PosteItalianeSpA–Sped.abb.post.DL353/2003 (conv. L.27/2/2004 n.46) art.1, com.1,NO/TORINO Il prossimo numero sarà in edicola mercoledì 20 gennaio 2016 ARRIVEDERCI NEL NUOVO ANNO Stampato su carta riciclata C Quattordicinale di informazione sociale e culturale Giovedì 10 dicembre 2015 Anno XXVIII n° 22 Euro 1,50 Edito da Associazione culturale Rosse Torri, iscr. ROC n. 24928 del 29/9/2014. Reg. Tribunale di Ivrea n. 130 del 2/11/1988. Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino. Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, Ivrea. tel. 333 2697780 www.rossetorri.it [email protected] Stampa: Tipografia Bolognino, Ivrea LAVORO 2015 NELL'EPOREDIESE CENTRALE DEL CRIST Poche luci, molte ombre Dopo il via libera della Conferenza Proponiamo in questo ultimo numero del 2015 un riepilogo delle vicende lavorative di cui ci siamo occupati in questo anno. Nulla di esaustivo, da cronisti volontari quali siamo, non riusciamo certo a fare indagini complete e approfondite, ma vogliamo dare anche nel nostro piccolo un contributo alla riflessione e all’informazione. dei Servizi alla Idropadana, che fare? In attesa del verbale della Conferenza dei Servizi per valutare le possibilità di ricorsi al Tar contro una decisione che è il combinato disposto della legge 387 del 2003, di una Città Metropolitana che aveva già deciso e del Comune di Ivrea contradditorio e (volutamente Diciamo subito che la situazione ri a livello nazionale e nel nostro o colpevolmente) in ritardo. E rispuntano altri progetti di centrali a Torre Balfredo è drammatica, sia per il numero di posti di lavoro persi e che si stanno perdendo, sia per la mancanza di reazione da parte degli interessati, delle istituzioni, della città tutta, come se tutto fosse ineluttabile, come il moto della Terra. AGILE EX EUTELIA: PADRONI DELINQUENTI E REGIONE LATITANTE E’ passato il primo anno di mobilità e si contano sulla punta delle dita di una mano coloro che hanno trovato un lavoro. Ad inizio 2015 il ministero dello sviluppo economico mise giù un piano strepitoso [ne abbiamo scritto nello scorso numero] per la ricollocazione dei lavoratori Agile, piano rimasto dopo 12 mesi solo sulla carta. A livello locale la Regione ha brillato per inefficacia nelle politiche attive per il lavoro, sia nella giunta Cota sia nell’attuale giunta Chiamparino. I lavoratori non vengono nemmeno più convocati dagli assessori competenti, nonostante le continue richieste. Una vertenza simbolo per le azioni messe in atto dai lavorato- territorio, sta diventando quindi anche simbolo del fallimento delle politiche per lo sviluppo e la salvaguardia del lavoro del nostro paese. Unica nota positiva per il 2015 è che finalmente i lavoratori hanno ricevuto dal fondo garanzia dell’Inps il pagamento del Tfr e delle mensilità non pagate dai bancarottieri Agile nel 2009. CIC: UN IRREALE SILENZIO IN ATTESA DELL’ENNESIMA SCADENZA DECISIVA Quando questo numero andrà in stampa, non si saprà ancora se il Consorzio Informatizzazione del Canavese avrà un futuro. Si terrà difatti il 15 dicembre quella che sarà l’ultima assemblea dei soci del CIC dove si deciderà delle sorti del Consorzio e dei suoi 124 dipendenti. Il 2015 è stato per i lavoratori del CIC un anno terribile, dove l’incertezza e il ribaltamento delle situazioni sono state delle costanti. Dopo anni di crisi dovuta soprattutto a cattiva gestione manageria- Come si prevedeva, incurante del parere negativo del Comune di Ivrea, la Conferenza dei Servizi del 3 dicembre sulla centrale idroelettrica del Crist, pur con raccomandazioni e prescrizioni varie, ha dato il via libera al rilascio dell’autorizzazione alla Idropadana srl. Una scelta che è stata sostanzialmente dettata, pochi giorni prima della Conferenza, da una mozione presentata il 26 novembre dai consiglieri Gemma Amprino (NCD) e Vincenzo Barrea (PD) della Città Metropolitana di Torino, nella quale si legge che “Rilevato che in data 18/11/2015 si è svolta la Conferenza dei Servizi per l’esame delle integrazioni e l’acquisizione del parere dei Consigli Comunali (Ivrea e Montalto Dora) sulla variante urbanistica; Atteso che il Comune di Ivrea ha espresso contemporaneamente un parere tecnico favorevole e un generico parere di indirizzo politico negativo, privo di prescrizioni, in attuazione di quanto previsto dalla deliberazione, adottata dal Consiglio Comunale di Ivrea n. 57 in data 16/11/2015 a seguito di polemiche giornalistiche e della costituzione di un comitato di cittadini, e ciò nonostante nel 2012 la Giunta di Ivrea avesse assunto una deliberazione, in cui si esprimeva favorevolmente sulla proposta, prescrivendo anche modifiche al progetto, poi accettate dal proponente (...) impegnano il Sindaco Metropolitano a raccomandare agli Uffici nei procedimenti relativi alla domanda presentata da società Idropadana s.r.l (…) ai sensi NOTE A MARGINE I "re nudi" Lo spettacolo andato in scena finora sulla vicenda della centrale del Crist, lascia in città diversi “re nudi”: 1) L’amministrazione Della Pepa che, quando nel 2008 “scopre” il progetto già avviato da Idropadana con la precedente amministrazione Grijuela, non predispone tutti quegli atti urbanistici che ne impedirebbero la realizzazione. Non solo, ma nel febbraio 2010 con delibera di Giunta (nella quale c’erano anche Ballurio, Capirone e Olivetti) approva lo studio di fattibilità presentato dalla Idropadana e, ancora in questi ultimi mesi, si comporta come chi SEGUE A PAGINA 4 SEGUE A PAGINA 4 SULLA CENTRALE DEL CRIST, INTERVENTI DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI IVREA, DI VIVIAMO IVREA E DEL MOVIMENTO 5 STELLE ALLE PAGINE 4 E 5 SEGUE A PAGINA 6 COP 21 E MARCIA PER IL CLIMA La grande manifestazione popolare a Ivrea DALL’ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI Buon 2016 a Continuate a stare con noi anche nel nuovo La 16 edizione dal Domenica 29 novembre il corteo e il pomerig27 al 30 dicembre gio in piazza fanno intravedere veramente "il anno: rinnovate la tessera associativa Cari soci e care socie, ci sia bisogno di pen- a Ivrea e Montalto popolo in marcia per il clima" era settembre del 2014 quando si è costituita l’Associazione Rosse Torri, nata dall’esperienza della cooperativa, dopo le tristi vicende del Centro La Serra. La storia già la sapete, non è il caso di ripercorrerla per intero. Di mollare proprio non ne avevamo voglia. Avremmo potuto farlo, ma ci siamo chiesti se avesse ancora senso andare avanti, perché sentivamo di avere ancora energia da usare e voglia di lavorare su questo territorio, così è nata l'associazione. Molti dei vecchi sostenitori ci hanno seguito, altri nuovi sono arrivati, altri ancora ce ne vorrebbero per poter essere un numero sufficiente a garantire una programmazione più ampia e a consolidare quella già esistente. Varieventuali arriva ancora nelle case degli abbonati e ricopre un ruolo non certo semplice: quello di unica voce non allineata, fuori dal coro, "partigiana e indipendente". E sapete bene tutti quanto siero critico e libero. Grazie a voi che rinnovate l’abbonamento, speriamo ci aiutiate a diventare più numerosi. Magari per Natale potreste regalare un abbonamento ad un amico o ad una amica. Che ne dite? I modi per abbonarvi li trovate a pagina 3. Poi, non promettiamo nulla per scaramanzia, ma qualche novità da varieventuali sul web nell'anno nuovo dovrebbe arrivare. Per quanto riguarda le altre attività, la collaborazione col Cineclub Ivrea prosegue e anche quest’estate IVREAESTATE vi ha tenuto compagnia da giugno a settembre con cinema, musica, teatro e danza, grazie anche alla collaborazione con Morenica e Libera. Se vorrete darci ancora fiducia, e quindi rinnovare la vostra adesione all'associazione per il 2016, questo è il momento! Il tesseramento fatto nel settembre 2014 è stato comprensivo di tutto l'anno 2015 SEGUE A PAGINA 2 A PAGINA 2 A PAGINA 5 LAVORO IN CANAVESE E il 2016? Il 2015 è stato un anno pessimo per il lavoro. E il passaggio dal 2015 all’anno nuovo cosa ci riserva? Tante “storiacce” di faticosa resistenza (Innovis, Telis) o angosciante incertezza (Cic). Proviamo però ad enucleare tre vicende diverse ma a loro modo emblematiche, e non a senso unico: di ulteriore caduta, di inaspettata tenuta e di possibile giustizia. A PAGINA 7 INTEGRAZIONE La città è salva Una serata Rievocazione il 23 dicembre 2015 molto speciale Si rinnova quest'anno la rievocazione itinerante di "Plastico 808 Richiedenti asilo sul palcoscenico ad Alice Superiore A PAGINA 9 Teatro" sui luoghi del sabotaggio al ponte ferroviario di Ivrea del 23 dicembre 1944, che salvò la città da un bombardamento. I protagonisti, il pensiero, i preparativi e il successo dell’azione Con Silvia Conte, Elia Curzio, Francesco Curzio, Nicola Giglio, Silvia Giolito, Simonetta Valenti. Partenza ore 20.30 da via Mario Pelizzari (piazza La Marmora) Ivrea 2 anno XXVIII n° 22 ANTEPRIMA DI "CANESTRI SENZA RETI" La serata in ricordo di Enrico Levati e Luca Rastello L'appello ad aumentare l'ospitalità nelle famiglie dei giovanissimi atleti di questa 16a edizione, dal 27 al 30 dicembre, del torneo internazionale Under 14 di basket e solidarietà Venerdì 27 novembre, a un mese dall'inizio del torneo, in sala S.Marta l’iniziativa “Aspettando canestri senza reti” serata organizzata in ricordo di Enrico Levati, e Luca Rastello. Una vita, quella di Enrico, che molti portano ancora adesso nel cuore per il suo profondo impegno pacifista in territori difficili come la Palestina e i Balcani e per la sua attenzione verso un mondo contadino che lo aveva visto tra i fondatori di Slow Food e Terra Madre in Canavese. A tenere vivo il ricordo c’erano Gianmario Pilo, moderatore della serata e Nevio Perna che, attraverso racconti e fotografie dell’epoca, ci ha fatto viaggiare all’interno di una ex-Jugoslavia lacerata dal dolore di una guerra appena finita. Quella stessa guerra seguita da Luca Rastello prima come inviato e poi come operatore a Torino, attivo nell’assistenza ai profughi, ai cacciati e agli esuli, e raccontata successivamente ne La guerra in casa (Einaudi,1998) da cui Simonetta Valenti ha estratto e letto, con tutta la sua bravura, alcune pagine fondamentali. SEGUE DALLA PRIMA Buon 2016 che però adesso volge al termine ed è aperto il tesseramento per il 2016. Abbiamo bisogno del vostro rinnovo per poter continuare a progettare.e realizzare Se poi qualcuno volesse dedicare del tempo e delle competenze per aiutarci a migliorare e crescere, sarebbe un bellissimo regalo. Mai come in questo momento storico la cultura vive grazie alla buona volontà di persone che decidono di mettersi al servizio della collettività per offrire sapere e fare. La cultura dovrebbe essere sostenuta e promossa dal pubblico, dovrebbe poter diventare uno dei motori economici (soprattutto qui), ma purtroppo non è così. Vediamo che solo grazie a cittadini e cittadine volenterosi/e si riescono a portare avanti progetti di alto livello, con pochissimi aiuti, se non una gran pacca sulla spalla. Non ci piace, ma crediamo di dover fare la nostra parte, affinché questa città e tutto il territorio ad essa collegato non sprofondi nel baratro della provincia buia, senza offerte oltre che senza risorse. Non vogliamo che ciò accada. Se non lo volete anche voi, iniziamo un nuovo anno insieme. Buone Feste e Buon Anno nuovo! Ad evidenziare la figura di “uomo contro” del giornalista è stato lo scrittore torinese Fabio Geda ricordandoci che qualsiasi inchiesta facesse Luca andava alla ricerca di prove che potessero confutare le sue tesi e mai, come fa la stragrande maggioranza dei giornalisti, di prove che le potessero fortificare. Ed è per questo che Geda fa notare come i suoi fossero libri “definitivi”. Definitivo era Io sono il mercato (Chiarelettere) sull’economia della droga, Binario morto (Chiarelettere) sul Tav, La frontiera addosso (Laterza) sul diritto dei rifugiati, Piove all’insù (Bollati Boringhieri) sul terrorismo , fino ad arrivare al suo ultimo libro I buoni (Chiarelettere) sull’ipocrisia di alcune organizzazioni noprofit. La serata però non si limitava al ricordo delle due straordinarie persone: era qualcosa di più. Sono trascorsi oramai sedici anni dal giorno in cui quella frase: ”vorremmo giocare con dei ragazzi italiani”, pronunciata da ragazzi serbi a Kragujevac, si trasformò in realtà organizzando sui campi di Ivrea e Montalto Dora il primo COMUNE DI IVREA “Cambio di rotta” Sabato 12 dicembre allo ZAC i risultati del progetto per il reinserimento di persone detenute ed ex detenute Il Servizio Politiche Sociali del Comune di Ivrea negli anni 2014 e 2015 ha realizzato il progetto “Cambio di rotta” attraverso attività finalizzate al reinserimento sociale e lavorativo delle persone detenute ed ex detenute: laboratori presso la Casa Circondariale di Ivrea, tirocini formativi e attività di sensibilizzazione sui temi dell’inclusione sociale. Il progetto, realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo e l’adesione di diversi enti pubblici e privati, si è sviluppato in un’area territoriale vasta di circa 90 Comuni (gli ambiti dei Consorzi Socio-assistenziali di Ivrea e di Cuorgnè. A conclusione del progetto, sabato 12 dicembre presso lo ZAC (Movicentro di Ivrea), in una giornata dedicata al carcere, alle ore 16.30 saranno presentati i risultati del progetto. Dalle ore 10.00 alle 18.00: Video ed esposizione di prodotti e manufatti realizzati nel carcere di Ivrea..Presso la Sala Arancione dalle ore15 alle 16 laboratorio di rilegatura giapponese per bambini dai 6 ai 15 anni. torneo internazionale di solidarietà, “Canestri senza reti” per ragazzi under 14. Da quel giorno il torneo si è ingrandito fino ad ospitare 16 squadre, la maggior parte delle quali ancora balcaniche, ma a queste si sono successivamente unite squadre spagnole, francesi e, per questa edizione, una squadra di Mosca. Abbiamo così visto transitare dai nostri campi ragazzini che in futuro sarebbero in seguito diventati dei veri e propri campioni (ad esempio Nihad Djedovic ’90 e Dario Saric ’94 entrambi nazionali e professionisti in squadre di Eurolega) Paolo Cossavella, allenatore della Lettera 22 e tra i fondatori di questo torneo, durante il corso della serata, presentando la XVI edizione, mette in evidenza come a crescere non sono solo i lati positivi ma anche quelli negativi. Da quando questo torneo esiste i ragazzi delle squadre straniere vengono ospitati da varie famiglie che per tutta la durata del torneo accolgono a braccia aperte i giovani atleti ricevendone in cambio un affetto ed un’emozione unica. Purtroppo negli ultimi anni le famiglie sono sempre meno e i giocatori sempre di più. Perciò, nel corso della serata di anteprima, è stato lanciato un appello perché nuove famiglie offrano la loro disponibilità ad ospitare i giocatori, affinché questo torneo possa continuare nello spirito delle figure di Luca ed Enrico e nello spirito che solo questa città, quando vuole, riesce a dare. Alessandro Montagnese 16A EDIZIONEDI "CANESTRI SENZA RETI" I numeri, le squadre, i luoghi 40 PARTITE DOVE & QUANDO A Ivrea e Montalto Dora, in provincia di Torino. Le partite del torneo sono in programma dal 27 al 30 dicembre 2015, ma l’arrivo delle squadre e previsto per domenica 26 dicembre. 16 SQUADRE PARTECIPANTI Stella Rossa Belgrado (Serbia), KK FOKA Kragujevac (Serbia), KK Mladost Cacak (Serbia), KK Podgorica (Montenegro), Masculi Maresme (Spagna), Leoncino Mestre, Ebro Basket Milano, Pol. Masi Casalecchio di Reno, Firenze per la Pallacanestro, Pallacanestro Trapani, Junior Piani Basket Bolzano, Villanova Basket Tigers Verrucchio, PMS Moncalieri San Mauro, Junior Casale Monferrato, College Arona Basket, Lettera 22 Ivrea. Sono coinvolti in tutto oltre 200 ragazzi provenienti da cinque paesi europei e quattro regioni italiane. Il 28 dicembre, nel pomeriggio ci sara la sfilata di presentazione delle squadre per le vie del centro di Ivrea, con arrivo in Piazza di Citta dove una rappresentanza verra accolta dalle autorita comunali. SABATO 19 DICEMBRE ALLO ZAC! A Natale regala qualche kilometro verso la Memoria L'iniziativa di autofinanziamento degli studenti del Liceo Gramsci di Ivrea Un regalo di Natale utile, intelligente e originale? La proposta arriva dagli Studenti del Liceo Gramsci di Ivrea, impegnati in una campagna di autofinanziamento per partecipare, nei primi mesi del prossimo anno, al “Treno della memoria”, l’iniziativa che da oltre dieci anni permette ai giovani di compiere questo “pellegrinaggio laico”, come lo definiscono gli stessi organizzatori, sulle orme dei deportati che, nel corso della seconda guerra mondiale, sono stati inviati nei campi di sterminio nazisti. Il primo appuntamento di autofinanziamento è in programma sabato 19 dicembre allo ZAC: dalle 18.30 alle 20 è previsto “Aperitivo e parole”, un incontro organizzato con il patrocinio dell’associazione Treno della Memoria e in collaborazione con la sezione eporediese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Nel corso del pomeriggio, oltre a poter condividere un aperitivo, sarà possibile ascoltare letture e testimonianze dirette di chi ha già vissuto l’esperienza del viaggio e di chi, da sempre, lavora affinché non si perda la Memoria, con la “M” maiuscola. «Perché ciò che è stato non debba più essere, dobbiamo riconoscere le tracce già presenti nella realtà dell’oggi e contrastarle con il nostro impegno quotidiano». Redazione: Enrico Bandiera, Andrea Bertolino, Mattia Caruso, Giulio Cristofori, Francesco Curzio, Paco Domene, Lisa Gino, Luciano Menaldino, Cadigia Perini, Pierangelo Scala, Irene Serracchioli, Simonetta Valenti, Francesco Zaccagnini Quattordicinale di informazione sociale e culturale Registrazione Tribunale di Ivrea n. 130 del 2.11.1988 Direttore Responsabile: G. Sergio Ferrentino Edito da Associazione culturale Rosse Torri di Ivrea iscritta al ROC il 29/9/2014 n. 24928 Iscrizione registro nazionale della stampa n. 5476 del 29/11/1996 Redazione, amministrazione