. Riccione CASTELLO DEGLI AGOLANTI S E titolarità: Comune di Riccione via Caprera Museo del Territorio 47036 Riccione (RN) tel. 0541/600113 [email protected] www.comune.riccione.rimini.it Aperto, in occasione di mostre, tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.30 Realizzato nel XIII secolo dalla famiglia fiorentina in esilio degli Agolanti, il Castello divenne il nucleo centrale intorno cui si aggregava e cresceva l’antico borgo riccionese; nel corso dei secoli il Castello è rimasto di proprietà della nobile famiglia, che aveva relazioni con i più influenti casati d’Europa. All’inizio del XVIII secolo il Castello passava in possesso di altri proprietari sino alla sua distruzione, a causa di un terremoto, nel 1768; demolito e destinato a casa colonica, esso era comprato dalla famiglia Verni e ceduto all’Amministrazione comunale di Riccione nel 1982 che, dopo averlo restaurato, destinava il suo utilizzo al Museo del Territorio e a sede espositiva di numerose mostre di varia natura. Tra le rassegne che hanno toccato ultimamente l’arte del Novecento e del presente sono da citare le monografiche dedicate a Paolo Gubinelli, Massimo Sansavini, Chiara Mongiello, Cecilia Coppola e Pirro Cuniberti, quest’ultima parte dell’esposizione Immagine e segni: IBC: La rivista illustrata, insieme a Fotografi per i beni culturali; altrettanto da ricordare l’encomiabile collettiva Arte-Fatta, con opere d’arte eseguite da artisti affetti da diversi tipi di handicap. Riccione MUSEO ALL’APERTO DI SCULTURE CONTEMPORANEE S U titolarità: Comune di Riccione Museo del Territorio 47036 Riccione (RN) tel. 0541/600113 [email protected] www.comune.riccione.rn.it Costituito nel 1995, a complemento delle cinque edizioni della rassegna d’arte Le pietre e il mare, il sito urbano comprende opere di scultori italiani ed europei. Avviato nel 1991 con un progetto ideato da Umberto Corsucci e Maria Grazia Zampino, il Museo all’aperto di sculture contemporanee giungeva all’attuale configurazione in seguito all’installazione di opere scultoree nei diversi per- 190 Provincia di Rimini corsi del tessuto urbano della città: tra i Giardini del Centro, il Centro della Pesa e il Parco della Resistenza. A questo intervento di Public Art, definito “laboratorio a cielo aperto”, hanno partecipato numerosi artisti, tra cui Edgardo Abbozzo, Pietrantonio Arminio, Diana Baylon, Adriano Bergozza, Nello Bocci, Giovanni Borgarello, Areia Bove Nastasescu, Federico Brook, Sestilio Burattini, Lorenzo Canducci, Maria Assunta Carini, Massimo Chiappetta, Santo Ciconte, Umberto Corsucci, Goran Cpajak, Luciano Dionisi, Derek A. Fitzsimons, Augusto Gennari, Riziero Giunti, Satoshi Izumi, J. Manuel Llàcer, Tina Lupo, Giulio Marcucci, Nelida Mnedoza, Toshihiko Minamoto, Yousef Minawi, Gabriele Perugini, Ursel Rippe, Loreno Sguanci, Giovanni Urbinati Pasqualino Versari, Silvio Viola, Nicola Zamboni e Nane Zavagno. dall’architetto Alfonso Torreggiani; acquistato dall’Amministrazione comunale nel 1980 la struttura è stata riadattata e adeguata alla destinazione d’uso culturale. Adibita ad accogliere al suo interno istituti di diverse tipologie, il museo non è ancora giunto alla sua completa ristrutturazione con un progetto che prevede l’adeguamento dell’attigua Palazzina, edificata negli anni Trenta del XX secolo in via Cavalieri, a sede delle collezioni d’arte contemporanea e spazi espositivi specifici. Attualmente sono fruibili al pubblico i piani destinati alla Pinacoteca, con opere d’arte che coprono un arco temporale che va dall’antichità alla prima metà del Novecento, dove si ammira la sala degli autoritratti del XX secolo, la sala delle sculture di Arnaldo Pomodoro, lo spazio permanente riservato all’originalità creativa del grafico riminese Renè Gruau (Renato Zavagli) e il lapidario romano. La Pinacoteca, ordinata all’inizio del XX secolo all’interno dell’ex Convento di San Francesco, aveva alcuni spazi in cui erano Rimini esposte opere d’arte contemporanee storiMUSEO DELLA CITTÀ. RACCOLTA D’ARTE CONTEMPORANEA M che: si trattava di dipinti provenienti da dotitolarità: Comune di Rimini nazioni di artisti, quali Gino Ravaioli, Franvia L. Tonini 1 cesco Brici, e dell’acquisto di sculture di Ro47900 Rimini (RN) meo Pazzini. Un consistente incremento del tel. 0541/21482-22168 settore venne dalla direzione di Mario ZufDirezione Uffici fa, a capo anche della Biblioteca Gambalunvia Cavalieri 26 tel. 0541/55414; fax 0541/28692 ga dal 1954 al 1970, che destinò fondi per [email protected] gli acquisti di opere provenienti dalla Bienwww.comune.rimini.it/cultura/musei/ nale del Mare, iniziata nel 1953 su tematiche marine, arricchendo il patrimonio con Aperto dal martedì al sabato dalle 10.00 alle lavori di Ugo Attardi, Aldo Borgonzoni, 12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Domenica e Carlo Carrà, Vittorio Cavicchioni, Alberto festivi dalle 16.30 alle 19.30 Sughi, Giulio Turcato e Ampelio TettamanIl Museo della Città di Rimini ha sede, dal ti. Un’altra spinta veniva poi dal progetto di 1990, nell’edificio settecentesco dell’ex Colle- riqualificazione urbana della città che, attragio dei Gesuiti e poi Ospedale civile, ideato verso la mostra di scultura annuale 191 Provincia di Rimini Città/Spazio/scultura, introduceva nel tessuto cittadino opere di artisti come Giuliano Vangi, Pietro Consagra, Pino Castagna e Alberto Viani, che ampliavano anche le collezioni del museo; e infine la raccolta si completava grazie alle numerose mostre tenutesi nel corso degli anni attraverso i mandati direttivi di Andreina Tripponi e Pierluigi Foschi. Il patrimonio artistico contemporaneo del Municipio è quindi cresciuto in tre direzioni: una locale, di documentazione della cultura visiva del riminese, con un orientamento legato alla tradizione figurativa naturalistica, una nazionale che mostra una città aperta e curiosa alle sperimentazioni astratte e concettuali che hanno fatto una parte importante della storia dell’arte del Novecento e l’ultima propone artisti riminesi che hanno aderito al linguaggio delle avanguardie, entrando a far parte del circuito internazionale, come Vittorio D’Augusta. Diviso tra depositi e uffici, in attesa dell’apertura della sezione contemporanea alla Palazzina, tale patrimonio comprende, oltre ai già citati, opere di Vladimiro Antonini, Isidoro Barilari, Giorgio Benzi, Alberto Bianchi, Ettore Bocchini, Rezio Buscaroli, Corrado Cagli, Renzo Del Greco, Giovanni Sesto Menghi, Mario Morigi, Luigi Pasquini, Edoardo Pazzini, Gino Ravaioli, Tono Zancanaro, Celso Miselli, Demos Bonini, Mario Valentini, Armido Della Bartola, Giuseppe Piombini, Elio Morri, Bruno Marabini, Gilberto Filiberto Dasi, Guido Baldini, Giuliana Mazzarocchi, Carlo Corrà, Vincenzo Cecchini, Pino Parini, Aldo Villani, Flavio Casadei, Antonio Valmaggi, Giancarlo Valentini, Massimo Marra, Dario Campana, Eugenio Lombardini, Emanuela Santarini, Giovanni Tiboni, Giovanni Urbinati, Giovanni Lom- bardini, Paolo Serra, Luigi Poiaghi, Piero Delucca e Nicola Cucchiaro. Il Museo della Città ha destinato alcuni spazi della struttura a sede espositiva dove sono state organizzate alcune mostre d’arte contemporanea come quelle per le sculture di Angela Micheli, o per le ceramiche di Guido Baldini; e anche se per la promozione di questo settore è privilegiata la Galleria dell’Immagine (cfr. scheda seguente), si vogliono qui ricordare le importanti mostre realizzate nella cosiddetta Sala d’Arte Contemporanea, dal 1980 al 1990, in attesa dell’istituzione del Museo della Città, in particolare le monografiche dedicate a Lucio Fontana, Pietro Consagra, Jannis Kounellis e le collettive Lo sguardo instabile; L’Annunciazione; Sonorità prospettiche e Tutta l’arte tende alla performance. Rimini GALLERIA DELL’IMMAGINE S E titolarità: Comune di Rimini Palazzo Gambalunga via Gambalunga 26 47900 Rimini (RN) tel. 0541/55082 Ufficio Cultura Tel. e fax 0541/28692 [email protected] www.comune.rimini.it/cultura Aperta in occasione di mostre, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00; il sabato dalle 10.00 alle 12.00. Chiusa la domenica La Galleria dell’Immagine è una delle sedi espositive del Settore Cultura del Comune di Rimini, diretto da Renzo Semprini. Si tratta di due piccole sale situate al piano terra del 192 Provincia di Rimini seicentesco Palazzo Gambalunga, fatto erigere da Alessandro Gambalunga nel 1610, a fianco del Tempio Malatestiano, e donato al Comune dallo stesso proprietario nel 1619, presto diventato sede della prestigiosa Biblioteca Gambalunghiana. La Galleria è attiva nella presentazione dell’arte contemporanea dal 1979, in particolare con la promozione delle arti fotografiche e delle sperimentazioni espressive degli artisti giovani e in via d’affermazione; tra le mostre dedicate alla fotografia si ricordano quella organizzata da Luigi Ghirri, Descrittiva e Immagini fra invenzione e produzione, nonché le monografiche dei fotografi internazionali e nazionali Manfred Willmann, Alfred Seiland, Joachin Bonnemaison, Arnaud Class, Christian Vogt, Joan Fontcuberta, Paul Graham, Vincenzo Castella, Mario Vimercati, Piero Delucca, Piero Castellano. Tra quelle dei giovani artisti si segnalano le esposizioni che hanno fatto conoscere, negli ultimi anni, Davide Feligioni-Pantaleoni, Andrea Gustavino, Anton Roca, Stefano Ronci, Paolo Gubinelli, Leonardo Pivi, Fathi Hassan, Emanuela Santarini, Davide Frisoni e Umberto Palestini. Rimini PALAZZO DELL’ARENGO S E titolarità: Comune di Rimini piazza Cavour 47900 Rimini (RN) tel. 0541/55082 Ufficio Cultura tel. e fax 0541/28692 [email protected] www.comune.rimini.it/cultura Aperto in occasione di mostre, dal martedì a domenica dalle 17.00 alle 22.00. Chiuso il lunedì Il Palazzo dell’Arengo, costruito nel 1204 come luogo deputato all’Assemblea del Comune e all’amministrazione della Giustizia, è situato accanto al trecentesco Palazzo del Podestà. Lo stile architettonico del Palazzo dell’Arengo pone in evidenza il passaggio tra romanico e gotico; è stato affrescato, all’interno, dalla scuola riminese del XIV secolo, di cui è conservato anche il Giudizio universale staccato dalla chiesa di sant’Agostino e conserva un’Ultima cena, dipinta nel Cinquecento. Restaurato nel 1926, una parte del palazzo è stata deputata a ospitare le grandi mostre del Comune di Rimini dal 1979: per l’arte contemporanea si ricordano le monografiche di Pietro Consagra, Bruno Marabini, Alberto Viani, Vittorio Tavernari, Alessia Delvecchio e Nicola Rosti, nonché le importanti collettive Neropece, grottalcova, pecenera; Officina America; Officina Asia; Ordine e disordine; Il Premio Morgan’s Paint; Realismi: Arti figurative, letteratura e cinema in Italia dal 1943 al 1953 e Paradise lost. Rimini MUSEO FEDERICO FELLINI M titolarità: Fondazione Federico Fellini O.N.L.U.S. via Clementini 2 47900 Rimini (RN) tel. 0541/50085; fax 0541/57378 Fondazione Federico Fellini via Oberdan 1 [email protected] www.federicofellini.it Aperto in occasione di mostre, dal martedì al venerdì, dalle 16.00 alle 19.00; il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Chiuso il lunedì La Fondazione Federico Fellini è nata nel 1995, per volontà di Maddalena Fellini e Pu- 193 Provincia di Rimini pi Avati. Diretta da Vittorio Boarini, la fondazione ha gli obiettivi di conservare, valorizzare e promuovere, anche a livello internazionale, il lavoro artistico e cinematografico del sensibilissimo e prodigioso regista riminese Federico Fellini (1920-1993) attraverso mostre, convegni e attività permanenti. Il patrimonio della Fondazione è composto dall’archivio del regista, in cui sono conservati circa 400 suoi disegni e acquerelli a testimonianza della inesauribile e ironica vena fantastica; una parte di essi sono stati esposti nella mostra Il cinema di carta: L’eredità di Fellini in mostra, organizzata nel 2004 nella sede museale, attigua alla Fondazione. ne. Tale progetto si propone, dal 1989, di creare un luogo d’incontro e scambio d’esperienze artistiche interdisciplinari tra i giovani che si occupano di musica, teatro, arti grafiche, arti visive e linguaggi multimediali; tale rassegna ha luogo nella casa colonica denominata Casa Pomposa dove in tre serate sono organizzati vari eventi che danno conto della vocazione multidisciplinare dell’arte del Novecento e del presente in un allestimento multispaziale dedicato a mostre, performance, concerti, sito in una tensostruttura che accoglie il pubblico che vuole essere informato sulla sperimentazione artistica locale. Rimini ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A titolarità: Comune di Rimini Servizio Politiche Giovanili piazza Cavour 27 47900 Rimini (RN) tel. 0541/704155; fax 0541/704165 [email protected] www.casapomposa.it/indexdeidiletti.htm Verucchio GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA R A titolarità: Comune di Verucchio piazza Malatesta 28 Ufficio Cultura tel. 0541/670154; fax 0541/679570 47826 Verucchio (RN) m a Attualmente chiusa al pubblico Aperto in orari d’ufficio Iscritto al circuito G.A.I. (Giovani Artisti Italiani) e al coordinamento GA/ER (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), l’Archivio Giovani Artisti di Rimini svolge in primis un ruolo di raccordo e informazione per i giovani, così come dirige la sua attività a valorizzare e promuovere i giovani talenti artistici riminesi attraverso una manifestazione annuale, Dei diletti e delle penne, giunta nel 2004 alla sua tredicesima edizio- Inaugurata nel 1982, la Galleria Comunale d’Arte Moderna è attualmente chiusa. Essa comprende un nucleo di opere, prevalentemente grafiche, di maestri italiani del Novecento, acquisito in occasione di significative manifestazioni artistiche realizzate negli anni Cinquanta. Si segnalano i lavori di Giovanni Korompay, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Romeo Pazzini, Enzo Assenza, Emilio Vedova, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Ilario Rossi, Eugenio Carmi e Gofredo Gaeta. Luoghi d’arte contemporanea nei teatri della Regione Lidia Bortolotti I teatri sono generalmente sistemi complessi, articolati, in cui architettura, arte, tecnologia, decorazione colloquiano armoniosamente e che al di là della specifica funzione di luogo dato ai pubblici spettacoli, cui sono precipuamente destinati, contengono molte altre valenze. Lo stesso termine teatro ha molti significati e può dare adito a sviluppi tematici diversi a seconda che si riferisca al contenitore o alle funzioni cui esso è destinato. È luogo ove si materializza la sintesi delle arti, letteratura, musica, pittura, danza concorrono in sinergia alla realizzazione di quella particolare opera d’arte che è la rappresentazione scenica. Nelle note che seguono s’intende da un lato ripercorrere un significativo itinerario di quelle che sono, negli edifici teatrali storici, specifiche emergenze decorative ad opera di artisti attivi dalla prima metà del Novecento, dall’altro lato evidenziare alcune particolari situazioni che hanno visto in tempi recenti l’introduzione di opere d’arte contemporanee nei teatri sia come elementi fissi quali sipari, decorazioni ed elementi dell’arredo, sia in quanto eventi/esposizioni volti a una maggiore valorizzazione e a un uso diversificato degli spazi accessori del teatro, sottolineandone la natura di luogo in cui l’arte in tutte le sue forme incontra il pubblico; non percorrendo l’analisi di quegli aspetti che, portando al superamento delle diverse discipline, hanno determinato un allargamento dell’ambito delle azioni artistiche confluite in una diversa formulazione dei rapporti tra pittura e teatro espresse nell’happening. Né sono presi in considerazione, per l’ampiezza e la specificità dell’argomento, quegli ambiti della scenografia contemporanea in cui gli influssi tra plastica scenica e pittura sono reciproci, ove l’artista, abbandonando il limite bidimensionale della superficie, può appropriarsi di uno spazio in cui realizzare sperimentazioni e ricerche. I teatri storici in particolare costituiscono un patrimonio architettonico e d’arte in senso ampio di straordinaria significazione per tutto il territorio nazionale e specificamente per la nostra regione. Nei primi anni Ottanta, in un periodo contraddistinto da un notevole fervore conoscitivo per i beni culturali, l’IBACN conduce un primo censimento dei teatri storici dell’Emilia-Romagna, portando alla conoscenza di amministratori e cittadini un ingente patrimonio storico artistico, in parte attivo e in buono stato e in parte inutilizzato, se non in pessimo stato di conservazione. La divulgazione dei dati raccolti, attraverso una mostra e un catalogo, sollecita implicitamente amministratori e cittadini a una maggiore considerazione verso questi beni, consigliandone la tutela e la salvaguardia e, ove fosse necessario, un doveroso restauro secondo corrette linee d’intervento. L’intento principale è quello di portare a un progetto di recupero intellettuale ancor prima che materiale di quella complessa realtà storica che l’edificio teatrale rappresenta: luogo di sedimentazione di specifiche conoscenze tecniche ma anche di produzione di azioni culturali. 196 Questo primo atto conoscitivo si collocava in un periodo in cui il teatro, dopo un parziale declino, tornava a rianimarsi. Si apriva una stagione di fermenti e sperimentazioni e con una notevole vitalità si formavano numerosi e variegati gruppi teatrali e gli spettacoli tornavano a susseguirsi con una certa vivacità. Una seconda indagine condotta a metà degli anni Novanta dava poi conto dei numerosi interventi di recupero operati intanto sugli edifici teatrali, interventi che peraltro hanno continuato a susseguirsi, restituendo alla fruizione dei cittadini un considerevole numero di sale. I teatri edificati tra la seconda metà del Settecento e la prima metà del Novecento che tuttora si conservano, cui successivamente si sono aggiunti altri edifici moderni, rappresentano solo una porzione di quello che è stato un fenomeno imponente e capillare che ha visto trionfare sul piano architettonico e su quello produttivo il cosiddetto “teatro all’italiana”. Con significativa evidenza ogni teatro è testimone di una storia collettiva che ha origini lontane. Risalgono talora alla prima metà del Seicento testimonianze di locali adibiti ad uso di teatro sia in edifici privati che pubblici da parte di cittadini sovente aggregati in accademie, non di rado sovvenzionati con denaro pubblico, poiché si riconosce nel teatro uno strumento educativo e culturale: luogo dove una comunità si consolida e accresce il proprio stile di vita. Collocato quasi sempre al centro della topografia urbana, e comunque in siti urbanisticamente significativi, è motore artistico, vitale e pulsante della città. Ancora oggi può essere, ed è, sede favorita di ricerca e d’invenzione, opificio di nuove esperienze e di poetiche artistiche innovative. Quando non è racchiuso nella stessa residenza municipale l’edificio teatrale, che nel tempo si è andato sempre più arricchendo di numerosi ambienti destinati a svariati usi sociali integrando e arricchendo lo spazio della sala teatrale vera e propria, si qualifica sulla scena urbana con una specifica fisionomia che lo rende immediatamente riconoscibile. La connotazione di polo laico destinato alla cultura e all’intrattenimento è data in particolare dalla facciata che, enfatizzando caratteristiche costruttive di edifici realizzati nel medesimo periodo, somma esigenze di funzionalità e volontà rappresentative di decoro e, quando è possibile, di magnificenza. Nel primo Novecento i moderni teatri sono sempre più spesso edifici autonomi concepiti perlopiù per molteplici forme di spettacolo, sulla scena urbana non rinunciano a confermarsi protagonisti e, adottando stilemi e moduli tardo liberty ed eclettici, tradotti talvolta in un linguaggio retorico, esaltano la figurazione simbolica della funzione per la quale sono stati creati. Mentre all’interno le esigenze di razionalità e funzionalità superano quelle del decoro e della fastosità, sempre più il teatro viene concepito come servizio piuttosto che espressione di un orgoglio collettivo. In provincia di Reggio Emilia, a Rio Saliceto, c’è un teatro che non rispetta questo canone in cui i ruoli si mescolano e si confondono. Esteriormente si presenta come un condominio piccolo borghese del primo Novecento con botteghe a piano terra, perché così volle chi lo fece costruire, un edificio polifunzionale e redditizio. Anche all’interno il gioco delle finzioni continua, la sala ha dimensioni molto contenute sia in pianta che in alzato ma non rinuncia alla monumentalità e attraverso espedienti stilistici la platea, con due ordini di logge sorrette da colonne con capitelli corinzi di gusto eclettico, simula un’ampiezza che non ha. In occasione del restauro (il teatro è stato riaperto nel 1993) è stata affidata al pittore naïf Luigi Pillitu la decorazione delle balconate. Marzio Dall’Acqua presentando l’opera creata da Pilli- tu scrive «Il teatro è il non luogo, il luogo che non c’è. È spazio magico che trasforma il quotidiano, il noto, ciò che ci circonda in altro, creando un linguaggio delle cose, dei corpi, dei suoni, delle persone, delle azioni, delle luci e delle ombre che in questo rimescolamento, in questo ribaltamento producono arte che è reinvenzione, ma anche riscrizione ed interpretazione del mondo»1. Le decorazioni di Pillitu riprendono il tema del teatro, dello spettacolo e degli spettatori esaltando il gioco dell’infingimento. Al pubblico reale che prende posto sulle balconate si alternano due nuovi ordini creati dall’artista, su fondo nero sono raffigurate con gusto ironico e fiabesco allo stesso tempo, un direttore d’orchestra e i suoi musicisti al primo ordine, mentre attori, giocolieri e clown prendono posto al secondo ordine, ed evocando in maniera permanente tale reinvenzione si rovesciano nuovamente i ruoli. Tra gli elementi decorativi e d’arredo della sala teatrale al sipario spetta un ruolo speciale. Posto al confine dello spazio scenico non definisce soltanto la separazione tra il luogo della rappresentazione e gli spettatori, non è soltanto un regolatore dei tempi dello spettacolo, è anche luogo di frontiera, reale e metaforico al tempo stesso tra azione scenica e spettatore, di cui intrattiene l’attesa e, a seconda che si apra o che si chiuda, diviene strumento di comunicazione. La sua origine è da ricercarsi nella aulàia del teatro greco, dove altro non era che un pezzo di tessuto che veniva sollevato dal basso in alto per mezzo di argani e aveva il compito di celare agli spettatori la preparazione delle scene e gli attori e all’incontrario, precipitando molto rapidamente verso il basso, doveva svelare repentinamente la scena, lasciando lo spettatore prima sgomento e poi stupito. Torna in auge, caricato di molteplici significati, nell’età moderna. Uno dei primi sipari dipinti di cui sia stata trasmessa memoria risale al 1565, ed è una cortina di grandi dimensioni dipinta da Francesco Zuccari che aveva il compito di celare agli occhi dei visitatori la scena approntata, nel Salone dei Cinquecento a Firenze, per la recita della commedia La Cofanaria in occasione delle nozze di Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria. Nell’Ottocento il sipario, inteso come inserto figurativo, assume all’interno del teatro un particolare valore simbolico esplicitando quei valori morali, etici e ideologici in cui l’élite politica e culturale si riflette e si riconosce, superando logiche puramente decorative e «assumendo uno statuto assimilabile a quello della pittura di storia», rispecchierà «le evoluzioni stilistiche di quest’ultimo genere»2, quelli che tuttora si conservano in alcuni teatri dell’Emilia-Romagna ne sono un eloquente esempio. Nello stesso secolo è introdotto e si impone l’altro sipario, divenuto poi emblematico, di velluto con le frange dorate, privo di decorazioni, che partecipa e rinforza l’unitarietà della sala e, a differenza di quello dipinto, che è prologo visivo della scena, simboleggia l’attesa ma non incanta, né comunica, né evoca. Nel 1991 ai due sipari storici, ottocenteschi, dipinti rispettivamente da Alfonso Chierici e Giovanni Fontanesi per il Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia se ne affianca un terzo la cui realizzazione è affidata a un artista di grande talento quale Omar Galliani, si tratta di un’operazione che apparentemente è una sfida, quasi un azzardo, ma è anche emozione nel momento in cui, per la creazione della grande tela, si ripristina temporaneamente l’antica ampia sala dei pittori posta nel sottotetto del teatro, restituendola alla sua originaria funzione ormai da tempo sostituita dalle prove per i balletti. Al fotografo Luigi Ghirri il compito di documentare la realizzazione dell’opera. È un intervento intenso che da un 197 198 lato ripropone un soggetto ormai desueto: il sipario dipinto, e dall’altro introduce un’opera d’arte contemporanea di qualità in un teatro storico, analogamente a quanto aveva voluto a suo tempo André Malraux per i soffitti parigini dell’Opéra e dell’Odéon dipinti rispettivamente da Marc Chagall e André Masson. Del resto i teatri sono organismi dinamici, per loro natura produttori di accadimenti da cui traggono linfa vitale. Per questo sipario, destinato a essere incorniciato dagli ori, stucchi e velluti che armoniosamente decorano la sala teatrale del Valli, Galliani concepisce una astrale, vorticosa variazione sulle arti, denominata Siderea. E il rosso delimita e serra, anche concettualmente, la smisurata immagine e sapientemente la fa dialogare con