L ECONOMISTA GAZZETTA SETTIMANALE SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI Anno IV - Voi. VII Domenica 4 febbraio 1877 Un nuovo porto sul mare del Nord (Ymniden) Mentre in Oriente da un piccolo popolo, che tenta di conquistarsi l’ indipendenza, si minaccia seria mente la pace d’Europa, sul punto opposto del con tinente una piccola nazione, di cui le attitudini e la pazienza laboriosa hanno prodotto meraviglie, in tende unicamente a dare maggiore sviluppo al suo commercio, aprendogli nuove vie, e ad ingrandire pacificamente il suo territorio facendo nuove con quiste sul mare; conquiste non meno gloriose e più durevoli di quelle che avrebbe potuto fare per mezzo della guerra. Gli olandesi, non contenti di essersi protetti con una cintura di dighe che forzano le onde del mare a ritirarsi, trovandosi troppo ristretti nel suolo che doveva nutrirli e minacciati ad ogni istante di esser sepolti sotto le acque non esitarono ad intrapren dere il prosciugamento del lago di Harlem. Questa operazione sorprendente per l’epoca in cui fu co minciata (1840) ha fatto riacquistare 18,000 ettari di terreno, oggi coltivato, di una fertilità meravi gliosa. Incoraggiati da questo primo successo i Paesi Bassi hanno continuato senza posa quei lavori di ogni genere, che hanno loro valso grandissima ri putazione. La costruzione di canali, la rettificazione del letto e della foce della Mosa e del Reno, il taglio del Iìoek vati Holland (1), il canto dell’ Olanda, per facilitare l’entrata e l’uscita a migliaia di navi, non fu che un giuoco per quel popolo industrioso ed intraprendente, senza parlare delle sue strade ferrate (1) Il canale taglia per metà il canto di sabbia che forma l’estremità settentrionale delle bocche della Mosa e fa passare per questa via la maggior massa d’acqua del fiume. Sopprime in tal modo gli ostacoli che incontravano le navi che andavano da Rotterdam al mare: esse potranno d’ora innanzi prendere il largo, con qualunque tempo, senza do vere aspettare la marea. Oltre a ciò essendo scor ciata la distanza, le spese pel rimorchio sono sen sibilmente diminuite. N. 144 e dei suoi bellissimi ponti sul Mocrdik e sulla MosaFra i lavori marittimi,. ve no ò uno che per le straordinarie difficoltà inerenti al suolo presenta un carattere speciale. È questa il nuovo canale clic unisce Amsterdam al mare del Nord. Inaugurato il 1° novembre 4870 in presenza del re Guglielmo III, dei ministri, del Corpo diploma tico e delle autorità civili e militari, il nuovo ca nale è destinato se non a rimpiazzare quello del l’ Olanda settentrionale, almeno a rimediare agli inconvenienti che presentava questo canale, costruito dal 1820 al 1825 per dare accesso al porto di Amsterdam, il quale prima di quell’epoca non co municava con l’Oceano che pel Zuyderzee. Ma con con questo canale si allungava d’assai il percorso dovendo le navi arrivare fino a Helder ; inoltre la sua navigazione era spesso interrotta per causa del diaccio durante l’ inverno e siccome non poteva contenere le navi che pescassero 5 metri, non era più in rapporto con la grande navigazione d’oggigiorno. Era dunque necessario di stabilire una nuova comunicazione fra la metropoli dell’Olanda ed il mare del Nord e siccome il golfo dell’ Y sul quale Amsterdam è situata è separata dall’ Oceano soitanto da una lingua di terra di 5 chilometri fu deciso nel 1865 la creazione di un nuovo canale in que sta direzione. Quest’idea venne per la prima volta in mente al re Guglielmo I nel 1816. Perchè l’operazione fosse fruttifera si risolvette di creare al tempo stesso un porto sul mare del Nord, di chiudere l’ ingresso dell’Y con una diga all’est di Amsterdam e di prosciugare, per colti varli poi, i bassi fondi del golfo dai due lati del canale, che si chiuderebbe alle estremità con delle cateratte. Dalla vendita di questi terreni si presume possa ricavarsi tanto da ridurre le spese in modo sensibile. I lavori furono appaltati ad un intraprenditore inglese al prezzo di 64 milioni di franchi dalla Com pagnia concessionaria, la quale non doveva ricevere veruna sovvenzione dal Governo olandese. Lo Stato garantiva soltanto 4 per cento d’ interesse e doveva anticipare una parte dei fondi di cui sarebbe rim borsato di mano in mano che la Compagnia ven derebbe i 5000 ettari di terreno da prosciugare. 126 L’ E C O N O M IS T A Il porto sul mare del Nord è stato formato per mezzo di due gettate lunghe 1550 metri; alla loro origine sono distanti luna dall’altra 1200 metri e convergono l’una verso l’altra fino alla distanza di 600 metri racchiudendo un’area di 120 ettari. Al cuno difficoltà di dettaglio hanno ritardato il compi mento dei lavori durante due anni ed hanno resa necessaria una modificazione della convenzione con elusa fra lo Stato e la Compagnia concessionaria dell’ intrapresa. In compenso dei lavori straordinari che essa ha dovuto eseguire, il Governo olandese ha accordato alla Società una sovvenzione di 7 mi lioni di franchi e la città -di Amsterdam ha pagato una eguale somma dopo il compimento dei lavori. La costruzione delle gettate, di lunghezza supe riore a 1500 metri ha incontrato gravissime diffi coltà. Certe parti sono state ricostruite sette volte. Il giorno della inaugurazione questo porto ha rice vuto il nome di Tmuiden o bocca dell’Y. Paragonando le dimensioni del vecchio canale, che andava da Amsterdam a Helder, Con quelle del nuovo, si vedono chiaramente tutti i vantaggi che presenta quest’ ultimo. Infatti il gran canale dell’ Olanda settentrionale ha una lunghezza di 78 chilometri e mezzo, una larghezza nel fondo di metri 9 42 e alla superficie di metri 37 62 e una profondità di metri 5 66, mentre che il canale diretto non ha che 25 chilo metri di lunghezza e presenta una larghezza nel fondo di 27 metri e alla superficie di 60 metri con una profondità di metri 7 50. — Si estende dalla spiaggia di W yk aan Zee verso i terreni al nord di Velzen e quindi per il Wykermeer traversando l’Y raggiunge Amsterdam. Nove canali laterali lo mettono in comunicazione coi villaggi di fìeverroyk, Spaarndam, Mauerna, Westzaan, Halfroeg, Zaandam, Bardegat e Oostzaan e servono allo scolo delle acque piovane. Le acque del canale separate dallo Zuyderzee e dal mare del Nord con delle cateratte (I) scolano in mare nelle ore di bassa marea, oppure sono pompate con una macchina elevatrice della forza di 575 cavalli. Tutti i terreni situati sull’ Y all’ovest di Amsterdam e che rappresentano una superficie di 5000 ettari sono disseccati : essi sono tanto fertili che si possono ottenere sette raccolte successive senza bisogno di concimi. Alcuni lotti hanno trovato acquirenti all asta pubblica al prezzo elevatissimo (1) Le cateratte del canale a Schellingwoude sono libere, perchè l’atto di concessione non permette alla Compagnia di riscuotere un pedaggio. Al di là di Welzen a 1100 metri dalla costa situate le due grandi cateratte di cui la più grande è lunga ISO metri e può contenere le navi di mag giore tonnellaggio. 4 febbraio 1877 di 3000 e 3500 fiorini l’ettaro, vale a dire 7000 e 8000 franchi. Dal 2 novembre il nuovo canale è aperto alle navi che pescano poco (42 decimetri a marea bassa 50 a marea media) ossia 1’ Amsterdamsche Peil, vale a dire il livello di Amsterdam. Si continua tuttora a scavarlo e quando avrà raggiunta la pro fondità fissata, il porto di Ymuiden sarà il solo da Cherbourg alla Norvegia, nel quale le navi di forte tonnellaggio ed anche le navi corazzate da guerra potranno entrare durante la bassa marea di equi nozio. Il socialismo contemporaneo in Germania Sotto quésto titolo E. de Laveleye ha continuate i suoi studi nella Revue des deux Mondes. Noi ri ferimmo in sunto ciò che egli aveva scritto intorno a vari socialisti e particolarmente a Karl Marx. In quella occasione parlammo anche di Lassalle, ma non dispiacerà ai nostri lettori se noi diamo un ra pido cenno di quel che ne scrive il Laveleye. Ferdinando Lassalle è considerato dai suoi ade renti come il Messia del Socialismo. È un vero culto che gli hanno tributato in vita e dopo morte. Lo paragonano a Cristo e credono che le sUe dot trine rinnoveranno il mondo come il Cristianésimo rinnovò la società antica. In sostanza Lassalle non disse nulla di nuovo ; volgarizzò le idee di Blanc, di Proudhon, di Rodbertus e soprattutto di Karl Marx, ma appassionato ed eloquente portò il socialismo dai libri nelle piazze e nelle officine. In due anni agitò tutta la Germa nia, esercitando un fascino pari a quello di Abe lardo. Dappertutto lasciava il germe di Società ope raie. La sua vita è un romanzo. Israelita di origine, nacque a Breslau l’i l aprile 1825. Disgustato degli studii Commerciali, seguì i corsi univeisitari e ben presto concepì molto af fetto per gli studii economici. Hegel fu il suo mae stro nelle elevate regioni del pensiero; in politica , adottò le idee più radicali della giovine Germania. Nel 1845 si recò a Parigi e vi fu bene accolto da Arrigo Heine, che scriveva di lui in una let tera : « È un vero figlio dei tempi nuovi, che non conosce nulla di quella abnegazione e di quella modestia di cui noialtri abbiamo fatto professione con più o meno ipocrisia. Egli appartiene ad una generazione che vuol godere e dominare. » A Berlino ebbe liete accoglienze. Humbold che lo chiamava il figlio prodigo lo amò molto. Impegnato in un singolare processo, dopo studii d’ indole letteraria, si gettò nei movimento politico. 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A Nel novembre 1848 fu arrestato come provoca tore alla guerra civile. Si difese, facendo appello ai principii della rivoluzione francese. Assoluto dalle Assise, fu poi imprigionato per sei mesi per resi stenza alla polizia. Meditò le questioni sociali e scrisse un dramma mediocre per provare che i grandi mutamenti sto rici si sono sempre compiuti « col ferro e col fuoco. » Portava fino al fanatismo l’ idea della unità germa nica. Nel 1839 pubblicò un opuscolo sulla Guerra d Italia e la missione della Prussia, in cui esponeva alla democrazia il piano che Bismark espose più tardi al re di Prussia. L’uno e l’altro credevano che Napoleone III facesse gli affari dell’unità tede sca col favorire l’unità italiana. Pubblicò un lavoro su Eraclito, uno studio lette rario su Lessing e una sapiente opera giuridica intorno ai diritti acquisiti, in cui si manifestano qua e là idee radicali contro la proprietà. Dopo aver ripresa la sua idea favorita che la forza è quella che decide degli affari umani, egli si fece nel 1802 il campione del socialismo. A cotest’epoca i liberali si sforzavano di guadagnare lo appoggio delle classi operaie. Lo Schulze organiz zava numerose Società sul principio del self-help. Lassalle si dette alla propaganda delle idee sociali ste con un attività divorante. Egli fece del socia lismo un partito politico militante, che ebbe il suo posto nell’arena elettorale. Il quarto Stato per lui deve diventare il potere dominante nella società per mezzo del suffragio univesale. Accusato di nuovo si difese con un opuscolo — L a scienza e gli operai — nel quale dimostra che conviene mettere la prima a portata dei secondi. La sua ultima pubblicazione diretta contro lo Schulze riassume più largamente le sue dottrine ed è la più notevole. I sofismi si nascondono sotto vedute storiche ed economiche di una grande originalità. Egli aveva detto : « In ogni linea che scrivo sono armato di tutta la scienza del mio tempo. » Nel 1863 aveva fondata« 1’ Associazione generale tedesca dei lavoranti. » Nell’agosto 1864 fu ucciso in un duello che fu mosso da ragioni private. Molta gente del popolo credette e crede ancora che egli non sia morto e che ritornerà per presiedere alla grande rivoluzione e riorganizzazione della Società. Rimase un partito lassalliano che non si è ancora completamente fuso col socialismo internazionale di Karl Marx. Ed ora ecco il fondo della dottrina di Lassalle. Sotto il regime attuale l’operaio non può coi suoi sforzi migliorare la propria sorte, perchè vi si op pone la ferrea legge del salario, in virtù della quale sotto l’azione dell’offerta e della domanda il salario medio è ridotto a ciò che è indispensabile per vi vere e perpetuarsi. 11 salario non può a lungo sa- 127 lire al di sopra o scendere al di sotto di questo livello. Questa legge è un’applicazione della legge gene rale che regola il prezzo delle mercanzie. Vi sono tre specie di oggetti; quelli che non possono crearsi a volontà come le statue antiche e per questi il prezzo dipende dalla domanda degli amatori; ve ne sono altri che possono essere aumentati, ma non al di là di certi limiti e con sempre crescente dif ficoltà e il prezzo generale è rappresentato dal costo di produzione dei prodotti ottenuti al costo più alto ; vi sono infine dei prodotti che si possono moltipli care presso a poco quanto si desidera ed il prezzo sarà determinato dalle mercanzie ottenute al costo più basso. Il lavoro come mercanzia appartiene a quest’ultima classe, perchè il numero delle braccia aumenta generalmente in ragione della domanda. Se così è le Società immaginate da Schulze non possono risolvere il problema più delle antiche opere di beneficenza. Il giorno in cui tutti gli operai po tessero ricorrere alle Società di consumo, vivreb bero con meno spesa e il salario abbasserebbe. — Tutti i tentativi di Schulze e dei filantropi borghesi si spezzano contro la ferrea legge. Oggi per produrre con successo occorrono grandi capitali. Il piccolo industriale e l’artigiano vegetano schiacciati dalla grande industria. L’operaio è for zato a vendere il suo lavoro per la sua sussistenza ; mediante il salario il padrone acquista tutto il pro dotto del lavoro. Questo aumenta incessantemente a misura che i procedimenti si perfezionano e che la scienza si applica a sfruttare le ricchezze naturali; ma l’operaio, sorgente di ogni valore, non ne pro fitta; tutto va al padrone a cui vantaggio va inte ramente il profitto del progresso industriale. L’ope raio dunque è spogliato di quasi tutto il frutto del suo lavoro e necessariamente perchè è privato del capitale che gli permetterebbe di acquistare egli stesso il prodotto del suo lavoro. Il contralto non è libero perchè l’operaio è forzato dalla fame. Il capitale è bensì frutto del lavoro ac cumulato, ma del lavoro di quelli che non hanno capitale e non di coloro che lo posseggono, perchè il sistema attuale discende dal privilegio e la libertà non è stata proclamata che quando i più forti ave vano tutto accaparrato, cosicché l’operaio politicamente libero si è trovato economicamente dipendente come il servo del medio-evo. La proprietà potrebbe oggi chiamarsi altruità. La direzione di uno stabilimento industriale merita ri compensa, ma nelle grandi Compagnie sono forse i direttori che godono dei benefizi? No, sono gli azio nisti, e la rimunerazione è fuori di proporzione col servizio reso. Quanto al rischio che il premio deve coprire esiste per un principale, ma non per la classe e la statistica prova che quello che l’uno perde lo 428 L’ E C O N O M IS T A 4 febbraio 1877 guadagna l’altro. La classe ha un premio per un j perchè tutto il prodotto dovendo loro appartenere procurerebbero di aumentarlo il più possibile, e in rischio che in realtà non esiste. Bisogna far dispa fine gli oziosi non potendo vivere senza far nulla rire la causa che giustifica il premio e lo rende rientrerebbero nelle file del grande esercito dei pro necessario e questo sarà il risultato di una organiz duttori. zazione migliore. Oggi il mondo va alla rovescia. È il 11 Laveleye confuta le dottrine di Lassalle con capitale che deve essere al servizio del lavorante. Con molta abilità. Egli si domanda se nello stato sociale viene che l’operaio ottenga tutto il prodotto del suo attualo la ferrea legge del salario descritta da Las»lavoro. Capitale e lavoro devono vivere in armonia. sulle sulla scorta di Turgot, di Smith, di Ricardo Il mezzo è facile; si riuniscano nelle stesse mani. si realizza con quel fatale rigore. Prima di tutto il Senza lanciarsi nelle utopie basta favorire lo svi saggio del salario non può restare lungamente al luppo di istituzioni già esistenti, cioè delle Società disotto di ciò che è necessario per vivere e perpe cooperative di produzione. tuarsi, il che non toglie delle tristi realtà. Ma è Bisogna aumentarne il numero e a ciò si richiede vero che non possa elevarsi al disopra di questo l’ intervento dello Stato, che non dev’ essere « un minimum? Quando il benessere dell’operaio aumenta guardiano di notte » ma deve promuovere tutti i si accresce la sua previdenza e le istituzioni che grandi progressi della civiltà. Bastava creare una tendono a migliorare la sua sorte lo rendono più Banca centrale che potesse emettere 300 milioni di proclivi al risparmio senza fare abbassare il salario biglietti con una riserva di 100, e che avrebbe po perchè non accrescono l’ offerta delle braccia. Se tuto prestarne 100 senza che ciò le costasse nulla l’acquisto delle proprietà e il maggior benessere che alle Società cooperative in Prussia. Esse potrebbero ne risulta ritardano i matrimoni e diminuiscono le estendersi all’agricoltura e stabilire fra loro relazioni nascite le misure prese a favore degli operai possono di credito e di solidarietà. Lo Stato non avrebbe migliorarne la sorte e condurre alla soluzione del che ad approvare gli statuti e ad esercitare una sor problema. Quello che avviene in Francia permette veglianza per la sicurezza dei fondi anticipati. Ogni di nutrire questa speranza. settimana gli operai riceverebbero il salario abituale I piani di riforma sociale di Lassalle non impli nella località e alla fine dell’ anno il benefizio sa cavano una rivoluzione violenta. Era in sostanza rebbe distribuito come dividendo. l’idea esposta da Blanc nel 1841, se non che il ri I rischi sparirebbero perchè l’industria invece di formatore tedesco invece di prendersela coi principi! produrre a caso, procederebbe dietro un piano com della economia politica, fi invocava per reclamare plesso per corrispondere a bisogni conosciuti. I bi la trasformazione del sistema attuale. sogni essendo noti per la statistica, le diverse asso Quanto allo scopo da raggiungersi, quello di mol ciazioni si intenderebbero per farvi fronte. L’attività tiplicare le Società cooperative di produzione, appa dei diversi rami della produzione potrebbe essere rentemente nessuno avrebbe alcuna obiezione da fare. regolata come lo sono oggi i diversi generi di fab La soluzione sarebbe perfetta, ma si può sperare bricazione in una stessa officina. Esistono già po che essa prenda il posto delle intraprese particolari ? tenti stabilimenti metallurgici ove tutta una serie di E qui il Laveleye tocca delle difficoltà special operazioni tecniche si incatenano in modo da for mente nella scelta dei gerenti e ricorda che il mo mare un tutto organico che trae dal suolo il mine vente della produzione sarà sempre la responsabilità rale e vi dà macchine complete. Questo sistema e l’interesse personale. Nel Congresso di Parigi dello dovrebbe estendersi alla intera società. Allora il fondo scorso ottobre questo principio espresso da Saintproduttivo e tutti gli strumenti di produzione appar Simon « a ciascuno secondo la sua capacità, a cia terrebbero in modo permanente alle differenti So scuna capacità secondo le sue opere » fu ricono cietà aggruppate in corporazioni di mestieri. I mezzi di produzione nuovamente creati diverrebbero pro sciuto. « Noi crediamo, diceva il cittadino Nicaise, di prietà delle Società particolari come tali non avendone essere più vicini all’ opinione generale degli operai l’impiego. Al contrario tutti gli oggetti di consumo fondando le nostre associazioni sulla base del paga o i loro prezzi sarebbero ripartiti fra coloro che mento dell’ interesse ed anche di dividendi al capi hanno contribuito a produrli come ciò ha luogo oggi tale. Se il risparmio dell’operaio non trova un im su basi più eque; il benessere generale sarebbe piego vantaggioso nelle associazioni, continuerà a molto maggiore non solamente perchè la repartizione prendere una direzione più in rapporto col suo in si farebbe in modo più eguale, ma perchè la produ zione sarebbe più considerevole. Si eviterebbero le teresse, e