e diffusione: via Arduino 43, 10015 Ivrea (TO) - tel. 333 2697780 A questo numero hanno collaborato: Federico Bellono, Giorgio Ceradelli, Roberto Gallina, Ciro Lubrano, Alessandro Montagnese, Reginaldo Palermo, Gianni Tarena Indirizzo E-mail: [email protected] Stampa: Tipografia Bolognino,Ivrea Sito internet: www.rossetorri.it Le squadre sono suddivise in quattro gironi da quattro. Poi tabellone con semifinali e finali tra le formazioni giunte in posizione analoga nel girone. In tutto saranno 40 partite in quattro giorni, dal mattino alle 9 fino alle 8 di sera. La giornata del 30 dicembre sara interamente dedicata alle finali, per stilare la classifica completa dal 1° al 16° posto. LE PALESTRE: Palestra Istituto “G. Cena” - Via Dora Baltea – Ivrea Palestre A e B Istituto “Gramsci” – Via Alberton – Ivrea Palestra Comunale “G. Falcone” - Viale Liberazione – Ivrea Palestra Comunale – Via Papa Giovanni XXIII – Montalto Dora L'OSPITALITA’ Le squadre straniere sono per lo piu ospitate in famiglia, presso le abitazioni di tesserati Lettera 22 o di tutte le persone di Ivrea e dintorni che hanno dato la disponibilita. L'ORGANIZZAZIONE L’organizzazione del torneo e a cura della Lettera 22 A.S.D., associazione sportiva con sede a Ivrea attiva nel mondo della pallacanestro eporediese. L’associazione e nata in contemporanea con la prima edizione del torneo, nel 2001. Oggi conta oltre 300 iscritti, suddivisi tra prime squadre maschili e femminili, Scuola Basket maschile e femminile, Centro Minibasket. A VICO CANAVESE Terra Madre Day il 12 dicembre «E i contadini devono accettare la logica del libero mercato? Non interessa da dove viene o com’è stato prodotto, magari è frutto di sfruttamento, come succede ai nostri fratelli di colore che lavorano nelle campagne italiane. Non interessa. Interessa che il cibo costi poco. Noi non siamo per il libero mercato: noi vogliamo il mercato libero. Il mercato non è un fine, è un mezzo». (Carlo Petrini) Sabato 12 Dicembre celebrazione di Terra Madre Day a Vico Canavese presso il locale Pluriuso in Regione Lime (dietro la caserma dei Carabinieri). Alle 15.30 è prevista una tavola rotonda sui temi di Terra Madre, per creare un modello alternativo di produzione e consumo del cibo, in linea con la filosofia Slow Food del buono, pulito e giusto. Per salvaguardare la biodiversità alimentare, portare l’educazione del gusto ad adulti e bambini e mettere in contatto i produttori con i consumatori. Alle 19.30 possiamo gustare insieme il menu proposto e preparato da noi (15 euro). Il ricavato andrà ad integrare la somma ottenuta da Orti’n Valle per il progetto 10.000 orti in Africa. Prenotazioni entro Giovedì sera al 348 0662697. progressivo 602 Numero Chiuso in composizione 7/12/2015 alle ore 12.00 Consegna prevista alle Poste: 9 dicembre 2015 STAMPATO SU CARTA RICICLATA Abbonamenti a Associazione culturale Rosse Torri - Ivrea IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 varieventuali ringrazia gli autori e le pubblicazioni che consentono l'utilizzo delle loro vignette 3 10 dicembre 2015 PRIMO COMPLEANNO DELLO ZAC! G.A.S. ECOREDIA Movicentro: da “non luogo” a spazio vivo e propositivo Il cibo giusto aiuta il clima Centinaia di iniziative ed eventi, sabato scorso aperto anche lo “spazio produttori”: un’esperienza eccezionale per la città e il territorio Tante persone, gran parte della “meglio Ivrea” sabato scorso allo ZAC! per il primo compleanno. Soddisfazione per i risultati di “cittadinanza attiva” stimolata o favorita: in un solo anno lo ZAC! è diventato “il” luogo delle iniziative cittadine, da quelle istituzionali sino a quelle su interessi particolarissimi. Lo testimonia la quantità e diversità delle iniziative ospitate che hanno utilizzato le diverse stanze (arancione per incontri associazioni e seminari, verde per corsi e lezioni, gialla per studio libero o assistito e incontri ragazzi) per oltre 1.400 ore nel corso di questo primo anno. E sono decine i soggetti associati, oltre a gruppi informali, che, in questo primo anno, hanno utilizzato gli spazi: Ecoredia, Legambiente, AMI, Intercultura, Uni3, Comune di Ivrea, AVULSS, Unione Ciechi, Centro Migranti, LIBERA, Slow Food, Scuolina di Issiglio, Fraternità di Lessolo, Amizade, Mom’s, Serra Morena, Comitato per la candidatura Unesco, Coretamor, La Grande Invasione, Eporedia Animali, Collettivo Biloura, LaDitta ed altri ancora. Ma ancora più importanti e qualificanti le iniziative culturali, sociali e di impegno civile promosse e organizzate direttamente dalla cooperativa ZAC: Altromercato, mercatini settimanali (Cose Buone allo ZAC), mercatini dell’artigianato hand made (The Market), danze popolari, concerti, film documentari, spettacoli teatrali e molti altri eventi, spesso condivisi con altre associazioni. Di questo primo anno di attività chiacchieriamo con il direttivo dello ZAC (Lucia, Patrizia, Enrica, Stefano e Maurizio). Sabato, in occasione della festa di compleanno avete inaugurato il nuovo “spazio produttori”, un bellissimo e funzionale allestimento realizzato, nel modo e nei materiali usati, sempre secondo criteri di condivisione ed ecosostenibilità. Come è stato realizzato e cosa rappresenta lo “spazio produttori”? Lo spazio è stato progettato e realizzato con un workshop di autocostruzione dallo studio di architettura e design Farwaste, che lavora con materiali di recupero e soprattutto coinvolge direttamente le persone nella costruzione dei propri spazi e arredi. Così è stato allo ZAC! nel weekend precedente al compleanno, quando una ventina di volontari si sono rimboccati le maniche e hanno dipinto, levigato, avvitato, annodato, montato e costruito tutto il necessario per il nuovo spazio dedicato ai produttori. La vetrina si affianca ai mercatini di “CoseBuone dello ZAC!” per promuovere i prodotti del nostro territorio, un luogo dove fare la spesa a kmzero, acquistando direttamente dagli agricoltori e dai produttori canavesani. Lo spazio del Movicentro era, prima dell’apertura dello ZAC!, il principale monumento eporediese (ce ne sono diversi in tutta Italia) dell’insipienza dell’amministrazione pubblica: un “non luogo” costruito in un’area “non luogo”. L’assessore Vino del Comune di Ivrea ora porta spesso ad esempio l’esperienza virtuosa dello ZAC per proporre i cosiddetti “patti di valorizzazione”. Ma, nonostante i vostri sforzi di umanizzazione con murales e piante, fuori dallo ZAC l’area resta piuttosto deprimente. Vi crea dei problemi o è un’opportunità per intervenire sul disagio (sociale, giovanile,...) che in luoghi simili inevitabilmente si coagula? In quest’anno abbiamo sicuramente trasformato il Movicentro da “non luogo” che era a spazio vivo e abitato, a disposizione della cittadinanza in tutte le sue declinazioni. Negli ultimi mesi la nostra attenzione si è rivolta anche al contesto in cui lo ZAC è inserito, che resta uno spazio senza identità, artificiale nel senso peggiore del termine, con dinamiche sociali particolari e spesso contrastanti, con una frequentazione da stazione e ancora spesso da area marginale e degradata e nello stesso tempo centro di passaggio per quasi tutti ragazzi in età da superiori di Ivrea e dintorni. Abbiamo pensato di accogliere questo “problema” come una sfida e un’opportunità per noi e per tutta la città nell’ottica di una sempre maggiore inclusione e integrazione, ma anche di prevenzione del disagio per i giovani e i ragazzi che frequentano lo ZAC o semplicemente passano di lì. Abbiamo perciò messo in campo un progetto (nel senso che lo finanziamo noi con risorse nostre e con il sostegno di un’altra associazione, l’ACAT) che coinvolge due educatori che ci aiuteranno a agire sul contesto ester- no e a coinvolgere su questo tema gli altri enti, Comune in primis, ma anche consorzio INRETE, SERT, ecc perché tutti ci facciamo carico del problema per ciò che ci compete. In questo senso possiamo dire che la presenza dello ZAC in quell’area diventa uno stimolo per un’attenzione maggiore e una presa in carico di tutto il contesto. Il progetto è attivo da un paio di mesi e ci ha già permesso, oltre che di formare i volontari dello ZAC su questo tema, di stringere relazioni più fattive con soggetti che già lavorano nell’area come il SERT (abbiamo ad esempio collaborato il 1° dicembre nella giornata mondiale dell’AIDS) e la coop MaryPoppins con l’organizzazione di una squadra di giovani migranti che faranno settimanalmente un’attività volontaria di pulizia nell’area del Movicentro. a cura di ƒz Anche tu editore di ADERENDO PER L'ANNO 2016 ALLA ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI In questi giorni di incontri al vertice per la Conferenza internazionale sul clima, i nostri occhi sono giustamente puntati sulle scelte politiche globali che si devono necessariamente prendere per provare a contenere le mutazioni climatiche e l’innalzamento delle temperature. Ma sappiamo bene che non possiamo aspettarci il cambiamento solo dalle decisioni politiche dei grandi della terra o da mitiche rivoluzioni verdi della tecnologia: un cambiamento vero può avvenire, come ha voluto con forza testimoniare il “People’s Pilgrimage” passato anche da Ivrea, solo se cambieremo il nostro modo di intendere i rapporti tra noi e con la madre terra e se di conseguenza modificheremo i nostri stili di vita. In questo senso, un piccolo contributo provano a darlo tutti i gruppi e le associazioni che sui diversi territori si occupano di consumo critico, di sobrietà e di economia solidale, che indicano nelle nostre comuni e quotidiane scelte alimentari uno dei punti di possibile rivoluzionario cambiamento. La produzione di cibo è infatti una delle cause principali, insieme ad altre attività umane come i trasporti, il riscaldamento e la produzione industriale, dell’emissione di CO2 e di metano che causano l’effetto serra. Secondo uno studio dell’Unione Europea l’intera filiera della produzione del cibo, che comprende anche il disboscamento e la deforestazione per fare spazio a nuovi pascoli e campi, era nel 2008 responsabile addirittura del 31% delle emissioni totali di CO2 dei paesi membri. E da allora, secondo la FAO e altri enti di ricerca, questa quota è ulteriormente aumentata. Il consumo energetico, in particolare da combustibili fossili, e di conseguenza l’emissione di CO2 e altri gas serra, avviene con l’attuale sistema agroalimentare industriale, soprattutto in campo, in particolare per la produzione dei fertilizzanti e dei pesticidi usati nell’agricoltura convenzionale e per il riscaldamento delle serre: basti pensare che per coltivare 1 kg di verdura in serra si produce 30 volte la quantità di CO2 che per produrlo in pieno campo. La successiva fase di trasporto e trasformazione dei prodotti alimentari è responsabile di più di un quarto delle emissioni totali della catena del cibo, con tutto il carico aggiuntivo dovuto all’uso smodato e irresponsabile di imballaggi, spesso, di nuovo, di origine petrolchimica. E quando si parla di CO2 dovuta al trasporto dei cibi, non si deve tener conto solo delle cosiddette “food miles”, cioè dei chilometri percorsi dal cibo prima di raggiungere gli scaffali dei nostri supermercati (e già qui il dato spaventa, perché secondo alcuni studi si parla di una media di 2000 km percorsi), ma si deve considerare anche che lunghi percorsi implicano ulteriori imballaggi, magazzini, frigoriferi per il mantenimento della catena del freddo, con tutte le prevedibili conseguenze in termini di consumi energetici ed emissioni di CO2. Un discorso a parte meritano gli allevamenti intensivi: la produzione industriale di carne è, da sola, responsabile del 18% delle emissioni climalteranti totali. E se a queste si somma la produzione di metano dovuta ai processi digestivi degli stessi animali concentrati in grandi numeri, si comprende come il sistema dell’allevamento intensivo per la produzione di carne sia uno dei fattori di maggior impatto sui cambiamenti climatici. In questo scenario diventa immediatamente chiaro che un cambiamento dei nostri stili alimentari costituirebbe da solo un immenso contributo che noi potremmo dare alla stabilizzazione del clima. I passi da compiere tra l’altro sono molto semplici e alla portata di tutti. 1. Acquistare e mangiare cibi biologici perché l’agricoltura biologica incide sul problema proprio alla fonte, sul campo, non utilizzando fertilizzanti e pesticidi di sintesi, non utilizzando serre riscaldate, riducendo l’uso di macchinari a fronte di interventi più manuali. E questo senza contare tutti i benefici che l’agricoltura biologica produce per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità e per la difesa dei territori! 2. Acquistare a km 0 per evitare l’impatto dovuto al trasporto, con tutte le relative conseguenze sulla qualità stessa del cibo oltre che sul clima. 3. Acquistare e consumare cibi freschi e di stagione che, oltre a migliorare la nostra salute, richiedono molta meno energia per la loro produzione 4. Acquistare e cucinare cibi poco manipolati e trasformati, perché ogni lavorazione, oltre ad abbassare la qualità del cibo, implica consumi ulteriori di energia ed emissione di CO2 5. Infine, acquistare e consumare meno carne, che non vuol dire obbligatoriamente diventare vegetariani, ma piuttosto riprendere le nostre tradizioni di uso saltuario della carne, di carne di qualità, proveniente da allevamenti sostenibili e rispettosi. Queste semplici cinque azioni sono davvero alla portata di tutti, oggi più che mai. Abbiamo oggi la possibilità di reperire cibi biologici, locali, di qualità, senza costi eccessivi, attraverso molti canali: dai mercatini dei produttori, ai gruppi d’acquisto, alla vendita in azienda. Non è più una scelta per pochi e, se modifichiamo un po’ lo stile alimentare mangiando meno carne e meno cibi elaborati, può rivelarsi persino una scelta economica. Diminuire l’uso dell’auto, modificare i nostri sistemi energetici, è possibile e necessario, ma richiede anche interventi di tipo strutturale, non è completamente nelle nostre mani; cambiare la nostra alimentazione dipende solo da noi e possiamo farlo da domani. Abbiamo un grande potere nelle mani: usiamolo! Patrizia Dal Santo (G.A.S. Ecoredia) Abbònati a varieventuali - Versando almeno euro 28,00 (sostenitore euro 50,00) - oppure versando euro 20,00 (sostenitore euro 50,00) per ricevere solo l'edizione in pdf al tuo indirizzo mail nel modo che ti è più comodo: con bonifico bancario IBAN: IT 41 F 03069 30540 1000 0006 7696 intestato a ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI, Ivrea in contanti: - presso la redazione in via Arduino n. 43 a Ivrea - presso La Galleria del Libro Ivrea via Palestro 70 DIVENTA EDITORE DI varieventuali ADERENDO ALL'ASSOCIAZIONE CULTURALE ROSSE TORRI Come? VERSANDO LA QUOTA DI ADESIONE ANNUALE DI ALMENO 30 EURO (CON UNA DELLE MODALITÀ INDICATE PER GLI ABBONAMENTI) E FORNENDO I TUOI DATI ANAGRAFICI (ANCHE ATTRAVERSO UNA MAIL A [email protected]) 4 anno XXVIII n° 22 SEGUE DALLA PRIMA / CENTRALE DEL CRIST DALLA CAVA DI S.BERNARDO ALLA CENTRALE DEL CRIST Dopo il via libera della Conferenza dei Servizi alla Idropadana, che fare? del vigente art. 12 del d.lgs. 29/ 12/2003 n. 387 (…) la verifica circa la sussistenza di reali motivazioni tecniche a fondamento del parere negativo, che, in caso contrario, ai sensi della vigente normativa, non può avere alcuna efficacia ostativa rispetto al rilascio dell’autorizzazione unica”. E, con indicazioni così esplicite, poco è importato alla Conferenza dei Servizi che il Consiglio Comunale di Ivrea del 30 novembre abbia deliberato un più netto parere negativo sull’opera, tanto più se tale parere è stato presentato privo di dettagliate motivazioni tecniche. Ora il gioco facile è prendersela con i funzionari e i “burocrati”, che certamente hanno delle responsabilità, ma prima e più di queste sono evidenti quelle della politica e delle sue scelte liberiste e antidemocratiche. Un esempio è questa legge 387del 2003 (non a caso richiamata nella mozione della Città Metropolitana) che fa prevalere l’interesse dell’impresa su quello delle comunità locali, privando i Comuni della gestione del territorio (l’unica potestà importante che rimane loro) e il parere dei quali, come ricordano Amprino e Barrea, “non può avere alcuna efficacia ostativa rispetto al rila- SEGUE DALLA PRIMA I "re nudi" dice “non capisco, ma mi adeguo”, cioè senza alcuna convinzione e con plateali errori (il parere favorevole del dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, la prima proposta di delibera presentata ai capigruppo con parere favorevole e poi modificata in non favorevole il 16 novembre) o prese di distanza (l’astensione del sindaco sulla mozione approvata in Consiglio il 30 novembre). 2) La presidente del Consiglio Comunale, Elisabetta Ballurio, che ertasi alla guida della lotta, quanto meno nelle sedi istituzionali, contro l’opera (quasi per contrappeso alla sua approvazione della fattibilità del progetto nella Giunta del febbraio 2010), dalla decisione della Conferenza dei Servizi e le scelte della Città Metropolitana (di cui vicesindaco è Alberto Avetta) riceve uno schiaffo secco e deciso. Tanto più facendo parte della segreteria provinciale del PD ed avendo fatto del NO alla centrale del Crist un punto discriminante della lista da lei sostenuta nel congresso del PD di Ivrea 3) Il Partito Democratico che, come accade ormai dovunque, si schiera sia da una parte che dall’altra, interpretando in questo modo il “Partito della Nazione”, salvo alla fine far passare gli interessi più economicamente consistenti. Mentre risulta patetico vedere il neo segretario locale Matteo Fanciulli prendersela con “la scelta dei burocrati”, credendo di poter sviare così le responsabilità. 