la cavea; i suoi arredi, le sue tappezzerie e nel contempo «non rinuncia alla convocazione del senso altro, della tentazione poetica». Dal rosso arretra il campo principale, un blu cosmico, profondo, intenso, un cielo antico intriso di umori mitologici nel cui centro si allarga e prende forma un elemento che, sottoposto alla legge del divenire, è destinato a emergere, totem apotropaico, una sorta di Ariel «imponderabile e fuggente, come una promessa della grande magia: e come una memoria che rimonta atavica, originaria, a confermarci in una cultura che, attraverso fortune, non dismette i propri valori, le proprie fondative certezze»3. Come altre, nello schema e nei modi del darsi dell’opera di Galliani di quel periodo. L’occasione di creare per lo storico Teatro Comunale “Alessandro Bonci” di Cesena un nuovo sipario è inizialmente scaturita dalla necessità di celare il tagliafuoco installato per ragioni di sicurezza. La realizzazione, affidata dalla Direzione del teatro e dall’Assessore alla Cultura del Comune all’artista cesenate Massimo Pulini, è quindi l’occasione per creare un “evento” quando, nell’autunno 1999, l’opera viene inaugurata. Nella fase progettuale dell’opera l’artista si è concentrato sul tempo dell’attesa, quando il pubblico, dopo aver preso posto in sala, si carica di aspettative verso la rappresentazione che sta per avere inizio e gli occhi, scorrendo gli elementi decorativi della sala, s’inebriano di immagini. Ha quindi creato una iconografia labirintica e armonica nell’architettura e nei simboli, costituita da più elementi di grande forza evocativa che, riprendendo tematiche già visitate e percorse crea una sorta di quadro che visita un altro quadro e un altro ancora. Immagini dalle tonalità quasi monocrome si susseguono e si compenetrano: all’ampio colonnato circolare che rammenta la Villa Adrianea di Tivoli si sovrappone un bacile di qualche consistenza materica, da quest’ultimo emerge la figura intera di Mercurio, dal fondo affiora una grande testa virile contraddistinta da pacata canizie, realizzata nelle tonalità del bianco. Significativamente quest’opera segna la cesura di un particolare periodo creativo dell’artista. Sulle compenetrazioni che Pulini realizza negli anni che precedono il sipario di Cesena giova rammentare le parole di Maurizio Calvesi, per cui esse «creano un tenue vortice che celebra squisitamente la pittura come materia di un’ispirata alchimia, nei cui cicli il tempo si fa diafano, inconsumabile tempo della trasformazione e del ritorno»4. Per ragioni tecniche in fase di montaggio non è stato possibile far aderire il nuovo sipario al tagliafuoco, ma è stato installato autonomamente. Anche il bozzetto dell’opera si conserva in un ambiente del ridotto del Bonci. Tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento si registra in Emilia-Romagna la realizzazione di un certo numero di teatri il cui modello si differenzia notevolmente da quelli costruiti nel corso del XIX secolo, la cui tipologia a palchetti di derivazione barocca, per- fezionatasi nel corso del Settecento, rispondeva alle esigenze di quella società e ben ne esplicitava le gerarchie sociali. I nuovi teatri, già se n’è fatto cenno ricalcando modelli importati dall’estero si caratterizzano per la notevole versatilità, denominati talvolta politeama, sono predisposti per accogliere diversi generi di spettacolo, tra cui quelli circensi e di arte varia, inoltre si contraddistinguono per la disposizione del pubblico diversamente dinamica, più fluida grazie all’adozione di gallerie aperte e continue. È evidente che queste sale si caratterizzano anche per un diverso gusto negli apparati decorativi, quando ovviamente previsti. Tra questi un’attenzione particolare merita il Teatro “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia, per il quale Anselmo Govi dipinse nel 1927 il sipario, la cupola della sala e le decorazioni dell’atrio. Govi concepì per il centro della cupola una vasta e complessa figurazione costituita da dieci dei principali episodi dell’Orlando Furioso, creando una composizione ad andamento circolare che, traendo ispirazione dalla tradizione emiliana delle cupole di correggesca memoria, sviluppa una «ricchissima fenomenologia del fantastico … densa, anche cromaticamente, di straniante kitsch fin de siècle»5. Sul sipario di gusto neorinascimentale, più sobrio, l’artista rappresenta una scena ambientata nella reggiana Villa del Mauriziano con l’Ariosto circondato da altri letterati e cortigiani, mentre nell’atrio sono raffigurati putti e amorini, fauni e leopardi. Il felice esito di queste pitture esuberanti, realizzate con grande abilità compositiva, potrebbe indurre a vedere in Anselmo Govi l’ultimo erede di una grande scuola di decorazione e scenografia. È opera del pittore russo Alexandre Jacovleff un episodio decorativo dedicato a una piccola sala teatrale. La principessa Maria Ruspoli Gramont, proprietaria dal 1922 al 1934 del Castello di Vigoleno, in provincia di Piacenza, si adoperò per rendere l’edificio abitabile, realizzandovi numerosi restauri e ricavando in una sala del primo piano un piccolo teatro sulle cui pareti l’artista russo dipinse a vivaci colori decori di gusto cinesizzante con animali, figure esotiche e danzanti dal significato simbolico, musici e dame in abiti settecenteschi, mentre al centro della scena una rappresentazione stilizzata del borgo medievale evoca il realismo magico di Gino Severini. È in stile Novecento la decorazione pittorica del velario del teatro di Concordia sulla Secchia nella provincia di Modena; inaugurato nel 1934 come Teatro del Littorio, nel dopoguerra assumerà la denominazione, che tuttora conserva, di Teatro del Popolo, recentemente restaurato è attualmente attivo. La sala a pianta rettangolare è costituita da platea, galleria e loggione, scomparsi i mascheroni che decoravano il fronte di una delle due balconate, resta il bel soffitto dipinto. L’artista vi ha raffigurato otto eleganti e sensuali figure femminili, connotate da notevole plasticità ed espressività cromatica, racchiuse in altrettante specchiature mistilinee che richiamano modelli compositivi ottocenteschi, sei rappresentano le classiche Muse mentre due sono dedicate alle moderne Arti del Cinema e della Radio, due tondi con putti danzanti completano l’insieme. La firma «A. Salvarani» posta a margine di uno dei due tondi riconduce ad Arcangelo Salvarani, carpigiano di nascita, una tra le personalità più interessanti dell’arte modenese di quel periodo, dedito soprattutto alla tecnica dell’acquerello, appresa nel corso di un soggiorno in Polonia e Ucraina, l’artista fu docente di Decorazione pittorica murale presso l’Istituto d’Arte “Venturi” di Modena. Negli stessi anni vengono inaugurati il Teatro Consorziale di Budrio (1928) che, interamente ricostruito su una sala preesistente, presenta una sobria decorazione plastica di Armando Aldrovandi e il Cinema-Teatro Manzoni di Bologna (1933), una moderna sala fun- 199 200 zionale e capiente, il cui soffitto decorato (l’attribuzione vuole sia opera del bolognese Ruggero Frazzoni) propone forme geometriche, i cui vivaci contrasti cromatici propongono un piacevole effetto caleidoscopio che risponde al gusto art déco dell’epoca. Altrove una struttura innovativa ed essenziale quale quella della sala del Teatro Comunale di San Felice sul Panaro, progettata dal modenese Arturo Prati, uno dei maggiori esponenti emiliani del rinnovamento modernista, inaugurata nel 1907, viene sostituita da un impianto più tradizionale (galleria, due ordini di palchi e loggione) nel 1923-24. Dell’opera ideata dal Prati restano alcuni particolari tra cui la decorazione della volta, una cospicua corona circolare con motivi floreali Liberty. Decorazioni tardo Liberty si trovano inoltre in alcuni teatri del modenese, al Teatro Sociale di Finale Emilia (1910) e in quello di Novi (1923-29) e nel Teatro Storchi, ristrutturato e nuovamente decorato negli anni tra il 1927 e il 1931. È opportuno ricordare inoltre che in alcuni teatri si conservano permanentemente opere di artisti contemporanei, come è il caso del Teatro “Ebe Stignani” di Imola in cui sono collocati dipinti appartenenti alle Collezioni dei Musei comunali, e si segnalano tra le altre la presenza di opere di C. Detti, M. Dal Monte, A. Margotti, A. Montevecchi, A. Sughi; mentre nel caffè del Municipale di Piacenza è collocato il Ritratto di donna con i tre galli, un grande dipinto del 1950 opera del piacentino Luciano Spazzali; e così sono di Davide Benati due dipinti posti nel Teatro della Cavallerizza di Reggio Emilia; e continuando ancora, alcune opere d’arte contemporanea, tra cui una ceramica, si conservano nel ridotto del Teatro Comunale di Cervia. Ma una nota particolare merita il moderno Cinema-teatro di Pavullo nel Frignano, inaugurato nel 2001 e dedicato a Walter Mac Mazzieri, alla cui arte i frequentatori del polivalente spazio sono invitati a ripensare dalla scultura in bronzo, installata all’esterno dell’edificio, Alla corte dell’arabo antico del 1974 e da due quadri collocati nel foyer. Francesco Bocchini ha realizzato per il Teatro Verdi di Cesena (cui di seguito si farà ancora menzione), in occasione del recente restauro, una grande composizione a muro costituita da 160 maschere in lamiera di ferro dipinte a olio, per lo spazio che accoglie il bar foyer, dedicate in modo ironico e spavaldo a personaggi della musica e dello spettacolo. I teatri, quelli storici in particolare, sono sovente dotati di foyer o ridotto, ossia ambienti più o meno ampi, il più delle volte fastosi ed eleganti, destinati principalmente all’accoglienza e all’incontro del pubblico. Nel foyer si prepara un’atmosfera prima di accedere all’universo teatrale, in questo spazio è consentita un’attività autonoma, con un clima diverso, un tempo il ridotto dei teatri era destinato al gioco d’azzardo, riservato quasi esclusivamente agli uomini. Il foyer, scrive George Banu, è il prodotto di una differenza, restando all’interno dell’edificio teatro consente di godere dei piaceri della città «permette alla società urbana di ricostituirsi», di rincontrarsi all’interno del teatro, città e teatro qui non si confondono, semplicemente coesistono, ciò genera «l’impurità del foyer e la sua seduzione»6. Alcuni teatri hanno aperto questi ambienti all’attività espositiva, talvolta supplendo temporaneamente in quella determinata località alla mancanza di sedi adeguate, altre volte come precisa scelta con la finalità di accrescere l’offerta culturale, in questo contesto particolare favore hanno trovato le mostre di artisti contemporanei. In due casi specifici la possibilità di utilizzare il foyer del teatro per mostre e rassegne è stato un mezzo per rendere nuovamente fruibile uno spazio socialmente e culturalmente significativo e per restituirlo a una funzione sociale. Chiuso per inagibilità nel 1962 il Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) si appresta a portare a compimento un lungo e oneroso intervento di recupero avviato alla fine degli anni Novanta. Il primo stralcio d’intervento, recuperando la parte anteriore del teatro, ne ha reso possibile un parziale utilizzo e a partire dal giugno del 2002 l’Assessorato alla Cultura del Comune ha promosso un’intensa attività espositiva coordinata dallo scultore Ugo Borlenghi e curata dal critico Luciano Carini, direttore artistico delle manifestazioni; l’iniziativa ha colto un duplice obiettivo consentendo il riappropriarsi di un luogo e avvicinando un pubblico molto eterogeneo all’arte contemporanea, proposta in forme e stili diversi, attraendo anche chi se n’era fino a quel momento tenuto distante. Tra i numerosi artisti che in questo luogo hanno esposto le loro opere si rammentano le personali di Michelangelo Badini, Gisella Farinin, Antonio Saporito, Federico Belicchi, Ugo Mainetti, Francesco Ferlisi e Marisa Montesissa. Una situazione in parte analoga si offre a Portomaggiore (Ferrara) al Teatro Sociale della Concordia, oggetto di una serie di interventi di recupero diretti a scongiurarne il definitivo degrado, dopo che il Comune alla fine degli anni Novanta lo ha acquisito completamente dagli ultimi privati che ancora detenevano quote di proprietà. Anche in questo caso il recupero della parte anteriore dell’edificio, oltre a restituire dignità alla facciata, ha reso utilizzabili alcuni ambienti del piano terra, adoperati per mostre temporanee, mentre in altri, siti al primo piano, ha trovato posto una piccola pinacoteca di opere contemporanee, in particolare una serie di ritratti di Remo Brindisi (si veda in questo stesso volume la scheda dedicata al Ridotto del Teatro Sociale della Concordia). Purtroppo, in questo caso, allo stato attuale appare ancora lontano il completamento dell’intervento di restauro del teatro nella sua interezza. A partire dalla stagione teatrale 2002-2003 è stata avviata al Teatro Comunale di Bologna un’iniziativa denominata “Arte a Teatro. Le grandi collezioni”. Per ogni opera prevista in cartellone viene organizzata una mostra (sovente si tratta di collettive di arte contemporanea), allestita nel foyer “Ottorino Respighi”. Alcune delle esposizioni finora realizzate sono state rese possibili grazie alla collaborazione con importanti istituzioni bolognesi quale la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna con la rassegna “Omaggio a Bologna” che ha visto, tra gli altri, la presenza di opere di Bruno Pulga, Pompilio Mandelli e Vasco Bendini. In coincidenza con l’inaugurazione della sede espositiva di via Riva Reno a Bologna è stata realizzata, in collaborazione con la Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro, una significativa rassegna di opere plastiche, grafiche e pittoriche appartenenti a questa collezione, si ricordano tra gli altri Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù, Antonio Mancini, Bruno Saetti e Filippo De Pisis. Con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna è stata realizzata Aria di primavera, mostra che ha presentato opere realizzate tra il 1990 e il 2002 da artisti che da meno di dieci anni conducono ricerche innovative evidenziando l’impiego di tecniche diverse, tra gli altri Vanessa Beecroft, Enrica Borghi, Maurizio Cattelan e Yumi Karasumaru. “Ridotto ad Arte” è l’appellativo di un’iniziativa realizzata da Teatro Evento, Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e le Nuove Generazioni, gestore da oltre dieci anni del Teatro Comunale Testoni di Casalecchio di Reno, nella persona di Vittorio Marangoni, dedicata all’arte contemporanea e inaugurata nella Stagione Teatrale 1998-1999, con l’intento di dare vita a una trama trasversale di temi e proposte culturali, creando opportunità di riflessione e approfondi- 201 202 mento interdisciplinare e con il proposito di sostenere artisti e progetti di qualità, vivificando il dibattito sulla contemporaneità, dando inoltre modo al pubblico che frequenta il teatro di conoscere linguaggi ed espressioni artistiche differenti. Interlocutrice di Teatro Evento nella realizzazione di una rete di comunicazione e produzione artistica è la Galleria Graffio di Bologna, affiancata in un primo tempo dal Centro Grafio di Prato. Al Teatro Testoni hanno esposto tra gli altri lo stesso Vittorio Marangoni, Vittorio Vighi, Roberto Pupi, Andrea Abati, Claudia Ascari, Andrea Indelicati, Carmine Minichiello, Roberta Crotti, Mirco Tarsi, Pietro Passarini, Elisabetta Coppola; inoltre si sono svolte due collettive di “libri d’artista”. È stata avviata cinque anni fa una rassegna d’arte ospitata nel foyer e nelle attigue salette fumatori del Teatro Comunale “Alessandro Bonci” di Cesena, oltre agli spazi del teatro già utilizzati per mostre d’arte, conferenze e incontri culturali quali la Sala Morellini. Organizzata dalla pittrice Stefania Albertini, dapprima come presidente dell’Associazione Culturale cesenate “lecivettesulcomò” e successivamente in modo autonomo, in collaborazione con la Direzione del teatro, l’iniziativa si propone di favorire esposizioni sia di giovani artisti emergenti, che hanno difficoltà a trovare spazi espositivi, sia di altri già affermati, siano essi di area regionale o provenienti da altre zone dell’Italia, offrendo loro gratuitamente questi ambienti particolari in alternativa alle gallerie convenzionali del Comune di Cesena. In breve tempo l’iniziativa è cresciuta facendo conoscere questo spazio agli artisti, tanto da avere per la prossima stagione una corposa programmazione di mostre, e riscontrando nel pubblico una attenzione sempre maggiore. Nell’estate appena trascorsa, in concomitanza con la manifestazione “I suoni del tempo”, è stata la stessa sala teatrale a ospitare nei palchi del primo ordine una mostra di fotografie e in platea un’opera di Anton Roca proveniente dalle Collezioni d’arte del Comune di Cesena, per l’occasione è stato calato anche il sipario di Massimo Pulini. Tra quanti hanno finora esposto al Bonci si rammentano la stessa Stefania Albertini, Lorenza Altamore, Piero Bartolini, Vittorio Berardi, Domenico Cancelli, Amanda Chiarucci, Claudio Irmi, Teresa Maccarone (Macò), Luciano Novacchia, Fiorella Vandi. Sempre a Cesena a poca distanza dal Bonci, il Teatro Verdi, fondato nel 1874 come Arena Giardino, originariamente sede primaria dello spettacolo di varietà e successivamente adibito a cinematografo, da poco integralmente recuperato e restituito alla pubblica fruizione, si caratterizza per un’offerta culturale e d’intrattenimento particolarmente diversificata. Il linguaggio dell’arte nell’accezione più ampia delle sue diverse espressioni è in grado di rinnovare lo spirito aggregativo, creativo e culturale: muovendosi da questa formula gli operatori di questo spazio hanno dato vita nell’estate appena trascorsa ad un progetto definito “TeatrArte”, che ha implicato l’accoglienza di opere di artisti contemporanei quali Annaluigia Boeretto (Annalù), Enzo Fiore e Simone Pellegrini, promuovendo nel contempo incontri tra il pubblico e la critica, nel corso dei quali si è dato spazio anche alla presentazione di riviste d’arte contemporanea. Il fine, espresso da Giorgio Mondardini, responsabile della Direzione artistica del teatro, è di sviluppare e ampliare tematiche individuate nel corso di questa prima esperienza, proponendo nello spazio polivalente del teatro Verdi un rapporto interattivo e dinamico con l’arte contemporanea. Sono preferibilmente dedicate a giovani artisti forlivesi le mostre allestite durante la stagione teatrale nel foyer del moderno Teatro “Diego Fabbri”, mentre nella stagione estiva è la Rocca di Ravaldino che si propone quale luogo di azione artistica in cui le attività culturali si mescolano e tra loro interagiscono, essendo questa sede di spettacoli e manifestazioni musicali e ospitando mostre di arte contemporanea, quale ad esempio Alcaline, una collettiva di artisti di generazioni diverse accomunati dalla volontà di disacidificare un ambiente, una situazione, tentando di contrastare “la tossicità dell’avvelenamento iconico”, che si è tenuta nella passata stagione. Del monumentale teatro progettato da Luigi Poletti per la città di Rimini si conserva soltanto l’avancorpo, dopo che, in seguito a un’incursione aerea del 1943, fu gravemente danneggiata la cavea, di cui purtroppo non si operò un tempestivo recupero. Un ampio salone posto al piano terra di questo corpo superstite dell’edificio, costituito da portico, atri e scaloni, è stato adibito a spazio mostre. L’attività espositiva, che vi si svolgeva già in passato, è stata interrotta a causa di una serie di indispensabili lavori di consolidamento e ripresa dal 2001, dopo un intervallo di cinque anni. Annualmente vi si tengono le mostre di Carton Club, nell’ambito del Festival internazionale dell’animazione e del fumetto che si svolge regolarmente a Rimini. Se si escludono alcune rassegne seguite direttamente dal Comune non esiste di fatto una programmazione e una selezione critica delle opere e degli artisti che espongono e c’è in sostanza una certa disomogeneità in quanto lo spazio è affittato prevalentemente a privati in base a un regolamento comunale che ne stabilisce tempi, modalità e costi. Nel foyer del Teatro Carani di Sassuolo si tengono regolarmente mostre d’arte, in particolare di opere pittoriche, fin dagli anni Trenta (il teatro è stato inaugurato per l’appunto nel 1930) e ad oggi sono oltre quattrocento. Si tratta soprattutto di pittori locali, quali per esempio Gino Fontana ed Emilio Toschi, di gusto prevalentemente figurativo, di alcuni si conservano opere negli uffici del teatro e nell’atrio, si segnala in particolare la presenza di una serie di ritratti di musicisti e direttori d’orchestra di Virgilio Carbonari di Seriate (Bergamo) che nel teatro ha tenuto alcune personali. A Castel San Giovanni, provincia di Piacenza, il foyer del Teatro Verdi è stato opportunamente attrezzato per accogliere mostre, prevalentemente d’ambito locale, di opere pittoriche, sculture e fotografie. L’attività espositiva è gestita direttamente dall’Ufficio cultura del Comune che, attraverso una commissione appositamente costituita, seleziona le numerose richieste pervenute. Hanno esposto tra gli altri Alessia Alberici e Ottavio Sabia (Otsa). A differenza delle situazioni sopra descritte che, pur con le dovute variabili, si contraddistinguono per la metodica con cui vengono organizzate quando non sono addirittura sostenute da un vero e proprio progetto culturale, in altri teatri storici si registrano casi che non hanno carattere sistematico. Il Teatro Comunale “Girolamo Magnani” di Fidenza può talvolta ospitare mostre d’arte contemporanea o fotografia in occasioni particolari quali la Gran Fiera di Borgo San Donnino (ottobre) o il Festival Teatrale Giostra di maggio. Anche il foyer del Teatro Nuovo di Mirandola è stato saltuariamente concesso per mostre d’arte in occasione delle locali fiere. Il Centro Culturale Polivalente di Palazzo Dolcini a Mercato Saraceno, in cui ha sede anche il teatro, è in grado di ospitare manifestazioni e iniziative culturali di vario genere tra cui mostre d’arte. Il Teatro De Micheli di Copparo, riaperto nell’ottobre 2004 dopo un lungo intervento di recupero, può sì ospitare mostre temporanee ma non esclusivamente e necessariamente d’arte contemporanea. 203 204 Tra gli spazi teatrali moderni si segnala a Parma il Teatro del Parco sede della Compagnia delle Briciole, posto all’interno dello storico Parco Ducale, nel cui foyer e in altri spazi contigui si è tenuta nella primavera 2004 Rodisioapritiaprile una collettiva di alcuni giovanissimi artisti parmigiani e non, le cui opere passano dalla fotografia al video, dalla pittura ai fumetti. Un ulteriore esempio di intersezione tra arte e luogo di spettacolo è offerto dalla recente mostra, patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Ravenna, Luoghi del tempo. Dai naturalisti del primo Novecento agli astrattisti della seconda metà presentata al Palazzo della Cultura Mauro de André di Ravenna, sede prevalentemente di eventi musicali e di spettacolo, in cui il tema proposto era un percorso tra i “luoghi” immortalati da artisti di fama mondiale. Alle strutture più o meno tradizionali recentemente si sono aggiunte moderne strutture a carattere polivalente e sperimentale dedicate sia all’attività espositiva che a quella teatrale, quali La Tenda di Modena (cfr. p. 82), l’Officina delle arti di Reggio Emilia (cfr. pp. 62-63) e i Cantieri Cantelli di Vignola (cfr. pp. 91-92). Hanno infine avuto un carattere eccezionale le due esposizioni realizzate nella primavera 2001 nel Salone degli Scenografi del Teatro Municipale di Piacenza in occasione delle celebrazioni per il primo centenario della morte di Giuseppe Verdi. Si è trattato di una mostra di opere pittoriche di Pietro Fornari che, ispirandosi alle opere del maestro, ha raffigurato eroi ed eroine noti e meno noti del repertorio verdiano. A questa è seguita una rassegna di opere grafiche di Giancarlo Braghieri, ispirate alle musiche di Verdi, una mostra, quest’ultima, allestita successivamente nel foyer del Teatro Regio di Parma. Interpretando quindi con formule diversificate un’amicizia antica, ma sempre attuale con l’arte, il teatro si conferma una creatura dinamica e viva. 1 Marzio Dall’Acqua, Magia e finzioni, in Premio nazionale …, Luzzara 1993, p. 173. 2 Claudio Poppi, I sogni degli artisti in forma di immagini: i sipari di Alfonso Chierici e Giovanni Fonta- nesi per il nuovo teatro di Reggio, Reggio Emilia 1991, p. 13. 3 Flaminio Gualdoni, Il sipario di Omar Galliani: un duplice evento, Reggio Emilia 1991, p. 37. 4 Maurizio Calvesi, Ars memoriae, in Massimo Pulini…, [1997], pp. 10-11. 5 Giuseppe Berti, Mostra …, 1980, p. 25. 