le associazioni incomincieranno il loro corso al capitale o dovranno accettare il danaro dei perdite dei lavori oggi fatti a caso e spesso inutili; gli sforzi ora diretti a rovinare i concorrenti sareb capitalisti. » E furono notate le accennate difficoltà bero diretti ormai verso uno scopo profittevole a nella scelta dei gerenti. tutti; il lavoro degli operai sarebbe più produttivo Fu riconosciuto che le anticipazioni dello Stato 4 febbraio 1877 L* E C O N O M IS T A sono la perdita delle Società operaie. Delle associa zioni sovvenute nel 1848 una sola ha sopravvissuto. Ecco la condanna del gran piano di rinnovazione sociale proposto da Lassalle. Questo non vuol dire che si abbia a disperare ¡dell’avvenire della Società cooperativa. Essa prospe rerà quanto più gli operai comprenderanno ciò che -è necessario al suo successo. Ma bisogna trovare buoni gerenti e pagarli bene, avere soci animati da reciproca benevolenza, e avere la virtù di obbedire alle leggi che ci si sono imposte. Ci vuol tempo per compiere questa educazione economica. Lo scopo è di giungere a riunire capitale e la voro nelle stesse mani sotto il regime della grande industria, come è nel coltivatore proprietario. La Società anonima potrebbe servire di transizione; ma operai eletti possono già tentare la cooperazione. Lassalle non pretendeva che le Società cooperative avrebbero data la soluzione del problema sociale. Questa sarà l'opera dei secoli e di riforme che esciranno organicamente le une dalle altre. La coope razione sarà un mezzo per migliorare la sorte degli operai. La proprietà attuale è una « categoria storica » e transitoria, che trae senza lavoro una rendita dalla terra o dal capitale che la legge vi attribuisce. La proprietà non deve per diritto naturale avere altra base al di fuori del lavoro. Questo avverrebbe quando tutti i cittadini formassero parte delle Società coo perative. Il lavorante avrebbe il possesso a vita dello strumento del lavoro o della parte dell’avere sociale che corrisponderebbe al suo impiego, che sarebbe in rapporto colle sue attitudini e gli darebbe una ..remunerazione esattamente eguale al prodotto del suo lavoro. È la formula Sansimoniana. L’eredità è una tradizione morta. La concezione panteista della storia che aveva Lassalle lo portava a credere che di progresso in progresso si giunge rebbe a uno stato in cui non vi sarebbe più che una classe che grazie alla scienza otterrebbe la larga sodisfazione di tutti i suoi bisogni, mediante un la voro moderato e salutare. Ciascuno potrebbe così raggiungere tutto lo sviluppo intellettuale e morale di cui la natura l’ha reso capace. Nelle idee di Lassalle non vi è grande originalità. Saint-Simon e Louis Blanc avevano avuto le sue mire di ricostruzione sociale, Marx aveva fatta la critica della economia politica. Pure la lettura dei suoi scritti è utile perchè mostra certe lacune e certi errori in alcune teorie economiche. Del resto, al contrario di Marx, egli non vede che la Germania. Voleva introdurre pacificamente delle riforme in uno Stato che avrebbe servito di modello agli altri. Spe rava perfino che qualche sovrano o qualche granile ministro ne avrebbe compresi i benefizi. È il sogno del socialismo cesareo di Luigi Napoleone nella pri 129 gione di Ham. Chiaroveggente in politica, credeva più facile una simile riforma in una monarchia che in una repubblica borghese. Credeva che ci sareb bero voluti due secoli per giungere all’abolizione del salariato. Non invocava dunque una trasformazione violenta, ma chiedeva troppo all’iniziativa dello Stato. I QUATTRO ULTIMI ANNI DELl’INDUSTRIA CARBONIFERA 1» INGHILTERRA I progressi del commercio carbonifero in Inghillerra sono una delle cose più meravigliose nella storia industriale di quel paese; ma in nessun pe riodo antecedente il commercio del carbone in In ghilterra ha fatto i passi giganteschi di questi ultimi anni; il progresso delle epoche passate è meschi nissimo in confronto allo sviluppo che ha preso adesso l’ industria carbonifera. L’incentivo più di retto- ed immediato di un tale sviluppo è stata la deficienza di carbone che si verificò nel 1872-75 ; anche altre cause possono avere influito nella stessa direzione ed è probabile che il progresso normale e regolare avrebbe portato la produzione del car bone fossile in Inghilterra alle stesse proporzioni, anche senza la deficenza a cui abbiamo accennato. La mancanza di carbone, rammentiamolo, ebbe un effetto restrittivo ed uno di espansione; se non vi fosse stata scarsità di carbone, il valore di quel combu stibile non avrebbe raggiunto il prezzo enorme al quale s’innalzò e se il valore del carbone fosse ri masto inalterato, i minatori non avrebbero avuto nè motivo nè possibilità di limitarne il prezzo, come fecero colla veduta di diminuirsi il lavoro ed assi curarsi un salario più alto. Lo sviluppo del com mercio carbonifero che ha seguito la scarsità del 1872-75 è stato dunque in gran parte prodotto dalla diminuzione avvenuta in quel momento, perchè ai possidenti di carbone fu impossibile di ottenere dalla stessa sorgente la stessa produzione che era suffi ciente qualche tempo prima. Nella medesima epoca, fu attuata la legge sulle miniere, che servì d’ inci tamento ai minatori nel tener bassa la produzione e mantenere la scarsità di carbone, limitando il la voro a 54 ore la settimana. Questo limite non fu applicato, s’ intende, a tutte le classi di lavoratori, anzi in fatto non lo fu che pei ragazzi al di sotto di 16 anni. Ma siccome i ragazzi sotto i 16 anni sono adoperati principalmente come caricatori e siccome la restrizione dell’opera loro porta necessariamente una diminuzione nella quantità di carbone che vien trasportata per essere ammontata, viene a esser lo stesso che se il limite delle ore fosse stato appli cato anche agli spaccatori e ad altri lavoranti. In 130 L’ E C O N O M IS T A quasi tutti i distretti ove esistono le miniere di car bone furono sui. primi del 1863, quando comparve la legge sulle miniere, presi dei provvedimenti per lavorare ai pozzi cinque giorni la settimana e dieci ore il giorno, vale a dire 22 ore di meno, ogni quindici giorni, di quel che si lavorava prima nell’estrarre il carbone, quando cioè le ore di lavoro erano 11 per giorno e 11 giorni nella quindicina. Generalmente parlando reffetto della legge sulle mi niere del 1863 fu quello di ridurre la quantità del carbone del 10 per cento almeno e questo fatto unito all’ indolenza crescente ed alle irregolarità dei minatori, produsse l’effetto di accrescere gli sforzi che si fecero da ogni parte per supplire alla deficenza del carbone; si aprirono nuove miniere e vennero impiegati molti più operai di prima. È di questo movimento che intendiamo parlare adesso. Per fare intendere più chiaramente il progresso avvenuto in Inghilterra in questi quattro anni sarà bene parlar prima di quello antecedente operatosi nella industria carbonifera nello stesso paese. La produzione carbonifera del Regno Unito nel l’anno 1816 fu soltanto di 27,020,115 tonnellate. Non vi sono memorie esatte alle quali affidarsi sul numero totale delle miniere esercitate in quell’ epoca, ma facendo un salto di 22 anni troviamo che sul 1838 esistevano in lavorazione soltanto 59 miniere nei vasti terreni carboniferi del Nord, le quali pro ducevano annualmente 5,887,520 tonnellate, mentre nel tempo attuale dalle 347 miniere situate in quei luoghi si estraggono fra i 30 e i 35 milioni di ton nellate. Sedici anni più tardi il numero totale delle miniere del Regno Unito ascendeva a 2441 ed il prodotto complessivo del carbone fu calcolato essere 64,961,401. Dieci anni più tardi si contavano 3195 miniere e la produzione complessiva era di tonnel late 92,787,873, vale a dire che nel decennio ac cennato aumentarono 754 miniere e circa 28 mi lioni di tonnellate di carbone. Nel corso dei cinque anni seguenti, cioè fino alla fine del 1869, si veri ficò il fenomeno singolare di una diniinuzione nel numero delle miniere in lavorazione e di un aumento nella produzione; il numero esatto delle miniere tornò a 2819, mentre la produzione giunse a ton nellate 107,427,557. Questi numeri dimostrano, in confronto col 1864, una diminuzione di 376 mi niere ed un aumento di 15 milioni di tonnellate nella produzione. Questa incongruità apparente si spiega però facilmente. Le principali miniere ave vano estesa moltissimo la produzione, mentre erano state chiuse un gran numero di piccole miniere a cagione delle condizioni del commercio o dei biso gni dei proprietari. E errore comune il credere che il commercio carbonifero in Inghilterra siasi sviluppato progressi vamente durante I’ ultimo mezzo secolo ; ciò è ben 4 febbraio 1877 lungi dal vero. Quello sviluppo è stato invece molto irregolare ed incerto per non dir capriccioso. Per esempio fra il 1855 e il 1856 avvenne un aumento nella produzione di circa 2 milioni di tonnellate, ma nei dodici mesi seguenti vi fu una diminuzione di un milione di tonnellate, e l’anno dopo diminuì an cora di un altro milione, vale a dire che dal 1856 al 1858 la diminuzione fu di circa due milioni di tonnellate. Nel 1859 però la produzione totale del Regno Unito s’innalzò e circa 72 milioni, verifican dosi un aumento sull’anno precedente di circa sette milioni di tonnellate, e nell’anno seguente vi fu un altro aumento di più di otto milioni, di modo che soltanto in quei due anni si accrebbe di quindici milioni il prodotto carbonifero del Regno Unito, au mento quasi uguale alla produzione totale dell’anno 1816. Questo aumento corrisponde anche a quello della produzione complessiva annua di quell’epoca in Au stria, Russia, Spagna, Portogallo, Australia e India, ed è soltanto inferiore di tre milioni alla produzione complessiva della Francia e del Relgio nell’ epoca attuale. Dal 1860 al 1869 si verificò un aumento annuo progressivo e regolare, eccettuato il 1862, anno nel quale si estrasse circa due milioni di tonnellate meno dell’anno precedente. — Dal 1869 fino ad oggi l’ aumento annuo è stato costante fuorché nel 1873-74 allorché la produzione ribassò da 127,000,000 a 125^000,000 di tonnellate, diminuzione che fu però ampiamente compensata nell’ anno seguente essendo il prodotto giunto a 132,000,000 di tonnellate, ossia un aumento di 7 milioni sulla produzione del 1874. Dopo aver esaminati i primi stadi dello sviluppo carbonifero, passeremo adesso ad esaminare le cir costanze straordinarie che hanno accompagnato l’au mento di produzione di questi ultimi quattro anni. Abbiamo scelto questo periodo di tempo perchè esso comprende il principio e la fine di quello stato anor male di cose che produsse, mantenne e seguì la scarsità del carbone. In breve, possiamo dire che quantunque fino all’anno 1871 il commercio carbo nifero andasse sempre aumentando, non prosperò mai moltissimo. Al contrario si asserisce ripetuta mente da autorità competenti, e specialmente dai più grandi proprietari di carbone del Regno, che nei 20 anni antecedenti al 1870 la media della ren dita netta del commercio carbonifero non eccedeva il cinque per cento del capitale investito nella lavo razione. Ma nel 1871 il commercio incominciò ad andar più spedito, e nel 1872 vi furono richieste e prezzi senza precedenti. Nel 1873 questa condizione di cose continuò, alquanto modificata, invero, ma sempre abbastanza anormale, per produrre imbarazzi ed incertezze, e far nascere una nuova serie di circostanze che ebbero per qualche tempo tutto lo incanto del mistero e della nuovità. 4 febbraio 1877 131 L’ E C O N O M IS T A Fu appunto sotto l’influenza di queste circostanze che si manifestò l’enorme sviluppo dei terreni car boniferi dell’ Inghiltarra il quale dette poi i resul tati dei quali diamo la tavola più sotto. Tutti co loro che ebbero in quei momenti dei capitali dispo nibili, si affrettarono ad investirli nelle industrie del carbone e del ferro. Coloro che già da molto tempo esercitavano quel genere di commercio, quantunque incerti della durata che avrebbero avuto quei prezzi così alti, furono costretti ad impegnarsi in pro getti di estensione e di sviluppo del commercio stesso, anche quando i loro mezzi non glielo avreb bero permesso, e ben presto si trovarono a perdere una parte del capitale. — Ogni località meritevole di esser esercitata, ed anche molte che non valeva la pena di esercitare furono facilmente affittate ad un prezzo molto superiore a quello dei tempi pas sati, cioè alcuni affitti giunsero a dare una rendita di uno scellino e sei denari e anche due scellini per tonnellata (due scellini oquivangono a franchi 2 30). Vennero scavati i pozzi nelle località più infelici, con una risolutezza e un’energia degne di quel gen tiluomo il quale ostinato a scavare il famoso pozzo di Monkwearmouth, rispose a coloro i quali cer cavano di persuaderlo che in quella località non avrebbe potuto trovare il carbone, « che se non riusciva a trovar quello, avrebbe però seguitato a scavar tanto da giungere in una località dove avrebbe trovato la cenere. » Tutti i terreni carboniferi del Regno erano nelle condizioni identiche ; si riteneva che il carbone fosse la pietra filosofale moderna, sorgente di ricchezza più abbondante e più sicura che i tesori di Golconda. La gente che prima si contentava della rendita del tre per cento, fu presa da una frenesia di guadagno, inaudita ; per fortuna durò poco, ma bastò a provare a molti che non è facile di riprendere i denari get tati in un pozzo. Alcuni però, quantunque anche credessero che il periodo dei prezzi alti sarebbe du rato molto più di quel che durò realmente, non si avventurarono però a far grandi speculazioni. La tavola seguente presenta il resultato netto di questi quattro anni, dimostrando il numero delle miniere messe in lavorazione in ogni distretto, e l’au mento di esse dal 1871 al 1873. North Durham and Northum1871 1875 Aumento berland........................... . 164 170 6 C um b erlan d ..................... 39 27 12 South Durham . . . . 37 . 140 177 C h e s h ire ........................... 29 37 8 Lancashire, East and North . 287 113 400 Lancashire, West . . . . 157 31 188 Yorkshire........................... . 423 523 100 235 123 D e r b y s h i r e ..................... . 130' 27 19 Nottinghamshire . . . . 46 18 12 31 25 13 13 307 104 59 66 33 74 299 79 216 201 30 442 157 64 90 40 91 415 124 334 23253 135 153 5 24 7 17 116 45 118 28 23 . 2,883 3,933 1,048 Warwickshire. . . • Leicestershire. . . . South Staffordshire and Worchestershire . . . North Staffordshire. . Shropshire . . . . Glocestershire . . . Somersetshire . . . Monmouthshire . . . South Wal es. . . . North Wa l e s . . . . Scotland (East) . . . Scotland (W est). . . Ireland........................... Totale La tavola seguente, che indica la produzione del carbone in ognuno dei distretti nominali, ed il totale della produzione del Regno Unito negli anni 1871 e 1875, insieme all’aumento e alla diminuzione ve rificatasi in ogni distretto, servirà anche a veder subito il resultato della lavorazione nelle 1048 nuove miniere messe in esercizio che vengon registrate nella detta tavola : LO l O h C O AO — — O LO 0 ,0 4 ,0 4 ,0 ^ 0 , t i o o T o T sT — CO CO 0 4 OO CO — — CO — avi 05, aa o jg s fi g § « & N O L . £c,\< -O ( CO LO CO,— ,,1^, !> O TcTco'^h' fOi <-ni — : o 0 5 io 05, co gì g ì CO — 04 05 CO !1 CO — a» LO olo I I I2 I£ lO r-T —„ CO -T in lo lo o oo lo r- co © O ^ ’ l 'C O C O h ^ O S O O i Q CO h CO io o o o 04 CO r-" 04 O LO — co av^co, o f i CO*to' —~O aT-tu' o O , 0 5 t ^ , © , 0 0 , 0 5 , LO C O ,L O ,0 5 , Ì 1cÌ- c OoTcÌ-’Ì iOGÌ £'* LO 0 4 t - LO G^4 CO £ 0 0 4 0 4 05 04 04 05 LO05 LO Oc r - 0 , c 0 0 4 ,0 4 ,c o LO c o ,c o ,L O ,— 0,04,^ 0 ( 7 ^ or-Lo^có* —" - ì l i —' —r c i o ' GÌ co co — co —o o o o o —•co co o o o o t- C3 a § r-O C co o o o o r - o o L O O O —o I co L 0 o o o o 5 r-0 4 0005LO I 04 CO, 0 4 , CO, 0 5 , O-N CO H j o ^ 05 co 05 05 04 O CO CO 04 05 0 4 , C J , 0 , 0 0 4 , 0 0 L O 0 , 0 , 0 4 , 1> . . A ( Ì»“© ■> » —- U ,l o /— s /-—s r r \ i °— GÌ c i o ' o ' c ì LO ! 04 LO LO i — I — I04 O CO CO OI0005CO-^C005 —LQ,-^'—1 co~ I t" -rp'.ci — f —T 05 04 LO ■CO LO co, ^ , t"* co fc-i oTr-ToTLQ.oT rO a S3 rG « Ti ,a <X) © •-d £1 ^« ce «15 e § iT-3 -s ©S <v.H <» w L — ¿3 © a; <v CO 0 } - TÌ ET g -s.S ■ri W co £ S3 -S a. 05 © m § 5 5 Jà rQ ao o_ 0„) ^o ” cc -a x ì — c o; o © +§3 ag3 o fè o co £ o ! « Q Z ' t-j cn L’anno 1875 è stato scelto perchè già se ne co noscevano le statistiche, ma siccome neir anno de- 132 L’ E C O N O M IS T A corso si verificò un abbassamento eccezionale, così i resultati del -1876 saranno presso a poco identici a quelli-dell’anno preeedente. Secondo i calcoli sue sposti si vede che il commercio più attivo è stato quello del Lancashire, ove sono state messe in lavo razione 144 nuove miniere, e l’aumento del carbone è stato di 3,225,044 tonnellate; ed in Scozia ove sono state aperte all’ esercizio 146 nuove miniere, coll’ aumento di 3,159,216 tonnellate. L’ Yorkshire, con un aumento di 100 miniere, e 2,624,018 ton nellate di carbone si avvicina por la produzione ai grandi terreni carboniferi del Settentrione, ove l’au mento è stato di 2,907,207 tonnellate ; ma il fatto che in quei terreni Settentrionali non sono state aperte all’esercizio che 43 nuove miniere, dimostra che l’aumento della produzione non va di pari passo coll’aumento del numero dei nuovi pozzi di escavazione. Un altro fatto poi appoggia qùesta conclusione, ed è che resulta dalla tavola esposta, che mentre il numero delle miniere è aumentato in tutti i terreni carboniferi del Regno, si è verificata un’assoluta di minuzione di prodotto in otto di quei terreni, cioè nel Cumberland, Cheshire, Shropshire, Gloucester shire, Somersetshire, Monmouthshire, North Wales, e Irlanda. Un altro fatto curioso si rileva osservando i cal coli relativi al Staffordshire e al Worcestershire. In quelle contee vi è stato un aumento complessivo di 188 miniere nuove, mentre l’aumento nella quantità del carbone è stato soltanto di 426,754 tonnellate. Quando si ricordano gli sforzi prodigiosi fatti per esercitare il Sandwell-park e le altre nuove miniere del Staffordshire, bisogna convenire che un gran numero degli antichi pozzi devono aver prodotto ben poco. In alcune parti dello Staffordshire la miglior qualità di carbone è stata quasi completamente esau rita, e ciò può forse spiegare il perchè in questi ultimi quattro anni il progresso in quei luoghi sia stato lentissimo : osserveremo anche che quest’ atti tudine stazionaria di due delle contee più manifat turiere dell’Inghilterra, che hanno tanti rapporti colle, industrie del ferro, diviene tanto più inesplicabile e sorprendente, quando si pensa che dal 1854 al 1870 la loro produzione complessiva di carbone era più che raddoppiata. Le risorse del South Staffordshire sono realmente più limitate di quelle di qualunque altro terreno carbonifero che produca la stessa quan tità di carbone. La Commissione del 1870 incari cata di fare un’ inchiesta sulla durata e l’estensione dei terreni carboniferi dell’ Inghilterra valutò la ri serva dei terreni del South Staffordshire a sole 1,906,000,000 di tonnellate mentre i territori attigui del Midlands e del Lancashire avevano respettivamente delle riserve di 18,172,000,000 e 5,546,000,000 tonnellate, per non parlare del South Wales che ha ancora intatte 32,456,000,000 tonnellate e dei terreni 4 febbraio 1877 carboniferi di Durham e Northumberland che ne posseggono 10,036,000,000. Sembrerebbe che specialmente in questi ultimi quattro anni dovessero essere stati investiti in In ghilterra nel commercio carbonifero molti capitali, senza gran profitto ; riportandoci nuovamente allo tavole esposte, vedremo che Staffordshire ha soltanto un aumento di 426,754 tonnellate, avendo aperto 188 nuove miniere; che il North Wales ha una di minuzione di prodotto di 162,692 tonnellate, quan tunque 45 sieno le nuove miniere in esercizio ; che l’ Irlanda ha una diminuzione di 37,800 tonnellate e 23 nuove miniere; Monmouthshire ha in meno 1,389,550 tonnellate e 17 nuove miniere; Glouce stershire una diminuzione di 139,217 tonnellate e 24 nuove miniere ; insomma fatto il calcolo, sono state poste in esercizio 300 miniere nuove, senza che siasi verificaio un aumento di produzione di una sola tonnellata in tutti i distretti ove sono state aperte. Quanto capitale è stato impiegato nell’aprire all’ esercizio quelle nuove miniere? Evidentemente la somma deve essere enorme, quantunque sia im possibile calcolarla anche approssimativamente, at tesoché una miniera può costare qualunque somma fra le 1000 lire sterline e le 100,000. Può darsi che la capacità produttiva di quelle nuove miniere sia superiore ai calcoli che si riferiscono all’anno 1875 ; la produzione è sottoposta tanto alla in fluenza delle cause locali quanto a quella delle cause generali, agli scioperi, alle accidentalità e a tutte le peripezie del commercio. Bisogna anche dire che il 1875 fu un anno nel quale i possessori di miniere non si sentivano disposti ad esser intrapren denti, perchè stretti nel dilemma dei salari elevati e dei prezzi bassissimi. Sotto questo rapporto sof frirono allora tutti i distretti ugualmente, e questo ci conduce ad osservare, che mentre una gran parte del capitale investito in questi quattro anni nel com mercio carbonifero è stato assolutamente perduto e per sempre, il valore di quello che rimane intatto deve esser molto minore di quel che sarebbe stato qualche anno fa, almeno per quel che riguarda la arospettiva della rendita. L’opera della Legge e dei re golamenti sulle miniere, la misura dei salari pagati, gli affitti richiesti per le miniere, la limitazione del lavoro, le tasse, le riserve, ed altri argomenti di esercizio, hanno contribuito a dare un valore per manente al carbone, ma nessun provvedimento le gale nè alcun regolamento locale potranno giungere a far rialzare permanentemente quel valore, che di pende sempre dalla disposizione che ha il pubblico a pagare il carbone tale o tal’ altro prezzo. (Dal Times). 