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IL “CANTICO DELL’AMORE”: 1 Cor 13, 1-7
Cooperatori Guanelliani Nord Italia / Svizzera
LA REALIZZAZIONE CONCRETA DELLA CARITÀ [1]
Si cominci sempre la Lectio con un’invocazione allo Spirito Santo
Si suggerisce di leggere sempre ogni “passo” della lectio divina lenta-mente,
con mente lenta, e con molti silenzi di riflessione e poi condivisione.
LECTIO DIVINA
DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI CORINZI (13,1-5)
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Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo
che rimbomba o un cembalo che strepita.
E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la scienza, se possedessi
tanta fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla.
E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la
carità, a nulla mi servirebbe.
LA CARITÀ È MAGNANIMA, BENEVOLA È LA CARITÀ; non è invidiosa, non si vanta,
non si gonfia d’orgoglio,
non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, NON SI ADIRA, non tiene conto
del male ricevuto...
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a. LA LETTURA
La carità è definita da una serie di quindici verbi, tutti al “presente”, per indicare che
l’amore è atteggiamento abituale: si ama sempre e così.
Qui abbiamo unito tre verbi che possono essere sinonimi ma hanno piccole sfumature:
magnanimità e benignità sono qualità proprie di Dio, il quale è “lento all’ira” (salmo
102) per dare al peccatore il tempo necessario per la conversione. Così l’agápe fa del
cristiano un uomo/una donna paziente, tollerante, disponibile verso tutti; che non
contraccambia il male ricevuto.
XXLa magnanimità (pazienza - makrothymei)
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è la grandezza d’animo, la disposizione
generosa a rapporti interpersonali costruttivi, pazienti, lungimiranti, senza badare
a fatiche, a rinunce; sempre pronta a sostenere le prove con umile e ferma dignità.
XXLa benignità (chrêsteuetai)
è la disposizione d’animo alla pace, alla comprensione,
alla fiducia pur sempre nella vigilanza e prudenza.
XX“Non si adira” (paroxynomai) chi non fa la voce grossa, e di fronte all’errore di
un fratello sa correggere spiegando l’errore. Chi si adira è perché viene turbato
nel suo quieto vivere: calmo e tranquillo quando è appagato, l’uomo egoista ed
egocentrico, si adira in maniera inaspettata e violenta. L’ira è un atteggiamento
violento ed emotivo che porta facilmente a decisioni avventate. L’agápe si distingue
dunque principalmente per il rifiuto della violenza, anche verbale, propria di chi è
preoccupato anzitutto dei suoi diritti.
scheda di formazione per l’anno pastorale 2013-2014
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IL “CANTICO DELL’AMORE”: 1 Cor 13, 1-7
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La carità non è acida e collerica, non perde il controllo di sé, non si lascia irritare, perché porta
la forza stessa di Dio che si manifesta nella debolezza.
B. LA MEDITAZIONE
Henri Nouwen (1932-1996), nato in Olanda, sacerdote, docente in varie università, scrittore,
conferenziere, maestro di spiritualità e di fede, trascorse il suo ultimo decennio di vita
come assistente e pastore della comunità di Daybreak a Toronto (Canada), una delle tante
Comunità dell’Arca fondate da Jean Vanier. In questa riflessione H. Nouwen ci presenta la
pazienza come attitudine fondamentale nei rapporti con se stessi e con gli altri, a imitazione
di Cristo.
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Il cammino che conduce dalla Domenica delle Palme alla Pasqua è
il cammino paziente, la via dolorosa. Il nostro vocabolo pazienza
viene infatti dal latino patior, soffrire. Educarsi alla pazienza è
imparare a non ribellarsi a ogni difficoltà. Ma anche se perseveriamo
nel dissimulare le nostre sofferenze con facili Osanna, corriamo
il rischio di perdere la pazienza. Rischiamo di diventare amareggiati e
cinici o violenti e aggressivi, quando la via facile si rivelerà in tutta la sua
inconsistenza e vanità.
