Gli antenati
 Camera oscura
Lanterna magica 
 Fenachistoscopio, Zootrope
Prassinoscopio 
1
Il muto
 Fratelli Lumière, 1895: L’arrivée du train à la Ciotat, La
sortie des usines Lumière
 Nascita spettacolo cinematografico: spettacolarizzazione
attraverso il cinema
 Cinema “assembla”: letteratura, iconografia dell’epoca, nuova
tecniche e tecnologie, tradizione ombre cinesi, lanterna magica
 Georges Méliès: irreale, fantastico, teatrale, effetti speciali
(dal “cinematografo” al “cinema”), Voyage dans la lune, 1902
La nascita del linguaggio
 E.S. Porter: 1903, Assalto al treno
 Articolazione spaziale e narrativa
 Organizzazione di una struttura narrativa, nascita
montaggio
3
D.W. Griffith
 Piena forma dei linguaggi narrativi,
grammatica e sintassi cinematografica.
 La nascita di una nazione, 1915: film
spettacolare, 3 ore di durata, narrazione
compiuta e complessa (all’altezza di un
romanzo), articolazione efficace e
immediata (stacco di piani, montaggio
alternato, dissolvenza incrociata)
4
Ascesa di Hollywood
 Da fine I Guerra Mondiale alla
Grande Depressione, 1918-1929:
apogeo del cinema muto
 Studio system: organizzazione del
lavoro e ottimizzazione dei profitti
 Star system: divismo come
promozione del prodotto
cinematografico (fin dagli anni ‘10,
Rodolfo Valentino)
 Sistema dei generi: differenziazione e
razionalizzazione (commedia
sentimentale, melodramma, drammaepico-storico, western, gangster story,
slapstick comedy)
 Sviluppo legato a nascente cultura di
massa
Lo studio system
 Adolph Zukor, anni ‘20: Paramount, integrazione tra
produzione, distribuzione ed esercizio
 Big Five: Fox, MGM, Warner Bros, Paramount, RKO
(integrazione)
 Griffith, Chaplin, Fairbanks e Pickford fondarono la
United Artists
 Universal, Columbia, UA: mini-majors
 Big Eight: 95% del mercato
6
Il cinema comico
Charlie
Chaplin
Buster Keaton
 Slapstick comedy: erede del
burlesque, vaudeville, music-hall
 Inseguimenti, torte in faccia,
“bellezze al bagno”, poliziotti
incapaci
 Adeguamento alla macchina, alla
sua velocità, contesti urbani
 Capovolgimento di senso
 Un cinema di regia: la gag richiede
perfezione di tempi e di esecuzione
 Fortuna nella critica europea
Mack Sennett
Harold Lloyd
7
Le avanguardie storiche
 Anni ‘10 e ‘20, in Europa, complessa interazione tra cinema e
avanguardie artistico-letterarie
 Futurismo: Vita futurista, Alfredo Ginna, 1916, perduto
 Dada: negazione e superamento dei valori estetici tradizionali:
Entr’acte, di René Clair, 1924
 Surrealismo: analogie tra cinema e sogno, associazioni libere,
inconscio: Un chien andalou (1928) e L’age d’or (1930) di
Luis Bunuel
 Espressionismo: scenografie e metodi di recitazione teatrali
per rappresentare la realtà deformata, Il gabinetto del dottor
Caligari, di Robert Wiene ,1919
 Avanguardie russe: cinema rivoluzionario, progetti
sperimentali, propulsivi della nuova società; Ejzenstein:
montaggio intellettuale, Corazzata Potemkin (1926) e
Ottobre (1927).