4 febbraio 1877 L 'E C O N O M I S T A L’AUMENTO TERRITORIALE DELLA RUSSIA Ho scelto come soggetto del p resente articolo l’ aum ento te rrito ria le della R ussia perchè, sem bra esservi adesso u n a ce rta ten d en za a far rivivere 1’ a n tic a leg g en d a su ll’ Orso russo insaziabile e om nivoro che a sp etta bram oso l’oc casione propizia p er divorare la sv e n tu ra ta T urch ia. Quando, se g u ita la leg g en d a, avrà divorato la T u rc h ia si add o lcirà la bocca con F India, e a tu tto suo comodo m a n g e rà F Im pero Cinese, e voltandosi dal lato ove tra m o n ta il sole p o trà p rocurarsi verso le sue fro n tiere occidentali u n lau to pasto. G ià u n pubblicista acutissim o e molto conosciuto h a d ich iarato che la Russia è la g ra n sfinge dei tem p i m oderni, e che se l’E u ro p a non viene a spieg arn e l’en ig m a dovrà asso g g ettarsi ad esserne d ivorata. Se ben com prendo l’ allegoria, m i p are che l’enigm a consista nella forza d’espansione della R ussia e bisogna p u r confessare che a p rim a v ista questa forza d’ espansione sem bra davvero m e ravig lio sa ed anche spaventevole, attesoché da oltre m ille a n n i la R ussia non h a fatto che alla rg a re contin u am en te i suoi confini e n u d a le h a resistito: u n a trib ù ossia u n gru p p o di trib ù insig n ifican ti, che occupavano u n a v o lta u n territo rio ristre tto vicino alle so rg en ti del Dnieper e della D vina O ccidentale, son d iv en tate a poco a poco u n a g ra n nazione d is trib u ita sopra u n territo rio di 370,000 m ig lia geografiche q u ad ra te che si stende dal B altico fino allo stretto di B e h rin g e d all’ Oceano A rtico fino al Mar Nero ed al M ar Caspio. Questo processo di a llarg am en to s e g u ita ancora con la stessa ra p id ità ; questo, e non altro, è F en ig m a da risolversi. Q ual’ è il segreto di q uesta forza d’ esp an sione? È forse soltanto la b a rb a ra sm an ia di u n in g ra n d im e n to te rrito ria le , oppure esiste qualche m otivo più rag io n ev o le? Q ual’ è la n a tu ra di questo processo ? a ll’ annessione dei te r r i t o r i , è s e g u ita 1’ assim ilazione, oppure r i tengono i nuovi acquisti il loro c a ra tte re pro prio ? F o rm a F Im pero a ttu a lm e n te u n tu tto omogeneo o u n agglom erazione d’elem enti ete rogenei te n u ti insiem e soltanto da un legaine am m in istrativ o com une? Q ueste ed a ltre que stioni sim ili h an n o o g g i p er noi non solo u n ’im portan za p u ram en te teo retica, m a u n ’im p o rtan za pratica; se potessim o scuoprire la v era n a tu ra e le cause dell’ aum ento te rrito ria le della R ussia, giungerem m o forse a d e te rm in a re fino a che punto le annessioni servano ad accrescerne o d im in u irn e la potenza ; potrem m o forse anche 155 con qualche fondam ento farci u n ’idea del come, del quando e del dove si a rre ste rà questo p ro cesso di allarg am en to . Osservando atten tam en te dal p u n to di v ista economico la storia della R ussia, vedrem o esser due le cause prin cip ali di questa forza d’ espansione; esse cause non sono il resu ltato di qualche p a rtic o la rità etnologica, m a em ergono dal fatto sem plicissim o che i R u ssi-S lav i sono sem pre stati u n a popolazione ag rico la che a p plica, anco fino ad oggi, soltanto i metodi di co ltu ra p rim itiv i. Popolazioni sim ili hanno sem pre, e con ragione, ad d im o strata la te n denza di spingersi oltre i confini asseg n ati: cresciute di num ero hanno sen tito il bisogno dell’ aum ento di produzione, giacché i metodi di quella co ltu ra p rim itiv a esauriscono presto il suolo e dim inuisce per ta l modo la p ro d u zione; m entre il corso n a tu ra le della v ita um ana richiede u n aum ento di g rano, questo invece g li viene a m ancare. Sotto il rapporto dello sviluppo economico, in tali circostanze, si av vicina molto al vero la m odesta asserzione di M altus, che cioè la produzione del vitto non au m en ta in proporzione della popolazione f questa si accresce m entre dim inuisce il p ro dotto, e non solo relativam ente m a anche asso lutam ente. Q uando u n popolo ra g g iu n g e questo g r a do’ di sviluppo economico, bisogna che neces sariam ente si ap p ig li a uno di questi due espedienti: o im pedisca F accrescersi della po polazione o aum enti la produzione, e la p ri m a di queste altern a tiv e può effettuarsi in d i versi modi. 0 si espongono u n g ra n num ero di b am bini o un re despota decreta, u n m as sacro degl’in n o cen ti, o la popolazione esube ra n te em ig ra in a ltri paesi, come fecero gli S candinavi nel nono secolo, o come facciamo noi stessi al giorno d’ oggi. L a seconda a l te rn a tiv a p o trà effettuarsi estendendo 1’ area coltivabile o m ig liorando il sistem a agricolo. F u facile ai R usso-S lavi il decidersi nella scelta di uno di questi espedienti, e quasi si può dire che la loro posizione geografica li tolse subito d’im piccio, avendo essi vicinissim a ad O riente u n ’ im m ensa estensione di te rre v erg in i appena a b ita te ; poterono d u nque a l la rg a rsi com odam ente e in g ra n d ire l’area col tivabile. Questo fu ;1 p a rtito più n a tu ra le e più saggio a cui potessero ap p ig liarsi, perchè il m iglior modo di crear 1’ equilibrio fra la popolazione ed i prodotti del suolo è in d u b biam ente quello di estendere i lim iti della terra. Un sistem a di coltu ra elevato è benissim o inteso e si può an d arn e superbi quando la te rra è scar- 134 l---- L’ E C O N O M IS T A 4 febbraio 1877 sa, m a sareb b e assurdo il farne F applicazione inospitali e m al disposti verso i forestieri, egli quando esisto a noi vicino un g ra n te rrito rio non si m unisce nè di revolver nè di coltello; v e rg in e e facilm ente coltivabile; solo quando non avendo intenzione di far m ale a g li altri, non è perm esso di a lla rg a rsi d iv en ta necessaria non gli viene in m ente che g li a ltri v o g lia u n a co ltu ra più d ilig en te e che tr a g g a p a rtito no farne, a lui. In tra p re n d e coraggiosam ente anche di un palm o di suolo. v ia g g i lu n g h i di: centinaja. di m iglia, su d’up Il processo di allarg am en to iniziato da cause carretto a q u a ttro ruote piccolo e m al costrutto, p u ra m e n te econom iche si accelerò cplle influenze • irato da up pavalluccio b ru tto e con peli lu n g h i, p olitiche, perché l’oppressione e le vessazioni m a robusto come il suo padrone, e,non p o rta seco dell’ a u to rità spinsero m olta g e n te v e r s o O r i e n altro che u n a scure, u n a pentola di ferro, il, te. Nel secolo decim ossettim o e decim ottavo le leggerissim o a ratro epoche provviste sufficienti esigenze divennero in to llerab ili ; au m en taro n o a sostentarlo fino alla p rim a rappolta di grano. g li agu zzin i g o v e rn a tiv i, crebbero le tasse e Il, vastp te rrito rio aperto all'.industrie. del le sp ietate esazioni dei V oyivodi o, dei loro colono russo consisteva in due regioni contigue, d ip en d en ti; lib eri co ntadini divennero servi sotto mojti. rap p o rti assai diverse F u n a d aldella g leb a; furon fatate riform e ecclesiastiche F a ltra , q u a n tu n q u e non separate nè da m onti seg u ite dalle persecuzioni di .vecchi R itu a listi nè da fiupii. La regione norfiica che com prende e da P ie tro il G rande proscrizioni ed a ltre r i tu tta la :p a rte setten trio n ale dell’E uropa,,orien forme violente. Q ueste ed a ltre m isu re vessa ta le e tu tto .il nord dell’ A.siahno alK am tchatkp,. torie costrinsero alla fu g a m ig lia ja di Russi, può descriversi, a g ra n d i tr a tti come u n te rrito che cercarono a silo in u n te rrito rio libero, ove rio boschivo attra v e rsa to d,a m olti fium i e, che non li m olestasse nè. il p ro p rietario , nè i Vpcontiene g ra n num ero di la g h i e di p aludi. La yivodl, nè il collettore di tasse. Ma lo Stato regione m eridionale, che si, stende nell’ Asia con la sua tu rb a di funzionari g o v ern ativ i e di centrale,, è com posta in g ra n p a rte , di quelle collettori seg u iva da presso i fu g g itiv i, e coloro vaste p ia n u re che, i Russi, chiam ano Steppe che vollero conservare la lib e rtà dovettero sp in e g li A m ericani Praterie, ove, è scarsa .l’ acqua gersi m olto lontano ; m alg rad o tu tti g li sforzi e m iserabile la v egetazione.,T utto questo te r fatti dalle a u to rità per tra tte n e re la popola ritorio fu occupato an ticam en te da quella g ran d e zione nei te rrito rii che occupa a ttu a lm e n te, fam ig lia u m an a alla quale gli-etnologi, un po’ l’onda deg li e m ig ra ti con tin u ò a d irig e rsi verso troppo som m ariam ente, applicano, il nome di. F O riente. T u ranica; n ella regione boschiva,.poco, a b ita ta , L a n a tu ra h a dotato il contadino russo di s’in co n travano q u a e là delle trib ù finniche u n a a ttitu d in e p artico lare p er questo g enere che vivevano cacciando e lavorando la te rra , di colonizzazione. Buono, pacifico, p aziep te ha m en tre delle steppe eran signore le trib ù T ar sem pre p ro n ta la risposta calm a e, dolcp che ta re o T u rch e che m enavano v ita pasto rale d isarm a la violenza e si a d a tta e si rasseg n a e nom ade. a tu tto con u n a facilità affatto sconosciuta al O g nuna di queste due regioni ayeya pei trove, e ?i p ro cu ra im m ed iatam en te dei rap p o rti coloni a ttra ttiv e ed ostacoli speciali. Nelle fo am ichevoli tra le popolazioni pon le quali elitra reste, l’a g ric o ltu ra fu pei prim i e m ig ra n ti la in co n tatto . C ercherem m o invano nel contadino voro difficilissimo ed il loro modus operandi russo q u ell’ a ria d’im p o rtan za prodotta d al sen m erita ancora l’attenzione di chi. v iriti quella tim en to della p ro p ria su p erio rità personale e località. N ella p rim av era, quando com inciano nazionale, sentim ento che spesso trasfo m a p u r le foglie a sp u n ta re su g li alberi, un. b ranco di troppo i popoli, che p u r am ano la lib e rtà in co n tadini si reca con delle scuri sul luogo de tira n n i crudeli, allorché en tran o in contatto,pon stin ato ad essere diboscato; si abbattono prim i razze più deboli della loro, o in feriori in civiltà. i g ra n d i alberi e.q u in d i i più g iovani; quando Il contadino russo è anche scevro di q uella son tu tti in. te rra .si., lascian sul posto,, ed i sm ania d’ inconsulto proselitism o che spesso con tad in i se ne vanno e sem brano per più im pedisce ag li id o latri di vedere nel C ristia m esi d im en ticare affatto il terreno, diboscato. nesim o d egl’ in g lesi u n a relig io n e d’ amore; N ell’ a u tu n n o tornano sul luogo per. spogliare egli ritie n e che ogni nazione abbia ricev u to dei loro ram i gli alberi caduti, scegliere il l e da Dio la sua fede speciale e che ogni uomo gnam e, che può servire per costruzione, acca debba u n iform arsi alle regole della religione tasta n d o il resto, dopo av ern e tolto qupl che può in cui è nato. Q uando il russo va a s ta b ilirsi esser buono come leg n a da ardere. Le tra v i in mezzo a popolazioni stra n ie re , se an ch e i da costruzione si trasp o rtan o appena la caduta suoi nuovi vicini h an n o rep u tazio n e di essere ' delle prim e nevi h a a p p ian ate le strad e e.per- 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A m ette di sd ru ccio larv i sopra. D el leg n am e non atto alla costruzione si fanno u n a .accanto all’ a ltra delle enorm i cataste. N ella p rim av era segu en te si sm uovono con dei pali quelle ca taste e vi si appicca il fuoco. Sul p rincipio la fiam m a com parisce, q u a e là, p o i , a g g iu n g e n dovi per esca dell’erba secca e delle fascine divam pa da tu tte le, p a rti, e le cataste non form ano.più che u n im m enso fuoco; grandioso spettacolo che è, im possibile vedere, nei paesi civili. Se il fuoco è, ben regolato ricuopre il terren o diboscato di uno strato di cenere al quale.si mescola un poco della te rra sottostante; ivi si- fa la sem enta. L a sem enta v ien poi r i coperta col mezzo d’ u n a specie d’erpice molto prim itiv o fa tta con ram i di pino. Coloro che hann o sem inato nella cenere possono rip ro m et tersi per l’ au tu n n o u n a mèsse abbondante, perchè nell’ a n n a te o rd in arie il riso e l’ orzo rendono alm eno il sette o 1’ otto e se la s ta gione ,è favorevole, si ottiene anche il venti cinque o il tre n ta . D isg ra z ia ta m en te q u esta produzione artificiale è di co rta d u ra ta , se il terren o è povero, sassoso,, si esaurisce in due o tre a n n i ed anche quando è rela tiv a m e n te buono non se ne ottengono più di sette o otto raccolte,m ediocri. N ell’ insiem e però questo si stem a di co ltu ra cosi p rim itiv o non rem u n era abbastanza le fatich e d ell’ uomo. Il sistem a d’a g ric o ltu ra p ra tic a to nelle steppe è molto più sem plice e assai m eno faticoso ; 11 non occorre che il colono com inci d all’ab b a tte re gli alberi e ,dal p re p a ra re il terren o , p erchè la n a tu ra h a g ià diboscato per suo conto e dotato il suolo, composto di u n terriccio scuro, di u n a fe rtilità prodigiosa, che secoli di co ltu ra non son riu sciti ad esau rire che p a rz ia lm e n te. Il colono n o n 'a v e v a da far a ltro che sm uovere un po’ la te rra e deporvi la se m e n ta ; sicuro di esser com pensato della sua lieve fatica con u n a copiosissim a raccolta. Perchè dunque, ci v e rrà chiesto, il contadino russo h a preferito spesso di sta b ilirsi nelle re gioni boschive del nord, ove g li occorreva di d u ra r ta n ta .fatica per a b b a tte re g li alberi e dove la p o v ertà del suolo non g li p ro m ettev a compenso, m e n tre che ad u g u a le d istan za da lui, in vaste ed ubertose p ia n u re , la n a tu ra gli offriva più facile 1’ esistenza? L ’ inconsistenza apparen te di questo fatto si sp ieg a con u n a rag io n e buona e validissim a. I co n tad in i russi non provavano neppure a n tic a m e n te u n am ore appassionato per il lavoro per se stesso, nè erano incapaci di ren d ersi conto della m a g g io r faci lità e dei v a n ta g g i di produzione che p resen tav an o le step p e; se avessero d u n q u e consi 155 derata la questione soltanto dal lato agricolo, avrebbero preferito quei vasti pian i del mezzo giorno ai te rre n i boschivi del n o rd ; m a re a l m ente bisognava p rendere in considerazione altre circostanze collaterali, ed in quelle r i siede la spiegazione del fenomeno. Il colono doveva c u rarsi ta n to della fau n a che della flora di quelle due regioni. S ignore della prim a nelle foreste del Nord eran quelle trib ù fin niche pacifiche o laboriose, poco disposte a dar noja a nuovi venuti che non le m olestassero pei p rim i; nelle steppe vivevano invece quelle orde nom adi, avide di preda, sem pre pronte a ll’attacco, al saccheggio e al ra tto degli schiavi che raccoglievano fra le pacifiche popolazioni agricole. P er quanto i Russi fossero fatalisti e coraggiosi, nonostante non poteron chiudere affatto gli occhi ai p erig li che gli attendevano nelle steppe, e m olti di loro preferivano di affrontare la v ita faticosa, ma tra n q u illa delle regioni boschive. Q uan tu n q u e la colonizzazione delle foreste setten trio n ali non si effettuasse senza s p a rg i m ento di sangue, il suo c a ra tte re generale fu pacifico assai, e la cronaca contem poranea per conseguenza non se ne curò, m en tre invece la colonizzazione delle steppe occupa u n a p a g in a san g u in o sa n ella storia europea. F ino dai prim i tem pi le g ra n d i p ian u re situ ate al nord del m ar Nero e del m ar Caspio furono occu pate da diverse popolazioni nom adi, ed una continua g u e rra di fro n tiera arse fra loro e la popolazione ag rico la e stabile. « Quella gente, dice, uno scritto re bizantino contem po raneo, non h a dim ora fissa, cercano di conqui stare tu tti i te rrito rii e non ne colonizzano alcuno. Son popolazioni volanti che nessuno riesce a ferm are e siccome non hanno nè case nè v illag g i bisogna in seg u irli e d ar loro la caccia come agli an im ali selvaggi. N on si pos^ sono p arag o n are che ai G rifoni che la n a tu ra benefica h a releg ati in regioni inospiti. » Un antico cronista Russo cosi descrive le loro scorrerie: « B ruciano i v illag g i, le cascine e le chiese, fanno il deserto ovunque passano, ed i cam pi lav orati divengono in breve di m ora delle belve; conducono in sch iav itù m olta g e n te , a ltra ne to rtu ra n o , ne am m azzano o lasciano m orir di fame e di sete. Desolati, stanchi, mezzi m orti dal freddo, colle facce strav o lte dal dolore e dai p atim en ti, scalzi, sem inudi e lacerati dai p ru n i, i p rig io n ieri russi si trascinano a ttrav ersan d o u n paese sconosciuto e piangendo dicono l’ uno a ll’ a ltro : « Io sono della ta l c ittà : io del ta l villaggio. » E unita alla voce del cronista Monaco udiam o quella 136 L’ E C O N O M IS T A dell’ anonim o O ssian,Slavo, che lam en ta la sor te dei caduti figli, di R ussia. « Ne’te rrito ri russi sia ode ra ra m e n te la voce dell’agricoltore, ma spesso invece il g rido degli avvoltoj che si con tendono i corpi degli uccisi, e il g racch iare dei corvi che si p recip itan o su lla preda. » Q uesta lo tta fra i coloni ag rico lto ri e le b arb are trib ù nom adi a u ro più secoli e con v aria vicen d a; u n a volta g li a g ric o lto ri si avanzarono g u a d a g n a n d o terren o , m a re sp in ti poco dopo, tu tta la R ussia divenne un M uss o S tato trib u ta rio dell’im pero M ongolico; r i com inciò quindi il m ovim ento della coloniz zazione e finalm ente i nom adi vennero espulsi o rid o tti all’im potenza. Questo resu ltato finale fu ra g g iu n to recen tem en te; fino alla m età del secolo decorso i russi si vendevano a m ig liaia sui m ercati di schiavi della C rim ea e l’infam e com m ercio non cessò finché la C rim ea non fu an nessa allT m pero R usso da C aterin a II. Ma non cessò su b ito la caccia ai russi, che è s ta ta p ra tic a ta fino ai nostri g io rn i dal K h an di K h iv a e da a ltri p o te n ta ti ai q u ali era r i u scito di rim an ere in dipendenti. I due g en eri diversi di colonizzazione produssero n a tu r a l m ente diverse q u a lità di coloni; nel N ord furon tu t t i ag rico lto ri e c o m m e rc ia n ti, m entre nel sud, oltre g li a g ric o lto ri e i com m ercianti si formò u n a classe ib rid a di uom ini a m età coloni e m età soldati, conosciuta