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Le migliori moto sotto i 6.000 euro: quale mi compro? - News - Moto.it
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GUIDA ALL'ACQUISTO
Le migliori moto sotto i 6.000 euro: quale mi compro?
Anche in questo momento di forte crisi ci sono delle interessanti proposte per godere la
passione motociclistica senza svenarsi. Vi presentiamo la nostra selezione sotto i 6.000 euro
di spesa
Tutto su: Mercato
Continua la nostra serie di rassegne
dedicate al mercato del nuovo, con
cui vogliamo cercare di aiutarvi
nella scelta della moto da
acquistare. Dopo la prima puntata,
dedicata alle moto guidabili con la
Patente A2, passiamo ad una
selezione guidata dal prezzo
d’acquisto: stavolta abbiamo
fissato la soglia a 6.000
euro cercando di trovare un buon
equilibrio fra le proposte
disponibili e le diverse tipologie.
Not izie correlat e
Moto per neopatentati: quale mi
compro?
Ne abbiamo ricavato diverse
sorprese, scoprendo che c’è chi
propone tanta sostanza anche con
un terzo dell’esborso richiesto
dalle regine del mercato e che non è affatto necessario
sacrificare divertimento e soddisfazione se non in maniera
molto marginale acquistando una moto compatibile con molti bilanci
familiari. Anche perché, ve lo anticipiamo, c’è qualcosa per
(quasi) tutti i gusti.
Anche in questo caso abbiamo effettuato tanto valutazioni tecniche quanto economiche o emozionali per
isolare una ristretta selezione di modelli per darvi qualche spunto di riflessione. La nostra selezione è
ordinata rigidamente per prezzo, dalla più economica alla più costosa, ed arricchendo ciascun modello
con una sintetica descrizione e la motivazione per cui l'abbiamo scelta. Cliccando sul nome
del modello si accede alla scheda tecnica, al listino e alle offerte di moto nuove e usate. Cominciamo!
Suzuki Inazuma 250
Con i suoi 3.990 euro è la più economica fra le proposte del nostro
listino (trovate qui la nostra prova). Economica senza essere troppo
povera, la bicilindrica della Casa di Hamamatsu fa dichiaratamente
il verso alla supernaked B-King e, dopo pochi mesi dalla sua
introduzione può vantare un discreto successo di vendite. Parca nella
gestione (la spia della cambiata programmabile sull’economy non
nasce a caso) la Inazuma non sacrifica la sicurezza, grazie ad una
ciclistica da moto adulta, né il divertimento risultando sfruttabile
anche nelle gite fuoriporta.
Suzuki Inazuma 250
E’ accessibile a tutti grazie ad un’ergonomia studiata con attenzione,
ben rifinita considerando il prezzo e presenta l’unico limite di un peso un po’ elevato per la categoria: i suoi
182 kg sono forse l’unico aspetto in cui la piccola Suzuki tradisce la sua natura economica. Neofiti e
commuters la ameranno senza riserve.
Honda CRF250M
Honda CRF 250M
La piccola CRF-M Honda (qui la nostra prova) è nata quest’anno con la
missione di rendere alla portata di tutti l’esperienza del supermotard.
Specializzata nell’ambito urbano, la 250 di T okyo non disdegna
l’uso ricreativo e propone una linea apertamente mutuata
dalle specialistiche cross della Casa dell’ala dorata. Piacerà a
chi ama lo stile fuoristradistico ma anche a chi ne apprezza le doti di
agilità nella giungla d’asfalto della città, senza trascurare chi cerca
durata delle finiture e una dotazione ciclistica migliore di quanto la
quotazione non lasci prevedere. E’ anche una moto eccellente per
farsi le ossa nella guida grazie a leggerezza ed accessibilità, che
rispetto alla sorellina CRF-L offre una maggior versatilità nell’uso
stradale grazie alle coperture.
La Honda CRF 250M costa 4.640 euro, cifra con cui vi portate a casa una piccola motard che non
cerca scuse in nessuna delle tipiche destinazioni d’uso di modelli del genere, fatta eccezione chiaramente
per quelli più spinti all’interno di un circuito.
Borile Multiuso
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Monocilindrica dallo spiccato sapore artigianale, la Multiuso di
Umberto Borile (leggete qui la nostra prova) è semplice, leggera,
versatile, efficace – in una sola parola, appunto, una multiuso che fa
del fattore divertimento e dell’economia di gestione le sue carte
migliori. Grazie a commistioni con il mondo della MTB e del Trial la
Multiuso si rivela piacevolmente in grado di affrontare
qualunque situazione, dalla scampagnata con divagazioni
fuoristradistiche fino al più intenso impiego urbano, dove cederà
qualcosa in termini di protezione agli scooter, ma sguscia nel traffico
con un’agilità da riferimento.