8
Il cinema muto italiano
 Cabiria, 1914, di Giovanni Pastrone, kolossal,
influenza Griffith, di nascita Maciste (cinema dei
“forzuti”)
 Sperduti nel buio, 1914, di Nino Martoglio,
anticipazione del neorealismo
 Policentrismo produttivo, scompare con il 1937: nascita
di Cinecittà
 1910: eclettismo
 Nascita del divismo femminile (“diva”), sul modello
delle donne dannunziane (Francesca Bertini, Lyda
Borrelli)
 Divo maschile per eccellenza: D’Annunzio
 1934: intervento del fascismo (ma chiusura culturale
italiana già a partire dagli anni ‘20), bozzettismo
populista, mondo contadino (ma non operaio),
celebrazione del nazionalismo
9
Il sonoro
 Il cantante di jazz, 1927, di Alan Crosland, durante
l’apogeo del cinema muto, con Al Jonson (in realtà
solo pochi intermezzi cantati)
 Sviluppo tecnologia legato a progresso telefonia e radio
 Sonoro come accompagnamento o contrappunto
(cinema sovietico)
 Steamboat Willie, 1928, di Walt Disney: primo cartone
animato sonoro (sincronizzato)
 Sviluppo del melodramma
 Permette maggiori e più ardite soluzioni di montaggio
10
L’età d’oro di Hollywood




Dal 1932 al 1946, cinema=Hollywood
Grazie a studios, star system e generi
Sonoro conferma regime oligopolistico
Integrazione verticale: illegittimo per la Corte Suprema
nel 1948
 Conflittualità studios registi (von Stroheim), film dei
produttori (Via col vento, David O. Selznick)
 Alta qualità media
 1934: codice Hays, autocensura
11
Generi di Hollywood
 Sistema generi non ha impedito nascita grandi autori
(Hawks, Hitchcock, Minnelli, Ford)
 Indicatori di nazionalità, ambientazione, stile, ideologia
 Noir, musical, western, horror, melodramma, dramma,
commedia…
 Risultato di universi figurativi e congegni narrativi:
creazioni collettive
 Visione del mondo, filosofia di vita, concezione estetica
e ideologica
12
Politica dei generi
 Processo di produzione: rigida classificazione per
genere di ogni film (budget ripartiti per generi;
permettono agli studios di specializzarsi; stretto
rapporto divismo-genere)
 Aspetti figurativi: dettagli visivi, strutture compositive;
iconografia (rispetto alle fonti culturali, letterarie,
filosofiche) e iconologia (forme visibili come forme
simboliche)
 Aspetti narrativi: elementi costanti,
personaggi=funzioni, strutture narrative ricorrenti
(commedia: amore conquistato; melodramma: amore
impossibile)
 Rapporto dinamico con politica, società, cultura: generi
son sempre ideologici
13
Successo dei generi
 Generi età d’oro Hollywood: melodramma, noir,
western, fantascienza, musical
 Influssi eterogenei da registi europei (Sirk,
Ophuls)
 Contaminazioni tra generi
 USA anni ‘30: film di gangster in rapporto a
sviluppo criminalità organizzata (cinema
definisce iconografia)
 Francia anni ‘30/’40: dramma sociale
 Italia anni ‘50/’60: commedia all’italiana
14
Realismo poetico francese
 Anni ‘30 e ‘40, tra le due guerre
 Julien Duvivier: Il bandito della Casbah, ‘37, con
Jean Gabin, romantica tragedia moderna
 Volto per eccellenza: Jean Gabin
 René Clement: Alba tragica (‘39) , Gli amanti
perduti (‘44), dialoghi di Jacques Prévert
 Jean Renoir: La grande illusione (‘37), La regola del
gioco (‘39)
 Jean Vigo: Zero in condotta (‘32), L’Atalante (‘34)
15
Il neorealismo italiano I
 Il richiamo ai tratti regionali e paesani esisteva già durante fascismo
 Non rappresenta tutto il cinema italiano del dopoguerra
