L ECONOMISTA
GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Anno IV - Voi. VII
Domenica 4 febbraio 1877
Un nuovo porto sul mare del Nord (Ymniden)
Mentre in Oriente da un piccolo popolo, che tenta
di conquistarsi l’ indipendenza, si minaccia seria­
mente la pace d’Europa, sul punto opposto del con­
tinente una piccola nazione, di cui le attitudini e la
pazienza laboriosa hanno prodotto meraviglie, in­
tende unicamente a dare maggiore sviluppo al suo
commercio, aprendogli nuove vie, e ad ingrandire
pacificamente il suo territorio facendo nuove con­
quiste sul mare; conquiste non meno gloriose e più
durevoli di quelle che avrebbe potuto fare per mezzo
della guerra.
Gli olandesi, non contenti di essersi protetti con
una cintura di dighe che forzano le onde del mare
a ritirarsi, trovandosi troppo ristretti nel suolo che
doveva nutrirli e minacciati ad ogni istante di esser
sepolti sotto le acque non esitarono ad intrapren­
dere il prosciugamento del lago di Harlem. Questa
operazione sorprendente per l’epoca in cui fu co­
minciata (1840) ha fatto riacquistare 18,000 ettari
di terreno, oggi coltivato, di una fertilità meravi­
gliosa. Incoraggiati da questo primo successo i Paesi
Bassi hanno continuato senza posa quei lavori di
ogni genere, che hanno loro valso grandissima ri­
putazione.
La costruzione di canali, la rettificazione del letto
e della foce della Mosa e del Reno, il taglio del
Iìoek vati Holland (1), il canto dell’ Olanda, per
facilitare l’entrata e l’uscita a migliaia di navi, non
fu che un giuoco per quel popolo industrioso ed
intraprendente, senza parlare delle sue strade ferrate
(1) Il canale taglia per metà il canto di sabbia
che forma l’estremità settentrionale delle bocche
della Mosa e fa passare per questa via la maggior
massa d’acqua del fiume. Sopprime in tal modo gli
ostacoli che incontravano le navi che andavano da
Rotterdam al mare: esse potranno d’ora innanzi
prendere il largo, con qualunque tempo, senza do­
vere aspettare la marea. Oltre a ciò essendo scor­
ciata la distanza, le spese pel rimorchio sono sen­
sibilmente diminuite.
N. 144
e dei suoi bellissimi ponti sul Mocrdik e sulla MosaFra i lavori marittimi,. ve no ò uno che per le
straordinarie difficoltà inerenti al suolo presenta un
carattere speciale. È questa il nuovo canale clic
unisce Amsterdam al mare del Nord.
Inaugurato il 1° novembre 4870 in presenza del
re Guglielmo III, dei ministri, del Corpo diploma­
tico e delle autorità civili e militari, il nuovo ca­
nale è destinato se non a rimpiazzare quello del­
l’ Olanda settentrionale, almeno a rimediare agli
inconvenienti che presentava questo canale, costruito
dal 1820 al 1825 per dare accesso al porto di
Amsterdam, il quale prima di quell’epoca non co­
municava con l’Oceano che pel Zuyderzee. Ma con
con questo canale si allungava d’assai il percorso
dovendo le navi arrivare fino a Helder ; inoltre la
sua navigazione era spesso interrotta per causa del
diaccio durante l’ inverno e siccome non poteva
contenere le navi che pescassero 5 metri, non era
più in rapporto con la grande navigazione d’oggigiorno. Era dunque necessario di stabilire una nuova
comunicazione fra la metropoli dell’Olanda ed il
mare del Nord e siccome il golfo dell’ Y sul quale
Amsterdam è situata è separata dall’ Oceano soitanto
da una lingua di terra di 5 chilometri fu deciso
nel 1865 la creazione di un nuovo canale in que­
sta direzione. Quest’idea venne per la prima volta
in mente al re Guglielmo I nel 1816.
Perchè l’operazione fosse fruttifera si risolvette
di creare al tempo stesso un porto sul mare del
Nord, di chiudere l’ ingresso dell’Y con una diga
all’est di Amsterdam e di prosciugare, per colti­
varli poi, i bassi fondi del golfo dai due lati del
canale, che si chiuderebbe alle estremità con delle
cateratte. Dalla vendita di questi terreni si presume
possa ricavarsi tanto da ridurre le spese in modo
sensibile.
I lavori furono appaltati ad un intraprenditore
inglese al prezzo di 64 milioni di franchi dalla Com­
pagnia concessionaria, la quale non doveva ricevere
veruna sovvenzione dal Governo olandese. Lo Stato
garantiva soltanto 4 per cento d’ interesse e doveva
anticipare una parte dei fondi di cui sarebbe rim­
borsato di mano in mano che la Compagnia ven­
derebbe i 5000 ettari di terreno da prosciugare.
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Il porto sul mare del Nord è stato formato per
mezzo di due gettate lunghe 1550 metri; alla loro
origine sono distanti luna dall’altra 1200 metri e
convergono l’una verso l’altra fino alla distanza di
600 metri racchiudendo un’area di 120 ettari. Al­
cuno difficoltà di dettaglio hanno ritardato il compi­
mento dei lavori durante due anni ed hanno resa
necessaria una modificazione della convenzione con­
elusa fra lo Stato e la Compagnia concessionaria
dell’ intrapresa. In compenso dei lavori straordinari
che essa ha dovuto eseguire, il Governo olandese
ha accordato alla Società una sovvenzione di 7 mi­
lioni di franchi e la città -di Amsterdam ha pagato
una eguale somma dopo il compimento dei lavori.
La costruzione delle gettate, di lunghezza supe­
riore a 1500 metri ha incontrato gravissime diffi­
coltà. Certe parti sono state ricostruite sette volte.
Il giorno della inaugurazione questo porto ha rice­
vuto il nome di Tmuiden o bocca dell’Y.
Paragonando le dimensioni del vecchio canale,
che andava da Amsterdam a Helder, Con quelle del
nuovo, si vedono chiaramente tutti i vantaggi che
presenta quest’ ultimo.
Infatti il gran canale dell’ Olanda settentrionale
ha una lunghezza di 78 chilometri e mezzo, una
larghezza nel fondo di metri 9 42 e alla superficie
di metri 37 62 e una profondità di metri 5 66,
mentre che il canale diretto non ha che 25 chilo­
metri di lunghezza e presenta una larghezza nel
fondo di 27 metri e alla superficie di 60 metri con
una profondità di metri 7 50. — Si estende dalla
spiaggia di W yk aan Zee verso i terreni al nord
di Velzen e quindi per il Wykermeer traversando
l’Y raggiunge Amsterdam. Nove canali laterali lo
mettono in comunicazione coi villaggi di fìeverroyk,
Spaarndam, Mauerna, Westzaan, Halfroeg, Zaandam,
Bardegat e Oostzaan e servono allo scolo delle acque
piovane.
Le acque del canale separate dallo Zuyderzee e
dal mare del Nord con delle cateratte (I) scolano
in mare nelle ore di bassa marea, oppure sono
pompate con una macchina elevatrice della forza
di 575 cavalli. Tutti i terreni situati sull’ Y all’ovest
di Amsterdam e che rappresentano una superficie
di 5000 ettari sono disseccati : essi sono tanto fertili
che si possono ottenere sette raccolte successive
senza bisogno di concimi. Alcuni lotti hanno trovato
acquirenti all asta pubblica al prezzo elevatissimo
(1) Le cateratte del canale a Schellingwoude sono
libere, perchè l’atto di concessione non permette
alla Compagnia di riscuotere un pedaggio.
Al di là di Welzen a 1100 metri dalla costa
situate le due grandi cateratte di cui la più grande
è lunga ISO metri e può contenere le navi di mag­
giore tonnellaggio.
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di 3000 e 3500 fiorini l’ettaro, vale a dire 7000 e
8000 franchi.
Dal 2 novembre il nuovo canale è aperto alle
navi che pescano poco (42 decimetri a marea bassa
50 a marea media) ossia 1’ Amsterdamsche Peil,
vale a dire il livello di Amsterdam. Si continua
tuttora a scavarlo e quando avrà raggiunta la pro­
fondità fissata, il porto di Ymuiden sarà il solo da
Cherbourg alla Norvegia, nel quale le navi di forte
tonnellaggio ed anche le navi corazzate da guerra
potranno entrare durante la bassa marea di equi­
nozio.
Il socialismo contemporaneo in Germania
Sotto quésto titolo E. de Laveleye ha continuate
i suoi studi nella Revue des deux Mondes. Noi ri­
ferimmo in sunto ciò che egli aveva scritto intorno
a vari socialisti e particolarmente a Karl Marx. In
quella occasione parlammo anche di Lassalle, ma
non dispiacerà ai nostri lettori se noi diamo un ra­
pido cenno di quel che ne scrive il Laveleye.
Ferdinando Lassalle è considerato dai suoi ade­
renti come il Messia del Socialismo. È un vero
culto che gli hanno tributato in vita e dopo morte.
Lo paragonano a Cristo e credono che le sUe dot­
trine rinnoveranno il mondo come il Cristianésimo
rinnovò la società antica.
In sostanza Lassalle non disse nulla di nuovo ;
volgarizzò le idee di Blanc, di Proudhon, di Rodbertus e soprattutto di Karl Marx, ma appassionato
ed eloquente portò il socialismo dai libri nelle piazze
e nelle officine. In due anni agitò tutta la Germa­
nia, esercitando un fascino pari a quello di Abe­
lardo. Dappertutto lasciava il germe di Società ope­
raie. La sua vita è un romanzo.
Israelita di origine, nacque a Breslau l’i l aprile
1825. Disgustato degli studii Commerciali, seguì i
corsi univeisitari e ben presto concepì molto af­
fetto per gli studii economici. Hegel fu il suo mae­
stro nelle elevate regioni del pensiero; in politica ,
adottò le idee più radicali della giovine Germania.
Nel 1845 si recò a Parigi e vi fu bene accolto
da Arrigo Heine, che scriveva di lui in una let­
tera : « È un vero figlio dei tempi nuovi, che non
conosce nulla di quella abnegazione e di quella
modestia di cui noialtri abbiamo fatto professione
con più o meno ipocrisia. Egli appartiene ad una
generazione che vuol godere e dominare. »
A Berlino ebbe liete accoglienze. Humbold che lo
chiamava il figlio prodigo lo amò molto.
Impegnato in un singolare processo, dopo studii
d’ indole letteraria, si gettò nei movimento politico.
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Nel novembre 1848 fu arrestato come provoca­
tore alla guerra civile. Si difese, facendo appello
ai principii della rivoluzione francese. Assoluto dalle
Assise, fu poi imprigionato per sei mesi per resi­
stenza alla polizia.
Meditò le questioni sociali e scrisse un dramma
mediocre per provare che i grandi mutamenti sto­
rici si sono sempre compiuti « col ferro e col fuoco. »
Portava fino al fanatismo l’ idea della unità germa­
nica. Nel 1839 pubblicò un opuscolo sulla Guerra
d Italia e la missione della Prussia, in cui esponeva
alla democrazia il piano che Bismark espose più
tardi al re di Prussia. L’uno e l’altro credevano
che Napoleone III facesse gli affari dell’unità tede­
sca col favorire l’unità italiana.
Pubblicò un lavoro su Eraclito, uno studio lette­
rario su Lessing e una sapiente opera giuridica
intorno ai diritti acquisiti, in cui si manifestano qua
e là idee radicali contro la proprietà.
Dopo aver ripresa la sua idea favorita che la
forza è quella che decide degli affari umani, egli
si fece nel 1802 il campione del socialismo. A cotest’epoca i liberali si sforzavano di guadagnare lo
appoggio delle classi operaie. Lo Schulze organiz­
zava numerose Società sul principio del self-help.
Lassalle si dette alla propaganda delle idee sociali­
ste con un attività divorante. Egli fece del socia­
lismo un partito politico militante, che ebbe il suo
posto nell’arena elettorale. Il quarto Stato per lui
deve diventare il potere dominante nella società per
mezzo del suffragio univesale.
Accusato di nuovo si difese con un opuscolo —
L a scienza e gli operai — nel quale dimostra che
conviene mettere la prima a portata dei secondi. La
sua ultima pubblicazione diretta contro lo Schulze
riassume più largamente le sue dottrine ed è la
più notevole. I sofismi si nascondono sotto vedute
storiche ed economiche di una grande originalità.
Egli aveva detto : « In ogni linea che scrivo sono
armato di tutta la scienza del mio tempo. »
Nel 1863 aveva fondata« 1’ Associazione generale
tedesca dei lavoranti. » Nell’agosto 1864 fu ucciso
in un duello che fu mosso da ragioni private. Molta
gente del popolo credette e crede ancora che egli
non sia morto e che ritornerà per presiedere alla
grande rivoluzione e riorganizzazione della Società.
Rimase un partito lassalliano che non si è ancora
completamente fuso col socialismo internazionale di
Karl Marx.
Ed ora ecco il fondo della dottrina di Lassalle.
Sotto il regime attuale l’operaio non può coi suoi
sforzi migliorare la propria sorte, perchè vi si op­
pone la ferrea legge del salario, in virtù della quale
sotto l’azione dell’offerta e della domanda il salario
medio è ridotto a ciò che è indispensabile per vi­
vere e perpetuarsi. 11 salario non può a lungo sa-
127
lire al di sopra o scendere al di sotto di questo
livello.
Questa legge è un’applicazione della legge gene­
rale che regola il prezzo delle mercanzie. Vi sono
tre specie di oggetti; quelli che non possono crearsi
a volontà come le statue antiche e per questi il
prezzo dipende dalla domanda degli amatori; ve
ne sono altri che possono essere aumentati, ma non
al di là di certi limiti e con sempre crescente dif­
ficoltà e il prezzo generale è rappresentato dal costo
di produzione dei prodotti ottenuti al costo più alto ;
vi sono infine dei prodotti che si possono moltipli­
care presso a poco quanto si desidera ed il prezzo
sarà determinato dalle mercanzie ottenute al costo
più basso. Il lavoro come mercanzia appartiene a
quest’ultima classe, perchè il numero delle braccia
aumenta generalmente in ragione della domanda.
Se così è le Società immaginate da Schulze non
possono risolvere il problema più delle antiche opere
di beneficenza. Il giorno in cui tutti gli operai po­
tessero ricorrere alle Società di consumo, vivreb­
bero con meno spesa e il salario abbasserebbe. —
Tutti i tentativi di Schulze e dei filantropi borghesi
si spezzano contro la ferrea legge.
Oggi per produrre con successo occorrono grandi
capitali. Il piccolo industriale e l’artigiano vegetano
schiacciati dalla grande industria. L’operaio è for­
zato a vendere il suo lavoro per la sua sussistenza ;
mediante il salario il padrone acquista tutto il pro­
dotto del lavoro. Questo aumenta incessantemente a
misura che i procedimenti si perfezionano e che la
scienza si applica a sfruttare le ricchezze naturali;
ma l’operaio, sorgente di ogni valore, non ne pro­
fitta; tutto va al padrone a cui vantaggio va inte­
ramente il profitto del progresso industriale. L’ope­
raio dunque è spogliato di quasi tutto il frutto del
suo lavoro e necessariamente perchè è privato del
capitale che gli permetterebbe di acquistare egli
stesso il prodotto del suo lavoro.
Il contralto non è libero perchè l’operaio è forzato
dalla fame. Il capitale è bensì frutto del lavoro ac­
cumulato, ma del lavoro di quelli che non hanno
capitale e non di coloro che lo posseggono, perchè
il sistema attuale discende dal privilegio e la libertà
non è stata proclamata che quando i più forti ave­
vano tutto accaparrato, cosicché l’operaio politicamente libero si è trovato economicamente dipendente
come il servo del medio-evo.
La proprietà potrebbe oggi chiamarsi altruità. La
direzione di uno stabilimento industriale merita ri­
compensa, ma nelle grandi Compagnie sono forse i
direttori che godono dei benefizi? No, sono gli azio­
nisti, e la rimunerazione è fuori di proporzione col
servizio reso. Quanto al rischio che il premio deve
coprire esiste per un principale, ma non per la classe
e la statistica prova che quello che l’uno perde lo
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guadagna l’altro. La classe ha un premio per un j perchè tutto il prodotto dovendo loro appartenere
procurerebbero di aumentarlo il più possibile, e in­
rischio che in realtà non esiste. Bisogna far dispa­
fine
gli oziosi non potendo vivere senza far nulla
rire la causa che giustifica il premio e lo rende
rientrerebbero
nelle file del grande esercito dei pro­
necessario e questo sarà il risultato di una organiz­
duttori.
zazione migliore. Oggi il mondo va alla rovescia. È il
11 Laveleye confuta le dottrine di Lassalle con
capitale che deve essere al servizio del lavorante. Con­
molta abilità. Egli si domanda se nello stato sociale
viene che l’operaio ottenga tutto il prodotto del suo
attualo la ferrea legge del salario descritta da Las»lavoro. Capitale e lavoro devono vivere in armonia.
sulle sulla scorta di Turgot, di Smith, di Ricardo
Il mezzo è facile; si riuniscano nelle stesse mani.
si realizza con quel fatale rigore. Prima di tutto il
Senza lanciarsi nelle utopie basta favorire lo svi­
saggio del salario non può restare lungamente al
luppo di istituzioni già esistenti, cioè delle Società
disotto di ciò che è necessario per vivere e perpe­
cooperative di produzione.
tuarsi, il che non toglie delle tristi realtà. Ma è
Bisogna aumentarne il numero e a ciò si richiede
vero che non possa elevarsi al disopra di questo
l’ intervento dello Stato, che non dev’ essere « un
minimum? Quando il benessere dell’operaio aumenta
guardiano di notte » ma deve promuovere tutti i
si accresce la sua previdenza e le istituzioni che
grandi progressi della civiltà. Bastava creare una
tendono a migliorare la sua sorte lo rendono più
Banca centrale che potesse emettere 300 milioni di
proclivi al risparmio senza fare abbassare il salario
biglietti con una riserva di 100, e che avrebbe po­
perchè non accrescono l’ offerta delle braccia. Se
tuto prestarne 100 senza che ciò le costasse nulla
l’acquisto delle proprietà e il maggior benessere che
alle Società cooperative in Prussia. Esse potrebbero
ne risulta ritardano i matrimoni e diminuiscono le
estendersi all’agricoltura e stabilire fra loro relazioni
nascite
le misure prese a favore degli operai possono
di credito e di solidarietà. Lo Stato non avrebbe
migliorarne
la sorte e condurre alla soluzione del
che ad approvare gli statuti e ad esercitare una sor­
problema. Quello che avviene in Francia permette
veglianza per la sicurezza dei fondi anticipati. Ogni
di nutrire questa speranza.
settimana gli operai riceverebbero il salario abituale
I piani di riforma sociale di Lassalle non impli­
nella località e alla fine dell’ anno il benefizio sa­
cavano una rivoluzione violenta. Era in sostanza
rebbe distribuito come dividendo.
l’idea esposta da Blanc nel 1841, se non che il ri­
I rischi sparirebbero perchè l’industria invece di
formatore tedesco invece di prendersela coi principi!
produrre a caso, procederebbe dietro un piano com­
della economia politica, fi invocava per reclamare
plesso per corrispondere a bisogni conosciuti. I bi­
la trasformazione del sistema attuale.
sogni essendo noti per la statistica, le diverse asso­
Quanto allo scopo da raggiungersi, quello di mol­
ciazioni si intenderebbero per farvi fronte. L’attività
tiplicare
le Società cooperative di produzione, appa­
dei diversi rami della produzione potrebbe essere
rentemente
nessuno avrebbe alcuna obiezione da fare.
regolata come lo sono oggi i diversi generi di fab­
La
soluzione
sarebbe perfetta, ma si può sperare
bricazione in una stessa officina. Esistono già po­
che essa prenda il posto delle intraprese particolari ?
tenti stabilimenti metallurgici ove tutta una serie di
E qui il Laveleye tocca delle difficoltà special­
operazioni tecniche si incatenano in modo da for­
mente nella scelta dei gerenti e ricorda che il mo­
mare un tutto organico che trae dal suolo il mine­
vente della produzione sarà sempre la responsabilità
rale e vi dà macchine complete. Questo sistema
e l’interesse personale. Nel Congresso di Parigi dello
dovrebbe estendersi alla intera società. Allora il fondo
scorso ottobre questo principio espresso da Saintproduttivo e tutti gli strumenti di produzione appar­
Simon « a ciascuno secondo la sua capacità, a cia­
terrebbero in modo permanente alle differenti So­
scuna capacità secondo le sue opere » fu ricono­
cietà aggruppate in corporazioni di mestieri. I mezzi
di produzione nuovamente creati diverrebbero pro­
sciuto.
« Noi crediamo, diceva il cittadino Nicaise, di
prietà delle Società particolari come tali non avendone
essere più vicini all’ opinione generale degli operai
l’impiego. Al contrario tutti gli oggetti di consumo
fondando le nostre associazioni sulla base del paga­
o i loro prezzi sarebbero ripartiti fra coloro che
mento dell’ interesse ed anche di dividendi al capi­
hanno contribuito a produrli come ciò ha luogo oggi
tale. Se il risparmio dell’operaio non trova un im­
su basi più eque; il benessere generale sarebbe
piego vantaggioso nelle associazioni, continuerà a
molto maggiore non solamente perchè la repartizione
prendere una direzione più in rapporto col suo in­
si farebbe in modo più eguale, ma perchè la produ­
zione sarebbe più considerevole. Si eviterebbero le
teresse, e le associazioni incomincieranno il loro
corso al capitale o dovranno accettare il danaro dei
perdite dei lavori oggi fatti a caso e spesso inutili;
gli sforzi ora diretti a rovinare i concorrenti sareb­
capitalisti. » E furono notate le accennate difficoltà
bero diretti ormai verso uno scopo profittevole a
nella scelta dei gerenti.
tutti; il lavoro degli operai sarebbe più produttivo
Fu riconosciuto che le anticipazioni dello Stato
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L* E C O N O M IS T A
sono la perdita delle Società operaie. Delle associa­
zioni sovvenute nel 1848 una sola ha sopravvissuto.
Ecco la condanna del gran piano di rinnovazione
sociale proposto da Lassalle.
Questo non vuol dire che si abbia a disperare
¡dell’avvenire della Società cooperativa. Essa prospe­
rerà quanto più gli operai comprenderanno ciò che
-è necessario al suo successo. Ma bisogna trovare
buoni gerenti e pagarli bene, avere soci animati da
reciproca benevolenza, e avere la virtù di obbedire
alle leggi che ci si sono imposte. Ci vuol tempo per
compiere questa educazione economica.
