CURES
Editoriale:
Marzo - Aprile
2013
Dei vecchi signori in tre giorni ci hanno dato, per opera dello Spirito Santo, un France-
sco“Vescovo di Roma che presiede le Chiese nella carità” (!). Colui che, teologicamente ben fondato, si definisce
così, dice cose e fa gesti che parrebbero segnare un’epoca, qualora ne seguissero scelte e fatti. Le sue parole
alludono ad una ripresa vigorosa e decisa del Concilio, vorrei citarne solo alcune ragionando sui riferimenti
teologici e le radici conciliari, con l’intento di aiutare un discernimento che vada oltre le impressioni emotive
del primo momento. Il popolo di Dio ha accolto con grande moto di simpatia, ma già comincia con più insistenza a chiedere che cosa ne può venire, e lo fa con chi pensa dovrebbe essere più illuminato su “faccende” di questo tipo. A domanda legittima, doverosa risposta! (segue pag.2)
Non lasciamoci rubare la speranza!
Ogni volta che rileggo e medito sul vangelo della
passione di Gesù secondo Luca, mi sorprendo
dell’”ottimismo” dell’evangelista: sembra che Luca
abbia fretta di anticipare nel racconto i frutti della
Pasqua di Gesù. Non vuole lasciare che lo scoraggiamento e l’amarezza prenda neppure per un istante i
suoi lettori. A partire dalla sua crocifissioneintronizzazione Gesù cambia la prospettiva del mondo, il modo di sentire degli
uomini. È una rivoluzione totale a partire
da quella che è l’origine di ogni male del
mondo: il cuore dell’uomo. Un ladrone
assassino lo confessa Figlio di Dio e viene
accolto; un pagano aguzzino lo riconosce
come unico Giusto e Figlio di Dio; la folla
del crucifige se ne va battendosi il petto;
un membro del Sinedrio gli offre la sua
tomba nuova e di lusso (scavata nella roccia!); i discepoli che lo hanno seguito a distanza per paura si
compromettono nel dare sepoltura. Insomma
all’esterno sembra la fine di tutto, in realtà in questa
certa situazione di morte e derelizione già si svela la
nascita di un mondo nuovo. Mi fa pensare a quanto
il Papa Francesco va ripetendo in questi giorni, ai
Cardinali, alle folle, ai minori in carcere “non lasciatevi rubare la speranza!”, “Non date spazio
all’amarezza, è il luogo del Maligno!”.
Nella crisi spirituale della Chiesa, nella crisi morale
della politica e delle amministrazioni, nella profonda
crisi economica e sociale, sentir risuonare più volte
quel grido può sembrare ingenuo e presuntuoso di
fronte ai mali del mondo. Se uno non desse garanzie, se non si rifacesse alla sua esperienza, sarebbe
giustificato rispondere con diffidenza o con cinismo
all’annuncio, ma troppe volte è successo nella storia
evolutiva dell’umanità che le più profonde crisi hanno preceduto grandi svolte e crescite
per la famiglia umana. Se il Papa non
confessasse questa fede dovrebbe come dice lui dichiarare di essere a capo
di una Organizzazione Non Governativa
che opera pure bene a livello globale,
ma non credo mai abbia aspirato a questo. La sua certezza e fede sarà anche
sconcertante, ma è fondata nella Pasqua! Principio e fondamento della nostra fede nella quale egli è chiamato a confermarci.
Può essere, la nostra, la fede difficile e combattuta
di Pietro, può essere quella immediata e piena
d’amore di Giovanni e di Maria di Magdala, ma sia…
altrimenti non se ne esce. La crisi odierna è una
svolta e sono molti pessimisti e ottimisti a dirlo, ma
noi operiamo per la soluzione positivamente, manteniamo la speranza, ché se non noi, chi? Siamo figli
della risurrezione e discepoli del Risorto e Vivente,
che non si è allontanato da noi… anzi viene!
Tre parole programmatiche dette ai Cardinali, in prima
omelia: “Camminare, edificare, confessare”, significano:
camminare: la Chiesa è popolo di Dio in cammino di
conversione nella storia, non può fermarsi; edificare il
regno di Dio nell’umanità è la sua missione nel mondo;
confessare: lo fa annunciando la pasqua di crocerisurrezione oppure la Chiesa si riduce ad una Organizzazione Non Governativa che non serve: “la Chiesa senza
confessare la croce, senza portarla, si riduce ad una ONG!”.
