Potenzialità del CLIL nella didattica dell’italiano come LS nei corsi di Italiano II e III attraverso canti e canzoni Letizia Richardson,EIM-UCV La metodologia CLIL: definizione e tipologie E una delle piú recenti metodologie in sperimentazione per favorire l’uso veicolare delle lingue 2 e LS Significato dell’acronimo Quale peso dare ai contenuti a seconda dei contesti di insegnamentoapprendimento? Le potenzialitá del CLIL nel caso dei corsi di Italiano II e III per la componente di storia: alcune considerazioni preliminari - L’esposizione alla lingua in termini quantitativi e qualitativi é determinata in parte dalla scelta dei materiali e la tipologia delle attivitá proposte I materiali autentici e la loro didattizzazione Le attivitá didattiche finalizzate a obiettivi formativi mirati (…) Implicazioni didattiche: il focus potrebbe ricadere sulla lingua, sui contenuti disciplinari o entrambe le componenti - - Gli obiettivi formativi generali: -sviluppare le abilitá connesse alle competenze BISC e CALP (Cummings, 1986) in ambito universitario Svilupare la competenza culturale Caratteri generali dei canti e delle canzoni : -Come testi scritti e orali sono relativamente brevi; -Il loro livello di difficoltá é variabile; -Rappresentano un modello di lingua e visione del mondo particolare; -Sono gestibilili come materiale didattizzato . Se supportati da video possono aumentare la comprensione del testo scritto-sonoro e dunque la motivazione del gruppo-classe (comprensione orale, scritta) E di conseguenza, la produzione (scritta, orale), la condivisione delle conoscenze in maniera collaborativa e cooperativa, sperimentare la costruzione sociale del sapere, obiettivo fondamentale dell’educazione del luovo millenio Tante grazie! : a “ 3. +/- consonantico a. segmenti produtti con ostruzione del tratto vocale. Comprende tutte le consonanti meno le approssimanti, i fonemi formanti i dittonghi (- vocalico, consonantico). ALCUNI TRATTI DISTINTIVI PER L’ITALIANO: I fonemi sono ulteriormente scomponibili in proprietà articolatorie più elementari, i tratti distintivi, caratterizzati dalla presenza o assenza di una data proprietà (Trubeckoj, Jakobson in Schmid: 1999) • + Sonoro: le corde vocali vibrano: /v/-/f/, ecc. • + Nasale: l’aria passa attraverso le fosse nasali: /m/-/b/ • + Continuo: il flusso d’aria è ininterrotto: /s/-/t/ • + Sonorante: il passaggio dell’aria è piuttosto libero: /l/-/k/ • + Laterale: l’aria passa ai lati della lingua: /l/-/r/. +Arrotondato: le labbra sono arrotondate: /u/-/i/. • +Posteriore: il corpo della lingua è arretrato: /u/-/i/, /k/-/t/. • +Sillabico: è il tratto proprio delle vocali, che possono funzionare come nuclei sillabici. a. Tratti vocalici [+/- alto]: i suoni [+ alti] sono prodotti alzando il corpo della lingua dalla posizione di riposo [i] [u] [+/- basso]: i suoni [+ bassi] sono prodotti abbassando il corpo della lingua dalla posizione di riposo [ɛ ] [O] [a] [+/- posteriore]: i suoni [+ posteriori] sono prodotti ritraendo il corpo della lingua dalla posizione di riposo [u] [o] [ɔ] [a] [+/- arrotondato]: i suoni [+ arrotondati] sono prodotti con le labbra protese in avanti, anziché con le labbra distese [u] [o] [ɔ] [w] Matrice di tratti per le vocali italiane alto basso Poster. teso a + - e ɛ(è) + - i u + - + + - ɔ (ò) o + + + - Osservazioni: L’unica vocale bassa è la a: ci sono dei vantaggi ad ipotizzare che la a sia l’unica vocale definita da un tratto autonomo (ad esempio è l’unica vocale che non cade nei dialetti gallo italici e in francese). La distinzione tra e aperta e chiusa e o aperta e chiusa non è una differenza di altezza ma una differenza di tensione muscolare. In italiano, le vocali posteriori (o, ɔ , u) sono accompagnate dall' arrotondamento