Borile Multiuso
Ci vogliono 4.980 euro - non pochi, ma vista la natura del mezzo neanche una cifra eccessiva – per
portarsi a casa una Borile Multiuso, anche se gli eventuali optional come il serbatoio aggiuntivo ne
fanno salire la quotazione. Chi è attratto dal fascino unico ed artigianale di moto come questa non potrà
non trovarla convenientissima.
Kawasaki Ninja 300
Kawasaki Ninja 300
Chi concepisce la moto come due semimanubri ed un
cupolino (sportivo) molto difficilmente troverà qualcosa di più
allettante della piccola Kawasaki (di cui potete leggere qui la nostra
prova) in questa fascia di prezzo. Erede della 250R si presenta più
potente, meglio rifinita e ancora più bella con tante “citazioni” alle
sorelle maggiori che gratificano non poco i proprietari. Il segreto del
successo della piccola Ninja – e il motivo per cui l’abbiamo inserita in
questa lista – è proprio in questo: il suo essere una moto facile ed
accessibile ma tutt’altro che povera nell’apparenza. Anche
per lei, come per la Suzuki Inazuma, è solo il peso un po’ troppo
elevato a tradire i compromessi decisi in fase di progettazione.
La Ninja 300 costa 4.990 euro, che diventano 5.590 nell’allestimento con ABS. Opzione che vi
consigliamo caldamente: basta una banale scivolata per vanificare qualunque risparmio che si possa
effettuare rinunciando al sistema antibloccaggio.
KTM Duke 390
Appena arrivata, la Duke 390 (qui la nostra prova) è risultata
immediatamente un successo planetario. Non è difficile capirne i
motivi: nel pieno rispetto della filosofia KTM è accessibile ma
divertente. Leggera, vivace e soprattutto economica da
comprare e da gestire la Duke accoglie a braccia aperte i
neopatentati ma sa gratificare anche chi ha una certa esperienza ma
ama le soddisfazioni che vengono regalate da una moto da spremere
invece che da domare. Valida sia in città che nell’uso sportivo
fuori porta, ha solo qualche limite nel turismo per una definizione
più improntata al gusto che non al comfort.
KTM Duke 390
Con un prezzo di 4.995 euro (ABS compreso), la Duke 390 è una delle proposte in assoluto più
interessanti della nostra rassegna come conferma il successo di vendite. Vale la pena di segnalare la
prossima uscita della versione a manubri bassi (RC 390) prevista per EICMA – il prezzo sarà
presumibilmente allineato.
Beta Alp 4.0
Beta Alp 4.0
Ben prima che KTM proponesse la sua Freeride la toscana Betamotor
aveva pensato a chi ama arrampicarsi per i sentieri più
inaccessibili senza voler tenere un ritmo da speciale o
affrontare impegno tecnico e fisico imposti dalle enduro
specialistiche. Un vero e proprio ritorno alle radici del motoalpinismo
equidistante da enduro e trial per chi ama il fuoristrada turistico.
Nonostante il peso rilevante (133 kg) la Alp si guida bene, ed ha dalla
sua una grande economia di gestione – la massa è indice della fuga da
soluzioni un po’ troppo estreme che, come sempre, comportano usure
e consumi più vicini ai mezzi professionali.
I 5.350 euro del listino non sono una cifra contenuta in senso assoluto visti i contenuti tecnici del
mezzo, ma le concorrenti dirette – inesistenti, qualcuno potrebbe giustamente obiettare – non fanno certo
di meglio. Spettacolare per chiunque abbia la passione per il fuoristrada in montagna.
Honda CB500F
Nata sul finire dello scorso anno e presentata ufficialmente ad EICMA,
la Honda CB 500F (qui la nostra prova) è la declinazione naked
della piattaforma bicilindrica media della Casa di T okyo che
comprende la sportiva CBR/R e la quasi-enduro CB-X. Valida,
accessibile e divertente, si fregia di un’estetica moderna e di finiture
anche in questo caso ben superiori alla quotazione di listino. Ancora
una volta è il peso a tradire i compromessi a cui si è ceduto in fase di
progettazione, anche se come nelle migliori tradizioni Honda una volta
in marcia l’equilibrio generale fa presto dimenticare i chili di troppo.
Più adulta nelle prestazioni delle 250/300, meno impegnativa
Honda CB500F
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economicamente delle 700, è la vera via di mezzo di casa Honda per chi vuole una moto vera.