6 George Banu, Il rosso e oro …, Milano 1990, pp. 184-185. Arte e territorio: per un museo diffuso Orlando Piraccini Bisogna ritornare ai primi anni ’90, e siamo dunque poco oltre lo scadere del terzo lustro di attività dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, ma anche al tempo dell’entrata in vigore della Legge Regionale n. 20 in materia di musei e biblioteche, se si vuol assegnare un avvio effettivo a quel processo di pari dignità e di integrazione dell’arte contemporanea fra i beni culturali del nostro territorio che risulta oggi almeno in parte compiuto. Certo, all’inizio non è stato facile l’operare intorno a una tipologia di bene culturale che non aveva fin lì ancora trovato un giusto riconoscimento sul piano istituzionale. Ma se pure non è qui il caso di richiamare alla memoria la generale arretratezza e il diffuso abbandono che ancora a quel tempo caratterizzavano lo “stato” dell’arte novecentesca e contemporanea in Italia e, si dovrebbe dire, anche nella nostra regione, può essere invece di qualche utilità riferire a proposito di alcuni percorsi conoscitivi svolti dall’Istituto e che hanno certamente agevolato la costruzione del cosiddetto sistema museografico emiliano e romagnolo. In definitiva, non vi è oggi carta o repertorio dei “luoghi” dell’arte contemporanea, infatti, che possa esprimere per intero la sua funzione d’uso anche solo semplicemente a livello informativo in mancanza d’un confronto, pur sommario e di largo respiro, con le mappe disegnate precedentemente, a mano a mano che andava procedendo, ad esempio, l’accertamento del patrimonio esistente e veniva assumendo contorni sempre più precisi la presenza di un vero e proprio “museo diffuso” sul territorio regionale. E questo tanto più se si considera il profondo cambiamento che ha segnato i vari “territori” dell’arte della nostra regione mentre lungo il corso di quest’ultimo decennio veniva definendosi il quadro d’insieme dei musei, delle raccolte, dei fondi, e perfino dei manufatti erratici novecenteschi o anche di quelli connessi alla più stretta attualità e avevano luogo significativi tentativi di ricostruzione della scena artistica novecentesca emiliana e romagnola; e, ugualmente, se si prende atto dell’affermarsi di un metodo comune appartenente sia alle questioni più interne alla gestione, alla tutela e alla conservazione dei patrimoni artistici della contemporaneità, ma riguardante anche gli indirizzi programmatici per la loro piena valorizzazione e fruizione e la sperimentazione di una logica e di una prassi relazionale fra le diverse istituzioni in grado di favorire un incremento di interesse delle singole comunità verso le forme e le espressioni dell’arte del nostro tempo e, in particolare, delle più giovani generazioni. Una prima rappresentazione della dimensione “stellare” dell’arte contemporanea in Emilia e in Romagna venne offerta dall’Istituto per i Beni Culturali nel 1996 con un inserto del suo periodico interamente dedicato alla rete museale del contemporaneo (“IBC”, anno 4, n. 5, settembre-ottobre 1996, pp. 50-72). I risultati scaturiti dalla fase investigativa svolta 206 nell’ambito della ricerca denominata “Archivi dell’Arte”, promossa dalla Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari, consentirono di tracciare in quella sede un quadro sintetico della realtà regionale e, al tempo stesso, di definire un percorso di lavoro proiettato negli anni a venire. A questo proposito, può essere d’un qualche vantaggio alla decifrazione della più stretta attualità la rilettura di alcune questioni poste fin nell’“editoriale” della rivista (Anche il contemporaneo è un bene da tutelare): come quelle largamente sollecitate dall’urgenza di dare maggiore impulso alla nascita di un sistema museale territoriale in relazione alle effettive possibilità offerte in questa direzione dall’apposita legislazione regionale; o come quelle riferite alla necessità di una promozione conoscitiva del contemporaneo, all’effettivo utilizzo del potenziale operativo dei maggiori musei e gallerie della nostra regione sul terreno della divulgazione e dell’informazione; o come, ancora, quelle sviluppate dalla crescente richiesta di un’apertura di confronto degli artisti con le istituzioni e di un’attivazione di strumenti incentivanti a favore della creatività giovanile, come pure dall’urgenza di una riforma delle scuole (Accademie di belle arti in testa) di istruzione e di avviamento ai mestieri artistici. Con riferimento ai dati e ai risultati scaturiti dalle ricerche in corso da parte dell’IBC, vien scritto tra l’altro: «[...] Alla fase ricognitiva dovrà poi corrispondere anche un riassetto e un riequilibrio degli attuali modelli espositivi di molti musei della Regione, a favore, si capisce, delle raccolte d’arte finora rimaste in secondo piano. Allo stesso modo diventa necessario decidere quale ordine assegnare al cospicuo patrimonio attualmente senza una adeguata cura conservativa e disperso, per di più, in diverse sedi pubbliche. Ma esiste anche il problema di una politica delle acquisizioni, che in questi ultimi decenni è stata quasi sempre limitata. Come può chiamarsi d’arte contemporanea una Galleria che non continui a proporre, via via, l’arte dei nostri giorni con un costante e sistematico aggiornamento? Anche al Museo del contemporaneo spetta una funzione primaria di giudizio storico critico. Ma questo significa insieme attendere alla tutela della memoria, se non si vuole fare del presente e delle sue invenzioni una semplice superficie di immagini ed eventi, senza la profondità, la prospettiva lunga di un contesto. Di qui la sua natura di Istituto di ricerca, di luogo di studio metodico di forme e di progetti libero da ogni condizionamento a un gusto che sia soltanto quello diretto del mercato. Insegnare a comprendere vuol dire anche, in questo caso, orientarsi su ciò che ci sta intorno, facendo dell’arte uno strumento attivo contro il pregiudizio, contro la cristallizzazione delle idee. Va da sé, per tornare alla nostra dimensione regionale, che ciò che occorre è una rete dinamica di scambi e di dialoghi fra le comunità e le istituzioni presenti nel nostro tessuto sociale [...]». Di certo non si poteva non riconoscere all’arte novecentesca e contemporanea nella nostra regione, a meno di un decennio dallo scadere del secolo, quella condizione così gravemente d’emarginazione di cui si parlava all’inizio. Per di più, appariva realmente corrispondere all’ immobilismo delle istituzioni museali una totale assenza di strumenti informativi e di forme di divulgazione finalizzati a promuovere il patrimonio esistente e, più in generale, le manifestazioni della creatività contemporanea nelle diverse realtà, sia urbane che territoriali, della nostra regione. Basterebbe ricordare, a, questo proposito, l’approssimativa rappresentazione della realtà museale emiliana e romagnola generalmente fornita dalle guide e dagli itinerari artistici nazionali del tempo. In un repertorio divulgato dalla rivista “Arte” di Mondadori pochi mesi prima dell’uscita dell’inserto di “IBC”, tra le ottanta istituzioni italiane depositarie dell’arte moderna si segnalavano tredici musei della nostra regione (Piacenza, Galleria Ricci Oddi; Parma, Csac; Modena, Galleria Civica; Reggio Emilia, Musei Civici; Ravenna, Pinacoteca Civica; Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche; Cesena, Pinacoteca Comunale; Cento, Galleria Civica “Aroldo Bonzagni”; Ferrara, Museo Boldini; Lido di Spina, Museo Alternativo “Remo Brindisi”; Santa Sofia, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni”; Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Museo Morandi). Dunque, un numero davvero limitato di musei nostrani elevati alla considerazione nazionale e popolare, per di più attraverso una selezione assai discutibile, capace di evidenziare modeste “appendici” museali (come nel caso di Cesena) a scapito di raccolte prestigiose come nel caso di Forlì (con la collezione Verzocchi) o di Longiano (con la Fondazione Tito Balestra). In realtà, la “mappatura” territoriale realizzata in avvio della ricerca denominata “Archivi dell’Arte”, oltre a rilevare l’effettiva realtà della rete museale emiliano-romagnola, consentiva finalmente di conoscere la portata di un patrimonio “diffuso” fin lì largamente sconosciuto, come quello rappresentato da tanti fondi presenti (ma per lo più ai margini degli assetti espositivi) nelle pinacoteche delle nostra regione, dalle raccolte esistenti in edifici pubblici, residenze municipali, sedi provinciali, dalle opere d’arte monumentali collocate nei contesti urbani e territoriali. Basti pensare, a questo proposito, che in un’area campione corrispondente alle province di Bologna, Ferrara e all’intero territorio romagnolo venivano individuate ben 44 raccolte e nuclei patrimoniali “esterni” alla rete dei musei con un calcolo di circa 10.000 opere d’arte collocate in ambiti e contesti non fruibili da parte del pubblico. La connessione del patrimonio novecentesco e contemporaneo diffuso sul territorio al sistema museale regionale ha dunque rappresentato per l’Istituto per i Beni Culturali un obiettivo primario. Al lavoro di “scavo” sul territorio emiliano e romagnolo, che ha consentito – come si è detto – il riaffioramento di rilevanti testimonianze riguardanti la vicenda figurativa del secolo scorso, ha fatto così seguito una fase contrassegnata da positive esperienze tese a favorire nuovi ordinamenti museali e processi di valorizzazione e di divulgazione del “Novecento ritrovato”. Si può dire oggi che una tale attività ha certamente contribuito a rendere di fatto più dinamico il ruolo delle arti visive contemporanee all’interno delle politiche culturali espresse dalle singole amministrazioni pubbliche ai vari livelli territoriali e a determinare e sviluppare, nel contempo, una reale capacità di coordinamento e di comunicazione fra le diverse entità istituzionali. Per questo, può essere di qualche utilità, almeno crediamo, ricordare qui alcuni significativi episodi che, all’interno di uno stesso orizzonte, in quest’ultimo decennio hanno coinvolto “luoghi” diversi della nostra regione e, specialmente, la rete museale policentrica romagnola: scavi, scoperte, ritrovamenti, ma anche le restituzioni alle singole collettività di patrimoni nascosti e le rivelazioni di presenze e di fenomeni dell’arte fino ad allora rimasti nascosti o solo appena intravisti. Non un semplice inventario, dunque, ma piuttosto un diario di “memorie”, capaci forse di orientare meglio il visitatore di oggi da un “luogo” dell’arte all’altro all’interno di questo nostro grande e straordinario “museo diffuso”. 1994 - A compimento della prima fase d’indagine sulle raccolte d’arte moderna e contemporanea presenti in musei, pinacoteche, edifici pubblici delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, viene allestita a Bagnacavallo la mostra Archivi dell’Arte. Il Contemporaneo in Romagna. 207 208 Con oltre cento opere esposte, la rassegna documenta la portata e la ricchezza di un patrimonio generalmente poco noto e solo in parte esposto al pubblico nelle diverse sedi museali. In evidenza le principali donazioni effettuate nel corso della seconda metà del secolo (tra le altre la Collezione Verzocchi a Forlì, la Raccolta Balestra a Longiano, la Collezione Morellini a Cesena). Spazio è anche riservato a importanti nuclei di opere largamente sconosciuti, annessi alla varie raccolte pubbliche fin dagli anni dell’immediato dopoguerra, in occasione di importanti concorsi e rassegne d’arte promossi in diverse località romagnole, da Cesenatico a Modigliana, da Santa Sofia a Rimini, da Forlì a Imola. Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (25 settembre – 20 novembre 1994) Enti promotori: IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari), Comune di Bagnacavallo Catalogo a cura di O. Piraccini, G. Serpe, A. Sibilia, introduzione di E. Raimondi, testi di O. Piraccini, A. Sibilia, IBC Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1994. 1995 - Realizzata nell’ambito delle manifestazioni ufficiali della Regione Emilia-Romagna per il cinquantesimo anniversario della Liberazione, viene allestita a Medicina la mostra La Premiata Resistenza. Concorsi d’arte nel dopoguerra in Emilia-Romagna. Realizzata a seguito di una campagna conoscitiva riguardante l’intero territorio regionale volta a individuare e censire opere d’arte e monumenti legati alla memoria resistenziale, l’esposizione pone in particolare evidenza le raccolte riferite ai concorsi di pittura promossi a Marzabotto, Bologna, Ferrara e in diverse località emiliane tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Medicina, Palazzo della Comunità (29 aprile – 28 maggio 1995); successivamente la mostra viene ospitata a Longiano (Fondazione Balestra), Bologna (Sale del Baraccano), Ravenna (Biblioteca Classense), Gattatico (Museo Cervi) Enti promotori: IBC, Comune di Medicina, in collaborazione con Istituto Regionale “Ferruccio Parri”, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Bologna, Laboratorio Nazionale per la Didattica della Storia Catalogo a cura di O. Piraccini, G. Serpe, A. Sibilia, introduzione di E. Raimondi, testi di O. Piraccini, W. Guadagnini, P. Dogliani, L. Scardino, A. Sibilia, E. Guerra, E. Lorenzinini, P. Deggiovanni, L. Arbizzani, D. Barbieri, E. Biavati, L. Grossi, IBC Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1995. 1995 - L’apporto dell’arte, della fotografia, del cinema, della letteratura per la conoscenza della realtà e del paesaggio padani nel corso del Novecento è il tema della mostra allestita a Mesola e intitolata Il Po del ’900. Arte, cinema, letteratura. La rassegna (che per le arti figurative propone opere di Cagli, Cappelli, Chessa, Covili, De Pisis, Ligabue, Mazzacurati, Morlotti, Mucchi, Murer, Paulucci, Pizzinato, Zancanaro, Zigaina e di altri artisti che dal Po e dal suo ambiente hanno tratto ispirazione) intende offrire al visitatore la percezione di una forte ragione unitaria, quasi di una matrice unica, che ha legato fra loro le varie forme creative. Mesola, Castello Estense (maggio – agosto 1995) Enti promotori: Comune di Mesola, Provincia di Ferrara, IBC Catalogo con scritti di R. Candia, G. Antonio Cibotto, M. De Micheli, A. Folli, L. Gavioli, A.M. Quarzi, E. Raimondi, R. Roda, I. Zannier, introduzione di E. Raimondi, N. Pisauri, IBC, Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1995. 1995 - Dall’esplorazione di un territorio profondamente segnato per tutto il corso del Novecento dalla presenza e dalla fervida creatività dei suo artisti prende forma la mostra Novecento. Artisti nei dintorni ravennati. Allestita a Bagnacavallo, in uno dei centri della “bassa” che anche oggi manifesta sintomi non comuni di vitalità artistica, l’esposizione ripercorre la vicenda figurativa novecentesca nel comprensorio ravennate passando dalla riscoperta delle “Scuole Comunali” (e dell’importante ruolo svolto per la promozione di “Arti e Mestieri”, specialmente nel corso della prima metà del secolo) a una rassegna di pittori e scultori operosi nei diversi centri del territorio con opere per lo più inedite e in larga parte provenienti da musei e raccolte pubbliche locali. Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (24 settembre – 22 ottobre 1995) Enti promotori: Comune di Bagnacavallo, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, A. Savini, introduzione di E. Raimondi, testi e schede di O. Piraccini, A. Savini, Edit Faenza, Faenza, 1995. 1996 - Con la mostra Quadri in Comune. Per una Galleria d’Arte Moderna a Riccione prende avvio un ciclo di esposizioni in diversi luoghi della regione riguardanti singole raccolte individuate in contesti extramuseali e quindi sottoposte a opportune indagini conoscitive. Nel caso di Riccione, l’esposizione segna il primo atto di un percorso progettuale per l’istituzione di una Galleria Comunale d’Arte Moderna con sede a Villa Franceschi, tipico edificio in stile Liberty risalente all’inizio della vicenda turistico-balneare della cittadina romagnola. A conclusione della capillare campagna di censimento del patrimonio artistico comunale esistente nel Palazzo municipale e in altri luoghi cittadini, sono esposte oltre settanta opere di artisti per lo più di ambito regionale, oltre ad alcuni dipinti e arredi provenienti da Villa Franceschi. Palazzo del Turismo (21 dicembre 1995 – 21 gennaio 1996) Enti promotori: Comune di Riccione, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari) Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di F. De Bartolomeis, testi di W. Bergamini, O. Piraccini, A. Sibilia, Quaderno n. 23 Centro della Pesa, Riccione, 1995. 1996 - Approfondite indagini ricognitive condotte sui fondi archivistici, documentari e librari, nonché sulla raccolta d’arte conservati da Bianca Rosa Arcangeli consentono la realizzazione della mostra Gli Arcangeli. Nino, Gaetano, Francesco, Bianca tra musica, arte e poesia. Allestita al Castello Malatestiano di Longiano, l’esposizione dedica il suo nucleo centrale ai rapporti di vita e di lavoro dei quattro fratelli Arcangeli, mentre preziose testimonianze riguardano anche l’attività svolta da ciascun componente della famiglia. In particolare, l’illustrazione della figura e del lavoro di Francesco come studioso e critico d’arte si avvale di un notevole numero di opere di artisti novecenteschi, in larga misura provenienti dalla collezione privata dello stesso Arcangeli. 209 210 Longiano, Fondazione Tito Balestra (18 maggio – 16 luglio 1996); successivamente, la mostra è stata allestita a Bologna nelle sale espositive del Museo Civico Archeologico Enti promotori: IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari), Fondazione Tito Balestra Catalogo a cura di F. Balestra, O. Piraccini, testi di F. Balestra, L. Cesari, O. Piraccini, C. Spadoni, D. Trento, All’Insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano, 1996. 1996 - Nella ricorrenza del primo centenario della nascita del noto artista Enzo Morelli viene realizzata una campagna di catalogazione della ingentissima raccolta di dipinti e opere grafiche (oltre duemila esemplari) e un primo riordinamento dei fondi archivistici e documentari acquisiti per donazione dalla Pinacoteca Comunale di Bagnacavallo. Da questa attività conoscitiva scaturisce la mostra Enzo Morelli (1896-1976). Una collezione e un archivio d’arte che consente per la prima volta la visione al pubblico di dipinti, acquerelli, disegni, incisioni facenti parte della raccolta bagnacavallese, oltre a cartoni preparatori per decorazioni, fotografie, carte d’archivio ed esemplari della ricca biblioteca d’arte appartenuta al Morelli. In esposizione anche alcune opere di artisti sodali dello stesso Morelli durante il lungo periodo di lavoro trascorso a Milano. Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (22 settembre – 17 novembre 1996) Enti promotori: IBC, Comune di Bagnacavallo Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di N. Pisauri, testi e regesti di E. Colombo, R. De Grada, A. Magrograssi, A. Mazzotti, O. Piraccini, G. Repossi, A. Sibilia, IBC Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1996. 1997 – Al ritrovamento di importanti nuclei artistici legati alle tematiche resistenziali segue uno specifico programma di iniziative destinato a promuovere la conoscenza di questo importante patrimonio “diffuso” sul territorio regionale. A seguito della schedatura analitica e dall’ordinamento del notevole corpus di incisioni e litografie conservate presso la Fondazione Tito Balestra viene allestita a Longiano la mostra Tono Zancanaro. Dal Gibbo alle tematiche della Resistenza incentrata sulla satira politica e sulla grafica di impegno del noto artista padovano. L’esposizione ospita anche rari esemplari provenienti dall’Archivio Storico Tono Zancanaro di Padova. Longiano, Castello Malatestiano (25 aprile – 20 giugno 1997); successivamente la mostra viene allestita al Palazzo del Turismo di Riccione Enti promotori: Fondazione Tito Balestra di Longiano, Archivio Storico Tono Zancanaro di Padova, IBC Catalogo a cura di F. Balestra, O. Piraccini, Quaderni della Fondazione Tito Balestra, Longiano, 1997. 1997 – Nuove indagini condotte sul patrimonio novecentesco e contemporaneo “diffuso” nel territorio romagnolo consentono una rappresentazione dei principali nuclei pittorici riferiti alla “stagione” dei concorsi d’arte promossi in ambito forlivese e cesenate tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Con oltre cento opere attualmente presenti nelle varie raccolte pubbliche della provincia, la mostra Il ‘Campigna’ e gli altri. Concorsi d’arte nel dopoguerra a Forlì e dintorni ripercorre la storia di alcune importanti manifestazioni artistiche quali il “Premio Campigna”, il “Premio Cesenatico”, il “Premio Silvestro Lega” di Modigliana, il “Premio Cassiano Fenati” di Cesena e le “Biennali d’Arte Romagnola” di Forlì. Forlì, Palazzo Albertini (14 settembre – 12 ottobre 1997) Enti promotori: Comune di Forlì, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di E. Raimondi, testi di F. Cavallucci, O. Piraccini, A. Sibilia, Grafis Edizioni, Bologna, 1997. 1997 - Il censimento delle opere d’arte conservate nel Palazzo del Turismo e in altri edifici pubblici di Cesenatico offre lo spunto per una mostra destinata a promuovere la conoscenza di una raccolta di notevole valore, strettamente connessa alla vita turistica e culturale della cittadina romagnola. Intitolata Artisti italiani del Novecento a Cesenatico. Per una Galleria Comunale d’Arte Moderna l’esposizione documenta la formazione e lo sviluppo della collezione, dagli anni del rinomato “Premio Cesenatico” (1952-56) all’attività della Galleria d’Arte “Il Bragozzo”, fino alle più recenti acquisizioni connesse all’attività svolta dalla Galleria Comunale d’Arte. Un capitolo della mostra è riservato agli artisti che dal dopoguerra in poi hanno frequentato Cesenatico, con un approfondimento sulla presenza di Tono Zancanaro (particolarmente assidua tra gli anni Sessanta e Ottanta), documentata attraverso un significativo nucleo di opere ispirate all’ambiente marino locale, immagini fotografiche, epistolari inediti e altre carte d’archivio. Cesenatico, Palazzo delle Scuole Elementari (19 luglio – 27 agosto 1997) Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, testi e schede di M. Corradini, M. Gaddi, D. Gnola, O. Piraccini, N. Scalabrin, G. Segato, A. Sibilia, R. Zavatta, IBC Immagini e Documenti, Edizioni Grafis, Bologna, 1997. 1997 - L’installazione della grande opera progettata dai coniugi Poirier nel tratto cittadino dell’alveo del fiume Bidente rappresenta una tappa importante per lo sviluppo e l’ampliamento del “Parco di Sculture all’Aperto”, istituito nel 1993 con la “messa in opera” delle creazioni di Mauro Staccioli. Il complesso scultoreo, realizzato con il determinante contributo finanziario della Regione Emilia-Romagna, viene presentato nell’ambito della mostra Premio Campigna XLI edizione. Anne e Patrick Poirier, L’esilio di Ulisse (curatori: R. Barilli, F. Cavallucci, C. Spadoni), con progetti e studi originali. Santa Sofia, Parco di Sculture all’Aperto, Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” (13 dicembre 1997 – 15 febbraio 1998) Enti promotori: Comune e Pro Loco di Santa Sofia, Provincia di Forlì-Cesena, IBC 1998 - Con l’intento di favorire la più ampia divulgazione dell’importante patrimonio d’arte conservato dalla Fondazione Tito Balestra di Longiano attraverso una “rete” di relazioni e scambi con altri enti e istituzioni culturali in ambito emiliano e romagnolo, viene presentata a Massa Lombarda la mostra Le donne di Mino Maccari nelle opere della Collezione Tito Balestra (curatori: F. Balestra, O. Piraccini). In esposizione figurano opere scelte tra gli oltre mille esemplari del celebre artista già facenti parte della collezione personale del poeta romagnolo. Massa Lombarda, Sala del Carmine (24 gennaio – 8 febbraio 1998) Enti promotori: Comune di Massa Lombarda, Fondazione Tito Balestra di Longiano, IBC 211 212 1998 - In occasione della grande mostra Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e l’arte di Dario Fo e Franca Rame si svolge la prima edizione di una rassegna di arte all’aperto destinata a riproporsi negli anni successivi. Realizzate da Fo in collaborazione con i giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, vengono esposte nella spiaggia libera della cittadina romagnola venti pitture ispirate in larga parte alla celebre rappresentazione del Johan Padan, eseguite nella forma dei caratteristici elementi del tradizionale arredo balneare di Cesenatico, oggi in disuso. Le successive edizioni, realizzate in collaborazione con le Accademie di Ravenna e di Brera hanno visto all’opera celebri illustratori come Mantegazza e Lele Luzzati o si sono riferite al ricordo di artisti (come nel caso di Tono Zancanaro e di Bruno Munari) legati alla recente storia balneare di Cesenatico. Per la particolarità dell’impianto progettuale, la rassegna Tende al mare di Cesenatico è oggi generalmente considerata tra le più originali esperienze di “arte all’aperto” in ambito nazionale. Cesenatico, Spiaggia libera di piazza Andrea Costa; Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” (estate 1998 – estate 2004) Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC Cataloghi a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 19982004. 1998 - Posto in luce grazie a una meticolosa ricognizione nelle diverse sedi della Regione Emilia-Romagna, al consistente nucleo patrimoniale di pertinenza dell’ente regionale può essere pienamente riconosciuta una rilevanza di primo piano tra le pubbliche collezioni d’arte novecentesca e contemporanea presenti in contesti extramuseali. Di tale raccolta viene offerto un primo livello di conoscenza attraverso la mostra itinerante Quadri in Regione. Le collezioni d’arte moderna del Consiglio e della Giunta dell’Emilia-Romagna. Con approfondite informazioni sulla costituzione e sulla effettiva composizione del patrimonio regionale si pongono in rilievo le accessioni più significative, come quella costituita dagli oltre sessanta esemplari, fra dipinti, disegni e sculture, di noti artisti italiani del secondo Novecento appartenenti alla sfera del critico Francesco Arcangeli, acquistata dalla Giunta regionale nel 1973 a contributo della costituzione della Fondazione Gaetano Arcangeli. In rassegna anche le più recenti aquisizioni delle collezioni regionali, tra le quali sono senz’altro segnalabili i bozzetti di Alberto Burri per i due grandi arazzi attualmente collocati all’ingresso di una delle “torri” di via Aldo Moro e le grandi sculture di Luciano Minguzzi. Bologna, Villa delle Rose (16 luglio – 27 settembre 1998). Successivamente, la mostra è stata ospitata a Longiano (Fondazione Tito Balestra), Savignano di Romagna (Centro culturale “ex Pescheria”), Forlì (Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea”), Cesenatico (Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci”), Riccione (Palazzo del Turismo) Enti promotori: Regione Emilia-Romagna, IBC, Galleria d’Arte Moderna di Bologna Catalogo a cura di O. Piraccini, prefazione di D. Eccher, testi di D. Auregli, O. Piraccini, repertorio generale delle opere di F. Balestra, A. Sibilia, Supplemento della rivista “IBC”, n. 2/98. 