sotto il nome di Cosacchi. Mi è stato dom andato ta n te volte che cosa sia u n cosacco, che non voglio tra s c u ra re l’oc casione di d ar dei ra g g u a g li sopra questo p e r sonaggio. A nticam ente, m e n tre ferveva la lo tta alla q uale ho accennato, fu m estieri il m an ten ere alla fro n tie ra del sud u n corpo irre g o la re di tru p p e leg g iere, per p ro te g g e re la po polazione se d e n ta ria contro le scorrerie dei T a rta ri nom adi. Queste tru p p e si form avano ta lv o lta inviando alla fro n tiera i d eten u ti delle carceri, ai quali g e n e ra lm e n te si dava il nome di C osacchi; q u esti u ltim i però non erano i cosacchi della sto ria e del romanzo; il g en u ino cosacco, il libero cosacco a b ita v a oltre la fron tiera. O rd in ati quasi m ilita rm e n te , i veri co sacchi si difendevano da sè e non solo b a tte vano spesso i T a rta ri, m a si spingevano anche a far delle scorrerìe sui loro territori]', v e n d i cando in certo modo le b a rb a rie commesse dai T a rta ri in R ussia. T u tti quei fiumi che scor rono verso il m ezzogiorno, il D nieper, li Don, il V olga, l’Y aik o O ural e ra n so rv eg liati da •una b a n d a di lib eri cosacchi, ed a nessuno 4 febbraio 1877 era perm esso di trav ersare senza il loro p e r messo il territo rio adiacente. O fficialm ente, i cosacchi eran Russi ; si professavan cam pioni dell’ortodossia e su dditi fe deli dello Czar, m a in re a ltà le cose eran di verse. Q u an tu n q u e fossero russi per o rig in e , per lingua e per inclinafcioni, l’ ab itu d in e di dar la caccia e d’im padronirsi delle donne ta rta re produsse tr a loro u n a certa m escolanza di san g u e ta rta ro ; benché professassero l’o r todossia non si curavano affatto di p ratich e re lig io se , nè vollero m ai sottom ettersi alle a u to rità ecclesiastiche, m entre protestano con tin u a m e n te di esser su dditi devoti dello Czar non credevan poi necessario di obbedire ai suoi ordini che quando lor pareva di farlo. B isogna però convenire che anche lo Czar ag iv a con essi nello stesso modo chiam andoli, quando a lui faceva comodo, suoi fedelissimi su d d iti, m en tre quando riceveva dei lam en ti sulle loro scorrerìe nel territo rio tu rco, li d i c h ia ra v a b rig a n ti ed assassini, dicendo che il S u ltan o aveva d iritto di p u n irli come meglio credeva. Nello stesso tem po però che venivan considerati come b r ig a n ti, ricevevano reg o larm en te da Mosca provviste e m unizioni, e di ciò esiste la prova in alcuni docum enti p u b b licati di recente. F ra queste stran e com unità m ilitari le più celebri furon quelle dei cosacchi del D nieper e dei cosacchi del Don, che differivano però molto l’u n a d all’a ltra nell’ordinam ento. La p rim a ten ev a u n cam po fortificato in u n isola del D nieper, ed in quel luogo un g ra n num ero di cosacchi m enavan v ita strettam en te m ililitare, un po’sul tenore di quella degli an tic h i ordini cavallereschi al tem po delle crociate. O gni Jiuren o co m p ag n ia aveva in com une la tavola e il dorm itorio, e alle donne era rig o rosam ente proibito di p en e tra re nel recinto fortificato. I cosacchi del Don non erano ac cam pati stab ilm en te, m a si riu n iv an o invece a seconda delle circostanze. B enché diverse n ell’ordinam ento, le due co m u n ità avevan però m olti p u n ti di contatto; b asate am bedue su p rin cip ii dem ocratici, sce glievano i propri ufficiali col mezzo dell’ele zione popolare; tan to l’ u n a che l’a ltra non sdegnavano di far le scorrerìe sul te rrito rio tu rco , avendone o no u n motivo plau s b ile; am bedue ogni ta n to facevan com parire nel M ar Nero flotte com poste di piccoli b a tte l li , che devastavano le coste ed anche ta l volta prendevano d’assalto le c ittà , p recisam ente come facevano i N orm anni del nono secolo nell’E u ro p a occideutale. 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A Questi vari g ru p p i di cosacchi nou ebbero tu tti la stessa sorte. I cosacchi del D nieper disciolti colla forza da C aterin a II, vennero in p arte tra sfe riti nei b an ch i sette n trio n a li del Kuban, ove p er m olte g enerazioni, sotto il nom e di cosacchi del Mar Nero, furono adoperati a sor veg liar le fro n tiere e sostennero u n a g u e rra incessante con le trib ù tu rb o le n te del Caucaso. I cosacchi del V olga disparvero senza lasciar di sè alcu n a traccia, m entre quelli del Don e dell’O ural furono a poco a poco trasfo rm ati in tru p p e irreg o lari e come ta li funzionano anche oggi. I re su lta ti finali della colonizzazione sono sta ti sem pre diversi nelle due R egioni del Nord e del Sud come diversi furono i metodi di applicarla. Nel Nord i russi h an n o in g ra n parte assim ilata, e direi quasi a sso rb ita , la popolazione in d ig en a, m en tre al co ntrario nel Sud q uesta è s ta ta o sottom essa o scacciata a d d irittu ra ; la spiegazione di questo fatto im po rtan te p o trà forse sp arg ere u n po’ di luce sopra certi problem i storici an co ra oscuri per noi. I p rincipali ostacoli che si oppongono alla fusione di due razze lim itrofe che vivono sotto lo stesso governo, sono in p a rte econom ici ed in p arte in te lle ttu a li; ed in a ltre parole, gli ostacoli consistono p a rte nel modo di vivere, e parte nei concetti fondam entali, e re d ita ri ed in tellettu ali intorno alle credenze e alle p r a tiche religiose. Nella regione N ordica i co loni russi incontraro n o u n a popolazione che sotto il rapporto dello sviluppo economico non era nè superiore, nè inferiore a loro; le trib ù finniche erano g ià agricole, possedevano te rra ad esuberanza e non ebbero però n essu n a r a gione per c o n trastare ai russi la colonizzazione, talch é questi si stab iliro n o pacificam ente in mezzo a loro, senza che quasi i Anni se ne ac corgessero. F u il prim o passo verso la fusione e l’am alg am a delle razze. Nel sud al co n trario le razze in d ig en e ancor dedite alla pastorizia e n o m ad i, si m an te n e vano in un grad o di sviluppo economico in feriore a quello dei coloni, e la conseguenza n a tu ra le di questo stato di cose fu u n a g’uerra di sterm inio fra le due razze, sim ile a q uella che ferve da m olte g en erazio n i in A m erica fra g l’in d ian i pellirosse ed i coloni bianchi. Le trib ù nom adi h an n o sem pre dim ostrato u n a g ra n tendenza ad a tta c c are le popolazioni se d en tarie che in c o n tra n o ; l’ a v id ità del b o tti no le spinge a fare sco rrerle, sp ecialm ente se h an n o dietro a sè un m ercato, ove facil m ente si vendono gli schiavi ; oltre a questo 157 il solo istinto della propria difesa le costringe ad opporsi al progresso dei coloni, perchè l’al larg arsi dell’aera agricola re strin g e il terren o che serve alla pastorizia e alla caccia. Un re golam ento curioso nella sto ria dei cosacchi del Don serve d’illustrazione al fatto acccennato: quando questi vivevano soltanto dell’a llev a m ento delle pecore e di ra p in a , proibirono l’a g ric o ltu ra sotto pena di m orte ; questa p ro i bizione è s ta ta com unem ente sp ieg ata, dicendo che desideravano di conservare nella com unità 10 spirito b attag liero , m a q u esta spiegazione mi sem bra troppo speciosa per esser v era; la ragione, secondo me, fu qu esta e non a ltr a ; l’uomo che coltivava un palm o di te rre n o defraudava i suoi vicini dei loro d iritti p a storali. La lo tta fra u n a razza p astorale e u n a razza agricola può d u rare un pezzo, m a il resu ltato finale è uno solo; g li ag rico lto ri, per ragione, che è facile rin tracciare, finiscono sempre, col .tempo, p er trio n fare; i nom adi son co stretti a ritira rsi, e quando la ritir a ta d iventa im pos sibile, l’unico scam po per loro è quello di cam biar metodo di vita, se non vogliono essere esterm inati. La sto ria delia colonizzazione, russa prova ad evidenza che così avviene sem pre : le trib ù nom adi sono state costrette ad em ig rare o a restrin g ersi in qualche lontanissim o te rrito rio delPim pero, ed anche lì non vivono in pace, l’area agricola si estende co n tinuam ente intorno ad essi, e ben presto non rim a rrà loro un lembo di terren o ove m en ar v ita assolutam ente p a storale; ho visto io stesso che alcune di q u e l le trib ù com inciano ad a d a tta rsi a coltivare il suolo. Dato anche che quelle trib ù ta rta re fossero state in clin ate a ll’ag rico ltu ra, l’am alg am a coi coloni russi sopravvenuti sarebbe stato diffi cile perchè esisteva un altro ostacolo. I russi eran cristiani ed i ta rta ri seguaci di Maometto. C hiunque abbia vissuto in rap p o rti am ich e voli coi m aom ettani h a potuto convincersi come sieno essi poco accessibili all’influenza del c ri stianesim o, come vadan superbi d’esser m ao m ettani e considerino i C ristian i come poli teisti. Noi abbiam o, essi dicono, un solo Dio, e Maometto è il suo profeta ; voi p u re credete in Dio e avete in Cristo un g ra n profeta, che noi pure risp e ttia m o , ma voi ne faceste un Dio, ed a lui e a quell’altro ne ag g iu n g este un terzo venuto non si sa di dove. Voi dite che il vostro profeta è l’eguale di A llah, lu n g i da noi u n a sim ile bestem m ia! La v erità è che 11 M aom ettism o, come il C ristianesim o stesso, 158 L’ E C O N O M IS T A è u n a religione m onoteista d ie contiene una d o ttrin a teologica ed u n a g e ra rc h ia ecclesia stica. U na relig io n e che possiede re q u isiti co me questi, resiste n a tu ra lm e n te allo sp irito di proselitism o di a ltre re lig io n i; c e lo dim ostra il vedere che le trib ù F in n ich e, le q u ali non professano u n a religione sim ile, h an n o tu tte a a poco a poco abb racciato il cristianesim o. Le an tic h e relig io n i finniche, se dobbiam o g iu d ic a re da quello che ne rim a n e , avevano tu tte , come il popolo che le p raticav a, u n ca ra tte re pratico, direi quasi prosaico. L a teolo g ia consisteva, non in dogm i a s tra tti conside ra ti lo gicam ente e su b o rd in a ti g li u n i ag li a ltri, m a in sem plici prescrizioni intese a pro c u ra re il b en essere m ateriale. Anche al giorno d’o g g i nei d is tre tti che non sono d iv e n titi russi, il popolo rip e te preci v o lg a ri, disador n e , d ire tte soltanto ad invocare dal cielo u n a b u o n a raccolta, la salu te delle m an d rie e cose consim ili. A lc u n i, alm éno i T cherem iss certam ente, dopo esser cad u ti sotto il dom inio della R ussia, h an n o preso l’ab itu d in e di racco m an d arsi chiedendo a Dio il denaro p er pa g are le tasse ! Le cerim onie consistono g e n e ralm en te in r iti m a g ic i, co n siderati come p reserv ativ i co n tro 1’ influenza degli sp iriti m alig n i. O ltre questo i T cherem iss praticano certe cerim onie p a rtic o la ri por lib erarsi dalle visite poco g ra d ite dei loro co n g iu n ti tra p a s sati, od in queste si m anifesta più specialm ente il c a ra tte re p ratico e il senso com une di quelle popolazioni. Invece di c o n ten tarsi di m istici riti, pongono presso le tom be abbondanti prov viste di v etto v ag lie, e le an im e pie riten g ono che d u ra n te la n o tte q ueste sian divorate, non dai cani affam ati dei v illa g g i circo n v icin i, m a d ag li sp iriti dei tra p a ssa ti. Questo, sia detto in p a r e n te s i, è forse modo m igliore e più um ano di c o n te n ta r g li s p iriti, che quello di racch iu d erli in u n m o num ento, costum e che forse h a av u to la stessa o rig in e. U na relig io n e sim ile non p resen tav a nessun ostacolo all’accettazio n e d e i C ristianesim o, spe cialm ente tra tta n d o s i della C hiesa G reca O r todossa. Se Y um ala ed a ltri Dei benefici non m andavano delle b u o n e raccolte, era n a tu r a lissim o che si ricorresse all’aiu to della M adonna o del « Dio de’Russi. » Se i soliti riti m agici p ra tic a ti fino allo ra non bastavano più a sc o n g iu rare li s p iriti m alig n i, p erch è non p rendere l’a b itu d in e di farsi il segno della croce che i russi adoperavan sem pre e con ta n ta efficacia nei m om enti di p ericolo? N eppure l’ e n tra r fo rm alm ente a far p arte della co m u n ità cri stian a, accettan d o il sacram ento del battesim o, ì febbraio 1877 rep u g n av a a quelle m en ti sém plici, nè risve g lia v a il fanatism o e la resisten za, alméno d u ra n te i mesi estivi. Il significato religioso di quella cerim onia sfu g g iv a loro in teram en te e devono aver tro v ato difficoltà gran d issim a nello spiegare a se stessi come mai le a u to rità russe regalassero ú n a cam icia e u n rublo a tu tti coloro Che acconsentivano a essere b a g n a ti. È vero che m olti tra loro non si c u ra vano di questioni così astruse ed òran capaci di presen tarsi due o tre vòlte per ricevere il sacram ento e la ricom pensa annessa. Alcuno volte l’opera della pro p ag an d a era affidata a uom ini p e n e tra ti del vero spirito del Missio nario éd in ta l caso èssi cercavano d ’im p artire un po’ d’ istruzione relig io sa; ma più spesso d isg raziatam en te vi erano in caricati della con versione al cristianesim o funzionari ecclesia stici o ufficiali ad d etti alla polizia ru ra le , e questi si lim itavano a contare il num ero dei co nvertiti. Questo eclettism o religioso così prim itivo produsse la sua sin g o lare m iscela di P a g a n e simo e di C ristianesim o. Si racconta che alle feste an n u a li per la raccolta del grano, i con ta d in i T chuvash invocano prim a i loro an tich i Dei e q u in d i il Dio Russo « e il Dio'Niccolò » perchè san Niccolò miracoloso è il santo favo rito dei contadini russi. Q ualche v o lta g li Yomzy, personaggi a m età p reti e a m età m agi, ra c com andano ài cred en ti di p rovar l’ effetto di u n ’ invocazione alle D iv in ità C ris tia n e , nel q u al caso la p re g h ie ra riveste questa forma fam iliare « Senti Niccolò Dio, forse il mio vi. cino, il piccolo Michele, ti av rà detto m ale di me o te lo d irà in avvenire, non lo stare a sen tire; io non g li ho fatto alcun m ale, nè gliene desidero; lu i è indegno chiacchierone e un v an tato re, e lu n g i dall’ on o rarti veram ente ti fa l’ ipocrita. Io al con trario ti venero pro fondam ente e, g u ard a, ti regalo u n a Candela. » T alv o lta il m iscuglio delle due relig io n i è ancor più so rp ren d en te: conosco, per esempio, un caso nel quale un T cherem iss dopo esser g u arito da u n a grav issim a m a lattia, sacrificò un puledro alla M adonna di K asan. Q uesti pochi fatti, che po trei m oltiplicare all’infinito, b astano per d im ostrare come a poco a poco s’ introdusse nelle trib ù F in n ic h e l’O r todossia g reca senza che producesse nessuna rivoluzione in tellettu ale nella m ente dei con v e rtiti; dobbiam o ricordarci che in questo caso O rtodossia g reca equivale a n azio n alità russa. L a com unanza relig io sa conduce n a tu ra l m ente a facilitare i m atrim o n i fra le razze l i m itrofe, e i m atrim o n i producono la fusione -1 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A 139 delle due n azio n alità. In m olti v illa g g i di u n a | invasioni delle trib ù nom adi; un cordone m i m età della R ussia n ordica è difficile determ i lita re no i bastava che ad im pedire le scorrerìe nare se gli a b ita n ti siano F in n ic i o Slavi. di qualche banda di b rig a n ti, m entre i nom adi Questo processo di russificazione non fu pos si avanzavano in orde num erose alle quali sibile fra i M aom ettani che h an n o delle d o ttrin e non si poteva con speranza di buon successo religiose ed u n clero regolare, ta n to che a n opporre che un g ran d e esercito; qualche volta che quelli che si sono dedicati all’a g ric o ltu ra e tu tta la forza m ilitare di cui poteva disporre vivono stab ilm en te nei v illa g g i sono rim asti il paese sarebbe sta ta insufficiente a rèspingere estran ei all’ influenza russa. Ho visitato vi 1- J g l’ invasori. R ipetutam ente nel secolo decimolagg-i, ove la popolazione è a m età M aom et terzo e nel decim oquarto le trib ù ta rta re si sca tan a è a m eta C ristian a e le due razze sono gliarono su quelle provincio, m ettendo le c ittà e rim aste d istin ta m e n te sep arate l’u n a dall’altra. i v illaggi a sacco ed a fuoco. K ief e Mosca non Non si dovrà supporre perù che vivano come sfuggirono al furore di quei selvaggi e ven nemiche, p erchè q u a n tu n q u e o g n u n a di esse nero devastate. P e r più di due secoli tu tto il conservi scrupolosam ente la p ro p ria fede ed i paese fece p arte dell’ Im pero Mongolico, e si propri costum i, non sono isp ira ta da nessun pagavano annualm ente enorm i trib u ti al K han. fanatism o ag gressivo e cooperano in tu tte le In tali circostanze il Governo Russo non po faccende com unali come se non esistesse fra teva rim an ere inerte; occorreva non solo che loro a lcu n a differenza di razze nè di religione. proteggesse i suoi sudditi, m a bisognava anche Q ualche volta eleggono come anziano del v il che pensasse a m antenere la p ro p ria indipen lag g io un C ristiano, u n a ltra volta u n Mao denza p o litica; p er ra g g iu n g e re quei due in m ettano e 1’ assem blea popolare non si occupa ten ti non poteva far altro che cercare co n ti m ai di questioni religiose. A vvenne u n a volta nuam ente di estendere le sue frontiere. nella P ro v in cia di Sam ara che i con tad in i m ao [Continua) D. M a c k e n z i e W a l l a c e . m ettan i aiu taro n o volo n tariam en te i cristian i ( F ortniglitly Review) loro com paesani a tra sp o rta re il leg n am e per rip a ra re la Chièsa della loro P arro cch ia. Così noi vediamo Sotto la stessa A m m inistazione, LE COLONIE INGLESI NELL’ ASIA abbastanza buona, starsen e pacificam ente in sieme nello stesso Com une i T a rta ri M aom et ta n i e i C ristiani Slavi. Troviamo nello Standard una descrizione parti H'i rap p resen tato fin qui questo estendersi colareggiata dello stato in cui si trovano adesso le della R ussia verso P O riente come u n m ovi provincìe sottomesse in Asia al dominio inglese, m ento spontaneo delle popolazioni agricole, e stato al quale accennano gli ultimi dispacci di lord per quanto possa eèservi del vero in questa Carnarvon. asserzióne non è però che u n ’ esposizione La carestia e le pestilenze alle quali andava sog im perfetta del fenomeno che ho im preso a getto il continente orientale, benché diminuite molto spiegare. dacché l’ India può partecipare alle risorse della ci Il m ovim ento fu iniziato senza dubbio dal viltà occidentale, sono ancora però terribili. 