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MAGGIO
GIUGNO
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EDITORIALE
Far capire all’Amministrazione
federale e ai politici d’Oltralpe che
il Ticino è confrontato con un
mercato del lavoro influenzato da
quello lombardo, che crea situazioni ben diverse da quelle registrate a Ginevra piuttosto che
a Sciaffusa, è un’impresa quasi
disperata ma, assieme alle altre
associazioni economiche, al Cantone e ai nostri rappresentanti a
Berna, cerchiamo di spiegarci e
farci capire. Si pensava che con la
lingua degli appalti della Confederazione in Ticino fosse più semplice: purtroppo non è così.
Nonostante le nostre diverse
denunce con scritti e anche un
ricorso al Tribunale federale, che ci
ha dato ragione poiché ha ritenuto che l’Amministrazione federale
debba tenere meglio in considerazione il plurilinguismo della
Svizzera, a volte succede ancora
che committenti pubblici si permettano di allestire la documentazione di concorso in lingua
tedesca, per lavori eseguiti in Ticino. Purtroppo, sebbene lo scorso
autunno siano stati inoltrati al
Consiglio federale quattro atti
parlamentari per chiedere di
regolamentare la situazione, lo
stesso Consiglio, nella revisione di
legge e di ordinanza sugli acquisti
pubblici, che è stata in consultazione fino a fine giugno, non propone alcuna modifica rispetto alla
situazione attuale.
Questo significa che i committenti hanno l’obbligo di pubblicare
nella lingua ufficiale del luogo di
esecuzione dei lavori di edilizia
unicamente il bando di concorso
(breve descrizione di che lavoro è
messo a concorso) e l’aggiudicazione (nominativo della ditta che
si è aggiudicata la commessa).
Per le ditte locali sarebbe invece
molto, ma molto più importante,
avere a disposizione nella propria
lingua tutta la documentazione di
gara per poterla studiare bene e
inoltrare un’offerta interessante.
Dopo l’acquisizione del lavoro,
stipulare il contratto d’appalto
sempre nella lingua del luogo
d’esecuzione dei lavori così da
presentare anche la liquidazione
finale nella stessa lingua.
Se il lavoro è previsto nella Svizzera tedesca o francese la questione
non si pone! Il tutto si svolge o in
tedesco o in francese, punto. Perché se il lavoro si svolge in Ticino
il committente, che nella maggior
parte dei casi risiede nella Svizze-
Un caro saluto e un grazie a tutti
Chiudere con l’attività professionale non l’ho mai messo come uno
degli obiettivi della mia vita. Tuttavia questo momento, giustamente, è
arrivato. Alla SSIC Sezione Ticino ho passato parecchi anni e ho raccolto molte soddisfazioni gratificanti. Grazie alla fiducia concessami da
subito dai dirigenti di allora e regolarmente confermata in seguito ho
avuto l’opportunità di approfondire ulteriormente le conoscenze
acquisite in precedenza nel campo della progettazione, della direzione lavori e dell’esecuzione nei rami del genio civile, dei lavori in sotterraneo e dell’edilizia, per elaborarle
e metterle a disposizione di chi ne
ha fatto richiesta. Ho cercato di fare
del mio meglio, grazie all’aiuto dei
miei colleghi che ringrazio sentitamente, e spero di essere riuscito,
con loro, a soddisfare la maggior
parte delle numerose domande che
negli anni ci sono state sottoposte.
Un grazie a tutti coloro con i quali
ho avuto il piacere di collaborare o
anche solo di dialogare e un caro
saluto a tutti i membri e amici della
SSIC TI. Al neodirettore e collega
Nicola Bagnovini gli auguri più belli
di conseguire tante soddisfazioni.
Vittorino Anastasia
Direttore
SSIC Sezione Ticino
ra tedesca, deve poter decidere in
quale lingua gestire l’appalto?
La risposta del Consiglio federale
all’interpellanza del Consigliere
nazionale Ignazio Cassis lascia
molto amaro in bocca poiché
parte dal presupposto che la
regola sia quella di allestire la
documentazione di gara nella lingua di residenza del committente
e poi semmai tradurla in un’altra
lingua. Però sottolinea subito che
le traduzioni costano e quindi
non s’hanno da fare!
E qui noi non ci stiamo. Condividiamo il fatto che le traduzioni
costano e devono essere evitate
ma contestiamo la soluzione. Infatti basta allestire dall’inizio tutta
la documentazione nella lingua
del luogo di esecuzione dei lavori
e il problema è risolto.
È quanto chiedono in sostanza gli
impresari ticinesi ovvero unicamente di essere trattati come i
loro colleghi che operano al nord
delle Alpi poiché non sono meno
svizzeri di loro!
Meno
svizzeri
degli altri?
No!
Vittorino Anastasia
Direttore
SSIC Sezione Ticino
Responsabile
Nicola Bagnovini
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EDITORIALE
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LA POLTRONA
Intervista a Vittorino Anastasia
Direttore SSIC Sezione Ticino
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ASSEMBLEA SSIC TI
L’edilizia tiene su «buoni livelli»
La staffetta tra Anastasia
e Bagnovini
Zali assicura «vicinanza
e sostegno»
Breve storia dell’Universo
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INFO DA ZURIGO
Pronti a garantire l’attuale CNM
anche nel 2016
MEMENTO
Pensare per tempo
alla successione aziendale
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VIAGGIO SSIC TI
Alla scoperta di San Pietroburgo
SAN GOTTARDO
Sicurezza per il Ticino:
pensiamoci ora
Editore ©
SSIC Sezione Ticino
Viale Portone 4
6500 Bellinzona
tel. 091 825 54 23
fax 091 825 75 38
www.ssic-ti.ch
e-mail: [email protected]
Fotografie redazionali
SSIC TI, Bellinzona
Stampa
Tipo Print Roncoroni+Sulmoni
Mendrisio
Grafica
Guido Robbiani
Tiratura 2'700 copie
6 volte all’anno
In copertina:
passaggio di consegne
alla Direzione della SSIC Ticino
tra Vittorino Anastasia
e Nicola Bagnovini (a destra).