1998 - Alternandosi con le iniziative legate al Parco delle Sculture all’Aperto prosegue l’attività del “Premio Campigna” di Santa Sofia con rassegne tematiche dedicate ad aspetti sa- lienti della pittura contemporanea. Con la mostra Premio Campigna XLII edizione. Francesco Arcangeli a Santa Sofia (1967-1973) viene ricordato un momento particolarmente importante nella lunga storia del concorso santasofiese contrassegnato dalla presenza e dall’apporto del noto critico bolognese. Oltre a inediti documenti, fotografie, carteggi tratti dall’archivio del “Premio”, vengono esposte le opere vincitrici delle varie edizioni del concorso, tra gli anni Sessanta e Settanta, oggi conservate nella Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia, accanto ad opere degli stessi autori di più recente esecuzione. Santa Sofia, Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” (8 dicembre 1998 – 7 febbraio 1999) Enti promotori: Comune e Pro Loco di Santa Sofia, IBC Catalogo a cura di D. Trento, testi di E. Crispolti, C. Spadoni, A. Sibilia, Santa Sofia, 1998. 1998 - Nel quadro di un’indagine riguardante patrimoni ed emergenze artistiche del Novecento nel territorio di Cattolica, al confine tra Romagna, Marche e Montefeltro, viene dato risalto alla presenza dell’arte sacra, a cominciare dai cicli decorativi di Fortunato Teodorani. All’artista cesenate, assai noto in tutta la Romagna, ma anche in altri ambiti territoriali per la sua attività di “frescante”, viene dedicata la mostra Fortunato Teodorani (1888-1960). Arte sacra e impressioni dal vero incentrata soprattutto sul ciclo ornamentale eseguito attorno al 1940 nelle volte e alle pareti della grande chiesa parrocchiale di San Pio V a Cattolica. Dello stesso pittore si presentano opere inedite ispirate al paesaggio locale, sia marino che collinare, alla cui rappresentazione viene attribuito un particolare interesse anche sul piano documentario e iconografico. Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce (19 dicembre 1998 – 31 gennaio 1999) Enti promotori: Comune di Cattolica, IBC Catalogo a cura di A. Bernucci, O. Piraccini, La Pieve Poligrafica Editore, Rimini, 1998. 1999 – Un’indagine conoscitiva sulle raccolte artistiche e sui fondi archivistici e documentari tuttora conservati nella “casa-studio” della famiglia Visani di Lugo consente di ricostruire un capitolo assai importante della vicenda culturale e artistica romagnola novecentesca. Con la mostra I Visani a Lugo. Paolo, Giulia, Veronica, Domenico, Carlo. Arte, fotografia, architettura tra Ottocento e Novecento, si delinea un percorso generazionale che comprende i singoli esponenti della famiglia lughese: Paolo scultore e architetto, Giulia e Veronica fotografe, Domenico pittore, decoratore e maestro d’arte, Carlo progettista e illustratore. L’esposizione segna l’avvio di un programma poliennale per la valorizzazione del patrimonio artistico novecentesco lughese. Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (17 aprile – 30 maggio 1999) Enti promotori: Comune di Lugo, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari) Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di R. Campioni, testi di O. Piraccini, A. Savini, P. Visani, R. Vlahov, U. Zoli, Edit Faenza, Faenza, 1999. 213 214 1999 - Oltre trecento incisioni dal 1953 agli anni Novanta vengono donate dal noto pittore ravennate Giulio Ruffini al Gabinetto delle Stampe della Pinacoteca di Bagnacavallo. A compimento di un’accurata campagna censitiva e di un primo ordinamento dell’eccezionale corpus grafico, viene allestita la mostra Giulio Ruffini: una storia di segni. Incisioni dal 1953 al 1999. La Donazione al Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo. Nel porre in risalto l’importanza dell’acquisizione da parte del museo bagnacavallese, l’esposizione traccia un inedito percorso conoscitivo dell’arte di Ruffini avente come filo conduttore soggetti e temi legati alla denuncia sociale e alla satira politica. Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (19 settembre – 17 ottobre 1999) Enti promotori: Comune di Bagnacavallo, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari) Catalogo a cura di O. Piraccini, presentazioni di M. Mazzotti, R. Campioni, schede di A. Mazzotti, Edizioni del Gabinetto delle Stampe antiche e moderne, Faenza, 1999. 1999 - A compimento della campagna di catalogazione che ha riguardato le oltre trecento opere d’arte del Novecento e contemporanee di pertinenza dell’Amministrazione Provinciale di Forlì-Cesena, viene allestita la mostra itinerante Quadri in Provincia. Pittura romagnola tra gli anni Cinquanta e Sessanta. L’esposizione trae spunto dal ritrovamento di un notevole nucleo di dipinti e disegni per lo più inediti, acquisiti in occasione dei principali concorsi di pittura promossi dalle civiche amministrazioni locali nel periodo postbellico. Tali opere, straordinariamente rappresentative del fervido clima culturale e figurativo del tempo, rappresentano nel loro insieme uno dei motivi di maggior interesse dell’intera raccolta provinciale. Forlì, Palazzo Albertini (12 settembre – 10 ottobre 1999); successivamente la mostra è stata allestita a Santa Sofia (Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” e a Cesenatico (Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci”) Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, presentazioni di L. Zanetti, N. Pisauri, repertorio generale delle opere di A. Sibilia, Edizioni Coiné, Forlì, 1999. 1999 - Alla riscoperta dei fondi artistici e documentari di “Casa Visani” si collega il ritrovamento di interessanti memorie riguardanti un altro pittore lughese, Giulio Avveduti, figura di spicco nel panorama artistico romagnolo, titolare della cattedra di Disegno alla Scuola comunale d’arte di Fusignano e maestro di tanti giovani destinati a brillanti carriere, tra i quali Francesco Verlicchi e Raul Vistoli. Opere inedite, studi ed abbozzi, ma anche carteggi, fotografie, oggetti e strumenti figurano nella mostra Natura e sentimento nella pittura di Giulio Avveduti (1889-1986). Scoperte e ritrovamenti. In esposizione figurano anche i dipinti avvedutiani conservati nella Raccolta Comunale d’Arte ed esemplari tratti dal cospicuo nucleo di opere acquisito di recente dalla Banca di Romagna di Lugo. Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (18 dicembre 1999 – 23 gennaio 2000) Enti promotori: Comune di Lugo, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, D. Serafini, introduzioni di D. Ferrieri, R. Campioni, Edit Faenza, Faenza, 1999. 2000 - Lungo il percorso per la costituzione di una civica pinacoteca a Lugo si colloca una specifica indagine ricognitiva tesa a individuare la presenza in altri contesti museali emiliani e romagnoli di opere rappresentative del “cenacolo” novecentesco locale. Nasce così la mostra Arte lughese del Novecento nei musei dell’Emilia-Romagna. Verso la Pinacoteca Comunale di Lugo. Provenienti da Piacenza e da Bologna, da Forlì e da Cesena, da Ravenna e da Bagnacavallo, oltre che dalla stessa raccolta civica lughese, sono esposte opere dei maggiori artisti locali: da Ruina a Visani, da Pratella a Toschi, da Montevecchi a Esodo Pratelli per la prima metà del Novecento, da Margotti a Paride Baccarini, da Baroni a Neri, da Baruzzi a Costa per la seconda parte del secolo. Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (27 maggio – 2 luglio 2000) Enti promotori: Comune di Lugo, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzioni di D. Ferrieri, N. Pisauri, Edit Faenza, Faenza, 2000. 2000 - La rete museale dell’arte novecentesca e contemporanea nel territorio provinciale di Forlì e di Cesena viene sottoposta a un approfondito esame conoscitivo. Si raccolgono dati relativi anche al patrimonio “diffuso” nelle città e nei vari contesti paesistici, con significativi riscontri riguardanti le sue varietà tipologiche e la consistenza. I risultati dell’indagine vengono riferiti dalla mostra Un territorio per l’arte. Il Novecento nella rete museale della Provincia di Forlì-Cesena comprendente anche una sezione espositiva intitolata “Rocche in Provincia” con il suggestivo itinerario pittorico nelle vallate forlivesi e cesenati offerto dalle tavole pittoriche eseguite en plein air dall’artista cesenate Giordano Severi attorno al 1930, oggi conservate nel Museo Etnografico di Forlì. Forlì, IV Edizione del Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea” (3-6 novembre 2000) Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena (Coordinamento provinciale per la promozione dell’arte contemporanea), IBC Catalogo a cura di A. Bellandi, O. Piraccini, presentazione di L. Zanetti, testi di A. Bellandi, L. Prati, O. Piraccini, Edizioni Coiné, Forlì, 2000. 2000 - Con la mostra Idillio e colore nell’opera di Carlo Patrignani (1869-1948) prosegue il ciclo espositivo dedicato a momenti, aspetti e figure dell’arte del Novecento a Cattolica e nel suo circondario al confine tra Romagna, Marche e Montefeltro. L’opera di Carlo Patrignani, protagonista dimenticato della vicenda artistica ultimo-ottocentesca e d’inizio Novecento, viene qui considerata anche per il suo notevole valore documentario e iconografico. Infatti, il paesaggio, sia marino che collinare, rappresenta l’elemento saliente per l’ispirazione dell’artista. Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce (17 dicembre 2000 – 4 febbraio 2001) Enti promotori: Comune di Riccione, IBC Catalogo a cura di A. Bernucci, prefazione di F.V. Lombardi, testi di A. Bernucci, O. Piraccini, La Pieve Poligrafica Editore, Rimini, 2000. 2000 - Al ritrovamento delle testimonianze figurative riguardanti l’eccidio di Marzabotto, nel quadro delle ricerche condotte in occasione del Cinquantesimo Anniversario della Liberazione in Emilia-Romagna, segue un piano di valorizzazione e di divulgazione di un pa- 215 216 trimonio straordinariamente importante non solo sul piano rievocativo, ma anche per i suoi effettivi contenuti artistici. La raccolta, la cui formazione risale alle due edizioni del “Premio Marzabotto” del 1960 e del 1961, viene resa nota pubblicamente dapprima con un allestimento temporaneo nella residenza municipale della cittadina martire e successivamente attraverso la mostra itinerante Pittura e Memoria. La Raccolta d’Arte di Marzabotto. Contemporaneamente, è allo studio uno specifico progetto per l’effettivo inserimento della collezione nella rete museale regionale riguardante il secondo Risorgimento italiano. Marzabotto, Residenza Municipale (ottobre 2000); Fusignano, Centro Culturale “Il Granaio” (14 aprile – 9 maggio 2001) Enti promotori: Comune di Marzabotto, Comune di Fusignano, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Tamassia, presentazioni di A. De Maria, N. Pisauri, introduzione di P. Tamassia, testi di B. Magni, O. Piraccini, repertorio delle opere di A. Sibilia, Grafis Edizioni, Bologna, 2000. 2001 - Nel nuovo ordinamento del Museo Cervi di Gattatico, insieme ai “fondi” archivistici e documentari, agli arredi e agli strumenti del lavoro contadino, a ricordi e cimeli d’ogni tipo, un ruolo preminente viene riservato alla raccolta d’arte composta da dipinti, sculture, disegni, incisioni, opere litografiche acquisite a partire dall’immediato dopoguerra e generalmente legate ai temi della Resistenza. Nella sezione espositiva Museo Cervi. La Raccolta d’Arte Contemporanea figurano, tra le altre, opere di Borgonzoni, Treccani, Zancanaro, Pizzinato, Guttuso, Calabria, Farulli, Negri e un nucleo di pitture “naïf ”. Gattatico, Museo Cervi (in occasione del nuovo allestimento espositivo, aprile 2001) Enti promotori: Istituto Alcide Cervi, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Varesi, introduzione di U. Benassi, testi di F. Boiardi, P. Varesi, O. Piraccini, A. Gianolio, A. Canovi, Ed. Istituto A.Cervi, Reggio Emilia, 2001. 2001 - Grazie al rinvenimento di numerose e inedite testimonianze, è possibile scrivere un nuovo capitolo sulla vita e sull’attività di Tono Zancanaro in Romagna durante i frequenti soggiorni estivi a Cesenatico e nel periodo d’insegnamento sulla cattedra di Incisione dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Con la mostra Tono in Romagna. Vita e opere di Zancanaro tra gli anni Sessanta e Settanta l’attenzione viene posta specialmente sulla produzione ceramica e sulle raffinate composizioni musive realizzate a contatto con il noto mosaicista Romolo Papa. Fusignano, Centro Culturale di San Rocco (28 aprile – 20 maggio 2001); successivamente la mostra è stata allestita presso il Palazzo dei Capitani di Bagno di Romagna Enti promotori: Comune di Fusignano, IBC, Archivio Storico Tono Zancanaro di Padova Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Trioschi, testi di M. Gaddi, N. Micieli, O. Piraccini, Edizioni il Granaio, Fusignano, 2001. 2001 - A conclusione di una prima indagine ricognitiva riguardante l’archivio dell’ex Azienda di Soggiorno e grazie al ritrovamento di documenti relativi alla realtà turistico-culturale di Cesenatico dall’immediato dopoguerra agli anni Settanta, viene allestita la mostra Diva Cesenatico. Realtà e miti della città balneare dal dopoguerra agli anni Sessanta nei suggestivi ambienti dell’ex colonia Veronese, nel cuore della città balneare. Sezioni espositive sono dedicate ai principali eventi artistici e mondani di quel periodo, a cominciare dalle edizioni dei Premi di pittura “Città di Cesenatico” (1952-1956) e “Cassiano Fenati” (1960-1970) al “Premio Agrodolce” destinato alle maggiori celebrità nel campo del cinema e del teatro, alle grandi mostre promosse dalla Galleria d’Arte “Il Bragozzo” all’interno del Palazzo del Turismo. Cesenatico, ex colonia Veronese (20 luglio – 2 settembre 2001) Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, testi intoduttivi di V. Emiliani, L. Goldoni, I. Cucci, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 2001. 2001 - Nuove verifiche sullo “stato” dell’arte contemporanea nell’ambito provinciale di Forlì-Cesena e i risultati di un analitico censimento delle “sculture all’aperto” esistenti nei diversi centri urbani e nei vari contesti paesistici vengono presentati al pubblico in forma di vero e proprio itinerario territoriale. Dal museo al paesaggio. Indagine sul patrimonio artistico del Novecento nella provincia di Forlì-Cesena. Sculture a cielo aperto tra città e territorio: questo il titolo di una mostra nella quale sono documentati fotograficamente, ma anche attraverso bozzetti e studi originali, monumenti celebrativi e commemorativi dal dopoguerra a oggi e opere plastiche realizzate con la cosiddetta legge del “due per cento”; specifiche sezioni sono riservate al Parco di Sculture di Santa Sofia, la cui istituzione risale ai primi anni Novanta e alle “fontane” progettate e in parte realizzate da celebri scultori italiani su iniziativa di Romagna-Acque. Forlì, V Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea” (9-12 novembre 2001) Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena, IBC Catalogo a cura di A. Bellandi, O. Piraccini, prefazione di L. Zanetti, Edizioni Coiné, Forlì, 2001. 2001 - La “colonia Novarese”, una delle più importanti strutture balneari della costa romagnola è al centro di studi e ricerche sul piano architettonico ed edilizio, ma riguardanti anche lo stato di degrado dell’edificio e il suo recupero finalizzato a un uso museale. La storia, l’aspetto attuale, i piani di restauro e l’ipotesi di utilizzo della grande fabbrica, progettata nel 1934 dall’ingegnere Giuseppe Peverelli, vengono illustrati con l’esposizione Un relitto moderno. La Colonia Novarese di Rimini attraverso fotografie e documenti storici. Al centro della mostra, un servizio fotografico realizzato dalla nota fotografa americana Andrea Frank. Rimini, Palazzo Gambalunga (15 dicembre 2001 – 12 gennaio 2002) Enti promotori: Comune di Rimini, IBC Catalogo a cura di O. Maroni, O. Piraccini, presentazioni di M. Di Bella, M. Foschi, S. Pivato, testi di V. Emiliani, A. Paolucci, A. Mignemi, G. Bonetta, G. Cerasoli, L. Faenza, R. Copioli, A. Agnoletti, A. Villani, C. Fabbri, G. Giovagnoli, G. Mulazzani, G. Conti, P.L. Cervellati, Supplemento della rivista “IBC”, IX, 4, 2001. 217 218 2002 - Nel quadro dei rapporti con altri enti e istituzioni museali attivati dall’Amministrazione Comunale di Riccione in vista della costituzione della Galleria d’Arte Moderna di Villa Franceschi, nei suggestivi ambienti del Castello degli Agolanti viene allestita la mostra Incisori contemporanei tra Romagna e Marche. Opere del Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo. L’iniziativa, se da una parte rappresenta un significativo momento divulgativo dell’importante raccolta bagnacavallese, assume un particolare valore come atto conoscitivo della creatività presente nel territorio di confine fra Romagna, Marche e Montefeltro. Riccione, Castello degli Agolanti (23 febbraio – 8 marzo 2002) Enti promotori: Comune di Riccione, Comune di Bagnacavallo, IBC 2002 - Promuovere in ambito romagnolo il Museo Nazionale delle Arti Naïves “Cesare Zavattini” di Luzzara: questo l’obiettivo principale della mostra Romanzo popolare. Un percorso con l’arte naïve, che segna anche l’avvio di un’indagine tesa a individuare la presenza di opere inscrivibili alla sfera creativa dei “pittori ingenui” in raccolte, gallerie e musei della nostra regione. Oltre cinquanta opere sono inserite in un percorso espositivo che illustra la formazione e lo sviluppo del Museo Nazionale con il succedersi delle varie edizioni del famoso “Premio Luzzara”. Un ricordo particolare viene dedicato alla figura di Cesare Zavattini e alla sua opera svolta a sostegno dell’arte popolare. Fusignano, Museo Civico San Rocco (30 marzo – 5 maggio 2002) Enti promotori: Comune di Fusignano, Comune di Luzzara, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari) Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Trioschi, testi di M. Dall’Acqua, O. Piraccini, Edizioni Il Granaio, Faenza, 2002. 2002 – Qualificandosi come importante “vetrina” di significative componenti del patrimonio artistico regionale, Fusignano ospita la raccolta d’arte della Casa Cervi di Gattatico comprendente un importante nucleo di opere pittoriche e grafiche dedicate ai temi resistenziali e sociali. Nella mostra Memoria e mito. Opere d’arte dal Museo Cervi viene presentata al pubblico romagnolo una selezione di dipinti e disegni specificamente intitolati alla figura di papà Alcide e all’atroce eccidio dei suoi sette figli. Fusignano, Centro Culturale “Il Granaio” (24 aprile – 5 maggio 2002) Enti promotori: Comune di Fusignano, Istituto Alcide Cervi, IBC 2002 - Ancora i musei d’arte moderna e contemporanea nel territorio provinciale forlivese e cesenate sotto la lente di una verifica mirata ad accertare i recenti livelli di crescita e di sviluppo dei rispettivi patrimoni. I risultati dell’indagine vengono illustrati con la mostra Il sistema museale dell’arte contemporanea nella Provincia di Forlì-Cesena. Incrementi e nuove acquisizioni. Pur in presenza di alcune rilevanti donazioni da parte di collezionisti privati e singoli artisti, l’esposizione non manca di evidenziare la necessità di una nuova e mirata “politica delle acquisizioni” a favore dei musei d’arte contemporanea. Forlì, VI Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea” (22-25 novembre 2002) Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena, IBC Catalogo a cura di A. Bellandi, O. Piraccini, prefazione di L. Zanetti, Edizioni Coiné, Forlì, 2002. 2002 – L’acquisizione da parte dell’Amministrazione Comunale di Lugo di un nucleo di opere di Primo Costa offre lo spunto per una ricerca tesa a documentare la vita e l’attività dell’artista, scomparso prematuramente nel 1986. Il ritrovamento di importanti testimonianze e di numerose opere inedite consentono di realizzare la mostra Primo Costa, 1937-1986. La pittura del silenzio che, oltre a tracciare un percorso retrospettivo dell’artista, offre lo spunto per la riproposizione del progetto costitutivo, già a suo tempo elaborato, di una struttura espositiva permanente della notevole raccolta comunale d’arte novecentesca e contemporanea. Lugo, Pescherie della Rocca, Casa Rossini (14 dicembre 2002 – 12 gennaio 2003) Enti promotori: Comune di Lugo, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari) Catalogo a cura di O. Piraccini, D. Serafini, presentazioni di M. Roi, D. Ferrieri, R. Campioni, testi di O. Piraccini, D. Serafini, C. Spadoni, Edit Faenza, Faenza, 2002. 2002 - Prosegue la serie espositiva dedicata ad aspetti e figure salienti dell’arte del Novecento a Cattolica e nell’ambito territoriale circostante. Con la mostra Omaggio a Giovanni Toccafondo (1932-1996), scaturita da approfondite ricerche d’archivio e dal ritrovamento di un cospicuo numero di opere per lo più inedite, tuttora conservate nella raccolta degli eredi, si propone una sorta di “ritratto” di un pittore e scultore schivo e solitario, ma sempre straordinariamente “al passo” con l’arte del suo tempo. Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce, Centro Culturale (22 dicembre 2002 – 30 marzo 2003) Enti promotori: Comune di Cattolica, IBC Catalogo a cura di A. Bernucci, O. Piraccini, La Pieve Poligrafica, Rimini, 2002. 2003 - La momentanea chiusura della Galleria d’Arte Contemporanea di Santa Sofia e il deposito delle opere presso la Pinacoteca Comunale di Forlì motivano alcune iniziative di promozione e di valorizzazione dell’importante istituzione museale e del suo patrimonio. Con questo obiettivo è allestita una grande mostra (Dal ‘Campigna’ a Moreni. Le raccolte d’arte della Galleria d’Arte Contemporanea ‘Vero Stoppioni’ di Santa Sofia; curatori: O. Piraccini, L. Prati) che se da una parte risulta riepilogativa delle varie edizioni del rinomato “Premio”, inaugurato nel lontano 1955 all’interno della foresta casentinese, dall’altra comprende le più recenti acquisizioni con uno spazio particolare per le opere di Mattia Moreni. Infine, studi e bozzetti di noti scultori italiani rimandano all’istituzione e agli sviluppi del Parco di Sculture di Santa Sofia nel corso degli anni Novanta. Forlì, Palazzo Albertini (16 marzo – 27 aprile 2003) Enti promotori: Comune di Forlì, Comune di Santa Sofia, Provincia di Forlì-Cesena, IBC 2003 - I risultati di una ricognizione riguardante un aspetto specifico del patrimonio artistico regionale, svolta sull’intero area emiliana e romagnola, sono illustrati nella mostra I territori della scultura contemporanea. Arte all’aperto in Emilia-Romagna. Realtà ed esperienze. 219 220 L’esposizione propone un’ampia rappresentazione di un aspetto largamente sconosciuto del patrimonio artistico regionale costituito dalle cosiddette “sculture all’aperto”. Oltre a un ricco apparato fotografico sono presenti grandi opere plastiche provenienti da diversi ambiti territoriali, oltre a studi, bozzetti, progetti che rimandano ai maggiori parchi museali della regione. In una sezione della mostra viene particolarmente approfondita la realtà riguardante il territorio provinciale di Forlì-Cesena con opere a carattere celebrativo e commemorativo o legate alle realizzazioni espresse dalla cosiddetta legge del “due per cento” fino alle più recenti acquisizioni finalizzate agli arredi urbani e agli assetti viari. Ferrara, Salone del Restauro (3-6 aprile 2003); la sezione documentaria della mostra è stata successivamente allestita a Riccione (Centro Culturale della Pesa, 7-22 giugno 2003), sede di un Museo di Sculture all’Aperto tra i più interessanti a livello regionale Ente promotore: IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, presentazione di M. Barbieri, testi di L. Bortolotti, F. Caillaud, C. Collina, O. Piraccini, L. Vanghi, fotografie di R. Vlahov, Supplemento della rivista “IBC”, XI, I, 2003. 2003 - L’interesse suscitato da una precedente mostra allestita a Fusignano, incentrata sul Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara, per le manifestazioni dell’“arte naïf ”, induce a svolgere un’indagine tesa ad accertare l’esistenza di una linea espressiva d’impronta popolare in ambito romagnolo. I risultati di tale ricerca offrono lo spunto per l’allestimento di una rassegna I colori dell’incanto. Romagna: un percorso con l’arte naïve. La mostra ha il merito di fissare l’attenzione su un aspetto della creatività territoriale finora generalmente obsoleta, ma con radici profonde nello spirito e nella dimensione originali già indagate e sostenute da Zavattini a proposito delle iniziative luzzaresi. Tra le rivelazioni più interessanti, quelle del pittore fusignanese Luigi Annibale Bargamini, scomparso tragicamente in età ancora giovanile e dell’anziano pittore contadino di Marradi, Francesco Galeotti. Fusignano, Museo Civico San Rocco, Centro Culturale “Il Granaio” (19 aprile – 20 maggio 2003) Enti promotori: Comune di Fusignano, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, P.Trioschi, testi di V. Marchetti, O. Piraccini, P. Trioschi, Edizioni Il Granaio, Faenza, 2003. 