1 costumi popolo costrettovi da u rg e n ti n ecessità econo di quei popoli non hanno subita alcuna modifica m iche, m a il Governo p u re vi prese p a rte im zione. Il clima ò lo stesso ed il Governo inglese è p o rta n te . Nei prim i tem pi, quando la R ussia stato sempre troppo occupato ad assicurar loro i non era che u n ’ agglom erazione di p rin c ip a ti primi requisiti della civiltà, l’ordine interno e la indipendenti, i p rin cip i avevano m oralm ente pace esterna per jfctere attendere a ciò che era e politicam ente 1’ obbligo di p ro te g g e re i loro parimenti necessario, cioè al miglioramento agricolo sudditi, e quando i G randi P rin c ip i di Mosca e sanitario. Inoltre la spesa dell’ irrigazione, quella nel secolo XV riu n iro n o sotto il loro Scettro delle straile rotabili e delle ferrovie in un paese num erosi p rin c ip a ti e se ne fecero que così povero come l’India, interamente sprovvisto di st obbligo ricadde su di loro; nel n ord lo so quei mezzi atti a supplire alla mancanza della rac disfecero, p erchè poche stazioni m ilita ri, b en colta, è così immenso che il lavoro nuovo non può ché poste a g ra n d i distan ze l’ u n a d a ll’altra, esser fatto che a poco a poco. bastavano a conservare l’ ordine, ed anche di Si hanno notizie dalle Presidenze di Madras e di quelle dopo poco tem po cessò il bisogno. Nel Bombay, di una nuova carestia, dovuta a una di sud invece la cosa era g rav issim a ; occor quelle lunghe siccità che non dovrebbero nell’ India reva p ro te g g e re la popolazione1lu n g o u n a fron sorprender nessuno, ma che pure mettono cinque o tie ra ste rm in a ta , a p e rta da tu tti i p u n ti alle sei milioni d individui alla mercé dell’aiuto gover- 140 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A nativo. Yien proposto di trovare loro impiego nelle opere pubbliche al prezzo di circa 4 d. al giorno, cioè poco più di otto soldi della nostra moneta ; ma quei cinque o sei milioni non rappresentano che una piccolissima parte della popolazione che soffre. Nell’ interno, nei distretti lontani dalle strade fer rate, nei luoghi dove le bestie da soma muoiono per mancanza di nutrimento vi sono delle moltitu dini che forse soccombono prima che giungano i soccorsi del Governo. Lunghe fila di vagoni carichi di riso rimangono delle giornate intere alle stazioni delle strade ferrate aspettandovi l’arrivo dei carri che devono distribuirne il contenuto nei villaggi. Le pecore ed i giovenchi si comprano con una rupia per ogni testa, perchè non essendovi modo di nu trirli ai possidenti non par vero di disfarsene. La pioggia non è attesa che verso i primi di marzo e gli infelici abitanti delle Indie hanno an cora innanzi a sè tre mesi terribili. Abbiamo attinto queste notizie da un dispaccio mandato da lord Carnarvon al governatore gene rale. Il dispaccio dà, approssimativamente, il numero degli individui che sarà necessario soccorrere a pub bliche spese fino ai primi di settembre, parla della natura dei lavori ai quali le popolazioni sono ora adoperate e di altri dettagli importantissimi. Questa carestia obbliga l’Inghilterra ad occuparsi seria mente del modo di salvare le popolazioni indiane da questa calamità; questione alla quale è relativa mente estraneo il resto dell’Europa. Uno dei nostri corrispondenti racconta un viaggio che fece in strada ferrata attraversando per molte miglia quei miserabili distretti; l’occhio suo non ncontrava generalmente che scene di desolazione, ma qua e là poche e distanti l'ima dall’altra si ven devano piccole macchie di un giallo verdastro che denotavano la presenza di qualche sorgente d’acqua non ancora disseccata e che dava un’idea di quel che sarebbe potuto diventare quel paese se ad esso fosse applicato un buon sistema d’ irrigazione. Un funzionario indigeno suo compagno di viaggio gli disse che un canale di qualunque genere avrebbe salvato tutto il suo circondario. Il popolo era adoperato ¿rei tracciare strade se condarie che, secondo quel funzionario, avrebbero salvato migliaia di esistenze, cosa credibilissima; ma quando il nostro corrispondente gli domandò se la stessa quantità di lavoro non sarebbe stata im piegata più utilmente nello scavare una o due ci sterne per ogni villaggio egli, pure ammettendo la giustezza della osservazione fattagli, soggiunse che sarebbe impossibile sorvegliare dei lavori sparsi in una moltitudine di villaggi, in un’area vasta quanto una contea inglese. Questa opinione ha un valore perchè è quella di un uomo del paese e praticò delle cose locali. Ecco dunque il problema che si presenta al Go verno inglese; deve egli intraprendere quelle grandi opere pubbliche, quei sistemi di irrigazione di strade, di acquedotti che sono il distintivo di una razza benefica, ma non conquistatrice, oppure deve egli provvedere unicamente quando si presenti l’occa sione di una peste o di una carestia non curandosi dell’ avvenire ? Da una questione simile dipendono grandi interessi e dal risolverla in un modo o in un altro sarà giudicata la idoneità degli inglesi al dominio del vasto impero indiano. Lascerà l’Inghilterra nell’India i sogni imperituri di una civiltà grande e bene organizzata o soltanto i resti insignificanti di una occupazione transitoria ; indizio soltanto di una temporanea superiorità mi litare? La questione è essenzialmente finanziaria perchè non si deve dimenticare quanto costi alle finanze indiane questo continuo ricorrere di carestie. FABBRICAZIONE d e ll’ A m id o « li r is o Il riso contiene circa 1’ 80 °10 di amido, quindi è più ricco in amido di tu tte le altre m aterie prim e adoperate in questa fabbrica zione. L ’estrazione delTam ido dal riso presenta c ertam en te difficoltà molto m aggiori che non la sua estrazione dal frum ento e dalle patate; i g ra n e lli am ilacei .sono rin ch iu si in un tes suto cellulare com patto e sono collegati fra loro così tenacem ente dal g lu tin e che non si possono isolare se n o n ricorrendo a ll’im piego di a g e n ti chim ici assai potenti. Gli agenti adoperati per d isa g g re g a re o disciogliere il g lu tin e contenuto nel riso sono gli alcali e in p rim a lin ea la soda caustica, o gli acidi (il m uriatico), i quali u ltim i però a ttu alm en te sono cad u ti in disuso. L a p rim a condizione per l’im pianto d’una fab brica d’amido di riso in condizioni favore voli è la presenza di u n ’acqua perfettam en te lim pida non contenente nè sostanze organiche nè ferro. La presenza nell’ acqua di solfati, di cloruro di calcio, e specialm ente di cloruro di m agnesio è sem pre dannosa; in prim o luogo perchè questi sali scom pongono la lisciva di soda caustica im p ieg ata nella fabbricazione e qu in d i ne neutralizzano l’azione, in secondo luogo perchè l’idrato di m agnesio che si forma ren d e assai difficile l’isolam ento dell’amido più fino per mezzo di lav atu re. Il cloruro di sodio d a solo esercita invece u n ’influenza favorevole 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A 141 quanto alla separazione delle diverse q u a lità i stratto re collo sfregam ento o m ediante un pennello b ag n ato d’acqua e si m ette l’amido d’amido. Se l’acqua non possiede le q u a lità r i nelle casse. Il tra tta m e n to successivo è come chieste si può rim ed iarv i, in q u an to le im pu nel processo Hoffman. rità siano dovute alla p resenza di sostanze Il processo Hoffmann h a per iscopo di u t i m inerali p recipitandole m ediante ap portune lizzar m eglio la m ateria prim a, nonché di o t q u a n tità di carbonato sodico o di soda cau tenere un prodotto di prim a q u a lità più fino. stica a cui si potrebbe a g g iu n g e re u n a piccola La p o ltig lia o tte n u ta colla m acinazione viene q u a n tità di calce v iv a ; il precip itato che si m ediante pompe tra sp o rta ta in un locale su form a è facilm ente separabile e contiene sotto periore in am pi tin i, ove vi si ag g iu n g e a l form a di solfato sodico l’acido slforico che esi tre tta n ta lisciva di soda cau stica ad 1° Beausteva nell’ acqua. L ’im piego del cloruro di mó ; si a g ita il tu tto per sei ore, allungando bario non è raccom andabile perchè adoperato il liq.uido con quasi a ltre tta n ta acqua, e poi si in eccesso, com unicherebbe a ll’am ido p ro p rietà lascia in riposo. Quando nel bicchiere che si venefiche. im m erge di tem po in tem po nel liquido per Si distin g u o n o tre m etodi p er fabbricare esam inarlo, si m anifesta verso il fondo la for l’amido di riso coda soda cau stica: l.° il m e mazione di u n a zona g rig ia -b ia n c a s tra è todo inglese o di Jo n es; 2.° il metodo Hoffmann; tem po di dar principio alla lav atura. 3.° il metodo am ericano. D irem o con qualche B asta u n a doppia la v a tu ra con una lisciva d ettag lio dei due p rim i. A questi tre m etodi allu n g atissim a per separare tu tto l’amido di sono com uni le operazioni segu en ti: l.° la m a prim a q ualità. Il liquido attrav ersan d o uno cerazione del riso entro u n a lisciva di soda staccio cilindrico a rriv a en tro bacini di zinco. caustica da 1 '[3 a 2“ Beaum è. Il riso si tiene Lo staccio o buratto è lu n g o m etri 3 ‘[a; il a m acerare p er 18 ore ag itandolo di frequente, suo asse è cavo e tem pestato di forellini, e co quando si estrae è ram m m ollito p er modo che m unica con u n condotto d’acqua per mezzo si spappola fra le d ita ; 3° u n a doppia la v a tu ra di un breve tubo di gom m a. L’asse p o rta alla con acqua sem plice dopo allo n ta n a ta la lisciva; distan za di m. 0,7 cinque mozzi di ferro , le 4 ° la m acinazione accom pagnata dall’a g g iu n ta cui razze sono collegate m ediante assicciuole di u n a lisciva molto a llu n g a ta ( I o Beaumè). di legno con quelle degli a ltri mozzi. Il ci E ssa si com pie con m acine fran cesi orizzontali lindro è riv estito di u n tessuto di seta finis da cui il riso viene rid o tto in u n a specie di simo, h a u n ’ inclinazione to tale di m ill.50 ed poltiglia. è coperto da un rivestim ento di legno. A ttra Nel processo di Jones si rim escola conti verso l’am pia a p e rtu ra cen trale di questo en nuam ente q u esta p o ltig lia d u ra n te cinque ore tra da u n a p arte il liquido che contiene l’amido e poi la si solleva m ediante pom pe , ai tin i in soluzione, d’a ltra p arte sortono il riso non s itu a ti al piano superiore 'dell’edificio. Ivi si m acinato, l’amido scadente e glutinoso ecc. allu n g a il liquido coll’a g g iu n ta di a ltre tta n ta Il b u ra tto fa 50 g iri al m inuto. Inferiorm ente acqua e poi lo si lascia in q u iete p er 20 m i ad esso si trova u n a cassa riv e stita di zinco, n u ti, dopo il qual tem po si tro v a che la m ag sul fondo della quale sono disposte parecchie gior p arte del g lu tin e e della cellulosa s’è p re bocche che perm ettono l’eitlusso in varie di c ip ita ta ; allora si tra v a sa il liquido p er mezzo rezioni. Il liquido effluito si lascia poi in r i di sifoni. poso p er due g iorni entro bacini. In questo Si rip ete o rd in ariam en te 3 volte l’operazione frattem po l’amido si deposita t u t t o , a meno della la v a tu ra , ag g iu n g e n d o all’acq u a u n poca che l’acqua adoperata non abbia q u alità no di soda; il residuo viene asciu g ato m ediante cive o non si sia fatto uso di liscive troppo presse id rau lich e e adoperato p er alim en tare energiche. Occupiamoci per ora del tra tta m e n to i bestiam i. L a m assa e s tra tta passa attrav erso dell’amido più fino. Questo, estratto dai bacini, u n b u ra tto cilindrico e p erviene in am pi ba viene rim estato entro piccoli tin i con u n a li cini foderati di lam iera di zinco, dove in due sciva diluitissim a, poi per elim inar quel po’di g io rn i di tem po l’am ido si depone tu tto allo g lu tin e, che vi si può tro v are ancora com m i stato solido. Si separa allo ra l’acqua e si cava sto è in tro d o tto nell’idroestrattore. Indi, tolto il fuori l’am ido, lo si rim esta entro tin i con ac g lu tin e si a g ita di nuovo l’amido con acqua, qua contenente u n a piccola dose di soda e lo lo si b u ra tta , e dopo averlo parzialm ente n e u si asciu g a entro id ro e s tra tto ri, i quali, ne tralizzato con acido cloridrico diluito, ed a g espellono la piccola q u a n tità di g lu tin e e di g iu n to v i dell’oltrem are in piccolissim a q u a n lisciva che contiene. Si to g lie il g lu tin e che tità si distende sopra tele entro casse di legno. rim ane aderen te alle p a re ti in te rn e dell’idroe 112 L’ E C O N O M IST A Q ueste vengono a g ita te di frequente onde re n dere più p ro n ta l’espulsione del”acqua. Q uando l’am ido si è consolidato lo si ta g lia in grossi pezzi che si pongono ad asciu g are p rim a sopra m atto n i porosi; p o i, quando non danno più tra c c ia d’u m id ità al ta tto , en tro essicatoi. Sono p referib ili g li essicatoi ad a ria calda o a fuoco d ire tto agli essicatoi a vapore. Se non si può otten ere a ltrim e n ti u n a buòna circolazione d’a ria n ell’essicatoio conviene applicarvi un asp irato re p er esalarne l’a ria um ida. L a te m p e ra tu ra deve m an teù ersi fra 50" e 60" cent. A ppena sui pezzi s’è form ata u n a crosta da 2 a 3 m ill. essa viene ra sc h ia ta e si avvolge il pezzo en tro u n a c a rta porosa, lasciandolo asciu gare u lterio rm en te nell’essicatoio. P assati q u a t tro g io rn i non si pensa più alT allontanam ento dell’a ria um ida, si chiudono tu tte le a p e rtu re e si e le v a la te m p e ra tu ra fino a 70° o 75°, e dopo a ltri due g io rn i si tro v a che i pezzi h an n o assunto un aspetto quasi cristallino e si son form ate alla superficie delle irradiazioni con v e rg e n ti verso il centro. Si tolgono allora dall’essicatoio e si lasciano raffred d are in u n a località asciu tta. R ito rn iam o eira a quei residui g rig ia s tri che rim angono nei tin i dopo la p rim a la v a tu ra e contengono am ido puro, am ido glutin o so g lu tin e e g ra n e lli di riso non m acin ati. Essi vengono m escolati con poca acqua e poi p as sati nel b u r a tto i g ra n e lli di riso rito rn an o alle m acine e il liquido passa in appositi tin i ove vi si a g g iu n g e un poco di g lu tin e di fru m ento decomposto e lo si fa ferm entare. In 6 a 8 g io rn i il g lu tin e è sufficientem ente ram m m ollito. A llora s’introduce la m assa in un id ro estratto re p er separare le sostanze d i sciolte ; to lta la d all’ Id ro estratto re, vi si a g g iu n g o acqua e u n po’di soda e la si lav a parecchie volte; indi la si introduce in un id ro estratto re da raffinare, oppure si lascia depositare l’am ido len tam en te, lo si sep ara, lo si rim esta e poi lo si m ette entro le casse. CONCORSO AGRARIO REGIONALE DI A N C O N A Nel settem bre del ven tu ro anno 1877 sarà ten u to in Ancona il secondo Concorso (l’altro ebbe luogo in F o g g ia nel 1874 e fu il prim o per l’ Italia) della 3“ Circoscrizione. Proponendoci di occuparci p artico larm en te 4 febbraio 1877 di questo Concorso che interessa lin a regione lim itrofa a quella ove'si pubblica il nostro gior nale, pubblichiam o in tù ito il seguente M ani festo della Commissione ordinatrice, i cui com ponenti, c h iari e benem eriti :delle discipline ag-ronómiche Sono a rra della bu o n a riu scita del Concorso stesso. » Si te rrà in Ancona nel venturo anno 1877 d a lla'seco n d a alla terza D om enica di Settè’fnb re, il Concórso R egionale A gràrio dèlia terza C ircoscrizióne, la quale com prende la zona a d ria tic a che dal Cesano g iu n g e fino all’ e strèm o lim ite d’ Italia, co lle'P ro v in cie di A ir coita, Ascoli-Piceno, Bari, Campobasso, Chieti, Foggia, Lecce, Macerata, Teramo. Il Concórso Sarà òrdinàto g iu sta le norm e del R egolam ento M inisteriale del 17 Novem bre 1864, oltre alle speciali istruzioni che ver ran n o in seguito pub b licate e diffuse pel tr a sporto e Tarnmissione degli o g g etti chiam ati a concorrere. In q u a ttro divisioni è distrib u ito il ' Con corso : a) Dei poderi od aziende ru ra li dèi solo te rrito rio della P ro v in c ia di Ancona, i quali abbiano le Condizioni che verranno indicate. b) D egli an im ali rip ro d u ttiv i, delle razze equina, bovina, ovina, su in a e degli anim ali da cortile e da colombaja. c) D egli stru m en ti e delle m acchine Che servono alla co ltu ra della te rra e destin ate alle operazioni cam pèstri. d) Dei P ro d o tti A g ra rii, tan to quelli che si ottengono d irettam en te dal suolo, che quelli delle ind u strie stre tta m e n te collegate colla col tivazione della terra. Speciali p rogram m i forniranno p iù partico la re g g ia ta classificazione degli o g g e tti da esporsi e prescriv eran n o le norm e e le con dizioni alle quali saranno ammessi, ed il tem po dell’invio. Il M inistero di A g rico ltu ra concórre la rg a m ente con i prem i in m edaglie ed in danaro, allo scopo di a llettare i p ro p rietari ed a g ri coltori a com partecipare alla g ara. P el concorso de’poderi è assegnato un pre mio d’onore di lire TREM ILA in danaro, o con oggetto equivalente: oltre a due m edaglie d’arg en to , q u a ttro di ram e e L. 500 per i fat tori, coloni ed operai a d d e tti all’azienda pre m iata. I prem i pel concorso degli an im ali consi stono in m edaglie d’oro 41, d’arg en to 43, di ram e 43; ed in danaro p er la som m a comples siva di L. 20,720. P e r le m acch in e e stru m e n ti a g ra ri, sono 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A destin ate 12 m edaglie d’ oro, 18 d’ arg en to , e 24 di ram e. Pei p rodotti di ag ric o ltu ra e in d u strie affini, m edaglie d’oro 13, d’arg en to 19, di ràm e 27 ; compresi alcuni concorsi speciali. L’assegnazione dei prem i è d eferita ad u n a Commissione g iu d icatrice, eletta secondo il R egolam ento M inisteriale e divisa in sezioni. Ove, le P rovincie, seguendo il lodevole su g gerim en to del M inistero, stabilissero di prem i speciali entro la p eriferia dei risp ettiv i te r r i tori, ne v erran n o resi consapevoli g li espo sitori. A spese della P ro v in cia di A ncona, col con corso del Com une locale, si ap p resteran n o le località per ricevere g li o g g e tti che saranno esposti; e la Commissione o rd in atrice non tr a lascerà c u ra alcu n a perchè vi possano essere collocati con tu tta p ro p rietà ; esclusa però ogni idea di fasto e di decorazione, troppo c o n traria alla sem plicità cui debbono inform arsi ta li g are, come ce ne offrono esempio le nazioni civili, che p rim a adottarono ta li istituzioni. Le spese di trasp o rto d egli anim ali, m acchine o prodotti saranno sostenute d ag li espositori, salvo le facilitazioni d’uso che p otranno esser concesse dalle A m m inistrazioni delle Ferrovie, e dalle p ubbliche rappresen tan ze. Così p u re saran n o a Carico d e g li'e sp o sito ri le spese di custodia degli anim ali nei locali dell’ esposi zione. Il m an ten im en to del bestiam e e il ser vizio di stalla saranno g ra tu iti. Le dichiarazio n i dei concorrenti debbono in v ia rsi non più ta rd i del mese di M aggio, se condo i m oduli che saranno d iram ati. P rim a che g li anim ali sieno in tro d o tti nei lo cali dell’esposizione saran n o sottoposti ad ispe zione con d iritto nella Commissione O rdinatrice di escludere quelli che, a giudizio di esperti, non fossero riconosciuti in o ttim a condizione san itaria. Così la Commissione non assum e responsa b ilità per d a n n i in cui potessero in correre g li espositori, benché sa rà su a c u ra di porre in opera ogni mezzo p er tu te la re i loro in te ressi. P erch è il Concorso A grario che si te rrà in Ancona ra g g iu n g a il fine di sua istituzione, che è quello di dare u n valido im pulso all’a g ric o ltu ra in q u est’ am pia e s v a ria ta regione lungo l’A driatico, è m estieri che i p ro p rietari, e q u an ti intendono alla co ltu ra del suolo, r i spondano volonterosi all’appello, e concorrano in buon num ero. Essi tro v eran n o in questo parifico agone, il confronto de’ m etodi e si stem i diversi, da cui poter tr a r r e delle u tili 143 cognizioni, ed un eccitam ento alla loro in d u stria. E ad essi, p ertan to , che sp etta di far to r nare decorosa questa g ara, di provare ch’essi apprezzano insiem e a ll’utile proprio il lustro del paese, rispondendo solleciti alle cure delle pubbliche am m inistrazioni le quali non risp a r miano spese pel prosperam ento dell’A gricol tu ra Nazionale. Ancona 18 Ottobre 181(1. LA COMMISSIONE ORDINATRICE I l Presidente M. FA ZIO LI 1 Commissari GIUSEPPI] DB R I S E I S NICOLA MELODIA FRANCESCO DB BÓSlS RUGGERO ROSI CARLO MORODER LUIGI PAOLUCCI I l Segretario C. A u g a i s . ESTRAZIONE DELLO ZOLFO DALLE PIRITI 'L ’estrazione dello zolfo h a u n a sì g ran d e im portanza per l’in d u stria che per molto te m po la chim ica Si è occupata dei mezzi di e stra r re questo corpo dalle p iriti che lo contengono. F urono prese m olte p aten ti e p riv ativ e per pro cessi che dovevano dare soluzione p ratica a questo problem a, m a finora non si conosce metodo alcuno che possa servire a risolverlo in un modo sodisfacente. P u r tu tta v ia , siccome ogni te n tativ o che si connetta a questo scopo ci presen ta interesse, noi esporrem o ora un nuovo metodo che possiede alm eno il m erito di dare i risu lta ti p iù van tag g io si. Si sa, che nella fabbricazione dell’acido sol forico si b ru ciano le p iriti per estrarn e l’acido solforoso. Associando a queste p iriti un corpo che abbia per lo zolfo u n a p iù g ran d e affinità per l’o ssig en o , si a rriv a a separare lo zolfo dall’acido solforoso. In certe circostanze il car bone è uno di questi corpi ; in fa tti facendo passare dell’acido solforoso da dei carboni in candescenti se ne distilla dello zolfo. Ma in g rande scala questa operazione è molto incom pleta e sono rim asti in fruttuosi, alm eno a no stra conoscenza, tu tti gli sforzi che furono te n ta ti per farne u n ’applicazione p ratica. Il sig. Hoffmann si è allora proposto di stu diare quale fosse l’azione sopra l’acido solfo roso, e questo nelle circostanze più v ariate di tu tti i corpi che h an n o u n a potente affinità 144 L’ E C O N O M IS T A p er l’ossigeno, ed è riuscito a trovare u n a se rie di corpi che possiedono q uesta p ro p rietà ad u n alto g rad o ; corpi che possono facilm ente essere tro v ati d a p p e rtu tto e che con u n modo economico di riduzione possono senza difficoltà essere ridificati. Questi corpi sono i solfuri m etallici, degli a lc a ri e delle te rre alcaline. L ’au to re h a sottoposto ad esame speciale il solfuro di potassio, il solfuro di sodio, il sol furo di calcio ed il solfuro di borio. Sotto il p u n to di v ista della p ra tic a , e il solfuro di calcio che in tu tti i casi m erita la preferenza, in rag io n e del suo debole peso atonico e della facilità con cui si può procurarselo s o p ra ttu t to sotto la form a di charnée, cioè di residuo della fabbricazione della soda, m algrado ohe si conosca da molto tem po l’av id ità di questo solfuro m etallico ad im padronirsi dell’ossigeno dell’ aria , noi non sappiam o che esso sia stato m ai proposto per operare la riduzione dell’acido solforoso e questo p robabilm ente n ell’idea p re concetta, che l’a iiìn ità del carbone per l’ossigeno sarebbe più potente che q u ella del composto sulforato e che prodotto d all’ ossidazione del solfuro m etallico sarebbe rid o tto dal carbone. Se sopra di solfuro di c a lc io , scaldato al rosso scuro si p ro ietta dell’acido solforoso, que st’u ltim o , nel caso in cui il solfuro di calcio p resen te è molto a b b o n d a to , com incia per essere assorbito, poi d istilla dello zolfo ed il zolfuro di calcio si trasfo rm a in zolfaio di calcio. Se sopra del gesso incondescente si fa a rriv a re del g az illu m in an te, oppure lo si p o rta al rosso, dopo av erg li a g g iu n to u n a proporzione sufficiente di carbone, si rivifica con questo gesso del solfuro di calcio che può servire di nuovo alla riduzione dell’acido solforoso, e nel caso in cui q u est’ultim o è stato tolto dalle p iriti, servire alla estrazione dello zolfo dalle stesse p iriti. I solfuri di soda e di potassio, di b a rio , si com portano nello stesso modo che il solfuro di calcio. P oiché il sig. Hoffm ann si occupa di e sp e rienze in g ra n d e per rid u rre l’acido solforoso della p iriti col mezzo indicato, n ie n te a suo vedere p are dovrebbe opporsi alla realizzazione di q u esta operazione, appena si sia tro v ato un apparecchio che offra, ad u n a te m p e ra tu ra ele v a ta , u n a la rg a superficie di co n tatto fra l’acido solforoso e il solfuro di calcio. RIVISTA DELLE ASSICURAZIONI Nel numero precedente della nostra effemeride abbiamo pubblicato il prospetto delle assicurazioni 4 febbraio 1877 sulla vita in Francia: facciamo seguire ora il pro spetto consimile per la Germania: Somma assicurata Marchi (1) ANNI Persone Dall’origine al 1861 152,121 464,000,235 1862 42,209 106,863,969 1863 47,368 130,691,709 1864 55,357 151,948,902 1865 68,607 177,386,208 1866 55,981 152,229,108 4867 78,552 200,187,210 1868 88,346 220,510,401 1869 95,696 245,568,618 1870 66,516 179,833,785 1871 73,722 203,578,446 ! 1872 84,962 260,587,224 | 1873 91,537 292,351,107 1874 95,667 312,043,683 1875 92,716 313,455,019 Totale . . 1,189,357 3,411,235,624 Uscirono di vigore 472,708 1,281,302,771 Rimasero in vigore al 1° gennaio 1876. 716,649 2,129,932,853 Il capitale medio di ogni assicurazione era nel 1861 di L. 3812 e nel 1875 tale media era salita a L. 4223, attraversando nel quindicennio il minimo di L. 3120 (1868) ed il massi.ro di L. 4077 (1874). Tali medie di capitali relativamente modeste po trebbero a prima vista far supporre che l’assicura zione sulla vita in Germania sia diffusa principal mente tra le classi meno agiate : se nonché la man canza di omogeneità nella base di operazione delle diverse Compagnie, deve rendere prudenti nelle de duzioni da farsi dalle medie suddette. Pur tenendo conto di ciò, è positivo che a produrre una media cosi moderata contribuisce principalmente la grande diffusione di tale contratto di previdenza nelle classi lavoratrici, la quale meglio si può constatare quando si considera che il numero delle assicurazioni da 152,121 che erano in corso nel 1861, sali nel ter mine di lo anni a 716,649, sebbene nel frattempo (1) 1 Marco, L. 1 '25. 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A non meno di 472,708 contratti fossero usciti di vi gore e vi sieno compresi 3 anni di guerra. Ci mancano le cifre dei pagamenti fatti dalle Com pagnie alle famiglie degli assicurati durante tutto il periodo che abbraccia il prospetto e possediamo sol tanto i dati del biennio 1874 e 1875, durante i quali furono pagati più di settantacinque milioni di lire (L. 75,484,137). Dinanzi ad una tale cifra non occorrono commenti per mettere in evidenza di quanto vantaggio sia l’assicurazione sulla vita per la Società moderna. Ci limitiamo solo a porre in rilievo, stante la singola rità del contrasto, l’immenso regresso che è segnato dagli anni di guerra 1870 e 1871. In questo biennio le operazioni, in luogo di progredire con una media normale di 20 oiO di annuo aumento, recedono anzi del 20 0|0, per cui il regresso totale è del 40 0[0, ossia della metà quasi di un andamento normale. Se pure vi fosse bisogno di ragionamenti o di prove per dimostrare che l’assicurazione sulla vita cammina di pari passo col progresso della civiltà, basta il confronto ora istituito per darne la più luminosa conferma. L’Associazione dell'Industria laniera italiana L’Associazione deil’ industria laniera italiana, che alcuni mesi fa era un semplice desiderio, ora è un fatto compiuto. L’ idea fu messa innanzi, indi cal deggiata grandemente dall’onor. senatore A. Rossi : intorno ad essa vi lavorò con attività e zelo, e diremo anche, con amore grandissimo, uno dei nostri gio vani fabbricanti, il signor Luigi Bozzalla, ai quali si unirono in seguito altre 19 Ditte di commercio. Dopo parecchi mesi di studii e di lavori preparatorii, finalmente domenica 14 gennaio potè aver luogo in Biella la costituzione definitiva della Società e la sua solenne inaugurazione. Costituito poi il seggio provvisorio colla nomina del Presidente onorevole senatore Rossi, e del se gretario, nella persona quest’ultimo del signor Luigi Bozzalla, l’onorevole Rossi espose ai sessanta e più intervenuti gl’intendimenti dei promotori. Disse essere indispensabile che in un paese libero le forze si riu nissero per l’interesse comune. Questa impresa di raccogliere le forze sparpagliate per convergerle ad uno scopo comune, esser assai spinosa : ma potersi ottenere mediante tre fattori: Xenergia nell’individuo e nell’associazione, la concordia della quale non du bitava, e i denari. Espresse 1’ opinione della poca importanza delle Camere di Commercio, e disse ne cessaria per gli interessi industriali, la formazione delle associazioni libere citando l’ esempio della Francia, del Belgio e dell’ Inghilterra, dove simili associazioni sono molto potenti. Accennò alle diffi 148 denze con cui venne accolto l’annunzio della nuova associazione dell’industria laniera : da taluni fu per fino chiamata la lega dei padroni contro gli operai. Nulla di più falso. Non è possibile fiorisca l’industria senza la concordia cogli operai. La nuova asso ciazione introdurrà nelle sue discussioni uno spirito largo, ed egli vorrebbe che fossero presenti alle medesime economisti ed operai, ondo non si creda l’associazione stessa nò una lega contro gli operai, nè un covo di protezionisti. Lo Statuto fu con lievi modificazioni in breve tempo approvato, Sui trattati di commercio 1’ onorevole Rossi disse che i suoi intendimenti erano quelli che venisse mo dificata la situazione attuale sulla base del do ut des. Nei trattati attualmente in vigore, egli soggiunse, vi sono molte anomalie: coi medesimi si fece della protezione a rovescio; è necessario che nei nuovi ci sia sincera e perfetta reciprocità di trattamento. Ri cordò il lavoro fatto dalla Commissione d’ inchiesta dell’ industria nazionale, parlò del Luzzatti e delle negoziazioni da esso iniziate e già condotte a buon punto sulle basi inaugurate da Cavour nell’anno 1853, cioè di una reciprocità di trattamento, alle quali basi crede consenziente anche fon. Presidente del Consiglio dei ministri, e raccomandò al voto del l’Assemblea la seguente tariffa laniera, sulla quale dovrebbero mettersi dazi specifici nella seguente misura : a) Tessuti di lana scardassata con ordito di co tone L. 1 20 ; b) Tessuti di lana scardassata pura L. 1 00; c) Tessuti di lana pettinata con ordito di cotone L. 1 5 0 ; d) Tessuti di lana pettinata pura L. 2. Il cav. Laclaire, industriale di Torino, chiese si tenesse conto dei prezzi nel fissare le varie categorie. Il comm. Galoppo, pure di Torino, non ammetteva l’opportunità della distinzione in lana scardassata e pettinata, e voleva la riduzione a sole tre categorie: il deputato Marzotti era per il dazio specifico : il sig. Cremonesi appoggiò la proposta dell’ on. Rossi, la quale venne infime approvata. Ecco ora un semplice cenno sulle deliberazioni risguardanti gli altri oggetti posti all’ ordine del giorno. Circa alla legge per la tutela del lavoro dei fanciulli nelle fabbriche, l’associazione non fu favorevole, sul riflesso che l’opera dello Stato deve limitarsi ad as sicurare i diritti personali. Deplorò il metodo praticato dagli agenti delle tasse, nel determinare con unico criterio, il reddito dei telai, per dedurne la tassa di ricchezza mobile, ed incaricò la presidenza di presentare all’on. ministro delle finanze i reclami e le osservazioni degli industriali. La stessa Presidenza fu pure incaricata di com- f46 L’ E C O N O M IS T A 4 febbraio 1877 pilare un progetto allo scopo di prevenire le frodi la Porta il suo scopo? Col Montenegro non pare che doganali. L’assemblea poi unì il suo voto a quello vi sieno difficoltà, perchè il Governo di Costanti delle camere di commercio per il miglioramento dei nopoli sembra disposto a contentarlo in ciò che de trasporti ferroviari, mediante l’aumento ed il restauro sidera, accordandole cioè un porto nell’Adriatico, e del materiale mobile, la revisione delle tariffe, l’uni qualche concessione di territorio. Con la Serbia la formità delle medesime per tutto il Regno e colfaccenda deve essere naturalmente più seria, perchè l’aifermare la necessità della responsabilità giuridica dagli ultimi telegrammi, viene a resultare, che men in materia di ferrovie. A proposta del commenda tre la Turchia non si cura di avere, da essa nè ces tore Ajello fu ritirato dalla Presidenza l’ordine del sioni di territorj, nè indeunizzi pecuniarj, nè occu giorno, con cui si deliberava di non dare, per parte pazione di fortezze, insiste per altro per avere delle dell’associazione, il proprio concorso all’ Esposizione serie garanzie contro qualunque velleità di provocare di Parigi del 1878, e cioè per la frequenza dello nuovi conflitti. Ma quali saranno cotesle garanzie? mostre, per la necessità del risparmio e per altri Lo ignoriamo. Ma se esse si debbono limitare a dei motivi. vincoli morali, e contrattuali, ci sembra che difficil L’assemblea deliberò ancora che si raccomandasse I mente potrà raggiungersi lo scopo, che si prefigge al Governo di favorire le Compagnie nazionali di le Turchia. navigazione per una maggiore esportazione di tessuti Tuttavia ci piace constatare che la speculazione incaricando la Presidenza di studiare e di redigere fece buon viso a questa nuova fase della questione un progetto per fondare un’agenzia all’estero per la d’Oriente, e che generalmente si crede che se non esportazione dei prodotti dell’Associazione. si frapporranno influenze dall’estero, la pace si può Ed infine raccomandò l’abolizione del dazio di considerare come certa. E a rafforzare maggiormente esportazione, e incaricò la Presidenza di studiare le la fiducia nella possibilità di un accordo, vennero condizioni della importazione delle lane d’America le dichiarazioni di un giornale officioso russo, il Colos, all’Havre ed in Anversa, nonché di quelle delle co e quelle di un giornale ispirato dalla cancelleria lonie inglesi a Londra, e quindi redigere un progetto russa, il Nord di Bruxelles. nel senso di ottenere una più larga parte all’importa Ambedue questi giornali, sono d’accordo, nel ri zione delle lane. tenere che la guerra dei due Principati con la Tur Dopo di ciò aveva luogo la seconda adunanza chia è stato un semplice Incidente della crisi Orien per la costituzione del seggio definitivo, stata diffe tale. ma non la crisi stessa, e che nessun uomo rita per guadagnar tempo. ragionevole in Russia, può desiderare il rinnovamento Rimasero eletti : Presidente, A. Rossi : vice-presi della guerra, inquantochè una marcia vittoriosa sopra denti; Laclaire, Vercellone; Consiglieri, Piacenza, Belgrado, verrebbe a rompere le buone relazioni Marzotto, Cremonesi, Colongo: Segretario: Rozzalla esistenti fra le grandi polenze, le quali oggi sono Luigi, coll’ incarico di fungere da cassiere; vice-se unanimi nel riconoscere, e nel pretendere che ven gretario, Sella Carlo: Revisore dei conti, D’Albertis gono migliorate, le condizioni politiche, e ammini e Mosca ing. Silvio. strative delle popolazioni cristiane, soggette alla Furono proclamati tre soci onorari: il Presidente Turchia. del Consiglio dei ministri, onorevole Depretis; l’ono Sotto l’influenza di queste circostanze, a cui si revole Sella, e l’onorevole Luzzatti. Si pose termine detto forse un interpretazione troppo favorevole alla alla seduta con ringraziamenti del senatore Rossi al pacificazione dell’Oriente, i primi giorni della setti Municipio di Biella e dell’ Assemblea a Rossi. mana trascorsero attivi, e con sensibile rialzo per tutti i valori. Più tardi sia che si fosse camminato un poco troppo, oppure che la fiducia nel mante RIVISTA DELLE BORSE nimento della pace fosse rimasta un poco scossa per j un certo telegramma da Berlino al Times, da cui Firenze, 3 febbraio. traspariva che la Russia avrebbe cercato di prolun La settimana di cui stiamo por render conto, è gare l’attuale situazione militare in Oriente, e.chei stata generalmente contrassegnata da continui, e no suoi soldati in un tempo non lungo avrebbero pastevoli rialzi, e la politica, ma più specialmente la ! sato il Pruth, l’ incertezza tornò di nuovo a domi questione d’Oriente, è stata la ragione principale di nare, e quindi i prezzi chiusero deboli, ed anche questo miglioramento nella situazione dei più impor con qualche ribasso su quelli più alti ottenuti nel tanti mercati finanziari d’Europa. corso della settimana. 11 fatto più notevole della settimana relativamente A Parigi tanto il mercato al contante sulle rendite alla questiono d’Oriente, fu la lettera del gran visit francesi, quanto quello a termine trascorsero attivis ai principi di Serbia e del Montenegro per aprire simi, e con prezzi in aumento. Anche la rendita negoziati diretti fra essi, e la Turchia. Raggiungerà italiana ebbe molto favore, e seguì la stessa sorte 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IST A di quelle francesi. Gli , altri valori pure, eccettuate le ferrovie austriache, seguirono il movimento di ripresa, e ottennero alcuni franchi di rialzo. Il 3 0[0 francese da fr. 71,75 prezzo di chiusura dell'ottava scorsa, si spinse fino a 73,30 per chiudere a 73,22; il ñ 0[0 id. da 107,50 sali a 108,25, e il 5 0[0 italiano da 71,35 fino a 72,10. A Londra l’attenzione generale fu rivolta più che altro alla liquidazione, e quindi gli affari non furono molti La tendenza però dei prezzi si mantenne buona, e molti valori ottennero qualche migliora mento. 1 consolidati inglesi dopo varie oscillazioni, chiusero ieri a 95 3|4, la rendita italiana a 71 7[8, e la rendita turca a 12 3|4. A Vienna l’ottava trascorse ora in ribasso, ora in rialzo, secondochè il vento spirava più o meno pro pizio al mantenimento della pace. Il mobiliare chiude a 147, 80, le lombarde a 77, 75, lo austriache a 239, e i Napoleoni da 20 fr. a fior. 9, 801|2. A Berlino la rendita italiana si spinse fino a 73, 60 per chiudere a 72, 80. In Italia benché le varie Borse seguissero gene ralmente l’andamento di quelle estere, tuttavia allor ché i prezzi camminavano verso il rialzo, si manten nero rìserbate, e non gli accettarono che con benefizio d’inventario. A ciò contribuirono in grave parte il malumore, e il malessere che serpeggiano nel paese per le fallite speranze di riforme, di miglioramenti, e di sgravi, fatte concepire dal gabinetto di sinistra, allorché prese le redini del governo. I valori dello Stato furono l’oggrtto principale della speculazione. Sulla nostra Borsa il 5 0[0 esordì a 77,50, in contanti si spinse fino a 78, 40 per chiudere oggi a 78,10. A Roma il 5 0(0 chiuse ieri a 78,05 in contanti. I prestiti cattolici furono come sempre, attivamente ricercati. I certificati del tesoro 1860-64 vennero negoziati a 79,80 in contanti, e il prestito Rothscild a 80,80. I prezzi di chiusura del 7 0(0 nelle altre principali piazze italiane furono i seguenti: A Milano a 78,05 a Torino 78, 10, e a Napoli 78 17 1[2, e a Ge nova a 78. L’imprestito turco ebbe a Napoli moltissimi affari con 5 centesimi di riporto. Esordì a 14,25, si spinse fino a 14,70, e chiude a 14,40. II 3 0[0 god. 1 ottobre 1876, trascorse nominale per tutta la settimana a 57, e l’ imprestito nazionale di 44, 20 a 44, 30. Il movimento dei valori bancari, fu generalmente ristretto. Le Banche italiane ebbero qualche affare a L. 2000 in denaro, e chiudono nominali a L. 995. Le Banche Toscane senza alcuna ricerca nominali a 870. A Roma le Banche Romane nominali a 1160. A Genova le Azioni della Banca Lombarda, vennero 147 trattate a fine mese da 552 a 555; le Generali da 432 a 435, e quelle della Banca di Torino da 630 a 635. Le Azioni della Regìa Tabacchi ebbero discreta ricerca, e vennero contrattate in contanti a 815. Anche le Azione del Credito Mobiliare ebbero molto furore, e chiudono sostenute a 637 in contanti. Le obbligazioni della Regìa rimasero per tutta la setti mana nominali a 552. Nei valori ferroviari pochissimi affari, e prezzi ge neralmente invariati. Sulla nostra Borsa ed eccezione di alcune partite di obbligazioni livornesi C. D. che vennero pagate in contanti 225, 50, gli altri titoli furono affatto negletti. Le centrali Toscane trascor sero nominali a 369 e 370; le Azioni livornesi a 323; le Azioni Meridionali a 332; le obblig. id. a 232; i buoni merid. in oro a 560, e le Vittorio Emanuele a 247. A Roma le azioni della società Anglo-Romana per il Gas ebbero denaro a 600; e a Genova il Lani ficio da 974 a 975; il Linifìcio da 263 a 261, il Cotonificio ceduto a 284 ; le Sarde A a 230 ; dette B a 226 50 e te Pontebbane a 366. Il cambio debole e in ribasso. 1 Napoleoni da 20 franchi chiudono a 21 56 in contanti ; il Francia a vista a 108 30, c il Londra a tre mesi a 27 09. ATTI E DOCUMENTI UFFICIALI La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato i seguenti A tti Ufficiali : 25 gennaio. — 1. R. decreto 23 dicembre che di scioglie il personale contabile di magazzino che fa ceva parte del Corpo del commissariato ed instituisee in sua vece un Corpo d’ impiegati civili dello Stato sotto la denominazione di contabili della R. Marina. 2 R. decreto 31 dicembre che approva il ruolo organico del personale del ministero della marina e di quello del Consiglio superiore di marina. 3 R. decreto 31 dicembre che approva il ruolo o r ganico del Corpo delle capitanerie di Porto. 4. R. decreto 14 gennaio che approva alcune mo dificazioni del regolamento per la esecuzione della legge sulla sanità pubblica, approvata con R decreto 6 settembre 1874. L a stessa Gazzetta del 25 pubblica il se g u en te avviso della Direzione g en erale delle Poste : Si rende noto che, in forza di una convenzione recentemente conchiusa fra questa Direzione Gene rale, e quelle delle Poste d’Austria e di Ungheria, sarà attivato un cambio di vaglia fra gli uffizi po stali italiani e gli uffizi austro ungheresi, con effetto dal 1° febbraio p. v., alle seguenti condizioni : § 1. L’importo dei singoli vag:i i non potrà supe rare lire 200, se emessi in Italia, e fiorini 80, se emessi neU’Austria-Ungheria ; ma ne potranno espeie rilasciati in qualunque.numero, anche a richiesta di 148 L’ E C O N O M IS T A uno stesso mittente ed a favore di uno stesso desti natario. §. 