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HGC
Assicurazioni garanzia
di costruzione
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LA POLTRONA
Come annunciato nel corso dell’Assemblea generale ordinaria
svoltasi lo scorso 7 maggio, a
partire dal 1° luglio lei terminerà la sua apprezzata e qualificata attività professionale presso la SSIC TI per beneficiare del
pensionamento. Attività durata
oltre 24 anni, dei quali gli ultimi
4 in qualità di Direttore.
Ing. Anastasia quale bilancio
generale si sente di dare di questa sua lunga esperienza?
Personalmente un bilancio molto
positivo poiché ho avuto l’opportunità di dedicarmi all’approfondimento di tutto quanto ruota attorno alle normative, materia che mi
ha sempre appassionato. E nel settore della costruzione sono parecchi questi temi: dalle norme tecniche a quelle contrattuali, dalle leggi
ai contratti collettivi di lavoro. Ho
così avuto modo di far parte di
molti consessi che si occupano di
queste problematiche, contribuendo a portare al loro interno, in
maniera costruttiva e mai rivendicativa, la voce dell’impresario costruttore. Questo lavoro costante
credo abbia contribuito a migliorare alcune normative in vigore, nel
senso di averle rese più vicine alla
realtà e quindi meglio applicabili e
accettabili, ma anche a mantenere
alto il grado di apprezzamento
generale di cui gode verso l’esterno
la SSIC Sezione Ticino. Senza peccare di immodestia mi pare di poter
affermare che i servizi, sottoforma
di circolari o consulenze, offerti
dalla nostra associazione ai suoi
membri, ma anche a terzi, siano
sempre stati apprezzati per neutralità e chiarezza.
Pensando al suo ruolo di Direttore, svolto peraltro sempre
con competente scrupolosità, vi
sono aspetti irrisolti ai quali
tiene in modo particolare e che
riguardano da vicino gli impresari costruttori ticinesi o, più in
generale, il tessuto imprenditoriale locale?
Certamente ci sono delle problematiche irrisolte, alcune anche poiché
sono cicliche. Qui penso in particolare a quella della mancanza di
depositi di materiali inerti che –
vuoi per il fatto che da anni il volume di materiale in esubero è elevato, soprattutto nel Sottoceneri dove
si trovano rocce di scarso valore
geotecnico e quindi non riciclabili,
vuoi poiché le piazze per installare
gli impianti di riciclaggio non sono
ancora state attuate e quindi la
quota di materiale riutilizzato è
inferiore alla media svizzera – è
Intervista a
Vittorino
Anastasia
L’ing. Vittorino Anastasia,
Direttore della Società svizzera
impresari costruttori
Sezione Ticino, terminerà ad
inizio luglio la propria attività
dirigenziale e andrà in pensione.
sempre di attualità. Un altro problema che peserà sul settore ancora
per qualche tempo è dovuto alla
pressione che viepiù si è accumulata a causa della concorrenza, perlopiù sleale, provocata dalle ditte
estere che possono operare in Svizzera con i loro dipendenti distaccati
e non rispettano, come dovrebbero,
i nostri contratti collettivi di lavoro.
La SSIC, sia a livello cantonale, sia
nazionale, si è sempre dichiarata
favorevole alla libera circolazione
delle persone. In questi casi si tratta
però di prestazioni di servizio e
quindi di una libera circolazione di
imprese con la conseguenza che
diventa impossibile controllare il
rispetto delle condizioni salariali e
di lavoro previste dai CCL. Per questo la SSIC TI, con scritti al Consiglio
federale e con il sostegno dell’On.
Fabio Regazzi che ha inoltrato una
mozione in Consiglio nazionale, ha
chiesto di escludere dall’Accordo
sulla libera circolazione delle persone, la libera circolazione delle
imprese. Come si sa la problematica
è molto complessa e le nostre
richieste poco comprese e condivise
dai colleghi d’Oltralpe, motivo per
cui le soluzioni non arriveranno a
breve termine. Del problema della
lingua degli appalti della Confederazione ne parlo nell’editoriale.
Dall’alto della sua esperienza,
cosa si sente di consigliare
ai giovani imprenditori della
costruzione per poter operare
con successo in un settore contraddistinto da una crescente
concorrenza interna ed estera?
Quando si parla di concorrenza il
primo pensiero corre generalmente
al prezzo delle prestazioni offerte,
che se non è basso non è concorrenziale. Pur riconoscendo che per i
committenti quella del prezzo sia
una componente molto importante
nella determinazione dell’offerta
vincente, fortunatamente non sempre è l’unica. Quindi, oltre a razionalizzare le attività all’interno della
propria impresa per poter offrire
prestazioni economicamente interessanti, è indispensabile poter
garantire altre peculiarità quali la
serietà, la puntualità, la qualità
delle prestazioni e altre ancora, che
i committenti seri apprezzano e che
possono fare la differenza nei confronti dei prezzi bassi. Acquisire
queste referenze costa però tempo
e costanza e quindi prima di avviare un’attività in proprio è opportuno maturare tali esperienze.