2003 - Nella ricorrenza del primo centenario della scomparsa di Anselmo Gianfanti viene avviato un riordinamento del nucleo di opere dell’artista romagnolo conservate nella Pinacoteca Comunale di Cesena. Nell’occasione sono indagati alcuni fondi documentari, epistolari e fascicoli di vecchi ritagli giornalistici conservati presso la Biblioteca Malatestiana che pongono in miglior luce alcuni tratti della vita e dell’opera dell’artista scomparso prematuramente nel 1903, all’età di 36 anni. I risultati della ricerca sono illustrati nella mostra L’ingegno non la fortuna. Anselmo Gianfanti (Montiano 1857 – Cesena 1903), allestita a Montiano, paese natale dell’artista e comprendente un nucleo fondamentale di opere, documenti d’archivio e fotografici. Montiano, Centro Culturale San Francesco (27 settembre – 26 ottobre 2003) Enti promotori: Comune di Cesena, Comune di Montiano, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesena, Cesena, 2003. 2003 - L’acquisizione da parte del Comune di Cesenatico dell’intero corpus litografico di Tono Zancanaro, voluta dall’Archivio Storico intitolato all’artista padovano con il contributo della Regione Emilia-Romagna, viene resa pubblicamente nota con la mostra Tono Zancanaro Pittore Litografo e la pubblicazione di un CD-Rom illustrativo dell’intera raccolta. Viene così onorato il profondo legame di amicizia che ha unito Tono Zancanaro alla realtà di Cesenatico per un lungo tratto della sua esistenza a partire dalla metà degli anni Sessanta. Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” (17 maggio – 8 giugno 2003) Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC, Provincia di Forlì-Cesena Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, testi di C. Ceredi, M. Gaddi, G. Grossato, O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 2003. 2003 - Prosegue l’azione promozionale e divulgativa a favore della Galleria d’Arte Contemporanea di Santa Sofia in altri contesti territoriali. Nella mostra allestita a Cesenatico I Moreni di Santa Sofia. Opere della Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” l’attenzione si concentra sull’importante nucleo di opere del celebre artista presenti nel museo. In esposizione figura l’intera serie dei celebri “Autoritratti” risalenti alla metà degli anni Ottanta, oltre a una scultura in ferro dipinto risalente agli anni d’esecuzione della celebre, monumentale Mistura e alcune opere grafiche più recenti. Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” (14 giugno – 6 luglio 2003) Enti promotori: Comune di Cesenatico, Comune di Santa Sofia, IBC, Provincia di Forlì-Cesena Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 2003. 2003 - Con la presentazione al pubblico della donazione voluta oltre vent’anni fa dal pittore Felice Baroni di un cospicuo nucleo di sue opere pittoriche destinate alla costituenda Pinacoteca civica di Lugo si propone una rivisitazione dell’intero percorso creativo dell’artista. Il ritrovamento e la consultazione dell’archivio personale del pittore consentono il recupero di un notevole numero di dipinti, disegni, incisioni in raccolte pubbliche e private, molte delle quali figurano nella mostra Felice Baroni (Lugo 1901-1986). Dipingere con arte. Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (21 dicembre 2003 – 18 gennaio 2004) Enti promotori: Comune di Lugo, IBC (Soprintendenza Beni Librari e Documentari) Catalogo a cura di O. Piraccini, D. Serafini, Edit Faenza, Faenza 2003. 2004 - A cent’anni dalla nascita di Mario Morigi viene avviato un generale riordino della consistente raccolta di opere dell’artista cesenate giacente da tempo nei depositi della Pinacoteca Comunale, mentre viene resa possibile la consultazione dell’archivio personale dell’artista. Dipinti, disegni, sculture, ceramiche del museo figurano così nella grande mostra Mario Morigi (Cesena 1904-1978) nel primo centenario della nascita, assieme a un nutrito gruppo di opere inedite riferite all’ultima fase di lavoro del pittore. Cesena, Galleria Comunale d’Arte e Pinacoteca Comunale (27 marzo – 2 maggio 2004) Enti promotori: Comune di Cesena, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesena, Cesena, 2004. 221 222 2004 - L’apertura della Casa-Museo “Remo Brindisi” viene preceduta da alcune iniziative tese a divulgare la conoscenza dell’ingente patrimonio artistico conservato nell’edificio di Lido di Spina. Con la mostra I Brindisi di Remo Brindisi. Opere dalla Casa Museo di Lido di Spina, allestita prima a Fusignano e poi, durante la stagione balneare, a Cesenatico, si propone all’attenzione del pubblico romagnolo una serie di opere del celebre maestro tuttora conservate nella casa museo di Lido di Spina accanto agli oltre mille esemplari di altri esponenti del Novecento, raccolti e collezionati dallo stesso artista. Sono presenti nell’esposizione alcune grandi tele tratte dal notissimo ciclo sulla Resistenza del 1960-61 e dipinti e sculture di recente produzione, alcune delle quali eseguiti negli ultimi anni di vita dell’artista e mai prima esposte in pubblico. Fusignano, Museo Civico San Rocco e Centro Culturale “Il Granaio” (10 aprile – 2 maggio 2004); successivamente, la mostra è stata ospitata alla Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” di Cesenatico Enti promotori: Comune di Fusignano, Comune di Comacchio, IBC Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Trioschi, Edizioni Il Granaio, Fusignano 2004. 2004 - Novecento. Maestri storici nel Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento: questo il titolo della mostra realizzata con l’intento di promuovere la prestigiosa istituzione nel contesto turistico balneare romagnolo. L’esposizione, frutto del profondo legame di amicizia che da decenni unisce il noto collezionista Giulio Bargellini all’ambiente di Cesenatico, comprende una selezione di opere tratta dalla sezione “maestri storici” del museo: da Severini a Carrà, da Sironi a De Chirico, da Campigli a Casorati, da Pirandello a Guidi. Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte (17 luglio – 22 agosto 2004) Enti promotori: Comune di Cesenatico, Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento, IBC Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, Edizioni Comune di Cesenatico, Cesenatico, 2004. Portfolio 225 Modena, Gipsoteca Graziosi, Veduta d’insieme con gessi di Giuseppe Graziosi. 226 Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, Veduta d’insieme. 227 Luciano Ricchetti, Modelle in riposo, 1934, Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi. 228 Luigi Ontani, Son testa son paesaggio turrito, 1984, Bologna, Istituzione Galleria d’Arte Moderna. 229 Carlo Mattioli, Paesaggio in collina, 1980, Parma, Csac. 230 Carlo Mattioli, Ritratto di Roberto Longhi, 1965, Parma, Csac. 231 Alberto Burri, Sacco, 1954, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. 232 Pompilio Mandelli, Figure bianco e nero, 1967, Reggio Emilia, Musei Civici. 233 Claudio Parmiggiani, Il Sognatore, 1983, Reggio Emilia, Musei Civici. 234 Sol LeWitt, Whirls and Twirls, 2004, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi. 235 Giorgio Morandi, Natura morta metafisica, 1918, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. 236 Filippo de Pisis, W Mozart, 1941, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. 237 Gianni Dova, Natura morta con i pesci, 1947, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca. 238 Renato Guttuso, Sala dei graffiti, Carpi, Museo del Deportato. 239 Italo Bortolotti, Renzo Margonari, Dino Radulescu, Memorial Santa Giulia, Monchio di Palagano. 240 San Pietro in Cerro, Mim. Museum in motion, veduta d’insieme. 241 Bologna, Istituzione Galleria d’Arte Moderna, Veduta delle collezioni permanenti, 1997 ca. 242 Aldo Mondino, Turcata, 2002, Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna. 243 Mario Bellini, plastico progettuale per il Museo della Città di Bologna. 244 Nado Canuti, Rosso mutevole forma, 1998, Pieve di Cento, Museo delle generazioni del ’900 “G. Bargellini”. 245 Luciano De Vita, Quinto Ghermandi, [La materia emerge dal caos], 1955-1960 ca., Pianoro, Villa Baldissera. 246 Giacomo Manzù, Il Cardinale, 1989, Zola Predosa, Fondazione Cà La Ghironda. 247 Bruno Raspanti, La grande trave sacra di Houkosai, 1994, Lizzano in Belvedere, Sentieri d’Arte. 248 Marco Pellizzola, La faccia della storia, 2000, Bondeno, Oasi dei Sette Polesini. 249 Lucio Fontana, Attesa-anno 2022 (concetto spaziale), 1959-60, Cento, Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagni”. 250 Nicola Zamboni, Segno del Cancro, 1998, Vallette d’Ostellato, Ciel’Ostellato. 251 Carmen Silvestroni, Maternità, 1970, Raccolta d’Arte della Provincia di Forlì-Cesena. 252 Longiano, Fondazione Tito Balestra, Veduta d’insieme. 253 Ilario Fioravanti, Ragazzina sulla mura, 1977, Longiano, Fondazione Tito Balestra. 254 Concetto Pozzati, Morsa urbana, 1964, Modigliana, Pinacoteca Silvestro Lega. 255 Francesco Somaini, Stele ai caduti dell’acquedotto, 1991-1994, Parco delle sculture all’aperto di Santa Sofia. 256 Alighiero Boetti, Senza titolo, 1984, Ravenna, Museo d’Arte della Città Loggetta Lombardesca. 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Opere di autori contemporanei per una collezione al Castello di San Pietro, [Piacenza], ArsComm, s.d. 271 Indice dei nomi del repertorio Aarnio, E., 142 Abbozzo, E., 190 Accame, V., 96, 127 Accardi, C., 44, 61, 78, 95, 96, 102, 161 Accarino, M., 150 Accatino, E., 127, 174 Accorsi, O., 133 Adami, V., 59, 96, 130, 147 Adani, C., 53 Adani, G., 91 Addis, M., 166 AES, gruppo, 91 Afro (Oreste Balsadella), 44, 87, 126, 162, 176 Aggio, V., 137 Agnetti, V., 78 Agosti, S., 150 Agostino da Cesena, 173 Agostino, 76 Aimone, G., 134 Ajmone, G., 42, 147, 150 Aki, T.M., 156 Al Saidi, H.J., 72 Alabardi, A., 136 Albanese, G., 98 Alberghini, A., 125, 126, 134 Alberino, C., 56, 57 Albert, H., 171 Alberti, G., 39 Alberti, R., 95 Albertini, Silvio, 178 Albertini, Stefania, 172 Alberto III Pio, 68 Albertolli, G. e G., 43 Albertoni, F., 132 Albini, W., 45, 187 Alciati, A.A., 126 Aleotti, F., 177, 178 Alesiani, G., 65 Alessandri, L., 127 Alessandroni, S., 173 Alfieri, A., 126 Alfieri, E., 126 Alfonso I d’Este, 146 Alfredo di Romagna (Alfredo Scarponi), 163 Alighieri, D., 164 Alinari, L., 59, 89, 118 Alinovi, F., 99 Alison, F., 167 Allegri, A., 34 Allimandi, A., 126 Althöfer, H., 145 Alto, A., 167 Alviani, G., 44, 127, 128, 184 Amadori, C., 95, 130 Amato, O., 126 Ambasz, E., 115 Ambrogio, G., 89, 127 Ambrosioni, J., 170 Ambrosone, D., 136 Amendola, A., 79 Amidei, G., 72 Amisani, G., 134 Amissao, L., 67 Anadon, P.E., 73 Ancarani, P., 178 Ancarani, Y., 113, 166 Anderloni, G., 125 Andreoli, 146 Andreotti, A., 137, 143 Andreotti, L., 36, 134 Andriko, M.J., 73 Andrini, A., 93, 111 Andruszkievicz, M., 57 Anemoni, F., 187 Angel, G., 72 Angeli, D., 171 Angeli, F., 44, 96, 147, 161 Angelini, M., 184 Angelini, P., 176 Angelini, V., 69 Anginoni, E., 188 Annibel, 70 Annigoni, P., 104, 109, 125, 134 Annovi, N., 83 Ansaloni, C., 140 Anselmi, L., 93, 143 Anson, B., 54 Antanavicius, V., 72 Antero, J., 72 Anthoi, R., 127 Antola, A., 57 Antolini, D., 146 Antolini, F., 112 Antolini, G.A., 152 Antonelli, A., 46 Antonello, P., 94 Antonini, M., 166 Antonini, W., 191 Antonioli, G., 178 Antonioni, M., 140, 141 Appel, C., 112 Appel, K., 97, 112 Appleby, A., 90 Aprile, A., 67, 183 Ara, M., 117 Araldi, A., 46 Arata, G.U., 35 Arcangeli, B.R. (Rosalba), 104, 182 Arcangeli, F., 94, 96, 106, 170, 182, 185 Arcangeli, G., 94, 182 Arcangeli, M., 98 Arcangelo, 78 Archipenko, A., 147 Arde, G., 118 Arduini, M., 150 Arduini, S., 188 Argan, G.C., 87, 128, 129 Argelés, G., 173 Argelli, L., 160 Argnani, A., 157 Argnani, F., 156 274 Aricò, R., 128 Arienti, S., 38, 78, 97 Ariosto, L., 133, 142 Arleoni, F., 57, 67 Arman, F., 78, 131, 147, 156 Armandi Avogli, N., 100 Armani, G., 45 Arminio, P., 190 Armodio, 35, 37, 168 Arnoldi, N., 131 Arp, H., 97 Arp, J., 112, 147 Arps, G., 171, 187 Arrighini, P., 136 Arrigoni, L., 36 Arsdol, R. van, 34 Arteusi, P., detto Munari, 84 Artias, P., 147 Artoni, G.L., 55 Artschwager, R., 79 Arvieri, 123 Arzuffi, L., 149 Ascari, P., 83 Asirelli, L., 89 Assenza, E., 193 Assirelli, L., 83 Astarita, U., 57 Astolfi, A., 188 Astorgio II Manfredi, 168 Astrologo, C., 170 Astuto, V., 147 Atchugarry, P., 89 Attardi, U., 97, 125, 127, 136, 140, 150, 174, 178, 190 Attendolo, G., 154 Atzeni, A., 169 Aulenti, G., 167 Auregli, D., 96, 98 Aureliaq, 76 Ausili, M., 72, 85 Austoni, A., 65 Auzzi, G., 136 Avanzi, J., 187 Avanzini, B., 89 Avanzolini, A., 123, 131, 144, 164 Avedon 79 Avenali, M., 170 Aversano, R., 72 Aviani, G., 147 Avoni, M.G., 117 Avveduti, G., 149, 160 Avveduti, S., 99, 110 Aymone, G., 136 Aymonino, C., 78 Azzaroni, G., 65 Azzo VIII d’Este, 94 Babini, A., 95 Babini, P., 152 Babini, S., 160 Baccarini, D., 155, 157, 161, 183 Baccarini, P., 160 Bacchi, G., 66 Baccilieri, A., 185, 186 Baccio Bacci, M., 183 Bacilieri, A., 110, 129 Bacon, F., 112, 131, 147 Bacosi, M., 161 Badalozzo, F., 111 Baechler, D., 97, 188 Bagat, M., 57 Bagatti, N., 71 Bagioli, A., 170 Bagnoli, G., 65, 124 Bagnoli, L., 65 Bahrj, D., 112 Baion, E., 147 Baj, E., 42, 44, 134, 140, 147, 150, 156, 171, 173 Bajoni, E., 150 Balanza, J.C., 131 Balboni, A., 132 Balboni, G., 83 Balcone, V., 72 Baldan, M., 150 Baldassarri, C., 166 Baldessari, L., 104 Baldinetti, D., 39 Baldini, G., 191 Baldini, L., 154, 159 Baldissera, G.C., 123 Baldissera, L., 124 Baldissera, O., 124 Baldissera, P., 124 Baldisserri, C., 154 Balducci, C., 152 Balestra, F., 181 Balestra, G., 178 Balestra, S., 143 Balestra, T., 182 Balestracci, C., 187 Balla, G., 59, 78, 126, 147 Ballardini, G., 155 Ballarini, C., 189 Balleroni, P., 67 Ballester, A., 45 Balocchi, P., 72 Balocco, M., 126 Balsamo, V., 136 Balthus, 55 Balzani, G., 188 Balzoni, B., 169 Ban, S., 115 Banchieri, Giuseppe, 127, 174 Bandieri, Giorgio, 46 Bandieri, Giovanni, 46 Bandinelli, A., 138 Bandini, B., 129, 165 Bandinu, S., 93 Bandoli, B., 106, 132 Banfi, 68 Bansi, F., 183 Baracca, C., 154 Baracchi, A., 82 Baracchi, N., 54, 57 Baraldi, R., 69 Barani, L., 87 Baratella, P., 65, 127 Baratta, P., 46 Baratti, G., 189 Barbanti, G., 127 Barbaro, C., 61, 95 Barbaro, S., 127 Barbieri S., 46 Barbieri Zucchini Solimei, M., 114 Barbieri, A., 69 Barbieri, C., 37 Barbieri, E., 65, 178 Barbieri, G., 183 Barbieri, G.F., detto il Guercino, 114 Barbieri, O., 79 Barbiroli, A.M., 117 Bardeggia, G., 178, 188 Bardi, A., 126, 160, 171 Barducci, S., 172, 181 Bargellini, G., 125 Bargoni, G., 161 Bariani, G., 129 Barigazzi, G., 130 Barilari, I., 191 Barilli, C., 50 Barilli, F., 46, 47 Barilli, L., 46 Barilli, Renato, 96, 120, 125, 129, 185 Barilli, Renzo, 46, 65, 83 Barisani, R., 126 Barni, R., 60, 65, 97, 150 Barocelli, F., 46 Barola, P.C., 70 Baroncini, C., 120 Barone, A., 146 Barone, G., 136, 144 Baroni, F., 163 Barozzi, S., 105 Barratieri, B., 34 Barreda, A., 125 Barriviera Bianchi, L., 61 Bartoletti, R., 65, 67 Bartoli Natinguerra, A., 157, 176 Bartoli, A., 53, 54, 59, 61 Bartoli, G., 150 Bartolini, Giuseppe, 150 Bartolini, Graziano, 41, 173 Bartolini, Luciano, 100, 161, 181 Bartolini, Luigi, 147, 162, 176 Bartolino da Novara, 74 Bartolino Ploti da Novara, 88 Bartolotti, A., 149 Bartolotti, M., 149 Baruchello, G., 78, 161 Basaldella, A., 44 Bascheri, G., 69 Basigli, V., 177, 178 Basili, G.C., 136 Basilico, G., 79 Basler, J., 131 Basoli, A., 105 Bassi, D., 117 Bastai, S., 76 Bastia, U., 178 Bastianelli, G., 188 Battilana, M., 127 Battilani, G., 72 Battistini, G., 58 Battistini, M., 168 Baulina Paleotti, A., 103 Baylon, D., 190 Bazan, A., 98 Bazzotti, A., 184 BBPR, gruppo, 68 Bec, D., 171 Becherucci, L., 119 Beckmann, M., 112 Bedeschi, N., 91, 95, 118, 122, 150, 151, 160, 181, 184 Bednarski, K., 72 Bedogni, I., 65 Bedoni, P., 57 Bee, 147 Beecroft, V., 97, 98 Beghelli, N., 95 Begin, M.J., 72 Belgioioso, 68 Bellandi, G., 184 Bellandi, R., 70 Bellani, G., 181 Bellasi, P., 129 Bellei, E., 91 Belletti, R., 41, 72 Bellettini, G., 72, 166 Belli, C., 126 Bellinazzi, I., 150 Bellini, A., 178 Bellini, E., 150, 182, 186 Bellini, M., 102, 115, 167 Bellodi, A., 54 Belloni, M.T., 72 Bellotti, U.E., fra, 136 Belluno, U. da, 127 Beltrami, B., 56 Beltrami, G., 65 Beltrami, I., 69 Beltrami, M., 52 Bemporad, L., 132 Benati, Daniele, 60 Benati, Davide, 59, 62, 78, 83, 97, 110, 150, 161 Benatti, B., 57 Bendandi, W., 166 Bendini, V., 44, 78, 94, 97, 98, 104, 110, 161, 174, 188 Benedetti, D., 39 Benedetti, E., 153, 168 Benedetto, E., 126 Benedini, G., 59, 116 Benetti, M., 61 Benetton, S., 89, 97, 104, 118, 128, 164, 171, 174 Benetton, T., 104, 126, 131 Benevelli, G., 134 Benevelli, O., 61 Benghi, C., 70, 94 Bentini, J., 87, 111, 155 Bentini, M.R., 163 Bentini, P., 136 Bentivoglio d’Aragona, famiglia, 55 Bentivoglio, M., 127 Benucci, D., 171, 182 Benuzzi, B., 110, 185, 186 Benvenuti, G., 127 Benzi, G., 191 Berardi, N., 168 Berardi, R., 132, 162, 168 Berardinone, V., 65, 122, 127 Beretti, E., 59 Bergamini, A., 176 Bergman, A.E., 112 Bergolli, A., 147 Bergomi 61 Bergozza, A., 190 Berlam, A., 164 Berlanda, M., 57 Berman, E., 185 Bernabei, M., 58 Bernabini, P., 121 Bernacchi, R., 72 Bernardi, E., 178 Bernardi, F., 98 Bernardoni, P., 110, 161 Bernasconi, F., 95 Bernasconi, U., 176 Berni, A., 93 Bernini, G., 89 Berretti, F., 72 Berrocal, M., 147 Bertacchini, L., 95, 150 Bertacci, M.G., 125 Bertagna, A., 57 Bertarini, C., 84, 87 Bertazzini, A., 137 Berté, C., 35, 37 Bertelli, A., 95 Bertelli, L., 137 Bertelli, R., 67 Bertesina, M., 93 Berti, V., 127 Bertini, G., 127 Berto, G., 150 Bertocchi, N., 110 Bertocchi, P., 93, 111, 120 Bertola, C., 98 Bertoli, E.M., 83 Bertoli, F., 164 Bertoli, L., 65 Bertolin, U., 91 Bertolini, E., 53 Bertolini, M., 65 Bertolini, P., 184 Bertolino, G., 144 Bertozzi e Casoni, 38, 98 Bertozzi, G. (Gio Bert), 72, 167 Bertozzi, M., 172 Besutti, A., 95 Bettagno, A., 155 275 276 Bettelli, C., 78 Bettelli, D., 78 Béttoli, A., 46 Beuchel, S., 72 Bezzi, P., 89 Biagetti, R., 167 Bianchi Barriviera, L., 126, 177 Bianchi, A., 191 Bianchi, B., 89 Bianchi, C., 52 Bianchi, D., 100, 188 Bianchi, L., 97 Bianchini, F., 57 Bianchini, G., 72 Bianchino, G., 44 Biancini, A., 95, 104, 113, 131, 149, 152, 155, 156, 157, 158, 164, 189 Bianco, R., 134 Bianconi, W., 127 Biasetti, I., 74 Biasi da Teulada, G., 134 Biasi, A., 127 Biasion, R., 126 Biason, R., 96 Biasucci, A., 79 Biavati, R., 132 Bibiena, F., 95 Biggi, G., 45, 61, 147 Bighi, D., 139 Bigi, R., 89 Biglione, A., 127 Bigoni, B., 137 Bill, M., 44, 112, 129, 131 Bimbi, A., 173 Bindella, M., 70 Binelli, C., 127 Biolchini, R., 72, 85, 87, 88, 89 Bioli, E., 97, 123, 127 Biondi, A., 184 Birolli, R., 44, 78, 87, 95, 126, 134, 136, 147, 162, 176, 189 Biserni, I., 178, 186 Bisotti, L., 35 Bissier, J., 101 Bistolfi, L., 106 Bittante, R., 120, 165 Bixio, E., 72 Bizanzio, A., 126 Bizzarri, M., 127 Bizzarri, R., 80 Blenner, B., 70 Boarini, V., 193 Bobson, B., 90 Boccacci, M., 176 Boccato, R., 67 Bocchi, A., 36, 43, 44, 46, 50 Bocchi, E., 43 Bocchi, L., 43 Bocchini, E., 157, 163, 191 Bocchini, F., 86, 154 Bocchini, M., 104, 150, 170, 171, 178, 181, 184 Bocci, N., 190 Boccioni, U., 36, 37, 97, 112, 126 Boccolari, B., 82 Boccoletti, A., 83 Bodini, F., 42, 89, 95, 97, 104, 134, 147, 150, 171, 173 Boehling, E.R., 73 Boero, R., 44, 186 Boetti, A., 37, 78, 97, 161 Bogdanowicz, E., 72 Bogoni, A., 170, 171 Boiani, M., 130 Boifava, B., 176 Boille, L., 127 Bojani, G.C., 155, 156 Boldini, 135 Boldini, G., 36, 138 Boldrini, A., 72 Bolognesi, E., 132 Bolognesi, F., 56, 57 Bolondi, R., 57 Boltanski, C., 97, 100 Bolzani, S., 76, 128, 147, 148 Bonaccolsi, E., 74 Bonalumi, A., 34, 127, 147 Bonamini, E., 83 Bonati, G., 137 Bonazza, G., 95 Bonazzi, C., 54 Bonazzi, E., 59 Bonazzi, M., 95 Bonciani, A., 57 Bondioli, A., 71, 76, 80, 83 Bondioli, M., 95 Bonelli, A., 127 Bonelli, P., 147 Bonetti, A., 127, 136 Bonfante, E., 127 Bonfanti, A., 185 Bonfatti Sabbioni, E., 37 Bonfiglio, C., 98 Bongiovanni, E., 184 Boni, A., 125 Boni, B., 65 Bonici, G., 41 Bonini, D., 178, 191 Bonini, E., 143 Bonito Oliva, A., 129 Bonnemaison, J., 192 Bonoli, A., 152, 161, 168, 177 Bonomi, B., 188 Bonomi, C., 89 Bononi, N., 57 Bonora, L., 140 Bonora, M., 89, 95, 133, 136, 139, 144, 146, 148, 150, 152, 161 Bonora, P., 144 Bontorin, G., 67 Bonvicini, F., 59 Bonzagni Poggi, E., 103 Bonzagni, A., 104, 126, 133, 138 Borboni, P.C., 172 Bordone, C., 76 Borgarello, G., 190 Borgese, L., 134, 176 Borghesani, A., 106 Borghi, A., 61 Borghi, E., 98, 116 Borghi, P., 89 Borgonzoni, A., 54, 65, 89, 95, 97, 103, 105, 118, 122, 123, 126, 127, 128, 147, 178, 182, 185, 190 Boriello, G., 61 Borra, P., 134, 176 Borsari, A.V., 113 Borsato, R., 65 Borselli, F., 93 Borta, G., 164 Bortolami, M., 56, 57 Bortolotti, A., 124 Bortolotti, I., 72, 84, 85 Bortolotti, P., 71, 87 Bortolotti, T., 134 Bortolucci, E.T., 83 Boscaro, F., 76 Boschetti, G., 57 Boschi, A., 128, 150 Boschi, D., 61, 95, 96, 97, 98, 102, 104, 122, 127, 132, 150 Boschi, L., 172 Bosi, M., 174, 175 Bosio 70 Bossi, C., 43 Bossola, G., 183, 184 Bot, O., 35, 46 Bottarelli, M., 95, 97, 98, 102, 188 Bòttego, V., 47 Botteri, L., 70 Bottoni, S., 136 Boubé, L., 65 Boulanger, 89 Bourg, I., 47 Bove Nastasescu, A., 190 Bovi, O., 122 Bovio Di Giovanni, A., 126 Bozzolini, S., 70 Bragaglia, A., 184 Bragaglia, A.G., 79 Braghieri, G., 37 Braglia, Adriano, 45 Braglia, Attilio, 83 Bragoni, D., 73 Branca, M., 39 Brancaccio, G., 176 Brancolini, E., 89 Brancolini, R., 76 Brandani, E., 125 Brandi, C., 138 Branea, M., 73 Branzaglia, C., 110 Branzanti, C., 171 Branzanti, V., 161, 163 Braque, G., 51, 62, 78, 112 Bratella, M., 110 Bravi, G., 61 Bravura, M., 153 Breddo, G., 104, 147, 176 Breindenbruch, F., 73 Brescia, N.G., 57 Bressan, I., 161 Breuer, M., 167 Breviglieri, N., 188 Brici, F., 190 Bricoli, B., 47, 57 Brighi, V., 172 Brindisi, R., 95, 97, 104, 118, 132, 134, 136, 145, 146, 148, 149, 159, 164, 171, 175 Brizzolesi, S., 35, 37 Brockhaus, L., 188 Broggini, G., 134 Bront, L., 54 Broodthaers, M., 37 Brook, F., 190 Brown, J., 97 Brozzi, R., 49, 50 Brugioni, D., 75 Bruhn, J.A., 73 Brunazzi, M.R., 57 Brunetti, F., 106, 123 Brunetti, L., 177, 178 Bruni, G.A., 83 Bruni, L., 143 Bruni, P., 166 Bruno, C., 89 Brunori, E., 158, 172, 185 Brusamolino, G., 34, 35, 127 Bruzzone, F., 65, 125 Bucci, A., 36, 134, 155, 158, 176 Bucci, G.A., 95 Bucur, P., 73 Bueno, A., 136 Bueno, X., 122 Buggiani, P., 127, 128 Bugiantella, M., 93 Bugli, E., 127 Bugli, G., 174 Bukur, P., 131 Burani, M., 65 Buratti, A., 93 Buratti, R., 188 Burattini, S., 190 Burri, A., 44, 51, 78, 95, 97, 106, 112, 126, 141, 147, 156, 189 Busatti, L., 105 Buscaroli, R., 95, 178, 186, 189, 191 Busia, D., 71 Busso, G., 148 Bussotti, R., 54 Buttarelli, B., 89, 170 Buttazzo, A., 73 Butturini, S., 128 Buzzi, P., 154, 168 Buzzoni, A., 137, 140 Byars, J.L., 37 Cabassi, R., 43 Caccavale, G., 99 Caccioni, L., 76, 98, 102, 110, 118, 131 Cacioli, M., 118 Cadoni, E., 57 Cadorin, G., 36, 164, 176 Cagli, C., 68, 104, 126, 147, 162, 170, 176, 191 Cagnani, S., 39 Caimmi, G., 76 Calabotta, F., 138 Calabotta, M., 138 Calabria, E., 54, 89, 95, 136, 150, 171 Calavalle, A., 69 Caldarera, A., 89 Caldari, L., 122, 170, 171, 174, 175, 178 Caldari, M., 172 Calder, A., 59, 147 Calderoni, E., 160 Caldori, A., 141 Calero, G.M., 34 Calì, R., 144 Caligiani, A., 183 Calinescu, A., 73 Callens, M., 133 Calligaro, R., 45 Calò, A., 134, 139, 170 Calvani, B., 126 Calvesi, M., 169 Calvi, U., 95 Calzi, A., 155 Calzolari, C., 65 Calzolari, P.P., 78, 100, 152 Camaggi, M., 93 Cambelotti, D., 98, 141 Cambi, F., 77 Caminati, A., 34, 127 Cammelli, T., 143 Camoni, C., 39 Camoni, E., 35 Camoni, R., 110 Campagnoli, R., 184 Campana, D., 191 Campana, I., 73 Campana, M., 183 Campanili, P.P., 99 Campanini, G., 104, 130, 132 Campesan, S., 127 Campi, C., 137 Campidelli, P., 171 Campigli, M., 36, 126, 131, 147, 162, 176, 181 Campiglio, D., 144 Camponeschi, R., 73 Camporesi, S., 178 Campori, S., 47 Camprini, S., 178 Campus, G., 70, 127, 147 Canato, M., 40 Cancelli, C., 172 Candi, C., 76 Canducci, E., 93 277 278 Canducci, Lorenzo, 190 Canducci, Luciano, 181 Canella, L., 146 Canepa, G., 181 Cangini, L., 171, 174 Cangiullo, F., 126 Cannella, G., 78 Cannilla, F., 134 Canogar, R., 44 Canonica G., 57 Canonica, P., 36 Cantatore, D., 119, 132, 134, 176 Cantimori, C., 168 Cantor, F., 144 Canu, A., 73 Canuti, A., 170 Canuti, N., 127, 147 Capa, R., 79 Capello, C., 59, 134, 139 Capogrossi, G., 78, 112, 126, 131, 134, 147, 162, 176, 193 Capotondi, C., 128 Cappelletti, R., 147 Cappelli, E., 82 Cappelli, G., 65, 96, 122, 136, 170, 171, 172, 174, 178, 186 Cappellini, L., 107 Cappello, E., 184 Cappello, G., 144 Cappuccio, A., 89 Capucci, A., 71, 76, 86 Capuzzo, A., 57 Caramagli, A., 113 Caramassi, A., 150 Caramassi, G., 139 Caramassi, M., 138 Caramel, L., 129 Caranti, A., 159 Carastro, E., 73 Carati, D., 177 Carbonati, A., 53, 162 Carboni, E., 45 Carboni, F., 76 Carboni, L., 102, 177 Cardile, A., 170 Cardinali, D., 93 Cardinali, T., 183 Cardini, M., 129 Carena, A., 127 Carena, F., 36, 134, 157, 161, 176 Carini, M.A., 85, 190 Carlesso, G., 170 Carletti, M., 126 Carli, M., 147 Carlson, J., 70 Carluccio, L., 185 Carmagno, S., 57 Carmassi, A., 89 Carmi, E., 127, 129, 193 Carnevali, Elio, 67, 172 Carnevali, Erio, 83 Carnevali, V., 59 Caroli, C., 127 Caroli, F., 96, 129 Carozzi, M., 38 Carpanetti, A., 134 Carpanini, G., 35 Carpi, A., 36, 68, 134, 176 