Lo scopo è di giungere a riunire capitale e la­
voro nelle stesse mani sotto il regime della grande
industria, come è nel coltivatore proprietario. La
Società anonima potrebbe servire di transizione; ma
operai eletti possono già tentare la cooperazione.
Lassalle non pretendeva che le Società cooperative
avrebbero data la soluzione del problema sociale.
Questa sarà l'opera dei secoli e di riforme che esciranno organicamente le une dalle altre. La coope­
razione sarà un mezzo per migliorare la sorte degli
operai.
La proprietà attuale è una « categoria storica »
e transitoria, che trae senza lavoro una rendita dalla
terra o dal capitale che la legge vi attribuisce. La
proprietà non deve per diritto naturale avere altra
base al di fuori del lavoro. Questo avverrebbe quando
tutti i cittadini formassero parte delle Società coo­
perative. Il lavorante avrebbe il possesso a vita dello
strumento del lavoro o della parte dell’avere sociale
che corrisponderebbe al suo impiego, che sarebbe
in rapporto colle sue attitudini e gli darebbe una
..remunerazione esattamente eguale al prodotto del
suo lavoro. È la formula Sansimoniana.
L’eredità è una tradizione morta. La concezione
panteista della storia che aveva Lassalle lo portava
a credere che di progresso in progresso si giunge­
rebbe a uno stato in cui non vi sarebbe più che
una classe che grazie alla scienza otterrebbe la larga
sodisfazione di tutti i suoi bisogni, mediante un la­
voro moderato e salutare. Ciascuno potrebbe così
raggiungere tutto lo sviluppo intellettuale e morale
di cui la natura l’ha reso capace.
Nelle idee di Lassalle non vi è grande originalità.
Saint-Simon e Louis Blanc avevano avuto le sue
mire di ricostruzione sociale, Marx aveva fatta la
critica della economia politica. Pure la lettura dei
suoi scritti è utile perchè mostra certe lacune e certi
errori in alcune teorie economiche. Del resto, al
contrario di Marx, egli non vede che la Germania.
Voleva introdurre pacificamente delle riforme in uno
Stato che avrebbe servito di modello agli altri. Spe­
rava perfino che qualche sovrano o qualche granile
ministro ne avrebbe compresi i benefizi. È il sogno
del socialismo cesareo di Luigi Napoleone nella pri­
129
gione di Ham. Chiaroveggente in politica, credeva
più facile una simile riforma in una monarchia che
in una repubblica borghese. Credeva che ci sareb­
bero voluti due secoli per giungere all’abolizione del
salariato. Non invocava dunque una trasformazione
violenta, ma chiedeva troppo all’iniziativa dello Stato.
I QUATTRO ULTIMI ANNI
DELl’INDUSTRIA CARBONIFERA 1» INGHILTERRA
I progressi del commercio carbonifero in Inghillerra sono una delle cose più meravigliose nella
storia industriale di quel paese; ma in nessun pe­
riodo antecedente il commercio del carbone in In­
ghilterra ha fatto i passi giganteschi di questi ultimi
anni; il progresso delle epoche passate è meschi­
nissimo in confronto allo sviluppo che ha preso
adesso l’ industria carbonifera. L’incentivo più di­
retto- ed immediato di un tale sviluppo è stata la
deficienza di carbone che si verificò nel 1872-75 ;
anche altre cause possono avere influito nella stessa
direzione ed è probabile che il progresso normale
e regolare avrebbe portato la produzione del car­
bone fossile in Inghilterra alle stesse proporzioni,
anche senza la deficenza a cui abbiamo accennato.
La mancanza di carbone, rammentiamolo, ebbe un
effetto restrittivo ed uno di espansione; se non vi fosse
stata scarsità di carbone, il valore di quel combu­
stibile non avrebbe raggiunto il prezzo enorme al
quale s’innalzò e se il valore del carbone fosse ri­
masto inalterato, i minatori non avrebbero avuto
nè motivo nè possibilità di limitarne il prezzo, come
fecero colla veduta di diminuirsi il lavoro ed assi­
curarsi un salario più alto. Lo sviluppo del com­
mercio carbonifero che ha seguito la scarsità del
1872-75 è stato dunque in gran parte prodotto dalla
diminuzione avvenuta in quel momento, perchè ai
possidenti di carbone fu impossibile di ottenere dalla
stessa sorgente la stessa produzione che era suffi­
ciente qualche tempo prima. Nella medesima epoca,
fu attuata la legge sulle miniere, che servì d’ inci­
tamento ai minatori nel tener bassa la produzione
e mantenere la scarsità di carbone, limitando il la­
voro a 54 ore la settimana. Questo limite non fu
applicato, s’ intende, a tutte le classi di lavoratori,
anzi in fatto non lo fu che pei ragazzi al di sotto
di 16 anni. Ma siccome i ragazzi sotto i 16 anni sono
adoperati principalmente come caricatori e siccome
la restrizione dell’opera loro porta necessariamente
una diminuzione nella quantità di carbone che vien
trasportata per essere ammontata, viene a esser lo
stesso che se il limite delle ore fosse stato appli­
cato anche agli spaccatori e ad altri lavoranti. In
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quasi tutti i distretti ove esistono le miniere di car­
bone furono sui. primi del 1863, quando comparve
la legge sulle miniere, presi dei provvedimenti per
lavorare ai pozzi cinque giorni la settimana e dieci
ore il giorno, vale a dire 22 ore di meno, ogni
quindici giorni, di quel che si lavorava prima nell’estrarre il carbone, quando cioè le ore di lavoro
erano 11 per giorno e 11 giorni nella quindicina.
Generalmente parlando reffetto della legge sulle mi­
niere del 1863 fu quello di ridurre la quantità del
carbone del 10 per cento almeno e questo fatto
unito all’ indolenza crescente ed alle irregolarità dei
minatori, produsse l’effetto di accrescere gli sforzi
che si fecero da ogni parte per supplire alla deficenza del carbone; si aprirono nuove miniere e
vennero impiegati molti più operai di prima. È di
questo movimento che intendiamo parlare adesso.
Per fare intendere più chiaramente il progresso
avvenuto in Inghilterra in questi quattro anni sarà
bene parlar prima di quello antecedente operatosi
nella industria carbonifera nello stesso paese.
La produzione carbonifera del Regno Unito nel­
l’anno 1816 fu soltanto di 27,020,115 tonnellate.
Non vi sono memorie esatte alle quali affidarsi sul
numero totale delle miniere esercitate in quell’ epoca,
ma facendo un salto di 22 anni troviamo che sul
1838 esistevano in lavorazione soltanto 59 miniere
nei vasti terreni carboniferi del Nord, le quali pro­
ducevano annualmente 5,887,520 tonnellate, mentre
nel tempo attuale dalle 347 miniere situate in quei
luoghi si estraggono fra i 30 e i 35 milioni di ton­
nellate. Sedici anni più tardi il numero totale delle
miniere del Regno Unito ascendeva a 2441 ed il
prodotto complessivo del carbone fu calcolato essere
64,961,401. Dieci anni più tardi si contavano 3195
miniere e la produzione complessiva era di tonnel­
late 92,787,873, vale a dire che nel decennio ac­
cennato aumentarono 754 miniere e circa 28 mi­
lioni di tonnellate di carbone. Nel corso dei cinque
anni seguenti, cioè fino alla fine del 1869, si veri­
ficò il fenomeno singolare di una diniinuzione nel
numero delle miniere in lavorazione e di un aumento
nella produzione; il numero esatto delle miniere
tornò a 2819, mentre la produzione giunse a ton­
nellate 107,427,557. Questi numeri dimostrano, in
confronto col 1864, una diminuzione di 376 mi­
niere ed un aumento di 15 milioni di tonnellate
nella produzione. Questa incongruità apparente si
spiega però facilmente. Le principali miniere ave­
vano estesa moltissimo la produzione, mentre erano
state chiuse un gran numero di piccole miniere a
cagione delle condizioni del commercio o dei biso­
gni dei proprietari.
E errore comune il credere che il commercio
carbonifero in Inghilterra siasi sviluppato progressi­
vamente durante I’ ultimo mezzo secolo ; ciò è ben
4 febbraio 1877
lungi dal vero. Quello sviluppo è stato invece molto
irregolare ed incerto per non dir capriccioso. Per
esempio fra il 1855 e il 1856 avvenne un aumento
nella produzione di circa 2 milioni di tonnellate, ma
nei dodici mesi seguenti vi fu una diminuzione di
un milione di tonnellate, e l’anno dopo diminuì an­
cora di un altro milione, vale a dire che dal 1856
al 1858 la diminuzione fu di circa due milioni di
tonnellate. Nel 1859 però la produzione totale del
Regno Unito s’innalzò e circa 72 milioni, verifican­
dosi un aumento sull’anno precedente di circa sette
milioni di tonnellate, e nell’anno seguente vi fu un
altro aumento di più di otto milioni, di modo che
soltanto in quei due anni si accrebbe di quindici
milioni il prodotto carbonifero del Regno Unito, au­
mento quasi uguale alla produzione totale dell’anno
1816. Questo aumento corrisponde anche a quello della
produzione complessiva annua di quell’epoca in Au­
stria, Russia, Spagna, Portogallo, Australia e India,
ed è soltanto inferiore di tre milioni alla produzione
complessiva della Francia e del Relgio nell’ epoca
attuale.
Dal 1860 al 1869 si verificò un aumento annuo
progressivo e regolare, eccettuato il 1862, anno
nel quale si estrasse circa due milioni di tonnellate
meno dell’anno precedente. — Dal 1869 fino ad
oggi l’ aumento annuo è stato costante fuorché nel
1873-74 allorché la produzione ribassò da 127,000,000
a 125^000,000 di tonnellate, diminuzione che fu però
ampiamente compensata nell’ anno seguente essendo
il prodotto giunto a 132,000,000 di tonnellate, ossia
un aumento di 7 milioni sulla produzione del 1874.
Dopo aver esaminati i primi stadi dello sviluppo
carbonifero, passeremo adesso ad esaminare le cir­
costanze straordinarie che hanno accompagnato l’au­
mento di produzione di questi ultimi quattro anni.
Abbiamo scelto questo periodo di tempo perchè esso
comprende il principio e la fine di quello stato anor­
male di cose che produsse, mantenne e seguì la
scarsità del carbone. In breve, possiamo dire che
quantunque fino all’anno 1871 il commercio carbo­
nifero andasse sempre aumentando, non prosperò
mai moltissimo. Al contrario si asserisce ripetuta­
mente da autorità competenti, e specialmente dai
più grandi proprietari di carbone del Regno, che
nei 20 anni antecedenti al 1870 la media della ren­
dita netta del commercio carbonifero non eccedeva
il cinque per cento del capitale investito nella lavo­
razione. Ma nel 1871 il commercio incominciò ad
andar più spedito, e nel 1872 vi furono richieste e
prezzi senza precedenti. Nel 1873 questa condizione
di cose continuò, alquanto modificata, invero, ma
sempre abbastanza anormale, per produrre imbarazzi
ed incertezze, e far nascere una nuova serie di
circostanze che ebbero per qualche tempo tutto lo
incanto del mistero e della nuovità.
4 febbraio 1877
131
L’ E C O N O M IS T A
Fu appunto sotto l’influenza di queste circostanze
che si manifestò l’enorme sviluppo dei terreni car­
boniferi dell’ Inghiltarra il quale dette poi i resul­
tati dei quali diamo la tavola più sotto. Tutti co­
loro che ebbero in quei momenti dei capitali dispo­
nibili, si affrettarono ad investirli nelle industrie del
carbone e del ferro. Coloro che già da molto tempo
esercitavano quel genere di commercio, quantunque
incerti della durata che avrebbero avuto quei prezzi
così alti, furono costretti ad impegnarsi in pro­
getti di estensione e di sviluppo del commercio
stesso, anche quando i loro mezzi non glielo avreb­
bero permesso, e ben presto si trovarono a perdere
una parte del capitale. — Ogni località meritevole
di esser esercitata, ed anche molte che non valeva
la pena di esercitare furono facilmente affittate ad
un prezzo molto superiore a quello dei tempi pas­
sati, cioè alcuni affitti giunsero a dare una rendita
di uno scellino e sei denari e anche due scellini per
tonnellata (due scellini oquivangono a franchi 2 30).
Vennero scavati i pozzi nelle località più infelici,
con una risolutezza e un’energia degne di quel gen­
tiluomo il quale ostinato a scavare il famoso pozzo
di Monkwearmouth, rispose a coloro i quali cer­
cavano di persuaderlo che in quella località non
avrebbe potuto trovare il carbone, « che se non
riusciva a trovar quello, avrebbe però seguitato a
scavar tanto da giungere in una località dove avrebbe
trovato la cenere. »
Tutti i terreni carboniferi del Regno erano nelle
condizioni identiche ; si riteneva che il carbone fosse
la pietra filosofale moderna, sorgente di ricchezza
più abbondante e più sicura che i tesori di Golconda.
La gente che prima si contentava della rendita del
tre per cento, fu presa da una frenesia di guadagno,
inaudita ; per fortuna durò poco, ma bastò a provare
a molti che non è facile di riprendere i denari get­
tati in un pozzo. Alcuni però, quantunque anche
credessero che il periodo dei prezzi alti sarebbe du­
rato molto più di quel che durò realmente, non si
avventurarono però a far grandi speculazioni.
La tavola seguente presenta il resultato netto di
questi quattro anni, dimostrando il numero delle
miniere messe in lavorazione in ogni distretto, e l’au­
mento di esse dal 1871 al 1873.
North Durham and Northum1871
1875 Aumento
berland........................... . 164
170
6
C um b erlan d .....................
39
27
12
South Durham . . . .
37
. 140
177
C h e s h ire ...........................
29
37
8
Lancashire, East and North . 287
113
400
Lancashire, West . . . . 157
31
188
Yorkshire........................... . 423
523
100
235
123
D e r b y s h i r e ..................... . 130'
27
19
Nottinghamshire . . . .
46
18
12
31
25
13
13
307
104
59
66
33
74
299
79
216
201
30
442
157
64
90
40
91
415
124
334
23253
135
153
5
24
7
17
116
45
118
28
23
. 2,883
3,933
1,048
Warwickshire. . . •
Leicestershire. . . .
South Staffordshire and Worchestershire . . .
North Staffordshire. .
Shropshire . . . .
Glocestershire . . .
Somersetshire . . .
Monmouthshire . . .
South Wal es. . . .
North Wa l e s . . . .
Scotland (East) . . .
Scotland (W est). . .
Ireland...........................
Totale
La tavola seguente, che indica la produzione del
carbone in ognuno dei distretti nominali, ed il totale
della produzione del Regno Unito negli anni 1871
e 1875, insieme all’aumento e alla diminuzione ve­
rificatasi in ogni distretto, servirà anche a veder
subito il resultato della lavorazione nelle 1048 nuove
miniere messe in esercizio che vengon registrate
nella detta tavola :
LO l O h C O
AO — — O LO
0 ,0 4 ,0 4 ,0 ^ 0 ,
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CO — —
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L’anno 1875 è stato scelto perchè già se ne co­
noscevano le statistiche, ma siccome neir anno de-
132
L’ E C O N O M IS T A
corso si verificò un abbassamento eccezionale, così
i resultati del -1876 saranno presso a poco identici
a quelli-dell’anno preeedente. Secondo i calcoli sue­
sposti si vede che il commercio più attivo è stato
quello del Lancashire, ove sono state messe in lavo­
razione 144 nuove miniere, e l’aumento del carbone
è stato di 3,225,044 tonnellate; ed in Scozia ove
sono state aperte all’ esercizio 146 nuove miniere,
coll’ aumento di 3,159,216 tonnellate. L’ Yorkshire,
con un aumento di 100 miniere, e 2,624,018 ton­
nellate di carbone si avvicina por la produzione ai
grandi terreni carboniferi del Settentrione, ove l’au­
mento è stato di 2,907,207 tonnellate ; ma il fatto
che in quei terreni Settentrionali non sono state
aperte all’esercizio che 43 nuove miniere, dimostra
che l’aumento della produzione non va di pari passo
coll’aumento del numero dei nuovi pozzi di escavazione. Un altro fatto poi appoggia qùesta conclusione,
ed è che resulta dalla tavola esposta, che mentre il
numero delle miniere è aumentato in tutti i terreni
carboniferi del Regno, si è verificata un’assoluta di­
minuzione di prodotto in otto di quei terreni, cioè
nel Cumberland, Cheshire, Shropshire, Gloucester­
shire, Somersetshire, Monmouthshire, North Wales,
e Irlanda.
Un altro fatto curioso si rileva osservando i cal­
coli relativi al Staffordshire e al Worcestershire. In
quelle contee vi è stato un aumento complessivo di
188 miniere nuove, mentre l’aumento nella quantità
del carbone è stato soltanto di 426,754 tonnellate.
Quando si ricordano gli sforzi prodigiosi fatti per
esercitare il Sandwell-park e le altre nuove miniere
del Staffordshire, bisogna convenire che un gran
numero degli antichi pozzi devono aver prodotto ben
poco. In alcune parti dello Staffordshire la miglior
qualità di carbone è stata quasi completamente esau­
rita, e ciò può forse spiegare il perchè in questi
ultimi quattro anni il progresso in quei luoghi sia
stato lentissimo : osserveremo anche che quest’ atti­
tudine stazionaria di due delle contee più manifat­
turiere dell’Inghilterra, che hanno tanti rapporti colle,
industrie del ferro, diviene tanto più inesplicabile e
sorprendente, quando si pensa che dal 1854 al 1870
la loro produzione complessiva di carbone era più
che raddoppiata. Le risorse del South Staffordshire
sono realmente più limitate di quelle di qualunque
altro terreno carbonifero che produca la stessa quan­
tità di carbone. La Commissione del 1870 incari­
cata di fare un’ inchiesta sulla durata e l’estensione
dei terreni carboniferi dell’ Inghilterra valutò la ri­
serva dei terreni del South Staffordshire a sole
1,906,000,000 di tonnellate mentre i territori attigui
del Midlands e del Lancashire avevano respettivamente
delle riserve di 18,172,000,000 e 5,546,000,000
tonnellate, per non parlare del South Wales che ha
ancora intatte 32,456,000,000 tonnellate e dei terreni
4 febbraio 1877
carboniferi di Durham e Northumberland che ne
posseggono 10,036,000,000.
Sembrerebbe che specialmente in questi ultimi
quattro anni dovessero essere stati investiti in In­
ghilterra nel commercio carbonifero molti capitali,
senza gran profitto ; riportandoci nuovamente allo
tavole esposte, vedremo che Staffordshire ha soltanto
un aumento di 426,754 tonnellate, avendo aperto
188 nuove miniere; che il North Wales ha una di­
minuzione di prodotto di 162,692 tonnellate, quan­
tunque 45 sieno le nuove miniere in esercizio ; che
l’ Irlanda ha una diminuzione di 37,800 tonnellate
e 23 nuove miniere; Monmouthshire ha in meno
1,389,550 tonnellate e 17 nuove miniere; Glouce­
stershire una diminuzione di 139,217 tonnellate e
24 nuove miniere ; insomma fatto il calcolo, sono
state poste in esercizio 300 miniere nuove, senza
che siasi verificaio un aumento di produzione di una
sola tonnellata in tutti i distretti ove sono state
aperte. Quanto capitale è stato impiegato nell’aprire
all’ esercizio quelle nuove miniere? Evidentemente
la somma deve essere enorme, quantunque sia im­
possibile calcolarla anche approssimativamente, at­
tesoché una miniera può costare qualunque somma
fra le 1000 lire sterline e le 100,000. Può darsi
che la capacità produttiva di quelle nuove miniere
sia superiore ai calcoli che si riferiscono all’anno
1875 ; la produzione è sottoposta tanto alla in­
fluenza delle cause locali quanto a quella delle
cause generali, agli scioperi, alle accidentalità e a
tutte le peripezie del commercio. Bisogna anche dire
che il 1875 fu un anno nel quale i possessori di
miniere non si sentivano disposti ad esser intrapren­
denti, perchè stretti nel dilemma dei salari elevati
e dei prezzi bassissimi. Sotto questo rapporto sof­
frirono allora tutti i distretti ugualmente, e questo
ci conduce ad osservare, che mentre una gran parte
del capitale investito in questi quattro anni nel com­
mercio carbonifero è stato assolutamente perduto e
per sempre, il valore di quello che rimane intatto
deve esser molto minore di quel che sarebbe stato
qualche anno fa, almeno per quel che riguarda la
arospettiva della rendita. L’opera della Legge e dei re
golamenti sulle miniere, la misura dei salari pagati,
gli affitti richiesti per le miniere, la limitazione del
lavoro, le tasse, le riserve, ed altri argomenti di
esercizio, hanno contribuito a dare un valore per­
manente al carbone, ma nessun provvedimento le­
gale nè alcun regolamento locale potranno giungere
a far rialzare permanentemente quel valore, che di­
pende sempre dalla disposizione che ha il pubblico
a pagare il carbone tale o tal’ altro prezzo.
(Dal Times).
4 febbraio 1877
L 'E C O N O M I S T A
L’AUMENTO TERRITORIALE DELLA RUSSIA
Ho scelto come soggetto del p resente articolo
l’ aum ento te rrito ria le della R ussia perchè,
sem bra esservi adesso u n a ce rta ten d en za a
far rivivere 1’ a n tic a leg g en d a su ll’ Orso russo
insaziabile e om nivoro che a sp etta bram oso l’oc­
casione propizia p er divorare la sv e n tu ra ta
T urch ia. Quando, se g u ita la leg g en d a, avrà
divorato la T u rc h ia si add o lcirà la bocca con
F India, e a tu tto suo comodo m a n g e rà F Im ­
pero Cinese, e voltandosi dal lato ove tra m o n ta
il sole p o trà p rocurarsi verso le sue fro n tiere
occidentali u n lau to pasto. G ià u n pubblicista
acutissim o e molto conosciuto h a d ich iarato che
la Russia è la g ra n sfinge dei tem p i m oderni, e
che se l’E u ro p a non viene a spieg arn e l’en ig m a
dovrà asso g g ettarsi ad esserne d ivorata. Se ben
com prendo l’ allegoria, m i p are che l’enigm a
consista nella forza d’espansione della R ussia
e bisogna p u r confessare che a p rim a v ista
questa forza d’ espansione sem bra davvero m e­
ravig lio sa ed anche spaventevole, attesoché da
oltre m ille a n n i la R ussia non h a fatto che
alla rg a re contin u am en te i suoi confini e n u d a le
h a resistito: u n a trib ù ossia u n gru p p o di trib ù
insig n ifican ti, che occupavano u n a v o lta u n
territo rio ristre tto vicino alle so rg en ti del Dnieper e della D vina O ccidentale, son d iv en tate a
poco a poco u n a g ra n nazione d is trib u ita sopra
u n territo rio di 370,000 m ig lia geografiche
q u ad ra te che si stende dal B altico fino allo
stretto di B e h rin g e d all’ Oceano A rtico fino
al Mar Nero ed al M ar Caspio. Questo processo
di a llarg am en to s e g u ita ancora con la stessa
ra p id ità ; questo, e non altro, è F en ig m a da
risolversi.