Dir. Anastasia, visto che sta iniziando una nuova fase della sua
vita – per la quale le formuliamo
i migliori voti augurali di ogni
bene – quali progetti ha in
mente e come pensa di occupare il suo tempo libero?
Volutamente non ho fatto progetti
poiché poi bisogna rispettarli e
questo può creare tensioni inutili.
Sono convinto che la famiglia, i
miei due nipotini, i libri che non ho
letto, la casa con il suo giardino e
qualche posto da visitare, vicino o
lontano che sia, potranno riempire
bene le mie giornate. Non negherò
però di certo una risposta a chi ritenesse utile avere un parere su qualche tema affine al settore della
costruzione, e in questo senso con
la SSIC TI avrò ancora modo di collaborare.
L’Ufficio presidenziale,
il Consiglio sezionale,
le colleghe e i colleghi
del Segretariato di
Bellinzona e del Centro
di formazione professionale di Gordola
ringraziano di cuore
il Direttor Anastasia
per tutto quanto fatto
per la SSIC TI in questi
anni.
A Vittorino auguriamo
un futuro ricco di salute,
serenità e tante nuove
soddisfazioni.
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Assemblea generale ordinaria SSIC TI
Faido, 7 maggio 2015
1 Il tavolo presidenziale durante la seconda parte dell’Assemblea.
2 Consegna dell’omaggio a Heinrich Bütikofer da parte della SSIC TI.
3 Il Sindaco di Faido Roland David durante il suo saluto.
4 Luca Pagani, l’attuale Presidente del Gran Consiglio ticinese.
5 Cleto Muttoni con Guido Biaggio, ex membro di Consiglio sezionale.
6 Il Presidente nazionale della SSIC, Gian-Luca Lardi.
7 Il Direttore entrante della SSIC TI, Nicola Bagnovini.
8 Piero Martinoli e Claudio Zali prima del loro atteso intervento.
9 Vittorino Anastasia e Cleto Muttoni omaggiano Claudio Zali.
10 Il Direttore uscente Vittorino Anastasia durante il suo saluto.
11 Una scultura in legno dall’artista D. Eggli anche per Piero Martinoli.
12 Momento di festa in segno di gratitudine a Vittorino Anastasia.
13 I cinque giovani studenti del Conservatorio della Svizzera italiana.
Foto: Davide Rotanzi, SSIC TI
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ASSEMBLEA SSIC TI
«Il 2015 dovrebbe mantenersi di
nuovo su buoni livelli per il settore
edile nel cantone Ticino» ha dichiarato il Presidente ingegner Cleto
Muttoni all’Assemblea generale
ordinaria della Società svizzera
impresari costruttori Sezione Ticino (SSIC TI), svoltasi il pomeriggio
di giovedì 7 maggio nella palestra
comunale di Faido.
I dati essenziali forniti dall’ing.
Muttoni indicano che «il volume
complessivo delle licenze concesse
nel 2014 è stato di 2.43 miliardi di
franchi (370 milioni in più rispetto
al 2013) ed anche la percentuale di
abitazioni sfitte in Ticino si conferma su livelli bassi con lo 0.83%
rispetto ad una media nazionale
dell’1.08%». Considerando che di
regola le licenze di costruzione
concesse si tramutano in cantiere
a breve e medio termine, il Presidente della SSIC Sezione Ticino
può formulare una prognosi favorevole per il settore, mitigata tuttavia dall’«inattesa decisione presa
a metà gennaio dalla Banca nazionale svizzera di abbandonare la
soglia minima di 1.20 nel cambio
franco/euro, che ha portato parecchia incertezza nel settore industriale di esportazione». Secondo
Muttoni, dunque, «la costruzione
di edifici industriali o amministrativi potrebbe risentirne».
Se il quadro generale del mercato
edilizio ticinese continua a soddisfare, anche perché, ha detto Muttoni, «per le opere di genio civile
sono attesi importanti interventi di
manutenzione e miglioria dell’infrastruttura viaria da parte dei principali committenti pubblici federali
(USTRA e FFS in primis)», alcuni
suoi elementi meritano tuttavia
un’attenzione particolare. Nella
fattispecie, se si guarda alle commesse da parte del Cantone e dei
Comuni, «le finanze piangono e la
quota di investimenti è sempre più
oggetto di contenimento, nonostante sappiamo tutti bene trattarsi
di falsi risparmi, almeno a medio
e lungo termine». Investimento
risparmiato, risparmio non assicurato, verrebbe voglia di commentare ed il ragionamento può essere fatto anche all’interno della
categoria riguardo ai prezzi bassi
sempre più perseguiti nei concorsi pubblici. «Un circolo vizioso»,
secondo Muttoni, che penalizza
un settore «dal quale dovremmo
trarre il giusto compenso per le prestazioni che ci vengono chieste».
Per il Presidente della SSIC TI «l’unica soluzione per risolvere il problema dei prezzi bassi consiste in
una sana politica di acquisizione
delle commesse, che dovrebbe portare le imprese di costruzione ad
abbandonare tutte quelle scelte
pericolose dettate dalla volontà o
dalla necessità di acquisire lavori
ad ogni costo. E questo dipende
solo da noi» ha ammonito Muttoni. La SSIC TI «può invece soltanto
continuare a vigilare affinché i
committenti pubblici non facciano
uso esclusivo del prezzo quale criterio di aggiudicazione», considerando invece anche altri fattori, come
ad esempio l’attendibilità del
prezzo, le referenze, la formazione
degli apprendisti o il programma
lavoro, così da identificare la
miglior offerta che non necessariamente corrisponde a quella più
economica.