Carpigiani, D., 106 Carrà, C., 36, 51, 78, 97, 112, 126, 138, 147, 176, 190 Carrara, R., 127 Carretti, F., 57 Carrino, N., 127, 186 Carroli, M., 129 Carroll, L., 90 Carroll, R., 136, 150 Carta, F., 187 Carta, S., 126, 170 Cartier Bresson, H., 79 Caruso, A., 167, 168 Caruso, B., 42, 150 Caruso, N., 75 Casadei, C., 178 Casadei, F., 191 Casadei, M., 97, 151, 152, 153, 161, 176, 177, 178, 181, 182, 184, 186, 188 Casadio, C., 122 Casadio, D., 154 Casadio, R., 178 Casali, Alessandra, 67 Casali, Alfredo, 37 Casanova, A., 110 Casarini, A., 97, 108 Casarini, E., 69 Casarotti, E., 139 Casati, A., 126 Cascella, A., 147 Cascella, M., 36, 83, 104, 134 Cascella, P., 129, 131 Cascella, T., 59, 70, 161 Cascio, W., 76, 110, 118, 129 Caselli Manzini, A., 76 Caselli, A., 148 Caselli, M., 139, 144 Casile, D., 91 Casisa, P., 137 Casoli, A., 54 Casoni, L., 105 Casorati, F., 36, 55, 87, 97, 105, 112, 119, 126, 147, 176 Cassamajor, J.T., 73, 85 Cassani, A., 165 Cassani, N., 147 Cassinari, B., 36, 37, 44, 53, 87, 97, 104, 147, 162, 174, 175, 176 Cassinari, G., 134 Castagna, P., 128, 156, 191 Castagnino, R., 134 Castagno, E., 154 Castagnoli, C., 108 Castagnoli, P.G., 78, 96, 185 Castella, V., 192 Castellani, E., 97, 102, 161, 162 Castellani, L., 171, 188 Castellano, P., 192 Castelli, L., 114 Castello, R., 126 Castellucci, K., 126 Castiglioni, A., 115 Castiglioni, G., 134 Casula, G., 93 Catania 78 Catellan, Maurizio, 97 Catellani, Massimo, 52 Catellani, W., 53, 58, 61, 70 Catozzi, S., 143 Cattabriga, G., 132 Cattaneo, C., 61, 118, 136 Cattani, A., 76, 99 Cattani, G., 161 Cattelan, M., 38, 161 Cattini, T., 65, 66 Cavaglieri, M., 36 Cavalcoli, M., 146 Cavaliere, A., 44, 127, 134, 147 Cavalieri, A., 70 Cavalieri, M., 137 Cavallari, A., 54, 58, 83, 84, 122, 132, 136, 143 Cavallari, L., 65 Cavallari, L.D., 83 Cavalli, R., 41 Cavallotti, V., 89, 148 Cavallucci, F., 185 Cavani, G., 83 Cavazza, G., 101 Cavazzini, C., 95 Cavazzuti, R., 77 Caveduri, G., 137 Cavicchioni, E., 127 Cavicchioni, V., 61, 65, 95, 190 Caviglioni, A., 97 Cazzaniga, G., 74, 174 Ceccarelli, F., 76 Ceccarelli, G., 87 Ceccarelli, U.G., 83 Ceccato, O., 95, 132 Cecchi, D., 126 Cecchini, L., 38 Cecchini, V., 191 Ceccobelli, B., 89, 97, 118, 173, 180 Ceci, C., 188 Celada da Virgilio, U., 134 Celcari, T., 67 Celiberti, G., 127, 147 Celli, F., 184 Celli, G., 96, 129 Censi, M., 135 Cereda, A., 134 Ceredi, C., 175 Ceregato, L., 53, 54, 61, 83, 122, 132, 178 Ceretti, M., 174 Cerizza, F., 147 Ceroli, M., 44, 97, 131, 147 Ceroni, N., 161 Cerri, G., 87 Cerritelli, C., 129 Cervellati, A., 96 Cervellati, L., 96 Cervellati, P.L., 130, 170, 187 Cervi, A., 54 Cervietti, S., 148 César (Cesare Baldaccini), 97, 131, 147, 156 Cesarini, B., 95 Ceselin, M.G., 56 Cesetti, G., 157 Cestari, G., 132, 133, 144 Cézanne, P., 101, 112 Chagall, M., 112, 131, 140, 144, 147, 156, 162, 182 Chardin, 101 Cheng, F., 149 Chersicla, B., 61 Chesini, D.S., 183 Chevrier, F., 127 Chia, S., 102, 162 Chiancone, A., 126 Chiappetta, M., 190 Chiappini, A., 39 Chiapponi, A., 48 Chiappori, A., 45 Chiaramonte 79 Chiarani, F., 91 Chiari, P., 34 Chiarini, S., 71, 93, 166 Chiasera, P., 93, 102, 111 Chieppa, M., 69 Chierici, P., 47 Chiesi, A., 76, 78, 86, 98, 150 Chighine, A., 58 Chigiotti, G., 167 Chillida, E., 112 Chimera, V., 111 Chinaglia, M., 93 Chipperfield, C., 142 Chirico, M., 96 Chironi, C., 93 Chiti, G., 118 Cho, Y.J., 73 Choi, K.H., 73 Chormy, A., 131 Christo, 147 Chun, K.J., 40, 73 Ciaccia, R., 150 Ciai, V., 61 Ciangottini, G., 97, 104, 189 Ciardi, G., 36, 157 Cicero, C., 73 Cicognani, S., 162, 184 Ciconte, S., 190 Cigna, G., 134 Cilento, G., 67 Cimatti, S., 183 Ciminaghi, V., 134 Cingi, A., 61, 65 Cini, V., 144 Cinotti, G., 134 Cintoli, C., 127 Cipollini, E., 73 Ciracì, S., 98 Ciriacono, C., 127 Cittadini, fratelli, 89 Citterio, A., 50 Ciulla, G., 89 Civillero, E., 136 Civolani, F., 147 Class, A., 192 Clavè, A., 112 Cleff, M., 156 Clemente, F., 100 Clerici, F., 55, 126 Cocci, U., 183 Coccoli, A., 65 Cocteau, J., 156 Codagnone, G., 184 Codebue, G.B., 84 Codeluppi, T., 59 Codognotto, R., 178 Coen, V., 102, 129 Cogni, F., 37 Colamussi, V., 143 Colibri, B., 57 Colla, E., 131 Collamarini, E., 109 Colle, N., 73 Colli, G., 65 Collina, Gianfranco 172 Collina, Giorgio, 161 Collina, P., 150 Collishaw, M., 98 Colliva, L., 94, 97 Colombara, P., 53, 59, 62 Colombo, Gianni, 97, 147 Colombo, Giorgio, 128 Colonna, A., 89 Comand, P., 136 Commeno, C., 187 Commisso, L., 93 Concerti, U., 46 Coneglio, 55 Consadori, S., 149 Consagra, P., 44, 97, 112, 131, 147, 181, 191, 192 Consoli, A., 83 Conte, M., 89, 126 Contenotte, B., 147 Conti, A., 134 Conti, G., 83 Conti, Paolo, 95, 102 Conti, Primo, 126, 136, 147, 176 Contini, E., 96, 118, 122, 132 Contini, L., 140 Conyi, P., 95 Copertini, P., 102, 125 Coppola, C., 189 Corazza, N., 95, 104, 188 Corazziari, N., 83 Corbo, A., 93 Cornacchia, E., 164 Corneli, F., 84 Cornini, M., 34 279 280 Corona, D., 39 Corpora, A., 126, 147, 162, 176 Corrà, C., 191 Corradini, E., 48, 54 Corradini, F., 37 Corradini, O., 80 Correggio 46 Corsanini, G., 54 Corsello, C., 98, 120 Corsi, C., 43, 95, 97, 98, 102, 104, 105, 126, 157, 161, 189 Corsini, A., 150 Corsini, E., 148 Corsini, V., 98 Corsucci, U., 188, 189, 190 Cortese, A., 89 Cossetti, D., 43 Costa, A., 136 Costa, C., 82, 122 Costa, L., 167 Costa, M., 41 Costa, P., 150, 154, 160 Costantini, G., 163, 166 Costanzi, L., 177 Costanzo, J., 134 Costanzo, N., 69 Costella, G., 41 Costetti, G., 157, 183 Cosua, M., 186 Cottafavi, F., 91 Cottini, L., 150 Cottino, I., 70 Cousinet, J.B., 43 Couvreur, D., 131 Cova, M., 144 Covelli, N., 147 Covili, F., 74, 84 Covili, G., 54, 56, 57, 83, 87, 88, 95, 97, 104, 136 Covili, R., 87 Covili, V., 87 Cpajak, G., 190 Cragg, T., 97 Crash, 97 Crea, S., 94 Crema, G.B., 132, 183 Cremaschi, C., 76, 78 Cremoni, F., 73, 85 Cremonini, L., 95, 97, 110 Cremonini, S., 106 Cresci 79 Crescioli, M., 178 Cresp, S., 86 Crespi, C.A., 67 Crestale, C., 73 Crippa, L., 70, 134, 147 Crippa, R., 34, 134, 147 Crispini, C., 65, 95, 132, 163, 174, 178, 186, 188 Crispolti, E., 129, 169, 170, 185 Cristalli, G., 40 Croari, G., 160, 163, 177 Crocetti, V., 95, 149 Crociani, N., 65, 127 Crosio, C., 34 Cucchi, E., 97, 102 Cucchiaro, N., 98, 172, 191 Cugur, N., 164 Cuniberti, P., 59, 60, 65, 76, 88, 95, 97, 98, 102, 104, 116, 124, 125, 127, 129, 144, 189 Cuniberti, P.A., 162 Cunoldi, 70 Cuoghi e Corsello, 99 Curculescu, M., 73 Curtarello, T., 125, 132 Curtis, E.S., 62 Czaschza, J., 73 D’Addario, S., 147 D’Agostino, G., 110 d’Albis, A., 155 D’Ambrosi, U., 127 D’Amore, B., 116 D’Andrea Petrantoni, L., 70 D’Angelo, A., 149 D’Angelo, S., 34, 134 D’Angiolo, L., 128 D’Annunzio, G., 50 D’Augusta, V., 61, 98, 146, 165, 172, 178, 185, 186, 191 D’Ottavi, A., 70 da Re, R., 139 Dadamaino, 78, 97, 162 Daga, F., 41 Dagradi, S., 162 Dal Bene, N., 132 Dal Monte, M.G., 119, 121, 183 Dal Re, T., 121 Dalì, S., 112, 133, 147 Dall’Acqua, M., 53 Dall’Oppio, W., 95 Dall’Osso, D., 187 Dalla Casa, G., 88 Dalla Venezia, D., 150 Dalla Zorza, C., 177 Dallari, A., 69 Dalmastri Giugni, J., 177 Dalmonte, D., 164 Daolio, D., v. Duren, 57 Daolio, R., 98, 110, 111, 120 Dasi, G.F., 191 Davanzo, G., 126 Daviddi, E., 83 Davoli, A., 102, 109 Davoli, M., 41 Davoli, O., 60 Dazzi, A., 36 De Agazio, A.M., 181 De Agostini, D., 91 De Angeli, G., 147 De Angelis, C., 50 De Angelis, F., 56 De Angelis, P., 177 de Carlo, G., 142 De Carolis, A., 36, 108, 164 De Carolis, C., 147 de Chirico, G., 51, 55, 97, 104, 112, 126, 128, 131, 147, 176 De Dominicis, G., 188 De Filippi, F., 89, 116, 147 de Finetti, G., 45 De Grada, R., 119, 126, 134, 174, 176 De Gregorio, G., 61, 91, 94, 118, 174, 188 De Lanzaneis, A., 65 De Lorenzo, S., 73 De Luigi, S., 186 De Maio, M., 127 De Marco, F., 110 De Maria, M., 36, 97 De Micheli, G., 34, 95, 136 De Micheli, M., 118, 185 De Moro, V., 53, 65 De Nisco, F., 161 De Nittis, 135 De Pascale, A., 38 De Pietri, P., 65, 97, 98 De Pisis, F., 36, 97, 119, 132, 134 de Pisis, F., 51, 105, 138, 139, 140, 147, 157, 176, 181 De Preter, L., 73 De Rocchi, 44 de Rocchi, F., 176 De Romano, O.V., 176 De Rosa, R., 89 De Sanctis, F., 127 De Sanctis, G., 105 de Staël, N., 51 De Strobel, D., 44, 46, 50 De Vita, L., 95, 97, 98, 101, 104, 109, 110, 124, 150 De Vivo, S., 93 De Zorzi, M.T., 127 Debbri, C., 61, 65 Degidi, R., 177 Dehò, V., 165 Del Bianco, A., 178 Del Bon, A., 126 Del Borgo, V., 149 del Borso, M.F., 67 Del Casino 65 del Deo, R., 73 Del Donno, A., 127 Del Franco, G., 186 Del Gaizo, B., 127 Del Greco, R., 191 Del Monte, M., 65 Del Pezzo, L., 44, 89, 95, 116, 127, 147, 148 Delaunois, A.N., 36 Dell’Amico, C., 139 dell’Arca, N., 104 Della Bartola, A., 178, 188, 191 della Casa, G., 76, 78, 84 Della Torre E., 44, 59, 127 Della Volpe, T., 119, 121, 122, 183 Della Volpe, U., 118 Delle Site, M., 126 Delucca, P., 187, 191, 192 Deluigi, M., 162 Delunay, R., 112 Delvaux, P., 112 Delvecchio, A., 192 Denis, M., 112 Depero, F., 126, 131, 147, 176 Dermegiev, S., 73 Derpapas, G., 112 Dessauvage, T., 156 Dessì, G., 102 Dessy, P., 70 Di Blasio, E., 127 Di Camillo, F., 76 Di Carlo, G., 188 Di Fabio, P., 89, 127 Di Fabrizio, A., 61 Di Fidio, G., 128 Di Genova, G., 125, 126 di Gioia, B., 128 Di Giovanni, M., 93 Di Girolamo, A., 127 Di Martino, E., 185 Di Puolo, M., 144 di Ruggero, C., 174 Di Salvatore, N., 127 Di Tommaso, A., 73 Di Vincenzo, E., 127, 171 Dieckhoff, K., 93 Dieter, 115 Difilippo, D., 74, 89 Dine, J., 78, 147 Dinetto, L., 89 Dionisi, L., 190 Discosti, W., 69 Dix, O., 105, 112 Djurdjevic, B., 91 Dodero, P., 104 Doisneau, 79 Dokoupil, J., 102 Dolcetti, G., 137 Dolcetti, M., 70 Dolcibelli, B., 69 Donati Franceschi, F., 95 Donati, A., 57 Donati, E., 137 Donati, P.A., 95 Donghi, A., 176 Donini, P., 87 Donini, S., 146 Donizetti, M., 42 Donzelli, B., 118 Dorazio, P., 78, 87, 88, 98, 112, 147, 162, 171 Dorbolò, L., 74, 88 Doré, B., 112 Dorfles, G., 129 Doriguzzi, L., 143 Dornbush, S., 84 Dosi, P., 168 Dossi, B., 147 Dossola, P., 183 Dotti, R., 69 Dottori, G., 126, 147 Dova, G., 34, 51, 97, 127, 134, 147, 171 Dradi Marradi, B., 170 Draga, F., 73 Drei, E., 104, 106, 110, 119, 126, 157, 161 Drei, L., 127 Dubuffet, J., 112 Duchamp, M., 112, 147 Dudovich, M., 134, 157 Dudreville, D., 36, 134 Dürematt, F., 98 Duren, v. Daolio, D., 57 Dusan, K., 73 Duso, G., 91 Dynys, C., 163 Eames, C., 167 Eccher, D., 96 Echaurren, P., 89, 97 Echuarren, P., 166 Eggeler, S., 112 Egger, U., 85 Egger-Lienz, A., 36 Ehremberger, L.L., 70 Elf, H., 144 Elia, 76 Elio, 127 Emblema, S., 127 Emiliani, A., 110, 111, 129, 155, 185 Emiliani, P., 177, 178 Emsbach, B., 91 Eneidi, V., 185 Ensor, J., 112 Erani, I., 91 Ercole II, 133 Ermeti, R., 181 Ernst, M., 77, 97, 112, 147 Esposito, D., 65 Esposito, E., 186 Esposito, S., 70 Esser, E., 100 Ettorre, O., 54, 61, 65, 122 Eulisse, V., 177 Evangelisti, F., 178 Evangelisti, N., 117, 129 Evangelisti, S., 110, 115, 117 Fabbi G., 46 Fabbi, F., 105 Fabbri, Agenore, 134, 147 Fabbri, Amleto, 174 Fabbri, Angelo, 171, 177 Fabbri, F., 168 Fabbri, Giovanni, 184 Fabbri, Giulio, 178 Fabbri, Guido, 188 Fabbri, Massimiliano, 154, 160, 168 Fabbri, Mirko, 120 Fabbri, Paola, 123 Fabbri, Piergiorgio, 67 Fabbri, U., 144 Fabiani, S., 169 Fabro, L., 44, 62, 128, 161, 162 281 282 Facco, A., 154 Facco, L., 93 Faggiano, L., 93 Fagioli-Bisso, A.G., 73 Fagiolo dell’Arco, M., 169 Fainardi, R., 46 Faini, U., 122 Falai, L., 136 Falender, B., 73 Fanelli, G., 73 Fantin, E., 98 Fantini, M., 120 Fantuzzi, E., 170 Fanzaga, N., 146 Faraoni, E., 136 Faraoni, W., 188 Farina, R., 144 Farioli, E., 60, 63 Farneti, F., 110 Farulli, F., 54 Fasce, G.F., 94, 189 Fassi, G., 68 Fasso, D., 71 Fautrier, J., 51, 97, 105, 112 Fava, A., 160 Favai, G., 126 Favelli, F., 168 Fazzini, P., 104, 113, 126, 136, 147, 170 Fedeli, P., 67 Fedolfi, S., 67 Feierle, C., 73 Feligioni-Pantaleoni, D., 192 Fellini, F., 188, 193 Fellini, M., 193 Feltrinelli, I., 116 Fereoli, E., 56, 57 Ferlini, F., 152 Ferlisi, G., 172 Ferraresi, G., 132 Ferrari, C., 66 Ferrari, F., 91 Ferrari, G., 44, 104, 127 Ferrari, L., 147 Ferrari, N., 52, 65, 137 Ferrari, R., 65 Ferrari, S., 66 Ferrario, M., 55 Ferrazzi, F., 78, 97 Ferrè, G., 45 Ferrero Gussago, M., 126 Ferretti, A.L., 126 Ferretti, G., 66 Ferretti, L., 61, 66 Ferretti, M., 47 Ferri, D., 167 Ferri, R., 59, 61, 66, 113, 184 Ferroni, Gianfranco, 34, 98, 127, 147, 180 Ferroni, Guido, 161 Fersini, G., 121 Festa, T., 44, 147, 161 Festi, M., 143 Fieschi, G., 94, 97, 147, 150, 171, 185, 186, 189 Fieschi, O., 41 Figini, T., 45, 134, 149 Figue, C., 73 Filaccio, J., 73 Filetto, M.G., 70 Filin, G., 73 Filippi, C., 178 Filippi, F., 76 Filippi, L., 67, 178 Filippi, S., 93 Filippidu, Y., 73 Filippini, A., 136 Filippini, E., 187 Finelli, P., 94, 161 Finessi, D., 137 Finotti, F., 76, 128 Finotti, N., 127, 147 Fioravanti, E., 95, 188 Fioravanti, I., 132, 144, 148, 164, 171, 182 Fioresi, G., 36, 43, 97, 126 Fiori, G., 95 Fiorini, D., 54 Fiorini, G., 178 Fiorini, P., 108 Fioroni, G., 44, 45, 97, 127, 140, 162, 185, 186 Fiorucci, F., 188 Fischl, E., 102 Fitzsimons, D.A., 190 Fiume, S., 42, 147 Flight, C., 112 Floreancig, E., 57 Floris, C., 183 Fo, D., 174, 175 Fogli, A., 100 Folli, U., 119, 149, 154, 160, 162, 164, 177 Folon, J.M., 97, 101, 104 Fontana, F., 53, 79, 87 Fontana, L., 44, 78, 97, 98, 104, 112, 131, 134, 147, 156, 158, 171, 191, 193 Fontanesi, A., 133 Fontanesi, V., 128 Fontanili, D., 154 Fontcuberta, J., 79, 192 Fonticoli, P., 162 Foppiani, G., 35, 37 Foppiano, L., 150 Forges Davanzati, A., 70 Forghieri, G., 82, 178 Forgioli, A., 44, 59, 122 Forlani, P., 136 Fornaciari, L., 61 Fornaciari, M., 73 Fornaciari, V., 61 Fornari, M., 35, 37 Fornasari, W., 57, 83 Forti, F., 69 Fortunati, A., 183 Foscherini Coizzi, P., 76 Foschi, P., 191 Foschini, S., 154 Frabboni, G., 130 Frabboni, S., 118 Fraccaroli, A., 103 Fragiacomo, P., 36 Frai, F., 136 Francalancia, R., 126, 181 Franceschini, G., 57 Francesco I d’Este, 89 Francese, F., 97, 161, 171, 185, 186 Franchi, A., 106 Franchina, N., 106, 170 Francia, F., 107 Franciosi, A., 172 Franco, R., 85 Franzoni, R., 96, 103 Frascà, N., 186 Fraschetti, G., 183 Frascione, A., 93 Frasnedi, A., 86, 118, 127 Fratino, C., 176 Frattini, M.G., 177 Freger, C., 139 Freiles, A., 70 Fremura, A., 136 Frescobaldi, G., 141 Friggeri, M., 111 Frigieri, B., 90 Frignani, M., 67 Frignani, N., 117 Frisoni, D., 192 Frisoni, G., 140 Froni, L., 44 Frunzo, V., 134 Fuad, A., 136 Fugazza, S., 36 Fuksas, M., 115 Fulgeri, M., 93, 120 Fulgoni, L., 66 Funi, A., 36, 134, 136, 138, 149, 176 Furiga 126 Furini, R., 142 Fussmann, K., 112 Futura 2000, 97 Gabellone, G., 97 Gad, F., 73 Gaeta, G., 95, 193 Gagliardi, G., 66, 94, 96, 118, 185, 189 Gagliardi, N., 126 Gaibazzi, G., 46 Gaibazzi, R., 45, 61, 66, 97 Gajani, C., 127 Gajoni, A.L., 126 Galassi, G., 149 Galdòn, J., 91 Galeotti, F., 56, 57 Galeotti, S., 43 Galfano, V., 150 Galgano, A., 102 Galimberti, M., 76 Galleni, R., 73 Gallerani, G., 91 Gallerati, A., 35 Galletti, B., 176 Galletti, M., 133 Galli, Aldo, 70 Galli, Angelo, 57 Galli, Arnaldo, 91 Galli, R., 119 Galli, W., 173 Galliani, O., 34, 58, 59, 60, 89, 97, 116, 139, 171 Galliano, D., 98 Gallina, M., 148 Gallini, M., 137 Gallizio, P., 44 Gallo, F., 140 Gallo, Gio', 70 Gallo, Giuseppe, 102 Galvani, A., 154 Gambale, A., 144, 146 Gambalunga, A., 192 Gambedotti, M., 70 Gambetti, F., 76 Gambi, G., 95, 96, 162, 163 Gambone, G., 156 Gambuti, G., 172 Gandini, A., 73 Gandini, G., 59, 60, 61, 66, 95, 97, 150, 189 Garau, A., 44, 127 Garbolino, G., 148 Gardella, I., 45 Gardelli, M., 178 Gardin, B., 79 Gargiolli, C., 89 Garino, P., 127 Garota, D., 70 Garzarelli, R., 147 Garzia, G., 96 Gaspari, L., 176 Gasparini, G., 127 Gasparri, N., 46, 47, 170 Gasperini, R., 89 Gasperoni, W., 149 Gastini 100 Gastini, E., 65 Gastini, M., 44, 78, 97, 100, 127, 128 Gattamorta, A., 175 Gattavecchia, A., 172 Gatti, P., 47 Gatti, R., 155 Gattini, M., 136 Gaudenzi, P., 61 Gaudí, A., 135, 167 Gauli, P., 127 Gavazzi, G., 89 Gavelli, G., 136 Gavish, R., 73, 85 Gayda, W., 73 Gazza, O., 172, 174, 178 Gazzera, R., 176 Gellini, A., 93 Gendelman, G., 73 Gennaretti, L., 183 Gennari, A., 190 Genovese, I., 39 Genovese, R., 127 Gensini, I., 109 Gensini, P., 73 Gentile, S., 70 Gentili, C., 83 Gentilini, F., 44, 126, 157, 162 Gerardi, A., 170 Germanà, M., 97 Gerolamo da Carpi, 146 Gerra, M., 59, 60, 61 Gerri, M., 86 Ghelli, G, 89 Gherardini, M., 83 Gherarducci, G., 183 Ghermandi, F., 141 Ghermandi, Q., 85, 95, 97, 104, 105, 110, 124, 131, 164 Ghidini, A., 121 Ghidini, V., 53 Ghidini, W., 61, 66 Ghiglia, V., 184 Ghinassi, Sabina, 163 Ghinassi, Sante, 164, 177 Ghiotti, M., 173 Ghirlandi, E., 67 Ghirlandi, V., 110 Ghirri, L., 61, 79, 98, 192 Ghisori, A., 67 Ghitti, F., 70 Ghizzardi, N., 52 Ghizzardi, P., 37, 52, 55, 56, 57, 126 Giaccari, L., 129 Giacomelli, F., 79, 97 Giacometti, 102 Giacometti, A., 77, 101, 104, 112, 162 Giacopini, F., 66 Giampaoli, V., 188 Gianca, T., 175 Gianelli, F., 91 Giangrandi, G., 162 Giannetti, E., 70 Giannini, G., 66 Giannone, 53 Gianuizzi, G., 116 Giardini, F., 91 Giberti, L., 83 Gichia, G., 73 Gieri, U., 150 Gigli, A., 159 Gilardi, P., 91, 97, 99, 162 Gilbert & George, 97, 98 Gilbo, D., 93 Ginna, A., 161 Gioivani, M., 76 Gioli, P., 79 Giorgi, A.R., 61, 64 Giorgi, P., 136 283 284 Giorgione, U., 91 Giorni, G., 172 Giosa, A., 178 Giotto, 101 Giovanardi, M., 76, 86 Giovanelli, M., 57 Giovanetti, M., 125 Giovanetti, R., 53 Giovanni da Siena, 74 Giovanni II Bentivoglio, 94, 108 Giovannini, A., 158 Giovannini, F., 57 Giovannini, U., 168 Giovannini, W., 73, 88 Girardello, S., 127 Giubba, V., 85 Giuffredi, A., 61, 70 Giugni Dalmastri, J., 150 Giuli, F., 172 Giulietti, G., 127 Giuman, G., 116 Giunni, P., 44, 94, 104, 189 Giunti, R., 190 Giusberti, A., 108 Giussani, G., 73 Givanni, A., 144 Givanni, L., 164 Gnoli, D., 112 Gnudi, C., 170 Gobbi, N., 53 Goberti, G., 95, 133, 146 Goffi, G., 84 Goldoni, M., 59, 66 Goldoni, O., 78 Goldoni, R., 39 Golfarelli, T., 170 Golfieri, G., 183 Gonzalez, E., 73 Gordigiani, E., 183 Gordigiani, R., 184 Gordini, S., 168 Gori, Gianni, 162, 187 Gori, Giovanni, 165 Gorini, E., 168 Gottarelli, T., 118, 120, 132, 172 Gotti, C., 91 Govoni, E., 122 Govoni, F., 67 Govoni, O., 83, 96 Goya y Lucientes, F., 182 Grabow, U., 188 Graham, P., 192 Gramola, M., 57 Granaroli, C., 66 Granchi, A., 89 Grandi, G., 140 Grandi, M., 136 Granini, A., 95 Grasselli, S., 88 Grassi, A., 149 Grassi, B., 37, 42 Grassi, T., 61 Grattarola, S., 73 Graziani, F., 136 Graziosi, G., 36, 76, 77, 80, 82, 97, 157 Grazzi, R., 73 Grazzini, R., 54, 123 Greco, E., 95, 127, 134, 139, 150, 164, 170, 189 Greco, L., 65, 76, 83 Grecoluciani, G., 73 Greggi, L., 178, 186 Gregotti, V., 142 Gribaudo, E., 70, 127 Griesgraber, D., 73 Griffa, G., 44 Grillone, I., 147 Grimaldi, P., 34 Gromo, G., 136 Gropius, W., 167 Groppi, D., 39 Groppi, G., 35, 37 Grosz, G., 112 Gruau, R. (Renato Zavagli), 190 Gruppo Itinerante Murales Naïfs, 57 Guaccimanni, V., 162, 164 Guadagnini, W., 78, 110 Gualandi, P., 106 Gualdoni, F., 78 Gualtierio, U., 67 Guardigli, L., 166 Guareschi, A., 168 Guaricci, E., 89, 133 Guarini, P., 176 Guarneri, C., 155 Guarnieri, R., 161, 184 Guastaldon, F., 93 Guastalla, E., 54, 57 Guasti, M., 70 Guatteri, C., 67 Guatteri, M., 52 Guberti, B., 163, 177 Guberti, Giulio, 166 Guberti, Greta, 166 Guberti, M., 174 Guberti, Sara, 166, 187 Guberti, Silvia, 89 Gubinelli, P., 144, 189, 192 Guccione, P., 97, 150, 185, 186 Guderzo, G., 93 Guenzi, C., 44 Guercino, 168 Guerra, T., 153 Guerreschi, G., 97, 122, 125, 127, 171, 174 Guerricchio, L., 70 Guerrini, G., 157 Guerrini, Leo, 157 Guerrini, Lorenzo, 127, 170 Guerzoni, A., 57 Guerzoni, F., 76, 78, 84, 89, 97, 98, 139, 162 Guidi, Gianni, 132, 133, 140, 152 Guidi, Giuseppe, 152 Guidi, Guido, 162, 165 Guidi, N., 79, 127 Guidi, V., 60, 97, 104, 105, 108, 109, 110, 112, 119, 126, 131, 132, 134, 149, 151, 161, 174, 176, 188 Guiduzzi, V., 76 Guizzardi, P., 136 Gundin, L., 71 Gurioli, F., 163, 178 Gurioli, G., 159, 184 Gustavino, A., 154, 192 Guttin, B., 73 Guttuso, R., 44, 51, 54, 55, 59, 68, 69, 78, 83, 97, 98, 104, 119, 127, 131, 162, 170, 182 Guzzetti, A., 34 Guzzon, A., 132 Gyarmathy, T., 112 Haaeke, H., 142 Habicher, E., 97 Hamilton, 79 Han, J.S., 73 Harari, G., 115 Haring, K., 97 Hartung, H., 51, 105, 112 Hassan, F., 177, 192 Hatibi, E., 144 Hattori, K.-E., 54 Heemskerk, J., van, 112 Hess, A.B., 166 Hesse, R., 104, 120, 171, 173 Hillar, A.C., 156 Hirai, K., 73 Hiroyuki, A., 73 Hoara, N., 73 Hockney, D., 112 Hodler, F., 112 Hoffmann, J., 167 Holmboe, T., 36 Holt, B., 73 Hrdlicka, A., 112 Hsien, W.K., 85 Hyland, O., 91 Iannucci, A.M., 155 Iemmi, F., 71 Ievolella, A., 89 Ignazio di Loyola, sant’, 150 Imbelloni, G., 73 Imbeni, L., 54 Improta, C., 110 Inad, E.R., 73 Incerti, A., 54, 61, 126, 132 Inferrera Curtò, P., 35 Innocenti, C., 36 Iodi, C., 69 Iodice, M., 79 Iori, M., 102 Iori, N., 56 Iori, P., 52, 154 Iotti, W., 61 Ippolito, 55 Irmi, C., 173 Isgrò, E., 97 Isola, I., 117 Isoleri, C., 144 Ito, T., 142 Ivrea, I., 57 Izumi, S., 190 Izzo, F., 154, 166 Izzo, V., 98, 166 Jannini, G., 66 Janssen, H., 112 Jaquet, L., 66 Jenkins, P., 131 Jeonghwa, L., 93 Jerzy, M., 73 Joceline, B., 73 Jodi, C., 82 Jones, A., 112 Jones, R., 76 Joostens, P., 112 Jori, M., 75, 97, 99, 100, 102 Jorn, A., 112 Josip, S.S., 161 Juan, E., 73 Jusa, M., 188 Kandinsky, W., 95, 112 Kandl, J., 90 Karasumaru, Y., 97, 98 Kaufmann, M., 78 Keler, 167 Kelly, R., 168 Khanous, B., 93 Khnopff, F., 112 Kiefer, A., 98 Kiefer, O., 115 Kierkiè, 168 Kim Hwal Kyung Hye-Sung Hyun, 73 Kirchner, E.L., 112 Klee, P., 101, 102, 112 Klein, Y., 147 Klimt, G., 161 Kline, F., 147 Klinger, M., 101, 140 Kodra, I., 134, 147 Koenen, H., 73 Koenig, G.K., 167 Kokocinski, A., 89 Kokoschka, O., 112, 147, 182 Kolar, H., 112 Kolar, J., 112 Konjovic, M., 83 Köoning, W. de, 131 Koper, T., 131 Korompay, G., 61, 94, 97, 98, 104, 126, 147, 185, 189, 193 Kostabi, M., 91, 153 Kosuth, J., 142 Kounellis, J., 90, 98, 112, 191 Koval, S., 73 Krimer (Cristoforo Mercati), 183 Krizia, 45 Kroke, P., 100 Krokfors, K., 112 Kubin, A., 112 Kunc, M., 90 Kupka, F., 112 Kvintas, R., 73 Kyu, K.M., 73 La Barbera, N., 136 La Chapelle, D., 115 La Motta, A., 171 La Pietra, U., 34, 116, 187 La Rocca, K., 72 La Torre, G., 67 Labò, S., 126, 134, 161 Lama, E., 163 Lancetti, 45 Landi, M., 161 Landi, V., 83 Landini, G., 128 Lanfranco, 89 Lansing, F., 161 Lanzillotta, P., 65 Larsson, C., 36 Lastraroli, F., 127 Laterza, L., 136 Lattanzi, L., 127 Lattuca, R., 57 Laurenti, C., 36 Laurenti, N., 132 Lavagnino, P., 44, 59, 61 Lazzari, B., 139 Lazzarini, G., 57 Le Corbusier (Charles-Edouard Jeanneret), 167 Lecocq, G., 61 Leczew, M., 73 Leddi, P., 66 Lee, B.G., 40 Lee, S.H., 73 Lee, Y.C., 73 Lega, A., 157 Lega, S., 183 Léger, Fernand, 62, 68, 112, 156, 182 Lenzi, G., 106 Lenzini, P., 118, 136, 149, 150, 187 Leonardi Scarinzi, 70 Leonardi, C., 76, 84 Leonardi, L., 156, 158 Leonardi, Luciano, 94, 122, 127 Leonardi, N., 54, 59, 61, 66, 79, 95, 97, 104, 118, 122, 188 Leonardo, 176 Leoncillo, 51, 60, 97 Leoni, C., 97, 127, 128, 161, 186 Leoni, R., 88 Lepore, M., 134 Lercaro, G., 103 Les Rogers, 102 Leto, G., 89 Levenson, S., 71 Levi, Carlo, 87, 97, 125, 126 Levi, Corrado, 99 Levizzani, G.B., 84 Levoni, L., 73 LeWitt, S., 62, 78, 142 285 286 Lewtas, S., 91 Liao, H.L., 73 Liberi, U., 187 Liberti, M.G., 70 Licata, R., 59, 70, 89, 118, 147, 174, 175 Licini, O., 78, 97, 147 Liebard, Y., 54, 73 Ligabue, A., 41, 55, 57, 60, 126 Lilloni, U., 134, 147 Lima, A., 159 Lindström, B., 112 Lissitskij, E., 167 Litzman, T., 90 Liverani, 156 Liverani, G., 154 Liverani, G.F., 156 Liverani, G.T., 156, 157 Llàcer, J.M., 190 Lo Savio, F., 90 Lobietti, M., 166 Lodola, M., 89, 97, 102 Lombardi, A., 107 Lombardi, M., 66 Lombardini, E., 191 Lombardini, G., 191 Lombardo, E., 136 Lombardo, S., 128 Loner, M., 147 Longhi, R., 162 Longo, R., 37 Longoni, E., 68 Lopresti, S., 150 Lorca di Corcia, P., 79 Loren, J., 34 Lorenzetti, C., 139, 177 Lorenzi, M., 83 Losi, Cinello, 35 Losi, Claudia, 38, 99, 120 Lovino, F., 87, 88 Lovo, L., 57 Lucchi, G., 163 Lucchi, L., 173 Lucerni, U., 82 Lugli, A., 70, 73, 84, 86 Lugli, F., 69 Lugli, L., 83 Luis, J., 101 Lumaca, L., 71, 80, 83 Lumaca, R., 66, 89, 186 Lunais, D., 73 Lupo, T., 190 Luporini, S., 74 Luppi, E., 36 Lusvardi, D., 91 Luzzani, B., 73 Luzzati, E., 61, 70, 97 Luzzati, L., 176 Mac Mazzieri, W., 83, 87, 89, 91, 95 Maccaferri, S., 122 Maccari, M., 95, 97, 102, 104, 126, 157, 182 Maccarinelli, S., 117, 147 Macchia, G.A., 76 Mackintosh, C.R., 167 Macrini, T.L., 183 Madalozzo, F., 120 Maddalozzo, F., 93 Madiai, M., 41 Madoi, W., 46, 47 Madrid, A., 96 Maestri, G., 174 Mafai, M., 51, 60, 78, 87, 126, 170, 182 Maffei, D., 118 Magelli, V., 78, 83, 104 Maggi, N., 73 Magistretti, V., 167 Magnanelli, M., 178, 188 Magnani, E., 76 Magnani, G., 52 Magnani, L., 50, 51, 61 Magnavacca, U., 83 Magnelli, A., 126 Magritte, R., 78, 97, 112, 131 Mainardi, E., 83 Mainolfi, L., 100, 102, 131, 150, 173, 186 Maioli, E., 162 Majani, A., 110, 113 Makoto, K., 73 Malagola, C., 84 Malagoli, G., 66 Malandri, M., 101, 184 Malatesta, G.N., 187 Malatesta, S., 187 Malavasi, A., 93 Maldonado, T., 96 Malerba, G.E., 36 Malerba, L., 78 Malesci, G., 183 Malfanti, G., 35, 37 Malferrari, A., 89 Malmerendi, Giannetto, 126, 171, 186 Malmerendi, Giovanni, 157 Maloberti, M., 98, 120 Maltoni, M., 164, 177, 178 Maltoni, S., 172 Malvezzi, G., 95 Mamprin, O., 144 Manai, P., 76, 97, 98, 131, 140, 161, 185, 186 Manara, E., 75 Manara, F., 52 Manara, Giancarlo, 37 Manara, Gianfranco, 44 Manaresi, P., 95, 97, 105, 110 Manca, A.P., 183 Mancini, F., 119 Mancini, R., 188 Mandelli, F., 134 Mandelli, P., 44, 60, 62, 94, 95, 97, 98, 102, 103, 105, 110, 127, 129, 144, 171, 174, 175, 178, 185, 188 Mandini, A., 