Q ual’ è il segreto di q uesta forza d’ esp an ­
sione? È forse soltanto la b a rb a ra sm an ia di
u n in g ra n d im e n to te rrito ria le , oppure esiste
qualche m otivo più rag io n ev o le? Q ual’ è la
n a tu ra di questo processo ? a ll’ annessione dei
te r r i t o r i , è s e g u ita 1’ assim ilazione, oppure r i­
tengono i nuovi acquisti il loro c a ra tte re pro­
prio ? F o rm a F Im pero a ttu a lm e n te u n tu tto
omogeneo o u n agglom erazione d’elem enti ete­
rogenei te n u ti insiem e soltanto da un legaine
am m in istrativ o com une? Q ueste ed a ltre que­
stioni sim ili h an n o o g g i p er noi non solo u n ’im ­
portan za p u ram en te teo retica, m a u n ’im p o rtan ­
za pratica; se potessim o scuoprire la v era n a tu ra
e le cause dell’ aum ento te rrito ria le della R ussia,
giungerem m o forse a d e te rm in a re fino a che
punto le annessioni servano ad accrescerne o
d im in u irn e la potenza ; potrem m o forse anche
155
con qualche fondam ento farci u n ’idea del come,
del quando e del dove si a rre ste rà questo p ro ­
cesso di allarg am en to .
Osservando atten tam en te dal p u n to di v ista
economico la storia della R ussia, vedrem o esser
due le cause prin cip ali di questa forza d’ espansione; esse cause non sono il resu ltato di
qualche p a rtic o la rità etnologica, m a em ergono
dal fatto sem plicissim o che i R u ssi-S lav i sono
sem pre stati u n a popolazione ag rico la che a p ­
plica, anco fino ad oggi, soltanto i metodi di
co ltu ra p rim itiv i. Popolazioni sim ili hanno
sem pre, e con ragione, ad d im o strata la te n ­
denza di spingersi oltre i confini asseg n ati:
cresciute di num ero hanno sen tito il bisogno
dell’ aum ento di produzione, giacché i metodi
di quella co ltu ra p rim itiv a esauriscono presto
il suolo e dim inuisce per ta l modo la p ro d u ­
zione; m entre il corso n a tu ra le della v ita um ana
richiede u n aum ento di g rano, questo invece
g li viene a m ancare. Sotto il rapporto dello
sviluppo economico, in tali circostanze, si av ­
vicina molto al vero la m odesta asserzione di
M altus, che cioè la produzione del vitto non
au m en ta in proporzione della popolazione f
questa si accresce m entre dim inuisce il p ro ­
dotto, e non solo relativam ente m a anche asso­
lutam ente.
Q uando u n popolo ra g g iu n g e questo g r a ­
do’ di sviluppo economico, bisogna che neces­
sariam ente si ap p ig li a uno di questi due
espedienti: o im pedisca F accrescersi della po­
polazione o aum enti la produzione, e la p ri­
m a di queste altern a tiv e può effettuarsi in d i­
versi modi. 0 si espongono u n g ra n num ero
di b am bini o un re despota decreta, u n m as­
sacro degl’in n o cen ti, o la popolazione esube­
ra n te em ig ra in a ltri paesi, come fecero gli
S candinavi nel nono secolo, o come facciamo
noi stessi al giorno d’ oggi. L a seconda a l­
te rn a tiv a p o trà effettuarsi estendendo 1’ area
coltivabile o m ig liorando il sistem a agricolo.
F u facile ai R usso-S lavi il decidersi nella
scelta di uno di questi espedienti, e quasi si
può dire che la loro posizione geografica li
tolse subito d’im piccio, avendo essi vicinissim a
ad O riente u n ’ im m ensa estensione di te rre
v erg in i appena a b ita te ; poterono d u nque a l­
la rg a rsi com odam ente e in g ra n d ire l’area col­
tivabile. Questo fu ;1 p a rtito più n a tu ra le e
più saggio a cui potessero ap p ig liarsi, perchè
il m iglior modo di crear 1’ equilibrio fra la
popolazione ed i prodotti del suolo è in d u b ­
biam ente quello di estendere i lim iti della terra.
Un sistem a di coltu ra elevato è benissim o inteso
e si può an d arn e superbi quando la te rra è scar-
134
l----
L’ E C O N O M IS T A
4 febbraio 1877
sa, m a sareb b e assurdo il farne F applicazione
inospitali e m al disposti verso i forestieri, egli
quando esisto a noi vicino un g ra n te rrito rio
non si m unisce nè di revolver nè di coltello;
v e rg in e e facilm ente coltivabile; solo quando
non avendo intenzione di far m ale a g li altri,
non è perm esso di a lla rg a rsi d iv en ta necessaria
non gli viene in m ente che g li a ltri v o g lia­
u n a co ltu ra più d ilig en te e che tr a g g a p a rtito
no farne, a lui. In tra p re n d e coraggiosam ente
anche di un palm o di suolo.
v ia g g i lu n g h i di: centinaja. di m iglia, su d’up
Il processo di allarg am en to iniziato da cause
carretto a q u a ttro ruote piccolo e m al costrutto,
p u ra m e n te econom iche si accelerò cplle influenze
• irato da up pavalluccio b ru tto e con peli lu n g h i,
p olitiche, perché l’oppressione e le vessazioni
m a robusto come il suo padrone, e,non p o rta seco
dell’ a u to rità spinsero m olta g e n te v e r s o O r i e n ­
altro che u n a scure, u n a pentola di ferro, il,
te. Nel secolo decim ossettim o e decim ottavo le
leggerissim o a ratro epoche provviste sufficienti
esigenze divennero in to llerab ili ; au m en taro n o
a sostentarlo fino alla p rim a rappolta di grano.
g li agu zzin i g o v e rn a tiv i, crebbero le tasse e
Il, vastp te rrito rio aperto all'.industrie. del
le sp ietate esazioni dei V oyivodi o, dei loro
colono russo consisteva in due regioni contigue,
d ip en d en ti; lib eri co ntadini divennero servi
sotto mojti. rap p o rti assai diverse F u n a d aldella g leb a; furon fatate riform e ecclesiastiche
F a ltra , q u a n tu n q u e non separate nè da m onti
seg u ite dalle persecuzioni di .vecchi R itu a listi
nè da fiupii. La regione norfiica che com prende
e da P ie tro il G rande proscrizioni ed a ltre r i ­
tu tta la :p a rte setten trio n ale dell’E uropa,,orien­
forme violente. Q ueste ed a ltre m isu re vessa­
ta le e tu tto .il nord dell’ A.siahno alK am tchatkp,.
torie costrinsero alla fu g a m ig lia ja di Russi,
può descriversi, a g ra n d i tr a tti come u n te rrito ­
che cercarono a silo in u n te rrito rio libero, ove
rio boschivo attra v e rsa to d,a m olti fium i e, che
non li m olestasse nè. il p ro p rietario , nè i Vpcontiene g ra n num ero di la g h i e di p aludi. La
yivodl, nè il collettore di tasse. Ma lo Stato
regione m eridionale, che si, stende nell’ Asia
con la sua tu rb a di funzionari g o v ern ativ i e di
centrale,, è com posta in g ra n p a rte , di quelle
collettori seg u iva da presso i fu g g itiv i, e coloro
vaste p ia n u re che, i Russi, chiam ano Steppe
che vollero conservare la lib e rtà dovettero sp in­
e g li A m ericani Praterie, ove, è scarsa .l’ acqua
gersi m olto lontano ; m alg rad o tu tti g li sforzi
e m iserabile la v egetazione.,T utto questo te r ­
fatti dalle a u to rità per tra tte n e re la popola­
ritorio fu occupato an ticam en te da quella g ran d e
zione nei te rrito rii che occupa a ttu a lm e n te,
fam ig lia u m an a alla quale gli-etnologi, un po’
l’onda deg li e m ig ra ti con tin u ò a d irig e rsi verso
troppo som m ariam ente, applicano, il nome di.
F O riente.
T u ranica; n ella regione boschiva,.poco, a b ita ta ,
L a n a tu ra h a dotato il contadino russo di
s’in co n travano q u a e là delle trib ù finniche
u n a a ttitu d in e p artico lare p er questo g enere
che vivevano cacciando e lavorando la te rra ,
di colonizzazione. Buono, pacifico, p aziep te ha
m en tre delle steppe eran signore le trib ù T ar­
sem pre p ro n ta la risposta calm a e, dolcp che
ta re o T u rch e che m enavano v ita pasto rale
d isarm a la violenza e si a d a tta e si rasseg n a
e nom ade.
a tu tto con u n a facilità affatto sconosciuta al­
O g nuna di queste due regioni ayeya pei
trove, e ?i p ro cu ra im m ed iatam en te dei rap p o rti
coloni a ttra ttiv e ed ostacoli speciali. Nelle fo­
am ichevoli tra le popolazioni pon le quali elitra
reste, l’a g ric o ltu ra fu pei prim i e m ig ra n ti la ­
in co n tatto . C ercherem m o invano nel contadino
voro difficilissimo ed il loro modus operandi
russo q u ell’ a ria d’im p o rtan za prodotta d al sen­
m erita ancora l’attenzione di chi. v iriti quella
tim en to della p ro p ria su p erio rità personale e
località. N ella p rim av era, quando com inciano
nazionale, sentim ento che spesso trasfo m a p u r
le foglie a sp u n ta re su g li alberi, un. b ranco di
troppo i popoli, che p u r am ano la lib e rtà in
co n tadini si reca con delle scuri sul luogo de­
tira n n i crudeli, allorché en tran o in contatto,pon
stin ato ad essere diboscato; si abbattono prim i
razze più deboli della loro, o in feriori in civiltà.
i g ra n d i alberi e.q u in d i i più g iovani; quando
Il contadino russo è anche scevro di q uella
son tu tti in. te rra .si., lascian sul posto,, ed i
sm ania d’ inconsulto proselitism o che spesso
con tad in i se ne vanno e sem brano per più
im pedisce ag li id o latri di vedere nel C ristia ­
m esi d im en ticare affatto il terreno, diboscato.
nesim o d egl’ in g lesi u n a relig io n e d’ amore;
N ell’ a u tu n n o tornano sul luogo per. spogliare
egli ritie n e che ogni nazione abbia ricev u to
dei loro ram i gli alberi caduti, scegliere il l e ­
da Dio la sua fede speciale e che ogni uomo
gnam e, che può servire per costruzione, acca­
debba u n iform arsi alle regole della religione
tasta n d o il resto, dopo av ern e tolto qupl che può
in cui è nato. Q uando il russo va a s ta b ilirsi
esser buono come leg n a da ardere. Le tra v i
in mezzo a popolazioni stra n ie re , se an ch e i
da costruzione si trasp o rtan o appena la caduta
suoi nuovi vicini h an n o rep u tazio n e di essere ' delle prim e nevi h a a p p ian ate le strad e e.per-
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
m ette di sd ru ccio larv i sopra. D el leg n am e non
atto alla costruzione si fanno u n a .accanto all’ a ltra delle enorm i cataste. N ella p rim av era
segu en te si sm uovono con dei pali quelle ca­
taste e vi si appicca il fuoco. Sul p rincipio la
fiam m a com parisce, q u a e là, p o i , a g g iu n g e n ­
dovi per esca dell’erba secca e delle fascine
divam pa da tu tte le, p a rti, e le cataste non
form ano.più che u n im m enso fuoco; grandioso
spettacolo che è, im possibile vedere, nei paesi
civili. Se il fuoco è, ben regolato ricuopre il
terren o diboscato di uno strato di cenere al
quale.si mescola un poco della te rra sottostante;
ivi si- fa la sem enta. L a sem enta v ien poi r i­
coperta col mezzo d’ u n a specie d’erpice molto
prim itiv o fa tta con ram i di pino. Coloro che
hann o sem inato nella cenere possono rip ro m et­
tersi per l’ au tu n n o u n a mèsse abbondante,
perchè nell’ a n n a te o rd in arie il riso e l’ orzo
rendono alm eno il sette o 1’ otto e se la s ta ­
gione ,è favorevole, si ottiene anche il venti
cinque o il tre n ta . D isg ra z ia ta m en te q u esta
produzione artificiale è di co rta d u ra ta , se il
terren o è povero, sassoso,, si esaurisce in due
o tre a n n i ed anche quando è rela tiv a m e n te
buono non se ne ottengono più di sette o otto
raccolte,m ediocri. N ell’ insiem e però questo si­
stem a di co ltu ra cosi p rim itiv o non rem u n era
abbastanza le fatich e d ell’ uomo.
Il sistem a d’a g ric o ltu ra p ra tic a to nelle steppe
è molto più sem plice e assai m eno faticoso ; 11
non occorre che il colono com inci d all’ab b a tte re
gli alberi e ,dal p re p a ra re il terren o , p erchè la
n a tu ra h a g ià diboscato per suo conto e dotato
il suolo, composto di u n terriccio scuro, di u n a
fe rtilità prodigiosa, che secoli di co ltu ra non
son riu sciti ad esau rire che p a rz ia lm e n te. Il
colono n o n 'a v e v a da far a ltro che sm uovere
un po’ la te rra e deporvi la se m e n ta ; sicuro
di esser com pensato della sua lieve fatica con
u n a copiosissim a raccolta.
Perchè dunque, ci v e rrà chiesto, il contadino
russo h a preferito spesso di sta b ilirsi nelle re­
gioni boschive del nord, ove g li occorreva di
d u ra r ta n ta .fatica per a b b a tte re g li alberi e
dove la p o v ertà del suolo non g li p ro m ettev a
compenso, m e n tre che ad u g u a le d istan za da
lui, in vaste ed ubertose p ia n u re , la n a tu ra gli
offriva più facile 1’ esistenza? L ’ inconsistenza
apparen te di questo fatto si sp ieg a con u n a
rag io n e buona e validissim a. I co n tad in i russi
non provavano neppure a n tic a m e n te u n am ore
appassionato per il lavoro per se stesso, nè erano
incapaci di ren d ersi conto della m a g g io r faci­
lità e dei v a n ta g g i di produzione che p resen ­
tav an o le step p e; se avessero d u n q u e consi­
155
derata la questione soltanto dal lato agricolo,
avrebbero preferito quei vasti pian i del mezzo­
giorno ai te rre n i boschivi del n o rd ; m a re a l­
m ente bisognava p rendere in considerazione
altre circostanze collaterali, ed in quelle r i ­
siede la spiegazione del fenomeno. Il colono
doveva c u rarsi ta n to della fau n a che della flora
di quelle due regioni. S ignore della prim a
nelle foreste del Nord eran quelle trib ù fin­
niche pacifiche o laboriose, poco disposte a dar
noja a nuovi venuti che non le m olestassero
pei p rim i; nelle steppe vivevano invece quelle
orde nom adi, avide di preda, sem pre pronte
a ll’attacco, al saccheggio e al ra tto degli schiavi
che raccoglievano fra le pacifiche popolazioni
agricole. P er quanto i Russi fossero fatalisti
e coraggiosi, nonostante non poteron chiudere
affatto gli occhi ai p erig li che gli attendevano
nelle steppe, e m olti di loro preferivano di
affrontare la v ita faticosa, ma tra n q u illa delle
regioni boschive.
Q uan tu n q u e la colonizzazione delle foreste
setten trio n ali non si effettuasse senza s p a rg i­
m ento di sangue, il suo c a ra tte re generale fu
pacifico assai, e la cronaca contem poranea per
conseguenza non se ne curò, m en tre invece
la colonizzazione delle steppe occupa u n a p a ­
g in a san g u in o sa n ella storia europea. F ino dai
prim i tem pi le g ra n d i p ian u re situ ate al nord
del m ar Nero e del m ar Caspio furono occu­
pate da diverse popolazioni nom adi, ed una
continua g u e rra di fro n tiera arse fra loro e
la popolazione ag rico la e stabile. « Quella
gente, dice, uno scritto re bizantino contem po­
raneo, non h a dim ora fissa, cercano di conqui­
stare tu tti i te rrito rii e non ne colonizzano
alcuno. Son popolazioni volanti che nessuno
riesce a ferm are e siccome non hanno nè case
nè v illag g i bisogna in seg u irli e d ar loro la
caccia come agli an im ali selvaggi. N on si pos^
sono p arag o n are che ai G rifoni che la n a tu ra
benefica h a releg ati in regioni inospiti. »
Un antico cronista Russo cosi descrive le
loro scorrerie: « B ruciano i v illag g i, le cascine
e le chiese, fanno il deserto ovunque passano,
ed i cam pi lav orati divengono in breve di­
m ora delle belve; conducono in sch iav itù m olta
g e n te , a ltra ne to rtu ra n o , ne am m azzano o
lasciano m orir di fame e di sete. Desolati,
stanchi, mezzi m orti dal freddo, colle facce
strav o lte dal dolore e dai p atim en ti, scalzi,
sem inudi e lacerati dai p ru n i, i p rig io n ieri russi
si trascinano a ttrav ersan d o u n paese sconosciuto
e piangendo dicono l’ uno a ll’ a ltro : « Io sono
della ta l c ittà : io del ta l villaggio. » E unita
alla voce del cronista Monaco udiam o quella
136
L’ E C O N O M IS T A
dell’ anonim o O ssian,Slavo, che lam en ta la sor­
te dei caduti figli, di R ussia. « Ne’te rrito ri russi
sia ode ra ra m e n te la voce dell’agricoltore, ma
spesso invece il g rido degli avvoltoj che si con­
tendono i corpi degli uccisi, e il g racch iare
dei corvi che si p recip itan o su lla preda. »
Q uesta lo tta fra i coloni ag rico lto ri e le
b arb are trib ù nom adi a u ro più secoli e con
v aria vicen d a; u n a volta g li a g ric o lto ri si
avanzarono g u a d a g n a n d o terren o , m a re sp in ti
poco dopo, tu tta la R ussia divenne un M uss
o S tato trib u ta rio dell’im pero M ongolico; r i­
com inciò quindi il m ovim ento della coloniz­
zazione e finalm ente i nom adi vennero espulsi
o rid o tti all’im potenza. Questo resu ltato finale
fu ra g g iu n to recen tem en te; fino alla m età del
secolo decorso i russi si vendevano a m ig liaia
sui m ercati di schiavi della C rim ea e l’infam e
com m ercio non cessò finché la C rim ea non
fu an nessa allT m pero R usso da C aterin a II.
Ma non cessò su b ito la caccia ai russi, che
è s ta ta p ra tic a ta fino ai nostri g io rn i dal K h an
di K h iv a e da a ltri p o te n ta ti ai q u ali era r i u ­
scito di rim an ere in dipendenti. I due g en eri
diversi di colonizzazione produssero n a tu r a l­
m ente diverse q u a lità di coloni; nel N ord furon tu t t i ag rico lto ri e c o m m e rc ia n ti, m entre
nel sud, oltre g li a g ric o lto ri e i com m ercianti
si formò u n a classe ib rid a di uom ini a m età
coloni e m età soldati, conosciuta sotto il nome
di Cosacchi.
Mi è stato dom andato ta n te volte che cosa
sia u n cosacco, che non voglio tra s c u ra re l’oc­
casione di d ar dei ra g g u a g li sopra questo p e r­
sonaggio. A nticam ente, m e n tre ferveva la lo tta
alla q uale ho accennato, fu m estieri il m an ­
ten ere alla fro n tie ra del sud u n corpo irre g o ­
la re di tru p p e leg g iere, per p ro te g g e re la po­
polazione se d e n ta ria contro le scorrerie dei
T a rta ri nom adi. Queste tru p p e si form avano
ta lv o lta inviando alla fro n tiera i d eten u ti delle
carceri, ai quali g e n e ra lm e n te si dava il nome
di C osacchi; q u esti u ltim i però non erano i
cosacchi della sto ria e del romanzo; il g en u ino
cosacco, il libero cosacco a b ita v a oltre la fron­
tiera.
O rd in ati quasi m ilita rm e n te , i veri co­
sacchi si difendevano da sè e non solo b a tte ­
vano spesso i T a rta ri, m a si spingevano anche
a far delle scorrerìe sui loro territori]', v e n d i­
cando in certo modo le b a rb a rie commesse dai
T a rta ri in R ussia. T u tti quei fiumi che scor­
rono verso il m ezzogiorno, il D nieper, li Don,
il V olga, l’Y aik o O ural e ra n so rv eg liati da
•una b a n d a di lib eri cosacchi, ed a nessuno
4 febbraio 1877
era perm esso di trav ersare senza il loro p e r­
messo il territo rio adiacente.
O fficialm ente, i cosacchi eran Russi ; si professavan cam pioni dell’ortodossia e su dditi fe­
deli dello Czar, m a in re a ltà le cose eran di­
verse. Q u an tu n q u e fossero russi per o rig in e ,
per lingua e per inclinafcioni, l’ ab itu d in e di
dar la caccia e d’im padronirsi delle donne
ta rta re produsse tr a loro u n a certa m escolanza
di san g u e ta rta ro ; benché professassero l’o r­
todossia non si curavano affatto di p ratich e
re lig io se , nè vollero m ai sottom ettersi alle
a u to rità ecclesiastiche, m entre protestano con­
tin u a m e n te di esser su dditi devoti dello Czar
non credevan poi necessario di obbedire ai
suoi ordini che quando lor pareva di farlo.
B isogna però convenire che anche lo Czar
ag iv a con essi nello stesso modo chiam andoli,
quando a lui faceva comodo, suoi fedelissimi
su d d iti, m en tre quando riceveva dei lam en ti
sulle loro scorrerìe nel territo rio tu rco, li d i­
c h ia ra v a b rig a n ti ed assassini, dicendo che il
S u ltan o aveva d iritto di p u n irli come meglio
credeva. Nello stesso tem po però che venivan
considerati come b r ig a n ti, ricevevano reg o ­
larm en te da Mosca provviste e m unizioni, e
di ciò esiste la prova in alcuni docum enti
p u b b licati di recente.
F ra queste stran e com unità m ilitari le più
celebri furon quelle dei cosacchi del D nieper
e dei cosacchi del Don, che differivano però
molto l’u n a d all’a ltra nell’ordinam ento. La
p rim a ten ev a u n cam po fortificato in u n isola
del D nieper, ed in quel luogo un g ra n num ero
di cosacchi m enavan v ita strettam en te m ililitare, un po’sul tenore di quella degli an tic h i
ordini cavallereschi al tem po delle crociate.