Insomma, una pluralità di elementi, che dovrebbe garantire una
sana concorrenza all’interno del
mercato, viceversa turbata «dalla
concorrenza sleale spesso proveniente dall’estero» ha detto l’ing.
Muttoni, indicando le cifre più
aggiornate relative alla cosiddetta
invasione di padroncini e distaccati in Ticino, un fenomeno tuttora «preoccupante, secondo il Presidente della SSIC Ticino, nonostante
la leggera flessione rispetto al
2013». E pur tuttavia l’anno scorso,
per il comparto edilizia e genio
civile nel solo Ticino, sono stati
notificati circa 66mila giorni di
lavoro da parte degli indipendenti (detti anche padroncini) e
111mila svolti dai distaccati. Il
totale di 176'981 giorni di lavoro
sottratti ad imprese locali corrisponde, secondo Muttoni, ad oltre
900 posti di lavoro a tempo pieno.
Questi indipendenti (spesso falsi
indipendenti) e lavoratori distaccati non percepiscono i nostri
minimi salariali in quanto, applicando la quota parte di oneri
sociali prevista in Italia, non
potrebbero in alcun modo com-
petere dal profilo finanziario con
le imprese ticinesi. Inevitabili dunque i sotterfugi sui salari e gli
abusi, non facili da smascherare.
«Avevamo avanzato una serie di
misure accompagnatorie all’attenzione di Berna» ha osservato Muttoni, «rimaste purtroppo inevase
per mancanza di volontà politica a
livello federale». Resta dunque una
necessità di vigilanza sul territorio, che Muttoni ha invocato
anche a livello individuale. La SSIC
TI garantisce l’anonimato per le
segnalazioni e sta addirittura
pensando all’introduzione di un
“numero verde” e di un’applicazione per smartphone per facilitare ulteriormente le segnalazioni
di cantieri sospetti, strani viavai di
operai, furgoncini parcheggiati
lontano da occhi indiscreti, orari
di lavoro inconsueti, ecc.
Il Presidente ing. Muttoni ha infine
accennato al rinnovo del Contratto nazionale mantello che scadrà
a fine 2015. Si annuncia un autunno caldo: «Il clima tra la nostra
Sede centrale ed il sindacato Unia
è molto teso per colpa di questo
sindacato che elude palesemente
il partenariato sociale, avendo istituito un “Servizio specializzato di
analisi del rischio” smaccatamente
arbitrario».
L’edilizia tiene su «buoni
livelli»
Il tavolo presidenziale durante la
prima parte dell’Assemblea
generale ordinaria della SSIC TI
riservata agli associati.
Da sinistra: Paolo Ortelli
(Direttore Centro di Gordola),
Mauro Galli (Vicepresidente),
Vittorino Anastasia (Direttore),
Ferdinando Santaniello (Membro
Ufficio presidenziale) e
Cleto Muttoni (Presidente).
Il Vicedirettore nazionale della
SSIC, Avv. Heinrich Bütikofer,
alla sua ultima partecipazione
all’Assemblea generale della SSIC
Sezione Ticino prima del
suo pensionamento previsto
il 1° luglio 2015.
Ringraziamenti da parte
del Presidente Cleto Muttoni
alla Direttrice della HGC
Regione Ticino Karin Marti,
che durante l’Assemblea
ha consegnato l’apprezzato
assegno a favore della
formazione degli apprendisti
muratori al CFP di Gordola.
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ASSEMBLEA SSIC TI
Nella sua parte iniziale, riservata
agli associati, l’assemblea ha
ascoltato anche l’intervento del
Vicedirettore della SSIC nazionale,
l’avvocato Heinrich Bütikofer, che
andrà in pensione a fine giugno
dopo oltre vent’anni di servizio.
Il dirigente nazionale della SSIC
ha confermato che «la situazione
economica nel settore dell’edilizia
principale è buona. A livello nazionale sono però diminuiti i permessi
di costruzione e vi sono quindi
da attendere ripercussioni negative
nella seconda metà dell’anno,
come risulta anche da una notevole
reticenza delle banche alla concessione di crediti». Bütikofer ha
confermato la difficile situazione
riguardante il rinnovo del contratto collettivo nazionale degli edili
in scadenza a fine anno, ha anche
ribadito i concetti di sostenibilità
e di sicurezza sul lavoro, l’impegno nella formazione professionale di base, il sostegno ad un’armonizzazione degli appalti fra
Cantoni e Confederazione. E, per
dire di che pasta è fatto, ha
annunciato che in autunno, da
pensionato, si iscriverà ad un
corso di laurea in storia e diritto
pubblico all’università di Berna.
Auguri!
Auguri vivissimi, ripetuti, collettivi
e individuali si sono pure riversati
su Vittorino Anastasia e Nicola
Bagnovini, rispettivamente Direttore uscente e nuovo della SSIC
Sezione Ticino, a decorrere dal 1°
luglio. L’avvicendamento è un
segnale di continuità nella parte
amministrativa della SSIC TI.
L'ingegner Vittorino Anastasia è
entrato nella società all’inizio del
1991 come capo dell’Ufficio calcoli e ne ha scalato il vertice passando attraverso la vice-direzione.
Nascondendo bene l’emozione
(che pur tuttavia si avvertiva in
brevi tremori di voce) ha ringraziato moltissimi dirigenti e colleghi: «A tutti esprimo il mio sentito
ringraziamento per avermi concesso la possibilità di operare in un
ambiente favorevole che credo e
spero abbia contribuito a valorizzare e aumentare le percezioni positive che gli esterni nutrono nei confronti della nostra associazione».