Il
giorno
dell’insediamento
a
Vescovo
di
Roma
nell’omelia: “Il potere è servizio!”. Ai preti di Roma il giovedì Santo: “Il sacerdote si carica sulle spalle il popolo per
il quale è stato costituito!”. Oltre una Chiesa autoreferenziale esprime l’opzione fortemente conciliare per una
ecclesiologia di servizio, vale a dire che la Chiesa c’è per
servire il Regno e per questo serve l’uomo storico e concreto, tutti nella Chiesa siamo a servizio gli uni degli altri,
per manifestare a tutti il Volto di Gesù servo.
Nello stesso contesto dice: “Sogno una Chiesa povera per i
poveri”, il vangelo s’incarna nella solidarietà e nella
santità e dal momento che “il sudario non ha tasche” : se
vogliamo essere con Gesù Maestro dobbiamo rinunciare
a possedere!
Ai Cardinali: “Non dare spazio all’amarezza, è lo spazio del
diavolo!”; ai preti di Roma : “Dobbiamo avere il volto di chi
ha ricevuto una buona notizia”; alla gente all’Angelus e ai
ragazzi del carcere minorile di Roma: “Non lasciamoci
rubare la speranza!”. La nuova evangelizzazione si incarna nelle situazioni concrete della vita e dell’attuale
crisi
spirituale,
morale
ed
economica.
Occorre
l’autenticità dei testimoni al vangelo della gioia e della
vita.
Ringraziando sempre lo Spirito Santo, come già abbiamo
fatto nella liturgia, se tante sono le premesse il volto della
Sposa di Cristo dovrebbe risultare splendido e siamo di
certo ad una svolta epocale, se alle parole seguiranno i
fatti, ma diciamo anche un grande grazie ai cardinali che
non intendono più essere “i principi della Chiesa” della
Monarchia più antica e longeva, ma i servitori della Vigna
Chiesa povera per i
poveri...
Siamo tutti veramente
stanchi di sentire e ripetere slogan. Anche il
Papa ha mutuato uno
slogan dalla “teologia
di servizio” (così chiamano i teologi latinoamericani, in specie argentini, la versione meno conosciuta e ideologizzata della teologia
della liberazione), ha detto: “Sogno una Chiesa
povera per i poveri”, uno slogan certo, ma solo
il tempo sarà a dire se saprà farne un programma pastorale per la Chiesa universale… Lo Spirito lo aiuti. Abbiamo già troppi politici che, cadute le ideologie, si dedicano a sfornare uno
slogan ogni minuto, pensando di richiamare la
nostra attenzione su di loro. Ma la gente è
stanca e vorrebbe vedere fatti concreti, conformi a idee coerenti. Questa teologia di servizio
del Papa e dei cardinali che lo hanno eletto
così prontamente, dovrebbe essere il migliore
antidoto all’autoreferenzialità della Chiesa e
chissà che i politici non si convertano. Intanto
alla nostra Comunità non manca chi traduce in
fatti concreti e va avanti, pure in mezzo a tanti
vaniloqui distruttivi e critiche malevole! Un esempio per tutti: la Bottega dell’Equosolidale
ALTROMERCATO, opera concreta conforme
alla Dottrina Sociale della Chiesa. Maniera dignitosa, non occasionale, ma permanente costruttiva ed intelligente di operare, per la produzione di lavoro retribuito nei Paesi più poveri del mondo. Se facessimo un po’ d’attenzione poi, ci accorgeremmo che diamo lavoro anche ai ragazzi del Sud che operano
con passione nelle cooperative di
“LIBERA TERRA”, sistema efficacemente alternativo a quello della mafia. Tutti possono sostenere questo
impegno facendo utilmente spesa in
via XXIV Maggio, 99. PROMOZIONI
CAFFÈ IN CORSO.