O gni Jiuren o co m p ag n ia aveva in com une la
tavola e il dorm itorio, e alle donne era rig o ­
rosam ente proibito di p en e tra re nel recinto
fortificato. I cosacchi del Don non erano ac­
cam pati stab ilm en te, m a si riu n iv an o invece a
seconda delle circostanze.
B enché diverse n ell’ordinam ento, le due
co m u n ità avevan però m olti p u n ti di contatto;
b asate am bedue su p rin cip ii dem ocratici, sce­
glievano i propri ufficiali col mezzo dell’ele­
zione popolare; tan to l’ u n a che l’a ltra non
sdegnavano di far le scorrerìe sul te rrito rio
tu rco , avendone o no u n motivo plau s b ile;
am bedue ogni ta n to facevan com parire nel
M ar Nero flotte com poste di piccoli b a tte l­
li , che devastavano le coste ed anche ta l­
volta prendevano d’assalto le c ittà , p recisam ente come facevano i N orm anni del nono
secolo nell’E u ro p a occideutale.
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
Questi vari g ru p p i di cosacchi nou ebbero
tu tti la stessa sorte. I cosacchi del D nieper
disciolti colla forza da C aterin a II, vennero in
p arte tra sfe riti nei b an ch i sette n trio n a li del Kuban, ove p er m olte g enerazioni, sotto il nom e di
cosacchi del Mar Nero, furono adoperati a sor­
veg liar le fro n tiere e sostennero u n a g u e rra
incessante con le trib ù tu rb o le n te del Caucaso.
I cosacchi del V olga disparvero senza lasciar
di sè alcu n a traccia, m entre quelli del Don
e dell’O ural furono a poco a poco trasfo rm ati
in tru p p e irreg o lari e come ta li funzionano
anche oggi.
I re su lta ti finali della colonizzazione sono
sta ti sem pre diversi nelle due R egioni del
Nord e del Sud come diversi furono i metodi
di applicarla. Nel Nord i russi h an n o in g ra n
parte assim ilata, e direi quasi a sso rb ita , la
popolazione in d ig en a, m en tre al co ntrario nel
Sud q uesta è s ta ta o sottom essa o scacciata
a d d irittu ra ; la spiegazione di questo fatto im ­
po rtan te p o trà forse sp arg ere u n po’ di luce
sopra certi problem i storici an co ra oscuri
per noi.
I p rincipali ostacoli che si oppongono alla
fusione di due razze lim itrofe che vivono sotto
lo stesso governo, sono in p a rte econom ici ed
in p arte in te lle ttu a li; ed in a ltre parole, gli
ostacoli consistono p a rte nel modo di vivere, e
parte nei concetti fondam entali, e re d ita ri ed
in tellettu ali intorno alle credenze e alle p r a ­
tiche religiose. Nella regione N ordica i co­
loni russi incontraro n o u n a popolazione che
sotto il rapporto dello sviluppo economico non
era nè superiore, nè inferiore a loro; le trib ù
finniche erano g ià agricole, possedevano te rra
ad esuberanza e non ebbero però n essu n a r a ­
gione per c o n trastare ai russi la colonizzazione,
talch é questi si stab iliro n o pacificam ente in
mezzo a loro, senza che quasi i Anni se ne ac­
corgessero. F u il prim o passo verso la fusione
e l’am alg am a delle razze.
Nel sud al co n trario le razze in d ig en e ancor
dedite alla pastorizia e n o m ad i, si m an te n e ­
vano in un grad o di sviluppo economico in­
feriore a quello dei coloni, e la conseguenza
n a tu ra le di questo stato di cose fu u n a g’uerra
di sterm inio fra le due razze, sim ile a q uella
che ferve da m olte g en erazio n i in A m erica
fra g l’in d ian i pellirosse ed i coloni bianchi.
Le trib ù nom adi h an n o sem pre dim ostrato u n a
g ra n tendenza ad a tta c c are le popolazioni se­
d en tarie che in c o n tra n o ; l’ a v id ità del b o tti­
no le spinge a fare sco rrerle, sp ecialm ente
se h an n o dietro a sè un m ercato, ove facil­
m ente si vendono gli schiavi ; oltre a questo
157
il solo istinto della propria difesa le costringe
ad opporsi al progresso dei coloni, perchè l’al­
larg arsi dell’aera agricola re strin g e il terren o
che serve alla pastorizia e alla caccia. Un re ­
golam ento curioso nella sto ria dei cosacchi del
Don serve d’illustrazione al fatto acccennato:
quando questi vivevano soltanto dell’a llev a­
m ento delle pecore e di ra p in a , proibirono
l’a g ric o ltu ra sotto pena di m orte ; questa p ro i­
bizione è s ta ta com unem ente sp ieg ata, dicendo
che desideravano di conservare nella com unità
10 spirito b attag liero , m a q u esta spiegazione
mi sem bra troppo speciosa per esser v era; la
ragione, secondo me, fu qu esta e non a ltr a ;
l’uomo che coltivava un palm o di te rre n o
defraudava i suoi vicini dei loro d iritti p a ­
storali.
La lo tta fra u n a razza p astorale e u n a razza
agricola può d u rare un pezzo, m a il resu ltato
finale è uno solo; g li ag rico lto ri, per ragione,
che è facile rin tracciare, finiscono sempre, col
.tempo, p er trio n fare; i nom adi son co stretti a
ritira rsi, e quando la ritir a ta d iventa im pos­
sibile, l’unico scam po per loro è quello di
cam biar metodo di vita, se non vogliono essere
esterm inati.
La sto ria delia colonizzazione, russa prova
ad evidenza che così avviene sem pre : le trib ù
nom adi sono state costrette ad em ig rare o a
restrin g ersi in qualche lontanissim o te rrito rio
delPim pero, ed anche lì non vivono in pace,
l’area agricola si estende co n tinuam ente intorno
ad essi, e ben presto non rim a rrà loro un lembo
di terren o ove m en ar v ita assolutam ente p a ­
storale; ho visto io stesso che alcune di q u e l­
le trib ù com inciano ad a d a tta rsi a coltivare il
suolo.
Dato anche che quelle trib ù ta rta re fossero
state in clin ate a ll’ag rico ltu ra, l’am alg am a coi
coloni russi sopravvenuti sarebbe stato diffi­
cile perchè esisteva un altro ostacolo. I russi
eran cristiani ed i ta rta ri seguaci di Maometto.
C hiunque abbia vissuto in rap p o rti am ich e­
voli coi m aom ettani h a potuto convincersi come
sieno essi poco accessibili all’influenza del c ri­
stianesim o, come vadan superbi d’esser m ao­
m ettani e considerino i C ristian i come poli­
teisti. Noi abbiam o, essi dicono, un solo Dio,
e Maometto è il suo profeta ; voi p u re credete
in Dio e avete in Cristo un g ra n profeta, che
noi pure risp e ttia m o , ma voi ne faceste un
Dio, ed a lui e a quell’altro ne ag g iu n g este
un terzo venuto non si sa di dove. Voi dite
che il vostro profeta è l’eguale di A llah, lu n g i
da noi u n a sim ile bestem m ia! La v erità è che
11 M aom ettism o, come il C ristianesim o stesso,
158
L’ E C O N O M IS T A
è u n a religione m onoteista d ie contiene una
d o ttrin a teologica ed u n a g e ra rc h ia ecclesia­
stica. U na relig io n e che possiede re q u isiti co­
me questi, resiste n a tu ra lm e n te allo sp irito di
proselitism o di a ltre re lig io n i; c e lo dim ostra
il vedere che le trib ù F in n ich e, le q u ali non
professano u n a religione sim ile, h an n o tu tte a
a poco a poco abb racciato il cristianesim o.
Le an tic h e relig io n i finniche, se dobbiam o
g iu d ic a re da quello che ne rim a n e , avevano
tu tte , come il popolo che le p raticav a, u n ca­
ra tte re pratico, direi quasi prosaico. L a teolo­
g ia consisteva, non in dogm i a s tra tti conside­
ra ti lo gicam ente e su b o rd in a ti g li u n i ag li
a ltri, m a in sem plici prescrizioni intese a pro­
c u ra re il b en essere m ateriale. Anche al giorno
d’o g g i nei d is tre tti che non sono d iv e n titi
russi, il popolo rip e te preci v o lg a ri, disador­
n e , d ire tte soltanto ad invocare dal cielo
u n a b u o n a raccolta, la salu te delle m an d rie e
cose consim ili. A lc u n i, alm éno i T cherem iss
certam ente, dopo esser cad u ti sotto il dom inio
della R ussia, h an n o preso l’ab itu d in e di racco­
m an d arsi chiedendo a Dio il denaro p er pa­
g are le tasse ! Le cerim onie consistono g e n e­
ralm en te in r iti m a g ic i, co n siderati come
p reserv ativ i co n tro 1’ influenza degli sp iriti
m alig n i. O ltre questo i T cherem iss praticano
certe cerim onie p a rtic o la ri por lib erarsi dalle
visite poco g ra d ite dei loro co n g iu n ti tra p a s­
sati, od in queste si m anifesta più specialm ente
il c a ra tte re p ratico e il senso com une di quelle
popolazioni. Invece di c o n ten tarsi di m istici
riti, pongono presso le tom be abbondanti prov­
viste di v etto v ag lie, e le an im e pie riten g ono
che d u ra n te la n o tte q ueste sian divorate, non
dai cani affam ati dei v illa g g i circo n v icin i, m a
d ag li sp iriti dei tra p a ssa ti. Questo, sia detto
in p a r e n te s i, è forse modo m igliore e più
um ano di c o n te n ta r g li s p iriti, che quello di
racch iu d erli in u n m o num ento, costum e che
forse h a av u to la stessa o rig in e.
U na relig io n e sim ile non p resen tav a nessun
ostacolo all’accettazio n e d e i C ristianesim o, spe­
cialm ente tra tta n d o s i della C hiesa G reca O r­
todossa. Se Y um ala ed a ltri Dei benefici non
m andavano delle b u o n e raccolte, era n a tu r a ­
lissim o che si ricorresse all’aiu to della M adonna
o del « Dio de’Russi. » Se i soliti riti m agici p ra ­
tic a ti fino allo ra non bastavano più a sc o n g iu ­
rare li s p iriti m alig n i, p erch è non p rendere
l’a b itu d in e di farsi il segno della croce che i
russi adoperavan sem pre e con ta n ta efficacia
nei m om enti di p ericolo? N eppure l’ e n tra r
fo rm alm ente a far p arte della co m u n ità cri­
stian a, accettan d o il sacram ento del battesim o,
ì febbraio 1877
rep u g n av a a quelle m en ti sém plici, nè risve­
g lia v a il fanatism o e la resisten za, alméno
d u ra n te i mesi estivi. Il significato religioso
di quella cerim onia sfu g g iv a loro in teram en te
e devono aver tro v ato difficoltà gran d issim a
nello spiegare a se stessi come mai le a u to rità
russe regalassero ú n a cam icia e u n rublo a
tu tti coloro Che acconsentivano a essere b a­
g n a ti. È vero che m olti tra loro non si c u ra ­
vano di questioni così astruse ed òran capaci
di presen tarsi due o tre vòlte per ricevere il
sacram ento e la ricom pensa annessa. Alcuno
volte l’opera della pro p ag an d a era affidata a
uom ini p e n e tra ti del vero spirito del Missio­
nario éd in ta l caso èssi cercavano d ’im p artire
un po’ d’ istruzione relig io sa; ma più spesso
d isg raziatam en te vi erano in caricati della con­
versione al cristianesim o funzionari ecclesia­
stici o ufficiali ad d etti alla polizia ru ra le , e
questi si lim itavano a contare il num ero dei
co nvertiti.
Questo eclettism o religioso così prim itivo
produsse la sua sin g o lare m iscela di P a g a n e ­
simo e di C ristianesim o. Si racconta che alle
feste an n u a li per la raccolta del grano, i con­
ta d in i T chuvash invocano prim a i loro an tich i
Dei e q u in d i il Dio Russo « e il Dio'Niccolò »
perchè san Niccolò miracoloso è il santo favo­
rito dei contadini russi. Q ualche v o lta g li Yomzy,
personaggi a m età p reti e a m età m agi, ra c ­
com andano ài cred en ti di p rovar l’ effetto di
u n ’ invocazione alle D iv in ità C ris tia n e , nel
q u al caso la p re g h ie ra riveste questa forma
fam iliare « Senti Niccolò Dio, forse il mio vi.
cino, il piccolo Michele, ti av rà detto m ale di
me o te lo d irà in avvenire, non lo stare a
sen tire; io non g li ho fatto alcun m ale, nè
gliene desidero; lu i è indegno chiacchierone e
un v an tato re, e lu n g i dall’ on o rarti veram ente
ti fa l’ ipocrita. Io al con trario ti venero pro­
fondam ente e, g u ard a, ti regalo u n a Candela. »
T alv o lta il m iscuglio delle due relig io n i è ancor
più so rp ren d en te: conosco, per esempio, un caso
nel quale un T cherem iss dopo esser g u arito
da u n a grav issim a m a lattia, sacrificò un puledro
alla M adonna di K asan.
Q uesti pochi fatti, che po trei m oltiplicare
all’infinito, b astano per d im ostrare come a poco
a poco s’ introdusse nelle trib ù F in n ic h e l’O r­
todossia g reca senza che producesse nessuna
rivoluzione in tellettu ale nella m ente dei con­
v e rtiti; dobbiam o ricordarci che in questo caso
O rtodossia g reca equivale a n azio n alità russa.
L a com unanza relig io sa conduce n a tu ra l­
m ente a facilitare i m atrim o n i fra le razze l i ­
m itrofe, e i m atrim o n i producono la fusione
-1 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
139
delle due n azio n alità. In m olti v illa g g i di u n a | invasioni delle trib ù nom adi; un cordone m i­
m età della R ussia n ordica è difficile determ i­
lita re no i bastava che ad im pedire le scorrerìe
nare se gli a b ita n ti siano F in n ic i o Slavi.
di qualche banda di b rig a n ti, m entre i nom adi
Questo processo di russificazione non fu pos­
si avanzavano in orde num erose alle quali
sibile fra i M aom ettani che h an n o delle d o ttrin e
non si poteva con speranza di buon successo
religiose ed u n clero regolare, ta n to che a n ­
opporre che un g ran d e esercito; qualche volta
che quelli che si sono dedicati all’a g ric o ltu ra e
tu tta la forza m ilitare di cui poteva disporre
vivono stab ilm en te nei v illa g g i sono rim asti
il paese sarebbe sta ta insufficiente a rèspingere
estran ei all’ influenza russa. Ho visitato vi 1- J g l’ invasori. R ipetutam ente nel secolo decimolagg-i, ove la popolazione è a m età M aom et­
terzo e nel decim oquarto le trib ù ta rta re si sca­
tan a è a m eta C ristian a e le due razze sono
gliarono su quelle provincio, m ettendo le c ittà e
rim aste d istin ta m e n te sep arate l’u n a dall’altra.
i v illaggi a sacco ed a fuoco. K ief e Mosca non
Non si dovrà supporre perù che vivano come
sfuggirono al furore di quei selvaggi e ven­
nemiche, p erchè q u a n tu n q u e o g n u n a di esse
nero devastate. P e r più di due secoli tu tto il
conservi scrupolosam ente la p ro p ria fede ed i
paese fece p arte dell’ Im pero Mongolico, e si
propri costum i, non sono isp ira ta da nessun
pagavano annualm ente enorm i trib u ti al K han.
fanatism o ag gressivo e cooperano in tu tte le
In tali circostanze il Governo Russo non po­
faccende com unali come se non esistesse fra
teva rim an ere inerte; occorreva non solo che
loro a lcu n a differenza di razze nè di religione.
proteggesse i suoi sudditi, m a bisognava anche
Q ualche volta eleggono come anziano del v il­
che pensasse a m antenere la p ro p ria indipen­
lag g io un C ristiano, u n a ltra volta u n Mao­
denza p o litica; p er ra g g iu n g e re quei due in­
m ettano e 1’ assem blea popolare non si occupa
ten ti non poteva far altro che cercare co n ti­
m ai di questioni religiose. A vvenne u n a volta
nuam ente di estendere le sue frontiere.
nella P ro v in cia di Sam ara che i con tad in i m ao­
[Continua)
D. M a c k e n z i e W a l l a c e .
m ettan i aiu taro n o volo n tariam en te i cristian i
( F ortniglitly Review)
loro com paesani a tra sp o rta re il leg n am e per
rip a ra re la Chièsa della loro P arro cch ia. Così
noi vediamo Sotto la stessa A m m inistazione,
LE COLONIE INGLESI NELL’ ASIA
abbastanza buona, starsen e pacificam ente in ­
sieme nello stesso Com une i T a rta ri M aom et­
ta n i e i C ristiani Slavi.
Troviamo nello Standard una descrizione parti­
H'i rap p resen tato fin qui questo estendersi
colareggiata dello stato in cui si trovano adesso le
della R ussia verso P O riente come u n m ovi­
provincìe sottomesse in Asia al dominio inglese,
m ento spontaneo delle popolazioni agricole, e
stato al quale accennano gli ultimi dispacci di lord
per quanto possa eèservi del vero in questa
Carnarvon.
asserzióne non è però che u n ’ esposizione
La carestia e le pestilenze alle quali andava sog­
im perfetta del fenomeno che ho im preso a
getto il continente orientale, benché diminuite molto
spiegare.
dacché l’ India può partecipare alle risorse della ci­
Il m ovim ento fu iniziato senza dubbio dal
viltà occidentale, sono ancora però terribili. 1 costumi
popolo costrettovi da u rg e n ti n ecessità econo­
di quei popoli non hanno subita alcuna modifica­
m iche, m a il Governo p u re vi prese p a rte im ­
zione. Il clima ò lo stesso ed il Governo inglese è
p o rta n te . Nei prim i tem pi, quando la R ussia
stato sempre troppo occupato ad assicurar loro i
non era che u n ’ agglom erazione di p rin c ip a ti
primi requisiti della civiltà, l’ordine interno e la
indipendenti, i p rin cip i avevano m oralm ente
pace esterna per jfctere attendere a ciò che era
e politicam ente 1’ obbligo di p ro te g g e re i loro
parimenti necessario, cioè al miglioramento agricolo
sudditi, e quando i G randi P rin c ip i di Mosca
e sanitario. Inoltre la spesa dell’ irrigazione, quella
nel secolo XV riu n iro n o sotto il loro Scettro
delle straile rotabili e delle ferrovie in un paese
num erosi p rin c ip a ti e se ne fecero
que­
così povero come l’India, interamente sprovvisto di
st obbligo ricadde su di loro; nel n ord lo so­
quei mezzi atti a supplire alla mancanza della rac­
disfecero, p erchè poche stazioni m ilita ri, b en ­
colta, è così immenso che il lavoro nuovo non può
ché poste a g ra n d i distan ze l’ u n a d a ll’altra,
esser fatto che a poco a poco.
bastavano a conservare l’ ordine, ed anche di
Si hanno notizie dalle Presidenze di Madras e di
quelle dopo poco tem po cessò il bisogno. Nel
Bombay, di una nuova carestia, dovuta a una di
sud invece la cosa era g rav issim a ; occor­
quelle lunghe siccità che non dovrebbero nell’ India
reva p ro te g g e re la popolazione1lu n g o u n a fron­
sorprender nessuno, ma che pure mettono cinque o
tie ra ste rm in a ta , a p e rta da tu tti i p u n ti alle
sei milioni d individui alla mercé dell’aiuto gover-
140
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
nativo. Yien proposto di trovare loro impiego nelle
opere pubbliche al prezzo di circa 4 d. al giorno,
cioè poco più di otto soldi della nostra moneta ;
ma quei cinque o sei milioni non rappresentano che
una piccolissima parte della popolazione che soffre.
Nell’ interno, nei distretti lontani dalle strade fer­
rate, nei luoghi dove le bestie da soma muoiono
per mancanza di nutrimento vi sono delle moltitu­
dini che forse soccombono prima che giungano i
soccorsi del Governo. Lunghe fila di vagoni carichi
di riso rimangono delle giornate intere alle stazioni
delle strade ferrate aspettandovi l’arrivo dei carri
che devono distribuirne il contenuto nei villaggi. Le
pecore ed i giovenchi si comprano con una rupia
per ogni testa, perchè non essendovi modo di nu­
trirli ai possidenti non par vero di disfarsene.
La pioggia non è attesa che verso i primi di
marzo e gli infelici abitanti delle Indie hanno an­
cora innanzi a sè tre mesi terribili.
Abbiamo attinto queste notizie da un dispaccio
mandato da lord Carnarvon al governatore gene­
rale. Il dispaccio dà, approssimativamente, il numero
degli individui che sarà necessario soccorrere a pub­
bliche spese fino ai primi di settembre, parla della
natura dei lavori ai quali le popolazioni sono ora
adoperate e di altri dettagli importantissimi. Questa
carestia obbliga l’Inghilterra ad occuparsi seria
mente del modo di salvare le popolazioni indiane
da questa calamità; questione alla quale è relativa­
mente estraneo il resto dell’Europa.
Uno dei nostri corrispondenti racconta un viaggio
che fece in strada ferrata attraversando per molte
miglia quei miserabili distretti; l’occhio suo non
ncontrava generalmente che scene di desolazione,
ma qua e là poche e distanti l'ima dall’altra si ven­
devano piccole macchie di un giallo verdastro che
denotavano la presenza di qualche sorgente d’acqua
non ancora disseccata e che dava un’idea di quel
che sarebbe potuto diventare quel paese se ad esso
fosse applicato un buon sistema d’ irrigazione. Un
funzionario indigeno suo compagno di viaggio gli
disse che un canale di qualunque genere avrebbe
salvato tutto il suo circondario.
Il popolo era adoperato ¿rei tracciare strade se­
condarie che, secondo quel funzionario, avrebbero
salvato migliaia di esistenze, cosa credibilissima;
ma quando il nostro corrispondente gli domandò se
la stessa quantità di lavoro non sarebbe stata im­
piegata più utilmente nello scavare una o due ci­
sterne per ogni villaggio egli, pure ammettendo la
giustezza della osservazione fattagli, soggiunse che
sarebbe impossibile sorvegliare dei lavori sparsi in
una moltitudine di villaggi, in un’area vasta quanto
una contea inglese. Questa opinione ha un valore
perchè è quella di un uomo del paese e praticò
delle cose locali.
Ecco dunque il problema che si presenta al Go­
verno inglese; deve egli intraprendere quelle grandi
opere pubbliche, quei sistemi di irrigazione di strade,
di acquedotti che sono il distintivo di una razza
benefica, ma non conquistatrice, oppure deve egli
provvedere unicamente quando si presenti l’occa­
sione di una peste o di una carestia non curandosi
dell’ avvenire ? Da una questione simile dipendono
grandi interessi e dal risolverla in un modo o in
un altro sarà giudicata la idoneità degli inglesi al
dominio del vasto impero indiano.