4) Tutti coloro che non si stancano di ripetere "noi l'avevamo detto", ma lasciano tranquillamente il "fare" ad altri. ƒz scio dell’autorizzazione”. Così come la definizione di opere di un’impresa privata come “di interesse pubblico indifferibile e urgente” con tutte le conseguenze che ne derivano. In questo caso, poi, come in diversi altri, tutto viene giustificato dall’assoluto e indiscriminato sostegno alle “fonti di energia rinnovabile”, che non tiene in alcun conto l’appello lanciato poco più di un anno fa da centinaia di associazioni ambientaliste culturali e tecnico-scientifiche, nazionali e locali, “per la salvaguardia dei corsi d’acqua dall’eccesso di sfruttamento idroelettrico” che chiedono ai ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, al Parlamento, alle Regioni “l’immediata sospensione del rilascio di nuove concessioni e autorizzazioni per impianti idroelettrici su acque superficiali, comprese quelle attualmente in istruttoria” e “la contemporanea revisione degli strumenti di incentivo da mantenere solo per impianti che soddisfino tutti i requisiti di tutela dei corsi d’acqua e della biodiversità”. Ecco allora Idropadana, che da questa ennesima centrale sulla Dora Baltea conta di ricevere circa 700mila euro all’anno di incentivi, dopo il via libera del 3 dicembre, Nel nome della “pubblica utilità” canta vittoria, indica i tempi di inizio dei lavori (gennaio 2016) e della produzione di energia (agosto 2017), mentre minaccia richieste di risarcimento danni a “chi si metterà di traverso”. Minaccia che, dopo il via libera della Città Metropolitana, sembra rivolgersi (oltre che a Legambiente, all’associazione Pro Ambiente del Crist e agli agricoltori espropriati) anche al Comune di Ivrea che deve ancora deliberare sulla deroga ai livelli acustici (per le rocce del Crist sarebbero necessarie diverse esplosioni) e sulla variante al Piano Regolatore per l’area interessata alla costruzione della centrale, evidenziando così quanto “libere e prive di condizionamenti” possano effettivamente essere le decisioni dell’istituzione locale. Potrebbe essere una ragione in più per contrastare la realizzazione di un’opera che, oltre ai danni ambientali, paesaggistici e all’agricoltura, mette in discussione il libero esercizio della democrazia della comunità e dell’istituzione locale. In fondo a cosa si richiama la festa maggiormente indicativa della città, il Carnevale, se non alla leggenda della lotta contro un "sopruso"? Ma di leggenda, appunto si tratta, e di carnevale per giunta. ƒz MOVIMENTO 5 STELLE Il cantico delle cadreghe La vicenda del Crist più che un cantico è stata un burlesque servito per intrattenere e illudere i cittadini Vi ricordate quel gioco che si faceva da bambini, in cui, quando la musica finiva si doveva cercare velocemente una sedia? Ad ogni turno qualcuno restava in piedi e veniva escluso. Di questi tempi non c’è molto da ridere, ma un po’ di sarcasmo può aiutare a sopportare il peso delle situazioni. Per questo motivo paragono la politica attuale a quel gioco delle sedie, in cui però, a restare in piedi sono sempre gli stessi ovvero i cittadini comuni. Per la Centrale del Crist più che un cantico è sembrato un musical in cui la dinamicità dei balletti serviva a cristallizzare l’esito, già deciso in altre sedi molti anni prima. Il pubblico va sempre intrattenuto, illuso di grandi risultati e liquidato con un «vabbè dai,… ci abbiamo provato!». A coloro che sono venuti a trovarci in riunione, il probabile esito negativo di tutta l’operazione gli era stato anticipato , e con loro stupore è stato confermato nei giorni scorsi. Se accettiamo per buono il giudizio che il PD si è premurato di diffondere a mezzo stampa nei miei confronti, ovvero che sono un impreparato, ne seguirebbe che io sarei una sorta di chiaroveggente, perché in tempi non sospetti avevo ampiamente previsto ciò che poi è accaduto. Sempre nei comunicati di casa PD mi si vorrebbe imputare la grave mancanza di rispetto nei confronti della cittadinanza derivante dalle mie azioni e dichiarazioni. Mi chiedo a questo punto cosa intendano per rispetto considerato che non si sono fatti scrupoli nel prendersi gioco dei cittadini, i quali erano convinti di partecipare ad un momento storico, ma il realtà assistevano ad un burlesque. Non ho partecipato al voto perché credo che con quel tipo di documento, arrivato in aula in quel modo (a mio avviso senza aver seguito l’iter corretto) , si stava precludendo alla cittadinanza la possibilità di un buon ricorso al TAR. Credendo fermamente che l’unica arma per fermare la centrale sia proprio il ricorso, secondo voi avrei dovuto partecipare ad una seduta in cui tale arma veniva spuntata? NO GRAZIE! Per carità, può essere che il ricorso si vinca a prescindere, ma valeva la pena rischiare? Secondo me no. Insomma, le cose stanno così, sta a voi cittadini discernere cosa e meglio per voi e votare di conseguenza quando ne avrete l’opportunità. Pierre Blasotta (Consigliere comunale a Ivrea del Movimento 5 stelle) L’Italia è uno strano paese che vive di contraddizioni. Un Paese nel quale per risolvere un problema, invece di affrontarlo con determinazione, si cerca di aggirarlo facendo finta che non esista; senza considerare che così facendo non lo si supera, ma lo si sposta solo un po’ di lato lasciandolo pronto a ripresentarsi alla prima occasione. In clamoroso e colpevole ritardo, rispetto ai paesi politicamente e culturalmente più avanzati, in Italia si è arrivati a parlare di energie rinnovabili solamente da pochi anni. Invece di lavorare a livello di base, costituendo una sensibilità generalizzata su questi temi si è preferito perseguire la strada degli incentivi che in quanto tali hanno cominciato a stuzzicare gli appetiti dei privati compresi i grandi gruppi economici la cui finalità, seppur legittima, è solamente il profitto. Il problema è che al profitto, della salvaguardia ambientale e della conservazione degli habitat interessa ben poco ed ecco che abbiamo dovuto assistere alla proliferazione di impianti fotovoltaici a terra su superfici enormi e magari di terreno agricolo o di alto valore paesaggistico come al moltiplicarsi di centrali idroelettriche che, sommandosi le une alla altre, rischiano di mettere in serio pericolo la vita stessa dei fiumi. La strada certamente più coerente alle finalità preposte che si sarebbe potuta perseguire era quella dell’elaborazione di un piano nazionale delle energie rinnovabili che dettasse le linee guida generali di intervento delegando poi agli enti locali la pianificazione a livello territoriale, ruolo peraltro già sancito dal vigente impianto legislativo. Certamente per fare questo si sarebbe dovuta obbligare la Pubblica Amministrazione a fare un salto di qualità rendendo un po’ più agevoli gli iter procedurali necessari. Si è seguita invece, non essendo in grado di ridurre la burocrazia e l’inefficienza della macchina pubblica, una strada diametralmente opposta e cioè quella dell’aggiramento della norma, sottraendo agli enti locali la possibilità di decidere consapevolmente e responsabilmente dell’utilizzo del proprio territorio. E’stato infatti emanato nel 2003 un Decreto Legislativo, il famigerato 387, che ha stabilito, alla faccia della sussidiarietà, che i progetti di “pubblica utilità, indifferibilità e urgenza” avrebbero potuto seguire un iter preferenziale in grado di passare sopra eventuali decisioni contrarie di alcuni enti tra i quali i Comuni. In questo passaggio sta tutta l’ipocrisia di una certa classe politica italica che in nome di una presunta quanto opinabile “pubblica utilità” ha emanato questo provvedimento di stampo liberista capace di sottrarre agli enti locali niente di meno che la salvaguardia del proprio territorio oltre tutto, spesso e volentieri, a favore di interessi privati. Qualcuno ricorda la questione della cava di S.Bernardo? Stessa cosa. Sulla fantomatica “urgenza” basti ricordare che la vicenda centrale del Crist è in piedi da 13 anni … Questa procedura ha fatto sì che il parere negativo dell’Amministrazione Comunale di Ivrea alla variante di PRG, necessaria a dare il via all’opera, non è stato considerato dalla Conferenza dei Servizi della Città metropolitana che ha invece autorizzato i lavori seppur in mancanza anche del parere di alcuni altri enti. La posizione di Viviamo Ivrea in Consiglio Comunale su questo tema è stata duplice: da una parte si è lavorato, con tutti i consiglieri di minoranza, ad una mozione che tentasse di rispondere alla richiesta della Conferenza dei servizi (di maggiori motivazioni del voto contrario) e dall’altra abbiamo chiesto di provare a volare alto facendo sì che proprio da Ivrea potesse alzarsi un urlo di dolore e di protesta sulle storture che l’attuale struttura normativa consente in evidente contrasto con percorsi politici condivisi e più vicini ai cittadini. Nella sua replica al mio intervento il Sindaco ha detto che pur non essendo contrario a questo ragionamento lo reputava poco realistico, da sognatore. Sarà, ma se nessuno ci proverà questo D.Lgs 387 continuerà a fare ulteriori danni. Questo probabilmente è ciò che differenzia il nostro modo di vivere e di interpretare la politica da quello dei partiti e dell’attuale maggioranza: la capacità di sognare e la necessità di costruire delle visioni del mondo orientate al futuro coinvolgendo i cittadini nelle scelte più importanti. Va ancora detto che il Sindaco, che in questa partita ha fatto da spettatore, è stato l’unico dell’intero Consiglio Comunale ad astenersi dal voto sulla mozione presentata dalla minoranza. Tutto normale? francesco comotto (Consigliere comunale a Ivrea di Viviamo Ivrea) 5 10 dicembre 2015 CENTRALE DEL CRIST COMUNE DI IVREA «Di motivi per un ricorso al TAR ce ne sono e molti» Lo sportello "Green Jobs" Sull’ultimo numero del vostro giornale ho letto gli articoli relativi alla Centrale del Crist e ho pensato che anche io avrei avuto la vostra stessa impressione se non avessi avuto a mia disposizione altri tasselli della vicenda. Affronterò la questione in termini più amministrativi che politici. Nonostante i tanti anni di istruttoria intercorsi, le varie partenze e ripartenze, può apparire kafkiano ma il parere decisorio del Comune Ivrea, l’unico valido in quella sede, non era stato ancora acquisito. E l’unico organo delegato a poterlo dare era ed è il Consiglio Comunale. Nel caso invece questo non si fosse espresso sarebbe stato automaticamente acquisito un parere favorevole, come peraltro sottolineato nella stessa convocazione della Conferenza dei Servizi. Il mio obiettivo è stato quindi e innanzi tutto quello di garantire che il Consiglio si potesse esprimere. Io non biasimo i Consiglieri che hanno ritenuto e ritengono di sottolineare inopportunità o mancanze politiche, ci mancherebbe! Ma troppe volte ho dovuto richiamare un’aula che ha rischiato spesso di travalicare le proprie prerogative e i diritti di terzi. Ho lasciato ampio spazio al dibattito per una delibera che si riferiva al parere rispetto alla variante urbanistica del Crist. Invito a rileggere i verbali e a verificare quanto in quel dibattito si sia parlato dell’oggetto della delibera (come prevede in modo sì stringente il regolamento) e quanto invece del congresso cittadino del PD. Ho dovuto interrompere Consiglieri che infrangevano in modo continuativo le regole del Consiglio Comunale e lasciare agli atti che dichiarazioni in merito a illegittimità non corrispondevano ai fatti. Perché un conto è asserire che qualcosa sia inopportuno politicamente (più che mai legittimo) e tutt’altro è dire che sia illecito o illegale. Nel secondo caso di certo devo intervenire. Ho anticipato comunque ai Consiglieri che dedicheremo un incontro per condividere il punto in merito, in modo da agevolare la loro prerogativa di esprimersi, tuttavia in modo lecito. Ciò detto, dopo aver partecipato alla Conferenza dei Servizi del 3 Dicembre, non ho remore nel dire che ritengo che, almeno nell’ultimo tratto di questa vicenda (e carta canta), troppi funzionari abbiano scelto di interpretare ruoli invece politici, scegliendo di derogare in modo discutibile a normative stringenti. O addirittura utilizzando strumentalmente l’assenso a studi di fattibilità che, per legge, il Comune non si sarebbe potuto opporre di dare. Considerate che, a valle delle analisi, il parere del Comune se negativo deve essere costruttivo, figuratevi nel mezzo dell’istruttoria. Quindi si sarebbe potuta evitare l’autorizzazione di questa Centrale nonostante la legge 387? La mia risposta è ancora sì. L’esito della Conferenza dei Servizi, da cui il Comune di Ivrea si è fermamente dissociato, ha visto prevalere a mio avviso invece l’interesse del privato su quello della COP 21 E MARCIA PER IL CLIMA La grande manifestazione popolare a Ivrea Domenica 29 novembre il corteo e il pomeriggio in piazza fanno intravedere veramente "il popolo in marcia per il clima" «La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene il giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno di essa» scriveva il filosofo francese Albert Camus. Cambiare radicalmente le nostre modalità di produzione, i nostri consumi e i nostri stili di vita per impedire al surriscaldamento globale di provocare danni irreparabili è ormai divenuto un imperativo morale al quale individui e popoli hanno cominciato a dare seria importanza. La necessità di realizzare questa “rivoluzione” pacifica è viva e riscontrabile nelle persone e l’evento del 29 novembre organizzato in tutto il mondo per lanciare un se- gnale forte a “Cop21” è stato partecipato, movimentato, ma soprattutto bello. Bellezza e voglia di rivoluzione hanno animato anche la piccola città d’Ivrea. “Rivoluzione? - si domanderà il lettore – non è forse una parola troppo forte e anacronistica?”. Ebbene no. Il circolo di Legambiente Dora Baltea sostiene: «a Parigi è giunto il momento di passare dalle parole alle scelte ambiziose e forti. Nei pochi giorni Il servizio di orientamento alle professioni "verdi": ancora disponibile il14 e 21dicembre Elisabetta Ballurio Teit (presidente del Consiglio Comunale di Ivrea) Dopo tre mesi dall’apertura del servizio di orientamento alle professioni verdi è positivo il resoconto delle attività svolte. In otto giornate, che hanno rispettato un calendario predefinito a partire dal 17 agosto scorso e sino alla fine del mese di ottobre, il consulente incaricato, dottor Matteo Plevano, ha incontrato 37 persone provenienti per il 59% dall’area della Provincia di Torino, per il 5% da altre zone del Piemonte, per l’8% dalla Valle d’Aosta. Le persone che si sono rivolte al servizio erano per il 76% disoccupate, per l’8% occupate e per il 16% lavoratori autonomi o imprenditori. Dodici utenti hanno manifestato l’intenzione di avviare un’attività di impresa o autonoma. I settori interessati sono quelli del turismo sostenibile, della consulenza e servizi in ambito green, dell’agricoltura biologica, dell’edilizia sostenibile, della cosmesi bio, della riqualificazione e promozione del territorio, della moda sostenibile e dell’export di prodotti bio. Con sette persone si è valutata la possibilità di iscrizione a corsi di formazione specifici sulle tematiche green e con tre si è invece ipotizzato di riconvertire l’attività svolta in modo tradizionale secondo i nuovi canoni della sostenibilità previsti dall’economia verde. I restanti cinque hanno invece necessitato di un colloquio motivazionale volto a rafforzare i propri punti di forza per presentarsi più determinati sul mercato del lavoro. Il consulente ha inoltre tenuto un workshop nell’ambito dell’evento IoLavoro del 30 settembre scorso, presentazione molto seguita dai ragazzi delle scuole eporediesi intervenute. Ed è anche a questa realtà dei ragazzi che concludono il percorso di studi secondario che il servizio si vuole indirizzare per fornire orientamento sia al mercato del lavoro, sia alla scelta di un percorso universitario in linea con le tematiche della green economy. “Il settore della green economy sottolinea il vicesindaco Enrico Capirone - ha grandi potenzialità sia dal punto di vista occupazionale che da quello della crescita e dello sviluppo economico ed è fondamentale che sia sostenuto da adeguate politiche e azioni amministrative”. “L’attivazione dello Sportello – aggiunge Capirone - che ricordo è stata resa possibile grazie agli stanziamenti che tutti i Comuni del territorio facenti capo al centro per l’impiego di Ivrea hanno messo a disposizione in questi anni per l’iniziativa di azioni di contrasto alla crisi, opera proprio in tale direzione”. “Visto il riscontro positivo in termine di numero di passaggi allo Sportello – conclude Capirone - stiamo valutando la possibilità di riproporre l’iniziativa anche nel corso del prossimo anno”. Attualmente è ancora possibile disporre di un appuntamento nelle giornate del 14 e 21 dicembre, contattando il Servizio Politiche per il Lavoro ai numeri 0125 410451/479 – 3386251871, oppure scrivendo mail a [email protected] rimasti i negoziatori devono dare seguito all’impegno ribadito da tutti i leader mondiali, intervenuti nella giornata di apertura della conferenza, della necessità di un accordo globale in grado di contenere il riscaldamento del pianeta al di sotto dei 2°C. Soglia critica oltre la quale la crisi climatica può raggiungere il punto di non ritorno». Il tempo scorre inesorabile e le trascorse conferenze sul clima (non ci si dimentichi che, con questa, saranno trascorsi più di vent’anni di dibattiti e di accordi mancati) non sono mai riuscite a rendere vincolante un accordo per tutti i paesi partecipanti. Le differenze economiche, politiche e le ambizioni di leadership internazionale hanno sempre reso la questione ambientale un punto alquanto delicato, marginale e povero d’importanza, quanto meno dal punto di vista dei grandi Stati. Indubbiamente la situazione è più complicata di quanto appare, non solo perché la temperatura terreste continua inesorabilmente la sua impennata anomala, ma anche perché le divisioni politiche costituiscono e costituiranno un imponente scoglio da superare. Gli Stati Uniti, tanto per accennare a qualche episodio