Ma non ha mancato neppure l’ultima occasione per illustrare i
temi a suo dire di maggiore attualità per il settore: salari e qualifiche dei lavoratori dell’edilizia, le
notifiche dei padroncini e distaccati, lo smaltimento degli inerti e,
ultimo suo dossier sul quale lavorerà fino al pensionamento, il problema della lingua negli appalti
della Confederazione, che ancora
penalizza il Cantone Ticino.
La staffetta
tra Anastasia
e Bagnovini
Il tavolo presidenziale della
parte pubblica dell’Assemblea
generale ordinaria della SSIC
Sezione Ticino svoltasi a Faido
lo scorso 7 maggio.
Da sinistra: Gian-Luca Lardi,
Piero Martinoli, Claudio Zali,
Vittorino Anastasia
e Cleto Muttoni.
A sua volta il neo Direttore ingegner Nicola Bagnovini è brevemente intervenuto per esprimere
le primissime sensazioni in questo
«giorno speciale, nel quale affiorano diversi sentimenti: emozione,
gratitudine, onore e senso di
responsabilità». Ancora giovane
anagraficamente, ma già dipendente della SSIC TI da 21 anni,
Bagnovini ha detto di essere
cosciente che il compito affidatogli «non sarà semplice, ma ho
imparato molto da chi mi ha preceduto e cercherò di farne tesoro per
dare continuità nella qualità e nella
quantità del lavoro svolto finora
dalla SSIC Sezione Ticino, al fine di
garantire buone condizioni quadro
agli operatori del settore ticinese
della costruzione».
In questo clima di festeggiamenti,
l’assemblea della SSIC TI ha pure
dovuto deliberare anche su una
decisione formale. La nomina di
due nuovi membri del Consiglio
sezionale, conseguenza del ritiro
di Guido Biaggio, recentemente
nominato Vicedirettore dell’Ufficio federale delle strade (per cui
ha lasciato la direzione dell’impresa di costruzioni LGV SA), e di
Veronica Meli, che pure ha lasciato la presidenza del Gruppo giovani imprenditori (GGI) della SSIC
TI. Su proposta della Sottosezione
di Bellinzona, rispettivamente del
GGI, l’assemblea ha ratificato all’unanimità la nomina di Giovanni
Calzaghe, impresario costruttore
diplomato federale e Direttore
dell'impresa SAISA SA di Bellinzona, e di Erik Pinchetti, diplomato
federale in economia aziendale
nelle arti e mestieri e contitolare
dell’impresa Rigassi & Pinchetti
SA di Lodrino, nonché attuale Presidente del GGI della SSIC TI.
Spazio infine anche ad una simpatica ricorrenza dell’assemblea.
Anche quest’anno la HG Commerciale Ticino, noto fornitore di
materiali e attrezzature per la co-
struzione e storico sponsor principale di questa rivista, ha deciso
di sostenere con un contributo
finanziario, destinato alla formazione degli apprendisti muratori,
il Centro di Gordola. L’apprezzato
assegno è stato consegnato dalla
direttrice Karin Marti.
Numerosi e meritati gli applausi
rivolti al Dir. Anastasia per il suo
competente e scrupoloso lavoro
svolto durante il lungo percorso
professionale alla SSIC TI.
L’ing. Nicola Bagnovini, al quale è
stata affidata la direzione della
SSIC TI a partire dal 1° luglio,
nel suo intervento durante
la parte pubblica dell’Assemblea.
La parte pubblica dell’assemblea
ha poi visto la partecipazione
della (consueta) qualificatissima
squadra di ospiti, invitati e rappresentanti di istituzioni. A cominciare dal sindaco di Faido On.
Roland David, felice per la scelta
del suo Comune (ma l’idea è stata
del Presidente ing. Cleto Muttoni,
orgoglioso delle sue radici faidesi)
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quale luogo dell’evento. David ha
ricordato le vocazioni storiche di
Faido: per lo sfruttamento dell’energia idroelettrica (qui fu realizzato a fine 800 il primo impianto
in Ticino e 15 anni fa anche la
prima centrale a legna per il teleriscaldamento), per il turismo e
per la tutela del territorio. «Impresari e artigiani sono per noi presenze indispensabili» ha detto David.
Il sindaco di Faido è stato seguito,
sul palco degli oratori, dal primo
Vicepresidente del Gran Consiglio
(nel frattempo nominato quale
Primo cittadino del Ticino), On.
Luca Pagani, il quale si è detto
«consapevole delle difficoltà fra le
quali deve muoversi oggi il settore
della costruzione» ed ha ricordato
le sollecitazioni rivolte dal Gran
Consiglio nella scorsa legislatura
nei confronti della Berna federale
affinché prenda in considerazione
la reale situazione del Cantone.
«Ora speriamo nella realizzazione di
soluzioni concrete» ha detto Pagani, auspicandole anche dal nuovo
Governo e dal Parlamento usciti
dalle recenti elezioni cantonali.
Il medesimo auspicio, affinché si
possano favorire e incoraggiare le
condizioni quadro per l’economia
locale, è stato formulato dal Presidente nazionale della SSIC, ingegner Gian-Luca Lardi, che è tornato sul tema del rinnovo del
Contratto nazionale mantello
esprimendo la necessità di un
«clima di collaborazione con i sindacati», attualmente purtroppo
inesistente per le ragioni già precedentemente indicate. Ma Lardi
ha anche detto che se «lo stallo
non si sbloccherà, noi proporremo
la proroga a tutto il 2016 del contratto attuale».