 È un’affermazione del mezzo cinematografico, come reazione morale, di
fronte a una realtà eccezionale; racconto come necessità biologica ancor
prima che drammatica
 Anticipato da Ossessione. 1943, di Luchino Visconti (girato in esterni )
 Roma città aperta (‘45) e Paisà (‘47): Roberto Rossellini
 Sciuscià (‘46) e Ladri di biciclette (‘48): Vittorio De Sica
16
Il neorealismo italiano II
 “Scuola italiana” riferimento obbligatorio per nuovo cinema
 André Bazin  Nouvelle vague
 Estetica: cinema girato per strada, senza manipolazioni, “la realtà è là, perché
manipolarla?” (in realtà cinema ancora classico)
 Cesare Zavattini: congiunzione tra cinema, letteratura e giornalismo; teoria del
pedinamento
 In realtà registi già attivi durante fascismo, non vera cesura
 Oltre a Rossellini e De Sica: Giuseppe De Sanctis (Riso amaro,
contaminazione), Germi, Lattuada, Blasettti, Fellini…
 1948: vittoria DC, reazione, rinnovamento si stempera (neorealismo rosa,
neorealismo d’appendice)
17
Cinema moderno
 Nuovi stili legati a innovazione tecnologiche: sonoro, colore,
Cinemascope, pellicola pancromatica, obiettivi focale corta
 Anni ‘50 arrivo televisione
 Nuove cineprese: maneggevoli, leggere
 Innovazioni tecnologiche  rottura schemi espressivi e produttivi
 Cinema moderno  ideologia progressista
 Avanguardie
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Bazin e la politica degli “autori” I
 I 400 colpi, François Truffaut, 1959
 Fino all’ultimo respiro, Jean-Luc Godard,
1960
 Chabrol (Le beau Serge, ‘58), Rohmer (Le
signe du lion, ‘59), Rivette (Paris nous
appartient, ‘60)
 Caratteristica comune: carriera iniziata come
critici sulla rivista Cahiers du Cinéma, rivista
nata per stimolare la cultura cinematografica
di qualità, fondata da André Bazin nel ‘51
 André Bazin: centrale per la Nouvelle Vague
francese, ma non solo
 Nouvelle Vague: aggiunti anche Malle
(Ascensore per il patibolo, ‘57), Bresson
(Un condannato a morte è fuggito, ‘59) e
Resnais (Hiroshima mon amour, ‘59)
19
Bazin e la politica degli “autori” II
 Rottura con il cinema tradizionale (cinema degli studios,
realismo poetico francese non si era rinnovato)
 Rifacendosi a definizione di Astruc (L’ècran français, 1948):
la caméra-stylo, ovvero la cinepresa utilizzata con la stessa
semplicità e libertà della penna del romanziere.
 Cinema immediato, spontaneo, a basso costo
 “Politica degli autori” parola d’ordine: primato della messa in
scena (anche come metodo di analisi critica) cioè della regia e
non delle dichiarazioni programmatiche o nelle tesi politiche
o morali del film
 “Ogni tecnica rimanda a una metafisica”, Bazin, messa in
scena come materia stessa dei film
 Bazin: teoria del cinema non più basata sul montaggio ma su
tutti gli elementi che servono per accentuare l’impressione di
realtà dell’immagine filmica (montaggio tradizionale:
manipolatorio; elogio piano-sequenza)
20
Cinema degli anni ‘60
 Strutture comuni: rinnovamento sulla scia della Nouvelle Vague francese
(rinnovamento anche letterario, culturale, politico)
 Struttura narrativa: abbandonato intreccio romanzesco tradizionale,
personaggi non più a tutto tondo
 Linguaggio filmico: tecniche di ripresa, di recitazione e di montaggio che
evidenziano la messa in scena, l’autore
 Ideologia: non più eroi positivi, ma forme sfumate, indirette; procedimenti
allegorici e metaforici
 Strutture produttive: budget più limitati, rinnovamento della produzione