passato, dopo aver firmato il Protocollo di Kyoto, decisero di non ratificarlo, con tutti gli inconvenienti del caso, compresa la difficoltà di negoziare nuovi accordi. Per superare lo stal- lo, nel 2007 fu firmato un nuovo impegno a Bali con l’obiettivo di superare Kyoto, ma trovare un accordo in grado di mettere tutti d’accordo non fu facile. In questo senso, la seguente conferenza del 2009 a Copenaghen, in Danimarca, fu un disastro: fu sì concordata una riduzione ulteriore delle emissioni, ma non fu firmato nessun trattato con regole chiare e vincolanti per farlo. Nonostante i trascorsi, tuttavia, qualcosa sembra essere cambiato, quanto meno nella coscienza delle persone e associazioni che cercano di attuare un cambiamento dal basso. Le 800 persone che hanno marciato ad Ivrea la giornata del 29 novembre ne sono una conferma, ma quel che sorprende, sostiene Marilisa Schellino, responsabile di Legambiente Dora Baltea, è che si è trattato di «una manifestazione non dell’élite ambientalista italiana, ma di una vera e propria manifestazione popolare. Abbiamo finalmente abbattuto i confini, anche se ampi, dell’ambientalismo e si comincia a intravedere il popolo in marcia per il clima». Il carattere trasversale di questa manifestazione suggerisce in maniera inequivocabile che qualcosa è in movimento e sta mutando. L’auspicio è che anche i leader dei governi protagonisti di questo summit globale vengano sufficientemente allertati da questa presa di coscienza e che la voglia di cambiamento per tutti possa avere la meglio sui tanto odiati paradossi legati agli interessi economici. È di fondamentale importanza che prevalga il principio di responsabilità, e che le distinzioni che intercorrono tra paesi emergenti dal punto di vista produttivo e d’inquinamento e paesi già sufficientemente avanzati e ricchi (se non addirittura opulenti) non diventino il fattore decisivo di giudizio. collettività. Con due motivazioni: la prima per la produzione di energia rinnovabile, la seconda per una fase istruttoria che è durata troppi anni, come è stato anche detto da alcuni enti in sede di discussione. In merito alla prima motivazione io dico che l’energia rinnovabile non a caso si chiama sostenibile: produrre energia pulita da un lato e dall’altra minare una collina con altra energia è una contraddizione in termini. Più corretto sarebbe dire che prevalgono gli incentivi piuttosto che un’equazione energetica virtuosa. Per la seconda motivazione: qualsiasi inefficienza tecnica o politica ci sia stata, fatto salvo che ancora a oggi non sono stati forniti tutti i documenti aggiornati neppure dalla proponente, la Conferenza dei Servizi così facendo le fa pagare alla collettività. In un quadro soprattutto colmo di lacune e criticità, che la Conferenza dei Servizi ha deciso di superare senza tenerle in debito conto. Di motivi, e anche fondati a mio avviso, per un ricorso al Tar che ristabilisca il diritto ce ne sono e molti. Assessorato allo Sviluppo Economico e al Lavoro Andrea Bertolino 6 anno XXVIII n° 22 COMDATA Lavorare in call center Il mondo dei call center in outsourcing è caratterizzato da realtà sempre meno sostenibili e da continue gare al ribasso che hanno fatto di questo settore uno dei più oppressivi Comdata si è da sempre caratterizzata come uno degli outsoucers più intraprendenti, ma nonostante la sua immagine che la fa apparire un operatore di prima fila, ha al suo interno tante sfaccettature che evidenziano i difetti di un sistema nato male e cresciuto forse peggio. La sede di Ivrea può essere lo specchio di questa realtà e mai come in quest’anno sono andati a peggiorare condizioni di lavoro all’interno del sito che vede impiegati stabilmente circa 1000 persone che arrivano a 1300-1500 con i contratti di somministrazione, la più grande azienda del territorio. Comdata è stato negli anni un collettore di tante realtà dell’Eporediese con operazioni di fusione o incorporazione. I lavoratori vivono per questo situazioni di disuguaglianza per la differenza di trattamenti e inquadramenti che vi sono tra una commessa (reparto) e l’altra, ma anche all’interno dello stesso reparto. Nello stesso grup- po di lavoro ci sono lavoratori che vanno dal 6° livello metalmeccanico al 3° livello telecomunicazioni, situazione che svilisce chi è più in alto contrattualmente e umilia chi si trova ad avere ancora contratti non congrui all’anzianità e all’esperienza. L’aspetto più amaro è che anziché una sana voglia di armonizzare e di uniformare, prevale la guerra tra poveri che vede sempre di più i lavoratori uno contro l’altro, soli, ad alimentare incomprensioni reciproche tali da deteriorare un ambiente già poco sano di suo. Le disparità di trattamento, i turni, il lavoro serale e festivo, la pressione sui ritmi, creano forte stress e difficoltà nel gestire al meglio la propria vita al di fuori del lavoro. Nel 2015 in alcuni reparti, uno su tutti il 187 Telecom, molti lavoratori hanno denunciato alle rappresentanze sindacali situazioni di disagio grave ed hanno dovuto rivolgersi a degli specialisti per gestire stress e depressione. Mol- SEGUE DALLA PRIMA / LAVORO 2015 Poche luci, molte ombre le, a fine luglio in un turbolento consiglio comunale, è stata deliberata la cessione delle quote del Cic del Comune di Ivrea e definita la convenzione per la cessione. Ad agosto è uscita la gara di vendita e all’apertura delle buste il 9 settembre, solo la CSP di Torino è risultata con le carte in regola per l’aggiudicazione che però ad oggi non si è ancora perfezionata, perché uno dei termini della convenzione, il rinnovo per tre anni delle commesse in essere, non può essere garantito da CSI, Città metropolitana, Regione e Comune di Torino. Mancando questa garanzia, Csp ha provato allora a trattare con i creditori per una riduzione del debito (la convenzione prevedeva l’accollo dell’intero debito di circa 3,5 milioni) e sembra sia riuscita ad ottenere uno “sconto” del 50% da parte dell’80% dei creditori. Il 15 si saprà quindi se Csp andrà avanti o se il liquidatore Inzirillo porterà i libri in tribunale. La vicenda CIC ha avuto anche conseguenze nell’amministrazione eporediese, abbiamo difatti assistito alla spaccatura della maggioranza in Comune, si è arrivati a chiedere le dimissioni del vicesindaco, sono state ventilate le dimissioni del sindaco e conseguenti elezioni. Ma da qualche settimana tutto è avvolto da un irreale silenzio (compreso quello dei dipendenti) in attesa della ennesima “ultima scadenza”... COMDATA: SPECCHIO DEL MONDO DEL LAVORO D’OGGI Il punto su Comdata lo trovate nell’intervento di un lavoratore che riportiamo in queste pagine che si riassume in questa frase “Comdata sicuramente è lo specchio di una deriva sociale che contraddistingue attualmente il mondo del lavoro ma è anche allo stesso tempo l’uni- ca azienda che assume ad Ivrea a ciclo continuo tramite le agenzie interinali e una delle poche che continua ad avere al suo interno lavoratori a tempo indeterminato che ricevono uno stipendio ogni mese.” DAYCO: QUANDO LA LOTTA PAGA Dayco è invece una nota positiva fra le vicende del lavoro delle quali ci siamo occupati nel 2015. Dopo il timore del 2014 per l’annuncio del trasferimento di un reparto in Polonia, poi scongiurato, nel 2015 è tornata la preoccupazione per la mancata applicazione del piano industriale e le dimissioni del direttore di stabilimento che facevano pensare ad un disimpegno della multinazionale americana ad Ivrea. Dopo scioperi e presidi davanti alla fabbrica, i lavoratori hanno ottenuto l’impegno a non trasferire all’estero e la conferma dell’investimento di 10 milioni per il sito di San Bernardo. Nello stabilimento, la più grande realtà metalmeccanica ad Ivrea con più di 500 dipendenti, si continueranno quindi a produrre componenti innovativi per il settore automobilistico, avvalendosi anche di collaborazioni con il Politecnico di Torino. INNOVIS: MOBILITÀ “VOLONTARIA” E DEMANSIONAMENTI Nata nel 2002 da una joint venture tra Comdata e Olivetti, per permettere a quest’ultima di “liberarsi” di seicento dipendenti, diventa in seguito 100% Comdata portando in dote l’importante commessa Telecom. Il rapporto fra l’azienda metalmeccanica e la casa madre Comdata è sempre stato difficile, i lavoratori Innovis sono troppo “anziani” e quindi “cari” per il settore call center. Nel 2010 viene delocalizzato un servizio in to si è cercato di fare fino ad arrivare a fare uno sciopero di reparto con una forte adesione che ha denunciato all’azienda e ai media locali una situazione non più tollerabile. Su questo l’azienda qualcosa ha recepito, ma non ha mai aperto un vero e proprio dialogo con chi è stato reale interprete di tale disagio e su alcuni aspetti permangono criticità ancora tutte da risolvere. Accanto a questa realtà vi è poi il tema del lavoro somministrato. La sede di Ivrea ha avuto nel 2015 un’impennata incredibile di utilizzo di contratti a termine (prevalentemente interinale o a progetto) con scadenze molto brevi, in alcuni casi con rinnovi di settimana in settimana, con tutto ciò che ne consegue da rapporti di lavoro di questo tipo: maggior flessibilità o meglio maggior ricattabilità con rinunce continue da parte del lavoratore (ferie inesistenti, preavviso di cambio tur- Romania ed inizia la cassa integrazione. Nel 2015 la situazione precipita e ad aprile Comdata annuncia per luglio la chiusura definitiva di Innovis. Dopo intensa trattativa, i lavoratori riescono ad ottenere un altro anno di cassa integrazione, fino ad agosto 2016. Nel frattempo circa novanta lavoratori Innovis sono rientrati a lavorare in Comdata “in distacco”. Il passaggio definitivo in Comdata, che comporterà comunque demansionamenti e taglio delle retribuzioni, va a rilento, l’azienda evidentemente vuole prima terminare la campagna di uscite in mobilità “volontaria” per assorbire il minor numero di persone, nonostante le attività siano in crescita, ma per lo più gestite con contratti interinali. OLIVETTI: RESTA SOLO IL MARCHIO E’ fatta! Olivetti è stata telecomizzata... Con il 2016 Olivetti passerà dal contratto dei metalmeccanici a quello delle telecomunicazioni e con questo passo si conclude definitivamente la storia di una azienda progettuale e manifatturiera, anche se estremamente diversa da come molti di noi l’hanno conosciuta e vissuta negli anni precedenti [ne parla anche Federico Bellono in questo numero, ndr]. Con una procedura di fusione per incorporazione, Olivetti, dopo una cura dimagrante che ha visto dimezzarsi i dipendenti, incorpora Telecom Italia Digital Solutions, ma “due debolezze non fanno una forza...”. La nuova dirigenza, senza legami con il territorio e con indicazioni ben precise, è riuscita nell’impresa di coinvolgere “spontaneamente” molti dipendenti a passare in Telecom, spesso con demansionamenti e con sedi lavorative fuori Canavese. Purtroppo la reazione dei lavoratori è stata tiepida, e pur essendo riusciti, grazie all’iniziativa Fiom, ad organizzare assemblee pubbliche, incontri con le istituzione ed anche un in- no pari a zero, rotazione continua su attività diverse con normale disadattamento e disagio). I sindacati confederali almeno a livello locale non hanno rivendicato nei fatti queste criticità e mai come quest’anno abbiamo assistito ad uno scollamento tra la rappresentanza e i lavoratori. L’unico accordo firmato a livello locale è stato siglato il 22 gennaio scorso e ha visto un’ulteriore concessione all’azienda in materia di flessibilità consentendo il turno spezzato per i tempi pieni e la possibilità di gestire tre giorni di permessi del lavoratore per esigenze aziendali. Abbiamo inoltre perso l’inquadramento INPS nel settore telecomunicazioni con passaggio al quello dei “servizi-terziario”, per una scelta unilaterale non contrastata a dovere delle forze sindacali e sociali, che ha come conseguenza la perdita di sostegno in caso di crisi (ammortizzatori peggiorati o quasi inesistenti). Infine per la prima volta dopo anni, non è stato erogato il premio di risultato nonostante il profitto dell’azienda sia incrementato. Comdata è sicuramente lo specchio di una deriva sociale che contraddistingue il modo del lavoro attuale ma è anche allo stesso tempo l’unica azienda che assume ad Ivrea a ciclo continuo tramite le agenzie interinali e una delle poche che continua ad avere al suo interno lavoratori a tempo indeterminato che ricevono uno stipendio ogni mese. Si, Comdata nel 2015 è tutto questo. E’ il padrone con tutti i suoi pochi pregi e i tanti difetti. E’ il ricatto che Ivrea probabilmente dovrà subire ancora per anni per rimanere viva. Magari con la pancia piena per un po’ ma più triste e con meno diritti. Sempre più maledettamente lontana dal bel tempo che fu. lavoratore Comdata Ivrea [FOTO D'ARCHIVIO] contro con l’attuale AD di Telecom a Roma, non si sono verificati risvolti positivi soprattutto per il nostro territorio. Ci auguriamo che con l’Internet del futuro e tutto quanto ci è stato presentato come nuove attività, Olivetti possa continuare ed espandersi, ma sicuramente al nuovo management, Olivetti interessa soprattutto come “marchio”. TELIS: FRA FALLIMENTO, RIFORMA FORNERO, SPECULAZIONI E ABBANDONI Telis ex Celltel è una delle aziende vittime dell’incendio di Scarmagno del 2013, nata come tante altre per ricollocare gli esuberi Olivetti. Ce ne parla Gianni Tarena, Rsu Fiom in queste pagine. VODAFONE: IN ATTESA DI APRILE Dopo il vergognoso accordo del 2013 che ha permesso al colosso telefonico con utili milionari di tagliare 700 posti di lavoro in Italia (circa 80 ad Ivrea), attraverso licenziamenti incentivati, mobilità verso altre aziende, contratti di solidarietà, part time, non si è più parlato di Vodafone fino a qualche giorno fa con la notizia del ritorno ad Ivrea, da Amsterdam, della sede legale. Le motivazioni sono da approfondire, probabilmente nelle pieghe di qualche legge sono state inserite delle agevolazioni alle multinazionali che portano la sede in Italia. Intanto si avvicina lo scadere dei tre anni nei quali l’azienda si era impegnata a non effettuare nuovi interventi di ridimensionamento del personale. Ad aprile 2016 sapremo quali sono le intenzioni di Vodafone per la sede di Ivrea, ci auguriamo che l’azienda partita da Ivrea come Omnitel, confermi investimenti e presenza nel nostro territorio. WIND: LA FUSIONE CON H3G Nel 2015 Wind ha iniziato il processo di insourcing previsto dall’accordo del 2014 dove otte- nendo contratti di solidarietà l’azienda si impegnò riportare all’interno attività di prestigio. L’applicazione dell’accordo ha portato alla riconversione dei call center di Palermo, diventato il primo polo aziendale di Information Technology, e di Ivrea dove sono confluite diverse attività. Quella che ha coinvolto il maggior numero di lavoratori è la supervisione della rete fissa e mobile. Dopo un periodo di formazione tutte le attività sono ormai a regime e l’azienda dichiara risultati soddisfacenti. Le Rsu denunciano però che le risorse impiegate in questa operazione non sono sufficienti. I turni più disagiati (notte e festivi) vengono gestiti con un numero di persone non adeguato. Ad agosto l’organico è stato rinforzato, ma non abbastanza per alleggerire la rotazione dei turni che è ancora piuttosto pesante. Vi è preoccupazione anche per la sorte delle ultime attività di customer care che al momento occupano per lo più persone non idonee al lavoro notturno. In un contesto più generale: ad agosto è stata annunciata la tanto attesa fusione con H3G, che però è ancora al di là da venire. Si attende il parere dell’antitrust e soprattutto si attende di capire se il modello di business che si sceglierà di seguire sarà quello Wind o quello H3G che ha fuori tutta la gestione della rete. Intanto a marzo scadranno i contratti di solidarietà, le Rsu auspicano un incontro a gennaio per fare il punto della situazione e conoscere le intenzioni future dell’azienda. a cura di Cadigia Perini P.S. Voglio ringraziare tutte le Rsu, le lavoratrici e i lavoratori che hanno collaborato fornendo informazioni e testimonianze sulle diverse situazioni aziendali, e con loro ringraziamo chi resiste e si oppone alla desertificazione occupazionale del nostro territorio. 