Cristo invece ci invita a rimanere in contatto con le tante sofferenze di
ogni giorno e ad assaporare le primizie della speranza e della vita nuova
proprio laddove viviamo immersi nei nostri mali, nelle nostre pene, nella
nostra impotenza. Osservando la sua vita, noi suoi seguaci scopriamo che
quando tutti gli Osanna della folla furono spenti, quando discepoli e amici
lo ebbero lasciato, dopo che ebbe gridato: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai
abbandonato?”, proprio allora il Figlio dell’uomo risuscitò dai morti. Allora
infranse le catene della morte e divenne il Salvatore. Quella è la via paziente,
che lentamente mi guida dal facile trionfo all’ardua vittoria.
Forse riuscirò a non rifiutare la mia sofferenza, se capisco come Dio la usi
per plasmarmi e avvicinarmi a sé. Forse riuscirò a vedere le mie tribolazioni
non come interruzioni dei miei progetti, ma come mezzi attraverso i quali
Dio mi dispone a riceverlo. Permetto a Cristo di vivere accanto alle mie ferite
e ai miei turbamenti.
Le cose spiacevoli, i momenti difficili, le sconfitte, gli ostacoli inattesi hanno
in sé potenzialità di cui solitamente non ci rendiamo conto. Il cammino
dalla Domenica delle Palme alla Pasqua, infatti, ci conduce dal facile trionfo
edificato su vani sogni e sterili illusioni all’ardua vittoria offerta dal Dio che
attende di purificarci con mano paziente e amorevole.”
Henri Nouwen
C. LA PREGHIERA
Salmo 102
Il salmo, dopo l’invito iniziale a benedire il Signore con tutta la propria vita, proclama che il
discepolo è chiamato a scoprire in sé la tenerezza di Dio e a imitarla per giungere alla gioia
autentica e a vivere da vero figlio di Dio.
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Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica
il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tutti suoi benefici.
Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue infermità,
salva dalla fossa la tua vita,
ti corona di bontà e di misericordia.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,
non ci ripaga secondo le nostre colpe.
Quanto dista l’oriente dall’occidente,
così egli allontana da noi le nostre colpe.
Come è tenero un padre verso i figli,
così il Signore è tenero verso quelli che lo
temono.
D. LA CONTEMPLAZIONE
Contemplando come in un colloquio dolcissimo il Sacro Cuore, Don Guanella ci indica le
virtù di cui dovremmo “rivestirci”: la mitezza, l’umiltà, la pazienza. Se la nostra CARITA’ avrà
queste caratteristiche allora saremo sicuri, fin d’ora, di “passare la vita” facendo veramente
“del bene a molti e guarendo il cuore ferito di più fratelli ancora”.
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Cuore dolcissimo del mio Redentore, lo so, voi non desiderate
altro che la quiete del mio cuore. Per questo vi affaticate nella
predicazione di giorno, per questo passate le ore della notte in
orazione paziente. Gesù con accento di paradiso invita tutti così:
“Imparate da me che sono mite ed umile di cuore. Imparatelo da
me e troverete riposo per le vostre anime”. E intanto che ci ammaestra con
la parola, ci conforta con l’esempio.
Gesù si accontenta che tu lo imiti in ciò che ti è possibile. Essere umile con
sé stessi, essere dolce con gli altri: questo tu lo puoi fare! Ebbene sii tu
umile, sii dolce come ti esorta l’ esempio e la parola del tuo divin Maestro.
La mitezza, ossia la pazienza, ti è necessaria in ogni momento della vita; alla
pazienza aggiungi poi l’ umiltà.
Gesù è la santità per essenza, eppure si presentò a Giovanni Battista ed
alle folle come se fosse un povero peccatore. Gesù, che scendendo dal
cielo è venuto fino a te per guarirti, credi che avrebbe potuto porgerti un
ammaestramento più utile di questo? Se si fosse trovato nei tesori della
sapienza del paradiso una dottrina più certa, il tuo Maestro divino te
l’avrebbe insegnata. Ma ha detto: “Sii mite, sii umile di cuore”.