Lascerà l’Inghilterra nell’India i sogni imperituri
di una civiltà grande e bene organizzata o soltanto i
resti insignificanti di una occupazione transitoria ;
indizio soltanto di una temporanea superiorità mi­
litare?
La questione è essenzialmente finanziaria perchè
non si deve dimenticare quanto costi alle finanze
indiane questo continuo ricorrere di carestie.
FABBRICAZIONE
d e ll’ A m
id o
« li
r is o
Il riso contiene circa 1’ 80 °10 di amido,
quindi è più ricco in amido di tu tte le altre
m aterie prim e adoperate in questa fabbrica­
zione. L ’estrazione delTam ido dal riso presenta
c ertam en te difficoltà molto m aggiori che non
la sua estrazione dal frum ento e dalle patate;
i g ra n e lli am ilacei .sono rin ch iu si in un tes­
suto cellulare com patto e sono collegati fra
loro così tenacem ente dal g lu tin e che non si
possono isolare se n o n ricorrendo a ll’im piego
di a g e n ti chim ici assai potenti. Gli agenti
adoperati per d isa g g re g a re o disciogliere il
g lu tin e contenuto nel riso sono gli alcali e
in p rim a lin ea la soda caustica, o gli acidi
(il m uriatico), i quali u ltim i però a ttu alm en te
sono cad u ti in disuso.
L a p rim a condizione per l’im pianto d’una
fab brica d’amido di riso in condizioni favore­
voli è la presenza di u n ’acqua perfettam en te
lim pida non contenente nè sostanze organiche
nè ferro. La presenza nell’ acqua di solfati,
di cloruro di calcio, e specialm ente di cloruro
di m agnesio è sem pre dannosa; in prim o luogo
perchè questi sali scom pongono la lisciva di
soda caustica im p ieg ata nella fabbricazione e
qu in d i ne neutralizzano l’azione, in secondo
luogo perchè l’idrato di m agnesio che si forma
ren d e assai difficile l’isolam ento dell’amido più
fino per mezzo di lav atu re. Il cloruro di sodio
d a solo esercita invece u n ’influenza favorevole
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
141
quanto alla separazione delle diverse q u a lità i stratto re collo sfregam ento o m ediante un
pennello b ag n ato d’acqua e si m ette l’amido
d’amido. Se l’acqua non possiede le q u a lità r i ­
nelle casse. Il tra tta m e n to successivo è come
chieste si può rim ed iarv i, in q u an to le im pu­
nel processo Hoffman.
rità siano dovute alla p resenza di sostanze
Il processo Hoffmann h a per iscopo di u t i ­
m inerali p recipitandole m ediante ap portune
lizzar
m eglio la m ateria prim a, nonché di o t­
q u a n tità di carbonato sodico o di soda cau­
tenere un prodotto di prim a q u a lità più fino.
stica a cui si potrebbe a g g iu n g e re u n a piccola
La p o ltig lia o tte n u ta colla m acinazione viene
q u a n tità di calce v iv a ; il precip itato che si
m ediante pompe tra sp o rta ta in un locale su ­
form a è facilm ente separabile e contiene sotto
periore in am pi tin i, ove vi si ag g iu n g e a l­
form a di solfato sodico l’acido slforico che esi­
tre tta n ta lisciva di soda cau stica ad 1° Beausteva nell’ acqua. L ’im piego del cloruro di
mó ; si a g ita il tu tto per sei ore, allungando
bario non è raccom andabile perchè adoperato
il liq.uido con quasi a ltre tta n ta acqua, e poi si
in eccesso, com unicherebbe a ll’am ido p ro p rietà
lascia in riposo. Quando nel bicchiere che si
venefiche.
im m erge di tem po in tem po nel liquido per
Si distin g u o n o tre m etodi p er fabbricare
esam inarlo, si m anifesta verso il fondo la for­
l’amido di riso coda soda cau stica: l.° il m e­
mazione di u n a zona g rig ia -b ia n c a s tra è
todo inglese o di Jo n es; 2.° il metodo Hoffmann;
tem po di dar principio alla lav atura.
3.° il metodo am ericano. D irem o con qualche
B asta u n a doppia la v a tu ra con una lisciva
d ettag lio dei due p rim i. A questi tre m etodi
allu n g atissim a per separare tu tto l’amido di
sono com uni le operazioni segu en ti: l.° la m a­
prim a q ualità. Il liquido attrav ersan d o uno
cerazione del riso entro u n a lisciva di soda
staccio cilindrico a rriv a en tro bacini di zinco.
caustica da 1 '[3 a 2“ Beaum è. Il riso si tiene
Lo staccio o buratto è lu n g o m etri 3 ‘[a; il
a m acerare p er 18 ore ag itandolo di frequente,
suo
asse è cavo e tem pestato di forellini, e co­
quando si estrae è ram m m ollito p er modo che
m
unica
con u n condotto d’acqua per mezzo
si spappola fra le d ita ; 3° u n a doppia la v a tu ra
di
un
breve
tubo di gom m a. L’asse p o rta alla
con acqua sem plice dopo allo n ta n a ta la lisciva;
distan
za
di
m.
0,7 cinque mozzi di ferro , le
4 ° la m acinazione accom pagnata dall’a g g iu n ta
cui razze sono collegate m ediante assicciuole
di u n a lisciva molto a llu n g a ta ( I o Beaumè).
di legno con quelle degli a ltri mozzi. Il ci­
E ssa si com pie con m acine fran cesi orizzontali
lindro è riv estito di u n tessuto di seta finis­
da cui il riso viene rid o tto in u n a specie di
simo, h a u n ’ inclinazione to tale di m ill.50 ed
poltiglia.
è coperto da un rivestim ento di legno. A ttra ­
Nel processo di Jones si rim escola conti­
verso l’am pia a p e rtu ra cen trale di questo en­
nuam ente q u esta p o ltig lia d u ra n te cinque ore
tra da u n a p arte il liquido che contiene l’amido
e poi la si solleva m ediante pom pe , ai tin i
in soluzione, d’a ltra p arte sortono il riso non
s itu a ti al piano superiore 'dell’edificio. Ivi si
m acinato, l’amido scadente e glutinoso ecc.
allu n g a il liquido coll’a g g iu n ta di a ltre tta n ta
Il b u ra tto fa 50 g iri al m inuto. Inferiorm ente
acqua e poi lo si lascia in q u iete p er 20 m i­
ad esso si trova u n a cassa riv e stita di zinco,
n u ti, dopo il qual tem po si tro v a che la m ag­
sul fondo della quale sono disposte parecchie
gior p arte del g lu tin e e della cellulosa s’è p re­
bocche che perm ettono l’eitlusso in varie di­
c ip ita ta ; allora si tra v a sa il liquido p er mezzo
rezioni. Il liquido effluito si lascia poi in r i­
di sifoni.
poso p er due g iorni entro bacini. In questo
Si rip ete o rd in ariam en te 3 volte l’operazione
frattem po l’amido si deposita t u t t o , a meno
della la v a tu ra , ag g iu n g e n d o all’acq u a u n poca
che l’acqua adoperata non abbia q u alità no­
di soda; il residuo viene asciu g ato m ediante
cive
o non si sia fatto uso di liscive troppo
presse id rau lich e e adoperato p er alim en tare
energiche.
Occupiamoci per ora del tra tta m e n to
i bestiam i. L a m assa e s tra tta passa attrav erso
dell’amido
più
fino. Questo, estratto dai bacini,
u n b u ra tto cilindrico e p erviene in am pi ba­
viene
rim
estato
entro piccoli tin i con u n a li­
cini foderati di lam iera di zinco, dove in due
sciva
diluitissim
a,
poi per elim inar quel po’di
g io rn i di tem po l’am ido si depone tu tto allo
g
lu
tin
e,
che
vi
si
può
tro v are ancora com m i­
stato solido. Si separa allo ra l’acqua e si cava
sto
è
in
tro
d
o
tto
nell’idroestrattore.
Indi, tolto il
fuori l’am ido, lo si rim esta entro tin i con ac­
g
lu
tin
e
si
a
g
ita
di
nuovo
l’amido
con acqua,
qua contenente u n a piccola dose di soda e lo
lo
si
b
u
ra
tta
,
e
dopo
averlo
parzialm
ente n e u ­
si asciu g a entro id ro e s tra tto ri, i quali, ne
tralizzato
con
acido
cloridrico
diluito,
ed a g ­
espellono la piccola q u a n tità di g lu tin e e di
g iu n to v i dell’oltrem are in piccolissim a q u a n ­
lisciva che contiene. Si to g lie il g lu tin e che
tità si distende sopra tele entro casse di legno.
rim ane aderen te alle p a re ti in te rn e dell’idroe­
112
L’ E C O N O M IST A
Q ueste vengono a g ita te di frequente onde re n ­
dere più p ro n ta l’espulsione del”acqua. Q uando
l’am ido si è consolidato lo si ta g lia in grossi
pezzi che si pongono ad asciu g are p rim a sopra
m atto n i porosi; p o i, quando non danno più
tra c c ia d’u m id ità al ta tto , en tro essicatoi. Sono
p referib ili g li essicatoi ad a ria calda o a fuoco
d ire tto agli essicatoi a vapore. Se non si può
otten ere a ltrim e n ti u n a buòna circolazione
d’a ria n ell’essicatoio conviene applicarvi un
asp irato re p er esalarne l’a ria um ida. L a te m ­
p e ra tu ra deve m an teù ersi fra 50" e 60" cent.
A ppena sui pezzi s’è form ata u n a crosta da 2
a 3 m ill. essa viene ra sc h ia ta e si avvolge il
pezzo en tro u n a c a rta porosa, lasciandolo asciu ­
gare u lterio rm en te nell’essicatoio. P assati q u a t­
tro g io rn i non si pensa più alT allontanam ento
dell’a ria um ida, si chiudono tu tte le a p e rtu re
e si e le v a la te m p e ra tu ra fino a 70° o 75°, e
dopo a ltri due g io rn i si tro v a che i pezzi h an n o
assunto un aspetto quasi cristallino e si son
form ate alla superficie delle irradiazioni con­
v e rg e n ti verso il centro. Si tolgono allora
dall’essicatoio e si lasciano raffred d are in u n a
località asciu tta.
R ito rn iam o eira a quei residui g rig ia s tri che
rim angono nei tin i dopo la p rim a la v a tu ra e
contengono am ido puro, am ido glutin o so g lu ­
tin e e g ra n e lli di riso non m acin ati. Essi
vengono m escolati con poca acqua e poi p as­
sati nel b u r a tto i g ra n e lli di riso rito rn an o
alle m acine e il liquido passa in appositi tin i
ove vi si a g g iu n g e un poco di g lu tin e di fru ­
m ento decomposto e lo si fa ferm entare.
In 6 a 8 g io rn i il g lu tin e è sufficientem ente
ram m m ollito. A llora s’introduce la m assa in
un id ro estratto re p er separare le sostanze d i­
sciolte ; to lta la d all’ Id ro estratto re, vi si a g ­
g iu n g o acqua e u n po’di soda e la si lav a
parecchie volte; indi la si introduce in un
id ro estratto re da raffinare, oppure si lascia
depositare l’am ido len tam en te, lo si sep ara, lo
si rim esta e poi lo si m ette entro le casse.
CONCORSO AGRARIO REGIONALE
DI A N C O N A
Nel settem bre del ven tu ro anno 1877 sarà
ten u to in Ancona il secondo Concorso (l’altro
ebbe luogo in F o g g ia nel 1874 e fu il prim o
per l’ Italia) della 3“ Circoscrizione.
Proponendoci di occuparci p artico larm en te
4 febbraio 1877
di questo Concorso che interessa lin a regione
lim itrofa a quella ove'si pubblica il nostro gior­
nale, pubblichiam o in tù ito il seguente M ani­
festo della Commissione ordinatrice, i cui com­
ponenti, c h iari e benem eriti :delle discipline
ag-ronómiche Sono a rra della bu o n a riu scita
del Concorso stesso.
» Si te rrà in Ancona nel venturo anno 1877
d a lla'seco n d a alla terza D om enica di Settè’fnb re, il Concórso R egionale A gràrio dèlia terza
C ircoscrizióne, la quale com prende la zona
a d ria tic a che dal Cesano g iu n g e fino all’ e­
strèm o lim ite d’ Italia, co lle'P ro v in cie di A ir
coita, Ascoli-Piceno, Bari, Campobasso, Chieti,
Foggia, Lecce, Macerata, Teramo.
Il Concórso Sarà òrdinàto g iu sta le norm e
del R egolam ento M inisteriale del 17 Novem­
bre 1864, oltre alle speciali istruzioni che ver­
ran n o in seguito pub b licate e diffuse pel tr a ­
sporto e Tarnmissione degli o g g etti chiam ati
a concorrere.
In q u a ttro divisioni è distrib u ito il ' Con­
corso :
a) Dei poderi od aziende ru ra li dèi solo
te rrito rio della P ro v in c ia di Ancona, i quali
abbiano le Condizioni che verranno indicate.
b) D egli an im ali rip ro d u ttiv i, delle razze
equina, bovina, ovina, su in a e degli anim ali
da cortile e da colombaja.
c) D egli stru m en ti e delle m acchine Che
servono alla co ltu ra della te rra e destin ate
alle operazioni cam pèstri.
d) Dei P ro d o tti A g ra rii, tan to quelli che
si ottengono d irettam en te dal suolo, che quelli
delle ind u strie stre tta m e n te collegate colla col­
tivazione della terra.
Speciali p rogram m i forniranno p iù partico­
la re g g ia ta classificazione degli o g g e tti da
esporsi e prescriv eran n o le norm e e le con­
dizioni alle quali saranno ammessi, ed il tem ­
po dell’invio.
Il M inistero di A g rico ltu ra concórre la rg a ­
m ente con i prem i in m edaglie ed in danaro,
allo scopo di a llettare i p ro p rietari ed a g ri­
coltori a com partecipare alla g ara.
P el concorso de’poderi è assegnato un pre­
mio d’onore di lire TREM ILA in danaro, o
con oggetto equivalente: oltre a due m edaglie
d’arg en to , q u a ttro di ram e e L. 500 per i fat­
tori, coloni ed operai a d d e tti all’azienda pre­
m iata.
I prem i pel concorso degli an im ali consi­
stono in m edaglie d’oro 41, d’arg en to 43, di
ram e 43; ed in danaro p er la som m a comples­
siva di L. 20,720.
P e r le m acch in e e stru m e n ti a g ra ri, sono
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
destin ate 12 m edaglie d’ oro, 18 d’ arg en to , e
24 di ram e.
Pei p rodotti di ag ric o ltu ra e in d u strie affini,
m edaglie d’oro 13, d’arg en to 19, di ràm e 27 ;
compresi alcuni concorsi speciali.
L’assegnazione dei prem i è d eferita ad u n a
Commissione g iu d icatrice, eletta secondo il
R egolam ento M inisteriale e divisa in sezioni.
Ove, le P rovincie, seguendo il lodevole su g ­
gerim en to del M inistero, stabilissero di prem i
speciali entro la p eriferia dei risp ettiv i te r r i­
tori, ne v erran n o resi consapevoli g li espo­
sitori.
A spese della P ro v in cia di A ncona, col con­
corso del Com une locale, si ap p resteran n o le
località per ricevere g li o g g e tti che saranno
esposti; e la Commissione o rd in atrice non tr a lascerà c u ra alcu n a perchè vi possano essere
collocati con tu tta p ro p rietà ; esclusa però ogni
idea di fasto e di decorazione, troppo c o n traria
alla sem plicità cui debbono inform arsi ta li g are,
come ce ne offrono esempio le nazioni civili,
che p rim a adottarono ta li istituzioni.
Le spese di trasp o rto d egli anim ali, m acchine
o prodotti saranno sostenute d ag li espositori,
salvo le facilitazioni d’uso che p otranno esser
concesse dalle A m m inistrazioni delle Ferrovie,
e dalle p ubbliche rappresen tan ze. Così p u re
saran n o a Carico d e g li'e sp o sito ri le spese di
custodia degli anim ali nei locali dell’ esposi­
zione. Il m an ten im en to del bestiam e e il ser­
vizio di stalla saranno g ra tu iti.
Le dichiarazio n i dei concorrenti debbono in ­
v ia rsi non più ta rd i del mese di M aggio, se­
condo i m oduli che saranno d iram ati.
P rim a che g li anim ali sieno in tro d o tti nei lo­
cali dell’esposizione saran n o sottoposti ad ispe­
zione con d iritto nella Commissione O rdinatrice
di escludere quelli che, a giudizio di esperti,
non fossero riconosciuti in o ttim a condizione
san itaria.
Così la Commissione non assum e responsa­
b ilità per d a n n i in cui potessero in correre g li
espositori, benché sa rà su a c u ra di porre in
opera ogni mezzo p er tu te la re i loro in te ­
ressi.
P erch è il Concorso A grario che si te rrà in
Ancona ra g g iu n g a il fine di sua istituzione,
che è quello di dare u n valido im pulso all’a­
g ric o ltu ra in q u est’ am pia e s v a ria ta regione
lungo l’A driatico, è m estieri che i p ro p rietari,
e q u an ti intendono alla co ltu ra del suolo, r i ­
spondano volonterosi all’appello, e concorrano
in buon num ero. Essi tro v eran n o in questo
parifico agone, il confronto de’ m etodi e si­
stem i diversi, da cui poter tr a r r e delle u tili
143
cognizioni, ed un eccitam ento alla loro in d u ­
stria.
E ad essi, p ertan to , che sp etta di far to r­
nare decorosa questa g ara, di provare ch’essi
apprezzano insiem e a ll’utile proprio il lustro
del paese, rispondendo solleciti alle cure delle
pubbliche am m inistrazioni le quali non risp a r­
miano spese pel prosperam ento dell’A gricol­
tu ra Nazionale.
Ancona 18 Ottobre 181(1.
LA COMMISSIONE ORDINATRICE
I l Presidente M. FA ZIO LI
1 Commissari
GIUSEPPI] DB R I S E I S
NICOLA MELODIA
FRANCESCO DB BÓSlS
RUGGERO ROSI
CARLO MORODER
LUIGI PAOLUCCI
I l Segretario
C. A u g a i s .
ESTRAZIONE DELLO ZOLFO
DALLE
PIRITI
'L ’estrazione dello zolfo h a u n a sì g ran d e
im portanza per l’in d u stria che per molto te m ­
po la chim ica Si è occupata dei mezzi di e stra r­
re questo corpo dalle p iriti che lo contengono.
F urono prese m olte p aten ti e p riv ativ e per pro­
cessi che dovevano dare soluzione p ratica a
questo problem a, m a finora non si conosce
metodo alcuno che possa servire a risolverlo
in un modo sodisfacente. P u r tu tta v ia , siccome
ogni te n tativ o che si connetta a questo scopo
ci presen ta interesse, noi esporrem o ora un
nuovo metodo che possiede alm eno il m erito
di dare i risu lta ti p iù van tag g io si.
Si sa, che nella fabbricazione dell’acido sol­
forico si b ru ciano le p iriti per estrarn e l’acido
solforoso. Associando a queste p iriti un corpo
che abbia per lo zolfo u n a p iù g ran d e affinità
per l’o ssig en o , si a rriv a a separare lo zolfo
dall’acido solforoso. In certe circostanze il car­
bone è uno di questi corpi ; in fa tti facendo
passare dell’acido solforoso da dei carboni in ­
candescenti se ne distilla dello zolfo. Ma in
g rande scala questa operazione è molto incom ­
pleta e sono rim asti in fruttuosi, alm eno a no­
stra conoscenza, tu tti gli sforzi che furono
te n ta ti per farne u n ’applicazione p ratica.
Il sig. Hoffmann si è allora proposto di stu ­
diare quale fosse l’azione sopra l’acido solfo­
roso, e questo nelle circostanze più v ariate di
tu tti i corpi che h an n o u n a potente affinità
144
L’ E C O N O M IS T A
p er l’ossigeno, ed è riuscito a trovare u n a se­
rie di corpi che possiedono q uesta p ro p rietà
ad u n alto g rad o ; corpi che possono facilm ente
essere tro v ati d a p p e rtu tto e che con u n modo
economico di riduzione possono senza difficoltà
essere ridificati. Questi corpi sono i solfuri
m etallici, degli a lc a ri e delle te rre alcaline.
L ’au to re h a sottoposto ad esame speciale il
solfuro di potassio, il solfuro di sodio, il sol­
furo di calcio ed il solfuro di borio. Sotto il
p u n to di v ista della p ra tic a , e il solfuro di
calcio che in tu tti i casi m erita la preferenza,
in rag io n e del suo debole peso atonico e della
facilità con cui si può procurarselo s o p ra ttu t­
to sotto la form a di charnée, cioè di residuo
della fabbricazione della soda, m algrado ohe
si conosca da molto tem po l’av id ità di questo
solfuro m etallico ad im padronirsi dell’ossigeno
dell’ aria , noi non sappiam o che esso sia stato
m ai proposto per operare la riduzione dell’acido
solforoso e questo p robabilm ente n ell’idea p re­
concetta, che l’a iiìn ità del carbone per l’ossigeno
sarebbe più potente che q u ella del composto
sulforato e che prodotto d all’ ossidazione del
solfuro m etallico sarebbe rid o tto dal carbone.
Se sopra di solfuro di c a lc io , scaldato al
rosso scuro si p ro ietta dell’acido solforoso, que­
st’u ltim o , nel caso in cui il solfuro di calcio
p resen te è molto a b b o n d a to , com incia per
essere assorbito, poi d istilla dello zolfo ed il
zolfuro di calcio si trasfo rm a in zolfaio di
calcio. Se sopra del gesso incondescente si fa
a rriv a re del g az illu m in an te, oppure lo si p o rta
al rosso, dopo av erg li a g g iu n to u n a proporzione
sufficiente di carbone, si rivifica con questo
gesso del solfuro di calcio che può servire di
nuovo alla riduzione dell’acido solforoso, e nel
caso in cui q u est’ultim o è stato tolto dalle
p iriti, servire alla estrazione dello zolfo dalle
stesse p iriti.
I solfuri di soda e di potassio, di b a rio , si
com portano nello stesso modo che il solfuro
di calcio.
P oiché il sig. Hoffm ann si occupa di e sp e ­
rienze in g ra n d e per rid u rre l’acido solforoso
della p iriti col mezzo indicato, n ie n te a suo
vedere p are dovrebbe opporsi alla realizzazione
di q u esta operazione, appena si sia tro v ato un
apparecchio che offra, ad u n a te m p e ra tu ra ele­
v a ta , u n a la rg a superficie di co n tatto fra
l’acido solforoso e il solfuro di calcio.