7 10 dicembre 2015 PILLOLE DI STORIA CONTEMPORANEA EPOREDIESE LAVORO IN CANAVESE Il 2015 e il 2016 «È tempo che quelle parrucche siano pettinate dalle nostre mani» Questa rubrica, senza troppe pretese, ambisce a rendere tutti partecipi della storia di Ivrea spesso considerata irrilevante o povera di note degne di essere ricordate La storia contemporanea viene fatta cominciare, solitamente, a partire dalla Rivoluzione francese, evento unico nel suo genere nell’Europa di fine XVIII secolo e laboratorio politico della modernità alla quale noi, ancor oggi, veniamo influenzati. Seguendo questa tradizione, cosa accadde, sul finire del secolo dei lumi, nell’ignota e piccola città dalle rosse torri? Nell’ultimo decennio del Settecento il Canavese nel suo complesso e l’Eporediese in particolare vennero attraversati da tumulti e malcontenti popolari via via sempre più intensi. Queste insofferenze, alla base delle quali ci furono il rincaro delle derrate, la miseria dei contadini, la trasformazione delle colture e l’anarchia degli speculatori, accompagnate da sprazzi di rivolte, non furono, tuttavia, semplicemente una risposta violenta a problemi di natura economica. Il pretesto fu questo, ma, come ha rivelato Giorgio Vaccarino, in Piemonte esistette una potenzialità rivoluzionaria che nei più maturi si fece «nascente consapevolezza politica». I documenti dell’epoca lo attestano: l’odio popolare è diretto verso il clero, i nobili, ma soprattutto verso gli speculatori, i «monopolisti», gli «affamatori del popolo» e i «signori». In tal senso è curioso il passo di una lettera inviata al Governatore di Novara nella quale l’astio nei confronti dei privilegiati va mescolandosi e incanalandosi con l’eleganza nel seguente passo: «Siamo poveri più di quello che lo saremmo se i nobili ed i preti pagassero anch’essi le imposte pubbliche. È tempo che quelle parrucche siano pettinate dalle nostre mani». In queste parole non si può non scorgere l’influenza di un modus pensandi sorto in concomitanza con la Rivoluzione Francese e, più precisamente, con il pensiero giacobino. In tutto il Piemonte vennero intrecciandosi tra di loro, non sempre in maniera efficace e coesa, due componenti di ribellione distinti: da un lato il moto popolare, generato per lo più da ragioni di stomaco, prim’ancor che di mente, mentre dall’altro lato venne proliferando, se pur in minima parte, una componente d’individui borghesi ed intellettuali. Ivrea e l’Eporediese conobbero entrambe le parti e ciò è testimonianza di come i giacobini cercarono ripetutamente di coinvolgere Andrea Bertolino LAVORO 2015: TELIS Fra fallimento, riforma Fornero, speculazioni e abbandoni Venerdì 4 dicembre, si è tenuto a Roma l’ ennesimo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per esaminare la situazione della Telis, Azienda fallita lo scorso 6 luglio, i cui dipendenti sono attualmente in cassa integrazione , ennesima procedura a due anni e nove mesi dall’ incendio che distrusse il Capannone “C” del Comprensorio ex Olivetti di Scarmagno. Una storia che inizia nel 2002, con la creazione della “NewCo” Celltel da parte di Olivetti, successivamente ceduta (come da copione) alla famiglia Cantisani, imprenditori romani, titolari del Gruppo Telis, oltre ad altre Aziende dalle più svariate attività. Successivamente, nel 2006, entra a far parte del Gruppo anche la Tmek, creata a seguito dell’ acquisizione di un’ Azienda di Pagani focalizzata nella produzione di contatori Enel proveniente dal fallimento del Gruppo Finmek di Carlo Fulkir ,nome tristemente noto anche in Canavese, legato alle note vicende di OP Computer, Bull, Sferal..(a volte, la popolazione (servendosi a torto o a ragione della loro frustrazione) al fine di realizzare ideali d’oltralpe ancora sconosciuti in territorio piemontese. Ecco una conferma di tutto questo. Sul finire del secolo sopra citato, una banda di suonatori, capeggiata da un certo Lorenzo Fisso di Ivrea che «di concerto ed unito ai suoi compagni minacciava già prima la rivoluzione con continuo suono delle cosiddette arie patriottiche nell’estate del 1798 tanto in città che in provincia», marciò in questi territori. Tra i suonatori si annoverano un notaio, un chirurgo ed uno studente. Tutti insieme costoro formarono un discreto gruppetto a riprova per intanto che le idee libertarie avevano raggiunto persone preparate e che incessantemente, facendosi beffa degli scarsi metodi di controllo sabaudi, codesti menestrelli diffusero a suon di note ideali e visioni di libertà. Non che fosse possibile trasmettere, ad un popolo analfabeta e scarsamente informato, concetti politici e di filosofia, ma l’arte e la musica prepararono, con modestia, il terreno sociale al fine di renderlo più fertile per l’avvenire, e la modernità non avrebbe tardato oltre a fare la sua prima comparsa a Ivrea. questi nomi che ricorrono nelle vicende canavesane è impressionante…) Tutto procede (quasi) normalmente sino al 2012, con i primi ritardi sule retribuzioni e il diffondersi della consapevolezza che qualcosa non funzioni nella “nuova realtà produttiva di Scarmagno”, ma è dopo l’ incendio del Capannone dove si svolgevano le attività di Celltel che scoppia la drammatica realtà di un debito fuori controllo di circa 42 Mln di euro. Seguono un paio di anni difficili, con manovre di Concordato Preventivo da parte della Proprietà per evitare il Fallimento, mentre si diffondono annunci di salvataggi da parte di Imprenditori locali e non, appelli a Olivetti-Telecom (Cliente e “Creatore” della realtà Canavesana) per la salvaguardia dei 200 Lavoratori Tutto inutile, il 6 Luglio 2015 , impietosamente, il Fallimento arriva come colpo finale e i dipendenti Telis, si trovano di fronte al vuoto assoluto di tante promesse e annunci, nessun Imprenditore interessato, nessun intervento da par- te di Telecom, nel silenzio siderale si ricorre alla protesta, dando vita ad un presidio permanente davanti al capannone di via Ivrea 30, dove si erano insediate le poche attività scampate all’ incendio del marzo 2013 e dopo un mese di presidio, il 4 agosto 2015, si strappa un Accordo che prevede un’ anno di Cassa Integrazione, in attesa di un Bando di Vendita delle poche attività rimaste e che “sposta” lo spettro dei licenziamenti a luglio del 2016. Ma a Settembre, ecco profilarsi il primo “Bubbone”. La Curatela, ci informa che a seguito della riforma Fornero, si vede “costretta” ad aprire una procedura di Licenziamento Collettivo entro il 31 Dicembre del 2015, dovuto al problema che per effetto della Riforma, a partire dal 1° gennaio 2016, anche le Aziende Fallite sono soggette al pagamento di tre mensilità di Contributi per ogni Dipendente per la messa in Mobilità alla fine della Cassa Integrazione e le risorse presenti non consentono tale esborso (circa 900.000 euro). Seguono vari interventi, presso i Dicasteri competenti sul tema, tenuto conto che Telis non è la sola Impresa Fallita, inguaiata da quest’ ennesima “falla” della Rifor- Il 2015 è stato un anno pessimo per il lavoro, quasi beffardo: tra il jobs act renziamo e una ripresa tanto evocata quanto invisibile. E con i chiari di luna internazionali - tra terrorismo, annunci di guerra e rallentamento delle economia emergenti - anche il 2016 non sembra iniziare sotto i migliori auspici. Per il Canavese tutto ciò ha significato ancora cassa, precarietà e licenziamenti, buona ultima la vicenda di Wirelab. E il passaggio dal 2015 all’anno nuovo cosa ci riserva? Tante “storiacce” di faticosa resistenza (Innovis, Telis) o angosciante incertezza (Cic). Proviamo però ad enucleare tre vicende diverse ma a loro modo emblematiche, e non a senso unico: di ulteriore caduta, di inaspettata tenuta e di possibile giustizia. Con la fine dell’anno va in porto l’operazione di definitiva scomparsa dell’Olivetti. Da 500 lavoratori a poco più 200, che si fonderanno con altri (s)fortunati di Telecom per fare non si sa bene cosa. Una brutta storia, senza la ricerca di alcuna condivisione da parte di Telecom, e i lavoratori stretti tra qualche barlume di illusione e una buona dose di ricatto: vai dove vuole l’azienda, alle condizioni che vuole l’azienda, con buona pace per i retori delle buone relazioni industriali. Questa è la grande azienda oggi (salvo eccezioni)...! E mentre continuiamo a fare convegni, pubblicazioni e spettacoli sul “sogno” olivettiano, l’incubo del presente di molte lavoratori non genera, non dico scandalo, ma nessuna particolare reazione. Una bella schizofrenia, e tanto conformismo che cerca di imbel- lettarsi e rifarsi la verginità guardando al passato. A Bairo invece i 70 lavoratori della Pininfarina che fanno l’auto elettrica, per Bollorè e per un’azienda della cintura sud di Torino, avranno forse qualche prospettiva in più per il futuro. Ad oggi le vetture prodotte (circa 5 mila) erano tutte destinate alle flotte di car sharing delle municipalità francesi, ed era già deciso che, così restando la situazione, l’attività sarebbe stata spostata in un stabilimento francese della Renault. Invece Bollorè si è aggiudicato la gara per il primo car sharing elettrico di Torino, 400 vetture più le colonnine di approvvigionamento a disposizione anche dei privati. Un segnale, al momento, ma significativo, in un mondo, quello dei propulsori, complicato ma decisivo, tanto più dopo lo scandalo che ha investito la Volskwagen. Qui abbiamo competenze e una nicchia di lavoro: esserci è comunque meglio che non esserci. Infine, l’11gennaio inizia esaurita la fase preliminare - il processo per l’amianto all’Olivetti. La partenza del dibattimento riaccenderà i riflettori sulla vicenda, e ci accompagnerà per un tempo lungo, altri processi partiranno: sarà un’occasione per capire se il tempo ha cancellato l’ipocrisia e la rimozione che hanno caratterizzato questa brutta storia nella sua fase iniziale. Tra l’altro il 2015 ci consegna una novità non positiva: i morti per cause di lavoro hanno ripreso ad aumentare. Quindi vicende come quella dell’amianto in Olivetti non sono residuali ma ben rappresentano la realtà di oggi. Che anche la retorica renziana non può occultare. ma Fornero (è abbastanza evidente che un Impresa in Fallimento NON abbia le risorse economiche per coprire il balzello imposto dal “refuso”). Ma non è finita qui.. a novembre altra “tegola”, la disdetta da parte di ENEL del Contratto di fornitura dei Contatori prodotti nel sito di Pagani, attualmente la sola attività interessante presente nel Gruppo, con la conseguente disdetta delle manifestazioni d’ interesse pervenute a seguito del Fallimento… da notare (curiosamente e amaramente) che proprio il 4 agosto, Telecom e Enel, hanno sottoscritto un’ accordo sulla trasmissione dati relativi alle misure dei consumi di energia proprio nel campo dei contatori elettronici… come sempre, gli stessi nomi che si rincorrono, creando sinergie economiche…e basta. Sino ad arrivare al 4 Dicembre, con l’ incontro al MISE, a cui abbiamo portato l’ennesima richiesta di intervenire nella vertenza, questa volta supportati da una Lettera d’ Intenti della Regione Piemonte in cui si elencano una pluralità di strumenti utili a ricercare soluzioni, creando le condizioni per una (almeno parziale) ripresa delle attività e il mantenimento degli Ammortizzatori Sociali previsti nell’ accordo del 4 agosto, in vista del prossimo incontro previsto al Ministero del Lavoro per il 15 dicembre, incontro che dovrebbe in qualche modo sciogliere (nel bene o nel male) gli ultimi nodi… Dobbiamo però, fare ancora un’ ennesima, amara riflessione, guardando non solo la vicenda Telis, ma anche tutte le altre che hanno riempito le pagine dei giornali locali negli ultimi mesi.. partendo dalla Cessata Attività di Innovis (attualmente “fermata” da un anno di CIGS) e quella di Wirelab , entrambe Aziende “gemelle” (nate negli stessi anni di Telis e anch’ esse usate per ricollocare esuberi Olivetti Telecom), sino ad arrivare all’ ingloriosa fine della stessa Olivetti, ridotta a 200 Dipendenti e destinata alla fusione in Digital Solution, tutto questo, porta ad una sola e amara conferma, Telecom ha ormai “staccato la spina” con il territorio canavesano, quel territorio che già in passato aveva subito e sofferto le speculazioni delle grandi privatizzazioni degli anni '90, con buona PACE (e silenzio) da parte dei “Paladini Canavesani”. Federico Bellono Gianni Tarena (RSU Telis) 8 anno XXVIII n° 22 I FATTI DI PARIGI VISTI E COMMENTATI DA UNA QUINTA LICEO DI IVREA Non siamo pronti a chiuderci in casa per la paura I cittadini di nazioni che hanno lottato a lungo per la pace non desiderano altra guerra per le generazioni future Non ci è voluto molto a sconvolgere l’equilibrio della nostra vecchia Europa. Lo sanno bene i parigini, lo sappiamo bene anche noi qui nella piccola Eporedia. Così, mentre le famiglie delle cento e più vittime francesi piangono a causa di un evento tanto inatteso quanto prevedibile, i restanti cittadini hanno aperto gli occhi davanti a ciò che si era finora celato nell’ombra della disinformazione. Gli assalti terroristici dello Stato Islamico (Is), avevano infatti già segnato, solo nel corso del 2015, molti paesi non europei né tantomeno di religione cristiana. Eppure se ne era parlato ben poco. Quale telegiornale ha mostrato le immagini delle esplosioni in Cameroon durante tutta l’estate? Quante persone hanno cambiato la propria immagine del profilo Facebook dopo la caduta dell’aereo russo? Chi si è interessato all’attacco nel centro di Beirut solo un giorno prima del fatidico 13 Novembre? Questo conflitto non è più solo di Putin, Obama o Hollande, ora questo conflitto è di tutta la popolazione che, essendo coinvolta direttamente, non ha più scuse per celarsi dietro il “tanto queste cose avvengono solo in paesi lontani”. Si cercano dunque soluzioni per combattere questa paura che si impossessa dell’animo umano dopo avvenimenti simili. Chi si abbandona alla rabbia e all’odio, chi rimane spaventato in silenzio, e chi prova a combattere come può. Noi combattiamo dai banchi di scuola. Ebbene sì, esistono ancora insegnanti che hanno la voglia e il coraggio di toccare argomenti come questo; esistono ancora studenti che hanno la vo- Rubrica a cura di Reginaldo Palermo, dell'Associazione "GESSETTI COLORATI" INCONTRO PER DOCENTI NEO-ASSUNTI Con il piano di assunzioni previsto dalla legge sulla cosiddetta “Buona Scuola” sono arrivati nel nostro territorio decine e decine di nuovi insegnanti che, quest’anno, devono superare il “periodo di prova” al termine del quale otterranno la conferma in ruolo definitiva. Allo scopo di fornire un sostegno a tutti questi docenti l’associazione ha deciso di organizzare un incontro nel corso del quale verranno affrontati i seguenti temi: - normativa generale sul periodo di prova glia di far sentire le proprie opinioni, per quanto ciò possa dar fastidio a qualcun altro. Non c’è nulla di più bello, in un momento come questo, di una classe di 30 studenti in cui ognuno esprime il proprio pensiero basandolo su fonti ricavate da ricerche personali. Il nostro dibattito è iniziato con la presentazione dell’articolo “La rabbia e l’orgoglio” scritto da Oriana Fallaci dopo l’11 Settembre 2001. Con le sue parole, la giornalista mette in luce come l’Europa e gli Stati Uniti stiano perdendo la propria tradizione culturale a causa del loro eccessivo buonismo nei confronti degli immigrati islamici. Gli stessi paesi occidentali stanno acconsentendo al loro disfacimento, guardando da lontano l’arrivo di nuove civiltà che non rispettano quelle più antiche. Nonostante non si debba far di tutta l’erba un fascio, secondo la teoria sviluppata dalla Fallaci, l’arrivo di immigrati (soprattutto di etnia araba) andrebbe limitato e controllato maggiormente così da poter prevenire scontri tra culture differenti. Chi si schiera a favore dei Musulmani, invece, ha dalla sua parte tre tesi. 1:le principali vittime del terrorismo sono gli stessi Musulmani che vivono nelle regioni colpite ogni giorno da eventi tragici quanto quelli di Parigi; 2: gli immigrati che arrivano in Europa fuggono proprio da ciò di cui noi li accusiamo; 3: almeno tre degli attentatori di Venerdì 13 Novembre erano cittadini nati e cresciuti in Francia. Ciò che bisogna domandarsi, quindi, è quale sia il motivo che spinge una persona a compiere atti simili. In che circostanze è dovuto vivere qualcuno che è pronto a farsi saltare in aria per difendere un proprio ideale, giusto o sbagliato che sia? Cosa possiamo fare noi cittadini, e cosa possono fare le istituzioni per migliorare la situazione sul piano sociale? Come ci ricordano la musica di Pergolesi e le parole di Jacopone da Todi in “Stabat Mater”, tutti abbiamo delle colpe da espiare. La nostra civiltà occidentale è colpevole di non essere ancora riuscita a giudicare un uomo per ciò che la sua persona contiene, ma solamente per il colore della sua pelle o per la sua religione. Prendiamo l’esempio dell’Italia, pensiamo alla gioia di Salvini e della Lega nell’avere finalmente un pretesto per attuare le loro posizioni politiche estremiste e nel poter proclamare apertamente il loro odio verso una singola minoranza etnica. E’ questo ciò che vogliamo diventare? Un paese chiuso in se stesso e spaventato? Forse siamo giovani e incauti, ma non siamo pronti a chiuderci in casa per la paura. Se questo scenario di un paese bloccato nel terrore dovesse realizzarsi, allora tutti coloro che hanno progettato l’uccisione di centinaia di persone realizzerebbero il loro progetto di declino economico nonché culturale dell’Europa. Come ci insegna la storia, è proprio in queste condizioni in cui l’odio si sovrappone ad ogni altro sentimento umano che scoppiano le guerre, e questo non è ciò che i cittadini di nazioni che hanno lottato a lungo per la pace desiderano per le generazioni future. Virginia Pellerey (per tutta la classe 5C del liceo Gramsci di Ivrea) - ruolo e funzione del tutor, ovvero dell’insegnante che all’interno della scuola ha il compito di seguire il percorso del collega neoassunto - ruolo e funzione del comitato di valutazione L’incontro si svolgerà mercoledì 16 dicembre alle ore 17,15 presso il Museo Tecnologicamente di Ivrea e sarà condotto dal segretario della associazione Reginaldo Palermo. I partecipanti potranno anche sottoporre al relatore problemi e quesiti specifici Per partecipare è indispensabile prenotarsi inviando una mail a [email protected] APPRENDIMENTO COOPERATIVO Continua la pubblicazione di materiali didattici sul tema dell’apprendimento cooperativo nel sito www.appcoop.it. Fra gli ultimi materiali messi a disposizione segnaliamo una interessante sintesi curata da Matilde Lo Valvo relativa ad una esperienza condotta da insegnanti delle scuole dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Azeglio sulla costruzione del team dei docenti. Il sito è curato da Riccarda Viglino, ex insegnante di scuola primaria e formatrice che proprio in questo periodo sta curando un corso di aggiornamento per gli insegnanti dell’istituto comprensivo di Strambino realizzato dallo stesso istituto in collaborazione con l’associazione. STORIA DEL PIGRECO Ha riscosso molto interesse l’attività di ricerca sulla storia del pigreco che anche quest’anno l’associazione ha proposto alle scuole del territorio. L’iniziativa è finalizzata a far conoscere agli alunni (classi V primaria in particolare) un importante capitolo della matematica mediante un approccio ludico/storico Il programma prevede un incontro preliminare di un’ora e mezzo L'INFERMIERE RADIOFONICO “Si va in ONDA” il 12 maggio Un nuovo progetto della sede di Ivrea del Corso di Laurea in Infermieristica che prende il via in questi giorni per realizzarsi il 12 maggio, Giornata