75 Mandolesi, G., 184, 188 Mandonesi, G., 177 Mandracchia, S., 93 Manelli, E., 75, 76, 110 Manera, E., 150 Manfredi, A., 59 Manfredi, F., 93 Manfredi, M., 127 Manfredi, S., 178 Manfredini, G., 76, 78, 91, 97, 98 Manfredini, M., 53 Manfrini, E., 149 Mangano, M., 73 Manghi, G., 186 Mania, S., 84 Manicardi, C., 59 Manicardi, E., 54 Mannucci, P., 88 Mannucci, S., 178 Mansuelli, G.A., 119 Mantegazza, T., 175 Mantere, O., 40 Mantica, A., 37 Mantovani, F., 82 Mantovani, S., 71 Mantovi, M., 93 Manuzio, A., 69 Manzi, R., 127 Manzini, W., 86 Manzo, G., 147 Manzoni, P., 162 Manzoni, R., 160 Manzotti, C., 65 Manzù, G., 51, 55, 87, 95, 104, 106, 126, 131, 149, 164, 182 Marabini, B., 191, 192 Marangoni, E., 166 Marangoni, R., 66 Marangoni, T., 70 Maraniello, G., 97, 120, 131, 173 Marano, U., 137 Marcenaro, R., 59, 61 Marchesini, Marco, 106 Marchesini, Modesto, 84 Marchesini, S., 65 Marchetti, Antonio, 153, 177 Marchetti, Attilio, 42 Marchetti, F., 187 Marchi, G., 91 Marchigiani, E., 116, 127 Marchini, G., 186 Marchiò Quarti, E., 123 Marchionni, E., 118 Marconi, A., 80 Marconi, G., 128 Marcovinicio, 133 Marcucci, G., 190 Marcucci, L., 72 Maretti, C., 99 Margonari, R., 85, 122, 127 Margotti, A., 95, 97, 108, 119, 121, 149, 160, 174, 183, 185 Mari, E., 60, 75, 78 Maria Luigia, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla, 46, 56 Mariani, G., 130 Mariani, U., 116, 127, 185, 186 Mariano, M., 98 Marini, Mariella, 70 Marini, Marino, 104, 126, 164, 171, 182 Mariotti, F., 126 Marisaldi, E., 98, 99, 110, 120 Marmiroli, L., 67 Marovino, L., 73 Marpicati, I., 66 Marra, C., 98 Marra, M., 191 Marsili, L.F., 109 Martani, F., 129, 130, 131, 161 Martegani, A., 38, 78 Martellacci, I., 76 Martelli, B.M., 174 Martelli, R., 106 Martinelli Braglia, G., 82, 83 Martinelli, G., 66 Martinelli, N., 70 Martinelli, V., 105 Martinetti, G.B., 105 Martini, Alberto, 125, 126, 128, 164 Martini, Arturo, 59, 69, 87, 102, 104, 112, 126, 156, 157 Martini, G., 105 Martini, P., 168 Martini, S., 139 Martino, N.M., 89 Marussig, G., 134 Marussig, P., 36 Marzi, C., 60 Marzocchi, G., 105, 106 Marzocchi, Marco 178 Marzocchi, Mario, 137 Marzot, B., 106 Masaccio, 101 Mascalchi, V., 89, 94, 97, 110, 152, 161, 168, 189 Mascellani, N., 95, 96, 105, 108, 118, 119, 125, 126 Mascherini, M., 124, 126, 134, 139 Mascia, P., 117, 152 Maselli, T., 53, 66, 97, 161 Masetti, G., 149 Masinelli, L., 83 Masini, D., 89 Masoni, R., 89 Masotti, A., 101 Massari, L., 73 Masson, A., 45 Mastroianni, U., 88, 110, 127, 131 Mastronardi, C., 59 Mataro da Vergato, 76 Mathieu, G., 162 Matilde di Canossa, 93 Matisse, H., 51, 112, 121, 156, 182 Matsuyama, N.S., 139 Matta, R.S., 95, 97, 104, 106, 118, 156, 188 Matti, L., 153 Mattiacci 100 Mattiacci, E., 62, 97, 186 Mattioli, C., 37, 41, 45, 51, 59, 89, 95, 97, 127, 141 Mattioli, Giancarlo, 95 Mattioli, Gustavo, 66 Mattioli, L., 96 Mattotti, L., 95, 97 Maurer, D., 112 Mauri, F., 102 Mavarta, 66 Mazelli, N., 69 Mazullo, G., 170 Mazza A., 47 Mazza, R., 66 Mazzacurati, M., 53, 55, 60, 61, 66, 170 Mazzali, M., 73, 95, 110, 120, 125, 147, 148 Mazzarocchi, G., 191 Mazzella, L., 127, 136 Mazzella, R., 127 Mazzetta, S., 39 Mazzetti, C., 85 Mazzetto, R., 70 Mazzolani, E., 134 Mazzon, G., 126 Mazzotta, F., 73 Mazzotti, A., 95, 104 Mecagni, M., 86 Medici, I., 162 Medri, A., 178 Meerman, B., 168 Meier, R., 142 Meissonier, J.L.E., 138 Melandri, M., 179 Melandri, P., 104, 149, 155 Meldolesi, G., 178 Mele, R., 70 Melecchi 70 Melegari, U., 70 Meletti, P., 159 Melhus, B., 91 Melioli, Iler, 59, 66, 91 Melli, G., 65 Melli, I., 57 Melli, R., 138, 139, 170 Melloni, A., 99, 111, 120 Melloni, D., 123 Meloni, G., 134, 174 Melotti, F., 45, 60, 78, 97, 126, 131, 156 Melotti, R., 136 Melozzo degli Ambrogi, 177 Menada, G., 53 Mendini, A., 115 Mendoza, N.A., 73 287 288 Menetti, N., 87, 129, 162 Menghi, G.S., 178, 191 Menia, R., 83 Menna, F., 129 Mennillo, A., 166 Menozzi, A., 57 Menozzi, G., 46, 69 Mentessi, G., 140 Menzio, F., 126 Mercier, M., 157, 158 Mercuri, M., 38 Merenda, G., 178 Merendi, N., 156 Merighi, G., 69 Merz, Mario, 84, 98, 142 Merz, Marisa, 100 Mesciulam, P., 97, 127, 184 Messina, F., 36, 104, 118, 126, 171, 177 Messina, V., 84, 97 Messori, O., 69 Metoxen, K.B., 41 Meulli, E., 53 Mezzacapo, R., 64 Mezzadra, E., 70 Mezzaqui, S., 38, 98, 102, 120 Mezzogori, L., 136 Miccini, E., 72 Micela, S., 160, 177, 184 Michahelles, R.A., 126 Micheli, A., 191 Micheli, G., 183 Miglietta, S., 95, 123 Miglioli, G., 46 Migliori, N., 97, 102, 129 Migliorini, B., 183 Migneco, S., 178 Mikhailov, 73 Miki, T., 73 Milani, L., 139 Milani, M., 127 Minamoto, T., 190 Minardo, A., 73 Minawi, Y., 190 Minchieri, P., 123 Minekov, S., 73 Minelli, A., 95 Minelli, C., 87, 88, 178 Minerbi, A., 138, 139 Minero, S., 66 Minestrini, F., 178 Minghetti, P., 59 Mingolini, A., 163 Mingotti, A., 156, 173 Minguzzi, A., 106 Minguzzi, Giovanni, 150 Minguzzi, Graziella 161 Minguzzi, L., 42, 87, 95, 97, 98, 102, 104, 105, 106, 119, 127, 129, 131, 134, 150, 164, 189 Miniucchi, A., 66, 128 Miniuchi, A., 59 Minoli, P., 61 Minucci, B., 183 Mirabello, L., 95 Mirandola, C., 143 Mirko (Balsadella), 104, 127, 128, 162, 164, 170 Mirò, J., 112, 131 Miselli, C., 191 Misheff, A., 34 Missieri, B., 37, 150 Missiroli, T., 168 Mitelli, A., 89 Mitoraj, I., 131 Miyawaki, A., 142 Mnedoza, N., 190 Mocenni, G., 70 Mochetti, M., 90 Modigliani, A., 126 Modula, M., 154 Moholy-Nagy, L., 112 Molducci, Z., 162 Molinari, A., 96 Molinari, M., 83, 127 Molteni, G., 183 Molteni, M., 134 Monachesi, S., 127, 170 Monari, S., 152, 160, 161, 168 Mondami, R., 148 Mondini, S., 73 Mondino, A., 61, 102, 131, 162 Monet, C., 124 Monfredini, R., 86 Mongiello, C., 189 Moni, E., 76 Monica, U., 46 Monini, C., 96 Monopoli, A., 42 Montaguti, S., 106 Montanari, Angelo, 52 Montanari, Antonio, 57 Montanari, G., 134 Montanari, V., 152, 178 Montanarini, L., 126, 170 Montecchi Canossa, P., 67 Montecchi, V., 54 Montecuccoli, R., 88 Montelli, F., 166 Montesano, G.M., 76, 97, 102 Montessori, E., 53 Montevecchi, Amleto, 119, 157, 188 Montevecchi, Augusto, 188 Monti, C., 134 Monti, G.G., 89 Monti, M., 76 Montis, D., 144 Montorsi, G., 53, 59, 66 Montruccoli, F., 57 Moore, H., 97, 104, 112 Mora, F., 55, 57 Morabei Gabbrielli, V., 148 Morandi, G., 41, 51, 98, 100, 101, 102, 104, 105, 110, 112, 118, 119, 131, 140, 157, 176, 177, 182 Morandi, M., 90 Morandi, M.T., 100, 118 Morandi, R., 163 Morando, R., 183 Morellet, F., 45 Morelli, Caterina, 93 Morelli, Cosimo, 171 Morelli, E., 149, 150 Morelli, M., 152 Morellini, M., 170 Moreni, M., 45, 87, 88, 94, 97, 98, 127, 156, 162, 168, 171, 175, 185, 188 Moreno, L.A., 76 Moretti, A., 36 Moretti, C., 57 Moretti, G., 91 Moretti, O., 67 Mori, C., 52 Mori-Cristiani, E., 170 Moriconi, R., 66 Morigi, I., 162 Morigi, M., 160, 170, 172, 191 Morigi, W., 150, 164, 178, 182 Morini, A., 157 Morini, G., 66 Morley, S., 38 Morlotti 100 Morlotti, E., 45, 59, 87, 94, 95, 97, 105, 127, 134, 161, 162, 171, 174, 175, 178, 182, 185, 189 Morman, C., 131 Moro-Lin, A., 70, 127 Moroldo, D., 76 Moroni, F., 186, 188 Morri, E., 191 Morris, R., 62 Morselli, S., 151 Mortesen, R., 112 Moruzzi, L., 57 Mosca, G., 134 Moschini, M., 73 Mosconi, L., 35, 37, 38, 134 Motti, G., 37 Mottironi, C., 134 Mucchi, G., 126, 136 Muccini, M., 178 Mudesign, 166 Mugnaioli, D., 53, 66 Muheim, M., 66 Mulas, F., 89, 127 Mulas, U., 97 Mulazzani, E., 104 Muller Farina, U.C., 73 Muller, A., 161 Muller, P., 73 Munari, B., 45, 66, 112, 129, 156, 167, 172, 175, 176 Munch, E., 112 Munciguerra, A., 136 Mundula, G., 110, 116 Mura, E., 70 Murabito, R., 126 Muratori, P., 106 Murer, A., 127, 139, 164 Musa, R., 40 Musante, F., 148 Musiani, L., 162 Music, Z., 97, 101, 112, 126 Mussini, A., 157 Mussini, P., 59, 63, 66 Mussini, S., 65 Mussio, M., 127 Mussolini, B., 184 Mutti, F., 39 Muzi, S., 82, 120 Muzzi, A., 110 Muzzi, D., 43 Muzzi, F., 170 Nacciarriti, A., 93 Naciarriti, A., 111 Nadiani, E., 176, 178 Nadj, D., 93 Nadotti, C., 46 Nagasawa 100 Nagasawa, H., 81, 97, 158, 186 Naglia, G., 163, 177 Nakamichi, M., 73 Nalin, N., 132 Nangeroni, C., 127, 134 Nannelli, P., 51 Nanni, E., 129 Nanni, L., 129 Nanni, M., 60, 66, 89, 94, 95, 97, 98, 102, 104, 116, 127, 129, 131, 162, 177, 184, 189 Nannini, N., 76, 128 Nannucci 100 Nannucci, S., 67 Nardi Spada, G., 163, 177, 178 Nardi, A.M., 141 Nastasio, A., 134 Natali, A., 170 Natali, G., 66 Natali, S., 144 Nativi, G., 127 Nattini, A., 164 Nava, E., 57 Navacchia, G., 178 Negri, A., 58 Negri, Girolamo, 84 Negri, Giuseppina, 58 Negri, M., 106 Negri, N., 37, 54 Negroni, F., 71 Nelli, A., 186 Nemo, N., 144 Nenci, E., 126, 138, 139 Neretti, A., 71 Neri, C., 149, 160, 164, 177 Neri, M., 98, 165, 168 Neri, O., 157 Nerone, 128 Nervi, P.L., 45 Neshat, S., 98 Nespolo, U., 97, 156, 171, 173 Newman, A., 62 Newton, H., 100 Niccolò II d’Este, 133 Nicholson, A.B., 73 Nicita, A., 148 Nicodemi, R., 136 Nicoletta, S., 120 Nicolli, G., 144 Nigiani, I., 88 Nigro, M., 45, 78, 134 Nikiforos, K., 73 Niko, 144 Ninfa, P., 92 Nironi, S., 52, 93 Nishida, J., 156 Nittolo, F., 163 Nizzoli, M., 45 Nkumanda, J., 90 Nocera, S., 132 Nomellini, P., 36 Nonni, F., 155, 162, 184 Noorda, B., 142 Norzi, M., 117 Notari, L., 55 Notari, R., 62, 94 Notari, S., 66 Notte, E., 126 Nottoli, R., 172 Novali, Renato 162 Novali, Rinaldo, 122 Novarro, E., 123 Novelli, G., 45 Novellini, A., 55 Novellini, M., 54, 62, 122 Novello, G., 134, 149 Novi, C., 57 Nucci, P., 106 Nunzio, 97, 98, 100, 102, 131 Oberneder, S., 73 Occari, M., 136 Occhipiniti, A., 70 Ocri da Feltre, 134 Ogata, Y., 73, 85, 89 Olia, R., 59, 171 Olivi, B., 66, 94, 95, 189 Olivieri, C., 78, 162 Olivieri, D., 93 Olivucci, F., 179 Omiccioli, G., 134, 149, 170, 188 Onofri, G., 151, 152 Ontani, L., 76, 97, 98, 99, 100, 102 Oppenheim, D., 142 Oppi, U., 36 Oppo, C.E., 176 Opusmagistri, 92 Ordavo, A., 57 Ori, L., 72 Orlandi, G., 73 Orlandi, R., 47, 89 Orlandini, P., 62 Orsatti, N., 149 Orsini, F., 182 Orsini, J., 74 289 290 Orsoni, M., 85 Ortega, L.F., 38 Ortega, M., 150 Ortega, M.G.A., 40 Ortolani, M., 57 Orvieto, 123 Ossetti, L., 83 Ossola, G., 34, 45, 62, 127 Osti, F., 62 Osti, M., 123 Ottolinini, M., 39 Ovarini, D., 70 Pacchetti, C., 76 Pacciani, A., 177 Pace di Maso del Bombace, 177 Pace, A., 76 Pacella, M.L., 137 Paci, M., 166 Pacini, P., 66 Pacini, S., 147 Padova, G., 45, 126 Padovan, M., 127 Paganelli, P., 133 Pagano, G., 186 Pagliani, P., 82 Pagnacco, A., 177 Paiella, N., 35 Pajuodis, A., 73 Paladino, A., 100, 147 Paladino, M., 97, 98, 100, 161 Palagi, P., 105 Palandri, C., 136 Palazzo, F., 172 Palestini, U., 192 Palladini, A., 88 Pallara, P., 144 Pallottino, P., 141 Pallozzi, G., 89, 127 Pancaldi, L., 50, 94, 96, 97, 106, 113, 127, 140 Pancella, V., 136 Pandolfini, P., 181 Pandolfo, C., 116 Pane, G., 61 Panighi, E., 160, 162, 177 Panizon, A., 73 Pantaleone, v. I. Spaggiari, 54, 57 Pantaleoni, F. 57 Pantaleoni, I., 126, 161 Pantaleoni, R., 188 Pantieri, P.C., 151, 164, 177, 178 Panza di Biumo, G., 90 Panzavolta, C., 177, 178 Panzetta, A., 147, 148 Paoli, P., 91 Paolini 100 Paolini, G., 45, 78, 90, 97, 162 Paolini, L., 37 Paolo II, papa, 171 Paolucci de Calboli, R., 176 Paolucci, A., 155 Paolucci, E., 162 Papa, R., 162 Papadia, M.D. 168 Papola, C., 147 Paradiso, A., 147 Pardi, F., 122 Pardi, G., 45 Pardo, A., 57 Pari, L., 166 Pari, N., 188 Parini, P., 191 Parise, G., 78 Parisi, I., 78 Parisi, P., 110 Parisot, A., 127 Park, H.Y., 73 Parmeggiani, Carlo 176 Parmeggiani, Clemente, 67 Parmeggiani, S., 134, 135 Parmeggiani, T., 147 Parmiggiani, C., 60, 62, 76, 78, 97, 98 Parmiggiani, S., 61 Parmiggiani, V., 100, 121 Paroli, T., 59 Paron, S., 76 Partesotti, F., 76 Partisani, G., 110, 140 Pascali, P., 90 Pasche S., 40 Pasini, U., 132, 169, 171, 172, 174, 182 Pasotto, P., 127 Pasquali, M., 100, 103, 119 Pasqualini, E., 95, 106 Pasqualini, R., 189 Pasqui, E., 83, 164 Pasquini, E., 103 Pasquini, L., 163, 191 Pasquini, S., 76 Passarella, F., 104 Passerini, L., 70 Passerini, N., 39 Pastore, G., 188 Patella, L.M., 86, 127 Patelli, P., 184 Patricelli, 95 Patrono, F., don, 144 Patruno, F., 136 Paul, S., 71 Paulucci, E., 126 Pavan, A., 157 Pavan, G., 136, 147 Pavan, V., 62 Pavesi, M., 67 Pazienza, A., 70, 108 Pazzagli, A., 184 Pazzini, E., 191 Pazzini, R., 190, 193 Pearson, C., 156 Pedriali, D., 162, 163 Pedrini, C., 119, 120 Pedrini, F., 83 Pedroni, F., v. Felix Pedro, 74 Peinado, B., 157 Pelati, F.A., 43 Pellacani, A., 76, 78 Pellegrinetti, M., 85 Pellegrini, G., 161 Pellicciotti, R., 178 Pellis, G., 183 Pellizzola, A., 123 Pellizzola, M., 76, 132, 133, 135 Pelloni, R., 69 Pelloni, T., 83, 94, 185, 189 Pelò, E., 39 Penagini, S., 36, 134 Penone, G., 78, 100 Pentich, G., 127 Pepe, L., 37, 134 Peressutti, 68 Perez, A., 97, 98, 128, 131 Perez, R., 147 Perfetti, M., 72 Pericoli–Pirella, 45 Perilli, A., 87, 147, 171 Perina, C., 67 Perino, 139 Pernudi, F., 73 Perotti P., 35, 37 Perrault, D., 142 Persiani, A., 76 Persico, P., 137 Perugini, G., 73, 190 Peruzzi, B., 68 Peruzzi, O., 126, 136 Peruzzi, S., 57 Pervolovici, R., 73 Pesari, G.B., 84 Pescador, L., 116 Peschi, U., 127 Pesci, A., 137 Pessarelli, G., 122 Petazzi, A.S., 91 Petitot, E.-A., 47 Petlin, I., 186 Petrillo, E., 174 Pettenò, G., 188 Pettibon, R., 98 Peverelli, C., 97, 147, 180 Pezzoli Gonzales, G., 144 Pezzoni, A., 95 Piacesi, W., 62, 118, 136, 150 Pianca, V., 62 Piancastelli, P., 152 Piano, R., 131 Piattella, O., 127 Picasso, P., 68, 112, 121, 131, 147, 156 Picchiani, B., 137 Piccinini, L., 173 Piccinini, S., 93 Piccino, P., 168 Picco, G., 168 Picco, S., 113 Piccoli, R., 137 Pieraccini, E., 56 Pierini, E., 183 Pierotti, U., 184 Piersanti, M., 39 Pietrella, F., 99 Pietro Giacomo da Forlì, 173 Pietroiusti, C., 99 Pignatelli, L., 102 Pignotti, L., 72, 97, 127 Pigorini Lusignani, A., 47 Pigors, C., 73 Pil-Yun, A., 73 Pillitu, L., 57 Pingitore, P., 177 Pini, C., 95 Pini, Giorgio, 71 Pini, Giuliano, 95, 118, 136, 171 Pinna, A., 71, 173 Pintaldi, C., 98 Pinto, B., 98, 105, 161 Pinto, S., 93 Pintori, G., 129 Piombini, G., 191 Piovaccari, L., 171 Piraccini, Orlando, 160, 175, 180 Piraccini, Osvaldo, 58, 66, 122, 132, 150, 160, 170, 171, 172, 174, 175, 177, 178, 180, 182, 186 Pirandello, F., 78, 126, 147, 176 Pirandello, L., 55 Pirazzini, F., 149 Pirone, L., 70 Pirovano, C., 129 Pisani, 100 Pisani, G., 174 Pisani, V., 58 Pisano, T., 118 Pisarro, C, 140 Pistoletto 100 Pistoletto, M., 90 Pitacco, G., 70 Pittarello, G., 67 Pivi, L., 38, 90, 99, 177, 192 Pizzi Cannella, P., 78, 97, 102, 139 Pizzinato, A., 45, 54, 95, 97, 132, 133, 150, 176 Pizzirani, G., 105 Pladino, M., 95 Platania, N., 73 Plaza, B., 101 Plescan, D., 66 Plessi, F., 34, 60, 97, 98, 99, 107, 115, 147, 162, 185, 186 Podestà, G., 180 Poggeschi, G., 94, 97, 113, 144, 189 Poggi, C., 157 Poggi, E., 133 Poggialini, A., 184 Poggiolini, L., 184 Pogni, G., 178 Poiaghi, L., 191 Poirier, A., 186 Poirier, P., 186 Polesello, E., 134 Polgrossi, C., 164 Poli, L., 121 Poli, V., 58, 59, 62 Pollini, P.P., 45, 171 Pollock, J., 97, 147 Poltronieri, A., 57 Poltronieri, G., 128 Pombo Canigosa, C., 96 Pomodoro, A., 44, 45, 97, 104, 112, 131, 134, 136, 147, 158, 164, 172, 190 Pomodoro, B., 34, 172 Pomodoro, G., 104, 125, 127, 129, 131, 134, 136, 147, 158, 164, 188 Pompa, A., 144 Pompei, M., 141 Pompili, G., 58, 59, 66, 73, 76, 85, 97, 116, 122, 125, 133, 152, 154 Ponteri, P.L., 184 Ponti, G., 45, 167 Ponti, L., 168 Ponti, P., 126 Ponti, V., 150, 177 Pontiroli, E., 56 Poppi, C., 96 Porcarelli, C., 115 Portaluppi, P., 37 Portoghesi, P., 78 Possentini S., 52 Pozzati, C., 34, 45, 66, 95, 96, 97, 98, 104, 110, 116, 118, 128, 129, 130, 147, 150, 161, 172, 180, 184, 185, 186, 193 Pozzati, M., 138 Pozzati, R., 137 Pozzati, S., 104, 189 Pozzi, D., 44, 46 Pozzi, E., 126 Pozzi, F., 172 Pozzi, G., 70 Pozzi, T., 134 Prada, C., 36 Pradelli, G., 53 Prampolini, E., 126, 147, 176 Prampolini, G., 105 Prandini, L., 83 Pratali – Valladares, P.A., 73 Pratella, G.B., 121 Prats, A., 125 Predieri, P., 121 Pregno, E., 126 Premiata Ditta, 99 Preminger, T., 73 Preti, G., 83 Pricoli, T., 42 Prina, C., 127 Prince, R., 38 Prini, E., 90 Prini, G., 149 Proia, F., 166 Proietti, N., 56 Prokop, S., 73 291 292 Protti, A., 36, 126, 161 Prouvè, J., 167 Pruno, B., 184 Psychoulis, A., 91 Puccini, M., 157 Puglioli, L., 102 Pulga, B., 94, 97, 188 Pulini, M., 110, 162, 171, 172, 174, 175, 177 Pupi Avati, 193 Purificato, D., 118, 170 Pusole, P., 177 Putzolu, D., 70 Quagliotti, V., 148 Quaranta, A., 143 Quartieri, A., 83 Quilici Buzzacchi, M., 138 Quintavalle, C.A., 44 Quinti, B., 52 Raccagni, A., 88, 95, 97, 98, 119, 120, 161, 177, 185, 189 Raciti, M., 45 Radice, M., 45 Radulescu, D., 73, 85 Ragazzini, A., 178 Rage, A.-B., 91 Ragionieri, M., 67 Raimondi Gambarotta, L., 42 Raimondi, G., 185 Rainaldi, G., 80 Rainaldi, O., 97, 161 Rainer, A., 98, 112 Rama, C., 97, 102, 139, 150 Ramacher, J., 73 Rambaldi, C., 132 Rambaldi, G., 123 Rambelli, A., 123 Rambelli, D., 101, 157, 158, 183 Rambelli, G., 149, 161 Ramous, C., 127, 134 Rampelli, S., 166 Rampin, F., 73 Rampinelli, R., 150 Randazzo, A., 122 Randi 178 Ranieri, L., 66 Ranzi, A., 162 Raphael, A., 60, 78 Rasma, F., 133 Rasori, A., 43 Raspanti, B., 76, 106, 129, 152, 161 Raspi, P., 174 Rassati, U., 188 Ratti, A., 122 Rauschenberg, R., 140 Ravaioli, Gino, 190, 191 Ravaioli, Gregorio, 171 Ravazzolo, G., 93, 113 Ravotti, B., 118 Ray, 79, 139 Re, F., 80 Reali, V.A., 144 Rebecchi, R., 83 Recalcati, A., 128 Regalia, L., 39 Reggiani, M., 45, 70, 78, 105, 125, 126, 134, 140, 147, 162 Reggiani, P., 132 Reggiori, A., 178 Rehberg, S., 91 Rei Rosa, J., 73 Reiynders, H., 73 Renda, A., 177 Renzini, A., 76, 98 Renzogallo (Lorenzo Gallo), 161 Repetto, T., 94, 188 Restany, P., 33, 34 Restelli, F., 54 Reviati, D., 166, 168 Reynes, L., 73 Reza, O., 95 Riario, G., 121 Ricchetti, L., 37, 38 Ricchi, B., 183 Ricci Oddi, G., 35, 36 Ricci, G., 93, 166 Ricci, P., 184 Ricci, V., 160 Ricciputi, I., 66 Richetti, L., 36, 46 Richon, O., 79 Riciputi, I., 122, 178 Riello, A., 38, 90 Rietveld, G.T., 167 Righi, S., 47 Righini, R., 162, 174 Rimondi, R, 104, 105, 127, 129, 130 Rinaldi, P., 65 Rinaldini, G., 91, 178 Rintaro, Y., 73 Rio, M., 143, 146 Rippe, U., 190 Riva, C., 73 Riva, D., 128 Riva, L., 78 Rivalta, D., 76 Rivalta, L., 139 Rivalta, M., 183 Rivani, G., 96 Rivola, A., 91, 102 Rizzoli, P., 106 Rizzoli, R., 76 Roberti, E., 67 Roboli, G., 46 Roca, A., 172, 192 Roca-Rey, J., 127 Rocca, G., 83 Rocca, Giuseppe e Eugenia 50 Rocchi, A., 161, 162 Rocco, A., 144 Rodriguez, S., 73 Roeth, W., 90 Roffi, S., 51 Rogers, 68 Rogers, R., 142 Roggeri, T., 54 Rohuani, M., 137 Rolfi, V., 95 Roma, S., 102 Romagnoli, Giovanni, 94, 108, 110, 157, 188 Romagnoli, Giuseppe, 97, 106 Romagnoli, Guidone, 104 Romagnoni, B., 171 Romani Goccia, R., 78 Romano, L., 182 Romano, M., 110, 111, 120 Romeo J., 40, 73 Romiti, G., 183 Romiti, S., 97, 98, 102, 104, 105, 134, 193 Ronca, L., 67 Roncaglia, A., 88 Roncati, C., 83, 94, 186, 189 Ronci, S., 187, 192 Rontini, A., 89, 136, 155 Rosa, E., 58 Rosai, O., 57, 126, 176, 182 Rosalba (Bianca Arcangeli), 94, 189 Rosati, M., 66 Rosati, S., 83 Rossaro, E., 132 Rossello, M., 134 Rossetti, B., 139, 142 Rossi, Aldo, 78, 99 Rossi, Attilio, 134 Rossi, C., 73 Rossi, G., 44, 126 Rossi, Ilario, 83, 95, 98, 102, 103, 105, 110, 119, 122, 125, 127, 160, 174, 175, 193 Rossi, Italo, 83 Rossi, Massimo, 71 Rossi, Maurizio, 117 Rossi, P., 177 Rossi, S., 178 Rosso, M., 36, 104, 149 Rosti, N., 192 Rotella, M., 45, 60, 97, 159 Rotelli, M.N., 161 Rotunno, G., 57 Rouault, G., 156, 182 Rovandi, G., 87 Roveda, S., 39 Roveri, G., 188 Roversi Monaco, F., 102 Rovesti, B., 55, 56, 57, 126 Rudelli, M., 149 Rudolfson, B., 73 Ruffilli, P., 178 Ruffini, Giorgio, 149 Ruffini, Giulio, 94, 127, 149, 150, 154, 160, 162, 164, 174, 175, 177, 178, 184, 188 Ruggeri, P., 59, 94, 171, 174, 177, 185, 189 Ruggeri, Q., 36 Ruggeri, R., 185 Ruggieri, P., 161 Ruggiero, A., 170 Ruggiero, L., 73 Rupreth, M., 41 Russolo, L., 112, 126, 134 Rutiliano, S., 76 Sabatini, A., 144 Sabatini, S., 115 Sabbadini, C., 76 Sabbagh, M., 76 Sabini, F., 66 Saccani, M., 47 Sacchetto, P., 144 Sacchi, M., 143 Sadun, P., 51, 127 Saetti, Brunella, 174 Saetti, Bruno, 36, 94, 97, 98, 104, 105, 106, 118, 126, 157, 161, 162, 176, 188 Saffaro, L., 94, 97, 98, 129, 185, 186 Saffi, A., 179 Saint-Exupéry, A. de, 33 Salami, R., 65, 67 Salardi, C., 57 Salbitani 79 Salgado 47, 120 Salietti, A., 36, 119, 134, 161, 163, 176, 186 Saliola, A., 109, 128, 186 Salluzzo, M., 152 Salmon, N.T., 84 Salo, S., 73 Saltabelli, V., 39 Saltarelli 62 Saluzzo, M., 166 Salvadori, A., 134, 176 Salvalai, B., 83 Salvarani, A., 69, 82 Salvarani, M., 83 Salvatori, A., 154, 166 Salvatori, G., 154 Salvino, A., 98 Salvo, 37, 97, 100, 102 Sambonet, R., 134 Sammarchi, G., 94, 128 Samoggia, G., 106 Samonà, G., 45 Samorè, M., 90, 98, 99, 120, 162 Samorì, N., 150, 168 Sanchini, P., 70 Sandel, A., 41 Sander, 79 Sandquist, R., 162 Sandri, E., 149 Sandrin, N., 120 Sanesi, R., 144 Sanfilippo, A., 78 Sanguinetti, E., 105 Sanna, A., 73 Sansavini, M., 177, 189 Santachiara, C., 104, 106, 107, 123 Santachiara, D., 59, 99 Santarini, D., 178 Santarini, E., 191, 192 Santi, Filippo, 173 Santi, Franco, 67 Santini, F., 105 Santini, G., 73 Santini, M., 154 Santoli, L., 131, 177 Santomaso, G., 45, 162, 176 Sanvitale, A., 43 Sapiente, B., 37 Saraceni, A., 103 Sardano, V., 128 Sarfatti, W., 150 Sargenti, D., 72 Sarmento, J., 97 Saroni, S., 174 Sarri, S., 89, 171, 177 Sarsini, M., 161 Sartelli, G., 60, 76, 89, 97, 104, 120, 123, 139, 162, 185 Sarti, C., 70 Sarto, M., 106 Sartorelli, F., 36 Sartori, C., 56 Sartori, D., 129 Sartorio, G.A., 36 Sartoris, A., 170 Sassi, I., 89, 95, 104, 128, 155 Sassi, S., 171 Sasso, S., 184 Sassone, B., 73 Sassu, A., 42, 97, 104, 118, 127, 132, 134, 150, 156, 164, 171, 176, 178 Satrapi, M., 163 Satta, V., 94, 128, 161, 188 Saudoyez, J.C., 133 Saura, A., 112 Savazzi, G., 57 Savelli, A., 127, 144 Savini, E., 76 Savini, T., 123 Savinio, A., 45, 112, 126, 147 Saviotti, S., 177, 178, 184 Savoi, A., 127 Sazen, K., 73 Sbaragli, P.F., 178 Scaccaglia, A., 66 Scalise, U., 91 Scalvini, G., 134 Scanabò, D., 70 Scanavino, E., 45, 171 Scannavini, R., 51, 103, 109 Scannavino, E., 62, 97, 127, 134 Scapinelli, Gino, 83, 91 Scapinelli, Giorgio, 83 Scarabelli, C., 174, 175 Scarabelli, D., 87, 88, 89, 104 Scaramuzza, F., 47 Scaravelli, L., 66 Scardovi, G., 133, 152, 160, 168 Scarpa, C., 167 293 294 Scarpa, P., 118 Scarpati, M., 150 Scarpitta, S., 129 Scassellati, V., 110 Scattola, F., 36 Scepi, F., 128 Schawinski, X., 98 Scheda, S., 110 Schenardi, V., v. Armodio 37 Schiavocampo, P., 127 Schiele, E., 112 Schifano, M., 45, 78, 95, 97, 123, 131, 147, 159, 162, 171 Schirato, S., 127 Schirolli, R., 128 Schlinkert, G., 162 Schmidt, E., 91 Schnabel, J., 97, 98 Schubert, 45 Schwartz, D., 79 Schwartz, M., 142 Scialoja, T., 45, 51, 53, 66, 78, 87, 97, 127, 131, 140 Scianna, F., 79 Sciavolino, E., 89, 148 Sciavolino, P., 58 Scifo, M., 147 Sciola, P., 85 Scipione, A., 57, 60 Scordia, A., 127 Scorticati, G., 62 Scorzelli, L., 149 Scorzelli, M., 149 Scoto, A., 33, 38 Scroppo, F., 127 Scully, S., 97 Scurani, M., 92 Sdruscia, A., 127 Sebaste, S., 128, 144 Secchi, G., 41 Sedda, T., 172 Segalini, L., 39 Segatta, E., 94 Segovia, J.C., 73 Seguri, A., 62 Seiland, A., 192 Selden, R., 34 Sellert, J., 73 Selva, A., 36 Selvatico, L., 36 Semenghini, P., 134, 147, 149, 176 Semprebon, B., 83 Semprini, R., 191 Senaldi, S., 37 Sene, N., 70 Senesi, L., 128 Senno, P., 183 Sepo (Severo Pozzati), 45, 95, 97, 125, 126, 136 Serafini, C., 53, 66 Serafini, D., 160 Serafini, G., 37 Sergi, S., 48, 66 Sergi, U., 130 Serino, A., 83 Sermidi, S., 162 Serra, G., 122 Serra, L., 76, 118 Serra, M., 73 Serra, P., 191 Serra, R., 62 Serri, L., 91 Serri, M., 71 Serventi, G., 41 Servolini, C., 184 Servolini, L., 69, 178 Sesia, B., 140 Sessa, A., 65, 76 Sesto, G., 186 Setti, G., 83 Severi, G., 170, 174 Severi, P., 181 Severi, S., 143 Severini, G., 51, 78, 97, 112, 126, 177 Sevini, G., 121, 167 Sforza, C., 121, 166 Sgarbi, G., 132 Sgroi, A., 92 Sguanci, L., 190 Sguanci, R., 57 Shabani, A., 169 Shafik, M., 171 Siboni, C., 183 Siccardi, G., 65, 67, 132 Sieger, M.C., 115 Sighicelli, C., 73 Sighicelli, D., 52, 73 Sighinolfi, P., 73, 85 Sigismondo d’Este, 139 Signori, G., 96, 123 Signorini, R., 162 Silenzio, S., 164 Silva, F., 46 Silvani, O., 118 Silvestri, B., 93 Silvestroni, C., 177, 178 Simeti, T., 127 Simionato, A., 134 Simon, D., 73 Simoncini, V., 96 Simonetti, M., 126 Simoni, S., 163 Simonini, A.C., 88, 89 Simpson, D., 90 Sims, P., 90 Sinelli, R., 95 Sircana, G., 183 Siro, 126 Sironi, M., 36, 44, 97, 112, 126, 134, 138, 147, 177, 182 Sirotti, R., 174 Sissi, 99, 111, 120 Siviglia, C., 128 Siza, A., 142 Smail, Z., 73 Societas Raffaello Sanzio, 99 Soffiantino, G., 122, 174, 186 Soffici, A., 97, 177, 182 Soldati, A., 45, 46, 59, 126 Solè, J., 34 Soli, C., 83, 92 Soli, I., 83 Solmi, F., 96, 103, 130 Soltanto, M., 76 Somaini, F., 89, 127, 128, 172, 186 Sommaruga, R., 150 Sommaruga, V., 184 Sonnabend, I., 114 Sonnino, F., 128 Sorano, E., 93 Soressi, A., 36 Sorgente, T., 125 Soricelli, C., 57 Sorrentino, A., 71 Sorresi, A., 37 Sotilis, E., 134 Sottsass, E., 115, 142, 167 Sovak, P., 112 Sozzi, G., 161 Sozzi, V., 93 Sozzo, C., 95 Spacal, L., 70 Spada, E., 178 Spada, G., 164, 178, 181, 182 Spada, H., 173 Spadari, G., 186 Spadini, A., 157, 161, 183 Spadoni, C., 98, 161, 163, 165, 171, 185 Spaggiari, F., 33, 34 Spaggiari, I., Pantaleone, 57, 123 Spaggiari, S., 93 Spagna Nardi, G., 184 Spagnulo, G., 45, 78, 158 Spagnulo, P., 97, 100, 156 Spagnulo, V., 59 Spallanzani, M., 155 Spalletti, E., 90 Spampinato, F., 102 Spani P., detto il Clemente, 61 Spatola, A., 66, 97 Spattini, C., 66, 83, 84 Spazzali, L., 35 Spazzoli, O., 177 Spazzoli, V., 177 Speranza, F., 91 