All’uditorio allargato dell’assemblea pubblica si è nuovamente
rivolto il Presidente Cleto Muttoni,
per ribadire argomenti già illustrati in precedenza (ma di interesse generale) quali la situazione
congiunturale e le prospettive
economiche, il problema della lingua negli appalti della Confederazione e la libera circolazione delle
persone, ma anche per accennare
al tema del risanamento della galleria autostradale del San Gottardo e invocando la diffusione di
«informazioni corrette e oggettive
in modo che la popolazione possa,
al momento opportuno, decidere
in piena libertà e con la propria
testa». Muttoni ha anche espresso
le indicazioni di voto dell’Ufficio
presidenziale della SSIC TI per le
votazioni del 14 giugno 2015: no
alla modifica della Legge federale
sulla radiotelevisione (quindi no
Zali assicura
«vicinanza e
sostegno»
al canone generalizzato e a carico
anche delle imprese), no all’iniziativa “Tassare le eredità milionarie
per finanziare l’AVS” e pure no
all’iscrizione nella Costituzione
cantonale di un salario minimo
per tutti. «Basta vedere quanto ha
fatto e quanto fa il nostro settore
senza interventi statali» ha osservato il Presidente cantonale della
SSIC Sezione Ticino.
Molto atteso anche l’intervento
del Consigliere di Stato Onorevole
Claudio Zali, Direttore del Dipartimento del territorio, chiamato in
causa da numerosi temi d’attualità nel settore della costruzione,
dalle distorsioni della libera circolazione allo smaltimento degli
inerti da cantiere. Ebbene, Zali ha
esordito con un messaggio politico chiarissimo di «vicinanza e
sostegno» alla SSIC Sezione Ticino
e della «necessità di tutelare il Ticino dagli effetti negativi degli accordi bilaterali». Poi ha affrontato
alcuni temi tecnici particolari:
sulla riforma della Legge sulle
commesse pubbliche, che spera
di far approdare al Gran Consiglio
nei prossimi mesi, ha detto che
conterrà una priorità in favore
delle ditte svizzere. Sui depositi
degli inerti ha ricordato la recente
pubblicazione di un messaggio
governativo (con 3.1 milioni di
richiesta di credito) per l’analisi di
fattibilità 2015/2019 dei futuri
depositi per inerti e per la realizzazione di quattro centri logistici
per il recupero dei materiali da
cantiere. Infine, Zali ha annunciato, in prima assoluta, l’intenzione
del Dipartimento del territorio di
realizzare un progetto di revisione
totale della Legge edilizia, attraverso la creazione di un gruppo di
lavoro interno allo suo Dipartimento.
Chiusura in grande stile, infine,
con una conferenza di straordinario livello del Presidente dell’Università della Svizzera italiana, prof.
Piero Martinoli, su «Una breve
storia dell’Universo», illustrando in
meno di un’ora i 13.8 miliardi di
anni del nostro sistema astrale,
dalla legge gravitazionale di Newton, passando per le leggi sulla
relatività (abbiamo scoperto che
ce ne sono due, una ristretta del
1905 e una generale del 1915,
della quale ricorre quest’anno il
centenario) di Albert Einstein, e
su fino a scienziati come Wheeler
ed Eddington che hanno via via
completato le scoperte scientifi-
che sullo spazio ed il tempo. «Uno
dei campi della scienza più interessanti» ha spiegato Martinoli, «con
progressi straordinari compiuti
negli ultimi 25 anni grazie in particolare ad alcune missioni spaziali».
Come avviene da alcuni anni a
questa parte, in particolare per la
passione musicale coltivata dal
Direttore Vittorino Anastasia, la
parte pubblica dell’assemblea è
stata scandita da intermezzi questa volta eseguiti dal quintetto
«Café Zimmermann», una formazione di cinque studenti della
Scuola universitaria professionale
del Conservatorio della Svizzera
italiana (Alessandra Alfonsi al flauto, Riccardo Emanuele Feroce
all’oboe, Karin Yamaguchi al
corno, Arseniy Shkatsov al fagotto
e Nikolett Urban al clarinetto) che
ha eseguito dapprima il brindisi
de «La Traviata» di Giuseppe
Verdi, poi un Medley di brani di
Nino Rota tratti dalla colonna
sonora del film «Il Padrino» e infine un arrangiamento di diversi
celebri brani di Ennio Morricone.
Grandi e meritati applausi.
Il Consigliere di Stato e Direttore
del Dipartimento del territorio,
On. Claudio Zali, durante la sua
relazione che gli ha permesso di
toccare diversi aspetti di stretta
attualità riguardanti il settore
ticinese della costruzione.
Breve storia
dell’Universo
Passione ed entusiamo hanno
contraddistinto l’intervento
del Prof. Piero Martinoli che,
usando un linguaggio accessibile
a tutti, ha riassunto il complesso
tema della storia dell’Universo
tra nascita, evoluzione e futuro.
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INFO DA ZURIGO
Lo scorso 19 maggio si è svolta a
Zurigo l’Assemblea nazionale dei
delegati della Società svizzera
impresari costruttori (SSIC). Vista
la scadenza a fine 2015 dell’attuale Contratto nazionale mantello
per l’edilizia principale in Svizzera
(CNM 2012-2015), durante la riunione si è discusso parecchio proprio in merito ai negoziati sul
CNM. Di fatto è stato deciso, confermando peraltro l’indicazione
del proprio Comitato centrale, che
la SSIC non negozierà sul CNM
con Unia finché lo stesso sindacato
non avrà soppresso il suo servizio
di «Analisi dei rischi».