o protrusione delle labbra, sono cioè [+posteriore]. b. Tratti vocalici e consonantici: [+ sillabico] > vocali [-sillabico] > consonanti, approssimanti [+/- consonantico]: i suoni [+ consonantici] sono prodotti con un maggiore restringimento nella parte centrale dell’apparato vocale [+ consonantico] > consonanti [- consonantico] > vocali, approssimanti PROCESSI FONOLOGICI Parafrasando Schmid (1999:85) sono una serie di eventi che possono modifiacre le proprietà o trattio di un suono linguistico, nell’asse sincronico (livello della struttura della parola o delle parole nella catena parlata) e/o nell’asse diacronico (per esempio nel passaggio dal latino all’italiano o allo spagnolo, ecc.) TIPI DI PROCESSI FONOLOGICI ASSIMILAZIONE E TIPI: Trattasi di un processo che risente nel modo più chiaro del meccanismo della coarticolazione, cioè la realizzazione di uno o più movimenti articolatori atti alla produzione di foni. “Sono causati (…) da una certa inerzia degli organi della parola e contribuiscono a diminuire lo sforzo articolatorio” Schmid (1999:87) In un processo di assimilazione un segmento A assume una determinata caratteristica o tratto distintivo che gli viene conferito da un segmento B TIPI DI ASSIMULAZIONE A SECONDA DELLA VARIABILE CONSIDERATA 1. Il grado di Assimilazione: 1.a. totale: quando il segmento A diventa identico a quello B. Es. factum --- fatto In cui il fonema K si è assimilato al fonema T 1.b. parziale: quando il segmento A riceve solo 1 tratto da B e mantiene una sua certa differenza. Es. anche /aŋke/ In cui la n nasale diventa velare per la K (occlusiva velare) 2. La direzione dell’assimilazione: 2.a. progressiva: nella sequenza AB A influenza B 2.b. regressiva: nella sequenza AB B influenza A (è il tipo più comune). Vedi esempio prima di fatto. 2.c. reciproca: l’influenza è reciproca e si crea una sorta di suono ibrido. NB: Non ci sono esempi per l’italiano secondo le fonti consultate. 3. La distanza dell’assimilazione: 3.a. a contatto: quando i segmenti interessati sono contigui. Vedi esempio di fatto. 3.b. a distanza: quando i segemnti interessati sono a certa distanza. Esempio in francese: Il verbo “aime” (ɛme)(amare) si pronuncia [e’me] Il fonema della e aperta si è assimilato al fonema della e chiusa. 3. Il luogo dell’assimilazione: Quando l’assimilazione è solo parziale si può descrivere il fenomeno anche in considerazione del tratto modificato. 3. tipi: 3.a. VELARIZZAZIONE: Un fonema nasale diventa velare. Es. n in angolo 3.b. PALATIZZAZIONE: Un fonema occlusivo diventa palatale. Es. il plurale di amico__ amici 3.c. SONORIZZAZIONE: Un fonema sordo diventa sonoro per l’estensione del tempo di vibrazione delle piche vocali. Es. lacu (in latino) _ lago (in italiano e in spagnolo) Il caso della s e delle occlusive in posizione intervocalica Per l`influsso dei dialetti settentrionali e non del latino o del toscano, abbiamo questi casi. Es. casa – sdentato - sguardo 3.d. NASALIZZAZIONE: Un fonema vocalico eredita il tratto nasale da un fonema consonantico. Esempio in francese: “Temps” (tempi) si legge [tam] Fonti consultate: Canepari, L (1999) Manuale di Pronuncia italiana. Bologna: Zanichelli. Chiari, I. (s/d) “Coppie minime e misura del rendimento funzionale” versione in pdf tratta da: I. Chiari “coppie minime e misura del rendimento funzionale”, in T. De Mauro e I. Chiari (a cura di), Parole e numeri, Aracne, Fonti consultate: Roma 2005, pp. 45-65. Elementi di Fonetica e Fonologia in Schmid, S (1999) Fonetica e fonologia dell’italiano, Torino;: Paravia e c. S. p. A. Poletto (s/d): L’inventario fonologico delle lingue http://www.unive.it/media/allegato/download/Lingue/Materiale_didattico_Poletto /0607_glottologia_e_linguistica/Fonologia3.pdf