La Honda CB500F costa 5.695 euro, in cambio dei quali vi portate a casa una moto dalla concezione
moderna, con prestazioni interessanti e una ciclistica ben più valida di quanto il cartellino del prezzo non
lascerebbe presagire. L’ABS di serie è solo la ciliegina sulla torta.
Suzuki SFV Gladius 650
Suzuki Gladius 650
Erede della storica SV650, a lungo cavallo di battaglia della Casa di
Hamamatsu, la Gladius 650 (qui la nostra prova) ha riportato alla
ribalta il bicilindrico a V di 90° che tanti motociclisti ha fatto crescere
dalla fine degli anni 90. Agile, vivace e divertente nella guida
sportiva – Suzuki le ha a lungo dedicato un trofeo monomarca di
grande successo – la Gladius è un’ottima scelta per chiunque cerchi
una moto versatile e capace di districarsi nel traffico cittadino così
come sui passi di montagna. Per renderla più accessibile Suzuki ha
sacrificato il telaio in alluminio della SV sostituendolo con
una più pesante unità in acciaio ma le prestazioni non ne hanno
risentito più di tanto.
Le pecche ascrivibili alla Gladius si limitano a qualche finitura non eccelsa; per tutto il resto la bicilindrica
Suzuki si rivela una moto matura e ricca di sostanza, oltre che esteticamente accattivante pur se
palesemente ispirata a modelli più prestigiosi. 5.890 euro bastano per mettersela in garage.
Benelli BN 600
E’ la quadricilindrica più economica sul mercato italiano. La
BN600, modello con cui la Casa pesarese (di proprietà cinese, lo
sappiamo…) torna ad offrire una “quattro” è un mezzo ben fatto,
gradevole alla guida e ben lontano da certi stereotipi legati ai prodotti
nati sotto la Grande Muraglia per quanto riguarda la qualità
costruttiva. Le finiture, al netto di qualche caduta di tono,
non hanno molto da invidiare a proposte analoghe sul nostro
mercato. Dove emerge qualche limite è nelle vibrazioni, nel tiro ai
bassi regimi e (ancora una volta) sul peso a secco.
Benelli BN 600 in versione R
Per portarsi a casa una 600 plurifrazionata di moderna progettazione
e ben dotata in termini ciclistici come la Benelli BN600 bastano 5.890 euro. Possiamo tirarle le orecchie
per l’assenza dell’ABS, non certo per le pecche normalmente associate ai prodotti cinesi. Per chi
volesse spendere qualcosina di più c’è la BN 600R, che abbiamo appena provato qui.
Royal Enfield Bullet 500 Electra ES
Royal Enfield è un marchio indiano che può vantare però grande
tradizione. Come si evince dal nome, la fabbrica venne impiantata
dall’impero britannico ai tempi del colonialismo come filiale della Casa
di Redditch, e ancora oggi produce moto classiche ed ispirate a quel
passato. Recentemente uscita di produzione, la monocilindrica
Bullet è un mezzo semplice ed economico ma capace di dare
discrete soddisfazioni a chi non cerca i brividi della guida sportiva.
Classica nel look, è una valida alternativa a proposte neoretrò di
maggior pregio ma anche maggior prezzo.
Royal Enfield Electra ES
La Bullet in questa configurazione costa 5.900 euro - le sorelle
minori, denominate da Royal Enfied stessa Entry Level Bullet EFI vi consentirebbero di risparmiare
ancora qualcosa, ma riteniamo che il rapporto qualità/prezzo sia più favorevole alla dotazione
della Electra ES.
Yamaha XJ6 Diversion
La Yamaha XJ6 Diversion è la variante carenata della naked
entry level della Casa di Iwata (potete leggerne la nostra prova
qui) riveduta e corretta per una maggior versatilità. Erede del modello
dallo stesso nome – ma raffreddato ad aria – degli anni 90, ne replica i
concetti in chiave ben più moderna e tecnologica. Vivace, divertente
ma soprattutto versatile tanto nell’uso cittadino quando in quello
diportistico, grazie alla protezione aggiunta dalla semicarenatura si
disimpegna bene anche nel turismo a medio raggio.
Yamaha XJ6 Diversion
La Diversion costa solo 5.990 euro, prezzo quasi incredibile per
una quadricilindrica giapponese che, pur facendo ampio ricorso ad
economie di scala, è comunque un progetto recente e rinnovato da poco. Ha avuto un successo
inferiore a quanto merita per la sua configurazione semicarenata, mai troppo apprezzata in Italia; proprio
per questo motivo approfittare delle condizioni economiche sembra una scelta quasi scontata.
Edoardo Licciardello
10/10/2013
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