RIVISTA DELLE ASSICURAZIONI
Nel numero precedente della nostra effemeride
abbiamo pubblicato il prospetto delle assicurazioni
4 febbraio 1877
sulla vita in Francia: facciamo seguire ora il pro­
spetto consimile per la Germania:
Somma assicurata
Marchi (1)
ANNI
Persone
Dall’origine al 1861
152,121
464,000,235
1862
42,209
106,863,969
1863
47,368
130,691,709
1864
55,357
151,948,902
1865
68,607
177,386,208
1866
55,981
152,229,108
4867
78,552
200,187,210
1868
88,346
220,510,401
1869
95,696
245,568,618
1870
66,516
179,833,785
1871
73,722
203,578,446 !
1872
84,962
260,587,224 |
1873
91,537
292,351,107
1874
95,667
312,043,683
1875
92,716
313,455,019
Totale
.
.
1,189,357
3,411,235,624
Uscirono di vigore
472,708
1,281,302,771
Rimasero in vigore
al 1° gennaio 1876.
716,649
2,129,932,853
Il capitale medio di ogni assicurazione era nel 1861
di L. 3812 e nel 1875 tale media era salita a L. 4223,
attraversando nel quindicennio il minimo di L. 3120
(1868) ed il massi.ro di L. 4077 (1874).
Tali medie di capitali relativamente modeste po­
trebbero a prima vista far supporre che l’assicura­
zione sulla vita in Germania sia diffusa principal­
mente tra le classi meno agiate : se nonché la man­
canza di omogeneità nella base di operazione delle
diverse Compagnie, deve rendere prudenti nelle de­
duzioni da farsi dalle medie suddette. Pur tenendo
conto di ciò, è positivo che a produrre una media
cosi moderata contribuisce principalmente la grande
diffusione di tale contratto di previdenza nelle classi
lavoratrici, la quale meglio si può constatare quando
si considera che il numero delle assicurazioni da
152,121 che erano in corso nel 1861, sali nel ter­
mine di lo anni a 716,649, sebbene nel frattempo
(1) 1 Marco, L. 1 '25.
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
non meno di 472,708 contratti fossero usciti di vi­
gore e vi sieno compresi 3 anni di guerra.
Ci mancano le cifre dei pagamenti fatti dalle Com­
pagnie alle famiglie degli assicurati durante tutto il
periodo che abbraccia il prospetto e possediamo sol­
tanto i dati del biennio 1874 e 1875, durante i
quali furono pagati più di settantacinque milioni
di lire (L. 75,484,137).
Dinanzi ad una tale cifra non occorrono commenti
per mettere in evidenza di quanto vantaggio sia
l’assicurazione sulla vita per la Società moderna. Ci
limitiamo solo a porre in rilievo, stante la singola­
rità del contrasto, l’immenso regresso che è segnato
dagli anni di guerra 1870 e 1871. In questo biennio
le operazioni, in luogo di progredire con una media
normale di 20 oiO di annuo aumento, recedono anzi
del 20 0|0, per cui il regresso totale è del 40 0[0,
ossia della metà quasi di un andamento normale.
Se pure vi fosse bisogno di ragionamenti o di prove
per dimostrare che l’assicurazione sulla vita cammina
di pari passo col progresso della civiltà, basta il
confronto ora istituito per darne la più luminosa
conferma.
L’Associazione dell'Industria laniera italiana
L’Associazione deil’ industria laniera italiana, che
alcuni mesi fa era un semplice desiderio, ora è un
fatto compiuto. L’ idea fu messa innanzi, indi cal­
deggiata grandemente dall’onor. senatore A. Rossi :
intorno ad essa vi lavorò con attività e zelo, e diremo
anche, con amore grandissimo, uno dei nostri gio­
vani fabbricanti, il signor Luigi Bozzalla, ai quali
si unirono in seguito altre 19 Ditte di commercio.
Dopo parecchi mesi di studii e di lavori preparatorii,
finalmente domenica 14 gennaio potè aver luogo in
Biella la costituzione definitiva della Società e la sua
solenne inaugurazione.
Costituito poi il seggio provvisorio colla nomina
del Presidente onorevole senatore Rossi, e del se­
gretario, nella persona quest’ultimo del signor Luigi
Bozzalla, l’onorevole Rossi espose ai sessanta e più
intervenuti gl’intendimenti dei promotori. Disse essere
indispensabile che in un paese libero le forze si riu­
nissero per l’interesse comune. Questa impresa di
raccogliere le forze sparpagliate per convergerle ad
uno scopo comune, esser assai spinosa : ma potersi
ottenere mediante tre fattori: Xenergia nell’individuo
e nell’associazione, la concordia della quale non du­
bitava, e i denari. Espresse 1’ opinione della poca
importanza delle Camere di Commercio, e disse ne­
cessaria per gli interessi industriali, la formazione
delle associazioni libere citando l’ esempio della
Francia, del Belgio e dell’ Inghilterra, dove simili
associazioni sono molto potenti. Accennò alle diffi­
148
denze con cui venne accolto l’annunzio della nuova
associazione dell’industria laniera : da taluni fu per­
fino chiamata la lega dei padroni contro gli operai.
Nulla di più falso. Non è possibile fiorisca l’industria
senza la concordia cogli operai. La nuova asso­
ciazione introdurrà nelle sue discussioni uno spirito
largo, ed egli vorrebbe che fossero presenti alle
medesime economisti ed operai, ondo non si creda
l’associazione stessa nò una lega contro gli operai,
nè un covo di protezionisti.
Lo Statuto fu con lievi modificazioni in breve
tempo approvato,
Sui trattati di commercio 1’ onorevole Rossi disse
che i suoi intendimenti erano quelli che venisse mo­
dificata la situazione attuale sulla base del do ut des.
Nei trattati attualmente in vigore, egli soggiunse,
vi sono molte anomalie: coi medesimi si fece della
protezione a rovescio; è necessario che nei nuovi ci
sia sincera e perfetta reciprocità di trattamento. Ri­
cordò il lavoro fatto dalla Commissione d’ inchiesta
dell’ industria nazionale, parlò del Luzzatti e delle
negoziazioni da esso iniziate e già condotte a buon
punto sulle basi inaugurate da Cavour nell’anno
1853, cioè di una reciprocità di trattamento, alle
quali basi crede consenziente anche fon. Presidente
del Consiglio dei ministri, e raccomandò al voto del­
l’Assemblea la seguente tariffa laniera, sulla quale
dovrebbero mettersi dazi specifici nella seguente
misura :
a) Tessuti di lana scardassata con ordito di co­
tone L. 1 20 ;
b) Tessuti di lana scardassata pura L. 1 00;
c) Tessuti di lana pettinata con ordito di cotone
L. 1 5 0 ;
d) Tessuti di lana pettinata pura L. 2.
Il cav. Laclaire, industriale di Torino, chiese si
tenesse conto dei prezzi nel fissare le varie categorie.
Il comm. Galoppo, pure di Torino, non ammetteva
l’opportunità della distinzione in lana scardassata e
pettinata, e voleva la riduzione a sole tre categorie:
il deputato Marzotti era per il dazio specifico : il
sig. Cremonesi appoggiò la proposta dell’ on. Rossi,
la quale venne infime approvata.
Ecco ora un semplice cenno sulle deliberazioni
risguardanti gli altri oggetti posti all’ ordine del
giorno.
Circa alla legge per la tutela del lavoro dei fanciulli
nelle fabbriche, l’associazione non fu favorevole, sul
riflesso che l’opera dello Stato deve limitarsi ad as­
sicurare i diritti personali. Deplorò il metodo praticato
dagli agenti delle tasse, nel determinare con unico
criterio, il reddito dei telai, per dedurne la tassa
di ricchezza mobile, ed incaricò la presidenza di
presentare all’on. ministro delle finanze i reclami e
le osservazioni degli industriali.
La stessa Presidenza fu pure incaricata di com-
f46
L’ E C O N O M IS T A
4 febbraio 1877
pilare un progetto allo scopo di prevenire le frodi
la Porta il suo scopo? Col Montenegro non pare che
doganali. L’assemblea poi unì il suo voto a quello
vi sieno difficoltà, perchè il Governo di Costanti­
delle camere di commercio per il miglioramento dei
nopoli sembra disposto a contentarlo in ciò che de­
trasporti ferroviari, mediante l’aumento ed il restauro
sidera, accordandole cioè un porto nell’Adriatico, e
del materiale mobile, la revisione delle tariffe, l’uni­
qualche concessione di territorio. Con la Serbia la
formità delle medesime per tutto il Regno e colfaccenda deve essere naturalmente più seria, perchè
l’aifermare la necessità della responsabilità giuridica
dagli ultimi telegrammi, viene a resultare, che men­
in materia di ferrovie. A proposta del commenda­
tre la Turchia non si cura di avere, da essa nè ces­
tore Ajello fu ritirato dalla Presidenza l’ordine del
sioni di territorj, nè indeunizzi pecuniarj, nè occu­
giorno, con cui si deliberava di non dare, per parte
pazione di fortezze, insiste per altro per avere delle
dell’associazione, il proprio concorso all’ Esposizione
serie garanzie contro qualunque velleità di provocare
di Parigi del 1878, e cioè per la frequenza dello
nuovi conflitti. Ma quali saranno cotesle garanzie?
mostre, per la necessità del risparmio e per altri
Lo ignoriamo. Ma se esse si debbono limitare a dei
motivi.
vincoli morali, e contrattuali, ci sembra che difficil­
L’assemblea deliberò ancora che si raccomandasse I mente potrà raggiungersi lo scopo, che si prefigge
al Governo di favorire le Compagnie nazionali di
le Turchia.
navigazione per una maggiore esportazione di tessuti
Tuttavia ci piace constatare che la speculazione
incaricando la Presidenza di studiare e di redigere
fece buon viso a questa nuova fase della questione
un progetto per fondare un’agenzia all’estero per la
d’Oriente, e che generalmente si crede che se non
esportazione dei prodotti dell’Associazione.
si frapporranno influenze dall’estero, la pace si può
Ed infine raccomandò l’abolizione del dazio di
considerare come certa. E a rafforzare maggiormente
esportazione, e incaricò la Presidenza di studiare le
la fiducia nella possibilità di un accordo, vennero
condizioni della importazione delle lane d’America
le dichiarazioni di un giornale officioso russo, il Colos,
all’Havre ed in Anversa, nonché di quelle delle co­
e quelle di un giornale ispirato dalla cancelleria
lonie inglesi a Londra, e quindi redigere un progetto
russa, il Nord di Bruxelles.
nel senso di ottenere una più larga parte all’importa­
Ambedue questi giornali, sono d’accordo, nel ri­
zione delle lane.
tenere che la guerra dei due Principati con la Tur­
Dopo di ciò aveva luogo la seconda adunanza
chia è stato un semplice Incidente della crisi Orien­
per la costituzione del seggio definitivo, stata diffe­
tale. ma non la crisi stessa, e che nessun uomo
rita per guadagnar tempo.
ragionevole in Russia, può desiderare il rinnovamento
Rimasero eletti : Presidente, A. Rossi : vice-presi­
della guerra, inquantochè una marcia vittoriosa sopra
denti; Laclaire, Vercellone; Consiglieri, Piacenza,
Belgrado, verrebbe a rompere le buone relazioni
Marzotto, Cremonesi, Colongo: Segretario: Rozzalla
esistenti fra le grandi polenze, le quali oggi sono
Luigi, coll’ incarico di fungere da cassiere; vice-se­
unanimi nel riconoscere, e nel pretendere che ven­
gretario, Sella Carlo: Revisore dei conti, D’Albertis
gono migliorate, le condizioni politiche, e ammini­
e Mosca ing. Silvio.
strative delle popolazioni cristiane, soggette alla
Furono proclamati tre soci onorari: il Presidente
Turchia.
del Consiglio dei ministri, onorevole Depretis; l’ono­
Sotto l’influenza di queste circostanze, a cui si
revole Sella, e l’onorevole Luzzatti. Si pose termine
detto forse un interpretazione troppo favorevole alla
alla seduta con ringraziamenti del senatore Rossi al
pacificazione dell’Oriente, i primi giorni della setti­
Municipio di Biella e dell’ Assemblea a Rossi.
mana trascorsero attivi, e con sensibile rialzo per
tutti i valori. Più tardi sia che si fosse camminato
un poco troppo, oppure che la fiducia nel mante­
RIVISTA DELLE BORSE
nimento della pace fosse rimasta un poco scossa per
j un certo telegramma da Berlino al Times, da cui
Firenze, 3 febbraio.
traspariva che la Russia avrebbe cercato di prolun­
La settimana di cui stiamo por render conto, è
gare l’attuale situazione militare in Oriente, e.chei
stata generalmente contrassegnata da continui, e no­
suoi soldati in un tempo non lungo avrebbero pastevoli rialzi, e la politica, ma più specialmente la ! sato il Pruth, l’ incertezza tornò di nuovo a domi­
questione d’Oriente, è stata la ragione principale di
nare, e quindi i prezzi chiusero deboli, ed anche
questo miglioramento nella situazione dei più impor­
con qualche ribasso su quelli più alti ottenuti nel
tanti mercati finanziari d’Europa.
corso della settimana.
11 fatto più notevole della settimana relativamente
A Parigi tanto il mercato al contante sulle rendite
alla questiono d’Oriente, fu la lettera del gran visit­
francesi, quanto quello a termine trascorsero attivis­
ai principi di Serbia e del Montenegro per aprire
simi, e con prezzi in aumento. Anche la rendita
negoziati diretti fra essi, e la Turchia. Raggiungerà
italiana ebbe molto favore, e seguì la stessa sorte
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IST A
di quelle francesi. Gli , altri valori pure, eccettuate
le ferrovie austriache, seguirono il movimento di
ripresa, e ottennero alcuni franchi di rialzo. Il 3 0[0
francese da fr. 71,75 prezzo di chiusura dell'ottava
scorsa, si spinse fino a 73,30 per chiudere a 73,22;
il ñ 0[0 id. da 107,50 sali a 108,25, e il 5 0[0
italiano da 71,35 fino a 72,10.
A Londra l’attenzione generale fu rivolta più che
altro alla liquidazione, e quindi gli affari non furono
molti La tendenza però dei prezzi si mantenne
buona, e molti valori ottennero qualche migliora­
mento. 1 consolidati inglesi dopo varie oscillazioni,
chiusero ieri a 95 3|4, la rendita italiana a 71 7[8,
e la rendita turca a 12 3|4.
A Vienna l’ottava trascorse ora in ribasso, ora in
rialzo, secondochè il vento spirava più o meno pro­
pizio al mantenimento della pace. Il mobiliare chiude
a 147, 80, le lombarde a 77, 75, lo austriache a 239,
e i Napoleoni da 20 fr. a fior. 9, 801|2.
A Berlino la rendita italiana si spinse fino a 73, 60
per chiudere a 72, 80.
In Italia benché le varie Borse seguissero gene­
ralmente l’andamento di quelle estere, tuttavia allor­
ché i prezzi camminavano verso il rialzo, si manten­
nero rìserbate, e non gli accettarono che con benefizio
d’inventario. A ciò contribuirono in grave parte il
malumore, e il malessere che serpeggiano nel paese
per le fallite speranze di riforme, di miglioramenti,
e di sgravi, fatte concepire dal gabinetto di sinistra,
allorché prese le redini del governo.
I valori dello Stato furono l’oggrtto principale
della speculazione.
Sulla nostra Borsa il 5 0[0 esordì a 77,50, in
contanti si spinse fino a 78, 40 per chiudere oggi
a 78,10.
A Roma il 5 0(0 chiuse ieri a 78,05 in contanti.
I prestiti cattolici furono come sempre, attivamente
ricercati. I certificati del tesoro 1860-64 vennero
negoziati a 79,80 in contanti, e il prestito Rothscild
a 80,80.
I prezzi di chiusura del 7 0(0 nelle altre principali
piazze italiane furono i seguenti: A Milano a 78,05
a Torino 78, 10, e a Napoli 78 17 1[2, e a Ge­
nova a 78.
L’imprestito turco ebbe a Napoli moltissimi affari
con 5 centesimi di riporto. Esordì a 14,25, si spinse
fino a 14,70, e chiude a 14,40.
II 3 0[0 god. 1 ottobre 1876, trascorse nominale
per tutta la settimana a 57, e l’ imprestito nazionale
di 44, 20 a 44, 30.
Il movimento dei valori bancari, fu generalmente
ristretto. Le Banche italiane ebbero qualche affare
a L. 2000 in denaro, e chiudono nominali a L. 995.
Le Banche Toscane senza alcuna ricerca nominali
a 870. A Roma le Banche Romane nominali a 1160.
A Genova le Azioni della Banca Lombarda, vennero
147
trattate a fine mese da 552 a 555; le Generali
da 432 a 435, e quelle della Banca di Torino da
630 a 635.
Le Azioni della Regìa Tabacchi ebbero discreta
ricerca, e vennero contrattate in contanti a 815.
Anche le Azione del Credito Mobiliare ebbero molto
furore, e chiudono sostenute a 637 in contanti. Le
obbligazioni della Regìa rimasero per tutta la setti­
mana nominali a 552.
Nei valori ferroviari pochissimi affari, e prezzi ge­
neralmente invariati. Sulla nostra Borsa ed eccezione
di alcune partite di obbligazioni livornesi C. D. che
vennero pagate in contanti 225, 50, gli altri titoli
furono affatto negletti. Le centrali Toscane trascor­
sero nominali a 369 e 370; le Azioni livornesi a 323;
le Azioni Meridionali a 332; le obblig. id. a 232; i
buoni merid. in oro a 560, e le Vittorio Emanuele
a 247.
A Roma le azioni della società Anglo-Romana per
il Gas ebbero denaro a 600; e a Genova il Lani­
ficio da 974 a 975; il Linifìcio da 263 a 261, il
Cotonificio ceduto a 284 ; le Sarde A a 230 ; dette
B a 226 50 e te Pontebbane a 366.
Il cambio debole e in ribasso. 1 Napoleoni da 20
franchi chiudono a 21 56 in contanti ; il Francia a
vista a 108 30, c il Londra a tre mesi a 27 09.
ATTI E DOCUMENTI UFFICIALI
La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato i seguenti
A tti Ufficiali :
25 gennaio. — 1. R. decreto 23 dicembre che di
scioglie il personale contabile di magazzino che fa­
ceva parte del Corpo del commissariato ed instituisee
in sua vece un Corpo d’ impiegati civili dello Stato
sotto la denominazione di contabili della R. Marina.
2 R. decreto 31 dicembre che approva il ruolo
organico del personale del ministero della marina e
di quello del Consiglio superiore di marina.
3 R. decreto 31 dicembre che approva il ruolo o r­
ganico del Corpo delle capitanerie di Porto.
4. R. decreto 14 gennaio che approva alcune mo­
dificazioni del regolamento per la esecuzione della
legge sulla sanità pubblica, approvata con R decreto
6 settembre 1874.
L a stessa Gazzetta del 25 pubblica il se­
g u en te avviso della Direzione g en erale delle
Poste :
Si rende noto che, in forza di una convenzione
recentemente conchiusa fra questa Direzione Gene­
rale, e quelle delle Poste d’Austria e di Ungheria,
sarà attivato un cambio di vaglia fra gli uffizi po­
stali italiani e gli uffizi austro ungheresi, con effetto
dal 1° febbraio p. v., alle seguenti condizioni :
§ 1. L’importo dei singoli vag:i i non potrà supe­
rare lire 200, se emessi in Italia, e fiorini 80, se
emessi neU’Austria-Ungheria ; ma ne potranno espeie
rilasciati in qualunque.numero, anche a richiesta di
148
L’ E C O N O M IS T A
uno stesso mittente ed a favore di uno stesso desti­
natario.
§. 2. Il diritto dovuto alla Posta pel rilascio di
ciascun vaglia sarà fissato come segue :
a) In Italia cent. 50 ogni lire 100 o frazione di
lire 100;
b) Nell’Austria-Ungheria kreuzers 20 ogni fiorini
40 o frazione di fiorini 40.
§ 3. I vaglia suH’Austria-Ungheria saranno rila­
sciati verso deposito di moneta d’oro e quelli che
no provengano saranno pagati del pari in moneta
d’oro.
La moneta d’argento sarà accettata e data in p a­
gamento soltanto per le frazioni di lire 20; la mo­
neta di bronzo per le frazioni di lira. I diritti po
tranno essere pagati in biglietti.
§ 4 Le Amministrazioni d'Austria e d’Ungheria
riceveranno invece dal pubblico banco-note pel rila
scio dei vaglia sull’Italia e pagheranno del pari in
banconote i vaglia italiani in arrivo; m asará tenuto
conto dell’aggio fra l’oro e la carta, nel modo indi­
cato a! fueces3Ìvo § 6.
§. 5. I mittenti dei vaglia otterranno dagli uffizi
di Posta soltanto una ricevuta della somma depo­
sitata.
I vaglia saranno ritenuti dagli uffizi traenti, e con
centrati per cura di essi in due uffizi di cambio per
parte (Verona ed Ud:ne in Italia, ed Ala e Gorizia
in Austria).
Ciascun uffizio di cambio di un paese manderà
giornalmente un elenco dei vaglia emessi nel paese
stesso per essere pagati nell’altro all’uffizio di cam­
bio corrispondente, e questo riiascerà altrettanti nuo­
vi vaglia a favore dei destinatari, cui li farà per­
venire.
$ 6. Gli uffici di cambio austriaci, nell’anuur.ziare
agli uffizi di cambio italiani i vaglia emessi da uffizi
austro-ungheresi per essere pagati in Italia, ùdur
ranno in moneta italiana d'oro la somma stata depo­
sitata dai mittenti in fiorini di carta.
In senso inverso gli uffizi stessi nel rilasciare i nuo
vi vaglia in sostituzione di quelli emessi in Italia
ridurranno in fiorini di carta la somma depositata
dai mittenti in moneta d’oroLa riduzione sarà fatta al corso del cambio fra il
napoleone d'oro ed il fiorino, quale saià quotato nel
giorno stesso dalla Borsa di Vienna, ed i destinatari
riceveranno quel tanto che loro spetterà.
§ 7. I vaglia austro-ungheresi saranno validi in
Italia durante il periodo di tre mesi, ed i vaglia ita­
liani neli’Austria Ungheria durante il periodo di 15
giorni, a meno che sieno stati dichiarati ferm i in po
sta, nel qual caso la validità di essi sarà protratta a
tre mesi ; contando sempie dal giorno del rilascio
dei nuovi titoli per opera degli uffici di cambio.