classica, circuiti alternativi (USA), riformismo nell’Est socialista
 Nuovo tipo di pubblico: maturo, preparato (politica, cultura, cinema)
21
Nouvelle
Vague
 Truffaut: ogni buon film deve saper esprimere insieme una concezione della vita e del







cinema
Affermazione di un nuovo cineasta, coscienza critica
Nuova consapevolezza del linguaggio cinematografico (nascita della semiologia del
cinema)
Jean-Luc Godard: film=saggio sulle immagini e sul cinema, rapporto tra parole e
immagini
Recitazione: improvvisata; montaggio: noncurante regole, poco fluido, “visibile”;
destrutturazione della continuità filmica
Fraonçois Truffaut: narrativamente più tradizionale, autobiografico (Effetto notte)
Alain Resnais: cinema in diretto contatto con nuove tecniche narrative (Duras, Robbe
Grillet), cinema dell’interiorità, tempo, memoria
Chabrol, Malle, Rivette, Rohmer, ancora oggi attivi: legami dissolti (cambiata situazione
politica e culturale)
22
New American Cinema
 New American cinema Group, 1960, e New York Film Makers
cooperative, 1962: nascita avanguardia (cinema sperimentale
esisteva già)
 Cinema personale, no condizionamenti industriali, formato
ridotto (16mm), no distribuzione tradizionale
 Cinema underground: al di là del mercato, dell’ideologia, della
censura di Hollywood
 Stan Brackage, Jonas Mekas, Kenneth Anger
 Legame con pittura avanguardia: Andy Warhol (Sleep, 6h),
Empire (8h)
 Rivisitazioni della mitologia hollywoodiana in chiave ironica o
dissacratoria
 Influenza sul cinema documentario: cinema verità, cinema
diretto, candid camera (fino a Cassavetes)
23
Cinema diretto, cinema verità
 Attrezzature leggere (16mm) e ripresa in sincrono del
suono + moduli espressivi del reportage televisivo 
nuovo impulso al cinema documentario di carattere
sociologico ed etnologico
 Canada, Stati Uniti (John Cassavetes), Francia (Jean
Rouch)
 Il documentario classico (Flaherty, Nanouk
l’eschimese, ’22, o Grierson, The Drifters, ‘29) è
un film recitato  il documentario moderno si fonda
sull’impossibilità di tener distinti “documentario” e
“finzione”
24
Rinnovamento Est europeo
 Dopo morte Stalin, 1953, cinema del “disgelo”
 Tentativi di rinnovamento di tematiche e linguaggio
che si distaccavano dalle forme del cinema
celebrativo e propagandistico
 Nascita di nuovi autori, seguiti anche in Occidente
 Russia: Andrej Tarkovskij (L’infanzia di Ivan ‘62,
Andrej Rublev, ‘66)
 Polonia: Roman Polanski (Il coltello nell’acqua, ‘62)
 Cecoslovacchia: Milos Forman (L’assso di picche,
‘63)
 Ungheria: Miklos Jancso (I disperati di Sandor, ‘64)
25
Italia
 Crisi neorealismo, non crisi degli autori che hanno segnato
il neorealismo
 Visconti continua carriera abbandonando neorealismo,
entrando nella Storia (Senso, ’54, Gattopardo, ‘63)
 De Sica sviluppa temi e ambientazioni ancora neorealisti
(La ciociara, ‘60)
 Rossellini: crisi anni ‘60, attenzione al mezzo televisivo
 Antonioni e Fellini: esordio durante stagione neorealismo,
approfondiranno ciascuno temi propri: soggettività
personaggi e caratteri stilistici
 Miracolo economico spezza legame tra cinema e vita
sociale alla base del neorealismo
 Scia neorealismo: commedia all’italiana e a cinema di
genere (grazie a sceneggiatori, registi e attori formatisi
durante neorealismo)
 Non ci sarà vera rottura con cinema neorealista, no
Nouvelle Vague italiana: nessun linguaggio nuovo per
nuova realtà, no tensione teorica o stilistica dei nuovi autori