Ricevi nel tuo cuore il miele della mitezza e unisci il nettare della santa
umiltà. Non dovrai più addolorarti per nessuna pena che si faccia sentire in
te, né di qualche male che si faccia sentire fuori te. Se sei figlio di famiglia
obbedirai con costanza sino alla fine; se sei capo di casa non ti dispiacerai
nemmeno per le preoccupazioni della famiglia.
Apparendo tra la gente, la tua presenza sarà cara a tutti. La parola del tuo
labbro leverà di imbarazzo i dubbiosi. L’accento del tuo cuore consolerà gli
afflitti e tu, a imitazione del tuo Maestro e Padre, passerai la vita facendo del
bene a molti e guarendo il cuore ferito di più fratelli ancora.”
(L. Guanella, Nel mese del fervore. Una massima scritturale esposta in ogni dì nella vita del Sacro Cuore (1884),
Opera Omnia Vol. I; Centro Studi Guanelliani, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1992; pp. 1190-1193)
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D. L’AZIONE
La pazienza non è rassegnazione, è sopportare sulle spalle le
cose della vita, le cose brutte, le cose che noi non vogliamo.
E sarà proprio questa pazienza che farà matura la nostra
vita. La vita cristiana deve svolgersi su questa musica della
pazienza … E sempre, quando noi scendiamo dalla croce,
lo facciamo cinque minuti prima che venga la rivelazione (del
perché di una prova). E’ il momento dell’impazienza più grande”.
(Papa Francesco)
Impegno
Sant’Alberto Hurtado, gesuita cileno, fondatore di un’associazione laicale che si dedica
ai poveri, nei momenti più difficili diceva: “Sono contento, Signore, sono contento”.
Lo ripeterò anch’io ogni giorno.
La Serva di Dio Caterina Guanella, sorella prediletta del Fondatore, ci è maestra
e guida: a lei chiediamo aiuto per crescere nella mitezza, nell’umiltà, nella
pazienza perché la nostra carità sia sempre più autentica e diffusiva.
CATERINA,
tutta luogo della gratuità divina,
ti sei fatta tutta a tutti,
ad imitazione del tuo Cristo,
sommamente amato,
davanti alle penombre della storia
hai scelto d’essere povera tra i poveri,
sofferente con i sofferenti,
per regalare a tutti il volto del Padre.
La gioia di appartenere a lui
ti ha resa libera nel cuore
e obbediente al suo misterioso volere
per essere la semplicità trasparente
della sua provvidenza senza confini.
Allora cresceremo nella dedizione a tutti
e nel desiderio della pienezza della gloria
prendendo per mano i fratelli e le sorelle
e indicando loro la bellezza della vita: Cristo Gesù.
Serva di Dio Caterina Guanella, prega per noi
(con approvazione ecclesiastica)
NOUWEN HENRI J.
BIBLIOGRAFIA PER APPROFONDIMENTI
HENRI NOUWEN, Muta il mio dolore in danza. Vivere con speranza i tempi della prova, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi), 2003.
Altri testi dello stesso autore: “Sentirsi amati. La vita spirituale in un
mondo secolare”; “A mani aperte”; “L’abbraccio benedicente. Meditazione sul ritorno del figlio prodigo”.
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Guidaci nella contemplazione del Cristo crocifisso
e nella docilità allo Spirito Santo
perché possiamo regalare la speranza del Padre
a tutti i fratelli e le sorelle
che incontriamo nel cammino
della vita che scorre nel travaglio.
MUTA
IL MIO DOLORE
IN DANZA
Vivere con speranza
i tempi della prova
Edizioni San Paolo, 2012
Collana Il pozzo
Pagine 128
EAN 9788821576676
scheda di formazione per l’anno pastorale 2013-2014
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