2. Il diritto dovuto alla Posta pel rilascio di ciascun vaglia sarà fissato come segue : a) In Italia cent. 50 ogni lire 100 o frazione di lire 100; b) Nell’Austria-Ungheria kreuzers 20 ogni fiorini 40 o frazione di fiorini 40. § 3. I vaglia suH’Austria-Ungheria saranno rila sciati verso deposito di moneta d’oro e quelli che no provengano saranno pagati del pari in moneta d’oro. La moneta d’argento sarà accettata e data in p a gamento soltanto per le frazioni di lire 20; la mo neta di bronzo per le frazioni di lira. I diritti po tranno essere pagati in biglietti. § 4 Le Amministrazioni d'Austria e d’Ungheria riceveranno invece dal pubblico banco-note pel rila scio dei vaglia sull’Italia e pagheranno del pari in banconote i vaglia italiani in arrivo; m asará tenuto conto dell’aggio fra l’oro e la carta, nel modo indi cato a! fueces3Ìvo § 6. §. 5. I mittenti dei vaglia otterranno dagli uffizi di Posta soltanto una ricevuta della somma depo sitata. I vaglia saranno ritenuti dagli uffizi traenti, e con centrati per cura di essi in due uffizi di cambio per parte (Verona ed Ud:ne in Italia, ed Ala e Gorizia in Austria). Ciascun uffizio di cambio di un paese manderà giornalmente un elenco dei vaglia emessi nel paese stesso per essere pagati nell’altro all’uffizio di cam bio corrispondente, e questo riiascerà altrettanti nuo vi vaglia a favore dei destinatari, cui li farà per venire. $ 6. Gli uffici di cambio austriaci, nell’anuur.ziare agli uffizi di cambio italiani i vaglia emessi da uffizi austro-ungheresi per essere pagati in Italia, ùdur ranno in moneta italiana d'oro la somma stata depo sitata dai mittenti in fiorini di carta. In senso inverso gli uffizi stessi nel rilasciare i nuo vi vaglia in sostituzione di quelli emessi in Italia ridurranno in fiorini di carta la somma depositata dai mittenti in moneta d’oroLa riduzione sarà fatta al corso del cambio fra il napoleone d'oro ed il fiorino, quale saià quotato nel giorno stesso dalla Borsa di Vienna, ed i destinatari riceveranno quel tanto che loro spetterà. § 7. I vaglia austro-ungheresi saranno validi in Italia durante il periodo di tre mesi, ed i vaglia ita liani neli’Austria Ungheria durante il periodo di 15 giorni, a meno che sieno stati dichiarati ferm i in po sta, nel qual caso la validità di essi sarà protratta a tre mesi ; contando sempie dal giorno del rilascio dei nuovi titoli per opera degli uffici di cambio. L ’importo dei vaglia non pagati in tempo utile sarà rimborsato ai rispettivi mittenti. Le somme che non possono essere rimborsate sa ranno devolute all’erario dello Stato, dai cui uffizi sieno stati emessi i vaglia ; ma solo dopo cinque an ni, se emessi in Italia, c dopo tre, se emessi dall’Aus’ria-U nghei ia. Firenze, 24 gennaio 1877. 4 febbraio 1877 NOTIZIE COMMERCIALI C ereali. — Nel corso della settimana i prezzi dei grani furono meno sostenuti, ed anzi in diversi mer cati delle provineie meridionali, chiusero con qualche ribasso. Le cagioni prineipa'i di questo movimento retrogrado possono attribuirai alle migliorate condi zioni atmosferiche molto favorevoli attualmente alle campagne, al prossimo arrivo nei diversi porti d’ Eu ropa di moltissimi bastimenti passati dai Dardanelli nello scorso gennaio, ed anche alla calma profonda in cui trovansi da alcune settimane i grandi mercati di Francia e d’ Inghilterra. Tuttavia é opinione ge nerale che ia tendenza si manterrà sempre favorevole all' articolo, perchè anche all’ infuori delle vicende politiche, che contribuirono a spingere i prezzi al rialzo, i bisogni del c n umo basteranno a mantenere vivo il movimento. Scendendo a segnalare lVndamento della settimana rileveremo prima di tutto che le vendite furono quasi esclusivamente circoscritte al consumo, che i mercati non furono molto provvisti, e che i prezzi, meno po che eccezioni, trascorsero deboli, e con tendenza al ribasso. A Firenze i grani gentili bianchi si trattarono da L. 27,50 a 28,20 all’etto!., i gentili rossi da L. 26,50 a 27,50, e il granturco da L. 14,50 a 15,25. In Arezzo i grani variarono da L. 23,80 a 26,80 all’ettol. secondo merito e il granturco fu venduto sulle L. 14. A Bologna l’ottava chiuse con leggiero ribasso tanto per i grani, che per granturchi. I primi vennero pa gati da L. 25,83 a 28 all’ettol. e i secondi da L. 13,30 a 14,25. A F errara e a Padova al cadere dell’ottava scorsa si fecero numerosi acquisti a consegna nei mesi suc cessivi, ma essendo venute in seguito notizie d al l’Oriente più tranquillanti, la speculazione si raffreddò e i prezzi subirono qualche leggiero ribasso. A Venezia con pochi affari i grani veneti si ven derono da . 31,50 a 34 al quint. e i Nieolajeff a L. 33,50. A Verona i frumenti si mantennero sostenuti e de boli le altre granaglie, specialmente i risi. A Milano i grani ribassarono in media di 50 cectssimi al quint. I frumenti del Po si venderono da L. 34,50 a 35,50 al quint. g l’ indigeni da L. 32,50 a 35, il granturco da L. 19 a 20,50 e il rise indigeno dazio escluso da L. 33 a 46. A Pavia i grani, e i granturchi declinarono di 50 centesimi. A Torino pochi affari, e prezzi in ribasso, special mente per i grani esteri. I grani fecero da L. 30 a 35.50 al quintale secondo merito ; ia meliga da lire 18.50 a ltt,50 e il riso bianco da L. 38 a 42,50. A Genova mercati ben provvisti, e prezzi general mente invariati. I grani teneri esteri si trattarono da L. 21,50 a 27,50 all’ettolitro, e i grani di Bari e Bar letta da L. 20 a 20,25. 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A In Ancona i grani ribassarono di circa 1 lira al quintale. I grani mercantili delle Marche furono ce duti da L. 30,50 a 31 al quintale; quegli degli Abruzzi aa L. 29,50 a 30, e i granturchi a L. 16,50. A Napoli e nelle piazze circonvicine pochi affari e prezzi deboli. I grani teneri scadenti Braila si venderono da D. 4,70 a 4,80, i fini da 5,80 a 5,90, le Maioriche di Puglia da 6,90 a 7; e le Manchette da 7,10 a 7,20. In Borsa le Maioriche di Puglia in contanti con segna a Barletta si quotarono a L. 25,25 all’ettolitro e per marzo a L. 24,50. A Messina vendite insignificanti, e prezzi deboli per abbondanza di arrivi. I Berdianska fecero da L .26 3J a 27,18 al quintale, Acri da L. 24,81 a 24,93, c i Taganrog da L. 26,39 a 26,78. All’estero la situazione è la seguente: In Francia i mercati furono meno approvvigionati, ma giù per su i prezzi si mantennero stazionari, ad eccezione del centro e dell’ovest ove il ribasso, ben ché leggiermente, fece nuovi progressi. Sopra 49 mercati 4 chiusero con tendenza al rialzo, 7 in calm a, 12 invariati, e 24 in ribasso. A Parigi per febbraio i grani si quotarono a fran chi 27,75 i 100 chilogrammi. In Inghilterra mercati calmi e deboli. A Londra i frumenti rossi inglesi si quotarono da scellini 48 a 53, e i bianchi da 50 a 56. In Ungheria prevale la medesima tendenza. A Pesi i frumenti da chil. 74 valgono da fiorini 12,25 a 12,40 e da chil. 79 da fior. 13,35 a 13,40. In Olanda i prezzi declinarono da cent. 60 a 90. A Nuova York le farine si quotarono da fr. 31,85 a 32,85 per barile di 88 chil. ; e i grani rossi di pri mavera a fr. 37,70 per bushel di 36 litri. A S. Francesco per Liverpool compì eso costo, nolo, e assicurazione i frumenti valgono fran. 30,75 i 100 chilogrammi. Olii d’Oliva. — Esistendo sempre le ragioni che provocarono ultimamente dei rialzi nella maggior parte dei nostri mercati oleari, la settimana trascorse sostenuta , e con prezzi generalmente favorevoli ai Venditori. A Oneglia gli olj sapraffini vecchi si trattarono da fr. 154 a 158 i 100 chilogr. ; i fini da fr. 145 a 150; i mangiabili da fr. 135 a 140; i nuovi mosti da fran chi 125 a 132, e i lavati da fr. 88 a 90. A Diano Marina i nuovi mosti si mantennero so stenuti da lire 120 a 135 al quintale; e i lavati da franchi 88 a 90. A Lucca gli olj nuovi mangiabili con affari al solo consumo si pagarono da fr. 138 a 150. A Napoli i Gallipoli pronti vennero quotati in borsa a fr. 103 45, e per marzo a fr. 104 15, e il Gioia a fr. 103 29 in contanti, e a fr. 103 07 per marzo. A Bari la settimana chiuse in aumento per tutte le qualità, eccettuate le comuni che rimasero inva riate con poche contrattazioni. I sopraffini si tra tta rono da D. 29 50 a 28 il cantaio; i fini da 24 50 a 27 secondo marca, i mangiabili a 24 e i comuni a 21. A Gioia 1’ esportazione è quasi nulla per mancan 149 za di depositi. I mosti si pagano da D. 94 a 96 per botte e i lavati da 79 a 80. A Messina gli olj pronti si venderono a fr. 104 il quint- ; e per marzo a fr. 104 79. A Catania i gialli lampanti a fr. 93 e i verdi a fr. 91. A Marsiglia i Bari si quotarono da fr. 135 a 155 secondo marca, e gli oli di Toseaua da fr. 170 a 220 100 chilogrammi. Sete. — La situazione è sempre la stessa, ma è generale 1’ opin one di una prossima ripresa. Sia che le preoccupazioni politiche abbiano perduto delle loro intensità, sia che la fabbrica abbia maggiori bisogni, è un fatto che da qualche giorno la domanda è più attiva, e 8e le contrattazioni sono sempre generalmente limitate, si deve alle forti pretese dei possessori, che paralizzano ogni disposizione a trattare. A Milano infatti la settimana trascorse con affari circoscritti ai più urgenti bisogni di fabbrica, unica mente perchè i detentori si mantennero ostinati nelle pretese. Nei bassi prodotti al contrario ebbero luogo diverse operazioni al prezzo di fr. 14 75 a 16 per le struse di prima qualità; di fr. 13 50 a 15 per quelle di seconda ; di fr. 12 50 a 13 50 per quelle di terza; e di fr. 10 50 a 11 50 per quelle di quarta. A Torino le vendite furone rarissime e quelle po che venero praticate con ribasso di 2 a 3 fr. al eh.; le greggie di altre provincie secondarie 9(11 si esi tarono a fr. 101 50 al chilog. a tre usi. Negli alti i mercati serici della penisola inazione perfetta. All’ estero abbiamo notato qualche indizio di mi glioramento. A Lione la fabbrica avendo venduto in questi ul timi giorni partite abbastanza considerevoli di stoffe colorate, si spera qualche ripresa anche sulla materia prima, tanto più che i possessori si tengono sostenu ti, e non mostrano molta fretta di vendere ai prezzi attuali. Gli organzini italiani 20(22 si contrattarono da fr. 104 a 112; le greggie id. 9(11 a fr. 105 e le Isatbe quarta da fr. 65 a 67. Lane. — Le pubbliche vendite che ebbero luogo ultimamente all’estero, non confermarono le speranze concepite sul mantenimento dei prezzi ottenuti nei deeembre scorso, essendosi avuto per resultato un sensibile ribasso tanto sulle lane forestiere, che su quelle indigene. Anche in Italia, sebbene i depositi sieno sempre molto ristretti, i prezzi si mantennero deboli , e con tendenza al ribasso. A Genova le Buenos Ayre3 Merinos si venderono da 200 a 210 i 100 chil. ; le Buenos Ajres meticcie da fr. 140 a 185, le Odessa sucide da fr. 100 a 120, e le Odessa lavate da fr. 220 a 230. A Trieste le Bosnia si trattarono a fr. 232 al quint. All’ Havre le Buenos Ayres di prima qualità si pa garono fr. 190 al quint. e a Bordeaux da frane. 170 a 180. Cotoni. — Essendo stato segnalato da Nuova Yorck che il movimento nei porti e nelle città dell’ interno faceva presentire un prossimo esaurimento del raccolto, il rialzo prese di nuovo il sopravvento nella maggior 130 L ’ E C O N O M IS T A parte dei grandi centri di consumo. I mercati italiani si mantennero geueralmente invariati, ma sostenuti specialmente per le qualità indigene. A Milano la domanda fu circoscritta ai soli ur genti bisogni dell’ industria, perchè i prezzi che ten dono continuamente al rialzo, eccezione fatta per le provenienze americane, resero difficilissime le operazioni. Gli America Middling si pagarono da fr. 98 a 100 i 50 chil. ; i Castellamare e i Bianeavilla da fr. 89 a 91 ; gli Odessa e i Terranova da fr. 81 a 84, i Salo nicco indigeni da 81 a 83, i Broach da fr. 87 a 88 ; e gli Oonera da fr. 82 a 84. A Genova vennero in generale praticati i medesimi prezzi segnalati nella precedente rassegna. All’ estero il movimento fu il seguente: A Lìverpool i Middling Orleans si quotarono a don. 7 1,8, i Middling Uplaud a 6 15(16 , il Fair Oomsawuttec a 5 11(16 ; e il F air Bengala a 4 7(8. A Manchester i filatori essendo sopraccarichi di la voro, aumentarono di nuovo le loro pretese, ma le operazioni furono molto limitate, perchè i compratori si mantennero nel massimo riserbe. AH’ Havre il luigiana buono ordinario per maggiogiugno fu trattato a fr. 84 i 50 chilogr. al deposito. A Trieste i nuovi Dhollerah si pagarono a fior. 75 al quint. A Nuova York il Middling pronto fu quotato a cent 13 15(16. Vini. — Sono diverse settimane che il commercio dei vini non è molto attivo, e che la calma predo mina nella maggior parte dei mercati, specialmente in quelli del mezzo giorno. E la ragione è questa. I eom pratori credono che, esauriti i bisogni del carnevale, i possessori diventeranno più facili, e quindi sperano, col ritardare di qualche tempo gli acquisti, di otte nere in seguito la merce a più buon mercato. I ven ditori al contrario non si curano di affrettare le loro vendite, perchè facendo assegnamento sul maggior consumo che si fa nella primavera, e nell'estate, spe rano di conseguire per l’avvenire prezzi più vantag giosi. E cosi tanto le domande, che le offerte sono in generale affatto insignificanti. Nonostante però che gli affari sieno generalmente circoscritti al solo con sumo, i prezzi continuano sostenuti e con tendenza al rialzo. A Torino i Barbera, e i Grignolino si pagarono da L. 56 a 64 all’ ettol., e i Freisa, e gli Uvaggio da L. 46 a 54. A Milano i vini nuovi di Piemonte valgono da L. 30 a 38 all’ettol., e i chiari di pianura da L. 18 a 32. A Tirano si fecero diverse vendite di vini al prezzo medio di L. 50 all’ettol. A Sondrio le qualità scelte valgono da L. 72 a 76. A Genova i Scoglietti si trattarono da L. 32 a 34, i Riposto da L. 28 a 30 ; i Castellamare rossi del Golfo da L. 30 a 34, e i Sardegna da L. 32 a 35. A Napoli i vini di Sicilia si trattarono da D. 80 a 86 al carro. A Lecce si venderono alcune partite di vinetti superbi, e alcooliei da L. 20 a 25 all’ettol. A Bari i vini da coupage valgono da L. 25 a 28 al 4 febbraio 1877 l’ettol. ; e a Sassari i nuovi mosti da L. 16 a 22, e i vini vecchi da L. 40 a 65. Caffè. — La ter denza è sempre al ribasso, special mente nei mercati inglesi ove il Cejlan piantagione perdé in settimana u-i altro seillino sui prezzi dell’o t tava scorsa. Anche in Olanda 1’ ottava trascorse de bole, avendo il Giava ripiegato da 1 a 2 1(2 cents. E opinione generale però che questa situazione non sia che passeggierà, e che in breve avremo maggiore attività nelle contrattazioni e con essa si riguada gnerà il terreno perduto. I mercati italiani benché generalmente inoperosi, si mantennero sostenuti a mo tivo della scarsità dei depositi. A Genova il Rio naturale fu venduto a fr. 110 i 50 chilog. e il Sautos da fr. 108 a 115. A Venezia, a Milano , a Livorno, in Ancona ven nero praticati i medesimi prezzi segnalati nelle pre cedenti riviste. All’ estero la settimana trascorse debole e con ten denza a declinare, All' Havre il Port au Prince fu trattato a fi. 105,50 i 50 chilogr. e il Malabar da fr. 115 e Ufi. A Marsiglia il Rio fu venduto da fr. 91 50 a 95 i 50 chilog. A Londra l’ ottava trascorse pesante e chiuse in ribasso di 1 scellino per la maggior parte delle pro venienze A Trieste mercato attivo e prezzi in aumento. I Rio si venderono da fior. 97 a 114 al quint. il Giava a 125; il Ceilan piantagione da 143 a 16 >, e il Moka a 142. Notizie pervenute ultimamente da Sautos, ed altri luoghi di origine recano prezzi deboli, stante la difficoltà delle spedizioni. Z uccheri. — La calm a, e il ribasso furono il c a rattere dominante della settimana. Ma ciò non deve sorprendere perchè ogni anno a quest’ epoca suole verificarsi un certo ristagno negli affari, e tanto meno deve sorprendere attualmente perché alla mancanza di attività che si riscontra in ogni ramo di commer cio si aggiungono le forti operazioni praticate in que st’ articolo negli ultimi mesi del 1876. A Genova i greggi A v an a, si venderono da fran chi 47 50 a 48 i 50 chilog.; i pilè d’Olanda a 43 50 e i raffinati della Ligure Lombarda a fr. 65. A Venezia gli Zuccheri di primissima qualità Olan da e Germania variarono da fr. 133 a 135 i 100 chil. e i più scadenti da fr. 128 a 130. In Ancona i raffinati olandesi e germanici si con trattarono da fr. 129 a 134 al quint. secondo merito. A Trieste i pesti austriaci ribassarono di circa 2 fior, essendo stati trattati da fior. 47 25 a 48 50 al quintale. In Anversa gli zuccheri indigeni greggi si quota rono a fr. 71 50 al quint. A Parigi gli zuccheri bianchi N. 3. a fr. 82 25, e i raffinati scelti a fr. 158. A Londra il Demerara cristallino fece da scell.29 50 a 30; il basso molto biondo per raffineria scell. 27 e il lavato da 25 a 26. Notizie telegrafiche dall’Avana recano che lo zuc chero Masjobado fu quotato a reali 9 1(2 per ar robbo. 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A S p iriti. — Sempre in calma perchè il consumo trova tuttora alti i prezzi attuali, e i aspetta per ac quistare eh ■ le fabbriche facciano nuove delle con cessioni. A Genova le qualità di Napoli si venderono da fr. 120 a 122 i 100 chilog. A Milano la settimana trascorse debole e con ten denza a nuovi ribassi. Gli Spiriti triplinazionali di gr. 94|95 si venderono senza fusto da fr. 113 a 114; i doppi di 88 fr. 103 ; quelli di Napoli di 90 fusto gratis fr. 117 ; gli Spiriti di grappa di Francia di 86 fr. 134, detti di vino di 86 fr. 124, gli spiriti di Ger mania di 94(94 1(2 da fr. 124 a 126 , e 1’ acquavite di grappa da 68 a 70. A Napoli le fabbriche per febbraio offrono forti riduzioni. Cuoi e P ellam i. — La speculazione lavora atti vamente, e sebbene i prezzi generalmente praticati nei nostri mercati sitno al di sotto di quelli segna lati dal Piata, e dalle Indie, tuttavia nel corso della settimana trascorsero sostenuti, ed anche con qualche rialzo. A Genova le vendite furono attivissime, ma non fu che la speculazione che prese parte al movimento e se i fabbricanti operarono modestamente si deve allo smercio limitatissimo delle suola e articoli consi mili. Le vendite ascero a 16,000 cuoi al prezzo di L. 123 ogni 50 chil. per Rio grande viaggianti di cbil. 9 ; di L. 80 per Babia salati secchi di chil. 13 e di L. 105 per Buenos Ayres scarti Nei pellami in digeni freschi i prezzi per contraiti annuali furono di L. 95 a 100 al quint. ; e di L. 105 a 110 per le migliori botteghe. A Torino per manzi, vacche e vitelli da L. 117 a 125 i 100 cbil. A Verona da L. 140 a 145 per vitelli. A Modena, Reggio e Parma L. 105 per manzi, e vacche, e L 130 per vitelli. A Milano il corame in vallonea fu pagato da L. 3, 70 a 4, 25 al chil. ; le vacchette greggio indigene da L. 3, 90 a 4, 10, e i vitelli greggi idem da L. 4, 80 a 5. M etalli. — Il primo mese dell'anno non è stato molto favorevole al commercio dai metalli, in quantoché i mercati, non solo sono rimasti stazionari, ma si è altresì perduto quel leggiero aumento otte nuto verso la fine del 1876. — A ciò contribuirono le preoccupazioni politiche dell’Oriente, ad anche l’abbondanza dei depositi per qualunque specie di metallo. Reme. A Londra il chil. in barre è stato venduto a steri. 74 la tonn. ; il W allarov a consegn t a 83 ; il Burra a 82, e l'ingless Best seluted da 81 a 83. A Marsiglia i prezzi variarono da fr. 195 a 210 i 100 chilog.; e a Genova da L. 235 a 285 seconda qualità. Stagno. In Inghilterra sufficientemente attivo. A Londra le provenienze degli stretti si negozia rono a steri. 76, le australesi da 74, 05 a 75, e lo stagno inglese da 76 a 79. 151 A Rotterdam con pochissime domande il Banca fu pagato a fior. 45 3,4 e il Billiton a 44 3(4. A Marsiglia i prezzi variarono da fr. 200 a 215 i 100 chilog. ; e a Geno jsl da L. 225 a 240 secondo merito. Ferro. In Inghilterra i fabbricanti di ghisa man tennero con fermezza i loro prezzi precedenti essen dosi quotato il n. t a scell. 