QUESTO TERRITORIO: UNA VOCAZIONE! VITA ASSOCIATIVA /1
“Comitato dei Gemellagi”
In adesione alla vocazione di questo giornalino parrocchiale, cioè al desiderio di farsi ponte di comunicazione tra la
parrocchia e il territorio, prendiamo a raccontare varie realtà associazionistiche e di volontariato presenti nel nostro
Comune di Fara in Sabina. Ogni associazione svolge diverse ed importanti attività di promozione di eventi ed incontri non soltanto a livello “locale”, ma anche “a più ampio respiro”, ossia, occasioni per la costruzione di relazioni tra
persone di diversa nazionalità. E’ questo il caso del Comitato dei Gemellaggi di Fara in Sabina. Il Comitato, originariamente spontaneo e poi costituito ufficialmente nel 2001, inizia la sua attività nel 1992 con la città francese di Villemur Sur Tarn, con la quale viene stipulato un Patto di Amicizia negli anni successivi. Fino ad oggi, più di 700, tra
ragazzi ed adulti, sono stati ospitati dalle famiglie di Fara in Sabina ed altrettanti dalle famiglie francesi, creando
così importanti opportunità di scambio interculturale e promuovendo la nascita di autentici legami d'amicizia fra
giovani di lingue e costumi diversi. L’attività del Comitato, tuttavia, è in continua evoluzione ed è giunto alla stipulazione di un Patto di Amicizia anche con la popolazione Saharawi che, dal 1975, risiede in campi profughi allestiti nel
deserto algerino e nel Sahara Spagnolo. Il Comitato si occupa non solo di promuovere l’accoglienza dei bambini Saharawi nei mesi estivi, durante i quali hanno la possibilità di essere sottoposti ad importanti visite mediche, ma svolge anche attività per il sostegno e la crescita di questa popolazione nel suo territorio. Quattro anni fa, a Dajla (nell’
estremo sud del deserto sahariano), il Comitato ha ricostruito una scuola per 500 bambini, grazie ai fondi raccolti
durante cene e concerti organizzati, con il coinvolgimento delle altre associazioni faresi, appositamente per il sostegno di questa popolazione; lo scorso anno sono stati consegnati loro venti computer, avuti dalla Presidenza del Consiglio, per il tramite del Comitato.
Inoltre, grazie ai fondi raccolti, è stato possibile acquistare un defibrillatore che, due settimane fa, è stato consegnato loro, insieme a vari medicinali, da due ragazzi del Comitato stesso, recatisi presso i loro accampamenti.
Si tratta di contributi importanti per questa popolazione, i cui mezzi materiali provengono in gran parte proprio dalla solidarietà internazionale.
Il Comitato dei gemellaggi di Fara in Sabina è dunque un’importante risorsa per il nostro territorio; esso offre
un’importante occasione di crescita culturale ed etica, per l’attenzione ai valori umani e la disponibilità al sostegno
di popolazioni meno fortunate.
Silvia
DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA II parte: Il disegno di Amore di Dio per l’umanità
L’uomo, creato con un atto libero e gratuito d’amore da Dio, è chiamato ad accogliere ogni cosa come un dono che
da Lui proviene e a Lui è finalizzato. Gli uomini vivendo in società devono essere segno visibile e strumento
dell’amore di Dio, mostrandosi coltivatori e custodi responsabili dei beni che Egli ha messo a sua disposizione.
All’uomo e alla donna, creati a Sua immagine e somiglianza, Dio richiede un’esistenza morale che è riconoscenza
verso di Lui, ma anche collaborazione al Suo piano nella storia.
Dio ha dato agli uomini i Dieci comandamenti come regole di morale universale e di corretti rapporti sociali. Disobbedire a Dio significa sottrarsi al Suo sguardo d’amore, e voler gestire autonomamente l’esistenza di sé, del mondo
e del proprio agire in esso (pgf. 27). Da questo errore scaturiscono i mali che insidiano le relazioni sociali e le situazioni che attentano alla dignità della persona, alla giustizia, alla solidarietà.
Il disegno d’amore del Padre per l’uomo ha il suo compimento in Gesù, il Verbo fatto carne. Egli è l’inviato del Padre nel mondo con il compito di fare partecipi tutti gli uomini della loro relazione filiale che li lega a Dio. Gesù si fa
dunque modello ed esempio per i Suoi discepoli, ispirando il proprio agire alla medesima gratuità e misericordia
del Padre, chiamandoci a vivere come Lui. Gesù manifesta tangibilmente e in modo definitivo chi è Dio e come Egli
si comporta con gli uomini (pgf. 28). E come Gesù dona la Sua vita per noi, così noi dobbiamo donarci reciprocamente ai fratelli. Per amare il prossimo come sé stessi e perseverare in questo atteggiamento è necessario impegnarsi per il bene di tutti e di ciascuno; allacciare, cioè, relazioni di amore, giustizia, solidarietà con gli altri per giungere alla meta della nostra esistenza e della storia: la comunione d’amore con Dio.
