- domenica 6 settembre 2015 - LAVORO l'Adige - Pagina: 34 - Martedì lavoratori e sindacati a Pieve di Ledro «Mariani», nuovo presidio Martedì alle 10 davanti al municipio di Pieve di Ledro si terrà un presidio con i sindacati FimCisl e Uilm-Uil e i lavoratori della «Mariani spa» di Tiarno di Ledro - a seguito dell’assemblea tenutasi il venerdì - preoccupati per l’interruzione delle trattative per la ricerca di una soluzione locale alla vertenza. «Riteniamo - scrivono insieme per le segreterie provinciali, Paolo Cagol e Luciano Carmelo Atanasio - che una soluzione “in loco” all’ampliamento degli spazi produttivi dell’azienda, debba ancora essere perseguita con ogni sforzo e massima determinazione, in parallelo alle altre soluzioni provinciali in fase di valutazione, ma in via prioritaria. Chidiamo quindi un esplicito e concreto impegno da parte del comune di Ledro nel garantire la massima rapidità nello svolgimento delle pratiche necessarie al riavvio dei lavori di ampliamento dell’area oggetto dell’attuale piano di espansione di “Mariani” e L’urgente costituzione di un tavolo territoriale per individuare possibili soluzioni locali alternative per l’ampliamento dell’azienda. La dimensione economica e sociale dell’impatto di una possibile perdita dell’azienda per il territorio, richiede uno straordinario sforzo congiunto tra i soggetti istituzionali, sociali e imprenditoriali. I lavoratori - concludono i due sindacati - hanno sostenuto enormi in fabbrica per far fronte alle ingenti necessità produttive e far crescere “Mariani” e nelle piazze per difendere il loro lavoro, la loro fabbrica. La “Mariani” è della Val di Ledro e deve restare in Val di Ledro». - domenica 6 settembre 2015 - T R E N T I N O - Pagina: 29 - ledro Martedì i sindacati manifestano per il caso Mariani ◗ LEDRO svol- vistabidi il effi- Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Dopo varie settimane di silenzio i sindacati Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno annunciato per martedì a Pieve di Ledro un’altra iniziativa per evitare il trasferimento dal ledrense dell’industria Mariani, per ora, impossibilitata ad ampliare le strutture. Si tratta di un presidio che avverrà, alle 10, al municipio, ed è previsto un incontro con l’amministrazione comunale per sollecitare il massimo impegno del sindaco Renato Girardi e della giunta nel garantire la rapidità nello svolgimento delle pratiche al riavvio dei lavori del piano di espansione della Mariani (la licenza edilizia è stata sospesa dal Tar). L’altra richiesta riguarda l’urgente costituzione di un tavolo territoriale per individuare possibili alternative locali alla sopracitata soluzione. Questa manifestazione è stata deliberata dall’assemblea di venerdì scorso dei lavoratori dell’azienda tiarnese ed al termine è stato emesso un comunicato in cui si ribadisce tra l’altro «che una soluzione “in loco” all’ampliamento degli spazi produttivi dell’industria, debba ancora essere perseguita con ogni sforzo e massima determinazione, in parallelo alle altre soluzioni provinciali in fase di valutazione». (a.cad.) 11 Corriere del Trentino Domenica 6 Settembre 2015 TN Economia Trentino sviluppo «pro-Svizzera» Tosi: «Disguido comunicativo» IN BREVE Sait, le parole di Pavana «Ero disposto a restare per un breve periodo» Valduga frena sul Marconi a Meccatronica. Il presidente: sarebbe un peccato Trentino sviluppo ha deciso di promuovere il cantone di Vaud in Svizzera, «il territorio più importante per ricerca e innovazione»? Se lo chiede Claudio Civettini di Civica trentina, difronte a un volantino che reca un messaggio per lo meno ambiguo. Lo riconosce anche il presidente della spa pubblica, Flavio Tosi: «È un disguido dovuto al fatto che siamo stati tramite per la Camera di commercio italiana per la Svizzera. I trentini devono andare a vendere in quella zona, non traslocare». Un altro problema emerge dai dubbi espressi dal sindaco di Rovereto Valduga rispetto al trasferimento dell’Iti Marconi nel polo della Meccatronica. «Sarebbe un peccato se non andasse in porto» commenta Tosi. «Non perdere l’occasione di conoscere le opportunità di business del cantone di Vaud, il territorio svizzero più importante per ricerca e innovazione, ti può offrire» recita il volantino trasmesso da Trentino sviluppo alle aziende locali. In ballo il seminario «Doing business in the major Swiss centre of research and innovation» organizzato a Milano dalla Camera di commercio italiana per la Svizzera e dal cantone di Vaud, per il prossimo 29 settembre. Civettini ritiene che «letto come va letto, sembrerebbe un invito rivolto da Trentino sviluppo alle aziende trentine a verificare collocazioni diverse di business e, se fosse così, sarebbe un grave errore strategico». Il consigliere TRENTO TRENTO «Normalmente servono dai 6 agli 8 mesi Rovereto di