Nonostante questo, per evitare
un vuoto convenzionale particolarmente negativo per i lavoratori
del nostro settore, gli impresari
costruttori sono disposti a proporre ai sindacati una proroga del
CNM vigente anche per il 2016.
Il CNM fissa i salari minimi che
sono, a livello nazionale, i più alti
di quelli di tutti i settori dell’artigianato, senza parlare poi del
pensionamento anticipato, delle
vacanze, dell’attraente formazione continua, della protezione
della disdetta, ecc. Visto, come
detto, che il CNM vigente scadrà il
31 dicembre 2015, i delegati della
SSIC hanno deciso all’unanimità
di prorogare questo contratto
esemplare senza cambiamento;
hanno preso infatti questa nobile
decisione per non mettere a
repentaglio l’alta protezione dei
lavoratori.
Non bisogna poi dimenticare che
il CNM deve essere dichiarato di
obbligatorietà generale da parte
del Consiglio federale affinché
questa protezione convenzionale
continui ad essere valida per tutti
i lavoratori edili. A tal fine è necessario che i sindacati siano d’accordo. «Non posso immaginarmi che
un sindacato che si impegni con
serietà per i suoi lavoratori ci si
opponga» ha dichiarato GianLuca Lardi, Presidente centrale
della SSIC. «È un atto più che generoso quello di prorogare un Contratto, così favorevole ai lavoratori,
senza cambiamenti, se si pensa a
quanto sta succedendo in diversi
altri settori che riducono il salario
del loro personale, mentre ne
aumentano l’orario di lavoro.»
Gli impresari costruttori sono, fino
a nuovo avviso, contrari a negoziati sui contenuti del CNM. «Le
trattative sul CNM presuppongono
che ambedue le parti si attengano
alle regole di partenariato sociale.
In questo ambito, Unia fa esattamente l’opposto», ha precisato
Gian-Luca Lardi, «con il suo servizio specializzato “Analisi dei rischi”,
questo sindacato ostacola l’applicazione basata sul partenariato
sociale e il controllo del CNM.»
Il Professore di diritto, lo zurighese Ulrich Saxer, esprime in una
sua perizia un parere persino più
severo: «con il “servizio specializzato per l’analisi dei rischi”, il sindacato Unia impedisce l’esecuzione
corretta, nel rispetto dello stato di
diritto, del CNM.»
D’altro canto, le Commissioni professionali paritetiche sono epressamente incaricate dell’esecuzione
del CNM durante la sua validità,
è quanto cita l’art. 76 dello stesso
CNM, ma Unia non vuol capire!
Nicola Bagnovini
Vicedirettore
SSIC Sezione Ticino
MEMENTO
È un dato reale e sintomatico del
nostro tessuto economico: nei
prossimi anni una ditta ticinese su
due dovrà affrontare il tema della
“successione aziendale”, vale a dire
del “passaggio del testimone” da
una persona – spesso il fondatore
dell’azienda – ad un’altra figura
manageriale. Nella vita di un’impresa è spesso un momento critico, tanto da attirare l’attenzione di
molti specialisti, tra cui quelli della
SUPSI che vi hanno dedicato un
progetto da cui emerge il dato
citato.
Come gestire al meglio una tappa
così delicata? Una valida soluzione è rivolgersi a coloro che si
occupano professionalmente di
trasmissione aziendale, come
Alberto Pedrazzi, membro di
direzione e responsabile della
clientela aziendale per la Regione
di Lugano a BancaStato.
Signor Pedrazzi: quando iniziare
a pensare alla successione aziendale?
«L’analisi dovrebbe iniziare qualche
anno prima del ritiro del titolare. Le
misure da intraprendere possono
richiedere anni. È un passo che presuppone un’attenta analisi e le
soluzioni devono essere ponderate
e pianificate con largo anticipo.
Prendiamo il caso di un’azienda di
famiglia in cui lavora il figlio del
titolare. È indispensabile che disponga di una formazione specifica
ed acquisti capacità di gestione con
il proprio personale, con i clienti e
con i fornitori. Questo può richiedere anni».
Quali scenari si aprono a chi
intende ritirarsi?
«Si va dall’ipotesi della successione
interna alla famiglia a quella di
affidare la gestione dell’azienda a
qualche dipendente qualificato e
fidelizzato, oppure a persone provenienti dall’esterno. Alfine di motivare adeguatamente queste nuove
figure manageriali, si può pensare
di vendere loro parte o tutte le
quote societarie. Vi sono poi altre
possibilità. Queste elencate sono
quelle più tradizionali».
Cosa offre BancaStato in tal
senso?
«Rivolgersi a noi significa dialogare
con qualcuno che “parla la stessa
lingua”. Ci occupiamo soprattutto
degli aspetti finanziari in collabora-
Pronti a
garantire
l’attuale
CNM anche
nel 2016
Pensare per
tempo alla
successione
aziendale
Alberto Pedrazzi,
membro di direzione
e responsabile BancaStato
della clientela aziendale
della regione di Lugano.
zione con altri specialisti esterni
quali fiduciari e avvocati, indispensabili per pianificare correttamente
gli aspetti successori. In quest’ottica, il nostro impegno è legato al
mandato pubblico di BancaStato.
Favorire lo sviluppo economico del
Cantone significa anche evitare
situazioni destabilizzanti, che potrebbero affievolire o addirittura
distruggere preziose realtà consolidate».