Internazionale dell’Infermiere Si propone la “realizzazione di un palinsesto radiofonico contenente rubriche ‘sanitarie’” il nuovo progetto promosso dalla sede di Ivrea del Corso di Laurea in Infermieristica insieme all'emittente Primaradio, all’associazione culturale Miscela e allo Spazio Arte Giovani. Non si tratta della prima iniziativa che, partendo dalla convinzione che un operatore sanitario non deve essere solo professionalmente preparato ma anche capace di comprendere e relazionarsi con la società e le persone, viene attivata dal Corso di Laurea in Infermieristica. Questo nuovo progetto radiofonico, presentato agli studenti e alla stampa venerdì scorso [4 dicembre ndr] nella sede del corso di Infermieristica dell’Officina H da tutti i soggetti coinvolti (Davide Motto di Primaradio, Erik Calvo dell’associazione Miscela, Ombretta Miraglio responsabile dello Spazio Arte Giovani, Valerio Dimonte professore di Infermieristica, Lorenzo Ardissone e Giovanni La Valle rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell’ASL TO4), prevede tre giornate formative per gli studenti di Infermieristica (tra dicembre 2015 e gennaio 2016) tenute da esperti di Primaradio, mentre da febbraio a maggio 2016 presso lo Spazio Arte Giovani di Ivrea gli studenti potranno partecipare a un laboratorio, gestito da Miscela, per sperimentare il “fare la radio”. Attività e laboratori per predisporre i contenuti da mandare in onda si svolgeranno anche con gruppi di lavoro composti da studenti dei tre anni, tutor, docenti, professionisti e direzione dell’ASL TO4. Al termine del percorso, il 12 maggio, Giornata internazionale dell’Infermiere: “Si va in ONDA”, una giornata radiofonica con pascon gli insegnanti interessati e un incontro-lezione in classe sulla storia del Pigreco. Successivamente gli insegnanti potranno proporre attività di approfondimento che gli alunni possono realizzare in base al prevalente interesse della classe stessa affrontando quindi l’argomento sotto l’aspetto storico o quello matematico. Al termine le classi potranno produrre di un poster riassuntivo della ricerca da realizzarsi possibilmente a partire dal 14 marzo (giornata mondiale del pi greco). A conclusione del percorso i materiali prodotti verranno raccolti in una mostra allestita presso il Museo Tecnologicamente di Ivrea. All’iniziativa hanno già aderito numerose classi quinte delle scuole primarie di Ivrea e del Canavese. Prosegue fino alla fine di dicembre la campagna di iscrizioni all'associazione per il 2016. Per iscriversi è necessario compilare e consegnare la scheda di saggi sulle frequenze di Primaradio Piemonte e una festa con un evento musicale presso la sede delo corso di laurea, Officina H di Ivrea. La presentazione dell’iniziativa è stata anche l’occasione per una prima “lezione” di approccio alla radiofonia tenuta da Sergio Ferrentino (conduttore prima di Radio Popolare, poi di Caterpillar e Catersport a Radiodue Rai, autore teatrale, oggi docente, regista e produttore di radiodrammi)* che, raccontando alcuni aneddoti divertenti o emozionanti di esperienze realizzate con Radio Popolare e con Caterpillar, ha ricordato quanto oggi meno che mai la radio sia uno strumento di comunicazione di massa e quanto debba e possa essere invece uno strumento per la “gestione della massa di comunicazioni”. E come, per fare questo, sia necessaria la radiofonia, cioè la capacità di conoscere la “parabola di ascolto” (il tempo nel quale nasce, cresce e svanisce l’attenzione di chi ascolta), l’importanza del parlato e del suono. Un nuovo progetto, quindi, che intende la formazione come un processo più ampio e complesso della sola trasmissione delle fondamentali competenze tecniche e scientifiche. a cura di ƒz *[Ferrentino è però, prima di tutto, arancere dei Mercenari da 35 anni e direttore responsabile di questo giornale da 27 anni. NdR] iscrizione La domanda può essere inviata anche per posta elettronica all’indirizzo [email protected] (in tal caso, ma solo se si è nuovi iscritti, è necessario allegare una fotocopia di un documento di riconoscimento). L’importo della quota associativa resta fissato in 12 euro e può essere versato sul conto corrente postale 1007386954 intestato a Associazione Gessetti Colorati, Canton Gregorio, 1 Ivrea. Utilizzando la modalità telematica è possibile indicare l’IBAN IT64 L076 0101 0000 0100 7386 954 Un eventuale versamento di entità superiore dà titolo ad essere considerato socio sostenitore E’ possibile sostenere l’Associazione anche senza diventarne socio ma versando un piccolo contributo di pochi euro utilizzando l’IBAN indicato e precisando nella causale “Donazione a sostegno delle attività sociali”. INTEGRAZIONE TEATRO Una serata molto speciale La caserma dei preti Al Teatro Garybaldi di Settimo Torinese in scena un necessario testo anti gerarchia Richiedenti asilo sul palcoscenico ad Alice Superiore Venerdì 27 novembre ad Alice Superiore, nella verde Valchiusella, si è svolta una serata davvero speciale: un gruppo d richiedenti asilo nigeriani, ospiti in paese, si è esibita sul palcoscenico del salone pluriuso, con uno spettacolo dal titolo ODI. Lo spettacolo era frutto di un laboratorio teatrale condotto dalla compagnia Biloura, compagnia che ha la sua residenza proprio ad Alice Superiore, e gestito da Silvia Ribero e Angie Rottensteiner. Il titolo sta ad indicare le ODI, ma anche il verbo udire, ascoltare, prestare attenzione, e raccontava, in piccole e toccanti scene, il viaggio di queste persone dall’Africa all’Italia: proprio come una nuova Odissea, perché ad essa era ispirato. Le scene erano il risultato delle tante improvvisazioni del laboratorio teatrale, durato da agosto a novembre, erano ciò che loro stessi sentivano di dover raccontare del loro viaggio: una catarsi, a tratti con spunti persino umoristici, senza troppe parole, ancora difficili per loro nella nostra lingua. Ad aiutarli un giovane e talentuoso ragazzo di Alice (Alessandro Pombia), unico italiano nel gruppo del laboratorio, al quale era affidato il compito di narratore, attraverso alcuni passi della Odissea. Che si tenga un laboratorio teatrale non è certo una novità, ciò che, invece, non è tanto usuale, è un laboratorio per rifugiati richiedenti asilo, il cui risultato è presentato alla popolazione come una forma di racconto mirato a facilitare l’integrazione. Un’operazione difficile, ma estremamente utile affinché queste persone pos- sano farsi conoscere direttamente, abbattendo, forse, le barriere degli stereotipi e dei luoghi comuni. Ad Alice ci sono 29 ragazzi, gestiti dalla cooperativa Leone Rosso e arrivano tutti dalla Nigeria. La maggioranza è cristiana, solo alcuni di loro sono musulmani, uno è ebreo. Fuggono dalle loro città a causa di Boko Haram, organizzazione criminale che attacca i villaggi, le scuole, e tutti gli organismi che identifica come “occidentali”, considerati da eliminare. Attenzione a non confondere questa organizzazione con i fondamentalisti islamici, i ragazzi musulmani nel gruppo di rifugiati li definisce “un gruppo di banditi contro tutto e tutti”. La religione c’entra ben poco, se non nulla. Le loro famiglie affrontano costi elevatissimi per far in modo che almeno loro, i giovani maschi, possano fuggire. Per le donne è tutto un altro discorso. Arrivano in Libia attraverso il deserto, dove spesso sono incarcerati e qualcuno non ce la fa. Chi, alla fine, riesce a pagare, sale su un barcone diretto in Europa, sulle coste italiane, perlopiù. Il barcone su cui erano imbarcati i 29 ragazzi di Alice è affondato e sono morte circa 200 persone. Qualcuno ha visto l’amico annegare. Ora, è chiaro a tutti da cosa fuggono e perché? E cosa sono disposti a sopportare pur di tentare di mettersi in salvo? La procedura per la richiesta di asilo è lunga, bisogna fare verifiche per controllare se ne hanno diritto e nel frattempo a queste persone è vietato lavorare, è vietato fare quasi qualsiasi cosa, se non aspettare. Il loro tempo è gestito da altri, non gli è concesso granché. Capirete che, a queste condizioni, la convivenza forzata, a volte, può non essere semplice, come ha spiegato ad inizio serata Diego Manconi, il responsabile della struttura di Alice Superiore. Ma torniamo alla serata: su richiesta di Silvia e Angie, alcune associazioni eporediesi hanno accettato di essere ospiti della serata e di offrire qualcosa per dimostrare solidarietà e amicizia. Del resto ai saggi normalmente ci sono amici e parenti seduti in platea e questi ragazzi non avrebbero potuto avere nessuno. Era importante non farli sentire soli. Sul palco dopo lo spettacolo dei 10 ragazzi che hanno frequentato il laboratorio, si sono quindi esibite: le Voix Qui Dansent con un piccolo concerto e la Scuola di Ritmi e Danze Africane Baobab con alcune danze e musica dal vivo. E la serata che ne è uscita è stata davvero un momento profondo di condivisione. Una bellissima emozione per tutti. Anche il pubblico ha partecipato in maniera calorosa, applaudendo, cantando e danzando, a dimostrazione che certe barriere si possono abbattere. Basta volerlo. Basta provarci. Un augurio di pace e serenità ai nostri nuovi amici nigeriani: che possano trovare un mondo migliore. Lisa Gino Santiago Calatrava al Forte di Bard Conferenza dell’Architetto di fama mondiale, lo scorso 5 dicembre Il Forte di Bard, una volta di più, consolida la propria importanza e il proprio prestigio come centro di promozione e diffusione culturale di altissimo livello, avendo ospitato, sabato 5 dicembre, la conferenza di una delle archistar internazionali più importanti al mondo. In effetti Santiago Calatrava rappresenta una delle icone della cultura architettonica e ingegneristica contemporanea ed è molto conosciuto anche dai non addetti ai lavori, come pochi altri sui colleghi, non solo per l’importanza delle opere realizzate (tra cui vale la pena di citare, tra tante, la Città della Scienza di Valencia o la Stazione d’Oriente di Lisbona), ma soprattutto per uno stile assolutamente personale e riconoscibile, che coniuga forme ispirate dalla natura, o da parti del corpo umano, a soluzioni architettoniche e ingegneristiche tra le più ardite e suggestive. Nella conferenza di Bard, davanti al foltissimo pubblico, l’Architetto ha raccontato il proprio lavoro, con un accento particolare sul- le ultime realizzazioni come il World Trade Center Transportation Hub, la St. Nicholas Greek Orthodox Church, sempre a New York, presso il nuovo World Trade Center, la nuova stazione per l’alta velocità di Liegi o il Museu do Amanhã di Rio de Janeiro; ma la cosa più interessante, per non dire emozionante, è stata il fatto di assistere all’esposizione appassionata delle idee e delle visioni di una persona assolutamente semplice e disponibile come è Calatrava, che però si trova nelle condizioni di poter trasformare le sue idee e le sue visioni in oggetti concreti che plasmeranno il panorama e la realtà quotidiana di moltissime altre persone, per molto tempo a venire. Questa responsabilità, che in fondo è il cuore, nonché croce e delizia, della professione di architetto, Calatrava ha dimostrato di saperla gestire molto bene, anche se va detto che non è affatto immune dalla contrarietà di quelli che non condividono le sue stesse visioni; non se n’è parlato nella conferenza, ma a quanto si dice pur essendo uno degli architetti più ricchi e richiesti del momento in tutto il mondo, è anche uno di quelli con più procedimenti legali aperti a causa del proprio lavoro. Il fatto è che Calatrava, più di tanti altri, è uno sperimentatore, un vero artista piuttosto che un artigiano o un burocrate come la maggior parte di noi comuni mortali. Si potrà non apprezzare il suo stile molto personale, e sono in molti a non amarlo, ma certamente non si può non rimanere incantati davanti alla sua capacità, per nulla scontata e a mio parere molto rara, di saper interiorizzare le proprie competenze tecniche e la propria enorme cultura e curiosità artistica, al punto da riuscire a tradurle con naturalezza e sincera passione in ogni piccolo World Trade Center Come può una donna raccontare l’universo dei seminari interpretando le figure di tre preti nell’Italia post conciliare? Proprio la donna in quanto tale era infatti, nella formazione ecclesiastica tradizionale, elemento da evitare assolutamente, anche solo in immagine, era il male, il nemico. Giuliana Musso nella Fabbrica dei preti ci riesce, grazie a una tecnica invidiabile e a una vicinanza sincera e umanissima per persone costrette a lottare contro una istituzione totale per convivere con la propria fede. E’ un universo sommerso quello della formazione del clero (che speriamo sia stato riformato dopo il Concilio terminato nel 1965) ma che comunque ha regolato la crescita e l’ordinamento di gran parte dei sacerdoti che ancora oggi ricoprono ruoli più o meno importanti all’interno della Chiesa. I racconti in prima persona di tre di questi preti, uno che si è sposato dopo sette anni di sacerdozio, uno ribelle alle privazioni e umiliazioni imposte dai superiori, uno che ha scelto di lavorare in fabbrica, offrono uno spaccato impressionante di un mondo che reclutava bambini e formava preti dediti all’obbedienza, alla castità forzata e all’ignoranza verso tutto ciò che avveniva all’esterno. Uno spettacolo antireligioso? Tutt’altro, nessuno dei protagonisti rinnega la sua fede, anzi cerca di affermarla con umanità. Chi ne esce malissimo è invece la gerarchia ecclesiastica, dedita a reprimere, proibire, disumanizzare, all’interno di un generale spirito di sessuofobia, misoginia e omofobia che bene o male insiste anche sulla società civile tutta e su quella italiana in particolare. Eppure qualcuno ce l’ha fatta a resistere e a far sentire la sua voce accettando anche di pagare di persona, come don Bellina, “pre Toni Beline”, il cui scritto La fabriche dai predis”, 400 pagine in friulano, ha dato il titolo allo spettacolo, che si apre proprio con le sue parole «Entriamo assieme nella grande fabbrica silenziosa. Prima, però togliamo il cappello e fermiamoci un attimo a pregare per tanta manovalanza sacrificata e rovinata in tutti questi anni e secoli». Le parole dei tre protagonisti sono intervallate dalle descrizione dei metodi educativi del seminario: “Le mani in tasca? Guai. Dovevano star fuori, anche d’inverno, per evitare contatti con parti intime. Per questo i vecchi preti si fregano spesso le mani: non avendo potuto scaldarsele per anni in seminario, hanno ereditato un freddo endemico e l’istinto di scaldarsi altrimenti. La doccia? Andava fatta alla velocità della luce, sempre per scongiurare soste sulle parti di cui sopra, e per questo dopo cinque minuti qualcuno sparava nei tubi acqua gelata. Così, se qualcuno faceva il furbo, rischiava non solo la dannazione eterna ma anche la polmonite”. Giuliana Musso è sola in scena ma lo spettacolo è arricchito dalle splendide immagine in bianco e nero di seminaristi bambini e ragazzi frutto di una attenta ricerca, come si conviene per un testo che diventa teatro ma è inchiesta, denuncia, svelamento. Se vi capita a tiro uno spettacolo di Giuliana Musso, Wonder woman sull’indipendenza economica femminile (fino al 13 dicembre all’Elfo di Milano), Sex machine sul mondo del sesso a pagamento, Tanti saluti sul tema della morte e il suo primo Nati in casa sul lavoro delle ostetriche a domicilio, non perdetelo: sono lavori che lasciano il segno. Sabato 12 dicembre , sempre al Garybaldi di Settimo T.se, altro importante appuntamento con uno dei grandi del nuovo teatro italiano, Mario Perrotta, fresco vincitore del principale premio per il teatro in Italia, il Premio Ubu, con un testo dedicato ai dimenticati della Grande guerra, Milite ignoto- quindici diciotto. Chi lo ha visto ad Ivrea con i due spettacoli dedicati agli emigrati in Belgio, Italiani cingali e La turnata, sa che l’attore vale la trasferta. gesto, in ogni esposizione e, naturalmente, in ogni nuova idea progettuale, sin dai primissimi schizzi sul tovagliolo di un bar. Onore al merito quindi al Forte di Bard per averci regalato questa bella mattinata in compagnia di un grande artista, destinato a entrare nella Storia. Come chiosa, da eporediese non posso non rilanciare la mia solita piccola provocazione, ricordando che in passato personaggi del genere sarebbe stato assai più facile incontrarli a Ivrea invece che a Bard. Ma i tempi, si sa, sono cambiati. dal 5 dicembre 2015 al 2 giugno 2016 Giorgio Ceradelli Francesco Curzio GOLDENAGE Jordaens, Rubens, Brueghel Il Secolo d’oro della pittura olandese e fiamminga è protagonista della mostra-evento con 114 dipinti. I due più importanti maestri fiamminghi, Peter Paul Rubens e Anthonis van Dyck, sono rappresentati con una serie di ritratti, come pure Jacob Jordaens. Grande risalto è dato alle rappresentazioni storiche, soprattutto quelle del manierismo, dei Caravaggisti di Utrecht e del barocco fiammingo. Forte di Bard (AO) 10 anno XXVIII n° 22 AL CINECLUB MARTEDÌ 1 E MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE Il fascino indiscreto dell'amore Regia: Stefan Liberski. Intrepreti: Pauline Etienne, Taichi Inoue, Julie LeBreton, Alice de Lencquesaing, Akimi Ota Durata: 1 h 40' Origine: Belgio, Francia, Canada 2014 Amélie ha trascorso la sua infanzia in Giappone e dopo tanti anni decide di farvi ritorno. Carica di aspettative per la sua nuova vita decide per mantenersi di dare lezioni di lingua francese. In questo modo conosce Rinri, il suo primo e unico studente. I due instaurano fin da subito un rapporto molto intimo. Nella sua nuova permanenza in Giappone, Amélie si trova ad affrontare anche momenti difficili, che però le permetteranno di scoprire un nuovo lato della terra in cui aveva vissuto da bambina. Dal romanzo autobiografico di Amélie Nothomb, una romcom multiculturale fragile ma graziosa, forse di poche pretese però, a guardarla bene, non banale. L'alternanza di toni (l'inizio è leggero fino all'evanescenza, dopo la metà seguono parti più cupe come l'episodio notturno sul monte Fuji), la presenza di una ragionevole dose di sesso e il faccino della protagonista, con i suoi capelli tagliati cortissimi, fanno venire un po' in mente i tempi della Nouvelle Vague francese. Ma con un innesto robusto del 'Favoloso mondo di Amélie'." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 28 maggio 2015) VISTI DA NOI Sunset Song Il grande regista Terence Davies torna sul grande schermo con un film epico e melodrammatico sul valore delle radici, della Natura e della Storia Un cinema che non cede di un passo ai tempi che cambiano quello di Terence Davies, ancorato com’è alle sue radici, alla forza rapita delle immagini, a un respiro capace di farsi epico. Questo e altro ancora è Sunset Song, ultima, imponente fatica del maestro inglese, presentata in anteprima alla trentatreesima edizione del Torino Film Festival dove il regista ha ritirato il Gran Premio Torino alla carriera. A quattro anni di distanza da The Deep Blue Sea, Davies torna dietro la macchina da presa con un dramma bucolico costantemente in bilico tra l’elegia e il melodramma, una storia, sulla falsariga di un Via col vento scozzese, intrisa di epica nazionalista, capace di farsi emblema, nell’umile marginalità dei suoi personaggi, di un orgoglio e un’identità mai così forti e sentiti. Siamo in Scozia, nei primi decenni del Novecento. Chris (la sorprendente Agyness Deyn) è una giovane di talento, fermamente decisa a continuare gli studi e a emanciparsi da una vita di campagna che le sta stretta e la opprime. I suoi sogni dovranno però fare i conti con la dura realtà, con un padre dispotico e violento (il come sempre grandissimo Peter Mullan), con una madre esasperata e sottomessa e con la prepotente invadenza della Storia, pronta a minacciare tutto quello che, con fatica e costanza, si è cercato di costruire. Le figure del Piacere Festival di cinema, forme e contenuti 1: “Sophelikoptern/The garbage helicopter”; regia e sceneggiatura: Jonas S. Augustsén; fotog.: Anders Bohman; montaggio: Nils Moström; con Christopher Burjanski (Baki), Daniel Szoppe (Saska), Jessica Szoppe (Enesa), Singoalla Millon (nonna Sirpa); prod.: A. Emanuelsson per Bob Film; Svezia/ Qatar, 100 min, B/N, sottot. ITA, 2015; 33 TFF, Torino, 23.11.15 Se tra i centinaia di film di un festival lo spettatore (che sarei io) sceglie di vedere un film in bianco e nero, parlato in lingua zingara, produzione Svezia/Qatar, sa già a cosa va incontro. Non si sorprende quindi se la sala, alla prima, è silenziosa e mezza vuota. Questo è il tipo di film che lui preferisce vedere ai festival di cinema. E’ così. In “The garbage helicopter” l’elicottero proprio non si vede, si vedono invece renne e sterminati spazi vuoti e silenziosi. L’argomento è esile: un’anziana svedese di etnia zingara (si vede proprio che è zingara) chiama sua nipote: vuole il suo orologio a pendolo che questa si è portato via per ripararlo a mille km di distanza, dove vive, un anno prima. Lo vuole anche se non è stato riparato. La ragazza e i suoi due fratelli decidono di portaglielo. In macchina. Il film descrive l’avventuroso e improbabile viaggio. E’ quindi un roadmovie. Nel film si parla poco, quasi niente. La musica però funziona. Gli attori quasi impassibili. Irreali e perfetti. Le scene squisitamente composte sono brevissime, come piccoli sketch. Lunghi stacchi in nero le separano. Le inquadrature sono molto statiche. Rilassanti. Il bianco e nero contrastato e caravaggesco ma ricco di ombre. Bellissimo. Un film sofisticato, gastronomico e per palati ricercati si direbbe. Il regno della forma quindi, pura estetica senza contenuto. Eppure no. Con incredibile perizia tecnica il regista compie un’azione fortemente paradossale, e cioè trasferire contenuto attraverso la forma senza alterarne la sostanza (come invece fa p.e. la pubblicità). Esprimere il non raccontato attraverso la forma. Una forma, tra l’altro, squisitamente minimalista e pura. Un interessante lavoro creativo. Lui stesso commenta: «Durante la lavorazione del film mi interessava vedere cosa sarebbe successo se, utilizzando i consueti strumenti forniti dalla drammaturgia, avessi abbassato il livello drammatico al minimo. Non voglio dire con questo che la drammaturgia abbia per me un valore negativo e sia da rifiutare. Tutt’altro. La sceneggiatura è stata scritta con una profonda attrazione e un reale interesse per la nozione di racconto. Non il contrario. Quello che mi interessava è un paradosso dell’arte della narrazione: un dramma può contenere anche ciò che non viene raccontato…». E’ proprio così. Da questo film realistico e onirico si esce soddisfatti e sapendo di molte cose non dette. E’ possibile che questo film sia debitore di Buster Keaton o Jarmusch: ogni forma deriva da altre forme. Ma è comunque una vera, inattesa, novità. Proprio materia da vero festival. A proposito, a cosa serve un festival di cinema come il 33TFF , il 33º Festival di Cinema di Torino? Certamente non è un festival specializzato come ad esempio il Festival de Cinema Fantastico di Sitges, o i festival Cinemambiente o Gay&Lesbian della stessa Torino. Il 33TFF non è neanche un “business/fashion festival” quali Cannes o Venezia. Per l’industria del cinema e l’establishment culturale locale il 33TFF è piuttosto il luogo dove si incrociano, a volte in scongiurata rotta di collisione, a volte con forte aleatorietà, diverse tendenze e interessi legati al cinema. Per lo spettatore però, soprattutto se passionalmente cinefilo, il 33TFF è il luogo dove si ritualizza la grande festa del cinema, una sagra, anzi un goloso banchetto di film a buon prezzo (più di 350, in anteprima, classici o evergreen) dove saziare anche con piatti di alta cucina la propria fame filmica. Non è poco e non c’è un motivo per non farlo, alla fine il cinema è oggi tra le merci più produttive dell’industria culturale di massa.A cosa è servito a me comunque il TFF? Tra l’altro sicuramente a verificare le dinamiche tra forma e contenuto e le loro dimensioni culturale, sociale, economica e politica, non per caso il cinema e le sue estensioni, i mass media audiovisivi, costituiscono la massima espressione di queste dinamiche. Ma di questo si parla in seguito. di Sunset Song ha la forza, lenta ma solenne, della grande epopea familiare, la potenza del grande racconto per immagini. Tra gli infiniti campi di grano e il verde delle Highlands, tra l’intimità quotidiana degli oggetti e il valore degli affetti, Davies fotografa, con delicatezza e gusto pittorico, il mondo privato della sua protagonista, il suo continuo vagare emotivo tra un esterno avvolgente e un interno fatto delle più piccole cose. Scandita dalle suggestioni letterarie e poetiche (la vicenda è tratta dall’omonimo romanzo di Lewis Grassic Gibbons) della voce narrante, la vita di Chris scorre, tra silenzi, dolori e rari, bellissimi momenti di gioia, con la costanza tenace di un racconto di formazione, con la cocciuta consapevolezza che ogni cosa, nel bene e nel male, sarà servita ad arricchirla un po’ di più, fino a che rimarrà legata a quella terra che è, prima di tutto, un SEGUE A PAG. 12 P. Domene Festival di cinema, forme e contenuti 2: “Pod Electricheskimi Oblakami/ Under Electric Clouds”, regia e sceneggiatura: Aleksej German Jr.; fotog.: E. Privin, S. Mikhalchuk; montaggio: Sergej Ivanov; scenografia e costumi: Elena Okopnaya; musica: A. Surotdinov; suono: Ivan Gusakov; con Louis Franck (Petr), Merab Ninidze (Nikolay), Viktoriya Korotkova (Sasha), Chulpan Khamatova (Valya), Viktor Bugakov (Danya), Karim Pakachakov (Karim), Konstantin Zeliger (Marat), Anastasiya Melnikova (Irina), Piotr Gasowski (Dyadya Borya); produzione: Metrafilms; Russia, Ucrania, Polonia; 130 min, colore; sottot. ITA, 2015; 33 TFF, Torino, 23.11.15 Per me “Under Electric Clouds” è un film da vedere. Per questo l’ho scelto al 33Torino Film Festival. Fin dalla sua prima uscita alla Berlinale 2015 “Under Electric Cloud” ha generato polemiche. Polemiche intorno al suo contenuto ambiguo, complesso e ostico, e polemiche rispetto alla forma: una cupa, gelata e nebbiosa scenografia, a dir di molti magniloquente, accoglie, si fa per dire, personaggi sofferenti in un’improbabile atmosfera apocalittica e senza speranze. Il film tuttavia ha ricevuto l’Orso d’Argento per il miglior contributo artistico. E’ chiaro che la giuria ha premiato la forma rispetto al contenuto. Logico e giusto. Le due e più ore del film ci portano in una gelata oasi di tesa ma appagante bellezza. Ma il contenuto, seppure razionalmente non appaia chiaro, non è affatto banale né incomunicabile. Seppur in termini discutibili ci parla di capitalismo e di globalizzazione, di passato e di futuro dell’Unione Sovietica e della Russia, e per allusioni del resto del mondo, di smarrimenti e di domande... attraverso la forma. Una forma teatralizzante, da palcoscenico gigante dove risuona lo spirito di Cechov. Di nuovo la forma. Il regista apre appunto il film con una schermata che cita Cezanne: “La linea e il modellato non esistono affatto. Il disegno è un rapporto di contrasti o più semplicemente il rapporto di due tonalità, il bianco e il nero “. Niente naturalismo quindi. Siamo avvisati: lui si muoverà nei territori della poesia, nei territori del linguaggio metaforico e sottile che pur non nasconde la violenza. Dice anche il regista, appunto: “Una guerra globale si sta compiendo e continua a compiersi. Per me, però, il cinema non è un giornale o il portavoce della perestrojka. Questo film non è un concerto celebrativo, ma il tentativo di raccontare alcune cose importanti”. Contenuto e forma. Quali dinamiche? Sia le teorie capitalistiche sia quelle comuniste hanno evidenziato l’importanza politica e sociale delle dinamiche tra le due realtà. Dinamiche di identità e di contradizione. Per i comunisti p.e. solo nella dittatura del proletariato il contenuto e la forma sarebbero una sola cosa. A voglia. Ancora oggi la dinamica tra forma e contenuto è importante nelle teorie marxiane: p.e. nel suo sviluppo il capitalismo ha acquisito molte forme e proprio la globalizzazione è la sua forma odierna più aggressiva e ostile; questa globalizzazione include la globalizzazione della cultura che comporta la globalizzazione degli stili di vita e dei modelli di consumo. Anche se letto in forma positiva neanche il capitalismo neoliberista smentisce la teoria: anche per lui sono i linguaggi e le loro forme che veicolano i contenuti. E’ attraverso le forme che si fa ideologia. Il mezzo è il messaggio. Non solo nella propaganda e nella pubblicità ma anche nell’arte, e perciò anche nell’arte mediatica per eccellenza, il cinema. Quanto la potenza delle diverse forme qualifica politicamente un festival di cinema e quindi anche la realtà? Vale la pena porsi la domanda? Credo di sì. 11 10 dicembre 2015 teatro sabato 12 dicembre ore 20.45 I SUOCERI ALBANESI di Gianni Clementi, con Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, regia Claudio Beccaccini, OFFICINE DEL TEATRO ITALIANO Una famiglia borghese conduce un’esistenza improntata al politically correct, cercando quotidianamente di trasmettere alla figlia 16enne questo loro stile di vita, pregno di valori importanti, di parole mai banali. Ma la rottura di una tubazione del bagno obbliga i coniugi a chiamare una ditta per il restauro completo del servizio igienico. La ditta è formata da due ragazzi albanesi. Ma un giorno Lucio dimentica un importante documento, torna a casa ad un orario imprevisto e le certezze crollano come un castello di carte. E chi predica bene... Teatro Giacosa, Ivrea 0125.641161 sabato 12 dicembre ore 21.30 MILITE IGNOTO - QUINDICIDICIOTTO di e con Mario Perrotta Programma ufficiale per le commemorazioni del Centenario della Prima Guerra Mondiale / Presidenza del Consiglio dei Ministri Il lavoro inquadra il vero momento di unità nazionale. È nelle trincee della Grande Guerra che gli italiani si sono ritrovati vicini per la prima volta, accomunati dalla paura e dallo spaesamento, acuito dalla babele di dialetti qui mescolati in una lingua d’invenzione, che si fa carne viva. Perrotta è Premio Ubu 2013. Teatro Civico Garybaldi, v.Partigiani 4, Settimo T.se, tel 011 643038 12 e 13 dicembre ore 21 CONFESSIONE (Confessione di un ex presidente che ha portato il suo paese sull’orlo della crisi) di Davide Carnevali, con Michele Di Mauro, Suoni G.U.P. Alcaro Un presidente che, senza che (quasi) nessuno se ne rendesse conto, portò il paese (l’Argentina) sull’orlo del baratro, e lo lasciò cadere. Un episodio della storia argentina che può insegnare molto all’Europa di oggi. In Confessione un ex presidente parla musica al suo popolo dicendo tutto quello che non ha voluto, potuto, o saputo dire durante il suo mandato. In questo senso il teatro torna a essere politico: teatro per la polis, la comunità. Confessione è un’opera sul linguaggio. Sulla facilità nel confondere il linguaggio come strumento descrittivo e il linguaggio come strumento creativo. Cubo Teatro, Via Pallavicino 35, Torino. [email protected] tel 3464739049 mercoledì 16 dicembre ore 20.45 LE OLIMPIADI DEL 1936 di Federico Buffa, Emilio Russo, Paolo Frusca, Jvan Sica, con Federico Buffa, regia Emilio Russo e Caterina Spadaio, pianoforte Alessandro Nidi, fisarmonica Nadio Marengo, voce Cecilia Gragnani Dopo lo straordinario successo televisivo del programma Storie Mondiali, trasmesse su Sky, il noto cronista sportivo debutta a teatro con uno spettacolo, partendo dalla narrazione di una delle edizioni più controverse dei Giochi Olimpici, quella del 1936, che racconta una storia di sport e di guerra. A Berlino nel ‘36 Hitler e Goebbels volevano trasformare le loro Olimpiadi, nell’apoteosi della razza ariana e del “nuovo corso”. E invece quelle Olimpiadi costruirono i simboli più luminosi dell’uguaglianza. Il primo giorno di gara due atleti neri sul podio del salto in alto, Cornelius Jonshon e Dave Albritton. Jesse Owens di medaglie ne vinse addirittura 4. Stagione Teatro Giacosa. Officina H, Ivrea venerdì 18 dicembre ore 20.45 LO SCHIACCIANOCI balletto fantastico in due atti di P. I. Ciaikovskij , da un’idea di Carlo Pesta liberamente ispirato al racconto di E.T.A Hoffmann , coreografia di Federico Veratti, BALLETTO DI MILANO Il Balletto di Milano presenta un nuovissimo Schiaccianoci che vi sorprenderà: frizzante, giovane e in un’ambientazione da sogno. Balletto natalizio per antonomasia che ha fatto sognare intere generazioni, lo Schiaccianoci è tra i titoli più amati del grande repertorio classico. Rispettosa della storia originale, ma classica libera da polverosi allestimenti e manierismi obsoleti e datati, la versione firmata dal giovane talentuoso Federico Veratti è invece ricca di freschezza e spunti interessanti. Teatro Giacosa, Ivrea sabato 19 dicembre CRAZY CHRISTMAS. IL NATALE NON PUÒ ATTENDERE Musical comedy Testi e regia: Lucia Rossetti, Matteo Chiantore, Coreografie: Fiorella Pacetti, Compagnia Andromeda INCASSO DEVOLUTO ALL’HOSPICE DI SALERANO Il nuovo capitolo del Christmas show più pazzo del mondo! Pronti a salire sulla slitta di Babbo Natale? Ma allacciate le cinture, perché quest’anno Adelmo e Cataldo, le irriducibili renne pasticcione di Babbo Natale, intendono fare il giro del mondo in... 1000 disastri! Alla ricerca di un modo tutto nuovo per festeggiare la ricorrenza più tradizionale che c’è, partono infatti per un viaggio alla ricerca di nuovi ritmi, usanze e idee brillanti. Con questo nuovo, travolgente spettacolo cantato, ballato e recitato dal vivo, la Compagnia Andromeda consolida la tradizione del Christmas Show in puro stile Broadway. Interpreti e corpo di ballo: Angelo Patti, Matteo Chiantore, Teresa Gioda, Fiorella Pacetti, Luca Vincent Pecora, Luca Spitale, Ottavia Capussella, Alice Ristretta, Sara Ugorese, Lucrezia Barcarol. Ivrea Officina H lunedì 21 dicembre ore 20.45 SUNSHINE GOSPEL CHOIR ITALIAN GOSPEL TOUR 2015 . Direzione e voce leader Alex Negro Ritorna il Sunshine Gospel Choir con la nuova tournèe 2015. Lo spettacolo completamente rinnovato percorre la storia del Gospel, dai grandi classici alle novità della scena statunitense. Non mancheranno i grandi classici di Natale tratti dal nuovo disco, in uscita il primo dicembre, Merry Christmas 2. Teatro Giacosa, Ivrea 14 gennaio 2016 ore 20.45 QUALCUNOERA...GIORGIOGABER dialogo immaginario con le nuove varie venerdì 11 dicembre ore 18 sabato 12 dicembre Enrico Rava + Gianluca Petrella + Giovanni Guidi, La Suoneria, via Partigiani 4, Settimo Torinese STEFANO GIACCONE, cantautorato, Circolo Arci Interzona Fuoriluogo, Torino lunedì 14 dicembre SUBSONICA. Teatro della Concordia, Venaria Reale MARIO BIONDI, soul-pop, Teatro Colosseo, Torino mercoledì 16 dicembre NEW BROSS JAZZ GANG. Ivrea Jazz Club. Country Inn, v.Monte Stella, Ivrea PAPER CIRCUS. Film di Luca Dipierro musicato dal vivo dai Father Murphy, Superbudda, via Valprato 68, Torino domenica 20 dicembre LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA, Cap 10100, Torino lunedì 21 dicembre ore 21 CONCERTO DI NATALE IV appuntamento della stagione musicale dell’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte con un’organico insolito: un gruppo formato da dodici violoncelli, la voce solista di Sabrina Pecchenino e la parte femminile del coro Mozart di Ivrea. A completare l’atmosfera natalizia suoni di cornamuse, pifferi e zampogne. Coro femminile Mozart, Sabrina Pecchenino, maestro del coro, Ensemble “Dodecacellos”, Andrea Albertini, direttore e pianoforte Bglietti: e. 15 (comprensivo di quota associativa). Auditorium Mozart: corso Massimo d’Azeglio, 69 Ivrea domenica 17 gennaio QUARTET GERHARD Musiche di Schubert, Arriaga, Ravel. Ore 19 guida all'ascolto, ore 19,40 apericena, ore 20,30 concerto. Rassegna Gli accordi rivelati. Teatro Giacosa, Ivrea. REARDUINOSANSDESPARTIR In occasione del Millenario della morte di Arduino, Re d’Italia proiezione della docufiction “Re Arduino – Sans