L ’importo dei vaglia non pagati in tempo utile
sarà rimborsato ai rispettivi mittenti.
Le somme che non possono essere rimborsate sa­
ranno devolute all’erario dello Stato, dai cui uffizi
sieno stati emessi i vaglia ; ma solo dopo cinque an­
ni, se emessi in Italia, c dopo tre, se emessi dall’Aus’ria-U nghei ia.
Firenze, 24 gennaio 1877.
4 febbraio 1877
NOTIZIE COMMERCIALI
C ereali. — Nel corso della settimana i prezzi dei
grani furono meno sostenuti, ed anzi in diversi mer
cati delle provineie meridionali, chiusero con qualche
ribasso. Le cagioni prineipa'i di questo movimento
retrogrado possono attribuirai alle migliorate condi­
zioni atmosferiche molto favorevoli attualmente alle
campagne, al prossimo arrivo nei diversi porti d’ Eu­
ropa di moltissimi bastimenti passati dai Dardanelli
nello scorso gennaio, ed anche alla calma profonda
in cui trovansi da alcune settimane i grandi mercati
di Francia e d’ Inghilterra. Tuttavia é opinione ge­
nerale che ia tendenza si manterrà sempre favorevole
all' articolo, perchè anche all’ infuori delle vicende
politiche, che contribuirono a spingere i prezzi al
rialzo, i bisogni del c n umo basteranno a mantenere
vivo il movimento.
Scendendo a segnalare lVndamento della settimana
rileveremo prima di tutto che le vendite furono quasi
esclusivamente circoscritte al consumo, che i mercati
non furono molto provvisti, e che i prezzi, meno po­
che eccezioni, trascorsero deboli, e con tendenza al
ribasso.
A Firenze i grani gentili bianchi si trattarono da
L. 27,50 a 28,20 all’etto!., i gentili rossi da L. 26,50
a 27,50, e il granturco da L. 14,50 a 15,25.
In Arezzo i grani variarono da L. 23,80 a 26,80
all’ettol. secondo merito e il granturco fu venduto
sulle L. 14.
A Bologna l’ottava chiuse con leggiero ribasso tanto
per i grani, che per granturchi. I primi vennero pa
gati da L. 25,83 a 28 all’ettol. e i secondi da L. 13,30
a 14,25.
A F errara e a Padova al cadere dell’ottava scorsa
si fecero numerosi acquisti a consegna nei mesi suc­
cessivi, ma essendo venute in seguito notizie d al­
l’Oriente più tranquillanti, la speculazione si raffreddò
e i prezzi subirono qualche leggiero ribasso.
A Venezia con pochi affari i grani veneti si ven­
derono da . 31,50 a 34 al quint. e i Nieolajeff a
L. 33,50.
A Verona i frumenti si mantennero sostenuti e de­
boli le altre granaglie, specialmente i risi.
A Milano i grani ribassarono in media di 50 cectssimi al quint. I frumenti del Po si venderono da
L. 34,50 a 35,50 al quint. g l’ indigeni da L. 32,50
a 35, il granturco da L. 19 a 20,50 e il rise indigeno
dazio escluso da L. 33 a 46.
A Pavia i grani, e i granturchi declinarono di 50
centesimi.
A Torino pochi affari, e prezzi in ribasso, special­
mente per i grani esteri. I grani fecero da L. 30 a
35.50 al quintale secondo merito ; ia meliga da lire
18.50 a ltt,50 e il riso bianco da L. 38 a 42,50.
A Genova mercati ben provvisti, e prezzi general­
mente invariati. I grani teneri esteri si trattarono da
L. 21,50 a 27,50 all’ettolitro, e i grani di Bari e Bar­
letta da L. 20 a 20,25.
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
In Ancona i grani ribassarono di circa 1 lira al
quintale. I grani mercantili delle Marche furono ce­
duti da L. 30,50 a 31 al quintale; quegli degli Abruzzi
aa L. 29,50 a 30, e i granturchi a L. 16,50.
A Napoli e nelle piazze circonvicine pochi affari e
prezzi deboli.
I grani teneri scadenti Braila si venderono da
D. 4,70 a 4,80, i fini da 5,80 a 5,90, le Maioriche
di Puglia da 6,90 a 7; e le Manchette da 7,10 a 7,20.
In Borsa le Maioriche di Puglia in contanti con­
segna a Barletta si quotarono a L. 25,25 all’ettolitro
e per marzo a L. 24,50.
A Messina vendite insignificanti, e prezzi deboli per
abbondanza di arrivi. I Berdianska fecero da L .26 3J
a 27,18 al quintale, Acri da L. 24,81 a 24,93, c i
Taganrog da L. 26,39 a 26,78.
All’estero la situazione è la seguente:
In Francia i mercati furono meno approvvigionati,
ma giù per su i prezzi si mantennero stazionari, ad
eccezione del centro e dell’ovest ove il ribasso, ben­
ché leggiermente, fece nuovi progressi.
Sopra 49 mercati 4 chiusero con tendenza al rialzo,
7 in calm a, 12 invariati, e 24 in ribasso.
A Parigi per febbraio i grani si quotarono a fran­
chi 27,75 i 100 chilogrammi.
In Inghilterra mercati calmi e deboli.
A Londra i frumenti rossi inglesi si quotarono da
scellini 48 a 53, e i bianchi da 50 a 56.
In Ungheria prevale la medesima tendenza.
A Pesi i frumenti da chil. 74 valgono da fiorini
12,25 a 12,40 e da chil. 79 da fior. 13,35 a 13,40.
In Olanda i prezzi declinarono da cent. 60 a 90.
A Nuova York le farine si quotarono da fr. 31,85
a 32,85 per barile di 88 chil. ; e i grani rossi di pri­
mavera a fr. 37,70 per bushel di 36 litri.
A S. Francesco per Liverpool compì eso costo, nolo,
e assicurazione i frumenti valgono fran. 30,75 i 100
chilogrammi.
Olii d’Oliva. — Esistendo sempre le ragioni che
provocarono ultimamente dei rialzi nella maggior
parte dei nostri mercati oleari, la settimana trascorse
sostenuta , e con prezzi generalmente favorevoli ai
Venditori.
A Oneglia gli olj sapraffini vecchi si trattarono da
fr. 154 a 158 i 100 chilogr. ; i fini da fr. 145 a 150;
i mangiabili da fr. 135 a 140; i nuovi mosti da fran
chi 125 a 132, e i lavati da fr. 88 a 90.
A Diano Marina i nuovi mosti si mantennero so­
stenuti da lire 120 a 135 al quintale; e i lavati da
franchi 88 a 90.
A Lucca gli olj nuovi mangiabili con affari al solo
consumo si pagarono da fr. 138 a 150.
A Napoli i Gallipoli pronti vennero quotati in borsa
a fr. 103 45, e per marzo a fr. 104 15, e il Gioia a
fr. 103 29 in contanti, e a fr. 103 07 per marzo.
A Bari la settimana chiuse in aumento per tutte
le qualità, eccettuate le comuni che rimasero inva­
riate con poche contrattazioni. I sopraffini si tra tta ­
rono da D. 29 50 a 28 il cantaio; i fini da 24 50 a
27 secondo marca, i mangiabili a 24 e i comuni a 21.
A Gioia 1’ esportazione è quasi nulla per mancan­
149
za di depositi. I mosti si pagano da D. 94 a 96 per
botte e i lavati da 79 a 80.
A Messina gli olj pronti si venderono a fr. 104 il
quint- ; e per marzo a fr. 104 79.
A Catania i gialli lampanti a fr. 93 e i verdi a
fr. 91.
A Marsiglia i Bari si quotarono da fr. 135 a 155
secondo marca, e gli oli di Toseaua da fr. 170 a 220
100 chilogrammi.
Sete. — La situazione è sempre la stessa, ma è
generale 1’ opin one di una prossima ripresa. Sia che
le preoccupazioni politiche abbiano perduto delle loro
intensità, sia che la fabbrica abbia maggiori bisogni,
è un fatto che da qualche giorno la domanda è più
attiva, e 8e le contrattazioni sono sempre generalmente
limitate, si deve alle forti pretese dei possessori, che
paralizzano ogni disposizione a trattare.
A Milano infatti la settimana trascorse con affari
circoscritti ai più urgenti bisogni di fabbrica, unica­
mente perchè i detentori si mantennero ostinati nelle
pretese. Nei bassi prodotti al contrario ebbero luogo
diverse operazioni al prezzo di fr. 14 75 a 16 per le
struse di prima qualità; di fr. 13 50 a 15 per quelle
di seconda ; di fr. 12 50 a 13 50 per quelle di terza;
e di fr. 10 50 a 11 50 per quelle di quarta.
A Torino le vendite furone rarissime e quelle po­
che venero praticate con ribasso di 2 a 3 fr. al eh.;
le greggie di altre provincie secondarie 9(11 si esi­
tarono a fr. 101 50 al chilog. a tre usi. Negli alti i
mercati serici della penisola inazione perfetta.
All’ estero abbiamo notato qualche indizio di mi­
glioramento.
A Lione la fabbrica avendo venduto in questi ul­
timi giorni partite abbastanza considerevoli di stoffe
colorate, si spera qualche ripresa anche sulla materia
prima, tanto più che i possessori si tengono sostenu
ti, e non mostrano molta fretta di vendere ai prezzi
attuali.
Gli organzini italiani 20(22 si contrattarono da
fr. 104 a 112; le greggie id. 9(11 a fr. 105 e le Isatbe quarta da fr. 65 a 67.
Lane. — Le pubbliche vendite che ebbero luogo
ultimamente all’estero, non confermarono le speranze
concepite sul mantenimento dei prezzi ottenuti nei
deeembre scorso, essendosi avuto per resultato un
sensibile ribasso tanto sulle lane forestiere, che su
quelle indigene.
Anche in Italia, sebbene i depositi sieno sempre
molto ristretti, i prezzi si mantennero deboli , e con
tendenza al ribasso.
A Genova le Buenos Ayre3 Merinos si venderono
da 200 a 210 i 100 chil. ; le Buenos Ajres meticcie
da fr. 140 a 185, le Odessa sucide da fr. 100 a 120,
e le Odessa lavate da fr. 220 a 230.
A Trieste le Bosnia si trattarono a fr. 232 al quint.
All’ Havre le Buenos Ayres di prima qualità si pa­
garono fr. 190 al quint. e a Bordeaux da frane. 170
a 180.
Cotoni. — Essendo stato segnalato da Nuova Yorck
che il movimento nei porti e nelle città dell’ interno
faceva presentire un prossimo esaurimento del raccolto,
il rialzo prese di nuovo il sopravvento nella maggior
130
L ’ E C O N O M IS T A
parte dei grandi centri di consumo. I mercati italiani
si mantennero geueralmente invariati, ma sostenuti
specialmente per le qualità indigene.
A Milano la domanda fu circoscritta ai soli ur­
genti bisogni dell’ industria, perchè i prezzi che ten­
dono continuamente al rialzo, eccezione fatta per le
provenienze americane, resero difficilissime le operazioni.
Gli America Middling si pagarono da fr. 98 a 100 i
50 chil. ; i Castellamare e i Bianeavilla da fr. 89 a
91 ; gli Odessa e i Terranova da fr. 81 a 84, i Salo­
nicco indigeni da 81 a 83, i Broach da fr. 87 a 88 ;
e gli Oonera da fr. 82 a 84.
A Genova vennero in generale praticati i medesimi
prezzi segnalati nella precedente rassegna.
All’ estero il movimento fu il seguente:
A Lìverpool i Middling Orleans si quotarono a
don. 7 1,8, i Middling Uplaud a 6 15(16 , il Fair
Oomsawuttec a 5 11(16 ; e il F air Bengala a 4 7(8.
A Manchester i filatori essendo sopraccarichi di la­
voro, aumentarono di nuovo le loro pretese, ma le
operazioni furono molto limitate, perchè i compratori
si mantennero nel massimo riserbe.
AH’ Havre il luigiana buono ordinario per maggiogiugno fu trattato a fr. 84 i 50 chilogr. al deposito.
A Trieste i nuovi Dhollerah si pagarono a fior. 75
al quint.
A Nuova York il Middling pronto fu quotato a
cent 13 15(16.
Vini. — Sono diverse settimane che il commercio
dei vini non è molto attivo, e che la calma predo­
mina nella maggior parte dei mercati, specialmente in
quelli del mezzo giorno. E la ragione è questa. I eom
pratori credono che, esauriti i bisogni del carnevale,
i possessori diventeranno più facili, e quindi sperano,
col ritardare di qualche tempo gli acquisti, di otte­
nere in seguito la merce a più buon mercato. I ven­
ditori al contrario non si curano di affrettare le loro
vendite, perchè facendo assegnamento sul maggior
consumo che si fa nella primavera, e nell'estate, spe­
rano di conseguire per l’avvenire prezzi più vantag­
giosi. E cosi tanto le domande, che le offerte sono
in generale affatto insignificanti. Nonostante però che
gli affari sieno generalmente circoscritti al solo con­
sumo, i prezzi continuano sostenuti e con tendenza
al rialzo.
A Torino i Barbera, e i Grignolino si pagarono da
L. 56 a 64 all’ ettol., e i Freisa, e gli Uvaggio da
L. 46 a 54.
A Milano i vini nuovi di Piemonte valgono da L. 30
a 38 all’ettol., e i chiari di pianura da L. 18 a 32.
A Tirano si fecero diverse vendite di vini al prezzo
medio di L. 50 all’ettol.
A Sondrio le qualità scelte valgono da L. 72 a 76.
A Genova i Scoglietti si trattarono da L. 32 a 34,
i Riposto da L. 28 a 30 ; i Castellamare rossi del
Golfo da L. 30 a 34, e i Sardegna da L. 32 a 35.
A Napoli i vini di Sicilia si trattarono da D. 80
a 86 al carro.
A Lecce si venderono alcune partite di vinetti
superbi, e alcooliei da L. 20 a 25 all’ettol.
A Bari i vini da coupage valgono da L. 25 a 28 al
4 febbraio 1877
l’ettol. ; e a Sassari i nuovi mosti da L. 16 a 22, e
i vini vecchi da L. 40 a 65.
Caffè. — La ter denza è sempre al ribasso, special
mente nei mercati inglesi ove il Cejlan piantagione
perdé in settimana u-i altro seillino sui prezzi dell’o t­
tava scorsa. Anche in Olanda 1’ ottava trascorse de­
bole, avendo il Giava ripiegato da 1 a 2 1(2 cents.
E opinione generale però che questa situazione non
sia che passeggierà, e che in breve avremo maggiore
attività nelle contrattazioni e con essa si riguada
gnerà il terreno perduto. I mercati italiani benché
generalmente inoperosi, si mantennero sostenuti a mo­
tivo della scarsità dei depositi.
A Genova il Rio naturale fu venduto a fr. 110 i
50 chilog. e il Sautos da fr. 108 a 115.
A Venezia, a Milano , a Livorno, in Ancona ven­
nero praticati i medesimi prezzi segnalati nelle pre­
cedenti riviste.
All’ estero la settimana trascorse debole e con ten­
denza a declinare,
All' Havre il Port au Prince fu trattato a fi. 105,50
i 50 chilogr. e il Malabar da fr. 115 e Ufi.
A Marsiglia il Rio fu venduto da fr. 91 50 a 95 i
50 chilog.
A Londra l’ ottava trascorse pesante e chiuse in
ribasso di 1 scellino per la maggior parte delle pro­
venienze
A Trieste mercato attivo e prezzi in aumento. I
Rio si venderono da fior. 97 a 114 al quint. il Giava
a 125; il Ceilan piantagione da 143 a 16 >, e il Moka
a 142. Notizie pervenute ultimamente da Sautos, ed
altri luoghi di origine recano prezzi deboli, stante la
difficoltà delle spedizioni.
Z uccheri. — La calm a, e il ribasso furono il c a ­
rattere dominante della settimana. Ma ciò non deve
sorprendere perchè ogni anno a quest’ epoca suole
verificarsi un certo ristagno negli affari, e tanto meno
deve sorprendere attualmente perché alla mancanza
di attività che si riscontra in ogni ramo di commer­
cio si aggiungono le forti operazioni praticate in que­
st’ articolo negli ultimi mesi del 1876.
A Genova i greggi A v an a, si venderono da fran­
chi 47 50 a 48 i 50 chilog.; i pilè d’Olanda a 43 50
e i raffinati della Ligure Lombarda a fr. 65.
A Venezia gli Zuccheri di primissima qualità Olan­
da e Germania variarono da fr. 133 a 135 i 100 chil.
e i più scadenti da fr. 128 a 130.
In Ancona i raffinati olandesi e germanici si con­
trattarono da fr. 129 a 134 al quint. secondo merito.
A Trieste i pesti austriaci ribassarono di circa 2
fior, essendo stati trattati da fior. 47 25 a 48 50 al
quintale.
In Anversa gli zuccheri indigeni greggi si quota­
rono a fr. 71 50 al quint.
A Parigi gli zuccheri bianchi N. 3. a fr. 82 25, e
i raffinati scelti a fr. 158.
A Londra il Demerara cristallino fece da scell.29 50
a 30; il basso molto biondo per raffineria scell. 27
e il lavato da 25 a 26.
Notizie telegrafiche dall’Avana recano che lo zuc­
chero Masjobado fu quotato a reali 9 1(2 per ar
robbo.
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
S p iriti. — Sempre in calma perchè il consumo
trova tuttora alti i prezzi attuali, e i aspetta per ac­
quistare eh ■ le fabbriche facciano nuove delle con­
cessioni.
A Genova le qualità di Napoli si venderono da
fr. 120 a 122 i 100 chilog.
A Milano la settimana trascorse debole e con ten
denza a nuovi ribassi. Gli Spiriti triplinazionali di
gr. 94|95 si venderono senza fusto da fr. 113 a 114;
i doppi di 88 fr. 103 ; quelli di Napoli di 90 fusto
gratis fr. 117 ; gli Spiriti di grappa di Francia di 86
fr. 134, detti di vino di 86 fr. 124, gli spiriti di Ger­
mania di 94(94 1(2 da fr. 124 a 126 , e 1’ acquavite
di grappa da 68 a 70.
A Napoli le fabbriche per febbraio offrono forti
riduzioni.
Cuoi e P ellam i. — La speculazione lavora atti­
vamente, e sebbene i prezzi generalmente praticati
nei nostri mercati sitno al di sotto di quelli segna­
lati dal Piata, e dalle Indie, tuttavia nel corso della
settimana trascorsero sostenuti, ed anche con qualche
rialzo.
A Genova le vendite furono attivissime, ma non
fu che la speculazione che prese parte al movimento
e se i fabbricanti operarono modestamente si deve
allo smercio limitatissimo delle suola e articoli consi
mili. Le vendite ascero a 16,000 cuoi al prezzo di
L. 123 ogni 50 chil. per Rio grande viaggianti di
cbil. 9 ; di L. 80 per Babia salati secchi di chil. 13
e di L. 105 per Buenos Ayres scarti Nei pellami in­
digeni freschi i prezzi per contraiti annuali furono
di L. 95 a 100 al quint. ; e di L. 105 a 110 per le
migliori botteghe.
A Torino per manzi, vacche e vitelli da L. 117 a
125 i 100 cbil.
A Verona da L. 140 a 145 per vitelli.
A Modena, Reggio e Parma L. 105 per manzi, e
vacche, e L 130 per vitelli.
A Milano il corame in vallonea fu pagato da L. 3, 70
a 4, 25 al chil. ; le vacchette greggio indigene da
L. 3, 90 a 4, 10, e i vitelli greggi idem da L. 4, 80 a 5.
M etalli. — Il primo mese dell'anno non è stato
molto favorevole al commercio dai metalli, in quantoché i mercati, non solo sono rimasti stazionari,
ma si è altresì perduto quel leggiero aumento otte­
nuto verso la fine del 1876. — A ciò contribuirono
le preoccupazioni politiche dell’Oriente, ad anche
l’abbondanza dei depositi per qualunque specie di
metallo.
Reme. A Londra il chil. in barre è stato venduto
a steri. 74 la tonn. ; il W allarov a consegn t a 83 ;
il Burra a 82, e l'ingless Best seluted da 81 a 83.
A Marsiglia i prezzi variarono da fr. 195 a 210 i
100 chilog.; e a Genova da L. 235 a 285 seconda
qualità.
Stagno. In Inghilterra sufficientemente attivo.
A Londra le provenienze degli stretti si negozia­
rono a steri. 76, le australesi da 74, 05 a 75, e lo
stagno inglese da 76 a 79.
151
A Rotterdam con pochissime domande il Banca fu
pagato a fior. 45 3,4 e il Billiton a 44 3(4.
A Marsiglia i prezzi variarono da fr. 200 a 215 i
100 chilog. ; e a Geno jsl da L. 225 a 240 secondo
merito.
Ferro. In Inghilterra i fabbricanti di ghisa man­
tennero con fermezza i loro prezzi precedenti essen­
dosi quotato il n. t a scell. 49 la tonn. ; il n. 3 da
46 a 46, 60, e il n. 4 da forgia e 41 netto in con­
tante.
A Marsiglia l’acciajo di Trieste fu quotato da fr. 68
a 70 i 100 chil. sconto 2 O[0, l’aceiajo francese a 48 ;
il ferro di Svezia a 39, il ferro francese a 24, e la
ghisa di Scozia da 12, 50 a 13.
A Genova l’aeciajo di Trieste fu trattato da L. 71
a 73 ; il ferro nazionale Pra a L. 25 ; l ' inglese in
verghe da L. 26 a 27; detto per chiodi in fasci L. 30;
detto per cerchi L. 28; il vecchio dolce da L. 9 a 13,
e la ghisa di Scozia L. 11.
Atti concernenti i fallimenti e le Società commerciali
Fallimenti
Dichiarazioni. — In Roma è stato dichiarato il
fallimento della ditta E. Trivero negoziante in piazza
Prefetti N. 10.
In Napoli di Filippo Buch negoziante di guanti.
In Genova di Paolo Calcagno negoziante orefice.
lu Traviso di Francesco Mosconi.
Convocazioni di cri ditori. — In Firenze il 5 dei
creditori del fallito Leopoldo Orlandini per deliberare
sulla liquidazione dell’attivo.
In Venezia il 5 di Alvise Cogo per deliberare sul
concordato.
In Genova il 6 di Cecilia Oliva per le verifiche dei
crediti.
In Milano il 7 di Francesco Toselli per deliberare
sul concordato.
In Parma il 7 dei fratelli B. G. Foncanelli per la
resa dei conti.
In Genova il 7 di Paolo Calceguo per la nomina
dei sindaci.
In Milano 1’ 8 di Carlo Luraghi per le verifiche
dei crediti.