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VIAGGIO SSIC TI
Come buona tradizione, la SSIC
Sezione Ticino ha organizzato
anche quest’anno un viaggio
all’estero destinato ai propri associati. La trasferta si è svolta dal 13
al 16 maggio verso una meta prestigiosa: San Pietroburgo, raggiunta in aereo partendo da
Lugano, dopo aver fatto scalo a
Zurigo. Per i 30 partecipanti è
stata un’occasione speciale per
scoprire, grazie ad una brava
guida parlante italiano che ci ha
accompagnato durante l’intero
soggiorno, le principali attrazioni
architettoniche e culturali di quella che viene definita la capitale
culturale della Russia. San Pietroburgo (con circa 5.5 milioni di abitanti) è infatti la città in cui nasce
la letteratura, l’intelligentia e, dall’inizio dell’Ottocento, si insinua
una sottile rivalità con Mosca. In
città, notevoli ed imponenti sono
stati i lavori di restauro che hanno
investito gli aristocratici palazzi e,
grazie alla particolare illuminazione, al crepuscolo abbiamo potuto
scorgere autentiche scenografie
teatrali, davvero affascinanti e
particolari. Ma torniamo alla
nostra gita caratterizzata da un
intenso ma piacevole programma
di visite guidate. Dopo una prima
familiarizzazione con la realtà di
San Pietroburgo, il secondo giorno è stato caratterizzato dalla visita panoramica della città, alla scoperta dei fasti e dell’architettura
locale, quali il piazzale delle
Colonne Rostrate, i prestigiosi
palazzi sul Lungo Neva, la pro-
spettiva Nevskij, la Piazza del
Palazzo dove sorge il Palazzo d'Inverno, la Piazza dei Decabristi e la
cattedrale di S. Isacco, la cui cupola dorata è visibile da tutti i punti
della città. Abbiamo proseguito
con la visita della Fortezza dei
Santi Pietro e Paolo, primo nucleo
storico della città ed opera del
ticinese Domenico Trezzini. La
giornata è poi terminata con una
minicrociera sui canali per ammirare gli angoli più suggestivi di
questa città definita «Venezia del
Nord». Il giorno prima del rientro,
dapprima visita della residenza
imperiale estiva a Pushkin (a ca.
30 km da San Pietroburgo), per
ammirare il parco e il palazzo che
appartennero a Caterina II. Un
palazzo considerato un capolavoro di architettura, opera del grande architetto italiano Bartolomeo
Rastrelli, all’interno del quale
abbiamo osservato le opulenti
sale imperiali, tra le quali l’elegante Sala d’Ambra. Tornati in città,
visita al Palazzo d’Inverno, sede
dell’Hermitage, il più grande
museo al Mondo, con capolavori
dei vari Leonardo da Vinci, Raffaello, Caravaggio, Tiziano, Velazquez, Rembrandt, Van Dyck, ... Si
ringraziano i partecipanti per la
simpatica e piacevole compagnia.
Stefania Pintus
Segretaria di Direzione
SSIC Sezione Ticino
SAN GOTTARDO
Tra poco più di 9 mesi il popolo
svizzero dovrà decidere se il risanamento del tunnel autostradale
del San Gottardo dovrà essere
fatto risolvendo, una volta per
tutte, il problema di disporre di un
collegamento costante e sicuro
con il resto della Svizzera oppure
mantenendo il nostro Cantone in
una situazione di collegamento
precario con tutti i rischi che ne
conseguono. Sì perché, come
dimostrano gli eventi della fine di
maggio, basta un episodio abbastanza banale (alcuni massi che
minacciano di franare sul tracciato della strada del passo) ad
obbligare le autorità a chiudere la
via di comunicazione per 5-6 settimane. Immaginiamoci lo scenario se questo succedesse durante
i famigerati 3 anni necessari per i
lavori della galleria del Gottardo.
Gli oppositori al tunnel di risanamento – in sostanza la seconda
Alla scoperta
di San
Pietroburgo
galleria – hanno sempre sostenuto che durante questo periodo la
mobilità attraverso le Alpi sarebbe
garantita dalle navette ferroviarie
e dalla strada del Passo. Teoricamente queste due possibilità permetterebbero, nell’arco della giornata, di assorbire il flusso di veicoli
che oggi transitano sotto il massiccio. Peccato che, come ben sappiamo, il traffico non si organizza per
muoversi in maniera omogenea
sulle 24 ore che compongono la
giornata ma, piuttosto, si concentra in un periodo più ristretto.
Anche avendo a disposizione la
strada del passo i disagi saranno
quindi enormi. Se poi, malauguratamente, questa dovesse venir
chiusa per un periodo prolungato,
come è il caso in queste settimane,
sarebbe il collasso completo dei
trasporti alpini a livello cantonale.
Senza grandi doti di preveggenza
a soffrirne enormemente sarebbe
l’intero Ticino perché, volenti o
nolenti, essere collegati al resto
della Svizzera costituisce una condizione vitale per lo sviluppo economico e sociale del nostro Cantone. La soluzione per evitare tutto
questo l’abbiamo: il tunnel di risanamento. Una seconda galleria
che permetterebbe, dopo i lavori,
di disporre finalmente di una soluzione duratura, economicamente
sostenibile e sicura. Ma questo
agli oppositori non interessa, purtroppo sono disposti a sacrificare
il Ticino sull’altare dell’ideologia.
Alex Farinelli
Assistente di Direzione
SSIC Sezione Ticino
Sicurezza
per il Ticino:
pensiamoci
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www.costruttori.ch/a
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GAB
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ASSICURAZIONE GARANZIA DI COSTRUZIONE
RIDUZIONE DEI PREMI FINO AL 30 %
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