Despartir”, che sarà presentata dal regista Andry Verga e dall’editore Gianpaolo Verga; seguirà l’esibizione dell’Ensemble Canavisium Moyen Age, che proporrà musiche medioevali: danze, madrigali, ballate e liriche eseguite da Paolo Lova (liuti), Daniele Montagner (flauti), Tiziano Nizzia (ghironda). L’evento mette in risalto la figura di Re Arduino, primo re d’Italia, personaggio sospeso tra storia, mito e leggenda; la sua biografia si confonde spesso con la sua figura leggendaria; studi e ricerche datano la sua nascita nel 955 e la sua morte nel dicembre del 1015. La leggenda popolare di Re Arduino fu poi alimentata nell’Ottocento da Giosuè Carducci e da Giuseppe Giacosa. L’ingresso all’iniziativa è libero. Assessorato alla Cultura e Turismo Sala Santa Marta, Ivrea generazioni con le parole, i suoni, i pensieri e le atmosfere di Giorgio Gaber e Sandro Luporini, con Bruno Maria Ferraro, Tangram Teatro Le sue canzoni e suoi monologhi riescono ancora, a distanza di anni, a fotografare in modo impietoso una società nella quale l’individuo fatica a riconoscersi. Musica, parole, ragionamenti, fisicità. È questa la particolarità straordinaria di un repertorio sconfinato che continua a viaggiare nel nostro tempo, nelle nostre finte sicurezze, nelle nostre “nuove” coscienze. È questo per noi un “teatro necessario”. Teatro Giacosa, Ivrea 15 gennaio ore 20.45 COMPLEANNO AFGHANO uno spettacolo dell’altro mondo di Ramat Safi e Laura Sicignano, TEATRO CARGO Questa è la storia vera della vita di un ragazzo, Ramat Safi, scappato da solo dall’Afghanistan. Il testo è stato scritto a 4 mani da lui stesso con Laura Sicignano. Ramat è fuggito improvvisamente dal suo Paese perché una notte degli uomini armati sono entrati in casa sua, hanno ucciso suo padre, ferito lui e la madre. Ramat è stato costretto a salire su un camion e partire senza conoscere la destinazione. Ha attraversato da solo Pakistan, Iran, Turchia e Grecia. È sbarcato miracolosamente in Italia dove è stato accolto in una comunità per minorenni rifugiati. Qui ha imparato a leggere e scrivere. Ora Ramat è maggiorenne e deve trovare un lavoro e una casa. Ci riuscirà? Resterà in Italia? O continuerà a fuggire? Che ne sarà di lui?. “Solo Dio lo sa” risponde Ramat. Stagione Teatro Giacosa, Sala Emilio Pinchia, Banchette bambini sabato 19 dicembre ore 21 QUANDO ARRIVA NATALE? fuori abbonamento Compagnia Stilema Uno spettacolo sull’attesa. In mezzo alla scena c’è un albero di Natale, ancora spoglio. Arriva un personaggio portando uno scatolone. Borbotta e si lamenta che “tutti gli anni tocca a lui addobbare l’albero”. Apre lo scatolone per prendere palline e festoni ma succede l’imprevisto: lo scatolone è vuoto. Cioè...non proprio vuoto. Sul fondo è rimasto un mandarino. Lo sbuccia...lo assaggia...e, come per magia, si ritrova, bambino, ad attendere il Natale. Teatro Giacosa, Ivrea. Prenotazioni 011.19740258 SCOZIA EXPRESS “Un racconto fra azione e thriller, spionaggio internazionale e avventura, con quel leggerissimo tocco di romanticismo che completa un quadro eccellente”. il nuovo romanzo di Debora Bocchiardo, edito da Europa Edizioni, verrà presentato in diversi Comuni: 10 dicembre ore 21 Bollengo - Sala Torre 11 dicembre ore 21 biblioteca di Strambinello vicolo Scala, 2 12 dicembre ore 17 Fondazione Arte Nova, via Fiume, Romano Can. 12 dicembre ore 21 presso la sede dell’UNUCI (Unione Nazionale Ufficiali in Congedo), Via Aldisio 12 Ivrea 19 dicembre San Martino Canavese presso il Salone pluriuso di via Aduino 91 CINECLUB IVREA al cinema Boaro, Ivrea (in presenza di posti disponibili dopo l'ingresso dei tesserati, è consentito l'ingresso con biglietto a euro 5,00 o ridotto a 3,00 euro) martedì 15 e mercoledì 16 dicembre IL FASCINO INDISCRETO DELL'AMORE regia Stefan Liberski Orari spettacoli martedì ore 15-17,10-19,20- 21,30 mercoledì ore 15.30 - 18 martedì 12 e mercoledì 13 gennaio MOMMY regia Xavier Dolan Orari spettacoli martedì ore 14,30-17-19,30- 22 mercoledì ore 15.30 - 18 Due Città al Cinema Cinema Margherita di Cuorgnè Prossimi appuntamenti Martedi 15 dicembre RUTH & ALEX – L’AMORE CERCA CASA Regia: Richard Loncraine, con: Morgan Freeman, Diane Keaton, 2014 Usa ingresso singolo 5 euro Proiezioni ore 21,30 venerdì 11 dicembre alle 21 A GIPO DA SO PIEMUNT Serata in ricordo di Gipo Farassino con il Coro Bajolese, interventi di Rinaldo Doro e Italo Cossavella. Concerto della band che pe tanti anni ha accompagnato Gipo: El Tres e Armano Lardù. Ingresso gratuito. Teatro Giacosa, Ivrea giovedì 17 dicembre ore 17 VERNA E CONTI Concerto di Natale con Laura Conti e Maurizio Verna. Stagione KITE, ingrsso gratuito. Liceo Botta, Ivrea sabato 19 dicembre ore 21 QUATTRO CORI IN CONCERTO PER I PICCOLI DEL CIELO Serata benefica con rassegna di canti della tradizione natalizia organizzato a favore di “Semi per la Sids-Seeds for Sids”, associazione onlus che opera nei campi della ricerca, divulgazione e aiuto alle famiglie colpite dal lutto della morte improvvisa del lattante (Sudden Infant Death Syndrome). Gli artisti hanno prestato gratuitamente il loro impegno. I canti natalizi saranno proposti dal Coro Rio Fontano e dal Coro Mimosa di Tavagnasco (entrambi diretti da Riccardo Giovanetto), dalle Corali riunite di Azeglio, Settimo Rottaro e Vestignè e dal Coro dei Giovani Do Re Mi… Fa, Cantare (diretti da Alessia Riccelli e accompagnati all’organo da Vincenzo Savoretti). Ingresso libero.Chiesa di San Salvatore, via Palestro, Ivrea 12 ultima IVREA Movicentro, via Dora Baltea 40/b Programma Venerdì 11 Dicembre ore 21.00 BALFOLK allo ZAC! Serata di danze popolari il secondo venerdì del mese ore 21 Sabato 12 Dicembre ore 10.00 L’ALTROMERCATO fatti e persone dell’economia solidale: produttori, operatori del benessere, artigiani una comunità di persone intorno all’economia solidale del nostro territorio. Alle 10 e alle 11 TRASFORMA GIOCHI per bambini dai 6 ai 10 anni in collaborazione con l’associazione Cor et Amor alle 15 laboratorio di rilegatura giapponese per bambini (dai 6 ai 15 anni) alle 16.30 presentazione dei laboratori in carcere del progetto “Cambio di Rotta” Sabato 12 Dicembre ore 21.00 VIA CASSIN Michele Riccardi, voce e testi Alberto Della Vedova, musiche Riccardo Cassin, Guido Rossa, Vittorio Ratti, Hermann Buhl: tutti salirono almeno una volta la via Cassin sulla parete nord-est del Pizzo Badile, ma nessuno di loro si accontentò di fermarsi in cima alle montagne: sabato 19 dicembre ore 15 Coro della Casa dell'Ospitalità Sabato 19 dicembre ore 22 L’ORSO in concerto Nuovamente dal vivo il quintetto milanese con il suo indie-pop orecchiabile sabato 26 dicembre ore 22 Rock'n'roll con Mr. Buddy and Two many people Artisti del Canavese Mostra collettiva con tema LA NEVE Inaugurazione sabato 12 dicembre ore 17 Durante una pausa tra un brindisi e l’altro, il poeta e scrittore Perino Michele, presenterà la 4° raccolta di poesie, degli ultimi 5 anni, dal titolo “ARABESQUE”. Artisti: Riccardo Lasagna, Guglielmo Brunero, Gigi Meneghello, Sergio Gatta, Umberto Pettene, Gianfranco Stofler, Leda Muraro, Angela Lombardo, Mariella Mascaro, Mina De Lucia, Alessio Scalerandi, Giacomo Sampieri, Claudia Mancuso, Antonio Petrillo, Nunzia Giannino, Giuseppe Lo Faro, Albarosa Bertoli, Sara Magaton, Eugenio Guarini, Marina Guarnieri, Ana Cristina, Ennio Orario galleria: fino al 24 dicembre, Marzano, Rino Giuliano, Daniela tutti i giorni eccetto lunedì, dalle ore Borla, Noris Giglio, Isabella Rossi, 15.30 alle 19.00. Martedi Antonio Peluso, Alfonso Bersani, 29 e Mercoledì 30 sempre dalle 15,30 Carla Zuccaro, Patrizia LoTorto, Gian alle 19.00 Paolo Pittore, Gianfranco Eddone, sede Artisti del Canavese in Via Alti Francesca, Piva Emilia, Capitta Aosta, 9 a Ivrea Gavino, Quagliotto Gian Mario, Paolo Prevignano, Giovanni Rossano dall'8 al 23 dicembre Quattro artisti insieme tra tele e pannelli, presepi e oggetti d’arredo, fogli di carta e colori, materiali riciclati e insoliti. Gli artisti: Galliano Gallo, Bruno Gentile, Elena Mirandola, Alfredo Samperi. In esposizione tante nuove creazioni, non solo quadri ma anche accessori e piccoli oggetti d’artista Orari: da martedì a domenica 16-19 Spazio Pitetti – ArteinFuga, Via Elio Guarnotta 20 - IVREA LIBRI ”Favole per una notte d’inverno” Presentato, ad Alice Superiore, l’ultimo libro di Carla Lissolo scesero e fecero i partigiani, gli operai, gli imprenditori. Michele Riccardi e Alberto Della Vedova raccontano, lungo la via Cassin, alcuni episodi delle loro vite tra imprese e debolezze, montagne e libertà. In collaborazione con Club Alpino Italiano - Sezione di Ivrea dal 12 dicembre al 6 gennaio Mostra Natale.. in fuga anno XXVIII n° 22 SEGUE DA PAG. 10 Sunset... luogo dell’anima. Una perdita dell’innocenza e dell’illusione confortata da una Natura sempre presente, benevola ed evocativa, opposta a una Storia (qui incarnata, soprattutto, dal sopraggiungere della Grande Guerra), malevola, abbruttente, frutto della cieca ottusità degli uomini. In un trionfo visivo suggestivo e commovente Davies confeziona un’opera imperfetta ma forte, solida ed emozionante che, seppur lontana dal rigore dei suoi precedenti lavori, conserva più che mai quello sguardo partecipe e sentito sull’eccezionalità di uno spirito, sul valore di una terra e di un popolo ancora in grado di sentire e ascoltare legami ancestrali perduti ormai da tempo. Mattia Caruso Con la soddisfazione tipica degli obbiettivi raggiunti e degli impegni rispettati, è stato dunque presentato, venerdì 4 dicembre., l’ultimo libro di Carla Lissolo, che la scrittrice di Gauna, recentemente scomparsa, aveva approntato con ansia crescente, data la gravità delle sue condizioni di salute. Carla desiderava ardentemente che questo suo terzo lavoro uscisse per Natale, senza fare ulteriori concessioni al futuro, forse presentendo l’imminenza di quell’epilogo fatale che poi ci ha privato, anzi tempo, della sua presenza.. Così l’altra sera, a gremire il salone, dalle volte rosse, del Comune, c’erano i familiari, gli amici di sempre, il sindaco Remo Minellono, e soprattutto, tutti insieme, i lettori che ne hanno apprezzato, nel tempo, sia le doti di narratrice quanto quelle prettamente umane, come l’attitudine alla solarità e alla felicità delle cose semplici. Alle pareti del salone, faceva anche bella mostra di sè un’esposizione di alcuni suoi dipinti, perché la Lissolo, donna creativa e sensibile, si dilettava anche con la pittura. Inoltre c’erano anche i tre quadri che lei aveva utilizzato per le copertine dei suoi libri, scegliendoli tra quelli realizzati dai suoi amici. E c’era anche un grande pannello con le foto “vintage” di Carla ritratta in alcuni momenti della sua giovinezza, scampoli di relax al mare o in montagna con l’inseparabile sorella Mariarosa e una foto dai contorni sfumati, come attraversata dal tempo, in cui lei è seduta a una scrivania con una penna in mano. Foto, quest’ultima, emblematica di un’aspirazione alla scrittura che Carla coltivava segretamente, fin dai suoi anni di ragazza, e che poi rinviava, nella pratica, forse per eccesso di timidezza. Con lo “status” raggiunto di pensionata Olivetti, e la benedizio- ne del tempo libero a disposizione, le esigenze espressive di Carla sono maturate e il suo bisogno di raccontare si è finalmente incarnato nella pagina scritta. I suoi primi due libri, “Sette volte prato” e “Ai piedi della bella dormiente” sono legati ai ricordi di un’intera vita vissuta a cavallo della polarità. Da una parte i tempi di un passato ancora arcaico e rurale, segnato anche dalla tragedia della guerra, e dall’altro l’avvento straordinario del progresso e della modernità, della crescita economica, delle conquiste sociali, delle innovazioni tecnologiche, del lavoro nella grande fabbrica di Ivrea che diventa “mito” introducendo il benessere anche attraverso la diffusione della cultura. Carla Lissolo è sempre stata innamorata della sua terra, delle sue origini e della sua casa canavesana con gli archi trafitti dai raggi del sole. Ed è sempre stata animata da uno spirito di entusiasmo naturale verso la bellezza del vivere. Non le è mai mancata l’umiltà e, credo, che proprio grazie a questa sua prerogativa, la penna, riconoscente, abbia cominciato a vibrare nella sua mano. Ci ha raccontato il suo vissuto e quello del mondo che ha segnato il suo tempo, sempre senza strafare, ma ripercorrendo lucidamente il filo dei ricordi. Nella sua narrativa, molti si sono riconosciuti, hanno individuato un pezzo della loro storia e delle loro radici. Carla ci ha parlato sempre e solo di ciò che conosceva, conferendo alla sua testimonianza il valore di una realtà autentica e viva, nelle sue memorie, come un dono da portare anche al prossimo. Per questo i suoi libri sono preziosi, perché sono l’affresco di un’epoca, attraverso uno sguardo che va dall’infanzia all’età adulta di una donna che trascrive i suoi ricordi per noi. E per Ciao Pietro. questo, anche, che i suoi libri sono divisi in capitoli a sé stanti, perché si possa più agevolmente leggerli conservarndone lo spirito e la storia. Una storia che Carla dipana attraverso il punto di vista di una persona comune, che vive una vita comune, ma ricca di un acuto spirito di osservazione. Così la sua scrittura visualizza episodi e personaggi, oggetti e scampoli di esistenza, come se sfilassero davanti ai nostri occhi, piccole scene quotidiane, ricorrenze festose, passeggiate domenicali, abitudini e costumi dagli anni quaranta fino ai giorni nostri, in questo nuovo tempo che sembra incapace di trarre lezioni dal suo passato. Nell’ultimo libro, idealmente, Carla chiude la trilogia, con una raccolta di favole, quelle che da piccola si sentiva raccontare, spesso al tepore delle stalle, sullo sfondo delle ombre danzanti al lume della lampada a petrolio. E’ una raccolta di favole per piccoli e grandi, perché dove c’è un bimbo a occhi sgranati, c’è un genitore che legge o racconta. Le favole attraversano le generazioni, uguali negli elementi collaudati e nuove in quelli suggeriti dalla fantasia. Le favole sanno operare magie, incantano e non invecchiano, tengono per mano padri e figli, fanno sognare e simbolicamente invitano ad avere coraggio. La raccolta, che Carla Lissolo ha messo insieme, comprende anche qualche favola da lei inventata, forse, nell’intento di compiacere i suoi nipotini sempre famelici di novità. Durante la serata, è stata letta una di queste favole inedite, concepite dall’immaginazione assai fervida della scrittrice, e il pubblico, prima di congedarsi con il suo libro sotto il braccio, sembrava evocare i luoghi sacri dell’infanzia, come se li osservasse, di nuovo, attraverso gli occhi innamorati di un bimbo. Pierangelo Scala Ciao, Luca E’ improvvisamente scomparso Luca De Filippo, figlio di Eduardo e grande interprete della tradizione teatrale napoletana. Mi addolora molto la notizia e mi addolora anche ripensare a quel breve periodo (tre mesi) in cui lavorai nella sua compagnia come semplice comparsa e con una piccolissima parte “muta”. Era il 1980, forse il 1981, recitavo per il settore Teatro Ragazzi nella Coop. Teatrale GLI IPOCRITI e venni a sapere che si era liberato un posto nella compagnia di Luca De Filippo. Mi precipitai di corsa e, grazie a un colpo di fortuna, ottenni subito la parte. No, non fu per bravura ma perché c’era una clausola che pochi potevano o volevano sottoscrivere: dopo le repliche previste a Napoli la stagione in corso si sarebbe conclusa a Torino e lì, se dovevi pagarti l’alloggio, con la sola diaria da “comparsa” proprio non potevi accettare. Ma la dea bendata mi venne incontro: all’epoca mio fratello maggiore lavorava c/o la Boatti-PETROLI di Volpiano e là risiedeva. Quindi accettai e fu una straordinaria esperienza. Si tratta di circa 35 anni fa: prima al Teatro San Ferdinando di Napoli e poi per le numerose repliche al Teatro Carignano di Torino, entrai come sostituto nella com- media di Vincenzo Scarpetta “LA DONNA ...è MOBILE”- con Luca protagonista e Eduardo in una delle sue ultime regie. Luca, fiero di essere l’erede di terza generazione di una famiglia che ha fatto la storia del teatro italiano e, nella figura di Eduardo, del teatro mondiale, era generosissimo teatralmente e umanamente. Un pomeriggio venne anche l’immenso Eduardo che, con la scusa di controllare la scorrevolezza di una scena corale, redarguì pesantemente un attore che continuava imperterrito a colorire, di sua iniziativa, il carattere di un personaggio che “invece – sottolineò Eduardo – non ce ne sta proprio bisogno; se vuoi tenerti la parte dimenticati le tue smanie oppure te ne vai. Non so se è chiaro: noi attori siamo al servizio del testo e poi il regista è quello che si prende la briga di sfoltire, rabbuiare, appannare (disse proprio così)... colorire eccetera eccetera; io non ti caccio, intendiamoci, ma tu te ne vai spontaneamente! Ragazzi continuate ché tempo ne abbiamo poco; buonasera Luca, buonasera a tutti” Luca cercò sì di ammorbidire i toni ma non ci fu niente da fare; era già pronto un sostituto e quella scena così carica di tensione non l’ho dimenticata più. Grandissima emozione, grandissimi attori e caratteristi a cui rubare ...qualche lazzo, qualche furbizia scenica. Erano tutti bravi e generosissimi (ricordo Vincenzo Salemme, Ugo D’Alessio, Nando Paone, Giuseppe Anatrelli, Gennaro Cannavacciuolo etc.) e qualcosa veramente riuscii a rubare: la leggerezza unita alla grandissima umiltà e alle doti tecniche che vanno sempre affinate. Luca, sornione, soventemente duellava da par suo con quegli attori di sensibilità e capacità straordinarie ed io, felice come una pasqua, prendevo appunti, godevo come un riccio e mandavo a mente. E’ importante “mandare a mente” (fissare il tutto nella memoria, farne tesoro per i gg. a venire). Grande Lucariello, mannaggia … Meno male che di scene registrate ce ne sono millecento ma avrei voluto ancora vederti in scena milleuno volte. Umilmente ti saluto e mi inchino. Ciro Lubrano