La salvezza che Dio ci offre in Gesù richiede, però, la nostra libera risposta e adesione. E’ la fede, con la quale
l’uomo liberamente si abbandona tutto a Dio rispondendo al Suo amore con l’amore verso i fratelli e con la ferma
speranza nella fedeltà di Lui.
La salvezza di Dio non è offerta solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini di
buona volontà nei cui cuori opera invisibilmente e mirabilmente la grazia, perché Cristo è morto per tutti. Tutti hanno perciò la possibilità di
una vita nuova che li associ al mistero pasquale attraverso una progressiva trasformazione interiore e conformazione a Cristo, presupposto essenziale di un reale rinnovamento delle relazioni con gli altri. Il
rispetto e l’amore si devono estendere anche a coloro che pensano e
agiscono diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e religiose
(pgf. 43), per instaurare un dialogo fondato sull’onestà e la carità. Nel
cambiamento ci viene in aiuto la Chiesa con il Vangelo e le risposte
della sua Dottrina Sociale, perché come Maria con il suo “fiat”, anche
noi possiamo accogliere nella storia il Salvatore del mondo.
Calendario
tempo di Pasqua fino alla fine di
aprile
7 aprile
Domenica della Divina Misericordia, ore
10,30 Catechesi I elementare
14 aprile
Domenica terza di Pasqua
ore 10,30 Catechesi II elementare
ore 16,00 Progetto Educativo Parrocchia
Francesco Filosa
Campiscuola? Cominciamo a parlarne!
Il primo turno del GREST si terrà dal 10 giugno al 28 giugno.
Il secondo turno dall’1 luglio al 19 luglio. Per i più piccoli di 6
anni fino al 26 luglio. I due turni non sono da intendersi come
alternativi, ma per i genitori che lavorano o che comunque vogliono è possibile iscrivere i figli per tutto il periodo o parte.
L’orario della giornata sarà dalle 8,30 alle 15,30 con possibilità
di prolungamento orario fino alle 18,00.
L’oratorio “Don Bosco” concepisce il tempo estivo come un
tempo educativo della massima utilità, descolarizzato sì, ma
non allo sbaraglio e come passatempo. È un’opportunità unica
di educazione globale della persona dei bambini, della loro socializzazione, della creatività, della scoperta delle attitudini, del
gioco strutturato e libero. La presenza di adulti, giovani e ragazzi, in un periodo di convivenza gratificante, diventa la possibilità
di educare al servizio e di trasmettere i valori in maniera piacevole e attraente. L’occasione si può perdere anche ritardando
l’iscrizione!
Pensieri d’autore
PENSATECI IN TEMPO RIVOLGENDOVI IN PARROCCHIA
20 aprile Confessioni III elementare;
Ore 16 Convegno sull’immaginario infantile
21 aprile
Domenica IV di Pasqua
ore 10,30 Catechesi III elementare
27 aprile Confessioni IV elementare
28 aprile
Domenica V di Pasqua
Catechesi di IV elementare
Anteprima:
Le Prime Comunioni dei nostri bambini ci terranno occupati ed in fervida
preghiera per le famiglie: i turni nelle
domeniche: 5 e 12 maggio
Comincia la preparazione prossima alla
festa del nostro glorioso copatrono
Martire Sant’ Antimo Vescovo di Cures.
Quest’anno della fede la festa sarà
solennizzata anche dal Convegno che
si terrà, da parte della nostra Diocesi, proprio nella nostra Parrocchia al
Centro “Santa Maria Nova” il giorno
12 maggio
Che si agisca poco, come gli eremiti, o molto, come i dottori e gli apostoli, l’azione non trionfa del tempo
che nella misura in cui procede dalla contemplazione che unisce lo spirito all’eternità.
Lo sforzo morale dal quale noi non siamo mai dispensati è ordinato alla contemplazione ed all’unione a
Dio alla quale si dispone. L’attività esteriore deve, secondo l’ordine compiuto della vita umana, procedere
dalla contemplazione e dall’unione a Dio.
Solo la contemplazione scopre il prezzo della Carità. Senza di essa lo si conosce per sentito dire; con essa
lo si conosce per esperienza. Allora solamente la creatura può compiere quei prodigi di attività che si ammirano presso certi santi.
(Jacques Maritain)
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Non lasciamoci rubare la speranza! - Parrocchia S. Croce