In Firenze il 9 di Augusto Brogi di Prato in F i­
renze per deliberare sul concordato.
In Venezia il 9 di Giuseppina Panizzuti Alverà
per deliberare sul concordato.
In Milano il 10 di Giuseppina de Magri per le ve­
rifiche dei crediti.
Società anonime
Assemblee generali. — In Roma il 4 febbraio degli
azionisti della Banca popolare di Roma.
In Napoli il 4 degli azionisti della Partenope per
approvazione dei bilanci, e per acquisti di nuovi bat­
telli.
In Alessandria il 4 degli azionisti della Banca Agri
cola industriale.
1/ E C O N O M IST A
152
In Vercelli il 4 degli azionisti della Banca di Ver­
celli per comunicazioni diverse.
In Breno il 4 degli azionisti del a Banca di Vallecamonica per relazioni diverse.
In Milano ITI degli azionisti dei Grands Hotels
per presentazione dei bilanci e per nomine diverse.
Pagamenti e versamenti
Banca Lombarda.—Dal 5 febbraio L. 15,50 per pa­
gamento interessi secondo semestre, e dividendo 1B7G.
Società anonima Briantea. — Dal 6 febbraio L. 9
per azione per secondo acconto dividendo del 1876.
Banca di Torino. — Dal 5 febbraio L. 12, 50 per
azione per dividendo esercizio del 1876.
Banche unite d ’Asti. — E cominciato il pagamento
della cedola num. IO con L. 1,50 per azione.
Banca Nazionale nel Regno d’Italia. — Dal 5 feb­
braio L 50 per azione per dividendo secondo seme­
stre 1876.
Banca di Genova. — L. 10 per azione contro pre­
sentazione della cedola num. 13.
Banca Toscana di Credito. — L. 10 per azione
liberata di 5 decimi.
Banca per il commercio dei metalli preziosi (in li­
quidazione). — Dal 1° febbraio L. 3,53 in oro per
reparto finale, che unitamente alle L. 65 in oro già
pagate, formano L. 68,53 sopra le versate L. 75.
Banca Margarilese (in liquidazione). — Pagamento
di L. 1 per azione quale sesto reparto.
Compagnia del nuovo Acquedotto in Genova.
L. 12,50 per interesse secondo semestre 1876 e L. 12,50
per riparto di maggiori utili, e così in tutto L. 25
per azione.
Banca di Novi Ligure. — L. 3,125 per azione.
Banca Nazionale austriaca. — Fiorini 27 in carta
dividendo secondo semestre 1876.
Banca Nazionale del Belgio. — Dal 1° marzo
franchi 41,50 per azione per dividendo econdo seme­
stre 1876.
ESTRAZIONI
(Contin., vedi N. 143)
18369
18502
18670
18821
18994
19283
19402
19556
19674
Ì9917
20063
20168
20397
20673
20899
21044
18423
18506
18744
18828
19064
19319
19485
19569
19723
19927
20075
20190
20467
20679
20940
21090
18458
18537
18748
18898
19101
19331
19175
19653
19753
19959
20092
20223
20527
20695
20951
21120
18475
18638
18755
18941
19150
19340
19494
19665
19797
19964
20099
20339
20589
20845
20955
21155
18479
18647
18788
18967
19281
19350
19534
19666
19834
19990
20102
20351
20615
20869
21019
21189
18499
18654
18791
18981
19282
19401
19547
19672
19848
20050
20123
20362
20666
20890
21041
21192
21285
21371
21423
21691
21804
22051
22256
22426
22638
22803
22880
23117
23314
23474
23627
23771
23996
24159
24405
24511
24762
24867
24973
25327
25620
25798
25985
26176
26426
96740
26932
27100
97395
27560
27610
27762
27847
27918
28079
28308
28501
28607
28751
28942
29156
29254
29434
29679
29868
30072
30370
30493
30786
30986
31177
31363
31572
31777
31942
32036
32106
\ febbraio 1S77
21287
21299 21302 21358
21376 21391 21395 21402
21511 21518 21591
21624
21734 21736 21762 21796
21887
21923
21938 21696
22066 22086 22094 22109
22258
22295 22299 22365
22480
22486 22538 22548
22688
22732
22746 22755
22812
22867 22868 22870
22881 22923 22964
22987
23130
23158
23241 23280
23330 23353 23431
23465
23508 23512 23537 23599
23661
23691 23706 23711
23801
23890 23922 23945
24007 24079 24097 24112
24166 24262 24361
24378
24416 24433
24459 24488
24564
24489 24658 24663
24783 24788
24814 24836
24087 24900
24923 24938
25022
25026
25057 25204
25459 25484 25498 25523
25648
25728
25753 25755
25840 25885
25904 25948
25999 26058
26060 26127
25182 26183
26254 26315
26453
26470
26471 26536
26783 26822 26863 26884
26941
26958 27056 27091
27133 27153
27198 27210
27445 27456 27484 27507
27576 27577
27580 27602
27613
27681 27688 27712
27777 27783
27787 27814
27854 27873
27879 27885
27927 27955 27971
28026
28122
28127 28180 28191
28322 28430
28441 28448
28534 28550 28559
28579
28617
28621
28699 28715
28817 28834 28863
28899
29000 29013 29054
29083
29182 29184 29201
29202
29313
29337 29349 29372
29502 29590 29632 29649
29698 29718 29723
29747
29884 29904 29908
29964
30165 30227 30229
30256
30373
30377
30387 30398
30511
30513 30665 30677
30795
30824 30912 30917
31020
31070
31074 31123
31203
31208
31298 31303
31380
31417
31444 31498
31622
31669
31735 31754
31784
31800
31871 31879
31943
31988
31999 32008
32042
32049
32084 32089
32238
32240
32247 32261
213G3
21409
21680
21799
22035
22176
22406
22637
22782
22876
23025
23287
23472
23625
23743
23960
24118
24380
24508
24740
24860
24963
25302
25541
25776
25981
26171
26345
26652
26913
27094
27374
27509
27604
27741
27840
27887
28033
28235
28465
28606
28728
28913
29136
29232
2941
29664
29765
29982
30270
30406
30765
30964
31168
31322
31527
31773
31912
32019
32090
32266
4 febbraio 1877
153
L’ E C O N O M IS T A
32397
32356
22308
32276
32284
32267
32575 32625
32550
32525
32412 32461
32813
32808
32801
32701
32731
32691
33012
32946
32373
32828 32840 32867
33191
33165
33076
33085 33092
33073
33314
33247 33283 33301
33212 33244
33558
33480
33437
33370 33387 33425
33811
23807
33805
33700 33770
33784
33995
33924
33918
33913 33917
33874
34238
34072
34195 34200
34039 34042
34470
34468
34306 34405 34408 34455
34535
34520
34528
34478 34502
34471
34097
34617 34686
34607 34614
34594
34866
34995
34851
34844
34723 34833
35170
35112
35115 35138
35077 35084
35310
35296
35257
35253
35227
35240
35469
35433
35378
35391
35333 35335
35687
35627
35547
35624
35529
35490
35748
35753
35708
35731
35689 35692
35872
35825 35829
35811
35761
35767
36081
35954
35998 36009
35873 35935
36215
36172 36207
36089 36126 36161
36477
36258
36300 36346
36230
36223
36691
36667
36596
36609
36516
36514
36792 36799
36791
36789
36693 36728
37091
36915 37042
36846
36800 36816
37277
37293
37232 37274
37227
37137
37617
37618
37512
37572
37441
37485
37667
37692
37637
37656
37619 37630
37844
37782 37794
37720 37725
37759
38047
37947
38033
37898
37863 37870
38274
38180 38209
38074
38169
38156
38441
38399
38334
38335 38367
38317
38604
38517
38528
38589
38447 38490
38733
38785
38607
38708 38723
38693
38837 38849
38821
38875
38786 38793
39050
39063
39097
38975
38909 38971
39157
39226 . 39273
39223
39114 39148
39317
39891
39487
39304
39505
39335
39737
39515 39585 39634 39680 39735
39812
39848
39905
39762 39770 39792
39987.
39924 39982
Si notifica che in occasione di quésto sorteggio,
vennero estratti altri due certificati del capitale di
L. 537. 50 ognuno in supplemento di due numeri di
certificati sortiti duplicatamente in precedenti estra­
zioni. I relativi numeri sono compresi nel suddetto
stato.
11 rimborso del capitale avrà luogo in lire italiane
col ragguaglio dello scudo romano a lire 5. 37. 5,
e così per L. 537. 50 per ogni certificato di scudi
romani 100, sopra mandati che da questa Direzione
generale saranno spediti a cominciare dal 1* gennaio,
contro restituzione dei certificati stessi e delle ce­
dole trim estrali (rincontri non mature al pagamento
e segnate coi numeri dal 57 al 64 compreso.
Prestito municipale 5 p. c. di Casale Monferrato
1872 (di Lire 1,750,000). — 9a Estrazione, 13 gen­
naio 1877.
N.
80 307 582 717 1224 2443 2687 2769
2798 3336.
Rimborso al pieno valor nominale, dal 1° aprile
1877, a Casale Monferrato dalla Cassa municipale.
Ricovero Mendicità di Genova (debito contratto
dal Pio Stabilimento con reale decreto 14 mag­
gio 1876).
Nella seduta del 13 gennaio 1877 furono estratte
le sottoindicate cedole del Debito, che sono quindi
rimborsabili dal Tesoriere del Ricovero:
N.
32
48 69
95
121
122
141
185.
Società Anonima proprietaria della casa già Ardy,
ora occupata dal regio Ricovero di Mendicità in
Torino. — Nella estrazione seguita il 12 gennaio
1877, venne estratta la cedola N. 120, che sarà rim ­
borsata al valore integrale dal 10 luglio 1877, in
Torino, da V. Rolle Musso e C., via Lagrange, 2.
Società promotrice di Belle Arti in Torino. —
Estrazione 14 gennaio 1877. _
L. 1000, N. 17.
L. 500, N. 323 770.
L. 200, N. 121 241 387 458 682 830 1064.
L. 125, N. 6 32 46 50 55 76 91 111 197 256 409
440 494 569 636 638 679 710 711 719 738 758 766
784 836 837 867 993 1079 1104.
Società Anonima dell'Acqun Potabile di Torino. —
14a Estrazione, 21 dicembre 1876:
19
238
535
825
977
1127
1316
1415
1583
1832
1942
2052
2171
2351
26
240
558
827
1004
1160
1328
1420
1605
1851
1955
2058
2177
2385.
39
273
591
898
1034
1208
1346
1450
1696
1855
1967
2070
2263
116
330
635
909
1104
1267
1349
1468
1738
1879
1976
2093
2296
158
367
696
924
1105
1272
1383
1472
1761
1900
1995
2140
2318
200
391
814
932
1112
1280
1409
1568
1763
1912
2022
2158
2320
Pagamento in L. 500 per obbligazione, munita
dei vaglia non scaduti dal 1° luglio 1877, ha luogo
dal 16 gennaio, in Torino dalla Cassa della Società.
Società di Monteponi. — Prestito per la Ferrovia
Gonnesa-Portoscuso (di L. 800,000). — Nell’estrazione
seguita il 10 gennaio 1877, sortì la lettera F., tutte
le obbligazioni appartenenti alla suddetta serie, ver­
ranno rimborsate al valore nominale, dal 1° marzo
p. v., a Torino dalla Cassa delja Società, via Ca­
vour, 41.
Prestito Comunale di Vigevano per la costruzione
del pubblico Macello (obbligazioni da Lire 100). —
1* Estrazione, 15 gennaio 1877.
101
299
515
719
980.
150
3-.’8
527
723
162
392
538
777
223
414
569
785
224
435
589
905
243
488
649
932
4 febbraio 1877
L’ E C O N O M IST A
154
Situazione del BANCO DI SIC LIA dal dì 31 del mese di Dicembre 1876
a p ita l
c » o d a l e o p a t r i m o n i a l e , . . « l e « U à t r i p l a c i r c o l a t o n e (K. Decreto 23 Settembre 1874, N. 2237) I . 1 3 , 0 0 0 , 0 0 0
A
r m
o
.
Cassa e riserva.................................... ..... ............................. ‘
'
Cambiali e boni del T e-\a scadenza non maggiore di J mesi
pagabili in caria
cartata
scadenza maggiore di 3 mesi
1 soro pagaoni
' a si
le estratte
cartelle
r , ,„ \1 Cedole di rendita e ca
rro „.¡„
n a Boni del Tesoro acquistati
acquistati direttamente
loglio i
f Cambiali in moneta metallica .............................................................*
\ Titoli sorteggiali pagabili in moneta metallica.............................. »
13,927,773.
1,034 894.
18 412,088.52
L.
20,644,015.87,
868.
20.644,045.87
5,651,610'
j
i
Anticipazioni. . .
• • •
A ........................
Fondi pubblici e wtoli di proprietà della Banca . . . .
t> \
|ij
id.
per conto della massa di rispetto .
Titoli
pel fondo pensioni o cassa di previdenza
id
Id.
Effetti ricevuti all’ incasso
Crediti. .
Soffeienze.
Depositi . .
P artite varie.
.
L.
E. 1 4,104,851.10
.37
2,131,757.59
72,f r ¿1«
89,! .74'
5,168,047.75
L.
4,060,767.18
»
't>,629,626.05
»
9 513,401.01
»
73.566,085.10
L,
1,320,140.92
»
74,886,226.02
I.
1.969,1
Totale .
Spese del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso
Totale generale
P A S S IV O
Capitale
.
..............................
...................................................... '
L.
»
'
»
CAccdazìon'e^bigHett'i di Banca, fedi di' credito al nome del Cassiere, boni di cassa
Conti correnti ed altri debiti a vista . . . . .
.................................................
Conti correnti ed altri debiti a scadenza. . • • • ...............................
Depositanti oggetti e titoli per custodia, garanzia ed a ltr o .................................... .....
Partite v a r ie ..................................................................................................................................... .. , ,
Totale .
Rendite del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso
Totale generale .
»
»
»
L
»
L.
8,800,000.0 )
6,809.96
32,663,689.00
17 204,770.45
»
9,529,626.05
4,948,699.17
73,153,594.63
1,732,631.39
74,886,223.02
Situazione del BANCO' DI NAPOLI dal 1 al 10 del mese di gennaio 1877
C a p i t a l e s o c i a l e o p a t r i m o n i a l e a c c e r t a t o u t i l e a l l a t r i p l a c i r c o l a t o n e . ! .. 4 8 ,7 5 0 ,0 0 0
A T T IV O
Cassa e r i s e r v a . ..............................................................................
I Cambiali e boni del Te-ta scadenza non maggiore di 3 mesi
I soro pagabili in cartaja scadenza maggiore di 3 mesi . .
D t (Cedole di rendita e cartelle estratte . .
f. ° r
Boni del Tesoro acquistati direttam ente. .
loglio ì
f Cambiali in moneta metallica . . . . .
\ Titoli sorteggiati pagabili in moneta metallica.
A n tic ip a z io n i........................................................................
1 Fondi pubblici e titoli di proprietà della Banca . . .
1
Id.
id.
per conto della massa di rispetto
Titoli i
Id.
id,
pel fondo pensioni o cassa di previdenza
'Effetti ricevuti all’in casso........................................................................
Crediti. . .
Sofferenze. .
Depositi .
Partite varie.
L.
L
»
»
38,239,915.291
2,276,261.80
5,162.74
40,621,339.83
30,180,238 17
L.
7,959,597.3'
Totale .
Spese del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso
Totale generale .
PA SSIV O
Capitale
108,052,787.27
..............................................................................................................................................................
C iixoia^ o^ ^ bigÌiet’t i Banca, fedi di credito al nome del Cassiere, boni di cassa . . .
Conti correnti ed altri debiti a vista * .................................................................................................
Conti correnti ed altri debiti a scadenza........................ ..... ..................................................................
Depositanti oggetti e titoli per custodia garanzia ed a l t r o .......................................................
Partite v a r ie ........................................................................................................................................... ...... '
Totale .
Rendite del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso
Totale generale .
8 010,754.41
1 156.81
. L.
L.
»
L.
36,845,7
97
4,928,113. 36
9,934,126. 46
12,322,181. 33
260 795,286. 80
4,573,859. 81
255,403,745.86
37,499,519. 36
1,612,817. 05
118,17912). 00
58,538,071. )2
9,496,509, 59,934,126, ¡6
13,914,059 23
L. 249,204,226 .'74
6,009,311 88
»
L, 255400,745.86
L.
4 febbraio 1877
L ’ E C O N O M IS T A
S T R A D E
4S5
F E R R A T E
R O M A N E
( D i r e z i o n e G S -e n e r iile )
PRODOTTI SETTIMANALI
50.“ Settimana dell’Anno 1876
— dal dì IO al dì 1 0 dicembre 1876.
(Dedotta l’imposta Governativa)
E CANI
Grande
Velocità
Cavalli
Bestiame
Grande
Velocità
Piccola
Velocità
Chilometri
esercitati
T1AHHIATUR
YET TURE
M E R I A N Z IE
BAGAGLI
1STR0TI
Totali
8Bpplementur
Piccola
Velocità
MEDIA
del Prodotto
Chilometrico
annuo
Prodotti della setti­
mana ...................
330,861.1
24,186 91
75,760.81 168,470.31
8,508-14
1.931 69
2,465 7G 012,184-90 1,646
19,323. 97
Settimana cor. 1875
213,856.i l
21,318-2t
66,429.51
159,261.53
7,296-9]
1,621-39
2,1 o7 54 552,663-49 1,617
17,507.48
(a)
(in più
Differsnza j
( » meno
36,292 9!
2,868 6
9,331 30
9,208.84
»
»
»
»
»
»
»
»
1,211 2 A
1)
310- 31
»
»
»
59,521 41
298 21
»
»
»
29
1,885.49
»
D
»
•
Ammontare dell’E ­
sercizio d all gen­
naio 1876 al 1
luglio detto . .
13935703.91 734,606-78 2,272,150 04 8,253.557.1C 248,106 0$
53,807 6 ? 110,110 68 255900-42.21 1,646
16,211.20
Periodo corr. 1875.
137306*9 4C 736,827 48 2,011,398 13 7,851,563 14 237,627.]?
44,097 59
15,923.67
108,805.38 24720968.27 1,617
W
Aumonto . . . .
205,254 54
Diminuzione- . .
(a)
»
»
»
»
260,151.91
»
2,222.70
»
383,993.9t
»
»
10,478-8
»
9,710 06
»
»
»
1,305 30 869,073.94
29
>
»
»
»
»
I prodotti del 1875 sono definitive.
S T R A D E
¿87 53
»
»
341
F E R R A T E
(D ir e z io n e
R O M A N E
G e n e r a le )
PRODOTTI SETTIMANALI
Settimana deir Anno 1876
— Dal d ì 1 7
. (dedotta 1’ imposta Governativa)
al dì 2 3 Dicembre 1 8 7 6
■
5l.a
Y E T I PURE
Chilometri
esercitati
M E R C A N Z IE
iel prodiitto
Chilometrico
annuo
Prodotti della setti­
mana ...................
333,981. 17
20,864.81
67,514, 36 189,677.18
6,313. 97
2,491.10
2,918.14 623,760. 73 1.646
19,759.53
Settimana cor.l87o
316,340 85
17,980.16
60,876 14
5,791.10
2,180.18
2,261.05 582,391-37 1.646
18,449.18
BAGAGLI
VIAGGIATORI
E CANI
Grande
Velocità
Cavalli e Bestiame
Piccola
Velocità
176,961.89
Grande
Velocità
Pìccola
Velocità
INTROITI
supplementari
Totali
MEDIA
(«0
(in più
Differenza <
( » meno
17,640. 32
2,884.45
6,638 22
> »] 0 »
> »
1-2,715.29
1»
S
522.87
»
»
»
310.92
657 09
»
» >
41,369.36
»
»
Ammontare dell’E ­
sercizio dal 1 gen­
naio 1876 al 25
novembre detto .
.
4260685.11
755,471.59 >,339,664 40 1,425,234 28 254,419 99
56,298. 75
113,028 82 26213802.94
Periodo corr. 1875.
4046990.25
754,807.64 ‘2
,072,274 27 1,028,525.03 243,418.25
46,277.17
111,066.43 25303359 64
Aumento . . . .
Diminuzione. . .
|
222,694.86
» »
|
663. 95 267,390 13 396,709 25
» »
(o)I prodotti del 1875 sono definitivi.
*
»
» »
11,001.74
10,020. 98
1,962.39
«c »
> »
» »
»
1,310.35
»
»
16,281.65
»
15,969. 35
(«)
910,443 30
»
D
»
312. 30
»
»
(C, 40g
»
1 febbraio 1877
L’ E C O N O M IS T A
156
PER LA
FORNITURA III PETROLIO
•----------------— — «—
- —._________
Ì j ìi Società delle Ferrovie Romane volendo procedere all’ accollo della fornitura
di Chilogrammi 3 5 ,0 0 0 P e t r o l i o r a f f in a to d ‘A m e r ic a , da consegnarsi nei ma­
gazzini sociali di Firenze, Foligno, Ancona, Roma, Civitavecchia, Napoli, Siena e Li­
vorno apre un concorso a schede sigillate fra coloro che credessero attendervi.
11 Capitolato d’oneri è visibile nella Direzione Generale della Società in Firenze,
Piazza Vecchia di S. Maria Novella numero 7 e nelle stazioni suininentovate.
Le offerte ben suggellate, dovranno pervenire con lettera di accompagnamento
alla Direzione Generale in Firenze, non più tardi delle ore 12 meridiane del dì 12
febbraio 1877. Sulla busta contenente l’offerta dovrà esservi l’indicazione.
Offerta per Fornitura di Petrolio
Le suddette offerte saranno aperte dal Comitato di Sorveglianza della Società
per presciegliere quella 0 quelle che gli sembreranno migliori, riservata per altro a
se stesso la facoltà di non accettarne veruna qualora non le giudichi di sua conve­
nienza. Non sarà tenuto conto delle offerte includenti condizioni diverse da quelle pre­
scritte nel relativo Capitolato.
Il prezzo del Petrolio dovrà essere scritto in tutte lettere, e in cifre nella offerta,
e questa dovrà pure indicare le Stazioni Sociali di consegna a forma dell’ articolo 7
del Capitolato.
L’aggiudicazione definitiva dell’accollo sarà sottoposta alla sanzione del Commis­
sario straordinario governativo.
Firenze, 22 gennaio 1877.
LA DIREZIONE GENERALE
(C. 455)
Ord. 902 — F ir e n z e , Tip.
d e l la
G a zzetta
d ’I t a l ia
P
asquale
Cenni, gerente responsabile
Scarica

L ECONOMISTA