(Olmi, Petri, Taviani, Ferreri, Bellocchio) ad eccezione di
Pier Paolo Pasolini (“cinema di poesia”)
26
Anni ‘70 e anni ‘80
 Nouvelle Vague: diffuso politica degli autori ma anche
mediazione con cinema hollywoodiano (autori anche nello
studio system)
 Anni ‘70: crisi del cinema come istituzione, decadenza e
riconversione
 Italia, n° biglietti:
1955 - 819 milioni
1976 - 454 milioni
1983 - 162 milioni
 Diminuzione della produzione, riduzione dell’esercizio, ma
aumenta consumo di film in televisione
 Fine di un sistema di produzione strutturato sul prodotto
medio
 I singoli film hanno la propria identità
 Fine capacità aggregativa del cinema: visione specializzata
(autore, cineclub, film per giovani) e “disattenta” (film in
televisione)
 Cinema “post moderno”: istituzione smarrita, oggetto
perduto (nostalgia per il passato), inglobato nell’universo
audiovisivo
 Estetica del remake
27
Rinascita di Hollywood II
 Steven Spielberg, Francis Ford Coppola, Sydney
Pollack, George Lucas
 Majors comprendono necessità di rinnovamento e si
appoggiano alle produzioni indipendenti e impostano
ristrutturazione:




riduzione n. film
controllo da produzione a mktg
aumento presenza in TV
integrazione in settori industriali collegati
 Riconquista supremazia mondiale:
 revisione ideologica e rinnovamento estetico generi
 aggiornamento iconografia dei generi (noir)
 Commistione tra generi e integrazione tecnologie
 Riappropriazione tradizione generi grazie a commistione
in continuità con propria storia e mitologia
hollywoodiana, fino al manierismo e remake
28
Nuovo cinema tedesco
Alexander Kluge (Artisti sotto la tenda del circo: perplessi, ‘68)
Volker Schlondorff (I turbamenti del giovane Torless, ‘66)
Werner Herzog (Nosferatu, ‘78)
Rainer Werner Fassbinder (Effie Briest, ‘74), riferimenti a
melodramma hollywoodiano
 Wim Wenders (Falso movimento, ‘74), riferimenti a cinema
americano, road movie
 Cinema legato a regime protezionistico: finanziamenti statali e enti
televisivi
 Privilegiata divulgazione culturale (adattamenti letterari)




29
L’elettronica
 Transizione anni ‘70/’80 caratterizzata anche da
passaggio da tecniche di riproduzione chimicomeccaniche dell’immagine all’elettronica
 Distribuzione immagini cinema su supporto
elettronico (film in tv, videocassette/DVD)
 Televisione interviene direttamente nella fase di
produzione cinematografica
 Integrazione tra tecnologia cinematografica
tradizionale ed elettronica (computer graphics, Tron,
‘82)
 Sperimentazione di tecnologie elettroniche nell’ottica
di un futuro rinnovamento complessivo industriale
 1980, Il mistero di Oberwald, di Antonioni (riprese
in elettronica, sperimentazione del colore)
30
…e inoltre…
 Carl Theodor Dreyer (Dies Irae, 43)
 Ingmar Bergman (Settimo sigillo, ‘56)
 Akira Kurosawa (Rashomon,’50)
 Kenji Mizoguchi (Racconti della luna pallida di
agosto, ‘53)
 Yasujiro Ozu (Viaggio a Tokyo, ‘53)
 Glauber Rocha (Il dio nero e il diavolo biondo, ‘64)
 Satyajit Ray (Il mondo di Apu, ‘59)
 Stanley Kubrick (2001 Odissea nello spazio, ‘68)
 Cinema iraniano (Panahi, Makhmalbaf, Kiarostami)
31
Oggi…
 Hollywood e il franchise
 I generi impazziti: Quentin Tarantino
 Dall’Oriente con furore: nuovi autori (adottati),
nuove storie (remake)
 Cinema europeo tra autorialità e tentazioni di box
office
32
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Cos`è un film?