49 la tonn. ; il n. 3 da 46 a 46, 60, e il n. 4 da forgia e 41 netto in con tante. A Marsiglia l’acciajo di Trieste fu quotato da fr. 68 a 70 i 100 chil. sconto 2 O[0, l’aceiajo francese a 48 ; il ferro di Svezia a 39, il ferro francese a 24, e la ghisa di Scozia da 12, 50 a 13. A Genova l’aeciajo di Trieste fu trattato da L. 71 a 73 ; il ferro nazionale Pra a L. 25 ; l ' inglese in verghe da L. 26 a 27; detto per chiodi in fasci L. 30; detto per cerchi L. 28; il vecchio dolce da L. 9 a 13, e la ghisa di Scozia L. 11. Atti concernenti i fallimenti e le Società commerciali Fallimenti Dichiarazioni. — In Roma è stato dichiarato il fallimento della ditta E. Trivero negoziante in piazza Prefetti N. 10. In Napoli di Filippo Buch negoziante di guanti. In Genova di Paolo Calcagno negoziante orefice. lu Traviso di Francesco Mosconi. Convocazioni di cri ditori. — In Firenze il 5 dei creditori del fallito Leopoldo Orlandini per deliberare sulla liquidazione dell’attivo. In Venezia il 5 di Alvise Cogo per deliberare sul concordato. In Genova il 6 di Cecilia Oliva per le verifiche dei crediti. In Milano il 7 di Francesco Toselli per deliberare sul concordato. In Parma il 7 dei fratelli B. G. Foncanelli per la resa dei conti. In Genova il 7 di Paolo Calceguo per la nomina dei sindaci. In Milano 1’ 8 di Carlo Luraghi per le verifiche dei crediti. In Firenze il 9 di Augusto Brogi di Prato in F i renze per deliberare sul concordato. In Venezia il 9 di Giuseppina Panizzuti Alverà per deliberare sul concordato. In Milano il 10 di Giuseppina de Magri per le ve rifiche dei crediti. Società anonime Assemblee generali. — In Roma il 4 febbraio degli azionisti della Banca popolare di Roma. In Napoli il 4 degli azionisti della Partenope per approvazione dei bilanci, e per acquisti di nuovi bat telli. In Alessandria il 4 degli azionisti della Banca Agri cola industriale. 1/ E C O N O M IST A 152 In Vercelli il 4 degli azionisti della Banca di Ver celli per comunicazioni diverse. In Breno il 4 degli azionisti del a Banca di Vallecamonica per relazioni diverse. In Milano ITI degli azionisti dei Grands Hotels per presentazione dei bilanci e per nomine diverse. Pagamenti e versamenti Banca Lombarda.—Dal 5 febbraio L. 15,50 per pa gamento interessi secondo semestre, e dividendo 1B7G. Società anonima Briantea. — Dal 6 febbraio L. 9 per azione per secondo acconto dividendo del 1876. Banca di Torino. — Dal 5 febbraio L. 12, 50 per azione per dividendo esercizio del 1876. Banche unite d ’Asti. — E cominciato il pagamento della cedola num. IO con L. 1,50 per azione. Banca Nazionale nel Regno d’Italia. — Dal 5 feb braio L 50 per azione per dividendo secondo seme stre 1876. Banca di Genova. — L. 10 per azione contro pre sentazione della cedola num. 13. Banca Toscana di Credito. — L. 10 per azione liberata di 5 decimi. Banca per il commercio dei metalli preziosi (in li quidazione). — Dal 1° febbraio L. 3,53 in oro per reparto finale, che unitamente alle L. 65 in oro già pagate, formano L. 68,53 sopra le versate L. 75. Banca Margarilese (in liquidazione). — Pagamento di L. 1 per azione quale sesto reparto. Compagnia del nuovo Acquedotto in Genova. L. 12,50 per interesse secondo semestre 1876 e L. 12,50 per riparto di maggiori utili, e così in tutto L. 25 per azione. Banca di Novi Ligure. — L. 3,125 per azione. Banca Nazionale austriaca. — Fiorini 27 in carta dividendo secondo semestre 1876. Banca Nazionale del Belgio. — Dal 1° marzo franchi 41,50 per azione per dividendo econdo seme stre 1876. ESTRAZIONI (Contin., vedi N. 143) 18369 18502 18670 18821 18994 19283 19402 19556 19674 Ì9917 20063 20168 20397 20673 20899 21044 18423 18506 18744 18828 19064 19319 19485 19569 19723 19927 20075 20190 20467 20679 20940 21090 18458 18537 18748 18898 19101 19331 19175 19653 19753 19959 20092 20223 20527 20695 20951 21120 18475 18638 18755 18941 19150 19340 19494 19665 19797 19964 20099 20339 20589 20845 20955 21155 18479 18647 18788 18967 19281 19350 19534 19666 19834 19990 20102 20351 20615 20869 21019 21189 18499 18654 18791 18981 19282 19401 19547 19672 19848 20050 20123 20362 20666 20890 21041 21192 21285 21371 21423 21691 21804 22051 22256 22426 22638 22803 22880 23117 23314 23474 23627 23771 23996 24159 24405 24511 24762 24867 24973 25327 25620 25798 25985 26176 26426 96740 26932 27100 97395 27560 27610 27762 27847 27918 28079 28308 28501 28607 28751 28942 29156 29254 29434 29679 29868 30072 30370 30493 30786 30986 31177 31363 31572 31777 31942 32036 32106 \ febbraio 1S77 21287 21299 21302 21358 21376 21391 21395 21402 21511 21518 21591 21624 21734 21736 21762 21796 21887 21923 21938 21696 22066 22086 22094 22109 22258 22295 22299 22365 22480 22486 22538 22548 22688 22732 22746 22755 22812 22867 22868 22870 22881 22923 22964 22987 23130 23158 23241 23280 23330 23353 23431 23465 23508 23512 23537 23599 23661 23691 23706 23711 23801 23890 23922 23945 24007 24079 24097 24112 24166 24262 24361 24378 24416 24433 24459 24488 24564 24489 24658 24663 24783 24788 24814 24836 24087 24900 24923 24938 25022 25026 25057 25204 25459 25484 25498 25523 25648 25728 25753 25755 25840 25885 25904 25948 25999 26058 26060 26127 25182 26183 26254 26315 26453 26470 26471 26536 26783 26822 26863 26884 26941 26958 27056 27091 27133 27153 27198 27210 27445 27456 27484 27507 27576 27577 27580 27602 27613 27681 27688 27712 27777 27783 27787 27814 27854 27873 27879 27885 27927 27955 27971 28026 28122 28127 28180 28191 28322 28430 28441 28448 28534 28550 28559 28579 28617 28621 28699 28715 28817 28834 28863 28899 29000 29013 29054 29083 29182 29184 29201 29202 29313 29337 29349 29372 29502 29590 29632 29649 29698 29718 29723 29747 29884 29904 29908 29964 30165 30227 30229 30256 30373 30377 30387 30398 30511 30513 30665 30677 30795 30824 30912 30917 31020 31070 31074 31123 31203 31208 31298 31303 31380 31417 31444 31498 31622 31669 31735 31754 31784 31800 31871 31879 31943 31988 31999 32008 32042 32049 32084 32089 32238 32240 32247 32261 213G3 21409 21680 21799 22035 22176 22406 22637 22782 22876 23025 23287 23472 23625 23743 23960 24118 24380 24508 24740 24860 24963 25302 25541 25776 25981 26171 26345 26652 26913 27094 27374 27509 27604 27741 27840 27887 28033 28235 28465 28606 28728 28913 29136 29232 2941 29664 29765 29982 30270 30406 30765 30964 31168 31322 31527 31773 31912 32019 32090 32266 4 febbraio 1877 153 L’ E C O N O M IS T A 32397 32356 22308 32276 32284 32267 32575 32625 32550 32525 32412 32461 32813 32808 32801 32701 32731 32691 33012 32946 32373 32828 32840 32867 33191 33165 33076 33085 33092 33073 33314 33247 33283 33301 33212 33244 33558 33480 33437 33370 33387 33425 33811 23807 33805 33700 33770 33784 33995 33924 33918 33913 33917 33874 34238 34072 34195 34200 34039 34042 34470 34468 34306 34405 34408 34455 34535 34520 34528 34478 34502 34471 34097 34617 34686 34607 34614 34594 34866 34995 34851 34844 34723 34833 35170 35112 35115 35138 35077 35084 35310 35296 35257 35253 35227 35240 35469 35433 35378 35391 35333 35335 35687 35627 35547 35624 35529 35490 35748 35753 35708 35731 35689 35692 35872 35825 35829 35811 35761 35767 36081 35954 35998 36009 35873 35935 36215 36172 36207 36089 36126 36161 36477 36258 36300 36346 36230 36223 36691 36667 36596 36609 36516 36514 36792 36799 36791 36789 36693 36728 37091 36915 37042 36846 36800 36816 37277 37293 37232 37274 37227 37137 37617 37618 37512 37572 37441 37485 37667 37692 37637 37656 37619 37630 37844 37782 37794 37720 37725 37759 38047 37947 38033 37898 37863 37870 38274 38180 38209 38074 38169 38156 38441 38399 38334 38335 38367 38317 38604 38517 38528 38589 38447 38490 38733 38785 38607 38708 38723 38693 38837 38849 38821 38875 38786 38793 39050 39063 39097 38975 38909 38971 39157 39226 . 39273 39223 39114 39148 39317 39891 39487 39304 39505 39335 39737 39515 39585 39634 39680 39735 39812 39848 39905 39762 39770 39792 39987. 39924 39982 Si notifica che in occasione di quésto sorteggio, vennero estratti altri due certificati del capitale di L. 537. 50 ognuno in supplemento di due numeri di certificati sortiti duplicatamente in precedenti estra zioni. I relativi numeri sono compresi nel suddetto stato. 11 rimborso del capitale avrà luogo in lire italiane col ragguaglio dello scudo romano a lire 5. 37. 5, e così per L. 537. 50 per ogni certificato di scudi romani 100, sopra mandati che da questa Direzione generale saranno spediti a cominciare dal 1* gennaio, contro restituzione dei certificati stessi e delle ce dole trim estrali (rincontri non mature al pagamento e segnate coi numeri dal 57 al 64 compreso. Prestito municipale 5 p. c. di Casale Monferrato 1872 (di Lire 1,750,000). — 9a Estrazione, 13 gen naio 1877. N. 80 307 582 717 1224 2443 2687 2769 2798 3336. Rimborso al pieno valor nominale, dal 1° aprile 1877, a Casale Monferrato dalla Cassa municipale. Ricovero Mendicità di Genova (debito contratto dal Pio Stabilimento con reale decreto 14 mag gio 1876). Nella seduta del 13 gennaio 1877 furono estratte le sottoindicate cedole del Debito, che sono quindi rimborsabili dal Tesoriere del Ricovero: N. 32 48 69 95 121 122 141 185. Società Anonima proprietaria della casa già Ardy, ora occupata dal regio Ricovero di Mendicità in Torino. — Nella estrazione seguita il 12 gennaio 1877, venne estratta la cedola N. 120, che sarà rim borsata al valore integrale dal 10 luglio 1877, in Torino, da V. Rolle Musso e C., via Lagrange, 2. Società promotrice di Belle Arti in Torino. — Estrazione 14 gennaio 1877. _ L. 1000, N. 17. L. 500, N. 323 770. L. 200, N. 121 241 387 458 682 830 1064. L. 125, N. 6 32 46 50 55 76 91 111 197 256 409 440 494 569 636 638 679 710 711 719 738 758 766 784 836 837 867 993 1079 1104. Società Anonima dell'Acqun Potabile di Torino. — 14a Estrazione, 21 dicembre 1876: 19 238 535 825 977 1127 1316 1415 1583 1832 1942 2052 2171 2351 26 240 558 827 1004 1160 1328 1420 1605 1851 1955 2058 2177 2385. 39 273 591 898 1034 1208 1346 1450 1696 1855 1967 2070 2263 116 330 635 909 1104 1267 1349 1468 1738 1879 1976 2093 2296 158 367 696 924 1105 1272 1383 1472 1761 1900 1995 2140 2318 200 391 814 932 1112 1280 1409 1568 1763 1912 2022 2158 2320 Pagamento in L. 500 per obbligazione, munita dei vaglia non scaduti dal 1° luglio 1877, ha luogo dal 16 gennaio, in Torino dalla Cassa della Società. Società di Monteponi. — Prestito per la Ferrovia Gonnesa-Portoscuso (di L. 800,000). — Nell’estrazione seguita il 10 gennaio 1877, sortì la lettera F., tutte le obbligazioni appartenenti alla suddetta serie, ver ranno rimborsate al valore nominale, dal 1° marzo p. v., a Torino dalla Cassa delja Società, via Ca vour, 41. Prestito Comunale di Vigevano per la costruzione del pubblico Macello (obbligazioni da Lire 100). — 1* Estrazione, 15 gennaio 1877. 101 299 515 719 980. 150 3-.’8 527 723 162 392 538 777 223 414 569 785 224 435 589 905 243 488 649 932 4 febbraio 1877 L’ E C O N O M IST A 154 Situazione del BANCO DI SIC LIA dal dì 31 del mese di Dicembre 1876 a p ita l c » o d a l e o p a t r i m o n i a l e , . . « l e « U à t r i p l a c i r c o l a t o n e (K. Decreto 23 Settembre 1874, N. 2237) I . 1 3 , 0 0 0 , 0 0 0 A r m o . Cassa e riserva.................................... ..... ............................. ‘ ' Cambiali e boni del T e-\a scadenza non maggiore di J mesi pagabili in caria cartata scadenza maggiore di 3 mesi 1 soro pagaoni ' a si le estratte cartelle r , ,„ \1 Cedole di rendita e ca rro „.¡„ n a Boni del Tesoro acquistati acquistati direttamente loglio i f Cambiali in moneta metallica .............................................................* \ Titoli sorteggiali pagabili in moneta metallica.............................. » 13,927,773. 1,034 894. 18 412,088.52 L. 20,644,015.87, 868. 20.644,045.87 5,651,610' j i Anticipazioni. . . • • • A ........................ Fondi pubblici e wtoli di proprietà della Banca . . . . t> \ |ij id. per conto della massa di rispetto . Titoli pel fondo pensioni o cassa di previdenza id Id. Effetti ricevuti all’ incasso Crediti. . Soffeienze. Depositi . . P artite varie. . L. E. 1 4,104,851.10 .37 2,131,757.59 72,f r ¿1« 89,! .74' 5,168,047.75 L. 4,060,767.18 » 't>,629,626.05 » 9 513,401.01 » 73.566,085.10 L, 1,320,140.92 » 74,886,226.02 I. 1.969,1 Totale . Spese del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso Totale generale P A S S IV O Capitale . .............................. ...................................................... ' L. » ' » CAccdazìon'e^bigHett'i di Banca, fedi di' credito al nome del Cassiere, boni di cassa Conti correnti ed altri debiti a vista . . . . . ................................................. Conti correnti ed altri debiti a scadenza. . • • • ............................... Depositanti oggetti e titoli per custodia, garanzia ed a ltr o .................................... ..... Partite v a r ie ..................................................................................................................................... .. , , Totale . Rendite del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso Totale generale . » » » L » L. 8,800,000.0 ) 6,809.96 32,663,689.00 17 204,770.45 » 9,529,626.05 4,948,699.17 73,153,594.63 1,732,631.39 74,886,223.02 Situazione del BANCO' DI NAPOLI dal 1 al 10 del mese di gennaio 1877 C a p i t a l e s o c i a l e o p a t r i m o n i a l e a c c e r t a t o u t i l e a l l a t r i p l a c i r c o l a t o n e . ! .. 4 8 ,7 5 0 ,0 0 0 A T T IV O Cassa e r i s e r v a . .............................................................................. I Cambiali e boni del Te-ta scadenza non maggiore di 3 mesi I soro pagabili in cartaja scadenza maggiore di 3 mesi . . D t (Cedole di rendita e cartelle estratte . . f. ° r Boni del Tesoro acquistati direttam ente. . loglio ì f Cambiali in moneta metallica . . . . . \ Titoli sorteggiati pagabili in moneta metallica. A n tic ip a z io n i........................................................................ 1 Fondi pubblici e titoli di proprietà della Banca . . . 1 Id. id. per conto della massa di rispetto Titoli i Id. id, pel fondo pensioni o cassa di previdenza 'Effetti ricevuti all’in casso........................................................................ Crediti. . . Sofferenze. . Depositi . Partite varie. L. L » » 38,239,915.291 2,276,261.80 5,162.74 40,621,339.83 30,180,238 17 L. 7,959,597.3' Totale . Spese del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso Totale generale . PA SSIV O Capitale 108,052,787.27 .............................................................................................................................................................. C iixoia^ o^ ^ bigÌiet’t i Banca, fedi di credito al nome del Cassiere, boni di cassa . . . Conti correnti ed altri debiti a vista * ................................................................................................. Conti correnti ed altri debiti a scadenza........................ ..... .................................................................. Depositanti oggetti e titoli per custodia garanzia ed a l t r o ....................................................... Partite v a r ie ........................................................................................................................................... ...... ' Totale . Rendite del corrente esercizio da liquidarsi alla chiusura di esso Totale generale . 8 010,754.41 1 156.81 . L. L. » L. 36,845,7 97 4,928,113. 36 9,934,126. 46 12,322,181. 33 260 795,286. 80 4,573,859. 81 255,403,745.86 37,499,519. 36 1,612,817. 05 118,17912). 00 58,538,071. )2 9,496,509, 59,934,126, ¡6 13,914,059 23 L. 249,204,226 .'74 6,009,311 88 » L, 255400,745.86 L. 4 febbraio 1877 L ’ E C O N O M IS T A S T R A D E 4S5 F E R R A T E R O M A N E ( D i r e z i o n e G S -e n e r iile ) PRODOTTI SETTIMANALI 50.“ Settimana dell’Anno 1876 — dal dì IO al dì 1 0 dicembre 1876. (Dedotta l’imposta Governativa) E CANI Grande Velocità Cavalli Bestiame Grande Velocità Piccola Velocità Chilometri esercitati T1AHHIATUR YET TURE M E R I A N Z IE BAGAGLI 1STR0TI Totali 8Bpplementur Piccola Velocità MEDIA del Prodotto Chilometrico annuo Prodotti della setti mana ................... 330,861.1 24,186 91 75,760.81 168,470.31 8,508-14 1.931 69 2,465 7G 012,184-90 1,646 19,323. 97 Settimana cor. 1875 213,856.i l 21,318-2t 66,429.51 159,261.53 7,296-9] 1,621-39 2,1 o7 54 552,663-49 1,617 17,507.48 (a) (in più Differsnza j ( » meno 36,292 9! 2,868 6 9,331 30 9,208.84 » » » » » » » » 1,211 2 A 1) 310- 31 » » » 59,521 41 298 21 » » » 29 1,885.49 » D » • Ammontare dell’E sercizio d all gen naio 1876 al 1 luglio detto . . 13935703.91 734,606-78 2,272,150 04 8,253.557.1C 248,106 0$ 53,807 6 ? 110,110 68 255900-42.21 1,646 16,211.20 Periodo corr. 1875. 137306*9 4C 736,827 48 2,011,398 13 7,851,563 14 237,627.]? 44,097 59 15,923.67 108,805.38 24720968.27 1,617 W Aumonto . . . . 205,254 54 Diminuzione- . . (a) » » » » 260,151.91 » 2,222.70 » 383,993.9t » » 10,478-8 » 9,710 06 » » » 1,305 30 869,073.94 29 > » » » » I prodotti del 1875 sono definitive. S T R A D E ¿87 53 » » 341 F E R R A T E (D ir e z io n e R O M A N E G e n e r a le ) PRODOTTI SETTIMANALI Settimana deir Anno 1876 — Dal d ì 1 7 . (dedotta 1’ imposta Governativa) al dì 2 3 Dicembre 1 8 7 6 ■ 5l.a Y E T I PURE Chilometri esercitati M E R C A N Z IE iel prodiitto Chilometrico annuo Prodotti della setti mana ................... 333,981. 17 20,864.81 67,514, 36 189,677.18 6,313. 97 2,491.10 2,918.14 623,760. 73 1.646 19,759.53 Settimana cor.l87o 316,340 85 17,980.16 60,876 14 5,791.10 2,180.18 2,261.05 582,391-37 1.646 18,449.18 BAGAGLI VIAGGIATORI E CANI Grande Velocità Cavalli e Bestiame Piccola Velocità 176,961.89 Grande Velocità Pìccola Velocità INTROITI supplementari Totali MEDIA («0 (in più Differenza < ( » meno 17,640. 32 2,884.45 6,638 22 > »] 0 » > » 1-2,715.29 1» S 522.87 » » » 310.92 657 09 » » > 41,369.36 » » Ammontare dell’E sercizio dal 1 gen naio 1876 al 25 novembre detto . . 4260685.11 755,471.59 >,339,664 40 1,425,234 28 254,419 99 56,298. 75 113,028 82 26213802.94 Periodo corr. 1875. 4046990.25 754,807.64 ‘2 ,072,274 27 1,028,525.03 243,418.25 46,277.17 111,066.43 25303359 64 Aumento . . . . Diminuzione. . . | 222,694.86 » » | 663. 95 267,390 13 396,709 25 » » (o)I prodotti del 1875 sono definitivi. * » » » 11,001.74 10,020. 98 1,962.39 «c » > » » » » 1,310.35 » » 16,281.65 » 15,969. 35 («) 910,443 30 » D » 312. 30 » » (C, 40g » 1 febbraio 1877 L’ E C O N O M IS T A 156 PER LA FORNITURA III PETROLIO •----------------— — «— - —._________ Ì j ìi Società delle Ferrovie Romane volendo procedere all’ accollo della fornitura di Chilogrammi 3 5 ,0 0 0 P e t r o l i o r a f f in a to d ‘A m e r ic a , da consegnarsi nei ma gazzini sociali di Firenze, Foligno, Ancona, Roma, Civitavecchia, Napoli, Siena e Li vorno apre un concorso a schede sigillate fra coloro che credessero attendervi. 11 Capitolato d’oneri è visibile nella Direzione Generale della Società in Firenze, Piazza Vecchia di S. Maria Novella numero 7 e nelle stazioni suininentovate. Le offerte ben suggellate, dovranno pervenire con lettera di accompagnamento alla Direzione Generale in Firenze, non più tardi delle ore 12 meridiane del dì 12 febbraio 1877. Sulla busta contenente l’offerta dovrà esservi l’indicazione. Offerta per Fornitura di Petrolio Le suddette offerte saranno aperte dal Comitato di Sorveglianza della Società per presciegliere quella 0 quelle che gli sembreranno migliori, riservata per altro a se stesso la facoltà di non accettarne veruna qualora non le giudichi di sua conve nienza. Non sarà tenuto conto delle offerte includenti condizioni diverse da quelle pre scritte nel relativo Capitolato. Il prezzo del Petrolio dovrà essere scritto in tutte lettere, e in cifre nella offerta, e questa dovrà pure indicare le Stazioni Sociali di consegna a forma dell’ articolo 7 del Capitolato. L’aggiudicazione definitiva dell’accollo sarà sottoposta alla sanzione del Commis sario straordinario governativo. Firenze, 22 gennaio 1877. LA DIREZIONE GENERALE (C. 455) Ord. 902 — F ir e n z e , Tip. d e l la G a zzetta d ’I t a l ia P asquale Cenni, gerente responsabile