opposizione riconosce la bontà di una verifica sulle possibilità di export in Svizzera, ma il messaggio posto in questi termini «ci fa pensare che magari l’iniziativa abbia lo scopo di attrarre, più che di cedere e concedere». L’interrogazione mira dunque a chiarire il senso del messaggio, «senza sottovalutare le iniziative che ogni Stato mette in atto per attrarre industrie». L’Austria è molto attiva, ad esempio, in questo senso. «Abbiamo fatto da tramite per la Camera di commercio italiana per la Svizzera, diffondendo il messaggio — specifica Tosi, che però riconosce l’ambiguità comunicativa —. Già alcune aziende trentine hanno ini- ziato a vendere in Svizzera, nel ramo delle case in legno e del food, si tratta di continuare in questo solco». Preoccupa di più il tema Meccatronica, di cui il ramo «scuola» rappresenta un investimento da circa 50 milioni di euro. L’assessora di Rovereto Cristina Azzolini ritiene che trasferirvi Iti Marconi, oltre al Cfp Veronesi, comporterebbe problemi di viabilità nel quartiere e verrebbe lasciato vuoto un grande edificio. Il sindaco Francesco Valduga desidera confrontarsi con gli insegnanti, per capire se trasferire prima i laboratori e solo in un secondo tempo anche la didattica.Tosi ricorda che quell’immobile ha pro- blemi antisismici, molto costosi da risolvere. «Costruire un nuovo plesso ha un costo simile a mettere a norma l’attuale edificio. Per questo il trasferimento a Meccatronica ha un senso, visto che le aziende hanno interesse a vivere accanto alla scuola. È vero che i punti più importanti sono i laboratori e le occasioni di stage, ma la massima efficacia del progetto arriva con la didattica». Al momento il trasferimento del Veronesi è già avviato, tanto che si stanno acquisendo i materiali per i laboratori, «sarebbe un peccato se si bloccasse l’operazione Iti» chiude Tosi. E. Orf. Flavio Tosi (foto sopra) presidente di Trentino sviluppo, risponde all’interrogazione predisposta dal consigliere di Civica Trentina, Claudio Civettini. Le opportunità di business in Svizzera sono di export o di trasloco all’estero? © RIPRODUZIONE RISERVATA Corriere del Trentino domenica 6 settembre 2015 pag. 11 Industria di Enrico Orfano «Mariani vuole restare a Ledro? Manca la richiesta di sanatoria» TRENTO In vista della manifesta- zione degli operai della Mariani davanti al comune di Ledro, il vicesindaco Claudio Oliari si chiede se l’azienda «sia ancora effettivamente intenzionata a rimanere in zona». Con ciò rispondendo anche alle sollecitazioni dei sindacati che chiedono all’amministrazione comunale di far presto sul piano burocratico. Paolo Cagol (Fim Cisl) e Carmelo Atanasio (Uilm) hanno promosso un presidio per martedì alle 10, davanti al municipio. «Riteniamo che una soluzione “in loco” all’ampliamento degli spazi produttivi dell’azienda debba essere ancora perseguita con ogni sforzo, in parallelo alle altre soluzioni provinciali in fase di valutazione, ma in via prioritaria rispetto a queste». «La dimensione economia e sociale dell’impatto di una possibile perdita dell’azienda per il territorio richiede uno straordinario sforzo congiunto tra i soggetti istituzionali, sociali e imprenditoriali» dicono i sindacati. Chiedendo la «massima rapidità», Cagol sostiene che il Comune di Ledro sia lento nel fornire la verbalizzazione del sopralluogo che dovrà portare alla sanatoria dei lavori già compiuti dalla Mariani, prima dello stop deciso dalla senten- Comune Il vicesindaco del Comune di Ledro, Claudio Oliari, testimonia gli sforzi che si stanno facendo per mantenere l’azienda in valle. Ma avanza dubbi sulle reali intenzioni sia della proprietà, la bresciana Omr za del Tar. Oliari corregge: «Il sopralluogo è stato fatto il 10 giugno e il verbale è stato redatto a metà luglio, con la consegna all’azienda. Si specula su 4 settimane di assenza di un funzionario per ricovero ospedaliero, che non ha consentito tempi più rapidi, ma da metà luglio a oggi l’azienda non ha ancora presentato una richiesta di sanatoria in deroga». Due sono infatti le domande che Mariani-Omr deve compilare: una per la sanatoria dei lavori già eseguiti, una seconda per riottenere la concessione a co- struire l’immobile industriale. «Al momento non abbiamo nessuna domanda sul tavolo: l’azienda è ancora intenzionata a restare a Ledro?» si chiede il vicesindaco. Vale la pena ricordare che la Mariani (produttrice di componenti per motori) dà lavoro a 150 persone e la controllante Omr ha bisogno di espandersi costruendo un altro capannone in cui lavorerebbero altri 50 addetti. Dopo 7 anni, i lavori di ampliamento sono stati bloccati da una sentenza del Tar che ha dato ragione ad un ricorso Filiera Dana La Mariani di Ledro occupa attualmente 150 lavoratori avverso. Omr ha fretta di ampliarsi, per far fronte ad ordinativi derivati anche dalla nuova