Spilimbergo, A., 134 Spinosa, D., 94, 127 Spinosi, G., 152, 165, 171, 172, 177 Spizzico, R., 127 Spoerri, D., 62 Spoldi, A., 99 Sproccati, S., 110 Spurey, K., 156 Squarza, N., 54 Staccioli, M., 186 Stagnani, V., 183, 184 Stähler, F., 89, 156 Stanghellini, A., 150 Stanghellini, C., 176 Stefani, A., 140 Stefanoni, A., 128 Stefanoni, T., 128 Steffenini, O., 36 Stegmann, E.A., 96 Steinen, C. von den, 34 Sterpini, U., 53, 127 Stokel, K., 73 Stoppioni, V., 184, 185 Storari, M., 136 Storchi, R., 88 Strada, D., 165 Strazza, G., 150 Stropparo, E., 156 Stroppiana, L., 150 Stuard, G., 46 Studio Azzurro, 99 Studio Othe, 154 Stuki, S., 143 Subazzoli, S., 57 Sughi, A., 83, 95, 96, 118, 122, 159, 160, 170, 171, 174, 178, 182, 186, 188, 190 Summa, F., 128, 141 Suprani, R., 166 Sutherland, G., 95, 97, 105, 112, 131 Svilen, C., 73 Sˇvankamajerovà, E., 47 Sˇvankemajer, J., 47 Tabanelli, A., 73 Tabarroni, L., 112 Taccani, R., 134 Taddei, A., 99 Tadini, E., 42, 45, 59, 62, 78, 97, 100, 129, 171, 188 Tagliazucchi, C., 76 Taioli, F., 177 Talani, G., 136 Tallone, F., 139 Tallone, G., 134 Tamburi, O., 51, 134, 136, 177 Tampieri, A., 159, 160 Tampieri, G., 157 Tampieri, S., 187 Tancredi, 97, 98 Tanev, K., 73 Taneva, M., 40 Tanguy, I., 112 Tani, L., 54 Tantillo, A., 150 Tapies, A., 97, 112 Tapparo, N., 178 Tarabella, L., 129 Taranu, L., 128 Tarassov, A., 54 Tartarini, I., 104 Tassi, A., 183 Tassi, Gaetano, 132 Tassi, Giancarlo, 132 Tassinari, R., 178 Tassinari, V., 133 Tassoni, N., 184 Tato (Guglielmo Sansoni), 126, 132, 161, 163 Tauro, R., 71 Tavanhxiu, G., 188 Tavanti, A., 164, 177, 184 Tavernari, E., 134 Tavernari, V., 95, 127, 188, 192 Tavolarelli, M., 73 Tavoni, F., 83 Tedeschi, A., 85 Tedeschi, N., 54, 59, 62, 66, 83, 95, 118, 132, 136, 148, 150, 188 Teodorani, F., 170, 171, 174, 187 Teodoro, C.F. 78, 87 Terrachini, B., 53 Terrachini, P.G., 53 Terragni, G., 167 Terzi, P., 76 Terzi, S., 136 Tesi, A., 98, 120 Tessaro, M., 144 Tettamanti, A., 190 Tevini, E., 147 Theimer, I., 173 Thonet, M., 167 Tibaldi, D., 105 Tiboni, G., 191 Ticcò, M., 70 Tilson, J., 45, 90, 120, 171 Timoncini, L., 150 Tinguely, J., 112 Tinti, P., 86 Tiozzo A., 73 Tiradini, C., 53 Tirelli, M., 78, 97, 98, 102 Tirelli, R., 113 Tirelli, U., 55, 123 Tito, 127 Tito, E., 36 Titonel, A., 128 Tivoli, G., 105 Tizzoni, S., 37 Tobey, M., 97 Toccafondo, Gianluigi, 102 Toccafondo, Giovanni, 187 Tofanelli, A., 168 Tofanello, M., 137 Tomasi, C., 154 Tomba, C., 102, 105, 106, 126 Tomea, F., 134, 177 Tommaselli, P., 188 Tommasi Ferroni, R., 150 Tonellotto, M., 95 Tongiani, V., 178 Tononi, A., 67 Topia, M., 123 Torelli, A., 127 Torelli, S., 98, 102, 110, 120 Torreggiani, A., 190 Torregrossa, A., 76 295 296 Torresi, A., 132 Torrigiani, A., 109, 111 Tosca, S., 93 Toscani, O., 79 Toschi, E., 160 Toschi, O., 157, 161, 183 Tosi, A., 36, 51, 157, 174, 177 Tosi, B., 83 Tosi, F., 144 Tosi, G., 148 Tosio, M., 67 Tot, A., 106 Toulouse-Lautrec, H. de, 112 Tozzi, M., 126 Trabucco, L., 67 Trafeli, M., 127 Tramontin, V., 150 Tranquilli, A., 172 Treccani, E., 54, 62, 74, 95, 97, 104, 134, 136, 149, 150, 175, 178 Tremante, V., 184 Tremlett, D., 107 Trentecoste, D., 36 Treves, D., 126 Trevisan, D., 67 Trevisani, F., 90 Trevisani, L., 76 Trevisi, E., 83, 88 Trianchini, B., 95 Trinchero, A., 66, 96 Trini, T., 129 Trioschi, P., 159 Tripponi, A., 191 Trivisonno, A., 126 Trmac, P., 73 Troelsen, F., 73 Trombadori, A., 182 Tronconi, P., 62 Trotta, A., 38 Trotta, N., 166 Troubetzkoy, P., 104 Trubbiani, Valeriano, 89, 171 Trubbiani, Valerio, 128 Trubetzkoj, P., 69 Tuci, A., 83 Tulli, W., 127, 175 Tuniz, I., 183 Turcato, G., 87, 97, 131, 162, 170, 177, 185, 190 Turchi, E., 77, 80 Turchiaro, A., 127 Turci, G., 184, 188 Tuti, C., 95, 161 Twombly, C., 182 Ubac, R., 112 Uccelli, C., 43 Uccello, P., 101 Ugo da Carpi, 69 Ugolini Zoli, I., 95, 122, 178, 184 Ugolotti, J., 54 Ugonia Mignini, E., 151 Ugonia, G., 151, 161, 162 Uncini, G., 45, 97, 131 Ungers, O.M., 142 Urbano VIII, 133 Urbinati, G., 190, 191 Usellini, G., 36, 126 Vaccari, A., 98 Vaccari, F., 34, 76, 78, 80, 83, 86, 89, 97, 128 Vaccari, P., 65 Vaccari, W., 76, 78, 87 Vaccarone, F., 70, 177 Vacchi, S., 60, 89, 94, 95, 97, 104, 125, 172, 185, 186, 188 Vagnetti, G., 157, 177 Vago, V., 34, 128 Valbonesi, G., 83 Valenti, A., 47 Valenti, I., 177 Valentini, G., 191 Valentini, G.B., 155 Valentini, L.O., 127 Valentini, M., 191 Valentini, N., 158 Valentini, W., 34, 59, 62, 116, 127, 150 Valieri, G., 95 Valla, R., 106 Valladares, A., 73 Vallin, A., 137 Vallotton, F., 112 Valmaggi, A., 191 Valsecchi, G., 122 Valsecchi, M., 118, 185 Van der Rohe, M., 167 Vancheri, A.M., 127 Vandelli, F., 77 Vandelli, P., 187 Vangelli, A., 127, 170, 182 Vangi, G., 131, 150, 191 Vanni, E., 83, 84 Vanni, G.B., 127 Vantaggiato, S., 93 Vantongerloo, G., 112 Vanzi, A., 146 Varagnolo, M., 157 Varesco, F., 154 Varignana, F., 102 Varoli, L., 154, 160, 161, 162, 163, 183 Varroni, F., 83 Vasarely, V., 78, 112 Vatteroni, F., 128 Vayenti, B., 66 Vecchi, F., 52 Vecchiati, P., 78, 83 Vecchiet, F., 70 Vecchietti Masacci, G., 70, 73, 105, 125, 128 Vecchietti, A., 143 Vedova, E., 45, 87, 88, 94, 95, 97, 98, 127, 150, 162, 177, 188, 193 Vedovato, G., 57 Vegezzi, N., 37 Vehland, S., 171 Vele, 139 Velickovic, W., 177 Vellani Marchi, M., 78, 82, 134 Vellani, S., 69 Velleani Marchi, M., 177 Venkuniene, V., 73 Ventura, N., 142 Venturelli, M., 88 Venturi, C., 70, 89 Venturi, L., 87, 169 Venturi, Silvano, 152 Venturi, Silvia, 93 Venturi, V., 127 Veranio, B., 67 Verdecchia, C., 126 Verdi, G., 33, 49 Verena, 73 Verga, A., 128 Verga, P., 144 Vergara, B., 57 Vergés, C., 125 Verlicchi, F., 150, 177 Verna, C., 97, 128, 162 Verni, M., 187 Vernizzi, L., 70 Vernizzi, R., 126, 134 Veronesi, L., 45, 70, 78, 125, 126, 129, 162, 170, 171, 188 Veronesi, P., 106 Versace, 45 Versari, P., 190 Verworner, E.L., 183 Verzelloni, A., 57 Verzocchi, G., 176 Vescovi, D., 90 Vescovi, E., 66 Vespertini, L., 65 Vespignani, G., 160 Vespignani, R., 53, 150, 175, 182 Veszpremi, I., 73 Vettori, Alberto, 66 Vettori, Andrea, 66 Viani, A., 104, 126, 191, 192 Viani, L., 97, 157 Viano, G., 83 Vidoni, B., 125 Viel, C., 99 Vietri, T., 122, 150 Viganli, A., 71 Vigarani, G., 80 Vignali, E., 48 Vignoli, F., 95, 97, 105, 106, 189 Vignuzzi, S., 178 Vigo, N., 146 Vildoza, N., 41 Villa, E., 162 Villani, A., 191 Villani, L., 115 Villani, M., 73 Villoresi, F., 170 Vimercati, M., 79, 192 Vincenzi, C., 106 Viola, L., 186 Viola, S., 190 Violante, A., 91 Violetta, A., 97, 98, 157, 161, 165, 173 Violi, D., 66 Violi, E., 69 Viracocha, L.Q., 73 Virgili, G., 138, 139 Virili, L., 62 Viroli, G., 160, 165, 177 Viroli, R., 178 Visani, A., 93, 166 Visani, E., 96 Visconti, L., 55 Vistoli, R., 159 Vitali, G., 70 Vitali, I., 120 Vitali, M., 155 Vitali, V., 132 Vitone, L., 99 Vittori, G., 123 Vittorini, U., 177 Viviani, V., 89 Vogt, C., 192 Volanti, G., 40 Volker, F., 73 Volpe, C., 96 Voltini, G., 46 Voltolini, I., 69 Vostell, W., 45, 61 Vukievic, S., 115 Wakers, R., 172 Wal, 60, 61, 71 Wang, K.H., 73 Warhol, A., 78 Weber, P., 133 Weiermair, P., 96 Wernert, A., 172 Whittier, Z., 73 Wildt, A., 36, 104, 134, 176, 179 Wildt, F., 134 Willmann, M., 192 Wisoka, A., 73 Wladi, M., 178 Wolf, R., 150 Wols, 51, 97 Wostry, C., 164 Wotruba, F., 105 Wouters, P., 75 Wrange, M., 91 Wurm, E., 97, 98 Xerra, W., 35, 62, 97, 128 Xiao, 45 Ximenes, E., 46, 69 Yabe, M., 73 Yaria, A., 170 Za, N., 126 Zadkine, 78 Zaffagnini, G., 163 Zagaglia, B., 79 Zaganelli, L., 166 Zagaria, M., 143 Zagnoli, M., 61 Zama, R., 158 Zamboni, A., 76, 102, 128 Zamboni, D., 83 Zamboni, N., 70, 71, 73, 76, 97, 106, 110, 147, 148, 190 Zammarchi, A., 170 Zampino, M.G., 189 Zanaga, C., 67 Zancanaro, T., 54, 59, 62, 83, 87, 95, 118, 123, 125, 126, 132, 136, 162, 169, 175, 182, 191 Zandomeneghi, 135 Zanella, A., 35 Zanella, C., 137 Zanella, S., 127 Zanelli, D., 71 Zanetti, U., 95, 161 Zanfrognini, G., 83 Zani, M., 117 Zanni, S., 89, 131, 133, 139, 140, 144, 148, 152, 162 Zannier, I., 96 Zannoni, A., 169 Zannoni, U., 158, 184 Zanotti, G., 109 Zanuso, M., 167 Zapparoli, R., 83 Zappelletto, M., 67 Zarattini, M.G., 62 Zardi, G., 160 Zattini, M., 173 Zauli Saiani, E., 176 Zauli, C., 75, 95, 104, 105, 106, 107, 131, 155, 156, 158, 164, 186 Zauli, G., 156 Zauli, P., 150 Zavagno, N., 190 Zavattini, C., 57, 60, 101, 125, 126, 127, 128, 136, 188 Zbigniew, F., 73 Zeri, F., 109 Zhensheng, L., 62 Zigaina, E., 83 Zigaina, G., 53, 118, 150 Ziliotti, L., 47 Ziveri, A., 78 Zobel, E., 93 Zoboli, A., 83, 184 Zocchi, C., 69 Zoccola, V., 95 Zoli, S., 178 Zona, P., 54, 136 Zoni, B., 44, 45 Zorio 100 Zorio, G., 78, 131, 161, 162 Zotti, C., 62, 175, 184 Zucchini, A., 138, 139 Zuccoli, O., 183 Zuelli, D., 120 Zuffa, M., 190 Zuffi, D., 136 Zukov, N., 54 Zunica, G., 127 297 Indice dei luoghi del reportorio Provincia di Bologna Baricella, Galleria Sessantaquattro Baricellarte, 93 Bazzano, Rocca Bentivoglio, 93 Bologna, Accademia di Belle Arti, 109 Bologna, Arte Fiera, 114 Bologna, Associazione Bo.art, 113 Bologna, Banca di Bologna, 105 Bologna, Cappella di Santa Maria dei Carcerati in Palazzo Re Enzo, 106 Bologna, Cineteca, 101 Bologna, Collezione della Provincia di Bologna, 95 Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna – Raccolta Arte Contemporanea, 101 Bologna, Convento di Santa Cristina, 109 Bologna, ex Forno del Pane, 99 Bologna, Istituzione Galleria d’Arte Moderna, 96 Bologna, Manifattura delle Arti, 99 Bologna, Museo della Certosa – Opere d’arte del Novecento, 106 Bologna, Museo della Città, 102 Bologna, Museo della Sanità e dell’Assistenza – Raccolta d’arte contemporanea, 104 Bologna, Museo di San Giuseppe, 112 Bologna, Museo Internazionale e biblioteca della musica, 105 Bologna, Museo Morandi, 100 Bologna, Palazzo del Podestà, 107 Bologna, Palazzo Saraceni – Gualandi, 102 Bologna, Parco Pier Paolo Pasolini, 106 Bologna, Pinacoteca Nazionale. Gabinetto delle Stampe e dei disegni, 111 Bologna, Raccolta d’Arte Moderna della Regione Emilia-Romagna, 94 Bologna, Raccolta Lercaro, 103 Bologna, Sala d’Ercole, 107 Bologna, Salara, 99 Bologna, Spazio Aperto, 97, 98 Bologna, Spazio ex chiesa di San Mattia, 108 Bologna, Ufficio Promozione Giovani Artisti, 113 Bologna, Unicredit, 105 Bologna, Villa delle Rose, 99 Bologna, Villa Serena, 113 Cadriano, Idee in fabbrica, 115 Castel San Pietro Terme, Galleria d’Arte Contemporanea, 116 Castel San Pietro Terme, Il Fienile, 116 Crespellano, Palazzo Stella, 117 Dozza Imolese, Pinacoteca del Muro dipinto – Galleria d’arte moderna, 117 Grizzana Morandi, Centro Documentazione Giorgio Morandi, 118 Imola, Artenati – Archivio Giovani Artisti, 121 Imola, Chiostri di San Domenico 119 Imola, Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, 120 Imola, Pinacoteca Civica – Raccolta d’Arte Moderna, 119 Imola, Rocca Sforzesca, 120, 173 Imola, Sala dell’Annunziata, 121 Lizzano in Belvedere, Sentiero d’arte, 122 Marzabotto, Raccolta d’Arte Moderna, 122 Medicina, Museo Civico – Pinacoteca Aldo Borgonzoni, 122 Pianoro, Villa Baldissera, 123 Pieve di Cento, Centro Culturale Vladimiro Ramponi 125 Pieve di Cento, Museo d’Arte delle Generazioni italiane del ’900 “G. Bargellini”, 125 Pieve di Cento, Pinacoteca civica – Collezioni comunali del Novecento, 124 Pontecchio Marconi, Museo Marconi, 128 San Giovanni in Persiceto, ex chiesa di Sant’Apollinare, 129 San Giovanni in Persiceto, Sala esposizioni di Palazzo San Salvatore 129 San Pietro in Casale, Casa Frabboni, 129 San Pietro in Casale, Museo della città 130 San Pietro in Casale, Parco Culturale 130 Zola Predosa, Fondazione “Cà la Ghironda”, 130 Provincia di Ferrara Argenta, Raccolta d’Arte Moderna, 132 Bondeno, Oasi dei 7 Polesini, 132 Bondeno, Pinacoteca Civica “Galileo Cattabriga”, 132 Bondeno, Rocca di Possente di Stellata, 133 Cento Renazzo, Museo Sandro Parmeggiani, 135 300 Cento, Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagni”, 133 Cento, Il giardino del gigante, 135 Cento, Rocca di Cento, 134 Comacchio, Museo Mariano d’Arte Sacra Contemporanea, 135 Copparo – Berra- Jolanda – Tresigallo – Formignana – Ro, Fabbrica Creativa – Museo diffuso sul territorio, 136 Copparo, Quadreria Civica d’Arte Contemporanea ex Carceri Alda Costa, 136 Ferrara, Casa dell’Ariosto, 142 Ferrara, Casa Giorgio Cini, 143 Ferrara, Centro Video Arte, 140 Ferrara, Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, 137 Ferrara, MusArc Museo Nazionale di Architettura, 142 Ferrara, Museo dell’Illustrazione Centro Studi sull’Immagine Riprodotta, 141 Ferrara, Museo Michelangelo Antonioni, 140 Ferrara, Padiglione d’Arte Contemporanea, 139 Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 139 Ferrara, Polo d’arte moderna e contemporanea, 138, 142 Ferrara, Porta degli Angeli, 143 Ferrara, Salone del Restauro, 144 Ferrara, Unità Operativa Giovani, 145 Gambulaga di Portomaggiore, Delizia Estense del Verginese, 145 Lido di Spina, Museo Alternativo Remo Brindisi, 146 Migliarino, L’uomo e il fiume, 147 Portomaggiore, Ridotto del Teatro Sociale della Concordia, 147 Vallette di Ostellato, Ciel’Ostellato Parco Comunale di Scultura Contemporanea, 148 Provincia di Forlì-Cesena Bagno di Romagna, Palazzo del Capitano, 169 Bertinoro, Museo Brunori, 169 Bertinoro, Rocca vescovile, 173 Castrocaro Terme e Terra del Sole, Fortezza medievale, 173 Cesena, Galleria Comunale d’Arte, 171 Cesena, Galleria Comunale d’Arte ex Pescheria, 172 Cesena, Banca Popolare dell’Emilia Romagna 172 Cesena, Galleria del Loggiato, 173 Cesena, Galleria di Vicolo Cesuola, 172 Cesena, Pinacoteca Comunale. Raccolta d’Arte Moderna, 170 Cesena, Raccolta della Cassa di Risparmio, 173 Cesena, Rocca Malatestiana, 173 Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci”, 175 Cesenatico, Museo della Città, 174 Cesenatico, Palazzo del Turismo, 174 Cesenatico, Raccolta d’Arte Moderna, 174 Dovadola, Oratorio di San Sebastiano, 177 Forlì, Archivio Giovani Artisti, 180 Forlì, Complesso Monumentale del San Domenico, 176, 177 Forlì, Contemporanea, Fiera d’Arte, 179 Forlì, Mostra permanente Francesco Olivucci, 178 Forlì, Palazzo Albertini, 179 Forlì, Oratorio di Sant’Antonio, 179 Forlì, Pinacoteca Civica - Raccolta d’Arte Contemporanea, 176 Forlì, Raccolta d’Arte Moderna della Provincia di Forlì-Cesena, 177 Forlimpopoli, Raccolta Comunale, 180 Forlimpopoli, Rocca Albornoziana, 173 Gambettola, Raccolta comunale, 181 Longiano, Fondazione “Tito Balestra”, 181 Meldola, Chiesina dell’ex Ospedale, 182 Meldola, Palazzo Doria Pamphili, 183 Meldola, Raccolta comunale, 182 Modigliana, Pinacoteca Comunale “Silvestro Lega”, 183 Predappio, Casa natale Mussolini, 184 Roncofreddo, Castello di Monteleone, 173 Santa Sofia, Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni”, 184 Santa Sofia, Parco di sculture all’aperto, 186 Savignano sul Rubicone, Accademia dei Filopatridi, 186 Savignano sul Rubicone, Centro Culturale di Palazzo Vendemini, 186 Savignano sul Rubicone, ex Pescheria. Galleria dell’Immagine, 186 Provincia di Modena Carpi, Museo Monumento al Deportato Politico e Razziale, Museo Civico “Giulio Ferrari” e Museo della Xilografia, 68 Castelfranco Emilia, Palazzo Piella 70 Castelnuovo Rangone, La Collina delle Fiabe 70 Castelnuovo Rangone, Parco Sandro Pertini, 70 Castelvetro, Centro di Documentazione Territoriale, 71 Castelvetro, Centro espositivo “Pake”, 71 Castelvetro, Museo dell’assurdo, 71 Fanano, Parco Urbano di sculture in pietra, 72 Finale Emilia, Castello delle Rocche, 74 Fiorano Modenese, Museo della Ceramica, 75 Gombola, Chiesa di San Michele Arcangelo, 75 Guiglia, Sale del Castello, 72 Modena, Chiesa di San Paolo, 83 Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, 77 Modena, Galleria Civica, 77 Modena, Giovani d’Arte, 80 Modena, Gipsoteca Graziosi, 76 Modena, La Tenda, 82 Modena, Palazzina dei Giardini, 80 Modena, Raccolta d’Arte della Provincia di Modena, 82 Modena, Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini, 80 Modena, Sala del Paradisino, 81 Monchio, Parco della Resistenza di Monte Santa Giulia, 84 Montese, Forum Artis Museum, 85 Montese, Spazi ex ghiacciaia, 85 Nonantola, Sala delle Colonne, 86 Pavullo nel Frignano, Galleria d’Arte Contemporanea di Palazzo Ducale, 86 Pavullo nel Frignano, Mostra permanente del Castello di Montecuccolo, 88 San Felice sul Panaro, Galleria Civica permanente, 88 San Felice sul Panaro, Rocca Estense, 88 Sassuolo, Galleria Comunale d’Arte Moderna, 91 Sassuolo, Paggeriarte 90 Sassuolo, Palazzo Ducale, 89 Soliera, Castello Campori, 91 Soliera, Pinacoteca comunale, 91 Vignola, Cantieri Cantelli, 91 Vignola, Museo della Città, 92 Provincia di Parma Bedonia, Centro civico del Parco della Peschiera 40 Bedonia, Museo di scultura all’aperto, 40 Bedonia, Museo Romeo Musa, 40 Borgo Val di Taro, Museo delle Mura, 41 Collecchio, Centro Culturale Villa Soragna, 42 Collecchio, Museo di scultura all’aperto, 41 Compiano, Salone del Municipio, 41 Langhirano, Centro Culturale del Comune di Langhirano, 42 Parma, Archivio Giovani Artisti, 48 Parma, Arte Parma, 49 Parma, Centro Studi e Archivio della Comunicazione, 44 Parma, Galleria del Teatro, 47 Parma, Galleria Palestra, 48 Parma, Galleria S. Andrea, 48 Parma, Galleria San Ludovico, 46 Parma, Museo Amedeo Bocchi, 42 Parma, Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Pegno su Busseto, 43 Parma, Palazzo Pigorini, 47 Parma, Pinacoteca G. Stuard, 46 Parma, Salone delle Scuderie nel Palazzo della Pilotta, 45 Parma, Serre Petitot del Giardino Ducale, 46 Traversetolo (Mamiano), Fondazione Magnani Rocca. Raccolta d’Arte Moderna e Contemporanea, 50 Traversetolo, Centro Culturale La Corte 49 Traversetolo, Museo “Renato Brozzi”, 49 Valserena (Paradinia), 45 Provincia di Piacenza Castell’Arquato, Antico Palazzo della Pretura, 33 Monticelli d’Ongina, Museo Civico, 35 Piacenza, Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, 35 Piacenza, Giovani Artisti Piacentini, 38 Piacenza, Officina della Luce ex Centrale Emilia, 37 Piacenza, Palazzo Gotico, 38 San Pietro in Cerro, Museum in Motion, 34 Provincia di Ravenna Alfonsine, Raccolta comunale, 149 Bagnacavallo, Centro Culturale ‘Le Cappuccine’, 149 Bagnacavallo, Chiesa del Suffragio, 150 Bagnacavallo, Sala delle Colonne, 166 Brisighella, Museo Civico “Giuseppe Ugonia”, 151 Brisighella, Raccolta comunale, 151 Casola Valsenio, Raccolta comunale, 151 Castel Bolognese, C.etra. Il parco della scultura, 152 Castel Bolognese, Parco artistico di scultura all’aperto, 152 Castel Bolognese, Museo Civico, 152 Cervia, Archivio Giovani Artisti, 153 Cervia, Magazzini del Sale, 153 Cervia, Raccolta Comunale. Mostra Permanente di “M. Casadei”, 152 Cotignola, Casa e Museo Luigi Varoli, 154 Cotignola, Palazzo Sforza, Casa Varoli e la Scuola delle Arti e del Disegno, 154 Faenza, Galleria Comunale d’Arte, 157 Faenza, Il prato della luce, 158 Faenza, Museo Carlo Zauli, 157 Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche, 154 Faenza, Palazzo delle Esposizioni, 157 Faenza, Pinacoteca Comunale – Galleria d’Arte Moderna, 156 Fusignano, Centro Culturale “Il Granaio”, 159 Fusignano, Museo Civico San Rocco Collezione Raul Vistoli, 158 Lugo, Casa Rossini, 160 Lugo, Pinacoteca, 159 Lugo, Raccolta d’Arte Moderna, 159 Lugo, Rocca di Lugo, 159 Massa Lombarda, Raccolta comunale, 160 Ravenna, Accademia di Belle Arti, 164 Ravenna, Archivio Giovani Artisti, 165 Ravenna, Cassa di Risparmio di Ravenna, 163 Ravenna, Centro Dantesco. Raccolta del bronzetto dantesco, 164 301 302 Guastalla, Museo della Città, 55 Guastalla, Raccolta Museale della Biblioteca “Maldotti”, 56 Luzzara, Museo Nazionale delle Arti Naïves “Cesare Zavattini”, 56 Montecchio, Torre del Castello della Rocca. Galleria d’Arte Moderna, 57 Novellara, Raccolta d’Arte Moderna del Museo Gonzaga, 58 Reggio Emilia, Archivio dei Giovani Artisti, 60 Reggio Emilia, Camera del Lavoro Territoriale di Reggio Emilia, 58 Reggio Emilia, Chiostri di San Domenico, 60 Reggio Emilia, Credito Emiliano Provincia di Reggio Emilia S.p.A., 59 Bibbiano, L’ottagono. Arte Reggio Emilia, Immagina. Arte Contemporanea, 52 contemporanea in Fiera, 64 Boretto, Casa Museo Pietro Reggio Emilia, Invito a…, 62 Ghizzardi “Al Belvedere”, 52 Reggio Emilia, La Fonderia, 63 Castelnovo di Sotto, Museo di Reggio Emilia, Musei Civici scultura all’aperto, 53 Galleria delle Arti Cavriago, Centro Culturale del contemporanee, 59 Comune, 53 Cavriago, Sala Mostre Comunale, Reggio Emilia, Officina delle Arti, 62 52 Correggio, Galleria di Palazzo dei Reggio Emilia, Raccolta d’Arte della Provincia, 61 Principi, 53 Reggiolo, Museo Pinacoteca Correggio, Museo Civico “Il Antonio Ruggiero Giorgi, 64 Correggio”, 53 Rubiera, Sala Mostre ex Palazzo Gattatico, Museo Cervi, 54 Civico, 65 Gualtieri, Museo Documentario e Centro Studi Antonio Ligabue e San Polo d’Enza, Torre dell’Orologio, 65 Donazione Umberto Tirelli, 55 Sant’Ilario d’Enza, Mavarta, 66 Gualtieri, Sala dei Falegnami, 55 Ravenna, Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico, 161 Ravenna, Museo d’Arte della Città di Ravenna - Loggetta Lombardesca, 160 Ravenna, Santa Maria delle Croci, 162 Riolo Terme, ex chiesa di San Giovanni Battista, 166 Riolo Terme, Parco sotto le mura, 166 Riolo Terme, Rocca trecentesca, 166, 173 Russi, Museo dell’Arredo Contemporaneo, 167 Russi, Pinacoteca Comunale e ex Chiesa in Albis, 168 Sant’Ilario d’Enza, Raccolta d’Arte Moderna, 65 Vetto d’Enza, Museo d’Arte Contemporanea, 66 Provincia di Rimini Cattolica, Centro Culturale Polivalente 187 Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce, 187 Cattolica, Raccolta d’arte 187 Montefiore Conca, Parco di sculture all’aperto di Montemaggiore, 188 Montefiore Conca, Rocca Malatestiana, 187 Riccione, Castello degli Agolanti, 189 Riccione, Galleria d’Arte Moderna di Villa Franceschi, 188 Riccione, Museo all’Aperto di Sculture Contemporanee, 189 Riccione, Museo del Territorio, 189 Riccione, Raccolta Comunale d’Arte 188 Rimini, Archivio Giovani Artisti, 193 Rimini, Casa Pomposa 193 Rimini, Galleria dell’Immagine, 191 Rimini, Museo della Città. Raccolta d’arte contemporanea, 190 Rimini, Museo Federico Fellini, 192 Rimini, Palazzina, 190 Rimini, Palazzo dell’Arengo, 192 Verucchio, Galleria Comunale d’Arte Moderna, 193 Indice dei premi, dei simposi e delle rassegne cicliche del repertorio Accademia in Stazione. Manifestazione in memoria della strage di Bologna del 2 agosto 1980, 110 Arte e città, 129 Arte in Accademia, 110 Arte in Contemporanea, 81 Arte Fiera, 114 Arte Parma, 49 Biennale Aldo Roncaglia, 88 Biennale d’Arte Moderna, 118 Biennale d’Arte Romagnola, 172 Biennale d’Arte Romagnola di Forlì, 177, 178 Biennale dei Giovani Artisti B.Giam, 84 Biennale dei Giovani Artisti del Mediterraneo, 81 Biennale dei giovani artisti modenesi. B.Giam, 83 Biennale del Mare, 190 Biennale del Mediterraneo, 113 Biennale della Ceramica, 75 Biennale Donna, 139 Biennale Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo, 145 Biennale internazionale dantesca: concorso internazionale del bronzetto e della piccola scultura, 164 Biennale internazionale di scultura Città di Finale Emilia, 74 Biennale nazionale di pittura “Città di Soliera”, 91 Biennali della xilografia, 69 Cantiere delle arti, 154 CiCiak, 172 Città/Spazio/scultura, 191 Concorso Creolo, 189 Concorso Internazionale di scultura “La Giovane Scultura”, 188 Corsie, 93 Critica in opera, 116 Dei diletti e delle penne, 193 Dovadola invita la Romagna, 179 Extemporanea, 154 Festival delle Arti, 111 Forlì Contemporanea, 165, 179 Gemine Muse, 81, 162 Gran Premio Nazionale Soragna, 49 Iceberg, 113 Immagina. Arte Contemporanea in fiera, 64 Intonarumori - Terremoto Rock, 52, 63 L’artista al lavoro. Mostre dedicate a grandi artisti del panorama dell’arte contemporanea italiana, 116 Le pietre e il mare, 189 Mercuda, l’annuale “festival internazionale dell’assurdo”, 71 Miniquadro, 91 Modena per la fotografia, 79 Movin’Up. Mobilità nel mondo per giovani artisti, 81 Muro dipinto, 117 No border, 163 Passaggi, 79 Pittori in ribalta, 91 Pittori Naïfs a Guiglia, 72 Portfolio in Piazza, 186 Premio Aldo Roncaglia, 88 Premio Alinovi, 99 Premio Campigna, 177, 178, 184, 186 Premio Carmen Silvestroni, 179 Premio Cassiano Fenati, 172 Premio Cesenatico, 174 Premio Dams. Arte, musica e spettacolo per il concorso nazionale dei DAMS d’Italia, 99, 100 Premio di pittura Città di Forlì, 178 Premio di pittura d’Alfonsine, 149 Premio di Pittura, promosso dal Comune di Sant’Ilario, 65 Premio Faenza, 155, 156 Premio Festival Foto Portfolio, 186 Premio Forlì, 177 Premio Furla per l’Arte, 99, 100 Premio Galileo Cattabriga, 132 Premio Giorgio Morandi, 110 Premio Guercino, 113 Premio Guglielmo Marconi, 128 Premio Hera, 114 Premio letterario P.E.N., 42 Premio Luigi Pronti, 35 Premio Maretti, 99 Premio Maria Giuditta Versari, 183 Premio Marzabotto, 122 Premio Morandi, 110 Premio Nazionale delle Arti Naïves, 56, 57 Premio Nazionale di Pittura Città di Argenta, 132 Premio Olimpio, 74 Premio Silvestro Lega, 183 Premio Versari, 182 Premio Zucchelli, 110 Prima Biennale della Grafica, 187 Prima Biennale Internazionale di Ravenna. Ravenna for Art, 165 Profili, 79 R.A.M. mostre di giovani artisti ravennati, 154, 163, 166 Rassegna di giovani artisti presentati da giovani critici, 116 Rocche e scultori contemporanei, 120, 173 Salone del Restauro, 144 Serena. Biennale Internazionale di Scultura Spettacolo, 41 Simposi internazionali di scultura in pietra arenaria di Carniglia, 40 Simposio di Fanano, 84 Simposio Internazionale di Scultura, 53 Simposio Internazionale di Scultura in pietra, 73 Simposio Internazionale di Sculture in pietra, 72 Tende al mare, 165, 175 Trebbo di pittura, 151 Viavai. Pontespositivo, 143 Finito di stampare nell’anno 2004 da Editrice Compositori, Bologna