commessa con Alfa Romeo, per questo il patron bresciano Marco Bonometti minaccia di costruire l’impianto nuovo a Brescia, in un terreno di proprietà, e già che c’è di trasferirvi tutte le lavorazioni di Ledro. Significherebbe la perdita del lavoro per 150 persone, per questo Provincia e Trentino sviluppo stanno tentando l’impossibile. Saltasse Ledro, si potrebbe trasferire l’intera lavorazione a Rovereto, nella sede ex Gallox, che Bonometti sta già valutando. Gli sforzi di tutti sono diretti prima di tutto a una soluzione locale. Per questo ci sono stati contatti in questi giorni con la Metallurgica Ledrense, una cooperativa metalmeccanica di 23 soci che è attualmente in affitto su un terreno comunale da 5000 metri quadrati e che potrebbe ridimensionarsi o spostarsi per far posto all’appendice di Mariani. La comunicazione è già stata data all’Omr, ma l’operazione non si prospetterebbe semplice. Intanto l’assessore Alessandro Olivi ha dato la disponibilità per partecipare a un consiglio comunale straordinario, per al momento fissato per il 15 settembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA per trovare la nuova figura di direttore». Non si sbilancia molto di più Luigi Pavana, direttore in uscita del Sait, dopo che nelle scorse settimane il consiglio di amministrazione ha preso la decisione di non confermargli l’incarico. «Avevo dato la disponibilità di continuare ancora — afferma — ma non per un altro intero mandato. Non si riesce a reggere un periodo così lungo, è un lavoro che ti consuma e personalmente credo di non essermi risparmiato in questi anni». Sul Corriere del Trentino di ieri la lettera con cui il presidente del consorzio, Renato Dalpalù, ha informato le oltre 70 Famiglie cooperative del passaggio. «La concomitanza fra la scadenza del contratto e il raggiungimento dei requisiti pensionistici ha portato il consiglio ha ritenere opportuno avviare questo percorso». Una società milanese è stata incaricata di trovare il sostituto di Pavana, che lascia la guida del Sait dopo 15 anni di servizio. Probabile che vengano previsti alcuni mesi di affiancamento. Dalpalù ha ringraziato Pavana «del grande impegno profuso a favore dell’azienda». © RIPRODUZIONE RISERVATA A22, la Ue favorevole all’in-house pubblica grazie alla lobby tedesca TRENTO Perché il rinnovo della concessione di A22 si è improvvisamente sbloccato, dopo che per molti anni l’ipotesi di società in-house non veniva accettata dall’Europa? A causa degli interessi tedeschi sul porto di Amburgo, risponde il parlamentare dell’Svp Daniel Alfreider. «Negli ultimi dieci anni l’Ue ci ha ripetutamente detto che quanto era appaltato al pubblico rappresentava un fallimento. Di certo serviva un cambio di tendenza — ha detto ieri a Condino, al convegno sul Futuro delle terre alpine — ma la gestione A22 non si poteva definire fallimentare. Invano si è cercato di far capire all’Ue che l’Autobrennero è si una arteria europea, ma 70.000 veicoli in transito al giorno incidono sulla nostra vita». «Poi lo scorso anno il cambio di tendenza e la modifica della normativa sulle concessioni, con l’apertura alle società pubbliche. Come mai? Semplice: era in scadenza la concessione del Porto di Amburgo, il principale della Germania, e i tedeschi non volevano un appalto. Con una azione di lobby è stata cambiata la normativa». Il pubblico ha riguadagnato peso «e oggi, dopo dieci anni, siamo vicini al traguardo del rinnovo della concessione A22», con un’in-house pubblica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Funivie di Campiglio Il monte salari supera gli 8,8 milioni TRENTO Ieri la società Funivie Madonna di Campiglio ha approvato il bilancio in assemblea. Gli incassi invernali, al netto dell’Iva, sono risultati pari a 23,92 milioni di con un +11,07% rispetto all’esercizio precedente, i ricavi totali sono di 29 milioni. Si sono registrati oltre 9,5 milioni di passaggi (+ 13,10%) e si sono contatti 1,06 milioni di primi ingressi, con un incremento del 9,55%. L’aumento del numero di sciatori si è tradotto in un utile d’esercizio di 2,8 milioni di euro rispetto a quota 1,73 milioni dello scorso esercizio, con un + 62,5%. L’organico dei dipendenti fissi di Funivie Campiglio è di 67 unità fra dirigenti,impiegati ed operai, che salgono ad oltre 100 durante la stagione estiva e raggiungono il picco occupazionale d’inverno con 181 dipendenti. Il monte salari totale raggiunge gli 8,8 milioni di euro. La stagione invernale scorsa è iniziata il 22 di novembre con i primi impianti di risalita aperti in zona Grostè, ed è terminata dopo oltre 140 giorni di sci continuativo, il 12 di aprile. «Siamo sempre di più una forza economica per il territorio: oggi in Rendena si campa solo di turismo — ragiona il direttore Francesco Bosco —. Il nuovo bacino ha salvato la stagione». © RIPRODUZIONE RISERVATA